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Pomeriggi in mostra Gianfrancesco da Tolmezzo e il suo tempo CON LUCA BELLOCCHI E VALENTINO SANI Sabato 6 ottobre 2012 | Tolmezzo, Palazzo Frisacco BEL COMPOSTO storia arte musica

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Pomeriggi in mostraGianfrancesco da Tolmezzo e il suo tempoCON LUCA BELLOCCHI E VALENTINO SANI

Sabato 6 ottobre 2012 | Tolmezzo, Palazzo Frisacco

BEL COMPOSTOstoria arte musica

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Sommario

I luoghi di Gianfrancesco da Tolmezzo in Friuli

Lineamenti di storia del Patriarcato di Aquileia (secc. VI-XVIII)

Cronologia storica del Friuli

Presenze artistiche forestiere a Venezia, a Padova e in Friuli tra Trecento e Quattrocento

Cronologia della vita di Gianfrancesco da Tolmezzo

Ascolti musicali

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I viaggi di Bel composto: storia, arte, musicafascicolo n. 7/2012

a cura di Pamela Volpi e Valentino Sanisabato 6 ottobre 2012

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I luoghi di Gianfrancesco da Tolmezzo in Friuli Lineamenti di storia del Patriarcato di Aquileia(secc. VI-XVIII)

Il Patriarcato di Aquileia ha costituito una entità poli-tico-religiosa esistita dal 568 al 1751, che – soprattutto sotto il profi lo ecclesiastico – amministrava un territorio vastissimo avente per centro l’odierno Friuli.

È fondamentale distinguere tra realtà ecclesiale e realtà politico-territoriale. Come realtà ecclesiale, il Patriarcato di Aquileia fu la più grande diocesi di tutto il Medioevo europeo e la seconda dignità dopo Roma. Fino all’811 la sua giurisdizione ecclesiastica si estendeva a nord al Danubio, a est al lago Balaton e ovest alla città di Como. Nell’811 l’imperatore Carlo Magno portò il confi ne set-tentrionale del Patriarcato dal Danubio alla Drava. Ha inoltre tenuto la giurisdizione ecclesiale dell’Istria fi no al 1751, anno della sua soppressione.

Vastissima fu anche l’estensione della diocesi aquileiese. Il Patriarca sovraintendeva alle diocesi vescovili compre-se all’interno della sua giurisdizione metropolitana e ne nominava i vescovi. La sua corte era di respiro interna-zionale poiché comprendeva popoli di lingue ed etnie diverse, unendo il mondo latino con quello germanico e slavo. Nel territorio della propria diocesi aquileiese, il Patriarca svolgeva la funzione di vescovo per mezzo di vicari.

Oltre a esercitare l’autorità religiosa i patriarchi di Aqui-leia, a partire dal 1077, ottennero dall’imperatore Enrico IV il dominio temporale o investitura feudale sul Friuli (Patrie dal Friûl = Patria del Friuli) e su parte dell’Istria. In questo lasso di tempo, per alcuni periodi, i confi ni ge-ografi ci e politici del Patriarcato si estesero fi no alla Valle del Biois, in Cadore, Carinzia, Carniola e Stiria. Le città principali del Patriarcato furono Aquileia, Forum Iulii (l’odierna Cividale del Friuli) e Udine.

Il dominio temporale del Patriarcato di Aquileia cessò nel 1420 in seguito all’occupazione, da parte della Re-pubblica di Venezia, di tutto il territorio assegnato in precedenza alla sua giurisdizione. Il Patriarcato continuò ad esercitare la sola potestà spirituale su tutto il territorio della propria diocesi – e inoltre, per concessione di Ve-nezia, anche quella temporale limitatamente ai territori di Aquileia, San Vito al Tagliamento e San Daniele del Friuli – fi no al 6 luglio 1751, quando venne soppresso da papa Benedetto XIV Lambertini con la bolla Iniuncta nobis, sollecitata da Venezia e dagli Asburgo.

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Cronologia storica del Friuli

Età romana (II secolo a.C.-476)

186 a.C.12.000 Galli Transalpini scendono dalle Alpi per occupare le terre prossime al mare Adriatico. Fondano una città for-tificata (forse Medea) ma scatenano la reazione di Roma e vengono fermati dal console Claudio Marcello.

181 a.C.Il Senato di Roma decide la deduzione della colonia latina di Aquileia. Questa viene fondata (o forse costruita sopra un precedente insediamento celtico, come sembrerebbe dimostrare l’origine non latina del suo toponimo) a 10 chilometri dalla costa adriatica e in diretto contatto con il porto marittimo di Grado mediante il corso navigabile del fiume Natisone, lungo il quale era stato costruito il porto fluviale della colonia.Il processo di latinizzazione della regione prosegue ra-pido e massiccio e la città di Aquileia si sviluppa come centro amministrativo, militare, portuale ed emporiale.

27 a.C.Augusto divide l’Italia in 11 regioni; la X Regio (Venetia et Istria) comprende anche il Friuli e l’insediamento di Aquileia viene elevata a capitale (caput Venetiae).

166Quadi e Marcomanni varcano le Alpi e investono Aqui-leia, che resiste all’attacco. Viene allora costruita la Prae-tentura Alpium Iuliarum, regione di frontiera presieduta da truppe mobili e potenziata successivamente, nel III secolo, con un sistema di fortificazioni (Vallum Alpium Iuliarum) esteso da Fiume (Tarsatica) alla Valle del Gail (Austria) con i capisaldi di Aidussina, Cividale, Gemona, Zuglio e centri minori quali Cormons, Nimis, Artegna, Osoppo, Ragogna, Invillino. Ma il Vallum non resiste sempre all’impeto delle orde barbariche che si abbattono sui villaggi indifesi della pianura, devastandoli ed incen-diandoli. Le campagne si spopolano progressivamente, l’agricoltura decade e la stessa Aquileia viene costretta ad una vita sempre più stentata.

238Aquileia sostiene l’assedio dell’imperatore ribelle Massi-mino il Trace.

313Editto di Milano con il quale Costantino concede ai cri-stiani la libertà di culto.

401-408Aquileia resiste alla calata dei Visigoti di Alarico.

452Gli Unni di Attila cingono d’assedio, prendono e incen-diano Aquileia, ormai esausta, dopo gli splendori dell’età imperiale. Da qui inizia l’irreversibile declino di una delle città più fiorenti del Mediterraneo, interessata anche dal dissesto naturale del bradisismo negativo e dal suo con-seguente impaludamento, che la porterà lentamente alla caduta definitiva, all’abbandono e alla lenta scomparsa. Oltre cinque secoli di dominazione romana lasceranno impronte indelebili nella popolazione e nel territorio della regione; dal linguaggio neolatino, alle vie di comu-nicazione; dai monumenti artistici ad alcune istituzioni giuridiche; dalla colonizzazione agraria alle colture del grano, della vite e dell’ulivo.

476Caduta dell’Impero romano d’Occidente.

Età dEllE primE invasioni barbarichE (489-568)

489Gli Ostrogoti di Teodorico occupano tutta la Venetia e assicurano stabilità al territorio. Rifiorisce l’agricoltu-ra, le città vengono ricostruite, l’amministrazione civile viene riorganizzata. Si afferma Cividale, risparmiata in precedenza da saccheggi e distruzioni a causa della sua posizione appartata.

552Narsete, generale di Bisanzio, occupa prima la parte lito-ranea della regione e quindi l’entroterra, sconfiggendo gli Ostrogoti. Aquileia e le altre città sono in piena decadenza.

Epoca longobarda (568-774)

Primavera 568I Longobardi, guidati dal re Alboino, occupano Civida-le. All’interno dei precedenti confini preromani, fonda-no un ducato (ducato del Friuli) esteso dal Livenza al Timavo, retto dal duca Gisulfo, nipote del re, e inserito all’interno del più ampio regno da loro creato nell’Italia settentrionale con capitale Pavia.

705Invasione degli Slavi che distruggono Zuglio, il cui ve-scovo Fidenzio si rifugia a Cividale.

729Il Patriarca Callisto trasferisce la sua sede da Aquileia a Cormons.

737Callisto caccia da Cividale il successore di Fidenzio, Amatore, e si insedia nel suo palazzo.

774Dopo le scorrerie degli Avari, che mettono a ferro e fuo-co anche Cividale, la calata dei Franchi di Carlo Magno pone fine al dominio dei Longobardi.

Epoca carolingia (774-077)

774Gli ultimi Longobardi a cedere ai Franchi sono quelli del duca friulano Rotgaudo che cade sul fiume Brenta nel 774. Carlo Magno include il Friuli nella Marca orientale (Osterreich) del Sacro Romano Impero e Forum Iulii di-venta Civitas Austriae.

899-973Si susseguono dodici invasioni ungariche nel Friuli (va-stata Hungarorum) con decimazione della popolazione e grandi devastazioni del territorio.

952La situazione del Friuli peggiora con l’avvento della di-nastia sassone. Con il dominio politico degli Ottoni di Germania e l’insediamento di molti signori feudali scesi d’Oltralpe, il Friuli diventa una contea sottoposta alla Marca di Verona e, insieme a quest’ultima, assorbita poi nel ducato di Carinzia.

Età dEi patriarchi | patria dEl Friuli (1077-1420)

3 aprile 1077L’imperatore Enrico IV concede al fedelissimo patriar-ca di Aquileia Sigeardo la giurisdizione, con prerogative ducali, su tutto il territorio friulano compreso fra il Li-venza e il Timavo, che viene così staccato dalla Marca di Verona. Nasce il territorio del Patriarcato di Aquileia come entità politico-statale, in grado di esercitare la pro-pria piena giurisdizione feudale sul Friuli.

1231Nasce il Parlamento della Patria del Friuli.

il Friuli in Epoca vEnEziana (1420 – 1797)

Giugno 1420Le truppe veneziane occupano il Friuli, che entra così a far parte della Serenissima Repubblica di Venezia.

1472, 1477 e 1499Scorrerie dei Turchi nella Patria del Friuli.

27 febbraio 1511Sollevazione contadine antifeudali e assalto ai castelli dei nobili.

26 marzo 1511Terremoto con pesanti distruzioni in tutto il Friuli.

1576-1630Epidemie pestilenziali e cattivi raccolti.

7 ottobre 1593Inizia la costruzione della fortezza di Palmanova.

1615-1617Guerra per tentare di riprendere all’Austria la fortezza di Gradisca, che rimarrà in possesso degli imperiali.

1751Il 6 luglio, con la bolla Iniuncta nobis – sollecitata da Ve-nezia e dagli Asburgo – papa Benedetto XIV Lamberti-ni sopprime il Patriarcato di Aquileia, limitato ormai da tempo al solo potere spirituale, e dà vita alle due arcidio-cesi di Udine e Gorizia.

1797La prima campagna d’Italia tra Francesi ed Austriaci pone di fatto fine all’esistenza della Repubblica di Vene-zia. Sconfitti gli austriaci sul Tagliamento, dopo una breve occupazione del Friuli, con il trattato di Campoformido (17 ottobre 1797), Napoleone cede tutto il territorio del-la Serenissima all’Austria in cambio del riconoscimento della Repubblica cisalpina nell’Italia settentrionale e del possesso dei Paesi Bassi.

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Primo periodo

ante 1489 (1481 ?)

1482

ante 1484

1482

1485

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1492

1493

Secondo periodo

1496

1496

a. plasticismo E linErarismo

mantegnismo filtrato attraverso Barto-lomeo Vivarini, Andrea da Murano e la scultura nordica (Michele Pacher e Leonardo Thanner) b. gotico intErnazionalE

sull’esempio veneziano di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna

Allievo di Domenico da Tolmezzo

Barbeano, chiesa di Sant’Antonio, affreschi

Vivaro, parrocchiale, La Vergine con Cristo Morto e i santi Antonio e Girola-mo, San Cristoforo, lacerti di affreschi della facciata

Imponzo, chiesa di San Floriano, affre-schi (perduti)

Comelico, chiesa di San Nicolò, affre-schi

Palse, chiesa di San Martino, affresco sulla porta maggiore (oggi due fram-menti nella canonica)

Prata di Pordenone, chiesa dei SS. Simone e Giuda, affreschi

Venezia, Gallerie dell’Accademia, Ma-donna col Bambino, tavola

Forni di Sotto, chiesa di San Lorenzo, affreschi

Socchieve, chiesa di San Martino, affreschi

linEarismo E sEcchEzzE

ripresa di incisioni nordiche (passaggio di Albrecht Dürer – allievo di Martin Schongauer – a Venezia nel 1494)

Provesano, parrocchiale, affreschi

Castel d’Aviano, parrocchiale di San Giorgio, affreschi

Terzo periodo

1495-8

?

?

1499

1499

?

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1500-1504 ca.

1500-1504 ca.

1505

?

1510

colorismo vEnEziano E morbidEzza, svolta in sEnso modErno

influenza da parte della nuova gene-razione locale: Giovanni Martini e Pellegrino da San Daniele, a loro volta ispirati dalle novità del mondo venezia-no (Antonello da Messina e Giovanni Bellini) e dalla presenza in Friuli di ope-re di Carpaccio e Cima da Conegliano

Venezia, Gallerie dell’Accademia, Ma-donna col Bambino e angeli musicanti

Socchieve, chiesa di San Martino, San Martino, San Sebastiano, San Rocco, la Madonna col Bambino tra i santi Miche-le arcangelo e Lorenzo, pala d’altare

Invellino, chiesa della Madonna del sasso, Madonna col Bambino (perduta)

Prata di Pordenone, capitello, Madonna col Bambino

Cordenòns, parrocchiale, due cappelle, affreschi insieme a Pietro da Vicenza (perduti)

Pordenone, duomo, Padre eterno e devoti (oggi Pordenone, Museo Civico)

Castel d’Aviano, chiesa di Santa Giulia-na, Madonna col Bambino e San Leonar-do (oggi Pordenone, Museo Civico)

Forni di Sopra, chiesa di San Floriano, affreschi (con collaboratori)

Viaggi di aggiornamento a Venezia, Porcia, Udine

Pesariis, chiesa di San Giacomo, affre-schi (perduti)

Due pale per Ser Daniele di Fontebono (perdute)

Gemona, pala d’altare per la fraternita di San Leonardo (perduta)

Allievi ed epigoni: Pietro Fuluto e Pie-tro da Vicenza

Cronologia della vita di Gianfrancesco da Tolmezzo (Gianfrancesco del Zotto)Tolmezzo (UD) 1450 ca.-1511Pittore

Presenze artistiche forestiere a Venezia, a Padova e in Friuli tra Trecento e Quattrocento

A vEnEzia

1408-1414 ca. Gentile da Fabriano

1410-1414 Michelino da Besozzo

1415-1422 ca. Pisanello

1424 Lorenzo Ghiberti

1425 ca. Masolino da Panicale

1427-1431 Paolo Uccello

1433 (tra Venezia e Padova) Michelozzo

1442 Andrea del Castagno

Periodici ritorni dalla Toscana Domenico Veneziano

1475 Antonello da Messina

1494 Pietro Perugino

1494-1495/1505-1507Albrecht Dürer

1500 Leonardo da Vinci

A padova

1302-1306/1317Giotto

1369-1384 (attivo tra Verona e Padova)Altichiero

1375-1378Giusto de Menabuoi

1434-1437Filippo Lippi

1441 ca.-1460Andrea Mantegna

1443-1453Donatello

1445Paolo Uccello

A udinE

1348 ca.Vitale da Bologna

opErE di artisti vEnEti in Friuli

1491 Vittore Carpaccio, Cristo con gli strumenti della passione (Udi-ne, chiesa di San Pietro martire; oggi Civici Musei)Cima da Conegliano, Madonna con il Bambino (Gemona, chiesa della Madonna delle Grazie; oggi Udine, Museo diocesano d’arte sacra)

1504Cima da Conegliano, Incredulità di San Tommaso (Portogruaro, Scuola di San Tommaso o dei Battuti; oggi Lon-dra, National Gallery)Cima da Conegliano, tavola (Udine, chiesa della Vigna; per-duta)

1567Paolo Veronese, Battesimo di Cristo (Latisana, parrocchiale)

1584Paolo Veronese, due anconette con La Madonna col Bambino e San Rocco (Cividale, chiesa di San Giovanni in Xenodochio; oggi Museo Archeologico)

«Sono codesti i momenti nodali dell’avventura figurativa del Tolmezzino che domina, con la prepotenza del suo ingegno, lo scacchiere artistico friulano del Quattrocen-to. La sua rielaborazione del mantegnismo non è intel-lettualistica o programmatica, ma istintiva, spontanea, naturale; così come la svolta della maturità, in direzione belliniana, avviene senza scosse e senza fratture. C’è il trauma di Provesano, una parentesi estemporanea, disorganica e regressiva» (Aldo Rizzi, Profilo di storia dell’arte in Friuli. 2. Il Quattrocento e il Cinquecento, Del Bianco Editore, Colloredo Montalbano, 1979, p. 85)

«Per quanto riguarda Domenico [da Tolmezzo], la sua funzione di ponte con Venezia e Padova è più ipotizzata che documentabile; ma rientra in quel processo di eman-cipazione culturale che favorisce l’incontro col Carpaccio e col Cima» (Aldo Rizzi, Profilo di storia dell’arte in Friuli. 2. Il Quattrocento e il Cinquecento, Del Bianco Editore, Colloredo Montalbano, 1979, p. 91)

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Ascolti musicali

ascolto 1AlexAnder AGrIColA, nato Alexander Ackermann (Gand, 1445/46-Valladolid, 1506)

Ave Domina Sancta Maria, a 4 voci (versione con raddoppio delle parti vocali all’organo)

Esecutori: Currende Consort, direttore Erik van NevelCD: «Master from Flanders, vol. X», Etcetera Records, 2009

Ave domina sancta Maria, regina coeli, porta paradisi, domina mundi, tu es virgo.

Tu concepisti Jesum sine peccato,

Salvatorem huius mundi, in quo non dubito.

Libera nos ab omnibus malis et ora pro peccatis nostris.

Amen.

Ave o signora santa Maria,regina del cielo, porta del paradiso, signora del mondo, tu sei Vergine

Tu concepisti Gesù senza peccato,

Salvatore di questo mondo, in lui io ho fede.

Liberaci da tutti i mali e prega per i nostri peccati.

Amen.

ascolto 2AdrIAn WIllAerT (Rumbeke [Roeselare], 1490 ca.-Venezia, 7 dicembre 1562)

O magnum mysterium (1545), mottetto a 4 voci (versione per contralto e 3 tromboni)

Esecutori: Academia della Selva, direttore Luigi CollarileCD: «The Complete Works of Willaert, vol. 2: mottetti e ricercare», Stradivarius, 2011

O magnum mysterium,et admirabile sacramentum,

ut animalia viderent Dominum natumiacentem in praesepio.

Beata Virgo, cuius viscera meruerunt portare Dominum Christum.

Alleluia.

O grande mistero e mirabile sacramento,che gli animali vedessero il Signore appena nato

giacente nella mangiatoia.Beata la Vergine il cui ventre

meritò di portare Cristo Signore.Alleluia.

ascolto 3-5JoAn AMBroSIo dAlZA (Milano, seconda metà del XV secolo-1508)

Pavana, Saltarello e Piva per liuto da Intabolatura de lauto libro quarto (Venezia, Ottaviano Petrucci, 1508)

Liuto: Massimo LonardiCD: «Classic Voice Antiqua, n. 8: Venezia nel Rinascimento. Musiche per liuto dalle stampe veneziane del Cinquecento», luglio 2011

ascolto 6FrAnCeSCo SPInACIno (Fossombrone, XV secolo-Venezia, dopo il 1507)

Recercare per liuto da Intabolatura de lauto libro primo (Venezia, Ottaviano Petrucci, 1507)

Liuto: Massimo LonardiCD: «Classic Voice Antiqua, n. 8: Venezia nel Rinascimento. Musiche per liuto dalle stampe veneziane del Cinquecento», luglio 2011

ascolto 7FrAnCeSCo CAnoVA o FrAnCeSCo dA MIlAno (Milano, 1497-1543)

Canono a due liuti Liuti: Jean-Marie Poirier, Thierry MeunierAudio da Video Youtube: www.youtube.com/watch?v=zd-U35Z3Ow4

ascolto 8JoSQUIn deSPreZ (Vermandois [Piccardia], ca. 1440-Condè-sur-l’Escaut, 27/8?/1521)

El grillo, frottola a quattro parti da Frottole, libro tertio (Venezia, Ottaviano Petrucci, 1505), testo di anonimo

Esecutori: Prophets of the Perfect FifthAudio da Video Youtube: www.youtube.com/watch?v=62-aBOZrqh8

El grillo è bon cantore,che tiene longo verso,

Dalle, beve, grillo, canta.

Ma non fa come gli altri uccelli,Come lì han cantato un poco

Van de fatto in altro loco,Sempre e’ l grillo sta pur saldo.Quando fa maggior e’ l caldo

Allor canta sol per amore.

El grillo è bon cantore,che tiene longo verso,

Dalle, beve, grillo, canta.

ascolto 9CIPrIAno de rore (Ronse, 1515/1516-Parma, tra 11 e 20/9/1565)

Ancor che col partire, madrigale a 4 voci, testo di Alfonso d’Avalos

Esecutori: Hilliard EnsembleCD: «English and Italian Renaissance», Virgin Classics Veritas, 2000

Ancor che col partireio mi senta morire,

partir vorrei ognior, ogni momento, tant’è il piacer ch’io sento

de la vita ch’acquisto nel ritorno. E così mille e mille volte il giorno

partir da voi vorrei,tanto son dolci gli ritorni miei.

ascolto 10CIPrIAno de rore

Ancor che col partire, versione per 4 viole da gamba e cornetto

Viole da gamba: Capriccio StravaganteCornetto: Doron SherwinCD: «Antico - Moderno», Paradizo 2009

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