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Una pratica esperienziale di formazione oltre l’aula di Mario Cusmai 1 Introduzione e contesto Il vissuto esperienziale di formazione oltre l’aula (descrizione operativa del processo di co-costruzione di una mappa concettuale ) che descrivo nel presente paper si inserisce nell’ambito del Master di II livello Competenze per lo Sviluppo delle Risorse Umane 2 . Il Master, coordinato dal Prof. Alberto Quagliata 3 , è nato da una convinta condivisione di obiettivi formativi tra la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre e AIDP – Lazio (Associazione Italiana per la Direzione del personale Gruppo Lazio); i due Enti promotori hanno deciso di mettere in comune le loro distinte esperienze professionali per dar vita a una originale proposta di formazione post-lauream finalizzata alla formazione di figure professionali che operino come esperti in Sviluppo delle Risorse Umane sia in aziende e organizzazioni complesse, che in servizi di consulenza. Il Percorso formativo, progettato in modalità blended, intende sollecitare una attitudine positiva al lavoro di gruppo e un uso consapevole degli ambienti di Rete; a tal fine prevede una integrazione tra attività di 1 Mario Cusmai lavora presso l'ISFOL - Area Risorse Strutturali e Umane dei Sistemi Formativi - su sperimentazioni e progetti di ricerca nell'ambito dell'e-learning. Collabora, come tutor, alla progettazione e realizzazione di percorsi formativi blended presso la Cattedra di Tecniche della Formazione a distanza del Prof. Alberto Quagliata – Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre. 2 Il sito del Master, che presenta una parte pubblica, ha l’indirizzo www.masterrisorseumane.it . 3 Professore Associato di Progettazione didattica per la formazione in Rete presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Ateneo Roma Tre. 1

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Una pratica esperienziale di formazione oltre l’aula

di Mario Cusmai1

Introduzione e contestoIl vissuto esperienziale di formazione oltre l’aula (descrizione operativa del processo di co-costruzione di una mappa concettuale ) che descrivo nel presente paper si inserisce

nell’ambito del Master di II livello Competenze per lo Sviluppo delle Risorse Umane2. Il Master,

coordinato dal Prof. Alberto Quagliata3, è nato da una convinta condivisione di obiettivi formativi

tra la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre e AIDP – Lazio (Associazione

Italiana per la Direzione del personale Gruppo Lazio); i due Enti promotori hanno deciso di mettere

in comune le loro distinte esperienze professionali per dar vita a una originale proposta di

formazione post-lauream finalizzata alla formazione di figure professionali che operino come

esperti in Sviluppo delle Risorse Umane sia in aziende e organizzazioni complesse, che in servizi di

consulenza. Il Percorso formativo, progettato in modalità blended, intende sollecitare una attitudine

positiva al lavoro di gruppo e un uso consapevole degli ambienti di Rete; a tal fine prevede una

integrazione tra attività di apprendimento in presenza e attività collaborative a distanza. Gli iscritti,

organizzati in piccoli gruppi coordinati da tutor dello Staff, elaborano progetti di lavoro relativi ai

moduli4 del Master utilizzando l’ambiente di apprendimento on line open source Moodle5.

All’interno di questa prospettiva, il contributo si pone l’obiettivo di fornire metodologie e strumenti operativi su come agire pratiche di didattica

1 Mario Cusmai lavora presso l'ISFOL - Area Risorse Strutturali e Umane dei Sistemi Formativi - su sperimentazioni e progetti di ricerca nell'ambito dell'e-learning. Collabora, come tutor, alla progettazione e realizzazione di percorsi formativi blended presso la Cattedra di Tecniche della Formazione a distanza del Prof. Alberto Quagliata – Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre.2 Il sito del Master, che presenta una parte pubblica, ha l’indirizzo www.masterrisorseumane.it .3 Professore Associato di Progettazione didattica per la formazione in Rete presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Ateneo Roma Tre.4 Il Master è articolato in cinque moduli formativi:

Amministrazione; Comunicazione; Formazione; Gestione e Sviluppo; Organizzazione.

5 Moodle - Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment -, piattaforma di e-learning coerente con il paradigma costruttivista, è il frutto di una comunità di sviluppatori-fruitori che si riuniscono intorno a questo progetto (Dougiamas, Taylor, 2000). Molti sono i punti di forza di Moodle: la versatilità, ovvero la sua capacità di funzionare con tutte le architetture; l’apertura (è un software libero); l’accessibilità dei contenuti; la presenza di moduli per l’apprendimento collaborativo (ad esempio chat, forum, file di gruppo, wiki, ecc.). Per ulteriori informazioni http://moodle.org/

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costruttivista6 on line: infatti nell’esperienza riportata emergono non solo i ‘prodotti finali’, ma anche e soprattutto l’esplicitazione del processo di lavoro, progressivamente condiviso, dai soggetti adulti in formazione.

Per una conoscenza senza confini:co-costruire una mappa concettuale on line

Figlia: “Papà, che cos’è un istinto?”

Padre:”Un istinto, tesoro, è un principio esplicativo”.

F.:”Ma che cosa spiega?”

P.:”Ogni cosa…quasi ogni cosa. Ogni cosa che si voglia spiegare con esso”.

F.:”Non dire sciocchezze. Non spiega la forza di gravità”.

P.:”No. Ma è così perché nessuno vuole che l’istinto spieghi la forza di gravità. Se qualcuno volesse, la

spiegherebbe. Si potrebbe semplicemente dire che la luna ha un istinto la cui forza varia in maniera inversamente

proporzionale al quadrato della distanza…

F.:”Ma non ha senso, papà”.

P.:”Si, d’accordo. Ma sei tu che hai tirato fuori l’istinto, non io.

F.:”D’accordo…ma allora che cos’è che spiega la forza di gravità?”

P.:”Niente tesoro, perché la forza di gravità è un principio esplicativo”.

F.:”Vuoi dire che non si può usare un principio esplicativo per spiegarne un altro?Mai?”

P.:”Uhm…quasi mai. Questo è ciò che Newton intendeva quando diceva ‘hypotheses non fingo’ ”.

F.:”E che cosa vuol dire?”

P.:”Be’, sai cosa sono le ‘ipotesi’. Ogni proposizione che colleghi tra loro due proposizioni è un’ipotesi. Se dici

che il 1° febbraio c’era la luna piena e che il 1° marzo c’era di nuovo, e poi colleghi queste due proposizioni in qualche

modo, la proposizione che le collega è un’ipotesi”.

F.:”Sì, e so anche che cosa vuol dire non. Ma fingo che cosa vuol dire?”

P.:”Be’…fingo è un termine della tarda latinità che significa ‘fabbrico’. Da esso si forma un sostantivo, fictio,

da cui proviene la parola ‘finzione’, che oggi è spesso intesa come ‘fabbricazione non vera’ “.

F.:”Papà, vuoi dire che il signor Isaac Newton pensava che tutte le ipotesi fossero solo fabbricate come le

storie?”

P.:”Si ... proprio così”.

F.:”Ma non è stato lui a scoprire la gravità? Con la mela?”

P.:”No, tesoro, l’ha inventata”. 7

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6 Secondo la cornice teorica costruttivista ogni singolo soggetto inventa e costruisce il mondo con le sue azioni e le sue interazioni sociali all’interno delle comunità di cui fa parte anche attraverso la condivisione del linguaggio e delle esperienze. In particolare mi riferisco al paradigma costruttivista nella sua matrice sociale in cui il processo di apprendimento si colloca in una prospettiva relazionale.All’interno del paradigma costruttivista, la formazione blended non punta ad attribuire priorità a nessuno dei suoi momenti costitutivi: entrambi sono funzionali al perseguimento di obiettivi coerenti con la più generale impostazione sistemico-costruttivista.7 Cfr. G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano 1977, pp. 70-71.

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Nel processo di co-costruzione di una mappa concettuale8 a distanza assume una grande importanza

la chat, che da strumento ludico, diventa un luogo in cui le conversazioni9 virtuali diventano cosa

seria. Ho Cominciato questo paragrafo proponendo uno stralcio del metalogo10 di Bateson Che cos’e

un istinto proprio perché, in questo contesto, associo metaforicamente, almeno in parte, un

metalogo a una chat, intesa come ‘modalità di comunicazione mediante la quale vengono co-

costruiti (o co-creati) significati sociali’ 11. In particolare descrivo il processo tramite cui il gruppo

Singer12, nel corso del secondo Project work13 (PW) del Master, ha co-costruito una mappa

8 ‘La mappa concettuale consiste in uno strumento metacognitivo per aiutare gli studenti a riflettere sulla struttura della conoscenza o metaconoscenza’ ( Cfr. J. D. Novak, D. B. Gowin, Imparando a imparare, Sei, Torino 1989, p. 24).La mappa concettuale rappresenta una struttura di proposizioni in cui compaiono concetti e legami tra i concetti. Le parole sono considerate etichette che utilizziamo per indicare i concetti e le relazioni che li connettono. Per la costruzione di una mappa concettuale, come supporto digitale, si possono utilizzare programmi del pacchetto office (word e power point), o software specifici, come ad esempio cmap tools (http://cmap.ihmc.us/ ). Le parole usate in una mappa sono classificate in:

parole-oggetto: indicano uno stato, una forma; possono riferirsi sia a oggetti materiali, che a concetti astratti (es. lettura, libro, idea, lettera…);

parole-evento: indicano una trasformazione, un processo (es. leggere, comprensione, corsa, apprendimento…); parole-legame: definiscono il tipo di relazione tra parole-oggetto e/o parole-legame; possono essere preposizioni, verbi,

avverbi (es. come, da cui, provoca, quindi…).All’interno di una mappa concettuale ciascuna parola-oggetto e parola-evento viene racchiusa in una linea chiusa, e le linee chiuse si collegano tra di loro con segmenti su cui vengono posizionate le parole-legame. I concetti compaiono una sola volta e sono disposti dall’alto verso il basso, secondo una gerarchia di livelli di inclusione decrescente (dal più generale al più particolare); la struttura che si configura man mano che la mappa prende forma è a rete e possono stabilirsi anche legami trasversali sia tra concetti dello stesso livello, che tra concetti di livelli diversi. La mappa concettuale nata e utilizzata come strumento euristico individuale, viene utilizzata, nelle esperienze a cui faccio riferimento, in modalità condivisa.9 ‘Dal latino versare cum, andare con. Una serie di scambi verbali e non verbali tra due o più entità distinte durante il corso delle quali si cerca di raggiungere la comprensione circa la definizione di tutti quei concetti che sono argomento di dibattito. Gli scambi verbali non sono una successione di frasi separate, sono azioni cooperative in cui ciascun partecipante riconosce uno scopo comune e una direzione reciprocamente accettata e condivisa (in maniera tacita o esplicita). Si tratta di una danza, di un dialogo in cui ciascuno si vede attraverso gli occhi dell’altro’. Cfr. H. von Foerster in U. Telfener, L. Casadio, Sistemica. Voci e percorsi nella complessità, Bollati Boringhieri, Torino 2003, p. 233.10 ‘Un metalogo è un conversazione su un argomento problematico. Questa conversazione dovrebbe essere tale da rendere rilevanti non solo gli interventi dei partecipanti, ma la struttura stessa dell’intero dibattito. […] È da notare che la storia della teoria evoluzionistica è inevitabilmente un metalogo tra uomo e natura, in cui la creazione e l’interazione delle idee devono necessariamente esemplificare il processo evoluzionistico’. Cfr. G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano 1977, p. 32.11 Cfr. H. von Foerster in L. Casadio, U. Telfener, Sistemica. Voci e percorsi nella complessità, Bollati Boringhieri, Torino 2003, p. 237.12 Del gruppo Singer del Master 2006 hanno fatto parte parte: Eleonora Bigioni, Marzia Di Ianni, Roberta Serrao, Samuel Todaro e Fabrizio Tribastone. Il ruolo di tutor era affidato a Francesca Petrelli, persona di assoluto livello verso cui nutro una stima ‘infinita’ sia dal punto di vista professionale, sia dal punto di vista umano.13 Ogni PW del master (i due di gruppo e quello individuale) hanno delle linee guida a cui gli iscritti, se pur in modo flessibile, devono attenersi. Di seguito riporto sinteticamente le fasi contenute nel documento relativo alle linee guida del secondo PW (Master 2006):

I Fase : negoziazione degli obiettivi del progetto e definizione dello scenario di simulazione, attraverso l’individuazione dei destinatari, dei costi, della committenza del progetto e della sua natura. Un primo obiettivo del II PW è quello di realizzare un progetto che veda la Funzione HR (Human Resources) coinvolta sia dal punto di vista professionale, sia nella gestione del cambiamento generato dal progetto. Modalità operative: utilizzo ambienti chat e forum per la negoziazione;

II Fase : definizione della progettazione reticolare del PW, anche mediante la realizzazione di una mappa concettuale; definizione dei sottoargomenti e dei sottogruppi per la scrittura; approfondimento individuale per la redazione del PW, attraverso ricerche bibliografiche e sitografiche. Modalità operative 1: utilizzo ambienti chat, forum e wiki per brainstorming sugli argomenti da trattare. Modalità operative 2: costruzione mappa concettuale in formato .ppt o .doc .

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concettuale pienamente condivisa, a partire dalla quale sono stati individuati i cardini del progetto

per cominciare poi ad agire la scrittura condivisa su wiki. Per raggiungere questo obiettivo,

attraverso uno sforzo cognitivo non indifferente, sono stati utilizzati principalmente due ambienti

per la comunicazione di Rete: la chat (come ho già accennato prima) e il forum. La promozione

della nozione di gruppalità e della dimensione ludica dell’apprendimento non sono le uniche

dinamiche che la chat favorisce: questo ambiente può essere utilizzato anche per concretizzare e

concludere processi decisionali, avviati in altri momenti e ambienti formativi (ad esempio ambienti

propri della formazione in aula). La chat, infatti, essendo caratterizzata da un’estrema velocità

comunicativa14 (spesso enfatizzata dal ricorso ad acronimi e a forme linguistiche contratte, analoghe

a quelle usate per gli sms), si presta ad essere interpretata come spazio per:

definire step operativi e tempi di lavoro di un processo;

assegnare ruoli;

ripartire compiti;

agire tecniche particolari di problem solving, tra cui il brainstorming.

Nell’esperienza che prendo in esame, il brainstorming agito nel corso di una sessione di chat è stato

fondamentale per individuare le parole chiave che avrebbero costituito poi il contenuto della mappa

concettuale; mi sembra opportuno pertanto, prima di descrivere e illustrare il processo a distanza,

dedicare preliminarmente un approfondimento a questa tecnica di problem solving. L’idea del

brainstorming è da attribuire ad Alex F. Osborn, che sin dagli anni '30 del secolo scorso applicò

questo procedimento in campo aziendale; Osborn vede sostanzialmente un problema di

comunicazione e relazione nei gruppi intenti a risolvere un qualsiasi problema operativo,

sintetizzabile come eccessiva criticità. A volte nei gruppi si passa più tempo a criticare le idee altrui

invece di proporne di nuove e ciò, oltre a limitare la mera quantità di idee (potenziali soluzioni al

Modalità operative 3: definizione sottogruppi per la scrittura condivisa e relativa attribuzione argomenti. Modalità operative 4: utilizzo ambiente Gestione file di gruppo;

III Fase : stesura delle pagine wiki e preparazione di un file .ppt di presentazione del PW. Modalità operative 1: utilizzo di wiki, in cui ogni componente del gruppo interviene su quanto redatto dagli altri componenti, prosegue la stesura delle pagine e integra i nodi dell’intera struttura. Modalità operative 2: utilizzo ambienti chat e forum per definire i parametri di editing del PW e riflessione sugli argomenti da modificare, approfondire, segmentare, approfondire ulteriormente.

14 Inoltre, proprio per “l’apparente assenza” della comunicazione non verbale, compensata comunque dall’uso degli emoticons, la chat si presta a momenti in cui viene dato libero sfogo all’indole creativa umana. Ad esempio, nella comunicazione faccia a faccia un misunderstunding, ovvero un equivoco o un fraintendimento, possono portare al fallimento del processo comunicativo, di fatto bloccandolo; al contrario, nella comunicazione on line, l’equivoco o il fraintendimento possono dar vita a un processo creativo, che può generare anche delle possibili soluzioni inerenti il problema che si sta affrontando. A tal proposito mi fa piacere riportare un episodio significativo: nel corso di una chat del gruppo Wilde (Master 2005 – Mario Cusmai, Chiara Fabbri, Chiara Gangemi, Valeria Nobile, Federica Sellarione e Margherita Ferri nel ruolo di tutor) stavamo “scervellandoci” per trovare un argomento per il II PW. Ad un certo momento, la conversazione è andata fuori tema; era il periodo in cui era uscito Star Wars, Episodio III, La rivincita dei Sith e allora, visto che nel gruppo c’erano più appassionate/i di Guerre stellari (in particolare il sottoscritto, Chiara G. e Margherita) abbiamo cominciato a divagare un po’ su tutta la saga e, non so perché, siamo andati a finire sulla losca figura di Jango Fett, un temuto ed esperto cacciatore di taglie. Mentre stavamo dialogando ci si è accesa all’improvviso la “lampadina in testa” (insight) e abbiamo calato la parola “cacciatore di taglie” nel contesto delle Risorse Umane, ovvero Head Hunters (cacciatori di teste): è così che abbiamo trovato l’argomento da cui partire per il II PW.

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problema), determina discussioni sterili, autolimitazioni (qualcuno può preferire tacere, anziché

esporsi alle critiche altrui), generando dinamiche conflittuali. L’intuizione di Osborn consiste nel

separare la fase di produzione di idee da quella della loro analisi, discussione e critica; il gruppo è

invitato a dare libero corso alla produzione di idee ed è, al contrario, soggetto a divieto per quel che

riguarda l’esercizio critico, demandato a un secondo momento: l’accento è posto sull’ideazione, sul

processo creativo, sull’importanza dell’immaginazione come forza generatrice anche per i problemi

tecnici e aziendali, oltre che per l’arte e la scienza.

I primi partecipanti definirono i nostri sforzi ‘sessione di brainstorming’; e piuttosto giustamente perché,

in questo caso, ‘brainstorm’ significa usare la testa [brain] per assaltare [to storm] un problema creativo;

e farlo alla maniera degli incursori [commando], dove ogni assaltatore [stormer] attacca audacemente lo

stesso obiettivo.15 (Figura 1)

Le fasi e le regole relative al brainstorming possono essere sintetizzate come segue:

1. definizione del problema (su cosa dobbiamo concentrarci);

2. regole del setting16 ;

3. produzione di idee17 (rappresentano possibili soluzioni ad un problema);

4. analisi successiva e separata delle idee per scegliere le migliori.

Figura 1 - Una sessione di brainstorming presso la BBDO (società presieduta da Osborn) a New York alla fine degli anni '50. Affisse sul muro a destra le regole e in basso la stenotipista che registra le idee prodotte.

15 A.F. Osborn, Applied Imagination. Principles and Procedures Thinking, Charles Scribner’s Sons, New York 1953, p. 297.16 La critica è esclusa: la disapprovazione delle idee prodotte deve essere rinviata a un secondo momento. La ‘corsa libera’ è benvenuta: più è audace l’idea, meglio sarà. Si cerca la quantità: più grande è il numero delle idee proposte, maggiore sarà la probabilità di trovarne di vincenti. Si ricercano combinazioni e miglioramenti: oltre a contribuire con proprie idee, i partecipanti dovrebbero suggerire come le idee altrui possano essere trasformate in idee migliori, o come due o più idee possano essere combinate in una nuova.17 Le idee possono essere sollecitate in modi diversi, a seconda del gruppo di partecipanti:

bigliettini tipo Post-it con lavoro individuale; a turno (round robin): i partecipanti esprimono una idea ciascuno, oppure passano. Si fanno più giri di tavolo finché

tutti passano; popcorn: i partecipanti si esprimono senza particolare ordine fino a spontaneo esaurimento delle idee.

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Passo ora a descrivere il processo di co-costruzione della mappa concettuale prodotta dal gruppo

Singer, illustrando i passaggi cruciali:

la sessione di chat del 22 giugno 2006 in cui è stato agito il brainstorming;

il thread del forum Esiti del brainstorming e spazio di negoziazione, aperto dalla Tutor

della Comunità di Apprendimento, Francesca Petrelli, e ‘abitato’ dal gruppo, per le

successive negoziazioni in itinere della mappa concettuale;

le release delle mappe concettuali fino alla versione definitiva18.

La sessione di Chat19

Figura 2 – Fase preliminare al brainstorming

18 La seconda e terza fase si intrecciano; infatti, come si potrà vedere, man mano che si procedeva con la negoziazione collettiva nel forum, venivano prodotte versioni diverse della mappa concettuale: la mappa concettuale definitiva è stata co-costruita tramite approssimazioni successive condivise, frutto del processo negoziale agito nell’ambiente forum.19 Gli errori grammaticali contenuti negli screenshots (catture) della chat non sono stati volutamente corretti: nella chat è fondamentale la ‘spasmodica’ velocità comunicativa e gli errori ortografici sono una logica conseguenza di questa rapidità. ‘ Se scrivi con la penna d’oca devi grattare le sudate carte e intingere ad ogni istante, i pensieri si sovrappongono e il polso non tien dietro, se batti a macchina si accavallano le lettere, non puoi procedere alla velocità delle tue sinapsi, ma solo coi ritmi goffi della meccanica. Con lui (con essa?) invece le dita fantasticano, la mente sfiora la tastiera, via sull’ali dorate…’. Cfr. U. Eco, il Pendolo di Foucault, Bompiani, Milanon1988, p. 28.

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Francesca, la tutor, sottolinea l’importanza della mappa concettuale (Figura 2) che, oltre a essere

un’utile guida per non perdersi nella scrittura reticolare, è preliminare all’avvio della stessa scrittura

su wiki: si rischia altrimenti di non portare avanti l’obiettivo o di decentrarne il focus.

Francesca spiega inoltre che il brainstorming servirà a enucleare quelli che saranno i concetti chiave

da inserire poi nella mappa e ogni componente del gruppo avrà a disposizione un intervallo

temporale per far fluire quante più idee possibili che, in libera associazione, si legano alla cornice

del PW già delineata.

Poiché il numero dei partecipanti è determinante (e all’appello in chat mancano ancora Eleonora,

Marzia e Roberta), si è un po’ incerti se proseguire o rimandare l’appuntamento …

Figura 2 - Fase preliminare al brainstorming

Ora che si sono aggiunte, al resto della compagnia, Eleonora e Roberta tutto è quasi pronto per la

tempesta fra/nei cervelli; prima di ‘aprire le danze’ Francesca fornisce alcune possibili regole

(Figura 3), legate al contesto on line20 :

al termine del flusso di coscienza individuale, moderato dal tutor attraverso il ‘dare la

parola’ a ciascuno tramite la ‘campanella’21, è lo stesso tutor che procede a sintetizzare, 20 A proposito di brainstorming on line, l’IBM ha annunciato, nel novembre 2006, di aver investito 100 milioni di $. L’investimento e le idee sono state presentate contemporaneamente in Cina e in una versione di pixel della ‘Città proibita ’ di Pechino, situata su un’isola privata nel metamondo di Second Life. La notizia è consultabile su http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1760171&p=1 .21 La chat di Moodle ha una funzione ‘campanella’, che equivale a un trillo sonoro, come in Messanger, che si può inviare ai partecipanti della sessione.

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ricomporre e riarticolare le idee emerse, in modo da abbozzare la struttura lineare o

reticolare della futura mappa che viene agita sempre in sincrono;

ognuno dei partecipanti farà fluire le proprie idee in modo libero, a partire dal via del

tutor a cui comunicherà anche la chiusura del flusso di coscienza;

il flusso di solito si chiude quando non vengono più parole per oltre 15 secondi;

per effettuare e produrre parole significative, chi partecipe deve concentrare le

associazioni libere tenendo presente lo scenario delineato del PW;

non bisogna costruire delle frasi, ma solo far associare delle idee a parole chiavi;

un componente del gruppo si incaricherà di redigere la mappa in formato Power Point e

inserirla nell’ambiente gestione file. Chiunque la vorrà modificare e integrare, segnalerà

le correzioni in rosso, salvando il file con il proprio nome.

Ed ora sono tutti pronti per cominciare …

Figura 4 – Brainstorming

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Figura 5 - Brainstorming

Figura 6 – Brainstorming

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Figura 7 – Brainstorming

Dalle immagini della chat (Figure 4, 5, 6, 7) si può notare come il processo di brainstorming sia

durato circa 10 minuti, come gli interventi del tutor siano stati centellinati per non disturbare la

‘venuta a galla' delle idee; infatti Francesca si è manifestata durante il brainstorming per:

dare il via alla ‘tempesta’;

incentivare e motivare i partecipanti;

evitare di andare fuori strada, rispetto al focus del PW, disperdendo le idee;

consigliare di porre fine al brainstorming, nel momento in cui le idee cominciavano ad

arrivare randomicamente, senza più un flusso continuo.

Uno degli aspetti maggiormente significativi consiste nel fatto che dal brainstorming emerga una

miriade di idee grazie alla meravigliosa reazione a catena dell’associazione libera.

Una volta conclusosi il flusso ininterrotto di idee, Francesca riprende le ‘redini’ della conversazione

(Figura 8); infatti mentre Eleonora, Fabrizio, Roberta e Samuel ‘tiravano fuori dal cilindro’ possibili

parole chiave, la tutor del gruppo Singer si era già segnata le parole calde: ora bisognava dar loro

una forma.

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Figura 8 - Fase post-brainstorming

I concetti ripetuti, ovvero esplicitati da più di una persona, avrebbero identificato il livello

sovraordinato della mappa, quello principale; insieme a questi saranno valorizzate le parole che

possono essere ritenute prioritarie. Mentre Francesca continua a spiegare il da farsi, una domanda di

Eleonora riporta l’attenzione sul brainstorming appena concluso: infatti Francesca aveva proposto

al gruppo un brainstorming individuale. La tutor avrebbe preferito che ognuno potesse esprimersi

individualmente, ma ‘era così bello vedere le vostre idee intrecciarsi’: doveva essere un

brainstorming tipo round robin, invece è stato un brainstorming tipo pop corn. Vediamo, quindi,

come le logiche comunicative e relazionali che si sviluppano in Rete a volte siano imprevedibili; in

un flusso continuo e costante, le idee individuali si sono intrecciate tra loro senza che le une si

sostituissero alle altre, attraverso un processo di condivisione e integrazione spontanea, quasi come

un mosaico che pian piano si compone: i tasselli non si sovrappongono tra loro, ma ognuno è unico

è irripetibile. In questo caso il gruppo si è comportato come un insieme dinamico, un campo (inteso

in senso gestaltico), luogo di intersezione tra la persona, che può identificarsi e individuarsi nelle

relazioni con gli altri, e il contesto sociale a cui appartiene.

In una tecnica come il brainstorming, inoltre, assume importanza un processo mentale come la

creatività22; si parla di pensiero produttivo quando, attraverso un’operazione di insight - intuizione

22 ‘[…] Per Hofstadter (1995) la creatività consiste nell’avere un intuito spiccato per ciò che è interessante, nell’usarlo in modo ricorsivo, nell’applicazione al metalivello e nel modificarlo di conseguenza. […] Nei processi creativi appare una sorta di repentino

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creativa e riorganizzazione degli elementi del campo psicologico in nuove strutture - è possibile

evidenziare una diversa percezione, che consente di sviluppare strategie di azione per risolvere un

problema. Durante un brainstorming di gruppo il pensiero diventa intricato e magmatico, si

confonde con quello di tutti i componenti: all’interno di questo caos, è il pensiero

laterale/divergente23 che consente di dare forma agli elementi. La creatività implica, come

presupposto, la capacità di tollerare anche una dimensione di ambiguità, di caos, di irrazionalità, di

assenza di pensiero organizzato; attraversare l’assenza significa tollerare uno spazio mentale abitato

dalla confusione e dall’incertezza, che comporta ‘il dialogo con la polisemia dei significati e con la

diversità e che predispone a un pensiero trasformativo’24. L’atto creativo25 rappresenta allora una

forma di pensiero associativo, procedimento analogico su cui incide la componente comunicativa

relazionale come fonte di ispirazione per l’innovatività; nella fase creativa del brainstorming il

gruppo può rappresentare un’opportunità, in quanto più persone possono arricchire con il proprio

contributo l’esplorazione semantica di uno stesso concetto. La creatività dipende perciò dal numero

di associazioni che possono essere combinate, dalla capacità di operare contemporaneamente su

molteplici piani cognitivi, mettendo in contatto la quantità di informazioni di cui il soggetto

dispone, con quelle degli altri membri del gruppo. Pertanto la creatività nel brainstorming può

essere definita soprattutto come prodotto dell’attraversamento di più individualità che si mettono in

rete, un fenomeno non più soggettivo, ma di relazione26.

Dopo questa digressione sul concetto di creatività, riprendo le fila della chat, che si sta avviando a

conclusione. Francesca chiarisce ora al gruppo (Figura 9) che ognuna delle parole emerse può

costituire un box della mappa, una cosiddetta parola oggetto: bisogna riassemblare i termini

secondo una struttura organica.

effetto soglia (…) ogni qualvolta un soggetto (…) si mostra in grado di affrontare con successo nuovi problemi o nuove situazioni dapprima debordanti dal suo orizzonte cognitivo: ciò è riscontrabile da un brusco riorientamento gestaltico definibile fenomenologicamente come esperienza di insight, che porta il soggetto a considerare evidente e necessario ciò che prima si poneva come limite di un processo per tentativi ed errori. Quindi i metacontesti prodotti essenzialmente dal processo creativo non esistono mai prima del processo stesso, anche se effettuano su di esso una funzione in certo senso di innesco. Ciò significa che (…) esiste allora un vasto spazio vuoto che sta al soggetto di colmare, ed esso non può essere che regno della storia e della contingenza. […] l’atto creativo è sempre dipendente da una ristrutturazione globale’. Cfr. U. Telfener, L. Casadio (a cura di), Sistemica. Voci e percorsi nella complessità, Bollati Boringhieri, Torino 2003, pp. 247 - 248.23 Cfr. E. De Bono, Il pensiero laterale, Milano, Rizzoli, 198924 Cfr. F. Di Maria, G. Lavanco, Nel nome del gruppo, Milano, Franco Angeli, 199425 Segnalo a tal proposito Neverland, un film molto toccante in cui, attraverso l’immagine cinematografica, è ben rappresentato l’atto creativo. Jonny Deep veste i panni di James Barrie, autore di Peter Pan; il racconto si basa proprio sul processo creativo con cui il drammaturgo riuscirà a forgiare la sua opera più famosa basata, secondo la pellicola, sulle vicende reali di quattro giovanissimi fratelli londinesi orfani di padre.26 ‘L’apprendimento dei contesti della vita è cosa che deve essere discussa non come fatto interno, ma come una questione di relazione esterna tra due creature. E la relazione è sempre un prodotto della descrizione doppia. È corretto (ed è un grande progresso) cominciare a pensare le due parti come due occhi, che separatamente forniscono una visione monoculare di ciò che accade, e insieme una visione binoculare in profondità. Questa visione doppia è la relazione’ (Bateson, 1979). U. Telfener, L. Casadio (a cura di), Sistemica. Voci e percorsi nella complessità, Bollati Boringhieri, Torino, 2003, pp. 291-293.

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Figura 9 - Verso il forum

Roberta suggerisce che, per ora, tutti i box vanno messi sullo stesso livello e, in un secondo

momento, il gruppo nel suo insieme ne declinerà la sequenza logica; visto il numero elevato di

concetti e l’ora tarda che non permette una strutturazione logica coerente, viene accolto il

suggerimento di Roberta e Francesca consiglia di inserire tutte le parole nel forum: individuare le

parole fondamentali, cassare quelle ridondanti e poi gerarchizzare i livelli. Francesca si prende

l’incarico di riportare l’esito del brainstorming in un thread del forum (Figura 10) procedendo

all’avvio metodologico per l’individuazione delle aree di focus, ovvero in che modo si costruiscono

insiemi omogenei; prima di fare una selezione è quindi utile avere davanti tutto lo spettro,

riportando tutte le parole e anche i loro autori: verrà inizialmente negoziata nel forum una possibile

struttura condivisa per poi realizzare una prima bozza di mappa concettuale.

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Figura 10 - Valutazioni a caldo sul brainstorming

Figura 11 - Chiusura della sessione di chat

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Alla domanda di Francesca su una valutazione del brainstorming in chat, tutte/i appaiono

positivamente impressionati: ‘bene, da paura, molto stimolante e creativo’.

Dopo questa prima fase agita in chat, attraverso il forum si struttura la mappa, si individuano i box

(le parole oggetto) e le parole legame.

Il power point finale dovrà essere solo lo strumento per rappresentare un ‘prodotto’ realizzato

insieme.

Il Forum e Le Mappe Concettuali

Francesca, come promesso, il giorno dopo riporta in un nuovo thread del forum le parole chiave

emerse in chat; per facilitare il lavoro della Comunità di Apprendimento ha cominciato a colorare le

parole che appartengono a una medesima area semantica e ha evidenziato in grassetto i termini detti

almeno due volte da persone diverse (Figura 12).

Figura 12 – Thread aperto da Francesca 'Esiti del brainstorming e spazio di negoziazione'

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Figura 13 – Una prima bozza di mappa concettuale realizzata da Samuel

Samuel fa un primo tentativo di mappa prevedendo solo i box contenenti le parole oggetto,

lasciando da parte le parole legame. (Figura 13)

Figura 14 - Francesca sollecita il gruppo

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Francesca ringrazia Samuel per aver abbozzato una prima ‘piattaforma concettuale’ su cui

cominciare a ragionare (Figura 14), ma ribadisce la necessità/opportunità di avviare una discussione

contemporanea nel forum sulla costruzione della mappa: ‘ciò, sia per esplicitare al gruppo la

sequenza logica e concettuale individuale, sia per concertare una mappa che non rimanga mera

giustapposizione di idee, ma che sia costruzione condivisa di significati’.

Samuel risponde a Francesca, comunicando che sta ultimando una seconda release rispetto alla

prima bozza di mappa concettuale; inoltre in questa nuova versione sono contenute anche le parole

legame che faciliteranno gli altri a capire il ragionamento sotteso alla costruzione della mappa.

(Figura 15)

Figura 15 - Samuel propone una seconda versione completa anche di parole legame

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Figura 16 - Eleonora commenta la mappa di Samuel (I parte)

Figura 17 - Eleonora commenta la mappa di Samuel ( II parte)

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Eleonora, tornata dalle vacanze, commenta le scelte effettuate da Samuel nella mappa concettuale.

(Figure 16 e 17)

Secondo Eleonora, i livelli gerarchici non sono pienamente rispondenti alle aree semantiche

individuate nel corso della sessione di chat; dal suo punto di vista, infatti, ci sarebbero cinque/sei

livelli gerarchici: l’ordine delle rispettive aree semantiche che Eleonora propone è stato pensato in

termini di consequenzialità, e questo ovviamente può e deve essere eventualmente negoziato.

Samuel dal canto suo non si trova molto d’accordo con le osservazioni fatte da Eleonora (Figura

18); infatti più che seguire delle aree semantiche ha seguito e continuerebbe a seguire una logica di

piano industriale.

Comunque Samuel ringrazia Eleonora per aver aperto questo ambito di negoziazione ed è sicuro

che con la nuova versione della mappa (Figura 19) ogni dubbio verrà fugato.

Figura 18 - Samuel replica alle osservazioni di Eleonora

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Figura 19 - La terza bozza della mappa concettuale

Francesca si complimenta per il livello negoziale che si sta manifestando nel forum, ma sollecita il

gruppo a partecipare maggiormente: dal punto di vista quantitativo si è, infatti, ancora in fase di

rodaggio. (Figura 20)

Considera inoltre la nuova release della mappa proposta da Samuel estremamente efficace e ben

costruita sul piano logico; tuttavia suggerisce, per una maggiore correttezza formale, un migliore

utilizzo delle parole chiave.

In particolare, ad esempio, suggerisce di far ‘esplodere’ il box formazione, in quanto si riferisce sia

all’ingresso di nuove figure professionali, reperite attraverso il recruiting esterno, sia alla

riqualificazione e/o aggiornamento delle Risorse Umane interne, soggette al processo di

cambiamento.

Anche Roberta e Marzia trovano ben strutturato e articolato l’elaborato di Samuel (Figura 21); in

particolare Marzia sta rielaborando un documento fornitogli dalla sua azienda, che formalizza

metodologia e principi utilizzati dall’INA nell’approccio per competenze.

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Figura 20 - Il feedback di Francesca sulla terza versione della mappa

Figura 21 - I contributi di Marzia e Roberta

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Anche Marzia realizza una nuova versione della mappa concettuale (Figura 22); rispetto a quella

proposta da Samuel, fornisce un focus più preciso sulla scenario delineato dal gruppo per il PW:

ridisegno HR (Human Resources). Samuel, un paio di giorni più tardi, avvisa il gruppo che ha

apportato una piccola, ma significativa modifica alla sua mappa; infatti ha confuso OPA (offerta

pubblica di acquisto) con OPV (offerta pubblica di vendita): ciò che il gruppo sta progettando per il

PW richiede una OPV e non una OPA. (Figura 23)

Figura 22 - La mappa elaborata da Marzia

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Figura 23 - La precisazione di Samuel

Anche Eleonora avverte nel forum (Figura 24) di aver inserito la mappa concettuale che ha

elaborato (Figura 25): ha messo mano alla mappa concettuale proposta da Marzia, evidenziando in

rosso le modifiche che propone.

Figura 24 - Anche Eleonora avvisa di aver inserito nei files di gruppo una mappa

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Figura 25 - La mappa concettuale proposta da Eleonora

Francesca è soddisfatta del lavoro svolto dal gruppo e delle tre mappe realizzate; dal suo punto di

vista il lavoro più completo resta quello di Marzia e chiede a tutta la Comunità di Apprendimento

l’’OK’ per utilizzare la mappa concettuale di Marzia, che rappresenta ovviamente il frutto di un

lavoro condiviso attraverso la negoziazione condotta nel forum. (Figura 26).

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Figura 26 - Il feedback di Francesca

Figura 27 - L'OK di Eleonora

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Figura 28 - L'OK di Roberta e Samuel

Figura 29 - La mappa concettuale del gruppo Singer

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Naturalmente tutte/i si trovano d’accordo (Figure 27 e 28) nell’utilizzare la mappa proposta da

Marzia, soprattutto per il fatto che non rappresenta un lavoro individuale, ma la sintesi della totalità

dei punti di vista espressi dal gruppo nell’ambiente forum.

Al termine di questo serrato processo di negoziazione, il gruppo Singer ha finalmente a disposizione

la mappa concettuale definitiva (Figura 29) come bussola di riferimento per iniziare ad agire la

scrittura condivisa su wiki, un ambiente di apprendimento dalle molteplici potenzialità: uno

strumento reticolare per ri-pensare la didattica on line.

Percorsi Bibliografici

Bateson Gregory, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano 1977

Boldizzoni Daniele, Nacamulli Raul, Oltre L’aula. Strategie di formazione nell'economia della conoscenza, Apogeo, Milano 2004

De Bono Edward, Il pensiero laterale, Milano, Rizzoli, 1989

Di Maria Franco, Lavanco Gioacchino, Nel nome del gruppo, Milano, Franco Angeli, 1994

Eco Umberto, il Pendolo di Foucault, Bompiani, Milanon1988

Joseph D. Novak, Bob Gowin, Imparando a imparare, Sei, Torino 1989

Osborn Alex, Applied Imagination. Principles and Procedures Thinking, Charles Scribner’s Sons, New York 1953

Quagliata Alberto (a cura di), Pratiche di didattica costruttivista in aula e in Rete, Armando, Roma 2003

Quagliata Alberto (a cura di), Competenze per lo Sviluppo delle Risorse Umane. Esperienze di formazione blended, Armando, Roma 2008

Telfener Umberta, Luca Casadio, Sistemica. Voci e percorsi nella complessità, Bollati Boringhieri, Torino 2003

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