BasilicadiS.Eustorgio · consiste nell’entrare nella lode. Francesco d’Assisi si fa voce...

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Basilica di S. Eustorgio Giornale della comunità parrocchiale - DICEMBRE 2008 INSIGNE BASILICA PREPOSITURALE – Piazza Sant’Eustorgio 1 – 20122 Milano Tel. 02.58101583 – Fax 02.89400589 e-mail: [email protected] – Internet: www.santeustorgio.it ORARIO SANTE MESSE Feriale: 7.45 - 17.00 Sabato: 7.45 - 17.00 (prefestivo) Festivo: 9.30 - 11.00 - 12.30 - 17.00 BASILICA08-04.qxd 17-12-2008 5:11 Pagina 1

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  • Basilica di S.EustorgioGiornale della comunità parrocchiale - DICEMBRE 2008

    INSIGNE BASILICA PREPOSITURALE – Piazza Sant’Eustorgio 1 – 20122 MilanoTel. 02.58101583 – Fax 02.89400589

    e-mail: [email protected] – Internet: www.santeustorgio.it

    ORARIO SANTE MESSEFeriale: 7.45 - 17.00 – Sabato: 7.45 - 17.00 (prefestivo) – Festivo: 9.30 - 11.00 - 12.30 - 17.00

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    Basilica di S. EustorgioAnno XX - Dicembre 2008

    Direzione e redazione:Piazza Sant’Eustorgio, 120122 MilanoTel. 02/58101583 - Fax 02/89400589e-mail: [email protected] Internet: www.santeustorgio.itforum: www.santeustorgio.org

    Direttore Responsabile:Andrea Molinari

    Redazione:Annamaria ImperlinoCecilia MerisioSegretaria di redazione:Giovanna ValentiImmagini:Mimmo Cristofalo, Alberto RavelliIllustrazioni:Angelo SivigliaPubblicità:Rino Fusello - Anna MonzaImpaginazione:Camillo Sassi, [email protected]

    Stampa:Nuova Polistylegraf s.r.l.Corso San Gottardo, 1220136 MilanoTel. 02/89402539

    I vostri sacerdoti:Don Pi.Gi.Don ZibiDon Cristiano(telefono 02/58101583)

    Registrazione Tribunale di Milanon. 437 del 15 giugno 1991

    In copertina: dettaglio della Nativitàdell’ancona dei Re Magi, un capolavorodella scultura medievale conservatopresso la nostra basilica.

    LA LETTERA a cura di Andrea Molinari

    Il nostro matrimonio rinatoEccoci, insieme, a scrivere il nostro futuro.

    Chi l’avrebbe mai detto che una coppia come tante, che litiga come tante, chenon sa più se il proprio Matrimonio potrà essere ancora felice… un bel giorno,sicuramente per volontà divina, si trova in Terra Santa! Un viaggio che ha ri-baltato completamente le nostre vite.

    È incredibile l’opera del Signore, è maestosa, è sorprendente, è Amore. UnAmore immenso che ha inondato i nostri cuori. Ogni luogo ci ha donato una ri-sposta per la nostra felicità.

    Sul Monte delle Beatitudini Maurizio ha avuto il suo messaggio di vita che gliha permesso di aprire finalmente il suo cuore a Dio affinché operasse dentrodi lui con tutto l’Amore del Santissimo.

    A Cana ci siamo ritrovati, ri-innamorati, risposati. Ogni lacrima versata suquell’altare diventava un fiume in piena d’amore. Capire finalmente che il no-stro destino è stare insieme; che nove anni fa, quando ci siamo sposati, era unprogetto. Abbiamo capito che vivere bene vuol dire semplicemente che nondobbiamo considerarci una coppia ma un trio: Maurizio, Laura e Dio.

    È Dio il nostro amore perché Lui è Amore. Se si capisce ciò non potrai che vi-vere meravigliosamente. Persino i momenti difficili li supererai con Dio, che tidarà la sua forza, il suo coraggio. Il passato non deve più condizionarci. Dob-biamo vivere bene oggi per vivere un domani ancor più bello.

    Questo e altro ci ha insegnato don PiGi. Un uomo che il Signore si riempie diorgoglio per averlo creato. Un padre per ognuno di noi, che accoglie a sé i suoifigli e li ama con tutta l’anima.

    Grazie a don Cristiano e don Norberto che con la loro semplicità e il loro affet-to hanno conquistato i nostri cuori. Grazie a suor Carla che con il suo frescosorriso è riuscita a raccontarci quei giorni con dolce spiritualità.Grazie Sant’Eustorgio per averci accolto e grazie ancora don PiGi per avercitrasmesso la parola dello Spirito Santo nel modo più naturale.... con profondoAmore.

    Laura (con Maurizio)

    Cara Laura, e caro Maurizio,

    che gioia poter accogliere qui, in questa pagina, le tue parole. E che bello sa-pere che saranno lette e che, nel leggerle, tanti riconosceranno la vostra espe-rienza come qualcosa che li riguarda. La vostra è infatti un’esperienza di tra-sformazione: avete sperimentato l’azione dell’Amore di Dio, un’azione miste-riosa, che sceglie vie, tempi, modi e luoghi che ci sanno sempre sorprendere.Un’azione che irrompe nella nostra vita e la sconvolge, la purifica, la plasma.E allora accade che siamo sorpresi, che ci chiediamo come abbiamo fatto a te-nere gli occhi chiusi per tanto tempo, come abbiamo potuto non raggiungerequella Verità che è sempre stata lì, sorridente, accogliente, a portata di mano.Poi, appena superata la sorpresa, ecco la gratitudine, la serenità e la voglia, ilbisogno di testimoniare.L’azione di Dio ci porta proprio a questo, a condividere con chi “chiede luce diVerità e calore di Amore” quella Verità e quell’Amore che hanno illuminato lanostra vita.

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    I pensieri che, camminando per lestrade alla sera in occasione dellabenedizione delle famiglie, mi siaffacciavano alla mente eranopressappoco questi.Vedendo gli spericolati tecnici chesi arrampicavano sulle facciate delCorso Ticinese per impiantare leluminarie, quest’anno tutte bian-che, in occasione del Natale, e al-zando più in alto gli occhi così daintravvedere tra i rari spazi di se-reno l’occhieggiare delle stelle,prendevo coscienza della fragilitàdi queste prime luci rispetto allaperennità, molte volte disattesa,delle luci eterne.Eppure, mi dicevo, anche questeluci effimere hanno un valoreparticolare, perché vogliono ri-chiamare la lucentezza di unastella che più di 2000 anni fa si èinsediata sul colmo di una grottaper indicare che Lui era nato e sitrovava lì.Forse si tratta di saper vedere.Anche oggi i segni non mancanose li sai vedere. Ci vorrebbero oc-chi da bambino. Forse quel bam-bino che ancora si nasconde innoi e nei confronti del quale Gesùci ha minacciato: “In verità vi di-co: chi non accoglie il regno di

    DIO SI È FATTO BAMBINODio come un bambino, non vi en-trerà” (Lc.18,17).

    Farsi bambiniSiamo arrivati alla questione fon-damentale: non si tratta di puerilesentimentalismo o di ricordi ro-mantici, ma di accogliere il regnodi Dio e di entrarvi, ed ecco lacondizione: farsi bambino. Nonc’è da vergognarsi, c’è piuttostoda gioire come si gode di un donoinsperato. “Ti rendo lode Padre,Signore del cielo e della terra, chehai nascosto queste cose ai dotti eai sapienti e le hai rivelate ai pic-coli” (Lc.10,21).Se il Verbo di Dio si è fatto bambi-no, saranno sempre i piccoli adaprirsi per primi ai segreti di Dio.Bambini, dice Quoist, dai capellibianchi e dal volto raggrinzito, masempre e solamente bambini,perché Dio ama i bambini.

    Gloria e Lode nel NataleCosì è stato a Betlemme: la lucedelle cose di Dio si è riversata ne-gli occhi dei puri e dei piccoli. InMaria, che dei bambini aveva lapurezza e la totale disponibilità.Nei pastori, pronti a riconoscere isegni e a passare dallo stupore al-

    la adorazione. Nei Magi, che deibambini avevano la tenace ostina-zione e la franchezza. In Giuseppe,aperto all’imprevedibile e docile aisuggerimenti degli angeli. In noi,se sapremo aprirci all’incredibiledono dell’amore misericordioso diDio per noi. Giustamente allora ilcanto del Natale è il “Gloria”. Nel-l’incontro tra la creatura e il suoDio l’unico modo di rapportarsiconsiste nell’entrare nella lode.Francesco d’Assisi si fa voce del-l’umanità intera: “Laudato si’ mi’Signore…” e l’universo intero si facoro con lui e con ognuno di colo-ro che ne interpretano la voce. Lamia, la tua voce si fondono in que-sta lode cosmica che fende le bar-riere del tempo e dello spazio, perdiventare voce di ogni epoca e diogni uomo. E tutto perché Dio si èfatto bambino.Allora anche le invadenti luci dellacittà acquistano un nuovo senso:tutto ciò che è luminoso ed incan-ta gli occhi si dà appuntamento aquella grotta, ove la luce tremo-lante di una stella spegne ogni al-tro luminoso inganno.Buon Natale.

    Il vostro don PiGi

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  • Il Natale, che rappresenta la nasci-ta di Cristo in ognuno di noi primaancora che in una capanna, non puòessere vissuto completamente se nongrazie a un periodo di riflessione, unperiodo di introspezione, nel quale cisi prepara ad accogliere la novità diuna nascita che stravolge il mondo,la novità di un amore infinito rac-chiuso in un bambino.Quest’anno in particolare si è sceltodi coinvolgere ragazzi e bambinidella parrocchia, non solo tramite di-scussioni e confronti a catechismo,nelle cellule giovani o durante leomelie della domenica, ma di ren-derli partecipi in maniera avvincente,in modo attivo, animando i momentisuccessivi alla Messa delle 9,30 congiochi e testimonianze.Il percorso del cammino di Avvento2008 può essere sintetizzato nellafrase “nella terra buona il seme si fe-ce frutto”, laddove il seme è la Paro-la attesa che deve essere accolta, laterra buona è ciascun cristiano pron-to all’ascolto dell’Insegnamento,mentre il Frutto è la santità che scatu-risce in ogni cristiano che ha accoltoil seme che è in arrivo: Gesù.Quest’anno il percorso di Avvento siè articolato attraverso un cammino insalita, in direzione del Nostro Salva-tore. I valori che abbiamo incontratodurante la scalata della nostra mon-tagna (e che sono quelli annunciatinel Vangelo delle domeniche d’Av-vento) sono la Ricerca, la Disponibi-lità, la Fiducia, l’Umiltà, l’Attesa el’Accoglienza.Ricerca di Gesù nei piccoli gesti, nelporre attenzione a essere disponibileverso chi ha bisogno di noi… saper-si fidare del nostro prossimo, aver fi-ducia nei compagni essendo umili dianimo, e puri nel cuore. Essere in at-teggiamento di attesa costante perpoter così accogliere Lui, La Verità, laParola di Vita.Il tema della Ricerca si riferisce allaprima domenica d’Avvento (Marco13, 1-27) nella quale i discepoli so-

    L’AVVENTO DEI NOSTRI BIMBIno alla ricerca, sono in cerca di se-gni e Gesù li mette in guardia pro-prio sulla loro ricerca. L’animazioneproposta prevedeva quindi una cac-cia al tesoro. Divisi in squadre (Ros-si-Gialli-Blu) si è andati alla ricercasu entrambi i piani dell’oratorio dinove indizi che uniti tra loro portas-sero alla realizzazione di un’imma-gine di Gesù.

    La seconda settimana trattava invecedella Disponibilità del cuore a mette-re Dio al centro della nostra vita(Matteo 3, 1.12). Si è quindi chiestoai bambini di andare a intervistaredelle persone con domande a discre-zione del bambino riguardanti l’Av-vento. Il gioco è stato seguito conmolta passione dai ragazzi che si so-no trovati a sfidarsi l’un l’altro alla ri-cerca del maggior numero di pareri.Per quanto riguarda la terza settima-na il tema del Vangelo era la Fiducia(Giovanni 5, 33.40). L’animazionecomportava il completamento di unpercorso a zig-zag da parte di unbambino per ogni squadra. Il bambi-no scelto dalla squadra non aveva lapossibilità di vedere il percorso, veni-va infatti bendato prima di iniziarlo egli venivano quindi dati un imbuto euna bottiglia che doveva riempire,seguendo le indicazioni dei compa-gni di squadra, con i bicchieri che

    trovava lungo il cammino. Nonostan-te la finta cecità di alcuni partecipan-ti e la difficoltà di qualche travasod’acqua, il tema della fiducia, so-prattutto negli amici, è stato partico-larmente sentito dai bambini.La quinta settimana basata sull’Atte-sa, testimoniata da Giovanni Battista(Giovanni 1,19-28), è stata dedicataalla creazione con forbici e colla dialberelli di Natale in cartone.Queste attività sono state possibiligrazie alla disponibilità di alcunemamme e al gruppo degli animato-ri/catechisti. Le animazioni sono sta-te seguite con particolare entusiasmodai bambini più piccoli, che si intrat-tenevano con aiuto-catechisti e ra-gazzi. In assenza del pallone da cal-cio si è registrato un aumento espo-nenziale nella partecipazione ai gio-chi da parte dei ragazzi più grandi.Contemporaneamente i genitori siincontravano con don Zibi nellacappellina dell’oratorio per condi-videre la Parola del Vangelo con lalectio divina. Sono stati momentiricchi e intensi di preghiera, colla-borazioni e ascolto.Sabato 13 dicembre le catechiste

    si sono incontrate insieme al nostrodon Zibi come di consueto per unmomento di preghiera, condivisio-ne e saluti natalizi, hanno prepara-to insieme l’albero e il presepeconcludendo la serata con un mo-mento d’agape.Domenica 14 dicembre c’è stata lafesta di Natale in oratorio: mentre igenitori si incontravano con don Zibiper una catechesi, i bambini insiemeagli animatori preparavano un se-gnaposto per mamma e papà; alcu-ne mamme poi hanno allestito il mer-catino natalizio dell’oratorio con i la-voretti che i bambini avevano prepa-rato, con i biscotti, e tante altre cose,bellissime… abbiamo pranzato neilocali dell’oratorio concludendo lafesta con il Santo Rosario.

    Annarita, Yolanda e Carlo

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    Che bella testimonianzaquella del nostro Sergio,uno dei volti più familiariper chiunque entri in San-t’Eustorgio. Qui offriamo lesue parole, che Sergio ci hadonato un lunedì sera, al-l’inizio di novembre, quan-do è riuscito a vincere la ti-midezza e ha deciso che lì,in basilica, era giunto il mo-mento di lasciare che suocuore parlasse.

    Eccomi qui, sonoSergio, il sagre-stano di Sant’Eu-storgio: credoche mi cono-sciate tutti.È una con-divisioneche vole-vo fareda tantotempo,ma unpo’ perla timi-dezza,un po’per millealtri motivinon è maiaccaduto fi-no a oggi. Ec-co, approfittan-do di questa occa-sione vorrei condivi-dere con voi la gioiache sto vivendo in questoperiodo, un periodo pieno diemozioni, un periodo pieno di co-se belle, ogni giorno della mia vi-ta.Questo cambiamento è avvenutodal pellegrinaggio in Terra Santa:ve lo sto dicendo adesso, ad alcu-ni mesi di distanza, tornato daquella Terra Santa in cui il miocuore si è come folgorato, è statofolgorato dal Signore. Sto dando

    la mia vita proprio al Signore, lasto donando, sto aspettando cheLui mi plasmi con il suo Amore econ la sua dolcezza.Ora mi vedete alla preghiera dellunedì sera e faccio parte anche diuna cellula, la cellula 66 di Cesatea cui io devo davvero tanto perquello che hanno fatto nella miavita, nel mio cammino di fede,

    avvenutoattraverso delle persone stupende,attraverso Laura, attraverso Mau-rizio, attraverso tutti quanti i cellu-lini della 66 e della 138.Sono tanti i ringraziamenti che de-vo fare. Innanzitutto al Signore pertutti gli anni che mi ha fatto tra-scorrere in questa comunità nella

    quale sono cresciuto, devo ringra-ziarLo per i tanti prodigi che hacompiuto in me e devo ringraziarela Madonna per come ha spianatola strada davanti a me, per comeha reso dolce il mio cammino.I tempi del Signore sono infiniti,sono lunghi: oggi, dopo undici an-ni che lavoro qui, mi sto rendendoconto che la mia vita si sta ribal-tando. Adesso sto vivendo anche

    un cammino, un cammino moltospirituale e molto profondo,

    per cui io vorrei chiede-re a voi in particola-

    re una preghiera:ho tanto biso-

    gno del vostrosostegno e viannuncioche hocompiutoad Assi-si uncammi-no didiscer-nimen-to vo-cazio-nale,

    per ren-dere gra-

    zie per tut-to quello

    che il Signoresta facendo in

    me ogni giorno.Non voglio metter-

    mi in mostra ma devoconfessarvi che anche la

    cappellina dell’Adorazione èdiventata per me un luogo di fre-quentazione quotidiana: la fre-quento, lì mi sento chiamato dalSignore. Anche l’Eucaristia la vivoin un modo tanto nuovo da nonsapermi spiegare il perché di que-sto cambiamento. Vi ringraziodell’ascolto e dell’attenzione.

    Sergio Labita

    HO INIZIATO UN CAMMINO

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    Com’è successo che una venti-na di giovani (beh, più omeno, frequentiamo il Ve-nerdì…) di Sant’Eustorgio sonoandati a partecipare a una seratadi Adorazione eucaristica ad Al-bissola, nel savonese?Questa storia ha vari inizi, ma so-prattutto l’interessante è che ha unseguito che scopriremo insieme,raccontando dell’evangelizzazio-ne a Savona e dintorni.Un primo inizio è stata l’idea diandare ad Albissola per una bellagiornata di spiaggia e mangiata dipesce, reduci dalla convocazionedel Rinnovamento a Rimini: abbia-

    mo deciso, in sei, di andare a tro-vare Lisa e Marcolino: li conoscete,si son sposati a Sant’Eustorgio treanni fa e dopo qualche anno dicellula e varie moltiplicazioni si so-no trasferiti ad Albissola, casa diLisa, nonché di sua sorella Simona:anche lei l’abbiamo conosciuta al-la Luce nella Notte, all’Adorazionedel Venerdì. Come pure di Sant’Eu-storgio sono Chiara e Rita, suamamma, trasferitesi ad Albissolaqualche mese fa.Un inizio fondamentale è, appun-to, l’Adorazione del Venerdì aSant’Eustorgio, che oltre a dare beifrutti di conversione, di cammino,

    di iniziative benedette come la Lu-ce nella Notte, è un sostegno dipreghiera, una specie di antennaper le azioni dello Spirito Santonella nostra Comunità, specie nel-l’evangelizzazione.Inizio nel senso che è lì che sonocresciuti coloro che hanno volutomettere a fondamento della loroumile “cellula zero” in Liguria,l’Adorazione eucaristica sotto laguida sacerdotale di un parroco,don Agostino, della frazione di Lu-ceto di Albissola superiore.Un altro inizio, un’altra forte radi-ce viene da lontano, dalla parteci-pazione di nonna Jole e mammaEmily di Simona e Lisa agli alboridel Rinnovamento. Il Signore, co-me si può notare, sta ammassandotruppe speciali ad Albissola, lemanda a “studiare”, ad allenarsilontano, anche da noi, a Sant’Eu-storgio…Il desiderio di impiantare le cellulea Savona è sempre stato presentenel cuore e nella mente dei nostriamici di Albissola, hanno fatto va-ri incontri ma nulla, il seme nonmetteva radici. Ma ecco che ai no-stri due sposini viene in mente dichiedere a don Agostino di poterfare Adorazione, e le porte si spa-lancano, non potevano non aprirsialla presenza attiva di Gesù!

    DAI SEMI GETTATI... ...AL F

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    La “nostra”AdorazioneDopo un viaggio sereno, una sostarifocillante al Bagno Azzurro, unapasseggiata con aperitivo, eccocialla chiesa, pronta per accogliere ifedeli che i parrocchiani avevanochiamato a raccolta con dei volan-tini, sembrava come l’ovile dove ilPastore chiama le Sue molteplicigreggi, le diverse pecorelle!In questa Chiesa moderna, ampiaed ariosa, con il pavimento in mar-mo bianco, brillavano le luci dellecandele, suonava la musica dellachitarra di Marcolino e dei canti diChiara, Claudia, Lisa, Rita, Simo-na, che risuonavano nei cuori e poinelle voci delle quasi cento personeche si sono alternate in chiesa.L’attesa del Signore di un’Adorazio-ne comunitaria l’abbiamo vissutaanche noi, aspettando un buon trequarti d’ora che il Santissimo venis-se esposto, montava l’attesa, comedopo la preghiera di lode divienepiù feconda quella di ringraziamen-to: si è fatta molta attenzione alleletture, all’omelia del parroco ilquale ha poi aperto il tabernacolo eportato Gesù all’altare in un osten-sorio semplice e bello. Dopo di ciòdon Alessandro si è ritirato in unastanza attigua a confessare…

    I canti introducevano le preghiere,sia le poche preparate dall’anima-zione sia le tantissime spontanee,che fiorivano come bucaneve, ame piace pensarle come frutto del-le innumerevoli confessioni accoltedal Don, semi che germogliavanonutriti dalla Misericordia, chia-mando alla luce della gioia dell’in-contro altri semi ancora sepolti.Quante riconciliazioni! Il terminedella serata era fissato per le dieci,ma solo verso le undici don Ales-sandro, stremato ma raggiante,poteva riporre il Santissimo tral’applauso al Signore che sgorga-va dalle mani e dai cuori di liguri emilanesi, giovani e vecchi radunatiintorno al Buon Pastore.

    Che meraviglia la gioia e la rico-noscenza di nonna Jole che aspet-tava da decenni un raccogliersi in-torno a Gesù Eucarestia fatto dipace, gioia, abbandono, e l’havissuto, a quasi cent’anni, insiemealle sue nipoti, ma non solo….Già, perché dall’inizio di questastoria nel ventre di Lisa, sposa diMarcolino, c’era già il frutto del lo-ro amore, amore in Gesù e amoredi Gesù, un piccolo il cui nome an-cora non conosciamo ma che ac-compagnerà le prossime adora-zioni, gli incontri comunitari e del-le cellule, dall’attuale Zero al nu-mero che il Signore concederà!

    Boback Falamaki

    Il prossimo 6 gennaio 2009,Epifania del Signore, partirà da Piazza del Duomo per giunge-re a Sant’Eustorgio il tradizionaleCorteo dei Magi.Pigi Castiglioni, responsabile or-ganizzativo del corteo, cercafiguranti che desiderino parteci-pare alla sfilata in costume stori-co. Sarà una splendida occasioneper rivivere un’antichissima tradi-zione della nostra città.Chi fosse interessato può prende-re contatto con Pigi Castiglioni ai numeri:347-8653582 / 393-0409525

    ...AL FRUTTO DELL’ADORAZIONE

    IL CORTEO DEI RE MAGICERCA FIGURANTI

    IL CORTEO DEI RE MAGICERCA FIGURANTI

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    Anche quest’anno nella nostraparrocchia si è svolto un cor-so Alpha. Un’esperienza unicache ha portato più di 60 persone aconoscere Gesù e a fare esperien-za di comunità. Questa è stata laterza edizione e ha visto coinvoltitantissimi fratelli della comunità,dai giovani agli adulti che hannocontribuito con amore in ogni tipodi servizio. Inoltre sono stati coin-volte tutte le realtà parrocchiali,dal gruppo del lunedì alle cellule:un metodo di evangelizzazione ditutti e per tutti.Le testimonianze che leggerete quidi seguito vi faranno comprenderedi quali meraviglie ci ha ricoperto ilSignore, che con grande amore nonci ha mai fatto mancare nulla. Il mioringraziamento va prima di tutto aDio Padre per tutto quello che ci do-na, poi alla nostra comunità, checome una mamma sa sempre acco-glierci. Grazie ai nostri sacerdotiche ci fanno sentire sempre a casa:“casa Sant’Eustorgio”.Per info: www.corsoalpha.itPer testimonianze e foto: su face-book, “alpha Italia”.

    Gae Cammarata

    Carlo: ho ripreso la mia crescitaDesidero condividere con voi la miaesperienza di conversione e riavvi-cinamento al Signore:sono cresciuto vicino al Signore finoai 20 anni circa. Le mie scelte eranoconsolidate nel fare il bene e nel sen-tire gioia in questo, nonostante spes-so mi sentissi diverso dai miei amici.

    Poi la crisi. Un mo-mento di crisi evuoto spirituale miha allontanato daquanto sentivosvuotarsi di signifi-cato. La Messa infatti incominciavaa sembrare una semplice ripetizio-ne di gesti privi di valore.Avevo smesso di crescere nella fe-de. Credevo che questa fosseun’esperienza arrivata al termine.Ritenevo che molte altre cose doves-sero essere imparate dal mondo.Questa crisi personale ha invasotutti i piani della mia vita in manieradirompente. Ho abbandonato l’uni-versità, gli amici, ogni altra attività.Solo dolore e disperazione eranorimasti. Ho iniziato una lunga ricer-ca verso me stesso. Ricerca durataoltre 12 anni.Poi, l’estate scorsa, a causa dellarottura del rapporto con la mia ra-gazza decido di andare a chiarirmile idee camminando verso Santia-go, in Spagna. Un pellegrinaggionon religioso, inizialmente, ma unmomento che desideravo dedicar-mi. Sentivo, infatti, la necessità diguardarmi dentro e riscoprire lamia anima. Il Cammino mi ha datodoni inaspettati e superiori a quantoavrei potuto mai chiedere. Ho senti-to che l’esperienza di Amore versome stesso prima e verso gli altri do-po mi aveva cambiato l’esistenza.C’era un modo nuovo in cui viverele relazioni e intendere la vita.A Santiago, in cattedrale, Dio Pa-dre mi ha fatto sentire il suo Amoree la sua accoglienza e questo hastravolto le carte. Qui nasce la miaconversione.L’esperienza fatta, una volta tornatoa casa, era ancora in uno stadio distupore e innamoramento, ma dove-va ancora diventare scelta di vita.Belle intuizioni si scontravano con larichiesta sempre più profonda diaderire ai principi cristiani. Per iquali, però, non mi sentivo ancora

    pronto. E dentro vivevo grossi con-flitti.Un paio di mesi dopo il miorientro dal Cammino, entro in con-tatto con il corso Alpha, qui a San-t’Eustorgio. La mia partecipazionea esso è nata da un invito di un ami-co e dal desiderio di cogliere ogniesperienza che mi potesse aiutare aconsolidare le belle intuizioni avuteprecedentemente.La mia fede e la mia cristianità era-no senza forma e senza direzione.Non sapevo ancora, al di là del-l’emozione avuta sul Cammino,quale fosse la via, cosa fosse impor-tante, il valore della volontà del Si-gnore. Con il corso Alpha ho incon-trato persone che vivevano quel-l’Amore che stavo cercando. Que-sta è stata la leva che mi ha convin-to a cogliere le altre proposte chevia via si presentavano. Ad Alpha ho sentito parlare di Ge-sù in modo nuovo. Mi sono riavvici-nato alla preghiera prima e allaMessa poi. Una Messa finalmentericca di significato e condivisione.Spesso i dubbi su Gesù, su Dio miassalgono, ora più di prima, ma soche tutto questo che sto vivendo èbuono e su queste cose voglio fon-dare la mia vita. Mi voglio fidare.Voglio costruire la mia fede e pro-varla ogni giorno che passa.La mia vita, infatti, è cambiata. Mistupisco nel constatare che ognigiorno, chiedendo supporto al Si-gnore e utilizzando gli strumenti chemi ha dato (un cervello e un corpo)riesco a migliorare. Scopro che en-trando nella vita e agendo nella vitapossiamo davvero fare miracoli.Crescere nelle relazioni, nel lavoro,nella nostra condotta. Oggi mi sen-to realizzato. Realizzato come figliodi Dio che opera non per sé, ma per

    LA TERZA EDIZIONE DI ALPHA

    UNA “CASA” APERTA A TUTTI

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    un progetto più grande. Per il pro-getto del Padre.I miracoli vissuti nella mia vita miconsolidano nella fede. Operare se-condo la Parola ha portato frutto.Nella -Parola mi sforzo di crescere.Sono grato al Signore per avermifatto scoprire Alpha e le cellule dievangelizzazione. Questi sono statil’inizio del cammino di fede. Nonquello della sola emozione, maquello delle scelte, della responsabi-lità, dell’impegno. Sono grato al Signore per avermiaffidato a questa comunità che misupporta e mi aiuta ogni giorno chepassa. Che mi ha accolto nella vitacomunitaria. Esperienze prezioseche ci aiutano a indirizzare le no-stre forze e ci accolgono e sostengo-no nei momenti di difficoltà. Ho sco-perto quanto sia importante cresce-re a contatto dei fratelli. Come ununico corpo che si sostiene, che siprende cura delle membra più stan-che e traina attraverso quelle in for-ze. Tutto questo per crescere e pre-pararci a incontrare il Signore. Una forte consapevolezza si è fattastrada dentro di me e mi guida, am-maestrandomi, ogni giorno chepassa. Sento che gli insegnamentidei miei fratelli su Gesù mi danno ladirezione e con lei la gioia.Sono grato al Signore per il lavoropreziosissimo di don PiGi. Graziealla sua fede, alla sua comprensio-ne della parola e dei suoi insegna-menti sono tornato a sentire la Mes-sa come esigenza e fondamentodella mia vita spirituale.Vedere figli di Dio che operano se-condo la Parola, nella Parola, è val-so per me più di mille spiegazioniteologiche. Mi auguro che Dio soffisul nostro operato di evangelizza-zione e realizzi quel progetto di pa-ce e amore che tanto aspettiamo.

    Silvia: ho fattopace con la chiesaMi chiamo Silvia Raldi, ho 27 anni elavoro a Milano in una banca d’af-fari come assistente di direzione.Alpha ha avuto un ruolo fondamen-tale nella mia vita: è stato lo stru-

    mento per riavvicinarmi alla fede einiziare un’autentica vita spirituale,dopo un periodo di lontananza du-rato nova anni.Il mio allontanamento, avvenuto du-rante l’adolescenza, è stato determi-nato dalla mancanza di compren-sione, apertura e ascolto da parte diun sacerdote. Una percezione ne-gativa e un senso di rifiuto dellachiesa intesa sia come istituzione siacome comunità mi accompagnò du-rante tutti quegli anni fino all’incon-tro con Alpha.Partecipai al primo corso nel genna-io 2007 ricevendo un misterioso in-vito da un amico, che accettai senzasapere nemmeno di cosa si trattasse.Dopo il primo incontro decisi di pro-seguire con molta curiosità ma an-che con un pizzico di scetticismo, si-cura che se nonmi fossi trovatad’accordo suqualcosa, avreisempre potutointerrompere lafrequenza. Con-tro ogni aspetta-tiva iniziale, Al-pha mi conqui-stò giorno dopogiorno: avevotrovato una co-munità aperta alconfronto, unluogo dove erapossibile discutere di argomentichiave della fede in un clima d’ac-coglienza, condivisione e amicizia. Attraverso i vari incontri riscoprii esperimentai in prima persona lagrandezza e l’attualità del messag-gio cristiano e incontrai persone concui condividere un nuovo camminodi crescita spirituale.Durante Il ritiro a metà corso la miavita interiore cambiò radicalmente.L’incontro con il Signore aveva tra-sformato la mia esistenza, donan-domi un cuore nuovo, pulsante di vi-ta e di amore divino. La mia vitasplendeva di una luce nuova.Grazie ad Alpha ritrovai la fede inmodo inaspettato e anche il miorapporto con la Chiesa e i sacerdo-

    ti venne sanato. Il desiderio di pro-seguire il percorso spirituale appe-na iniziato mi portò a entrare in unacellula di evangelizzazione.A un anno di distanza, posso affer-mare che la cellula rappresenta perme un appuntamento fondante del-la settimana, un momento impor-tante di preghiera e condivisione diesperienze. Il sostegno della cellulaè stato fondamentale per la mia cre-scita spirituale, per dare compimen-to e seguito a quello che Alpha ave-va risvegliato in me.Ascoltare le esperienze degli altridurante i momenti di condivisionemi ha offerto numerose occasioni dicrescita e apprendimento, riceven-do la soluzione o un nuovo punto divista per affrontare le difficoltà in-contrate nel mio percorso.

    Riflettere ogni settimana su cosa fac-cio io per il Signore e cosa il Signo-re fa per me, mi distoglie da un par-te dal pensiero che la mia vita si ri-duca puramente a un “qui e ora”, alsusseguirsi di preoccupazioni quoti-diane e materiali, dall’altra mi aiutaa ricordare chi ora è al centro della mia vita.Infine grazie alla cellula ho compre-so l’importanza dell’attività di evan-gelizzazione, vivendo la fede nonsolo come un fatto personale ma co-me una dimensione importante del-la mia vita da condividere con lepersone che mi circondano, per po-ter annunciare quel messaggio digioia e amore che il Signore rivolgea tutti noi.

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    In 18 giorni abbiamo percorso,zaino in spalla, i 250 km del“Cammino di San Francesco” daLa Verna a Poggio Bustone. Im-mersi nella natura abbiamo pre-gato per noi, i nostri cari e la co-munità. Il silenzio, il fruscio delvento, la dolcezza del luogo ripa-gava delle fatiche. Come France-sco abbiamo goduto i doni dellanatura: per tutto abbiamo resograzie con le parole “Laudato sì,mì Signore, per sora nostra ma-dre terra / la quale ne sustentaet governa / et produce diversifructi con coloriti fiori et herba”. Attraverso monti e valli abbiamo vi-sitato i luoghi dove Francesco erapassato. Francesco fu un grandeevangelizzatore e a questo scopoviaggiò molto. Diceva: “Questo vo-glio, questo bramo di fare contutto il cuore” ed è ciò che anchenoi ci impegniamo a fare col cam-mino di evangelizzazione a San-t’Eustorgio. Durante il lungo percor-so abbiamo trovato l’occasione perparlare coi parroci o altre personedella nostra esperienza con le cellu-le di evangelizzazione. Abbiamodato testimonianza di come il Si-gnore ha operato nella nostra vita,del nostro cammino di fede.

    La Verna. Qui Francesco ricevettele stigmate, primo uomo al mondodopo Cristo e, proprio nella Cap-pella delle Stimmate, davanti allastupenda Crocifissione di AndreaDella Robbia, abbiamo pregatoper amici e parenti stigmatizzatida grandi dolori. Da qui partì pertornare ad Assisi, ormai malato estanco, dove morì. Montecasale. Ai tempi di France-sco fungeva da ostello per i pelle-grini diretti alla costa adriatica ver-so la Terra Santa. Anche Francescovi transitò diretto a Gerusalemme.Padre Pio, francescano anzianodel convento ci racconta un episo-dio della vita del santo accadutoqui. Nella zona c’erano tre ladronifamosi per le loro malefatte; ungiorno si recarono al convento echiesero del cibo, ma frate Agnolo,il guardiano, li rimproverò aspra-mente e li scacciò. Francesco, sa-putolo, lo riprese per aver agitocosì e gli disse che “Imperò che ipeccatori meglio si riducono aDio con dolcezza che con crude-li riprensioni; onde il nostro mae-stro Gesù Cristo, … dice che nonè bisogno il medico a’ sani maagl ’ in fermi; e che non era ve-nuto a chiamare i giusti, ma i

    peccatori a penitenzia; e peròspesse volte mangiava con lo-ro”. E poi gli ordinò di andare acercarli e offrire loro pane e vino ein ginocchio chiedere scusa per lasua crudeltà e “…poi li priega daparte mia che non faccino piùmale, ma temano Iddio e non of-fendano più il prossimo, es ’ e gli faranno questo, io pro-metto loro di provvedergli nei lo-ro bisogno e di dare loro conti-nuamente da mangiare e da be-re”. I ladroni, dopo aver riflettutosu quel gesto di generosità si penti-rono e andarono da Francesco efurono accolti nell’ordine dove vis-sero in grande penitenza. Riflettia-mo su questo esempio di veraevangelizzazione fatta con amore.Gubbio. La storia del terribile lupoè talmente nota da non doverneparlare affatto; è giusto, però, ri-cordare quanto il lupo fosse temutoe quanto Francesco fosse uomo difede e di pace. “Vieni qui frateLupo - gli disse - io ti comandodalla parte di Cristo che tu nonfaccia male né a me né a perso-na”. “E distendendo la manosanto Francesco per ricevere lasua fede, il lupo levò su il piederitto dinanzi e dimesticamente lopuose sopra la mano di santoFrancesco dandogli quello se-gna ch ’ e gli potea di fede”. Ri-cordando l’approccio di San Fran-cesco con il lupo pensiamo che an-che noi dovremmo affrontare conamore situazioni e persone ostichele quali, come il lupo di Gubbio,potrebbero cambiare in megliograzie a un approccio amorevole.Santa Maria degli Angeli-Assisi.Sostiamo all’ostello francescanodove si respira un’aria di pace, se-renità e amore. Durante la cenaognuno condivide le proprie espe-rienze spirituali o di ricerca. Noiparliamo delle Cellule e della no-stra comunità. La vicinanza allagrandiosa Basilica di Santa Maria

    IN CAMMINO CON FRANCESCO

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    degli Angeli ci consente di tornarepiù volte alla rustica cappella dellaPorziuncola; accanto c’è la Cap-pella del Transito, il luogo in cui S.Francesco passò dalla vita alla Vi-ta. Cerchiamo il raccoglimento enella basilica di Assisi preghiamoper la pace nei cuori di tutti.Sostiamo anche a San Damianodove si decise la sua conversione.Il crocifisso di San Damiano èun’immagine particolare di Gesùin croce con gli occhi aperti che ciguarda: nei crocifissi bizantini epaleocristiani appariva con gli oc-chi aperti e privo di sofferenzaperché vittorioso sulla morte. Monteluco è uno dei luoghi france-scani più sacri. Il sentiero è in salita,sassoso, in un suggestivo bosco dilecci. Offriamo la fatica per le ne-cessità fisiche e spirituali delle per-sone che abbiamo nel cuore e per leintenzioni di preghiera che ci sonostate affidate. Al convento troviamoaccoglienza e disponibilità. PadreLuigi ritarda la partenza per noi. Preghiamo con lui davanti al qua-dro che rappresenta Maria colbimbo, madre della tenerezza edella misericordia. Questo quadroveniva portato nei paesi prima del-l’arrivo del frate predicatore Leo-poldo da Gaiche. Lo sguardo diMaria inteneriva i cuori e li predi-sponeva per la confessione e laComunione e avvenivano molti mi-racoli di guarigione interiore. Ma-ria è davvero anche madre del-l’evangelizzazione!

    Romita di Cesi. Anche di qui passòFrancesco. L’eremo è stato rico-struito con determinazione e amo-re da Fra’ Bernardino e da volon-tari per farlo divenire luogo di ac-coglienza, condivisione e convi-venza. La Romita ha tre P: Posto,Pasto e Pace!Non c’è gas, né luce elettrica, sal-vo quel poco generato dai pannel-li; non c’è riscaldamento salvol’enorme calore del cuore di Fra’Bernardino. Ai Vespri ci accompa-gna in una meditazione attraversoil Cantico di S. Damiano. La Cap-pella non è illuminata, sull’altare cisono due candelabri con candelespente. Il Padre ci aiuta a ricono-scere che tutto è dono gratuito:aria, sole, acqua, salute… e di ciòdobbiamo ringraziare Dio. Dob-biamo imparare a lodarlo per lagiornata trascorsa e questo è ilsenso dei Vespri. Poi inizia il ritodella luce con l’accensione dellecandele. Ci dice che le candelenon servono solo per vedere me-glio: la candela è la metafora dinoi stessi: il suo compito è fare lu-ce, riscaldare l’ambiente, brillarecon fantasia, essere piacevole. Tut-to questo però - come per la can-dela - comporta una cosa: consu-marci per gli altri.Greccio. Incontriamo Padre RenzoFrancesco del Santuario che ci ac-coglie con gentilezza. Si respira unclima di grande pace e nel pome-riggio preghiamo davanti allaCappella dove Francesco celebrò

    la S. Messanel Natale incui volle ani-marla conun “presepevivente”. Il Padre ciinvita peruna cenasemplicedopo i Vespri. La nostrasorpresa ègrande quando vediamo che sulpiccolo tavolino apparecchiatoper noi ha perfino messo dei fiori.In un albergo a 5 stelle non ci sa-remmo sentiti accolti così bene!Padre Renzo Francesco rifiuta lanostra offerta poiché dice che lasua ospitalità è un dono. Ringra-ziamo il Signore per il dono diospitalità ricevuto e preghiamoper questa comunità. Gli parliamodella nostra esperienza con le cel-lule di evangelizzazione. Poi cicongediamo e riceviamo la suabenedizione con il saluto: “Pace ebene…a mani piene!”Fonte Colombo sorge in un luogomistico dove tutto parla del Santo edella sua vita. In questo conventonel 1223 Francesco dettò la Rego-la a Fra’ Leone. Nella Cappelladetta della Maddalena si può ve-dere la Tau disegnata dal Santoche egli utilizzò come firma. Il nostro pellegrinaggio francesca-no termina a Poggio Bustone. So-stiamo a lungo nella chiesa di SanGiacomo per lodare e ringraziareil Signore per quanto ci ha donatoe per chiedergli la capacità di do-nare a nostra volta quanto abbia-mo ricevuto.Invochiamo il Suo Spirito per vive-re la “perfetta letizia” di Francescoche consiste nel non farsi sopraffa-re dalle avversità della vita, ma nellodare per tutto il Signore. Deside-riamo ricordare che non c’è auten-tica dimensione francescana senon è missionaria.

    Gabriele e Ida Bassi

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  • PER UN NUOVO ANNO MISSIONARIO

    Nel corso del 2008 il Gruppo missiona-rio di Sant'Eustorgio si è impegnatoper far giungere alle missioni assistiteaiuti, medicinali, cibo, denaro e, nonmeno importanti, amore e preghiera.

    Queste immagini testimoniano la gioia che accoglie il nostro aiuto e rappresentano, ne siamo convinti,il più bel regalo di Natale per ciascuno di noi.

    Nel 2009, Luigi Mariani e tutti ivolontari del Gruppo rinnoverannoil loro impegno; sta a noi aiutarli,sostenerli. Offrire loro quel poco o tanto che il nostro cuore ci suggerirà.

    I sorrisi e la felicità di questibambini, delle suore, dei sacer-doti e dei volontari che li assisto-no guidano le nostre mani a tendersi verso di loro.

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