Convegno Aci def 8-10-2012 · Il Trentino è una Provincia di montagna, ... positiva tra le Polizie...
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Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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CONVEGNO ACI
Giuseppe CESARO:
Buonasera e benvenuti. A me spetta un compito gradito e impegnativo,
quello di darvi il benvenuto a Riva del Garda per questa quinta edizione del Forum
internazionale delle Polizie locali, organizzato dall'Aci.
Visto il numero e la qualità dei relatori – parleremo di contrasto all’evasione
fiscale, di sicurezza stradale, di mobilità, di nuove tecnologie, di incidentalità
stradale – cercheremo di essere molto rapidi.
Cominciamo con gli indirizzi di saluto e diamo la parola al Vice Sindaco di
Riva del Garda.
Vice Sindaco:
Il Sindaco Adalberto Mosaner non ha potuto essere presente e per me è un
piacere portare a tutti i partecipanti del 5° Forum internazionale delle Polizie locali
il saluto della città di Riva del Garda.
Un saluto in particolare, oltre alle autorità civili e militari presenti, al
Commissario del Governo, dottor Squarcina.
Le giornate di convegno promosse dall’Automobile Club d’Italia di Trento –
porto il saluto al neo Presidente, ingegner Sticchi Damiani – e dalla Provincia
Autonoma di Trento – è qui presente il Vice Presidente, dottor Pacher – stanno
diventando un appuntamento fisso, in costante ascesa di interesse, come
dimostra il numero dei partecipanti, che è più che raddoppiato dalla prima
edizione.
La nostra città guarda con attenzione ai vostri lavori e tra gli argomenti che
trattate vorrei sottolineare in particolare le tematiche attinenti alla mobilità urbana,
che qui, a Riva del Garda, si intrecciano in modo determinante con la vocazione
turistica della parte nord del lago di Garda.
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Grandi flussi veicolari nei mesi di punta della stagione si affiancano
all’utilizzo di un mezzo ecologico quale la bicicletta, in particolare la mountain bike,
che diventa esso stesso motivazione di vacanza e fruizione turistica del territorio.
Siamo dunque particolarmente attenti a cogliere ogni novità e sviluppo che
si possano presentare, soprattutto oggi dato che il drastico delle vendite e la
conseguente difficoltà dell’industria automobilistica porteranno senz’altro ad
importanti innovazioni, stimolate dalla propensione al cambiamento anche delle
abitudini più radicate, tipica dei momenti di crisi.
A voi tutti va dunque l’augurio di un proficuo lavoro e di una piacevole
permanenza a Riva del Garda. Grazie.
Giuseppe CESARO:
Grazie a Lei, Vice Sindaco. Il secondo tra gli indirizzi di saluto è quello del
Vice Presidente, Assessore ai Lavori pubblici, ambiente e trasporti della Provincia
Autonoma di Trento, Alberto Pacher.
Vice Presidente Alberto PACHER:
Grazie. Anche da parte mia un saluto a tutti gli ospiti, a coloro che vengono
da altri Paesi d’Europa e al neo Presidente Sticchi Damiani, che saluto caramente,
a Sua Eccellenza il Commissario del Governo, insomma a tutti voi un rinnovato
“bentornati” tra di noi.
È la quinta edizione di questo evento importante perché, come ha
sottolineato il Vice Sindaco poc’anzi, vede crescere anno dopo anno la presenza
qualificata e quantitativamente sempre più estesa. Questo è un segnale
importante, anche perché i temi di cui parlerete sono rilevanti.
Il Trentino forse non a caso ospita questo evento, grazie allo stimolo che
sempre Aci del Trentino, col suo Presidente Pizzinini e tutto lo staff, ha
caldamente sollecitato e organizzato con grande capacità.
Ospita questo evento anche perché abbiamo provato a lavorare su questi
temi, in questi anni: abbiamo provato a costruire uno scenario integrato sul tema
della sicurezza urbana, della sicurezza del territorio; insomma, su questo grande
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tema del rispetto delle regole e quindi della omogeneità delle condizioni di
sicurezza su tutto il territorio provinciale. Sappiamo bene come anche in questi
anni i bisogni di sicurezza e di rispetto delle regole siano molto acuti.
Da noi si è cercato di organizzare il sistema della sicurezza territoriale
affiancato anche alla riforma istituzionale, che ha visto delle forme di aggregazione
fra Comuni. Il Trentino è una Provincia di montagna, con tanti piccoli Comuni,
ciascuno orgoglioso della propria identità, della propria appartenenza, della
propria comunità, ma con tutte le fatiche, ovviamente, che da sempre queste
realtà vivono, in maniera particolare in questi anni.
Si è cercato allora di trovare delle forme di unione dei servizi – servizi in
comune, semplificazione – che, pur senza rinunciare alle identità, così importanti,
diano maggiore omogeneità a livello territoriale. Dentro questa riforma istituzionale
che ha visto costituire le Comunità di Valle – cioè delle forme associate di gestione
dei servizi – c’è anche il tema della sicurezza, che vede un’integrazione molto
positiva tra le Polizie locali e il quadro complessivo delle Forze dell’Ordine, della
tutela del territorio, coordinato e diretto dal Commissario del Governo.
È dunque una collaborazione molto positiva, io credo anche efficace.
Proprio all’interno di questo disegno generale, però, di questa prospettiva in cui ci
stiamo muovendo, anche il Trentino ha bisogno di potersi confrontare, di misurarsi
con altre esperienze, con iniziative che vengono pensate e portate avanti anche
altrove, perché su temi come questi si impara anche confrontandosi con ciò che si
fa in altre realtà, zone e territori. Ben vengano dunque questi momenti di incontro.
Proprio nei giorni scorsi, parlando di questo evento con il nostro Presidente
Lorenzo Dellai, che mi ha pregato di portare qui il suo saluto, assieme a quello di
tutto il governo provinciale, sottolineavamo l’importanza e la valenza di questo
appuntamento, per ribadire anche che la Provincia ci crede davvero.
Io spero che questa nostra collaborazione possa proseguire anche nei
prossimi anni e che questo appuntamento possa diventare davvero un’occasione
periodica di crescita per tutti noi; perché anche sul terreno della sicurezza possa
crescere progressivamente un’omogeneità di pensiero e di pratiche, a livello
anche europeo, di cui abbiamo davvero bisogno.
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Buon lavoro dunque per le prossime giornate e ancora un ringraziamento
agli organizzatori di questo bell’evento. Grazie.
Giuseppe CESARO:
Grazie Vice Presidente Pacher. La parola adesso al Commissario del
Governo, Francesco Squarcina.
Francesco SQUARCINA ( Commissario del Governo)
Grazie, un saluto anche da parte mia e un benvenuto a tutti voi. Sono molto
contento oggi di vedere una platea così numerosa e soprattutto qualificata.
Non l’hanno fatto gli altri ma vorrei farlo io: ringrazio per la loro presenza il
Generale Nardini, Comandante regionale del Friuli Venezia Giulia, il dottor Rizzi,
Capo del Dipartimento della Polizia Stradale al Ministero dell’Interno, il
Comandante della Polizia Stradale di Trento, Bolzano e Belluno, il Generale
Comandante della Guardia di Finanza della Regione Trentino-Alto Adige e, gentile
ospite, anche il Generale Comandante della Regione Lombardia.
È qui presente poi il Questore, l’onorevole Fabris e, non per ultimo,
permettetemi di salutare il collega Giulio Cazzella, Consigliere per gli Affari Interni
e delle autonomie del Presidente della Repubblica.
Mi sembrava importante segnalare ai convenuti l’alto livello degli ospiti.
Ha detto bene il Vice Presidente Pacher: questa realtà autonoma ha, per la
sua peculiarità, una capacità – non solo finanziaria ma anche di amplissime
vedute – di portare avanti una riforma, che forse è stata la prima ad essere
omogenea, della Polizia municipale.
Lui l’ha raccontato e io ne sono testimone, perché nella gestione di alcune
delle problematiche di ordine e sicurezza pubblici più gravose e importanti che
abbiamo avuto in Provincia, abbiamo sempre potuto contare sulla qualificata
operatività dei corpi associati delle Polizie municipali del Trentino.
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Proprio qui a Riva del Garda applichiamo il modello del Patto per la
sicurezza del lago di Garda che, insieme alle Province di Verona e di Brescia,
deve garantire una maggiore efficacia dei controlli sul territorio.
Abbiamo noi portato questa esperienza, come Trento, cercando anche di
esportarla nel veronese e nel bresciano, con risultati ancora un po’ incerti. Le
problematiche, anche di carattere finanziario, non hanno permesso alle Regioni
contermini di applicare appieno questo nuovo metodo di attivazione delle forze di
Polizia municipale. Vedremo se il tempo porterà consiglio e se si riuscirà ad
applicarlo anche altrove.
È il quarto anno che vengo a questo convegno, l’ho visto crescere e
confermo che ad ogni anno che passa il numero dei partecipanti aumenta e i temi
all’ordine del giorno sono di sempre maggiore attualità.
Con questo vi ringrazio ancora per la presenza e auguro a tutti una
magnifica permanenza sul territorio rivano e un proficuo lavoro.
Giuseppe CESARO:
Grazie. È ora il momento del Consigliere per gli Affari Interni e per i rapporti
con le Autonomie e Direttore della Sovrintendenza Centrale per i servizi di
sicurezza della Presidenza della Repubblica, Giulio Cazzella.
Giulio CAZZELLA ( Consigliere per gli Affari Interni e per i rapporti con le
Autonomie e Direttore della Sovrintendenza Centrale per i servizi di sicurezza
della Presidenza della Repubblica)
Ringrazio per la bellissima platea: è una soddisfazione partecipare a
convegni così importanti e ricchi.
Come sapete il Presidente della Repubblica non ha funzioni di governo ma
di garanzia generale dell’ordinamento e comunque l’attenzione sullo sviluppo della
Polizia locale e dei presidi del territorio è estremamente elevata.
Ho già incontrato qualcuno di voi al Quirinale, la porta del Consigliere Affari
Interni e rapporti con le autonomie – quest’ ultima in particolare – è sempre aperta
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e sappiamo benissimo che i temi di sviluppo della Polizia locale sono grandi e
complessi.
Innanzitutto è grande e complessa quell’idea di sviluppo strutturale della
Polizia locale, sono importanti e richiedono un’azione normativa efficace i nascenti
compiti di polizia fiscale. Nel fondo – forse non ancora del tutto espressi – ci sono
quei compiti di tutela del territorio e dell’ambiente, contro l’abusivismo edilizio,
elemento importante e forte dei compiti di Polizia locale.
C’è la tutela delle attività commerciali, lo sviluppo delle politiche locali del
piccolo commercio, che per grande misura sono devoluti al corpo di Polizia locale.
C’è poi il grandissimo capitolo della polizia stradale, che si va sempre più
ampliando, perché la mobilità urbana e immediatamente extraurbana coinvolge
moltissimo la Polizia locale.
I temi di interesse e di importanza di questi convegni, di questi
approfondimenti, dello sviluppo stesso della Polizia locale, sono straordinari ed è
per questo che il Presidente della Repubblica e il suo staff sono sempre molto
vigili. Buon lavoro a tutti.
Giuseppe CESARO:
Grazie Consigliere Cazzella. L’ultimo a parlare durante la cerimonia
inaugurale è il Presidente dell’Automobile Club di Trento, Roberto Pizzinini.
Presidente Roberto PIZZININI:
Autorità, signore e signori, a voi tutti un cordiale benvenuto a Riva del
Garda.
È con vero piacere che saluto l’inizio dei lavori di questo 5° Forum
internazionale delle Polizie locali che oggi si apre a Riva del Garda.
Credo che gli approfondimenti di questo convegno daranno un contributo
concreto a questioni molto importanti per i cittadini, quali la sicurezza e la vivibilità
in ambito urbano, temi condivisi anche da tutti i miei colleghi dell’Automobile Club
Italia.
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Oggi la sicurezza è diventata una priorità, un’esigenza irrinunciabile: sentirsi
sicuri e protetti nel proprio territorio e nel proprio ambiente, dove si passa la
propria vita con i propri cari, è un diritto. La Polizia locale, quale forza dell’ordine
vicina ai cittadini e integrata nelle città, garantisce questo diritto controllando i
rioni, le scuole e il traffico sulle strade.
Nel corso dei lavori saranno evidenziati i progetti che individuano e avviano
strategie e politiche comuni per la sicurezza in ambito urbano, attraverso un’analisi
e un confronto con le migliori pratiche ed esperienze, e anche con la
comparazione di varie realtà nazionali e internazionali. Molte sono presenti in
questo convegno, sia dalle metropoli che da altre città importanti d’Europa.
Nel corso dei lavori saranno perseguiti gli obiettivi di questo Forum: dalla
valorizzazione delle competenze e delle esperienze in materia di circolazione e
sicurezza, al presidio del territorio e anche una novità, il contrasto all’evasione
fiscale, che è stato demandato ultimamente dal Governo ai Comuni.
I Comuni, con le Polizie municipali e provinciali d’Italia, in un momento così
difficile per il Paese, devono anche promuovere e sviluppare la mobilità e la
sicurezza stradale. Questi obiettivi che Aci, con il Forum di Riva del Garda,
promuove e sostiene, sono preziosi, vanno sviluppati e perfezionati sempre più,
sia a livello nazionale che internazionale.
La conoscenza di esperienze e di iniziative realizzate nei diversi Paesi
vuole ampliare e arricchire l’attività internazionale, creando un momento
istituzionale, che rappresenti e diventi sempre più un sicuro riferimento per tutte le
Polizie.
La necessità di favorire azioni di coordinamento tra le forze di polizia,
chiamate ad agire in materia di circolazione stradale e di sicurezza del territorio, è
sicuramente una priorità.
Auspico infine che questo momento congressuale testimoni alla
cittadinanza e alle amministrazioni locali il costante sforzo di aggiornamento svolto
dagli operatori delle Polizie locali, evidenziando le molteplicità dei compiti e le
professionalità raggiunte dagli agenti, nell’ambito delle loro iniziative quotidiane, e
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non evidenzi solo l’aspetto sanzionatorio, che rimane ormai uno dei tanti compiti
che gli agenti svolgono nell’ambito della loro attività di tutti i giorni.
Permettetemi infine di ringraziare la Provincia Autonoma di Trento, il
Presidente Dellai, il Vice Presidente Pacher, per le risorse di uomini ed
economiche che ogni anno ci vengono elargite con passione, con convinzione,
nonostante la crisi economica che rende sempre più difficile organizzare questi
eventi.
Noi però continueremo sicuri dell’appoggio di tutti i convenuti e delle
autorità della Provincia Autonoma di Trento.
Giuseppe CESARO:
Grazie Presidente Pizzini.
Ora il primo degli interventi che danno il via ai lavori di questo Forum
internazionale, quello del Presidente della IX Commissione permanente trasporti
della Camera dei Deputati, onorevole Mario Valducci.
On. Mario VALDUCCI (Presidente della IX Commissione permanente trasporti
della Camera dei Deputati )
Grazie dell'invito, ci ritroviamo ancora qui, nel solito posto. Nelle annate
precedenti abbiamo già discusso alcuni dei provvedimenti che sono stati citati nei
saluti iniziali, che riguardano il corpo delle Polizie municipali.
Nel mio intervento mi limiterò alle attività connesse al tema della sicurezza
stradale, che ritengo sia uno dei temi fondamentali, anche se non l'unico, in merito
alle funzioni e ai compiti della Polizia municipale, che sicuramente possono dare
un grande contributo alla riduzione di quel numero di morti e feriti che ci sono
annualmente e che hanno visto negli ultimi anni un trend in linea con l'andamento
europeo ma che dobbiamo cercare di ridurre ulteriormente.
Siete tutti addetti ai lavori e sapete che quando parliamo di questi temi non si
parla solo di vite umane, quindi di un costo sociale, ma anche un costo economico
molto rilevante.
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Dobbiamo fare ancora tanta strada, dalla rilevazione dei dati, che arriva dopo
11 mesi – primo tema fondamentale – alla necessità sempre più di far penetrare
nella nostra società la cultura della sicurezza stradale. La necessità che le
sanzioni, le pene accessorie e di natura amministrativa e penale siano certe
rispetto a quanto definito dal codice della strada, è un altro degli obiettivi
fondamentali che dobbiamo porci.
Questo sicuramente fa sì che ci sia un'incongruenza tra un codice della
strada particolarmente rigoroso e una riscossione delle multe spesso molto
lontana da quelle accertate.
Questo è uno dei temi, su cui la mia commissione da tempo si sta
impegnando, perché vorremmo arrivare a consentire che, essendo tutti muniti di
POS, come i postini italiani, si possa concedere a chi è oggetto di un'infrazione al
codice della strada di poterla pagare immediatamente con uno sconto del 20%.
Credo che questo sia un fatto favorevole a tutti i soggetti interessati: ai
Comuni perché incassano immediatamente un'infrazione che un concittadino ha
commesso e alla stessa Polizia municipale perché si distrae molto personale che
oggi viene impiegato per seguire l'iter amministrativo della riscossione. Non per
colpa della Polizia municipale, ma per iniziative dell’interessata, spesso non viene
incassata.
Ricordo che la media italiana è attorno al 35%: fatte 100 le multe accertate,
sono il 35% viene incassato e anche questo è un dato importante.
Credo che questo debba rientrare in una filosofia culturale che dovrebbe
essere anche l'obiettivo delle modifiche nel nostro Paese, quello cioè di cercare di
non produrre lavoro per coprire delle inefficienze, ma concentrarlo solo su un fatto
positivo; è la necessità che non si disperda energia nel cercare di fare multe che
poi non vengono incassate.
Questo è uno degli obiettivi che abbiamo in questo scorcio finale della
legislatura, quella che dai mezzi di comunicazione – non da noi, perché mi sembra
eccessivo un nome questo tipo – viene definita una mini riforma del codice. In
realtà sono pochissime le modifiche, fondamentalmente quelle di maggiore
impatto sono due: una è quella che vi ho appena detto, cioè la possibilità che il
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cittadino possa pagare immediatamente le multe con uno sconto del 20% rispetto
alla sanzione amministrativa prevista dal codice; in secondo luogo c’è un fatto
importante: ci sono anche la posta elettronica certificata e il mezzo tradizionale
postale e si da la possibilità, entro cinque giorni, quando arriva l'accertamento a
casa, di pagarla con questo sconto. In questo modo noi pensiamo veramente di
favorire tutti i soggetti interessati.
Oltre al Comune, penso che sia un vantaggio anche per il cittadino, che in
buona fede può commettere un'infrazione. Chi di noi non ha parcheggiato in sosta
vietata un’auto, chi non ha ecceduto del 5 o del 10% il limite di velocità previsto,
chi di noi non è stato al telefono senza auricolare o in viva voce ed è stato
multato? Voi sapete meglio di me che esistono dei traffici legati all'utilizzo di
autovetture con targhe straniere per cercare di non pagare le multe, per questo
parlo di buona fede. Se mi viene data la possibilità di pagare la sosta vietata
anziché € 50 – perché oltre ai € 36 mi arrivano le somme allegate, di notifiche
eccetera – subito a € 29, sono ben contento di farlo. Spero di non prenderne
un'altra ma comunque sono contento di pagare € 29 anziché 50, che è la multa
finale. Anche questo penso sia un fatto importante.
Il secondo aspetto della mini-riforma è quello della revoca della patente:
qualora una persona, drogata, ubriaca o pirata della strada, successivamente
identificato, ammazzi una persona. Credo che questo sia un fatto di civiltà. Oggi
sapete meglio di me che non esiste la revoca della patente se non soggetta ad
arbitrarietà in casi estremi. Personalmente, troppe volte mi è capitato di incontrare
parenti delle vittime della strada che vedevano dopo poche settimane, nel proprio
Comune, chi gli aveva ammazzato il figlio che attraversava sulle strisce pedonali,
viaggiare nuovamente con la macchina.
Penso che questo sia un fatto di civiltà. Secondo la norma in questo caso la
revoca verrebbe portata a 15 anni e credo sia un deterrente importante.
È ancora molto alto il numero di morti sulle nostre strade, siamo attorno a
4.000 morti e almeno 200.000 feriti di una certa rilevanza.
Sicuramente dobbiamo combattere sempre di più questo fenomeno e la
revoca della patente va certamente in questa direzione.
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Noi speriamo che questa mini-riforma possa essere varata entro la fine
dell'anno, che è il tempo limite per la chiusura della legislatura.
Il secondo provvedimento che stiamo cercando di varare è cercare di
rendere più intelligibile ai nostri cittadini il codice della strada.
Sapete che oggi il codice della strada è composto da oltre 260 articoli, con
questa legge vorremmo dare la delega al governo di spacchettare il codice in due
grandi filoni: uno rivolto a tutti coloro che guidano e quindi devono conoscere
come si devono comportare e quali sono le sanzioni afferenti al comportamento
alla guida.
L'altra parte, più di 150 articoli, è rivolta a tutti coloro che si occupano di
sicurezza stradale ma che sono i cosiddetti addetti ai lavori, da chi produce la
segnaletica stradale, a chi realizza le infrastrutture stradali, a chi realizza i mezzi,
autoveicoli, motoveicoli, ciclomotori, pezzi di ricambio eccetera, che
evidentemente devono seguire delle norme.
In questo modo noi crediamo di fare un'opera di semplificazione per rendere
più facile al cittadino la possibilità di conoscere i comportamenti alla guida.
Scherzando dico sempre che forse neppure io conosco tutte le regole del
gioco per il comportamento alla guida: la cintura di sicurezza per il passeggero
seduto sui sedili posteriori, che prevede una serie di sanzioni ad esempio, è poco
conosciuta, così come alcune modifiche che abbiamo apportato al codice.
Qui mi voglio collegare all'ultimo aspetto del mio breve intervento: se una
persona non si arresta di fronte alle strisce pedonali mentre attraversa un pedone,
rischia una sanzione accessoria fino a 8 punti. Sono sanzioni molto rilevanti.
Credo che una delle vostre responsabilità sia l'applicazione corretta e severa
di queste norme: solo con il raggiungimento di obiettivi di forti riduzioni dei morti
sul tema della sicurezza stradale si potrà arrivare a una ridefinizione delle sanzioni
e solo attraverso questo cambiamento culturale.
Molti di noi stanno al telefono e oggi significa non solo colloquiare ma
leggere le mail, scrivere messaggi, è quindi qualcosa di più complesso rispetto alla
semplice telefonata. Le norme sanzionatorie previste, che prevedono 5 punti solo
per il discorso del telefono, andrebbero applicate in modo più rigoroso, proprio per
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sviluppare quella cultura necessaria in termini di sicurezza stradale.
Chiudo il mio intervento in merito a uno degli argomenti che affronterete nella
prossima sessione, quello della mobilità debole.
In questa legislatura noi abbiamo fatto molto per combattere il tema della
sicurezza stradale e ridurre il numero dei morti. Ci siamo riusciti soprattutto sul
tema delle quattro ruote e dei mezzi pesanti in circolazione, ma siamo ancora
troppo indietro sulla cosiddetta mobilità debole, ovvero pedoni, ciclisti e
motociclisti in senso lato.
Come avrete letto anche recentemente sui mezzi di informazione, è sempre
più in aumento l'utilizzo di questi mezzi da parte dei cittadini, non solamente i
motocicli e le moto, che ormai hanno quasi raggiunto i 10 milioni di mezzi in
circolazione, ma anche i ciclisti. Il fenomeno dei ciclisti è destinato ad aumentare e
noi lo dobbiamo favorire, perché è sicuramente un mezzo valido che può
comportare una serie di aspetti virtuosi. Credo che le amministrazioni locali
dovranno sempre più favorire la possibilità di piste ciclabili e inoltre, anche per
quanto riguarda il tema dei motocicli, dovrebbero favorire la possibilità di una serie
di accorgimenti che possano migliorare il flusso dei mezzi a quattro ruote rispetto
a quello dei mezzi a due ruote.
Su questo argomento comunque penso che, sia a livello locale che
nazionale, dovremmo concentrarci per predisporre sempre più degli strumenti per
ridurre quel numero di morti che fondamentalmente è rimasto inalterato. È
sbagliato dire che è rimasto inalterato perché è talmente aumentato il numero dei
mezzi a due ruote negli ultimi 10 anni che se si fa la giusta proporzione tra mezzi
in circolazione e numero di incidenti gravi rispetto al corso degli anni, si può capire
che, seppure in valore assoluto è rimasto invariato, sicuramente il valore relativo è
stato adeguatamente migliorato.
Io penso però che dobbiamo combattere il valore assoluto.
Concludo dicendo che il fatto di munire di un terminale tutti gli addetti alla
Polizia municipale potrebbe essere da utilizzarsi nella rilevazione almeno degli
incidenti gravi. Prima dicevo che solo nel novembre di ogni anno noi sappiamo il
numero dei morti e dei feriti gravi dell'anno precedente: nel tempo della tecnologia
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digitale è un’era giurassica e quindi poter almeno fare una rilevazione coordinata
degli incidenti gravi, che consenta quasi settimanalmente, o perlomeno
mensilmente, di monitorare dove ci sono delle problematiche, è importante.
Essendo più presenti di me sulle strade voi stessi sapete che spesso una delle
cause degli incidenti gravi è il tema delle infrastrutture: monitorando bene i
fenomeni si possono predisporre quegli accorgimenti che possono ridurre il
numero dei nostri morti.
Credo che alcune delle cose che ho voluto dire qui, che con il Presidente
Grillo dobbiamo attuare in questo scorcio di legislatura, siano importanti e le
istituzioni che concorreranno in queste ultime settimane di lavori parlamentari
potranno portarci a questi obiettivi, che penso siano ancora di grande rilevanza.
Io sto combattendo con la Ragioneria generale dello Stato perché ho
scoperto che è diventata consuetudine che i Comuni mettano nei loro bilanci
preventivi le multe, che dovrebbero essere una tipica voce a consuntivo. Se io ho
una collettività di persone straordinariamente educate dal punto di vista della
sicurezza stradale e quell’anno non incasso nulla, cosa succede? Vuol dire che
stanzio dei fondi fasulli.
Questa, che era una voce a consuntivo, sembra sia diventata una voce a
preventivo ed è difficile quantificare lo sconto del 20% che ho citato.
Io dico sempre che se ho il 65% di multe che non incasso, ho la certezza che
quello che incasserò come Stato, con questo tipo di agevolazione ai cittadini, sarà
superiore a quello che ho incasso oggi.
Su questo non ho dubbi, ma chiaramente se si cominciano a fare relazioni
tecniche e conteggi oggi, alla fine della legislatura, sicuramente questo è un
provvedimento che non vedrà la luce. Me ne dispiaccio perché già alcuni mesi fa
tentai di inserirlo in uno dei tanti decreti presentati dal governo e non ci riuscii.
So che c'è un aspetto sindacale legato al tema della riscossione da parte
della Polizia municipale – e questo vale anche nei confronti della Polizia di Stato
stradale a livello nazionale, dei Carabinieri eccetera, che peraltro già oggi hanno
gravissimi problemi quando devono applicare il codice rispetto ad alcune norme
previste dal nuovo codice della strada, che soprattutto nell'ambito
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dell'autotrasporto prevede la necessità di tutta una serie di sanzioni che
prevedono anche la possibilità di una cauzione da parte dell'autotrasportatore che
viene fermato.
Il fatto di non essere muniti della possibilità di incassare con carta di credito o
Bancomat le somme diventa problematico, in questa direzione.
I dati recenti ci fanno ben sperare che ci sia una diffusione di una cultura di
sensibilità maggiore in tema di mobilità stradale e credo che dobbiamo solo
continuare su questa strada.
I controlli, sia tecnologici che fisici, sono aumentati enormemente e di questo
voglio ringraziare la Polizia stradale e i Carabinieri che hanno incrementato
enormemente il numero dei controlli, anche dal punto di vista fisico.
Abbiamo ancora dei problemi sul tema del narcotest, ovvero sulla necessità,
così come è per l’alcol, di definire uno strumento che consenta, anche fermando
un mezzo, di verificare se le condizioni psicofisiche di chi è alla guida siano
accettabili o meno. In altri Paesi europei esistono già dei narcotest che vengono
utilizzati e che sono omologati: penso che dovremmo sfruttare quelle migliori
tecnologie per cercare di portare anche nel nostro Paese questo, che è un altro
tema delicato.
Oggi succede che quando le forze dell'ordine fermano delle persone che
visivamente sono nelle condizioni di non poter guidare e non sono ubriache ma
sono soggetti a sostanze psicotrope, hanno grandi difficoltà nel provarlo da un
punto di vista scientifico di fronte a successivi ricorsi che fanno le persone che
vengono verbalizzate, rispetto a questo.
So che c'è poi un aspetto sindacale legato al tema della discussione della polizia
municipale, ma questo vale anche nei confronti della polizia di Stato stradale a
livello nazionale, come anche per i carabinieri e quant'altro, che peraltro già oggi
hanno gravissimi problemi quando devono applicare il codice rispetto ad alcune
norme previste dal nuovo codice della strada. Lo stesso, soprattutto nel campo
dell'autotrasporto, prevede la necessità di tutta una serie di sanzioni tra cui anche
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la possibilità di una cauzione da parte dell'autotrasportatore che viene fermato;
quindi questo caso il fatto di non essere munito della possibilità di incassare con
carta di credito o bancomat le somme diventa problematico. Penso che i dati
recenti si facciano ben sperare che ci sia una diffusione di una sensibilità
maggiore in tema di sicurezza stradale e quindi dobbiamo solamente continuare
su questa strada. I controlli sia tecnologici che i fisici sono aumentati
enormemente e di questo voglio ringraziare evidentemente la polizia stradale i
carabinieri che hanno incrementato il numero dei controlli anche dal punto di vista
fisico. Abbiamo ancora dei problemi come, ad esempi, sul tema del narcotest,
ovvero sulla necessità – così come per gli alcoltest - di definire uno strumento che
consenta, anche fermando un mezzo, di poter verificare se le condizioni psico-
fisiche di chi è alla guida sono accettabili o meno. Esistono in altri paesi europei di
alcoltest omologati; quindi penso dovremmo anche in questo caso sfruttare quelle
migliori tecnologie per cercare – come voi farete in una delle sessioni previste per
domani - di portare anche nel nostro paese queste tecnologie. Questo tema
delicato perché oggi nel nostro Pase succede che, anche quando le forze
dell'ordine fermano persone che visivamente non sono nelle condizioni di poter
guidare e non sono ubriache ma sono soggette a sostanze psicotrope, hanno
grandi difficoltà nel provarle dal punto di vista scientifico e tuto ciò comporta dei
successivi ricorsi che poi le persone che vengono verbalizzate faranno. Grazie.
Moderatore:
La parola al senatore Grillo, Presidente della VIII Commissione permanente Lavori
Pubblici e Comunicazioni del Senato della Repubblica.
LUIGI GRILLO (Presidente della VIII Commissione permanente Lavori Pubblici e
Comunicazioni del Senato della Repubblica)
Un sentito ringraziamento gli organizzatori e, segnatamente all'Aci e al suo
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Presidente per questa opportunità. Ormai è diventato un appuntamento
d'importanza straordinaria per noi impegnati in Parlamento il fatto di venire qui e
sentire dalla viva voce dei protagonisti cosa succede sulle strade del nostro
Paese; quindi oggi sono davvero grato di questo invito. Avendo consuetudine di
incontri con il mio collega ed amico Mario Valducci, devo dire di condividere
pienamente le sue riflessioni e quindi non tornerò su questi argomenti anche
perché siamo amici da molti anni e ci siamo scambiati le competenze. Essendo il
nostro, uno degli ultimi paesi al mondo dove ancora regna il bicameralismo - cioè
le leggi vengono approvate prima da un ramo del Parlamento poi dall'altro - io in
questa legislatura sono principalmente occupato di porti e aeroporti e lui di strade,
però ci siamo posti quest'obiettivo: prima della fine della legislatura dobbiamo
rivisitare il codice secondo le linee che lui ha sintetizzato; facciamo la riforma dei
porti, anche perché siamo il paese più ricco in Europa di porti; vediamo di fare
anche la legge sugli interporti per lanciare la logistica e vediamo di stimolare il
governo a far sì che presenti, dopo le intenzioni manifestate riprese in tante
conferenze stampa, il piano organico degli aeroporti perché in Italia - ahimè -
abbiamo troppi piccoli aeroporti che costano molto e non rendono nulla.
Detto questo, ricordo che lo scorso anno il presidente Gelpi aveva
richiamato l'attenzione su diverse questioni. In particolare la riprendo per dire che,
siccome domani dopodomani ascolteremo molti sindaci amministratori locali, noi in
Parlamento abbiamo fatto una norma, quella sulle multe, imponendo ai Comuni di
reinvestire il 50% del ricavato della multa in sicurezza stradale. Non abbiamo
francamente elementi per dire che le cose vanno in un certo modo, cioè se stanno
andando bene o stanno andando male, perché un limite del Parlamento è che non
è strutturato, capire cosa accade dopo una legge. Non disponiamo di consuntivi
per verificare le ricadute sul territorio delle norme che vengono emanate. Noi
facciamo molta analisi, molte discussione, molti confronti prima, cioè per arrivare
ad approvare una legge ma, dopo che la stessa viene approvata, non vi è nessun
ufficio, né al Senato né alla Camera, che studi le ricadute sul territorio,
sull'economia reale dei singoli provvedimenti. Ci sono ovviamente le critiche e si
ritorna a discutere per cui io credo che su quest’aspetto sarebbe utile conoscere le
Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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cose che stanno accadendo.
La seconda riflessione, o meglio, vorrei dare un'informazione: sapendo di
venire qui ho interpellato il collega della Commissione affari costituzionali perché
in queste settimane si sta ultimando l'esame degli emendamenti sulla legge
quadro delle polizie locali. Quando si scioglieranno le Camere? Questo lo deciderà
il Presidente della Repubblica; noi immaginiamo realisticamente che il Parlamento
possa lavorare fino alla fine dell’anno. Se il Parlamento lavorerà – come io spero -
fino alla fine dell'anno penso in sintonia con il Governo, io credo che sicuramente
al Senato licenzieremo questo provvedimento, molto atteso ed anche ben fatto a
mio parere, in maniera tale che ci sia uno scambio di informazioni con la Camera
possa essere approvato dalla Camera e quindi concludere la legislatura in
maniera tale da avere questa norma, da tanti anni auspicata.
Una terza riflessione, che è una cosa che mi interessa molto anche se non
riguarda la sicurezza stradale e nemmeno la Commissione che ho l'onore di
presiedere ed è un mio pallino perché, per anni, in Parlamento mi sono occupato
di finanze fisco: tra i compiti che il Parlamento ha affidato ai Comuni immaginando
che i Comuni siano interlocutore straordinariamente importanti e lo sono – lo Stato
è soprattutto lì, nei Comuni - abbiamo una norma straordinaria pensata nel 2005
quando nel documento di programmazione economica e finanziaria si disse che
dovevamo coinvolgere i Comuni sulla questione del contrasto all'evasione fiscale.
Quella norma approvata nel 2007 aveva in sé una debolezza perché diceva che “i
Comuni potevano collaborare con le istituzioni nazionali al contrasto all'evasione
fiscale e, se avessero collaborato, avrebbero avuto in cambio il 30% dei tributi
recuperati”. Ma, e lo dobbiamo dire sottovoce: “il poter fare come si traduce?”
Nessuno dei Comuni italiani, dal più piccolo al più grande non hanno avuto, fin da
allora la sensibilità di capire questa opportunità e quindi la risposta fu uguale a
zero. Allora come reagì il Parlamento? Convinto che il problema del contrato
all'evasione fiscale è un problema serio (anche se paradossalmente abbiamo la
pressione fiscale più alta d'Europa abbiamo il più alto tasso di evasione) si mise in
qualche modo rimedio con provvedimenti successivi: l'Agenzia delle entrate ci
mise del suo costruire schemi di organizzazione un po' più raffinati e, soltanto nel
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2010, si fece il salto di qualità con il decreto num. 78 con il quale il governo
trasformò il “possono” in “dovere”. Quindi è dal 2010 che i Comuni hanno il dovere
di compartecipare assieme all'istituzione nazionale al contrasto dell'evasione
fiscale. Cos'è successo? Il ministro Tremonti, che su questi argomenti aveva
certamente molta preparazione, commise a mio parere un errore piuttosto
grossolano, perché impose che in tutti i Comuni italiani dovesse essere costituito
un consiglio tributario e che di questo organismo dovessero far parte persone
qualificate le quali per l’impegno messo nel partecipare a questo consiglio,
avrebbero ricevuto un riconoscimento pari a zero, cioè neppure un gettone di
presenza, neppure un rimborso spese. Il risultato fu che nessun Comune istituì il
consiglio tributario e quindi vi fu la necessità di tornare a rivedere questa norma.
Abbiamo spiegato inutilmente al ministro Tremonti che era difficile immaginare che
Comuni di 300, 500 o 1000 abitanti potessero organizzare strutture di questo tipo
e quindi, nel 2011, siamo arrivati alla norma vigente che è, secondo me, fatta
molto bene e che sta già dando risultati dei quali voglio parlare perché li ritengo
importanti anche per considerazioni che si possono fare in futuro.
Mi spiego: vennero eliminati consigli tributari; il “devono” era già norma nel
2010 e la percentuale di ritorno al Comune da un 30% è passata al 33% e poi al
100% e quindi oggi i Comuni, che mostrano capacità e di collaborare con
l'Agenzia delle entrate e gli organi tecnici strutturati a livello nazionale, ricevono il
riconoscimento del 100% dei tributi recuperati. Parlo di questo perché poi vorrei si
aprisse un dibattito su una proposta che intendo presentare quanto prima in
Parlamento. Questo perché è molto importante avere un riconoscimento del 100%
e aver concesso la possibilità che i grandi Comuni gestiscano l'organizzazione, gli
uffici e quant'altro. I Comuni di Genova, Milano, Roma, hanno migliaia di
dipendenti e sono sicuramente in grado di organizzare un servizio di questo tipo,
mentre i piccoli Comuni possono affidare questa linea di lavoro alle società che già
collaborano con loro: si tratta delle società che riscuotono i tributi, etc. Non esiste
quindi il problema di fare tutto per conto loro.
Ebbene, qual è il punto della situazione? A quanto mi è dato di sapere
Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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sono pochi i Comuni che si stanno attivando. Io provo a riferirmi ad un’esperienza
vissuta da un Comune della mia Regione, la Liguria, con 800 abitati. Tale Comune
ha affidato ad una società che già svolgeva attività di questo tipo per la gestione
del plateatico e dei tributi locali questa funzione. Tale società si è avvalsa del
contributo di un gruppo di professionisti, commercialisti per l’esattezza, su 8000
abitanti sono state esaminate 3200 dichiarazioni dei redditi esaminando anche la
posizione di 2700 abitanti che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi.
Incrociando i dati del catasto di cui dispone il Comune con le dichiarazioni dei
redditi e con la realtà di quelli che non avevano presentato alcuna dichiarazione,
hanno scoperto che 8 persone non avevano dichiarato di essere proprietari di
almeno due appartamenti (non uno!). Chi aveva un solo appartamento non è stato
preso in considerazione; dunque, solo otto persone in quel Comune aveva un
appartamento in più. Poi hanno esaminato altre posizioni ricavandole dalla
dichiarazione dei redditi e scoprendo che magari uno aveva un reddito di 1000
euro ma poi possedeva un SUV di 5000 cv di cilindrata: il risultato è che questo
Comune in un anno ha consentito di recuperare 500.000 di tributi evasi. Tutto
questo senza mandare la polizia di Stato con il mitra, ma semplicemente facendo
un incrocio di dati da un computer all'altro, ovvero esaminando i dati del PRA,
quello del catasto comunale, l'anagrafe centrale, etc.
A questo proposito non posso non dire una cosa che a mio avviso è
scandalosa: abbiamo fatto una legge per recuperare un po' di tributi dai natanti e
immaginavamo di incassare 200 milioni ma ne abbiamo incassati 20 perché,
purtroppo, abbiamo scoperto che riguardo ai natanti non c'è il PRA informatizzato.
Molte barche sono “scappate” dopo che è stato fatto il decreto sulla tassa di
proprietà dei natanti ma quelli che sono rimasti non l'hanno pagata e non si sa
come perseguirli perché non c'è il supporto informatico. Detto questo, se in un
Comune di 8000 abitanti si è trovata una realtà di questo tipo, ma se tutti i Comuni
diventassero virtuosi senza per questo trasformarsi in agenti del fisco e, dunque,
senza fare i “blitz” di tipo Cortina d'Ampezzo, ma semplicemente lavorando al
computer con un paio di impiegati, si potrebbe realisticamente immaginare un
recupero attorno ai 3 miliardi di tributi evasi. Questo perché nell'ultimo
Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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provvedimento del 2011 non si dà la titolarità ai Comuni di recuperare tributi
inevasi a livello erariale ma anche a livello contributivo e quindi la platea dei poteri
che i Comuni possono esercitare è molto aumentata. Siccome io sono convinto
che non si debbano perseguire più di tanto i contribuenti e soprattutto quelli che
fanno un lavoro onesto, ma sono convinto che l'evasione è un male della società
del mio Paese, io sono in procinto di presentare una norma chi dice questo: “va
bene il 100% che deve essere restituito ai Comuni dei tributi erariali che si
recuperano a livello di evasione, ma c'è un altro elemento che vorrei che il
Parlamento con la norma definisse e inquadrasse nel modo migliore”. Infatti,
quando si scopre, come nel caso di questo piccolo Comune, che ci sono persone
che si sono dimenticati di dichiarare che hanno due appartamenti in più intestati e
non dichiarati, ovviamente nell'anno in cui l'Agenzia delle entrate fa il richiamo e fa
la contestazione sono costretti a pagare le tasse, ma c'è un “effetto trascinamento”
perché se uno lo fa umano non è che un anno dopo può dimenticare di dichiararlo.
Ecco allora l'effetto trascinamento: capisco che è troppo dire che anche i tributi
che si incassano per l’effetto del trascinamento devono andare in Comune –
questo sarebbe troppo per i Comuni - ma questi tributi, secondo me, dovrebbero
essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale alle famiglie e alle imprese; in altre
parole non vanno nella libertà discrezionale dell'Agenzia delle entrate e neppure
del governo. Ho sentito ripetere mille volte in Parlamento, ma poi non si è fatto
nulla, che l'evasione va contrastata ma il recuperato deve servire a ridurre la
pressione fiscale perché altrimenti ci prendiamo in giro. La pressione fiscale
continua ad aumentare nonostante che gli apparati dello Stato oggi abbiano a
disposizione tutti gli strumenti normativi per intervenire e per disporre cose che
altri Paesi in Europa ancora non hanno. Noi oggi – legislativamente parlando -
abbiamo fatto tutto il possibile e, sono convinto, conoscendo la sensibilità
democratica dei Sindaci degli Assessori che ci seguiranno su questo cammino
virtuoso, che recuperando direttamente e indirettamente questa quantità di tributi
non dichiarati si possa davvero ridurre la pressione fiscale nei confronti di quelli
che hanno sempre fatto la loro parte in maniera serie coscienziosa.
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Moderatore:
Grazie, presidente Grillo. L'ultimo degli interventi che conclude la parte della
cerimonia inaugurale di questa giornata di lavori è quello del Presidente
dell'Automobile Club d'Italia Angelo Sticchi Damiani.
ANGELO STICCHI DAMIANI (Presidente dell'Automobile Club d'Italia)
Grazie. Buonasera a tutti. Saluto e ringrazio tutti partecipanti, in particolar
modo tutti coloro che mi hanno preceduto, e mi permetto di aggiungere due
persone: il Presidente onorario dell'Aci, Rosario Alessi e il Segretario generale
della FIA Foundation che è venuto da Londra, la cui presenza ci rende
particolarmente felici.
Questo è il quinto anno consecutivo che l'Automobile Club d'Italia organizza
il Forum delle polizie locali qui a Riva del Garda e credo che abbia dimostrato in
questi anni di avere il ruolo, l'esperienza, il know how, per eventi di questo tipo, ma
in particolare per quello della Conferenza del Traffico della Circolazione che, come
ricorderete, per tanti anni è stato organizzato a Stresa. Poi è stato organizzato qui
a Riva del Garda e quest'anno invece si terrà il 28 novembre a Roma.
L'Aci, come abbiamo detto prima, ha profuso tante energie proprio per
essere il punto di riferimento della politica dei trasporti, della sicurezza stradale, di
tutte quelle azioni che in questi anni sono state necessarie per porre un limite a
tanti effetti luttuosi che ci sono per chi circola sulle strade. Proprio perché la
Polizia locale a cui oggi dedicato questo forum è impegnata per la sicurezza
stradale e non solo vorrei ricordare e dedicare questo Forum al ricordo di Nicolò
Savarino, l’agente di 42 anni di Milano ucciso volontariamente da un nomade a
bordo di un SUV il 12 gennaio di quest'anno.
[Applausi]
L'importanza dell'attività delle migliaia di operatori di polizia locale nel
presidio quotidiano delle città per la sicurezza, non solo stradale, è sotto gli occhi
di tutti. I dati sull'incidentalità delle strade dimostrano che 75% degli incidenti
avviene in città, per un totale di 1700 morti e oltre 218.000 feriti. Molte volte non ci
si rende conto di questo
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Questo pomeriggio si svolgerà un convegno dal titolo: “Il contrasto
all'evasione fiscale da parte dei Comuni” volto ad approfondire i nuovi poteri
riconosciuti ai Comuni dal Governo, di cui parlava prima il presidente Grillo, e
dall'Agenzia delle entrate in ambito dei controlli tributari. Ai lavori parteciperanno i
rappresentanti delle Polizie municipali delle più grandi realtà urbane, il
Comandante regionale della Guardia di Finanza Vincenzo Delle Femmine.
Domani mattina presenteremo il risultato di un'indagine avviata dalla
fondazione Filippo Caracciolo intitolata “La sicurezza stradale in Europa” il cui fine
è la descrizione e la valutazione delle iniziative più efficaci realizzate dalle polizie
locali in materia di sicurezza stradale. Alla presentazione interverranno i
Comandanti e i rappresentanti delle Polizie locali di 10 città europee che saluto e
ringrazio per la loro partecipazione, ai quali si aggiungeranno il Comandante della
polizia di Roma Capitale Carlo Buttarelli e il Comandante della polizia locale di
Milano, Tullio Mastrangelo.
Nel pomeriggio di domani proseguiremo con un convegno sul tema della
mobilità nelle città italiane al cui interno, sulla base dei risultati di una specifica
indagine realizzata dalla fondazione Aci - Filippo Caracciolo, apriremo un dibattito
politico con i rappresentanti delle associazioni di Polizia locale delle
Amministrazioni comunali.
Mercoledì il Forum si chiuderà con la sessione dedicata ai progetti e alle
tecnologie per la mobilità urbana. Parleremo quindi di sicurezza stradale, di
circolazione, di ambiente, tracciando più in generale le possibili linee di sviluppo
della politica della mobilità a livello locale e nazionale ed internazionale.
Per quanto riguarda l'argomento principale, la sicurezza stradale, già si è
detto molto; sia il presidente Valducci che il presidente Grillo ci hanno illustrato
quali saranno le prossime leggi, tra cui la riforma del codice della strada. Devo
dire che il tema della sicurezza stradale è un tema che sempre molto coinvolto
ACI, in particolare in questi ultimi tempi ACI si è impegnata notevolmente per
difendere proprio i soggetti più deboli e, tra i soggetti più deboli, ancora i più
deboli, a cominciare dai bambini. Ecco quindi il progetto Trasportage, che consiste
nell'insegnare come si usa il seggiolino e, soprattutto spiegare la necessità e
Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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l'importanza del seggiolino alle famiglie e come si evolve con l'età del bambino.
Cominciamo proprio dai più piccoli per poi arrivare ai bambini: siamo impegnati
anche a insegnare ai bambini il rispetto delle regole, non solo attraverso
l'educazione stradale ma anche con un'iniziativa che si chiama “kart in piazza”.
Abbiamo fatto alcune manifestazioni nelle più importanti città italiane e già a sette
anni un bambino prova a sedere su un mezzo a quattro ruote, il Kart: gli si insegna
come funziona e, soprattutto all'interno di un percorso urbano, quali sono le
regole. Sarà il suo primo mezzo a quattro ruote, ma sarà anche un momento in cui
capirà l'importanza della sicurezza stradale, perché poi in bicicletta e in motorino -
quindi successivamente - si dovrà misurare con questi problemi.
Purtroppo i dati statistici sono drammatici: i morti, prima di poter essere
nelle condizioni di decidere per se stessi, quindi prima di 14 anni (quindi parliamo
di bambini trasportati), poi dopo i 14 anni ai diciott'anni prima della patente e dopo
la patente, fino a 22 anni, sapete che sono la prima causa di morte per quelle
fasce d'età. Questo è un fatto inaccettabile: dobbiamo proteggere questi ragazzi.
Dobbiamo proteggerli insegnando loro innanzitutto a guidare e per questo ACI è
impegnata con “Ready to go” che è un network di autoscuole che insegna
qualcosa di più rispetto alle autoscuole; soprattutto una cosa importante: che la
presente è solo l'inizio di un percorso, non è l'arrivo; con la patente si comincia a
guidare ma non si sa guidare. In particolar modo non si sanno misurare le proprie
capacità e noi sappiamo che la maggior parte dei giovani che muoiono in
macchina muoiono perché non si rendono conto dei rischi a cui vanno incontro.
Ecco perché i corsi di guida sicura ed ecco perché ACI è impegnata nei corsi di
guida sicura attraverso ACI Vallelunga - che è importante centro di guida sicura
d'Europa - dove insegna giovani a formarsi alla guida in quelle che sono le
condizioni pericolose che, purtroppo capitano, ovvero la frenata sul bagnato, una
frenata in curva, un ostacolo improvviso. Se noi riusciremo a convincere genitori
che, insieme all'automobile, al figlio va regalato un corso di guida sicura sono
sicuro che risparmieremo davvero tante giovani vite umane.
Non voglio parlare soltanto di sicurezza stradale oggi; questa è
un’occasione importante per parlare dell'auto. In questo momento in Italia l’auto
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sta vivendo un momento molto difficile: credo lo sia vivendo in tutta Europa ma in
Italia in modo particolare. Noi siamo molto grati al Governo del senatore Monti per
quello che sta facendo per l'Italia: la sua credibilità a livello europeo e
internazionale ci ha sicuramente aiutato in un momento drammatico, però
onestamente devo dire, guardando le cose di casa nostra, che la politica sull'auto
noi non la condividiamo. Questo perché, oltre che aver depresso in maniera
eccessiva il mercato - i dati di settembre li conoscete, ovvero meno 25%, ma
mese per mese diviene un bollettino di guerra – noi purtroppo dobbiamo
denunciare il fatto che i risultati non sono stati quelli attesi, cioè il sacrificio non ha
portato quei benefici che, dal punto di vista erariale, noi ci aspettavamo. Allora noi
dobbiamo cercare di capire: la politica sulle auto di grossa cilindrata. Sapete che
erano attesi 167 milioni di euro dal superbollo ma ne sono arrivati 134 (e tutto
sommato la cosa sarebbe accettabile), ma se ne sono persi 105 per imposte di
vario genere. Ecco allora che noi abbiamo fatto tutto questo per 30 milioni di euro,
ma soprattutto sapete che c'è una continua “emorragia” di vetture di grossa
cilindrata dall'Italia verso l'estero. La maggior parte delle radiazioni che si stanno
facendo in questo periodo sono per esportazione: macchine di grossa cilindrata e
di valore che vengono svendute all'estero. Questo è un danno oggettivo, un valore
di cui purtroppo si priva l'Italia. Parliamo poi della benzina: il costo della benzina è
aumentato diventato troppo alto; c'è una disaffezione verso l'auto perché il costo di
mantenimento dell'autovettura va dai 3500 euro al 4000 all'anno e oggi questa
spesa molte le famiglie non possono permettersela.
La benzina continua ad aumentare e, oltretutto, noi continuiamo a pagare le
accise come l'esempio quelle per guerra in Abissinia e via di seguito. Francamente
uno fa fatica a capire queste cose, ma soprattutto l'idea che l'evento disastroso di
quest'anno ovvero il terremoto sarà una tassa per le future generazioni è una cosa
che lascia molto perplessi.
C’è poi il problema delle assicurazioni, le RC Auto; un altro elemento che
pesa da morire sulla bolletta dell'automobilista sono le polizze RC Auto che
costano troppo e noi abbiamo fatto al Governo la proposta di una modifica
legislativa e abbiamo fatto quattro raccomandazioni. Ci è giunta una lettera da
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parte del Presidente del Consiglio dei Ministri che diceva di apprezzare tutto
questo ma, a tutt’oggi, onestamente non abbiamo avuto però ad oggi nessun
risultato neanche dall'ultimo provvedimento sul decreto sviluppo della settimana
scorsa dove si è parlato delle assicurazioni. Sicuramente è importante il fatto che
oggi non vi sia il rinnovo automatico del contratto, ma noi volevamo qualcosa che
facesse passare i costi delle assicurazioni. Le proposte che non abbiamo
avanzato crediamo possano portare un beneficio attorno alle 30-40%, che
sarebbe un grosso sospiro di sollievo per gli automobilisti. Invece ancora ci
troviamo a discutere sulle cose più banali, perché in fondo noi chiedevamo di
portare da due anni a 90 giorni il termine entro il quale si debba fare la denuncia
del sinistro. Mi sembra che 90 giorni siano più che sufficienti; due anni sono
decisamente troppi, al punto che, a nostro avviso, si ha il tempo di organizzare
delle truffe assicurative. Il famoso problema dell'accertamento strumentale, è
irrisolto: oggi sapete che, in Italia, ci sono 700.000 denunce di colpi di frusta che
non si potrebbero in teoria appurare se non attraverso un accertamento
strumentale che però non viene fatto perché non è obbligatorio; noi quindi
chiediamo anche questo. Chiediamo poi che ci sia una rete di riparatori,
carrozzieri e meccanici, che siano qualificati da parte delle compagnie e che
debbano essere loro a riparare l'auto, a meno che uno non decida di farla riparare
dal suo meccanico di fiducia però allo stesso prezzo e allo stesso preventivo fatto
dalla rete.
Un'altra cosa che non abbiamo capito è stato quando s'è portato da cinque
a due giorni il termine per mettere a disposizione del perito dell'assicurazione
l'autovettura danneggiata. Capirete perfettamente non è possibile in due giorni
organizzare la visita del perito. Questo significa che l'auto viene riparata e poi non
si può più accertare il vero danno.
Le raccomandazioni che noi abbiamo fatto al Governo riguardano, per
esempio, quella di arrivare velocemente a individuare una tabella nazionale per i
danni morali: in Italia, com’è noto, si pagano sino a dieci volte quello che si
pagava nel resto d’Europa e quindi anche questo è tutto un carico che,
ovviamente, si ripercuote sull’automobilista e, in più, arriviamo alla nota più
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dolente che è quella che, purtroppo, ci sono molte macchine che circolano non
essendo assicurate e, nonostante l’eccellente lavoro che viene fatto dalle forze
dell’ordine, è molto difficile riuscire a snidare questi 3,5 milioni di macchine che
risultano iscritte al PRA e che non sono assicurate. Incrociano i dati ANIA con i dati
PRA emerge questo numero. Probabilmente qualche percentuale sarà ferma;
qualcuno si sarà dimenticato di irradiarla, ma questo è difficile perché comunque si
deve pagare il bollo. Molte vengono radiate ma molte circolano: alcune con
contrassegni falsi, anzi, senza contrassegni, sfidando il destino. Tutto questo però
è un danno che, facilmente e prudentemente, è considerabile nell’ordine del
miliardo di euro che è una perdita secca perché – attenzione – i costi di queste
autovetture che circolano vanno tutti a carico del fondo di solidarietà e quindi delle
compagnie. Si tratta quindi di un miliardo che non entra nel sistema ed è quindi
una perdita secca che sarebbe straordinariamente importante per abbattere il
costo dei premi.
Noi chiediamo tutto questo ma anche un’altra cosa: la Fiat in Italia
rappresenta la storia dell’automobilismo, è l’unico costruttore italiano che
raggruppa marchi straordinariamente importanti, quali Ferrari, Maserati, Alfa
Romeo, Lancia. E’ veramente la storia dell’automobile italiana. E noi che cosa
chiediamo? Alla Fiat non chiediamo di fare investimenti se il momento per farli non
è quello giusto. Noi ci fidiamo del dott. Marchionne e se lui ritiene che questo non
sia il momento per investire su nuovi modelli avrà sicuramente i suoi buoni motivi,
ma noi chiediamo di essere collaborativo con quello che facciamo noi, come lo
sono i costruttori stranieri. Quest’anno hanno chiuso 350 concessionari e 60 mila
persone hanno perso il lavoro - mi riferisco alla rete di vendita – e questo è un
problema di tutti. Se Fiat ci desse una mano nelle battaglie che noi stiamo facendo
sulla benzina, sui costi delle assicurazioni, sul fatto di far emergere l’evasione,
sicuramente saremo più forti, più credibili. Ci sembra giusto lavorare tutti dalla
stessa parte; siamo tutti nella stessa barca.
C’è un altro aspetto del quale vi voglio parlare perché ci preoccupa
moltissimo ed è l’aspetto della sicurezza ambientale. Attualmente abbiamo un
parco circolante che è di 4,1 milioni di vetture con più di vent’anni e soltanto sette
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anni fa, nel 2005, le macchine di 2,5 milioni. Il parco circolante italiano sta
invecchiando a vista d’occhio e questo è un problema di tipo ambientale perché le
macchine vecchie inquinano di più ma è anche un problema di sicurezza. Non è
solo la sicurezza legata al fatto che le autovetture vecchie sono poco efficienti, ma
sono anche vetture che non dispongono di tutto quello che oggi la tecnologia offre
per la sicurezza stradale. Questo è il fatto più importante. C’è quindi un doppio
danno: inquinamento e il primo inquinamento è quello della morte delle persone.
Poi c’è l’inquinamento ambientale e questo è un punto fondamentale: noi
dobbiamo rinnovare il parco circolante perché un parco circolante così vecchio
oltre ad essere un segnale che rappresenta una sconfitta per un Paese come
l’Italia che ha importanti fabbriche di automobili, ma è un problema serio.
E torniamo al discorso di cui parleremo più diffusamente. Noi sappiamo che
i Comuni si stanno organizzando perché dovranno rispondere alla legge del 2011
che ha dato loro la facoltà sia di far emergere l’evasione fiscale, sia di poter
incassare direttamente i tributi. In questo dovranno organizzarsi, come ha detto il
Presidente Grillo ma non sembra che lo stiano facendo al punto che sembra vi
siano 4 mila Comuni che, entro la fine dell’anno, dovranno decidere come
procedere. Bene. L’ACI è pronta a sostenere anche questa sfida. Noi possiamo
essere veramente di grande sostegno ai Comuni perché abbiamo una struttura
centrale già organizzata per la riscossione; abbiamo degli uffici periferici attrezzati
per questo ma, soprattutto, abbiamo gli Automobile Club provinciali che sono una
grande ricchezza per l’ACI perché sono gli ambasciatori dell’Automobile Club Italia
sul territorio, sono coloro che intrattengo i rapporti con le autorità locali e che sono
in grado di gestire un discorso di questo tipo. Noi quindi ci candidiamo per fare
tutto questo. Tra l’altro a Roma stiamo facendo alcuni esperimenti; per esempio,
stiamo collaborando con alcuni Municipi per incrociare i dati della zona chiusa al
traffico con i dati dell’ Ania ed è facile risalire a tutti coloro che entrano e escono
dal centro storico di Roma e che non hanno l’assicurazione in corso di validità.
Tutto questo si può fare in tutt’Italia e noi ci candidiamo per questo; noi
siamo pronti e riteniamo di poter dare una mano perché ACI in questi 107 anni io
credo abbia dimostrato di essere un ente serio, competente soprattutto nel settore
Studio Acta – Forum Internazionale Polizie Locali – Riva del Garda 08.10.2012
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dell’auto, e sia animato da una grande passione. Credo che, in questo momento,
ci sia veramente bisogno. Grazie.
Moderatore:
Grazie, Presidente. Questo era l’ultimo intervento della cerimonia
inaugurale ma, come è stato detto all’inizio di questo pomeriggio, la sessione
convegnistica prosegue direttamente.
Ringraziamo e salutiamo i relatori che sono intervenuti in questa prima fase
dei lavori e diamo il benvenuto a quelli che si presenteranno in questa seconda
sessione, che tratterà del contrasto all’evasione fiscale da parte dei Comuni. È ’ il
tema centrale dei lavori di questo V° Forum interna zionale delle Polizie locali.
GIUSEPPE CESARO (Giornalista dell'Automobile Club d'Italia)
“Il contrasto all'evasione fiscale da parte dei comuni”. Abbiamo sentito negli
interventi che hanno segnato la cerimonia inaugurale che quello della evasione
fiscale è uno dei temi cardine e non potrebbe essere altrimenti. Questo tema per
certi aspetti ricorda quello della sicurezza stradale, nel senso che anche qui, come
diceva il Presidente Sticchi Damiani nel suo intervento, si impone un rapido e
radicale cambio di cultura per tutti noi in un certo senso sulla sicurezza stradale è
soprattutto un fatto di testa, cioè di responsabilità, di rendersi conto del ruolo che
ciascuno di noi ha quando è protagonista della mobilità, allo stesso modo c'è un
problema di cultura nel passaggio da una cultura distratta o di astuzia ad una
cultura di responsabilità e coscienza del fatto di essere parte di una comunità.
Comunità, Comuni: il ruolo che questa nuova legge attribuisce ai Comuni
può rappresentare un elemento di svolta importante nella all'evasione fiscale. Il
primo dei relatori che ci aiuterà a far luce su questo tema è il Comandante della
Polizia Municipale di Verona, Luigi Altamura.
LUIGI ALTAMURA (Comandante della Polizia Municipale di Verona)
Buon pomeriggio tutti. Mi dispiace che non ci siano i Presidenti delle due
Commissioni - Trasporti, Camera e Senato – dato che oggi parlerò di contrasto
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all'evasione fiscale. Riguardo a quello che ho sentito, vorrei che i Presidenti
venissero a Verona per vedere quante cose fa la Polizia Locale, con pochi
strumenti e purtroppo facendo anche multe: ho sentito adesso parlare dello sconto
del 20%; questa è un'idea. Anch’io ne ho un'altra da proporre e lo faccio anche
all'ACI: il 1 gennaio 2013 è previsto l'aumento delle sanzioni in base al valore Istat
e la spesa per le famiglie sarà una botta terribile, il 6% in più, per cui il divieto di
sosta passerà da 39 a 41 euro; la zona a traffico limitato quasi a 100 euro, allora
perché il Governo e i Parlamentari non si impegnano a sospendere per il biennio
2013-2014 questo aumento? Questo sarebbe un segnale di attenzione alle
famiglie, tra l'altro Le farò vedere quello che stiamo facendo: ho due addetti che si
occupano di contrasto all'evasione fiscale e abbiamo un rapporto splendido, mi
spiace che oggi non ci sia nessuno dell'Agenzia delle Entrate perché con loro
abbiamo un rapporto splendido, come anche con la Guardia di Finanza che sono i
due attori principali.
Procedo velocemente per dare degli spunti ai politici perché oggi le Polizie
Locali senza gli strumenti, senza quella norma che è ancora pendente in
Commissione, difficilmente riusciranno a realizzare qualcosa.
Vorrei citare questa frase: “tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica
in ragione della loro capacità contributiva”. Mettetela in un angolo, vi farò vedere
alla fine della presentazione che cosa stiamo realizzando a Verona.
Questo è un nuovo ruolo? No, l'ha detto prima anche il Presidente Grillo,
queste cose addirittura partono dal 1973, ma i Comuni sono stati latitanti, poi il
DPR è stato modificato aumentando la percentuale di quota destinata ai Comuni,
però anche qui il punto è un altro: signori, il mio Comune fino ad oggi non ha
ricevuto niente nonostante da due anni noi facciamo le segnalazioni qualificate.
Questo punto è stato fatto presente anche dall'Anci.
Vado velocemente perché voglio arrivare ai punti focali dell'attività che deve
essere svolta dalle Polizie Locali. I vari D.P.R. di cui si è parlato, i decreti legge, il
rapporto normativo anche con l'INPS: noi andiamo nei cantieri a verificare i
lavoratori in nero e anche questo è un settore molto importante.
L'Agenzia delle Entrate: questa solamente nel 2012 ha finalizzato i compiti
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suddivisi per materia dopo un discorso di privacy, perché quando agisce la Polizia
Locale c'è la privacy, per cui il Garante inizia a dire: “attenzione a come accedi ai
vari sistemi informativi”, per cui le trasmissioni di segnalazioni qualificate in questi
cinque ambiti: commercio e professioni; urbanistica; proprietà edilizie e patrimonio
immobiliare; residenze fittizie all'estero; zone a traffico limitato; disponibilità di beni
indicativi di capacità contributiva”. Prima si è parlato di accesso alla zona traffico
limitato: ci sono soggetti che dichiarano di risiedere a Washington e
tranquillamente transitano nella zona a traffico limitato.
Finalmente abbiamo la suddivisione a chi il Comune deve rivolgere queste
segnalazioni qualificate per cui questo è un grosso passo in avanti rispetto alle
varie circolare che c'erano.
Vado molto rapidamente per entrare nel vivo dell'attività che può essere
sviluppata. Andiamo alla pratica, perché noi ascoltiamo spesso tanti discorsi, ma
nella pratica queste sono alcune delle analisi che noi abbiamo iniziato e lo mostro
al Presidente Grillo perché è un semplice database. Oggi i Comuni devono
investire in tecnologia. Il Governo dice “bisogna semplificare” benissimo, lo
facciamo, abbiamo bisogno anche delle risorse, ma noi riusciamo ad accedere a
tutta una serie di attività, pensiamo solamente alla pubblicità abusiva, visto che c'è
il Codice della Strada, articolo 23, lo applichiamo e andiamo a vedere chi c'è dietro
quella pubblicità abusiva che riscontriamo su spazi di proprietà comunale.
Vi sono anche altri ambiti che vanno molto più di moda: le associazioni
sportive dilettantistiche, piuttosto che i circoli privati, le associazioni di volontariato
che organizzano corsi di vario genere, per cui diciamo che si stanno ampliando
nuovi orizzonti, infatti andando poi a verificare ci sono finte associazioni sportive,
perché dietro c'è solo un'attività di lucro. Noi abbiamo iniziato a fare una serie di
analisi con i vari clienti di queste associazioni facendo loro delle semplici domande
“Lei è socio di questa società? Da quanto tempo è socio? Ha mai visto il
Presidente? Quanto paga settimanalmente, mensilmente o annualmente? È mai
stato convocato per un'assemblea?”.. la risposta di solito è: “l'assemblea? Mai
fatta”. In sostanza non ho mai visto nulla, per cui il titolo è “il fisco arruola i Sindaci”
e in tal senso è vero perché in questo momento c'è un' Italia spaccata in due, ci
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sono Comandi che stanno facendo questo, mentre altri non lo fanno. C'è una
paura da parte dei Sindaci perché naturalmente il consenso popolare può
decrescere a seguito di queste segnalazioni qualificate.
Ci tengo a precisare che deve esserci anche una quantificazione
economica nelle segnalazioni qualificate altrimenti l'Agenzia delle Entrate non le
prenderà mai in carico. Noi abbiamo svolto quest'attività sulle strutture ricettive
alberghiere, sui rimessaggi dei camper e delle roulotte, sulle locazioni, sui circoli
privati, sulle attività commerciali fino alla prostituzione. Noi abbiamo segnalato alla
Guardia di Finanza 26 prostitute, alcune delle quali pagavano regolarmente un
mutuo: pur non dichiarando nulla erano proprietarie di macchine di grossa
cilindrata e da questo la Guardia di Finanza, che ha poteri di polizia tributaria a
differenza dei Comandi di Polizia Locale, ha svolto un'attività molto interessante.
Parliamo dei Bed&Breakfast o di tutto ciò che è extra-alberghiero: i miei
collaboratori sono molto bravi perché attraverso una serie di analisi hanno
inizialmente capito che questa è l'attività ormai il futuro, infatti o il sistema
alberghiero capisce questo, oppure è destinato a morire. Ci sono delle strutture di
Bed&Breakfast molto eleganti e raffinate, ma abbiamo trovato addirittura soggetti
che erano totalmente sconosciuti al fisco, strutture del tutto abusive che sono state
scoperte grazie a una serie di accertamenti che partono dalle nostre banche dati,
dal catasto.
Non siamo collegati direttamente al catasto e riusciamo a vedere le
planimetrie, ma più che altro si trovano tutta una serie di informazioni sui siti
internet, che è il nostro migliore informatore di oggi. Provate a cercare
“Bed&Breakfast Riva del Garda” su internet: troverete un elenco infinito di
strutture, alcune magari abusive, tant'è che ci sono soggetti che si pubblicizzano
solo con il telefono cellulare, indirizzi e-mail collegati a Paesi stranieri, quindi
bisogna fare delle analisi. Ci sono poi dei servizi come la rete WiFi, terminali
collegati con il POS o attività che vengono svolte pur avendo una caratteristica
totalmente diversa da quella prevista dal B&B.
Su alcuni dei siti internet c'è anche scritto “si accetta il pagamento solo in
contanti” ecco che già questo può far comprendere alcune cose che poi verranno
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sviluppate attraverso le analisi e le segnalazioni qualificate.
Per questi motivi abbiamo anche analizzato da quanto tempo quel
determinato sito internet è in rete, perché se andiamo a fare una segnalazione
qualificata relativa al 2007, dobbiamo dimostrare con degli elementi certi perché
partiamo dal 2007.
Abbiamo anche determinato l'importo attraverso l'analisi dei consumi: siamo
andati a leggere i contatori all'interno delle banche dati delle varie aziende
municipalizzate per dimostrare che all'interno di certe unità abitative non viveva
solo il proprietario e la sua famiglia, ma altre otto o dieci persone.
Abbiamo anche verificato le analisi dei prezzi mettendo sempre il minimo:
Verona è una città turistica, se stanotte volete dormire a Verona una doppia costa
almeno 250 euro perché ci sarà un concerto importante, eppure siamo in un
periodo non di altissima stagione, per cui dall'analisi di questi prezzi viene anche
calcolata tutta una serie di segnalazioni qualificate.
Poi siamo andati a scovare un altro fenomeno: c'è la crisi, molte strutture ex
industriali vengono abbandonate e come si riciclano? Attraverso il rimessaggio:
camper, roulotte, macchine e così via. Ad esempio abbiamo individuato un
pagamento in nero di 600 euro per il parcheggio di un camper. Anche in questo
caso sono stati fatti dei rilievi fotografici grazie alle varie banche dati e soprattutto
andando a verificare che quella struttura prefabbricata era ormai dismessa da
anni.
Sulle locazioni non mi soffermo molto, Verona è una città universitaria, ha
due grandi ospedali, anche qui quando andiamo a verificare le residenze, visto
che adesso entro 45 giorni dobbiamo dare le informazioni all'Ufficiale di anagrafe,
presentiamo anche una sorta di dichiarazione del soggetto che ha chiesto la
residenza nel Comune di Verona e lì naturalmente escono molte informazioni utili
che vengono poi segnalate all'autorità competente.
Per quanto riguarda i circoli privati: anche questo è un universo mondo, nel
senso che ogni volta che entriamo in un circolo privato verifichiamo tutta una serie
di condizioni. Generalmente si parte da quei circoli privati che ci danno più
problemi, i cosiddetti “circoli fracassoni”, andiamo lì perché sicuramente ci sarà
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consumo di bevande, di pasti e quant'altro. Soprattutto andiamo a vedere l'atto
costitutivo dell'associazione, oppure due miei agenti vanno lì e danno come
nominativo “Mario Rossi” e riescono ad avere comunque una tessera. Tutta
questa serie di elementi dimostra che dietro quel circolo privato c'è commercio, c'è
un'attività organizzata, oltretutto abbiamo anche trovato casi in cui venivano
organizzati degli spettacoli come ad esempio il karaoke o i concerti di gruppi
musicali che devono essere comunicati.
Stiamo facendo un grande lavoro sulle auto di grossa cilindrata, ma lo
stiamo facendo con il nostro mestiere, ovvero facendo controlli di polizia stradale e
andando a verificare ciò che transita e ciò che io posso contestare, ad esempio
una cintura di sicurezza contestata ad un soggetto su un 'auto di grossa cilindrata,
infatti abbiamo una nostra modulistica che viene passata al Nucleo anti-evasione
che può analizzare se quel soggetto, ad esempio, dichiara un reddito minimo,
quindi dovrà poi dimostrare all' autorità competente il perché è proprietario di quel
mezzo.
In tal senso facciamo evidentemente riferimento ai cosiddetti “beni indicanti
capacità contributiva” e anche in questo caso siamo a disposizione dell'Agenzia
delle Entrate e della Guardia di Finanza per dare loro accesso alle nostre banche
dati, ad esempio quelle delle sanzioni per violazione del Codice della Strada.
Oggi l'attività di Polizia Locale è tutto ciò: Vigili di Quartiere, turisti,
accertamenti anagrafici, polizia di prossimità, sicurezza urbana, dunque un
universo mondo che porta tante informazioni. Il turista che è in piazza Bra e
chiede dov'è il “B&B Mario Rossi” è un'informazione in più che l'Agente può
riportare all'interno del Comando.
Quella che vedete qui proiettata è una richiesta pervenuta dall'Agenzia delle
Entrate - Regione Veneto per la verifica di dati e informazioni su soggetti che
circolavano su auto con targa straniera: questo è un fenomeno che ultimamente è
esploso e che vede tantissimi italiani utilizzare, a noleggio o in leasing, auto
immatricolate all'estero. Ho letto oggi che la Guardia di Finanza dell'Alto Adige ha
fatto una brillante operazione sulle auto con targa tedesca; noi siamo partiti da
questi soggetti che non pagano mai le multe e sapete benissimo che è
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difficilissimo andare all'estero a chiedere le informazioni, in più tanti dopo un mese
cambiano l'automobile e ne prendono un'altra con targa straniera, ecco che noi
abbiamo segnalato soggetti che ci devono da 2000 euro fino a 13.000 euro.
Devo fare una precisazione, Verona forse è una città fortunata perché noi
riscuotiamo, nei 60 giorni previsti dalle norme, circa il 60% delle sanzioni, le altre
le inseriamo a ruolo appena possibile, intanto ci avvaliamo di Equitalia e il
prossimo anno probabilmente ci affideremo ad una società in house, però queste
informazioni sono utili all'Agenzia delle Entrate regionale.
A Verona è esploso poi il fenomeno delle autovetture con targa tedesca che
rappresentano un grosso parco circolante soprattutto nel centro storico e pertanto
facciamo anche dei servizi in borghese o in divisa per attendere a i varchi i
soggetti che transitano in quella zona.
A Verona utilizziamo il palmare: non abbiamo più il bollettario scritto, per cui
tutti i veicoli che ci interessano vengono inseriti in una black list dove possiamo
verificare se quel soggetto che è stato fermato ha dei verbali pregressi, ad
esempio in riferimento alle auto straniere è utile per avere ulteriori informazioni.
Questo è quello che mi piacerebbe far vedere ai Presidenti di Camera e
Senato: una semplice banca dati, un portale dove abbiamo messo assieme tutte le
informazioni e le abbiamo comunicate al Garante della privacy, quindi possiamo
avere in tempo reale tutte le informazioni come ad esempio anagrafe, commercio,
tributi, catasto, Polizia Locale. Questo è un geo-portale aperto ai cittadini in alcune
banche dati, dove si possono vedere le carte d'identità. Tra l'altro spesso Polizia e
Carabinieri devono andare in anagrafe per fare la fotocopia del cartellino, eppure
Polizia, Carabinieri, Finanza e Forze di Polizia - ex articolo 16 - hanno diritto
d'accesso, naturalmente con delle sicurezze, e quindi possono vedere in tempo
reale anche il volto delle persone che stanno indagando.
Per quanto riguarda il catasto, prima vi dicevo che dall'Ufficio si vede la
mappa catastale, per cui dal momento in cui si fa un accesso di qualsiasi genere
si ha già di fronte una fotografia chiara di che cosa noi troveremo all'interno di
quello stabile. Vi è poi la banca dati delle multe che è a disposizione di tutte le
Forze dell'Ordine.
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Tra l'aprile 2011 e il settembre 2011 abbiamo fatto 120 segnalazioni, ma in
tal senso devo dire che c'è una Regione strepitosa, l'Emilia-Romagna, che è
davanti a tutti perché ha iniziato prima, ma va detto che non ha ancora preso i
soldi dallo Stato, quindi è giustissimo il contrasto dell'evasione fiscale ma lo Stato
deve iniziare a restituire questi soldi. La nostra cifra è molto piccola, l'Emilia-
Romagna penso abbia accertato più di 100 milioni tra i vari Comuni e questo è
quello che poi anche la stampa apprezza, perché quando abbiamo parlato di
extra-alberghiero abbiamo scoperto 21 strutture abusive. Quando abbiamo parlato
di prostituzione con la Guardia di Finanza è stato fatto un lavoro certosino, perché
abbiamo consegnato loro dei fascicoli elettronici affinché ci fosse un'analisi di
soggetti sconosciuti al fisco che però pagano un mutuo dell'appartamento in cui
esercitavano l'attività.
Il Sole24Ore ha posto la questione dicendo: “la scarsa abitudine ai controlli
incrociati” e questo è vero. I Comuni devono maggiormente incrociare propri dati,
perché davvero ne hanno moltissimi.
La mia ultima slide presenta due soggetti trovati dall'analisi grazie alla
banca dati SIATEL: il primo dal 1999 non presentava alcuna dichiarazione dei
redditi; il secondo, non la presentava dal 1998. Noi abbiamo dato all'Agenzia delle
Entrate le loro “fotografie”, intese come tutto ciò di cui sono in possesso e tutto ciò
che fanno, questo nell'ottica che ritengo condivisa, ossia che tutti devono
concorrere alla spesa pubblica.
Prima si parlava di banca dati e ci tengo a sottolineare che la Polizia Locale
ha anche compiti di polizia giudiziaria: l'ISVAP ha una banca dati sinistri
eccezionale, ebbene non ci viene garantito l'accesso perché non abbiamo compiti
di polizia giudiziaria a livello nazionale, a parte che questo è tutto da dimostrare,
ma quella banca dati sulla quale noi verifichiamo i carrozzieri compiacenti, i medici
che rilasciano certi certificati medici, i soggetti che hanno già degli alert, può
essere utilissima agli organi di polizia stradale che, ricordiamocelo, oggi rilevano il
65% di tutti sinistri stradali.
Per quanto riguarda il discorso delle false assicurazioni, noi lo abbiamo già
segnalato all' ISVAP e lo dico anche all'ACI: molte assicurazioni non ci presentano
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la denuncia-querela che è un atto prodromico al procedimento penale, il che
significa che l'Agente di Polizia Locale trova il contrassegno falso, ma fintantoché
l'assicurazione non presenta la denuncia-querela la Procura l'archivierà sempre,
anzi è inutile mandarle la notizia di reato.
Vorrei dire un'ultima cosa all'ACI in materia di contrasto all'evasione fiscale:
perché non darci un accesso al PRA non a pagamento, visto che ogni accesso ci
costa la bellezza di 0,34 centesimi? Vi ringrazio per l'attenzione.
GIUSEPPE CESARO (Giornalista dell'Automobile Club d'Italia)
Grazie, Comandante Altamura. La parola al Dirigente del Servizio
contenzioso amministrativo della città di Torino, Roberto Mangiardi.
Roberto MANGIARDI(Dirigente del Servizio Contenzioso Amministrativo della
Città di Torino)
Sempre più i territori dovranno trarre delle risorse dell'ambito di giurisdizione
nel quale essi governano.
Una città dove si vive bene, che avrà un’attrattiva, è una città che richiamerà
sia residenti sia persone dimoranti, sia investimenti e imprese; e produrrà quindi
un maggior gettito fiscale.
In città laddove la qualità della vita è minore, potendo scegliere, le persone
scelgono di spostarsi. È un fenomeno che abbiamo vissuto nelle città
metropolitane. Io sono torinese, Torino era arrivata ad avere 1.200.000 abitanti,
ora ne ha 900.000. Su Torino continuano a gravitare 1.200.000 abitanti, perché
queste 300.000 persone si sono spostate nei Comuni dell'hinterland, alla ricerca di
una qualità della vita migliore che non sempre sono riusciti a trovare.
Colgo anch'io la possibilità di questo qualificato convegno per porre alcune
mie riflessioni. Quando parliamo di Comuni giustamente diciamo che in Italia ci
sono 8100 Comuni – a seconda delle fusioni e delle unioni bisogna poi essere
aggiornati seguendo i siti statistici – ma la realtà è fatta da piccoli Comuni.
Se consideriamo i Comuni con 250.000 abitanti arriviamo a un numero di 12,
su 8100. Ci troviamo quindi in un contesto in cui nella stragrande maggioranza
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delle realtà comunali esiste ancora quella forma di controllo sociale che fa sì che
determinate situazioni, che possono essere interessanti dal punto di vista
contributivo, possano essere note senza l'intervento di un organo di vigilanza o di
polizia.
Forse è un problema più di cultura, di “timore di fare la spia”, perché nelle
piccole realtà in genere si conoscono vita, morte e miracoli di tutti coloro che
risiedono. Nelle realtà più grandi, nell'anonimato dei centri urbani più grandi – che
non sono comunque la totalità del territorio della Repubblica – diventa necessario
fare un po' di attenzione perché la pressione fiscale è alta, la tentazione di
sottrarsi a questa pressione fiscale è proporzionale e si cerca di svicolare da
alcuni aspetti.
Nell'ambito di questa attività io credo, però, che non debba essere trascurato
anche il fatto che i Comuni hanno dei tributi e delle entrate proprie.
Nella mia precedente esperienza professionale, grazie alla direttiva
dell'amministrazione, io ho costituito un gruppo specialistico finalizzato al recupero
dell'evasione fiscale, che mi è piaciuto chiamare “gruppo equità fiscale”, non
gruppo di polizia tributaria o gruppo anti-evasione, anche per sottolineare quel
valore sociale, quel valore di comunità, dove una maggiore equità sicuramente fa
in modo che il benessere collettivo della cittadinanza possa essere meglio
articolato e sviluppato.
La presenza di gruppi specialistici di Polizia locale, che utilizzano la
competenza, la professionalità e la passione che generalmente viene svolta da
questi gruppi specialistici, deve incrociarsi con l’attività di polizia di prossimità della
Polizia locale.
Per anni ho annoiato i colleghi con il concetto di polizia di prossimità, ma la
polizia di prossimità della polizia locale è un’endiadi, è prossima per definizione. Si
ha un'esistenza di vita e di professione in un territorio che permette di avere la
conoscenza di moltissimi aspetti che possono rilevare sia dal profilo della
sicurezza urbana, sia dal profilo della giusta e corretta attribuzione di cespiti
patrimoniali, ai fini dell'individuazione di una elusione – o addirittura di un'evasione
– dei tributi sia comunali sia di competenza dello Stato.
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Sicuramente ci sono tutti quei problemi che il collega Altamura ha
sottolineato e ci sono anche dei problemi strutturali. Ogni Comune può consultare
agevolmente la propria banca dati anagrafica. Far parlare più anagrafi è una
tragedia, perché ci sono sistemi informatici differenti e perché ciascuno è geloso
custode dei propri dati – per non parlare delle banche dati a pagamento. Arriviamo
ad una situazione paradossale in cui non sono ancora esecutive le determine di
impegno di spesa dei denari necessari per avere l'abbonamento alla
consultazione di banche dati perché, ahimè, per il patto di stabilità le determine
sono ferme in Ragioneria e speriamo prima del 31 dicembre di non fare debiti fuori
bilancio in qualche realtà.
Un ordinamento dove ognuno fa il lavoro di un altro comporta sempre che ci
sia un margine di qualcosa che rimane dimenticato perché ritenuto meno
importante. È proprio per questo che, a mio sommesso modo di vedere, va
enfatizzato l'aspetto del controllo del territorio, perché da questa attività possono
nascere dei segnali, degli indizi di elementi che possono portare ad una
rivisitazione delle agevolazioni che le nostre stesse amministrazioni comunali
danno e che tanto più odioso rendono il sistema di non partecipazione corretta da
parte di tutti all'imposizione tributaria.
Uno degli aspetti su cui è opportuno concentrarsi è un'analisi quanto più
capillare delle dichiarazioni ISEE. Per citare dei casi concreti, a me è capitato di
vedere pubblicati su Internet i nominativi dei fruitori dei buoni scuola e ci sono
state delle sorprese significative, perché si è avuto modo di riscontrare che
cognomi famosi, cognomi di professionisti, di persone che manifestano quella
capacità contributiva che il decreto dell'Agenzia delle entrate evidenzia, sono
risultati con un reddito ISEE tale da consentire l'erogazione di un buono da parte
della Regione Piemonte per sostenere i costi di una scuola privata.
Le dichiarazioni ISEE sono un identico coacervo di mistificazioni, se andiamo
a esaminare quelle per le graduatorie degli asili. Qui scopriamo famiglie che
hanno subito una diaspora dal momento in cui si guarda la dichiarazione: un
genitore da una parte, l'altro genitore dall'altra e i figli ai quattro angoli del mondo.
Un minimo di attività di verifica può essere fatta esclusivamente sul campo, perché
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sono verifiche che, dal punto di vista documentale, sono perfette, anche perché
chi intende eludere o avvantaggiarsi in maniera scorretta delle norme, sa che le
banche dati ci sono e quindi si organizza in maniera adeguata rispetto a questo
tipo di indicazioni.
Da questo aspetto si va anche a svolgere una funzione non solo porta alla
giusta compartecipazione dal punto di vista fiscale e tributario, ma che va a sanare
anche delle storture che il nostro sistema di welfare oggi come oggi non può più
ritenere accettabili.
I tempi sono diventati più difficili, il potere di questo delle famiglie è diminuito.
Nel 1992 c'era il 66% di percentuale di pagamento delle sanzioni amministrative
pecuniarie, nel 2011 nel Comune di Genova eravamo al 38% complessivo, per
alcuni tipi di violazione eravamo al 22% di pagamento entro i 60 giorni; questo
perché c'è meno moneta circolante e c'è anche un po' di sfiducia e di
consapevolezza che un ruolo incassa il 5% del suo ammontare nell'arco dei
cinque anni, dopodiché il credito, in assenza di costituzione in mora del debitore,
si prescrive, e quindi ci troviamo con bilanci fatti di competenza, con decine se non
centinaia di milioni di euro come residui attivi che difficilmente si troveranno ad
essere concretizzati in denaro all'interno della Tesoreria comunale.
Un altro aspetto, che è già stato trattato dal collega, è quello della movida.
Noi abbiamo delle situazioni, più o meno in tutte le città, con dei soggetti che
fiscalmente dichiarano di svolgere un'attività e poi, nei fatti, ne svolgono un' altra.
A prescindere da tutti quegli aspetti collegati all'abuso del titolo di polizia
posseduto, per cui all' individuazione di come si concretizza questo abuso del
titolo, al fine di poter poi reggere un provvedimento ordinatorio di sospensione o di
limitazione dell'orario, senza dover utilizzare lo strumento extra ordinem
dell'ordinanza contingibile ed urgente che, qualora possa sussistere, può esserlo
una sola volta per quel locale – perché se è contingibile ed urgente non può
essere ulteriormente ripetuta – comunque un'indicazione da parte del volume di
frequentazione di avventori rispetto a determinati esercizi pubblici di
somministrazione può costituire, a sua volta, un elemento di segnalazione
qualificata.
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È importante dunque adeguare i nostri sistemi informatici, alcuni si sono già
dotati di un sistema di georeferenziazione o sistemi ancora più sofisticati di
sicurezza urbana, in maniera tale da poter rendere sempre più condivisibili e
intercambiabili queste informazioni.
Soprattutto, però, dobbiamo risolvere un problema organizzativo che, a mio
modo di vedere, è fondamentale: come far diventare patrimonio comune di
un'organizzazione le conoscenze del singolo operatore, perché abbiamo ancora
delle difficoltà a mettere in rete all'interno delle nostre strutture le conoscenze
personali di chi fa gli accertamenti di polizia anagrafica, di chi fa l'agente di
quartiere, per cui conosce nel dettaglio tali situazioni.
Stiamo assistendo ora a degli esodi, tra il frettoloso e il forzato, dall'attività
professionale: stiamo perdendo dei patrimoni di conoscenze che ci
consentirebbero, se messi in rete, se condivisi, di svolgere la nostra attività di
polizia locale sul territorio in maniera che, anche senza grandi sforzi, possa essere
finalizzata alla compartecipazione e alla segnalazione di situazioni meritevoli di
attenzione agli organi competenti dello Stato.
Vorrei farvi riflettere sul fatto che ci sono cose talmente eclatanti che è il caso
di domandarsi se bisognasse proprio aspettare che le Polizie locali se ne
occupassero. Grazie.
Giuseppe CESARO:
Grazie a Roberto Mangiardi. Vediamo ora qual è la situazione in una realtà
qual è quella di Venezia, attraverso la voce del Comandante della Polizia
municipale di Venezia, Luciano Marini.
Luciano MARINI (Comandante della Polizia municipale di Venezia)
Alcune cose sono già state dette dai miei colleghi precedenti. L'esperienza di
Venezia non è diversa da qualsiasi altro Comune capoluogo di Regione o di
Provincia, ma lo è da quella di un piccolo Comune. L'organo di Polizia locale,
qualsiasi tema volessimo affrontare, ha un limite fondamentale: una grossa cesura
organizzativa fra i grandi e i piccoli Comuni. I piccoli Comuni sono la maggioranza,
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come diceva statisticamente il collega Mangiardi.
In un certo senso è a questi che bisogna rivolgersi quando, in un momento di
convegno come questo, si tenta di dare dei buoni consigli per chi, invece, ha meno
difficoltà a mettere in pratica la struttura organizzativa, essendo in un grosso
Comune.
Vorrei fare un paio di esempi che possono dire come ci si può organizzare
anche con contenuti di minima, su un'attività che è quella di cui stiamo discutendo.
Ci sarà un buon motivo per cui dal 2006 a oggi si è cambiata la norma almeno
quattro volte. Se ricordiamo anche il 1973, quando tutto è nato, anche se senza
esiti, come diceva prima Altamura, è anche più tempo.
Se queste norme sono state cambiate così spesso significa che c'è qualche
problema, se il Presidente Grillo dice che dobbiamo metterci mano, aiutandoci l'un
l'altro per sistemare questa norma ancora di più, significa che c'è qualche
problema organizzativo nella scrittura della norma. Secondo il mio modesto punto
di vista, forse i Sindaci sono poco coinvolti nella scrittura della norma, perché sono
poi loro a dare a noi le direttive.
Una bella direttiva per costituire un gruppo di lavoro che si occupi
esclusivamente di questo tipo di attività è una scelta strettamente politica che dice:
tu, a parità di risorse, devi fare anche questo. Siccome nessuno prima di questa
direttiva perdeva tempo, significa che bisogna rinunciare a del tempo di lavoro in
cui si faceva altro ordinario.
Forse dunque nello scrivere delle norme, piuttosto che preoccuparsi troppo
della percentuale del gettito, con i problemi che abbiamo visto di restituzione,
bisognerebbe coordinarsi con l'interesse pubblico locale.
Noi siamo rappresentanti tecnici di un mondo a sé, quello delle autonomie,
che ha proprie dinamiche e competenze e che ultimamente molto spesso è
chiamato a fare sempre di più con parità di risorse, se non con risorse minori.
Abbiamo dunque un problema di input politico, che non si riverbera nella
legge e bisogna discuterne; abbiamo un problema di norme, che vanno sistemate,
e in merito a questo vorrei dire una cosa che forse non a tutti i colleghi può fare
simpatia.
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L'entusiasmo che abbiamo impiegato tutti nel ragionare in termini di recupero
dell'evasione fiscale si accompagna a una certa depressione, tipica della Polizia
locale, nel vedere che ogni volta che si parla di nuove competenze, di nuovi
impegni per la Polizia locale, parallelamente c'è una certa diffidenza.
C’è un grande entusiasmo con cui io mando i miei uomini – non strutturati in
una squadra, perché ci siamo arrangiati in un altro modo – a fare questo tipo di
accertamenti, per scoprire poi che alla fine di un lavoro che dura mesi ci si deve
fermare perché i miseri strumenti dell'articolo 13 della legge 689, che è quello che
ci consente di fare i controlli di natura amministrativa, non sono sufficienti per fare
un accertamento profondo, ma soprattutto per chiuderlo, perché ci vogliono i poteri
della polizia tributaria.
Noi non vogliamo fare quello che fanno gli altri organi di polizia, ma nel
momento in cui si decide di dare fiducia ai Sindaci – e quindi anche agli organi di
Polizia locale – nel fare attività di collaborazione per la ricerca di questo grave
danno alla macchina dello Stato, ci si sarebbe potuti aspettare un po' di fiducia in
più.
Questa è una proposta di natura strettamente normativa: si potrebbe anche
pensare di ragionare in termini di non diffidenza e consentire che l'attività
accertativa venga chiusa.
Un profilo di depressione deriva anche dal fatto che poi non arrivano i soldi,
questo è evidente. Prima si citavano Bologna, l'Emilia-Romagna e forse anche
Torino, Comuni che nel 2008, immediatamente dopo le prime riforme, hanno
cominciato a fare attività e ancora non vedono nulla: da organo tecnico si fa
difficoltà a spiegare che bisogna impegnare delle risorse per questo, perché le
risorse sono scarse. In qualche modo dunque bisognerebbe regolamentare di
nuovo la possibilità di mettere in un buon circuito perlomeno le risorse che ci sono.
Non voglio dire che si debba avere la possibilità di mettere a bilancio le
partite di gettito, che peraltro non sappiamo quali sono, perché i dati non ci sono
restituiti, per fare delle attività di bilancio per queste attività, ma perlomeno togliere
dalla gogna del patto di stabilità le spese in materia di sicurezza locale.
Se a livello statale questo è possibile, a livello locale non lo è. L'entusiasmo
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si può recuperare cercando un po' di tranquillità di manovra di bilancio: quello che
prima diceva Mangiardi può diventare una proposta di modifica.
Fondamentalmente noi facciamo una battaglia ad armi spuntate ma abbiamo
un grandissimo entusiasmo.
Solo nel 2012 dalla Direzione generale delle entrate ci viene risolto il profilo
alla privacy, rispetto alle nostre attività, rispetto a una responsabilità penale del
dirigente che attiva l'organizzazione. Vorrei invitare chi prima diceva che “i Comuni
non si sono dati tanto da fare” a riflettere sul fatto che c'era una preoccupazione
vera. Nei nostri convegni tecnici ne parliamo e la preoccupazione era proprio
questa: andava risolto questo nodo.
Faccio un esempio per me stesso: nel 2012, risolto questo piccolo
problemino, che per noi piccolo non era, solo nei primi nove mesi del 2012
abbiamo prodotto più del doppio delle segnalazioni qualificate del 2011, perché si
è liberata una tensione che avevamo.
Se siamo stati fermi dunque è anche perché le cose non erano scritte molto
bene. Ora che sono scritte bene, cerchiamo di scriverle ancora meglio e vedrete
che recupereremo tutto il nostro entusiasmo.
Cosa fare dunque? I piccoli Comuni hanno difficoltà ad organizzarsi, ma è un
falso problema, in realtà i grandi Comuni rispetto a questi accertamenti si
organizzano semplicemente perché ne hanno le energie, non perché sia stata
fatta una grande riflessione su come è meglio fare, dal mio punto di vista.
Vorrei proporvi due tempi per spiegare che il controllo in tema di ricerca degli
evasori – chiamiamoli così per semplificare – forse è meglio diventi una pratica
quotidiana, di natura ordinaria. Forse è meglio che, allo stato delle norme, allo
stato dell'indirizzo politico, le Polizie locali trovino il modo per reindirizzare la
propria capacità investigativa.
In tempi non sospetti, prima che noi iniziassimo ad occuparci di segnalazioni
qualificati tramite il sistema Siatel, i miei ragazzi del reparto motorizzato, quelli che
si occupano di sicurezza stradale – quindi un argomento strettamente connesso
con ciò di cui stiamo parlando in questo convegno – si sono dati da fare per
ricercare la correttezza di una serie di autorizzazioni per noleggio con conducente,
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di alcune ditte che avevano strani segnali di assenza – per esempio cerchi una
ditta per notificarle un atto e trovi un campanello in un condominio e nient'altro:
quella non può essere un'attività di noleggio con conducente, perché non ha il
parco auto che dovrebbe avere, ma sto un po' semplificando.
Da lì, con l’entusiasmo di cui parlavo prima e l'arguzia degli investigatori –
perché anche in via amministrativa siamo comunque investigatori – sono riusciti a
scovare una rete di collegamenti fra società fittizie che non starebbero in una sola
slide.
In realtà in quest'operazione, che abbiamo chiamato Ghost Cars, si è
scoperta una rete di ditte fittizie che fondamentalmente servivano ad evadere il
fisco, oppure per inquadrare delle mancate responsabilità su soggetti giuridici che
non avevano alcun fondamento di esistere.
Abbiamo fatto una segnalazione non qualificata a Siatel, cioè non l’abbiamo
fatta come è scritto che si debba fare, perché abbiamo pensato che fosse un
peccato che tanto materiale come quello non fosse prodotto all'Agenzia delle
Entrate. Ebbene, per dire come l'ordinario può diventare segnalazione qualificata
senza tante paure, è la stessa Agenzia delle Entrate che ci ha fatto questa
proposta: “Anche se non siete riusciti a individuare quanti soldi sono stati evasi,
anche se non avete compilato tutti i campi, fateci pervenire la collocazione presso
i vostri uffici di tutti gli atti, con una spiegazione più chiara possibile della manovra
per nascondere queste ditte e poi vediamo noi”.
L'anno scorso abbiamo avuto il piacere di avere una richiesta, da parte
dell'Agenzia delle Entrate, di informazioni al fine di condurre a buon fine le
segnalazioni qualificate.
Questo è positivo, di negativo c'è che se avessimo avuto un minimo di poteri
di polizia tributaria avremmo potuto concludere quell'accertamento, saremmo stati
in grado di spacchettare il nostro accertamento, verticalizzare in singole
segnalazioni Siatel il fatto che ci sono ditte fantasma che non pagano le tasse,
eccetera.
Non voglio dire che questo sarebbe opportuno, è una specie di provocazione
che lascio lì perché i motivi di discussione sono altri, credo che neanche i colleghi
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della Guardia di Finanza possano mettere in discussione che la Polizia locale
collabora molto più spesso con la Guardia di Finanza che con qualsiasi altro
organo della polizia dello Stato. Senza nulla togliere agli altri, nel quotidiano
effettivamente molto spesso ci troviamo in pattuglie miste a fianco con la Guardia
di Finanza. Non è questo ad essere in discussione, è in discussione l'entusiasmo
di fare il lavoro che ci viene chiesto.
Questo per fare un esempio di come la nostra attività ordinaria possa, senza
che noi lo ricerchiamo, diventare una segnalazione qualificata.
Un altro esempio è quello delle attività ricettive, su cui noi abbiamo una
predominanza di controlli che credo non susciti grandi dubbi. La polizia
commerciale è veramente una nostra mission.
Amplificata in grandi Comuni come Venezia, che impongono l’imposta di
soggiorno, si crea una situazione per cui si è costretti, per motivi tributari, a
verificare tutte le attività ricettive del territorio. Un buon consiglio è quello di
cominciare a cambiare atteggiamento rispetto agli accertamenti.
Si tratta, in modo semplicistico, di entrare in un’attività ricettiva e riscontrare
dagli atti di assenso che una persona può esercitare con tre stanze, mentre ne ha
cinque. L’attività di polizia commerciale ordinaria consiste nel guardare l'atto di
assenso, riscontrare che la legge regionale del Veneto 33 non è rispettata e
sanzionare, mandare una diffida a chiudere le stanze che sono in più.
La stessa attività, fatta con la filosofia di cui stiamo parlando, vorrebbe dire
prendere i prezzi, fare l’indagine Internet che diceva prima Altamura, per cercare
di capire da quanto esiste, ma anche per vedere i prezzi medi che pratica,
prendere le sommario informazioni testimoniali di natura amministrativa di tutti i
presenti – da quanto sei qui – consultare, onerosamente, le banche dati.
Questo è un problema: paghiamo delle banche dati per fare sicurezza,
mentre dovrebbero essere gratuite. L’osservatorio AICA, Associazione italiana
compagnie alberghiere, è un sito dove ci sono le percentuali, città per città, della
frequenza media di un' attività ricettiva: è uno studio fatto molto bene in cui si dice
che a Venezia mediamente una stanza è frequentata per il 61,3% dei giorni
all'anno. È un dato statistico opinabile.
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Quando hai pagato l'accesso per andare a vedere, puoi costruirti il gettito
evaso, perché sappiamo quante stanze in più hanno aperto, sappiamo più o meno
da quanto tempo lavorano, sappiamo qual è la frequenza annua media e qual è il
prezzo minimo della camera: con un colpo come questo nel 2011 noi abbiamo
mandato un accertamento da € 400.000 per un' attività ricettiva.
Se la Polizia locale reindirizza la propria attività ordinaria, ha la possibilità di
fare molto su questo, almeno fino al 2014.
A proposito di norme, noi sappiamo che il 100% vale fino a 2014, dal 2015
non sarà più il 100%, probabilmente è una norma di stimolo, “ti do qualche anno e
vediamo come ti comporti”.
Se io potessi avere quei 400.000 dell'attività ricettiva non domani, ma fra sei
mesi o un anno, in modo certo, sicuramente riuscirei a convincere il mio Sindaco a
utilizzare più risorse in questo ambito. Grazie
GIUSEPPE CESARO (Giornalista dell'Automobile Club d'Italia)
Grazie Comandante Marini. Nel suo intervento diceva che uno degli
elementi di discriminante è la dimensione del Comune, è qui presente il
Comandante della Polizia Municipale di Vibo Valentia, Comune di poco più di
33.000 abitanti. La parola al Comandante Filippo Nesci, prego.
FILIPPO NESCI (Comandante della Polizia Municipale di Vibo Valentia)
Grazie. È mia abitudine iniziare tutti i miei interventi congressuali
ringraziando veramente coloro i quali consentono anche in questi forum
internazionali la possibilità di portare la testimonianza di un piccolo Comune del
Sud, in questo caso una delle cinque Province calabresi. Forse di province certe
volte ci può essere solo il nome, infatti siamo 33.000, una piccola realtà in cui
veramente ci si conosce tutti e dove far applicare le norme per alcuni versi è più
facile proprio perché ci si conosce tutti e tutti i controlli sono personali; dall'altro
lato può essere difficile, come nel caso di un tema così delicato, l'evasione fiscale,
che richiede di parlare di nuovi compiti di Polizia locale soprattutto in materia di
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accertamenti fiscali. Quindi, grazie all'Aci, alla Provincia di Trento e all'Aci
regionale Calabria con cui si sta iniziando con Vibo Valentia una grossa
collaborazione nella persona del Presidente Farfaglia qui presente. Un grazie e un
saluto anche a tutti i colleghi e alle autorità presenti.
Un piccolo Comune, quindi, pertanto dopo la relazione del collega di
Verona, certamente un'eccellenza dal punto di vista strutturale per le
professionalità dimostrate, verrebbe da dire “quante Italie!”. Noi al Sud siamo
presenti anche con piccoli comandi e cerchiamo di non arretrare e di fare la
nostra parte portata dalla nostra atti di indirizzo e di governo, non sugli obblighi di
legge che, da codice, siamo pagati per rispettarli, quanto piuttosto nello stimolo a
investire in una nuova tematica, in una nuova frontiera che è la lotta all'evasione
fiscale. Tale lotta va opportunamente stimolata dallo Stato attraverso sistemi
premianti e incentivi. Gli autorevoli colleghi che mi hanno preceduto evidenziano
una tardività in questo anche perché il tutto è legato al riscosso, di conseguenza il
cittadino non paga nel momento in cui avviene la segnalazione, avrà mezzi e
strumenti per difendersi e ci saranno accertamenti − la Finanza sa meglio di me
cosa voglio dire − di conseguenza anche quella percentuale eventualmente
denunciata credo superi l’ammortamento, come naturalmente avviene.
Proprio perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato diverse
norme, eviterò di leggerle e spero non si traducano in grida di manzoniana
memoria perché, come abbiamo visto nella prima slide del collega Altamura, già
nel ‘73 si incominciò a parlare di partecipazione del ruolo dei Comuni nella lotta
all'evasione fiscale. All'epoca avevo 2 anni, ora ne ho 41 e credo che ancora oggi
si collabori e si noti come la norma necessiti ancora di piccoli aggiustamenti,
quindi l'esperienza che cercherò di portare oggi in un panorama così
internazionale non è tanto l'esperienza del Comune di Vibo quanto una serie di
suggerimenti, proposte ed idee perché la realtà nazionale possa essere tale in
tutto il territorio.
Già da tempo si assiste a ciò che viene definito il “federalismo fiscale”, vale
a dire la sostituzione del tradizionale soggetto, lo Stato, come soggetto impositore
a favore delle autonomie locali. Già nel 2011 con il decreto legislativo num.23 si
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ebbero le prime conseguenze del federalismo fiscale in base al quale sono stati
soppressi tutti i trasferimenti statali diretti al finanziamento di quelle spese
fondamentali così come previste nell'articolo 117, comma 2, lettera b). Quindi, in
luogo di quei precedenti trasferimenti che garantivano una certa tranquillità agli
Amministratori, quando arrivavano le tranche dalla tesoreria i servizi si sarebbero
comunque resi. Oggi bisogna farsi parte attiva attraverso una compartecipazione
al gettito dei tributi erariali, attraverso le segnalazioni qualificate, attraverso la
possibilità di aggiungere delle addizionali. Questa è la novità: sui tributi erariali, e
quindi sull'emersione del gettito imponibile, necessariamente i Comuni
aggiungeranno delle addizionali che diventeranno attributi propri.
Tale rinnovato impegno dei Comuni non può che prevedere
necessariamente il coinvolgimento della Polizia locale. Da Comandante direi che
diventa di particolare interesse e attualità l’acquisizione di informazioni necessarie
per consentire ai nostri operatori di non trovarsi spiazzati nel momento in cui in un
eventuale accertamento, che, tengo a precisare, non è certamente l'accertamento
tipico della Guardia di Finanza, arrivi un commercialista che possa mettere in
difficoltà i nostri operatori mentre raccolgono tutti quegli elementi che − proprio
perché la segnalazione non sia una segnalazione blanda − dovranno
necessariamente essere qualificati, cioè corredati da tutta una serie di indizi di
reità che facciano presumere che la norma sia violata.
Sugli indizi di reità vorrei aggiungere una mia idea su cui sto cercando di
"combattere", non col Sindaco, ma con tutta l'Amministrazione, ad investire:
ritengo che la necessità di creare un nucleo, una divisione, un settore di Polizia
tributaria genericamente intesa per la competenza che queste norme ci danno, sia
necessariamente da arroccare in capo al Comando dei Vigili urbani dove
eventualmente dislocare tutti gli appartenenti altri settori dell'ente. Questo perché i
vari uffici si trovano tante informazioni che è necessario poter leggere con una
mentalità poliziesca, cioè da coloro i quali sanno già che davanti a un'eventuale
carta non ci si ferma all'atto materiale in sé come evidenziato perché ci può essere
qualcosa in più, così come davanti a una licenza o un’autorizzazione commerciale.
In particolare, quindi, creare queste divisioni sotto la diretta responsabilità del
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Comandante, specie nei piccoli centri. Da ex funzionario della Polizia di Stato
posso dire che questi poteri e queste competenze andrebbero dati in mano alla
Polizia locale proprio perché nessuno si rende conto − come non me ne rendevo
contro io quando indossavo la divisa di funzionario di Polizia − dei compiti da
svolgere e, soprattutto, della miriade di informazioni di cui è in possesso e che
bisogna saper leggere.
Definirei storico questo momento per noi Comandanti di Polizia locale
perché ci porta veramente a dover non dico reinventare i compiti di Polizia locale
ma evidenziare una nuova missione, non certamente impossibile: essere non dico
il “braccio armato” dell'ente perché tale non è, quanto piuttosto il “nucleo di
equità”, definizione che mi è piaciuta molto. Noi siamo prossimi alla gente e non
dobbiamo snaturare questa nostra naturale funzione di essere vicini, però da
calabrese dico sempre che dobbiamo anche farci rispettare dai nostri interlocutori
che in genere sono persone che violano la legge. Ecco allora che ci sono nuovi
campi d'azione per i nostri agenti, quale quello dell'accertamento della capacità
contributiva dei cittadini, ma non con compiti di sostituzione ad altri organi di
Polizia dello Stato a ciò deputati, come Guardia di Finanza e Agenzia delle
Entrate. L'Agenzia delle Entrate trasmette ai Comuni una serie di informazioni per
i controlli, i Comuni attraverso l'attività della Polizia Municipale trasmettono le
segnalazioni qualificate, mentre la Polizia Municipale comunica alla Guardia di
Finanza fatti che evidenziano violazioni tributarie per quanto attiene la proposta
sulla pubblicità e l'occupazione di suolo pubblico. Ecco allora che c'è un nuovo
scenario di legami operativi. In un piccolo centro quale Vibo questo viene molto
facile perché molto spesso le varie forze dell'ordine si trovano la mattina al bar e si
relazionano bene, di conseguenza deve dire che i legami sono ottimi e porteranno
a breve risultati su quest'attività che stiamo portando avanti.
In questo quadro ai Comuni sono riconosciuti poteri molto ampi, controlli
sulle imprese, controlli sulle attività commerciali e artigianali, monitoraggio dei
professionisti, ecc. Ad esempio, ho detto al mio nucleo di Polizia edilizia – anche
se è fatto di sole due persone − che basta leggere la tabella per l'assegnazione
dei lavori ai sensi del DPR 380 che riporta il progettista, il direttore dei lavori, il
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responsabile della sicurezza, la ditta che esegue i lavori, l'impiantista elettrico,
l’inizio e fine lavori, ecc. Cerchiamo di fare questo controllo anche dove i
committenti e i direttori dei lavori sono enti locali, in modo che sappiano che coloro
i quali lavorano con gli enti locali devono essi stessi essere i primi ad apparire
casti, se così possiamo dire. Ecco, quindi, l'esempio dell'abusivismo edilizio.
Si parla di questo nuovo federalismo fiscale che vede Regioni, Province e
Comuni protagonisti nella semplificazione del sistema tributario, nella riduzione
degli adempimenti del contribuente, ma soprattutto per ciò che prevede l'articolo
26, la “chiamata in partecipazione agli enti locali”. Un'autorevole dottrina dice che
lo Stato chiede impegno ai Comuni in questa che da sempre è definita una lotta.
Come tutte le lotte, anche questa è combattuta dagli uomini e forse su questo c'è
da spendere una parola riguardo al nostro essere italiani: se il terrorismo è vinto,
se la Mafia si combatte continuamente, forse sull'evasione fiscale andrebbe fatta
una riflessione morale sul nostro essere italiani, una sorta di atteggiamento di
buonismo − capisco che qualcuno si potrebbe scandalizzare − perché da un lato
viene visto come una reazione a una capacità impositiva troppo forte dello Stato,
ma non è vero perché le tasse bisogna pagarle, dall'altro lato tutti i Governi da
sempre hanno dichiarato guerra all'evasione.
Oggi l'ultimo stadio, forse perché siamo in un sistema di crisi, è chiedere la
collaborazione dei Comuni. In realtà c'era già, ma ora si chiede con forza perché
non ci sono più trasferimenti. Non voglio finire in considerazioni politiche, però
forse questa è una sorta di “ultima spiaggia” se è vero com'è vero che i
trasferimenti sono diminuiti e per alcuni aspetti addirittura eliminati. La “chiamata
alle armi”, così come il Governo ha fatto dal punto di vista nazione nei confronti dei
Comuni, è stata forte, addirittura incentivata con sistemi premiali (il 30, il 33, il 50,
il 100), però la risposta è stata tiepida se non addirittura inesistente. È vero che i
Comuni sono 8.000 e tutti hanno la dignità di Comune, però vi sono realtà diverse.
Ho letto che le convenzioni tra Agenzia delle Entrate e Comuni sono 500 su 8.000,
di sicuro sarà la burocrazia italiana, non la politica, ad essere additata come il
male ed è per questo che non si riesce a portarla avanti, ma in fondo bisogna
trovare un capro espiatorio.
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Tornando al nostro compito, bisognerebbe capire che sono dati importanti,
su 8.000 Comuni solamente 500 convenzioni. Facciamo una riflessione da
Comandanti che potrebbe essere uno sprone ai nostri interlocutori politici che
danno atti di indirizzo e di gestione. Vorrei capire che cos'è “indirizzo” e cos'è
“gestione”, ma questa non vuole essere una provocazione per è quello che vedo
quotidianamente, proprio per questo ho abbandonato un ente locale. Basterebbe
domandarsi quali Comandi di Polizia locale ad oggi sono dotati di unità
specialistiche, ma anche solamente quanti Comandi, pur essendone dotati, si
impegnano concretamente in questa attività. Verona, Torino e altri non possono
sicuramente essere paragonati a Vibo ma la specificità del Sud è che la maggior
parte dei Comandi sono monocomandi, il Comandante è comandante di se
stesso. Su 50 Comuni di questa che è una provincia, abbiamo 30 comuni con due
Vigili, un solo Vigile, nessun Vigile, quindi parlare di ruolo di Polizia locale non ha
senso, tant'è che stiamo elaborando un progetto con la Regione per l’unione dei
Comuni sperando che si recepisca tal bisogno.
Ecco allora la necessità di spronare la politica a destinare risorse alla
Polizia locale. Parlavo prima di dialogo con la politica e su questo da un’assise
internazionale devono nascere necessariamente delle proposte. È chiaro che non
l'abbiamo la funziona, o meglio la potestà, di Polizia tributaria perché dal ‘29 è
deputata alla Guardia di Finanza. Alcune Regioni come Lazio e Lombardia hanno
normato per quanto riguarda i tributi, ma io ritengo che sia necessario recuperare
una riorganizzazione delle varie Forze dell'Ordine a livello nazionale e, quindi,
consentire alla Polizia locale la possibilità di accertare violazioni per esempio in
materia di scontrini fiscali, proposta che mutuo da un Consigliere regionale
emiliano. Un'attività concreta che ad oggi noi non possiamo fare. Sempre perché
anche noi siamo alla continua ricerca di risorse, aggiungo non solo quello che
nasce da segnalazioni qualificate, ma anche le sanzioni che noi accertiamo,
qualora fossimo titolari di Polizia tributaria, e che vengono incamerate
direttamente dall'ente al quale appartiene l'organo accertatore. Questo avviene già
per le sanzioni al codice della strada, non è una novità. Io aggiungerei anche la
prossimità che, così come avviene ai sensi dell'articolo 208 del codice della
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strada, parte dei proventi che vengono riscossi per il tramite dell'attività di
accertamento della Polizia locale possa essere destinata alla Polizia locale per
ragioni di previdenza o di strumentazione. Forse questo potrebbe essere uno
sprone ai Sindaci: quando si tratta di mettere autovelox non li vedo arretrare,
quando si tratterà di fare queste sanzioni speriamo che abbiano la stessa
sensibilità.
Vorrei andare avanti evidenziando una serie di passaggi. Pochi giorni fa il
nostro Presidente Monti in un'intervista pensava di dividere l'Italia tra chi paga le
tasse e chi non le paga, una divisione sulla legalità che appare un po' una novità.
Noi per anni abbiamo combattuto, credo tutti coloro i quali provengono dai ruoli
della Polizia, come tutti i cittadini onesti del resto, e abbiamo contribuito a
difendere il patto sociale perché le tasse si pagano in virtù del patto sociale che ci
lega. È anche vero che, mutuando frasi che possono essere retorica, se tutti le
pagassimo, ne pagheremmo tutti meno, però forse questo non avviene dato che
siamo la terza nazione per evasione fiscale: l’OCSE, infatti, ci ha attribuito la
medaglia di bronzo, dopo Messico e Turchia. Da patria del diritto e culla di civiltà
antiche, forse siamo passati anche a patria dell'evasione fiscale. In una realtà
particolare qual è la nostra dove ci sono presenze di organizzazioni malavitose
l’attività di Polizia non è semplice. Per un periodo ho gestito le misure di
prevenzione del Commissariato di Siderno dove, paradossalmente, è la Mafia ad
esternare i capitali perché vengono aggrediti in maniera egregia dalla Guardia di
Finanza attraverso misure di prevenzione patrimoniale. L'attenzione, quindi, va
puntata verso una serie di soggetti insospettabili, certamente senza aggredirli ma
se è una lotta deve essere fatta con dei metodi specifici − altro che privacy − per
recuperare il gettito, non per ragioni di cassa ma per ragioni morali. Spero che non
dobbiamo recuperare il gettito perché siamo messi male dal punto di vista di
cassa, perché altrimenti se stessimo bene saremmo disposti a tollerarlo.
C'è necessità per gli enti locali di lavorare insieme alla Guardia di Finanza e
agli altri organi a ciò preposti, soprattutto in fase formativa; c'è necessità che
vengano create delle scuole regionali dove le materie che vengono insegnate
siano proprio queste; soprattutto c'è necessità − a questo veramente ci tengo −
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della possibilità concreta di cambiare la mentalità di noi italiani. Se si parafrasa il
principio di Giovanni Falcone sulla Mafia, che nomino spesso perché per anni me
ne sono occupato come Commissario, anche l'evasione fiscale ha un inizio e una
fine perché è un fenomeno sociale, ma la fine inizierà soltanto quando il fenomeno
comincerà a perdere una sorta di consenso sociale, non un minuto prima. Forse
tutti dovremmo lavorare perché quel minuto sia adesso. Grazie.
Applausi
GIUSEPPE CESARO (Giornalista dell'Automobile Club d'Italia)
Grazie Comandante Nesci. È stato più volte evocato, e non poteva essere
altrimenti dato il tema di cui parlando, con passione, con animazione e anche con
preoccupazione, il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza. Accanto a me c’è
il Generale Grassi che ha gestito una piazza complessa come quella di Napoli e
che attualmente è Comandante regionale del Trentino Alto Adige. La parola al
Generale Giuseppe Grassi, prego.
GIUSEPPE GRASSI (Comandante Regionale del Trentino Alto Adige Guardia di
Finanza)
Buonasera a tutti. Io sono il Generale Giuseppe Grassi, Comandante del
Trentino-Alto Adige. Innanzitutto porto i saluti da parte del Comandante generale
della Guardia di Finanza Saverio Capolupo e anche da parte del Comandante
dell'Italia nord orientale Generale corpo d'armata Pasquale Delbidda. Vorrei
salutare il Comandante dell'Italia nord occidentale Generale corpo d'armata
Vincenzo Dellefemmine per il quale nutro un profondo rispetto e una profonda
stima.
Mi pareva doveroso portare il saluto del Corpo a questo prestigioso
convegno internazionale, chiaramente parlare per ultimo mi pone in una situazione
di imbarazzo, perché non vorrei ripetere le stesse cose che sono già state dette,
quindi cercherò di dare un contributo a questo convegno totalmente diverso,
anche se poi userò un po' delle slide per farvi capire come è inserito il discorso
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della Guardia di Finanza nel contesto della partecipazione dei Comuni
all'accertamento.
Vorrei però rispondere ad alcune cose, per non deludere le varie
sollecitazioni che sono state fatte da parte delle varie personalità che sono
intervenute in questo convegno, e vorrei ricordare - per chi non avesse visto il Tg1
delle 13.30 oggi - la Guardia di Finanza di Bolzano ha fatto una bellissima
operazione di servizio per quanto riguarda le società estero vestite, ovvero quelle
che fanno finta di essere allocate all'estero ma di fatto operano in Italia. Parliamo
di società estero vestite che hanno fatto dei finti contratti di locazione finanziaria di
macchine di grossa cilindrata – Ferrari, Lamborghini, Porsche - la Guardia di
Finanza di Bolzano ha sequestrato 120 auto, quindi beni per oltre 7 milioni di euro
e il patrimonio personale del soggetto che ha creato tutto questo sistema era pari
a 4,5 milioni di euro.
Ho portato questo dato perché si è citato il fatto che molte auto portano
targa estera: questi non hanno mai pagato nessun tipo di multa, sia degli
autovelox sia dei Vigili Urbani, a fronte di quello che noi paghiamo quando ci
beccano e faccio presente che io sono uno degli automobilisti più tartassati al
mondo perché ho solamente un punto sulla patente e credo che abbia il mandato
di cattura da parte della Polizia Stradale; non ho capito perché beccano sempre la
mia macchina e le altre passano tranquillamente, ma aldilà di questa mia
lamentela, cercherò di non appesantire troppo il discorso visto che sono l'ultimo ad
intervenire.
Per quanto riguarda l'assicurazione, quindici giorni fa il Comando
provinciale di Trento ha arrestato quattro individui che facevano delle truffe alle
assicurazioni: facevano risultare le persone residenti in Trentino, perché qui si
pagano meno le assicurazioni, mentre erano tutti napoletani e quindi anche per
una Ferrari, che abbiamo poi sequestrato, si pagava l'assicurazione 400 euro,
mentre a Napoli costa minimo quattro volte di più.
Questo è solamente un dato per mostrare ciò che abbiamo fatto e come ci
impegniamo. È stato citato più volte l'articolo 44 del d.p.r. 600 della riforma del
1973 e io vorrei soltanto ricordare questo articolo che rappresenta la
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partecipazione dei Comuni all'accertamento, ovvero cosa dovevo fare l'Agenzia
delle Entrate? Deve inviare la dichiarazione dei redditi prima dell'avviso di
accertamento al Comune dicendo “sto per emanare un avviso di accertamento a
questo contribuente, attraverso le vostre banche dati potete verificare se vi sia da
incrementare la capacità contributiva del soggetto?”. Tutto questo è sempre stato
disatteso e cercherò di spiegarlo in questi termini: innanzitutto perché i Comuni
non percepivano niente, quindi nessuno si è posto il problema di farlo, in secondo
luogo gli avvisi certamente vengono emanati sul finire dell'anno, quindi in effetti
per i 60 giorni di scadenza è sempre stato impedito di mandare compiutamente le
dichiarazioni dei redditi ai Comuni.
Prendo spunto dalla provocazione fatta dagli illustri dottori che mi hanno
preceduto e la provocazione non è tanto essere gelosi o avere delle norme
specifiche sulla polizia tributaria - a parte che le nostre sono del 1929 e quindi
molto vecchie - ma c'è stata una riforma del 2001 in cui il legislatore ha
riconosciuto il fondamentale ruolo della Guardia di Finanza come polo
gravitazionale di tutte le informazioni che possiamo ricevere da qualsiasi tipo di
ente, dall'ente locale alla magistratura penale, civile e amministrativa. Questo è il
nostro patrimonio che viene messo in campo e il discorso non è di dire che non
siamo in grado di combattere l'evasione fiscale, quest'ultima noi la combattiamo
da sempre, ma vi sono diversi meccanismi deflattivi: quando si dice “ma quanto
incassa lo Stato da un verbale di constatazione della Guardia di Finanza?” non
dipende dalla Guardia di Finanza perché io trovo una capacità contributiva molto
forte, ma il discorso è più articolato. Prendiamo la persona che sta nelle Cayman o
in altri Stati, quando si parla di Stati esteri vi prego di stare molto attenti perché noi
siamo molto provinciali in questo: andare negli Stati Uniti significa pagare zero,
andare a Miami significa pagare zero, fare una società-madre in Olanda significa
detassare del 95% gli utili, quindi stiamo molto attenti su queste affermazioni
quando parliamo.
È chiaro che se vogliamo vedere da un punto di vista oggettivo e giuridico
che cos'è in questa nuova norma, che non ha fatto altro che dire “per il triennio
2012-2014 Comuni incasseranno il 100% dell'accertato” voi vi chiederete ma
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quando si incassa? Quando finiranno i sistemi deflattivi, che non sono soltanto
l'accertamento con adesione ma anche le commissioni tributarie, la possibilità di
dimezzare con il ravvedimento operoso, tutta una serie di situazioni che sono sul
campo, giuridicamente formate da tempo, ed è chiaro che pongono un problema,
ovvero quando si incasseranno questi soldi da quando si invia una segnalazione
qualificata?
Se volete trovare un elemento di criticità - sto andando a braccio perché
non mi andava di ripetere ciò che è stato detto da chi mi ha preceduto, poi semmai
spiegherò come funziona la Guardia di Finanza sinteticamente - questa è tutta la
produzione normativa [riferimento a slide], quindi la cornice giuridica, non bisogna
ricordare tutto quello che ho messo qua dentro anche perché alla fine quelli che a
voi interessano sono i provvedimenti del Direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Quello più recente è quello del 29 maggio 2012 che al punto 4 permette ai piccoli
Comuni tramite l'ANCI di fare delle aggregazioni per gestire queste informazioni
qualificate, che devono essere strutturate.
Qui manca l'altro interlocutore che è l'Agenzia delle Entrate con la quale noi
abbiamo un rapporto splendido, nel senso che noi abbiamo sistematicamente dei
tavoli di lavoro fissi con questa Agenzia per scambiarci le informazioni su quello
che dev'essere la strategia alla lotta all'evasione fiscale, tanto è vero che quando
parleremo di quali sono i settori di intervento, questi sono stati concordati con
l'Agenzia delle Entrate. La differenza tra noi e l'Agenzia delle Entrate è che
purtroppo le informazioni, i fatti, gli atti e i negozi giuridici che voi dovete segnalare
all'Agenzia delle Entrate non devono essere esaminati oltre o analizzati; voi
dovete dire “questo soggetto ha evaso X” e quella somma farà parte dell'avviso di
accertamento. La differenza con la Guardia di Finanza è che voi potete darci tutte
le informazioni che siete in possesso, chiaramente strutturate, dopo di che noi
metteremo in campo la nostra professionalità sulle segnalazioni più complesse,
quelle che hanno bisogno di un'ulteriore analisi investigativa, quelle dove possono
esserci settori di riciclaggio, segnalazioni sospette dove noi possiamo incrociare le
segnalazioni con le nostre banche dati.
Quando incasserà il Comune? Dipende dall'Agenzia delle Entrate nel
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momento in cui avrà finito tutti i sistemi deflattivi. Io non so se dal 2008 l'Emilia-
Romagna piuttosto che il Piemonte abbia fornito delle segnalazioni strutturate
all'Agenzia tali per cui non fossero necessarie ulteriori elaborazioni logiche, se è
servita un'ulteriore istruttoria, quindi non so quando vedranno quei soldi, però non
so che tipo di analisi siano state fatte con l'Agenzia delle Entrate in questo senso.
L'Agenzia delle Entrate ha fornito ai Comuni il sistema SIATEL e quello è
utilizzabile immediatamente ed è collegato alla Guardia di Finanza per richiedere
approfondimenti investigativi. Io pongo l'attenzione su un altro aspetto: dal 19
giugno siamo in grado, con i nostri portali web, di ricevere dai Comuni le
informazioni strutturate. Non so come vi strutturerete ma è fondamentale il ruolo
della Polizia Locale, anzi spero che ognuno sia consapevole che all'interno dei
Comuni uno dei servizi fondamentali per strutturare le segnalazioni è la Polizia
Locale, naturalmente poi ci sono gli altri Uffici, l'Ufficio tributi, l'Ufficio anagrafe,
quindi il consiglio che darò probabilmente è di fare un pool all'interno del Comune
dove ognuno porti la propria professionalità in modo tale da consentire la
strutturazione dell'informazione.
[riferimento a slide] Questa è la nostra piattaforma informatica delle
segnalazioni dove acquisire le segnalazioni che verranno dai Comuni e come
vedete sotto c'è “visualizza, trasferisci, annulla segnalazione, archivia, annulla
archivia” e tutta un'altra serie di comandi. Queste sono le principali funzioni della
piattaforma, la sezione “in arrivo” è quando arrivano le segnalazioni dal Comune,
chiaramente non significa che sia già stata presa in carico, quindi non c'è già un
protocollo, però è una sezione dove noi andremo a vedere quanti Comuni stanno
inviando le segnalazioni.
La cosa importante è che una volta che il sistema informatico di gestione
registra la segnalazione, noi valutiamo la proficuità della segnalazione: se è ben
strutturata, se è da valutare, se va analizzata.
[riferimento a slide] Da “gestione” la mandiamo a “visualizza” dove vediamo
sistematicamente cosa viene evidenziato all'interno della segnalazione inviata dal
Comune. Importanti sono due cose: le note nel “visualizza”, dal momento in cui ci
dite che cosa avete acquisito, che informazioni la Polizia Locale ha acquisito e
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quant'altro; poi trovate un flag dove si clicca se ci sono allegati dei documenti che
per noi sono importanti. In questo momento non esiste la possibilità di trasmettere
in PDF i documenti del Comune, ma possiamo identificare attraverso il codice
fiscale il nome del funzionario che ha inserito la notizia e quindi prenderemo
contatti diretti con quel funzionario per dire “avete dei documenti: ce li trasferite
oppure mandiamo una pattuglia a prenderli?”.
Questo è un aspetto fondamentale, poi c'è “trasferisci” il che significa che
noi manderemo quelle segnalazioni nei reparti dove ha sede l'impresa, oppure
dove ha la residenza il soggetto coinvolto, per scegliere i reparti che hanno in
circoscrizione il soggetto o l'impresa.
La sezione “archivio” riguarda l'informazione che non è strutturata oppure
noi abbiamo altre ragioni - le altre ragioni possono essere tantissime, tra cui anche
indagini di polizia giudiziaria - questo sistema archivia determinate segnalazioni e
non è previsto dalla legge che noi dobbiamo motivare l'archiviazione.
Dov'è che noi dobbiamo motivare la procedura d'innesto del controllo? Nel
momento in cui voi nelle vostre segnalazioni allegate un atto amministrativo che è
importante per far valutare la capacità contributiva. Sapete che per la trasparenza
degli atti amministrativi quei documenti vanno acquisiti e allegati al verbale di
constatazione.
Per quanto riguarda “annullamento” sono tutte quelle segnalazioni che non
dovevano arrivare alla Guardia di Finanza o che sono sbagliate. Il Comando
generale proprio in questo momento di raccordo con l'Agenzia e i Comuni ha
emanato un ordine nei confronti dei reparti territoriali secondo il quale cercheremo
di avere dei rapporti sempre più stretti con il Funzionario delegato per affinare il
sistema.
Per quanto riguarda la collaborazione sistematica di cui dicevo sopra tra
noi, l'Amministrazione e l'Agenzia delle Entrate, i settori che analizziamo sono:
commercio e professioni; urbanistica e territorio; proprietà edilizia e patrimonio
immobiliare; residenze fittizie all'estero; disponibilità di beni indicativi di capacità
contributiva. Premetto per non appesantire troppo il discorso, con “disponibilità di
beni indicativi di capacità contributiva” si fa riferimento a un provvedimento del
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1992, poi attraverso l'esperienza della Guardia di Finanza questo provvedimento
lo abbiamo fatto ampliare, inserendo poi una serie di indicazioni ulteriori per
delineare meglio la capacità contributiva dei soggetti.
Questa slide mostra i Servizi comunali interessati e quindi ho messo in
primis la Polizia Municipale perché fondamentali sono i verbali della Polizia per
l'affissione abusiva, l'abuso edilizio, i soggetti che svolgono attività commerciale
sul territorio senza pagare l'occupazione di suolo pubblico. Tutti questi soggetti -
per questo io consigliavo ai Comuni di strutturare il servizio cercando di prendere
per ognuno un funzionario - vanno a finire in una formazione qualificata che poi
struttura l'informazione qualificata.
“Segnalazioni commercio e professioni”: in questo primo ambito di interventi
che vengono svolti su soggetti di attività senza partita Iva, la segnalazione è da
fare esclusivamente alla Guardia di Finanza, quindi ricavi o compensi incoerenti
rispetto a quelli dichiarati. In tal senso faccio un esempio su una ditta di pompe
funebri: il Comune ha la possibilità di vedere quante tumulazioni sono state fatte
rispetto alla dichiarazione dell'impresa che sarà incoerente o meno, ecco che
questo può essere un sintomo di ricavi incoerenti rispetto a quelli dichiarati.
“Affissione pubblicitaria abusiva”: in tal senso la Polizia Municipale può fare
tantissimo, poi troviamo gli enti commerciali con attività lucrativa e benissimo ha
fatto prima il dottor Marini ad indicarli in maniera puntuale.
Troviamo poi imprenditori che hanno partecipato ad operazioni di
abusivismo edilizio, i professionisti vanno segnalati all'Agenzia delle Entrate
mentre gli imprenditori vanno segnalati esclusivamente alla Guardia di Finanza.
Provate ad immaginare quante possibilità di riciclaggio di denaro illecito esiste,
quindi quando si parla di avere anche poteri di polizia tributaria starei attento a
dirlo.
“Ambito di intervento, proprietà edilizie e patrimonio immobiliare”: queste
sono tutte le proprietà o i diritti reali in assenza di contratti registrati,
esclusivamente di competenza della Guardia di Finanza, ovvero contratti al nero
che si fanno specialmente con gli studenti sui quali stiamo facendo delle
campagne da anni.
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“Accertamento per omessa dichiarazione TARS e TIA”: la prima riguarda
l'Agenzia delle Entrate, mentre la seconda, sempre per possibili locazioni al nero,
la Guardia di Finanza; qui è importante che la Polizia Locale quando si reca
presso questi immobili presenti dei questionari per sapere chi è il proprietario
dell'immobile, chi paga il canone, chi vi abita e via di seguito.
[riferimento a slide] Questo ambito di intervento riguarda la segnalazione di
residenze fiscali all'estero: sapete che c'è l'obbligo da parte dei Comuni di seguire
per tre anni la vigilanza su tutti quei soggetti che sono stati scritti all'AIRE per
vedere se effettivamente si sono trasferiti all'estero oppure se sono rimasti in Italia;
dopo tre anni la competenza spetta alla Guardia di Finanza.
“Beni indicativi della capacità contributiva”: questi sono di esclusiva
competenza dell'Agenzia delle Entrate, mentre nel comparto dei soggetti
interponenti, in sostanza chi usa di fatto la Ferrari ma realmente nei pubblici
registri è una senzatetto, quindi le vostre segnalazioni devono essere su chi
effettivamente usa la macchina e non tanto l'interposto.
Ho voluto poi indicare, per meglio far comprendere, quali sono gli elementi
indicativi: aeromobili, navi, imbarcazioni di porto, autoveicoli di grossa centrata,
motocicli con cilindrata superiore a 250, collaboratori familiari, cavalli da corsa o
da equitazione, assicurazioni, pagamenti di consistenti rate di mutuo, pagamenti di
leasing, pagamenti di canone d'affitto posto barca, sostenimento spese per
ristrutturazioni immobili; tutti elementi indicativi di capacità contributiva.
Ho inserito questa diapositiva per farvi capire cosa si va a cercare e quindi
viaggi, hobby particolarmente costosi e via di seguito.
Abbiamo già parlato dell'invio delle segnalazioni qualificate, il Comando
generale ci ha invitato essenzialmente a tenere sempre conto delle segnalazioni
dei Comuni indipendentemente se sono strutturate o meno, anche perché
possono sempre essere spunto di attività investigativa perché poi riusciamo a
incrociare i dati con ulteriori database che noi abbiamo. Chiaramente le
segnalazioni fondate, pertinenti e adeguatamente documentate avranno una
verifica e un controllo a seconda del modulo operativo che noi riterremo opportuno
adottare.
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Ribadisco che vi è coordinamento pieno con l'Agenzia delle Entrate, però
rivolgetevi a loro per i soldi perché alla Guardia di Finanza è meglio che non vi
rivolgiate.
Vi ringrazio per l'attenzione e spero di essere stato abbastanza veloce.