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conTAKT’07 culture senza frontiere news letter 2 Giugno 2007 Persone all'opera: sei ritratti di persone di differenti nazionalità ma con uno scopo comune. Editoriale conTAKT ha molti volti – nel vero senso del termine e in senso sim‑ bolico. Dietro alla molteplicità dei sei progetti conTAKT che verranno presentati al pubblico nell’ottobre 2007 in tutta la Svizzera, si nascon‑ dono persone impegnate, prove‑ nienti dalle più svariate culture. Tutte hanno abbandonato luoghi familiari per luoghi sconosciuti‑ non solo i migranti tra loro, bensì anche gli autoctoni. Chi si impegna nell’ambito di conTAKT, deve per forza tentare nuove vie e quin‑ di assumere compiti, funzioni ed impegni nonché stabilire delle relazioni con persone e istituzio‑ ni prima sconosciute. Piacere ai contatti nuovi, flessibilità, abilità, attendibilità, fiducia in se stessi e nel futuro sono assolutamente indispensabili. Grazie del vostro impegno (!), cari membri dei grup‑ pi conTAKT, poiché senza di voi la Svizzera dovrebbe rinunciare in ottobre ad un variopinto apporto culturale. Luzia Kurmann Responsabile conTAKT’07 Direzione Cultura e socialità MGB

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Notizie sul progetto Bibliomobile Ticino.

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culture senza frontierenewsletter

2Giugno

2007

Persone all'opera: sei ritratti di persone di differenti nazionalità ma con uno scopo comune.

Editoriale

conTAKT ha molti volti – nel vero senso del termine e in senso sim‑bolico. Dietro alla molteplicità dei sei progetti conTAKT che verranno presentati al pubblico nell’ottobre 2007 in tutta la Svizzera, si nascon‑dono persone impegnate, prove‑nienti dalle più svariate culture. Tutte hanno abbandonato luoghi familiari per luoghi sconosciuti‑non solo i migranti tra loro, bensì anche gli autoctoni. Chi si impegna nell’ambito di conTAKT, deve per forza tentare nuove vie e quin‑di assumere compiti, funzioni ed impegni nonché stabilire delle relazioni con persone e istituzio‑ni prima sconosciute. Piacere ai contatti nuovi, flessibilità, abilità, attendibilità, fiducia in se stessi e nel futuro sono assolutamente indispensabili. Grazie del vostro impegno (!), cari membri dei grup‑pi conTAKT, poiché senza di voi la Svizzera dovrebbe rinunciare in ottobre ad un variopinto apporto culturale.

Luzia KurmannResponsabile conTAKT’07Direzione Cultura e socialità MGB

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Marisol Mirarchi, 43 anni, SpaniaBellinzona, «Biblioteca interculturale della Svizzera italiana»

BISI

«Sono nata a Finisterre, una piccola città sulla punta più occiden‑tale della Spania. Lì ho frequentato anche il liceo. Per una donna, però, non esistevano prospettive di lavoro. A 18 anni sono perciò venuta in Svizzera. Una mia zia possedeva allora un ristorante a Bodio, dove iniziai a lavorare. Desideravo apprendere veloce‑mente la lingua del posto, cioè l’italiano, e soprattutto capire le abitudini degli autoctoni. Da un lato mi ha colpito la riservatezza delle persone persino qui in Ticino, dall’altro, sono rimasta af‑fascinata dalle libertà di cui godevano le ragazze svizzere. Ho cercato attivamente il contatto con le persone del luogo e sono stata ben accettata, dopo alcune difficoltà iniziali. Più tardi ho completato gli studi di «Assistente all’informazione e alla docu‑mentazione». Oggi sono sposata, ho due figli e lavoro a tempo pieno come bibliotecaria a Biasca e a Bellinzona. Responsa‑bile della mia formazione era allora Fredy Conrad. E’ stato lui a convincermi ad entrare nel gruppo «Ondemedia», all’interno del quale mi occupo della pagina web, della comunicazione e, a volte, di rappresentare Fredy. Tutto ciò dà da fare. Tramite «conTAKT» abbiamo conosciuto il gruppo di Locarno CAT/TI‑41. In ottobre svolgeremo insieme una manifestazione nelle stra‑de di Bellinzona e Locarno. Il CAT/TI‑41 racconterà ai bambini delle favole africane e la BISI, tramite delle bancarelle di libri, intende richiamare l’attenzione del pubblico sulla biblioteca interculturale.»

A Bellinzona «Ondemedia» gestisce una biblioteca intercul-turale per bambini, giovani ed adulti: la «Biblioteca inter-culturale della Svizzera italiana» (BISI). Tramite il premio d’incentivazione, la biblioteca vuole ampliare i propri servizi e fare in modo che i libri arrivino meglio ai propri lettori. L’idea è quella di un bibliobus che porti i libri ai lettori di tutto il Ticino.

Lathan Suntharalingam, 32 anni, Sri LankaLucerna, Politforum Zentralschweiz

«Provengo dalla parte settentrionale di Jaffna. Nel 1988 la mia fa‑miglia fu costretta a fuggire. Avevo 14 anni e non parlavo nean‑che una parola di tedesco. Però sono ambizioso e così ho con‑cluso velocemente la scuola secondaria. Divenni infermiere. Oggi lavoro come infermiere specializzato al reparto di cure intense dell’ospedale cantonale di Lucerna e frequento parallelamente la scuola per operatori sociali. Sono sposato e ho una figlia di un anno. Si chiama Piriya ed è un tesoro. Quando arrivai in Svizzera, i migranti tamil avevano una pessima fama. Si riteneva fossero degli approfittatori e degli spacciatori di droga – più o meno come adesso si parla degli Albanesi del Kosovo. Allora vissi sulla mia pelle cosa significa razzismo. Specialmente le persone anziane mi hanno insultato spesso, dandomi dello «Sporco Tamil». Oggi i Tamil hanno una reputazione migliore, ma non sono per niente meglio in‑tegrati. Si chiudono volentieri nelle loro famiglie e nei loro templi. Molti lavorano nei ristoranti e negli ospedali, solo pochissimi rie‑ scono a fare carriera. Le esperienze negative in Svizzera mi hanno spinto a voler cambiare qualcosa. Ma non tutti i giovani riescono come me a superare queste esperienze. Con dei colleghi e delle colleghe ho fondato per esempio un doposcuola di tedesco per i bambini. Nel 2004 sono stato eletto nel Parlamento della città di Lucerna e un anno fa in quello cantonale. Credo ai diritti dell’uomo e alla comprensione reciproca. Desidero vivere queste convinzio‑ni nella mia seconda patria e trasmetterle agli altri.»

Nel progetto video «Einblick – Mein Blick» giovani provenienti dal Kosovo, dallo Sri Lanka e dalla Svizzera documentano il pro-prio atteggiamento e la propria visione nei confronti dell’alterità. Il film sarà proiettato probabilmente in ottobre a Lucerna.

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Il Percento culturale Migros è un’istituzione ancorata negli sta‑tuti Migros nata per un senso di responsabilità nei confronti della società. Essa s’impegna a rendere accessibile cultura e istruzione a vaste fasce della popolazione, favorendo così le di‑ scussioni relative alla società e la partecipazione di un ampio pubblico ai cambiamenti sociali, economici e culturali. Le colon‑ne portanti di questa iniziativa sono la cultura, il sociale, il tempo libero e la politica economica.www.percento-culturale.ch

Innocent Semuhire, 44 anni, RwandaCourtepin, Association des Amis de l’Afrique AMAF

«Sono arrivato a Friborgo il 22 agosto 1984, me ne ricordo esatta‑mente. Volevo studiare diritto all’università. Ho superato l’esame d’ammissione senza grosse difficoltà, poiché ero ben preparato. Mi ha causato più problemi la nuova vita quotidiana in Svizzera. A dif‑ferenza del Rwanda, qui tutte le strade sono asfaltate, lo standard di vita è nettamente più elevato e il sole tramonta molto più tardi. Soprattutto mi mancavano i miei otto fratelli. Durante lo studio mi è stata concessa una modesta borsa di studio, che ero costretto ad arrotondare lavorando come lavapiatti o come aiuto infermie‑re. Per finire ho trovato un lavoro fisso notturno presso Micarna a Courtepin. Il lavoro alla catena di montaggio era piuttosto noioso, l’atmosfera sul lavoro però buona. Potevamo ascoltare musica, la band congolese «Zaïko Langa‑Langa» era al primo posto sulla lista delle nostre preferenze. Alle otto del mattino iniziava poi la mia vita universitaria che durava spesso fino a tarda sera. Ho conseguito il dottorato in diritto internazionale. Ciononostante, è difficile per me trovare un posto di lavoro adeguato. Mia moglie lavora a tempo pieno, come informatica e io mi occupo dei nostri due figli, della casa e cucino. Nel corso di una discussione con Régine Mafunu, Presidentessa dell’Associazione Amici dell’Africa (AMAF), ci è ve‑nuta l’idea di un programma d’alfabetizzazione. Poiché conosco Micarna dall’interno, so com’è difficile per le persone con orari di lavoro atipici, frequentare un corso linguistico regolare. Questo è il nostro punto di partenza.»

AMAF sviluppa nel Canton Friborgo un programma d’alfabetiz- zazione per persone con orari di lavoro atipici. I corsi inizieran-no nel settembre 2007.

Pia Schnyder, 28 anni, SvizzeraLucerna, Federazione cantonale degli scouts di Lucerna

«Lucerna è e rimane la mia patria. Vengo da Sursee e attualmente abito di nuovo a Lucerna. Ho terminato i miei studi di terapeuta in psicomotorica presso l’Alta Scuola Intercantonale di pedagogia terapeutica di Zurigo. Allora condividevo l’appartamento con un altro studente. Ciononostante tornavo spesso a Lucerna, poiché là vi erano le mie colleghe degli scouts e tutta la mia rete di contatti sociali. Posso comprendere quanto sia difficile stabilire dei nuovi contatti anche solo in una città sconosciuta. Capisco perciò molto bene che le persone migranti si orientino, in un pri‑mo momento, verso la loro comunità. Da parte mia, sono entra‑ta nel movimento scout a nove anni e da allora ho conosciuto molte persone in gamba. Oggi faccio parte del gruppo scout di Lucerna che si occupa d’integrazione. Siamo convinti che gli scouts rappresentino anche per i ragazzi stranieri una buona op‑portunità per allacciare nuovi contatti. L’idea scout vive in tutto il mondo. Nell’estate 2004 sono stata al campeggio mondiale degli scout di Taiwan. Lì si sono riunite persone provenienti dalle più svariate culture. Ciononostante avevamo tutti un comun denomi‑natore. Crediamo che questa comprensione reciproca sia possi‑bile anche nel piccolo, per esempio presso gli scouts di Lucerna. Siamo aperti ad altre culture e vorremmo contribuire a che la po‑polazione straniera si possa sentire più a suo agio in Svizzera.»

Nel 2007 il movimento scout festeggia il suo centenario. Gli scouts di Lucerna prendono spunto da questa ricorrenza per ri-volgersi maggiormente ai bambini ed ai giovani stranieri. Per prima cosa si intende sensibilizzare al tema dell’integrazione i capi gruppo tramite i corsi che frequentano. Oltre a ciò sono previste, nell’anno in cui ricorre il centenario, delle attività scout particolari, specialmente nei quartieri con un’alta per-centuale di stranieri.

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Contatto:Federazione delle Cooperative MigrosDirezione Cultura e Socialità conTAKT’07Casella postale, 8031 [email protected]

Impressum:Testo: Roland SchallerFoto: Katrin SimonettGrafica: büroblau, ZurigoRedazione: Christian Zwinggi

Hervé Mavakala Keto, RDCLocarno, CAT/TI-41

«Sono giurista, laureato all‘Università di Kinshasa, nella Repub‑ blica democratica del Congo. Dopo gli studi, a 25 anni, mi sono trasferito a Lubumbashi (Katanga), città che pure si trova nel‑la Repubblica Democratica del Congo, dove mi sono sposato. Ho tre figli. Sono arrivato in Svizzera nell’aprile 2002. Dal 2004 lavoro presso l’albergo Ascovilla di Ascona e dal 2006 presso l’agenzia Derman/SOS‑Ticino, in qualità di interprete e mediatore interculturale. Attualmente non posso ancora esercitare la mia professione di giurista. Sono però iscritto alla «Haute Ecole de Gestion» di Neuchâtel. I primi tempi in Svizzera non sono stati facili. Vi sono delle grandi differenze nei confronti del mio paese d’origine. Noi in Congo, per esempio, siamo soliti salutare ogni mattina i nostri vicini e informarci sul loro stato di salute. In Sviz‑zera tra vicini spesso ci si conosce appena. Per questa ragione all’inizio mi sono sentito abbastanza isolato qui in Svizzera. Oggi annovero diversi Ticinesi tra i miei amici. Frequento spesso la Chiesa Evangelica di Losone e di Chiasso. Là ho conosciuto di‑verse persone appartenenti al gruppo CAT (Comitato Africano Ticinese) e al TI‑41. Al primo appartengono sia Africani che auto‑ctoni che si occupano della migliore integrazione degli Africani in Svizzera. Il gruppo TI‑41 svolge dei progetti umanitari in Africa. Grazie al mio intervento, vi è stata la fusione dei due gruppi. Ne‑gli ultimi tempi siamo stati invitati ripetutamente in varie classi scolastiche, dove abbiamo avuto l’opportunità di raccontare del‑le favole africane ai bambini. Desideriamo così facendo rendere note alcune parti della cultura africana e insegnare ai bimbi dei modelli comportamentali sociali.»

Tramite varie attività il CAT/TI-41 desidera promuovere la con-vivenza tra persone di culture diverse. Sono previsti il racconto di favole africane per bambini, un teatro di mimica per i gio-vani sul tema dell’origine delle lingue, nonché una riflessione sull’integrazione all’interno delle coppie miste tramite un gio-co a quiz.

Gloria Marquez, ColombiaFriborgo, festival multiculturale «Fri-Ponts»

«Abito da quattro anni nella città di Friborgo. Venni per la prima volta in Svizzera già nel 1987, quando il mio partner fu ucciso in Colombia per motivi politici. Sono danzatrice e creo delle pla‑stiche. A Rio Negro in Colombia, ho fondato una scuola di ballo per le figlie di contadini poveri. Quando fui costretta a fuggire in Svizzera, mi trovavo in una situazione di grande difficoltà. Le mie amiche in Svizzera mi hanno aiutato molto e hanno organizzato per me una mostra a Berna. E’ stato fantastico. Qui apprezzo la gentilezza delle persone e il fatto che i pedoni abbiano, in gene‑rale, la precedenza sulle strade. Mi meraviglio del numero ele‑vato di cani in Svizzera e del fatto che tutti abbiano un padrone. In modo particolare ammiro il sistema politico della Svizzera, al quale i cittadini e le cittadine possono realmente partecipare. Ciò, in Colombia, non era possibile. Faccio parte del Club «Unesco» di Friborgo e del collettivo che organizza il festival multiculturale «Fri‑Ponts». E’ importante che le varie comunità straniere pre‑senti in Svizzera lavorino insieme ad un progetto comune. Oltre a ciò, desideriamo mostrare alla città e alle persone in genere i molti aspetti positivi di questa convivenza. Per fare in modo che le persone migranti possano integrarsi meglio, è necessa‑rio dapprima un sistema che offra dei programmi, mettendo a disposizione i mezzi. Anche le persone migranti però devono compiere degli sforzi. L’integrazione deve avere luogo in entram‑be le direzioni.»

Il «Collectif pour un festival multiculturel» pianifica svariate attività che trattano il tema della diversità/Altérité. I risultati verranno presentati in occasione di una grande festa multicul-turale che si terrà nell’ottobre 2007.