Rapporto di Fine Progetto Progetto: “Sostegno al progetto integrato di lotta contro il traffico, lo sfruttamento ed altre forme di violenza sui minori in Benin” - 2011-2013Data: 30 giugno 2014Scritto da: Maria Pellerano, Capo Progetto

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COOPERMONDO - CONFCOOPERATIVE

Coopermondo - Confcooperative

Obiettivi

Le attività di Coopermondo in Benin si inseriscono all’interno di un progetto più ampio portato avanti dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (IFMA). Il bisogno sociale a cui le suore salesiane vogliono dare una risposta immediata è quello di fornire assistenza e aiuto alle ragazze che si trovano in condizioni di sfruttamento e violenza a Cotonou, la capitale del Benin. Da oltre 10 anni, il centro della Maison de l’Esperance è una porta aperta per tutte quelle giovani donne a cui è stato tolto il diritto di essere anche bambine. Le suore salesiane si sono rivelate un partner strategico in quanto conoscono nei dettagli le problematiche e i contesti locali.

Oltre a fornire loro un riparo sicuro dallo sfruttamento, la Maison de l’Esperance offre a queste giovani donne una formazione professionale che garantirà loro l’indipendenza economica. Coopermondo si è inserito in questo percorso di empowerment per promuovere, tra le giovani apprendiste, nozioni di cooperativismo. I formatori di Coopermondo hanno impartito lezioni sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e hanno illustrato loro le possibilità che la legge del Benin offre a chi voglia portare avanti un’impresa in forma cooperativa: associarsi per fare impresa vuol dire anche non dover sottostare a possibili sfruttatori, specialmente quando i soggetti in causa sono donne con un passato problematico. Quasi 200 ragazze hanno usufruito di questa formazione nei tre anni di progetto.

Infine Coopermondo ha promosso la nascita di 6 groupement, una prima forma di aggregazione cooperativa, in sei zone diverse del Paese. Un gruppo si è formato nella periferia della capitale e gli altri 5 in zone rurali. Le attività predilette da queste donne sono state la produzione di saponi e l’acquisto e la rivendita di prodotti alimentari di prima necessità (mais, gari e tapioca). Dopo la formazione, i gruppi hanno iniziato le proprie attività produttive in maniera autonoma e sostenibile, garantendo indipendenza e sicurezza alimentare a oltre 82 donne.

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Attività sociali

Queste sono le attività core dell’IFMA e sono state regolari durante tutta la durata del progetto. Le suore provvedono all’assistenza sociale delle bambine e ragazze vittime di abusi e sfruttamento. Le ragazze per la maggior parte provengono da villaggi dove le opportunità di lavoro sono inesistenti e la povertà estrema spinge i genitori a inviarle in città il prima possibile per poter aiutare la famiglia economicamente e imparare un mestiere.

La maggior parte delle ragazze Vidomegon sono soggette ad 1

abusi sessuali e sono utilizzate come domestiche, sopratutto nella capitale economica del Benin. Questa situazione è molto più evidente all’interno del mercato di Dantokpa a Cotonou, uno dei più grandi mercati dell’Africa dell’ovest. Il mercato di Danktopa, oltre ad essere il fulcro commerciale per tutti i paesi confinanti, è diventato nel corso degli anni un luogo di sfruttamento e di traffico minorile. Ormai da più di 10 anni le Suore Salesiane lavorano per l’eradicazione della violenza perpetuata sui minori all’interno del mercato di Danktopa e nei quartieri limitrofi. Il 31% dei bambini che lavorano all’interno del mercato è coinvolto in attività classificate dall'ILO (International Labour Organisation) come pericolose e/o da abolire: esposizione alle polveri, al fumo, trasporto di oggetti pesanti, utilizzo di strumenti pericolosi e lavori notturni. I minori lavorano in media dalle 22,5 alle 40 ore alla settimana.

L’obiettivo dell’accoglienza prevista dalla Suore presso il centro Laura Vicuna è quello di sottrarre le giovani dalle situazioni di abuso e di reintegrarle nella famiglia, se possibile, o creare delle situazioni di affido controllate dove esse possano frequentare la scuola o un istituto professionale, a seconda dell’età.

Nei tre anni di progetto sono state accolte nel centro 49 ragazze, di cui 7 sono state reinserite in famiglia dopo aver completato un percorso educativo presso l’istituto.

La cultura tradizionale prevede una pratica di affidamento delle giovani tra i 5 e i 15 anni a comunità allargate, in cui si ritiene che 1

possano acquisire una migliore educazione. Vidomegon vuol dire infatti “bambine presso qualcuno”, proprio in riferimento al fatto che venissero affidate ad altri. Purtroppo però, dato il peggioramento della situazione economica negli ultimi decenni, questa pratica è degenerata in una vendita delle giovani presso famiglie più facoltose che sfruttano le bambine come domestiche, nei migliori dei casi, o presso sfruttatori che le costringono alle peggiori attività.

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Il centro di accoglienza delle suore salesiane le ha accolte, offrendo loro un’assistenza completa dal vitto e l’alloggio al sostegno psicologico e sociale, all’iscrizione scolastica fino alla copertura sanitaria e giuridica qualora fosse necessaria.

Attività di formazione professionale

Quest’area del progetto prevede di fornire corsi di formazione professionale a ragazzi e ragazze in difficoltà (14 - 18 anni) e ad adulti (in particolare a donne) in situazione di scarse opportunità economiche. I corsi avvengono all’interno della Maison de l’Esperance e si svolgono a cadenze semestri o annuali.

A fine 2012, l’IFMA ha avviato una collaborazione commerciale con una piccola impresa Italiana, Naturaequa , che acquista i prodotti realizzati al Centro e li distribuisce in Italia attraverso il canale di 2

vendita dei gruppi d'acquisto solidale (GAS), del commercio equo e solidale e presso la catena EATALY nei

punti vendita di Roma, Genova e Torino. Il ricavato della vendita a Naturaequa viene destinato al

finanziamento complementare di attività ricreative e culturali per i giovani. Da allora l’IFMA sostiene come prioritari gli investimenti sulle attività legate al corso di cosmesi e saponeria, ritenendole strategiche in quanto permettono di sostenere start-up d’impresa anche con capitali contenuti. In totale sono stati venduti oltre 5mila prodotti a Naturaequa per un ricavato complessivo di circa €10.600. Oggi il laboratorio di trasformazione del sapone godo di una completa autonomia economica: può pagare i costi necessari alla produzione e dare lavoro a 3 ragazze in qualità di formatrici.

Corsi I anno II anno III anno

Cucina 20 22 24

Pasticceria 15 16

Panetteria 8 8

Saponeria e Cosmesi (annuale) 12 11 10

Parrucchiera (annuale) 22 12

Cucito 4

Totale 196

http://www.naturaequa.com2

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Parallelamente ai corsi di formazione professionale vengono organizzati incontri con le ragazze che vengono informate sia sui loro diritti di lavoratrici sia sulle opportunità di svolgere il lavoro in modo non dipendente ma associandosi tra loro.

Infine, bisogna menzionare il fatto che dal 2013 i giovani che frequentano i training formativi della Maison dell’Esperance potranno accedere all’esame di stato Certificat de qualification de metier istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione. Per le Suore Salesiane l’essere riconosciute dallo stato beninese come un centro di formazione professionale é un passo molto importante sopratutto in vista dell’accesso al mondo del lavoro dei giovani dal passato difficile. Attualmente già 19 ragazzi hanno ottenuto la certificazione di Stato.

Attività di formazione imprenditoriale

Una terza parte del progetto prevede una formazione mirata sull’associazionismo. Destinatarie di questo progetto sono sei gruppi di donne che sono state formate per gestire delle attività generatrici di reddito

secondo il modello di impresa cooperativa. Ricordiamo che il concetto di cooperativa, esistente e regolato

in Benin, non è alla portata immediata di questi gruppi, che sono formati da donne analfabete. Esiste però il concetto di groupement che è in sostanza una cooperativa ma richiede meno obblighi e deve essere solo registrata a livello locale dalle autorità di villaggio. Sul lungo termine possiamo ragionevolmente pensare che questi gruppi possano cominciare a definirsi come groupement come un primo passo verso un'organizzazione più strutturata.

Attività preliminari di sensibilizzazione

Prima di formare i gruppi di donne destinatarie del progetto, sono state organizzate 10 riunioni di sensibilizzazione rivolte alla popolazione generale dei villaggi per cominciare a introdurre il modello cooperativo a partire dalle forme di associazionismo già esistente. E’ importante cominciare con delle riunioni comuni, a cui partecipano anche le autorità locali e i notabili di villaggio perché aiutano a generare consenso e approvazione circa le attività che poi si svolgeranno con le donne. In una situazione in cui le donne devono riuscire a fare valere i propri diritti, per dedicarsi autonomamente a qualsiasi nuova iniziativa, hanno bisogno del consenso degli uomini, sia dei mariti che degli uomini importanti nella

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comunità. Senza questo consenso si rischia di cominciare delle attività a cui poi le donne non potranno partecipare.Una formatrice esperta di questi temi ha svolto la sensibilizzazione a gruppi piuttosto numerosi, per un totale di 1.761 persone. Le riunioni sono state svolte sia nei villaggi che nei collegi della zona (CEG). La popolazione, composta da adulti ma anche da tanti giovani, ha potuto ascoltare e poi rivolgere domande alla formatrice per avere più informazioni.

Nella foto una riunione nel collegio di Dangbo.

E’ interessante notare che da queste riunioni è emerso che in generale il modello associazionistico è già praticato, in maniera informale, in molte attività nei villaggi. Tuttavia si evita di formalizzare la creazione ufficiale di una cooperativa in quanto richiede competenze che spesso mancano (leggere, scrivere, tenere registri, aprire conti, etc.). I contadini locali temono di essere sfruttati da persone che sanno utilizzare meglio gli strumenti legali e possono approfittare dell’ignoranza dei produttori per accaparrarsi le risorse. In questo senso pensiamo che il percorso per arrivare a una strutturazione legale delle associazioni debba essere visto sul lungo termine e sopratutto appoggiando le poche persone che sono andate a scuola per rinforzarle e permettergli di arrivare a gestire direttamente tutti gli aspetti del cooperativismo.

Cooperativa a Cotonou

Nel 2012 in due zone periferiche di Cotonou (Hindè e Djidjei) si è costituito un gruppo di lavoro di circa 40 donne denominato Mouvement pour une Solidarieté Franche. Il groupment di donne è diretto da un comitato

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Villaggio Numero di partecipanti

Pobé 28

Dogla Lago 150

Collegio Dangbo 370

Takon 28

Adjegoule 170

Collegio Pobé 365

Kouhoue 233

Allagba 177

Gblogblo 220

Takon 20

Totale 1.761

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formato da sei membri. Il processo per la costituzione della cooperativa è ormai quasi giunto al termine. Un esperto ha dato il suo supporto tecnico al gruppo per finalizzare le pratiche, seguendo le donne durante

tutto l’iter di formalizzazione. Contemporaneamente, sempre grazie al supporto del formatore, le donne hanno stabilito di voler orientare le loro attività verso la fabbricazione del sapone e l’acquisto e la rivendita di prodotti alimentari di prima necessità quali mais, gari e la tapioca. Le fasi preliminari all’avvio dell’attività generatrici di reddito sono state quelle di perlustrare e studiare il mercato nel quale sia il sapone che gli alimenti devono essere introdotti. Sulla base di questa

analisi sono state individuate le aree più adatte alla vendita del prodotto prescelto. Le donne sono riuscite a cotizzare una cifra per partecipare materialmente ed attivamente all’avvio delle attività: hanno iniziato a produrre il sapone che distribuiscono per la vendita al dettaglio alle aderenti al groupment. La vendita è ambulante, la donne camminano per la strada con una cesta sulla testa e propongono il loro sapone all’interno delle zone identificate nella fase precedente. Per quanto riguarda invece la vendita alimentare, le donne hanno deciso di investire e di acquistare mais e gari e stoccarlo presso il loro magazzino in attesa che il prezzo di mercato aumenti per riuscire ad avere un beneficio rilevante.

Gruppo dell’Oueme Plareau

In cinque diversi villaggi del Dipartimento dell’Oueme-Plateau sono stati formati cinque gruppi di donne di cui si intendono rafforzare le capacità nella gestione delle attività generatrici di reddito e nelle tecniche

agricole con la finalità di renderle autonome finanziariamente. Per ogni

gruppo sono state scelte tre donne a cui è stato impartito un corso di formazione. Queste, oltre ad essere figure carismatiche, si sono impegnate in quanto alfabetizzate a riportare e a formare le altri componenti del groupement al ritorno al loro villaggio. Grazie agli animatori della Fattoria Valponasca si sta effettuando un controllo sul terreno per verificare che il passaggio di competenze sia effettuato in maniera idonea. Al termine della formazione ad ogni gruppo, oltre al kit di avvio per le attività imprenditoriali, è stato fornito un piccolo credito da destinare alle attività generatrici di reddito scelte nel corso della formazione.Tutti e cinque i gruppi hanno restituito i micro crediti nei tempi pattuiti.

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Formazione nei villaggi

1° Modulo Il Microcredito al servizio del mondo rurale

2° Modulo Organizzazione di un cooperativa

- Cooperativa di villaggio: lavoro comunitario o a settore; - Aspetti giuridici della creazione di una cooperativa: statuto e regolamento interno; - Unione delle forze e delle competenze per essere più performanti e competitivi sul mercato locale; - Messa in comune dei prodotti e ricerche di mercato al fine di ottenere e mantenere il monopolio e combattere il calo dei prezzi.

La saponeria

- Corso teorico e pratico sulla preparazione della pomata al mentolo. - Corso teorico e pratico sulla preparazione del sapone liquido. - Corso teorico e pratico sulla preparazione del sapone solido.

4°Modulo ���- Imparare ad installare e a gestire l'orto

��� 3°Modulo

Formazione Agricola ���

���- Il credito: motore dell'economia rurale - Il Microcredito per l'avvio economico di una attività imprenditoriale; - Le AGR (Attività Generatrici di Reddito) e il microcredito; - Il ciclo del Microcredito e il ciclo delle AGR; - Difficoltà di gestione del microcredito.

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grazie alle informazioni acquisite, durante le sedute comunitarie nel corso della formazione, si può affermare che ciascun gruppo è pronto a muoversi verso una propria autonomia partendo dalla riorganizzare della struttura interna.Al termine della formazione ad ogni gruppo, oltre al kit di avvio per le attività imprenditoriali, è stato fornito un piccolo credito da destinare alle attività generatrici di reddito scelte nel corso della formazione.Il gruppo di donne ha inoltre manifestato la volontà di continuare il cammino intrapreso fino ad oggi attraverso la costituzione di una cooperativa allo scopo di creare un sistema produttivo redditizio.

Conclusioni

I risultai raggiunti in questi tre anni sono tanti. Oltre alle 189 ragazze formate professionalmente, il riconoscimento della Maison dell’Esperance come un centro accreditato per l’apprendimento dei mestieri è un traguardo importante. Da quest’anno i giovani al termine della formazione semestrale potranno

Gruppi dell’Oueme PlareauNOME DEL

GRUPPONUMERO DI ADERENTI

ATTIVITÀ DIFFICOLTÀ AUTORITÀ INCONTRATE

MIHINNILO Allagba 10

Sapone liquido, attività agricole, preparazione di gari

Difficoltà nella vendita e invasione di animali sul terreno coltivato

Due consiglieri

NONVIGBE de Dogla-Lago 20

Sapone liquido, sapone duro e attività agricole

A causa della carenza di materiale agricolo il gruppo ha cessato di fabbricare l’olio di palma e produrre il gari

Capo Villaggio

IFE-LAYO de GBLOGBLO 16

Sapone liquido e attività agricole (fabbricazione dell’olio di palma)

Persiste il problema dell’invasione di animali sul terreno coltivato

Capo Villaggio

MISSIMIDE de KOUHOUE 16

Sapone liquido e pomata al mentolo, fabbricazione dell’olio di palma

OWOLOWO de POBE 20

Sapone liquido, sapone duro e pomata al mentolo, fabbricazione di Sodabi (bibita alcolica)

Capo Villaggio

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accedere direttamente all’esame di stato. Inoltre, il laboratorio di sapone ha raggiunto l’indipendenza economica, garantendo un lavoro dignitoso a tre formatrici che seguono le numerose apprendiste che ogni anno si iscrivono ai corsi.

Il lavoro di sensibilizzazione e formazione all’associazionismo e cooperativismo continua ad essere uno dei punti focali per le Suore Salesiane. Il gruppo di donne Mouvement pour une Solidarieté Franche é in fase di finalizzazione degli atti relativi alla formalizzazione e sta dando avvio alle attività micro-imprenditoriali. I gruppi di donne localizzati nei pressi della Fattoria Valponasca sono stati seguiti e monitorati durante lo sviluppo delle attività dalla coordinatrice responsabile.

Inoltre le 82 donne che oggi sono associate per produrre il proprio sostentamento quotidiano e con il ricavato possono iniziare a mandare i loro bambini a scuola è ciò che più ci sentiamo di condividere.

Nonostante il fruttuoso partenariato tra l’Istituto delle Figlie Ausiliatrici di Maria (IFMA) e Coopermondo sia giunto al termine, ci auguriamo di trovare il modo di continuare a potenziare questi progetti consapevoli che l’IFMA continuerà a sostenerli nel corso dei prossimi anni.

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