ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere...

146
Atti del XV Convegno Nazionale Palermo 6-9 novembre 2008 "Identità della persona e della famiglia secondo l'antropologia cristiana" oggi Consultori Familiari Organo della Confederazione Italiana dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana Numero 3-4 - 2009 - anno 17 “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA”

Transcript of ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere...

Page 1: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Atti del XV Convegno Nazionale

Palermo 6-9 novembre 2008

"Identità della persona e della famiglia secondo l'antropologia cristiana"

oggiConsultoriFamiliari

Organo della Confederazione Italiana dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana

Numero 3-4 - 2009 - anno 17

Num

ero

3-4

- 20

09 -

ann

o 17

C

onsu

ltori

Fam

iliar

i ogg

i “

Pos

te It

alia

ne S

pa -

Spe

dizi

one

in A

bbon

amen

to P

osta

le -

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n. 4

6) a

rt. 1

, com

ma

2, D

CB

BR

ES

CIA

In copertina rielaborazione del dipinto "Contadini che tosano pecore" (1889) di Vincent van Gogh, Fondazione Vincent van Gogh, museo Vincent van Gogh, Amsterdam.

In c

aso

di m

anca

to r

ecap

ito

invi

are

a C

MP

Bre

scia

per

la r

esti

tuzi

one

del

mit

tent

e

Page 2: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Consultori Familiari Oggi

Organo di informazione e formazionedella Confederazione ItalianaConsultori Familiaridi Ispirazione Cristiana (ONLUS)

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 432 del 2-10-1993

Direttore Responsabile: Goffredo Grassani

Direttore Editoriale: Domenico Simeone

Comitato di Redazione: Raffaele Cananzi Giancarlo GrandisAntonino LeocataAngiolina Motroni OnoratoGiuseppe NoiaGiuseppe PallanchLuigi PatiChiara SitàLuciano Viana

Segreteria di Redazione: Sandro De Toni

Comitato Scientifico: Francesca BaroneCesare Massimo BiancaRaffaele CananziIgnacio Carrasco De PaulaGiuseppe NoiaLuigi PatiPier Paolo OttonelloAngelo SerraLiliana Zani Minoja

Direzione - RedazioneLargo F. Vito, 1 00168 RomaTel. 06 30.17.820Fax 06 35.019.182e-mail: [email protected]. 70853007

Impaginazione e Stampa:AGVA S.r.l.Bagnolo Mella - Brescia

Note redazionali1. Gli articoli vanno inviati al seguente indirizzo: Domenico Simeone Università Cattolica del Sacro Cuore Via Trieste, 17 25121 BRESCIA corredati dal relativo file di Word per Windows su supporto magnetico, oppure possono essere

inviati al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. L’articolo dovrà essere accompagnato da: indirizzo pubblico o privato dell’autore, ente di apparte-

nenza, qualifica, numeri di telefono o di fax, indirizzo di posta elettronica.3. Criteri per la presentazione degli articoli: a) usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, allineamento giustificato; b) usare il tasto enter (a capo) soltanto per i cambi di paragrafo; c) non usare comandi di sillabazione, stili o macro; d) non usare doppi spazi per allineare o far rientrare il testo; e) il titolo dell’articolo dovrà essere scritto in grassetto; f) usare i seguenti modi di subordinazione del testo: titolo grassetto tondo, titolo grassetto corsivo,

titolo tondo, senza numerazione; g) negli elenchi usare la seguente gerarchia: numeri seguiti da un punto: 1.; lettera minuscola seguita

da parentesi chiusa: a); lineette medie: -; h) dopo i segni di punteggiatura lasciare sempre uno spazio; non si devono invece mettere spazi

prima dei segni di interpunzione, dopo una parentesi aperta e prima di una parentesi chiusa; i) nel citare i passi direttamente da un altro autore porre all’inizio e alla fine della citazione le vir-

golette “…” e, nel caso di omissioni all’interno di un brano, indicarle con […]; j) le citazioni in nota a piè di pagina vanno redatte secondo i seguenti criteri: - citazione da libri Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del volume in corsivo seguito dalla virgola, casa editrice, luogo e anno di edizione, in tondo e separati da virgole, eventuale indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguite dal numero.

Esempio: L. Pati, Progettare la vita. Itinerari di educazione al matrimonio e alla famiglia, La Scuola, Brescia, 2004, pp. 36-37.

- citazione da riviste Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del contributo in tondo e tra virgolette “…” seguito dalla virgola, in titolo della rivista per esteso in corsivo seguito dalla virgola, anno di pubblicazione seguito dalla virgola, numero della rivista in corsivo seguito dalla virgola, indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguite dal numero.

Esempio: G. Noia, “L’embrione: il figlio sconosciuto”, in Consultori Familiari Oggi, 2003, 2-3, pp. 27-41.

- citazione da volume collettaneo Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del contributo in tondo e tra virgolette “…” seguito dalla virgola, in iniziale puntata del nome e cognome per esteso del curatore del volume in maiuscoletto seguito dall’indicazione (a cura di) e dalla virgola, titolo del volume in corsivo seguito dalla virgola, casa editrice, luogo e anno di edizione, in tondo e separati da virgole, eventuale indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguita dal numero.

Esempio: a. Serra, “Sessualità: natura e cultura”, in N. GaLLi (a cura di), L’educazione sessuale nell’età evolutiva, Vita e Pensiero, Milano, 1994, pp. 23-66.

- in caso di opere già citate precedentemente indicare soltanto l’autore, il titolo del volume o del contributo e le pagine di riferimento.

Esempio: L. Pati, Progettare la vita. Itinerari di educazione al matrimonio e alla famiglia, pp. 36-37.

Hanno collaborato

Maria Luisa De Natale Pro-Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,

Milano

Maria Luisa Di Pietro Presidente Associazione Scienza & Vita di Roma, Professore

Associato di Bioetica, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma

Giancarlo Grandis Vicario Episcopale per la cultura e il sociale, Diocesi di

Verona

Goffredo Grassani Presidente della Confederazione Italiana dei Consultori

Familiari di Ispirazione Cristiana, Giurista

Panayotis Kantzas Professore Ordinario di Psichiatria, Università degli Studi di

Siena

Antonino Leocata Presidente emerito della Federazione Regionale Siciliana dei

Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana

Dino Moltisanti Dottore di ricerca in Bioetica, Università Cattolica del Sacro

Cuore, sede di Roma

Antonio Santoro Presidente della Federazione Regionale Siciliana dei

Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, Oblato di Maria Immacolata

Giuliana Vanni Kantzas Docente di Psicologia, Università Santa Croce, Roma

Page 3: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

SommarioXV Convegno Nazionale Identità della persona e della famiglia secondol'antropologia cristianaGoffredo Grassani Pag. 5

Riferimenti, considerazioni e documenti celebrativiper i 30 anni della Federazione Regionale SicilianaAntonino Leocata “ 23

L'oggi e le prospettive Antonio Santoro “ 31

Famiglia, generazione e sessualità. Riflessioni a partiredalla Lettera Enciclica Humanae VitaeMaria Luisa Di Pietro, Dino Moltisanti “ 43

Il disagio del nostro tempo: la gaudente disperazioneGiuliana Vanni Kantzas “ 61

Il desiderio della madre e i nuovi sintomiPanayotis Kantzas “ 73

Educare gli adulti per orientare i giovaniMaria Luisa De Natale “ 87

Ripensare la personaGiancarlo Grandis “ 105

Corsi e convegni “ 125

Page 4: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

3

Atti del XV ConvegnoNazionalePalermo 6-9 novembre 2008

"Identità della personae della famiglia secondol'antropologia cristiana"

Page 5: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

5

Identità della persona e della famigliasecondo l’antropologia cristianaIl Convegno, alla ricerca del-l’identità della persona e della famiglia, attuerà un rigoroso confronto tra l’“identità” della persona e della famiglia - che la Rivelazione e il Magistero della Chiesa ci propongono - e i risultati delle ricerche scien-tifiche e delle valutazioni dei saperi umani.Rivolgo un cordiale ossequio a S.E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, che terrà l’introduzione, agli Ecc.mi Vescovi che hanno dato la loro adesione al Convegno, all’illustre Presidente della Regione Sicilia, On. Raffaele Lombardo, alla Federazione Sicilia, che celebra il suo 30° anniversario, agli autorevoli relatori e partecipanti.

L’icona del Convegno porta la nostra riflessione sull’incontro di Gesù con i dottori del Tem-pio, nel dialogo tra Dio, che rivela le varietà di fede, e i sapienti del tempo che hanno approfondito, secondo ragio-ne, le medesime verità.Siamo, infatti, convinti della necessità e dell’opportunità di approfondire le verità antro-pologiche, che la fede propo-ne alla ragione, alla luce del complesso processo di verifi-ca esperienziale che le gene-razioni compiono nel loro suc-cedersi plurisecolare, nonché delle verità antropologiche iscritte nella creazione che una seria ricerca scientifica e culturale riscopre e riconosce. Ricerca scientifica, perché si

Goffredo Grassani

Page 6: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

6attiene ai dati oggettivi che riscontra; culturale perché porta a sintesi gli stessi dati al fine di definire e promuovere l’identità della persona e della famiglia.Gli approfondimenti che gli illustri relatori ci doneranno non possono prescindere da un inquadramento generale dell’intera tematica, che qui sintetizzo, della storia del pen-siero umano sulla persona.Il tema - la cui importanza è sottolineata dalla ricchezza delle riflessioni che nella sto-ria del pensiero umano han-no esaminato e approfondito l’identità della persona e della famiglia – appare fondante del-le linee culturali da sviluppare nei servizi consultoriali desti-nati a sostenere la crescita del-la persona e della famiglia.In particolare deve sottoli-nearsi che il Convegno, con la sua struttura interdisciplinare, intende rispondere alle esi-genze dei servizi consultoriali che sono fondati su molteplici discipline, quali sono quelle che fanno capo alla pedago-gia, alla psicologia, alla medi-cina, al diritto e all’assisten-za, espressione di una ampia condivisione della solidarietà, propria delle organizzazioni di volontariato.

L’identità della personaDetta identità può essere ap-profondita secondo i seguenti profili:

1. Secondo la genesi della persona umana: la perso-na è un soggetto creato ad immagine e somiglianza di Dio: “maschio e femmina li creò” (Gen 26);

2. Secondo il suo fine: la persona ha come fine una perfezione infinita, una ele-vazione costante, un dina-mismo antropologico, etico e spirituale che si riassume nell’invito evangelico “siate perfetti come perfetto il Pa-dre vostro”. Invito e solleci-tazione che, nella riflessio-ne tomistica, deve essere accolto e perseguito nella misura in cui è consentito imitare Colui che non è per-fettamente imitabile1.

3. Secondo la sua funzione: la funzione della persona, dotata di intelletto e volon-tà - che dominano la natura umana, corporea e psichica - è quella di riflettere la ve-rità dell’uomo e della crea-zione. Detta funzione che partecipa alla identità è rias-sunta nelle parole del Van-gelo: “Voi siete il sale della terra”, “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13; 5,14).

4. Secondo la natura: la per-sona, secondo la natura, è oggetto di studi e di clas-sificazione da parte delle scienze che ne verificano e riconoscono i caratteri, la struttura, la composizione, la complessa interrelazio-

1 Tommaso d’aquino, Somma Teologica, vol. I, p. 130.

L'identità della persona

Page 7: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

7ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché le relazioni molteplici tra la persona stessa, gli altri soggetti umani e la realtà esterna.

La storia della persona nella riflessione filosoficaLa definizione di persona e della sua identità deve tener conto di un lungo processo di approfondimenti che segna la storia del pensiero umano.Seguiremo questo processo nelle sue linee, essenziali alla stessa comprensione del tema.Ci gioveremo dell’analisi sto-rica che ne ha fatto Sergio Cotta, che prende per mano il concetto di persona e, con sintesi felice, ne mostra le ori-gini e gli approfondimenti.Il primo punto da rilevare, scri-ve Cotta, è che la storia della nozione filosofica di persona si è variamente intrecciata – an-che per la notevole influenza dell’elaborazione giuridica del termine – all’avventura se-mantica della parola stessa, fino a giungere alle sue odier-ne indiscusse fortune. Oggi, infatti, persona è un termine connotato generalmente da un apprezzamento intensamente favorevole, venendo usato per designare una realtà umana dotata “di per sé” di senso po-sitivo. Tuttavia, in ricostruzioni storiche che si sono imposte, si suole sottolineare che non solo non è sempre stato così, ma persino che tale nozione

fosse ignota (culture orientali a parte) alle culture occiden-tali antiche, come quelle gre-ca e romana classiche. Essa sarebbe stata introdotta dal cristianesimo nel linguaggio colto (teologico prima, filoso-fico dopo), e quindi in quello comune. All’inizio conviene pertanto fermare l’attenzione sulla vicenda semantica, in-dicandone per sommi capi i momenti più rilevanti.In greco persona è dapprima pròsopon che, dal significa-to di maschera teatrale (let-teralmente ciò che è posto “davanti agli occhi”) e viene a designare l’attore teatrale, che porta appunto la masche-ra. Come tale non designa af-fatto l’uomo (ànthropos), né in senso generale, o anche fisico, né tanto meno in senso etico-spirituale, bensì il “personag-gio”, la parte recitata dall’at-tore, che ricorre alla maschera per apparire ciò che non è “in persona propria”, come oggi si direbbe con un evidente rove-sciamento radicale di senso. Ma pròsopon, nel pensiero cristiano, assume progressi-vamente un significato net-tamente personalizzante (nel senso moderno).Per esempio, designando il “volto”, il termine permette a Clemente Alessandrino di definire, nella Trinità divina, la persona del Figlio (e quin-di il Cristo) quale volto del Padre. Nella lunga riflessione

La storia della persona nella riflessione filosofica

Page 8: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

8teologica trinitaria, svolta dalla Patristica greca, pròsopon ac-quista definitivamente la nuova valenza semantica (non più me-taforica) di persona individuale e individuata. Per san Giovanni Damasceno, esso “è ciò che esprimendo sé stesso per mezzo delle sue operazioni e proprietà, porge di sé una manifestazione che lo distingue dagli altri della sua stessa natura”.In questa prima lunga fase della vicenda semantica, il concetto ha finito col preva-lere sull’etimologia e, al posto dell’apparente, ha collocato la realtà più individuata e, al tempo stesso, più alta. Se, seguendo Heidegger, si pensa che il linguaggio sia “la di-mora dell’Essere”, allora que-sta vicenda non apparirà una mera esercitazione linguisti-co-filologica, bensì (e soprat-tutto nella lunga e raffinata analisi della Patristica greca) una delle conferme più alte (ma ignorate da Heidegger!) della tesi del filosofo tedesco secondo cui “l’Essere, apren-dosi, viene al linguaggio”.Per secoli in campo filosofico generale il termine non sem-bra distaccarsi sensibilmente dal significato acquisito, non suscita più importanti discus-sioni. Tuttavia la sua avventura semantica non si arresta qui, ma prende un’altra direzione sotto l’influenza del progres-sivo precisarsi della nozione di persona nella terminologia

giuridica. È questa a provoca-re, sia pure in modo indiretto e a lunga scadenza, una sin-golare inversione di tendenza. Giunta a designare l’uomo in quanto tale, la persona viene a collocarsi al centro dell’espe-rienza e della riflessione giuri-dica: essa ne è l’agente primo, non l’attore fittizio, titolare di diritti e responsabilità senza dei quali l’agire dell’uomo non si distinguerebbe dai moti de-gli animali. Non a caso filosofi quali Kant e Rosmini porran-no la persona a fondamento delle loro teorie etico-giuri-diche; sono note le incisive tesi rosminiane: “Il concetto del diritto suppone primiera-mente una persona, un auto-re delle proprie azioni”; per-ciò “La persona dell’uomo è il diritto umano sussistente”. Ma nel frattempo due vie, rin-tracciabili nella vicenda del concetto giuridico di perso-na, portano, alla fine, alla sua svalutazione.

La svalutazione della persona e la sua riduzione alla capacità di agireLungo la prima via la persona vedrà progressivamente re-stringersi il suo ambito di si-gnificanza a coloro che hanno capacità di agire. E ancora, attraverso un approfondimen-to giusfilosofico per cui uomo è colui che ha dominium sui e quindi dominium rerum ex-ternarum, “persona” in senso

La svalutazione della persona e la sua riduzione alla capacità di agire

Page 9: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

9giuridico verrà ad assumere un prevalente, anche se non sempre esclusivo, contenuto economico.D’altro canto, lungo una diver-sa via intrecciata alla prima, proprio la medesima conside-razione della centralità della persona nell’esperienza giuri-dica, quale suo agente prin-cipale, porterà un risultato in qualche modo opposto. A partire dalla riflessione dei ca-nonisti medievali, “persona” non designerà più il singolo uomo soltanto, bensì qual-siasi ente cui sia imputabile l’agire e quindi la capacità ad agire. Prima per metafora, per “finzione”, il lessico giuridico estende il termine alle perso-nae fictae, alle universitates e quindi alla figura dogmatica delle cosiddette “persone giu-ridiche”, in quanto distinte, con espressione non molto fe-lice, dalle cosiddette “persone fisiche”.

Il formalismo giuridicoSi giunge infine, anche per ragioni sistematiche, a una definizione unitaria del tutto formale (nel senso del forma-lismo giuridico) della persona, sia individuale che collettiva, come centro d’imputazione di doveri e diritti stabiliti dall’or-dinamento giuridico. Si ricordi la definizione di Kelsen: “La persona fisica o giuridica che

‘ha’ (come titolare dei mede-simi) doveri giuridici e diritti soggettivi, è questi doveri giu-ridici e questi diritti soggettivi, è cioè un complesso di doveri giuridici e di diritti soggettivi, la cui unità si esprime in modo figurato nel concetto di perso-na”. Tale definizione formale è capace tanto di svincolare la persona da una esclusiva determinazione socio-econo-mica, quanto di estendersi a qualsiasi ente cui sia imputa-bile il compimento di atti.Alla fine di questa seconda fase della sua avventura se-mantica, il termine lessicale ha perduto il significato ge-nerale, acquisito al culmine della sua concettualizzazione filosofica, secondo cui perso-na equivale a uomo in quanto “essere razionale”, come an-cora Kant ripete fedelmente con Boezio.Per un verso, sotto la crescen-te pressione dell’attività eco-nomica (in larga misura tra-dotta nel diritto vigente), essa ricade nella particolarità: non ogni uomo è persona (ieri lo schiavo, oggi il nascituro)2.Il formalismo giuridico restrin-ge la persona, che è sussisten-te, al soggetto che ha diritti e doveri e a una dimensione giuridica, che ne riduce la sua definizione all’azione, all’agi-re, ignorando l’essere.Di qui le molteplici derive cul-

2 Voce “Persona (filosofia)” in s. CoTTa, Enciclopedia del Diritto, pag. 159 e ss.

Il formalismo giuridico

Page 10: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

10turali che possiamo agevol-mente riscontrare nella manca-ta tutela delle persone che non hanno pienezza della capacità di agire, che di fatto hanno strutture che non comportano un agire vivibile ancorché rile-vabile scientificamente.In questo contesto le culture riduttive della persona all’agi-re ne hanno ridotto l'identità e quindi la tutela.Mancano di tutela adeguata le identità delle persone, conce-pite; le famiglie che per ragioni di povertà vengono private dei propri figli, nei procedimenti di adozione che confondono lo stato di povertà con lo stato di abbandono; i minori stra-nieri, privi di famiglia, non di rado vittime di sfruttatori privi di ogni scrupolo; gli anziani, che non sempre sono soste-nuti dalla solidarietà interper-sonale, gli ammalati cronici e gravi, per i quali si invoca da alcune correnti culturali il di-ritto o il dovere di procedere a molteplici forme di eutanasia.Si tratta di esemplificazioni che portano la nostra rifles-sione sui risultati altamente negativi di ogni cultura che in qualche misura operi una riduzione della identità della persona umana che è il rifles-so antropologico della imma-gine e somiglianza di Dio.

Il concetto di “persona”Dobbiamo quindi attingere alle fonti della riflessione cultua-

le sulla persona riferendoci al pensiero di Antonio Rosmini.Qual definizione finalmente può darsi della persona?La seguente: “il principio del-l’atto dell’essere in un indivi-duo intelligente”.La persona come partecipe dell’essere è un essere irrepe-tibile.Risultano poi ancora dalla definizione le altre proprietà della persona, le quali sono, secondo Rosmini:“1. Ch’ella dee essere una so-stanza;2. Ch’ella dee essere un indi-viduo, e perciò appartenente alle cose reali e non alle cose meramente ideali;3. Che dee essere intelligen-te;4. Che dee essere un principio attivo, intendendo la parola attività nel suo significato più esteso, nel quale ella abbrac-cia, in qualche modo, anche la passività, sicché la persona è quel principio a cui si riferi-sce e da cui parte ultimamen-te tutta la passività e tutta l’attività dell’individuo;5. Che dee essere un principio supremo, cioè tale che nell’in-dividuo non se ne trovi un al-tro che gli stia sopra onde egli mutui l’esistenza; anzi tale, che se vi sono nell’individuo degli altri principi, questi di-pendono da lui e non possono sussistere in quell’individuo se non pel nesso che hanno con lui;

Il concetto di “persona”

Page 11: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

116. Che dee essere incomuni-cabile, conseguenza delle pro-prietà precedenti e già com-prese in qualche modo nella nozione d’individuo: perocché l’individuo non può comuni-carsi senza cessar di essere quell’individuo ch’egli era prima, e allo stesso modo dee intendersi l’incomunicabilità del soggetto e della persona.Che cosa veramente è la per-sona?Noi l’abbiamo altrove definita: ‘un individuo sostanziale in quanto egli contiene in sé un principio attivo, intelligente, supremo e incomunicabile’.In questa definizione appa-risce chiaramente che vi ha differenza fra un individuo e l’elemento che costituisce la personalità del medesimo: l’individuo di una data natura non viene chiamato persona se non a cagione di un ele-mento sublime che è in lui, di quell’elemento cioè, pel quale ‘intendendo opera’; in una pa-rola, l’elemento personale che si trova nell’uomo è la sua vo-lontà intelligente, per la quale egli diventa autore delle sue proprie operazioni”.

La persona umana“Il soggetto intellettivo (razio-nale) e la persona nell’uomo sono adunque una cosa stes-sa. Perocché il principio intel-lettivo, che non è diverso dal principio volitivo, è ciò che vi ha di più eccellente, di supre-mo nella natura umana.

Il principio sensitivo e istin-tivo, è ciò che costituisce il soggetto ne’ bruti; perocché ne’ bruti questo principio non ha nulla che gli stia sopra, nulla da cui dipenda, egli è veramente principio; con-ciossiaché da lui comincia tutta l’attività del bruto, e in lui si fonda la sussistenza di quest’essere. Ma nell’uomo il principio, il punto più eleva-to dell’esistenza, non è me-ramente sensitivo, anzi egli è propriamente intellettivo, e il sensitivo non gli è aggiunto che come un cotale istrumen-to, come un suddito, come un mezzo al suo fine, come ma-teria di cognizione.Ma ora dobbiam veder meglio in che maniera tutto ciò che è nell’uomo si attenga e si an-netta a quel principio ultimo che costituisce per così dire la sommità dell’umana natura, e che si appella persona umana. Noi ne abbiamo già fatto cen-no di sopra; ma qui dobbiamo richiamar di nuovo il pensiero all’unità umana, e all’ordine di questa unità” (Antrop. Sc. Mor., n. 838).

La natura umana “Ora qual è l’ordine che deb-bono avere in fra loro la perfe-zione della persona, e quella che è semplicemente perfezio-ne della natura? Ove si abbia a mente in che noi abbiamo fat-to consistere la persona uma-na, non sarà difficile avveder-

La persona umana

La natura umana

Page 12: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

12si che la natura deve servire alla persona, e non viceversa, e che la perfezione della per-sona vale infinitamente più di quella che è semplicemente perfezione di natura, anzi è la sola che costituisca il vero previo di tutto l’uomo. Peroc-ché la personalità risiede nel più nobile e più alto principio che nella natura umana si tro-vi, cioè in quel principio voli-tivo che è ordinato a seguire la verità, e che perciò ha un prezzo assoluto e un potere di fatto e di diritto sopra tutte le altre potenze che compongono l’uomo, e che da quel supre-mo principio debbono essere mosse e guidate.Sicché ove vi avesse difetto nel principio supremo tutto l’uomo con questo sarebbe disordinato e guasto; quan-do avendovi difetto solo nelle potenze inferiori niuna delle quali per sé è morale, l’uomo però non si potrebbe dire as-solutamente corrotto, e disor-dinato; perocché la sua perso-nalità sarebbe sana, e l’Io non ubbidirebbe già, ma riterrebbe la sua dignità di comandare, o almeno di non servire ad altre potenze.E qui di passaggio mi si per-metta osservare l’illusione e l’inganno che si fanno gli uo-mini per ragione di queste due distinte perfezioni della per-sona, e della natura” (Antrop. sopran., vol. I, lib. II, cap. X, pp. 352-353).

“La volontà dunque dell’uomo come Iddio la fece a principio, era retta sì nell’ordine naturale di tutta quella rettitudine che può avere la natura umana, e sì nell’ordine soprannaturale di quel rinforzo che riceve la volontà umana dalla grazia.Ora una volontà pienamente retta è un supremo principio di operare nell’uomo; perocché se v’avesse un altro principio che ‘superasse’ la volontà, e si mettesse a imperar sopra lei, già la volontà con questo non sarebbe più retta; perocché è proprietà necessaria alla sua rettitudine ch’ella non si lasci volgere da alcun altro princi-pio soggettivo; ma sì che ubbi-disca solo al principio oggetti-vo della legge di Dio”.

La persona soprannaturale cri-stianaLa persona si accresce “me-diante la realizzazione del-l’essere, oggetto essenziale, è sommariamente importante a considerarsi perché è ciò che fa passar l’uomo dall’ordine natu-rale all’ordine soprannaturale.L’essere essenziale, oltre es-ser luce della mente, diviene allora anche sentito, cioè per-cepito. L’anima dunque, il soggetto sostanziale, non perde la sua identità, ma acquista nuova infinita dignità; ed è lo stesso intelletto che intuisce quella, e percepisce questa contem-poraneamente.

La persona soprannaturale

cristiana

Page 13: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

13Ciò che si è mutato è stato propriamente il sentito, cioè si è aggiunto al sentito pre-cedente un sentito essen-zialmente diverso, infinita-mente maggiore del primo, un sentito che appartiene al senso intellettivo. Quindi il principio primo che unisce il sentito e l’inteso, e che è fonte della ragione e del-la volontà, non mutò la sua natura, ma la accrebbe infi-nitamente. L’aggiunta d’atti-vità che vi fece è più grande e più elevata di tutta l’atti-vità ch’egli s’avea prima: un principio nuovo d’operare gli si aggiunse, cioè il principio d’operare in un modo so-prannaturale.Ora il primo principio che rac-coglie in sé tutte le attività inferiori si chiama persona, in quanto contiene virtualmente l’attività suprema fra tutte le altre.Quindi benché egli conservi la sua identità come soggetto, diviene tuttavia una persona nuova in quanto riceve un’at-tività nuova superiore di lunga mano a quello che s’avea pri-ma (Psicol., n. 199).Si pone una prima conclusio-ne: non potersi scindere nella persona la sua condizione di natura, dalla sua condizione sopra naturale, che ne costi-tuiscono la identità.La persona ha una sua iden-

tità che si attua sia in sé, sia nella relazione interpersonale e sociale”.

L’identità socialeDice Antonio Rosmini:“Noi dobbiamo ora considera-re più attentamente la natura de’ due vincoli: cominciamo dal vincolo sociale.Più persone fanno società in-sieme a intendimento di pro-cacciarsi qualche bene, che è il fine della società.Questo bene dee esser pro-cacciato a vantaggio di tutte le persone che compongono la società, altamente quelle persone non si potrebbero dir sozie.Le persone associate non for-mano adunque tutte insieme che una persona morale: il bene che colla società si pro-caccia, e che è il fine della so-cietà stessa, è bene di questa persona morale, della quale le persone individue non sono che parti.Due ciascuna delle persone associate, per la natura stessa della società, desidera il bene di tutte; perocché ciascuna desidera il fine sociale, che è comune a tutte”3.

L’identità della famigliaPer una riflessione organica sulla tutela della vita alla luce del diritto naturale, possiamo riferirci al recente documento

3 Voce “Persona” in C. BergamasChi (a Cura di), Grande Dizionario Antologico del Pen-siero di Antonio Rosmini, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 616 e segg.

L'identità sociale

L'identità della famiglia

Page 14: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

14del Pontificio Consiglio per la Famiglia (2006)4, al fine di commentarne alcuni capitoli.Detta identità è riferibile a quanto di norma si riferisce alle origini disposizioni, e fun-zioni della famiglia, tenendo conto quindi della fisiologia familiare quale società natu-rale fondata sul matrimonio, secondo una formula col-laudata che, per esaminare i fenomeni, vuole riferirsi prin-cipalmente a ciò che normal-mente accade.

La procreazione“La storia della cultura offre innumerevoli testimonianze di tutti i popoli, fin dalla lonta-na antichità, sull’importanza fondamentale attribuita alla famiglia. Nella cultura greca, l’importanza della procreazio-ne, dell’educazione dei figli e della trasmissione dei valori alle diverse generazioni appa-re già nella stessa costituzione della Polis, della Città, come struttura politica basilare del mondo greco antico. Già nei testi filosofici di Platone, il rapporto tra istituzione fami-liare e società è stato oggetto di riflessione. Aristotele affer-ma la priorità della famiglia sull’organizzazione sociale. La famiglia è un’istituzione na-turale fondata sull’affetto tra uomo e donna, che precede,

nutre e forma i cittadini che costituiscono la comunità po-litica.“Per la Roma classica il valore sociale della famiglia è ricono-sciuto fin dagli albori. Cicero-ne nel De Officiis afferma che tutti gli esseri viventi tendono per istinto alla procreazione. Tra gli uomini la prima forma di società si attua nella fami-glia allargata, con gli antenati e i figli, in unità di spazio vitale e comunanza di beni. Questo è il primo principio della Città e, per così dire, quasi la culla dello Stato: Principium urbis et quasi seminarium rei pu-blicae. In questo diffondersi e propagarsi della discendenza c’è l’origine dello Stato.“La Roma cristiana, il Me-dioevo occidentale e l’Oriente cristiano hanno sviluppato la vita familiare e l’educazione dei figli conformemente al modello ispirato nel Vangelo. I testi apostolici mettono in ri-lievo l’importanza della fami-glia nella diffusione del mes-saggio cristiano. La storia do-cumenta l’influsso che il Van-gelo ha avuto nell’evoluzione della vita e della legislazione familiare lungo i secoli, così come la ricchezza della testi-monianza di moltissimi padri e madri di famiglie cristiane. In altre occasioni sono stati i monaci, grandi educatori dei

4 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2006.

La procreazione

Page 15: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

15popoli barbari e successiva-mente punto di riferimento di tutta la vita cristiana; hanno contribuito pure allo sviluppo di famiglie cristiane, proprio perché la vita del monastero, governata dall’abate, ordinata allo sviluppo della fraternità tra i monaci, è servita da pa-radigma o modello per l’unità e lo sviluppo delle famiglie. Si potrebbe continuare a enu-merare esempi con riferimen-to alle grandi figure cristiane dagli inizi dell’epoca moderna fino ai nostri giorni”.[...]“Ad analoga constatazione conduce l’analisi di altre tra-dizioni culturali, diverse da quelle che fino ad ora abbiamo analizzato, sia dell’Asia, sia dell’Africa che dell’America. Troviamo differenze profonde in molti aspetti, però sempre – tranne alcune eccezioni – si percepisce una valutazione della vita familiare, della ses-sualità e dell’origine della vita sovente collegata con il mon-do del sacro. Il riconoscimen-to della trascendenza della famiglia e della procreazione, per il suo contributo e servi-zio all’umanità, non è in alcun modo una realtà esclusiva del-la cultura occidentale5. Una stretta analogia tra fami-

glia e Stato è stata ritenuta, per migliaia di anni, come una delle caratteristiche capitali della cultura cinese tradizio-nale. Uno dei fondamenti della ci-viltà egiziana è stata la fami-glia, caratterizzata da una vita domestica armoniosa, con nu-merosi figli. Anche nelle cul-ture africane sono frequenti, fin dalla più lontana antichi-tà, le testimonianze del valo-re riconosciuto alla famiglia e alla procreazione. Bartolomè de Las Casas, nella sua Apo-logetica istoria raccoglie nu-merose testimonianze sulle famiglie e sull’educazione dei figli nelle culture dell’America precolombiana. Si tratta di te-stimonianze del valore umano della discendenza così come è stata forgiata dalla sapienza dei popoli antichi e delle gran-di civiltà”6.

Antropologia e generazione umana: diventare genitori“La constatazione universale della realtà familiare come nucleo originario della vita umana deve avere una causa. L’intelligenza appaga la sete di verità quando arriva alle cause dei fenomeni. La cul-tura tecnico-scientifica nella quale siamo immersi sembra

5 “Se consideriamo le grandi civiltà dell’India, vediamo che le Upanishad e la Bhagavad-Gita contengono molteplici espressioni di rispetto e ammirazione per il sorgere della vita umana nella famiglia. Il sistema politico e sociale della Cina è rimasto fondato sugli schemi familiari per vari millenni” [p. 14, nota 23 del testo citato].

6 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 14-15.

Antropologia e generazione umana: diventare genitori

Page 16: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

16accontentarsi della scoperta delle realtà esistenti senza interrogarsi sul fondamento. Nata dalla tradizione illumi-nista, l’onda del relativismo e del nichilismo oggi in voga vieta qualsiasi tentativo di ri-cerca oltre il livello del feno-menico. Questo relativismo e questo nichilismo conducono a un soggettivismo radicale. A partire dal momento in cui non ci sono più punti di riferi-mento morali oggettivi, la co-scienza individuale fabbrica le proprie norme e le modifica a piacimento dell’individuo. Da qui la tendenza all’autodistru-zione che prima denunciava-mo.Questo atteggiamento, nono-stante influisca sulla situa-zione culturale presente, non deve farci tuttavia dimenticare il già menzionato valore uni-versale della vita familiare e della passione per la trasmis-sione della vita, né la neces-sità di interrogarsi sulla sua ragion d’essere. Questa ragion d’essere si trova nella stessa natura umana, così come è stata creata da Dio. L’uomo è stato creato per amore, capace di amare. È stato creato ma-schio e femmina; il loro corpo e le loro anime sono comple-mentari e correlativi, capaci di fare dono di sé stessi e di trovare nei figli una proiezione e un senso alla loro esistenza.

Creati per amore, formati nella rispettiva differenza sessuale, danno origine alla vita condi-visa nel matrimonio e nella famiglia”.[...]La procreazione umana è allo stesso tempo simile e profon-damente diversa dalla pro-creazione degli altri viventi. La procreazione umana im-plica infatti tre livelli di realtà sui quali dobbiamo soffermar-ci: la corporeità, la diversità dei sessi, la cooperazione con Dio”7.

La corporeità umana“L’uomo, che può essere defi-nito come sintesi dell’universo e quodammodo omnia, è un ‘composto’ di anima e corpo. Il corpo fa parte dell’essenza dell’uomo. Oggi questa ve-rità trova ora difficoltà, ora fraintendimenti. Si verifica il paradosso di una cultura che da una parte diventa sempre più materialista, in modo da non lasciare posto allo spirito tanto che dimentica l’anima e dall’altra, vuole fare dell’uo-mo una pura libertà dove non c’è posto per l’oggetto corpo. Bisogna invece riconoscere, senza vacillare, che l’uomo è anima e corpo, un essere composto, e che ha parte nel mondo per il suo corpo. Nel suo essere e nel suo divenire è di questo mondo e sottomesso

7 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 15-17.

La corporeità umana

Page 17: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

17alle leggi della materia e della vita.Questa condizione corporea, formata di carne e di ossa, e assunta per la realtà dell’ani-ma a un ordine spirituale, è un bene e una perfezione.Ma la corporeità è anche un limite. L’uomo è mortale, sot-tomesso alle malattie e alle debolezze, deve sopportare le miserie, ed è anche un peso per gli altri. La corporeità im-plica che non è possibile in questo mondo la piena felicità e che le carenze e i mali pos-sono apparire più numerosi dei beni”8.

La diversità dei sessi[...]“La biologia moderna è an-data oltre e non solo ha fatto l’analisi della fabbrica corpo-ris umani, ma anche delle cel-lule, che sono l’unità basilare dei viventi. Nei cromosomi di ogni cellula si può scoprire il sesso della persona: XX per la femmina, XY per il maschio. Ambedue sono della specie umana e hanno pari dignità. Biologicamente e psicologi-camente, sotto molti aspetti, sembra più forte la donna. Le differenze di entrambi sono a ogni modo costitutive, radica-li e reciproche. La sessualità è complementare: l’uomo è attratto dalla donna e que-

sta dall’uomo. La sessualità trascende il fatto biologico e diventa psichico, interperso-nale”9.

L’uomo collabora con Dio-Crea-tore“La procreazione umana inol-tre implica una novità trascen-dente, un elemento essenziale che non procede dal maschio o dalla femmina, ma da Dio creatore, e viene designato come anima. Senza l’anima non c’è l’uomo, perché l’ani-ma è la forma che dà l’esse-re e fa l’unità degli elementi. Che l’anima ci sia viene ana-lizzato da Aristotele nel primo trattato sull’anima, nel quale lo Stagirita afferma che l’esi-stenza di essa è vera e palese nelle operazioni che trascen-dono la materia, come il pen-sare e fare scelte”10.

La famiglia luogo di procrea-zione“La trasmissione della vita e la dignità della persona umanaL’affermazione della digni-tà della persona costituisce, senza alcun dubbio, una delle realtà più ricche e importanti della civiltà contemporanea. Kant indica la differenza tra cosa e persona; quella è un mezzo, questa è sempre un fine. La cosa ha un prezzo e si può scambiare, la persona

8 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., p. 17.9 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp.

17-18.10 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., ivi.

L'uomo collabora con Dio-Creatore

La diversità dei sessi

La famiglia luogo di procreazione

Page 18: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

18è di un valore infinito e non ammette scambio con nien-t’altro. Il pensiero cristiano non solo assume questa con-siderazione, ma ne mostra an-che il fondamento: la persona umana ha un valore infinito, perché è immagine di Dio; e ancora di più, perché è amata da Dio. Nel dogma cristiano il concetto si applica anche alle persone della Trinità, e, a seguire, si applica anche all’essere umano. Tre sono le caratteristiche della real-tà personale: essere un tutto unico e irripetibile, avere una natura spirituale, sussistere in modo autonomo, e di conse-guenza essere dotato di liber-tà. [...] ‘La persona possiede quindi la dignità più alta, non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno’. La considerazione dell’uomo come persona, come essere dotato di dignità inalienabile, è profondamente unita all’af-fermazione del valore e della dignità della famiglia, mo-mento primario e fondamen-tale della vita sociale e ambito nel quale la vita è chiamata a trasmettersi e a crescere nel-l’amore”.[...]“All’essere umano in quan-to persona dotata di dignità, spetta essere generato e non prodotto, venire alla vita non in virtù di un processo artifi-

ciale, ma di un atto umano nel senso pieno del termine: l’unione tra un uomo e una donna, ordinata per sua stes-sa natura a essere ispirata dal-l’amore”11.

La promozione integrale della persona“La persona è chiamata allo sviluppo della personalità. Possiamo dire che la persona già è, mentre la personalità si forma. Infatti la personalizza-zione indica il profilo speci-fico che assume un soggetto nell’orientamento della pro-pria esistenza. Ogni soggetto personale possiede attitudini concrete e diverse che posso-no essere sviluppate con suc-cesso. Proprio l’educazione consiste in un processo di ri-sveglio e di sviluppo delle po-tenzialità del soggetto che si manifestano nelle inclinazioni fin dall’infanzia”.[...]“Le virtù morali devono pla-smare la vita domestica che s’impara imitando, con po-che parole e sani comporta-menti. Nell’uterus spiritualis, costituito dalla famiglia e dalla casa, si deve sviluppa-re la personalità di ciascuno. Dai genitori e dagli anziani, il bambino acquista, senza ren-dersene conto, le fondamenta della cultura, come la lingua, i valori e le virtù di base, come

11 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 20-21.

La promozione integrale della

persona

Page 19: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

19la giustizia e la religione. Ciò che s’impara tra le pareti della casa paterna difficilmente si dimentica e ciò che non s’im-para dai genitori e dalla fami-glia viene assimilato con mag-giore difficoltà. Freud e molti altri autori più recenti hanno messo in rilievo, per l’equili-brio della futura personalità, il ruolo delle esperienze vissute nella prima socializzazione del bambino. Il fattore decisivo è l’amore e la comunione inter-personale tra i membri della famiglia”12.

Famiglia, anello di congiunzio-ne tra le generazioni“Un importante indicatore del valore sociale della famiglia è la capacità di rafforzare il le-game tra le generazioni, le re-lazioni intergenerazionali. Le ricerche dei sociologi ci dico-no in proposito che viviamo in una società che sta progressi-vamente perdendo sia il senso della propria tradizione, sia la fiducia nel futuro”.[...]“L’autonoma identità di ogni persona dipende infatti dal-la capacità che ognuno ha di raccontarsi, raccontare la propria storia come parte di altre storie. La nostra epoca individualistica sembra aver-ne dimenticato il senso, ma le interminabili genealogie di alcune pagine bibliche stanno

precisamente a indicare la ca-tena generazionale in cui sono radicate le nostre identità. Di-menticare tale catena non ren-de più autonomi né più liberi. E questo lo sentono benissi-mo i giovani, cresciuti spesso in un contesto storicamente (quindi anche eticamente) neutro, il più delle volte senza fratelli e sorelle, con genitori a loro volta spaesati e, come i figli, alla ricerca spesso dispe-rata di radici.Nel momento in cui la fa-miglia rafforza il legame tra le generazioni, essa svolge un’ulteriore, importantissima funzione sociale: salvaguar-dare la tradizione di una co-munità. Dopo un lungo perio-do di diffidenza e di ostilità, il concetto di tradizione sta giustamente riguadagnando un certo prestigio all’interno della cultura occidentale. A poco a poco, ci stiamo renden-do conto che esso ha molto a che vedere con la memoria, l’identità e la speranza nel futuro di una comunità. Sen-tiamo il bisogno di ricollegare la nostra casa alla casa dei nostri genitori e a quella dei nostri figli e dei nostri nipo-ti. In questo modo, insieme all’importanza della ‘catena generazionale’, riacquistiamo anche un nuovo senso della nostra realtà individuale. Il legame familiare ci richiama

12 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 28-29.

Famiglia, anello di congiunzione tra le generazioni

Page 20: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

20sia la memoria (i nonni), sia il futuro (i nipoti)”13.

Famiglia, unità economica“La dimensione procreatrice ed educatrice della famiglia costituisce un indubbio fat-tore economico. E come tale deve essere riconosciuta. I tentativi di considerare l’atti-vità economica come indipen-dente dal profondo significato spirituale di ogni attività uma-na alterano il fondamento ul-timo della stessa scienza eco-nomica come scienza umana. Se tutta l’attività scientifica e tecnica ha come ultimo scopo il servizio alla persona umana, nell’attività economica que-sta affermazione acquista un realismo ancor più profondo. L’attività economica si rivolge all’uomo che, a sua volta, dà un senso all’economia. I mo-delli economici risulteranno superflui se non sono in grado di interpretare e soddisfare, nella misura possibile, le ne-cessità umane”.[...]“Gli economisti concordemen-te affermano che il volume del prodotto dipende dall’utilizzo dei fattori di produzione usa-ti. In più, il volume di reddi-to nazionale di un Paese è in funzione, tra l’altro, in forma molto significativa, del volu-me quantitativo e della qualità delle risorse umane a disposi-

zione dell’economia. È nel-la famiglia che l’uomo viene educato, formato, impara a impegnarsi, trova la base per l’apprendimento delle cono-scenze e delle tecniche rivol-te all’esercizio professionale e si esercita nella virtù della laboriosità; è la famiglia che coopererà alla sua realizza-zione personale, al suo bene. In tutto ciò si vede uno dei principali aspetti dello stret-to rapporto tra famiglia e vita. Un deficit di ‘famiglia’ porta inesorabilmente a un deficit di popolazione e, insieme a esso, a una restrizione delle possi-bilità economiche presenti e future di una società.Occorre dunque compren-dere bene il significato del-l’espressione ‘capitale uma-no’. A volte è intesa in senso abbastanza riduttivo, come se l’uomo debba essere formato in vista di un miglioramento della sua produttività, del suo rendimento, della sua capaci-tà di produrre e di consumare. Questa concessione riduttiva del capitale umano richiama, necessariamente, una conce-zione utilitarista della fami-glia, secondo la quale que-sta deve essere utile alla vita economica, e il suo contributo principale alla prosperità deve consistere nel formare un ca-pitale umano inteso nel senso di economicamente efficace.

13 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 36-37.

Famiglia, unità economica

Page 21: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

21Occorre dunque spogliare la nozione di capitale umano da ogni ambiguità e ammettere che tale nozione abbraccia l’uomo nella sua integralità, con la capacità economica, certo, ma anche con tutte le sue altre potenzialità che na-scono e si sviluppano nella famiglia”14.

Famiglia aperta e invecchia-mento della popolazione“L’individualismo esasperato, che pervade le società occi-dentali, trova nella famiglia aperta all’amore e alla vita una sorte di argine. Già di per sé, i legami parentali più este-si contribuiscono infatti ad av-vicinare le persone. Oggi non può accadere che due genitori decidano di mettere al mondo due, tre, quattro o cinque figli senza un forte senso della gra-tuità della vita (la si riceve e la si dà) e senza un grande senso di consapevolezza, di fiducia, di responsabilità. Quei genito-ri sanno di addossarsi, per sé e per i loro figli, una grande responsabilità, ma lo fanno perché hanno fiducia in Dio e nella vita e perché sentono che, nonostante tutti i rischi e le incertezze, ne vale la pena. Non è affatto paradossale che quelle società sempre più in-vecchiate fatichino a salva-guardare il senso della tradi-zione. Sono le società giovani

che riescono a giovarsi vera-mente delle proprie tradizioni, le vecchie le logorano e, alla fine, le fanno morire.I bassi tassi di fecondità stan-no rivelando un’altra impor-tante e forse inattesa funzione sociale della famiglia: il soste-gno che quest’ultima offre al dispiegamento di una normale dialettica democratica. Dietro il problema dei tassi di fecon-dità troppo bassi in Occiden-te c’è una catastrofe morale e culturale. Si è cercato e si cerca ancora di usare la cosid-detta ‘esplosione demografi-ca’ in modo unilaterale e stru-mentale esclusivamente per fa sì che i governi dei Paesi cosiddetti sviluppati pongano il ‘controllo della popolazione’ tra le prime emergenze, sia in-terne che internazionali, spes-so senza alcun riguardo per la dignità delle persone. Oggi, però, specialmente in Occidente, vediamo manife-starsi – come è stato già sot-tolineato – un’implosione de-mografica inquietante e allo stesso tempo drammatica. Tuttavia se i Paesi occidentali si preoccupano, è soprattutto per le conseguenze economi-che che essa comporta. Ad esempio, chi pagherà per no-stre pensioni? L’assistenza sa-nitaria? I disoccupati? Baste-ranno i figli degli immigrati?Ma quello economico è soltan-

14 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 38-39.

Famiglia aperta e invecchiamento della popolazione

Page 22: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

22to un aspetto del problema. Le conseguenze sul piano sociale e politico sono più allarmanti. In una società che invecchia prevale infatti, inevitabilmen-te e alla lunga, il conflitto tra la grande proporzione della popolazione degli anziani e la percentuale sempre più esi-gua dei giovani. In fondo già adesso la salvaguardia delle pensioni in Occidente viene considerata molto più impor-tante della creazione di nuove opportunità di lavoro. L’‘inver-no demografico’ potrebbe di-ventare anche l’inverno della democrazia. Anche qui vedia-mo dunque emergere il grande valore sociale della famiglia aperta alla vita”15.

Il raggiungimento degli obiettiviLa famiglia deve, dunque, perseguire nei suoi compiti i fini propri della persona uma-na che abbiamo indicato, se-condo un metodo suo proprio, di società naturale fondata sul matrimonio.Detta società naturale, anche per il nostro diritto positivo, deve adempiere al proprio munus con processi delibe-

rativi che coinvolgono i due coniugi.Lo stesso codice civile italiano prevede, infatti, che il governo della famiglia sia retto da de-liberazioni assunte dal marito e dalla moglie in modo confor-me agli interessi familiari da raggiungere; tali deliberazioni devono avere, quindi, chia-rezza di fini (che noi abbiamo indicato in questa relazione), capacità di reciproco dialogo e comprensione e coerenza nel-l’esecuzione delle deliberazio-ni assunte.Si tratta, quindi, di porre a fondamento delle decisioni della famiglia lo stesso pro-cedimento che S. Tommaso indica per la deliberazione degli atti umani: la delibera-zione del fine, la deliberazio-ne dei mezzi, la deliberazione dell’esecuzione di ciò che si è deciso.Procedimento questo indi-spensabile al quale i coniugi devono essere aiutati dai no-stri servizi consultoriali al fine di consentire alla società fa-miliare e alla persona di esse-re, come dicevamo all’inizio, sale e luce della Terra.

15 PonTifiCio Consiglio Per la famiglia, Famiglia e procreazione umana, op. cit., pp. 39-40.

Il raggiungimento degli obiettivi

Page 23: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

23

Riferimenti,considerazionie documenticelebrativiper i 30 annidella FederazioneRegionale SicilianaLa parte documentativa vis-suta in prima persona fa ri-ferimento al vivo senso di re-sponsabilità e alla necessaria umiltà espresse nelle realtà delle situazioni concrete nelle quali siamo stati chiamati a vivere.Io e Iolanda ci siamo sempre occupati con diligenza e con dedizione - nella nostra città di Catania, Diocesi di Catania - delle problematiche familia-ri, collaborando attivamente con le strutture parrocchiali e con la Commissione Dioce-sana per la Pastorale Fami-liare, fino ad essere chiamati ad assumere la responsabilità di ”coppia-presidente” della Commissione Diocesana per la Pastorale Familiare sempre

in armonia e stretta collabo-razione con il delegato arci-vescovile mons. Santo Bellia - e con gli ecc.mi arcivescovi mons. Domenico Picchinenna e successivamente con mons. Luigi Bommarito – nella piena adesione alle formule presta-bilite per i programmi specifi-ci e gli interventi segnati nelle attività spettanti alla Commis-sione Diocesana per la Pasto-rale Familiare – nel più stretto e coerente spirito di servizio – come vocazione missionaria per l’annunzio della salvezza al popolo di Dio. nella fami-glia, con la famiglia, per la famiglia.Ed è venuta successivamente da parte di sua eminenza il cardinale Pappalardo – pri-

Antonino Leocata

Page 24: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

24mate di Sicilia e presidente della CESI – la segnalazione e la indicazione della mia per-sona, nel ruolo e nell’esercizio di competenza specifica, a partecipare alla XII assemblea nazionale della CEI (Roma - 2/5 giugno 1975) per trattare, insieme ai vescovi italiani in assemblea, un tema assai im-pegnativo: “Evangelizzazione e Sacramento del Matrimo-nio”. Assise importante a cui erano stati ammessi per la prima volta, e per unanime ri-chiesta dei vescovi medesimi “laici competenti”, un laico per regione – io per la regione Siciliana – al fine di poter dar vita a un certo organismo con compiti di osservazione e di intervento per ogni Diocesi italiana, anche in riferimento alla nuova cultura della fami-glia e alla sue attese emer-genti, in vista della nuova legge istitutiva dei consultori familiari – che doveva essere emanata nella nostra nazione anno 1975.E in seguito a questa espe-rienza, da me, fedelmente interpretata e responsabil-mente vissuta e soprattutto assimilata come vocazione re-sponsabile per una missione sublime, continuando a ope-rare nel settore della pastorale familiare ho avuto l’incarico dal nostro arcivescovo, mons. Picchinenna, di costituire per la nostra Diocesi il consultorio familiare di ispirazione cri-

stiana, “diocesano” secondo la formula approntata e sug-gerita da successive delibera-zioni della CEI.È stato così possibile avvia-re le operazioni fondanti per la costituzione dei consultori familiari dando luogo innanzi-tutto alla strutturazione di una istituzione di diritto pubblico – per noi “Centro Nuova Fami-glia” - che potesse assumere la responsabilità della gestio-ne e della rappresentatività del consultorio familiare stes-so. Ed è stato così fondato a Catania, per mia iniziativa, il “Centro Nuova Famiglia” con atto notarile – Catania, 18 aprile 1975. Si è presentata subito dopo l’esigenza del-l’avviamento di un corso di formazione per operatori dei consultori familiari - a carat-tere regionale e della durata di due anni – sotto la mia personale responsabilità (an-che per il finanziamento che ha comportato un impegno di spesa di quindici milioni del-l’epoca), in prospettiva della nascita della Federazione Re-gionale Siciliana dei Consul-tori Familiari di Ispirazione Cristiana in collaborazione con il comitato organizzativo centrale nazionale che opera-va già alle direttive del vesco-vo di Prato, mons. Fiordelli, coordinatori don C. Vella (fon-datore e direttore del CISF) e l’ing. Lorenzetti del direttivo nazionale Opus Dei, con l’on

Page 25: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

25Ines Beffardi del Direttivo CIF Nazionale preposta come pre-sidente e altri operatori colla-boratori incaricati, tra i quali io stesso nel mio ruolo di delegato regionale Associazio-ne Medici Cattolici e Unione Uomini di Azione Cattolica e responsabile–presidente della Commissione Diocesana Pa-storale Familiare di Catania e del nuovo “Centro Nuova Fa-miglia”, con annesso consul-torio familiare di ispirazione cristiana, di via Morosoli 14, Catania.Si rendeva necessario ricer-care e verificare - nel campo della Regione siciliana - l’esi-stenza di consultori familiari e strutture similari e avviare un’omologazione degli statuti sulla formula nazionale pro-posta, a partire dall’esisten-te, per poter dar vita alla Fondazione della Federazione Regionale Siciliana dei Con-sultori Familiari di Ispirazione Cristiana – convergente e par-te integrante/costitutiva della costituente Confederazione Italiana dei Consultori Fami-liari di Ispirazione Cristiana.

Fondazione Federazione Regio-nale Siciliana Consultori Fami-liari di Ispirazione Cristiana 30 anni: 1978-2008Ogni umana realizzazione ha la sua storia, anche se pic-cola, e ogni storia ha la sua ispirazione ideale ed esprime un particolare impegno con-

creto nelle opere, come scelta di valori.

Anno 1978 - II semestreI primi furono tempi di for-mazione e di preparazione dei dirigenti e degli operatori nella nostra regione Sicilia, in stretto collegamento (prof. Leocata – consultorio familia-re “Centro Nuova Famiglia”, Catania - incaricato respon-sabile) con la presidenza na-zionale organizzativa, don C. Vella coordinatore. Fece se-guito l’istituzione dei primi sette consultori familiari in Sicilia, sufficienti a costituire la Federazione Regionale, in contemporanea con i molti altri istituti nelle varie re-gioni italiane e tali da poter costituire la Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana (presi-dente nazionale on. Ines Bof-fardi, consulente ecclesiastico prof. mons. Dionigi Tettaman-zi, Roma).

Anno 1979 - I trimestreDefinizione con atto notarile (Catania 14/02/1979) del-la Costituzione legale della Federazione Regionale Sici-liana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, firmata dai sette presidenti dei con-sultori, regolarmente istituiti “presidenti fondatori”: dott. Rocco Riggio (Castelvetrano), sac. Carlo Chiarenza (Acirea-le), prof. Gaetano Lo Mona-

Fondazione Federazione Regionale Siciliana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana 30 anni: 1978-2008

Page 26: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

26co (Ragusa), prof. Giovanni Migliore (Siracusa), dott.ssa Maria D’Alleo ASM (Palermo), dott. Rino Antinoro (Palermo) - vice presidente - e prof. Antonino Leocata (Catania), che viene eletto presidente della Federazione Regionale Siciliana.Seguono le firme di S.E. mons. Salvatore Nicolosi, ve-scovo designato dalla CESI per la famiglia e da padre Buono inviato personale del cardinale Pappalardo, primate di Sicilia.Le firme sono state apposte, oltre che nel documento uf-ficiale notarile, anche nella prima pagina del volume di Karol Wojtyla Amore e Re-sponsabilità, che costituisce a ragione un attestato di filiale devozione al Santo Padre Gio-vanni Paolo II, salito al soglio pontificio proprio il 16 ottobre 1978.La celebrazione del XXX di fondazione della nostra Fede-razione Regionale costituisce viva e tangibile testimonianza di fede e di opere per il no-stro tempo, a servizio della famiglia e per il bene della famiglia, nella nostra terra di Sicilia.

L’attività consultorialeE sarà anche opportuno ri-percorrere per sommi capi il tracciato operativo della no-stra attività consultoriale di questi anni, vissuta con vivo

senso di responsabilità e con i limiti imposti dalle situazio-ni contingenti locali, in rap-porto al cosiddetto tempo di avviamento richiesto a ogni nuovo organismo di recente istituzione. La vita della nostra Federa-zione Regionale Siciliana per il primo decennio – anni Ot-tanta – è stata caratterizzata da una graduale definizione guidata del nostro piano ope-rativo di servizio consultoria-le, orientandolo dalla formula esistente a quella riveduta e corretta, per poterlo mettere a disposizione di quanti ne avessero compreso lo spirito e apprezzata l’utilità pratica di servizio sociale e morale com-posito, offerto come apporto di conoscenza e di pratica utilizzazione per le varie esi-genze fondamentali nella vita di coppia e di famiglia.Sono stati approntati corsi di formazione e di aggiorna-mento, in sede locale – anche con interventi di componen-ti della presidenza nazionale – ed esperti locali, cultori delle discipline, con durata varia (semestrale/annuale) e a carattere diocesano, interdio-cesano, a volte regionale; cor-si anche brevi ma intensi per contenuti, assai utili per poter crescere nelle competenze e quindi offrire disponibilità e consulenza agli utenti dei no-stri consultori.E abbiamo assicurato la nostra presenza per l’elaborazione e

Page 27: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

27l’approvazione della legge re-gionale sulla famiglia in Sici-lia, prendendo parte attiva in occasione della consultazione popolare per il referendum sul divorzio e il referendum sull’aborto.Abbiamo anche offerto sti-moli e garantito agevolazio-ni per la partecipazione alle attività generali della nostra Confederazione: assemblee annuali, seminari, convegni, elaborazione di vari questio-nari conoscitivi e operativi e abbiamo curato l’abbonamen-to alla nostra rivista Consultori Familiari Oggi.

Chiusure e aperture Una più attenta considerazio-ne dei nuovi compiti e delle nuove responsabilità dei no-stri consultori familiari di ispi-razione cristiana - in uno con la mancanza di fondi neces-sari, anche in confronto con i consultori pubblici istituiti e finanziati dalla regione - ha comportato la determinazione sofferta della sospensione del servizio consultoriale dopo i primi anni e quindi della chiu-sura definitiva di alcuni con-sultori tra i fondatori: Acireale (CT), Siracusa, Palermo ASM, intanto che si costituivano nuovi consultori familiari di ispirazione cristiana, meglio strutturati e animati da signi-ficativo desiderio operativo, adeguato per lo spirito di sa-crificio che li animava:

1. Catania - consultorio fa-miliare “Fossa Creta S.Giorgio” - Dott.ssa Italia Feltri;

2. Catania - consultorio fa-miliare Associazione “Vita Nuova” - Sac. Giuseppe Pappalardo;

3. Paternò (CT) - centro di promozione della famiglia “Il Cammino” - Prof. Anto-nino Sambataro;

4. Belpasso (CT) - consultorio familiare centro socio-sani-tario “Etna Sud” - Dott.ssa Anna Maria Carbonaro;

5. Vittoria (RG) - consultorio familiare dell’Associazione Lauretana - Sac. dott. En-rico Arena.

Si è utilizzata anche l’occasio-ne favorevole della possibile convenzione con la regione per i servizi Catania II, Cata-nia III, Belpasso (Catania) e Paternò (Catania), che veni-va sovvenzionato anche dalla Fondazione “Virgillito”.Intanto il consultorio familiare di Ragusa lasciava il posto al nuovo consultorio con la nuova direzione di don Romolo Tad-dei e prendeva nuovo svilup-po e nuovo slancio, offrendo consulenza assai qualificata e avviando corsi di formazione diocesani, interdiocesani e a carattere regionale, accredita-ti dalla presidenza nazionale.Così come venivano avviati corsi di formazione dal con-sultorio di Paternò e da quello di Catania I.

Page 28: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

28Il consultorio Catania INella seconda metà degli an-ni Novanta il nostro consul-torio familiare di via Morosoli 14, (il primo sorto) dopo la conclusione di un mandato protratto, portato lodevolmen-te a compimento dal prof. Leocata, e chiuso pro tempore dopo alterne vicende, passa-va al C.I.F., di cui era stato sempre ospite gradito e ap-prezzato e riprendeva la sua attività con il coordinamento della dott.ssa Teresa Giunta prima e della dott.ssa Agata Catalano Bertini poi, fino al tempo attuale.Il consultorio continua tuttora la sua attività, apprezzata, per la città di Catania e nel contesto degli altri consultori familiari di ispirazione cristia-na della nostra Federazione Regionale.Alla comune formula di consu-lenza sul piano medico, psico-pedagogico, sociale, giuridico, sul piano etico, morale e reli-gioso, veniva offerta anche una particolare consulenza per la formazione ai metodi naturali della regolazione delle nascite, per corsi di educazione sessua-le e di educazione all’amore e alla vita, in ambienti più vari, con particolare riguardo agli istituti scolastici, con accordi specifici convenuti coi capi d’istituto.Oltre alla collaborazione sem-pre apprezzata con la pasto-rale familiare per quanto ri-

guardava i corsi di prepara-zione al matrimonio, lodevole collaborazione è stata offerta al Tribunale dei Minori per “l’adozione e l’affido dei bam-bini” e per le problematiche processali relative alle prati-che di separazione e divorzio.Tale è stata l’opera meritoria dei nostri consultori familiari di ispirazione cristiana nella regione siciliana, svolgendo sì consulenza, ma con un par-ticolare atteggiamento e una preparazione adeguata degli operatori, finalizzati, l’uno e l’altra, alla condivisione della sofferenza esistenziale della famiglia oggi, in un mondo che cambia. Tutto ciò ha con-fermato la validità e l’utilità della nostra presenza e della nostra testimonianza nel so-ciale, nel nostro tempo e nella nostra comunità.

La presidenza regionaleAl mio impegno responsabile e alla mia piena disponibilità messa a servizio della nostra Federazione Regionale Sicilia-na (nel ruolo di presidente dal 1978 al 1996 – con gli incari-chi successivi ricoperti in seno alla Confederazione: consiglio nazionale e consiglio direttivo, e, in particolare, componente della commissione scientifica della Confederazione stessa), hanno fatto seguito le mie determinate e motivate dimis-sioni da presidente regionale, onde dare spazio a nuove rea-

Page 29: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

29lizzazioni e a nuovo apporto di linfa organizzativa ad altri cari amici operatori – presidenti di consultorio – disponibili a dirigere la Federazione Regio-nale Siciliana.Faccio riferimento:1. Alla presidenza della dott.ssa

Italia Feltri – Presidente consultorio familiare “Fos-sa Creta S.Giorgio”, Cata-nia – Anni 1996/2001;

2. Alla presidenza del dott. Bernardo La Terra Bella – Presidente consultorio familiare, Ragusa – Anni 2002/2006.

L’attività imprenditoriale per tutta la durata della presidenza regionale di Italia Feltri e della successiva presidenza di Dino la Terra Bella è stata impron-tata allo schema tradizionale della presidenza di Leocata, secondo il cliché di sempre, che ha trovato consenso e ap-prezzamento da parte della Confederazione Nazionale; e a questi due presidenti regio-nali che hanno continuato la mia opera, nel ruolo e nella responsabilità ma soprattutto nel lodevole spirito di sacrifi-cio, portato a compimento con amore e dedizione e vissuto come missione nella società e nella Chiesa, rivolgiamo il nostro più vivo ringraziamento nel ricorso della loro opera tanto meritoria.

Cambiamenti recentiIn questo stesso periodo si sono verificati alcuni cambia-

menti significativi, in parte positivi. Sono nati nuovi consultori:1. A Palermo il consultorio

familiare “Cana” - Ing. An-tonio Adorno, p. Antonio Santoro;

2. A Catania il consultorio familiare “Fossa Creta Sangiorgio” – Solo per la nuova presidenza: dott. Sebastiano Valenti;

3. A Caltanissetta il con-sultorio familiare “Casa Famiglia Rosetta” - Don Vincenzo Sorce, dott.ssa Giovanna Garofalo;

4. A Modica (RG) il consulto-rio familiare “Associazione Cristiana per la Famiglia” - Dott. G. Giannì, sig.ra Raimondiana Blanco;

5. A Nissoria (EN) il con-sultorio familiare “Gianna Beretta Molla” - Dott.ssa Rosa Cento, sac. Lorenzo Mobilia;

6. A Pachino (SR) il locale consultorio familiare.

Altri cambiamenti sono stati in negativo, per esaurimento di attività operativa e sospensio-ne del servizio di due vecchi consultori familiari fondatori:1. A Castelvetrano (TP) il lo-

cale consultorio familiare - Dott. Rocco Riggio;

2. A Palermo il consultorio familiare Associazione “La Famiglia” - Dott. Ernesto Bonomo.

Purtroppo non sono in gra-do di riferire in maniera più

Page 30: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

30dettagliata la vita e le opere dei nostri consultori in Sicilia, poiché non abbiamo avuto - né con la presidenza Leocata, né con le successive presidenze Feltri e La Terra Bella - un autonomo servizio di segreteria (la funzione era svolta in pro-prio dal presidente del tempo). La carenza, grave nel passato, al presente è stata egregiamen-te e diligentemente superata come sentiremo dal nuovo pre-sidente eletto prof. p. Antonio Santoro, così al passo coi tem-pi, così compreso della sua nobile missione che lo attende come “operaio nella vigna del Signore”.

L’oggiSiamo quindi entrati nel tem-po presente, nella nostra real-

tà viva e palpitante, con l’at-tuale presidente prof. p. Anto-nio Santoro omi, responsabile presidente dell’associazione “Oasi Cana” e dell’annesso consultorio familiare di ispira-zione cristiana, regolarmente eletto dall’assemblea elettiva a succedere al dott. La Terra Bella. Egli ha espresso fin dall’inizio del suo mandato uno spirito illuminato di ope-ratore saggio e generoso che si è assunto la fatica, inve-ro assai meritoria, di dirigere verso nuove più ardue mete la nostra Federazione Regionale Siciliana dei Consultori Fami-liari di Ispirazione Cristiana.Auguri di buon lavoro e un affettuoso abbraccio, caro p. Antonio Santoro.

Page 31: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

31

L’oggie le prospettive

Gratitudine- Grazie al presidente della CFC avv. Goffredo Grassani e a tutti i membri del consiglio direttivo per aver accettato che questo convegno si realiz-zasse in Sicilia in occasione del trentennale della costitu-zione della nostra Federazio-ne Regionale Siciliana;- grazie per l’opportunità che ci viene data – al prof. Leo-cata e a me – di conferire in questa qualificata assemblea, alla quale speriamo di offrire un utile contributo;- grazie ai presidenti della Federazione Regionale che mi hanno preceduto: l’infaticabi-le prof. Antonino Leocata, la sig.ra Italia Feltri, ritornata

alla casa del Padre, il dott. Dino La Terra Bella;- grazie a tutti gli operatori che in questi trent’anni con grande generosità, impegno e professionalità hanno offerto - e moltissimi ancora sono in prima linea - il loro prezio-so servizio alla famiglia, vera cellula primaria e vitale della società e della Chiesa; un ser-vizio reso senza pretese, con sacrificio, pagando di persona e con stile mariano;- grazie, infine, a tutti gli ope-ratori dei nostri consultori che, col loro apporto, mi hanno consentito di redigere questa relazione. Mi riferisco in parti-colare ai miei collaboratori del consultorio familiare “Cana”.

Antonio Santoro

Gratitudine

Page 32: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

32Consultori familiari di dichiara-ta ispirazione cristianaFermo restando il metodo e l’ambito proprio di ogni inter-vento specialistico, così pure il rispetto per le convinzioni di ciascun utente, la dichia-rata ispirazione cristiana dei nostri consultori ci fa servire il prossimo (singoli, coppie, famiglie), in quanto tale, ve-dendo in lui il Cristo malato, affamato, assetato, nudo, di-verso, carcerato (cfr Mt 25,31 e ss.), agendo come cittadini, ma in comunione piena con la Chiesa e i suoi pastori e come loro espressione, appunto “ come segno pubblico della Chiesa”.Sta proprio qui la nostra iden-tità, così come è ben deli-neata dai nostri vescovi nel Direttorio di Pastorale Fami-liare per la Chiesa in Italia del 19931 (d’ora in poi: DPF; cfr § 251).

PARTE PRIMA – UNO SGUARDO COMPLESSIVO SULL’OGGISarà uno sguardo necessaria-mente sintetico, visto il poco tempo a mia disposizione.

La Federazione Regionale Sici-liana dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana I nostri (15) consultori in Si-cilia

Altri consultori del privato so-ciale 1. UCIPEM [consultori di ini-

ziativa cristiana, come li definiscono i vescovi ita-liani nel DPF, § 252: Pa-lermo, Trapani, Villafranca (ME), Messina, Gela

2. CIF; Agrigento.

Elenco delle problematiche più frequentiMolto vasta è la gamma del-le problematiche che i nostri consultori si trovano ad af-frontare.Per ragioni di tempo, ne citia-mo solo alcune.1. Problematiche legate allo

snodo delle famiglie d’ori-gine e alle diversità carat-teriali che determinano poi problemi relazionali.

2. Problematiche legate alla conflittualità genitori-figli, donde anche l’emergenza educativa.

3. Disturbi (in aumento) da attacco di panico e di quel-li di tipo fobico e ossessi-vo/compulsivo, rilevabili soprattutto tra bambini, adolescenti e giovani (fino a 30-35 anni).

4. Anoressia e bulimia: sem-pre tra adolescenti e giova-ni è aumentata la richiesta di aiuto per casi di anores-sia e bulimia, sia in fase di esordio che per situazioni conclamate.

1 Conferenza ePisCoPale iTaliana, Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Italia. Annunciare, celebrare, servire il “Vangelo della famiglia”, 1993.

Parte prima - Uno sguardo complessivo

sull'oggi

Page 33: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

335. Abusi sessuali.6. In aumento i disturbi di

personalità, in maniera particolare il disturbo bor-derline, il disturbo dipen-dente e il disturbo narcisi-stico.

7. Si è riscontrato anche un certo aumento di persone con difficoltà nella sfera sessuale e dell’identità ses-suale.

8. Problematiche legate al-l’infedeltà coniugale.

9. Problemi legati a separa-zioni e divorzi.

10. Problematiche legate al-l’adozione e all’affida-mento.

11. È aumentata la richie-sta di trattamenti a lunga scadenza: le persone si presentano al colloquio con lo psicologo già con l’aspettativa - e, a volte, la pretesa - non di una consulenza breve, ma di una presa in carico di tipo terapeutico.

12. Problematiche ginecolo-giche e sessuologiche, tra queste: rapporti prema-trimoniali (o, comunque esperienze sessuali) sem-pre più precoci e prassi contraccettiva e abortiva dovuta a una mentalità contraccettiva: richieste di aborto e “pillola del giorno dopo”.

13. Problematiche legate alla significativa carenza for-mativa in ambito religio-so/sacramentale: riscon-

triamo, soprattutto noi sacerdoti, una ignoranza relativa agli elementi fon-damentali della fede cri-stiana – come pure atteg-giamenti e comportamenti fideistici – e in specie del sacramento del matrimo-nio, anche da parte di chi ha seguito i consueti corsi di preparazione al matri-monio. Tale carenza non è legata alla mancanza di titoli di studio, ma a una mancanza di formazione cristiana di base e, più in generale, a un ateismo pratico che porta a vivere, anche chi si dice creden-te, la propria esistenza quotidiana come se Dio non esistesse.

Specificità in ordine al servizio dei nostri consultoriI nostri consultori con la mol-teplicità dei loro servizi mi-rano a realizzare, e di fatto realizzano, interventi di pre-venzione e formazione, di consulenza, sostegno e cura.

Uno specifico contributo dei nostri consultoriIl consultorio familiare di ispi-razione cristiana è un luogo dove, attraverso un lavoro di équipe, che integra diverse e specifiche professionalità, è possibile accogliere alcune tipiche domande di aiuto che spesso non trovano risposta in ambito pubblico.

Page 34: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

34Disagio relazionale e proble-matiche psicologiche Spesso gli operatori dei no-stri consultori sono chiamati a prendersi cura del dolore generato da relazioni ferite in ambito coniugale e familiare.I consultori offrono uno “spa-zio” dove è possibile imparare la grammatica della relazione, svolgendo così un ruolo parti-colarmente prezioso in tempi in cui proprio una diffusa in-competenza relazionale è alla base dello sfascio di molte fa-miglie.In particolare i nostri psicolo-gi e psicoterapeuti, attraverso gli strumenti tipici della loro professione e supportati da un lavoro di équipe e supervisio-ne, accolgono la domanda (che sempre più spesso è un grido) di aiuto che arriva da tante sin-gole persone, coppie e famiglie che sperimentano al loro inter-no un grave disagio relazionale.Non di rado i percorsi intra-presi consentono alle persone di acquisire strumenti e di liberare risorse insperate.

Problematiche legate all’ado-zione e all’affidamento1. Nella grande maggioranza

dei casi non si sono attiva-ti veri e propri percorsi di riabilitazione dei genitori naturali, né si è proceduto ad una verifica della reale capacità di prendersi cura dei figli;

2. Spesso anche i minori in affidamento non ricevono

dalle strutture pubbliche un adeguato servizio di sostegno psicologico, che ricade interamente a ca-rico della struttura o dei genitori affidatari;

3. Poco più che rari sono i casi in cui è previsto un percorso di sostegno psi-cologico ed educativo per i genitori e le famiglie che accolgono al loro interno un minore in affidamento temporaneo;

4. In realtà quasi sempre, da-te le caratteristiche psico-logiche difficili dei bambini affidati, queste famiglie de-vono ricorrere all’aiuto dello psicologo per sé, per i pro-pri figli, o, come già detto, per i bambini loro affidati;

5. Un discorso simile si può fare per i genitori e le famiglie che adottano un bambino tramite un prov-vedimento del Tribunale dei Minori.

Problematiche ginecologiche e sessuologicheL’approccio alle problemati-che ginecologiche non è tanto o solo di carattere sanitario, ma viene considerato come un luogo in cui, con competenze specifiche, ci si fa carico di problematiche decisive per la vita della donna. Per quanto riguarda il lavoro di consulenza in ambito gine-cologico, la richiesta più fre-quente (portata soprattutto da adolescenti e giovani donne)

Page 35: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

35è di informazioni relative alla contraccezione. Il consultorio di ispirazione cristiana raccoglie la domanda offrendo un’occasione di rifles-sione sui temi della fertilità e della sessualità in un ottica di responsabilità e cercando di fare emergere la domanda di senso che attorno a questi temi è molto forte, soprattutto nel cuore dei giovani. Sta proprio qui la specificità della consulenza ginecologica nell’ambito dei nostri consulto-ri: non si offrono soluzioni tec-niche, ma si fa un lavoro edu-cativo che mira a promuovere, oltre tutto, la consapevolezza del valore della corporeità; rico-noscere nella ciclicità ormonale un luogo prezioso della specifi-cità femminile che suscita “dal di dentro” il bisogno di custo-dirne il valore e la bellezza.Il più delle volte le donne (o le coppie) che ci consultano ac-colgono la proposta dei metodi naturali e vengono inviate alle nostre insegnanti che si fanno poi carico di accompagnare le donne in un percorso di conoscenza che, come tutte le esperienze di consapevolezza, ha la potenzialità di liberare le molte risorse del femminile.

Consulenza alle coppie ipofer-tili: l’apporto del ginecologo e delle insegnanti dei metodi naturali della fertilitàNegli ultimi anni è cresciuta la richiesta da parte di donne

che ricercano la gravidanza.Come impedimenti a essa so-no state rilevate problema-tiche causate dall’uso pro-lungato della pillola contrac-cettiva o da rapporti iniziati in giovane età o da infezioni causate in rapporti sessuali con partner a loro volta in-consapevoli di avere infezioni. Molte coppie si rivolgono a noi anche dopo alcuni tentativi di fecondazione assistita, deva-state fisicamente e psicologi-camente. In questi casi la nostra com-petenza di consulenti fami-liari ci fa avere l’approccio adeguato, per inviarli, ove necessario, agli psicologi pre-senti nel consultorio.

Lavoro culturale sul territorio Un’altra specificità dei nostri consultori è il lavoro culturale sul territorio (scuole, parroc-chie, gruppi, movimenti) oltre che con gli utenti.Questo tipo di servizio mi-ra a promuovere un’autentica cultura attorno ai temi del-la persona, dell’amore, della sessualità, della vita.In gravissima carenza, e forse anche in assenza, nel settore pubblico dei servizi preceden-temente citati, i nostri con-sultori del cosiddetto privato sociale (CFC, UCIPEM, CIF, ecc.), colmano di fatto un vuoto di risposte a domande di aiuto che soprattutto la fa-miglia pone con urgenza.

Page 36: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

36Specificità in ambito eccle-sialeI nostri consultori di fatto sono frontiere in cui la que-stione antropologica si pone in modo decisivo.La specificità dei nostri con-sultori sta anche nella capa-cità di farsi carico di istanze e di bisogni che, pur essendo primari, non vengono spesso riconosciuti nella loro decisiva importanza. Sovente, nei percorsi di con-sulenza, sostegno, cura, le persone e le coppie, nella misura in cui trovano un loro equilibrio, scoprono quei va-lori perenni che il Creatore ha iscritto in ogni uomo e in ogni donna, così pure in ogni rela-zione coniugale e familiare.I nostri Consultori, inoltre, sempre più spesso sono luo-ghi in cui i cosiddetti “lonta-ni” vengono accolti e serviti.

Tipologia dell’utenzaUomini, ma soprattutto don-ne, sia giovani che in età da menopausa o pre-menopausa. Molte coppie e famiglie, fan-ciulli e adolescenti; molte stu-dentesse, 16-18 anni; coppie giovani e coppie con 25 e più anni di matrimonio; don-ne in gravidanza e coppie di conviventi che chiedono aiuti materiali per portare avanti la gravidanza; persone consacra-te; gruppi di giovani e di stu-denti nelle scuole; fidanzati nei corsi di preparazione al matrimonio; gruppi-famiglia.

La serviamo con la nostra gran-de risorsa: le persone! 1. Numero operatori: 200 (per difetto);2. Ore di volontariato: oltre 40 mila (per prestazioni, lavoro di équipe, formazione);3. Prestazioni effettuate: oltre 35 mila.

Difficoltà dei nostri consultori1. I nostri consultori lamen-tano, giustamente, gravi dif-ficoltà finanziarie che fan-no guardare con non poca preoccupazione al loro futu-ro, consapevoli che un venir meno dei servizi offerti (già oggi impari alle esigenze e al-le urgenze nell’attuale e così variegato contesto culturale, psico-sociale, politico e reli-gioso), avrebbe una forte rica-duta negativa sull’impegno di “umanizzazione” della nostra società e sulla missione con-creta della Chiesa;2. Seguono poi, le difficoltà di ordine logistico: avere una se-de adeguata ai servizi. Chi ce l’ha vive il problema di pagare l’affitto;3. Non è sempre facile indivi-duare ginecologi volontari che condividano anche gli orienta-menti dell’insegnamento della Chiesa Cattolica relativamente alla contraccezione, all’aborto cosiddetto terapeutico, alle tecniche di procreazione ar-tificiale.

Page 37: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

37PARTE SECONDA - OSARE: COSTRUTTORI DI FUTURODopo la prima parte più de-scrittiva, tentiamo adesso, pur vivendo nel presente, di vol-gere il nostro sguardo verso il futuro. In quanto operatori di Con-sultori Familiari di Ispirazione cristiana della Federazione Si-cilia, ci chiediamo:1. Come guardiamo il tempo

che ci sta davanti?2. Che cosa ci proponiamo di

realizzare oltre quello che già facciamo?

3. Che cosa sottoponiamo al-l’attenzione di chi ha re-sponsabilità di governo sia della comunità civile che religiosa ai suoi differenti ambiti e livelli?

In ciò che segue, seppure, brevemente, cercherò di dare risposta ai suddetti interro-gativi.

Come guardiamo il tempo che ci sta davanti?

Con una “mistica dagli occhi aperti”Sono certo che valga anche per noi quanto affermava Pa-pa Benedetto XVI all’Incontro col Mondo del Volontariato in Austria nel settembre del 2007 a proposito della pa-rabola del buon samaritano. “Con lo sguardo di Gesù è col-legata ancora un’altra forma del guardare. ‘Lo vide e passò oltre’, si legge nel Vangelo del sacerdote e del levita che

vedono l’uomo mezzo morto giacere al margine della stra-da, ma non intervengono (cfr Lc 10, 31.32). C’è chi vede e finge di non vedere, ha la ne-cessità davanti ai suoi occhi e tuttavia rimane indifferente; questo fa parte delle correnti fredde del nostro tempo. Nel-lo sguardo degli altri, proprio di quell’altro che ha bisogno del nostro aiuto, sperimentia-mo l’esigenza concreta del-l’amore cristiano. Gesù Cristo non ci insegna una mistica ‘degli occhi chiusi’, ma una mistica ‘dello sguardo aperto’ e, con ciò, del dovere assolu-to di percepire la condizione degli altri, la situazione in cui si trova quell’uomo che, secondo il Vangelo, è nostro prossimo. Lo sguardo di Gesù, la scuola degli occhi di Gesù introduce in una vicinanza umana, nella solidarietà, nella condivisione del tempo, nella condivisione delle doti e an-che dei beni materiali. Perciò ‘quanti operano nelle Istitu-zioni caritative della Chiesa devono distinguersi per il fatto che non si limitano a eseguire in modo abile la cosa conve-niente al momento (impor-tante anche questo), ma si dedicano all’altro con le at-tenzioni suggerite dal cuore… Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente’. Sì, ‘devo diventare una persona che ama, una persona il cui cuore

Parte seconda - Osare: costruttori di futuro

Page 38: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

38è aperto per lasciarsi turbare di fronte al bisogno dell’altro. Allora trovo il mio prossimo, o meglio: è lui a trovarmi’”2.

Che cosa ci proponiamo di rea-lizzare oltre quello che già fac-ciamo?Incrementare i servizi di pre-venzione e formazione, consu-lenza, sostegno e cura

Rispondere adeguatamente alla “sfida educativa”Tutti sappiamo quanto sia enorme e urgente la questio-ne dell’educazione dei giova-ni, avvertita da tutte le più importanti agenzie educative: famiglia, scuola, Chiesa.

Ricerca, studio, formazioneQuesti sono promossi, orga-nizzati e gestiti dal Pe.Co.Fa.S. (Centro Studi e Ricerche su Persona Coppia e Famiglia Center for Person, Couple & Family Studies & Research) i cui partner sono:1. il CREADA (Centro di Rela-

zione Educativa Adulto-Ado-lescente; il CREADA ha, a sua volta, tra i suoi partner: l’Associazione “Abbazia di Mirasole”, la Confederazio-ne Italiana Consultori Fami-liari di Ispirazione Cristiana, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e il Policlinico Ospedale Mag-giore di Milano);

2. L’Associazione “Oasi Ca-na” Onlus;

3. La Federazione Regionale Siciliana dei Consultori Fa-miliari di Ispirazione Cri-stiana.

Formazione continua dei no-stri operatoriIncremento della formazione dei nostri operatori in ordine ai bisogni e alle problemati-che emergenti; per il 2008-2009 abbiamo già program-mato due iniziative:1. Seminari di aggiornamento

e supervisione su “L’ap-proccio psicoterapico con le coppie e le famiglie”. I seminari sono organizzati con l’apporto specifico del consultorio familiare “Ca-na” che dirigo qui a Paler-mo. Sono cinque seminari di sette ore ciascuno.

2. Progetto formativo, pro-mosso, organizzato e ge-stito dal Pe.Co.Fa.S.: il progetto prevede incontri di riflessione educativa per operatori dei consul-tori.

Queste le finalità:- promuovere una riflessione pedagogica sulla propria atti-vità professionale;- fornire nuovi strumenti e metodi educativi; - favorire lo scambio attivo di esperienze-conoscenze.Sono programmati due week

2 BenedeTTo XVi, Discorso all’Incontro col mondo del Volontariato. Vienna, 9 settembre 2007, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2007.

Page 39: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

39end (10-11 gennaio e 14-15 febbraio 2009).Risorse umane e professionali impiegate: staff del CREADA (professori universitari, ricer-catori, dottorandi di ricerca).

Accreditamento e convenzione Urgono accreditamento e con-venzione dei nostri consultori con l’ente pubblico. La doman-da di servizi ai nostri consultori non può essere assolutamente soddisfatta con la pur genero-sa e lodevole disponibilità dei nostri operatori volontari.

Nuovi consultoriIn questi ultimi due anni ab-biamo la fondazione di altri consultori che hanno chiesto di far parte della nostra Fede-razione: Nicosìa (EN), Pachi-no (SR), Castelvetrano (TP), Patti (ME), Caltagirone (CT).

Che cosa sottoponiamo all’at-tenzione di chi ha responsabili-tà di governo sia della comunità religiosa che civile ai suoi dif-ferenti ambiti e livelli?

Una premessaÈ necessario partire dalla real-tà: ascoltare e accogliere gli effettivi bisogni della persona, della coppia e della famiglia, presenti in un determinato territorio, e quindi, agire gui-dati dai principi di sussidia-rietà e solidarietà, in un’ottica di lavoro in sinergia o in rete con eventuali altre strutture presenti nel territorio.

Rapporto con le comunità ec-clesiali regionali e diocesaneAlla Chiesa, ai suoi diversi livelli e ambiti, chiediamo che venga conosciuto e ricono-sciuto nelle sue conseguenze pratiche, e quindi applicato quanto i nostri vescovi indica-no nel Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Ita-lia del 1993 (§§ 249-254).In particolare:1. Auspichiamo la costituzio-

ne, in ogni diocesi, di con-sultori familiari di dichia-rata ispirazione cristiana secondo quanto previsto dal DPF, § 250;

2. Chiediamo sostegno e con-gruo contributo ai nostri consultori familiari dove già esistono, considerato che, oltre tutto, tali con-sultori sono “segno pub-blico della Chiesa” (come recita il § 251 del DPF);

3. Analogamente a quanto si fa come Chiesa, per far fronte alle povertà mate-riali dei nostri cittadini e fedeli, utilizzando le risor-se dell’“8 per mille”, chie-diamo che si possa comin-ciare a finanziare progetti di servizi per far fronte a quelle povertà relazionali, psicologiche, sessuali, mo-rali e spirituali di soggetti singoli, di coppie e di fa-miglie che si rivolgono ai nostri consultori.

Un’attenta riflessione ci fa su-bito considerare che i servizi

Page 40: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

40a cui abbiamo fatto cenno, e altri ancora, non possono es-sere offerti con continuità e a un numero di soggetti sem-pre più in rapida crescita, con una domanda di aiuto sempre più complessa, problematica, spesso drammatica. Chi ope-ra nei consultori, o accoglie le persone nel sacramento della riconciliazione, sa che non è esagerato quello che sto affer-mando. La comunità civile e quella ecclesiale non possono di fat-to delegare, più o meno tacita-mente, l’attenzione e i servizi di cui sopra alla competenza e buona volontà e generosità di volontari, tra l’altro numerica-mente impari alle esigenze.

Rapporto con la comunità po-litica e socio-sanitaria regio-naleChe cosa chiediamo a chi ci governa? Non certo favori!1. Sollecitiamo piuttosto con

urgenza un confronto leale e convinto sulla materia che concerne i consultori familiari per l’effettiva ap-plicazione della legge n. 21 del 24 luglio 1978, istitutiva dei consultori in Sicilia.

2. Dare attuazione a quanto già prescrive la normativa vigente circa la convenzio-ne con i consultori privati; infatti, ci risulta, che, fino ad oggi, dei 20 consultori privati su 116 consultori

pubblici previsti dal decre-to dell’Assessorato alla Sa-nità del 5 dicembre 1980 (relativo alla ripartizione territoriale), solo 9 (e, for-se, meno) siano convenzio-nati.

- La rete consultoriale regio-nale ha subìto solo lievi ri-tocchi nei trent’anni trascor-si (aumentando anche se di poco i consultori pubblici); e non si è nemmeno tenu-to conto della legge 34 del 31 gennaio 1996, che pre-vede uno standard di almeno 1 consultorio familiare ogni 20.000 abitanti; tale legge, in riferimento al censimento del 2001 mostrerebbe che la Sicilia ha bisogno almeno di 243 consultori. Ad oggi, inve-ce, risultano attivi 177. - Volendo fare ora una sem-plice considerazione di ordine economico, quanto mai op-portuna in questa lunga fase di tagli, specie alla sanità, offriamo qualche utile dato: un consultorio privato conven-zionato riceve un contributo di 123 mila euro annui; un consultorio pubblico, a parità di servizi costerebbe almeno 5 volte tanto, cioè oltre 600 mila euro ogni anno.3. Fondi per i consultori: 4

milioni e 400 mila euro sono a disposizione del-l’Assessorato regionale alla Famiglia. Se non vengono impegnati entro il 2008, i 4 milioni devono esse-

Page 41: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

41re restituiti al competente Ministero.

Le risorse, messe a dispo-sizione da parte del Fondo Nazionale per la Famiglia e dalla Regione Sicilia (D.M. 22 gennaio 2008, con riferi-mento agli interventi definiti con l’intesa in sede di Confe-renza Unificata del 27 giugno 2007, rep. Atti n. 51 C.U.), dovrebbero essere utilizzate in iniziative che tendono a modificare l’approccio sanita-rizzante dei consultori (spesso simili a un poliambulatorio) al fine di trasformarli in centri di sostegno e aiuto alla famiglia. Il consultorio potrebbe così rappresentare il luogo principe della integrazione socio-sani-taria divenendo il luogo più prossimo alla famiglia e alle sue quotidiane difficoltà al fi-ne di assumerne il carico in relazione a tutte le sue fragilità e sostenendone la stabilità. Questi fondi che fine faranno?4. Dare attuazione e adeguata

copertura finanziaria della legge sulla famiglia, n° 10 del luglio 2003.

5. Tenuto conto di nuove ac-quisizioni e dell’esperienza fatta sul campo fino ad og-gi, chiediamo che, in tempi ragionevoli, ci si impegni a rivedere la legge regiona-le sui consultori familiari. Non si tratta di partire da zero!!! Occorre non un vago

assenso, ma una convinta e decisa volontà politica.

6. Tanti possono essere gli strumenti di questo con-fronto. Ma per rendere ef-fettivo ed efficace il dia-logo tra Ente pubblico e rappresentanti dei consul-tori familiari del cosiddet-to privato sociale, occorre istituire un tavolo tecnico permanente, almeno fino a quando non si arrivino a risolvere alcune questioni fondamentali.

CONCLUSIONE

Costruendo insieme il futuro

Un’ ALLEANZA VIRTUOSA per la famiglia, garanzia di futuro per la società e la ChiesaIn una società, soprattutto oc-cidentale, in cui è in costante e rapida crescita la crisi della coppia e della famiglia, la crisi del mondo giovanile, l’emer-genza educativa, occorre non perdere tempo in dichiarazio-ni di circostanza. Che non ac-cada anche per la realtà della famiglia ciò che accadde a Sagunto: “Dum Romae Pa-normi consulitur, Saguntum Familiam expugnatur”3.Possa piuttosto realizzarsi e consolidarsi un’alleanza vir-tuosa tra Ente pubblico, Chie-sa, e cosiddetto privato socia-le. Ne va del bene di ciascuno e dell’intera comunità civile ed ecclesiale.

3 TiTo liVio, Storie, XXI, 7.

Conclusione

Page 42: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

42Se davvero teniamo alla salute, alla salvezza e all’avvenire del corpo sociale ed ecclesiale, non abbiamo altra scelta che operare insieme, con lealtà, urgenza e decisione per il be-ne di questa cellula primaria, originaria e originante che è la famiglia; operare congiun-tamente, secondo i principi di sussidiarità e solidarietà, con quelle strutture associative e di servizio che lavorano con e per la famiglia. I nostri consultori familiari di ispirazione cristiana non hanno altro che questo pro-gramma, che con tenacia per-seguono. Ma non possono es-sere lasciati soli e alla buona volontà e generosità dei loro operatori.Credere in una realtà significa impiegare risorse.Il test di verifica della cre-dibilità delle dichiarazioni a favore della famiglia consiste nella qualità, nella quantità e nella continuità delle risorse messe a disposizione.Noi consultori familiari di ispi-razione cristiana siamo per una feconda alleanza virtuosa.

Attendiamo gesti e iniziative concrete da parte dell’Ente pubblico. Da parte nostra siamo di-sponibili a dare l’apporto di consulenza nel processo di redazione di testi normativi e procedure.

Non basta affermare di cre-dere nei valori della persona, della coppia, della famiglia, né dire che è urgente inter-venire a favore della famiglia, ecc.. Occorre dare seguito e con-cretezza operativa a queste dichiarazioni; altrimenti que-ste resterebbero soltanto fru-stranti dichiarazioni d’intenti che, se non giovano a chi le esprime, tanto meno giovano a chi le ascolta e a chi opera in strutture a servizio della famiglia, quali sono i nostri consultori.Con la speranza che il nostro accorato appello venga ac-colto da chi di competenza, ringraziamo per l’ascolto e l’opportunità che ci è stata data d’intervenire in questa qualificata assemblea.

Page 43: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

43

Famiglia, generazione e sessualitàRiflessioni a partire dalla Lettera Enciclica Humanae Vitae

1. “Noi vogliamo in questa occasione richiamare l’atten-zione degli educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilità in ordine al bene comune dell’umana convivenza, sulla necessità di creare un clima favorevole all’educazione della castità, cioè al trionfo della sana li-bertà sulla licenza, mediante il rispetto dell’ordine morale. Tutto ciò che nei moderni mezzi di comunicazione so-ciale porta alle eccitazioni dei sensi, alla sfrenatezza dei co-stumi, come pure ogni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso della civiltà e

della difesa dei beni supremi dello spirito umano. Invano si cercherebbe di giustificare queste depravazioni con pre-tese esigenze artistiche scien-tifiche o di trarre argomento dalla libertà lasciata in questo settore da parte delle pubbli-che autorità” (HV, 22).L’educazione della castità, come parte integrante del-l’educazione della sessualità e della preparazione remota alla procreazione responsabi-le. Un richiamo fondamentale nell’Enciclica dedicata alla trasmissione della vita uma-na, che mette in evidenza come non sia possibile vivere una procreazione responsa-bile senza aver acquisito la capacità di orientare l’istinto

Maria Luisa Di Pietro

Dino Moltisanti

Page 44: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

44sessuale al servizio dell’Amore e di integrarlo nello sviluppo personale. L’educazione della castità, un tema su cui è soffermato an-che Giovanni Paolo II nell’En-ciclica dedicata all’annuncio del Vangelo della vita: “Non ci si può, quindi, esimere dal-l’offrire soprattutto agli adole-scenti e ai giovani l’autentica formazione alla castità, quale virtù che favorisce la maturità della persona e la rende capa-ce di rispettare il significato sponsale del corpo” (EV, 97). L’educazione della castità, che richiede di creare un “clima favorevole” al suo sviluppo a fronte di una cultura fortemen-te condizionata dagli effetti dell’onda lunga della rivolu-zione sessuale. D’altra parte, in un crescendo di frammen-tazione del significato della persona (dicotomizzata nelle sue componenti biologica, af-fettiva e spirituale), della ses-sualità (ridotta da dimensione strutturale a mera funzione genitale), della generazione umana (privata del humus della relazione interpersonale dei coniugi), non solo si è reso inutile parlare di castità. ma addirittura della castità si è dimenticato il nome.Se l’Humanae vitae ha indi-cato i principi dottrinali su cui fondare il discorso sulla castità (la visione integrale dell’uomo e la sua vocazione non solo naturale e terrena,

ma anche soprannaturale ed eterna; il significato dell’amo-re coniugale che è donazione reciproca e collaborazione con Dio nella generazione e nel-l’educazione delle nuove vite; le caratteristiche dell’amore coniugale, che è umano, tota-le, fedele, esclusivo e fecondo; i contenuti della paternità re-sponsabile in relazione ai pro-cessi biologici, alle tendenze dell’istinto e della passione, alle condizioni fisiche, econo-miche, psicologiche e sociali; la natura e la finalità dell’atto coniugale che - per sua intima struttura - “mentre unisce in-tensamente i coniugi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi inscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna”), il Magiste-ro successivo ha fornito im-portanti riflessioni sul tema dell’educazione della castità all’interno di un progetto di educazione all’Amore e alla sessualità.

2. Per introdurre un discor-so sulla castità è necessario chiarirne, innanzitutto, il si-gnificato. Il concetto di “ca-stità” viene, infatti, collegato a un’immagine di sessualità - o per meglio dire di genitalità - negata e frustrata tanto da essere considerata “nociva” per l’amore. “La castità non significa”, si legge al n. 33 della Esorta-zione Apostolica Familiaris

Page 45: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

45Consortio, “affatto né rifiuto né disistima della sessuali-tà umana: significa piuttosto energia spirituale, che sa di-fendere l’amore dai pericoli dell’egoismo e dell’aggressi-vità e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione”. La castità non è rifiuto della sessualità perché - se così fos-se - si negherebbe una realtà che “[è] ricchezza di tutta la persona” (EV, 97); la castità non è disistima dei valori e delle esigenze della ses sualità perché i valori, in quanto tali, sono da amare e le esigenze, se autentiche, sono da acco-gliere. “La castità”, si legge nel docu-mento del Pontificio Consiglio per la Famiglia del 1995, “è l’affermazione gioiosa di chi sa vivere il dono di sé, libero da ogni schiavitù egoistica”. E ancora, scrive Karol Woyti-la in Amore e responsabilità, “la castità è la trasparenza dell’interiorità, senza la quale l’amore non è amore, e non può esserlo fino a che il desi-derio di godere non viene su-bordinato alla disposizione ad amare in tutte le circostanze”. Questo perché la sessualità “non può restare soltanto una situazione soggettiva, in cui si manifestano le energie della sensualità o della affettività ridestate dalla tendenza ses-suale, perché allora non rag-giunge il proprio livello perso-nale, né può unire le persone.

Perché possa unire veramente l’uomo e la donna e raggiun-gere il pieno valore personale bisogna che abbia una solida base nell’afferma zione del va-lore della persona”. La castità non conduce, dun-que, né al disprezzo del cor-po, né alla svalutazione della vita sessuale, ma innalza il valore del corpo sessuato a livello del valore della per-sona. Questa disposizione o tendenza ad armonizzare le energie della sensualità e della affettività con il valore della persona viene definita “integrazione” e presuppone la capacità di autoposseder-si e di autodominarsi. Una manifestazione di questa ca-pacità di integrazione è la continenza, ovvero l’attitudine a controllare e orientare le pulsioni di carattere sessua-le e le loro conseguenze: la continenza, scrive Giovanni Paolo II nella Catechesi del mercoledì 24 ottobre 1984, “consiste nella capacità di dominare, controllare e orien-tare le pulsioni di carattere sessuale (concupiscenza della carne) e le loro conseguenze, nella soggettività psicosomati-ca dell’uomo. Tale capacità in quanto disposizione costante della volontà, merita di essere chiamata virtù”.Essere continenti non signi-fica, dunque, esercitare un “cieco” con trollo della con-cupiscenza e delle reazioni

Page 46: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

46sensuali. Significa, piuttosto, agire alla luce della compren-sione dei fini della sessualità: l’apertura ai più profondi va-lori della femminilità e della mascolinità nel la sponsalità e l’autentica libertà del dono reci proco delle persone. Solo in questo modo la continenza aiuterà ad andare oltre il lin-guaggio delle parole e dei ge-sti per scoprire quel “linguag-gio ontologico” che è la vera ricchezza della persona e che si manifesta attraverso il si-gnificato nuziale del corpo.“Il corpo umano”, si legge nella Catechesi del mercole-dì 22 agosto 1984, “non è soltanto il campo di reazio-ni di carattere sessuale, ma è, al tempo stesso, il mezzo di espressione dell’uomo in-tegrale, della persona, che rivela sé stessa attraverso il linguaggio del corpo. Questo linguaggio ha un importan-te significato interpersonale, specialmente quando si tratta di rapporti reciproci tra l’uo-mo e la donna”.

3. Per un’adeguata compren-sione del concetto di “castità” bisogna muovere dalla lettura dei valori e dei significati del-la sessualità. “La sessualità [è] ricchezza di tutta la persona”(EV, 97); “la sessualità”, si legge al n. 3 del già citato documento del Pontifico Consiglio per la Famiglia, “non è qualcosa di

puramente biologico, ma ri-guarda piuttosto il nucleo inti-mo della persona”: la sessua-lità, dunque, come ricchezza e dimensione strutturale della persona, ma anche capacità di entrare in relazione e in co-municazione con gli altri, “se-gno” e “luogo” dell’apertura, dell’incontro e del dialogo; la sessualità come espressio-ne della persona intimamente orientata all’Amore e al dono, alla fecondità nella coniugali-tà e nella scelta verginale.La sessualità è, allora, più della genitalità; e la genita-lità acquista valore umano solo e nella misura in cui è integrata nell’unitotalità della persona. Dire che la sessua-lità è dimensione strutturale della persona non equivale, però, ad affermare che essa sia l’unica dignità dell’uomo: “La corporeità e la sessuali-tà”, scrive Giovanni Paolo II nella Catechesi del mercoledì 7 novembre 1979, “non si identificano completamente. Sebbene il corpo umano, nel-la sua normale costituzione, porti in sé i segni del sesso e sia, per sua natura, maschile e femminile, tuttavia il fatto che l’uomo si fa corpo appartiene alla struttura del soggetto per-sonale più profondamente del fatto che egli sia nella sua costituzione somatica anche maschio e femmina”.Muovendo da questa lettura il rapporto persona/corpo ses-

Page 47: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

47suato rientra nella categoria dell’essere e non dell’avere, per cui ciò che non si pos-siede non si può né usare né far usare. E allora, così come ripugna istintivamente l’idea di considerare il corpo umano come semplice ogget-to di scambio, allo stesso modo si deve esigere rispetto per la propria mascolinità e femmi nilità. Riconoscere il si-gnificato valoriale dell’essere ses suati vuol dire compren-dere che l’unica modalità di “scambio” deve essere quella del “dono”, totale, reciproco, esclusivo. E, se la sessualità è dimensione originaria, l’uomo e la don na non possono vivere la propria esperienza terrena se non ac cettando di essere sessuati. La sessualità ha anche un si-gnificato in terpersonale: que-sto vuol dire che la diversità maschile e femminile è una diversità rela zionale, con una duplice funzione, personaliz-zante e socializzan te. La ses-sualità ha una funzione perso-nalizzante sia per il bambino, che - attraverso il confron-to-dialogo con il genitore dello stesso sesso e con il genitore del sesso opposto - arriva a strutturare la propria persona-lità e ad assumere un’identità sessuale, sia per l’adulto. La sessualità ha una funzione so-cializzante perché è spinta ad uscire da se stessi per entrare in comunicazione e, successi-

vamente, in comune-unione con gli altri. In tal senso, la sessualità umana esprime e realizza il “bisogno” della persona di uscire dalla propria solitudine e di comunicare con gli altri: e tale bisogno è insieme segno e frutto della povertà e della ricchezza della persona, chiamata ad amare ed a essere amata. È attraverso la comunicazio-ne e il dialogo, che l’uomo e la donna percepiscono la propria differenza e si sento-no attratti, spinti e orientati ver so l’altro sesso. Dell’altro sesso si vorrebbero scoprire e comprendere anche i più re-conditi misteri: ma tra l’uomo e la donna rimane sempre una differenza, un abisso incol-mabile che neanche l’imita-zione di comportamenti o di atteggiamenti propri dell’altro sesso riesco no a superare. La rela zione tra l’uomo e la don-na diviene così segno di dua-lità e reciprocità, ma anche di complementarità: l’uomo e la donna sono simili e differenti nello stesso tempo; non sono identici, ma hanno una uguale dignità, che deriva dall’essere persone e che è necessaria affinché tra di loro ci sia una possibilità di in contro e di intesa. Dal momento che la sessualità umana ha un significato inter personale, ne consegue che il fine a cui essa è intrinsecamente orien-tata e, pertanto, il messaggio

Page 48: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

48che esprime, è l’amore nel sen so di donare e ricevere: questa vocazione all’amore si realizza attraverso il corpo sessuato testimone così del dono reciproco, dell’essere e dell’esistere come dono con e per qualcuno; un corpo che ha un significato “sponsale” in quanto capace di esprimere amore.Ed anche se è vero che nes-suno può rifiutarsi di essere uomo o donna, ciò non si-gnifica né che il sesso espri-ma tutta la persona né che ogni perso na sia necessitata ad esprimere la totalità delle proprie capacità sessuali, an-che quelle fisiche. Bisogna, infatti, fare differenza tra re-lazione sessuata e relazione ses suale-genitale. La relazio-ne sessuata è la comune rela-zione tra persone di sesso dif-ferente o dello stesso sesso, improntata a stima, rispetto, amicizia e, affettività, senza il coinvolgimento del corpo sessuato, la genitalità fisica: infatti, l’incontro, il dialogo o il conflitto tra due persone di sesso differente o dello stesso sesso, non possono non essere sempre segnate dalle caratte-ristiche e tratti tipici dell’esse-re uomo o donna. La relazione sessuale-genitale ha, invece, come caratteri stica peculiare la totalità delle componen-ti della persona, che danno vita all’apertura, all’incontro, al dialogo, alla comunione ed

all’unità: si tratta di una re-ciproca donazione personale e totale, espressione di tutta la persona, che genera e ali-menta una relazione unica ed esclusiva, irrevocabile e de-finitiva, ordinata all’integra-zione reciproca dell’uomo e della donna. Nel momento in cui la relazione sessuale-geni-tale è inserita in un contesto di amore e di dono totale e totalizzante tra un uomo e una donna, essa acquista un valore positivo e fa da com-pletamento di un’unione che, resa in dissolubile dallo stato di coniugalità, si apre per sua intrinseca dinamica alla fecondità.“Per mezzo della reciproca donazione personale, loro pro-pria ed esclusiva gli sposi ten-dono alla comunione dei loro esseri in vista di un mutuo perfezionamento personale, per collaborare con Dio alla generazione ed alla educazio-ne di nuove vite” (HV, 8).

4. Per vivere la “reciproca do-nazione personale” è neces-sario interpretare le esigen-ze dell’amore coniugale: un amore umano, totale, fedele e fecondo (HV, 9). Un amore, innanzitutto, uma-no: “È prima di tutto amore pienamente umano, vale a dire nello stesso tempo sensi-bile e spirituale. Non è quindi semplice trasporto di istinto e senti-mento, ma anche e

Page 49: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

49principalmente è atto della volontà libera […]” (HV, 9). È, in altre parole, quell’Amore che scaturisce - come scrive Benedetto XVI nella Lettera Enciclica Deus Caritas est - da “un cuore che vede” (DC, 31) dove c’è bisogno e agisce in modo conseguente. Non, dunque, semplice “traspor-to di istinto e sentimento”, poiché - anche se i sentimen-ti sono stati affettivi stabili, profondi e duraturi - essi non sono sufficienti per descrivere tutta l’esperienza dell’amore: “I sentimenti vanno e vengo-no. Il sentimento può esse-re una meravigliosa scintilla iniziale, ma non è la totalità dell’amore” (DC, 17). Per poter vedere il cuore de-ve conoscere la propria “sto-ria”: “L’amore coniugale rivela la sua vera natura e nobiltà quando è considerato nella sua sorgente suprema, Dio che è Amore, il Padre da cui ogni paternità in cielo e in terra trae il suo nome” (HV, 8). Non si può, infatti, vivere l’esperienza dell’amore e del dono senza conoscere l’Ori-gine della propria “storia”, senza la consapevolezza che il nostro amore nasce da un Amore che ci precede, dal-l’Amore di quel Dio che “per primo ci ha amati e continua ad amarci per primo” (DC, 17). E il primo grande atto di Amore è l’essere stati chia-mati all’esistenza dal nulla: è

questa l’Origine della “storia” dell’uomo e l’uomo è l’unico essere vivente in grado di rispondere al Creatore con il linguaggio della consapevo-lezza.“Dio - si legge nell’Esorta-zione Apostolica Familiaris Consortio - ha creato l’uomo a sua immagine e somiglian-za: chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione perso-nale d’amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la respon-sabilità dell’amore e della co-munione. L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa voca-zione di ogni essere umano. In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel cor-po e corpo informato da uno spirito immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo uma-no e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale” (FC, 11).Il cuore si apre, poi, al rico-noscimento dell’altro e, nella coniugalità, al dono reciproco delle persone [“Il matrimonio non è quindi effetto del ca-so o prodotto dell’evoluzione di inconsce forme naturali: è una sapiente istituzione

Page 50: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

50del Creatore per realizzare nell’umanità il suo disegno d’amore. Per mezzo della re-ciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione dei loro esseri […]”(HV,8)]; è totale [“una forma tutta spe-ciale di amicizia personale in cui gli sposi generosamente condividono ogni cosa, sen-za indebite riserve e calcoli egoistici. Chi ama davvero il proprio consorte, non lo ama soltanto per quanto riceve da lui, ma per se stesso, lieto di poterlo arricchire del dono di sé” (HV, 9)]; è fedele [“E’ an-cora amore fedele e esclusivo fino alla morte (HV, 9)]. L’amore tra l’uomo e la don-na diviene così l’archetipo dell’Amore per eccellenza: “l’amore tra un uomo e una donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all’essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza” (DC, 2).

5. L’Amore ha una sua mani-festazione significativa nell’af-fettività, ovvero nella capacità che ha l’uomo di provare emo-zioni, sentimenti e passioni e che lo spinge ad agire nei con-fronti di quel chi o di quella cosa che ha procurato un tale turbamento. D’altra parte, il termine “affettività” deriva dal latino “afficere” che signi-

fica “influire”, “produrre una modificazione nel corpo o nel-l’anima”, “colpire”: un dupli-ce e ininterrotto movimento, di “sistole” (unione con l’og-getto della propria attrazione) e di “diastole” (uscita da sé), vera rappresentazione di una relazione interpersonale. Tale carattere relazionale è ravvisabile anche nelle mo-dalità dello sviluppo affettivo, che può essere schematizzato in quattro momenti: 1. la capacità di intrattenere rapporti umani positivi con tutti; 2. la capacità di instaurare rapporti amichevoli; 3. l’amicizia; 4. la capacità di Amore per un unico partner o per tutti, a seconda della scelta di vita (coniugale o verginale) che si è fatta. Ai fini dello sviluppo dell’affettività risulta, allora, chiara l’importanza della cari-ca affettiva dei legami natura-li tra i componenti del nucleo familiare in cui un ragazzo cresce: l’equilibrio affettivo di una persona si imposta, infat-ti, fin dalla prima età e si mo-della nelle più semplici situa-zioni della quotidianità. Da qui la necessità di essere inseriti - innanzitutto - in un famiglia presente, autorevole, rielabo-rante e capace di mantene-re relazioni soddisfacenti. E, successivamente: di far parte di un gruppo di coetanei verso cui sperimentare sentimenti

Page 51: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

51di amicizia autentica, sincera e profonda; di sostenere l’im-pegno a vivere i propri compiti in modo indipendente e co-stante; di sviluppare capacità di autocomprensione, autoac-cettazione, autoaffermazione, integrazione, adattamento e controllo delle proprie pulsio-ni. E se tutto lo sviluppo affet-tivo dell’individuo sarà stato armonico, se avrà imparato a controllare se stesso, ad ama-re i genitori e i fratelli, a gode-re dell’amicizia dei coetanei e della stima degli educatori, si può sperare anche in un allar-gamento dello sguardo oltre il proprio mondo individuale nella considerazione dei pro-pri doveri verso gli altri.

6. Parlando di Amore e di af-fettività, si è fatto riferimento alla dimensione educativa: su cosa si fonda l’educazione? E chi sono i soggetti dell’inter-vento educativo.I pilastri dell’educazione so-no: da una parte, i contenuti che l’educazione presenta dal punto di vista antropologico (che idea ho dell’uomo?) e pedagogico (che progetto di uomo si vuole realizzare?); dall’altra, le motivazioni e gli atteggiamenti dell’educato-re. Entrambi possono essere sintetizzati con l’espressione “amare per educare”. Non è un caso che in tale espressio-ne si conservino i due concetti amore-educazione: non si può

pensare di guidare la crescita di un ragazzo sul piano del-l’affettività se non si è dotati di quella “carità intellettuale” necessaria per rendere efficaci le proprie strategie di interven-to. Si può, allora, fare educa-zione all’Amore solo se questa viene concepita come “amore della verità” (per i contenuti che intende trasmettere) e nel contempo “verità che si fa amore” (pensando alle carat-teristiche del formatore e del-l’educatore): “Sarebbe dunque - scrive Benedetto XVI nella Lettera alla Diocesi e alla Città di Roma sul compito urgente dell’educazione del 21 gen-naio 2008 - una ben povera educazione quella che si li-mitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lascias-se da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita”.Se si rinuncia alla verità sul-l’uomo (all’amore della verità) - oggetto non statico e immu-tabile ma che sa coniugare l’oggettività e la definitività di alcuni aspetti con le carat-teristiche di dinamicità e del “farsi” proprie dell’uomo -, si corre il rischio di compromet-tere proprio l’opera educativa, che parte dalla definitività della verità e propone la de-finitività di alcune scelte. Si legge nel discorso di Bene-detto XVI ai partecipanti al IV Convegno Nazionale della

Page 52: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

52Chiesa italiana del 19 ottobre 2006: “un’educazione vera ha bisogno di risvegliare il corag-gio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la no-stra libertà, ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di gran-de nella vita, in particolare per far maturare l’amore in tutta la sua bellezza: quindi per dare consistenza e significato alla stessa libertà”.

Se la libertà non si innesta e radica in una verità integrale della persona, può condurre l’uomo stesso a comportamen-ti e scelte riduttive dell’uma-no, o divenire strumento di prevaricazione e di puro arbi-trio o portare ad atteggiamenti di rassegnazione e pericoloso scetticismo. Quale verità e quale bene sull’uomo? Si tratta di un problema serio e decisivo: perché solo se si individuano le caratteristiche proprie del-l’uomo, ciò che determina la sua natura e, di conseguenza, la sua dignità, si è in grado di indirizzare gli sforzi educativi. Educare e formare sono parole che, etimologicamente, riman-dano ad una meta (il primo) e ad una forma (il secondo). L’uomo le ha scritte entrambe dentro di sé e il cammino che deve percorrere, soprattutto nei primi anni della sua esi-stenza (ma il processo mai potrà avere una fine), non può

non conformarsi ad esse. Non possiamo negare ciò che sia-mo. Rinunciare alla pretesa di alcune verità sull’uomo si-gnifica rinunciare ad educare. D’altra parte, l’educazione è proprio l’arte di “trarre fuori, far emergere” il bene iscritto nella dimensione ontologica di ogni uomo. È come se - se-guendo Maritain - nell’uomo coesistessero due “nature”: la natura “primitiva”, da una parte, e la natura “plasma-ta”, risultato dell’intervento educativo. Dal momento che la natura primitiva altro non è che la manifestazione storica e parziale dell’essenza “uomo”, ogni individuo deve impegnar-si a scoprire in questa essenza contenuti e modalità per pla-smare la sua natura seconda. Dall’amore della verità si pas-sa alla verità che si fa amore. È il secondo passaggio che un educatore non può trascurare. La verità, ovvero il contenuto di un processo formativo, non può cristallizzarsi come fa l’acqua ad alte quote, che lì rimane, in posizione impervia per essere raggiunta da qual-cuno. L’opera di formazione è paragonabile all’irrigazione delle pianure a seguito dello scioglimento della neve della montagna. La verità si “scio-glie” e raggiunge in modo delicato ma abbondante i de-stinatari di tale verità. Non si tratta di una valanga che scende, trovandola magari

Page 53: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

53impreparata, sulla valle ma di un fiume che sorprende per la sua freschezza.

7. Se caratteristica dell’affet-tività è anche la capacità di contemplazione e di apertura al riconoscimento e al be-ne totale della persona, essa appare in stretto collegamen-to con il sentimento morale ovvero con la capacità di ri-flettere, interpretare ed inte-riorizzare quelle norme che inscritte nella natura umana devono divenire criterio re-golativo nelle singole scelte. La formazione dell’affettività si deve accompagnare, allo-ra, alla formazione del senti-mento morale con i seguenti obiettivi: precisare le ragioni per cui un uomo per realiz-zarsi come persona deve agire in un modo piuttosto che in un altro; aiutare l’altro ad acquisire consapevolezza del proprio agire, responsabilità e strumenti critici, criteri di va-lutazione e motivazioni, affin-ché possa operare una sintesi tra libertà e responsabilità; offrire criteri oggettivamente fondati e consapevolmente chiariti per l’agire. Nella sua finalità, dunque, la forma-zione del sentimento morale è educazione alla libertà o, per meglio dire, alla gestio-ne responsabile della libertà, affinché vi possa essere una completa adesione a quella verità, che inscritta nella na-

tura di essenza di ogni uomo, ne svela configurazione, si-gnificazione e destina zione: “Non meno decisiva nella for-mazione della coscienza è la riscoperta del legame costitu-tivo che unisce la libertà alla verità [...] È essenziale che l’uomo riconosca l’originaria evidenza della sua condizio-ne di creatura, che riceve da Dio l’essere e la vita come un dono e un compito: solo am-mettendo questa sua nativa dipendenza nell’essere, l’uo-mo può realizzare in pienezza la sua vita e la sua libertà e insieme rispettare fino in fon-do la vita e la libertà di ogni altra persona” (EV, 96). In questo consiste la libertà morale, la libera adesione alla “legge dell’essere”. La forma-zione del sentimento morale deve riguardare sia la sfera dei valori che delle virtù, intese come habitus, “disposizioni”, “abitudini”, “predisposizioni”: nei due piani differenti e inter-secantesi, quello naturale delle virtù morali o cardinali (pruden-za, giustizia, fortezza e tempe-ranza) e quello soprannaturale delle virtù infuse o teologali (fede, speranza e carità).Se, infatti, la formazione del sentimento morale deve aiu-tare il soggetto nella struttu-razione della propria identità, nell’acquisizione di valori va-lutati importanti per dichia-rare a sé e agli altri il proprio esserci, nell’assicurare la ca-

Page 54: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

54pacità di resistere alle forze disgreganti interne ed ester-ne, nel garantire un’unità in-teriore coerente e duratura, non è né facile né sufficiente un semplice controllo selet-tivo dei valori senza una loro concomitante acquisizione. La persona è formata quando è riuscita a costruire un filtro attraverso il quale verificare e valutare cosa accogliere e cosa respingere: quando, in altre parole, è in grado di risponde-re alla domanda “che persona dovrei essere?”. L’impegno deve, essere, allora quello di aiutare il soggetto a crescere come persona virtuosa, ovvero ad acquisire un’attitudine per-manente a compiere il bene e a compierlo bene. L’habitus dell’agire virtuoso, quindi, lungi dall’essere una sorta di passiva e inconsapevole ripe-tizione di gesti, si pone come la capacità di orientare la pro-pria libertà con impegno e de-cisione verso i veri valori.

8. Alla luce di queste consi-derazioni risulta evidente che l’educazione della sessuali-tà deve avere come obiettivo principale quello di indicare e di motivare il raggiungimento di grandi mete: l’accettazione del proprio essere sessuati e il riconoscimento del valore del-la mascolinità e della femmi-nilità (educazione all’identità sessuata); il rafforzamento dell’Io, della stima di sé, del

senso della propria dignità, della capacità di autopossesso e di autodominio (educazione alla castità), dell’apertura pro-gettuale, della coerenza ed equilibrio interiore; l’acquisi-zione di una grande attenzio-ne ai valori della procreazio-ne, della vita e della famiglia (educazione alla procreazione responsabile e alla vita). Un tale progetto non può es-sere realizzato con la sola informazione: è necessaria una vera formazione finaliz-zata all’educazione della vo-lontà, dei sentimenti e delle emozioni. In questo contesto va inserita l’informazione: la conoscenza dei misteri del corpo umano, dei meccanismi genetici sottesi allo sviluppo somatico e alla differenza ses-suale, dell’anatomia e della fisiologia, dei fenomeni tipici della pu bertà, della procrea-zione umana, è il necessario comple tamento di un proces-so educativo che guarda alla persona nella sua globalità. Perché conoscersi equivale ad avere un motivo in più per accettare con serenità la pro-pria realtà di uomo o di donna e per esigere per se stessi e per gli altri maggiore rispetto e considerazione; ed è anche una chiave di lettura di quel disegno e di quella apertura all’Amore e alla vita che è in-scritto in ogni persona umana. L’informazione non può esse-re, allora, una fredda e aset-

Page 55: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

55tica trasmissione di notizie, un’istruzione, ma deve essere portatrice di un messaggio: in altre parole l’informazione ol-tre a dare risposte biologiche deve fornire “risposte etiche” ovvero chiarire il perché di un comportamento piuttosto che di un altro. In questo contesto educati-vo assume grande importan-za anche la conoscenza degli indici diagnostici di fertilità, che sono alla base dei metodi di regolazione naturale della fertilità: per avere consape-volezza di sé; per contenere l’ansia che nasce dall’igno-to; per distinguere un quadro normale da un quadro pato-logico. Ma, soprattutto, come modalità per educare al senso del tempo. La maggiore dif-ficoltà che incontrano - oggi - un uomo e una donna che si sono trovati e scelti è, infatti, quella di percorrere insieme la strada che porta a maturare la consapevolezza di sé e ad educarsi reciprocamente al-l’attesa. Le cause sono molte-plici: i fattori culturali, sociali e ideologici, si intrecciano in modo inestricabile con la con-vinzione che la vera libertà sia libertà “da” qualsiasi progetto e controllo e non piuttosto libertà “per” realizzare un progetto di vita e che l’es-sere umano sia innanzitutto “istinto”. Non vi è dubbio, però, che la fretta di bruciare le tappe sta rendendo sempre

più difficile la maturazione af-fettiva dei ragazzi e mettendo anche a rischio la loro salute. La fretta ben poco si addice al “tempo” e ai “tempi” della crescita personale: gli indici diagnostici di fertilità, nar-rando giorno dopo giorno una storia fatta di attesa (la fase preovulatoria e postovulato-ria), di preparazione (il ritmi-co alternarsi degli ormoni) e infine di eventi (l’ovulazione e la mestruazione), segnano il “tempo” e i “tempi” e rap-presentano una grande risorsa da utilizzare in un percorso educativo all’affettività, alla sessualità e alla castità.L’individuazione dei significati e delle finalità dell’educazio-ne della sessualità deve poi coniugarsi con la chiarezza sui criteri metodolo gici da storicizzare nella situazione concreta. Si tratta di criteri (della verità, di adeguazione e individualizzazione, di pro-gressività, di tempestività e di de cenza e rispetto), che sono già noti in ambito pedagogico e a cui - nel caso specifico del-l’educazione della sessualità - si aggiunge il “criterio della vocazione”. Questo significa che, durante l’adolescenza e la prima giovinezza, è compi-to dei genitori aiutare il figlio a discernere la propria voca-zione personale, a scoprire il progetto che Dio ha su di lui. Sia che si tratti di vocazione al matrimonio o alla verginità o

Page 56: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

56al celibato, infatti, la famiglia svolge un ruolo fondamentale e l’educazione all’amore vero e casto è il più grande dono che i genitori possono fare ai propri figli. E, d’altra pare, così come si constata che chi vive in un ambiente familia-re sereno, armonioso, e rice-ve un’immagine positiva del matrimonio, è poi in grado di riproporre la stessa esperien-za nella nuova famiglia, allo stesso modo non si può non constatare che “alla disgrega-zione della famiglia - si legge nel già citato documento del Pontificio Consiglio per la Fa-miglia - segue la mancanza di vocazioni; invece dove i geni-tori sono generosi nell’acco-gliere la vita è più facile che lo siano anche i figli allorché si tratta di offrirla a Dio”. Ma è solo in una lettura integrale della sessualità che si inscrive un’educazione anche alla vita verginale. Perché se non si comprende che la mascolini-tà o la femminilità può essere vissuta anche senza la dimen-sione genitale-sessuale al fine di potenziare la propria capa-cità di donazione, di Amore, di impegno verso Dio e verso gli altri, senza per questo sentirsi uomo o meno donna quanto detto sarebbe privo di senso.

9. Parlando di educazione, e in modo particolare della ca-stità, si è fatto riferimento alla famigli a quale responsabile

primario. Questa responsabili-tà è talmente radicata e radi-cale da poter affermare che vi è una priorità “ontologica” dei genitori nell’educazione dei fi-gli: perché “ontologica”?Perché essa trova giustifica-zione proprio nella struttura ontologica della generazione e del la genitorialità: “È infine - si legge al n. 9 della Lette-ra Enciclica Humanae vitae - amore fecondo, che non si esaurisce nella comunione tra i coniugi, ma è destinato a continuarsi, suscitando nuove vite. Il matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione e alla educazione della prole. I figli infatti sono il preziosis-simo dono del matrimonio e contribuiscono sommamente al bene degli stessi genitori”. Ed ancora, al n. 16 della Let-tera alle Famiglia: i genitori “sono i primi e i principali educatori dei propri figli ed hanno anche in questo cam-po una fondamentale compe-tenza: sono educatori perché genitori”. In altre parole, il diritto/dovere dei genitori di educare i figli si fonda proprio sul fatto di aver generato la vita del bambino (i genito-ri sono “educatori” perché sono genitori) e in tal sen-so tale diritto/dovere precede ogni riconoscimento o impo-sizione da parte della società: “L’educazione costituisce un processo singolare nel quale

Page 57: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

57la reciproca comunione delle persone è carica di grandi significati. L’educatore è una persona che genera in senso spirituale [...]” (Lettera alle Famiglie, 16).L’educazione è, dunque, que-sta continuata generazione, anche l’educazione della ses-sualità: “L’educazione ses-suale, diritto e dovere fon-damentale dei genitori, deve attuarsi sotto la loro guida sollecita” (FC, 37). Se la vita familiare è segnata dalla mu-tua ac cettazione, dall’aiuto scambievole, dall’empatia, i bambini, i fanciulli, gli ado-lescenti vengono aiutati, in altre parole, a fortificare quel “cuore che vede” perché “so-lo gli occhi del cuore - scrive Benedetto XVI nel discorso ai partecipanti del Congresso Internazionale in occasione dell’anniversario della Lettera Enciclica Humanae vitae del 2 ottobre 2008 - riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell’es-sere umano”.Al diritto di educare i propri figli, di scegliere - in con-formità con le proprie convin-zioni morali e religiose e in vi sta del bene dell’educando - l’orientamento educativo, deve corrispondere un dovere educati vo. Infatti, non offrire ai propri figli un ambiente familiare che possa consen-tire un’adeguata formazione

all’Amore e alla castità, signi-fica venire meno ad un preci-so dovere: dovere che viene eluso anche nel caso in cui si tolleri una formazione immo-rale o inadeguata impartita ai figli fuori casa. È importante che i genitori siano consape-voli che questo diritto/dovere è inalienabile e che non può essere né totalmente delegato ad altri né usur pato da altri. È anche vero, però, che oggi la famiglia pre senta spesso una scarsa valenza educativa, a causa sia delle trasformazioni strutturali e culturali subite sia di una talora volontaria incompetenza e incapacità di difendersi e ri spondere alle sollecitazioni - anche negati-ve - che provengono da una società in continuo e radica-le mutamento. In questi casi può essere di aiuto l’interven-to di altre a genzie educative, non ultima la scuola che non deve però né imporre un’edu-cazione di Stato né pensare di privare i genitori della lo-ro responsabilità educativa, collaborando con la famiglia nell’educazione e nella scel-ta dell’orientamento educa-tivo. Lo stesso dicasi per al-tre agenzie educative, come il gruppo coeducativo: qui i bambini, i fan ciulli, gli ado-lescenti, sono guidati dagli adulti secondo un ben preciso programma pedagogico, che i genitori devono conoscere a priori, vigilando sulle diverse

Page 58: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

58interpretazioni che degli stes-si programmi possono dare i vari educatori.L’intervento di agenzie educa-tive esterne alla famiglia deve essere, infatti, informato a due principi: il principio del-la sussidiarietà e il principio della subordinazione. Sussi-diarietà significa che - poiché il diritto/dovere dei genitori di educare è insostituibile e ina-lienabile - l’intervento delle agenzie esterne deve essere di aiuto e non di sostituzione al ruolo for mativo della comu-nità familiare. In altre parole, perché un’altra agenzia possa intervenire nel processo edu-cativo, è necessario che ci sia l’esplicito consenso da parte dei genitori, i quali delegano ad altri il proprio compito educativo: questo atto non spoglia, però, il genitore del-l’originaria potestà che con-tinua ad appartenergli e a legittimare la possibilità di ef-fettuare una tale sostituzione. Subordinazione vuol dire che un’agenzia educativa esterna alla famiglia deve essere sog-getta al controllo da parte dei genitori, che vanno informati e coinvolti nella gestione del processo educativo extra-fa-miliare. Di conseguenza non potrà mai essere impugnata la presunta inadeguatezza della famiglia a fare, ad esempio, educazione della sessualità per estrometterla da tale com-pito: la famiglia va aiutata a

colmare lacune e a tracciare validi percorsi educativi. E, quando la famiglia è edu-cativamente assente o “di-seducante”, le altre agenzie educa tive non possono limi-tarsi a sopperire le mancanze, ma devono avvertire in modo forte l’impegno a coinvolgere il genitore o i ge nitori nella gestione e nell’esecuzione dei propri progetti e ducativi. Tutti gli educatori sono chia-mati ad una grande respon-sabilità perché “dipenderà da loro se i giovani, formati ad una vera libertà, sapranno cu-stodire dentro di sé e diffonde-re intorno a sé ideali autentici di vita e sapranno crescere nel rispetto e nel servizio di ogni persona, in famiglia e nella società” (EV, 97), con l’accor-tezza del rispetto delle priorità “ontologiche” dei genitori e l’armo nia delle scelte.

10. Sono sufficienti poche parole a Giovanni Paolo II per sintetizzare la grande re-sponsabilità dei genitori, degli insegnanti, dei formatori e della società tutta nei con-fronti dell’educazione della sessualità: “La banalizzazione della sessualità è tra i princi-pali fattori che stanno all’ori-gine del disprezzo della vita nascente”(EV, 97). Non solo della vita nascente: la perdita della stima e del rispetto del valore della vita riguarda ogni fase dell’umana esistenza. La

Page 59: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

59dissociazione dell’attività ses-suale dalla coniugalità, dalla fedeltà, dalla fecondità, ha portato a considerare i rap-porti sessuali come un mezzo per il godimento individuale e materiale; a ritenere giusto - se non addirittura doveroso - soddisfare quegli istinti che non si vuole dominare; a guar-dare al divorzio e ai rapporti pre ed extra-matrimoniali co-me la “normalità” del vivere il rapporto uomo-donna. La riduzione della sessualità alla sola dimensione dell’istinto ha poi favorito, nelle sue manife-stazioni più estreme ed infime il diffondersi della pornografia e della violenza sessuale: una sessualità resa cattiva e brut-ta fino alla ripugnanza con il conseguente smarrimento del senso morale e l’incremento dell’agire violento. Una ses-sualità non più a dimensione umana e di cui la persona non è sempre in grado di accettar-ne le dinamiche.È per questi motivi che ab-biamo l’obbligo morale di educare la persona nella sua mascolinità e femminilità, nella sua dimensione relazio-nale e affettiva: di educare la sessualità come “dono di sé nell’Amore”, di quell’amore vero che sa “custodire la vita” (EV, 97). E per i genitori tut-to inizia nel momento in cui pronunciano il primo grande “sì”: “A distanza di 40 anni della pubblicazione dell’En-

ciclica - scrive Benedetto XVI nel citato discorso del 2 otto-bre 2008 - possiamo capire meglio quanto questa luce sia decisiva per comprendere il grande sì che implica l’amore coniugale. In questa luce, i figli non sono più l’obiettivo di un progetto umano, ma sono riconosciuti come un auten-tico dono, da accogliere con atteggiamento di responsabile generosità verso Dio, sorgente prima della vita umana. Que-sto grande sì alla bellezza del-l’amore comporta certamente la gratitudine, sia dei genitori nel ricevere il dono di un fi-glio, sia del figlio stesso nel sapere che la sua vita ha ori-gine da un amore così grande e accogliente”

Riferimenti bibliograficiBenedetto XVI, Discorso ai partecipanti del Congresso Internazionale in occasione dell’anniversario della Lette-ra Enciclica Humanae vitae, 2 ottobre 2008; Lettera alla Diocesi e alla Città di Roma sul compito urgente dell’edu-cazione, 21 gennaio 2008; Discorso ai partecipanti al IV Convegno Nazionale della Chiesa italiana, Verona, 19 ot-tobre 2006; Lettera Enciclica Deus caritas est., 25 gennaio 2006; Caffarra C., Etica ge-nerale della sessualità, Ares, Milano 1992Cesari G., Di Pie-tro M.L., L’educazione della sessualità, La Scuola, Brescia

Page 60: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

61

Il disagiodel nostro tempo:la gaudentedisperazione Giuliana Vanni Kantzas

Vorrei, innanzitutto, ringrazia-re il promotore del convegno, l’avv. Goffredo Grassani, per il gentile e graditissimo invito a partecipare a questo incontro: ne sono molto onorata.L’occasione risponde per me al desiderio di continuare un dialogo fra psicoanalisi e re-ligione, un dialogo già inizia-to l’11 luglio 2006 quando Jacques Alain Miller, presi-dente dell’AMP (Associazio-ne Mondiale di Psicoanalisi), fu invitato dal prof. Antonio Malo a tenere una lectio ma-gistralis presso l’Università della Santa Croce a Roma. Sono lieta di comunicarvi che nel tempo il discorso si è ampliato e sviluppato; e parte, proprio da quest’anno

accademico, uno scambio, istituzionalmente formaliz-zato, di insegnamenti fra i docenti della Santa Croce e quelli del nostro istituto di psicoanalisi. È un dialogo che non prevede né analogie semplicistiche, né improvvisate assimilazioni: la distinzione rimane chiara fra i due campi; ma insieme ci lega una comune passione, oggi, quella di essere, per usare la felice espressione di Miller, “l’ultima frontiera” che si oppone all’imperante dilagare della parcellizzazione del Nome-del-Padre, o per riprendere Benedetto XVI, alla “gaudente disperazione”.Del resto il dialogo con i cattolici non è certo una no-

Page 61: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

62vità: Jacques Lacan il 9 e 10 marzo 1960 tenne due con-ferenze rimaste famose pres-so le Facoltà universitarie di Saint-Louis dell’arcivescova-do di Malines-Bruxelles, oggi opportunamente raccolte in un unico testo: J. laCan, Dei Nomi-del-Padre, seguito da Il trionfo della religione1. Fra gli uditori ai suoi Seminari erano interlocutori importanti diversi padri gesuiti. Ma su questo torneremo in seguito. Nell’incontro che ci vede qui riuniti il tema è la famiglia: un termine che oggi è spes-so accompagnato da diversi aggettivi che ne sottolineano la precarietà, la dispersione: “famiglia allargata”, “nuova famiglia”, fino all’espressione comunemente usata da giova-ni e meno giovani “io sono la mia famiglia”, tendenza a cui il mercato si è prontamente adeguato con gli alimenti in confezione monodose.Qual è la posizione della psi-coanalisi e come può interve-nire nella presa in carico di questo disagio così diffuso?Che cosa intende la psicoana-lisi per famiglia? Nel nostro tempo, nel disagio attuale della civiltà come si pone la psicoanalisi e perché, con la fede, è l’ultima fron-tiera? Inventata da Freud - e non fu certo un caso che sia stato un

ebreo, come Lacan sottolinea - la psicoanalisi apre “all’irru-zione della scoperta nel sot-tosuolo”, di qualcosa che si chiama “inconscio” e che tro-va la sua via regia nei sogni, ma che si affaccia nei motti di spirito, nei lapsus, negli atti mancati, e che segna “l’av-vento di una verità. La quale riguarda il desiderio”.“Il desiderio non è una co-sa semplice”: per struttura è eversivo e trasgressivo, ed è “l’asse, il manico, il martello” su cui si articolano la dottrina analitica e l’impianto della cura.“Il desiderio”, dice Lacan, “appare in Freud come un og-getto nuovo per la riflessione etica”. La sua caratteristica è di essere traducibile e pre-sente nel sintomo, isterico, fobico od ossessivo, sia che si affacci come voce di scandalo nei lapsus, negli atti mancati, o che si manifesti nei sogni, la via regia dell’inconscio. “Il desiderio”, dice Lacan, “si produce nell’aldilà della domanda perché articolando la vita del soggetto alle sue condizioni, essa ne sprofonda il bisogno; ma esso scava an-che nel suo aldiquà, perché, domanda incondizionata della presenza e dell’assenza, essa evoca la mancanza a essere sotto le tre figure del niente che costituisce il fondo della

1 Pubblicati assieme in J. laCan, Dei Nomi-del-Padre. Il trionfo della religione, Einaudi, Torino, 2006.

Page 62: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

63mancanza d’amore, dell’odio che giunge a negare l’essere dell’altro e dell’indicibile che si ignora nella sua richiesta. In questa aporia incarnata, il desiderio si afferma come condizione assoluta”2.Il desiderio è la marca della mancanza del soggetto, di un originario oggetto perduto, ed è la via maestra del nostro vi-vere: e vorrei qui fare accenno alla dottrina di san Tommaso e alla limpide questioni che riguardano il desiderio e al cammino faticoso attraverso il quale il desiderio si articola, si dipana fino alla trascenden-za verso Dio. Su questa via del desiderio e dell’inconscio che sotten-de Freud, fin dall’inizio, già in L’interpretazione dei sogni pone al centro della dottrina analitica il Padre, la Madre, il Bambino è la triangolazione edipica.La famiglia freudiana è in-centrata già sulla famiglia storica, quella oggi definita mononucleare; anche se il suo sguardo si estende al mito ori-ginario fondatore.Afferma Freud che il Padre è l’autorità più antica, la prima, e per il Bambino l’unica auto-rità da cui tutti gli altri poteri sociali sono derivati; e qui egli disegna lo scenario edipico e decifra la sua operatività nella clinica; il Padre freudiano è

messo al centro dell’organiz-zazione soggettiva che stabili-sce il divieto fondante, il tabù dell’incesto. All’interno della triade edipica la Madre, la “Cosa materna” funziona co-me oggetto di desiderio inac-cessibile, tabù, riassumibile in quell’impossibile “noli tan-gere matrem”; il Padre freu-diano è in funzione di osta-colo e di divieto e diventa per il Bambino “un rivale che gli sbarra la strada”. Sulla stessa persona, sul Padre, conflui-scono sentimenti contrastan-ti; al posto dell’amore, ora il Bambino nutre gelosia e odio per il Padre. La triangolazione edipica segna anche due di-stinti versanti, appunto quello maschile e quello femminile, due diversi destini. In Totem e tabù, il grande affresco dell’orda primitiva, Freud colloca il complesso di Edipo in un tempo mitico, in cui si sono delineati i destini dell’umanità; un Padre imma-ginario e potente, padrone del godimento assoluto e sfrenato che ha diritto su ogni donna del clan, un Padre fuori dalla Legge; il suo potere senza limiti, il suo godimento senza freni spingono i Fratelli del clan a organizzarsi contro di lui e a commettere il parrici-dio. Tuttavia dal crimine che avrebbe dovuto segnare l’ac-cesso al godimento, scaturiro-

2 J. laCan, “La direzione della cura”, in Scritti, Vol. II, Einaudi, Torino, 1974, p. 623.

Page 63: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

64no, al contrario, interdizioni e divieti. “Morto”, dice Freud, “il Padre divenne più forte di quanto fosse stato da vivo, secondo una serie di eventi che ravvisiamo ancor oggi nel destino degli uomini”. L’ucci-sione del Padre divenne agli occhi degli stessi Figli un crimine che provocò in loro senso di colpa e angoscia e così “non restò altro ai Fra-telli, se volevano convivere, che erigere il divieto dell’in-cesto”. A questo prezzo della rinuncia pulsionale il soggetto entra nel discorso e dunque nel mondo; a questo prezzo si rende possibile la convivenza, la societas sia come famiglia, sia come legame sociale.Nascono e si sviluppano qui i grandi concetti psicoanali-tici, il rimosso e il ritorno del rimosso.L’uccisione mitica del Padre è il tentativo di accedere al godimento senza restrizioni e limitazioni; ma l’uccisione del Padre non risolve la questione, perché, eliminato l’ostacolo al godimento, il Padre appunto, non si ha tuttavia l’accesso al godimento stesso, essendo da questa morte il divieto ingi-gantito e fortificato.Il Padre che interdice il desi-derio, che introduce la castra-zione - la castrazione essendo il limite - è il Padre morto; e il mito freudiano diventa la metafora del nostro tempo che il grido nietzschiano “Dio

è morto” fa riecheggiare in Europa. “Dio è morto”: tutto è permesso.Ciò non ottiene però l’avvento liberatorio atteso: riprendendo Dostoevskij, Lacan rinvia con “Dio è morto; niente più è permesso”. Al posto del Pa-dre, dispensatore della Legge, al posto della funzione simbo-lico-legislatrice sostenuta dal Padre, troviamo un padrone spietato e feroce che ci som-merge di sensi di colpa. È il volto feroce del super-io che si scatena.La centralità della questione del Padre rimane per Freud presente in tutta la sua ope-ra, ed è alla base, referente e caposaldo delle scansioni nevrotiche: nell’isteria che con il caso della giovane Dora se-gna l’inizio della psicoanalisi, nella fobia (il caso del piccolo Hans), nell’ossessività (l’uomo dei Topi); ma essa conduce an-che il percorso dottrinario freu-diano fino alla fine della sua vita, segnatamente in Mosè e il monoteismo, scritto, come dice Lacan, “quando ormai la penna gli cadeva di mano”.Lacan - che legge l’opera di Freud con passione e con cer-tosino rigore - parla di Freud, spinto dalla fiduciosa confi-denza che dà l’amore, come di un grossolano materialista: conosciamo le tesi di Freud riguardo alla religione presen-ti in vari passi, ma particolar-mente in L’avvenire di un’illu-

Page 64: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

65sione; sono posizioni impron-tate allo spirito del tempo, al positivismo materialista, ma sono anche cedimenti, sono passaggi in cui Freud, per dir-la con Lacan non è freudiano; perché, e cito ancora Lacan, la meditazione di Freud attor-no alla funzione, al ruolo, alla figura del Nome-del-Padre - così come ogni suo riferimen-to etico - ruota intorno alla tradizione giudaico-cristiana ed è interamente articolabile rispetto a questa tradizione3.Infatti intorno al monoteismo costruisce Mosè e le rozze di-chiarazioni freudiane di atei-smo non scalfiscono, nella lettura che ne dà Lacan, la questione fondamentale che è la domanda che ruota intorno al Padre, intorno all’enigma del Padre. “I tre nomi”, come ricorda A. Di Ciaccia, quello di san Paolo (“il peccato”), quello di Freud (“das Ding”), quello di Lacan, (“la Cosa”), trovano la loro convergenza in questo enigma del Padre, chiamato a mettere in atto una funzione di interdizione. È dunque la funzione paterna definita da Lacan nei suoi tre versanti, reale, simbolica e immaginaria a coordinare e limitare rendendo possibi-le l’accesso all’intricato nodo del desiderio-godimento. La novità teorica dei tre versanti introdotta da Lacan logicizza

il Padre nella diversità delle sue funzioni e la libera dalle opacità e dalle aporie ancora presenti nella formulazione freudiana. Il Padre immagina-rio è il Padre con cui abbiamo a che fare nella realtà: un Padre di cui il Figlio scopre la mancanza e l’inadeguatez-za alla funzione che ricopre. Freud racconta al riguardo un episodio molto noto: lui è un ragazzino di nove anni; è un sabato: e padre e figlio sono appena usciti dalla sinagoga; il padre ha in testa il kipput. In città si svolge una manife-stazione nazionalista che fa già presagire in lontananza qualche segno del tremendo futuro. Freud e il vecchio Ja-cob guardano sfilare il corteo, quando, all’improvviso, uno dei manifestanti si dirige ver-so il padre e gli toglie, con violenza, il kipput, il segno inequivocabile della sua ap-partenenza. Il padre non rea-gisce; umilmente raccoglie il kipput: Freud è impressionato dalla scena: lui avrebbe voluto che il padre si ribellasse, che lottasse contro la prepoten-za come gli eroi del passato avevano fatto; non sopporta la debolezza, la paura del padre; e, confessa, gli servirà un’in-tera vita per accettarlo. Il Padre simbolico è la fun-zione del Padre, il ricono-scimento e l’accettazione di

3 Cfr. J. laCan, “Discorso ai cattolici”, in Dei nomi del Padre, op. cit., p 74.

Page 65: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

66questa sua funzione legislatri-ce. Fondamentale è in questo processo la Madre che può minare e distruggere questa funzione; basta, talora, una frase per minare questo per-corso. Il Padre della Legge è colui che traghetta il bambino dal campo di appartenenza della Madre al linguaggio e al discorso.Il Padre reale è colui di cui non si può dire tutto, colui che trascende e oltrepassa il discorso; possiamo azzarda-re a dire che per i credenti è Dio; per dirla con Pascal, non il Dio dei filosofi, ma il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.I tre assi RSI (Reale-Simbo-lico-Immaginario) la grande innovazione teorica riguarda tutta la direzione della cu-ra analitica e risulta decisi-va relativamente al transfert, “croce e delizia” della cura stessa.Ma, per cercare di rispon-dere alla domanda, perché non poteva che essere la tra-ma giudaico-cristiana quella su cui veniva ad intessersi e disegnarsi la psicoanalisi? Perché quel popolo, il popo-lo della parola di Dio, riceve scolpiti nella pietra i dieci comandamenti, verità eterne da cui nessuno, dice Lacan, credente o non credente, può prescindere. Perché lì il monoteismo, il Dio unico, il cui nome è impro-

nunciabile, viene riconosciuto e adorato; perché lì, come in nessun altro popolo, la tra-smissione del Nome-del-Padre è riconosciuta e adempiuta in vista della trascendenza che sottende: fa segno al Padre reale; e Freud a questo non si sottrae. La psicoanalisi con Freud era nata per difende-re il Padre, per mantenergli una funzione e un compito presi d’assalto, minacciati da mutamenti religiosi, sociali, politici, economici; baluardo estremo Freud, da pari suo, l’ultimo talmudista, eleva la sua dottrina: le isteriche era-no le avanguardie strategiche che attraverso il loro sintomo, nei loro sogni, nelle loro as-sociazioni, nei loro racconti, come nel caso di Dora, o in quello della giovane omoses-suale, svelano l’impotenza del Padre; nell’attacco a questo Padre debole, inadeguato le isteriche consumano la loro sofferenza; intorno a questo Padre l’ossessivo innalza la sua muraglia, scatena il suo anatema impastato di odio, a lui fa domanda ripetuta e insistente.L’ultimo talmudista, esiliato e vecchio, dopo l’ultima pode-rosa fatica di Mosè e il mono-teismo, quando gli ebrei sono fatti segno di persecuzione, lascia come testamento: “Do-po la distruzione del tempio di Gerusalemme compiuta da Tito, Rabbi Rabbì Jochanan

Page 66: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

67ben Zaqqai chiese il permesso di aprire una scuola a Jabnet per lo studio della Torah. Noi faremo lo stesso”.E Lacan, considerando le de-viazioni dottrinarie rispetto alla psicoanalisi commenta: “Freud è molto lontano da Jung e dalla sua religiosità che con sorpresa vediamo pre-ferita negli ambienti cattolici, e anche protestanti, come se la gnosi pagana o addirittura una stregoneria mistica potes-sero rinnovare le vie d’accesso all’Eterno”.

Con Jacques LacanA raccogliere con inesausta passione la dottrina di Freud fu Jacques Lacan: segnatamente nelle questioni fondamentali relative al Padre, al transfert, alla passione dell’amore e alla passione dell’odio, alla que-stione femminile.Già l’espressione “Nome-del-Padre”, se da una parte evoca il mondo giudaico, dall’altra rileva dal mondo cristiano che lo ha enunciato nella sua fun-zione appunto di Nome-del-Padre e che, citando Lacan, “nous a appris à l’invoquer”.Il Nome-del-Padre, posto da Lacan come metafora, è il punto convergente in cui confluiscono, unificandosi, significato e significante, ar-ginando il posto della Madre, che è il posto del godimento.

All’erompere del godimento materno fa argine la funzione del Nome-del-Padre, garanzia contro il mortifero godimento della Madre. Attraverso la ca-strazione nei suoi tre versanti Simbolico-Reale-Immagina-rio si opera la delimitazione, quella barriera che bloccando il godimento del “das Ding”, della “Cosa materna”, con-sente l’accesso al desiderio e al godimento. A partire da qui Lacan interroga Freud sulla funzione del Padre e gli chie-de: “Che cos’è un Padre?”; e si risponde: “Un nome che implica la fede”.Nasce da questi interrogativi, si origina da queste riflessio-ni la grande architettura del Seminario dell’Etica (1959-60)4 in cui Lacan dopo Il disagio della civiltà di Freud, passando per Aristotele, san-t’Agostino, Kant e Sade e tornando alla tragedia greca, in particolare ad Antigone, costruisce le linee operative dell’atto analitico: è la nuova etica che si annuncia.La morale antica, a partire dalla disciplina della felici-tà proposta da Aristotele che consiste nell’esercizio della virtù, è spiazzata dalla sco-perta freudiana. “Per questa felicità”, dice Freud, “non c’è assolutamente niente di pron-to, né nel macrocosmo, né nel microcosmo”.

4 J. laCan, Il seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi (1959-1960), Einaudi, Torino, 1994.

Con Jacques Lacan

Page 67: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

68Lacan concorda con Freud; la psicoanalisi non è la via per la felicità, promessa fuorviante e illusoria. Ove si assuma questo incarico, viene meno alla strut-tura stessa che la sottende: la riduzione del desiderio a biso-gno, l’occlusione del soggetto, che è la pretesa, insieme inge-nua e superba, di cancellare quella mancanza a essere che è costitutiva del “parl-essere”, di ridurre o eliminare il desi-derio, trama stessa dell’agosti-niano cor inquietum. In questo testo il desiderio si articola sui comandamenti dati da Dio, le leggi stesse della Parola; con san Tommaso Lacan afferma che “Praecepta decalogi sunt omnino indispensabilia”; ma, mentre per san Tommaso sono indispensabilia per la concor-danza con la legge naturale, per Lacan sono indispensabilia in quanto Leggi che regolano il discorso che designano lo spa-zio simbolico dell’uomo che è tale in quanto “parl-essere”.Il Padre lacaniano proprio in quanto distinto nei tre versan-ti RSI si apre al Padre della Legge, ma è anche Padre del-l’Amore, un Padre che dalla legge dell’ebraismo è divenu-to Logos incarnato.

La questione femminile Due versanti distinti identi-ficano uomo e donna, l’uno essendo colui che ha, il de-

tentore del fallo, l’altra essen-do colei che non ha; questa sua condizione di non avere spingeva la donna verso l’invi-dia del fallo; rispetto all’amo-re la donna manteneva una posizione passiva e, più che amare, si poneva come ogget-to d’amore. Nel suo esito non nevrotico una donna poteva solo - quoad Matrem - trova-re la soluzione compensatoria alla sua condizione di man-canza attraverso il Figlio. Due domande distinte individuano l’uomo e la donna, da una parte “Chi sono io?”, dall’al-tra parte “Che cosa vuole una donna?”.Non del tutto ingiustificati ci sembrano dunque gli attacchi che in passato le femministe hanno rivolto a Freud; per La-can proprio questa condizione di miseria, di mancanza dà alla donna la possibilità di es-sere; pauvre femme, non deve né conservare, né mantenere, condizione propria dei ricchi e può aprirsi a una dimensione di dono, a un’apertura d’amore.Per Lacan l’uomo rientra nelle categorie dell’universale, la donna è una per una, e man-tiene la sua specificità; una donna ha, rispetto alla Legge, una posizione che potremmo definire sfuggente; è, come dice Lacan, non tutta nel-la Legge. Nel Seminario XX5 Lacan celebra la donna ricor-

5 J. laCan, Il seminario. Libro XX. Ancora (1972-1973), Einaudi, Torino, 1997.

La questione femminile

Page 68: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

69rendo alla fioritura dell’Amor Cortese che esaltò i valori della dama: di questa straor-dinaria fioritura celebrata da santi e poeti Lacan dice che non poteva non nascere se non nelle terre cristiane. Quel che allora i poeti cantarono fu così importante che anco-ra oggi i rapporti fra uomo e donna sono, sia pure per brevi guizzi, illuminati da quei se-gni d’amore che danno senso alla relazione. Amare, dice Lacan, significa dare quello che non si ha; significa co-gliere in noi, attraverso l’altro, la propria mancanza; e la donna, per la sua posizione più vicina dell’uomo all’asse dell’essere, ama senza misu-ra; e così anche nella clinica si riscontra questo versante: alla paranoia di pertinenza maschile corrisponde per la donna l’erotomania.

Il più di godimento della donnaLa posizione femminile, strut-turalmente vicina all’asse amore-desiderio, determina anche una specificità rispetto al godimento. Lacan concor-da con Freud in questo: una donna trova un suo godimento (“il più di godimento” come Lacan lo nomina) nell’esse-re Madre. Infatti in questo spazio la donna sfiora questo particolare godimento che la rende “piena”. A differenza di Freud Lacan non ritiene che questo effetto sia dovuto

al Figlio in quanto maschio e possessore del fallo, ma a un investimento d’amore indif-ferente alla sessuazione che appunto la rende “piena”.Su questa passione d’amore che lega Madre a Figlio o Fi-glia sarebbero da fare molte osservazioni che sono, tut-tavia, marginali rispetto alla nostra questione principale. Mi permetto così di rinviare a un mio libro in cui viene esa-minata la questione.Il più di godimento della don-na non è per Lacan, come lo era stato per Freud, relativo esclusivamente alla posizione di Madre: al più di godimento hanno accesso, in modo privi-legiato le mistiche. Lacan par-la così di una grande mistica della chiesa, di santa Teresa d’Avila, che ha potuto lasciar-ci testimonianza del godimen-to mistico: del suo essersi po-sta come oggetto del desiderio dell’Altro, incurante dell’io, abbandonata all’amore.

E oggi?L’etica della psicoanalisi orien-tata verso il ben-dire, logiciz-zata nella posizione del Padre e dell’intreccio desiderio-Leg-ge-godimento, trovano nella donna, nella sua specificità che la marca un punto fon-damentale: è lei, infatti, che, per struttura, si dà all’amore e su questo versante incontra non solo il godimento fallico che è comune all’uomo e alla

Il più di godimento della donna

E oggi?

Page 69: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

70donna, ma anche quel “più di godimento” che la qualifica in quanto donna. E oggi? Nel generale diso-rientamento, nella perdita del Nome-del-Padre e negli effetti disgreganti che tale perdita produce nel soggetto e nel legame sociale, qual è il compito della psicoanalisi, quale impegno è chiamata ad adempiere, quale compito spetta alla psicoanalisi, ulti-ma frontiera all’incontrollato e dilagante godimento? Con Lacan possiamo orien-tarci nella questione: oggi “il discorso del padrone” è occupato dal discorso della scienza, di una scienza che si presenta come depositaria ed erogatrice del sapere, che non si pone domande, ma che dà risposte certe ed assolute, con la pretesa, insieme ingenua e colpevole di sindacare sulla vita e sulla morte.Questa è una scienza che nega ogni reale, che riduce il “reale” del corpo a una que-stione di organi e di funziona-mento. Vera e propria divinità del nostro tempo che coman-da e ordina il quotidiano, che scandisce con superegoico rigore i tempi della palestra, le dosi del cibo, stigmatizza i divieti insuperabili, i peccati che prevedono l’inferno del-la segregazione, il peso fuori norma. Il corpo è sempre più sottratto al soggetto che lo abita, considerato come una

macchina. Il processo di ri-duzione del corpo a organo, cominciato da lontano sem-bra oggi arrivato al suo punto estremo.La sessualità è ridotta a con-giungimento di organi, quasi corps morcelé per trovare il piacere che la scienza e la medicina predicano rituale. Il dominio sul corpo è sfrenato, imposto da tabelle precise indi-cate dagli specialisti: i precetti sono numerosi e scandiscono alimentazione, igiene, sonno, ginnastica; omettendoli, si in-corre nella punizione-malattia.Alla salvezza si è sostituita la dea salute, dea capricciosa e superegoica che impone ri-nunce e sacrifici. Le schiere dolenti della anoressiche e delle bulimiche sono le sof-ferenti testimoni di questa perdita del reale del corpo, un corpo non più attraversato dal Verbo e divenuto carne. La devastazione del corpo è la via del godimento sfrenato e senza limiti di cui il soggetto diventa zimbello.L’intrusività tecnica è al centro della nostra vita e organizza la nostra esistenza, ci indica la via da seguire. Nel campo del disagio psichico questo intervento è particolarmente attivo e si manifesta con la proliferazione di iniziative, spesso istituzionalizzate dallo Stato, che hanno come obiet-tivo non la presa in carico del disagio, ma l’eliminazione del

Page 70: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

71disturbo. La famiglia è luogo d’eccellenza di questi inter-venti tesi a concedere tutto e a privare il soggetto della sua responsabilità soggettiva, unica via di salvezza per sot-trarsi alla generale e funesta permissività.Soprattutto nei rapporti fra uomo e donna, fra marito e moglie, si ricorre alla deviante faciloneria di permettere, di consentire la via più facile in apparenza, più funesta in realtà: eliminare la crisi con il taglio, ricorrere alla normativa del diritto sono infatti le vie più seguite, più comuni. Nelle relazioni madre-figlio è im-pressionante l’intervento tec-nico. I bambini sono oggetto privilegiato di questi interven-ti e spesso sono sottoposti a trattamenti farmacologici per

frenare l’irrequietezza, ora de-finita come iperattività; madri e padri travolti da questo dif-fuso e generalizzato miscono-scimento si ritrovano incapaci di assumere la loro funzione.Come rispondere a questo “di-sagio dell’attuale società” che si manifesta nella famiglia, nel legame sociale, nella poli-tica, nell’economia?Se dalla parte della religio-ne, “quella vera”, come dice Lacan, il compito è quello di dare un senso alla sofferenza dell’uomo, dalla parte della psicoanalisi il compito è quel-lo di prendere sul serio il sin-tomo del disagio, il che vuol dire, dalla parte dell’analista, non venir meno alla sua fun-zione di sostenere il desiderio: e le due strade non sono certo opposte.

Page 71: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

73

Il desideriodella madre e i nuovi sintomiDelle identità sessualiOggi - si dice - siamo diventati adulti e intelligenti. Possiamo dunque guardare le questioni in modo meno ingenuo che nel passato. Si cerca di liberare il soggetto dalla costrizione di una parte dell’identità, quella detta “sessuale”, la biparti-zione “maschio- femmina”. Il processo - perché di un pro-cesso si tratta - prende l’avvio delle differenze anatomiche, per svilupparsi poi lungo per-corsi complessi. La clinica psicoanalitica ha messo in evidenza che nel primo perio-do vita il corpo del bambino è dominato dalle pulsioni, dette “parziali” (orale, anale, scopi-ca). Le pulsioni parziali igno-rano le differenze sessuali: i

maschietti e le femminucce godono nello stesso modo. L’orientamento del desiderio sessuale si definisce come diverso dopo l’Edipo.Come può un uomo amare sessualmente una donna?La risposta è che questo è possibile dopo aver introdotto il senso del limite al godi-mento, dopo aver rinunciato al piacere del corpo della madre, che fino a quel mo-mento lei aveva dispensato. La psicoanalisi ha visto che l’identità maschio- femmina e i complessi familiari che pre-siedono alla relazione entrano in un ordine che li indirizza e li obbliga a incarnare funzio-ni logiche. I comandamenti vengono in aiuto, vengono a

Panayotis Kantzas

Delle identità sessuali

Page 72: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

74sostenere l’inconsistenza del simbolico: senza i comanda-menti, il simbolico rotola ver-so il reale del corpo. Questo sottile gioco logico, la psicoa-nalisi lo ha documentato nella clinica osservando e indican-do le ragioni che conducono il soggetto a una scelta og-gettuale e alla necessità che la scelta sia eterosessuale. Il maschio e la femmina devono assumere e sviluppare i segni sessuali del proprio corpo ver-so un’identità che li situa cor-rettamente rispetto all’ordine del Nome del Padre. Qual è il mio ruolo, qual è il ruolo della donna, quale il ruolo dell’uomo?La parola “ruolo” rivela che si tratta di una recita: la comme-dia dei sessi che obbliga cia-scun partner a fare l’“uomo” o a fare la “donna”.La dialettica del limite im-pone un apparire, costringe ad assumere o a recitare un copione più o meno preciso. I contenuti, più o meno variabi-li, sono il metro che misura le identità e le relazioni.L’apparire la fa da padrone nel definire i contenuti e le regole dei gioco. L’essere sembra ac-cantonato, inesistente. Que-sta, però, è un’illusione, dato che l’essere è fratello siamese dell’apparire.La possibilità che un uomo e una donna possano incon-trarsi formando una coppia dipende da una identifica-

zione detta “ideale”. Questo sapere è regolato dalla colpa e dal desiderio; è il “come dobbiamo essere” e il “che cosa desideriamo”; è un sape-re che arriva dalle narici, una specie di morbo, si respira; e si respira ciò che c’è in aria. Inutili sono i corsi e manua-li d’istruzione, perché questo sapere si produce nel luogo dell’Altro che è sempre tra-scendente e si diffonde come epidemia.Il linguaggio entra nel sistema dei bisogni. E tutto si trasfor-ma.L’uomo nasce immaturo. La dipendenza dall’altro è lun-ga e totale. Quest’Altro è il mondo nelle sue articolazioni: prima la madre, in seguito il padre, le figure parentali e via via il resto. Quest’Altro entra nel sistema dei biso-gni dei bambino. E, mentre li soddisfa, anche li trasfor-ma. Tutto l’apparato istintuale del1’uomo viene a essere ri-modellato. Per via dell’imma-turità del neonato, le pulsioni possono essere intese come istinti immaturi e proprio per questo con un alto grado di plasticità; rímodellabili, ap-punto. Questa è un’operazio-ne educativa la cui struttura e il cui organo si trovano nel linguaggio: il linguaggio espelle pezzi del reale del corpo dal mondo civile. Le pulsioni parziali e anarchiche recedono di fronte alla barrie-

Page 73: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

75ra del pudore, del disgusto, della moralità. La resistenza a questa operazione educativa, ai processi inibitori si espri-me attraverso quegli stati che la psicopatologia indica come “perversioni”. Se invece la rimozione è stata eccessiva, si produce uno stato conosciuto come nevrosi.Siamo cioè di fronte a due estremi: un’educazione del-le pulsioni debole risponde a una sessualità anarchica, parziale, dunque perversa; un’educazione rigida invece conduce alle nevrosi. Solo per inciso vorrei sottolineare che una logica che avanza nella contemporaneità ha imposto e progressivamente cancellato quasi tutto ciò che si conosce-va come perversione omoses-sualità, feticismo, voyeurismo, sadomasochismo non trovano più posto nei manuali di psi-copatologia. Ciò che prima si considerava una caduta, una regressione, perché l’apparato simbolico non reggeva, secon-do la logica contemporanea è libera scelta del soggetto, accettata, tollerata, a volte incoraggiata. Questo sicura-mente per quel che riguarda l’omosessualità.Il reale del corpo e dei suoi bisogni è l’ambito in cui si esercita l’educazione, la tra-sformazione delle pulsioni e il loro adattamento al servi-zio dell’Altro, quest’Altro che opera affinché nei bisogni

entri il desiderio. I bisogni da naturali diventano norma-li, escono dalla natura per entrare nella norma e nella legge. L’inibizione delle pul-sioni, la loro impossibilità di essere soddisfatte trasforma ciò che si chiama “godimen-to” in “piacere”. Lacan diceva che il godimento appartiene all’altro mondo; godono i santi che ridono e il gatto quando fa ron-ron; gli uomini invece - a causa della perdita della naturalità - sono condannati a cercare nell’aldilà, in una natura che si suppone in loro in potenza, il godimento, tra-scinandosi nella dialettica di piacere -desiderio che invoca sempre qualcos’altro e dice: “Ancora, ancora...”.In questa prospettiva la perdi-ta corrisponde a un guadagno; per questo si può dire: “Felix culpa”.C’è un godimento impossi-bile da raggiungere, e anche un godimento impossibile da ridurre. Il corpo - che è impli-cato ed è al centro di questo discorso - pretende sempre la sua parte. Il bambino tra la madre “casua-lità” e il padre “necessità”Il bambino, prima ancora che nasca, prima ancora di essere concepito, esiste nel discorso; nel discorso di un uomo e di una donna. Tramite parole e a causa di un amore, di un de-siderio oscuro essi annodano

Il bambino tra la madre “casualità” e il padre “necessità”

Page 74: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

76la loro immortalità in un’an-cora niente. Il bambino esiste prima ancora di essere conce-pito. Quando viene al mondo, è un organismo da far vivere, ma anche da civilizzare, da piegare agli usi prescritti; chi altro se non alla madre spetta il compito di dare insieme al suo latte anche i suoi desi-deri?La madre!Quando diciamo “madre”, pensiamo che si tratti di una ragazza, di una donna. Le cose, con qualche bizzarra eccezione, si può dire che funzionino così. Domani non si sa.Come dice Lacan, gli uomini non si imbrogliano più di tan-to nelle proprie “coiterazioni” e non rifiutano di riprodursi per le vie naturali. È vero che le nuove tecniche stan-no sovvertendo questo dato; ma, per ora, quando diciamo “madre”, pensiamo si tratti di una donna, una ragazza che è stata amata dal suo uomo.Che cosa vuole la donna?Freud confessava a un amico che dopo trent’anni di pratica e di riflessioni, non era riu-scito a decifrare il desiderio della donna. Egli ci ha lasciati con questa domanda: qual è il desiderio della donna?Nella psicoanalisi ciò che identifica il soggetto tutto sommato è il suo desiderio. Il Nome del Padre, in armo-nia con l’anatomia dei corpi,

attribuisce ai sessi funzioni proprie della logica formale.Sono queste funzioni, quindi, a identificare la modalità in cui si sviluppano il desiderio e il godimento del corpo. La funzione del necessario, ciò che rappresenta la legge, l’or-dine, la certezza del sapere è detta “funzione fallica”.Non si tratta naturalmente del pene.“Fallico” è semplicemente un simbolo che esprime il desi-derio della certezza e il godi-mento nel raggiungerla.L’altra funzione logica è il contingente, il caso che fa obiezione, che non obbedisce alla legge, che la legge non riesce a spiegare. Testimonia un’insoddisfazione e, di con-seguenza, propone sempre il desiderio, che è destinato a ri-manere insoddisfatto. Questo desiderio è detto “non tutto fallico” o anche “supplemen-tare”.Questi due tipi di logica so-no incarnati nel desiderio del maschio e della femmina, de-terminando la loro identità, il loro diverso modo di deside-rare e di avere accesso al go-dimento. Nessun dire sfugge alla parzialità delle identità sessuali.È la logica a imporre la fun-zione maschile, il “come deve essere un uomo”, tutto d’un pezzo, e proprio per questo limitato e discontinuo, come la verità, come il significante

Page 75: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

77che lo rappresenta, cioè il “fallo”. L’identificazione ma-schile avviene tramite iden-tificazione a un organo. I maschi si vantano delle loro conquiste falliche; e più ne fanno, più ciò accresce la loro mascolinità. Iniziano da pic-coli, misurando la dimensione dei loro organo, mettendolo in esercizio prima ancora che svolga una funzione sessuale. Il discorso avverte il ragazzino che con quello dovrà misurare la propria identità. Più tar-di arriva la contabilizzazione delle conquiste sessuali. Ci sono personaggi pubblici che esibiscono amanti perché ciò conferisce loro consistenza di uomini. Tutti gli uomini noti dalle nostre parti usano accessoriarsi di una donna. Mostrando una bella donna come propria, l’uomo fa mo-stra della sua identità. Cosi l’uomo si assicura di essere uomo: attraverso l’appropria-zione fallica.Per la donna non è la stessa cosa.Rispetto a Freud, che vedeva la donna come mancante in qualcosa (l’invidia del pene, che femministe hanno con-testato ferocemente), Lacan opera un rovesciamento: nella donna non qualcosa in me-no, ma qualcosa in più. Ai godimento fallico si aggiunge il “desiderio supplementare”, quello che resta sempre in-soddisfatto, che genera un

amore irrespirabile, che non solo spazza via ii vivacchiare dei compromessi, ma è ca-pace di svuotare dalla loro sostanza anche gli oggetti più cari, Più che un semplice ap-pello all’amore, è un appello a qualcosa di più radicale: come se ci fosse l’intuizione che l’oggetto dell’erotica sia in un aldilà, in un un luogo/non-luogo.Questo è il destino o la ma-schera che il logos, in armo-nia con la natura, ha riservato alla donna: essere il caso, l’eccezione, ciò che il fallo manca sempre e che solo Dio può soddisfare. Nella donna il desiderio non ha a che fare con l’avere, un desiderio che comunque è limitante. Esso genera in lei una domanda rivolta all’essere. E questa do-manda può paradossalmente produrre - dura solo un attimo - la cancellazione dell’effet-to che produce la mancanza a essere. Per un momento, come per incanto, il limite della condizione umana non c’è più: si annulla; e si speri-menta l’estasi della pienezza.Ma torniamo alla madre.Quando una ragazza diventa madre e si prende cura dei suo bambino, qual è la sua funzione strutturale? Certa-mente rispondere ai bisogni del corpo del bambino in una dimensione che è giusto dire “simbiotica”.Questo però è solo l’evidente.

Page 76: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

78Accade anche altro. E solo de-finirlo insolito, assurdo, “roba dell’altro mondo” renderebbe giustizia all’altro che acca-de. Nella dialettica dell’amore tra erastes ed eromenos, tra amante e amato, la domanda, erotisis, viene posta dall’era-stes, da “colui che manca”, il povero, il mendicante (e proprio per questo un eroe) al possidente, a colui che ha.Questa è la dialettica dell’eros come la conosciamo.Però l’eros non potrebbe sus-sistere se non avendo il suo inizio in un rovesciamento delle posizioni. Ama per pri-mo - è cioè erastes - non il mancante, ma il possidente.Come Dio ci ha amati per pri-mo, così anche la madre ama il niente del suo figlio.Questo strano amore - che è il nascimento dell’eros - si è chiamato agape.Tornando dunque alla doman-da iniziale (“qual è la funzio-ne strutturale della madre”), possiamo rispondere che, ol-tre a far supplenza al corpo immaturo di suo figlio, trami-te l’agape, l’amore gratuito e il desiderio insoddisfatto, lei introduce il suo bambino nella trascendenza. Il mondo come realtà farà sentire la sua voce più tardi tramite il padre.

La KoinèMa arriviamo alla nostra real-tà, nell’ambito della quale il vigile pensiero, quello che fe-

ce prendere al povero Edipo lucciole per lanterne, ha ab-battuto un certo numero di ideali e ne ha inventati altri. Si è pensato che fosse facile prendere d’assalto, demolire il senso di colpa, liberare l’uo-mo dalle catene della colpa.Facendo che cosa? Eliminan-do o comunque marginaliz-zando ciò che - si ipotizza - la generi. Cioè la morbosità. Via i tabù. Uno dopo l’altro, sono stati abbattuti gridando tutte le volte che abbiamo liberato l’uomo dai pregiudizi che in-catenavano la sua condotta.Forse si è riusciti a estinguere la colpa?I paradossi della clinica, la psicopatologia della vita quo-tidiana, i vecchi sintomi che si presentano in forme nuove come batteri modificati testi-moniano diversamente. Siamo stati rimandati a una colpa più oscura, più nascosta, più pro-fonda, espressa peraltro in un modo che non è esagerato defi-nire “comico”. Un “dire male” che poi è un “male dire”.Se l’individuo diventa sogget-to a opera del linguaggio, esi-ste un’altra dimensione che ordina la sua esistenza, ii suo appartenere a una comunità. La comunità aveva il com-pito di istituire usi e costu-mi, di distinguere i godimenti in illeciti e leciti, cercando un’armonia tra le esigenze del soggetto e il legame sociale. Al di fuori di questo non c’è

La Koinè

Page 77: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

79rimedio, per gli accidenti del-l’esistenza.E le contraddizioni restano comunque irrisolte.I discorsi intorno all’etica sono più di uno; e il modo in cui si è tentato di universalizzarli sta provocando più di un danno. La civiltà scientifica e il ca-pitalismo liberale non sono in grado di mondializzare l’etica. L’attentato alle Torri Gemelle, le guerre in Iraq e in Afghani-stan e in molte altre parti dei mondo, le crisi finanziarie te-stimoniano che l’etica è lega-ta a un ethnos, e non può es-sere dislocata come fosse una piattaforma petrolifera: etica off shore. Non si è etici per scelta o volontà, ma si è etici solo in quanto si appartiene a un ethnos (un gruppo, un nazione, una polis). La legge è dell’ethnos. Non appartiene a nessuno. Ha molti padri. Ma le sue radici, il nomos, sono di origine divina. L’ethnos ri-pete e impone all’uomo valori che non è lui a scegliere e decidere, ma che, appunto, il gruppo a cui appartiene deci-de per lui.Mladen Dolaz richiama la no-stra attenzione sul fatto che l’inconscio europeo è struttu-rato come i Balcani. E la pra-tica della tolleranza multicul-turale può portare alla disgre-gazione dei tessuti connettivi. Quando la colla si sgretola, sparisce non solo la vita pub-blica, ma anche il corpo.

Possiamo seguire il percorso e il susseguirsi delle civiltà. Possiamo cercare di indivi-duare il discorso che la fa da padrone. C’è sempre un discorso che la fa da padrone. Nel nostro mondo ciò che ha mandato in pensione i tradi-zionali significanti del padre, del maschio, della femmina prende avvio da una corrente di pensiero, una costola del discorso scientifico, quello dei Lumi e dell’Autonomia della ragione: la dea ragione da una parte (hybris per i greci) e dall’altra un nucleo di idee elaborato dal marchese De Sade, da Mirabeau, da Diderot riguardante il godi-mento accostato in forma di elementare naturalismo. Un rovesciamento di prospettive che vede il desiderio del sog-getto privato della parola e della norma, ricondotto alla pulsione. Carne senza parola, logos che abbandona la carne a sé stessa.Esiste un significante di ec-cezione che regge tutto e che condiziona tutti i punti dei discorso, quello stesso che il soggetto della scienza, inven-tato da Cartesio, ha reso mal-concio, fino a pensarlo morto. Come qualcuno dice, Dio e morto. Ma, per nostra fortuna, Lui non lo sa.L’Illuminismo e i Libertini non sono la causa dello smarri-mento attuale. Sono semmai solo l’antefatto.

Page 78: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

80Ora avviene qualcosa di più radicale, più profondo, che ve-de la scienza contemporanea, che è il discorso del padrone, come protagonista. Essa, non in una generica dichiarazione, ma nel cambiamento del suo stesso paradigma, si dissocia dal particolare rapporto che aveva con il grande Altro, quello che Pascal chiamava “il Dio dei filosofi”, ma anche dai suoi prodotti. L’incredibile leggerezza, la sconsideratez-za di un personaggio mitico come Prometeo viene giusta-mente punita tramite incate-namento. Egli è il prototipo la “maschera” dello scienziato pazzo e irresponsabile che of-fre agli umani il fuoco, senza prima valutare le conseguen-ze che questo dono potrebbe avere sulle loro vite e senza riflettere se loro saranno in grado di farne buono o cattivo uso. Prometeo è punito non perché - come si mormora - Zeus fosse geloso o si sia sentito scavalcato; ma perché Prometeo ha violato una rego-la fondamentale: tra un pro-dotto tecnologico, effetto di una verità scientifica, e la sua utilizzazione è indispensabile la mediazione di un Nome dei Padre cui spetta valutare e decidere.Lo scienziato contemporaneo non accetta nessun vincolo. I Prometei moderni si sono liberati dalle catene e imper-versano sia nel dire la verità

sia nell’inondare il mercato delle loro merci.Il nostro grande Altro si è svi-luppato lungo l’alfa e l’ome-ga dell’esistenza di Dio. Una civiltà fondata sui Nome del Padre, cioè sulla legge. Ma anche sul caso. Legge e caso annodati nell’amore. L’incar-nazione del logos del Padre conferisce loro ii fondamento indispensabile all’articolazio-ne e una rivelazione da inda-gare.La logica che si è sviluppata da questo nucleo è detta “su-bordinativa”. Essa presuppo-ne un creatore, un ordine, una ragione. Così Newton potrà di-re: “Dio ha fondato un codice suscettibile di essere svelato e letto”.Questa logica ha dato la pos-sibilità a forze opposte e ne-miche - quali il necessario che vuole escludere il caso, il godimento fallico che non sopporta il non-tutto-fallico, il caso che non cessa mai di fare obiezione al necessario, l’uomo e la donna - affinché vivessero in una armoniosa complementarietà. Questa possibilità - prima an-cora che Galileo la eviden-ziasse nel discorso scienti-fico - era stata espressa dai poeti inventori di un modo di amarsi che ha preso nome di “Amor Cortese” e che ha proiettato i suoi effetti fino ai nostri giorni. Sono stati i Trovatori provenzali a imporre

Page 79: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

81una grammatica degli istinti in cui la parola sovrasta la fisiologia. Dalla civiltà cristia-na si è generato il paradigma subordinativo. E così è potuta nascere la scienza. É stato possibile concedere spazio al desiderio della donna. Ed è stato possibile sviluppare il regime politico democratico.In nessun’altra civiltà si sono verificati questi fenomeni.L’esclusione di Dio Padre dal discorso ha avuto un certo numero di effetti di cui il No-vecento è stato testimone.Senza Dio alcuni uomini han-no preso il Suo posto e hanno causato una serie di dolorose disgrazie. E, mentre gli uo-mini se le davano di santa ragione sui campi di batta-glia bombardando città e co-struendo campi di sterminio, le donne si sono trovate sole e nel dolore; sono uscite di casa portando avanti il lavoro nelle fabbriche, nelle amministra-zioni, nei servizi.Si è rotta cosi in modo defini-tivo una certa segregazione o divisione di compiti che aveva dato tutto sommato risultati efficaci La rivoluzione femmi-nile ha posto termine all’amo-re di corte; alle uguali volontà, troppo difficili da trattare per una società egualitaria, si è sostituita la regola della pa-rità. Tra maschi e femmine la contabilità di dare e avere deve essere ragionieristica e il consumo assicuralo.

Siamo di fronte al tramonto del paradigma subordinativo che ha retto tutta la civiltà occidentale. Il concetto di pa-ternità, sia umano sia divino, è stato escluso dalla scienza e dall’etica. L’unico padre che resiste è Babbo Natale.Il corpo è diventato un cam-po di battaglia: impazzano i tatuaggi e i piercing. Qualche iniezione qua e una tirata là... Ma più rappezzi, più l’inte-ro rivendica il suo sfacelo. Qualcosa nel “tutto rifatto” si ostina a non lasciarsi riag-giustare.“Vita eterna” non vuol di-re “campare fino a centocin-quanta anni”. Ma il nuovo Dio, la Tecnica, solo questo può dare. Ed è talmente or-gogliosa e impegnata nel suo compito che non ha tempo per porsi le più elementari delle domande. Così una certa tecnica - con i suoi prodotti - ha contribuito alla mate-rializzazione del reale, alla spoliazione del corpo delle sue parole, e all’eliminazione del romanzo che in esso era iscritto. I nuovi padroni La scienza è diventata posi-tiva e in seguito è evoluta in tecnica. Bacone esaltava la vittoria dell’arte sulla natura. Egli affermava: “Il dominio sulla creazione dato all’uomo da Dio e perso con il peccato originale verrebbe ristabilito

I nuovi padroni

Page 80: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

82non più dalla fede, ma dal collegamento appena scoper-to tra scienza e prassi”.La tecnica si è assunta il com-pito di fornire felicità, beati-tudine, vita eterna. E inventa continuamente nuovi oggetti, a volte bizzarri, e comunque sempre supposti utili. Ulti-mamente interviene in modo massiccio sul corpo dell’uomo e sulla vita stessa. “Una pillo-la per dormire, una per mori-re”, diceva, Nietzsche; molto di più, una per ridere, una per piangere, una per fare l’amore e... Che cos’altro?Nei scaffali della tecnica or-mai si trova di tutto. Dopo Hiroshima era evidente che la scienza non produce solo verità, ma anche oggetti capa-ci di distruggere il mondo. Il caso clinico di Oppenheimer, padre della bomba, è l’ultimo testimone dell’angoscia che si produce quando la verità diventa oggetto.Non si prende sufficientemen-te in considerazione che molti di questi oggetti complicano, rendendola più difficile, la vi-ta degli uomini. L’oggetto pro-dotto dal sapere (la bomba, i batteri, ma anche i modelli matematici) non sopporta me-diazioni.Paradigmatica è la fine che ha fatto un sapere di quelli che possiamo dire “innocui”. Un modello matematico utilizzato per studiare le variazioni dei gas in condizioni di incertez-

za radicale, la matematica del caos, è stato adottato per misurare le fluttuazioni del mercato e, in un attimo, ha distrutto una consistente par-te della ricchezza del pianeta creando angoscia e dispera-zione.Accanto alla scienza-tecnica, che vuole avere le mani libere, troviamo i burocrati e i mana-ger, i nuovi padroni di quelli che Marx chiamava “mezzi di produzione”. Mandato in soffitta il comunismo reale, ll neocapitalismo ha mandato in pensione il capitalista pa-drone. La proprietà, essendo costituita da un grandissimo numero di piccoli azionisti interessati al valore delle loro azioni più che all’andamento dell’azienda, è totalmente in mano a tecnici che non sono obbligati a rendere conto a nessuno, che non hanno nes-sun rapporto di affetto né con l’impresa, né con chi ci lavora. L’ultima crisi ce li ha mostrati per quelli che sono: esseri fragilissimi, sottoposti a stress inimmaginabili, minacciati da cadute vertiginose, perciò an-siosi di avere ombrelli. Hanno reso testimonianza della loro inconsistenza etica tramite gli assurdi salari che si sono au-to- attribuiti. Non sopportano limitazioni alla pari del di-scorso del padrone e aggredi-scono l’unico potere che può limitarli, il potere politico.Dal canto suo - e questo è un

Page 81: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

83paradosso - il Nome del Pa-dre rappresentato dall’attuale classe politica non fa altro che assecondare la logica che lo vuole delegittimare.Che i grandi eventi, ciò che è capace di dare uno scossone a istituzioni e coscienze, sia effetto di una logica che rima-ne tutto sommato nascosta, fu intuizione di Freud che fece sorridere più di qualcuno.La tentazione di mal-intender-la da una parte e di arrivare a deduzioni paradossali dall’al-tra è stata una costante. Ma oggi, quando la supremazia di una ragione spuria sta deva-stando la nostra vita, l’appel-lo ai concetto dell’inconscio diventa sempre più attuale. Come comprendere la crisi dei nostri costumi, delle nostre finanze, del nostro rapporto con il sapere?Come comprendere l’impera-tivo sadiano del “Godi senza limiti e senza regole” di cui oggi la finanza e i banchieri ci danno spettacolo?Come accade nei momenti di grandi crisi, siamo assaliti da emozioni paralizzanti. Forse abbiamo già passato il limi-te? Siamo fuori dal seminato? Siamo seme caduto sulla pie-tra e corrotto?Mi guardo intorno.E quello che più mi spaven-ta non sono le sciocchezze, che si sentono, ma il chiasso volgare che le sciocchezze non proferiscono. Il mondo

sembra essere popolato da il-lusionisti che vendono merce avariata scambiandola per il Bene e perfino per il Sommo Bene, l’Agathon. “L’informa-zione richiama e cattura folle impotenti, su cui si riversa un liquore che li stordisce nel momento stesso in cui scivo-lano verso il mattatoio“.L’unica domanda sensata che viene in mente è a chi giovi tutto questo e dove ci con-duca il desiderio oscuro di quelli che possiamo qualifi-care come “gli sfegatati della morte”.Jacques Attali, interrogando le pratiche amorose, dice che se esse evolvono allo stesso ritmo delle altre relazioni che governano la nostra società: dovremo confrontarci con la questione della libertà e della trasparenza anche nel campo degli affetti. Come ameremo domani? Come organizzeremo le relazioni amorose? Il mo-dello della coppia eteroses-suale monogamica indissolu-bile funziona ancora? Se tutto è precario come il contratto di lavoro, come il contratto d“amore, “libertà” non finisce con identificarsi con “sleal-tà”? Non è che - seguendo questa strada - la nostra so-cietà diventerà una società ontologícamente sleale?Si annuncia forse una nuova era che porta con sé nuove forme di relazione tra esseri umani fondata sulla soddisfa-

Page 82: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

84zione immediata dei desideri e liberata progressivamente dall’assillo della riproduzio-ne? Si profila il matrimonio contrattualmente provvisorio, in cui la durata dei rapporto sarà fissata in anticipo dalla coppia? Arriveranno forse i “poli-amore”, in cui ciascuno potrà avere in tutta trasparen-za più amori stesso tempo? La poligamia, in cui si farà parte contemporaneamente di più famiglie? La “poli-fedeltà”, in cui ciascuno sarà fedele a diversi membri di un gruppo dalle sessualità molteplici?Quanto ai bambini, vivranno in una casa dove i vari genitori verranno a turno a occuparsi di loro?E in un futuro più lontano sessualità, desiderio e amore saranno ancora più facili da dissociare. Macchine speciali si occuperanno della ripro-duzione; e, prima di diventa-re anch’essa meccanica, la sessualità sarà una pratica devoluta esclusivamente al piacere. L’utero e la clonazio-ne schiuderanno prospettive vertiginose nell’ambito delle quali ciascuno potrà decidere autonomamente di riprodursi. E un giorno si arriverà forse all’ermafroditismo universale.È un po’ come se l’umanità scegliesse di ripercorrere a ritroso la storia della vita, tornando prima al matrimonio di gruppo, poi alla partenoge-nesì, per scoprire - un giorno,

chissà - il bisogno dell’altro. E quindi dell’amore.E Attali si domanda: “Si deve resistere a un tale avvenire o rimanere stupiti davanti a tanti mutamenti? Possiamo sperare che l’amore salvi gli uomini dalla propria follia?

Il disagio del soggetto contem-poraneoLacan si poneva una domanda che potrà sembrare assurda: se non fosse grazie alle donne che lo statuto del matrimonio si conservava all’interno della nostra cultura.Freud, dal canto suo, non ave-va alcun dubbio. Nel suo testo sulla femminilità il compito che vede affidato alla donna non è solo di essere madre dei suoi bambini. Egli si spinge oltre. E vede vede la donna anche come madre di suo marito: “Il matrimonio stesso non è sicuro se non quando la moglie sia riuscita a fare dei proprio marito anche il proprio bambino e ad agire da madre nei suoi confronti”.L’impero dei padri non esiste più. Questa non è una novità.Che cosa sta diventando la famiglia al di fuori di questo impero?Bisogna interrogare le nuove immagini, i nuovi simboli, i nuovi ideali al femminile per comprendere la crisi della fa-miglia. L’innocenza verginale di una maschera come Loli-ta e le stesse femmine fata-

Il disagio del soggetto

contemporaneo

Page 83: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

85li della Belle Epoque, tutto sommato rassicuranti, hanno lasciato il posto alle top mo-del, anoressiche, inquietanti, dallo sguardo vacuo.La maschera della donna in carriera, rivendicata come parità, mostra una donna il cui desiderio appare sempli-cemente come fallico. L’atto sessuale, che nel femmini-le era sempre coniugato con l’amore, ora appare da esso disgiunto. Le donne possono avere accesso a sesso anche senza l’amore. La fedeltà non è più un valore, ma una scelta soggettiva - il godimento che poteva provocare una rinun-cia a favore di un imperativo morale - non viene presa in considerazione. Diminuisce la fedeltà, aumentano í privè, dove le coppie si scambiano. Ma la contabilità non torna. La maggior disinvoltura nel godimento istintuale esclude i godimenti cosiddetti “morali “e produce tutto sommato un minor godimento: la perdita è secca.Lo scossone alla famiglia è arrivato anche a causa della dissociazione tra matrimonio, sessualità e procreazione.Poi ci sono i nuovi diritti.Sono comici, í nuovi diritti, quando si vedono da vicino. E tragici, perché privano il soggetto del desiderio, lo ri-cacciano nelle pulsioni. Un percorso all’inverso: non è più il logos a snaturare il corpo

e a creare il soggetto, ma il corpo a espellere il logos e a rimanere carne e istinto. Non so dove, ma da qualche parte ho sentito dire che Dio non punisce l’uomo, ma se ne va; lo lascia a sé stesso.Il soddisfacimento sessuale entra a pieno titolo tra questi nuovi diritti.Anche se, a volte, più che come diritto, appare come do-vere: “Devi godere!”. E pro-prio per questa ragione lo si è reso indipendente non solo dalla procreazione, ma anche dai patti amorosi e dall’età. Non si parla più del passare del tempo, dell’attesa del mo-mento, a volte desiderato, in cui i sensi trovavano la loro pace. Il diritto dei vecchi alla sessualità, aiutati da qualche pillola (naturalmente a carico del Servizio Sanitario), gene-ra imbarazzi e confusioni. Il diritto al godimento sessuale si è aggiunto così all’elenco dei diritti fondamentali. Tutti possono rivendicare il proprio orgasmo, talvolta perfino in tribunale.Il nostro tempo è caratteriz-zato dalla disgregazione di molte istanze che fanno co-munità. La famiglia prima di tutte. Così l’individuo diventa l’ultimo residuo di una disgre-gazione che la clinica registra in numero sempre più cre-scente di casi.Nel legame sociale nuclea-re attuale la madre diventa

Page 84: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

86sempre più spesso il partner principale - se non esclusivo - del figlio: una madre con fi-glio, eventualmente con uno o più uomini (il “compagno” o i “compagni” della madre), non è cosa insolita. La mobilità dei legami sociali e amorosi carica il rapporto tra madre e figlio di un peso nuovo che certamente avrà effetti su entrambi.La contraccezione e la lega-lizzazione dell’aborto, avendo radicalmente disgiunto ripro-duzione e atto sessuale, ob-bligano i soggetti a inventare nuove condotte.L’emancipazione moltiplica le possibilità e permette al-la donna di autodeterminarsi. Lei può scegliere - in funzione delle sue aspirazioni - di avere o meno un figlio, di sposarsi o no. Questa libertà - che prima non aveva perché, co-me diceva Lacan, ed era uno dei suoi privilegi, “la donna non è tutta” - rende evidente che il dramma dell’inibizione non è più solo una specialità maschile. Il desiderio di avere un uomo suo, tutto suo, o di avere un bambino sono sem-pre più spesso rimandati a un migliore incontro.Le condotte sociali e così pure gli ideali nella relazione tra uomo e donna sempre

più spesso si omogeneizzano, creando quello che si dice “unisex”. L’eliminazione delle gabbie che assegnavano ruoli e compiti caccia la donna in una tremenda confusione.Ecco una maschera di donna che spesso incontriamo. Vuole un figlio. Cerca un padre, ma non sopporta di vivere con un uomo. Ha trovato un uomo giusto; ma lui non vuole avere figli. Cerca un padre, ma non lo trova. Trova un uomo che ama, ma non lo vede come padre.Rispetto alla maschera che il logos aveva attribuito ai sessi, siamo di fronte a un “meno-donna”, “meno-uomo”. E se il rapporto tra uomo e donna era problematico, il rapporto nell’unisex non è previsto. “Si pascano” è un neologismo co-struito da Colette Soler e de-riva dai famosi “patti”, “pax” in francese. “Si pascano”, dice Soler, “quelli che non vogliono il matrimonio, si spo-sino gli omosex di entrambi i sessi; e, mentre la famiglia si dissolve, le più estrose e comiche relazioni umane ri-vendicano il diritto di essere chiamate ‘famiglia’. Il vecchio slogan ‘uno, cento, mille Viet-nam’ è sostituito dallo slogan ‘una, cento, mille famiglie’”.

Page 85: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

87

Educare gli adultiper orientarei giovaniIl significato di una relazione educativaLa pedagogia della persona - nella sua precisa fondazione antropologica e nella chia-rezza delle finalità da per-seguire, che possono essere ricondotte al potenziamento e al riconoscimento della per-sona come valore e centro espressivo di valori originali e autentici, in un itinerario che conduce alla conquista di una libertà responsabile - ci aiuta a caratterizzare la di-mensione fondamentale della relazione educativa. È questa una relazione interpersonale qualitativamente diversa da ogni altra, proprio per l’inten-zionalità che qualifica l’agire educativo, la chiarezza dei

fini cui tendere e la costan-te prospettazione del dover e poter essere da parte di chi responsabilmente educa. Infatti l’educazione si concre-tizza sempre in una relazione tra persone che si alimenta di fiducia e di testimonianza, di equilibrio tra libertà e disci-plina, di responsabilizzazione reciproca. Nel dialogo intergeneraziona-le i giovani vanno aiutati a far propri i valori che posso-no autenticare la soggettiva umanità per essere motivati a procedere non sui sentieri dell’indifferenza, ma su quelli delimitati da un orizzonte di senso e di significati sui quali e per i quali sia bello vivere e costruire il futuro. Questa

Maria Luisa De Natale

Il significato di una relazione educativa

Page 86: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

88attenzione educativa esprime la sostanza dell’educare in un integrale processo di crescita in cui la dimensione perso-nale e la dimensione sociale della persona, strettamente correlate, si strutturano con efficacia proprio articolandosi con quella dimensione cul-turale che caratterizza l’ap-partenenza di ogni soggetto e lo radica nella sua comunità familiare, scolastica, sociale a cui ciascuno fa riferimen-to anche nell’attuale realtà globale. Una delle mete edu-cative della pedagogia della persona è la promozione di una sicura identità personale, in una costruttiva interazione con gli altri, affinché cia-scuno possa esprimersi come responsabile protagonista del-la propria vita, e non resta-re sopraffatto dall’esperienza quotidiana di questa nostra complessa società.La qualità della relazione educativa chiama in causa, quindi, la responsabilità degli adulti così come la qualità umana e lo spessore etico degli stessi educatori. Si è tanto più in grado di com-prendere le esigenze, le attese degli altri, le stesse realtà esperienziali, quanto più ci si apre alla consapevolezza della propria umanità, di tutta la sua ricchezza, dei suoi limiti esistenziali, del rigoroso con-tinuo appello a un dover esse-re responsabilmente scelto. È

l’emergere della libertà come continua conquista, perma-nente ricerca, possibilità per l’uomo di riscoprirsi attraver-so la riflessione sui processi della propria esistenza e nella effettiva partecipazione alla realtà in cui si situa; la vera libertà, per la persona, è nel-la sua espressione autentica, nella responsabile scelta che può operare di sé stessa per il miglioramento soggettivo e della comunità.Cogliere in modo sempre più definito il senso della propria identità e vivere criticamen-te la realtà sono le verifiche obiettive dell’esercizio del-la libertà come dimensione di una vita autentica. Entro quest’orizzonte complessivo, che è di natura etica, occorre situare la responsabilità di una relazione educativa tra adulti e giovani. C’è un diffu-so bisogno di chiarificazione sul piano delle sollecitazioni educative perché il richiamo a valori forti non sia sprecato o confuso con una esigenza di rassicurazione, né consumato come una moda da parte di chi educa. Genitori, docenti, educatori, adulti continuano infatti a de-nunciare una riconosciuta crisi dell’educazione che è proprio da ricondurre al generale e diffuso disorientamento valo-riale sottendente l’intervento educativo. Lo stesso gran par-lare di etica che caratterizza la

Page 87: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

89stagione recente non cancella quella specie di censura che sembra colpire l’argomento morale nella cultura pubblica del nostro tempo.Tra i molteplici esempi ne sono conferma da un lato i do-cumenti legislativi che si sus-seguono a ritmo crescente nel fervore di rinnovamento che caratterizza anche la scuola italiana (e che dimenticano di parlare di educazione e di va-lori) e dall’altro la molteplicità di atteggiamenti e di com-portamenti che sostanziano il dibattito pubblico sull’edu-cazione. La complessità del vivere quotidiano e la fragilità e provvisorietà, l’inaffidabi-lità dei rapporti umani evi-denziano l’esigenza dell’edu-cazione, ma al contempo la fanno apparire come realtà irrealizzabile, quasi utopica, sopraffatta dalle quotidiane violenze e prevaricazioni che caratterizzano il nostro vivere sociale. Benedetto XVI, nella sua lettera alla Diocesi di Roma del 21 gennaio 2008, ha precisato come “alla radi-ce della crisi dell’educazione, c’è una crisi di fiducia nella vita“. Infatti ogni uomo ha bisogno di trovare il senso e le ragioni del vivere; e questo è il compito affascinante e sempre nuovo della relazione educativa “di qualità”. Nel-l’attuale momento storico-so-ciale la relazione educativa è minacciata da una cultura

dell’incertezza che si afferma proprio per lo sgretolamento progressivo di certezze assio-logiche e di orientamenti va-loriali.Sembra che l’umanità sia consapevole della crisi che sta attraversando, non solo di na-tura economica. Ma aumenta la perplessità sugli sviluppi futuri di una situazione che vede le persone a un tempo sempre più coinvolte negli eventi esterni e alienate dal principio direttivo della pro-pria coscienza. E la consape-volezza della crisi non aiuta, inducendo molti a viverla e a accettarla così com’è, qua-si per autoconvincersi della impossibilità di porvi rimedio e di modificare la situazione esistente. Essa è anche cri-si della razionalità: la stessa ricerca scientifica, estranian-dosi dai caratteri costitutivi dell’esistenza umana, si ridu-ce a un’indagine puramente descrittiva e razionale. Ciò porta a un depauperamen-to dell’uomo, al graduale de-potenziamento del soggetto dalla propria intenzionalità. Questa nostra civiltà - che ha proclamato il trionfo della ragione - si presenta in modo quasi post-razionalistico co-me perdita di fiducia nella ragione quale totalità e quale orizzonte di fondazione di una esigenza di umanizzazione e di una possibilità di conferire senso alla vita degli uomini e

Page 88: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

90alla storia. La ragione si con-nota come dimensione aset-tica, formale, a-valutativa. Di essa si nutrono amministra-zione e tecnologia.Occorre invece convincersi che la razionalità scientifica non potrà mai diventare ra-zionalità etica: non potrà mai pervenire a dare risposte di senso in ordine alla vita, alla morte, al significato dell’esi-stenza e non potrà mai essere assunta come base normativa per i comportamenti umani. Proprio l’affermarsi di questa concezione a-valutativa del-la scienza che pretende di limitarsi a descrivere i feno-meni senza formulare alcun giudizio assiologico o morale genera un profondo disorien-tamento. Tra i giovani sembra-no moltiplicarsi i sentimenti di stanchezza, di apatia, di tristezza, di indifferenza verso ciò che vale. E la relazione educativa non riesce a “risve-gliare” all’impegno, alla scel-ta, alla responsabilizzazione personale. La consapevolezza della crisi che stiamo vivendo e l’inter-rogarsi su di essa da un lato portano a rilevare che nella società attuale la costellazio-ne dei significati e dei valori non presenta più una con-nessione forte tra la cultura (intrisa di edonismo, di ma-terialismo, di individualismo narcisista) e la sua fondazio-ne etico-religiosa (tradizional-

mente ispirata ai valori del cristianesimo), dall’altro lato è anche all’origine di un cir-colo ermeneutico all’interno del quale l’attore principale è pur sempre l’uomo, capace di emergere da tale deserto assiologico e di recuperare la sua capacità progettuale e teleologica. L’umanità debole e frammentata all’origine di questa crisi della soggettività che si accompagna alla crisi della razionalità, non può non chiedersi quale sia il valore, o - meglio – quali siano i valori di questa nostra società, do-minata – sembra - dalla ten-sione al piacere (a volte non distinguibile dalla violenza) e dall’immediato soddisfaci-mento di qualsiasi desiderio, per quanto perverso, folle, cri-minale o semplicemente im-morale esso sia.Sempre più numerose inda-gini di stampo socio-psicolo-gico disegnano tuttavia uno scenario sociale in base al quale i giovani adulti propon-gono quali valori da persegui-re quelli che attengono alla qualità della vita: di contro agli obiettivi di tipo quantita-tivo i valori espressivi dei sog-getti e dei gruppi, di contro a obiettivi connessi al possesso di beni e al raggiungimento di risultati materiali ed eco-nomici le qualità spirituali e relazionali, di contro al riferi-mento prioritario all’esteriore un’attenzione più direttamen-

Page 89: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

91te legata all’autorealizzazione della persona. Anche per ciò che è connesso ai significati che più direttamente illumi-nano il senso dell’esistenza, aumenta da una generazione all’altra il peso delle inter-pretazioni di tipo espressivo connesse all’autorealizzazio-ne personale e spirituale. In una prospettiva pedagogica, tuttavia, si sente il dovere di interrogarsi sull’origine di questi valori e sul loro pro-cesso di costituzione che ha fondamento in quella natura umana che di per sé rinvia all’Ulteriorità.Non si possono sciogliere e dissolvere la persona umana e i suoi valori in una serie di scelte senza una sorgente da cui le scelte promanano e senza i contenuti di valore che esse esprimono. Vi è uno statuto oggettivo ed essenzia-le della persona per cui essa vale per quello che è, e non solo per le scelte che fa; anzi, in ogni scelta essa impegna quello che è, la sua esistenza e la sua essenza, le dimensio-ni attinenti alla sua corporeità e quelle attinenti alla spiritua-lità; e non si deve confondere - nelle sue interpretazioni e nei suoi giudizi - la effettualità con la essenzialità dell’educa-zione, il fenomeno educativo nel suo empirico dispiegarsi e strutturarsi e la legge della sua razionalizzazione.La relazione interpersonale,

educativa, quando non ritenga di risolversi in mera istruzio-ne, deve confrontarsi con i valori, con le opzioni di fondo. Esse definiscono dimensioni che non sono solo storiche e o inerenti alla razionalità forma-le, procedurale o tecnologica o storico-empirica, ma sono anche metastoriche, metaem-piriche, opzionali, di senso. Tutto ciò fa riferimento non solo alla memoria, ma anche al cuore e ai sentimenti.La qualità di una relazione educativa è nella capacità di rendere reale la possibilità dell’uomo di non ridursi a co-sa tra le cose, di non alienarsi in un mondo così frantumato, di non soggiacere ai condizio-namenti dell’ambiente e alla schiavitù del corpo e della mente. L’uomo, al contrario, può assumere e comprende-re nella sua soggettività tutti questi elementi per valorizzar-li quali strumenti di risposta e di mediazione, per andare oltre il dato, il già fatto, verso un conoscere e un sentire che autentica la sua natura umana e la volge in dialogo con il divino. Infatti la co-noscenza umana non è solo relativa a oggetti. Si riferisce anche a soggetti. E se la prima forma di conoscenza, che definisce l’ambito della razionalità scientifica, è carat-terizzata dal problematico, la seconda è sapienziale e aga-pica: si esprime in rapporto a

Page 90: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

92un tu, che è come un me, un mistero ontologico irriducibile alle dimensioni del problema. Abbraccia la persona, il suo significato e il senso di ciò che costituisce il suo oriz-zonte di origine, di esistenza, di scelta fondamentale e di aspirazione nel tempo e aldilà del tempo.Perché ogni giovane compren-da la processualità attraverso cui si concretizzano le scelte dei valori, organizzando questi ultimi in sistemi di significato capaci di dare una prospetti-va unitaria alla vita, si esige una relazione educativa che caratterizza la sua qualità nel riferirsi a criteri pedagogici chiari e orientativi: l’educazio-ne deve poter “servire” la per-sona, nel suo cammino evolu-tivo, a superare quella realtà di indifferenza, di estraneità, di disimpegno, di apatia che predominano nel nostro vive-re comunitario. E proprio in questa dimensione morale si realizza la vera mediazione dell’esperienza grazie a cui la persona si afferma aldilà dei condizionamenti del suo essere corporeo oggettivo per affermare la propria ulteriorità e la spiritualità che la conno-ta, luogo della libertà e della Trascendenza. L’educazione è sempre una comunicazione e una testimo-nianza di valori, una conversa-zione tra generazioni relativa a profondi elementi di signifi-

cato. E la persona, nel suo iti-nerario di vita, solo attraverso l’educazione può acquisire la capacità di libertà, di ade-sione libera a quei valori che deve imparare a conoscere e a riconoscere, a scegliere co-me orientamenti significativi del suo vivere. L’essenza della persona, per il Personalismo, è proprio nella libertà come ulteriorità e trascendenza del-la persona, da esercitare non in astratto, ma nelle situazioni determinate e concrete della storicità del personale ambito di vita. La libertà non può essere indifferenza, neutrali-tà, disimpegno; al contrario essa nasce da una ricerca mai interrotta della verità, per far-sene discepoli, dopo che essa è entrata nel nostro spirito, lo ha trasformato e lo muove dal di dentro con l’energia dei grandi ideali e degli autentici valori. La libertà - direttamen-te connessa alla coscienza - è la qualità fondamentale della persona. Se questa venisse a mancare perderebbero di significato l’esistenza umana e la stessa attività educati-va, diventerebbe privo di sen-so qualsiasi atto educativo, perché verrebbe a mancare la possibilità di far scaturire dall’uomo la normatività che lo caratterizza come essere morale.Quindi nella qualità della relazione educativa i valori si traducono in un insieme

Page 91: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

93comprensibile di regole che guidano l’azione e rendono possibile la valutazione, la giustificazione, la compara-zione tra sé e gli altri, cosi che siano soddisfatti i bisogni di adattamento, di difesa del-l’io, di autorealizzazione. E questo aiuta a mantenere e ad accrescere una idea positiva e soddisfacente di sé. Inoltre l’educazione rende avvertiti che una comunità di persone non potrebbe esistere senza una comunità di valori, per-ché sono questi ad assicurare l’identità e la coesione e a caratterizzare una comunità. Nella realtà attuale l’interesse e l’attenzione sono focalizzati sull’io, sulla propria condi-zione al momento presente, in una forma di individuali-smo esasperato che abitua a non pensare alla ricerca di senso, ma solo all’illusione momentanea di un benessere personale, della salute fisi-ca, della tranquillità psichica. L’importanza che soprattutto presso i giovani ha il culto del corpo segnala come i rapporti tra le persone siano governa-ti dall’apparenza: il successo della persona è stabilito dalla pubblicità e dallo spettacolo. L’immagine del mondo, dei rapporti sociali, della stessa vita affettiva emotiva prende avvio solo dalla corporeità, dall’esteriorità, dalla superfi-cialità dell’essere come esi-stenza.

La scala dei valori della legit-timazione sociale stabilisce nuove priorità: vince chi ispira simpatia con il corpo ed espri-me voglia di vivere in positivo mediante il corpo. E il narcisi-smo è proprio il sintomo di chi non riesce a incontrare l’altra persona, di chi non sa gestire un rapporto con il Trascenden-te e continua a vivere come se null’altro oltre sé esistesse. Il rapporto diventa impersonale, faticoso, ingenera il bisogno di solitudine e di silenzio.Per questo è come se i mae-stri non esistessero, sostituiti dai coetanei: perché il rappor-to con gli altri è strumentale al proprio soggettivo progre-dire. La stessa tendenza alla numerosità dei rapporti na-sconde la mancanza di reale implicazione, la coltivazione di uno scetticismo in ordine a un futuro per il quale si registra la totale assenza di progettualità. Il rischio è che i giovani, accettando la relati-vità dell’esperienza personale, giungano a valorizzare il non razionale, a immergersi nel mondo della fantasia e del gioco, fino a confondere realtà reale e realtà virtuale.Sono questi i comportamenti che segnalano l’assenza di una relazione educativa di qualità. Alla riflessione peda-gogica non sfugge che i giova-ni testimoniano un continuo aumento della trasgressione e un relativo allontanamen-

Page 92: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

94to dalle norme codificate, un allentamento dei i freni del controllo sociale e dei mecca-nismi interni di inibizione alla violazione della regola, perché sono quasi impossibilitati - da una assenza di interventi educativi - a comprendere e a interiorizzare le norme del controllo sociale e gli orienta-menti di valore.Una diversa qualità della rela-zione educativa è l’unico stru-mento per combattere quella “stanchezza spirituale” che sembra alimentare le giovani generazioni. Quindi è neces-sario che si recuperi da parte di chi ha la responsabilità dell’educare l’idea forte di formulare progetti educativi chiaramente orientati verso una precisa finalità, nella gra-duale presa di coscienza da parte di chi educa e di chi si educa che il fine non è il prodotto dell’azione forma-tiva, ma il “disvelarsi pro-gressivo” della verità di ogni singola persona, motivata dal-l’intenzione a dirigersi verso uno scopo alla luce di una direttività che non si appaga delle mete parziali, a breve termine, ma le trascende in una prospettiva più ampia. Anche la libertà della persona è pienamente valorizzata solo dall’accettazione della verità: in un mondo senza verità la persona perde la sua consi-stenza e si espone alla violen-

za delle passioni e dei condi-zionamenti. Quindi la qualità della relazione educativa è in ultima istanza da ricondurre all’amore per la verità attra-verso un orientamento onto-logico che “implica l’apertura del pensiero alla verità e che lega la verità del pensiero alla verità dell’essere”1.La verità assume nell’itinera-rio educativo il significato di una idealità infinita, di una intenzionalità assoluta, che si radica nelle radici onto-logiche della coscienza e si costituisce come il polo di una fede, di una passione, di un impegno che sollecita a ricercare e a dare un senso al nostro essere, al mondo, agli altri, rendendoci costrut-tori di un mondo di significati che consenta alle persone di comunicare tra di loro, di progredire, di ascendere verso traguardi sempre più alti di cultura e di umanità. Promuo-vere lo spirito di verità attra-verso la relazione educativa adulti-minori e adulti-giovani significa innanzi tutto pro-vocare la consapevolezza del carattere assoluto e inesau-ribile della Verità, della sua presenza stimolante e attivan-te che giustifica il carattere dell’uomo ricercatore, capace di avviare un processo aperto e costruttivo di chiarificazione e di verifica del senso dell’io, del mondo e artefice di un

1 gioVanni Paolo II.

Page 93: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

95universo dotato di senso, in continua trasformazione, che vela sempre il suo significato ultimo e definitivo.E occorre segnalare - richia-mando i più autorevoli peda-gogisti cristiani, tra i quali Don Bosco - che “l’educazio-ne è cosa di cuore” e che non si può vivere una relazione interpersonale di qualità se non si è disponibili a donare qualcosa di sé, a coinvolgersi nei percorsi e nei processi educativi dei giovani verso i quali si ha responsabilità edu-cativa. L’autorevolezza, sem-pre necessaria e condizione di credibilità per la stessa au-torità, “è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coin-volgimento personale, espres-sione dell’amore vero. L’edu-catore è quindi un testimone della verità e del bene: certo anche egli è fragile, e può mancare, ma cercherà sempre di mettersi in sintonia con la sua missione”2.

L’urgenza di un’educazione de-gli adultiSolo negli anni più recenti si è pervenuti a considerare l’adul-tità come una fase dell’intero ciclo di vita, non statica, ma dinamica, sottesa da possi-bilità di cambiamento e di apprendimento. In un’antica

prospettiva pedagogica l’età adulta si caratterizzava solo come età di mezzo tra quella che la precedeva, età evolu-tiva, e quella che la seguiva, età involutiva. Di conseguenza anche l’elaborazione pedago-gica guardava all’adulto come alla meta dell’attività educa-tiva e a quest’ultima come a un’attività propria delle prime fasi di vita. L’intero corso del-la vita sembrava quindi diviso secondo una tripartizione che vedeva l’attività formativa nel primo momento, la stabilizza-zione e l’uso della educazione ricevuta nel secondo stadio temporale dell’esistenza (l’età adulta, appunto) e il decli-no nell’età della senescenza. Questa tripartizione è stata superata1. sia per gli studi psicologi-ci che hanno evidenziato la dinamicità tipica anche del-l’età adulta (Bruner, Erikson, Levinson);2. sia per gli studi sociologici che hanno sottolineato l’ur-genza per l’uomo di formarsi alla comprensione delle tra-sformazioni sociali e culturali che caratterizzano i modelli di comportamento sociale, con una accelerazione continua e costante;3. sia per gli stessi studi pe-dagogici che dal 1960 (Con-vegno UNESCO a Montreal) hanno definito l’educazione

2 BenedeTTo XVi.

L'urgenza di un'educazione degli adulti

Page 94: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

96come processo che dura tutta la vita, perché lungo tutto l’ar-co della sua esistenza l’uomo ha bisogno di essere solleci-tato a conquistare una sua capacità di agire responsabil-mente con libertà e a mante-nere tale capacità, in quanto la sua storia personale di vita si intreccia con quella della sua comunità e della società più ampia di cui è parte.L’età adulta, quindi, è area temporale del nostro ciclo di vita, ma non può essere consi-derata età della compiutezza e della staticità.Nel 1963 G. Lapassade ha scritto un bel volume (tradot-to in italiano nel 1971)3 nel quale teorizza la fine del mi-to dell’adulto, definendo tale mito come un macigno che ha pesantemente condizionato tutta la pedagogia occidenta-le. Più recentemente (1996) il Titmus, nell’Enciclopedia internazionale dell’educazio-ne e della formazione degli adulti, pubblicata a Oxford, segnala che la tradizionale ac-cezione per la quale il termi-ne “adulto” si poteva riferire “a un determinato stadio o a più stadi dello sviluppo fisio-logico e psichico” non è più accettabile, perché l’adultità non può corrispondere a un grado di sviluppo perseguito a livello di maturità cognitiva-affettiva indipendentemente

dalla storia sociale dei sog-getti. La prospettiva della psicologia dello sviluppo ha definitiva-mente accertato che:1. l’età adulta non può esse-re intesa come termine dello sviluppo; 2. ogni età deve essere vista nella prospettiva dell’intero corso della vita; lo stesso con-cetto di “corso di vita” - in cui si sottolinea un intreccio di dimensioni biologiche, psico-logiche e sociali - caratterizza la vita come una costruzio-ne successiva, come esito di processi di integrazione e di esperienze nella quale nes-suna fase può essere intesa come termine del mutamento e dello sviluppo.Per gli studiosi di pedagogia degli adulti la prospettiva più accreditata sul piano del rife-rimento psicologico è quella di Erikson, che evidenzia la generatività come caratte-re peculiare dell’adulto. Per comprendere bene questa po-sizione è bene considerare che Erikson elabora un modello di sviluppo psicosociale secondo il quale nella storia di vita di ciascun essere umano si in-trecciano tre processi comple-mentari: quello biologico, cui si deve la organizzazione della corporeità e il suo funziona-mento, quello psichico, che organizza l’esperienza indivi-

3 G. Lapassade, Il mito dell’adulto. Saggio sull’incompiutezza dell’uomo, Bologna, Gua-raldi, 1971.

Page 95: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

97duale e mentale, e quello co-munitario che è strettamente connesso alla realtà sociale di appartenenza dei soggetti. In definitiva gli stadi della vita, pur restando legati ai processi organici, dipendono anche dai processi psichici che regolano lo sviluppo della personalità e dal potere morale del proces-so sociale.In una nota pubblicazione del 1950, Erikson suddivide lo sviluppo della vita umana in 8 stadi che si susseguono ver-ticalmente. In ciascuno sta-dio è possibile individuare un conflitto evolutivo tra tensioni di vita contrapposte che de-ve essere superato perché le tappe successive procedano con regolarità. Egli introdu-ce quindi una dimensione di dinamicità e di complessità nella crescita umana lungo tutte le fasi della vita senza che lo sviluppo sia vincolato dall’età biologica.Secondo Erikson nello stadio della vita adulta si verifica una tensione tra generativi-tà e stagnazione: il giovane divenuto adulto è teso ad af-frontare sempre nuove situa-zioni di vita, è capace di in-teressarsi agli altri, alle nuove generazioni, al fare creativo e produttivo. La generatività è tensione che non ha solo significato biologico, ma si estende alla espressione di ciò che si indica con il termi-ne di creatività e di produttivi-

tà in senso sociale e culturale. Essere adulti significa quindi avere capacità generative in senso ampio. Proprio perché espressione dell’essere adul-to, la generatività si accom-pagna alla virtù-capacità della cura, cioè della preoccupazio-ne e dell’attenzione verso ciò che è stato generato e pro-dotto, in un senso di diffusa responsabilità. L’essere adulto significa quindi anche poter-si assumere precisi impegni nei confronti delle nuove ge-nerazioni. Erikson riconosce solo all’età adulta la capacità potenziale di sviluppare un armonico senso etico con gli impegni generativi propri del suo stadio e con la necessi-tà di porsi, in accordo con la realtà storica, obiettivi di una progettazione a più lungo termine.Si può cogliere il senso del-la tensione che caratterizza l’ultimo stadio della vecchiaia - integrità vs disperazione - solo nel modo in cui sono state vissute le età preceden-ti. La virtù che accompagna questo conflitto non può che essere la saggezza. L’integrità esprime un senso di coerenza e di completezza, dimensioni importanti per una vita nella quale sembrano indebolirsi i tre fondamentali processi or-ganizzativi: quelli del corpo, per gli evidenti danni dell’età biologica, quelli della psi-che, per la graduale perdita

Page 96: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

98di coerenza mnemonica delle esperienze, quelli dell’ethos, per il timore di una perdita nella funzione responsabile nell’ambito dell’azione gene-rativa. “Integrità” vuol dire mantenere insieme le tre for-me di vita.L’età adulta, quindi, si carat-terizza come anello di con-giunzione tra il ciclo vitale della persona e ciclo vitale delle generazioni successive, proprio perché la generatività che la caratterizza - assu-mendo anche i caratteri della produttività, della procreati-vità e della creatività - espri-me un potere autogenerativo relativo all’ulteriore sviluppo dell’identità in riferimento ai significati e ai valori.Se gli studi ci fanno compren-dere la difficoltà di definire in maniera univoca il concetto di adultità e le sue caratteri-stiche, in una prospettiva pe-dagogica è bene considerare sempre l’unità della persona, che non può essere separata a stadi o a segmenti: la vita è una totalità che trae senso da tutte le sue fasi e dalla lo-ro interazione; inoltre nell’età adulta si esprime la maturità riveniente anche dalle sogget-tive esperienze di vita. Ogni soggetto umano è una origi-nalità unica; e tutte le artico-lazioni che si individuano in questa unità acquistano senso solo sulla base di questa me-desima unità che caratterizza

la soggettiva identità e nella quale è da considerare la tota-lità dei valori e dei significati che ciascuno sceglie di assu-mere come orizzonte di senso della propria vita.Pur nel trascorrere delle sta-gioni della vita e delle situa-zioni complesse che ciascuno è portato a vivere, l’adulto mantiene una sua identità che è libertà aperta al dive-nire, sempre mutevole e di-sponibile al cambiamento e che, perché tale, rende possi-bile un intervento educativo. L’accettazione critica delle esperienze fatte attraverso la riflessione sulla propria storia di vita e la volontà di non tra-dire i propri ideali e di impe-gnarsi per una vita sempre più umanamente autentica sono i caratteri dell’età adulta su cui occorre riflettere per impo-stare un percorso formativo. L’età adulta è l’età del pieno vigore dell’esistenza, quello in cui la vita può essere vissuta con profondità e con rigore, in cui le forze creative fluisco-no nel modo più immediato e in cui il soggetto è pronto ad assumersi responsabilità a profondere tempo ed energie nelle proprie attività. Di fronte a questi caratteri dell’adultità, l’educazione dell’adulto ha il compito di destare in ciascuno - con la consapevolezza della propria condizione di libertà-responsabilità - la consapevo-lezza del dovere che ciascuno

Page 97: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

99ha di affermarsi come centro di valorizzazione del mondo e di sé stesso. L’impegno di conquistare e alimentare la libertà nella vita adulta con-sente di realizzare il proprio soggettivo valore di persona, di diventare organizzatore in-telligente del proprio progetto di vita, del proprio sviluppo in senso personale nel ambito di senso disegnato da quei valori che fondano ed espri-mono la dignità della persona e ne promuovono la crescita, secondo una modalità singo-lare. Il coraggio di guardare al futuro, per chi è operatore di educazione, non deriva dalle certezze che la realtà del-l’oggi offre, ma dalla fiducia nell’uomo, nel suo potenziale generativo, nella capacità che ha di ricominciare dopo ogni crisi personale e collettiva.

Il CREADA - Centro di relazione educativa adulto-adolescenteL’attenzione alla pedagogia degli adulti e alla relazionalità adulti-giovani è all’origine del Centro CREADA, Centro di re-lazione educativa adulti-ado-lescenti, che si propone come luogo di servizio educativo per tutti gli adulti motivati a meglio comprendere il proprio ruolo e la funzione educativa, siano essi genitori, docenti o educatori del sociale.Il Centro di relazione educa-tiva adulti-adolescenti nasce nel 2006 come progetto di

servizio a carattere pedagogi-co promosso dall’Associazio-ne per l’Abbazia di Mirasole, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, dalla Confede-razione Italiana Consultori di Ispirazione Cristiana ONLUS, con la partecipazione del-l’Ospedale Maggiore di Milano e della Regione Lombardia e si offre come luogo di riferi-mento per tutti gli adulti - sin-goli o enti, anche del privato sociale - che sono in relazione con gli adolescenti e chiedono di essere sostenuti nel loro impegno educativo.Infatti il sempre non facile dia-logo intergenerazionale con gli adolescenti assume ai nostri giorni caratteri di crescente difficoltà per la complessità e la problematicità degli atteg-giamenti e dei comportamenti giovanili che trovano a volte del tutto impreparati gli adulti cui compete la responsabilità dell’educare.La caratterizzazione educati-va del CREADA si qualifica con apporti interdisciplinari sia delle scienze umane che della medicina. In questa ultima relazione consiste la sua originalità: educazione è anche salus, sanità e salvez-za, è speranza in un domani migliore. La domanda di salu-te è domanda di educazione, perché sia promossa la piena realizzazione della persona nel suo potenziale fisico, psi-chico, culturale, relazionale

Il CREADA - Centro di relazione educativa adulto-adolescente

Page 98: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

100e nel suo bisogno profondo di partecipare coscientemente ed effettivamente alla condu-zione della vita umana per contribuire al bene comune, Infatti l’esser sani connota og-gi una situazione di equilibrio con sé stessi, con il proprio tempo, con il proprio ambien-te, una situazione di equilibrio tra esigenze e risorse, tra esse-re e avere, un equilibrio per ciò stesso dinamico, secondo ritmi peculiari, mai standardizzabi-le staticamente. Ciò perché la salute è un processo rea-le, riferibile alla concreta esi-stenza dei soggetti; come tale è individuabile in un preciso ambiente, su un determinato territorio, in un tempo storiciz-zabile le cui coordinate sono insieme quantitative e qualita-tive. Sono proprio questi stessi aspetti a caratterizzare la salu-te in una processualità sempre aperta, in una evoluzione con-tinua, secondo una moltepli-cità di variabili interconnesse che fanno della buona salute una condizione complessiva per vivere nella sua pienezza l’esperienza umana. Qualun-que sia l’accezione scelta co-me paradigma di riferimento della salute, questa si presen-ta come un bene propositivo di finalità educative che si impo-ne soprattutto alla riflessione dei pedagogisti e degli ope-ratori interessati ai processi formativi. Proprio questi oggi si trovano a confrontarsi con

una domanda di educazione che ha implicazioni qualitative e spessore quantitativo sempre più alti.La globalità dell’approccio educativo del CREADA è diret-tamente connessa ai principi del personalismo, al rispetto della dignità della persona e del suo valore, fondamento di ogni diritto e dovere, perché nello stesso dovere di essere risiede l’impegno di ricercare e di dare un senso alla pro-pria vita e al proprio esistere in situazione. Al di là di ogni dibattito teorico, di chiarifica-zioni dottrinali, di dimensioni giuridico-legislative spetta poi all’educazione e ai suoi opera-tori inverare i valori della salu-te promuovendone il rispetto nei comportamenti concreti, per impedire che vengano trascurati costruttivi impegni di promozione umana che ri-chiedono sicura competenza pedagogica.Il CREADA è in sintesi un Centro di educazione degli adulti e per gli adulti. Il Centro offre consulenza ri-cerca e formazione nei seguen-ti ambiti: consulenza ad adulti che si occupano di adolescen-ti; ricerca sulle problematiche adolescenziali; ricerca sulle esperienze operanti a livello nazionale e internazionale in campo educativo nell’ambito dell’adolescentologia; ricerca su e messa in atto di meto-dologie educative innovative;

Page 99: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

101formazione di adulti che a vario titolo si relazionano con adolescenti e che vogliano perfezionare la propria com-petenza educativa (genitori, responsabili e operatori de-gli oratori, dei consultori e dei centri giovanili, docenti e dirigenti delle scuole, delle associazioni sportive e ricrea-tive, …).Il Centro opera secondo un approccio metodologico di ricerca-intervento. Infatti il CREADA intende coinvolgere gli educatori degli adolescen-ti in percorsi di ricerca da condividere con il gruppo dei ricercatori del Centro perché gli adulti educatori possano sentirsi appoggiati nel loro impegno e possano fruire del supporto scientifico di mez-zi e strumenti appositamente predisposti per le diverse si-tuazioni.Presupposto di questa moda-lità di ricerca è “conoscere cambiando”: la ricerca, nel momento stesso in cui studia il fenomeno sul campo in maniera empirica e sperimen-tale, provoca modifiche negli eventi e ne osserva gli effetti. Gli interventi che accompa-gnano le rilevazioni empiriche sono di tipo formativo-educati-vo, secondo l’approccio carat-teristico del Centro CREADA. Il confronto e il dialogo in gruppo nelle diverse fasi del-la ricerca contribuiscono a fornire ulteriori elementi di

sostegno educativo e soprat-tutto a far superare quel senso di solitudine che gli operato-ri–educatori spesso avvertono nei casi di relazione con “ado-lescenze difficili”.Attraverso il metodo della ri-cerca-intervento ogni educa-tore si responsabilizza nel suo impegno quotidiano e sente di poter contare sui suggerimen-ti e sugli orientamenti che provengono dalla teoria, ma che sono declinati secondo le esigenze e i bisogni educativi dei “casi” concreti.I momenti di formazione pres-so il Centro pongono poi gli interessati a confronto con metodologie relazionali inno-vative validate dal gruppo di ricerca dell’Università Catto-lica del Sacro Cuore afferen-te alla Cattedra di Pedagogia degli adulti, la cui titolare è il direttore scientifico del CREADA. Sono proprio questi nuovi metodi a caratterizzare in modo originale il Centro.Purtroppo, in ambito educa-tivo, la relazione è spesso un parlare orientato unilate-ralmente, senza scambio e reciprocità, un discorrere se-condo canoni tradizionali e in ambiti ben definiti, rigidi. Da essa rimangono escluse l’interiore qualità del collo-quio, la novità, la creatività, la partecipazione. Questa for-ma monologica di relazione è implicita in ogni concezione dell’educazione che considera

Page 100: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

102come prioritaria la trasmis-sione di prodotti culturali e dimentica di porre attenzio-ne ai soggettivi processi di apprendimento, e soprattutto si colloca al di fuori di ogni intenzionalità educativa. Si comprende quindi come una relazione educativa di qualità non possa essere de-mandata solo alle strumen-tazioni mediali, ai computer e alle varie forme di e-lear-ning, perché proprio l’elemen-to strumentale del linguaggio assume la massima impor-tanza in quanto finalizzato all’apertura verso l’altro per l’arricchimento che la parola dell’uno offre all’altro, in un reciproco completamento e in una reciproca interazione e partecipazione: il dialogo richiede necessariamente di lasciare aperto un rispettoso spazio per l’altro. Il decondizionamento - che deve qualificare il clima edu-cativo - è da ricercarsi nel potere che ha la persona di re-lazionarsi nonostante il nucleo della propria libertà sia inson-dabile, di volersi aprire alla libertà degli altri, perché negli altri si rinviene tanta parte di sé. Un mutamento qualitativo della persona si può avere solo in base alle influenze che derivano dalle sue potenzialità interiori. L’educazione è un evento sostanzialmente etico, sociale, interpersonale che richiede persone preparate,

educatori umanamente solidi e professionalmente preparati, per leggere la realtà senza la pretesa di tradurla nei propri schemi e per incamminarsi verso una meta per il cui per-seguimento tutto è da costrui-re e nulla dato in partenza.Oggi non è più possibile igno-rare che gli affetti svolgono un ruolo importante in ogni relazione umana, in quella educativa in particolare, in quanto caratterizzata da un forte bisogno di comunicazio-ni significative e di interazioni affettivamente ricche. La qua-lità dell’educazione esige una relazione ricca di passione educativa e di testimonianza, di partecipazione e di atten-zione, di responsabilità e di competenze affettive ed emo-zionali, per alimentare una comunicazione sostenuta da valori e da sentimenti positivi e autenticanti. Il dovere del-l’educatore non è nelle forma-lità delle procedure, ma nel coinvolgimento relazionale re-sponsabile, nella testimonian-za e nell’esemplarità. Le gio-vani generazioni hanno biso-gno di educatori che siano in grado di proporre e vivere un progetto formativo senza rela-tivizzare gli impegni personali e comunitari, e che sappiano orientare sé stessi e gli altri a non catalizzare attenzioni e motivazioni sulle singole esperienze negative, ma che si impegnino a promuovere

Page 101: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

103la globale maturazione della personalità, in ordine a impe-gni da percepirsi e da viversi in un orizzonte culturalmente vasto, ricco di ideali, in una atmosfera di serenità, di gioia, di sana affettività. L’educatore che sa vivere l’amore pedago-gico sa andare incontro alla singola persona con l’inten-zione di difenderne la dignità, di consolidarne il valore, di potenziarne la singolarità, per impegnarsi al suo “servizio”, per aiutarlo a responsabiliz-zarsi in una chiara prospet-tiva assiologica. Comprende-re l’alterità e apprezzarne la differenza, coglierne tensioni e aspettative e prendere po-sizione contro tutto ciò che ne ostacola l’affermazione e la crescita in autenticità e re-sponsabilità definisce il ruolo di un serio educatore. È evidente che nella rela-zione educativa l’adulto non può trascurare il valore che viene dato al proprio ruolo e alle attese di ruolo. Così, ad esempio, la frustrazione di precedenti iniziative può por-tare l’adulto ad assumere un ruolo rigido e standardizzato, pur in presenza di compor-tamenti diversificati da parte dell’adolesecente con cui è in relazione educativa. E non è da trascurare il fatto che i vissuti relazionali possono essere espressione di moti consci e inconsci, razionali e emotivi. È sufficiente pensare

all’immagine che l’educatore ha di sé come persona si-cura, capace, autorealizzata, o insicura, scontenta, poco colta, all’idea che si è fatta sul proprio ruolo, su come svolgerlo, sull’utilità o inu-tilità della propria azione, e all’immagine che egli ha del giovane con cui è in relazio-ne, come soggetto da aiutare o da dominare… Alla luce di queste considerazioni la qua-lità della relazione educativa esige l’impegno a un percorso di formazione continua. Nella stessa caratterizzazione della formazione degli edu-catori - che si fonda sulla relazionalità interpersonale - è implicita l’esigenza di una re-visione continua dei processi e dei modelli procedurali che devono essere rispondenti alle peculiari situazioni di bisogno educativo e ai soggetti che ne sono espressione, nel loro valore singolare, unico, irrepe-tibile. Proprio perché l’attività educativa si esprime in un contesto di interdipendenza, è evidente che si tratta di una qualità che continua a costruirsi attraverso le diverse situazioni che l’educatore in-contra e che lo sollecitano alla revisione del proprio agire. La qualità della relazione educa-tiva esige quindi che l’adulto sia capace di esercitare un ruolo attivo nell’attività di ri-cerca, della creatività, della critica costruttiva.

Page 102: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

104Ogni adulto educatore deve sempre esprimere la sua ca-pacità di alimentare una rela-zione di qualità, avvalendosi di questi elementi:1. l’intenzionalità, cioè l’ela-

borazione di un progetto educativo;

2. la vicinanza, perché i gio-vani devono essere cono-sciuti nella loro quotidiani-tà e nel loro ambiente;

3. la frequenza di dialogo, per entrare in empatia con i vissuti, i linguaggi, i codici che i giovani utilizzano in particolari contesti;

4. il luogo - il gruppo e la comunità - che costituisce l’ambito da cui provengono i problemi di vita dei giova-ni con cui si è in relazione.

In ogni caso l’adulto educato-re sa che i ritmi che caratte-rizzano la relazione di qualità sono quelli della crescita len-ta, dei percorsi tortuosi, delle attese fiduciose. Ma proprio attraverso questa qualità della relazione educativa si può av-valorare la bellezza e la gran-dezza della persona per cui tutto il resto acquista senso e valore.

Page 103: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

105

“La persona resta ancor oggi, il termine più adeguato per dare impulso a ricerche per le quali non sono adeguati né il termine coscienza, né quello di soggetto né quello di individuo”

Paul Ricoeur IntroduzioneQuesto intervento ha carattere conclusivo. Ad esso si doman-da il non facile compito di raccogliere da una prospettiva sintetica ciò che ha voluto essere questo Convegno, che si è proposto di mettere a te-ma l’identità della persona e della famiglia come è pensata nell’alveo della Rivelazione

ebraico cristiana, la quale co-stituisce l’orizzonte dentro il quale i nostri Consultori, detti appunto di ispirazione cristia-na, intendono svolgere il loro compito, la loro missione di sostegno e di consulenza alle persone che si trovano in dif-ficoltà e bisognose di aiuto.Penso che possiamo convenire sulla seguente affermazione: il Convegno ha fatto emergere che l’antropologia, ossia la visione di uomo che necessa-riamente soggiace a ogni no-stro intervento consultoriale, è il nodo critico, cruciale e decisivo di tutte le questioni che riguardano la sessualità, la coppia, il matrimonio, la famiglia, la procreazione, la vita, ecc.. Quindi subito una

Giancarlo Grandis

Ripensare la personaLe sfide all’antropologia d’ispirazione cristiana in un mondo che cambia

Introduzione

Page 104: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

106prima considerazione: pensa-re che nell’esercizio di una professione – che ha come “oggetto” (etimologicamente: “ciò che sta di fronte”) non una cosa da produrre, ma una persona da aiutare1 – si possa rimanere antropologicamente ed eticamente neutri, risulti alla fine profondamente in-gannevole. Quando si tratta della persona umana, non è possibile nessuna neutralità. Occorre prendere posizione. O con e per la persona o contro la persona. Questo vale per tutte quelle professioni il cui “oggetto” è allo stesso tempo un “soggetto”, vale a dire una persona come me. Nell’ambi-to della educazione umana e nella relazione d’aiuto ognu-no insegna all’altro sempre sulla misura in cui pensa sé stesso.Ma ecco la domanda: chi è persona? In che cosa consiste il bene-essere della persona?Oggi, di fronte alla sempre crescente specializzazione delle varie scienze umane, c’è il rischio che, conoscendo bene una parte, si perda di vista il tutto. Quando si tratta della persona, il suo vero bene non è mai il bene di una sua parte, ma il bene del tutto. La persona umana, infatti, non è costituita dalla somma delle

sue parti, ma dalla sua unità. Cogliersi come uno è l’espe-rienza fondamentale che l’uo-mo fa quando agisce. Nella pluralità delle sue operazioni, egli fa l’esperienza dell’unità del proprio io. “Corpore et anima unus”, unità di anima e di corpo, definisce l’uomo il Concilio Vaticano II2. L’uomo sintetizza in sé sia ciò che è proprio del mondo materiale, attraverso la sua condizione corporale, sia ciò che contrad-distingue il mondo spirituale, attraverso la sua anima. L’uni-tà della persona umana è ciò che permette di comprendere che nell’uomo non vi è niente che possa essere o puramente biologico, o puramente psico-logico, o puramente spiritua-le. Tutto nell’uomo è umano. Per affermare ciò – che cioè “l’uomo ha ragione di ritenersi superiore a tutto l’universo”3 e che di conseguenza non può essere ridotto a una delle sue parti, né tanto meno essere oggetto di manipolazione – la nostra tradizione culturale, ha elaborato il concetto di perso-na in cui si riassume tutta la concezione cristiana dell’uo-mo. L’uomo è persona4.Di fronte al processo di deco-struzione dell’identità unita-ria dell’uomo, intrapresa dalle scienze moderne, che riduco-

1 Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, cfr. R. sPaemann, Persone. Sulla dif-ferenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, Laterza, Roma-Bari, 2005.

2 Gaudium et Spes, § 14.3 Ibidem, § 15.4 Cfr. M. serreTTi, L’uomo è persona, LUP, Roma, 2008.

Page 105: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

107no l’uomo ai suoi fenomeni scientificamente osservabili, questa affermazione, su cui sembrerebbe facile concorda-re, non è più così scontata e condivisa. Anzi, il progresso delle biotecnologie e la deco-dificazione del DNA umano spingono a far concludere che l’uomo in realtà sia solo uno degli esseri viventi tra gli al-tri, “una materia biologica” che viene dichiarata intan-gibile grazie all’attribuzione della personalità, ma che non ha fondamento scientifico. Proprio sulla base di questi presupposti Umberto Veronesi può affermare in un suo sag-gio scritto insieme a Chiara Tonelli che “la vita è un in-sieme di reazioni chimiche. Per la natura l’essere umano potrebbe essere semplice-mente uno dei tanti tasselli da sacrificare, se l’evoluzione lo imponesse”5. Siamo ormai sulla soglia dell’eugenetica, scientificamente giustificata anche per l’uomo.All’inizio del Terzo Millennio l’uomo si ritrova così ridimen-sionato. Il pensiero personali-sta, che nel secolo ha cercato di arginare i vari totalitarismi che avevano ridotto gli spazi di libertà umana e umiliato la

sua dignità di persona, “non è stato così competitivo da vincere la battaglia del con-cetto”, come ha affermato il grande filosofo cristiano Paul Ricoeur nel suo saggio Muo-re il personalismo, ritorna la persona6. Di fronte ai grandi cambiamenti in atto - che stanno mettendo in discussio-ne il paradigma antropologico finora pacifico nelle nostre società occidentali7 - e alla constatazione della caduta dei valori, la persona umana sembra scivolare verso il tem-po del post-umano8, un banco di prova per l’educazione alla domanda contenuta nel Sal-mo 8, che non passa mai di moda: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”.Proprio la controversia sul humanum,provocata dagli im-mensi poteri mediatici, eco-nomici, militari, scientifici che spesso si accaniscono nel diminuire l’uomo e che con-tribuiscono nel farne un esse-re asservito, umiliato, offeso, fanno avvertire l’urgenza di una rinascita della persona9.

5 Cfr. C. Tonelli, u. Veronesi, Organismi geneticamente modificati, Sperling & Kupfer, Milano 2007.

6 P. riCoeur, La persona, Morcelliana, Brescia 1997, p. 22.7 Cfr. L. BolTanski,La condizione fetale. Una sociologia della generazione e dell’aborto,

Feltrinelli, Milano, 2007, p. 3.8 R. marChesini, Post-human. Verso nuovi modelli di esistenza, Bollati Boringhieri, To-

rino, 2002.9 Cfr. V. PossenTi, Il principio-Persona, Armando, Roma, 2006.

Page 106: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

108Non è lo scopo di questo in-tervento entrare in un’analisi dettagliata del concetto di per-sona; né io ho la competenza per cimentarmici. Il compito assegnatomi in questa rela-zione conclusiva è mostrare come attorno al servizio alla persona nella sua integralità – e di conseguenza alla fami-glia, che è la prima e fonda-mentale “forma di comunione di persone”10 – ciascun ope-ratore può scoprire la finalità e la specificità dei consultori d’ispirazione cristiana. Pro-prio per servire la persona nella sua unità di soggetto, essi sono chiamati a un lavoro interdisciplinare, tramite un lavoro di équipe11 finalizzato a far emergere una convergenza armonica tra i nostri interventi specialistici settoriali, che da soli non sono in grado di dare di dare una risposta al bene unitario della persona.Per raggiungere tale scopo, sembra utile richiamare qui alcuni punti basilari dell’an-tropologia cristiana, fondata sul concetto di persona uma-na creata a immagine e somi-glianza di Dio, ed evidenziare le principali sfide a cui essa oggi va incontro, mostrando però che tali sfide possono risolversi anche in opportu-nità di evangelizzazione e di testimonianza di valori umani

perenni che aiutano l’uomo di oggi, così incerto e spaesato di fronte a cambiamenti che fatica a governare, a continua-re a sperare e a scommettere sul proprio futuro. Le radici bibliche dell’antropo-logia cristianaI due testi fondativi di Gn 1 e Gn 2, che contengono il progetto originario di Dio Creatore, ci dicono che la re-lazione interpersonale su cui si erige ogni altra relazione è quella che si stabilisce tra l’uomo e la donna chiamati a realizzarsi nella esperienza della comunione coniugale (i due in una carne sola). La ragione che sta alla radice di tale affermazione è che Dio ha creato la persona umana “a sua immagine” (Gn 1,27), maschio e femmina, speci-ficando che tale unità non è accidentale, ma sostanziale e simbolica, per cui su di essa l’uomo non ha un potere arbi-trario da esercitare. Essa è da accogliere come dono e come compito affidato alla libertà (cf Gn 2,24).Gesù espliciterà questo fon-damento biblico affermando – di fronte alla fragilità storica a vivere tale originaria relazio-ne dovuta al peccato – che al-l’uomo non è dato di separare ciò che Dio ha unito (cf Mc

10 Gaudium et Spes, § 12.11 Cfr. Cei - uffiCio nazionale Per la PasTorale della famiglia (a Cura di), I Consultori

familiari sul territorio e nelle comunità, EDB, Bologna, 1991, § 15.

Le radici bibliche dell'antropologia

cristiana

Page 107: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

10910,6-9). Un limite, questo, che non costituisce una male per la libertà - tutt’altro! -, ma solo un pressante invito a ri-manere dentro questo orizzon-te, fuori dal quale l’uomo non può vivere ogni altra relazione come relazione di bene. La relazione uomo-donna è così originaria e originante ogni al-tra relazione. Su tale relazione viene elaborata l’antropologia cristiana che i recenti studi stanno mostrando come ca-ratterizzata dal mistero nuzia-le12. L’antropologia cristiana è un’antropologia nuziale per-ché originata dalla chiamata del Creatore rivolta all’uomo a partecipare al mistero di comunione interpersonale che egli vive in sé stesso come unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L’amo-re tra l’uomo e la donna, uniti dal patto coniugale, si costituisce, inoltre, come un amore paradigmatico di tutte le altre forme d’amore perché è come l’architettura umana che riflette l’architettura di-vina13.

Chiamati a riflettere l’amore originario di Dio CreatoreIl magistero ha fissato tale consapevolezza che la Chiesa ha maturato nel corso del-la propria storia con questa espressione della Familia-ris Consortio: “Dio ha crea-to l’uomo a sua immagine e somiglianza: chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore e vive in sé stesso un mistero di co-munione personale d’amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio iscrive nel-l’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione. L’amore è, pertanto, la fonda-mentale e nativa vocazione di ogni essere umano”14. L’amore che Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna è da intendersi iscritto nel corpo sessuato dell’uomo e della donna. Di fronte al rischio spi-ritualizzante che finisce per non permettere di compren-dere il significato personali-stico della corporeità e della

12 Cfr. sopratutto lo studio di G. mazzanTi, Persone nuziali, EDB, Bologna, 2005.13 “Il luogo, la città di Rio de Janeiro, suscita una ispirazione. Perché si nota con-

tinuamente questa architettura divina e si vede anche l’architettura umana. Ma l’architettura divina è superiore, da una parte, come anche si vede che l’uomo è un ar-chitetto, l’uomo è a immagine di Dio. Questa ispirazione dell’architettura è importante per le famiglie, perché anche la famiglia, come chiesa domestica, è un’architettura divina e umana. Inoltre la famiglia ha bisogno di questa architettura divina e umana per vivere, per conservarsi, per incontrare Dio nella casa. Ecco, una riflessione con-clusiva che mi è suggerita dall’architettura” (gioVanni Paolo II, Discorso ai Vescovi e ai delegati del Congresso Teologico Pastorale,Centro Congressi “Rio Centro” (Rio de Janeiro), 3 ottobre 1997.

14 Familiaris Consortio, § 11.

Chiamati a riflettere l'amore originario di Dio Creatore

Page 108: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

110sessualità, si precisa che “In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel cor-po e corpo informato da uno spirito immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo uma-no; e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale”15.Il maschile e il femminile, nel loro richiamarsi recipro-camente, costituiscono la me-moria dell’atto creativo di Dio impresso nella nostra natura biologica. La sessualità uma-na – o, meglio, il sesso - rive-la l’originaria chiamata della persona umana, fatta a im-magine e somiglianza di Dio, a realizzarsi nella esperienza della comunione, vale a dire non nella relazione conflittua-le (anche se storicamente è sempre esposta a essa), ma nella relazione di amore, a im-magine quindi delle relazioni intratrinitarie. La riflessione teologicaSui dati della rivelazione bi-blica la ragione credente ha elaborato una teoria dell’es-sere umano come persona, vale a dire come un indivi-duo (in sé) che è chiamato a compiersi nella relazione con l’a(A)ltro, una dottrina nella coppia umana nella relazione tra maschile e femminile co-

me la prima forma di comu-nione tra persone (communio personarum), una concezio-ne della storia come compito della libertà a costruire la comunione definitiva con il Creatore dopo la morte.In questo secondo punto della nostra riflessione ci soffermia-mo a esaminare come si sia progressivamente formata nel pensiero cristiano la dottrina della coppia umana o, meglio, la dottrina del sacramento del matrimonio che dopo un lungo travaglio speculativo troverà la sua definitiva sistemazione con il Concilio di Trento16.Sinteticamente possiamo uti-lizzare tre termini con cui questa dottrina è stata ela-borata: il termine di bene, il termine di fine, il termine di dono.Prima, però, conviene premet-tere una previa chiarificazione sul rapporto tra amore sponsa-le, che il dato biblico conside-ra originario e paradigmatico, e l’amore filiale che costitui-sce la prima esperienza di amore che l’individuo fa. Si deve certamente riconoscere che l’origine dell’esperienza relazionale – seppur iscritta nella natura bisessuale della nostra biologia – ha come suo adeguato terreno di coltiva-zione l’amore filiale. Prima che l’uomo è la donna si uni-

15 Ibidem.16 Cfr. ligier L., Il Matrimonio. Questioni teologiche e pastorali, Città Nuova, Roma,

1988.

La riflessione teologica

Page 109: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

111scano con amore coniugale e fondino una famiglia, “hanno già avuto il loro sviluppo per-sonale entro la loro famiglia di origine”17. L’amore dei pro-pri genitori diventa esemplare per imparare a vivere relazioni d’amore gratuite, fondate sul dono. Anche prima di fondare una famiglia, i futuri coniu-gi conoscono in modo vitale “che questo amore è donazio-ne; e quante lotte occorrano per conservarlo e realizzarlo in modo sempre più comple-to”18. Amore filiale e amore nuziale si richiamano a vicen-da in un rapporto di reciproca generazione: l’amore nuziale genera quello filiale in quanto la famiglia fondata sul matri-monio è la culla della vita; ma l’amore filiale è il terreno nel quale si scopre l’amore nu-ziale proprio dei genitori che hanno donato la vita.A partire dai dati biblici che portano a comprendere che l’amore costituisce la voca-zione fondamentale e nativa della persona umana creata per amore - per cui “creato” significa “donato”, “amato” - e a rilevare che il sesso maschile e femminile è cifra rivelativa di questa vocazio-ne a realizzarsi nell’amore, la riflessione teologia ha fin dall’inizio individuato, anche

se attraverso un cammino pro-gressivo, che il luogo storico nel quale l’uomo è chiamato a realizzare questa vocazione è il matrimonio, vale a dire la relazione uomo-donna uniti dal vincolo coniugale (dal-l’amore creato, cioè donato, all’amore libero, cioè scelto). Con l’avvento di Cristo verrà rivelato un ulteriore luogo sto-rico costituito dalla verginità. Nella sua sintesi antropolo-gica in prospettiva nuziale, la Familiaris Consortio così si esprime: “La Rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vo-cazione della persona umana, nella sua interezza, all’amore: il matrimonio e la verginità. Sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo, del suo ‘essere ad immagine di Dio’”19. Questo mostra che per la ragione credente, il-luminata dalla rivelazione, il matrimonio e la famiglia che su di esso si fonda, costitui-scono un luogo teologico, vale a dire un libro dentro il quale è possibile trovare le giuste risposte alle domande sull’uo-mo, sulla sessualità, sul signi-ficato della vita, sull’amore20. Di più, l’esperienza nuziale è stata utilizzata come il filo

17 B. häring, Sociologia della famiglia, San Paolo, Roma, 1962, p. 94.18 Ibidem, p. 65.19 Familiaris Consortio, § 11.20 Cfr G. CamPanini, Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come “luogo teologico”,

EDB, Bologna, 1996, p. 5.

Page 110: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

112conduttore, la metafora, del-la storia della salvezza come storia dell’amore di Dio verso l’umanità. La coppia apre e chiude questa storia. “Uno sguardo dall’alto sull’intera storia biblica che voglia es-sere uno sguardo sullo svilup-po della storia dell’umanità nel suo insieme (dalla Ge-nesi all’Apocalisse)”, afferma Giorgio Mazzanti, “rileva una chiara inclusione nuziale: la presenza di una coppia apre e chiude il complessivo svol-gimento di quella storia. Una medesima inclusione nuziale caratterizza l’arco della vita di Gesù Cristo. La realtà e la dimensione nuziale carat-terizzano inizio e fine, pro-tologia ed escatologia della storia (storia della salvezza) e dell’esistenza di Cristo”21. Per l’antropologia teologica elabo-rata a partire dalla rivelazione ebraico-cristiana il matrimo-nio costituisce il luogo dove può essere compresa tutta la trama esperienziale del-l’amore, degli affetti, dei gesti sessuali nel loro significato originario, e da qui imparare a viverli nella loro verità.

Una relazione fondata sul concetto di bonumIl primo grande periodo di ela-borazione teologica in termini di comprensione e diffusione,

oltre che di confronto con al-tre culture (in primis quella greca), è il periodo patristico. A conclusione di tale periodo troviamo, nel pensiero di Ago-stino, una prima elaborazione sistematica e sufficientemente completa della dottrina della sessualità e del matrimonio; essa ha fatto meritare ad Ago-stino di essere considerato il Dottore del matrimonio cri-stiano22. Il punto focale della sua ricerca, in sintonia con la maggioranza dei Padri della Chiesa, è quello di mostrare il valore morale del matrimonio. Per Agostino il matrimonio è buono: è stato istituito e be-nedetto da Dio; e Cristo lo ha elevato al ruolo sublime di rap-presentare la sua unione con la Chiesa. Quindi “lodare la verginità non significa disprez-zare il matrimonio. È fare il più bell’elogio della verginità il collocarla al di sopra di un al-tro stato che è buono in sé”23. Si deve a questo grande Dotto-re della Chiesa la teorizzazio-ne della dottrina dei tre beni del matrimonio, dottrina che manterrà il suo influsso fino al Vaticano II: il bonum prolis, cioè la procreazione e l’edu-cazione della prole, il bonum fidei, cioè la fedeltà coniugale che è la legge stessa del matri-monio, e il bonum sacramenti, cioè il suo valore simbolico di

21 G. mazzanTi, Persone nuziali, op. cit., p. 13.22 Cfr. P. adnes, Le Mariage, Tournai, Desclée, 1963, p. 55.23 agosTino d’iPPona, cit. in adnès, Le Mariage, op. cit., p. 55.

Page 111: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

113segno sacramentale dell’unio-ne di Cristo con la Chiesa che conferisce al matrimonio le due proprietà dell’unità e dell’indissolubilità. Rimane in-soluto in Agostino il problema della concupiscenza “intesa come un disordine quasi in-superabile e che quindi rende impossibile il recupero di una visione serena del sesso, in cui il piacere e tutto il ples-so emotivo e passionale siano riconosciuti nella loro autenti-cità creaturale e quindi accolti in un corretto comportamento umano e cristiano”24. A difesa di Agostino occorre notare però che la concupiscenza non si-gnifica per lui diretto disprez-zo del sesso, ma dell’abuso disordinato del sesso a motivo della perversione della volontà umana a causa del peccato, a motivo del quale l’uomo a Dio - Sommo Bene - preferisce le creature. Disordinato non sarebbe il piacere, ma la sua incomposta sfrenatezza.

Una relazione fondata sul concetto di fineDalla fine dell’epoca patristi-ca fino al Concilio di Trento la teologia sacramentale conce-

pisce perlopiù il matrimonio come sacramento dotato di fini e proprietà. Fino al secolo XI la teologia ha vissuto un periodo di staticità, limitando-si a ripetere creativamente la dottrina del Padri. Col secolo XII inizia un periodo d’oro, in cui essa si elabora come scienza all’interno della nuo-va istituzione della Univer-sità25. Nell’epoca medioevale assistiamo a un rifiorire di una schiera di teologi che, sulla base dei guadagni della riflessione patristica (il va-lore morale del matrimonio, l’indissolubilità, l’unità, la li-ceità delle seconde nozze, la superiorità della verginità e del celibato), contribuiscono al progresso della teologia dei sacramenti e della teologia del matrimonio, fornendo preziosi elementi per la comprensione della formazione del matrimo-nio, della sua finalità e della sua sacramentalità26.Significativi sono i contributi di Ugo e Riccardo di S. Vitto-re, Abelardo, Pietro Lombar-do, Alberto Magno, Tommaso di Aquino27. Come il perio-do patristico - almeno per la Chiesa latina - ha trovato una

24 m. CrisPiero, Teologia della sessualità. Approfondimenti sui temi del matrimonio e della verginità, Studio Domenicano, Bologna, 1994, p. 233.

25 Cfr. m.d.Chenu, La teologia nel XII secolo, Jaca Book, Milano, 1986; id, La teologia come scienza nel XIII secolo, Jaca Book, Milano, 1985.

26 Cfr adnès, Le Mariage, op. cit., p. 76.27 Per una visione sintetica del pensiero di questi autori nell’ambito della teologia del

matrimonio si consulti J.S. BoTero, Etica coniugale. Per un rinnovamento della morale matrimoniale, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1994, pp. 49-57. Cfr. anche A. CarPin, Il sacramento del Matrimonio nella Teologia Medievale. Da Isidoro di Siviglia a Tommaso D’Aquino, Studio Domenicano, Bologna, 1991.

Page 112: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

114sua prima sintesi in Agostino, così il periodo medioevale ha potuto contare sulla sistema-zione teologica di Tommaso d’Aquino.La soluzione tomista appare come una puntualizzazione più equilibrata della riflessione agostiniana. Quanto alla con-cupiscenza, in Tommaso essa è ancora presente per giustifi-care il valore della continenza e della verginità; ma “egli in-quadrerà la problematica in un contesto di rinuncia più univer-sale, la quale va a interessare – più evangelicamente e meno platonicamente – la posizione e l’atteggiamento dell’uomo-nel-mondo in un contesto di esistenza decaduta e insieme salvata, in cui, da una parte, il mondo si offre spontaneamen-te all’esperienza umana come polo catalizzatore in antago-nismo con Dio, e, dall’altra, Dio tende a costituirsi centro di riferimento essenziale per l’uomo salvato, condizionante tutti i suoi rapporti con le varie realtà terrene”28. Il risultato è che il suo discorso appare me-no condizionato dal fenomeno patologico della concupiscen-za; inoltre l’affermazione del valore della verginità è meno

contrapposta allo stato di vita del matrimonio29. La sintesi tomista ha avuto il suo alveo di ricezione magisteriale nel Concilio di Trento.Per la storia della teologia il Concilio di Trento segna una tappa molto significativa a mo-tivo della massiccia entrata in gioco del Magistero con i suoi autorevoli interventi, che non potevano non influire sulla ri-flessione teologica. Compito storico del Magistero non è propriamente l’analisi teologi-ca e l’argomentazione, ma la custodia del senso autentico della Parola di Dio a fron-te di situazioni storicamen-te confuse e dottrinalmente discusse che richiedono, so-prattutto per i semplici fede-li, interventi chiarificatori da parte di chi ha un particolare carisma nel merito. Di solito, quindi, l’emanazione di docu-menti magisteriali è motivata e condizionata da tali situazioni contingenti. “In rapporto al matrimonio, si può dire che il primo di tali momenti, o alme-no il più significativo, è stato il Concilio di Trento, quando il deposito della Rivelazione si trovava minacciato dalla Ri-forma protestante”30. In esso

28 M. CrisPiero, Teologia della sessualità. Approfondimenti sui temi del matrimonio e della verginità, op. cit., p. 233.

29 Per una sintesi del contributo tomista si veda ibidem, pp. 276-278; e anche J. S. BoTero, Etica coniugale. Per un rinnovamento della morale matrimoniale, op. cit., pp. 54-57.

30 G.R. de haro, Matrimonio e Famiglia nei documenti del magistero. Corso di teologia morale, Ares, Milano, 1989, p. 33. La Riforma aveva superato e reinterpretato tutta la precedente teologia alla luce dell’idea madre del pensiero luterano: l’affermazione della corruzione della natura e la concezione della giustificazione come realtà estrinseca. Dentro questo orizzonte interpretativo veniva sconvolta tutta la tradizione teologica prec-edente che considerava il matrimonio come sacramento. Si veda che cosa dice Lutero in proposito, cit. sempre in Matrimonio e Famiglia nei documenti del magistero, a p. 36.

Page 113: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

115confluiscono i risultati di tut-ta la ricerca precedente31; e vengono definite le questioni rimaste insolute dall’epoca patristica, come la precisa-zione del contenuto specifico della grazia sacramentale, il segno proprio, la questione del ministro, il momento della istituzione, ecc.32. Per l’anali-si di tali problematiche riman-do a una specifica relazione prevista sulla sacramentalità del matrimonio e sulla storia del costituirsi della sua forma canonica.

Una relazione fondata sul-l’esperienza del donoIn risposta al contesto cul-turale odierno, caratterizzato dalla modernità intesa come epoca del disincanto33, la teo-

logia ha individuato nel con-cetto di dono un nuovo e più adatto strumento semantico per ripensare il fondamen-to antropologico e teologico della relazione uomo-donna nella forma storica del matri-monio34.Questa strada è stata aperta dal Concilio Vaticano II. Nel § 48 della Gaudium et Spes vengono richiamati i termi-ni “beni” e “fini del matri-monio”, ma reinterpretati a partire dall’amore coniugale e della comunione di vita. Il matrimonio è definito come “l’intima comunità di vita e d’amore coniugale”35, specifi-cando che:1. essa è fondata dal Creatore

(quindi precede la società e lo Stato);

31 Per una presa di visione dei contenuti dei Decreti e dei Canoni di Trento sul matrimonio e le questioni aperte si veda ancora ibidem, pp. 37-44.

32 Cfr. ibidem, pp. 34-44. Per tutte le questioni teologiche relative al sacramento del matrimonio si segnala il saggio di ligier l., Il Matrimonio. Questioni teologiche e pastorali, Città Nuova, Roma, 1988.

33 Max Weber definisce la modernità “epoca del disincanto del mondo”, intesa come per-dita della capacità del canto originario, quello stupito di Adamo alla vista di Eva (Cfr. cap. “Lo stupore di Adamo per il dono di Eva”, in S. grygiel, “Dolce guida e cara”. Saggi antropologici sul femminile, Ares, Milano, 1996). Nell’ambito della modernità l’affermazione unilaterale dell’autonomia del soggetto ha fatto perdere la passione per l’altro e per la relazione lasciando l’individuo imprigionato dentro una libertà concepita come assoluta (ab-soluta: senza legami); al tempo stesso nel moderno la secolarizzazi-one sta diventando terreno di coltura per una nuova domanda di senso e per la ricerca di un orizzonte etico condiviso al fine di risolvere le grandi questioni delle biotecnolo-gie, risvegliando una nostalgia per la trascendenza e il religioso.

34 Cfr. A. maTTheeuws, Les «Dons» du Mariage. Recherche de Théologie Morale e Sacra-mentelle, Culture et Vérité, Bruxelles, 1996.

35 Il termine “intimo” ha qui un significato rilevante non soltanto dal punto di vista psico-logico/esistenziale/relazionale, ma anche etico. La parola “intimo” – affermava Gabriel Marcel già prima del Concilio riferendosi alla “realtà familiare” – “deve conservare in questi casi tutto il suo significato. Ma non basta. Sono molto portato a credere che una differenza radicale, per quanto difficilissima da intellettualizzarsi, deve essere mantenuta tra l’atto spirituale che comanda la procreazione in una famiglia cristiana, e la decisione di comperare un’automobile o un frigorifero” (g. marCel, J. guiTTon, e. masure, Ricerca della famiglia, San Paolo, Alba, 1955, p. 8). Qui Marcel con grande lucidità mette in evidenza la decisiva differenza tra un atto etico e un atto tecnico.

Page 114: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

1162. è strutturata con leggi proprie

(quindi innate o naturali);3. è stabilità con patto co-

niugale, vale a dire in virtù di un irrevocabile consen-so personale (e quindi ha base personalistica e non meramente biologica).

Il concetto di dono orienta verso la soluzione dei moltepli-ci problemi dottrinali ed etici dovuti all’odierna frantumazio-ne del mistero nuziale36. Il Vaticano II utilizza il concetto di dono per individuare un criterio etico capace di com-porre in unità i due significati della sessualità, quello unitivo e quello procreativo37. E la Fa-miliaris Consortio afferma: “La sessualità, mediante la quale l’uomo e la donna si donano l’uno all’altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l’intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrale dell’amore con cui l’uomo e la donna si impegnano totalmente l’uno

verso l’altra fino alla morte. La donazione fisica totale sa-rebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riser-vasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente”38.Quanto abbiamo fin qui espo-sto è sufficiente per inoltrarci ora nella parte più problema-tica della nostra riflessione, quella che intende mettere in evidenza alcuni punti fermi che appaiono già fin da ora in controtendenza rispetto alla cultura odierna incammina-ta – attraverso la rivoluzione sessuale e l’istituto giuridico del divorzio, ma anche con il riconoscimento delle rela-zioni di fatto e delle relazioni omosessuali – a una nuova concezione della relazione uo-mo-donna che non tiene più in conto dei dati di natura, ma intende basarsi solo sui variabili dati di cultura.

36 Per mistero nuziale si intende l’unità dei tre fattori che lo costituiscono e di cui la Chiesa non si è mai stancata di proclamare l’indissolubilità: differenza sessuale, dono di sé, fecondità (cfr. A. sCola, Uomo-Donna.Il “caso serio” dell’amore, Ed. Marietti 1820, Genova-Milano, 2002). La loro frantumazione è da considerarsi una delle più radicali cause dell’oscurarsi della dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio Amore e Creatore.

37 “Perciò quando si tratta di comporre l’amore coniugale con la trasmissione responsa-bile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti che sono destinati a mantenere in un contesto di vero amore l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana; e tutto ciò non sarà possibile se non venga col-tivata con sincero animo la virtù della castità coniugale” (Gaudium et Spes, § 51).

38 Familiaris Consortio, § 11.

Page 115: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

117Alcuni punti fermi di riferimentoNell’evidenziare ora alcuni punti fermi elaborati dal pen-siero cristiano a riguardo della relazione uomo-donna, dob-biamo sottolineare che essi non hanno rilevanza immedia-tamente etica, ma dottrinale. Il conoscere ciò che è precede sempre l’agire in base a ciò che deve essere. L’indicativo precede sempre l’imperativo. Questo spiega perché il pen-siero cristiano possa affermare una verità oggettiva senza che questo diventi una condanna della persona, ma soltanto un giudizio di bene e di male delle azioni, senza il quale all’uomo non sarebbe dato la possibilità di un cammino di perfezione. L’aver ridotto il messaggio cristiano alla sua unilaterale dimensione norma-tiva (un insieme di leggi e pre-cetti) è stato deleterio perché ha oscurato, nella coscienza di molte persone - che si sono allontanate dalla fede a motivo della non accettazione della morale - la bellezza della verità che affascina all’azione. Quella bellezza che ha fatto uscire Agostino nelle sue Con-fessioni con quella struggente esclamazione: “Tardi Ti amai, bellezza tanto antica e tanto

nuova, tardi Ti amai!”39. Si tratta di quella bellezza che risplende nel volto di Cristo che, per l’uomo, è “via, verità e vita”, norma universale e concreta del suo agire40.

La rilevanza antropologica e teologica del maschile e del femminileL’identità sessuale del ma-schile e del femminile non è riconducibile soltanto a da-ti meramente biologici e in quanto tali manipolabili, ma va riferita a dati simbolici che rivelano una verità ontologica che li trascende41. In essi vi è scritto il progetto di Dio che l’intelligenza è in grado di conoscere e interpretare e a partire dai quali l’uomo è chiamato a elaborare il pro-prio progetto di vita come un compito affidatogli dal Crea-tore: diventare ciò che è.

L’amore come fondamento della relazione coniugale che si esprime attraverso il corpo e genera la comunione delle personeL’esperienza che rivela il signi-ficato profondo della relazione uomo-donna è l’esperienza dell’amore. L’amore fonda ta-le relazione attraverso l’atto

39 agosTino d’iPPona, Confessioni, X, 27, 38. Cfr. B. forTe, La porta della Bellezza. Per un’estetica teologica, Morcelliana, Brescia, 1999.

40 Cfr. J. raTzinger, h. sChürmann, h.u. Von BalThasar, Prospettive di morale cristiana. Sul problema del contenuto e del fondamento dell’ethos cristiano, Città Nuova, Roma, 1986.

41 Cfr. C. giuliodori, Intelligenza teologica del maschile e del femminile, Città Nuova, Roma, 1991.

Alcuni punti fermi di riferimento

Page 116: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

118della libertà. La libertà è la facoltà adeguata al dono. Es-sa permette al dono donato di diventare dono che si dona. Il matrimonio è un vincolo che è costituito dall’atto della liber-tà, un vincolo - questo - che si costituisce liberamente, in grado di vincere il vincolo di natura, quello che ci lega ai genitori. È l’atto della libertà, che dà all’uomo la forza di ab-bandonare il padre e la madre e di unirsi alla propria moglie di modo che i due divengano “una sola carne” (Gn2,24). Il Cantico dei Cantici esalterà tutta la bellezza spirituale e fisica di questo legame, affer-mando che l’amore generato dalla libertà è “forte come la morte […]: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amo-re, né i fiumi travolgerlo” (Ct8,6-7). Questo amore è un sigillo sul cuore e sul braccio. Nessuna ricchezza materiale ne vale il cambio.Nell’esperienza coniugale e familiare vengono sperimen-tate le tre forme originarie dell’amore che costituiscono i pilastri della costruzione della nostra personalità equilibra-ta: l’amore sponsale, l’amore genitoriale e l’amore fraterno. Solo chi ha fatto una positi-va esperienza di tali amori è in grado di vivere da adulto l’esperienza sociale e contri-buirne ad alzare il livello. Pro-

prio per questo il matrimonio e la famiglia sono considerati una cellula della società.

La definitività dell’amore co-me vittoria sul tempo che corrode le relazioniEppure questo amore così connaturale alla struttura ero-tica della persona umana è storicamente soggetto al lo-gorio del tempo e alla fragi-lità della nostra volontà che non è capace alla distanza di mantenere fedeltà alla parola data.L’antropologia cristiana, tra-ducendo questo amore nel-l’impegno etico della defini-tività, costi quello che costi, non intende mettere una cro-ce sulle spalle degli sposi, ma indicare una esperienza capace di avere la meglio sul tempo che corrode le relazio-ni. Il tempo dell’amore non è un cronos che mangia ciò che si è generato con gli atti della libertà, esso è un kairos che permette di costruire il dono iniziale e promesso.Tocchiamo qui un punto no-dale della teologia del ma-trimonio inteso come sacra-mento della nuova ed eterna alleanza sancita nel sangue di Cristo. L’impegno della de-finitività certamente chiama in causa l’esperienza della croce. Ma non è una croce che abbrutisce e dalla quale è bene liberarsi. È una cro-ce che costituisce una prova

Page 117: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

119d’amore, anzi la prova supre-ma dell’amore. Tale croce che ha carattere salvifico trova il suo significato ultimo nella croce di Cristo, che costitui-sce il raggiungimento della pienezza definitiva nel dono d’amore che il Verbo di Dio fa all’umanità. La Familia-ris Consortio afferma che nel sacrificio di Cristo “si svela interamente quel disegno che Dio ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna, fin dalla loro creazione; il matri-monio dei battezzati diviene così il simbolo reale della nuova ed eterna Alleanza, sancita nel sangue di Cristo. Lo Spirito, che il Signore ef-fonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna ca-paci di amarsi, come Cristo ci ha amati. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale, che è il modo proprio e specifico con cui gli sposi partecipano e so-no chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona sulla Croce”42.

L’unità del cosiddetto mistero nuziale, tra sessualità, amore e procreazioneNonostante una cultura che va in senso opposto, la Chiesa intende rimanere fedele alle fonti da cui scaturisce la con-cezione cristiana del rapporto

uomo-donna dando il suo ap-porto di luce e di aiuto affin-ché venga vissuto nella sua unità quello che è stato de-finito il mistero nuziale, vale a dire l’indissolubile unità di sessualità, amore e fecondità. Questo non le impedisce di comprendere la fragilità della nostra natura; ma essa non intende fare di tale fragilità la misura della misericordia di Dio che rimane comunque l’annuncio della verità che libera (cfr. Gv8,32).

Le sfide all’antropologia cristianaOggi l’antropologia che a som-me linee abbiamo descritto sta attraversando una stagione di grandi sfide, che possiamo riassumere tutte in una sola, la sfida dell’umanesimo.Lo esprime con molta lucidi-tà il sociologo francese Luc Boltanski nel suo recente la-voro, oggi disponibile anche in traduzione italiana: “Fra i principali cambiamenti che hanno segnato l’ultimo tren-tennio del XX secolo hanno avuto grandissima importan-za, accanto ad esempio alla nascita di un nuovo ‘spirito del capitalismo’, le trasforma-zioni che hanno caratterizzato la sfera della vitae in partico-lare le condizioni della ripro-duzione, della gestazione e della nascita. Questi cambia-menti riguardano da un lato il

42 Familiaris Consortio, § 13.

Le sfide all'antropologia cristiana

Page 118: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

120nuovo posto delle donne nella società, le rappresentazioni della famiglia, il rapporto fra i generi, le modalità della vita sessuale e dell’affettività e più in generale le principali dimensioni della vita privata, e dall’altro il nostro atteg-giamento nei confronti delle possibilità offerte dallo svi-luppo tecnologico che va dal-l’ammirazione affascinata alla reticenza inquieta. Di punto in bianco tali cambiamenti si sono ritrovati al centro di grandi dibattiti; è parso infat-ti, e non senza ragione, che comportassero una riformula-zione delle nostre concezioni dell’appartenenza all’umani-tà, una rimessa in discussione delle dimensioni dell’antropo-logia prevalente nelle società occidentali, dimensioni che fino a oggi erano date per scontate”43. Il risultato più prezioso che la ricerca antropologica della nostra cultura ha prodotto è il concetto di persona per indicare la dignità dell’uomo e lo scarto del suo essere nei confronti di tutti gli altri esseri. Oggi è proprio questo concetto, così faticosamente elaborato in sinergia tra fe-de e ragione, a essere sotto tiro e oggetto di un processo di “decostruzione”. Secondo

il filosofo Roberto Esposito, l’uomo, come tutti gli altri es-seri viventi, non sarebbe altro che “una materia biologica”, che diviene intangibile grazie all’attribuzione della persona-lità, cioè “grazie al plusvalore del personale”, un’attribuzio-ne indebita, di cui sarebbe responsabile il pensiero cri-stiano, che ha torto consi-dera alcuni valori intangibili, mentre tutto sarebbe relativo e infine contrattabile44.Possiamo individuarle in tre i punti nodali della sfida che l’antropologia cristiana ha da affrontare.

La sfida dell’origine (creazio-nismo od evoluzionismo?)La prima sfida è la sfida del-l’origine. Oggi un neo-darwini-smo militante contesta e com-batte l’origine creaturale del-l’uomo. L’uomo non sarebbe frutto di un progetto di amore di Dio che lo fa partecipe della sua esistenza, ma il pro-dotto casuale dell’evoluzione. A questa sfida ha voluto fare accenno Benedetto XVI nel-l’omelia pronunciata il giorno del suo insediamento: “Noi non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è

43 L. BolTanski, La condizione fetale. Una sociologia della generazione e dell’aborto, Feltrinelli, Milano, 2007, p. 3.

44 Cfr f. Cundari, “D’Alema e la demoniaca tentazione della filosofia”, in Il Foglio, 28 maggio 2008 [www.ilfoglio.it/soloqui/377].

Page 119: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

121amato, ciascuno è necessa-rio”45.

La sfida dell’identità (sesso o genere?)La seconda sfida riguarda il significato che ha l’identità biologica del maschile e del femminile nel definire la per-sona umana alla luce della re-ciprocità uomo-donna. Il ses-so non sarebbe ultimamente determinante per definire, o almeno orientare, il compor-tamento dell’uomo. L’orienta-mento sessuale non sarebbe determinato dal sesso biologi-co, ma dalla libera scelta del-la persona. Oggi si parla non più di identità sessuale, ma di identità di genere, intendendo con questo l’identità che il soggetto liberamente intende scegliere.

La sfida della intangibilità (persona o materia biologica?)L’ultima sfida riguarda l’uomo proprio nella sua intangibilità di essere “unico e irripetibi-le”. L’uomo come singolo non può vantare nessun posto di privilegio nel gioco dell’evolu-zione. Un noto divulgatore di questo pensiero relativista, il già citato oncologo Umberto Veronesi, afferma: “La vita è un insieme di reazioni chi-miche. Per la natura l’essere

umano potrebbe essere sem-plicemente uno dei tanti tas-selli da sacrificare, se l’evolu-zione lo imponesse”46; “L’uo-mo con Copernico è tornato a essere parte di un processo evolutivo che include animali, piante e tutti gli esseri viventi. L’uomo viene così ridimensio-nato; e nasce da lì il pensiero scientifico”.L’antropologia cristiana soprav-vivrà a queste sfide, o sarà de-stinata a scomparire o a essere ininfluente nella vita dell’uo-mo moderno? Questa domanda chiama in causa il ruolo del cristianesimo nella storia. I cristiani sono profondamente convinti delle parole di Gesù: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passe-ranno”. (Mt 24,35).Trovo ben espresso questo stesso pensiero che racchiu-de una parola di speranza in una affermazione di uno dei più grandi antropologi oggi viventi, René Girard. “Credo che stiamo andando verso un mondo che sarà e apparirà tanto cristiano quanto oggi ci sembra scientifico. Siamo alla vigilia di una rivoluzione nella nostra cultura che va al di là di qualsiasi aspettativa, un cambiamento al confronto del quale il Rinascimento ci sembrerà nulla”.

45 Sull’argomento, cfr. horn s.o.-wiedenhofer (a cura di), Creazione ed Evoluzione. Un convegno con Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo, EDB, Bologna, 2007.

46 Cfr. C. Tonelli, u. Veronesi, Organismi geneticamente modificati, op. cit..

Page 120: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

122Confessionalità e laicitàUn’ultima questione su cui vorrei soffermarmi brevemente riguarda il rapporto tra confes-sionalità della fede cristiana e laicità dello Stato. È una que-stione oggi assai dibattuta. La questione chiama in causa la rilevanza pubblica della fede religiosa, contro chi vorrebbe che le religioni in una società secolarizzata rimanessero solo nell’ambito del privato, e allo stesso tempo pone la doman-da su: quale laicità?47

Senza addentrarmi più di tan-to nel dibattito in atto, vorrei solo esporre un mio perso-nale parere, a corollario del rapporto tra fede e ragione. Esso potrebbe essere espresso pressapoco così: la confessio-nalità è la modalità dell’essere cristiano dentro la Chiesa; la laicità è la modalità dell’esse-re cristiano nella società seco-larizzata. “Espressione laica della fede” non significa che essa vada messa tra parentesi o nascosta nel pubblico. In quanto cittadino, il cristiano non può non vantare il diritto di essere presente nella socie-tà anche come credente, vale a dire portatore di un sistema di valori, mostrando, in que-sto ambito, la ragionevolezza della propria fede. Si tratta, quindi, di rendere ragione del-la propria fede.

Mi sembra che questo sia una questione che chiama in causa soprattutto la figura del laico credente. I Consultori possono diventare così luoghi di laicità, dove professionisti delle varie discipline umane possono esercitare la loro pro-fessione lasciandosi ispirare dalla visione cristiana dell’uo-mo, la quale non soltanto non nega i valori autonomamente umani, ma li esalta dando a essi ulteriore fondamento e stabilità.

Per concludereOggi si parla molto di emer-genza educativa. L’etica della libertà assoluta che esprime una concezione rigorosamen-te individualista della perso-na umana oggi assai diffusa ci sta portando tutti verso un’etica dell’indifferenza per l’altro: l’uomo autosufficiente non deve chiedere mai; di conseguenza diventano irrile-vanti i valori che dovrebbero educare a costruire relazioni di pace48.Vorrei concludere con un testo sull’educazione di Romano Guardini, un grande teologo cristiano del Novecento, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario della morte. La lunghezza della citazione sarà compensata della bellezza e dall’attualità del testo:

47 Cfr. dalla Torre G., Europa. Quale laicità?, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2003.48 L. BolTanski, Stati di pace. Una sociologia dell’amore, Vita e Pensiero, Milano, 2005.

Per concludere

Page 121: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

123“Quando ho da educare un uomo, lo guardo attentamen-te, cerco di comprenderlo; mi chiedo qual è la sua essenza, e se egli è come dovrebbe essere. Dunque lo sottopongo a una verifica. E mi prendo la libertà di dire: ‘Fa questo!, Tralascia quello!’. Quand’egli poi non vi corrisponda allora: ‘Hai sbagliato, hai agito ma-le’, gli dico. Tuttavia chiunque voglia educare avverte una volta o l’altra sorger dentro di sé l’interrogativo: ‘Perché mai hai proprio deciso di educa-re un’altra persona? Di dove prendi il diritto di scrutare, di giudicare, di esigere? E se l’uomo è persona, con la sua dignità e libertà, perché mai voler dire a quest’uomo come deve realizzarsi?’.A ogni modo non posso dire: ‘Educo, perché sono già edu-cato’. Un uomo che dicesse così, meriterebbe di essere di nuovo rispedito a scuola. Non avrebbe compreso che noi non possiamo mai consi-derarci a posto, ma cresciamo e diveniamo continuamente. Sarebbe più giusta un’altra ri-sposta: ‘Perché io stesso lotto per essere educato’. Questa lotta mi conferisce credibilità come educatore; per il fatto che lo sguardo medesimo che si volge all’altra persona insie-me è rivolto anche su di me.Ma la questione va più a fon-do: che cosa dunque significa educare? Di certo, non che un

pezzo di materia inanimata riceva una forma, come la pie-tra per mano d’uno scultore. Piuttosto, educare significa che io do a quest’uomo corag-gio verso sé stesso. Che gli in-dico i suoi compiti e interpre-to il suo cammino, non il mio. Che lo aiuto a conquistare la libertà sua propria.Devo dunque mettere in moto una storia umana e personale. Con quali mezzi? Sicuramente avvalendomi anche di discor-si, esortazioni, stimolazioni e ‘metodi’ d’ogni genere. Ma ciò non è ancora il fattore ori-ginale. La vita viene destata e accesa solo dalla vita. La più potente ‘forza di educazione’ consiste nel fatto che io stes-so in prima persona mi pro-tendo in avanti e mi affatico a crescere. [...] È proprio il fatto che io lotto per migliorarmi ciò che da credibilità alla mia sollecitudine pedagogica per l’altro.Da ultimo, come credenti di-ciamo: educare significa aiu-tare l’altra persona a trovare la sua strada verso Dio. Non soltanto, far si che abbia le carte in regola per affermarsi nella vita, bensì che questo ‘figlio di Dio’ cresca fino a raggiungere la ‘maturità di Cristo’. L’uomo è per l’uomo la via verso Dio. Perché lo possa essere davvero, però, deve egli stesso percorrere quella via. È assurdo parlare a un uomo della strada verso

Page 122: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Att

i de

l C

onve

gno:

Ide

ntit

à de

lla p

erso

na e

del

la f

amig

lia s

econ

do l

’ant

ropo

logi

a cr

isti

ana

- P

aler

mo

dal

6 a

l 9

nov

embr

e 2

00

8

124Dio, se non la si conosce per esperienza personale, o alme-no non la si cerca.Ecco dunque la prima paro-la, per incominciare il nostro raduno: non ci è mai leci-to ritenerci soddisfatti di noi stessi e credere di essere già formati. Deve sempre perma-nere viva una positiva, santa insoddisfazione. Siamo figure incompiute, soltanto abbozza-te. Siamo credibili solo nella misura in cui ci rendiamo

conto che un’identica verifica etica attende me e colui che deve essere educato.Innanzitutto, vogliamo en-trambi diventare ciò che dob-biamo essere”49.

Diventare insieme ciò che si è, vale a dire persone com-piute e quindi felici: questa è la sfida e il compito dell’av-ventura umana, la sfida e il compito anche dei Consultori d’ispirazione cristiana.

49 http://www.oratoridonboscomessina.it/ [il sito cui rimanda il link non è più online]; il testo di Guardini, di rif. Ignoto, è consultabile all’indirizzo www.collegiobentivoglio.it/Resource/PEI_1_1.pdf]

Page 123: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

125

Corsi e convegni

Page 124: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

127

Roma, li, 30 luglio Ai Signori - Presidenti delle Federazioni CFC - Presidenti e Direttori dei Consultori CFC LL. SS.

Carissimi,il progetto culturale della chiesa sul tema dell’educazione rappresen-ta una via privilegiata di missione. L’ 11o corso della Scuola Permanente Residenziale per Ope-ratori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del nostro tempo: la povertà rela-zionale sociale e intrafamiliare. Il titolo che fonda il corso propone il transfert biunivoco dalla coppia al figlio tra disagi e speranze. L’entità del disagio familiare è sotto gli occhi di tutti e, purtroppo, anche la mancanza di speranza. L’obiettivo del corso però mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e che possono dare speranza ai percorsi educativi. Come tutte le epicrisi che vengono effettuate in un periodo storico confuso ed eticamente conflittuale, il corso si propone di de-lineare dei tracciati di attività consultoriale che mirino a contenere il disagio intrafamiliare, attraverso tentavi ripetuti nel creare consapevo-lezza empatica con gli operatori che affrontano i problemi della fami-glia. L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani generazioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psi-cologica, pedagogica e medica) che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della

CONFEDERAZIONE ITALIANACONSULTORI FAMILIARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA – ONLUS

_____________________________________________________________________________________Largo F. Vito,1 00168 Roma Tel. 06/3017820 Fax 06/35019182C.F.: 97092240585 Info: [email protected] Sito Internet: www.cfcitalia.org

Page 125: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

128

chiesa domestica. Come per i corsi precedenti, nel periodo residenziale di set-tembre verranno privilegiate lezioni teoriche con confronto frontale con gli iscritti ed ampi spazi di discussione e di proposizione, nel principio, più volte ripetuto che la scuola non la fanno solo i docenti ma tutti coloro che impegnano quotidianamente la loro vita nel valore della famiglia. Siamo convinti che come per i precedenti dieci corsi il contributo che verrà dato dalla presenza dei partecipanti sarà oltre-modo incentivante sia per le proposte organizzative e logistiche, sia per i contenuti.Il criterio valoriale della famiglia viene presentato come l’unica vera risposta al disagio relazionale e come l’unica vera speranza a una società impregnata di individualismo e relativismo etico. Ecco perché ogni corso può diventare il “Cortile dei Gentili” dove il confronto delle diversità di strategie culturali può diventare ricchezza e risposta sin-cera alla sfida educativa. Con sensi di gratitudine per l’impegno che vorrete applicare per il migliore esito dell’iniziativa, vi porgiamo il nostro più cordiale saluto.

I Direttori della Scuola Giuseppe Noia Raffaele Cananzi

CONFEDERAZIONE ITALIANACONSULTORI FAMILIARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA – ONLUS

_____________________________________________________________________________________Largo F. Vito,1 00168 Roma Tel. 06/3017820 Fax 06/35019182C.F.: 97092240585 Info: [email protected] Sito Internet: www.cfcitalia.org

Page 126: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

129

INFORMAZIONI GENERALI

FINALITÀIl corso è in linea con l’obiettivo della scuola, che è quello diformare chi opera nei consultori per il servizio alla persona, allacoppia e alla famiglia. L’obiettivo mira all’addestramento nelconiugare conoscenze, competenze e abilità con le basi dell’an-tropologia cristiana, finalizzando il tutto alla relazione d’aiuto edi ascolto empatico. Il corso è rivolto anche agli operatori deiconsultori delle ASL, dei centri di ascolto, di aiuto o di servizioalla famiglia, agli organismi di pastorale familiare.

ISCRIZIONELa scheda d'iscrizione, disponibile anche online sul sitowww.cfcitalia.org, debitamente compilata, dovrà essere inviata,accompagnata dalla fotocopia del versamento della quota di iscri-zione. entro il 10 settembre 2010 alla:

Confederazione Italiana C.F.C.Largo F.Vito, 1 - 00168 Roma

tramite fax: 06.30.15.57.43o tramite mail: [email protected] - [email protected]

QUOTA DI PARTECIPAZIONEIl costo giornaliero del soggiorno in pensione completa, da ver-sare direttamente al Salesanum, è di 68,00 in camera singo-la e di 120,00 in camera doppia ( 60,00 p.p.) Il costo delpranzo o della cena per coloro che non hanno necessità dialloggio è di 15,00 per ogni pasto.La quota di iscrizione e di frequenza, da versare alla segreteriadella confederazione è di 80,00 (ottanta/00) e comprendecartella e materiali di servizio, attestato di partecipazione, ecc.L'iscritto al corso che dovesse rinunciare alla partecipazionesenza farsi sostituire non avrà diritto alla restituzione dellaquota di iscrizione.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVASig.ra Maria BovolottoConfederazione Italiana CFCLargo Francesco Vito, 1 - 00168 ROMATel. 06.30.17.820 - 328.62.42.482 Fax 06.30.15.57.43

SEDE DEL CORSOSalesianum .- Via della Pisana, 1111 - 00163 RomaTel. 06.65.87.51 - Fax 06.65.87.56.17www.salesianum.it - [email protected]

ECMIl Corso è stato inserito nel Programma Nazionale diEducazione Continua in Medicina del Ministero della Salute che darà diritto ai crediti ECM.

SCUOLA PERMANENTE RESIDENZIALEDI FORMAZIONE PER OPERATORI CONSULTORIALI

UNDICESIMO CORSOLe relazioni educative familiari:

dalla coppia al figlio tra disagio e speranzeSalesianum 23-25 settembre 2010

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Cognome ........................................................................................................................................

Nome ....................................................................................................................................................

Luogo di nascita ........................................................................................Prov............

Data di nascità .........................................................................................................................

Indirizzo ..........................................................................................................................................

Città ............................................................ Prov. ................ C.A.P ................................

Tel. ............................................................. Cell. ............................................................................

E-mail ..................................................................................................................................................

Titolo di studio completo ...........................................................................................

Professione ...................................................................................................................................

Operatore del Consultorio Familiare di

.............................................................................................................................................................

Altro ..........................................................................................................................................

Ha partecipato ai precedenti corsi della scuola? si no

Se sì, quali? ......................................................................................................................................

Chiedo di voler partecipare:all’intero corso in camera singola(arrivo il .................................. partenza il ..................................)all’intero corso in camera doppia con ........................................(arrivo il .................................. partenza il ..................................)all’intero corso senza pernottamento

VERSAMENTO DELLA QUOTA D’ISCRIZIONE DI 80,00

C/C postale n. 70853007 intestato a:Conf. Italiana CFC - Largo F. Vito, 1 - 00168 ROMABonifico bancario intestato a:Confederazione It. C.F.C, aperto pressoUNICREDIT -Ag. 60 - Policlinico GemelliIBAN: IT 76 R 03002 03360 000400309680

Data ................................... Firma ...........................................................................................

Nel rispetto del D.Legs. 196/2003 (Codice in materia di protezionedei dati personali) la Confederazione garantisce che i dati fornitisono custoditi con le opportune misure di sicurezza.

Page 127: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

130

L’11° corso della Scuola Permanente Residenziale per Operatori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del no-stro tempo: la povertà relazionale sociale e intrafamiliare.L’obiettivo del corso mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e che possono dare speranza ai percorsi educativi.L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani gene-razioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psicologica, pedagogica e me-dica) che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della famiglia.

GIOVEDI 23 SETTEMBRE

08,30 Accoglienza e sistemazione

09,15 Saluti e apertura del CorsoRaffaele Cananzi e Giuseppe Noia

09,30 Introduzione al Corso:Nuove metodologie diagnostiche e formative perpreparare i giovani alle responsabilità familiariGoffredo Grassani

10,00 Educhiamoci a servireMons. Gianni Ballarini

10,30 Coffee Break

11,00 La coppia coniugale: fonte di ben-essere?Luciano Viana

11,30 I figli come fonte di cambiamentoDomenico Simeone

12,00 Discussione

13,00 Pranzo

15,30 I bambini a scuola:una nuova avventura familiareValeria Longo Carminati

16,00 La preadolescenza e l’adolescenza:fasi di passaggioTonino Cantelmi

16,30 La buona prassi consultoriale:contenere il dubbio diagnosticoGiuseppe Noia

17,00 Discussione

20,00 Cena

21,00 Incontro amicale di conoscenza e musica

P R O G R A M M A VENERDI 24 SETTEMBRE

09,30 Esempi di interventi consultoriali• di area psicologica a cura di Mafalda Granata

• di area pedagogica a cura di Silvia Lofrese

• di area giuridica a cura di Raffaele Cananzi11,00 Coffee Break11,30 Discussione13,00 Pranzo15,30 Simulate

a cura di: Agata Pisana e Romolo Taddei• Dall'essere coppia all’essere genitori:

Role-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

• Problemi educativi all'interno della famiglia allargataRole-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

20,00 Cena21,00 Serata ricreativa e culturale

SABATO 25 SETTEMBRE09,30 Creatività e originalità di progetti

Luigi De Pinto10,00 Presentazione di progetti creativi e originali

• Consultorio “G.Toniolo” di NapoliDomenico Costantino

• Consultorio “Al Quadraro” di RomaGiuseppe Colleo e Raffaele Mastromarino

• Consultorio di Trinitapoli (FG)Michela di Gennaro

11,30 Discussione12,30 Conclusione del Corso13,00 Pranzo

ELENCO DOCENTIBALLARINI Mons. Gianni,

Consulente ecclesiastico della C.F.C.CANANZI Prof. Raffaele, Direttore della Scuola

Presidente della Commissione Giuridica della C.F.C.CANTELMI Dott.Tonino,

Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente AIPPC(Associazione Italiana Psilogi e Psichiatri Cattolici)

COLLEO Don Giuseppe,Psicologo, Consulente ecclesiastico Cons.“Al Quadraro” Roma

COSTANTINO dott. Domenico,Sociologo, Direttore Consultorio “G.Toniolo” Napoli

DE PINTO Prof. Luigi,Docente di Storia e Filosofia,Componente della Commissione Scientifica della C.F.C.

DI GENNARO Dott.ssa Michela,Medico, Bioeticista, Insegnante metodi naturali

GRANATA Dott.ssa Mafalda,Psicologa, Psicoterapeuta Consultorio di Novara

GRASSANI Avv. Goffredo,Avvocato, Presidente della C.F.C.

LOFRESE Dott.ssa Silvia,Educatrice, Consultorio dell’Università Cattolica Roma

LONGO CARMINATI Dott.ssa Valeria,Presidente Consultorio Familiare Università Cattolica Roma

MASTROMARINO Dott. Raffaele,Psicologo, Psicoterapeuta

NESTOLA Dott. Pantaleo,Pedagogista, Presidente della Federazione Lazio della C.F.C.

NOIA Prof. Giuseppe, Direttore della ScuolaPresidente della Commissione Scientifica della C.F.C.

PISANA Prof.ssa Agata,Docente di filosofia, Counselor ad indirizzo gestaltico

SIMEONE Prof. Domenico,Docente di Pedagogia Generale Università di Macerata,Direttore della Rivista “Consultori Familiari Oggi”

TADDEI Dott. Romolo,Psicologo, Psicoterapeuta

VIANA Dott. Luciano,Psicologo, Psicoterapeuta, Vice Presidente della C.F.C.

COMITATO SCIENTIFICO E DIRETTIVOGRASSANI Avv. Goffredo

CANANZI Avv. Raffaele DE PINTO Prof. Luigi

NESTOLA Dott. Pantaleo NOIA Prof. Giuseppe

SIMEONE Prof. Domenico VIANA Dott. Luciano

L’11° corso della Scuola Permanente Residenziale per Operatori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del nostro tempo: la povertà relazionale sociale e intrafamiliare.L’obiettivo del corso mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e chepossono dare speranza ai percorsi educativi.L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani generazioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psicologica, pedagogica e medica)che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della famiglia.

PROGRAMMA

Page 128: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

131

GIOVEDI 23 SETTEMBRE

08,30 Accoglienza e sistemazione

09,15 Saluti e apertura del CorsoRaffaele Cananzi e Giuseppe Noia

09,30 Introduzione al Corso:Nuove metodologie diagnostiche e formative perpreparare i giovani alle responsabilità familiariGoffredo Grassani

10,00 Educhiamoci a servireMons. Gianni Ballarini

10,30 Coffee Break

11,00 La coppia coniugale: fonte di ben-essere?Luciano Viana

11,30 I figli come fonte di cambiamentoDomenico Simeone

12,00 Discussione

13,00 Pranzo

15,30 I bambini a scuola:una nuova avventura familiareValeria Longo Carminati

16,00 La preadolescenza e l’adolescenza:fasi di passaggioTonino Cantelmi

16,30 La buona prassi consultoriale:contenere il dubbio diagnosticoGiuseppe Noia

17,00 Discussione

20,00 Cena

21,00 Incontro amicale di conoscenza e musica

P R O G R A M M A VENERDI 24 SETTEMBRE

09,30 Esempi di interventi consultoriali• di area psicologica a cura di Mafalda Granata

• di area pedagogica a cura di Silvia Lofrese

• di area giuridica a cura di Raffaele Cananzi11,00 Coffee Break11,30 Discussione13,00 Pranzo15,30 Simulate

a cura di: Agata Pisana e Romolo Taddei• Dall'essere coppia all’essere genitori:

Role-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

• Problemi educativi all'interno della famiglia allargataRole-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

20,00 Cena21,00 Serata ricreativa e culturale

SABATO 25 SETTEMBRE09,30 Creatività e originalità di progetti

Luigi De Pinto10,00 Presentazione di progetti creativi e originali

• Consultorio “G.Toniolo” di NapoliDomenico Costantino

• Consultorio “Al Quadraro” di RomaGiuseppe Colleo e Raffaele Mastromarino

• Consultorio di Trinitapoli (FG)Michela di Gennaro

11,30 Discussione12,30 Conclusione del Corso13,00 Pranzo

ELENCO DOCENTIBALLARINI Mons. Gianni,

Consulente ecclesiastico della C.F.C.CANANZI Prof. Raffaele, Direttore della Scuola

Presidente della Commissione Giuridica della C.F.C.CANTELMI Dott.Tonino,

Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente AIPPC(Associazione Italiana Psilogi e Psichiatri Cattolici)

COLLEO Don Giuseppe,Psicologo, Consulente ecclesiastico Cons.“Al Quadraro” Roma

COSTANTINO dott. Domenico,Sociologo, Direttore Consultorio “G.Toniolo” Napoli

DE PINTO Prof. Luigi,Docente di Storia e Filosofia,Componente della Commissione Scientifica della C.F.C.

DI GENNARO Dott.ssa Michela,Medico, Bioeticista, Insegnante metodi naturali

GRANATA Dott.ssa Mafalda,Psicologa, Psicoterapeuta Consultorio di Novara

GRASSANI Avv. Goffredo,Avvocato, Presidente della C.F.C.

LOFRESE Dott.ssa Silvia,Educatrice, Consultorio dell’Università Cattolica Roma

LONGO CARMINATI Dott.ssa Valeria,Presidente Consultorio Familiare Università Cattolica Roma

MASTROMARINO Dott. Raffaele,Psicologo, Psicoterapeuta

NESTOLA Dott. Pantaleo,Pedagogista, Presidente della Federazione Lazio della C.F.C.

NOIA Prof. Giuseppe, Direttore della ScuolaPresidente della Commissione Scientifica della C.F.C.

PISANA Prof.ssa Agata,Docente di filosofia, Counselor ad indirizzo gestaltico

SIMEONE Prof. Domenico,Docente di Pedagogia Generale Università di Macerata,Direttore della Rivista “Consultori Familiari Oggi”

TADDEI Dott. Romolo,Psicologo, Psicoterapeuta

VIANA Dott. Luciano,Psicologo, Psicoterapeuta, Vice Presidente della C.F.C.

COMITATO SCIENTIFICO E DIRETTIVOGRASSANI Avv. Goffredo

CANANZI Avv. Raffaele DE PINTO Prof. Luigi

NESTOLA Dott. Pantaleo NOIA Prof. Giuseppe

SIMEONE Prof. Domenico VIANA Dott. Luciano

L’11° corso della Scuola Permanente Residenziale per Operatori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del nostro tempo: la povertà relazionale sociale e intrafamiliare.L’obiettivo del corso mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e chepossono dare speranza ai percorsi educativi.L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani generazioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psicologica, pedagogica e medica)che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della famiglia.

GIOVEDI 23 SETTEMBRE

08,30 Accoglienza e sistemazione

09,15 Saluti e apertura del CorsoRaffaele Cananzi e Giuseppe Noia

09,30 Introduzione al Corso:Nuove metodologie diagnostiche e formative perpreparare i giovani alle responsabilità familiariGoffredo Grassani

10,00 Educhiamoci a servireMons. Gianni Ballarini

10,30 Coffee Break

11,00 La coppia coniugale: fonte di ben-essere?Luciano Viana

11,30 I figli come fonte di cambiamentoDomenico Simeone

12,00 Discussione

13,00 Pranzo

15,30 I bambini a scuola:una nuova avventura familiareValeria Longo Carminati

16,00 La preadolescenza e l’adolescenza:fasi di passaggioTonino Cantelmi

16,30 La buona prassi consultoriale:contenere il dubbio diagnosticoGiuseppe Noia

17,00 Discussione

20,00 Cena

21,00 Incontro amicale di conoscenza e musica

P R O G R A M M A VENERDI 24 SETTEMBRE

09,30 Esempi di interventi consultoriali• di area psicologica a cura di Mafalda Granata

• di area pedagogica a cura di Silvia Lofrese

• di area giuridica a cura di Raffaele Cananzi11,00 Coffee Break11,30 Discussione13,00 Pranzo15,30 Simulate

a cura di: Agata Pisana e Romolo Taddei• Dall'essere coppia all’essere genitori:

Role-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

• Problemi educativi all'interno della famiglia allargataRole-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

20,00 Cena21,00 Serata ricreativa e culturale

SABATO 25 SETTEMBRE09,30 Creatività e originalità di progetti

Luigi De Pinto10,00 Presentazione di progetti creativi e originali

• Consultorio “G.Toniolo” di NapoliDomenico Costantino

• Consultorio “Al Quadraro” di RomaGiuseppe Colleo e Raffaele Mastromarino

• Consultorio di Trinitapoli (FG)Michela di Gennaro

11,30 Discussione12,30 Conclusione del Corso13,00 Pranzo

ELENCO DOCENTIBALLARINI Mons. Gianni,

Consulente ecclesiastico della C.F.C.CANANZI Prof. Raffaele, Direttore della Scuola

Presidente della Commissione Giuridica della C.F.C.CANTELMI Dott.Tonino,

Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente AIPPC(Associazione Italiana Psilogi e Psichiatri Cattolici)

COLLEO Don Giuseppe,Psicologo, Consulente ecclesiastico Cons.“Al Quadraro” Roma

COSTANTINO dott. Domenico,Sociologo, Direttore Consultorio “G.Toniolo” Napoli

DE PINTO Prof. Luigi,Docente di Storia e Filosofia,Componente della Commissione Scientifica della C.F.C.

DI GENNARO Dott.ssa Michela,Medico, Bioeticista, Insegnante metodi naturali

GRANATA Dott.ssa Mafalda,Psicologa, Psicoterapeuta Consultorio di Novara

GRASSANI Avv. Goffredo,Avvocato, Presidente della C.F.C.

LOFRESE Dott.ssa Silvia,Educatrice, Consultorio dell’Università Cattolica Roma

LONGO CARMINATI Dott.ssa Valeria,Presidente Consultorio Familiare Università Cattolica Roma

MASTROMARINO Dott. Raffaele,Psicologo, Psicoterapeuta

NESTOLA Dott. Pantaleo,Pedagogista, Presidente della Federazione Lazio della C.F.C.

NOIA Prof. Giuseppe, Direttore della ScuolaPresidente della Commissione Scientifica della C.F.C.

PISANA Prof.ssa Agata,Docente di filosofia, Counselor ad indirizzo gestaltico

SIMEONE Prof. Domenico,Docente di Pedagogia Generale Università di Macerata,Direttore della Rivista “Consultori Familiari Oggi”

TADDEI Dott. Romolo,Psicologo, Psicoterapeuta

VIANA Dott. Luciano,Psicologo, Psicoterapeuta, Vice Presidente della C.F.C.

COMITATO SCIENTIFICO E DIRETTIVOGRASSANI Avv. Goffredo

CANANZI Avv. Raffaele DE PINTO Prof. Luigi

NESTOLA Dott. Pantaleo NOIA Prof. Giuseppe

SIMEONE Prof. Domenico VIANA Dott. Luciano

L’11° corso della Scuola Permanente Residenziale per Operatori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del nostro tempo: la povertà relazionale sociale e intrafamiliare.L’obiettivo del corso mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e chepossono dare speranza ai percorsi educativi.L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani generazioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psicologica, pedagogica e medica)che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della famiglia.

Page 129: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

132

GIOVEDI 23 SETTEMBRE

08,30 Accoglienza e sistemazione

09,15 Saluti e apertura del CorsoRaffaele Cananzi e Giuseppe Noia

09,30 Introduzione al Corso:Nuove metodologie diagnostiche e formative perpreparare i giovani alle responsabilità familiariGoffredo Grassani

10,00 Educhiamoci a servireMons. Gianni Ballarini

10,30 Coffee Break

11,00 La coppia coniugale: fonte di ben-essere?Luciano Viana

11,30 I figli come fonte di cambiamentoDomenico Simeone

12,00 Discussione

13,00 Pranzo

15,30 I bambini a scuola:una nuova avventura familiareValeria Longo Carminati

16,00 La preadolescenza e l’adolescenza:fasi di passaggioTonino Cantelmi

16,30 La buona prassi consultoriale:contenere il dubbio diagnosticoGiuseppe Noia

17,00 Discussione

20,00 Cena

21,00 Incontro amicale di conoscenza e musica

P R O G R A M M A VENERDI 24 SETTEMBRE

09,30 Esempi di interventi consultoriali• di area psicologica a cura di Mafalda Granata

• di area pedagogica a cura di Silvia Lofrese

• di area giuridica a cura di Raffaele Cananzi11,00 Coffee Break11,30 Discussione13,00 Pranzo15,30 Simulate

a cura di: Agata Pisana e Romolo Taddei• Dall'essere coppia all’essere genitori:

Role-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

• Problemi educativi all'interno della famiglia allargataRole-play - Riflessioni ermeneutiche e cliniche

20,00 Cena21,00 Serata ricreativa e culturale

SABATO 25 SETTEMBRE09,30 Creatività e originalità di progetti

Luigi De Pinto10,00 Presentazione di progetti creativi e originali

• Consultorio “G.Toniolo” di NapoliDomenico Costantino

• Consultorio “Al Quadraro” di RomaGiuseppe Colleo e Raffaele Mastromarino

• Consultorio di Trinitapoli (FG)Michela di Gennaro

11,30 Discussione12,30 Conclusione del Corso13,00 Pranzo

ELENCO DOCENTIBALLARINI Mons. Gianni,

Consulente ecclesiastico della C.F.C.CANANZI Prof. Raffaele, Direttore della Scuola

Presidente della Commissione Giuridica della C.F.C.CANTELMI Dott.Tonino,

Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente AIPPC(Associazione Italiana Psilogi e Psichiatri Cattolici)

COLLEO Don Giuseppe,Psicologo, Consulente ecclesiastico Cons.“Al Quadraro” Roma

COSTANTINO dott. Domenico,Sociologo, Direttore Consultorio “G.Toniolo” Napoli

DE PINTO Prof. Luigi,Docente di Storia e Filosofia,Componente della Commissione Scientifica della C.F.C.

DI GENNARO Dott.ssa Michela,Medico, Bioeticista, Insegnante metodi naturali

GRANATA Dott.ssa Mafalda,Psicologa, Psicoterapeuta Consultorio di Novara

GRASSANI Avv. Goffredo,Avvocato, Presidente della C.F.C.

LOFRESE Dott.ssa Silvia,Educatrice, Consultorio dell’Università Cattolica Roma

LONGO CARMINATI Dott.ssa Valeria,Presidente Consultorio Familiare Università Cattolica Roma

MASTROMARINO Dott. Raffaele,Psicologo, Psicoterapeuta

NESTOLA Dott. Pantaleo,Pedagogista, Presidente della Federazione Lazio della C.F.C.

NOIA Prof. Giuseppe, Direttore della ScuolaPresidente della Commissione Scientifica della C.F.C.

PISANA Prof.ssa Agata,Docente di filosofia, Counselor ad indirizzo gestaltico

SIMEONE Prof. Domenico,Docente di Pedagogia Generale Università di Macerata,Direttore della Rivista “Consultori Familiari Oggi”

TADDEI Dott. Romolo,Psicologo, Psicoterapeuta

VIANA Dott. Luciano,Psicologo, Psicoterapeuta, Vice Presidente della C.F.C.

COMITATO SCIENTIFICO E DIRETTIVOGRASSANI Avv. Goffredo

CANANZI Avv. Raffaele DE PINTO Prof. Luigi

NESTOLA Dott. Pantaleo NOIA Prof. Giuseppe

SIMEONE Prof. Domenico VIANA Dott. Luciano

L’11° corso della Scuola Permanente Residenziale per Operatori Consultoriali affronterà, alla luce dell’impegno educativo, una delle problematiche più importanti del nostro tempo: la povertà relazionale sociale e intrafamiliare.L’obiettivo del corso mira a dimostrare sul piano pratico come la buona prassi consultoriale si avvale di esperienze pluriennali che dimostrano tante forme di consapevolezza miranti ad aiutare il rapporto tra il figlio e la coppia e chepossono dare speranza ai percorsi educativi.L’emergenza educativa non riguarda solo le giovani generazioni ma abbraccia in maniera complessa tutte le fasi esistenziali. Ecco perché l’integrazione multidisciplinare (antropologica, giuridica, psicologica, pedagogica e medica)che propone la Scuola per Operatori Consultoriali diventa un sussidio operativo importante non solo per i diretti operatori ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della famiglia.

Page 130: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

133

T. L

onga

rett

i, “M

adre

con

bam

bino

”. G

enti

le c

once

ssio

ne F

onda

zion

e C

redi

to B

erga

mas

co

Page 131: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

134

E’ possibile far sì che i nuovi genitori possano vive-re con pienezza quest’esperienza sentendosi parte di una comunità che li ha davvero a cuore?Promuovere una nuova cultura della genitorialità significa individuare, a partire dalla comunità lo-cale, i modi più opportuni affinché la crescita dei figli sia assunta come valore fondante. Con parti-colare attenzione ai momenti cruciali (gravidan-za, nascita, primo anno di vita del bambino) ed alle realtà più a rischio. Questo richiede agli ope-ratori (a partire dai medici e dai pediatri di base) ed ai servizi sociosanitari (Consultori Familiari, Ospedali) ed a tutte le altre realtà del territorio, in primo luogo quelle educative, di concorrere, coi genitori e le famiglie, a creare una realtà di accoglienza, valorizzazione e sostegno.Nel convegno verranno presentate alcune delle più significative esperienze italiane di Home Vi-siting, intervento domiciliare di alleanza a soste-gno della genitorialità rivolto a madri e/o famiglie a rischio atti a promuovere significativi cambia-menti, a breve e a lungo termine, nel contesto familiare.Si prevede di dar seguito al convegno attraverso l’istituzione di due gruppi di lavoro che, partendo dal confronto tra i diversi soggetti e le diverse esperienze, definisca proposte qualificanti rispet-to alla neogenitorialità, alle situazioni a rischio.

7 maggio 2010 - ore 9.00Sala Oggioni Centro Congressi

Viale Papa Giovanni XXIII, 106 Bergamo

Page 132: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

135PROGRAMMA

8.30 Registrazione partecipanti

9.00 Saluto del Vescovo di BergamoMons. Francesco Beschi

Saluto del Direttore Generale Asl,Dr. Roberto Testa

9.15 Nuova cultura della genitorialità e del territorio.Dott. Claudio Nicoli

9.45 Sostegno alla genitorialità a rischio e prevenzione del disadattamento infantile.Prof. Massimo Ammaniti

11.30 L’Home Visiting attraverso un’esperienza clinica.Dott.ssa Simona. Guarino

12.15 L’esperienza del progetto “Diventare Genitori” di Milano.

Dott.ssa Serena Kaneklin

h. 12,45 Dibattito.

h. 13.30 Conclusione lavori.

RELATORI

Dott. Claudio NicoliResponsabile dell’Area Famiglia ASL di Bergamo Psicologo - Psicoanalista SPI.

Prof. Massimo Ammaniti Docente di Psicopatologia dello Sviluppo Università La Sapienza di Roma, Neuropsichiatria Infantile, Psicoa-nalista SPI.

Dott.ssa Simona GuarinoDottore di Ricerca in Psicologia Dinamica, Clinica e dello Sviluppo Università La Sapienza di Roma, Psicologa.

Dott.ssa Serena KaneklinCapo progetto “Diventare Genitori” Milano, Psicologa.

Page 133: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

136

Progetto di Alta FormazioneFe.L.Ce.A.F.ALTIS - Università Cattolica

DESTINATARItutte le figure dirigenziali dei Consultori Fe.L.Ce.A.F. e i giovani che si accingono ad assumerle nei prossimi anni

COORDINATORE SCIENTIFICOprof. Marco Grumo

PRESIDENTE DEL COMITATO ORGANIzzATOREdon Edoardo Algeri

DOVEPresso la Sede della Fe.L.Ce.A.F.Via Sant’Antonio, 5 20122 Milano

ISCRIzIONILe iscrizioni saranno registrate presso la Segreteria Fe.L.Ce.A.F.Il costo è di Euro 500.00 per corsista

ATTESTATOALTIS - Università Cattolica rilascerà ai corsisti un attestato di frequenza (a coloro che non avranno frequentato più di un incontro)

Page 134: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

137

PROGRAMMA

Venerdì 14 maggio 2010 ore 17.00-20.00Introduzione: missione, gestione e innovazione dei Con-

sultori familiari lombardi nel nuovo contestoprof. Marco Grumo, don Edoardo Algeri

Sabato 15 maggio 2010 ore 9.00-12.00La gestione e l’amministrazione del personale dei Consul-

tori familiari lombardi: problematiche e sfidedott. Gianluigi Righetti

Venerdì 21 maggio 2010 ore 17.00-20.00Pianificazione economico-finanziaria e business plan dei

Consultori familiaridott. Stefano Peruzzotti

Sabato 22 maggio 2010 ore 9.00-12.00Fund-raising, marketing per i Consultori familiari accredi-

tati o federati a Fe.L.Ce.A.F.prof. Edoardo Staiti, dott. Aurelio Mosca

Venerdì 4 giugno 2010 ore 17.00-20.00Il piano di sviluppo della comunicazione per i Consultori

accreditati o federati a Fe.L.Ce.A.F.prof. Roberto Nelli

Sabato 5 giugno 2010 ore 9.00-12.00Bilancio di esercizio e bilancio sociale per i Consultori

lombardiprof. Marco Grumo

Conclusionidon Edoardo Algeri

Page 135: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

138

An

no

Ac

ca

de

mic

o 2

01

0-2

01

1

Master universitario di primo livelloFacoltà di Scienze della Formazione

In collaborazione con

Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona

OPERATORI NELLA CURAEDUCATIVA DELLA PERSONAE DELLA FAMIGLIA

An

no

Ac

ca

de

mic

o 2

01

0-2

01

1

Master universitario di primo livelloFacoltà di Scienze della Formazione

In collaborazione con

Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona

OPERATORI NELLA CURAEDUCATIVA DELLA PERSONAE DELLA FAMIGLIA

Page 136: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

139

La Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Ente Associazione per l’Abbazia di Mirasole, isti-tuisce per l’a.a. 2010/2011 il Master universitario di primo livello in OPERATORI NELLA CURA EDUCATIVA DELLA PERSONA E DELLA FAMIGLIA.Il Master nasce dalle convenzioni in atto con la Fondazione Ca’ Granda-Policlinico di Milano, l’adesione della Confederazione dei Consultori di ispirazione cristiana e il sostegno della Regione Lom-bardia che hanno originato l’Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona.

DestinatariOperatori del settore sociosanitario laureati triennali o equipollen-ti: personale paramedico, tecnico,amministrativo che opera nelle strutture pubbliche e private a servizio della famiglia e della perso-na, quali aziende sanitarie, consultori, realtà di volontariato a carat-tere sociosanitario, enti locali per il settore dei servizi sociosanitari educativi.

Obiettivi formativiA questo personale il Master si propone di fornire gli strumenti culturali di base per promuovere il dialogo interprofessionale e pro-durre semplici protocolli operativi direttamente nei luoghi di lavoro, che siano esempi concreti di una cultura interdisciplinare a servizio della persona e della famiglia. Tali strumenti saranno prodotti attra-verso la costruzione di percorsi personalizzati, fortemente integrati con le specificità delle persone e dell’ambiente in cui ogni corsista sceglie di operare o già lavora, a partire dall’analisi scientifica e multidisciplinare degli stessi luoghi e delle professionalità ivi pre-senti.

Contenuti e metodiI contenuti che afferiscono alle aree disciplinari sotto precisate sa-ranno presentati in lezioni frontali concentrate in periodi brevi (5 weekend per ogni ambito disciplinare) durante l’intero anno di cor-so del Master e si svolgeranno prevalentemente presso l’Abbazia di Mirasole.Saranno privilegiati gli stages operativi presso le istituzioni e le sedi che ospitano i discenti durante lo svolgimento del loro percorso coadiuvati da “tutor” referenti che il Direttore e il Comitato scien-tifico del Master individueranno nel rispetto delle diverse sedi. La frequenza del Master, che prevede diverse discipline distinte solo per opportunità didattica, ma intrecciate tra loro nelle finalità, dà diritto a 60 crediti formativi universitari, con un impegno comples-sivo di 1500 ore nell’anno, comprensive di didattica frontale, atti-vità pratiche da svolgersi presso i centri suddetti, che costituiscono

Page 137: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

140

oltre la metà del percorso formativo del corsista, e studio personale. Ogni allievo concorda un project work in una delle discipline del Master, realizza il progetto di ricerca nella sede e nei tempi più idonei, con lo scopo di approfondire o verificare alcune delle ipotesi e degli strumenti presentati nel corso. Il Master è pertanto caratte-rizzato dall’alternanza di veri e propri momenti lavorativi nelle sedi operative e momenti di formazione universitaria, con la presenza di docenti che guidano per tutto il percorso formativo il corsista. È previsto un numero plurimo di tutor coordinati da un tutor referente per ciascun corsista per personalizzare il più possibile il percorso formativo e garantire la presenza continua di più tutor universitari con competenze disciplinari diverse.L’intento del Master non è tanto quello di offrire testimonianze in aula di esperti, pratica oramai diffusa nei corsi di alta formazione universitaria, ma cercare di realizzare vere e proprie partnership e/o sponsorship strategiche che proseguano anche oltre il periodo pre-visto per il Master con iniziative e progetti comuni tra l’Università Cattolica e i centri interessati. A tale scopo il Master si avvale della collaborazione di Centri di ricerca scientifica e altre Università sul territorio nazionale da programmarsi in funzione del project work dei partecipanti.Tale sinergia Università-Centri consentirà l’inserimento dei corsisti in una cornice di affermazione e di difesa di valori tradizionali e di spirito cristiano congiunti a capacità operative concrete così da qualificarli quali risorse esterne di elevata professionalità, formate ad hoc dall’Università. La presenza dei corsisti potrà promuovere una maggiore competenza, grazie alla stretta collaborazione con i docenti del Master che guideranno gli studenti nello sviluppo del proprio project work all’interno dei centri. Per il corsista la partecipazione al Master costituirà un sorta di ap-prendistato guidato dall’Università, volto a favorirne l’inserimento (o il miglioramento della posizione) nel mondo del lavoro, attraverso l’acquisizione di una professionalità specifica direttamente all’in-terno della realtà in cui opera o intende operare.

Le funzionalità del Master in relazione allo specifico ambito occupa-zionaleIl Master ha lo scopo di fornire una piattaforma interdisciplinare di conoscenza ed esperienza nei settori disciplinari di seguito indi-cati così da qualificare una professionalità competente in termini di conoscenze, di abilità pratiche e di qualità umane necessarie al servizio della famiglia e della persona.

Organizzazione del MasterIl Master ha durata annuale, con inizio in gennaio 2011 ed un termine previsto in dicembre 2011. A coloro che avranno ultimato

Page 138: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

141

il percorso formativo previsto e superate le relative prove di valuta-zione sarà riconosciuto un titolo di Master universitario ai sensi del d.m. n. 509/1999.Il personale sanitario che frequenta il Master universitario è esone-rato dall’obbligo dell’E.C.M.

Percorso didatticoIl percorso didattico è strutturato in forma modulare; ogni modulo prevede la presenza nei weekend (venerdì e sabato) per un totale di 28 CFU.Persona, Famiglia, Scienze Mediche - Referenti Prof. G. Lamber-tenghi e Dott.ssa A. Costantino Persona, Famiglia, Scienze Psico-Sociali - Referente Prof.ssa V. Binda Persona, Famiglia e Scienze dell’Educazione - Referenti Prof.ssa M. L. De Natale e Prof. L. Pati Persona, Famiglia e Scienze giuridiche - Referenti Avv. M. Bianca, Avv. G. Grassani Antropologia Teologica - Referente Mons. F. Bram-billa

Il Consiglio direttivo del Master sarà impegnato nelle sessioni inter-disciplinari sui seguenti nuclei tematici• Persona,famiglia,curaeservizi• Lapersonainrelazione• Lapersonaelacostruzionedirelazioni• Lapersonaelaregolamentazionedellerelazioni• oltreaunmodulointerdisciplinareconclusivo.• Tirocinio(30CFU)• Provafinale(2CFU)

Consiglio direttivo del MasterMARIA LUISA DE NATALE, Professore Ordinario di Pedagogia gene-rale nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cat-tolica del Sacro Cuore, sede di Milano, Pro-Rettore dell’Università Cattolica, Direttore del Master GABRIELLA GILLI, Professore Associato di Psicologia generale nel-la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di MilanoANTONELLA MARCHETTI, Professore Ordinario di Psicologia del-lo Sviluppo e Psicologia dell’Educazione nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di MilanoLUIGI PATI, Professore Ordinario di Pedagogia della Famiglia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia

Page 139: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

142

FERRUCCIO BONINO, Professore Ordinario di Gastroenterologia nella Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Pisa, Vicedi-rettore Scientifico Istituto di AntropologiaMons. FRANCO BRAMBILLA, Preside della Facoltà Teologica del-l’Italia Settentrionale e Vescovo ausiliario per la cultura della Dio-cesi di MilanoUMBERTO FAZZONE, Direttore Generale Famiglia e Solidarietà So-ciale, Regione LombardiaGOFFREDO GRASSANI, Avvocato, Presidente Associazione per l’Abbazia di Mirasole e dell’Istituto di Antropologia

Modalità di ammissioneI candidati dovranno inviare la domanda di ammissione secondo le indicazioni pubblicate sul sito www.unicatt.it/master entro e non oltre il 30 novembre 2010.Sono ammessi al Master fino ad un massimo di 50 iscritti. I candi-dati saranno valutati sulla base dei titoli scientifici e professionali e di un eventuale colloquio individuale.La Direzione del Master si riserva la valutazione di attivare il corso nel caso di un numero di candidature idonee inferiore a 20. Non sono ammessi studenti uditori.

La quota di iscrizione al Master è di € 3.500 e dovrà essere versata con le seguenti modalità:€ 1.500 all’atto dell’immatricolazione (gennaio 2011)€ 1.000 entro maggio 2011€1.000 entro settembre 2011Potranno essere assegnati esoneri e agevolazioni in caso di partico-lari merito o necessità.

InformazioniUniversità Cattolica del Sacro Cuore

Ufficio MasterVia Carducci 28/30

20123 Milanotel. 02.7234.3860fax 02.7234.5202

email: [email protected]/master

Page 140: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

143

An

no

Ac

ca

de

mic

o 2

01

0-2

01

1

Master universitario di primo livelloFacoltà di Scienze della Formazione

In collaborazione con

Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona

OPERATORI NELLA CURAEDUCATIVA DELLA PERSONAE DELLA FAMIGLIA

An

no

Ac

ca

de

mic

o 2

01

0-2

01

1

Master universitario di secondo livelloFacoltà di Scienze della Formazione

In collaborazione con

Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona

CONSULENZAINTERDISCIPLINARE PEROPERATORI NELLA CURAEDUCATIVA DELLA PERSONAE DELLA FAMIGLIA

Page 141: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

144

La Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Ente Associazione per l’Abbazia di Mirasole, istituisce per l’a.a. 2010/2011 il Master universitario di secondo livello in CONSULENZA INTERDISCIPLINARE PER OPERATORI NELLA CURA EDUCATIVA DELLA PERSONA E DELLA FAMIGLIA.Il Master nasce dalle convenzioni in atto con la Fondazione Ca’ Granda-Policlinico di Milano, l’adesione della Confederazione dei Consultori di ispirazione cristiana e il sostegno della Regione Lom-bardia che hanno originato l’Istituto di Antropologia per la cultura della famiglia e della persona.

DestinatariLaureati in possesso di Laurea magistrale o specialistica o equipol-lente di ogni disciplina interessati a lavorare presso istituzioni pub-bliche e private a servizio della persona e della famiglia: Ospedali e Realtà del Servizio Sanitario Nazionale Consultori, Associazioni del Volontariato del settore sociosanitario, Enti per il settore dei servizi sociosanitari.

ObiettiviIl Master si propone di fornire gli strumenti culturali per produrre protocolli operativi direttamente nei luoghi di operatività e di lavoro, per promuovere procedure pedagogicamente corrette nella realizza-zione di interventi che siano espressione di una cultura interdisci-plinare a servizio della persona e della famiglia. Tali procedure sa-ranno elaborate attraverso la costituzione di percorsi personalizzati, fortemente integrati con le specificità delle persone e dell’ambiente in cui ogni corsista sceglie di operare o già lavora, a partire da una analisi scientificamente corretta e multidisciplinare degli stessi luo-ghi e delle professionalità ivi presenti.

Contenuti e metodiI Contenuti, che afferiscono ai quattro ambiti disciplinari sotto spe-cificati, saranno presentati in lezioni frontali, concentrate in periodi brevi durante l’intero anno di corso del Master e si svolgeranno prevalentemente presso l’Abbazia di Mirasole. Si valorizzeranno gli stages operativi presso le istituzioni e le sedi che ospiteranno i discenti durante lo svolgimento del loro percorso coadiuvati da “tutor” referenti che il Direttore e il Comitato scientifico del Master individueranno nel rispetto delle diverse sedi. La frequenza del Master, che prevede diverse discipline distinte solo per opportunità didattica, ma intrecciate tra loro nelle finalità, dà diritto a 60 crediti formativi universitari, con un impegno complessi-vo di 1500 ore nell’anno, comprensive di didattica frontale, attività

Page 142: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

145

pratiche da svolgersi presso le sedi suddette, che costituiscono oltre la metà del percorso formativo del corsista, e lo studio personale.Ogni allievo concorda un project work in una delle discipline del Master, realizza il progetto di ricerca nella sede e nei tempi più idonei, con lo scopo di approfondire o verificare alcune delle ipotesi e degli strumenti presentati nel corso. Il Master è pertanto caratte-rizzato dall’alternanza di veri e propri momenti lavorativi nelle sedi operative e momenti di formazione universitaria, con la presenza di docenti che guidano per tutto il percorso formativo il corsista. È previsto un numero plurimo di tutor coordinati da un tutor referente per ciascun studente per personalizzare il più possibile il percorso formativo e garantire la presenza continua di più tutor universitari con competenze disciplinari diverse.L’intento del Master non è tanto quello di offrire testimonianze in aula di esperti, pratica oramai diffusa nei corsi di alta formazione universitaria, ma cercare di realizzare vere e proprie partnership e/o sponsorship strategiche che proseguano anche oltre il periodo pre-visto per il Master con iniziative e progetti comuni tra l’Università Cattolica e i centri interessati. A tale scopo il Master si avvale della collaborazione di Centri di ricerca scientifica e altre Università sul territorio nazionale da programmarsi in funzione del project work dei partecipanti.Tale sinergia Università-Centri consentirà l’inserimento dei corsisti in una cornice di affermazione e di difesa dei valori tradizionali e dello spirito cristiano nella cultura della educazione in famiglia e della famiglia congiunti a capacità operative concrete così da qualificare i corsisti quali risorse esterne di elevata professionalità, formate ad hoc dall’università.Anche i centri e le istituzioni che accetteranno la presenza dei par-tecipanti potranno promuovere una maggiore competenza grazie alla stretta collaborazione con i docenti del Master che guideranno gli studenti nello sviluppo del proprio project work all’interno dei centri. Per il corsista la partecipazione al Master costituirà un ap-prendistato guidato dall’Università, volto a favorirne l’inserimento (o il miglioramento della posizione) nel mondo del lavoro, attraverso l’acquisizione di una professionalità specifica direttamente all’in-terno del centro in cui opererà.

Organizzazione del MasterIl Master ha durata annuale, con inizio in gennaio 2011 ed un ter-mine previsto in dicembre 2011. A coloro che avranno ultimato il percorso formativo previsto e su-perate le relative prove di valutazione sarà riconosciuto un titolo di Master universitario ai sensi del d.m. n. 509/1999.

Page 143: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

146

Il personale sanitario che frequenta il Master universitario è esone-rato dall’obbligo dell’E.C.M.È stata presentata richiesta di accreditamento all’Ordine degli Av-vocati di Milano.

Percorso didatticoIl percorso didattico è strutturato in forma modulare; ogni modulo prevede la presenza nei weekend (venerdì e sabato) per un totale di 28 CFU.MODULO MEDICO: “Persona e corporeità” - Referenti Prof. G. Lambertenghi e Dott.ssa A. CostantinoMODULO PSICO-SOCIALE: “Persona e legami familiari” - Referen-te Prof.ssa V. BindaMODULO PEDAGOGICO: “Persona e progetto coniugale e familia-re” - Referenti Prof.ssa M. L. De Natale e Prof. L. PatiMODULO GIURIDICO: “Persona e famiglia nel diritto naturale e nell’ordinamento giuridico” - Referenti Avv. M. Bianca e Avv. G. GrassaniMODULO BIOETICO-TEOLOGICO: “Persona e relazione con Dio” - Referente Mons. F. BrambillaIl Consiglio direttivo del Master sarà impegnato nei moduli interdi-sciplinari sui seguenti nuclei tematici• Persona,famiglia,curaeservizi• Lapersonainrelazione• Lapersonaelacostruzionedirelazioni• Lapersonaelaregolamentazionedellerelazioni• oltreaunmodulointerdisciplinareconclusivo.• Tirocinio(30CFU)• Provafinale(2CFU)

Consiglio direttivo del MasterMARIA LUISA DE NATALE, Professore Ordinario di Pedagogia gene-rale nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cat-tolica del Sacro Cuore, sede di Milano, Pro-Rettore dell’Università Cattolica, Direttore del MasterGABRIELLA GILLI, Professore Associato di Psicologia generale nel-la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di MilanoANTONELLA MARCHETTI, Professore Ordinario di Psicologia del-lo Sviluppo e Psicologia dell’Educazione nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano

Page 144: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Cor

si e

con

vegn

i

147

LUIGI PATI, Professore Ordinario di Pedagogia della Famiglia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di BresciaFERRUCCIO BONINO, Professore Ordinario di Gastroenterologia nella Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Pisa, Vicedi-rettore Scientifico Istituto di AntropologiaMons. FRANCO BRAMBILLA, Preside della Facoltà Teologica del-l’Italia Settentrionale e Vescovo ausiliario per la cultura della Dio-cesi di MilanoUMBERTO FAZZONE, Direttore Generale Famiglia e Solidarietà So-ciale, Regione LombardiaGOFFREDO GRASSANI, Avvocato, Presidente Associazione per l’Abbazia di Mirasole e dell’Istituto di Antropologia

Modalità di ammissioneI candidati dovranno inviare la domanda di ammissione secondo le indicazioni pubblicate sul sito www.unicatt.it/master entro e non oltre il 30 novembre 2010.Sono ammessi al Master fino ad un massimo di 50 iscritti. I candi-dati saranno valutati sulla base dei titoli scientifici e professionali e di un eventuale colloquio individuale.La Direzione del Master si riserva la valutazione di attivare il corso nel caso di un numero di candidature idonee inferiore a 20. Non sono ammessi studenti uditori.La quota di iscrizione al Master è di € 3.500 e dovrà essere versata con le seguenti modalità:€ 1.500 all’atto dell’immatricolazione (gennaio 2011)€ 1.000 entro maggio 2011€ 1.000 entro settembre 2011Potranno essere assegnati esoneri e agevolazioni in caso di partico-lari merito o necessità.

InformazioniUniversità Cattolica del Sacro Cuore

Ufficio MasterVia Carducci 28/30

20123 Milanotel. 02.7234.3860fax 02.7234.5202

email: [email protected]

Page 145: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Consultori Familiari Oggi

Organo di informazione e formazionedella Confederazione ItalianaConsultori Familiaridi Ispirazione Cristiana (ONLUS)

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 432 del 2-10-1993

Direttore Responsabile: Goffredo Grassani

Direttore Editoriale: Domenico Simeone

Comitato di Redazione: Raffaele Cananzi Giancarlo GrandisAntonino LeocataAngiolina Motroni OnoratoGiuseppe NoiaGiuseppe PallanchLuigi PatiChiara SitàLuciano Viana

Segreteria di Redazione: Sandro De Toni

Comitato Scientifico: Francesca BaroneCesare Massimo BiancaRaffaele CananziIgnacio Carrasco De PaulaGiuseppe NoiaLuigi PatiPier Paolo OttonelloAngelo SerraLiliana Zani Minoja

Direzione - RedazioneLargo F. Vito, 1 00168 RomaTel. 06 30.17.820Fax 06 35.019.182e-mail: [email protected]. 70853007

Impaginazione e Stampa:AGVA S.r.l.Bagnolo Mella - Brescia

Note redazionali1. Gli articoli vanno inviati al seguente indirizzo: Domenico Simeone Università Cattolica del Sacro Cuore Via Trieste, 17 25121 BRESCIA corredati dal relativo file di Word per Windows su supporto magnetico, oppure possono essere

inviati al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. L’articolo dovrà essere accompagnato da: indirizzo pubblico o privato dell’autore, ente di apparte-

nenza, qualifica, numeri di telefono o di fax, indirizzo di posta elettronica.3. Criteri per la presentazione degli articoli: a) usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, allineamento giustificato; b) usare il tasto enter (a capo) soltanto per i cambi di paragrafo; c) non usare comandi di sillabazione, stili o macro; d) non usare doppi spazi per allineare o far rientrare il testo; e) il titolo dell’articolo dovrà essere scritto in grassetto; f) usare i seguenti modi di subordinazione del testo: titolo grassetto tondo, titolo grassetto corsivo,

titolo tondo, senza numerazione; g) negli elenchi usare la seguente gerarchia: numeri seguiti da un punto: 1.; lettera minuscola seguita

da parentesi chiusa: a); lineette medie: -; h) dopo i segni di punteggiatura lasciare sempre uno spazio; non si devono invece mettere spazi

prima dei segni di interpunzione, dopo una parentesi aperta e prima di una parentesi chiusa; i) nel citare i passi direttamente da un altro autore porre all’inizio e alla fine della citazione le vir-

golette “…” e, nel caso di omissioni all’interno di un brano, indicarle con […]; j) le citazioni in nota a piè di pagina vanno redatte secondo i seguenti criteri: - citazione da libri Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del volume in corsivo seguito dalla virgola, casa editrice, luogo e anno di edizione, in tondo e separati da virgole, eventuale indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguite dal numero.

Esempio: L. Pati, Progettare la vita. Itinerari di educazione al matrimonio e alla famiglia, La Scuola, Brescia, 2004, pp. 36-37.

- citazione da riviste Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del contributo in tondo e tra virgolette “…” seguito dalla virgola, in titolo della rivista per esteso in corsivo seguito dalla virgola, anno di pubblicazione seguito dalla virgola, numero della rivista in corsivo seguito dalla virgola, indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguite dal numero.

Esempio: G. Noia, “L’embrione: il figlio sconosciuto”, in Consultori Familiari Oggi, 2003, 2-3, pp. 27-41.

- citazione da volume collettaneo Iniziale puntata del nome e cognome per esteso dell’autore in maiuscoletto seguito dalla virgola,

titolo del contributo in tondo e tra virgolette “…” seguito dalla virgola, in iniziale puntata del nome e cognome per esteso del curatore del volume in maiuscoletto seguito dall’indicazione (a cura di) e dalla virgola, titolo del volume in corsivo seguito dalla virgola, casa editrice, luogo e anno di edizione, in tondo e separati da virgole, eventuale indicazione della pagina (p.) o delle pagine di riferimento (pp.) seguita dal numero.

Esempio: a. Serra, “Sessualità: natura e cultura”, in N. GaLLi (a cura di), L’educazione sessuale nell’età evolutiva, Vita e Pensiero, Milano, 1994, pp. 23-66.

- in caso di opere già citate precedentemente indicare soltanto l’autore, il titolo del volume o del contributo e le pagine di riferimento.

Esempio: L. Pati, Progettare la vita. Itinerari di educazione al matrimonio e alla famiglia, pp. 36-37.

Hanno collaborato

Maria Luisa De Natale Pro-Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,

Milano

Maria Luisa Di Pietro Presidente Associazione Scienza & Vita di Roma, Professore

Associato di Bioetica, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma

Giancarlo Grandis Vicario Episcopale per la cultura e il sociale, Diocesi di

Verona

Goffredo Grassani Presidente della Confederazione Italiana dei Consultori

Familiari di Ispirazione Cristiana, Giurista

Panayotis Kantzas Professore Ordinario di Psichiatria, Università degli Studi di

Siena

Antonino Leocata Presidente emerito della Federazione Regionale Siciliana dei

Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana

Dino Moltisanti Dottore di ricerca in Bioetica, Università Cattolica del Sacro

Cuore, sede di Roma

Antonio Santoro Presidente della Federazione Regionale Siciliana dei

Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, Oblato di Maria Immacolata

Giuliana Vanni Kantzas Docente di Psicologia, Università Santa Croce, Roma

Page 146: ConsultoriFamiliari oggi · 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BRESCIA” ... usare carattere Arial, corpo 12, interlinea 2, ... ne degli organi, i diritti e i doveri, nonché

Atti del XV Convegno Nazionale

Palermo 6-9 novembre 2008

"Identità della persona e della famiglia secondo l'antropologia cristiana"

oggiConsultoriFamiliari

Organo della Confederazione Italiana dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana

Numero 3-4 - 2009 - anno 17

Num

ero

3-4

- 20

09 -

ann

o 17

C

onsu

ltori

Fam

iliar

i ogg

i “

Pos

te It

alia

ne S

pa -

Spe

dizi

one

in A

bbon

amen

to P

osta

le -

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n. 4

6) a

rt. 1

, com

ma

2, D

CB

BR

ES

CIA

In copertina rielaborazione del dipinto "Contadini che tosano pecore" (1889) di Vincent van Gogh, Fondazione Vincent van Gogh, museo Vincent van Gogh, Amsterdam.

In c

aso

di m

anca

to r

ecap

ito

invi

are

a C

MP

Bre

scia

per

la r

esti

tuzi

one

del

mit

tent

e