Conseguenze del bullismo sulla vittima

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Available at www.sciencedirect.com journal homepage: www.elsevier.com/locate/quip REVIEW ARTICLE Conseguenze del bullismo sulla vittima Effects of bullying on the victim Maura Rossi, Cecilia Sterpa, Alberto Ottolini UO Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Azienda Ospedaliera ‘‘Fatebenefratelli e Oftalmico’’, Milano Ricevuto 10 aprile 2009; accettato 26 aprile 2009 Disponibile online 12 giugno 2009 PAROLE CHIAVE Adolescenti; Bambini; Bullismo; Disturbi psicologici; Vittimizzazione. KEYWORDS Adolescents; Children; Bullying; Psychological problems; Victimization. Riassunto Premessa: Il bullismo puo ` essere definito come una patologia relazionale, caratterizzata da un’asimmetria di potere tra bulli e vittime, nella quale azioni negative di tipo fisico o verbale, ripetute nel tempo, vengono compiute con l’intenzione di arrecare danno alle vittime. Scopo dello studio: Questo lavoro rappresenta una revisione delle conseguenze del bullismo sulla vittima in eta ` evolutiva. Risultati: L’incidenza del fenomeno e ` variabile a seconda degli studi, ma interessa tutti i Paesi del mondo. L’essere vittima di episodi di bullismo risulta significativamente associato a una compromissione dei livelli di funzionamento psicologico e di adattamento sociale e alla presenza di sintomi fisici e psicopatologici. Essere vittima di episodi di bullismo e `, inoltre, un fattore predittivo per l’esordio di depressione, ansia, isolamento e ridotta autostima. Conclusioni: Le vittime-bulli rappresentano la categoria a maggior rischio psicosociale. Benche´l’esistenza di un’associazione piu ` che casuale tra bullismo e disturbi psicopatologici sia ormai sostenuta da numerose evidenze, il significato di questa relazione, e in particolare il senso di un’eventuale relazione di tipo causale, rimane tuttavia dibattuto. I pochi studi longitudinali sembrano supportare l’ipotesi che i problemi emozionali, sociali e di comportamento siano una conseguenza, anziche´una causa, del bullismo. Questi dati sugli effetti del bullismo depongono a favore dell’importanza di ridurre l’incidenza del fenomeno bullismo a scuola, come intervento preventivo in termini di salute mentale, per i soggetti in eta ` evolutiva. & 2009 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. Abstract Background: Bullying reflects a relational problem, characterized by intentional, negative, physical or verbal actions that are repeated over time, that cause distress to victims and involve a power disparity between bullies and their victims. ARTICLE IN PRESS 0393-0645/$ - see front matter & 2009 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. doi:10.1016/j.quip.2009.04.003 Corrispondenza: Alberto Ottolini, UO Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, via S. Erlembardo 4 20126 Milano E-mail: [email protected] QUIP 2009;28(3):117123

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Available at www.sciencedirect.com

journal homepage: www.elsevier.com/locate/quip

QUIP 2009;28(3):117–123

0393-0645/$ - see frodoi:10.1016/j.quip.2

�Corrispondenza:via S. Erlembardo 4 –

E-mail: alberto.o

REVIEWARTICLE

Conseguenze del bullismo sulla vittima

Effects of bullying on the victim

Maura Rossi, Cecilia Sterpa, Alberto Ottolini�

UO Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Azienda Ospedaliera ‘‘Fatebenefratelli e Oftalmico’’, Milano

Ricevuto 10 aprile 2009; accettato 26 aprile 2009Disponibile online 12 giugno 2009

PAROLE CHIAVEAdolescenti;Bambini;Bullismo;Disturbi psicologici;Vittimizzazione.

KEYWORDSAdolescents;Children;Bullying;Psychologicalproblems;Victimization.

nt matter & 2009009.04.003

Alberto Ottolini, U20126 Milano

[email protected]

RiassuntoPremessa: Il bullismo puo essere definito come una patologia relazionale, caratterizzata daun’asimmetria di potere tra bulli e vittime, nella quale azioni negative di tipo fisico o verbale,ripetute nel tempo, vengono compiute con l’intenzione di arrecare danno alle vittime.Scopo dello studio: Questo lavoro rappresenta una revisione delle conseguenze del bullismosulla vittima in eta evolutiva.Risultati: L’incidenza del fenomeno e variabile a seconda degli studi, ma interessa tutti iPaesi del mondo. L’essere vittima di episodi di bullismo risulta significativamente associato auna compromissione dei livelli di funzionamento psicologico e di adattamento sociale e allapresenza di sintomi fisici e psicopatologici. Essere vittima di episodi di bullismo e, inoltre, unfattore predittivo per l’esordio di depressione, ansia, isolamento e ridotta autostima.Conclusioni: Le vittime-bulli rappresentano la categoria a maggior rischio psicosociale.Benche l’esistenza di un’associazione piu che casuale tra bullismo e disturbi psicopatologicisia ormai sostenuta da numerose evidenze, il significato di questa relazione, e in particolareil senso di un’eventuale relazione di tipo causale, rimane tuttavia dibattuto. I pochi studilongitudinali sembrano supportare l’ipotesi che i problemi emozionali, sociali e dicomportamento siano una conseguenza, anziche una causa, del bullismo. Questi dati suglieffetti del bullismo depongono a favore dell’importanza di ridurre l’incidenza del fenomenobullismo a scuola, come intervento preventivo in termini di salute mentale, per i soggetti ineta evolutiva.& 2009 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.

AbstractBackground: Bullying reflects a relational problem, characterized by intentional, negative,physical or verbal actions that are repeated over time, that cause distress to victims andinvolve a power disparity between bullies and their victims.

Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.

O Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico,

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M. Rossi et al.118

Aimof the study: This paper reviews the effects of bullying and victimization in children andadolescents.Results: The incidence of bullying varies depending on the location examined but thisbehaviour is clearly a significant problem worldwide. Being victimized by peers issignificantly related to low levels of psychological well-being and social adjustment and tohigh levels of psychopathological and physical symptoms. Frequent victimization is shown topredict depression, anxiety, isolation and low self-esteem.Conclusions: Victim-perpetrators stand out as the groupwith the greatest risk of developingmultiple psychopathologic behaviours. Despite the fact that the association between schoolbullying and psychopathologic behaviour has been increasingly documented, cross-sectionalstudies have made it impossible to establish causality in either direction. The few availableprospective studies have generally supported the conclusion that psychopathologic disordersare a consequence rather than a cause of bullying. Thus the reduction of bullying in schoolscould have a substantial impact on the emotional well-being of children and adolescents.& 2009 Elsevier Srl. All rights reserved.

Introduzione

Olweus, uno dei maggiori studiosi del fenomeno ‘‘bullismo’’,nel 1996 ha affermato che ‘‘uno studente e oggetto di azionidi bullismo, ovvero e prevaricato o vittimizzato, quando vieneesposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azionioffensivemesse in atto da parte di uno o piu compagni’’ (1). Inaccordo con tale definizione, quindi, il concetto di ‘‘bulli-smo’’ non e da applicarsi al caso di una singola aggressione enon include occasionali azioni negative compiute per scherzo,ma dev’essere usato come una specie di script, cioe unasequenza, abbastanza stereotipata, nella quale gli attorisvolgono ruoli stabiliti (bullo, vittima, osservatori, suppor-ter). Secondo Olweus (2), le caratteristiche che contraddi-stinguono il bullismo sono l’intenzionalita (desiderio di ferire,offendere, arrecare danno o disagio), l’asimmetria di poterenella relazione, la persistenza nel tempo, l’uso ingiusto delpotere, il piacere evidente dell’aggressore, la sensazione dioppressione della vittima.

L’aggressione puo essere perpetrata con modalita diffe-renti, fisiche o verbali di tipo diretto, o psicologiche eindirette, quali la stigmatizzazione e l’esclusione dal gruppodei pari (3,4). Le condotte adottate dal bullo per vittimizzaresono innumerevoli e vanno dalla canzonatura all’epitetooltraggioso all’intimidazione, dal ricatto al taglieggiamento,fino ad arrivare alla violenza fisica vera e propria. Nonostantela loro diversificazione, questi episodi hanno tutti unacaratteristica comune: la relazione bullo-vittima non e unacondizione statica, in cui c’e qualcuno che aggredisce equalcun altro che subisce, ma e un processo dinamicosoggetto a continue modificazioni e ampliamenti nel suoterreno di applicazione, in concomitanza con i cambiamentidella societa e delle agenzie educative.

Gli studi epidemiologici hanno messo in evidenza unagrande variabilita nella prevalenza del fenomeno, compresatra il 9 e il 54% (5). La situazione italiana ricalca gli indiciinternazionali. La percentuale di studenti coinvolti in episodidi bullismo si attesta, infatti, su valori compresi tra il 10 e il30%, secondo la soglia di riferimento, con un numeromaggiore di bulli rispetto alle vittime. Le ricerche effettuateconfermano che il fenomeno e piu elevato nelle prime fasidello sviluppo e tende a diminuire progressivamente conl’eta: si passa, infatti, dal 28% nella scuola elementare al 20%

nella scuola media inferiore, fino al 10–15% circa nella scuolasuperiore (5–7).

In termini di differenze di genere, emerge che le ragazzeutilizzano e subiscono maggiormente forme di bullismoindiretto (pettegolezzo) e relazionale (esclusione), mentresono prevalentemente appannaggio del sesso maschile leaggressioni fisiche, le minacce, i furti, le azioni di vandalismoe le offese omofobiche. Due recenti studi sulla prevalenza delfenomeno, il 2001/2 Health Behavior in School-aged Childrensurvey (HBSC) e il Global School-based Students Health Survey(GSHS), sono stati condotti su campioni di giovani di etacompresa tra 13 e 15 anni, rappresentativi della popolazionescolastica in 66 differenti Paesi, con un numero totale disoggetti pari a 218.104 (8).

� Nei Paesi coinvolti nello studio HBSC, il 32,1% dei soggetti

ha riportato di aver subito almeno un episodio di bullismoa scuola, nell’arco dei due mesi precedenti l’indagine.

� Nei Paesi coinvolti nello studio GSHS, il 37,4% degli

studenti ha riferito almeno un episodio di bullismo negliultimi 30 giorni.

� In entrambi gli studi la prevalenza del fenomeno e

risultata fortemente variabile da un Paese all’altro: laprevalenza minore si e riscontrata in Tajikistan (7,1%),Svezia (16% dei ragazzi e 14,6% delle ragazze) eRepubblica Ceca (rispettivamente 17,1% e 14,2%).

� Nello studio GSHS la prevalenza piu elevata e stata

rilevata, per i soggetti di sesso maschile, in Zimbabwe(Bulawayo) (70,2%) e, per quelli di sesso femminile, inZambia (67,1%).

� Nello studio HBSC la maggior prevalenza del fenomeno e

stata riportata in Lituania, dove il 62,7% dei ragazzi e il64,4% delle ragazze sono stati vittima di episodi dibullismo.

Gli studi dimostrano, inoltre, come l’esperienza di vittimatenda a mantenersi stabile nel tempo, con gli stessi soggettiche continuano a sperimentare episodi di bullismo lungo tuttal’infanzia e l’adolescenza (9).

Caratteristiche temperamentali, clima familiare e stilieducativi genitoriali, fattori di tipo socioculturale ed econo-mico sono stati variamente implicati nel determinismo delfenomeno ‘‘bullismo’’, la cui eziopatogenesi e ritenuta, dallamaggior parte degli autori, di tipo multifattoriale. Perindividuare possibili fattori di rischio, molti studi si sono

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focalizzati sulle caratteristiche delle vittime e delle lorofamiglie. Essere coinvolti in episodi di bullismo, sia nel ruolodi vittima sia in quello di aggressore, risulta associato a fattoridi tipo sociale, quali cattivo funzionamento familiare (10),elevata conflittualita all’interno della coppia genitoriale (11)e maltrattamenti (12). Alcuni studi sulle caratteristichefamiliari hanno suggerito che uno stile educativo rigido eautoritario possa predisporre, presumibilmente attraverso losviluppo di comportamenti aggressivi, al ruolo di vittima diatti di bullismo (13). All’inizio della frequenza scolastica,infatti, il principale fattore predittivo di esperienze divittimizzazione da parte dei coetanei e rappresentatodall’aggressivita fisica del soggetto (14,15), mentre lapresenza di sintomi della serie internalizzante, quali depres-sione e ritiro sociale, e di difficolta di regolazione delcomportamento con modalita iperattive e impulsive risultapredittiva di un’esperienza di vittimizzazione cronica nellatarda eta infantile (16–18). Barker et al. (19) hannoanalizzato diverse possibili traiettorie di sviluppo rispettoall’esperienza di vittimizzazione, confermando come fattorialtamente predittivi un basso livello economico familiare,uno stile genitoriale rigido e reattivo e la presenza di elevatilivelli di aggressivita fisica nei bambini.

Non e possibile definire una specifica tipologia di vittimadel bullismo, sebbene si possano identificare alcune caratte-ristiche che possono fare di un bambino una potenzialevittima, per esempio: avere tratti somatici peculiari (obesitao eccessiva magrezza, statura piu alta o piu bassa rispetto aicoetanei), portare gli occhiali o l’apparecchio per i denti,appartenere a una diversa cultura, religione o etnia, ma-nifestare preferenze o gusti diversi, vestire in modo ‘‘nonomologato’’ (non griffato), essere timido o creativo, esserepoco propenso a usare la forza per imporsi o difendersi (20,21).

In letteratura vengono descritte due diverse tipologie divittima: la vittima passiva o sottomessa e quella provoca-trice, la cosiddetta ‘‘vittima-bullo’’ (22).

La maggior parte delle vittime e passiva o sottomessa emostra caratteristiche peculiari, quali eccessiva cautela esensibilita, insicurezza, incapacita di affermarsi nel gruppodei pari, isolamento, oltre che presenza di piu elevatiproblemi di tipo internalizzante e psicosomatico, e livelliinferiori di autostima rispetto ai coetanei (23–25).

Altri aspetti che si ritrovano in questa tipologia di vittimesono: difficolta a fare amicizia con i coetanei e maggiorefacilita a relazionarsi con gli adulti, scarsa capacita dimettersi in evidenza nel gruppo dei pari, limitata prestanzafisica e scarsa propensione alle attivita sportive (nei ragazzi),mancanza di competitivita, una certa labilita emotiva confacilita al pianto, un elevato grado d’ansia evidenziato inrapporto alle minacce (9,17). Questi soggetti sono caratte-rizzati da un modello reattivo ansioso o sottomesso,associato, soprattutto se maschi, a debolezza fisica; talemodello, che e rinforzato negativamente dai comportamentisopraffattori, ‘‘segnala’’ ai bulli che le potenziali vittime nonsono in grado di reagire a provocazioni e aggressioni. La lorodifficolta nel fronteggiare l’aggressione con comportamentireattivi o di richiesta d’aiuto e la tendenza ad autocolpevo-lizzarsi per l’accaduto le identificano come facili ‘‘bersagli’’del bullo.

Le vittime provocatrici presentano molte caratteristichetipiche delle vittime passive, tranne per il fatto che si tratta,spesso, di soggetti iperattivi (benche non sempre ricevano

una diagnosi definita di disturbo da deficit di attenzione eiperattivita). Questo particolare tipo di vittima, generalmen-te di sesso maschile, e meno frequente della tipologia passivao sottomessa, con una prevalenza del 5–10% circa. L’impulsi-vita/iperattivita e l’incapacita di modulare o esprimere leemozioni possono costituire i motivi stessi per cui questibambini sono individuati come obiettivo di atti di bullismo(5,26–28). Quando sono insultati o aggrediti, appaionopropensi a reagire, piuttosto che a subire, e sovente vengonoallontanati e isolati dal gruppo dei pari; quando sonovittimizzati, il piu delle volte lo sono da molti compagni,talora dall’intera classe. La vittima provocatrice, a sua volta,tende solitamente a vittimizzare i compagni piu deboli o piupiccoli.

Nella maggior parte dei casi, le vittime-bulli creano uncerto grado di tensione in classe, poiche hanno difficolta diconcentrazione, sono molto vivaci, iperattivi e impulsivi;spesso sono goffi, immaturi e hanno comportamenti irritanti eprovocatori, che talvolta li portano a essere emarginati anchedagli adulti, compresi gli insegnanti. Sebbene il comporta-mento delle vittime provocatrici sia caratterizzato dall’im-pulsivita, con passaggio all’atto, nelle risposte di questibambini ai questionari autosomministrati si trovano soventeindicatori di depressione e ansia, verosimilmente legati alladifficolta nel gestire un’immagine di se negativa, fruttodell’emarginazione cui spesso vengono sottoposti.

Le vittime-bulli rappresentano una categoria a elevatorischio psicosociale, poiche in genere manifestano non solo iproblemi emotivi propri delle vittime – quali una compro-missione del funzionamento sociale, emozionale e scolastico,con sintomi di ansia, depressione e ritiro – ma anche icomportamenti antisociali tipici dei bulli (29–31).

Le conseguenze del bullismo sulla vittima

Individuare gli effetti del bullismo sulle vittime risulta difondamentale importanza, sia per il notevole impatto delfenomeno in termini di salute pubblica, sia ai fini dellapianificazione di ricerche e programmi di intervento semprepiu mirati ed efficaci.

Le conoscenze riguardanti le conseguenze del bullismosulle vittime, a breve e a lungo termine, derivano nellamaggior parte dei casi da studi trasversali, con dati raccolti daun unico informatore mediante questionari autosomministra-ti.

Gli studi trasversali, tuttavia, non consentono di trarreinferenze sulla natura e la direzione della relazione eviden-ziata tra esperienza di vittimizzazione e disturbi psico-patologici, in particolare di tipo ansioso e depressivo(16,24,32,33). Cosı, per esempio, alcune delle caratteristi-che sopra elencate delle vittime passive o sottomesse – qualil’ansia, l’insicurezza, i bassi livelli di autostima e il ritirosociale – possono essere considerate sia come fattorifavorenti gli episodi di bullismo sia come loro conseguenze.Infatti, benche l’esistenza di un’associazione piu che casualetra bullismo e disturbi psicopatologici sia ormai sostenuta danumerose evidenze, il significato di questa relazione – ossia sesi tratti di una relazione concausale, con fattori comunipredisponenti a entrambe le condizioni, oppure causale, conun elemento come causa dell’altro e viceversa – rimanedibattuto. In particolare, resta da chiarire il senso di un’even-

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Tabella I Conseguenze del bullismo sulla vittima.

M. Rossi et al.120

tuale relazione di tipo causale, ovvero quale dei due ele-menti sia causa dell’altro (34).

A breve termine

Sintomi fisici Cefalea, dolori addominali,astenia, vertigini, dolorimuscolari, inappetenza,tachicardia, dispnea, tosse,

La prima ipotesi, secondo cui il quadro psicopatologico eantecedente e causa l’esperienza di vittimizzazione, esostenuta dagli studi che evidenziano come i bambini conelevati livelli di disturbi internalizzanti ed esternaliz-zanti presentino un maggior rischio di essere implicati inepisodi di bullismo, rispetto ai loro coetanei (9,35).

asma, dermatiti

� Sintomi psicologici Ansia, reattivita emozionale,

disturbi del sonno, incubiSvalutazione dell’immagine dise, ridotta autostima

Compromissione del Problemi di concentrazione e di

La seconda ipotesi, secondo cui, al contrario, e l’esserestati vittima di episodi di bullismo a causare la comparsadi disturbi psicopatologici, e suffragata dagli studi chehanno evidenziato una significativa compromissione delfunzionamento sociale, emozionale e comportamentalein seguito a esperienze di vittimizzazione (15,23,36).

funzionamentoscolastico

apprendimento, calo delrendimento scolasticoRiluttanza nell’andare a scuola

A lungo termine

A livello personale Insicurezza, ansia, ridottaautostima, probleminell’adattamento socioaffettivoDepressioneComportamenti autodistruttivi/autolesivi, suicidioCondotte di dipendenza/abuso disostanze

A livello sociale Ritiro, solitudine, relazionicarenti, abbandono scolastico,difficolta a livello lavorativo,alcolismo/dipendenza dasostanze

La differenza d’eta tra i campioni oggetto dei vari studipuo, almeno in parte, spiegare questi risultati contrastanti.Infatti, gli studi condotti sui bambini di eta compresa tra 5 e 9anni dimostrano che i soggetti che presentano fattori divulnerabilita sono a maggior rischio di subire atti di bullismo,mentre negli adolescenti i problemi di tipo emozionalerisultano essere l’effetto degli episodi di bullismo anziche laloro causa (33,37). Tali differenze possono essere l’espres-sione di differenti meccanismi patogenetici, operanti inciascuna diversa fase evolutiva, oppure riflettere una sortadi circolo vizioso tra bullismo e disagio psicologico.

Gli studi prospettici sono poco numerosi e complicati dauna serie di limitazioni metodologiche, quali il fatto diricorrere, in genere, agli stessi informatori per identificare siagli episodi di bullismo sia i disturbi psicopatologici associati(6,33). Utilizzare solamente questionari autosomministratidai bambini/ragazzi coinvolti puo influenzare l’analisi del-l’associazione tra il bullismo e le varie dimensioni psicopato-logiche, confondendola. Infatti, l’interpretazione di eventi ecircostanze sociorelazionali e, quindi, l’individuazione stessadi eventuali episodi di bullismo risentono delle competenzeprosociali e delle abilita cognitive di tipo sociale del soggetto,nonche delle medesime caratteristiche psicopatologiche chevengono ricercate in associazione al bullismo (30,38). Inoltre,anche negli studi di tipo prospettico, basati sulla raccolta diinformazioni da fonti multiple e diversificate, e necessariocontrollare l’effetto di possibili fattori confondenti, peresempio variabili di tipo socioeconomico e familiare. Nei varistudi, le dimensioni del campione, spesso relativamenteridotte, e la scarsa rappresentativita rispetto alla popolazio-ne generale limitano la generalizzabilita dei risultati ottenu-ti.

Gli studi longitudinali dimostrano che le conseguenze delbullismo sulla vittima non sono solo quelle immediate,derivanti dalle aggressioni fisiche subite, ma comprendonoanche alterazioni dell’equilibrio psicofisico del bambino/ragazzo che e stato vittimizzato; tali alterazioni possonodeterminare disturbi psicosomatici e patologie psichiatriche,che possono diventare cronici e irreversibili, anche al venirmeno della condotta persecutoria che li ha determinati(2,17,22,30,33) (tabella I).

Fra i disturbi psicosomatici sono stati segnalati: cefalea,vertigini, dolori muscolari, astenia, disturbi del comporta-mento alimentare con inappetenza e rifiuto del cibo, doloriaddominali, tachicardia, dispnea, tosse e crisi asmatiche,dermatiti, insonnia e alterazioni del ritmo sonno-veglia(5,26,33,34,39–41) (tabella I e II). L’elevata prevalenza didisturbi psicosomatici e confermata da un recente studio di

Due et al. (37), che ha evidenziato come gli adolescenti chehanno subito atti di bullismo non solo presentino piu spes-so i disturbi sopra indicati, ma ricorrono anche, piu fre-quentemente rispetto ai coetanei, all’assunzione di terapiafarmacologica per il trattamento di questi sintomi. Inparticolare, nelle vittime di bullismo l’impiego di farmaciper il trattamento della cefalea risulta maggiore, in misuravariabile, del 40–70% (37).

Recentemente, Gini e Pozzoli (42) hanno svolto unametanalisi per valutare l’associazione tra disturbi psicoso-matici e bullismo nei soggetti in eta scolare. Sono staticonsiderati 11 diversi studi, di cui 4 retrospettivi, 2 pro-spettici e 5 trasversali, condotti su soggetti di eta compresatra 7 e 16 anni, nei quali sia il fenomeno bullismo sia lapresenza di disturbi psicosomatici sono stati indagati me-diante interviste semistrutturate e questionari autosommini-strati. La metanalisi evidenzia come i soggetti vittima dibullismo siano a maggior rischio di presentare un’elevatavarieta di disturbi psicosomatici rispetto ai coetanei noncoinvolti: in particolare, il rischio per le vittime passive osottomesse risulta pari a 2,0 OR (IC 95%: 1,70–2,35), mentrequello per le vittime provocatrici risulta pari a 2,22 OR (IC95%: 1,77–2,77). Sia le vittime passive o sottomesse sia levittime provocatrici presentano, nei vari studi, oltre adisturbi psicosomatici, anche problematiche psicosocialisimili, tra cui ridotto adattamento emozionale e difficoltadi relazione con i coetanei (42).

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Tabella II Incidenza dei sintomi piu frequentementeriportati nei bambini vittima di bullismo.

Sintomi Incidenza (%)

Disturbi del sonno 22,0Ansia 19,3Inappetenza 15Senso di tensione 14,5Cefalea 11,3Dolori addominali 9,4Depressione 7,9Astenia 6,8Enuresi notturna 4,7

Fekkes M, et al. Pediatrics 2006;117(5):1568–74.

Tabella III Esperienze di vittimizzazione all’eta di 8 annie prevalenza di disturbi psichiatrici nel giovane adulto.

Disturbi psichiatrici Vittime passive/sottomesse (%)

Vittimeprovocatrici(%)

Ansia 4,3 8,6Depressione 3,1 2,9Disturbo antisociale dipersonalita

2,5 11,4

Disturbo psicotico 0,6 2,9Abuso di sostanze 2,5 1,4Qualsiasi tipo didisturbo psichiatrico

16,6 30,0

Modificata da: Sourander A, et al. Pediatrics 2007;120(2):397–404.

Conseguenze del bullismo sulla vittima 121

Le vittime del bullismo evidenziano anche conseguenze sulpiano sociale (insicurezza, scarsa autostima, scarsa motivazioneall’autonomia, dipendenzadall’adulto, ritiro sociale). Con il tras-correre del tempo e il perdurare delle aggressioni, spesso si puoverificare una significativa compromissione del funzionamentoscolastico, con disturbi di apprendimento e cali di rendimento,determinati da difficolta di concentrazione, ridotta motivazionee disinvestimento nei processi di apprendimento (43).

Per quanto riguarda i disturbi psichiatrici, le conseguenzepiu frequenti sono costituite da disturbi d’ansia (ansiageneralizzata, attacchi di panico, fobie), disturbi dell’umore(depressione con aumentato rischio di suicidio) e disturbi delpensiero con fissazione ideativa.

Studi trasversali hanno posto in relazione il fenomeno delbullismo sia con la presenza di ideazione suicidaria sia contentativi di suicidio (41,44–47).

Uno studio recente (48), condotto su 5.302 bambinifinlandesi seguiti fino all’eta di 25 anni, ha evidenziato unarelazione tra l’essere implicati in episodi di bullismo all’eta di8 anni e successivo suicidio o tentato suicidio, con un profilo dirischio differente nei due sessi. In particolare, nei soggetti disesso maschile, l’associazione statisticamente significativatra l’essere stati bulli o vittime di bullismo a scuola e icomportamenti suicidari risulta mediata dalla presenza didisturbi della condotta e di sintomi depressivi. Nei soggetti disesso femminile, al contrario, l’essere ripetutamente espostia episodi di bullismo costituisce un fattore di rischio pertentati suicidi o suicidi completi, in modo indipendente dallapresenza di problemi emozionali e comportamentali.

Secondo Bond et al. (33), essere vittima di episodi dibullismo all’eta di 13 anni predice l’esordio di sintomi di ansiae depressione, evidenziati mediante questionari autosommi-nistrati a distanza di un anno. In questo studio, l’essere stativittima di episodi di bullismo a scuola risulta significativa-mente correlato con l’esordio di sintomi psichiatrici, in modoindipendente dall’effetto di altri potenziali fattori implicati,quali competenze prosociali e integrazione nel contesto deipari, solamente nei soggetti di sesso femminile. Questi datisugli effetti del bullismo, indipendentemente dai concomi-tanti livelli di avversita sociale, depongono a favore del-l’importanza di ridurre l’incidenza del fenomeno bullismo ascuola, come intervento preventivo in termini di salutementale, soprattutto per i soggetti di sesso femminile.

In uno studio nazionale di coorte, Arseneault et al. (22)hanno evidenziano come sia i bulli sia le vittime, all’eta di 7

anni, riportinomaggiori problemi di adattamento scolastico ecomportamentale rispetto ai coetanei. Kim et al. (30),seguendo bambini di quarta e quinta elementare per un arcodi tempo pari a 10 mesi, hanno dimostrato che i problemi dicomportamento sono una conseguenza del bullismo, piutto-sto che una causa.

In uno studio di coorte (34), condotto su 1.118 bambini dieta compresa tra 9 e 11 anni, seguiti per 6 mesi, le vittime diepisodi di bullismo presentano maggiori probabilita disviluppare disturbi psicosomatici e psicosociali rispetto aicoetanei; in questo studio emerge inoltre come alcuni fattoripsicosociali, ma nessun disturbo psicosomatico, possanoprecedere gli episodi di bullismo e, in particolare, come ibambini con sintomi di tipo ansioso e depressivo abbianomaggiori probabilita di subire atti di bullismo.

Gli studi sui gemelli monozigoti costituiscono una preziosafonte d’informazioni, consentendo di discriminare l’influenzasulle vittime di fattori di tipo genetico e ambientale e il loro pesorelativo. In uno studio condotto su coppie di gemelli monozigoti,discordanti per l’esperienza di vittimizzazione, Arseneault et al.(49) hannoevidenziato, nelle vittimedi bullismo, livelli di sintomiinternalizzanti piu elevati rispetto ai loro gemelli che non hannosubito aggressioni, e tale differenza rimane significativa anchetenendo conto dei sintomi precedenti gli episodi. Tali risultatidimostrano che aver subito episodi di bullismo nell’infanzia e unfattore di rischio per la comparsa di sintomi internalizzanti,indipendentedaaltri fattoridi tipoambientalecomuniaigemelli,e che l’associazione tra esperienza di vittimizzazione e problemiinternalizzanti non e semplicemente la conseguenza di unasuscettibilita, geneticamente determinata, all’essere vittima diepisodi di bullismo oppure a incorrere in problemi di tipointernalizzante, ma puo essere l’espressione di una relazione ditipo causale tra l’aver subito episodi di bullismo e la comparsa didisturbi psicopatologici.

Poiche, in generale, le conoscenze sulla continuita dellapsicopatologia dall’infanzia all’eta adulta si basano su un numeropiuttosto limitato di studi longitudinali, anche gli studi di coorteche abbiano preso in esame l’outcome, in termini psichiatrici,delle vittime del bullismo in tarda adolescenza o nella prima etaadulta sono rari.

Nello studio di Sourander et al. (50), l’aver subito episodi dibullismo risulta predittivo della presenza di un disturbopsicopatologico a distanza di 10–15 anni, con un’associazione

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statisticamente significativa tra il ruolo di vittima e l’esordiodi un disturbo d’ansia e il ruolo di vittima-bullo e unasuccessiva diagnosi di disturbo d’ansia e disturbo di persona-lita antisociale. L’essere stati bulli o vittime di bullismo neiprimi anni di scuola rappresenta, quindi, un significativofattore di rischio rispetto alla comparsa di un disturbopsichiatrico nella prima eta adulta (tabella III).

Conclusioni

Le ricerche sopra riportate dimostrano che l’aver subitoepisodi di bullismo rappresenta un evento di vita stressanteche puo influenzare significativamente lo sviluppo nell’infan-zia e nell’adolescenza e condizionare negativamente lasalute mentale in eta adulta (51,52). Le conseguenze, abreve e a lungo termine, quali ansia, disistima, depressione,disagio comportamentale, abbandono scolastico, e, nei casipiu gravi e in soggetti piu deboli, anche tentativi di suicidio,sono potenzialmente di estrema gravita e di significativoimpatto a livello non solo individuale ma anche sociale e sulsistema sanitario, dato l’aggravio di costi che ne deriva.Risulta, quindi, di fondamentale importanza attuare pro-grammi di prevenzione e intervento sulle vittime e le lorofamiglie, specifici e mirati, finalizzati alla promozionedell’autostima e delle competenze relazionali e sociali.

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