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PIERO JAHIER
Piero Jahier, scrittore italiano nato a Genova nel 1884 da Pier Enrico e Giuseppina Danti, una
famiglia valdese di origine piemontese, rimasto orfano ancor ragazzo, deve fare in fretta a
guadagnare. Dopo la morte del padre comincia a lavorare nelle ferrovie e intanto si laurea in Legge
e in Lettere francesi. Partecipa combattendo durante la Prima Guerra Mondiale come ufficiale
degli alpini. L’interventismo, l’impegno in guerra per Jahier non è opportunità di carriera e lucro
come per molti giovani del suo tempo, ma un esercizio e un’esperienza umana che può diventare
letteraria. Nel 1918 dirige un giornale in trincea di nome “l’Astico, Giornale delle Trincee”
attraverso il quale parla dei valori della terra e della famiglia. Cura inoltre una raccolta di nome
Canti di soldati. Nel suo diario di guerra, che viene pubblicato nel 1918 con il titolo Con me e con
gli alpini, Jahier esprime i suoi sentimenti di amore e di fratellanza nei confronti di questi uomini
del popolo chiamati a combattere e a morire per ragioni che neanche conoscono. Nel 1919 esce la
raccolte Canti di soldati. Muore nel 1966 a Firenze.
CON ME E CON GLI ALPINI
La raccolta di componimenti in versi e in prosa di Piero Jahier nasce dall'esperienza dell'autore come tenente istruttore di un reparto di alpini durante la Prima Guerra Mondiale. È un diario di guerra scritto al fronte, tra il marzo del 1916 e il luglio del 1917, ma è anche un diario di vita e di valori, che alterna pezzi lirici e poetici a pezzi narrativi. È un racconto di incontri e complicità, di fratellanza tra quegli alpini in cui Jahier ritrova i valori in cui si rispecchia: la vita degli umili, la ricerca di purezza e verità, l'amore per la montagna. Per questo chi legge il suo diario di guerra è con lui e con gli alpini.
DICHIARAZIONE, UNA POESIA DI PIERO JAHIER
Altri morirà per la Storia d'Italia volentieri e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita. Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno che non sa perchè va a morire popolo che muore in guerra perchè"mi vuol bene" "per me" nei suoi sessanta uomini comandati siccome è il giorno che tocca morire. Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni ma io per questo popolo illetterato che non prepara guerra perchè dimiseria ha campato la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni. Altri morirà per la sua vita ma io per questo popolo che fa i suoi figlioli
perché sotto coperte non si conosce miseria popolo che accende il suo fuoco solo a mattina popolo che di osteria fa scuola popolo non guidato, sublime materia. Altri morirà solo, ma io sempre accompagnato: eccomi, come davo alla ruota la mia spalla facchina e ora, invece, la vita Sotto ragazzi, se non si muore si riposerà allo spedale. Ma se si dovesse morire basterà un giorno di sole e tutta Italia ricomincerà a cantare.
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UNA FOTOGRAFIA DELL’AUTORE AL FRONTE, DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE
SITOGRAFIA
Su Piero Jahier:
http://www.treccani.it/enciclopedia/piero-jahier/
http://www.grandeguerra.rai.it/articoli/piero-jahier-con-me-e-con-gli-alpini/23436/default.aspx
Sull’opera Con me e con gli alpini:
http://www.libraccio.it/libro/9788842554448/jahier-piero/con-con-gli-alpini.html
Citazione di una poesia:
http://www.cimeetrincee.it/poesie.htm