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Contributo delle Nuove Tecnologie all'analisi e alla gestione del
Rischio idrogeologico
Dott. Geol. Niccolò Iandelli
Seminario Formazione internaFondo Sociale Europeo
Tolentini, 11 Marzo 2009
Contributo delle NTall'analisi e alla gestione del
Rischio idrogeologicoTolentini 11 Marzo 2009
N.Iandelli
AMBIENTE“geomorfologia”
UOMOattività antropica
Pericolosità geomorfologica Vulnerabilità territoriale
RISCHIO
X
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Rapporto UNESCO di Varnes & IAEG 1984
Entità del danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un particolare evento calamitoso
“ “
R = H x V x EEquazione del rischio
Hazard (Pericolosità) = probabilità che un fenomeno potenzialmente distruttivo si verifichi in un dato periodo di tempo ad in una data area.
Vulnerability ( Vulnerabilità) = grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi espresso in scala da 0 (nessun danno) a 1 (perdita totale).
Element at risk (Elementi a rischio) = popolazione, proprietà, attività economiche, infrastrutture, beni naturali, etc... .
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Rapporto UNESCO di Varnes & IAEG 1984
R = H x V x E
Rs
D
Specific Risk (Rischio specifico) = grado di perdita atteso quale conseguenza di un particolare fenomeno naturale, prodotto di HxV
Damage (Danno) = esprime l’entità potenziale delle perdite nel caso del verificarsi dell’evento temuto, con alcune ipotesi può essere definito dal prodotto V x E
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Rischi Ambientali
FraneAlluvioniErosioni costiere e mareggiateSubsidenze e sprofondamentiValangheCrisi idriche
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Esempi....
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Progetto IFFI
Annuario dei dati ambientali
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Fonte ISPRA
Frane e alluvioni rimangono tra le maggiori cause di rischio naturale in vaste porzioni
di territorio.(Annuario, Apat 2007)
Rischio idrogeologicoIndice di Franosità
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RISCHIO IDROGEOLOGICO
Processi naturali impulsivi
Processi naturali lenti
Processi antropici
Frane e alluvioniSubsidenza, desertificazione, cambiamenti climatici
Cementificazione, subsidenza antropica,
cave,etc..
Pericolosità idraulica
Pericolosità geologicaPericolosità
geomorfologica
Indica la PROBABILITA’ che un certo fenomeno di instabilitàgeomorfologica si verifichi, con una data energia, in un certopunto del territorio in un determinato intervallo di tempo
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Indica la PROBABILITA’ che un certo fenomeno di instabilitàgeomorfologica si verifichi, con una data energia, in un certopunto del territorio in un determinato intervallo di tempo
Pericolosità geomorfologica
- Dimensioni e Velocità?- Dove?- Quando?
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Il bacino idrografico è l'area topografica di raccolta delle acque che scorrono sulla superficie del suolo e che confluiscono verso un determinato corpo idrico, detto recettore o collettore. Ogni bacino idrografico è separato da quelli contigui dalla cosiddetta linea dello spartiacque. Il bacino idrografico può essere diverso dal bacino idrogeologico.
Cenni di idrogeologia
Spartiacque
Soglia
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Cenni di idrogeologia
E
D
P
I
+
+
=Precipitazione
Evapo-traspirazione = Perdite di acqua nelll'atmosfera che avvengono per evaporazione (fenomeno fisico) o per traspirazione (fenomeno biologico) L'evapotraspirazione viene calcolata sulla base di formule sperimentali basate sui valori di serie storiche del deficit (P-D).
Deflusso ipodermico = circolazione d'acqua nel terreno superficiale. Deflusso sotterraneo = corrisponde all'acqua che arriva al reticolo attraverso un deflusso all'interno del suolo
Infiltrazione = parte di precipitazione che va ad alimentare le falde acquifere.
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P
E
E
II
DDs
Dip
P=E+D+I
Il BILANCIO IDROLOGICO
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TEMPO DI RITORNOT di un evento X il numero di anni in cui il valore X è superato mediamente una sola volta.
T=1/Ps
Dove Ps è la probabilità di superamento dell'evento X = Ps = 1-P(X)
Parametro molto importante dal punto di vista dellapianificazione territoriale, ma è difficile da ottenere.
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TEMPO DI CORRIVAZIONETempo che intercorre fra la caduta dell'ultima “goccia” di precipitazione e il momento in cui questa “goccia” attraversa la sezione di chiusura. Si può calcolare con la formula di Giandotti:
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Relazione tra precipitazione e Idrogramma di piena
Qmax
Qbase
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CLASSE EFFETTI MISURE
P4 Perdita di vite umane, gravi danni a edifici e infrastrutture, attività economiche, patrimonio ambientale
Demolizioni senza ricostruzioniManutenzione straordinariaOpere sistemazione frane
P3 Problemi di incolumità delle personeDanni a edifici e al patrimonio ambientaleInterruzione attività economiche
Ristrutturazione edilizia senza aumento vol/supManutenzione ordinaria
P2 Danni minori agli edifici, danni sociali, danni economici Completamento previsioni urbanistiche previa compatibilità idrogeologica. Esclusa espansioni urbanistiche
P1 Danni marginali Ricordarsi che tali aree sono andate sommerse. Fare le necessarie verifiche prima di utilizzare quelle aree
P3P3 P2P2 P1P1150 m
1 m
Rusconi, modificato
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Pordenone, 2002
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FATTORI DI INNESCO DEI FENOMENI FRANA
- fattori geologici: riguardanti il tipo di roccia che costituisce l’area di interesse
- fattori idrogeologici: quali la permeabilità delle formazioni rocciose che condiziona il tipo di circolazione idrica superficiale e sotterranea
- fattori morfologici: le pendenze dei versanti dell’area di interesse che rivestono particolare importanza, poiché la forza che permette il movimento della frana è quella di gravità.
- fattori strutturali: quali la presenza o meno di fratture o faglie, superfici di stratificazione, scistosità (orientazione degli strati di roccia dovuta all’effetto della pressione esercitata) e quant’altro possa costituire una superficie di debolezza del deposito.
- fattori climatici e vegetazionali: che svolgono un ruolo determinante nell’innesco dei fenomeni franosi, soprattutto nei climi dove si alterano lunghe stagioni secche a periodi di intensa e/o prolungata piovosità.
- fattori antropici: ovvero legati all’azione dell’uomo che per le loro esigenze, impongono interventi in tempi estremamente brevi, provocando alterazioni improvvise delle situazioni naturali raggiunte in tempi molto lunghi.
“Movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante” CRUDEN, 1991
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A B
CD
E
A – Crolli e ribaltamentiB – ScivolamentiC – Scivolamenti rotazionaliD – Coni detriticiE – Colate
FORZE STABILIZZANTIFORZE DE-
STABILIZZANTI
< 1
Morfologia Litologia
Energia del rilievoH
2O
Qualità
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B – Scivolamenti
Vajont Volume: 270×106 m3
Durata: 15 - 30 sVelocità: 70 - 110 km/hVittime: 1917
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E – Colate
153 morti
E
SARNO 5 maggio 1998
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GPS Lidar PSInSAR RETI di SENSORI
MODELLAZIONE MONITORAGGIO MITIGAZIONE PIANIFICAZIONE
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Global Positioning System
X,Y,Z
In orbita vi sono un minimo 24 satelliti per la trasmissione di dati GPS, più 3 di scorta. Da un punto del globo terrestre il ricevitore riesce 12 satelliti. La loro quota è di 20 200 km
Ciascun satellite emette sulle frequenze di 1,2 e 1,5 GHz derivate da un unico oscillatore ad alta stabilità. Su queste frequenze portanti viene modulato il messaggio di navigazione contenente effemeride, almanacco e stato della costellazione, tempo GPS e parametri di correzione ionosferica.
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LiDAR (Light Detection and Ranging ) = tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser.
LiDAR
Nuvola di punti
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PSinSAR
La tecnica dei Permanent Scatterers (Polimi PS TecniqueTM – PSInSARTM) è stata sviluppata e brevettata dal Politecnico di Milano. La tecnica si serve di dati acquisiti da sistemi di tipo SAR(Synthetic Aperture Radar); le microonde, impiegate da tali sistemi, possono essere utilizzate anche di notte,hanno buona penetrazione attraverso la copertura nuvolosa (quindi sono utilizzabili indipendentemente dalle condizioni meteorologiche), e consentono, grazie ad elaborazioni interferometriche, misurazioni delle variazioni nelle distanze tra sensore e bersaglio. La tecnica PSInSARTM rappresenta un efficace strumento per il monitoraggio dei movimenti di alcuni punti presenti sulla superficie terrestre, caratterizzati da peculiarità proprie adeguate e da condizioni al contorno particolari, e si basa sull’impiego di serie temporali di immagini radar,derivanti essenzialmente dai sistemi SAR ospitati sui satelliti ERS-1 ed ERS-2 della European Space Agency.I Permanent Scatterers (PS) sono quindi bersagli radar, tipicamente rappresentati da parti di edifici, da strutture metalliche, da porzioni di rocce esposte, le cui caratteristiche elettromagnetiche ed al contorno non variano sensibilmente nel caso di acquisizioni eseguite in tempi differenti.
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RETI DI SENSORI
Pluviometro
Idrometro ad ultrasuoni
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RETI DI SENSORI
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GIS
"il GIS é composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale. Si tratta di un sistema informatico in grado di produrre, gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Burrough (1986)
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ESEMPI
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GOOGLE EARTH Esempio
Rischio idrogeologico-Capistrello(AQ)Rischio idraulico
Muravera_S.Vito_Villaputzu(CA)
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Maso, 2005
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Sezioni trasversaliTracciamento sezioni ogni 2 metriExport in formato vettoriale o ascii
Maso, 2005
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Integrazione dati LiDAR e MultibeamMaso, 2005
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“SIT per il monitoraggio morfologico degli alvei fluviali: supporto alla determinazione delle “fasce di pertinenza fluviale”
Tiziana Busà, 2008
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Rischio idrogeologico: applicazione di ArcView™ GIS per la pianificazione territoriale Paola ALLEGRA, Filomena CRISTALDI, Giorgio LOLLINO, Guido NIGRELLI -CNR – IRPI
A. VV. (2002), Risk Analisys III, Proceedings of the Third International Conference on Computer Simulation in Risk Analisys and Hazard Mitigation, Sintra, Portugal, June 19-21, Wessex Institute of Technology Press
Jensen, S.K., Domingue, J.O., Extracting topographic structure from digital elevation data for geographic information system analysis, Photogrammetry Engineering and Remote Sensing, 54,11,1593-1600, 1988.
Burrogh, P.A., Principles of Geographical Information Systems for Land Resouces Assessment. Monographs on Soil and Resources Survey, Clarendon Press, Oxford, 1986.
O’Callaghan, J.F., Mark, D.M., The extraction of drainage networks from digital elevation data, Computer Vision, Graphics and Image Processing, 28, 328-344, 1984
Olivera, F., Maidment, D.R., GIS-Based System of Hydrologic and Hydraulic Applications For Highway Engineering, Research Report 1738-6, Center of Transportation Research, University of Texas at Austin, USA, 1999.
Wise S.M., The effect of GIS interpolation errors on the use of Digital Elevation Models in geomorphology. In Landform Monitoring, Modelling and Analysis. Lane SN, Richards KS, Chandler JH (eds).Wiley: Chichester. 139-164, 1998.
Annuario Apat 2007 - www.apat.gov.it - http://annuario.apat.it
CNR – GNDCI - Considerazioni sulla valutazione del rischio di frana – Estratto da “Fenomeni Franosi e Centri Abitati”, Atti del Convegno di Bologna del 27 Maggio 1994.