Confindustria S.I. Tripi: «Serve un progetto Paese» › archivio-giornale › ...per innovare...

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12.16-30giugno2008 pag.sette Innovazione �� ������ ����������� ���� ��Tripi: «Serve un progetto Paese» Confindustria S.I. In un decalogo al governo le idee per innovare l’Italia FEDERICAMETA Chiesto al governo un impegno per aumentare i servizi online della Pubblica Amministrazione C onfindustria “pungola” il Go- verno. E lo fa rilanciando sul piatto dell’innovazione nel sistema Italia. In vista del Dpef, nonché del cosiddetto “pacchetto per lo sviluppo”, che il ministro Tremonti ha in mente di far approvare già prima della Legge Finanzia- ria, a viale dell’Astronomia hanno redatto un libro bianco: ventotto pagine contenen- ti 10 proposte strategiche per rendere il Paese più competitivo: dai nuovi servizi digitali alle reti tecnologiche. “La preoccupazione - spiega Al- bertoTripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi - è rappresentata dalla quasi totale assenza di grandi progetti Paese, dalla complessità operativa della Pubblica amministrazione e dalla pena- lizzazione che i settori industriali labour intensive soffrono per crescente ritardo dei pagamenti”. Il documento nasce dalla constatazione che quest’anno il Dpef 2009-2013 assu- me una rilevanza particolare non solo in quanto “contenitore” delle linee di politica economica di anticipo alla Finanziaria, ma soprattutto in quanto “progetto di Legisla- tura” con le indicazioni programmatiche economiche di medio termine. Tra i punti chiave spicca l’impegno a rilanciare l’innovazione, intesa come cornice normativa e infrastrutturale - ma anche culturale - necessaria a ridare slan- cio allo sviluppo. Il documento di Confindustria S.I. os- serva “che l’Italia è entrata nell’economia dei servizi e dell’innovazione in ritardo e a passo troppo lento, accumulando un gap crescente nei confronti dei Paesi europei più avanzati”. Per ogni punto percentuale di Pil pro- dotto, quello italiano contiene in media il 20% in meno di componenti legati al- l’innovazione, all’istruzione scientifica e alla ricerca e sviluppo rispetto al PIL degli altri Paesi europei più importanti e ciò riduce le potenzialità di crescita del nostro Paese”. Secondo l’elaborazione su 13 indica- tori in materia di sviluppo1, dei servizi ad elevato contenuto di conoscenza ad oggi il ritardo accumulato dall’Italia risulta del 24% sul Regno Unito, del 18% sulla Spagna, del 17% sulla Germania, del 10% sulla Francia. Fra le proposte di Confindustria S.I., va sottolineata la richiesta al governo di “promuovere la diffusione delle tecnologie Ict e dei servizi innovativi presso i settori produttivi rendendo il sistema delle im- prese più flessibile, dinamico ed in linea con l’evoluzione del mercato”. Un Paese che si candida a vincere le sfide di un mercato sempre più esigente in termini di efficienza e redditività, non può non fare i conti con le disfunzioni della PA, dove i processi di riorganizzazione del back office sono al palo. Gli industriali chiedono un piano strategico per la PA che non si limiti ad eliminare la carta, ma definisca regole e strumenti necessari a reingegnerizzare le procedure, rendendo gli uffici interopera- bili e i servizi più fruibili. Gli utenti devono poter accedere me- diante servizi e canali di comunicazione innovativi ed al contempo semplici, per facilitare l’interazione e le transazioni (an- che finanziarie) con gli Uffici. “Non è possibile l’ammodernamento delle PP.AA. se non si realizza una completa digitalizzazione dei dati e delle pratiche amministrative. Il tema non può essere trascurato e costituisce un elemento decisivo per il passaggio alla PA all digital”. In questo senso il Sistema Pubblico di Connettività, la Intranet ultra veloce della PA, è una best practice che dimostra come velocità e interoperabilità facciano rima con efficienza. Le infrastrutture sono dun- que nodi strategici: la banda larga non può più aspettare. Oltre all’utilizzo del project financing per attrarre capitali su progetti di largo respiro, secondo Tripi si deve esplorare il progetto di una “Banca per l’Innovazione” a capitale pubblico privato che aiuti le Pmi ad innovare. 10 IDEE INNOVATIVE Confindustria Servizi Innovativi ha presentato al governo un progetto per innovare l’Italia, dalla PA alle imprese minori Project financing per il digital divide Il Governo ha intenzione di rilan- ciare politiche per il broadband diverse da quelle del precedente esecutivo. Se il decreto Tremonti (per reperire i fondi Ici) ha tagliato di 50 milioni i finanziamenti ad In- fratel per colmare il digital divide in alcune Regioni, i ministri Giulio Tremonti e Claudio Scajola sono al lavoro per reperire nuove risor- se da destinare allo sviluppo del broadband. Verranno introdotti nel Dpef di metà giugno, o al più tardi, nella manovra d’autunno. A quanto apre, più che sul soste- gno pubblico diretto si punta su forme di project financing, strumento che già molti enti locali hanno utilizzato per sviluppare o implementare infrastrutture di Tlc mobili (WiFi e Wireless). DPEF

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N°12.16-30giugno2008 pag.setteInnovazione

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Tripi: «Serve un progetto Paese»Confindustria S.I. In un decalogo al governo le idee per innovare l’Italia

FEDERICAMETA

Chiesto al governo un impegno per aumentarei servizi online della Pubblica Amministrazione

Confindustria “pungola” il Go-verno. E lo fa rilanciando sul piatto dell’innovazione nel

sistema Italia. In vista del Dpef, nonché del cosiddetto “pacchetto per lo sviluppo”, che il ministro Tremonti ha in mente di far approvare già prima della Legge Finanzia-ria, a viale dell’Astronomia hanno redatto un libro bianco: ventotto pagine contenen-ti 10 proposte strategiche per rendere il Paese più competitivo: dai nuovi servizi digitali alle reti tecnologiche.

“La preoccupazione - spiega Al-bertoTripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi - è rappresentata dalla quasi totale assenza di grandi progetti Paese, dalla complessità operativa della Pubblica amministrazione e dalla pena-lizzazione che i settori industriali labour intensive soffrono per crescente ritardo dei pagamenti”.

Il documento nasce dalla constatazione che quest’anno il Dpef 2009-2013 assu-me una rilevanza particolare non solo in

quanto “contenitore” delle linee di politica economica di anticipo alla Finanziaria, ma soprattutto in quanto “progetto di Legisla-tura” con le indicazioni programmatiche economiche di medio termine.

Tra i punti chiave spicca l’impegno a rilanciare l’innovazione, intesa come cornice normativa e infrastrutturale - ma anche culturale - necessaria a ridare slan-cio allo sviluppo.

Il documento di Confindustria S.I. os-serva “che l’Italia è entrata nell’economia dei servizi e dell’innovazione in ritardo e a passo troppo lento, accumulando un gap crescente nei confronti dei Paesi europei più avanzati”.

Per ogni punto percentuale di Pil pro-dotto, quello italiano contiene in media il 20% in meno di componenti legati al-l’innovazione, all’istruzione scientifica

e alla ricerca e sviluppo rispetto al PIL degli altri Paesi europei più importanti e ciò riduce le potenzialità di crescita del nostro Paese”.

Secondo l’elaborazione su 13 indica-tori in materia di sviluppo1, dei servizi ad elevato contenuto di conoscenza ad oggi il ritardo accumulato dall’Italia risulta del 24% sul Regno Unito, del 18% sulla Spagna, del 17% sulla Germania, del 10% sulla Francia.

Fra le proposte di Confindustria S.I.,

va sottolineata la richiesta al governo di “promuovere la diffusione delle tecnologie Ict e dei servizi innovativi presso i settori produttivi rendendo il sistema delle im-prese più flessibile, dinamico ed in linea con l’evoluzione del mercato”.

Un Paese che si candida a vincere le sfide di un mercato sempre più esigente in termini di efficienza e redditività, non può non fare i conti con le disfunzioni della PA, dove i processi di riorganizzazione del back office sono al palo.

Gli industriali chiedono un piano strategico per la PA che non si limiti ad eliminare la carta, ma definisca regole e strumenti necessari a reingegnerizzare le procedure, rendendo gli uffici interopera-bili e i servizi più fruibili.

Gli utenti devono poter accedere me-diante servizi e canali di comunicazione innovativi ed al contempo semplici, per facilitare l’interazione e le transazioni (an-che finanziarie) con gli Uffici. “Non è

possibile l’ammodernamento delle PP.AA. se non si realizza una

completa digitalizzazione dei dati e delle pratiche amministrative. Il tema non può essere trascurato e costituisce un elemento decisivo per il passaggio alla PA all digital”.

In questo senso il Sistema Pubblico di Connettività, la Intranet ultra veloce della PA, è una best practice che dimostra come velocità e interoperabilità facciano rima con efficienza. Le infrastrutture sono dun-que nodi strategici: la banda larga non può più aspettare. Oltre all’utilizzo del project financing per attrarre capitali su progetti di largo respiro, secondo Tripi si deve esplorare il progetto di una “Banca per l’Innovazione” a capitale pubblico privato che aiuti le Pmi ad innovare.

10 IDEEINNOVATIVEConfindustria ServiziInnovativiha presentatoal governoun progettoper innovarel’Italia,dalla PAalle impreseminori

Project financingper il digital divideIl Governo ha intenzione di rilan-ciare politiche per il broadband diverse da quelle del precedente esecutivo. Se il decreto Tremonti (per reperire i fondi Ici) ha tagliato di 50 milioni i finanziamenti ad In-fratel per colmare il digital divide in alcune Regioni, i ministri Giulio Tremonti e Claudio Scajola sono al lavoro per reperire nuove risor-se da destinare allo sviluppo del broadband. Verranno introdotti nel Dpef di metà giugno, o al più tardi, nella manovra d’autunno. A quanto apre, più che sul soste-gno pubblico diretto si punta su forme di project financing, strumento che già molti enti locali hanno utilizzato per sviluppare o implementare infrastrutture di Tlc mobili (WiFi e Wireless).

DPEF