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Gr.ln. 2009-2010

con il Curato d’Ars

Quaderno di ………………….………….

del gruppo di ……………………….……

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Cronologia della vita di

Giovanni-Maria Vianney, Curato d’Ars

1786: a Dardilly (Lione) l’8 maggio nasce e viene battezzato Giovanni-Maria Vianney.

1799: riceve la Prima Comunione in una casa privata presso Ecully.

1806: inizia gli studi nella scuola sacerdotale di don Balley.

1807: compie un pellegrinaggio al santuario S.Francesco Regis

1810: è chiamato alle armi.

1813: entra nel Seminario maggiore di Lione.

1815: il 13 agosto è ordinato sacerdote a Grenoble.

1818: il 13 febbraio Giovanni Maria Vianney arriva ad Ars.

1820-1837: restaura la chiesa di Ars.

1824: apre la casa-convitto “La Provvidenza”.

1859: il 4 agosto, intorno alle 2 del mattino, muore ad Ars.

1925: il 31 maggio diventa santo con Papa Pio XI.

1929: il Santo Curato d’Ars è proclamato “Patrono di tutti i parroci”.

2009: papa Benedetto XVI indice l’Anno Sacerdotale in occasione dei 150 anni della morte di san Giovanni Maria Vianney.

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1. Un’infanzia tranquilla turbata e sconvolta dalla Rivoluzione Adagiato su una graziosa collina e circondato da graziose vallate, Dardilly è un piccolo borgo vicino a Lione, in Francia. Qui nasce Giovanni-Maria Vianney, conosciuto in seguito col nome di Santo Curato d’Ars. La sua è una famiglia contadina: papà Matteo Vianney e mamma Maria Bèluse, sposati nel 1778, sono cristiani esemplari. Giovanni-Maria è il quarto dei sei figli: è battezzato lo stesso giorno della sua nascita, l’8 maggio 1786. Mamma Maria, fin dalla tenera età, apre i cuori dei suoi figli a Dio. Essi imparano dai genitori a inginocchiarsi al primo rintocco della campana all’Angelus qualunque sia il luogo in cui si trova; Giovanni-Maria si abitua presto a fare il segno della croce e a recitare un Ave Maria quando suona l’ora. Ma nel 1789, quando Giovanni-Maria ha solo 3 anni, scoppia la rivoluzione francese: anche la religione è ostacolata e i preti sono minacciati se non fanno il giuramento di rinnegare il Papa. Purtroppo molti sacerdoti cedono alle minacce, uno dei quali è proprio quello della parrocchia in cui vive Giovanni-Maria. Sacerdote 1: Il curato di Dardilly ha fatto il giuramento scismatico. Sacerdote 2: Messer Rey? Ha paura! Sacerdote 3: No, è stato ingannato. Queste sono le nuove leggi: “Tutti i Preti che rifiutano il giuramento saranno

arrestati e giustiziati”. Per convincere la gente a collaborare si diceva pure: “Chiunque denuncerà un prete antipatriota riceverà 100 libbre di ricompensa”; non mancavano le minacce: “Chiunque darà asilo ad un prete antipatriota sarà

deportato”. I preti fedeli sono perseguitati ovunque. Ovunque regna il terrore; i soldati percorrono in lungo e largo le strade, le chiese sono chiuse, le campane non suonano più. Vengono abbattuti i crocefissi dai calvari. Vengono aboliti tutti gli oggetti di culto. Malgrado queste terribili minacce, papà Matteo nasconde più di un prete a casa sua. Non solo: di nascosto, anche in piena notte, l’intera famiglia Vianney si mette in cammino per raggiungere fattorie in cui è celebrata di nascosto la Messa. Il piccolo Giovanni-Maria comprende però che questi preti rischiano la loro vita per l’amore delle anime sono i veri eroi di Cristo . E in queste riunioni segrete, egli comincia ad intravedere la grandezza del sacerdozio.

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In molti paesi i rivoluzionari hanno cacciato anche i maestri che non sono dalla loro parte. E così i bambini, non potendo andare più a scuola, vengono portati a lavorare in campagna. E’ anche il caso di Giovanni-Maria, che a 9 anni è ancora analfabeta. Finalmente all’inizio del 1795 arriva la notizia che presto ci sarà un nuovo maestro: Bambino 1: Sta per arrivare un maestro! Bambino 2: Bisogna andare a scuola! Bambino 1: Giovanni-Maria, vieni anche tu a scuola domani? Giovanni-Maria: Mi piacerebbe tanto. Lo chiedo alla mamma Immaginate la sua gioia quando la mamma, non solo gli permette, ma lo incoraggia ad andare a scuola. Mamma Maria: Ora che arriva il nuovo maestro anche tu andrai a scuola. Così saprai presto leggere e scrivere bene. Giovanni-Maria: E imparerò anche la matematica e la geografia? Nel mese di febbraio, in campagna, i genitori non hanno molto bisogno dei figli. Così, la mattina della riapertura della scuola, tutti i sentieri di Dardilly risuonavano del rumore dei piccoli zoccoli. Bambino 1: Tu vai a scuola? Bambino 2: Certo! Bambino 3: Come si chiama il nuovo maestro? Bambino 4: Il signor Dumas.

Il signor Dumas è contento di vedere la sua classe piena di visi attenti. Ed egli non tarda a notare un ragazzo che sembra più attento degli altri. Maestro Dumas: Bravo Giovanni-Maria! Tu metti molto impegno nello studio; (poi, rivolto agli altri bambini) se voi lavoraste tutti come il piccolo Vianney, recuperereste presto il tempo perduto!

Per RIFLETTERE insieme

1. Ricordate alcune notizie (nato il…, a…, figlio di …)

riguardanti Giovanni-Maria 2. Cosa ha causato la rivoluzione francese nel

paese di Giovanni-Maria?

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2. Casa Vianney: una famiglia cristiana A casa Giovanni-Maria trova l’ambiente ideale per curare la sua sensibilità cristiana. Giovanni-Maria: Dimmi papà, il nostro nuovo maestro ama Dio? Papà Matteo: Si, Giovanni-Maria, ma egli non ha il diritto di parlarne a scuola. Giovanni-Maria: E quando avremo un prete a Dardilly? Papà Matteo: Non so, dopo la morte di Robespierre, le cose sembrano

cambiare a Parigi, eppure la persecuzione continua. Giovanni-Maria: È triste papà una parrocchia senza prete. Le persone finiranno

col dimenticare il buon Dio. Papà Matteo: Tu hai ragione, figlio mio, ma, a casa nostra, noi lo ricorderemo

finchè servirà. E dato che sai leggere, adesso sarai tu a leggere tutte le grandi vite dei Santi ogni sera durante la preghiera.

Ma il vero cristiano non è solo quello che prega Dio, è anche quello che presta aiuto agli altri. I Vianney sono noti in tutta la regione per la loro carità fraterna e Giovanni-Maria è il primo a rendersi utile in tal senso! Giovanni-Maria: Posso andare a portare della legna alla nonna di Pietro? Papà Matteo: Certo, metti due o tre ciocchi. Anzi, portane quanti puoi! Un mendicante: Dimmi, ragazzo, sai dove posso trovare un ricovero in questo

villaggio? Giovanni-Maria: Oh si! Senza pensarci troppo, accompagna il povero a casa sua. Quando la mamma lo vede arrivare in compagnia esclama: Mamma Maria: Ancora uno! Ma ce ne sono

già 19!.... Questa volta non ho più molta minestra per tutti!

Papà Matteo: Bah! Per una volta io la salterò!

Giovanni-Maria: Vedi, a lui servirebbe anche un pantalone. Mamma Maria:E dove vuoi che lo trovi, questo pantalone? Giovanni-Maria: Guarda ancora bene

mamma, egli sarà così contento, poveretto. Quando piove, Giovanni-Maria, dopo aver condotto i mendicanti nel granaio, stende accuratamente i loro miseri mantelli per farli asciugare… Una sera dell’anno 1797, la casa dei Vianney ricevette una strana visita. Papà Matteo: Ragazzi miei, ecco il signor Groboz. È un prete che si è rifiutato di

prestare il cattivo giuramento. Egli è obbligato a nascondersi, ma noi lo vedremo molto spesso perché fa parte di un gruppo di missionari d’Ecully.

Giovanni-Maria : Voi siete un prete?

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Padre Groboz: Si, piccolo. Per precauzione, mi faccio passare per un cuoco, ma non faccio molto questo mestiere. Quanti anni hai?

Giovanni-Maria: 11 anni,.. signor…signor curato. Padre Groboz: È meglio che tu dica “signor” Groboz, è più prudente. Quando ti

sei confessato? Giovanni-Maria: Ma…Io non mi sono mai confessato! Padre Groboz: E bene! Facciamolo adesso, io ti aiuterò. Un confessore vede subito con che anima ha a che fare. Quella di Giovanni-Maria sbalordì il missionario. Più tardi, il sacerdote parlando ai genitori, confida loro: Padre Groboz: Noi abbiamo delle catechiste a Ecully. Dobbiamo mandare da

loro questo ragazzo. Mamma Maria: Non è impossibile. Ad Ecully abita mia sorella Margherita. Padre Groboz: La moglie di Francesco Humbert? Giovanni-Maria starà molto

bene. Mamma Maria: Allora che ne dici Matteo? Papà Matteo: Bisogna vedere. Ma solo il prossimo anno. Da qui ad allora

bisogna che egli segua ancora le lezioni del signor Dumas.

Per RIFLETTERE insieme

1. Da che cosa si capisce che la famiglia di Giovanni-Maria è cristiana?

2. Cosa chiede Giovanni-Maria al signor Groboz?

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3. La Prima Comunione I giorni passano. Un mattino di maggio, mamma Marie può finalmente accompagnare Giovanni-Maria ad Ecully. Giovanni-Maria: Il mio cuore canta come gli uccelli! La zia Margherita abitava in un grande granaio graziosamente chiamato: “Sul far

del giorno”. Giovanni-Maria visse là un anno felice. Nel giugno 1799, a 13 anni, egli fece il ritiro per la comunione con altri 15 ragazzi di Dardilly. Bambino 1: Mi domando chi abbia insegnato a quello lì a pregare così bene. Bambino 2: Sembra quasi un angelo! I cattolici sono più perseguitati che mai: il Papa Pio VI è fatto prigioniero del comando della Rivoluzione e muore in esilio in Francia; a centinaia i preti sono deportati e martirizzati. Non si può dunque celebrare pubblicamente la Prima Comunione. Padre Groboz: Domattina, voi verrete all’alba a casa

della signora De Pingon. Bambina: Vestiti di bianco? Padre Groboz: Ma no, in abiti ordinari. Non dovete

farvi notare. È il tempo della raccolta del fieno, e questo dà una buona idea a Padre Groboz: chiede ai contadini scaricare lentamente il fieno per tutto il tempo della cerimonia. In questo modo nessuno noterà. Giovanni-Maria è felicissimo. Finita in fretta la cerimonia, ognuno va a casa sua: Giovanni-Maria torna al suo paese, a Dardilly. Inizia per lui un nuovo periodo della vita. Papà Matteo: Figlio, tu sei andato quattro anni a scuola, hai avuto un anno per

apprendere il catechismo e fare la comunione. Adesso io ho bisogno di te.

L’indomani Giovanni-Maria si reca alla vigna col suo fratello maggiore. La sera rientra allo stremo delle forze. Giovanni-Maria: Non posso lavorare come Francesco! Mamma Maria: È veramente faticoso. Dovresti aiutarlo o andare più

lentamente. Francesco: Non è obbligato a fare quanto me! Lui ha 13 anni ed io ne ho 15.

Che direbbe la gente se il maggiore non lavorasse più del minore?

Per RIFLETTERE insieme

1. A quanti anni Giovanni-Maria fa la Prima Comunione?

2. Cosa inizia a fare dopo la Prima Comunione?

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4. Giovanni-Maria vuole diventare prete Giovanni-Maria inventa un modo originale per avere più forze nel lavoro: una suora gli aveva regalato. Egli la porta e, prima di iniziare il lavoro nella vigna, la getta lontano davanti a lui una statuetta della Madonna che gli era stata regalata… Quando arriva nelle sue vicinanze, recita una fervente preghiera… Giovanni-Maria: Aiutami ad essere un buon lavoratore! …Poi la rilancia. Francesco: Congratulati con Giovanni-Maria: oggi egli ha zappato duramente

come me! Mamma Marie: E non sei stanchissimo? Giovanni-Maria: No, mamma. Ho lavorato tutto il tempo con la Santa Vergine. I suoi amici si burlava di lui quando lo vedono allontanarsi da loro per aver sentito delle frasi sconvenienti. Ragazzo 1: Tu non ami le canzoni d’amore? Ragazzo 2: Preferisci borbottare solo dei “Padre nostro”? Per farlo arrabbiare gli nascondono i suoi attrezzi. Ragazzo 1: Hai perso la zappa? Ma essi sono obbligati a riconoscere che il giovane Vianney è un forte lavoratore, intelligente e servizievole. E malgrado tutto, restano impressionati dalla nobiltà ed intensità della sua preghiera. Ragazzo 1: Lui ci fa credere in Dio! Ragazzo 2: Dovrebbe diventare sacerdote! E può essere in uno di quei giorni che la chiamata di Dio si fa sentire… Finalmente il 16 luglio 1801 la rivoluzionario francese è superata e con essa finisce anche la persecuzione religiosa. I preti tornano dall’esilio e le chiese riaprono le loro porte. Le campane suonano a distesa per annunciare la resurrezione della chiesa di Francia. Giovanni-Maria, da questo momento, divenne un appassionato di Gesù presente nel tabernacolo. Ogni volta che può passare dalla chiesa, egli entra per una breve ma fervente visita. Parte molto presto per i campi, per poter poi assistere alla messa. Quando la campana lo avverte egli si unisce al sacerdote. Comprende ora che il prete, è prima di tutto l’uomo dell’eucarestia, senza di lui niente messa, niente presenza reale nelle chiese, niente comunione. Giovanni-Maria: In questo momento ci sono tante parrocchie senza prete,

tante anime senza sacramenti …se io potessi! Un giorno… Giovanni-Maria: Mamma, vorrei dirti qualcosa d’importante. Mamma Maria: Dimmi Giovanni-Maria. Giovanni-Maria: Voglio diventare sacerdote. Per salvare molte anime.

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Mamma Marie: Sono felice piccolo mio! Sono veramente contenta! Spero che lo sia anche papà.

Ma papà Matteo si oppone subito a questa vocazione perché intralcia troppo i suoi progetti per il futuro. Papà Matteo: Sai bene che io ho bisogno di te qui! Rifletti dunque un po’. Con

cosa pagherò i tuoi studi? Caterina si deve sposare e bisogna prepararle la dote. Francesco per ora non può esserci di aiuto ed io ho dovuto pagare caro per rimpiazzarlo. Bisognerebbe che io pagassi un altro ragazzo per rimpiazzare anche te nei campi? E poi, tu hai 17 anni, e a questa età è troppo tardi per cominciare a studiare il latino!

Per quasi due anni Matteo non volle sentir parlare del desiderio di Giovanni-Maria, finchè un giorno parlando con la moglie riaprì il discorso Papà Matteo: Giovanni-Maria vuol sempre diventare prete? Maria Vianney: Certo! Quando un’idea simile viene ad un ragazzo di questa età

è una cosa seria! Francesco ora può di nuovo aiutarti alla vigna, Gothon custodirà le bestie da sola.

Papà Matteo: Bene, ammettiamo che io dica di sì. Come farà i suoi studi Giovanni-Maria? E chi li pagherà?

Mamma Marie:Troverebbe come arrangiarsi con mia sorella ad Ecully. Papà Matteo: Ecully? Si impara il latino ad Ecully? Mamma Marie: Sì, dopo che il signor Balley è diventato parroco del paese, dà

lezioni ai ragazzi che vogliono diventare sacerdoti. Papà Matteo: Allora vai a vedere se accettano il nostro Giovanni-Maria. La brava mamma si reca in fretta con sua sorella Margherita dal curato, ma non riceve l’accoglienza immaginata. M.Balley: Ma povera donna io non posso accettare suo figlio, ho già tre allievi

ed ho anche il lavoro della parrocchia, è troppo per me. Ma dietro l’insistenza e accetta di incontrare personalmente Giovanni-Maria: guarda a lungo quel contadino di 19 anni, piccolo e magro. Poi dice: M.Balley: Io ti prendo! Giovanni-Maria:Oh! Mamma! Mamma! Ha detto di si! Io diventerò un

sacerdote! Sacerdote!

Per RIFLETTERE insieme

1. Cosa è che fa nascere il desiderio di diventare

sacerdote in Giovanni-Maria? 2. Perché papà Matteo non è d’accordo con la

richiesta del figlio? Secondo voi ha ragione?

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5. La fatica dello studio Rimettersi a studiare a 19 anni non è facile… Mamma Maria: E con il latino come va Giovanni-Maria? Giovanni-Maria: Non bene mamma! Francesco: Raccontaci un po’ della tua vita laggiù a Ecully con il signor Balley. Giovanni-Maria: Passo quasi tutta la giornata in parrocchia. Quando non

studio, mi occupo del giardino del curato o taglio la legna. Francesco: E gli altri allievi? Sono più giovani di te? Giovanni-Maria: Oh sì! Il figlio dei Champ ha 12 anni. Matteo Loras ha 12 anni

mentre suo fratello ne ha tredici. La loro memoria non è arrugginita come la mia. Matteo impara tutto in poco tempo!

Sempre caritatevole, Giovanni-Maria non racconta che un giorno Matteo si è comportato male con lui. M. Balley: Matteo, aiuta un poco Vianney a fare la sua versione. Matteo inizia con pazienza, ma l’imprecisione di Giovanni-Maria lo esaspera. Matteo: Tu sei ottuso! Non sai nemmeno servirti di una parola! Avulsus

est?...Allora? Avulsus, non capisci che vuol dire? Avulsus, A-vul-sus. Giovanni-Maria: Avulsus…??? Matteo: Ma che asino che sei! Giovanni-Maria: Scusami, Matteo, io ti do troppo disturbo.

Niente può entrare nella mia zucca. Matteo:Oh! Giovanni-Maria, sono io a chiederti scusa. Tu sei

l’ultimo per il latino ma il primo per il cuore. Questo terribile latino assorbe sempre di più la vita di Giovanni-Maria. Egli sta alzato fino a tardi… ma niente da fare: la sua testa non ne vuole sapere! In un momento di scoraggiamento va a parlare con il parroco Balley: Giovanni-Maria: Signor curato vorrei parlarvi. M. Balley: Cosa c’è ragazzo? Hai l’aria preoccupata? Giovanni-Maria : Io vado via, signor curato. Sono fatto per zappare la vigna,

non per studiare. M. Balley: Tu credi che potresti vivere felice zappando la vigna? Un domani ti

dirai: “Avrei potuto celebrare la messa, confessare, salvare molte

anime e invece mi sono lasciato vincere dallo scoraggiamento!” Giovanni-Maria: Se io ho tanta difficoltà nello studio, forse è Dio che non mi

vuole. E poi, ho veramente la vocazione? M. Balley: Questo non puoi deciderlo tu! Tu vuoi salvare molte anime, vero? Giovanni-Maria: Si, fargli dono di Dio, donargli la fame di Dio. M. Balley: Questo è un buon segno di vocazione! È la chiamata interiore al

sacerdozio. Ma c’è un’altra chiamata. La chiesa ha bisogno di te. È lei che ti chiamerà, che deciderà se tu devi o non devi diventare prete.

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Giovanni-Maria: Come? M. Balley: Attraverso il giudizio di tutti quelli che si occuperanno di te. Io sono

il primo a giudicarti, hai fiducia in me? Giovanni-Maria: Si, signor curato. M. Balley: Ebbene: io posso affermare che tu sei intelligente, hai molto

buonsenso ed un senso pratico niente male, ma le tue facoltà intellettive sono arrugginite. Lotta ancora, Giovanni-Maria!.

Siccome i suoi studi continuano a non andare bene, Giovanni-Maria fa voto di fare un lungo pellegrinaggio a piedi a La Louvesc, dove riposa il corpo san Francesco Regis. Dopo un faticoso pellegrinaggio, ai piedi del santo così prega: Giovanni-Maria: O San Francesco Regis, Voi che avete salvato tante anime,

aiutatemi a divenire un apostolo come Voi! Io vengo a chiedervi una grazia. Vorrei sapere bene il latino per studiare la mia teologia!

Oltre al latino, un’altra difficoltà si presenta sul cammino di Giovanni-Maria: con Napoleone la Francia ha iniziato molte guerre di conquista e queste richiedono sempre più soldati: l’arruolamento diventa obbligatorio. Giovanni-Maria: Signor curato ho 21 anni, devo partire come soldato? M. Balley: Ho paura di sì, ma può essere che monsignor Groboz possa evitarlo. M. Groboz è diventato segretario del cardinale. Egli accoglie fraternamente il suo vecchio confratello di Ecully. M.Groboz: Non vi angustiate, il nostro arcivescovo ha ottenuto

dall’imperatore, l’esenzione per tutti gli studenti ecclesiastici. Io scrivo anche Giovanni-Maria Vianney su questa lista ed egli non partirà.

E così il parroco può rassicurare il suo caro studente: M. Balley: Tutto a posto, Giovanni-Maria. Tu puoi continuare i tuoi studi.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quale è la prima difficoltà che Giovanni-Maria

incontra per prepararsi a diventare sacerdote? 2. Dove e con chi fa i suoi primi studi? Chi lo

aiuta?

3. Oggi quali sono gli studi che un giovane deve

fare per diventare sacerdote?

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6. Al seminario: tra incertezze e speranze verso il sacerdozio Passano i mesi. Non mancano le sorprese e le difficoltà: nell’ottobre 1809 Giovanni-Maria è di nuovo convocato per errore nell’ufficio di reclutamento; poco dopo lo raggiunge la notizia della morte della cara mamma. A seguito di questo fatto doloroso Giovanni-Maria si stabilisce definitivamente a casa di M. Balley che lo prende come suo domestico e sacrestano. Finalmente nel 1811 arriva la prima vera tappa verso il sacerdozio: M. Balley: Giovanni-Maria vieni presto! È fatta! Tu sarai sottoposto a tonsura il

28 maggio a Lione. Giovanni-Maria : Mio Dio grazie: sto per diventare un chierico! Con tale rito, i seminaristi erano ufficialmente instradati sulla via del sacerdozio. Giovanni-Maria trascorre ancora un anno ad Ecully e poi, un bel giorno dell’ottobre 1812… M. Balley: Giovanni-Maria preparati a partire. Ti accettano nel seminario. Giovanni-Maria si trova al seminario con altri duecento seminaristi che hanno superato i loro studi classici e che devono fare un anno di filosofia; qui i corsi sono in lingua latina. Ragazzo 1: Guarda quell’impacciato,

è un professore? Ragazzo 2: Ma no, ha 26 anni e non

sa quasi nulla! Nulla è semplice per il povero Giovanni-Maria. Fortunatamente c’è la cappella in cui egli si reca per riprendere coraggio. Giovanni-Maria: Gesù, aiutami a comprendere la filosofia. Fallo affinchè io sia

un tuo sacerdote. Le vacanze estive arrivano e Giovanni-Maria corre subito a Ecully dal parroco Balley, che lo incoraggia. M.Balley: Lo immaginavo, Giovanni-Maria: dopo il latino è la filosofia a farti

soffrire? Ma tu arriverai Giovanni-Maria! Arriverai ad essere prete! Giovanni-Maria: Farò di tutto per riuscire ad arrivare. M.Balley: Ora tu hai ancora due anni di teologia da fare. Ti darò già qualche

lezione durante queste vacanze. Nell’ottobre 1813, Giovanni-Maria cominciare gli studi di teologia, dove si presentano altre difficoltà. Sacerdote 1: Arriviamo al caso del seminarista Giovanni-Maria Vianney. Sacerdote 2: Questo povero Vianney non può seguire il corso. Sacerdote 3: Peccato perché egli ha due belle virtù: il coraggio e la pietà. E così un giorno viene chiamato. Gli viene comunicata una brutta notizia:

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Sacerdote 3: Mio povero amico sono desolato, voi siete un eccellente seminarista dal punto di vista della pietà, della regolarità e dell’assiduità nel lavoro. Ma tutti i vostri professori concordano nel dire che dal punto di vista degli studi voi siete zero. Di una nullità scoraggiante. Anche io sono obbligato a rimandarvi.

Giovanni-Maria : Rimandato? Io sono cacciato dal seminario? Sacerdote 3: Sì mio povero amico! Per essere preti bisogna essere uomini di

pietà, certo; ma anche sapienti, studiosi, intelligenti! Quando M. Balley vide arrivare il suo protetto, comprese subito che la situazione era grave. Giovanni-Maria : È finita! Finita! Voglio entrare dai frati delle scuole cristiane,

dove non bisogna sapere il latino e la teologia… Non diventerò sacerdote, ma almeno sarò un poco utile a Dio come frate.

M. Balley: Ma che dici? Non vuoi più diventare un sacerdote? Giovanni-Maria: Non sono io a non volere più! Mi hanno rimandato. Uscendo

dal grande seminario sono andato dai frati ed ho detto loro che sarei tornato presto.

M. Balley: No, Giovanni-Maria! Sono sicuro che tu diventerai un prete. Riprendi i tuoi studi qui con me. Non bisognerà comunque abbandonare il latino.

Per RIFLETTERE insieme

1. Cosa è il seminario? A cosa serve? Chi va in seminario? Conosci qualcuno che è andato in

seminario? 2. Perché Giovanni-Maria deve lasciare il seminario?

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7. “Tu sarai sacerdote!” Giovanni-Maria, grazie all’incoraggiamento, si rimette con enorme fatica sui libri, anche se a volte è preso dall’angoscia che tutto ciò non servirà a nulla. Ma un giorno, mentre cammina tutto solo col cuore carico d’inquietudine, sente una voce misteriosa, come se qualcuno gli parlasse in un orecchio: Una voce: Tu sarai sacerdote! Dopo tre mesi di duro lavoro, il tenace M. Balley, lanciò di nuovo Giovanni-Maria nella battaglia. M. Balley: Hai 29 anni, bisogna che tu riceva gli ordini

minori! Ma la commissione che lo esamina, nonostante sia impressionata dal suo coraggio, non può decidersi ad accettarlo. Commissario 1: Peccato! Commissario 2: Potrebbe tentare in un’altra diocesi. Giovanni-Maria a questo punto è completamente demoralizzato. Giovanni-Maria: Non mi dite più che devo lottare per

diventare prete. Io non ne sono degno. M. Balley: Degno! Degno! Abbiamo già parlato di questo. Ti ripeto che nessuno

è veramente degno. Bisogna solo sapere se tu puoi imparare le scienze per essere un buon strumento nelle mani di Dio. E questo, solo i superiori possono dirlo. Se ti consigliano di provare altrove, vuol dire che c’è ancora speranza!

M. Balley: Vado a Lione, lì vedrò M. Groboz e l’esaminatore che ti ha rifiutato. Come si chiama?

Giovanni-Maria : È il vicario generale M. Bochard. M. Balley discute a lungo con il severo esaminatore e guadagna una prima vittoria, accettando di ri-esaminare una seconda volta Giovanni-Maria a casa sua: M. Bochard: Allora intesi, a domani! M. Balley: Preparati Giovanni-Maria! Domani M. Bochard viene con il superiore

del grande seminario. Vogliono farti fare un altro esame. Qui! Interrogato in francese, e con tanta benevolenza, Giovanni-Maria stupisce i suoi esaminatori. M. Bochard: Molto bene! Molto bene! Padre superiore: È proprio il latino che lo ostacola. M. Balley: Allora lo accettate? M. Bochard: Eh! Con calma! Un prete senza il latino… Bisogna vedere che dice

M. Courbon, solo lui può decidere. Senza perdere tempo si presenta il caso di Giovanni-Maria a M. Courbon.

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M. Courbon: Allora, riassumendo: zero in latino, ma intelligente e capace di fare una buona teologia in francese?

Padre superiore: È così monsignor Courbon. M. Balley: È un modello di pietà. M. Courbon: Un modello di pietà? Ed è devoto alla Santa Vergine? M. Balley: Si! Si! Bisogna vedere come egli medita il rosario! M. Courbon: E allora va bene. Io lo accolgo! La grazia di Dio farà il resto. Grazie a questa importante decisione di un superiore autorizzato, la Chiesa chiama dunque Giovanni-Maria Vianney al sacerdozio. A partire da questo momento tutto scorre molto velocemente. M. Balley: Mi chiedono di mandarti al grande seminario affinché ti prepari agli

ordini minori che saranno il 2 luglio prossimo. Giovanni-Maria: Mio Dio! Non oso credere ad una tale gioia. Diventerò prete! M. Balley: Sì, Giovanni-Maria, ed io ho ottenuto per te una dispensa: riceverai

contemporaneamente gli ordini minori ed il sottodiaconato.

Per RIFLETTERE insieme

1. Giovanni-Maria sente una voce: di chi può

essere? ricordi qualche avvenimento simile nella Bibbia?

2. Cosa convince l’esaminatore e il Vicario generale

ad accogliere di nuovo Giovanni-Maria?

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8. Sacerdote …di Dio …per gli uomini Ordinato diacono nel maggio 1815, Giovanni-Maria rientra a Ecully con il suo amato parroco e professore, M.Balley, che lo prepara all’esame finale, quello che precede il sacerdozio: l’esame di teologia morale. Dopo alcuni mesi di studio, è di nuovo il vicario generale, monsignor Bochard, che viene a Ecully ad esaminarlo. Dopo averlo interrogato per oltre un’ora, si rivolge soddisfatto a M.Balley: M. Bochard: M. Balley, avete avuto ragione a non dubitare di questo ragazzo!

In un anno egli ha fatto molti progressi. Le sue risposte adesso sono di una precisione impressionante.

M. Balley: Allora per il sacerdozio? M. Bochard: Mandatelo a Grenoble per l’inizio di agosto. Giovanni-Maria: All’inizio di agosto! È meraviglioso! Quelli del mio corso

devono attendere ancora un anno! M. Balley: Tu hai quasi 30 anni Giovanni-Maria! Hai atteso molto anche tu. La

tua pazienza è stata premiata. Giovanni-Maria parte un bel mattino d’agosto, solo, a piedi, con un piccolo bagaglio che conteneva qualche provvista ed un camice per la sua prima messa a Grenoble. Non è stato un viaggio tranquillo! Ci sono soldati ovunque. Soldato1: Chi siete? Dove andate? Soldato2: È sicuramente una spia capitano! Capitano: Voi perché siete solo? Giovanni-Maria : Vado a Grenoble per essere ordinato prete… Dopo lunghe e difficili spiegazioni lo rilasciano. Egli arriva estenuato a Grenoble la sera del sabato 12 agosto. La domenica mattina, 13 agosto 1815, viene condotto nella cappella, in cui subito arriva il vecchio vescovo, M.Simon: guarda quel seminarista così rozzo all’apparenza, venuto da solo, senza famiglia e senza amici. È impressionato dal viso magro di Giovanni-Maria e dai suoi grandi occhi blu così luminosi, dove brilla una gioia grave ed intensa. Vescovo: Figlio mio, tu stai per essere consacrato prete. Il sacerdote ha facoltà

di celebrare la Messa, di predicare e di battezzare.… Dopo una toccante esortazione e la commovente prostrazione durante il canto delle litanie, in silenzio il vescovo impone le mani sull’ordinando. Vescovo: Figliolo, medita attentamente su

questo sacerdozio che stai per ottenere e su questo difficile incarico che sta per essere posto sulle tue spalle. Impegnati a vivere in modo santo, religiosamente, ed a piacere a Dio onnipotente al fine di meritare la sua grazia.

Dopo è la celebrazione di ordinazione, Giovanni-Maria si ritrova solo e, vedendosi ora sacerdote, ha

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modo comprendersi nella grande missione che Dio gli affida. Giovanni-Maria: Mio Dio sono un sacerdote; prete per salvare le anime, prete

per l’eternità…Vorrei essere un buon prete, tanto quanto si può esserlo.

Negli anni che seguiranno aiuterà anche i suoi fedeli a capire la grandezza e la preziosità del dono immenso che è il sacerdote. Giovanni-Maria: Un buon pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro

che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina.

Parlava del sacerdozio come se non riuscisse a capacitarsi della grandezza del dono e del compito affidati ad una creatura umana: Giovanni-Maria: Oh come il prete è grande!... Se egli si comprendesse,

morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia...

Altre volte spiegando a catechismo ai suoi fedeli l’importanza dei sacramenti arriva a concludere riguardo al sacramento dell’ordine: Giovanni-Maria: Tolto il sacramento dell'Ordine, noi non avremmo il Signore.

Chi lo ha riposto là in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest'anima viene a morire [per il peccato], chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote... Dopo Dio, il sacerdote è tutto!...

Queste affermazioni, nate dal cuore sacerdotale del santo parroco, possono apparire eccessive. In esse, tuttavia, si rivela l’altissima considerazione in cui egli teneva il sacramento del sacerdozio: Giovanni-Maria: Che ci gioverebbe una casa piena d’oro se non ci fosse

nessuno che ce ne apre la porta? Il prete possiede la chiave dei tesori celesti: è lui che apre la porta; egli è l’economo del buon Dio; l’amministratore dei suoi beni... Lasciate una parrocchia, per vent’anni, senza prete, vi si adoreranno le bestie... Il prete non è prete per sé, lo è per voi

Per RIFLETTERE insieme

1. Quando diventa sacerdote Giovanni-Maria?

2. Elencate alcuni dei motivi che rendono prezioso

il sacerdote

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9. L’atteso ritorno del novello prete M. Balley: Eccoci al 19 agosto e ancora non sappiamo nulla! Perpetua: Ma signor curato, egli è stato ordinato il 13 agosto, è rimasto là a

festeggiare e, siccome torna sicuramente a piedi… M. Balley: Ascoltate! Presto andate a vedere! Perpetua: È lui signor curato! La gente lo ferma ma lui non vuole ancora dare la

benedizione. Dice che la prima deve essere per voi. Giovanni-Maria: Che la benedizione di Dio onnipotente scenda su di te e resti

con te per sempre. M. Balley: Amen! Giovanni-Maria: Grazie dal profondo del cuore. E’ grazie a voi se io sono un

prete. M. Balley: Tu sai..o piuttosto…voi sapete… Giovanni-Maria: Oh! Continuate a darmi del tu, io sono figlio vostro. M. Balley: No, no, adesso, voi siete un prete del Signore e siete anche il mio

vicario. Giovanni-Maria: Vicario? M. Balley: Esattamente! Io sto invecchiando, ho chiesto dell’aiuto e mi hanno

mandato don Giovanni-Maria Vianney come vicario ad Ecully. La domenica seguente, la chiesa è piena e M. Balley pronuncia un bel sermone sul sacerdozio. M. Balley: Domenica prossima sarete voi a celebrare. Giovanni-Maria: Oh signor curato, ma… M. Balley: Niente ma, figlio mio, voi siete un prete ed un

prete deve predicare. Giovanni-Maria si dedica con fatica, per molti giorni, a preparare la sua prima predica. E la domenica successiva… Parrocchiano 1: Ancora non predica bene. Parrocchiano 2: Si, ma è breve e molto chiaro. Parrocchiano 3:E poi è un predicatore che possiede la qualità più importante! Parrocchiano 4: Quale? Parrocchiano 3:Inizia a fare quello che dice! Infatti il nuovo vicario è molto buono, molto puro ed austero. Vecchietta 1: Egli va apposta a Lione per comprarmi una medicina. Vecchietta 2: Preti buoni come lui fanno veramente credere al buon Dio. Poco a poco il nuovo vicario diventa celebre attraverso due grandi specialità: anzitutto confessa così bene che il suo confessionale è assediato… e poi tutti i malati lo reclamano. Un bambino: Tu stai meglio mamma. La mamma: M. Vianney è venuto. Questo giovane prete arriva a farmi amare

anche le mie sofferenze!

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Durante il catechismo con i suoi ragazzi: Giovanni-Maria: Vediamo, Augusto, che cosa si dice quando ci si mette a

tavola? Augusto: Niente si dice, si mangia! Giovanni-Maria: Non ridete voi altri! É triste pensare che dei cristiani si gettano

sul cibo senza pensare al buon Dio. Vedete piccoli miei, tutte le nostre azioni, anche mangiare e dormire, sono belle agli occhi di Dio quando noi le offriamo e le compiamo nel miglior modo possibile. Volete sapere qual è il miglior modo per essere santi?

Bambini: si!!!! Giovanni-Maria: È sufficiente fare bene tutto ciò che si fa per l’amore di Dio. Bambina 1: Io credo che per diventare un santo bisognerebbe andare in un

convento. Bambina 2: O farsi tagliare la testa come i martiri! Bambino 3: O predicare agli uccelli, come San Francesco d’Assisi! Giovanni-Maria: Ragazzi miei, ci sono infatti dei santi che hanno fatto cose

straordinarie, ma essi hanno potuto farle, perché erano abituati a compiere molto bene tantissime cose ordinarie, per far piacere a Dio.

Bambina 3: Allora, un papà che lavora nei campi o una mamma che fa il bucato possono diventare santi?

Giovanni-Maria: Si, piccola Luisa, come la Santa Vergine e San Giuseppe.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quali sono le qualità per cui don Giovanni-

Maria è subito apprezzato dai suoi parrocchiani? 2. Cosa insegna ai bambini a catechismo?

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10. Il Signore chiama don Balley Passarono circa due anni. Ma nel mese di febbraio del 1817, una penosa ulcera alla gamba destra, blocca M. Balley a letto. M. Balley: Io vi lascio tutto il lavoro! Giovanni-Maria: State tranquillo pensate piuttosto a guarire. Egli soffriva molto senza mai lamentarsi. Dottore: Questa volta è la cancrena, non c’è più niente da fare! Il 17 dicembre, dopo essersi confessato col suo vicario, ricevette il santo viatico… Giovanni-Maria: Ricevi, fratello mio, il viatico del corpo di Cristo, affinchè egli ti

protegga contro il demonio e ti conduca alla vita eterna Poi gli dona il sacramento dell’unzione degli infermi: Giovanni-Maria: Attraverso questa unzione e per la sua misericordia, il Signore

ti perdona le colpe che tu hai commesso con queste mani. E infine, molto commosso, Giovanni-Maria recita la preghiera degli agonizzanti: Giovanni-Maria: Mio caro fratello, ti

affido adesso a Dio onnipotente. Ti rimetto nelle mani di Colui che ti ha creato! Che gli angeli vengano a prendere la tua anima alla sua uscita dal tuo corpo.

Giovanni-Maria: È finita! Parrocchiano: Era un santo! Giovanni-Maria: Gli devo tutto! Il mio sacerdozio e le sue lezioni di santità. Io

non ho mai visto un’anima più bella della sua! Alcuni parrocchiani si recano dall’arcivescovo. Parrocchiano: Noi vorremmo che sia don Giovanni-Maria a diventare ora il

nostro nuovo curato. M. Courbon: Ma Ecully è una parrocchia troppo grande per un prete poco

istruito con don Giovanni-Maria. E così un bel mattino, un nuovo curato arriva. Donna 1: Ha un bell’aspetto. Donna 2: Si chiama M. Tripier. M. Tripier: Allora mio caro vicario, faremo un buon lavoro assieme?

Mostratemi un po’ la casa… Ooh che miseria! Meno male che ho dei mobili. E’ tutto un po’ spoglio e freddo qui!

Pochi giorni dopo il suo arrivo, comunica i cambiamenti che intende fare: M. Tripier: Bisognerà cambiare cuoca, si mangia troppo male qui! E le vostre

scarpe: sono troppo rozze e rattoppate! Bisogna farvi fare anche una nuova tunica, perché così siete indecente mio caro.

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Per RIFLETTERE insieme

1. Elencate cosa ha fatto don Balley per

Giovanni-Maria 2. Cosa differenzia il nuovo parroco Tripier dal

precedente e da Giovanni-Maria?

11. Partenza da Ecully e arrivo ad Ars Giovanni-Maria non si ritrova con il modo di fare del nuovo parroco. Anche il vescovo, M.Courbon comprende che il nuovo parroco ed il suo vicario formano una squadra troppo diversa e male assortita. Sacerdote 1: Bisognerebbe inviare il curato Vianney altrove. Ma non si può

affidargli qualcosa di importante. Se gli proponessimo Ars? Vescovo: Ars!? Siete un po’ duro con questo povero Vianney! Sacerdote 2: Non sapete chi mandare laggiù. Lui accetterà di sicuro. Non avrà

del resto grandi cose da fare…salvo delle penitenze! Non avendo alternative, il Vescovo si decide di chiamare Giovanni-Maria per annunciargli il suo nuovo incarico: parroco-curato di Ars Vescovo: Mio povero amico, offrendovi Ars, non vi ho fatto un bel regalo!

Questa non è una parrocchia: è una semplice cappellania di 230 abitanti, con poche risorse. Non c’è molto amore di Dio laggiù. Voi certamente lo saprete portare!

Giovanni-Maria non perde tempo: all’alba del 13 febbraio 1818 lascia Ecully. Accompagnato dalla perpetua, la signora Bibost, e da un brav’uomo, che si occupa di trasportare su un carretto le sue poche cose, percorre a piedi i 30 chilometri che lo separano da Ars. È un giorno nebbioso, tutto

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sembra triste e non è facile indovinare la strada. Chiede informazioni a chi incontra: Giovanni-Maria: Ehi! Pastori ascoltate! Qual è la strada per Ars? Pastorello: Là, un po’ a destra, non vi resta che scendere e vedrete le prime

case. Giovanni-Maria: Grazie ragazzo, come ti chiami? Pastorello: Antonio Grive. Giovanni-Maria: Bene Antonio Grive, tu mi hai mostrato la strada per Ars, io ti

mostrerò la strada per il cielo. Presto Giovanni-Maria scorge qualche casolare attorno ad una povera chiesa: era dunque quella la sua parrocchia. Giovanni-Maria: Com’è piccola! Ma uno strano pensiero attraversa subito il suo spirito. Giovanni-Maria: Questa parrocchia non potrà contenere tutti quelli che

verranno col tempo! La mia parrocchia! È la mia parrocchia… io sarò il loro curato! Mio Dio, amo già la gente che ci vive, voglio che essi Ti amino, o Signore. Accetto di soffrire quanto servirà affinchè ciò si realizzi.

Tuttavia il primo contatto è piuttosto deludente. Le rare persone che egli incontra lo guardano appena. Egli ha fretta di vedere la sua Chiesa, ma giunto li vicino, che tristezza! La chiesa è sporca, malandata. Mentre osserva triste, la perpetua cerca di consolarlo facendogli notare il buono stato della canonica: Perpetua: Eh! Signor curato, dovete vedere come è bella invece la canonica! E’

ben arredata. C’è tutto ciò che serve! Anche un girarrosto, si può cucinare bene! Venite a vedere, signor curato, una bella sala da pranzo, su ci sono tre camere!

Ma a Giovanni-Maria non interessa. Quella notte il curato Giovanni-Maria non dorme molto. Non smette di pensare alla Chiesa, sporca e misera, alla fredda accoglienza della gente del paese. Ripensa alle ultime parole che gli aveva detto il Vescovo, M. Courbon: “Non c’è molto amore di Dio laggiù. Voi ne porterete!” Giovanni-Maria: O mio Gesù, voglio dedicare tutte le mie forze perché la gente

di Ars conosca il tuo amore misericordioso e, conoscendolo, Ti ami.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quale è la promessa che Giovanni-Maria fa al pastorello che gli ha indicato la strada per Ars? Cosa voleva dire con quelle parole?

2. Cosa si impegna a fare il nuovo curato di Ars al

suo arrivo?

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12. La gente di Ars lontana da Dio La domenica seguente, 15 febbraio, il nuovo curato celebra la sua prima messa ad Ars. I pochi parrocchiani presenti parlano tra loro Parrocchiano1: Dimmi dunque, non rende molto come aspetto esteriore, il

piccolo curato. Parrocchiano2: E’ vero, però qui non ho mai visto celebrare così bene la messa! Senza prestare troppa attenzione alle chiacchiere, il curato si reca al castello del paese. E’ accolto amabilmente dalla castellana, la Sig.na d’Ars: Sig.na d’Ars: Allora, signor curato, vi siete sistemato

bene nella nuova parrocchia? Giovanni-Maria: È molto diversa da Ecully. Qui, le

osterie hanno più successo della chiesa! Sig.na d’Ars: Si sono una vera calamità, 4 osterie per

230 abitanti! Giovanni-Maria: Non posso sopportare tutte le bestemmie che sento ogni

giorno, e poi la mancanza di rispetto per la domenica, dedicata non al Signore, ma ai balli durante i quali si commette tanto male…

Sig.na d’Ars: Ars è rimasta troppo a lungo senza prete, ma le persone non sono peggiori di tante altre, hanno una certa base religiosa…

Giovanni-Maria: Essi non amano Dio. Bisogna che io li porti tutti a Dio Sig.na d’Ars: Vorrei aiutarvi. Giovanni-Maria: Cominciate col non viziarmi troppo! Nella canonica avete

messo mobili troppo belli: non li posso accettare… non mi servono! Sig.na d’Ars: Allora li farò riprendere, ma credete che questo sia importante? Giovanni-Maria: E’ importante vivere nella povertà! Dio premia la penitenza e

la povertà. Più ancora della vita semplice e povera, Giovanni-Maria si preoccupa di pregare. La prima cosa che stupisce la gente di Ars è di vedere che il loro curato è quasi sempre in chiesa. Egli ci si reca prima dell’alba… Giovanni-Maria: Dio mio, fa si che la mia parrocchia si converta! E durante il giorno quando lo si cerca … Donna 1: Dov’è il curato? Donna 2: Sicuramente è in chiesa: se non sta pregando, starà certamente

facendo lavori per abbellirla! Donna 1: Ehi! Signor curato dipingete? Giovanni-Maria: Si voglio ripitturare la chiesa: deve essere bella per onorare la

presenza Gesù! E poi voglio che impariamo a stare in compagnia di Gesù

Donna2: Perché noi siamo degni di fare compagnia a Gesù? Giovanni-Maria: È vero che non ne siamo degni, ma noi ne abbiamo bisogno e

a Lui fa piacere

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Donna1: Ma cosa dobbiamo fare per fargli compagnia? Giovanni-Maria: E’ molto semplice: basta fermarsi davanti al tabernacolo e

guardare a Gesù Eucaristia. Non c’è bisogno di parlar molto per pregare bene. Si sa che Gesù è là, nel santo tabernacolo: guardiamolo, apriamogli il nostro cuore, rallegriamoci della sua santa presenza. È questa la migliore preghiera. Quando siamo di fronte al Santissimo Sacramento, anzichè guardare in giro, chiudiamo gli occhi e apriamo il cuore: il buon Dio aprirà il suo. Noi andremo a Lui ed Egli verrà a noi; noi per chiedere e Lui per ricevere; sarà come un respiro che passa dall'uno all'altro

E così un po’ alla volta il curato riesce a far capire ai suoi fedeli quanto sia importante e preziosa la presenza di Gesù nell’eucarestia e la preghiera davanti a Lui. Più che con le parole la gente impara tutto questo dal suo esempio: Donna 2: Quando alza l’ostia consacrata la contempla come se vedesse Gesù Donna 1: E quando guarda il tabernacolo, sembra un innamorato!

Per RIFLETTERE insieme

1. Quali sono le cose che maggiormente fanno soffrire il curato d’Ars?

2. Cosa imparano le persone che lo vedono?

13. Le “battaglie” del curato d’Ars Questa vecchia chiesa diventa il grande amore del curato d’Ars. Egli spende tutti i suoi soldi per abbellirla. È miserabile per se stesso, ma non per il buon Dio. Poco a poco la Chiesa di Ars diventa più spaziosa ed accogliente. Ogni tanto si vede qualcosa di nuovo: una statua, un quadro, un paramento….. Ma ahimè! Malgrado tanti sforzi, quando arrivano le belle giornate, gli abitanti di Ars lavorano la domenica e nessun uomo è a messa. Il giovane curato approfitta delle feste quando i fedeli sono più numerosi per parlare della domenica. Giovanni-Maria: La domenica, è il giorno dedicato al buon Dio. Se voi rubate

questo giorno al Signore, egli non vi ricompenserà! Ed è così che poco a poco, il tenace curato riporta la sua prima vittoria. Ad Ars, la domenica diventa veramente il giorno del Signore. Ma ci sono altre battaglie da

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portare avanti, prima di tutto le osterie, che il curato nelle sue prediche definisce “le botteghe del diavolo”. Sig. Gusse: È vero che ieri nel vostro sermone, mi avete trattato come un

ladro? Giovanni-Maria: Io ho parlato molto male di chi gestisce le bettole, sig. Gusse.

Da voi, si sentono liti, bestemmie anche la domenica mattina durante la santa messa. Non solo: tutti i giorni viene da voi quell’ubriacono di Jean Ticard che spende tutto ciò che guadagna e lascia morire di fame sua moglie ed i suoi figli. Non ci sarebbe nulla di male a dare da bere a delle persone che volessero rinfrescarsi passando. Ma quando vedo ciò che sono realmente le bettole, io le chiamo le botteghe del diavolo, dei luoghi in cui i giovani imparano il male, in cui i matrimoni si rovinano.

Sig. Gusse: Voi volete la guerra signor curato? L’avrete! La mia bettola d’ora in avanti sarà ancora più piena perché si potrà bere gratis alla vostra salute, signor curato!

Ma le cose non vanno proprio così. Sei mesi più tardi… Ubriaco: Gusse! Che succede? Non c’è nessuno oggi da te? Sig. Gusse: Questa mattina il curato ha fatto un altro sermone contro le

bettole! Gusse ritorna dal curato Giovanni-Maria: Sig. Gusse: Se volevate rovinarmi, ci siete riuscito! Giovanni-Maria: No, signor Gusse, io non ho cercato di rovinarvi, ma non posso

tacere davanti al male. Poiché siete obbligato a chiudere la vostra bettola, vi darò dei soldi che vi aiuteranno ad aprire un altro tipo di attività.

Sig. Gusse: Grazie signor curato. Sapete, non mi piaceva versare da bere agli ubriachi che diventano come gli animali. Ne avevo abbastanza di sentirli gridare e di vederli vomitare.

Una dopo l’altra le quattro osterie di Ars chiusero.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quali sono le “battaglie” del curato d’Ars? 2. Cosa c’era di male nelle osterie?

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14. “Gesù si è fermato ad Ars!” La chiusura delle osterie provoca diverse reazioni, soprattutto da parte dei giovinastri, che non accettano di vedersi sottrarre i luoghi e le occasioni di vizio. Questi tali muovono contro il curato accuse e insinuazioni ignobili che lo fanno molto soffrire. Ma nel suo cuore è convinto che tutto finirà da solo, perché Dio è misericordioso e più forte dei cattivi. Ed è proprio così: dopo alcuni anni il cambiamento è così evidente che Giovanni-Maria col viso raggiante arriva a dire in una predica: Giovanni-Maria: Fratelli ho confessato ed ho predicato in molti posti, ma

nessun luogo è come questo… Ars non è più Ars! Ormai la sera, quando suona la campana, tutti gli abitanti vanno in chiesa per la preghiera. Quelli che non possono andare fanno le preghiere della sera a casa loro. A quell’ora il villaggio intero non è che un solo cuore rivolto a Dio. Allo stesso modo, ciò che colpisce ad Ars è la pace. Le persone si salutano con benevolenza. Una sorta di felicità li rende differenti dalle persone degli altri villaggi. Non è raro vedere un contadino che mentre regola il giogo dei buoi ha in mano un rosario. E questo villaggio trasfigurato pratica così assiduamente l’onestà che nella regione essere un cittadino di Ars è la garanzia più certa negli affari! Un uomo: Ah! Voi abitate ad Ars? Allora io compro senza timore. Durante il giorno si torna più volte in chiesa, e siccome le persone non lavorano più la domenica, essi hanno il tempo di scambiarsi visite cordiali…O di fare delle belle partite a bocce. La domenica naturalmente, tutti partecipano alla santa messa. Che dire poi delle grandi feste? Il Corpus Domini per esempio è celebrato con una solennità straordinaria. E bisogna vedere il curato avanzare sotto il magnifico baldacchino, portando il Santissimo Sacramento! La processione arriva fino al castello ed il santo curato porta così per delle ore il pesante ostensorio! Egli predica così spesso sulla presenza di nostro Signore nel tabernacolo, che si guarda la chiesa con degli occhi nuovi. Una donna: È la casa del buon Dio. Egli abita lì per stare in mezzo a noi. Quando le persone passano davanti alla chiesa, anche durante la settimana, entrano e sostano per fare compagnia a Gesù. “Io Lo guardo e Lui mi guarda”: risponde un contadino per spiegare cosa fa quando sosta in chiesa. Egli ama talmente i suoi parrocchiani che vorrebbe guadagnare per loro tante grazie, che domanda attraverso una preghiera ardente e la penitenza. Egli pensa

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che come Gesù ha tanto sofferto per noi sulla croce, così i sacrifici sono il migliore mezzo per strappare le anime al peccato.

Per RIFLETTERE insieme

1. Da che cosa si capisce che Ars è cambiata?

2. Il cambiamenti riguardano solo la preghiera e

l’andare in chiesa?

15. Il “prigioniero” del confessionale Come ha fatto il curato Giovanni-Maria a cambiare la gente di Ars? Certamente ha pregato molto, ha fatto tante penitenze e mortificazioni, ha predicato e fatto catechismo continuamente. Ma c’è anche un altro segreto: la confessione. Egli ha cercato in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio persuasivo, di far riscoprire ai suoi parrocchiani il significato e la bellezza della Confessione: Giovanni-Maria: Il nostro buon Salvatore è così colmo d’amore che ci cerca

dappertutto… Non è il peccatore che ritorna a Dio per domandargli perdono, ma è Dio stesso che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui

Ed aveva il consiglio adatto per ogni tipo di penitente: se per esempio, qualcuno era afflitto al pensiero della propria debolezza e incostanza, timoroso di future ricadute, il Curato gli rivelava il segreto di Dio con un’espressione di toccante bellezza: Giovanni-Maria: Il buon Dio sa tutto. Prima ancora che voi vi confessiate, sa già

che peccherete ancora e tuttavia vi perdona. Come è grande

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l’amore del nostro Dio che si spinge fino a dimenticare volontariamente l’avvenire, pur di perdonarci!.

A chi, invece, si confessava in maniera quasi indifferente, offriva, attraverso le sue stesse lacrime, la seria e sofferta prova di quanto quell’atteggiamento fosse indegno, faceva nascere il pentimento nel cuore dei tiepidi, costringendoli a vedere, con i propri occhi, la sofferenza di Dio per i peccati. Diceva loro: Giovanni-Maria: Io piango di ciò per cui voi non

piangete. Se almeno il Signore non fosse così buono! Ma è così buono! Bisogna essere barbari a comportarsi così davanti a un Padre così buono!.

Poco alla volta non solo i parrocchiani di Ars si avvicinano al confessionale del curato Giovanni-Maria, ma da ogni parte della Francia la gente viene per mettersi in fila e potersi confessare da lui, al punto da farlo diventare il “prigioniero del confessionale”, dove rimane anche 16 ore al giorno ad ascoltare i penitenti. A partire dal 1830, il villaggio di Ars è completamente trasformato in centro di pellegrinaggio. Ogni mattina i calessi intasano l’ingresso del piccolo borgo e, la diligenza scarica il suo carico di pellegrini. Nel 1845 si contano tre o quattrocento arrivi al giorno. Le giornate del curato d’Ars iniziano sempre verso l’una di notte, ora in cui egli si reca in Chiesa. Ma già i penitenti lo attendono. Egli prega personalmente prima di entrare nel confessionale. Giovanni-Maria: Dio mio, ti offro tutte le pene di questo giorno che sarà così

lungo. Aiutami ad accogliere bene tutti quei poveri peccatori ed abbi pietà di loro.

E poi la giornata continuava impegnata quasi completamente per le confessioni.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quale degli insegnamenti che il curato d’Ars suggerito sulla confessione ti piace di più?

2. Perché veniva a confessarsi tanta gente dal

curato d’Ars?

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16. Una casa per gli orfani Il curato d’Ars si interessa anche dell’educazione dei ragazzi. Egli cerca prima, tra gli abitanti di Ars, due educatrici; poi compra una casa… Educatrice: Come chiameremo la nostra scuola? Giovanni-Maria: Ci ho pensato! La chiameremo “Provvidenza” perché io voglio

che tutto qui sia gratuito e tutto sia chiesto a Dio. È l’invasione… Educatrice: Signor curato ci inviano ragazzi da ogni parte! Giovanni-Maria: Tanto meglio! Tanto

meglio! Organizzate un piccolo dormitorio in soffitta.

Due anni dopo… Il signor curato guarda molto attentamente i ragazzi del suo piccolo pensionato. Giovanni-Maria: Ho un’idea! Costruiamo

un pensionato apposta per i ragazzi!

Così Giovanni-Maria si dedica a tante attività. Di volta in volta fa l’architetto… l’aiuto muratore… l’aggiusta tetti… Giovanni-Maria: I ragazzi di Ars continueranno a frequentare la scuola da

esterni. Non accetteremo più a pensione dei ragazzi che appartengono a famiglie agiate. Accoglieremo qui gli orfani e tutti i poveri piccoli disgraziati o abbandonati.

Donna1: Che idea! Cacciare dei ragazzi per bene per occuparsi di mascalzoni. Uomo: Ah! Deve essere proprio un’opera rivoluzionaria? Educatrice: Oh! Si… è il vangelo. A partire da tale giorno, egli ebbe due grandi problemi alla “Provvidenza”: il posto che non bastava mai e, soprattutto, il cibo Verso il 1829, il curato d’Ars si trovò a sfamare più di 60 orfani! Giovanna Maria: Signor curato non abbiamo più grano! Giovanni-Maria: Questa volta mia povera ragazza credo che bisognerà

mandare via i nostri orfanelli, io ho chiesto ovunque e non ho più niente.

Angosciato, il curato se ne va in soffitta e fa un piccolo mucchio col grano rimasto. Poi fa scivolare in mezzo al mucchio una reliquia di San Francesco Regis. Dopo aver pregato ardentemente con gli orfani, egli chiama la cuoca. Giovanni-Maria: Giovanna Maria vada a riordinare il grano nel granaio. Giovanna Maria: Mio Dio! Mio Dio! Signor curato il granaio è pieno! Giovanni-Maria: Ringraziamo San Francesco Regis! Un’altra volta, non resta che un po’ di farina… Giovanna Maria: Giusto per fare tre pani! Giovanni-Maria: Impastateli!

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Man mano che Giovanna Maria aggiunge dell’acqua la madia si riempie di pasta. C’è tanta da poter fare tre grossi pani da dieci chili! La “Provvidenza” resta sempre l’opera preferita dal curato di Ars. Gli orfanelli mettono in pratica così bene i suoi consigli che in tutto il paese li si ammira per la loro onestà… Contadino: Eh! Compare Lacote, perché prendete sempre i piccoli della

“Provvidenza” per le vendemmie? Lacote: Perché sono sicuro che non mi ruberanno nemmeno un acino d’uva! … e la loro pietà Dottore: Piccolo mio la vostra malattia non è guaribile. Bisogna che vi

prepariate a morire! Orfano: Quale gioia dottore, vado a vedere il buon Dio!

Per RIFLETTERE insieme

1. Cosa è la “Provvidenza”?

2. Perché il curato d’Ars chiama con questo nome

la sua iniziativa?

17. Un prete ignorante… ma santo Una mattina come le altre, dopo che il curato d’Ars è nel confessionale già da molte ore e ormai è l’ora del catechismo prima di mezzogiorno, una persona con aria spavalda e arrogante si accostò al confessionale, senza inginocchiarsi. E’ un giovane prete di Parigi che ha sentito parlare del Curato d’Ars e delle doti straordinarie, anche se ignorante e incapace di imparare il latino. Appena incrocia lo sguardo del curato, il giovane lo aggredisce in modo pungente: Giovane prete: Signor Curato, com’è possibile che un prete con la scarsa pre-

parazione teologica come la vostra, possa confessare? Non avrebbero mai dovuto permetterglielo! “

Giovanni-Maria Come avete ragione, carissimo e amatissimo fratello mio! Finalmente qualcuno che mi conosce per quello che sono: un prete ignorante e non degno di questa responsabilita. Grazie di cuore!

Non c’era ombra di ironia o scherzo in quella risposta. La replica inattesa del Curato lascia senza parole il giovane prete che, confuso, non aggiunse altre

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critiche, ma, pregato dal Curato, si mette a sedere in chiesa insieme ai numerosi e ansiosi fedeli che aspettano per ascoltare la sua predica. Terminata la quale, il Curato richiama il giovane prete in sacrestia e inizia a raccontargli la sua storia. Giovanni-Maria: Vengo da una famiglia di contadini cristiani. La prima

Comunione ho potuto farla solo a 13 anni, ma di nascosto, perché era proibito… Avevo diciannove anni quando inizia a studiare il latino con l’aiuto del carissimo abbé Balley, ma nonostante la sua e mia buona volontà il latino non voleva entrare in questa mia zucca vuota…. Fu solo grazie alla pazienza e tenacia dell’abbé Balley, che continuava a credere in me, che potei arrivare all’ordinazione…

Si è fatta quasi l’una. Giovanni-Maria invita il giovane prete a condividere il pranzo con lui. Per l’occasione fa portare un po’ di pane e del formaggio, per arricchire il suo pranzo fatto solo di 2 patate cotte giorni prima. All’improvviso si sentono due tocchi alla porta. Il buon prete apre. Mendicante: Mi han detto di bussare qui... Che avrei trovato qualcosa da

mangiare... Siete voi il signor Curato?. Era un mendicante: Giovanni Maria lo fa subito entrare e accomodare a tavola, offrendogli il suo piatto. Rivolto al giovane prete sbalordito, esclama: Giovanni-Maria: In verità per me era troppo! Nel giovane, colpito tanto dall’affabilità e dall’ospitalità dell’anziano Curato, oltre che dalla sua bontà e modestia, cominciò a crescere una forte simpatia per quell’uomo, mista a un senso di fiducia mai sperimentato fino ad allora. Giovane prete: Voglio chiedere perdono a Dio e anche a voi, padre, per come

mi sono comportato stamattina: sono stato uno sciocco e un presuntuoso... Confessatemi padre!

E si inginocchia. Finita la sua confessione il giovane non fa in tempo a rialzarsi che il Curato fa un gesto inaspettato che lo folgora: si toglie la stola di dosso e con lo stesso movimento gliela pone sulle spalle. Adesso è lui, l’anziano parroco a volersi confessare. Quel segno di leale umiltà del Curato commuove particolarmente il giovane, che lascia Ars più ricco di come vi era giunto.

Per RIFLETTERE insieme

1. Quale è stata la reazione del Curato d’Ars di fronte alle accuse del giovane prete?

2. Cosa fa cambiare idea al giovane prete? cosa lo

convince nel curato d’Ars?

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18. Per il bene delle anime sino alla fine Il grosso lavoro parrocchiale e le continue penitenze sfiniscono la resistenza di Giovanni-Maria. In estate, egli soffoca a tal punto che è costretto a respirare dell’acqua di colonia ed a mettersi un impacco sulla fronte per trovare sollievo alla sua emicrania. In inverno sviene parecchie volte per il freddo. Un giorno, tornando dalla chiesa, egli cade quattro volte per dei mancamenti. Gli viene dato un aiuto, il giovane prete Toccanier, che considera suo amico confidente. don Toccanier: Padre mio, se Dio vi desse la possibilità di scegliere tra salire

subito al cielo o lavorare ancora alla conversione dei peccatori, cosa preferireste fare?

Giovanni-Maria: Io resterei. I santi sono felici, ma sono come dei benestanti. Non possono come noi, portare delle anime a Dio attraverso il lavoro e la sofferenza.

Siamo nel 1859. Il mattino del 30 luglio, egli non riesce ad alzarsi. Giovanni-Maria:È finita! Bisogna cercare il mio confessore don Toccanier: Vado a cercare il medico. Giovanni-Maria: No, non ne vale la pena. Quattro lunghi giorni passano. Il caldo è terribile, il curato d’Ars parla poco, sembra isolato in un profondo raccoglimento. Il 2 Agosto, gli somministrano gli ultimi sacramenti. don Toccanier: Perché piangete? Giovanni-Maria: Piango di gioia, perché

è l’ultima volta che mi incontro con Gesù nell’ostia; poi lo vedrò faccia a faccia!

Il giovedì 4 agosto 1859, alle due del mattino, il vicario Monnin, legge la preghiera degli agonizzanti. Vicario Monnin: Che gli angeli santi di Dio ti vengano incontro e ti conducano in

cielo. don Toccanier: È finita! Giovanni-Maria riporta la sua anima a Dio, senza agonia. Egli ha 73 anni ed è curato di Ars da 41 anni. Dopo due giorni la folla di pellegrini sfila davanti alle sue spoglie. Per la prima volta un fotografo immortala il cadavere del curato d’Ars . Il sabato 6 agosto una enorme folla raccolta assiste ai funerali. È più un trionfo che un addio: ci sono 300 preti e 60.000 fedeli. Dopo, la bara, viene accostata al confessionale in cui il prete santo ha riconciliato tante anime con Dio. Lì resta fino al 14 di agosto, data in cui viene sepolto al centro della chiesa.

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PREGHIERE . 1. Aiutami a crescere Signore Gesù, quando eri bambino come me, tu crescevi in statura, in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini e obbedivi volentieri a Maria e a Giuseppe.

Gesù, fa’ che anch’io cresca sano e robusto. Ma soprattutto aiutami a crescere ogni giorno come te in bontà e in grazia, davanti a Dio e ai miei cari. Aiutami, Gesù, ad amare il Padre dei cieli come Tu lo amavi, a pregarlo come Tu lo pregavi. Aiutami, Gesù, a essere sempre obbediente, sincero e generoso 2. Preghiera per le vocazioni Signore Gesù, guida e pastore del tuo popolo, tu hai chiamato nella Chiesa San Giovanni Maria Vianney, curato d’Ars, come tuo servo. Per sua intercessione tocca il cuore dei ragazzi e dei giovani perché trovino nel suo esempio di vita lo slancio per seguirti con coraggio, senza guardare indietro. Fortifica le famiglie cristiane perché aiutino i figli che tu chiami. Anche oggi, Signore, siano numerosi i giovani che donano la loro vita a servizio dei fratelli, come San Giovanni Maria Vianney.

3. A Maria O Maria, quante volte avrai fatto giocare Gesù e avrai gioito nel vederlo felice con gli amici!

O Madre della vera gioia, insegnaci a giocare sereni nell'amicizia e nella pace, senza violenza e arrivismi.

O Maria, madre della vita, donaci di crescere sani nel corpo e nello spirito, pieni di grazia e di bontà.

A te, Maria, affidiamo la nostra giovane vita. Restaci sempre vicina, con la tua protezione: non abbandonarci mai.

Prendici per mano, o Madre, e portaci a Gesù, tuo figlio, unico vero «campione», perché impariamo a vivere, come lui, nell'amore. Amen.

4. Preghiera al S. Curato d’Ars Santo Curato d’Ars, tu hai fatto della tua vita un’offerta totale a Dio per il servizio degli uomini: aiutaci a fare oggi la volontà di Dio.

Tu sei stato un assiduo adoratore di Cristo nel Tabernacolo: insegnaci ad avvicinarci con fede e rispetto all’Eucaristia, a gustare la presenza silenziosa di Gesù nel Santissimo Sacramento.

Tu sei stato l’amico dei peccatori: sciogli i legami della paura che talvolta ci tengono lontani dal perdono di Dio. Aumenta in noi il pentimento per le nostre colpe.

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Mostraci il vero volto del Padre buono che attende il nostro ritorno.

Tu sei stato il sostegno dei poveri: insegnaci a condividere con quelli che sono nel bisogno.

Tu sei stato un figlio affettuoso della Vergine Maria: insegnaci a pregarla con la semplicità e la fiducia di un bambino.

Ispira ai giovani la grandezza della vocazione sacerdotale e la gioia di rispondere alla chiamata di Dio. Amen.

5. Aiutami a vivere da figli Gesù, mio Signore, fammi il dono di vivere da vero figlio di Dio. Aiutami ad amarti con tutto il cuore, e pregare con fedeltà.

Gesù, aiutami ad essere sempre affettuoso con mamma e papà. Voglio anche essere con loro sempre obbediente e servizievole.

Signore, ti prego, donami la forza per amare di più chi ha più bisogno. Donami anche il coraggio di dire sempre la verità che ho nel cuore. Signore Gesù, tu ci hai detto: «Amatevi come io vi ho amato». Aiutami a voler bene agli altri non a parole, ma con i fatti.

Aiutami ad essere amico di tutti e mai nemico di nessuno. Aiutami a fare sempre agli altri quello che vorrei facessero a me.

6. Tu mi circondi di bontà Signore, voglio dirti grazie dal più profondo del mio cuore. Quanti doni mi hai fatto, Signore! Chi può contarli? Grazie, mio Dio!

Tu perdoni tutte le mie colpe, mi circondi di bontà e tenerezza. Tu allieti la mia giovane età e mi doni la vita oltre la morte.

Come il cielo è alto sopra la terra, così è forte il tuo amore per me. Come un padre ama i suoi figli, così, Signore, tu mi vuoi bene.

La mia vita è fragile come un fiore di campo: basta un soffio, e non è più! Ma, il tuo amore, Signore, è più forte. Voglio dirti ancora grazie, Signore un grazie grande come il mondo. 7 . Litanie del Santo Curato d’A San Giovanni Maria Vianney prega per noi Immagine di Cristo Buon Pastore Modello dei sacerdoti Adoratore fedele d ell’Eucaristia Zelante per la salvezza delle anime Pastore fermo e prudente Modello di purezza Abisso di umiltà Maestro di preghiera Modello di unione con Dio Amante della santa povertà Amico premuroso dei poveri Apostolo della misericordia di Dio Premuroso verso i malati Catechista infaticabile Apostolo nel santificare la domenica Martire del confessionale

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CANTI .

1. DALL’AMICIZIA IN POI 1. C’è un piano che è forte lo slogan sa “O amici, o amici puoi scegliere già” Allora spargi i tuoi colori dove passi le cose più belle che hai l’arcobaleno per un mondo nuovo coi doni che abbiamo saremo noi. Dall’amicizia in poi.. oh oh non resti più solo sulla strada di chi costruisce quel mondo nuovo. Dall’amicizia in poi… eh eh che sco-prirai un amico che non ti lascerà mai Chi sa amare sa dov’è la felicità piano piano ognuno la troverà. E se qualche sasso vedi sulla via Tu fai un salto e poi via 2. Quello piano che è forte ognuno lo sa non nasce da sola la pace si fa. Allora spargi i tuoi colori dove passi… Chi sa amare sa dov’è la felicità piano piano ognuno la troverà. Non tornare indietro guarda avanti e poi vai 3. Col piano che è forte la pace verrà, è un piano segreto ognuno lo sa. Allora spargi i tuoi colori dove passi… Chi sa amare sa dov’è la felicità piano piano ognuno la troverà. Se ti senti stanco, se non ti va più, guarda ancora più su. Un amico, tanti amici e la pace c’è. 2. UN PAESE BELLISSIMO Ci sarà una volta un paese bellissimo, ci sarà, ci sarà…. E noi l'abbiamo disegnato nella fantasia. Vogliamo che ci sia, che ci sia! Un paese bellissimo: dove le case parlano, dove i giardini ridono quando i bambini giocano... Dove le piazze ballano,

dove le torri suonano e dove i merli ascoltano quando i bambini cantano, cantano, cantano, cantano, cantano! Ci sarà una volta... Un paese bellissimo: dove le rane pensano, dove le piante crescono quando i bambini dormono... Dove le stelle pregano, dove le mamme vegliano e dove i lupi tacciono quando i bambini sognano, sognano, sognano, sognano, sognano! La la la la, ci sarà.... (3 v.) 3. LA STORIA DI GESU' Io sono come te; son stato anch'io bambino giocavo a piedi scalzi, senza un cappottino. Anch' io, come te, ho fatto marachelle, mi son perduto un giorno laggiù a Gerusalem. Di giorno, con mio padre, che era falegname, mi guadagnavo il pane e pregavo il mio Signor! Non importa dove sei nato, o se un conto in banca hai depositato; conta, invece, quello che sei, se ami tutti i fratelli miei. Mi sono fatto amico dei poveri e dei vecchi ne ho sfamati tanti, moltiplicando i pesci. Guarivo gli ammalati, dicevo "Pace e amore! Amatevi tra voi come vuole il mio Signore. E non piangete se vi mancherà un fratello: ci troveremo tutti nella casa del Signor!". Non importa... Ma un giorno m'hanno preso, mi hanno bastonato, dimenticando tutto il ben che avevo fatto. Davanti a mia madre che mi guardava fisso, son stato condannato e mi hanno crocifisso. Però, come tu sai, sono risuscitato e son salito al cielo, nella casa del Signor!. Non importa...

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4. ECCO LA STRADA La strada che percorriamo tutti insieme è quella del nostro Signore: non puoi nemmeno pensare cosa ti può raccontare: questa è la strada dell'amore che con i passi del cuore ti farà crescere dentro e superare i confini che ha posto l'umanità. Ecco la strada: è la tua, è la mia; ecco la vita: è la tua, è la mia. Tendi la mano e lasciati guidare, ciò che importa è soltanto camminare (2) La strada che percorriamo con gli amici ci fa scoprire la gioia di essere sempre felici e dovunque andremo il Signore sarà con noi. Ecco la strada…(2 v.) Non temere se è sassosa, in salita, sotto il sole è la vita. Non ti devi arrendere, no! Non mollare mai, se sarai con Lui scoprirai l’amore. La sera quando la strada si fa oscura e ti vorresti fermare, non smettere di pregare, ti passerà la paura, e il sole tornerà a brillare e darà luce ad ogni cuore affinché tu possa capire che se non scopri l’amore il cammino si fermerà. Ecco … (2 v.) 5. INNO all’AMORE Posso parlare le lingue del mondo, ma senza l'amor nulla vale. Posso conoscere tutti i misteri, ma senza l'amor nulla vale.

Posso donare le mie ricchezze, ma senza l'amor nulla vale. Posso bruciare anche il mio corpo, ma senza l'amor nulla vale.

L'amore è benigno e paziente, l'amore non è invidioso.

L'amore è umile e buono, non cerca il proprio interesse.

L'amore non si adira mai, non tiene conto del male. Non si compiace dell'ingiustizia, ma cerca la verità.

L'amore poi copre ogni cosa, sempre dimostra fiducia. L'amore spera oltre la morte, con calma tutto sopporta.

Scompariranno le profezie assieme a tutta la scienza. Però l'amore non avrà fine: e la più grande virtù è l'amore.

6. NON SI VA IN CIELO Non si va in cielo (2 volte) in pininfarina (2 volte) perché in cielo (2 volte) non c'è la benzina (2 volte) non si va in cielo in pininfarina perché in cielo non c'è la benzina ai aoh! ai aoh oh oh!

Non si va in cielo (2 volte) con la vestaglia (2 volte) perché in cielo (2 volte) non si lavora a maglia (2 volte) Non si va in cielo con la vestaglia perché in cielo non si lavora a maglia ai aoh! ai aoh oh oh!

Non si va in cielo (2 volte) in pattini a rotelle (2 volte) perché in cielo (2 volte) ci son solo le stelle (2 volte) Non si va in cielo in pattini a rotelle perché in cielo ci son solo le stelle ai aoh! ai aoh oh oh!

Non si va in cielo (2 volte) in minigonna (2 volte) perché in cielo (2 volte) ci sta la madonna (2 volte) Non si va in cielo in minigonna perché in cielo ci sta la madonna

Se tu vai in cielo (2 volte) prima di me (2 volte) fai un buchino (2 volte) per tirarmi su (2 volte) Se tu vai in cielo prima di me fai un buchino per tirarmi su