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98 OK PSICOLOGIA DEL DENARO Ci sono cascata ancora: ben tre paia di scarpe prese in saldo. Ho dovuto ammettere con mio marito che in realtà non ne avevo bisogno. Così ci siamo messi a litigare e io gli ho rinfacciato il suo flop con la Borsa. Pare quasi impossibile gestire con equilibrio il denaro... O Il lato debole di Paperone Il presidente e fondatore della Microsoft Bill Gates, 51 anni, è dal 1994 l’uomo più ricco del mondo con una fortuna personale stimata dal mensile americano Forbes in oltre 50 miliardi di dollari. Secondo gli studi dell’economia emotiva, il cervello dell’uomo, e dunque anche quello di Gates, incorre spesso in errori economici: condizionato dalle emozioni, non opera cioè le scelte più razionali. Bill Francesca L., Parma [E-mail arrivata in redazione il 12 gennaio 2007] con i soldi può sbagliare persino CONTRASTO - RIELABORAZIONE GRAFICA KOBAN / MOZART ITALIA

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98 OK

PSICOLOGIADELDENARO

Ci sono cascataancora: ben

tre paia discarpe prese in saldo.Ho dovuto ammetterecon mio marito che inrealtà non ne avevobisogno. Così ci siamomessi a litigare e io gliho rinfacciato il suo flopcon la Borsa. Pare quasiimpossibile gestire conequilibrio il denaro...

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Il lato deboledi Paperone

Il presidente efondatore dellaMicrosoft Bill Gates,51 anni, è dal 1994l’uomo più ricco delmondo con unafortuna personalestimata dal mensileamericano Forbes inoltre 50 miliardi didollari. Secondo glistudi dell’economiaemotiva, il cervellodell’uomo, e dunqueanche quello diGates, incorrespesso in errorieconomici:condizionato dalleemozioni, non operacioè le scelte piùrazionali.

BillFrancesca L., Parma[E-mail arrivata in redazione il 12 gennaio 2007]

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L’effetto ancoraggiocontribuisce aspiegare il successodegli outlet, e cipermette di capire la ragione per cuimolti negozi trovino il modo di darel’impressione divendere a prezziribassati tutto l’anno, anche al difuori del periododestinato per legge ai saldi. Così illudono ilconsumatore ditrovarsi perennementedi fronte a unaffarone.Semplicemente ilprezzo di listinodiventa l’ancorarispetto alla quale ilprezzo di vendita vieneconfrontato. Del restopreferiresti comperareun paio di scarpe che costano249 euro oppure un paio di scarpe

che costerebbero 300 euro ma che ti vengono offerte soloa 249?In modo ancora piùsubdolo, ci facciamoincastrare daiparagoni. In unnegozio in cui quasitutte le giacchecostano intorno a1.500 euro, una giaccascontata a 800 euro cisembrerà un affareirresistibile (A).Mentre laddove quasitutte le giacchecostassero intorno ai500 euro, quella da800 ci apparirà unfurto (B). Morale: prima digettare l’ancora noistessi, o prima che lagetti qualcuno per noi,occorre fareattenzione;difficilmente ciallontaneremo asufficienza dal luogoin cui è finita.

Offerte:attento a dove

gettil’ancora

parla il professor Matteo Motterlini

elle scelte economiche spesso ci ingannia-mo. Un po’ come Charlie Brown che rima-ne confuso e interdetto quando incontra la

ragazzina dai capelli rossi, anche la nostra testa èspesso «calda e stupida». Quando si tratta dirisparmiare, spendere e investire non siamoquei razionali e fulminei calcolatori di utilitàche popolano i modelli matematici dei libri dieconomia. Anzi, il particolare computer che ciportiamo a spasso tra le orecchie ha un processoremolto lento, poca memoria e più bachi di quantosiamo disposti ad ammettere. Come se non bastas-se, nella vita di tutti i giorni proviamo gioia, paura,rabbia, gelosia, invidia, disgusto e molti altri senti-menti che condizionano le nostre decisioni inmodo ben poco calcolato.Nulla di male. Purché lo si sappia: è un invito acapire come siamo fatti, a investigare i nostri pro-cessi cognitivi e il funzionamento del nostro cer-vello. Ovviamente con la speranza che si possaimparare a usarlo meglio, per poter decidere conmaggiore discernimento e diventare consumatoripiù smaliziati.

La trappola della sicumeraAlcuni errori ci portano, proprio come le illusioniottiche, a credere vere delle impressioni false. Siale illusioni visive sia quelle cognitive sono indotteda processi automatici attraverso i quali decodifi-chiamo la realtà in maniera rapida e intuitiva, maanche approssimativa e fuorviante. Di fronte a unostesso problema può così accadere che si prendanodecisioni opposte a seconda di come ce lo rappre-sentiamo o di come, magari strumentalmente, civiene presentato. Altrimenti perché preferiremmouno yogurt magro al 95% invece che con il 5% digrassi, o un maglione all’80% puro cachemireinvece che 20% misto lana? In modo analogo, siamo diversamente sensibili alrischio a seconda che questo ci prospetti dellevincite piuttosto che delle perdite. Le seconde cibruciano molto più di quanto le prime ci gratifi-chino e pur di evitarle facciamo l’impossibile:diventiamo a tal punto audaci e disposti all’azzar-do da compiere scelte autolesionistiche.A tradirci, inoltre, è la nostra attitudine a credere di

sapere cose che invece non sappiamo affatto, e adattribuirci capacità superiori a quelle di cui effetti-vamente disponiamo. È la trappola della sicumera.Ci inciampiamo, per esempio, quando ascriviamola responsabilità dei nostri insuccessi alla sfortuna,ma ci prendiamo tutto il merito dei successi; oppu-re quando vediamo solo quello che vogliamo vede-re, aggrappandoci a pregiudizi anche quando con-trastano con l’evidenza dei fatti.

Decisioni in bilico fra passioni e ragioneSarà anche calda la nostra testa, ma c’è un metodonella sua stupidità. Gli errori che compie sono per-vasivi, ricorrenti e prevedibili. Sono insomma l’e-sito di una logica diversa da quella matematica, manon meno sistematica, che segue percorsi mentali(o euristiche) messi a fuoco da una fitta schiera diingegnosi esperimenti. Ne scaturisce una piccolagalleria degli errori (o orrori) economici, la qua-le trova spiegazione in una sorta di inconsciocognitivo che contribuirebbe a filtrare la realtàe a determinare le nostre reazioni.L’ipotesi è avvalorata da una serie di studi sul cer-vello e sulla neurobiologia della razionalità. Taliricerche, nelle quali ci si è in genere avvalsi di stru-

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OK103marzo 2007

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marzo 2007

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Il signor Bianchipossiede delle azioniEnel. Durantel’ultimo anno haoccasionalmentepensato che avrebbepotuto venderle percomperare azioniEni, ma taledecisione non l’hamai presa. Orascopre che se loavesse fatto sarebbepiù ricco di 10milaeuro.Il signor Rossideteneva alcuneazioni Eni. Durantel’ultimo anno le havendute percomperare azioniEnel. Ha scopertoche se avesse tenutole Eni sarebbe piùricco di 10mila euro.Secondo te chi sisente peggio? Lamaggior parte dellepersone è divoratadal rimpianto quandosi trovi nei panni delsignor Rossi molto

più che nel caso incui indossi le vestidel signor Bianchi. Inlinea di principioperò non ha alcunsenso. Dopotutto isignori Bianchi eRossi si trovanoesattamente nellastessa situazione:quella di non avere10mila euro in più.Ma allora perché laposizione di Rossi ciappare così penosa?Semplicementeperché Rossirimpiange qualcosache ha fatto (B),mentre Bianchiqualcosa che non hafatto, ma cheavrebbe potuto fare(A). E questoevidentemente intermini di rimpiantofa una grandedifferenza. Come sea parità di risultatiun intervento attivopesasse molto di piùdi un’omissione.

Borsa:l’avversione

per ilrimpianto Se in ogni scelta a sfondo

economico il cervello si faingannare dall’emotività, questo èancora più frequente quando ci sitrova di fronte a decisioni cheimplicano risultati immediati, comenel caso del gioco d’azzardo, delgioco del Lotto e degli acquistidurante il periodo dei saldi.

Si spegne una parte del cervelloPer esempio, quando ci si trova difronte al cartellino che informa diquanto sia stato abbattuto il prezzo,è come se si schiacciasseinvolontariamente un pulsante chespegne la corteccia prefrontale delcervello, la parte in cui avviene ilragionamento razionale, lasciandocarta bianca ai procedimenti messiin moto dalle pure emozioni. «Il vantaggio che balena agli occhi dipagare una cosa meno del suovalore commerciale», spiega MatteoMotterlini, docente di economiacognitiva all’Università Vita-SaluteSan Raffaele di Milano, «prende il

sopravvento sulla domanda sequella cosa sia davvero utile. Pur dipagare un articolo a prezzo ridotto siarriva a comprare ciò che non serve.

Gli sconti eccitano come una drogaA livello cerebrale, poi, si mette inmoto un altro processo: il sistemalimbico incornicia una perdita, laspesa, come fosse un guadagno. Inpratica, se compro a dieci euro ciòche ne costava 18, proverò lasoddisfazione di aver guadagnatootto euro invece che la sensazionespiacevole di averne spesi dieci. Èinfine curioso notare come il corpostriato, la parte del cervello che sieccita per il guadagno, è la stessache si eccita per motivi sessuali,alimentari e per l’uso di cocaina.

Perché il Lotto fa uscire di sennoCi sono situazioni in cui ilmeccanismo che governa ledecisioni va in tilt ancora piùclamorosamente. Penso ai numeriritardatari del Lotto, quelli che

solitamente fanno sognare di cifreda capogiro. In realtà, nel gioco delLotto ogni numero ha sempre lamedesima probabilità di uscire, cioècinque su 90, essendo cinque inumeri estratti e 90 le pallinenell'urna. Detto ciò, e soprattuttodetto che né l’urna né le pallinehanno memoria, il fatto che unnumero non sia uscito per molteestrazioni non aumenta in alcunmodo la probabilità che vengaestratto la volta successiva.

Le ingenuità dei giocatori d’azzardoUn’altra ingenuità: si tende acredere statisticamente vero ciò chein realtà non lo è affatto. Se peresempio si comprano dieci gratta-e-vinci e capita di trovarnedue vincenti, ci si convince che il20% dei tagliandi sia fortunato, cosa che ovviamente non è vera. Nella maggioranza dei casibasterebbe comprarne cento everificare che tra questi non ce nesono 20 vincenti».

L’emotività inganna durante i saldi e nelle lotterie istantaneementi che permettono di monitorare l’attività cere-brale e di visualizzarla, suggeriscono che le nostredecisioni siano il prodotto di un’incessante nego-ziazione tra processi automatici e processi control-lati, tra affetti e cognizione o, più volgarmente, trapassioni e ragione, e del gioco di sinapsi delle areecerebrali corrispondenti.

Piacere presente contro benessere futuroI due processi possono facilmente essere in compe-tizione, come quando ci buttiamo su un vasetto diNutella ben sapendo che ci converrebbe rispettarela dieta. Spinti dai nostri impulsi viscerali sacri-fichiamo così un po’ del nostro benessere futuroper un piacere immediato. Eppure l’omuncoloche è in noi non sempre è d’ostacolo alle nostrescelte. Per prendere una decisione «giusta» nonbasta sapere quel che si dovrebbe fare, ma occorreanche che il corpo ce lo faccia «sentire». Come segli strumenti della razionalità avessero bisogno diun’assistenza speciale per mettere in atto i loro pia-ni: un po’ di passione che li aiuti!Forse, se la nostra mente fosse governata esclusiva-mente da processi di tipo riflessivo e deliberato, e ilnostro cervello costituito dalla sola corteccia pre-frontale (quella parte cioè che ci distingue dai retti-li e dagli altri mammiferi, dove hanno sede le atti-

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OK105mese 2007

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104 OK marzo 2007

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Immagina di doverscegliere tra leseguenti alternative:A) Preferirestiricevere 100 euro oavere l’opportunità dibaciare GeorgeClooney/AngelinaJolie?B) Preferirestigiocare a unalotteria che ti offrel’1% di probabilità divincere 100 euro o auna lotteria che tioffre l’1% diprobabilità di baciareGeorgeClooney/AngelinaJolie?Yuval Rottenstreich eChristopher Hsee delCentro di ricercasulle decisioni

Lotterie:giocal’emozionedel rischio

vità cognitive superiori), allora l’economia tradi-zionale sarebbe una buona teoria delle nostre scel-te reali. Ma in questo caso, più che abitanti del pia-neta Terra, saremmo degli extraterrestri. Magarivulcaniani dalle orecchie a punta, dotati di unanotevole mente matematica, e del tutto incapaci diprovare emozioni: proprio come il dottor Spock, ilpersonaggio della serie televisiva Star Trek. Ma per fortuna la vita non si consuma sullo scher-mo piatto di un televisore, e la nostra economiaemotiva è molto più ricca, varia, viva, astuta, biz-zarra, estrosa e divertente di quella che si trova suilibri di testo. Le vie dei circuiti neurali sono infi-nite, e possono dispensarci lezioni diverse aseconda delle circostanze. E ora conosci te stesso e mettiti alla prova.

Non tutti gli euro hanno lo stesso valoreÈ tempo di saldi natalizi. Un telefonino è in vendi-ta per 60 euro. Mentre lo stai acquistando, un ami-co ti informa che in un altro negozio, a dieci minu-ti di strada, lo stesso telefonino costa 50 euro.Cosa fai? Vai subito nell’altro negozio dove costameno?Stessa situazione. Solo che adesso vuoi acquistareun nuovo televisore. L’apparecchio è in vendita a1.780 euro. Il solito amico ti informa che in unaltro negozio, a dieci minuti, lo stesso televisorecosta 1.770 euro. Cosa fai? Vai subito nell’altro negozio dove costameno?La maggior parte delle persone risponde inmodo affermativo alla prima domanda ma nonalla seconda. Eppure la posta in gioco è la stessa:dieci euro in cambio di una perdita di tempo di solidieci minuti. Ma i dieci euro risparmiati per iltelefonino evidentemente per noi hanno un signifi-cato diverso rispetto ai dieci euro che potremmospendere in meno nell’acquisto del televisore.Cosa ci sta succedendo? Semplice: non tutti glieuro hanno lo stesso valore. A quanto pare ognunodi noi fa dei conti mentali secondo una matemati-ca che ha ben poco a che spartire con quella impa-rata sui banchi di scuola. Il modo in cui gestiamo questi conti spiega lenostre scelte incoerenti e il diverso valore che, incircostanze diverse, attribuiamo allo stessoammontare di denaro.

La propensione allo status quoHai ricevuto un’eredità familiare, composta per il75% di obbligazioni a interesse fisso e sicuro, e peril restante 25% di azioni ad alto rischio e ad altopotenziale di rendimento. Vai da un promotorefinanziario che ti prospetta due possibilità: puoimantenere tutto così com’è, oppure invertire la

composizione (75% di azioni ad alto rischio e 25%di obbligazioni). Cosa preferisci?Adesso immagina lo stesso scenario, con un’unicasostanziale differenza: le percentuali iniziali sonoinvertite (75% di azioni ad alto rischio e 25% diobbligazioni). Puoi mantenere tutto così com’è,oppure invertire la composizione. Cosa preferisci? In entrambi i casi, se sei come la maggior parte del-le persone, preferirai lasciare le cose come le trovi.Una tendenza spiccata è quella a ribadire le pro-prie scelte di investimento già in atto piuttostoche a impegnarsi in una nuova decisione.Dopotutto, se è vero che tendiamo ad attribuire unvalore sregolatamente alto a quanto possediamo, ladecisione di cambiare diventa più difficile e menofrequente.

Vincere sì, perdere forseImmaginati di fronte alla seguente scelta finanzia-ria:A) Una vincita sicura di 240 euro.B) Il 25% di probabilità di vincere mille euro e il75% di non vincere niente.Cosa preferisci?

dell’Università diChicago hannopresentato questidue problemi adalcuni studentiuniversitari. Lamaggior parte di loropreferisce i soldi nelprimo problema, mala lotteria del bacionel secondo (per laprecisione,rispettivamente il70% e il 65%). Sitratta di unalampante violazionedei principi dellateoria della sceltarazionale. La qualeprevede infatti che,se preferiamo x a y,dovremmo preferireanche l’1% diprobabilità diottenere x all’1% diprobabilità diottenere y. Ovvio,no? Ma allora, comesi spiegano questirisultati?Un’ipotesi è che

molti di noi ragioninopiù o meno così: nonce la sentiamo dirinunciare a ungruzzoletto sicuroper soddisfare uncapriccio, e quindinel quesito Ascegliamo i soldi.Per contro, unalotteria che offrasolo l’1% diprobabilità di unavincita monetarianon appare moltoattraente, specie peruna cifra tutt’altroche straordinaria.Molto probabilmentenon se ne ricaveràun bel niente; allora,tanto vale cercare direalizzare un sogno,per quantoimprobabile. Ed eccoche, nel quesito B, sisceglie la lotteriadel bacio per averequalcosa daraccontare agliamici.

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OK107marzo 2007

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marzo 2007

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In base alfenomenodell’avversione agliestremi, l’aggiuntadi alternative cheabbianocaratteristichedistintive moltomarcate, positive onegative pocoimporta, facrescere laprobabilità che lascelta ricada suopzioni dallecaratteristicheintermedie.L’opzioneintermedia èproprio ilcompromessoconvincente chestavamo cercando,il compromessoche dà senso allanostra scelta e cheallevia il nostro

conflittodecisionale. Questo fenomenoviene sfruttato neiristoranti percompilare la cartadei vini: l’aggiuntaalla lista di alcunivini di qualitàeccezionale a prezzipoco accessibilitende a indirizzarele scelte dei clientiverso prodotti diqualità dal prezzomedio-alto (B)piuttosto che versoquelli piùeconomici (A), aovvio vantaggio delristoratore.

Prezzi:una scelta

di tipointermedio Un contributo importante allo

sviluppo delle teoriedell’economia emotiva vienedallo psicologo israeliano DanielKahneman. Nato nel 1934 a TelAviv, in quella che allora eraPalestina, da una coppia di ebreilituani poi emigrati in Francia,Kahneman è stato insignito delNobel per l’economia nel 2002proprio per i suoi meriti nelcampo di quella che in inglese èdetta behavioral finance, finanzacomportamentale. Il suo interesse per la psicologianasce quando, durante lepersecuzioni naziste a Parigi,viene abbracciato e omaggiato diqualche moneta da parte di unsoldato delle Ss ignaro della suafede ebraica. «Mi resi alloraconto di quanto infinitamentecomplicata e interessante fossela gente», scrive nella suaautobiografia. Nel 1944 riesce a tornare in

Palestina, che da lì a quattro annisarebbe divenuta Israele.Laureato nel 1954 in matematicae in psicologia alla HebrewUniversity di Gerusalemme eottenuto nel 1961 il dottorato inpsicologia presso l’ateneocaliforniano di Berkeley,Kahneman inizia nel 1969 la suacollaborazione con Amos Tversky(1937-1996) che pone le basi peri grandi risultati nel campo dellascienza comportamentale. I due studiano i comportamentiumani con particolareriferimento alle scelte in campoeconomico e arrivano allaconclusione che questi sonospesso tutt’altro che razionali.Una teoria che contraddice ipresupposti dell’economiaclassica e per la quale vengonospesso criticati, soprattutto dopoun loro articolo apparso nel 1974su Science, oggi considerato untesto fondamentale.

Risale a quegli anni anche laformulazione della teoria delprospetto, che mette in lucel’asimmetricità della percezionedi perdita/guadagno: l’uomotende a soffrire di una perdita piùdi quanto non gioisca per unavincita della medesima entità. Nel 1979 Daniel Kahneman iniziail rapporto professionale con ilgiovane economista RichardThaler che, come ammette lostesso psicologo israeliano, avràun ruolo fondamentale nellaconquista del Nobel. È Thaler, assieme alla propriasquadra, a integrare in manierasistematica nella teoriaeconomica il pensiero diKahneman e Tversky. Ed èsempre Thaler a firmare, nel1980, l’articolo sul Journal ofeconomic behavior andorganization che vieneconsiderato il testo fondantedell’economia emotiva.

Uno psicologo Nobel per l’economia spiega le scelte irrazionaliOra immaginati di fronte a questa nuova scelta:C) Una perdita sicura di 740 euro.D) Il 75% di probabilità di perdere mille euro, e il25% di non perdere niente.Cosa preferisci?La maggioranza delle persone propende perl’opzione A nel primo caso, mentre sceglie D nelsecondo (in un esperimento analogo, rispettiva-mente l’84% e l’87%). L’asimmetria nel comporta-mento, a seconda che lo stesso problema vengaposto in termini di vincite o di perdite, è prestospiegata. Quando la scelta è incorniciata in ter-mini di guadagno, preferiamo mettere le manisu una vincita sicura. Al contrario, quando èincorniciata in termini negativi tendiamo a giocar-ci le probabilità di perdere di più o non perderenulla, piuttosto che incassare una perdita certa. Attenzione a non sottovalutare la potenza delladistorsione operata dalle emozioni sui nostri contimentali: in questo piccolo esperimento il valoreassociato a una vincita di 240 euro risulta maggio-re di quello attribuito al 25% di probabilità di vin-cerne mille (il cui valore atteso è di 250 euro, cifradunque superiore); mentre il valore negativo asso-ciato a una perdita di 740 euro è maggiore delvalore associato al 75% di probabilità di perdernemille (il cui valore atteso è di 750 euro). Stranezzedell’economia emotiva.

A B

✱ I prezzi dei vini indicati nei due disegni sopra sono del tutto esemplificativi, e non corrispondono ai listini reali

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108 OK marzo 2007 OK109mese 2007

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Vendere i vincenti e tenersi i perdentiImmagina che ti abbiano regalato mille euro. Deviscegliere tra due opzioni.A) Vincere altri 500 euro.B) Lanciare una moneta. Se esce testa vinci milleeuro. Se esce croce non vinci niente.Adesso immagina che ti siano stati regalati duemi-la euro. Devi scegliere tra due opzioni.A) Perdere 500 euro.B) Lanciare una moneta: se esce testa perdi centoeuro. Se esce croce non perdi niente.Se, come la maggior parte delle persone, scegliA nel primo scenario e B nel secondo significache preferisci assumerti più rischi quando devievitare una perdita, di quanti tu sia disposto adaccollartene per mettere le mani su una vincitasicura. Eppure, come puoi facilmente verificare,le opzioni sono identiche: in entrambi gli scenaril’opzione A lascia con 1.500 euro, e l’opzione Bcon duemila oppure mille.

Accetta gli errori e ne farai di menoIn conclusione, avrai compreso che a cacciarci neiguai non è tanto ciò che non sappiamo, quanto ciòche crediamo di sapere e non è così.Accettare gli errori per fare meno errori signifi-ca pertanto riconoscere i propri limiti senzaassumere di avere capacità cognitive che gliesseri di questo mondo non possiedono. Signi-fica studiare i casi in cui la nostra emotività quoti-diana sembra averla vinta, imparare a identificarnei tranelli e mettere a punto scelte economiche esociali che ne tengano conto. Così facendo evitere-mo anche di finire sfruttati da chi, dalla nostra fra-gilità emotiva e dalla nostra razionalità limitata,volesse trarne cinicamente vantaggio.La nostra testa sarà anche calda e stupida (e un po’pigra). Ma così come Charlie Brown può tirare unrespiro profondo e lasciare che le sue emozioni siplachino un poco prima di parlare alla ragazzinadai capelli rossi, anche a te converrà prendere iltempo che ti serve e lasciare che la tua mente siraffreddi un poco prima di esprimere giudizi ecompiere le tue scelte. Semplice, no? Certo che no.Ma almeno, imparando a conoscere i traboc-chetti cognitivi in cui sistematicamente cadia-mo, metà della strada l’hai già percorsa. ■

[email protected]

Il test alla paginaseguente

Anche i ricchirisparmiano

Secondo l’economiaclassica ogni soggettoopera le proprie scelteper massimizzare ilprofitto. Ma nella realtàsi è notato che ilmonopolista, quandostabilisce un prezzo, nontiene conto del fatto chel’acquirente possarifiutare l’offerta, nonper motivi economici, maetici. Come ha fatto BillGates (nella foto)l’estate scorsa, quandoha cancellato unattracco in CostaSmeralda perché gli erastato chiesto di pagare25mila euro per unanotte in banchina.

Azioni, case, telefonini... Loro hanno sbagliato così

Giulio Giorello61 anni, filosofo della scienza

Anch’io ho fatto alcune valutazionieconomiche che poi si sono rivelate gravi

errori. Quando, per esempio, decisi diacquistare delle azioni Parmalat perché eroconvinto che si trattasse del capitalismo di

brave persone… Che svista!

Dacia Maraini 70 anni, scrittrice

Tempo fa cercavo una casa sui montiabruzzesi. Ne vidi una che mi piacque

d’istinto e versai subito la caparra senzapensarci troppo. Pian piano mi resi contodi tutti gli aspetti che non funzionavano e

decisi di lasciar perdere. E persi quei soldi.

Paolo Guzzanti66 anni, senatore di Forza ItaliaSono uno spendaccione incallito e

comprare, per me o per gli altri, è unatentazione irresistibile. Per esempio,appena esce un nuovo computer o un

telefonino di ultima generazione, corro adacquistarlo anche se non mi serve.

Piergiorgio Odifreddi 56 anni, matematico

Ho chiesto all’American Express una cartadi credito per la mia compagna. Mi hanno

convinto a prendere la più cara. Poi horealizzato che il suo unico pregio è che puòessere usata da tutti gli altri membri della

famiglia. Ma noi siamo solo in due!

Renato Mannheimer60 anni, sociologo

Quando esplose la bolla di Internet, mi fecicontagiare dal clima di euforia e comprai

azioni di una società. Avevo già guadagnatomolto e mi consigliarono di vendere. Nondiedi retta a nessuno e aspettai troppo. In

pochi giorni persi tutto.

Kim Basinger 53 anni, attrice

Nel 1989 comprai per 12,5 milioni didollari la città di Braselton, Georgia, per

trasformarla in località turistica. Poiscoprii che era impossibile realizzare un

sistema di smaltimento delle acque nere.Fui costretta a rivendere sottocosto.

filosofo della scienza

Milanese, 40 anni,laureato in filosofia aMilano, ha studiatoeconomia, scienzecognitive, logica emetodo scientificoalla London Schoolof economics.Professore di logicae metodo scientificoe di economiacognitivaall’Università Vita-Salute San Raffaeledi Milano, ha scrittovari libri: l’ultimo èEconomia emotiva-Che cosa sinasconde dietro inostri contiquotidiani (Rizzoli),da cui è trattol’articolo in questepagine. La suagrande passione è labicicletta. Ha duefigli, con i quali amaandare sulle pisteinnevate (è anchemaestro di sci).

MatteoMotterlini

Testimonianze raccolte da Angelica Fontana e Valentino Maimone

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