LA PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE PLC
CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE
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PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 1
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CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE
Prof. ALESSANDRO DE CARLIDott. Ing. Vincenzo SuraciANNO ACCADEMICO 2011-20012
Corso di AUTOMAZIONE 1
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STRUTTURA DEL NUCLEO TEMATICO:1. CONTROLLORI LOGICI2. RETI LOGICHE E PLC3. STRUTTURA DEI PLC4. PROGRAMMAZIONE DEI PLC
• GRAFCET• ESEMPI
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CONTROLLORI LOGICI
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automazioneFlessibile
ETEROGENEITÀ E QUANTITÀ DI PRODOTTO• La produttività di un sistema controllato dipende dalla quantità del
prodotto realizzata per unità di tempo, che a sua volta è collegata alla eterogeneità della produzione del sistema controllato nonché alle modalità con cui è stata resa operativa l’automazione.
1 102 103 104
varie
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quantità di prodotto 1 102 103 104
varie
tà d
i pro
dott
o
quantità di prodotto
produzion
e manuale
automazioneprogrammabile
automazionerigida
GRANDE
MEDIA
PICCOLA
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ORIGINI DEI CONTROLLORI LOGICII controllori logici furono realizzati per poter fare evolvere la produzione di serie da manuale ad automatizzata. La loro realizzazione dipendeva dalle tecnologie disponibili.Attualmente, con lo sviluppo dei circuiti elettronici a larga integrazione e dei dispositivi di elaborazione digitale di tipo dedicato, i controllori logici sono realizzati con tecnologie elettroniche.
Sulla base della realizzazione i controllori logici possono essere di tipo:• cablato quando l’elaborazione della logica di controllo è ottenuta
impiegando relè e porte logiche opportunamente connesse (reti logiche)
• programmabile quando l’elaborazione è effettuata sulla base di un algoritmo di controllo espresso tramite un programma (PLC)
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APPLICAZIONE DI RETI LOGICHE E DEI CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE (PLC)• Prima della applicazione delle azioni di intervento al sistema da
controllare bisogna verificare che sussistano tutte le condizioni che assicurino il corretto funzionamento e il corretto impiego del sistema controllato.
• La verifica viene effettuata sulle variabili di consenso.• Tale verifica viene effettuata rendendo operativo un programma in
grado di elaborare dati e informazioni di consenso fornite da una opportuna strumentazione installata nel sistema da controllare e nell’ambiente in cui opera il sistema controllato.
• Sulla base delle informazioni ricevute, il programma di attivazione deve fornire come risultato la decisione di attivare le azioni di intervento.
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APPLICAZIONE DI RETI LOGICHE E DEI CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE (PLC)• Tutte le informazioni devono essere formulate in logica binaria e le
elaborazioni collegate alle decisioni espresse in logica binaria. • In molte applicazioni per la elaborazione, per la ricezione delle
informazioni provenienti dalla strumentazione e per la trasmissione dei risultati della elaborazione agli attuatori vengono utilizzati o reti logiche rigidamente programmate oppure dispositivi in grado di effettuare le elaborazioni richiese sulla base di un programma dedicato. Questi ultimi dispositivi sono comunemente indicati come PLC, ossia Controllori a Logica Programmabile.
• La differenza sostanziale fra rete logica e controllori a logica programmabile sta nella rapidità di elaborazione e nella flessibilità di programmazione.
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ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA DI
ATTIVAZIONE
ELABORAZIONE E APPLICAZIONE DELLE AZIONI DI
INTERVENTO
SISTEMA DA CONTROLLARE
STRUMENTAZIONENECESSARIA PER
L’ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA DI ATTIVAZIONE
AMBENTE IN CUI OPERA IL SISTEMA CONTROLLATO
COMANDIVARIABILI DI ATTIVAZIONE
INSERIMENTO DI UNA RETE LOGICA o DI UN CONTROLLORE A LOGICA PROGRAMMABILE
Con il termine “comandi” sono indicati gli interventi:• diretti effettuati da un operatore;• indiretti ricavati da un programma di elaborazione.
VARIABILI DI CONSENSO
MODALITÀ DI CONTROLLO
RETE LOGICA oppure
PLC
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RETI LOGICHEE PLC
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RETI LOGICHE• Le reti logiche sono circuiti di elaborazione di tipo digitale
realizzati con opportuni circuiti elettronici in grado di svolgere funzioni di tipo logico (AND, OR, NOT, NAND, NOR, XOR, XNOR) e caratterizzati dal fatto che in ogni istante i valori delle variabili di uscita dipendono dai valori delle variabili di ingresso e/o di alcune variabili di configurazione.
• Le variabili di ingresso devono essere codificate in forma binaria e così pure le variabili di uscita e le variabili di configurazione.
00 1
010
10
101
001 1
110
1011 0
110
1010 0
010
1001 0
110
10
AND OR NOT NAND NOR XOR
10 1
010
10
XNOR
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CLASSIFICAZIONE DELLE RETI LOGICHELe reti logiche sono classificate in:• reti combinatorie, quando ad ogni istante t le variabili di uscita
sono funzioni solo delle variabili di ingresso presenti nello stesso istante t;
• reti sequenziali, quando le variabili di uscita ad un certo istante t dipendono sia dalle variabili di ingresso allo stesso istante t sia dalle variabili di ingresso in istanti precedenti t’ < t;
• reti sincrone, quando l'elaborazione avviene ad istanti discreti e prestabiliti dal clock di sistema;
• reti asincrone, quando l'elaborazione avviene a flusso continuo, ovvero il simbolo d’uscita si modifica solo quando si verifica una modifica del simbolo d’ingresso.
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RETI LOGICHE• Per tutte le variabili coinvolte nella elaborazioni, i valori da
prendere in considerazione sono sempre solo quelli che vengono raggiunti dopo che si è esaurito il transitorio.
• La contemporaneità fra l’applicazione delle variabili di ingresso e la disponibilità delle variabili di uscita in una rete logica combinatoria è solo teorica in quanto tutte le elaborazioni richiedono un intervallo di tempo finito per l’esecuzione e tutti i circuiti presentato un transitorio.
• Quando tale transitorio è trascurabile rispetto al comportamento dinamico del sistema da controllare, le reti logiche combinatorie possono essere considerate reti istantanee.
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DEFINIZIONE DI PLC - NORME IEC 61131.3• Il PLC è un sistema elettronico a funzionamento digitale, • destinato all’uso in ambito industriale, • utilizza una memoria programmabile per l’archiviazione interna di
istruzioni orientate all’utilizzatore • implementazione di funzioni logiche, di sequenziamento, di
temporizzazione, di conteggio e calcolo aritmetico, • controlla, mediante ingressi ed uscite sia digitali che analogici, vari
tipi di sistemi semplici e/o complessi..
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PROGRAMMABLE LOGIC CONTROLLER (PLC)• Il PLC esegue un programma in cui elabora i segnali digitali ed
analogici provenienti da dispositivi di misura e fornisce come risultato il valore delle variabili di attivazione degli attuatori.
DISPOSITIVI DI MISURA ATTUATORIPLC
PROGRAMMAVARIABILI DI ATTIVAZIONE
VARIABILI DI CONSENSO
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Embedded Linux
BasicAtom
BasicX
PROGRAMMABLE LOGIC CONTROLLER (PLC)• Con la progressiva miniaturizzazione della componentistica
elettronica e la diminuzione dei costi si è molto esteso il campo di applicazione dei PLC che è utilizzato in numerose apparecchiature di impiego corrente.
PLC
Arduino
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CARATTERISTICHE DI UN PLCIl PLC è un controllore con architettura general-purpose dedicata alle elaborazioni di tipo logico e idonea ad un ambiente industriale.
Le principali caratteristiche:• Affidabilità (ad es. 24/7, ridondanza x3, sicurezza certificata)• Espandibilità (sostituzione/aggiunta nel rack di moduli)• Semplicità di programmazione (tool sdk + gui, manuali)• Riusabilità della logica di programma (linguaggi standard)• Interoperabilità tra dispositivi di produttori diversi (i/f hw e sw)
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CONFRONTO FRA RETI LOGICHE E PLCLe reti logiche possono realizzate con relè elettromeccanici oppure con circuiti
elettronici a larga integrazione o infine con micro controllori o microprocessori.
• elaborazione di funzioni logiche definite rigidamente e collegate al tipo di contatto del relè o allo stato di conduzione dei circuiti elettronici nonché al cablaggio o alla realizzazione del circuito;
• programmazione rigida in quanto ogni modifica del programma comporta modifiche al cablaggio o alla struttura del circuito;
• affidabilità dipendente da componenti elettro-meccanici o dai circuiti elettronici;
• connessioni ai dispositivi di misura e agli attuatori ingombranti, difficili da realizzare e gestire,
• guasti e manomissioni difficili da individuare.
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CONFRONTO FRA RETI LOGICHE E PLC
I PLC invece hanno le seguenti caratteristiche:
• sono utilizzati per ottenere lo stesso comportamento ingresso-uscita di una rete logica;
• le singole elaborazioni sono eseguite secondo un programma istruzione dopo istruzione seriale e NON in parallelo;
• il limite di applicabilità è dato dalla durata del tempo di elaborazione ed ai vincoli temporali imposti dalla necessità di una corretta applicazione dell’azione di controllo.
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RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI• Nell’Automazione di un sistema complesso, le reti logiche e i PLC
vengo impiegati con finalità differenti a livello di campo, a livello di coordinamento e a livello di conduzione.
• Al livello di campo, le reti logiche e/o i PLC vengono utilizzati per verificare che l’attivazione delle azioni di intervento sui singoli elementi controllati sia compatibile con i vincoli di sicurezza rispetto all’integrità dell’elemento sottoposto all’azione di controllo, all’ambiente e alle persone.
• Tale verifica è ottenuta mettendo a punto un programma che, sulla base dei dati e delle informazioni raccolte dalla strumentazione (variabili di consenso), conferma (variabili di attivazione) che le azioni di intervento possono essere effettivamente applicate.
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RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI• Al livello di coordinamento, la rete logica o il PLC vengono
essenzialmente utilizzati per effettuare le elaborazioni che assicurano la sequenzializzazione e la corretta applicazione delle variabili di controllo agli elementi controllati al livello di campo.
• Quando le elaborazioni devono essere effettuate con vincoli temporali molto stringenti vengono di preferenza utilizzate le reti logiche.
• Al livello di conduzione, il PLC viene essenzialmente utilizzato per gestire i programmi che rilevano la presenza di guasti o allarmi e che impongono le conseguenti modalità di intervento.
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RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI• I PLC, come dispositivi di acquisizione dati, di elaborazione di
programmi e di trasmissione dei messaggi di consenso sono molto diffusi nei sistemi controllati e consentono di garantire l’operatività di un sistema controllato.
• Con le reti logiche viene di prevalenza effettuata l’elaborazione di un programma rigidamente prefissato che prevede l’esecuzione di un insieme di operazioni in logica binaria.
• Le reti logiche vengono oggigiorno realizzate attraverso:
– FPGA (Field Programming Gate Array)
– ASIC (Application Specific Integrated Circuit)
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De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1mPLC PLC MEDI PLC GRANDI
STRUTTURA MODULAREDI UN PLC
CLASSIFICAZIONE DEI PLC• Dal punto di vista costruttivo i plc sono classificati nella maniera seguente:
• mPLC, quando gli ingressi e le uscite sono tutte digitali e inferiori a 64 e la memoria inferiore a 2 kbyte;
• PLC di medie dimensioni, quando gli ingressi e le uscite possono essere digitali e analogiche, in numero inferiore a 512 e la memoria dell’ordine di decine di kbyte;
• PLC di grandi dimensioni, quando i predetti limiti sono superati.• I mPLC sono in genere monoblocco, gli altri componibili a moduli secondo le
esigenze.
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ESEMPIODI PANNELLO OPERATORE
ESEMPIO DI INSERIMENTO DI UN PLC IN UN ARMADIO
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STRUTTURA DEI PLC
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INDICATORILED
ALIMENTATORE
ESPANSIONE DI MEMORIA
MO
DU
LI IN
OU
T/O
UTP
UT
MO
DU
LI IN
OU
T/O
UTP
UT
MO
DU
LI IN
OU
T/O
UTP
UT
CPU
INTERFACCIA OPERATORE
BATTERIA TAMPONE
CONNESSIONERETE
ASPETTO FISICO DI UN PLC
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UNITÀ DI MEMORIA
BATTERIATAMPONE
RTC (REAL TIME
CLOCK)
MODULI I/O E DEDICATI
INTERFACCE DI COMUNICAZIONE
(SERIALI, ETHERNET,
BUS DI CAMPO, REMOTE,
DI SERVIZIO, INTERNE)
ALIMENTATORE VAC / VDC
SISTEMA DI CONNESSIONE MECCANICA (GUIDA DIN
PANNELLO, RACK,FRONTE QUADRO,
PIASTRA …)
SCHEMA A BLOCCHI FUNZIONALI DI UN PLC
CPU
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BLOCCHI FUNZIONALI DI UN P L C
• il rack con alimentatore e bus di alimentazione e di trasmissione dei dati relativi ai moduli che lo compongono + bus per l’alimentazione degli altri moduli e lo scambio di dati;
• il modulo di elaborazione (microprocessore + scheda madre)• il modulo contenente la batteria tampone e la memoria ram ad accesso
rapido necessaria per contenere i dati da elaborare;• il modulo contenente la memoria non volatile (eeprom o similari) per
contenere il programma e il salvataggio dei dati in condizioni di emergenza;• i moduli di connessione ai dispositivi di misura;• i moduli di connessione agli attuatori;• i moduli di connessione alla rete di telecomunicazione;• i moduli con funzionalità prefissata (contatori, regolatori PI+D, controlli
assi)• il modulo di connessione con le periferiche operatore (stato del PLC) al
PLC può essere collegato un pannello di visualizzazione per l’operatore
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SEZIONE DI INGRESSO/USCITA
Le schede input/output specializzate sono:• regolatori standard PI+D;• schede per il conteggio veloce (lettura dell’uscita di un encoder);• schede per la lettura e il controllo della temperatura;• schede di lettura degli estensimetri;• schede per il controllo assi - le schede controllo assi hanno la peculiarità
che gli algoritmi da rendere operativi per realizzare una buona modalità di impiego del motore controllato sono in genere sofisticati e devono essere eseguiti con un elevato passo di campionamento e spesso hanno una CPU dedicata.
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SEZIONE DI INGRESSOGli elementi utilizzati per un efficace interfacciamento con il sistema da controllare sono:• stadio di isolamento realizzato in genere con optoisolatori;
• utilizzazione di contatti a vite per velocizzare le procedure di installazione dei moduli;
• visualizzazione dello stato per il debug del programma di elaborazione (ad es. tramite l’uso di LED)
INPUT
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SEZIONE DI INGRESSO• interfacciamento con i sensori adattato alle possibili caratteristiche del
segnale di uscita, che può essere:• DC 5 - 12 - 24 - 48 v;• AC 110 - 280 v;
• per i segnali in alternata occorre uno stadio di rettificazione (ponte a diodi)
• e di livellamento (condensatori elettrolitici di livellamento);
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SEZIONE DI USCITA• Relè - componente elettromeccanico a
solenoide, che permette di gestire elevate potenze con piccoli segnali di comando;
• Triac - è un relè allo stato solido che permette di gestire elevate potenze con piccoli segnali di comando e con limitata dissipazione di calore;
• Transistor – componente elettronico per amplificazione di piccoli segnali.
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STRUTTURA DEI PLCMEMORIA
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ARCHITETTURA CLASSICA
SCHEMA DELLA UNITÀ DI ELABORAZIONE DI UN PLC
Esempio pratico• PIC - Programmable Interface Controller
C P UINPUT OUTPUT
RAMDATI
ROMSISTEMA
OPERATIVO
EEPROMPROGRAMMA
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC
La memoria di un PLC è suddivisa in memoria ROM e memoria RAM.• memoria ROM (Read Only Memory) o PROM (Programmable ROM) di sola lettura in
cui risiede il sistema operativo (Basic I/O System - BIOS)
• memoria EPROM (Erasable Programmable ROM), EEPROM (Elettrically EPROM) per contenere il programma da elaborare, eventuali costanti e parametri.
(P)ROMVERGINE
SCRITTURA
(P)ROMNON MODIFICABILE
(E)EPROMVERGINE
SCRITTURA
(E)EPROMMODIFICABILECANCELLAZIONE
LETTURA
LETTURA
CPU
CPU
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC
• memoria RAM (Random Access Memory) per memorizzare il valore attuale delle variabili e alcune parti del programma scritto in (E)EPROM (caching).
RAMINATTIVA
ALIMENTAZIONE
RAMATTIVA
LETTURA
CPUSPEGNIMENTO SCRITTURA
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC
La memoria RAM viene utilizzata per immagazzinare:• i dati provenienti dal sistema da controllare;• i risultati intermedi delle elaborazioni; • i dati da inviare agli attuatori;• I dati dei programmi di supervisione dedicati al controllo delle attività del
PLC;• i dati dei programmi di elaborazione dei programmi utente;• i dati dei programmi di comunicazione con altri PLC o con l’apparato da
controllare;• i dati dei programmi di diagnostica interna del PLC stesso quali ad
esempio il controllo di parità della memoria per la gestione degli errori e l’IRQ di watchdog.
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLCTIPOLOGIE DI MEMORIE ROM (READ ONLY MEMORY)
• La memoria ROM viene scritta con processi dedicati una sola volta. Viene generata una maschera ed essa viene stampata sul circuito. Ogni modifica della ROM, implica modificare la maschera a discapito della versatilità del processo di produzione.
• La memoria PROM viene scritta una sola volta bruciando dei fusibili che attivano la rete logica. Si creano quindi delle ROM vergini che vengono «bruciate»
• La memoria EPROM può essere riscritta più volte. Il processo di scrittura avviene elettricamente con un processo noto con breakdown a valanga in cui si applica una tensione di programmazione molto superiore a quella di funzionamento. La cancellazione avviene attraverso l’uso di raggi ultravioletti, in maniera manuale.
• La memoria EEPROM può essere cancellata elettricamente, facilitando pertanto il processo di aggiornamento del firmware del controllore.
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC
TIPOLOGIE DI MEMORIE RAM (RANDOM ACCESS MEMORY)• La memoria RAM può essere letta e scritta a blocchi e non
necessariamente in serie come la EEPROM.
• La memoria SRAM (Static RAM) una volta scritta entra in idle e non richiede ulteriore alimentazione. Ma se non alimentata può perdere le informazioni immagazzinate pertanto NON è come una EEPROM. E’ molto veloce, consuma poco, di semplice progettazione ma di bassa densità e quindi di alto costo per Mbyte.
• La memoria DRAM (Dynamic RAM) viene alimentata periodicamente per evitare la perdita di dati. E’ discretamente veloce, è energivora, ma ha una densità altissima e quindi meno costosa per Mbyte della SRAM.
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC
• Le memorie SRAM sono molto veloci, consumano poco, ma sono costose e difficili da integrare pertanto sono solitamente usate per le memorie cache, dove elevate velocità e ridotti consumi sono le caratteristiche fondamentali.
• async SRAM (SRAM asincrona): tali memorie lavorano in modo asincrono rispetto al clock della CPU e ciò comporta stati di attesa della CPU (wait state) per l'accesso. Viene utilizzata come cache di secondo livello;
• sync SRAM (SRAM sincrona): tali memorie lavorano in sincronia con il clock della CPU. Hanno quindi tempi di attesa molto ridotti (o annullati). Viene utilizzata come cache di primo livello;
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MEMORIE EEPROM RIMOVIBILI
MMC
CompactFlash
PLC
SmartMedia
Secure DigitalxD
RS-MMC
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AREA INGRESSI
32 wordda 16 bitI0- I31
AREA USCITE32 wordda 16 bitU0- U31
AREA TEMPORIZZATORI
T0- T15
AREACONTATORI
C0- C15
AREA PI+D
P0- P3
AREA UTENTE512 wordda 16 bit
W0- W511
ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM
AREA INGRESSI formata da 32 word da 16 bit indirizzabili da i0 a i31. Per ingressi di tipo digitale ad un bit, ciascun bit di ogni word può essere così indirizzato ix:y dove:• i indica che la word è dell’area ingressi;• x indica l’indirizzo della word (0-31)• y indica il bit da indirizzare (0-15)
AREA USCITE formata da 32 word da 16 bit indirizzabili da u0 a u31 ciascun bit di ogni word può essere così indirizzato: ux:y dove:• u indica che la word è dell’area ingressi;• x indica l’indirizzo della word (0-31)• y indica il bit da indirizzare (0-15)
N.B.: 1 nibble = 4 bit ; 1 byte = 8 bit ; 1 Word = 16 bit ; 1 Double Word = 32 bit
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ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM
AREA UTENTE costituita da 512 word da 16 bit indirizzabili da W0 a W511 per ciascuna è possibile l’indirizzamento del singolo bit.
AREA TEMPORIZZATORI costituita da 16 word da 16 bit indirizzabili da T0 a T15
AREA CONTATORI costituita da 16 word da 16 bit indirizzabili da C0 a C15
AREA PI(D) riservata a 4 strutture PI+D indirizzabili da P0 a P3
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STRUTTURA DEI PLCSCHEDE DI I/O
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PLC CONFIGURATO A MODULI
ALIMENTATORE
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RE
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PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 47
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ALIMENTATORE
L'alimentatore è utilizzato per fornire l'energia elettrica a tutte le schede del PLC. Fornisce le tensioni a +5V necessarie alle schede elettroniche, le tensioni a +/-12V, le altre tensioni necessarie, sempre in corrente continua. Può essere interno o esterno al PLC.
CPU• La CPU è una scheda complessa basata su un microprocessore con un
sistema operativo proprietario, e con una zona di memoria a disposizione del programma di automazione. Sono a 4 bit (logiche), 8 bit (somma), 16 bit (moltiplicazione) ma anche 32 e 64 bit (floating).
• La memoria programmabile è spesso esterna come ad esempio nel caso di memoria EEPROM. Il vantaggio di una memoria esterna è legata alla semplicità di programmazione o di modifica dello stesso.
• La CPU durante il funzionamento a regime, colloquia con tutte le schede connesse sul BUS del PLC, trasferendo dati e comandi sia verso il mondo esterno, sia dal mondo interno.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 48
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Una delle caratteristiche peculiari delle CPU dei PLC è la loro capacità di poter gestire le modifiche del programma di gestione del processo durante il normale funzionamento (on-the-fly programming). Questa possibilità è estremamente utile nel caso di impianti che devono essere sempre attivi.All'interno della CPU sono varie parti, tra cui• unità di gestione, ovvero informazioni di gestione del PLC stesso,
impostate dal costruttore e trasparenti all'utente; • archivio di temporizzatori e contatori funzionali all'operatività del PLC; • memorie di stato, cioè le informazioni in ingresso ed i comandi in uscita dal
processo; • memoria utente, in cui vengono scritti i programmi che il PLC deve
eseguire; • interfaccia per il dispositivo di programmazione, che comunica con gli
strumenti di programmazione; • bus dati, (comando + indirizzi) per la veicolazione dei dati fra le varie parti e
con l'esterno della CPU.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 49
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SCHEDE DI INGRESSO DIGITALILe schede di ingresso digitali sono utilizzate per il monitoraggio di grandezze fisiche rappresentate in forma digitale, cioè di tensioni a due valori (ad esempio 0-5V, oppure 0-24V). Ogni scheda può gestire 2N (2,4,…,64,ecc.) ingressi digitali differenti. I segnali dal campo vengono fatti arrivare con cavi elettrici fino alla morsettiera della scheda ed ogni singolo canale è opportunamente protetto da fusibili di adeguato amperaggio.
SCHEDE DI USCITA DIGITALILe schede di uscita digitali sono utilizzate per i comandi di attuatori digitali. Ad esempio un relè è un attuatore digitale, in quanto può avere soltanto due stati stabili: diseccitato, o eccitato. Altro esempio di attuatore digitale è una valvola a due stati: aperta o chiusa (ad es. elettrovalvola). Anche nel caso di schede di uscita digitali, si possono gestire un numero 2N di uscite.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 50
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SCHEDE DI INGRESSO ANALOGICHE• Questo tipo di schede di ingresso permettono il monitoraggio di grandezze
elettriche il cui valore può variare entro un intervallo. • Le grandezze in gioco sono in tensione o in corrente. Ad esempio sono
disponibili schede di ingresso analogiche in corrente, con un intervallo variabile tra 4 e 20 mA.
• Molti produttori di PLC rendono disponibili schede con ingressi analogici:• Termoresistenze Pt100/Pt1000
• Termocoppie T, J, K, ecc.
• Queste schede sono disponibili con varie risoluzioni (8-12-14-16 bit) e con 1 o più (2N) ingressi distinti disponibili in morsettiera o con connettore.
CHROMEL ALUMEN
FERROCOSTANTANA
RAMECOSTANTANA
termo-resistenze in platino (Pt), in cui la
resistenza alla temperatura di 0 °C è pari rispettivamente a
100 Ω e 1000 Ω.
EFFETTO Seebeck
ECONOMICHENON LINEARIPOCO ACCURATE (+/- 1°C)
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 51
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
BUS
SCHEDE DI USCITA ANALOGICHE• Le schede di uscita analogiche permettono di controllare degli attuatori di
tipo continuo. • Possono essere in corrente o in tensione ed avere una
determinata risoluzione esprimibile in bit. • Ad esempio è possibile comandare la velocità di un motore
elettrico tramite un inverter CA-CA operando sulla frequenza di uscita.
• Possono servire anche per regolazioni di temperatura o regolazioni di luce.
SCHEDA ANALOGICADI OUTPUT
OUTPUTANALOGICO
ATTUATORE
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 52
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SCHEDE DI COMUNICAZIONE• Il PLC durante il suo funzionamento può comunicare con altri PLC,
computer o dispositivi CNC (computer numerical control) come presse piegatrici, punzonatrici, torni, fresatrici e macchine di taglio lamiera;
• La comunicazione con computer e altri dispositivi avviene tramite tipi di connessione standard come:• RS232 – Seriale
• RS422/RS485 – Seriale
• TCP/IP (RJ45) o USB• La comunicazione con altri PLC avviene tramite protocolli standard, ad
esempio:• Profibus - Modbus - CANBUS - ecc.
Recommended Standard
Recommended Standard
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 53
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SCHEDE DEDICATE• Qualunque PLC di livello medio alto, oltre le consuete schede di
ingresso/uscita, analogiche/digitali, ha a catalogo moduli dedicati a particolari compiti di automazione.
• Il vantaggio nell'utilizzare tali schede è quello di avere il controllo di un'operazione/evento indipendentemente dal ciclo del PLC, relegando il PLC alla funzione di controllo/parametrizzazione.
• L'offerta è veramente vasta e ogni produttore propone a catalogo le più svariate soluzioni, fra cui si segnalano:• Contatori;• PID;• Controllo assi.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 54
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SCHEDE DI CONTEGGIO• Accolgono il segnale di un sensore di conteggio e direzione più un canale
di azzeramento. Il cablaggio funziona in single ended (Ground + Segnale, come nella RS232, non robusto al rumore) che in differenziale (normalmente secondo lo standard RS-422);
• Normalmente è possibile programmarle in modo che scatenino un evento (per esempio alzando un'uscita) al raggiungimento di una soglia o all’interno di un intervallo di valori.
ENCODERDISCO
OTTICOA 8 BIT WIRE
BUS
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 55
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SCHEDE PI+D• Sono schede ad un ingresso ed una uscita ed applicano un anello di
controreazione locale.
SCHEDE CONTROLLO ASSI• Si impiegano ove sia necessario controllare il movimento di un organo
meccanico tramite un motore brushless o passo passo. Alcune schede presentano un funzionamento particolarmente semplice permettendo di fissare una quota di consegna che l'asse deve raggiungere e un ingresso per il feedback di posizione. Altre permettono grandissima flessibilità e permettono di emulare diversi profili. Richiedono generalmente un modulo di potenza esterno (amplificatore di corrente) per il comando effettivo del profilo desiderato al motore.
Sono utili per regolare temperature, pressioni, tensioni, correnti, etc.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 56
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PROGRAMMAZIONE DEI PLC
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 57
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BUS
PROGRAMMAZIONE DI UN PLC• Il PLC per ottemperare ai suoi compiti deve essere programmato. • La programmazione del PLC è effettuata normalmente con un PC sul quale
un software specializzato (SDK - Software Development Kit) permette di creare programmi da scaricare nella memoria della CPU del PLC.
• Tali software possono leggere il programma direttamente dalla memoria della CPU, e visualizzare il programma sul PC.
• Normalmente il programma può essere testato in un ambiente di simulazione o di realtà virtuale per essere validato.
SDK
(E)EPROM / FLASH
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 58
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MODALITÀ DI ESECUZIONE DI UN PROGRAMMA
Un PLC esegue secondo una modalità ciclica un programma utente scritto in uno dei linguaggi definiti dalle norme IEC.La sequenza delle operazioni è la seguente:
• lettura degli ingressi e scrittura del loro contenuto in una particolare locazione di memoria (buffer di lettura). Le variabili di ingresso possono provenire da sensori di varia natura, (on/off, analogici, digitali) o da altri PLC;
• esecuzione del programma. Le istruzioni vengono eseguite una dopo l’altra, procedendo dall’alto verso il basso, con operandi prelevati dalla memoria e risultati conservati in locazioni di memoria riservate;
• scrittura delle uscite. I risultati delle elaborazioni vengono inviati a locazioni di memoria particolari.
I dati in uscita possono essere segnali di comando di un attuatore o oppure dati da scambiare con altri PLC.
Il comando di inizio e di termine dell’esecuzione di un programma deve essere inviato dall’esterno.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 59
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ELABORAZIONE DI UN PROGRAMMALa modalità di elaborazione di un programma è affidata al sistema operativo del PLC ed è effettuata in maniera ciclica e completamente automatica.In ogni ciclo si susseguono i seguenti stati:
1) inizio di un ciclo di elaborazione2) lettura degli ingressi e trasferimento del
loro valore nell’area di memoria dedicata3) elaborazione degli ingressi per il calcolo
dei risultati, che costituiscono le variabili di uscita
4) inserimento di un opportuno tempo di attesa per ottenere che le variabili di uscita siano disponibili all’istante desiderato per realizzare la modalità di controllo real-time
5) trasferimento del valore delle variabili di uscite in una area di memoria dedicata
6) fine del ciclo di elaborazione e inizio di un nuovo ciclo
COPIA DEGLIINGRESSIINGRESSI
COPIA DELLE USCITEUSCITE
ELABORAZIONE
TEMPO DI ATTESA
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 60
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CICLO DI ESECUZIONE DI UN PROGRAMMA
LETTURAINGRESSI
ESECUZIONEPROGRAMMA
RETEAGGIOR-
NAMENTOUSCITE
TEMPO DI ATTESA
TEMPO DI ESECUZIONE DI UN SINGOLO CICLO:
• lettura ingressi
• esecuzione programma
• tempo di attesa
• aggiornamento uscite
• Inoltro delle uscite in rete
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 61
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SOFTWARE DI PROGRAMMAZIONE DEI P L CSECONDO LE NORME IEC 61131-3
LINGUAGGI GRAFICILD - LADDER DIAGRAMFBD - FUNCTION BLOCH DIAGRAMSCF - SEQUENTIAL FUNCTION CHART
LINGUAGGI TESTUALI IL - INSTRUCTION LISTST - STRUCTURATED TEXT
Nella stesura del programma in uno di tali linguaggi viene utilizzato un software dedicato allo sviluppo, alla validazione e alla rappresentazione grafica utilizzando i propri simboli grafici e il proprio insieme di istruzioni.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 62
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LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONESECONDO LE NORME IEC 61131
LADDER DIAGRAMSCHEMA A CONTATTI
ottenuto come trasposizione informatica dei quadri a relè.
FUNCTIONAL BLOCK DIAGRAM
ottenuto come trasposizione dei diagrammi circuitali in cui le interconnessioni rappresentano i percorsi dei segnali che collegano i vari componenti. I blocchi rappresentano le singole operazioni logiche.
SEQUENTIAL FUNCTIONAL CHART
ottenuto applicando un formalismo grafico per la descrizione di operazioni logiche sequenziali e formalismi grafici proprio di altri linguaggi di programmazione. utilizzato per descrivere in maniera orientata alla progettazione sistemi complessi di automazione.
LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONE GRAFICI
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 63
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STRUCTURED TEXT
linguaggio di programmazione strutturato ad alto livello con un formalismo che si ispira al BASIC e al PASCAL. È adatto alla rappresentazione di procedure complesse che non potrebbero essere descritte con i linguaggi grafici.
INSTRUCTIONLIST
linguaggio di programmazione di basso livello molto simile all’ASSEMBLER. Le istruzioni sono costituite da un operatore e da un solo operando e fanno riferimento ad un registro di memoria. I formalismi adottati possono essere molto differenti in quando fissati dal produttore dell’hardware per il PLC.
LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONE TESTUALI
LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONESECONDO LE NORME IEC 61131
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 64
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LINGUAGGIO LADDERLinguaggio grafico per tecnici esperti di quadri a relè.
Esprimibile in termini di relè o di porte logiche;
Nella figura in alto i primi due gradini realizzano la sezione di acquisizione dei segnali in ingresso sui relè R0, R1 mentre il terzo gradino realizza l'equazione logica di comando di una specifica uscita (in questo caso l’and)
FASE NEUTRO
E1.0 R0
E1.1 R1
R0 R1 A4.0
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 65
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DIAGRAMMA FUNZIONALE A BLOCCHI ( FBD)
Il FUNCTION BLOCK DIAGRAM è un linguaggio grafico nel quale il programma di elaborazione è modellato come un flusso di dati e di segnali attraverso gli elementi di elaborazione (function block). Può essere visto come l’analogo dei diagrammi circuitali, in cui le connessioni rappresentano i percorsi dei segnali tra i componenti.
Un blocco funzionale ha due caratteristiche principali, la definizione dei dati (ingressi e uscite) e l’algoritmo che realizza le elaborazioni da effettuare sul valore degli ingressi e delle variabili interne (locali o globali) e produce i nuovi valori delle variabili di uscita.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 66
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ESEMPIO DI DIAGRAMMA FUNZIONALE A BLOCCHI ( FBD)
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 67
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SFC - SEQUENTIAL FUNCTION CHARTNel SEQUENZIAL FUNCTION CHART sono rappresentati gli elementi chiave di una procedura sequenziale, ossia le condizioni per passare da uno stato ad un altro e gli effetti (uscite fisiche) presenti mentre si trova in uno stato particolare.
Risulta utile per partizionare un problema di controllo.
Mostra una visione di insieme utile per una rapida diagnostica.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 68
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DEFINIZIONE DI:
• STATO (FASE, TAPPA, PASSO)• descrive l’evoluzione temporale del funzionamento di un sistema complesso
mediante una successione temporale di situazioni operative più semplici (fasi), nelle quali è attivo solo un sottoinsieme degli ingressi e delle uscite
• Associa ad ogni stato un algoritmo di controllo diverso da quelli associati agli altri stati
• TRANSAZIONI• rappresenta il passaggio da uno stato ad un altro stato• associa ad ogni transizione la condizione che deve essere verificata affinché possa
avvenire la transizione
STATO n
STATO n+1
TRANSIZIONECONDIZIONE AFFINCHÉ LA TRANSIZIONE POSSA ESSERE ATTIVATA
…………
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 69
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I CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILEIL LINGUAGGIO GRAFCET
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 70
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GRAFCETPECULIARITÀ:
• è un linguaggio standard di specifica da cui prende le mosse il sequential function chart di tipo top-down
• è una evoluzione industriale delle reti di PETRI• ottimo per un approccio alla progettazione di tipo top-down
• strumento grafico per la rappresentazione e l’analisi di sistemi ad eventi discreti• definizione di stato nel GRAFCET
• uno stato è una condizione operativa del sistema al quale è associato un ben preciso algoritmo di controllo, diverso da quello associato agli altri.
• uno stato è una condizione operativa• durante il tempo di permanenza in uno stato le uscite del sistema controllato
possono variare per effetto delle variazioni degli ingressi o dello scorrere del tempo
• nel GRAFCET esiste una sintassi molto precisa per definire gli stati, le transizioni ed i collegamenti
Nel seguito sanno elencate alcune istruzioni, il significato alcune regole di sintassi ed alcuni esempi molto semplici di tipi di azioni, di strutture di collegamento e di strutture speciali.
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 71
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
ISTRUZIONI IN LOGICA BINARIAAND, OR, XOR, NOT
S SETR RESETSR SET-RESET DI UN CIRCUITO BISTABILERS RESET-SET DI UN CIRCUITO BISTABILE
RISULTATI DI OPERAZIONI LOGICHE
EQ EGUALELE MINORE O EGUALELT MINORE DI …GE MAGGIORE O EGUALEGT MAGGIORE DI …NE DIFFERENTE DA …
ISTRUZIONI DI CONFRONTO
CTD CONTEGGIO A CRESCERECTU CONTEGGIO A DECRESCERE
ISTRUZIONI DI CONTEGGIO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 72
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SINTASSI– STATI
• ad ogni stato vanno associate le azioni da intraprendere quando l’elemento o il sistema da controllare è in quello stato
• un algoritmo di controllo è attivo quando il sistema si trova in uno stato• due stati vanno sempre separati da una transizione
– TRANSIZIONI• ad ogni transizione va associata una sola condizione che ne determina
l’attivazione (passaggio ad un nuovo stato)• due transizioni successive non separate da uno stato non sono possibili
– COLLEGAMENTI• partono da uno stato ed arrivano ad un altro stato• sono indicati di solito con linee verticali, ma è opportuno indicare i
collegamenti con frecce per evitare ambiguità
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 73
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
REGOLE DI EVOLUZIONE– INIZIALIZZAZIONE
• occorre definire gli stati attivi all’inizio del funzionamento• gli stati iniziali possono essere più di uno• si indicano con due quadretti uno dentro l’altro• possono non essere i primi stati di uno schema
– ABILITAZIONE DELLE TRANSIZIONI• una transizione si dice abilitata quando lo stato di partenza è attivo• una transizione non abilitata non viene testata• una transizione diventa attiva quando è abilitata e la condizione associata è
verificata. • la transizione attiva determina il cambio di stato.• il controllo relativo allo stato precedente viene interrotto e viene attivato quello
relativo allo stato successivo
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 74
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
TIPI DI AZIONI
n AZIONE A
CONDIZIONE C
AZIONECONDIZIONATA
m
n
AZIONE A
AZIONE A
m
n
A
AZIONE CONTINUA
n
C
A
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 75
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
AZIONE TEMPORIZZATALIMITATA NEL TEMPOTx = Timer n. xn = stato triggerd = durata
n AZIONE A
NOT (Tx/n/d)n
A
Tx d
AZIONETEMPORIZZATARITARDATA
n AZIONE A
Tx/n/d n
C
A
d
TIPI DI AZIONI
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 76
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
No
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
SCELTA ALTERNATIVA PARALLELISMO
NO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 77
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
No No
SINCRONIZZAZIONECONVERGENZA
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 78
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1MUTUA ESCLUSIONE TRA SEQUENZE
SEQUENZE DA RENDEREMUTUAMENTE ESCLUSIVE
AD ESEMPIO: AGISCONO SULLA
STESSA PARTE DI IMPIANTO
CON AZIONI DIVERSE
4
8
T3-4
3
9
11
17
T10-11
10
18
(T3-4)*(T10-11) = 0NON BASTA
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 79
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1MUTUA ESCLUSIONE TRA SEQUENZE
(T3-4)*(T10-11)=0NON BASTA
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
4
8
T3-4
3
9
11
17
T10-11
10
18
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 80
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1MUTUA ESCLUSIONE TRA SEQUENZE
3
4
8
9
T3-4
10
11
17
18
T10-11
S SEMAFORO
SINCRONIZZAZIONE 3
SBLOCCO
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 81
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
PUNTO DI SINCRONIZZAZIONE
4
5
6
3
T4-5
10
11
12
13
T12-13
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 82
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
SINCRONIZZAZIONE DI SEQUENZE INDIPENDENTI
S semaforo
4
5
6
3
T4-5
10
11
12
13
T12-13
STRUTTURE DI COLLEGAMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 83
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
STRUTTURE SPECIALI
4
6
3 10
11
12
11
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 84
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
In questa lezione sono stati trattati i seguenti argomenti:
• presentazione del linguaggio GRAFCET• elenco delle istruzioni più in uso• significato di alcune istruzioni e di alcune strutture di collegamento
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 85
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
I CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILEESEMPI DI PROGRAMMAZIONE
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 86
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
AUTOMAZIONE A RELÈ
E1.0 R0FASE NEUTRO
E1.1 R1
R0 R1 A4.0
SCHEMA FUNZIOLALE PER LA ELABORAZIONE
SCHEMA CIRCUITALE CON I RELÈ
CIRCUITO DI INGRESSO
CIRCUITO DI USCITA
DC DC
ACRELÈ R0
OUT 4.0
RELÈ R1
IN 1.1IN 1.0
ALIMENTAZINE DEL CIRCUITO DI USCITA
ALIMENTAZINE DEL CIRCUITO DI INGRESSO
VARIABILI LOGICHE COLLEGATE AGLI
INGRESSI
VARIABILE DI
USCITA
ATTIVAZIONE DEGLI INGRESSI
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 87
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
FUNZIONI LOGICHE CON CONTATTI (RELÈ)
B = A1 OR A2
A1 A2 BB = A1 AND A2
B = (A1 AND A2) OR A3
FASE NEUTRO
A1
A2
B
A1 A2
A3 B
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 88
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
QUADRI A RELÈ
E10.
R2
FASE NEUTRO
E11
R0
R1
E12 R2
R0 R1 A4.0
A4.1
A4.2
R1
CONTATTO NORMALMENTE
APERTO
CONTATTO NORMALMENTE
CHIUSO
ATTIVAZIONE DI UN INGRESSO
ATTIVAZIONE DI UNA USCITA
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 89
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
SCHEMA IMPIEGATO PER RAPPRESENTARE L’ELABORAZIONI DI RETI LOGICHE CON CIRCUITI A RELÈ
R2
R0 R1 A4.0
A4.1
A4.2
R1
CONTATTO NORMALMENTE APERTO
CONTATTO NORMALMENTE CHIUSO
ATTIVAZIONE DI UNA USCITA
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 90
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
ESEMPIO DI COMBINAZIONE AND
INSTRUCTION LIST (IL)
FUNCTION BLOCK DIAGRAM (FBD)
LADDER DIAGRAM (LD)
ESEMPI DI PROGRAMMAZIONE NEI DIVERSI LINGUAGGI
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 91
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
&E1.0
E1.1
A4.0 1
A4.1
E1.2
E1.12³ 1
FUNCTION BLOCK DIAGRAM (FBD)
DIAGRAMMA STRUTTURATO A BLOCCHI COME UN DIAGRAMMA CIRCUITALE DI ELEMEMENTI LOGICI SEMPLICI (AND, OR) O PIÙ SOFISTICATI (FLIP-FLOP)
AND( )
E1.0 E1.1 A4.01
( )OR
E1.2
E1.1
A4.12
V+ V-
LADDER DIAGRAM (LD)
DIAGRAMMA STRUTTURATO SECONDO LO SCHEMA CIRCUITALE DI UN DISPOSITIVO DI CONTROLLO A RELÈ
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 92
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
STRUCTURATED TEXT (ST) INSTRUCTION LIST (IL)
PROGRAMMA STRUTTURATO IN MODO ANALOGO AL PASCAL
PROGRAMMA STRUTTURATO IN MODO ANALOGO AD UN LIGUAGGIO ASSEMBLATIVOLD TRURE (*load TRUE in the accumulator*)
ANDN BOOL1 (*execute AND with the nega-ted value of the BOOL1 variable*)
JAMPC LABEL (*if the result was TRUE, then jump lo the label LABEL*)
LDN BOOL2 (*save the negated value of*)
ST ERG (*BOOL2 in ERG*)
LABEL:
LD BOOL2 (*save the value of*)
ST ERG (*BOOL2 in ERG*)
CASE INF1 OF1,5: BOOL3:= TRUE;BOOL3:= FALSE;2: BOOL2:= FALSE;BOOL3:= TRUE;ELSEBOOL1:= NOT BOOL1;BOOL2:= BOOL1 NOT BOOL2;END_CASE;
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 93
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
ROBOT
CELLA DI PRODUZIONE
1
NASTRO
TRASPORTATORE
IMPIANTO DI PRODUZIONE DI PEZZI LAVORATI
ROBOT
CELLA DI PRODUZIONE
3
CELLA D
I PRO
DU
ZION
E
RO
BO
T
4
RO
BO
T
CEL
LA D
I PR
OD
UZI
ON
E
2
OUTPUT
INPUT
PRESTAZIONI RICHIESTE15 VARIETÀ DI PRODOTTO
OTTENUTE DA 4 TIPI DI LAVORAZIONE
STRUTTURA 4 ROBOT DI LAVORAZIONE1 PORTA DI INGRESSO1 PORTA DI USCITA5 NASTRI TRASPORTATORI4 PORTE DI SCAMBIO
ESEMPIO DI INSERIMENTO DEI PLC IN UN SISTEMA DI PRODUZIONE
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 94
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
CELLA DI PRODUZIONE
CELLA DI PRODUZIONE
1
3
CE
LLA
DI
PR
OD
UZI
ON
E2
CE
LLA DI
PR
OD
UZIO
NE
4
INSERIMENTO DELLA STRUMENTAZIONE
5 AZIONAMENTI PER LA MOVIMENTAZIONE DEI NASTRI TRASPORTATORI
4 ATTUATORI PNEUMATICI PER AZIONARE LE PORTE DI SCAMBIO
NASTRO
TRASPORTATORE
ROBOT
RO
BO
T
ROBOT
RO
BO
T
4 CELLE DI LAVORAZIONE
5 NASTRI TRASPORTATORI
4 ROBOTOUTPUT
INPUT1 PORTA DI INGRESSO
1 PORTA DI USCITA
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 95
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
AZ3
AZ2
AZ4
AZ1
ROBOT
RO
BO
T
RO
BO
T
ROBOT
NASTRO
TRASPORTATOREINPUT
CELLA DI PRODUZIONE
AT3
AT4
AT2
AT1
AZ5
CELLA DI PRODUZIONEC
ELLA
DI
PRO
DU
ZIO
NE
CELLA D
I PR
OD
UZIO
NE
1
3
2
OUTPUT
4
INSERIMENTO DELLA STRUMENTAZIONE
STRUMENTAZIONE PER L’AUTOMAZIONE
STRUMENTAZIONEDI BASE
5 AZIONAMENTI PER LA MOVIMENTAZIONE DEI NASTRI TRASPORTATORI
4 ATTUATORI PNEUMATICI PER AZIONARE LE PORTE DI SCAMBIO
12 LETTORI DI CODICI A BARRE
12 SENSORI DI PROSSIMITÀIL PERCORSO SUI NASTRI TRASPORTATORI È SUDDIVISO IN 12 SEZIONI
S5S6
S3
S4
S1
S7
S9S10
S11 S8
S2S12
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 96
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
INSERIMENTO DEI PLC
ROBOT
RO
BO
T
RO
BO
T
ROBOT
NASTRO
TRASPORTATOREINPUT
CELLA DI PRODUZIONE
AT4CELLA DI PRODUZIONEC
ELLA
DI
PRO
DU
ZIO
NE
CELLA D
I PR
OD
UZIO
NE
1
3
2
OUTPUT
4RETE DI COMUNICAZIONE
5 PROGRAMMABLE LOGIC CONTROLLER
1 PERSONAL COMPUTER INDUSTRIALE
PLC3
PLC
4
PLC5
PLC1
PLC
2
PC
DISPOSITIVIPER RENDERE OPERATIVA
L’AZIONE DI CONTROLLO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 97
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
P L C 1 P L C 2 P L C 3 P L C 4
P L C 5
P C
DAL SENSOREEVENTO
INGRESSO
EVENTOUSCITA
ALL’ATTUATORE
PERCORSODELLE ELABORAZIONI
TRASMISSIONE
TRASFERIMENTO
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 98
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W4
ROBOT
RO
BO
T
RO
BO
T
ROBOT
CELLA DI PRODUZIONE
CELLA DI PRODUZIONEC
ELLA
DI
PRO
DU
ZIO
NE
CELLA D
I PR
OD
UZIO
NE
3
OUTPUT
INPUT
PLC 3
PLC 1
PLC
2
PLC
4
PLC 5
1
2
4
PERCORSO DI UNA ISTRUZIONE
DA W8 A W9DA S8 INDIVIDUA PEZZO
INDIVIDUA POSIZIONE
TRASMETTE A PLC4
TRASMETTE A PLC 5
TRASMETTE A PCELABORA
PERCORSOTRASMETTE A
PLC5TRASMETTE A
PLC4COMANDA ATTUATORE
AT4
W8W9
W7
W6
W5
W2
W1
W3
W4 W11
W10
W12
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 99
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
RE
AL
TIM
E
SENSORI DISPOSITIVI DI MISURA AZIONAMENTI VALVOLE DI
REGOLAZIONE
RETE DI CAMPO
PLC PLCSCHEDE
CONTROLLOASSI
RETE PER IL CONTROLLO
PLC PLCWORKSTATION
RETE PER LA GESTIONE
WORKSTATION SERVER MAINFRAME
SISTEMA INFORMATICO PER LA REALIZZAZIONE DELL’AUTOMAZIONE
PLC – CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVEslide 100
De Carli - Suraci A.A. 2010/2011 AUTOMAZIONE 1
REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INFORMATICO PER L’AUTOMAZIONE