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  • ilDucatoP e r i o d i c o d e l l I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

    Urbino, aprile 2014

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    Contraffazione 2.0

    Il mercato dei prodotti contraffatti si sta velocemente spo-stando dalla strada e dai siti internet verso i social net-work. Facebook ospita migliaia di falsi profili dietro i qualisi nascondono i social seller dei falsi. Giovani, casalin-ghe, migranti, che usano i social come vetrina per vende-re e muovono almeno due milioni di euro allanno attra-verso ricariche su carte prepagate e spedizioni. La vendi-ta dei falsi su facebook, per, solo la superficie di un

    fenomeno che ha radici profonde e lontane, che coinvol-ge la criminalit organizzata italiana e internazionale, chemonopolizza i commerci dalla Cina e che riesce a ripro-durre copie fedeli delle grandi griffe grazie alla delocaliz-zazione nei paesi in via di sviluppo. Solo per litalia, la per-dita economica stimata pari a circa 30 miliardi di euroallanno e a 110.000 posti di lavoro che si potrebberocreare se questa industria sommersa venisse a galla.

    di Virginia Della Sala

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    Almeno mille falsiprofili facebook.Per ogni profiloun giro daffariche nel miglioredei casi frutta

    2.500 euro al mese. Nel peggio-re 1000 euro.In un anno, secondo chi rac-conta la sua esperienza dall'in-terno, il giro economico totalein Italia pu quindi arrivare an-che a due milioni di euro. Sonoi numeri della contraffazionesu facebook. Numeri ipotetici,perch nessuno ha mai fattoun'analisi sulla punta di que-st'iceberg informatico e reale.Forse nessuno se n' accorto.Fare i conti sulla contraffazio-ne gi difficile nei contestireali (sono stati stimati movi-menti pari a 6 miliardi di euroall'anno e solo nel campo dellacriminalit organizzata) a cau-sa della natura "sommersa" delfenomeno. Fare i conti sui sitiweb un'impresa impossibileper la volatilit delle piattafor-me web. Intercettare corrieri espedizionieri richiederebbeun dispiego di forze che Italia eUnione Europea non possonopermettersi.Cos il fenomeno della venditadi merce contraffatta sui socialnetwork in crescita e senzacontrollo. Una start up illegalee semplice per i giovani chenon trovano lavoro e per le ca-salinghe che non arrivano a fi-ne mese.Sono i social-seller dei falsi.Nessuno si ancora accortodella loro esistenza. Vendo So-gni, Griffe Mania, Giada imita-zioni Stock: dietro questi falsiprofili c' una casalinga, unastudentessa, una giovane, o ungiovane. Usano facebook pervendere borse, vestiti e scarpecontraffatti. Creano profili connomi inventati a cui si pu ac-cedere solo tramite richiesta diamicizia (il regolamento di fa-cebook, invece, prevede cheper scopi commerciali sianousate le Pagine), filtrano le ri-chieste, rifiutano quelle so-spette e accettano quelle di po-tenziali clienti. In questi spazivirtuali, creano un mondoparallelo.Gucci, Louis Vuitton, Prada,Fendi, Hogan, Miu Miu "taroc-cati". Per una borsa, il prezzovaria dai 30 ai 300 euro. Gli al-bum fotografici, organizzatitematicamente, sono vetrinein cui espongono la loro merce.C la descrizione del materia-le, del marchio, il prezzo, le fo-to in modalit "macro" permostrare il pi piccolo detta-glio.Non indicando il prezzo si cer-ca di camuffare lintento divendita. I social-seller" dei fa-ke chiedono di essere contatta-ti in privato. In chat fornisconotutte le spiegazioni al riparo dasguardi indiscreti. Nei messag-gi privati realizzano accordi etrattative, cade lanonimato esi scopre tutto di chi vende. No-me, cognome, provenienza emetodo. Si costruisce un lega-me dinteresse che sfocia in

    nomignoli affettuosi come ca-ra, tesoro, amore. Tutto pur divendere, ma non solo. I social-seller amano lavorare in que-sto campo, conoscono tutto dimarchi e modelli, sono attentialle ultime novit in fatto dimoda, seguono le sfilate e co-noscono a memoria le nuovecollezioni delle grandi firme.Creano outfit e si improvvisa-no consulenti di bellezza. Iclienti si fidano di loro e del lo-ro giudizio, comprano confor-tati dai feedback che le vendi-trici conservano nei loro al-bum.La borsa arrivata in ottimecondizioni: perfetta! E la ven-ditrice affidabile e veloce.Comprer ancora da lei e laconsiglio a tutti. Le sue imita-zioni sono uguali agli origina-li scrive Giulia in un commen-to a margine della foto di unAl-ma di Louis Vuitton.Ma dove comprano la merce isocial-seller? Esistono duemetodi di rifornimento: instrada e su internet. Nel primocaso, importante trovare unapiazza di spaccio e qualche for-nitore privato. Nel secondo importante rintracciare i sitipi convenienti, destreggiarsitra le descrizioni in cinese, ave-re pazienza e decodificarespiegazioni spesso criptate.Una volta a settimana rac-conta Raffaella che da cinqueanni vende su facebook vadoa Napoli, al mercato della Mad-dalena, e compro quello che lemie clienti hanno ordinato. Ho4.315 amicizie e sono tutte le-gate al commercio. Ricevo al-meno ottanta ordini a settima-na e per trasportare tutto a ca-sa devo farmi accompagnaredagli amici e portare due trol-ley enormi.La Maddalena un rione di Na-poli. Si trova alle spalle dellastatua di Garibaldi, di fronte al-la stazione. Ogni giorno, dalle 8alle 14, si trasforma in un mer-cato di merce contraffatta concentinaia di bancarelle. I ven-ditori ambulanti pagano il loroprezzo alla camorra per vende-re la merce che gli stessi clanforniscono, proveniente dai la-boratori di contraffazione na-poletani o dalle importazioniasiatiche.Gli ambulanti conoscono beneil commercio nel mondo vir-tuale. Spesso racconta Amo-da mando le foto dei prodottitramite Whatsapp alle ragazzeche vendono su internet, cosnon sono costrette a venire fi-no a qua. E poi fanno bene avendere su facebook, l non cisono gli stessi controlli che suEbay ed pure gratis. Sto pen-sando di farlo anche io.Arturo, invece, ordina tutto sulweb. Senza uscire di casa,aspetta che il corriere gli con-segni i pacchi. Ordino sui sitiperch la merce che arriva dal-la Cina di qualit superiore aquella che trovi in strada, so-prattutto per quanto riguardail contorno. Le borse hanno lebuste intestate, la ricevuta digaranzia, la dust bag. Insom-ma, sembrano appena uscite

    da un negozio di via Montena-poleone. Lunico limite di questo com-mercio virtuale il rischio.Spesso per un ordine si aspet-tano anche settimane, i pacchivengono bloccati alle dogane oarrivano difettosi. Anche il reso complicato e ha tempi lun-ghissimi. Arturo non si fa paga-re in anticipo. Compra quelloche gli piace, crea una sorta dimini- negozio in casa e acco-glie di persona i clienti di fidu-cia che scelgono anche regali dilaurea e di compleanno. Vendequello che resta tramite face-book. C un maggior rischio diperdere i soldi, ma per Arturo normale, gioco alle stesse re-gole di chi ha un vero negozio.

    I l meccanismoGuardare le foto su facebook,scegliere larticolo e comprar-lo. Dopo questi passaggi, perchi compra dai social seller deifake inizia la fase della contrat-tazione. Il prezzo dichiaratodal venditore spesso include ilcosto della spedizione, che vadai 5 ai 15 euro a seconda delledimensioni. La maggior partedelle venditrici ricorre alle spe-dizioni con Poste Italiane, mol-te usano i corrieri privati per-ch vengono a prendere i pac-chi a casa racconta Moda Ar-madio in un gruppo e costanodi meno. Chi compra paga conversamenti su Postepay o suPaypal e il social seller, dopoaver controllato la lista movi-

    menti, va a rifornirsi del pro-dotto che deve spedire. Un si-stema pulito e senza perdite:questi venditori non hanno bi-sogno di un capitale da inve-stire perch comprano la mer-ce solo nel momento in cui ri-cevono lordine e il pagamen-to. In questo modo sono tutela-ti da eventuali falsi ordini epossono rifornirsi quando gihanno soldi e guadagno in ta-sca. Spediscono con racco-mandate e pacchi tracciabili suinternet, cos il cliente pu se-guire il viaggio. Le truffe peresistono anche con questo me-todo. Merce che arriva difetto-sa o che non corrisponde allefoto. O che non arriva. I social-seller riversano la colpa sulle

    Mondo parallelo, i falsiI social seller dei fake gestiscono un giro daffari di almeno due milioni di euro,

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    Poste nel migliore dei casi, spa-riscono nel peggiore. Chi perha davvero intenzione di vive-re di questa attivit sa che nonpu fare passi falsi perch sitratta di un mondo auto-pro-tetto in cui, al primo errore, lacarriera potrebbe essere bru-ciata. il bello di internet e difacebook, dove tutte le infor-mazioni circolano alla velocitdella luce Esiste anche un si-stema gerarchico di vendita:alcuni venditori appaltano laloro fornitura ad altri venditorie non manca la controffensiva.Molte utenti si sono unite ingruppi di vendita che tentano amodo loro di contrastare lacontraffazione. Anche se permotivi frivoli basati su motti

    del tipo lalta moda solo perchi pu permettersela. Sono i Pink, i puristi del mar-chio, che vendono e scambia-no solo merce dalta moda ori-ginale. Per vendere hanno unrito di passaggio: liscrizione aigruppi Pink Corner in cui gliamministratori autenticanogli oggetti in vendita analiz-zando le foto e dichiarandoneloriginalit attraverso la loroauto- proclamata esperienza.In questo contrasto, non cspazio per la netiquette: vo-lano offese, improperi, spam eminacce di denuncia. Denunce che nessuno fa maiperch in fondo tutti vendonoe guadagnano . E nessuno di-chiara.

    La vendita di mercecontraffatta si sta spo-stando sui social net-work. Su facebook cisono migliaia i profilifalsi, con foto di borse,portafogli e scarpetaroccati. Si continuaa vendere ancheinstrada. A Napoli, zonaMaddalena, (fotoaccanto) la contraffa-zione nelle manidella camorra

    si comprano sui socialcon pi di mille falsi profili facebook e spedizioni da ogni parte dItalia

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    facile: ti colleghi al sitowww.dhgate.com, quellocon i simboli cinesi in bas-so, e nella ricerca digiti desi-gner handbags e il gioco fat-to. Arturo si muove con facili-t su questi siti di e-commer-ce. Hanno lo stesso principiodi Ebay ma sono solo in ingle-se e cinese. Ho capito prestoche i venditori sono cinesi ocoreani insomma, asiatici! racconta Arturo Me ne ac-corgo quando parlo con lorotramite mail, il loro inglese stentato e hanno nomi stra-nissimi.Vive a Roma, in una casa checondivide con altri due ragaz-zi. La sua camera un museodi borse di ogni tipo e di ognimarca. Una Balenciaga bian-ca sulla scrivania, una Fendisulla sedia, Hermes sul letto eVuitton sul sof. Nel primocassetto del com ci sono por-tafogli, portachiavi, anche cu-stodie per tablet e smartpho-ne e foulard. Apre larmadio etira fuori due scatoloni: inognuno ancora borse, acces-sori e scarpe. Il telefono squil-la ogni dieci minuti e lui ri-sponde, descrive la merce, co-munica i prezzi. Cara, s, hoqualcosa -dice al telefono Mi appena arrivata una borsaPrada stupenda. Ctutto, di pelle, inperfette condizioni.C il certificato di ga-ranzia, la dustbag, labusta firmata e anchela ricevuta intestata.Sembra appena usci-ta da un negozio di viaCondotti. La ragazzaal telefono gli fa unadomanda. Certo chepuoi regalarla a tuacugina per la laurea la risposta sicura di Arturo,che ha 27 anni e sta frequan-tando il master di una scuoladi design. Fissa lappuntamento per le19 della sera stessa e prima diagganciare il telefono aggiun-ge: Non si accorger di nien-te e farai un figurone pagan-dola solo 150 euro invece di1500. Il suo lavoro confina-to tra quattro mura. Arturonon esce mai perch ognigiorno aspetta che il corrieregli porti nuovi oggetti dellemeraviglie comprati online.La sua attivit si fonda sul pas-saparola tra amici e parenti. Isuoi rifornimenti sono esclu-sivamente online. Questi sitispesso mi fanno diventarepazzo racconta Scrivonoche lordine arriver in unasettimana e poi ci impiega an-che 30 40 giorni. La scusa sempre la stessa: i pacchi sonobloccati alla dogana. Significache affronter un lungo perio-do di preoccupazione perchse si accorgono che si tratta dimerce contraffatta, finisco neiguai. Non so esattamente co-me, ma so che non la passereiliscia.Non sembra informato sul-largomento, vive sul filo delrasoio ma non gli importa.

    Non sto tanto a pensare alleconseguenze altrimenti vadoin paranoia e mollo tutto. Perora, quello che mi interessa non perdere merce, soldi eclienti. Perch le forze dellordinenon si accorgono di questi sitiche vendono merci contraf-fatte? Nel sito spiega Arturo nome e marchio non sonoquasi mai esplicitamente in-dicati. Per riuscire a trovarli avolte basta fare ricerche gene-riche del tipo scarpe, borse,gioielli e poi avere occhio, es-sere appassionato di moda,per distinguere i capi contraf-fatti da quelli che sono sem-plicemente inspired. C anche il tranello di marchiapposti su modelli che in real-t non esistono come origina-li. L, se non sei preparato,combini disastri e vendi perimitazione un modello chenel mondo degli originalineanche esiste.Con i guadagni paga gli studiuniversitari. Ma soprattuttopu usarli per comprare tuttele belle cose che lo affasci-nano da quando aveva diecianni. I miei genitori mi han-no sempre mantenuto duran-te gli studi racconta- ma nonpotevo pretendere che finan-

    ziassero i miei vizi, lamia passione per lamoda. Mostra le sue scarpedi Armani originali,un orologio Cartier,un papillon Valenti-no. Ogni sei mesi miconcedo un acquistodi lusso e lo conservogelosamente. Il mioarmadio un museodelle meraviglie incui mi immergo an-

    che solo per contemplarequeste creazioni. Per me sonoun passione, chissenefrega seper coltivarla devo fare unacosa illegale. Non uccido nes-suno e anche chi non ha abba-stanza soldi pu permettersioggetti firmati e di qualit.La clientela di Arturo diversada quella dei mercati. Ragazzegiovani e dinamiche, attentealla moda e abituate allaperi-tivo ogni sera con gli amici neimigliori locali di Roma.Non ammetterebbero nean-che sotto tortura di aver com-prato un oggetto contraffattoperch per loro sarebbe undisastro sociale. Hanno un te-nore di vita che non possonopermettersi, completamentefondato sullapparenza.Ap-parire, apparire a tutti i costi.Meglio se bassi per. Certo!Comprano una borsa da 3.000euro pagandola 300 e preten-dono di avere tutto quel corol-lario di oggetti e particolariche solo il negozio pu darticome la busta firmata, la dustbag, la garanzia. Cos possonomostrarle alle amiche al mo-mento opportuno. Un esca-motage per non lasciare alcundubbio: quella borsa devesembrare originale e nessunodeve dubitarne.

    Scegli, ordina, paga, aspettaComprare falsi su internet facile e intuitivo. Basta un po di attenzione

    La storia di Arturo che trascorre i suoi giorni ad aspettare che il corriere gli consegni pacchi e merce

    Cosposso per-mettermila passio-ne per lamoda

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    Gli oggetti pi venduti Prada, Louis Vuitton,Chanel, Burberry,Hermes, Gucci, Guess eFendi: sono solo alcunidei marchi contraffatti invendita su internet e suisocial network. Di sicurosono i pi richiesti. Imodelli sono tanti, pi omeno fedeli a quelli ori-ginali e con diversi livellidi prezzo. Si va dallepoche decine di euro perle imitazioni pi scaden-ti, alle centinaia per lecopie di alta qualit.Di solito i prodotti sonodi buona fattura: inpelle, resistenti e benrifiniti. Molti siti fornisco-no dust bag, buste fir-mate, certificati di auten-ticit e dacquisto con-traffatti

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    Raffaella ha 23 anni, un diploma di unistituto tecnico commerciale e si stancata di studiare. Vive in provinciadi Napoli e si anche stancata di cerca-re un lavoro. Non vuole lasciare la suaterra e non vuole neanche essere di pe-so per i suoi genitori. Perci ha decisodi aprire una bancarella sui generis eda quando ha iniziato gli affari le van-no benissimo. Accende il computer, sisiede e condivide sul suo falso profilofacebook le foto scattate a Napoli, nel-la maggiore piazza di vendita delle fir-me e delle repliche, alle spalle della sta-tua di Garibaldi. Fendi, Louis Vuitton,Gucci, Hermes, Chanel, Miu Miu, Mon-cler: Raffaella ha foto per prodotti ditutti i tipi. Borse, cinture, portafogli,scarpe e sciarpe mostrate nei minimiparticolari dal venditore ambulante diturno, con letichetta interna e il fintonumero di serie. Questo rende la mer-ce identica allorigi-nale comprata in ne-gozio spiega Raf-faella e ci sono varilivelli di falsificazio-ne: dalla sempliceimitazione al paralle-lissimo. Pi alto il li-vello, pi costa il pro-dotto. Raffaella va aNapoli per rifornirsiuna volta alla setti-mana. Gli altri giornili trascorre tra il sog-giorno di casa e cin-que diversi uffici po-stali. Mentre cammi-na tra le bancarelle,saluta tutti, conosceper nome i venditori e passa la maggiorparte del suo tempo a trattare sul prez-zo. Pretende che le borse siano di verapelle perch le clienti sono esigenti evogliono che i manici delle Vuitton siscuriscano col passare del tempo. Pro-prio come succede a quelle acquistatein negozio. Annusa ogni borsa, ognicintura, la analizza alla ricerca di im-perfezioni e, se ce ne sono, chiede dicambiarla. Cercano sempre di rifilar-mi qualche pezzo danneggiato, ma ame non conviene perch poi le clientise ne accorgono, li rispediscono e devotornare qui per cambiarle pi veloce-mente possibile, rimettendoci i soldidel viaggio e di una seconda spedizio-ne. Per ogni pezzo che gli ambulanti leconsegnano, Raffaella chiede che le siadata anche la bustina antipolvere fir-mata. Poi, riposto lacquisto nella vali-gia, cancella una voce dalla sua lungalista. Per portare a casa tutti i sessantapezzi ordinati mediamente ogni setti-mana ha due trolley enormi che riem-pie con precisione. Devo stare attenta

    a mettere sopra le borse rigide e delica-te, sotto quelle pi resistenti. Altrimen-ti si schiacciano e vanno in fumo alme-no 50 euro. Il totale della spesa di1250 euro: Jamal, il suo fornitore, pren-de i soldi e li conta di nuovo con lei. Poidecide di regalarle un foulard di Alvie-ro Martini. Con questo spiega Raf-faella far il doppio del guadagno.Con una sola settimana di lavoro, Raf-faella guadagna quasi mille euro. Pri-ma di andare via, chiede a Jamal deinuovi arrivi della settimana: Il model-lo Alma di Vuitton, il pi richiesto e co-stoso al momento le risponde il ven-ditore arrivato anche in rosa. Raf-faella lo fotografa con il suo Iphone, sicollega a facebook e lo posta scrivendoil suo prezzo: 80 euro incluse spese dispedizione. Jamal la vende a 50 euro.Lei ne calcola 10 per la spedizione.Guadagno almeno 20 euro per ogni

    pezzo dice sorriden-do. Poi, sollevando laborsa, aggiunge non adorabile? La com-prerei per me, ma cre-do che presto la pren-der originale in unnegozio di Roma. Unpo alla volta so met-tendo i soldi da parte. Rientrata a casa, Raf-faella libera i trolleyda tutti gli acquisti.Uno alla volta, li pog-gia sul tavolo del sog-giorno e ci incolla unpost-it con la sintesidellordine. Dovr fa-re quaranta pacchi,

    compilare trenta moduli per la spedi-zione, distribuire le spedizioni nei variuffici postali e inventarsi quarantacontenuti da dichiarare sul modulo pernon destare sospetti. minuziosa e at-tenta con gli ordini. Le clienti mi han-no gi pagata e io sono una persona se-ria. Ho detto loro che avrei spedito en-tro domattina e cos far. Cos sonotranquille loro e lo sono anchio. Raf-faella sa che si tratta di un traffico ille-gale, fondato sulla camorra e sullosfruttamento dei migranti, ma non dtroppo peso alla cosa: un problemache non dipende da me. Non finir so-lo perch io smetto di comprare e ven-dere. Almeno cos riesco a pagarmi lavacanza. Conosco madri che lo fannoper mantenere la famiglia. Siamo inuna societ dove non c niente di me-glio. Dove un lavoro normale impos-sibile da trovare e, se anche lo si trova, isoldi non bastano per arrivare a finemese. Con questo commercio, mi assi-curo sempre almeno 1300 euro al mese.E sono felice e soddisfatta cos.

    Amoda, si fa chiamare cos, ci tiene adistribuire il suo numero di telefono.Hai whatsapp e facebook? la sua do-manda. Perch in questo modo pu in-viare la foto di ogni nuovo paio di Nikeo di Hogan contraffatte che arriva sullasua bancarella di Napoli e pu convin-cere a comprarle con pochi sms.Si fa pagare su una carta prepagata espedisce dallufficio postale a due pas-si dalla sua postazione. Cos chi com-pra non si sporca le mani e lui puguadagnare il doppio. Ha trentanni eda dieci in Italia. arrivato a Napolidalla Tunisia, dove aveva lasciato lamadre e due sorelle. Il padre mortoquando aveva 13 anni. Mi assomiglia-va - spiega -aveva le mie stesse mani,costruiva case.Oggi Amoda usa le sue mani per siste-mare la sua bancarella ambulante.Ogni mattina, dalle 8 alle 13, non ab-bandona il suo tavoli-no stipato in mezzo adaltre centinaia di po-stazioni. Impila lescarpe una sullaltra, illogo in bella vista. Pa-ghiamo tanti soldi perstare qui spiega Dai50 ai 120 euro a setti-mana a seconda delledimensioni della ban-carella. tanto. Perquesto sto pensandodi andare in Francia,da mia sorella. Lei diceche l si guadagna dipi e che c pi lavo-ro. Anche questa piaz-za sta perdendo vendi-tori. Non conviene, soprattutto ora chec internet e che possiamo usare i so-cial network per vendere. A Napoli, i soldi delle vendite sono con-segnati alla camorra. Amoda lo dice avoce bassa e racconta che ogni setti-mana passano ragazzini sullo scooter oa piedi a prendere quello che gli spet-ta.Spesso non riusciamo neanche amontare perch la polizia ci fa sgombe-rare e porta in prigione i nostri amici continua ma il giorno dopo siamo dinuovo qui. Le forze dellordine passanoin auto, ci guardano male. Lo sanno chestiamo sempre qua. Solo ogni tanto cifanno sgomberare. Tanto questa piaz-za non si vede dalla strada, per tutti come se non esistesse.La Maddalena una zona blindata. Cisono tantissimi venditori di colore maaltrettanti napoletani che controlla-no quello che succede appoggiati aimuri dei palazzi. Un turista tira fuori lasua fotocamera: in un attimo insegui-to da quattro persone che cercano diprenderla. Appena entri in questarea

    spiega Amoda sei subito sotto con-trollo. Si possono fare foto solo ai sin-goli prodotti per venderli su internet.Se ti scoprono a inquadrare il resto, de-vi solo scappare.Tra le bancarelle passa una donna conuna carrozzina. Trasporta una pentolacon un liquido scuro che sembra caff.Una pila di bicchieri di plastica, tova-glioli e un panettone tagliato in piccolipezzi. Si ferma a ogni bancarella perdistribuire la magra colazione.Ci aiutiamo tutti, ci conosciamo, abi-tiamo dove capita tutti insieme. Amo-da non dice dove si rifornisce per la suamerce, accenna a qualche fabbrica nel-la provincia di Caserta. Se gli servequalcosa fa una telefonata e gli stessiragazzini in scooter gli portano il mate-riale dai laboratori nascosti nei sotter-ranei di Napoli dove, per entrare, c bi-sogno di chi resta fuori a fare il palo e

    dove spesso c lamerce di qualit su-periore. L dentro spiegaAmoda ci sono iparallelissimi, pezziche davvero non ri-esci a distinguere da-gli originali. Spessosono rubati, per que-sto costano di pi.La figura degli ambu-lanti nel commerciodi merci contraffatte essenziale. Le orga-nizzazioni criminalisi servono dei mi-granti sia per quantoriguarda la distribu-

    zione dei prodotti su tutto il territorio,nazionale e internazionale, sia perquanto riguarda la produzione in loco,nei laboratori clandestini delle cantinee dei sottoscala delle citt. Qui hanno un vero e proprio catalogo- racconta Amoda - da cui si pu sce-gliere c che si vuole. Vedo tantissimeragazze che comprano per vendere suinternet e quando chiedo loro comemai mi dicono che non c lavoro. Epenso che non c tanta differenza trame e loro. I momenti peggiori sonoquelli della fuga. Sempre pi spesso leforze dellordine ci sgomberano dav-vero. In quei casi scappare difficilissimo. Devo correre via contutta la merce e stare attento a non per-derla. il mio investimento, la mia for-tuna, il mio futuro. Quei pochi soldi miservono per mandarli alla mia fami-glia. Mia sorella si vuole sposare e nonso neanche se riuscir mai a rivederla.Amoda si guarda i piedi. Non indossale scarpe che vende ma un paio di san-dali consumati e impolverati.

    Cos guadagno pi dimille euro al mese

    Raffaella, social seller dei falsi

    La camorra vuoletroppo. Andr via

    Amoda, ambulante hi tech

    Mio padre misomigliava, era uncostruttore, avevale mie stesse

    mani. Quelle maniche oggi Amoda

    usa per impilare lesue scarpe

    un problemache non finirsolo perch iosmetto di com-prare e vendere.Almeno cosposso pagarmila vacanza

  • 76 Ottobre 2013. Il Comune diNapoli organizza una confe-renza sullanticontraffazionealla quale partecipano lex mi-nistro dello sviluppo economi-co Flavio Zanonato, il sindacodi Napoli Luigi De Magistris edesponenti di tutte le forze na-zionali per la lotta al fenome-no, dalla Guardia di Finanza allAgenzia delle Dogane, dallas-sociazione antimafia Libera alpresidente del Consiglio na-zionale anticontraffazione. loccasione per presentare unnuovo progetto di tutela delmade in Italy e di promozio-ne delleconomia locale, dal ti-tolo Emozione Napoli. Unagiornata di seminari durante laquale, tra i problemi della citt,non c accenno alla realt delmercato illegale della Madda-lena e in cui lunico attacco quello agli ambulanti che ven-dono i souvenir sul lungomarepartenopeo. Tuttavia il feno-meno napoletano della con-traffazione non si pu ignora-re. A illustrarne le dinamiche il colonnello della Guardia diFinanza, Nicola Altiero. La ca-morra napoletana, secondo leindagini e i dati forniti dalla Di-rezione Nazionale Antimafia,dalla Guardia di Finanza e dal-lAgenzia delle Dogane, sem-bra essere fra le pi attive inproposito. Le investigazionimostrano come le attivit ca-

    DOSSIER

    Impresa illegale napoletanaLaboratori clandestini, nuove tecnologie e larga scala: cos opera la camorra

    Altiero: A Napoli, autentiche filiere criminali. La bancarella solo la superfice di un fenomeno globalemorristiche relative alla con-traffazione si ramifichino su di-versi territori, ponendo i clan alcentro di una rete criminale cheinteressa lEuropa, gli Stati Uni-ti e lAustralia. stato anche di-mostrato un crescente interes-se per questa attivit da partedella Ndrangheta e, seppure inmisura minore, della malavitasalentina.Alla base di quelloche succede a Na-poli spiega Altie-ro durante lincon-tro, alludendo ailaboratori dei sot-toscala che produ-cono imitazioni aritmi sostenuti cisono due elemen-ti: lalto tasso didisoccupazione el immigraz ioneclandestina. En-trambi terreno fer-tile per lillegalit.Esistono vere eproprie filiere cri-minali spiega il colonnello che sfociano nella bancarella instrada ma che passano attra-verso intermediari, collettibianchi, prestanome, traspor-tatori di container, proprietaridi magazzini, money transfer. ANapoli, come in tutto il mondo,la contraffazione il terzo set-tore di redditivit per la malavi-ta dopo droga e racket. E non

    indifferente la progressiva pe-netrazione economica dellaCina.Alta redditivit, investimenticontenuti e un grado di rischiominimo rispetto ad altre attivi-t criminose lo rendono uncampo di sicuro successo.Lingresso del crimine orga-nizzato nel settore della con-

    traffazione uno dei fattori chene ha determinato in brevetempo lespansione, sancendoil progressivo passaggio da unaproduzione artigianale a unadi scala ha spiegato Altiero Grazie ai cospicui investimen-ti delle organizzazioni crimi-nali, lindustria del falso si do-tata di sorprendenti elasticit ecapacit di reazione alle modi-

    fiche della domanda. Ha potu-to ricorrere a tecnologie avan-zate, con macchinari e grandispazi. Ha poi iniziato ad appli-care lo stesso modus operandidegli altri traffici illeciti.I clan del capoluogo campanosarebbero riusciti ad acquisire,attraverso il riciclaggio e ilreimpiego dei proventi deri-vanti dai traffici illeciti, il con-

    trollo monopolisti-co di interi settoriimprenditoriali ma-nifatturieri e del-limport-export dialcune merci con-traffatte. Inoltre sa-rebbero a capo diuna capillare rete dipunti vendita disse-minati in Italia e al-lestero, mediantelutilizzo di presta-nome.Dalle inda-gini ha sottolinea-to il colonnello emerso che la con-traffazione consi-

    derata un vero e proprio ramodi affari direttamente gestitodai vertici dei clan e compostoda soggetti di fiducia che appli-cano anche una sorta di con-trollo militare nel territorio.Manager criminali del setto-re sovrintendono alla produ-zione, inviano le merci alleste-ro, coordinano e dirigono le va-rie sedi distaccate, procedono

    alla ricezione e allammini-strazione dei proventi, gesten-do le operazioni di reimpiegodella ricchezza attraverso uo-mini di fiducia dellorganismocentrale. I clan avrebberoquindi dato vita a vere e pro-prie imprese commerciali diloro propriet, non pi sempli-ci affiliate. La si pu definireuna impresa illegale spiegaAltiero La camorra copia eapplica le strategie delle im-prese legali, crea una diffusio-ne internazionale e con i pro-venti finanzia una nuova seriedi altre attivit illecite. Un si-stema di parziale riciclaggiointerno di soldi sporchi checostituisce, inoltre, un facilesestrumento per garantire ilcapillare controllo del territo-rio. Con la gestione di questeimprese illegali conclude ilcolonnello la camorra eserci-ta una funzione di ammortiz-zatore sociale, dando lavoroalle persone vicine ai loro am-bienti e ai rispettivi familiari.Un elemento fondamentale conclude Altiero quello re-lativo alla benevolenza del cit-tadino verso il fenomeno. Nonlo si percepisce come crimina-le e quindi viene tollerato. qui che subentra la necessit diinformare e mettere in guardiail consumatore che, acqui-stando merce contraffatta, complice dellintero sistema.

    Il fulcro della contraffazione criminale, secondo lultimo rapporto Unicr (UnitedNations Interregional Crime and Justice Research Institute) quello del clan napole-tano Mazzarella e della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Si legge la contraffa-zione pu essere considerata il businessdelle mafie del futuro. Sicuro, basato sulcommercio e sui soldi, pi pulito della droga, ottimo per il riciclo dei soldi sporchi econ un miglior rapporto rischio/profitto. La ricostruzione storica della filiera camor-rista del falso pu iniziare dalle figure dei magliari, impegnati nel commercio citta-dino con una vendita porta a porta di capi di maglieria e delle stoffe, spesso contraf-fatte. Negli anni Cinquanta e Sessanta, la rete di vendita dei magliari poggiava su untessuto produttivo localizzato nel centro storico della citt di Napoli e organizzatointorno alla lavorazione di capi in pelle e dellabbigliamento. Negli anni Settantalaumento del costo delle materie prime e del lavoro provoc una crisi nel settoreartigiano: le unit produttive furono delocalizzate ai quartieri della periferia nord ecomuni confinanti. Cos, durante gli anni Ottanta e Novanta, le attivit produttive delcomparto moda si concentrarono nellarea nord di Napoli e in particolare nel quar-tiere di Secondigliano. Sempre in quegli anni si imposero sulla scena napoletana altriclan (Contini, Licciardi, Di Lauro e Sarno) che hanno svolto una funzione di cernie-ra tra provincia e citt, estendendo la propria influenza anche al di l del territoriostrettamente controllato. Il nucleo fondativo dellAlleanza di secondigliano com-posto dallasse Contini-Licciardi. Questi ultimi hanno da sempre operato nel com-mercio dellabbigliamento. Napoli si da subito proposta come centro nevralgicoper la produzione del falso: da un lato, grazie alla lunga tradizione commerciale e allecompetenze artigiane descritte, dallaltro, in seguito alla riconfigurazione geo-politi-ca mondiale (post 1989) per cui gli imprenditori napoletani acquisirono un ruolostrategico nelle catene di commercio globale e in particolare, con le aperture versoEst, sui canali Asiatici. Lespansione dei Licciardi nel settore della contraffazione hadi fatto aperto nuove strade alla criminalit organizzata napoletana. Gli investimen-ti e le imprese in questo senso, si sono moltiplicate al di l dei confini segnati dallealleanze di Camorra, con ramificazioni costituite dalla rete internazionale deimagliari, localizzati in Gran Bretagna, Germania, Francia, Svizzera, Austria, Spagna,Australia, Canada e Stati Uniti. I proventi dei reati rientravano poi in Italia tramite ilgi citato sistema dei money transfer. Nella filiera criminale internazionale si leggenel rapporto Unicr il primo livello composto dai fratelli Licciardi e dai boss delgruppo di Secondigliano (Contini, Di Lauro e Lo Russo). su questo primo livello chesi decidono gli investimenti e le strategie commerciali dellorganizzazione e si trattacon gli altri clan interessati al mercato del falso. Sotto c la direzione commercialenapoletana, che dirige le operazioni, coordina i vari mercati e controlla la produzion -e. Il settore della contraffazione si articola poi in due diverse filiere: da un lato c lamerce assemblata nel napoletano, dallaltro i prodotti importati principalmentedalla Cina e da quei paesi in cui il costo del lavoro pi basso. Lultimo anello com-posto dai magliari stessi e dei migranti, i quali organizzano il trasporto e la distribu-zione finale dei prodotti falsificati in tutto l territorio.

    IERI, OGGI E DOMANI

    Dai magliari al business delle mafie del futuro

  • ilDucato

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    DOSSIER

    Negli ultimi anni i sequestri delle Dogane sono diminuiti manon un dato significativo. Sa perch? Perch il mercato dellacontraffazione come un fiume. Si pu provare ad arginarlocon una diga ma lacqua trova sempre altre strade per tornare,per raggiungere la foce e affacciarsi al mare. Edoardo France-sco Mazzilli, direttore dellufficio investigazioni antifrode del-lAgenzia delle Dogane, racconta come si evoluto nel tempo ilmercato della contraffazione, partendo da internet.Come cambiata lillegalit con la diffusione del web e dei so-cial network?Proprio come cambiata la vita. Quello su internet levolu-zione dellacquisto illegale in strada. Prima si comprava neimercati rionali, sulle bancarelle, alle fiere. Oggi si compra conil computer. Non cambiano, per, colpevolezza e consapevo-lezza. Chi compra colpevole quanto chi vende. Il 90 per cen-to delle persone che acquista su internet sa bene che sta com-prando un prodotto contraffatto, si fatto un calcolo economi-co, desidera quella marca e la ordina. Il sito a sua volta un in-termediario per il fornitore, che ad esempio viene dalla Cina, eprovvede a far arrivare la merce attraverso i corrieri. Dalla do-gana di Hong Kong, con la quale lUnione Europea ha un ac-cordo per la segnalazione dei pacchi sospetti, arriva ogni announa lista di piccole spedizioni gestite sempre da un unico notocorriere espresso, di cui non far il nome.E come arrivano in Italia?Soprattutto via aerea, recapitati attraverso aerei cargo chesmistano negli Hub aeroportuali le spedizioni poi dirette agliaeroporti pi piccoli. I destinatari sono ragazzi di ogni partedItalia che ricevono borse, vestiti e accessori. Tutti contraffat-ti. lo stesso sistema dei container nei porti, soprattutto perquanto riguarda i grandi carichi: c il porto di transhipment incui le navi porta-container, con migliaia di comparti, arrivanoe smistano i carichi su navi pi piccole per i porti dove la por-tacontainer non potrebbe accedere.Come mai le merci contraffatte sono prodotte in Cina con ta-le facilit?Partiamo dal presupposto che lItalia per prima un paese dicontraffattori e che con internet molto facile accedere a cata-loghi e modelli dei grandi marchi. Quelli asiatici sono paesi invia di sviluppo dove il costo della vita minimo e la manodo-pera a basso costo facilissima da trovare. Le grandi griffe de-localizzano, impiantano l le loro grandi fabbriche anche per-ch lo smaltimento pi facile ed economico. Oppure dannolavoro a una serie di terzisti, ognuno fabbrica le diverse partidel prodotto, gli affidano materia prima, standard e modelli. come far entrare la volpe nel pollaio: se il giorno dopo ha man-giato tutte le galline non ti puoi lamentare perch ce lhai fattaentrare tu. E non sei stato in grado di tenere sotto controllo lasituazione. La contraffazione te la crei da solo.Com la qualit di questi prodotti?Negli ultimi anni c stata un unevoluzione dei prodotti con-traffatti. Esiste una fascia bassa e scadente, quella dei mercati-ni, ma poi c una fascia di prodotto qualitativamente molto va-lida. Tanto che inizia ad essere sempre pi difficile anche per inostri periti riconoscere limitazione dalloriginale. Ovvia-mente la tecnologia anticontraffazione si sta evolvendo, macontinua a essere il gioco delle guardie e dei ladri. Noi siamo inmezzo.Se scoperto, cosa succede a chi ordina merce contraffatta suinternet?

    C tutto un dibattito aperto su questo argomento. Allo statodei fatti, non sarebbe neanche denunciato. Se il pacco bloc-cato, al massimo non arriva a destinazione. Nel peggiore dei ca-si il destinatario convocato e identificato. Ma anche se doves-se iniziare un procedimento giudiziario, si deve sempre riusci-re a provare che lutente fosse consapevole della contraffazio-ne. E se si riesce a dimostrare che la merce stata comprata con-sapevolmente, la decisione dipende dal magistrato. difficileformulare il capo dimputazione e accertare la consapevolez-za. Dipende anche dalla natura del soggetto, si tratta di un ra-gazzo non di un camorrista.A proposito di questo, a livello internazionale qual il coin-volgimento della criminalit organizzata?Qualche anno fa ho partecipato con i Ros dei carabinieri a in-dagini per larrivo dalla Cina di grandi carichi di merci. Con leintercettazioni ascoltavamo gli spedizionieri ordinare le mercie trattare sul prezzo con i trafficanti cinesi. Curiosit: i traffi-canti volevano tutti avere nomi italiani. Le donne si facevanochiamare Gina, Maria, Lina. Sentivamo i camorristi dire guar-da, queste borse non me le mettere a pi di un euro e mezzo per-ch altrimenti vado a comprarle da un altro fornitore che me lefa pagare un euro. Una vera negoziazione su decine di contai-ner. Siamo intervenuti, il flusso verso lItalia stato bloccato maimmediatamente stato dirottato verso un altro paese dellU-nione Europea e gli stessi criminali hanno continuato a impor-tare quella merce, ormai comunitaria, facendola viaggiare in-ternamente con i camion.Si tratta di un business. Per ogni con-tainer si guadagnano migliaia di euro e la pena massima diquattro anni. Il paragone rischio-beneficio vantaggioso. Iltraffico si fonda su societ fantasma e inconsapevoli vecchiet-ti che, oltre a infischiarsene, non hnno neanche un patrimonioda aggredire per recuperare le eventuali pene pecuniarie e lespese processuali.

    Sequestri diminuiti Edoardo Mazzilli, capo ufficio investigazioni delle Dogane

    Dalla delocalizzazione alle leggi, la contraffazione sempre pi difficile da arginareIn Italia la contraffazione e lim-portazione di marchi falsi sonoreati previsti dagli articoli 473 e 474del codice penale con sanzioni siadetentive che pecuniarie. Le penesi sono inasprite negli ultimi anniperch il legislatore si accortodellentit del fenomeno e soprat-tutto del coinvolgimento della cri-minalit organizzata. stato in-trodotto limpiego di strumentidindagine tipicamente utilizzatinella lotta alla mafia, come le in-tercettazioni telefoniche e le ope-razioni sotto copertura. Ma se esi-ste una sensibilit per quanto ri-guarda le grandi spedizioni, nonvale lo stesso per i piccoli pacchi.LAgenzia delle Dogane aveva pro-posto una modifica della legge cheprevedesse una sanzione ammini-strativa per lacquisto di piccoliquantitativi di merci contraffatte.Il Parlamento per ha respinto laproposta, ritenendo che potesseessere uno stimolo al commerciopiuttosto che un deterrente. Almomento, quindi, sia che si im-portino 20 pezzi,sia che se ne im-portino 20.000, la sanzione do-vrebbe essere la stessa. Il condizio-nale dobbligo perch quando lapratica si sposta nei tribunali, la si-

    tuazione cambia. Se infatti faciledimostrare il dolo per un soggettoche importa un container, non va-le lo stesso per lutente che acqui-sta su internet.Con un buon avvocato, il compra-tore si pu giustificare affermandoche non sapeva che quella mercefosse contraffatta quando lha ac-quistata. Tanto pi che non ha po-tuto vederla materialmente. Leprocure, vista anche la quantit dipratiche segnalate per le piccolespedizioni, hanno dato indicazio-ne alle forze di polizia giudiziariadi non fare notizia di reato perquantit inferiori a 20-30 pezzi.Ogni procura dItalia ha per untermine diverso.Un altro problema quello dellosmaltimento. Distruggere gli stockdi merce non facile. Ogni mate-riale risponde a uno specifico pro-cedimento previsto per legge e icosti dovrebbero essere imputati aspese di giustizia. I titolari dellegriffe si rifiutano di distruggere lamerce. Per pretendono che sia-no fatti i sequestri caricando i costisulla pubblica amministrazione,spiega MazzilliA volte le autorit giudiziarie cer-cano strade alternative, ordinanola rimozione del marchio e donanola merce ad associazioni benefi-che.Ma anche in questo caso si sol-levano le polemiche. I proprietaridei marchi conclude Mazzilli- te-mono che la merce possa essere ri-falsificata e reinserita nel circuitodella contraffazione.

    Leggi, controlli,smaltimentoUn cane che simorde la coda

    Il cortocircuito

    Edoardo Francesco Mazzilli, direttore dellufficio investigazioni antifrode dellAgenzia delle Dogane