Comunità dell’Isolotto - Firenze, domenica 9 gennaio 2011 · 2016-03-12 · nostro parere...
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Comunità dell’Isolotto - Firenze, domenica 15 maggio 2011
Costituzione e tutela del paesaggio
riflessioni di Carlo, Claudia, Gisella, Luisella, Maurizio
con l’intervento di Mario Bencivenni e Tommaso Grassi
Indice
Premessa........................................................................................................................................... 1
1. Letture dalla Bibbia e dal Vangelo .............................................................................................. 1
2. Paesaggio e Costituzione ............................................................................................................. 3
3. Ricostruzione della vicenda di Via Arnoldi (Colline di Bellosguardo) ....................................... 6
4. Un’altra riflessione ..................................................................................................................... 12
Premessa Continuiamo il percorso iniziato qualche mese fa utilizzando come traccia per le nostre
riflessioni alcuni degli articoli della Costituzione; oggi il tema è quello del paesaggio e, più in
generale, del rapporto fra l’uomo e la natura : nonostante la sensibilità nei confronti dei temi
ambientali sia cresciuta progressivamente dopo gli anni del boom economico e della crescita più o
meno selvaggia (scarichi industriali incontrollati, edificazioni senza criterio né rispetto, senso di
dominio nei confronti della natura) , ancora dobbiamo registrare un gran numero di comportamenti
illeciti e insensibili.
L’idea di dominio dell’uomo su tutto il creato continua a permeare molte attività umane, mentre a
nostro parere dovrebbe sempre più farsi spazio il concetto di protezione e salvaguardia.
1. Letture dalla Bibbia e dal Vangelo La creazione – Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e
le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. […]
E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e abbia cura [domini] sui
pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili
che strisciano sulla terra". Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e
femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro:
Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
[soggiogatela e dominate] proteggetela e abbiatene cura
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra"
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden affinché lo coltivasse e lo custodisse.
Abbiamo scelto questa lettura perché sappiamo che fin dai tempi antichi c’è stata
un’interpretazione infelice di questo testo che portava all’idea che l’uomo potesse ‘dominare’ la
natura. Ma da sempre c’è anche un filone della teologia che spiega che l'uomo è parte del
creato ed è chiamato ad amare, proteggere e custodire la natura, le risorse naturali, ogni
essere vivente. Oggi raccontiamo di persone che vogliono devastare le colline come per es. la
collina di Bellosguardo e di persone che le considerano un bene di tutti da custodire e
preservare.
Davide e Golia - dal libro del profeta Samuele
2
La storia biblica di Davide e Golia è la storia di uno scontro tra due popoli in guerra, da un lato gli
Ebrei guidato dal re Saul e dall’altro i Filistei che annoverano tra le loro fila Golia un guerriero
fortissimo e armato fino ai denti, che terrorizza tutti. La forza fisica di Golia è descritta così:
Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un
palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di
cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le
spalle. L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta pesava seicento
sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. (Samuele, 17, 4- 7):
Per quaranta giorni, Golia sfida l’esercito di Israele, chiedendo che mandino un uomo a battersi con
lui. E’ la prepotenza di chi si sente forte e provoca; e che è descritta così:
Egli si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: "Perché siete usciti e vi siete schierati a
battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro
di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece
prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi". Il Filisteo
aggiungeva: "Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele. Datemi un uomo e combatteremo
insieme". Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande
paura. (Samuele, 17, 8-11):
I soldati ebrei non vogliono accettare la sfida di Golia, sono realisti e si defilano. Ma un giorno
Davide, un ragazzo, che fino a quel momento era stato un semplice pastore, chiede al re Saul di
potersi battere contro Golia. Ha il coraggio, l’ardore e pure l’incoscienza dei giovani:
Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di Golia. Il tuo servo andrà a combattere
con questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti
con lui: tu sei un ragazzo e costui è un soldato fin dalla sua giovinezza». Ma Davide disse a Saul:
«Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una
pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si
rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha
abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha
insultato le schiere del Dio vivente». Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie
del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo».
Saul rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te». (Samuele, 17, 32-37).
Allora il re Saul dà a Davide la sua stessa armatura ma Davide, fatti pochi passi, si rende conto di
non potersi muovere agilmente; se la toglie e si avvia così com’è verso il campo di battaglia, armato
solo di un bastone di pastore, della sua fionda e di 5 pietre lisce. Poi il testo racconta come Davide,
ragiona, prende la mira e lo abbatte con la fionda:
Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del
combattimento incontro al Filisteo. Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la
lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con
la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo
colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. .. » (Samuele, 17, 48-51).
Abbiamo scelto questa lettura, nella quale inaspettatamente e contro ogni previsione un
ragazzo vince su un soldato forte e prepotente, perché vogliamo trarre da questo passo forza
e incoraggiamento visto che parla di piccoli, disarmati, senza potere che possono farcela
contro i poteri forti e i prepotenti, mettendo insieme determinazione, unità, coraggio,
intelligenza, caparbietà, fiducia.
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Dal Vangelo di Matteo e di Marco
“Non accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove i ladri scassinano e
rubano; accumulate invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove i ladri non
scassinano e non rubano. Perché là dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore.”
[Matteo, 6, 19-21]
“Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del
mondo con la loro gloria e gli disse :”Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti mi adorerai”. Ma
Gesù gli rispose :”Vattene, satana! Sta scritto : adora il Signore Dio tuo e solo a lui rendi culto”
[Matteo, 4, 8-10]
«Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:"Questo popolo mi onora con le labbra, ma
il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di
uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori
dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a
renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini,
escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori
dall’interno e rendono impuro l’uomo».
[Marco, 7, 1-8]
2. Paesaggio e Costituzione
L’articolo 9 della Costituzione italiana. l’Assemblea Costituente varando la Costituzione Italiana
ha deciso di consacrare al più alto grado possibile, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e
artistico inserendo questa tutela fra i 12 principi fondamentali (articoli 1-12). L’articolo 9 della
Costituzione Italiana infatti recita:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Questo articolo nel 2003 è stato definito dall’allora Presidente Carlo Azelio Ciampi come
“l’articolo più originale della nostra Costituzione che ha espresso come principio giuridico quello
che è scolpito nella coscienza di ogni italiano..”.
Questo principio è poi ancorato ad altri valori contenuti nella prima parte della nostra Costituzione:
lo sviluppo della persona umana, i principi di libertà e uguaglianza dei cittadini, i diritti inviolabili
dell’uomo. La Costituzione collegando il principio di tutela del paesaggio con un altro importante
diritto dell’individuo e della collettività, ossia il diritto alla salute, di fatto delinea e sostanza il
principio della “tutela dell’ambiente”, anche se la parola ambiente, di origine anglosassone nella
Costituzione non compare mai.
Inoltre è interessante ricordare che l’Italia è stata il primo paese del mondo ad inserire la tutela del
paesaggio nella propria Carta Costituzionale tra i propri principi fondamentali; e dopo di lei, in
Europa, solo Malta e Portogallo. Questa impostazione giuridica sancita dalla nostra Costituzione,
nella seconda metà del ‘900 ha di fatto ispirato la cultura giuridica del resto del mondo.
I precedenti legislativi fino alla Costituzione. Quanto sancito dalla Costituzione è il frutto di una
maturazione culturale e di acquisizioni giuridiche di vari secoli. La produzione di norme e di leggi
relative alla tutela del patrimonio storico e artistico e del paesaggio, pur prendendo importanti
spunti da riflessioni del ‘700 e ‘800, risale ai primi del ‘900. E’ infatti nei primi anni del secolo
scorso che il Parlamento Italiano riesce a far approvare leggi di tutela che in passato non erano mai
arrivate alla fine del percorso legislativo, perché ritenute “incostituzionali” dato che limitavano il
diritto di proprietà privata dei singoli cittadini.
Ecco in sintesi i precedenti legislativi dello Stato Italiano, antecedenti alla Costituzione:
4
1902 – Legger n.185 del 12 giugno 1902: sulla “Conservazione dei monumenti e degli oggetti di
antichità e d’arte”. Nb: in questa legge non si parla ancora di paesaggio.
1907 – Legge n.386: viene istituito un servizio di tutela nazionale collegato al Ministero della
Pubblica Istruzione e basato su Sovrintendenze distribuite su tutto il territorio nazionale.
1909 – Legge n.364: è una legge importante che riunifica e razionalizza i principi e cerca di dare
risposta ai problemi della legge precedente. Insieme al suo Regolamento attuativo è il testo
legislativo di base fino alle leggi Bottai. In questa legge si parla ancora di beni in senso artistico e
storico, ma va ricordato che nella prima stesura vi era un articolo, che purtroppo non fu approvato,
che prevedeva tra le cose da tutelare anche “i giardini, foreste, paesaggio, acque e tutti quei luoghi
ed oggetti naturali”. Per rimediare a questa lacuna poi si dovettero varare altre leggi ad hoc.
1922 – Legge n.778: è una legge “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare
interesse storico”. Grazie anche all’azione del Ministro Benedetto Croce questa è la prima legge che
si occupa anche del paesaggio anche se con un’accezione più estetica che naturalistica.
1939- 1942 – Leggi Bottai: nel 1939 alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia si procede al
riordino della materia con alcune leggi proposte da Bottai che sono poi diventate fondamentali per
molti anni successivi:
la legge 1089 definisce la tutela del patrimonio storico artistico e archeologico del paese;
la legge 1467 è specificatamente dedicata al paesaggio,
infine legge del 1942 riguarda l’urbanistica.
Queste leggi, che a causa della guerra furono solo in parte applicate, erano delle ottime leggi
e sono state e rimangono tuttora l’ossatura fondamentale dei nostro sistema giuridico e del
sistema statale in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio, e sono confluite nel
Testo Unico dei Beni Culturali del 1999 e nel Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004 oggi vigenti.
I lavori dell’Assemblea Costituente. Abbiamo già detto che la Repubblica Italiana è stato il primo
stato al mondo a porre nella propria Costituzione la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio,
scelta che fu molto dibattuta e contrastata a livello di Assemblea Costituente.
L’intento di mettere insieme la tutela del paesaggio con quella del patrimonio storico e artistico, fu
chiaro fin dal primo momento, mentre la congiunzione con la promozione della cultura e della
ricerca avvenne in una seconda istanza e fu proposta con un emendamento da tre deputati, tutti e tre
ingegneri, (Firrao, Colonnetti, Nobile), il cui scopo era quello che lo Stato dovesse intervenire in
questo settore per generare “incremento di ricchezza” e contribuire “alla rinascita economica”
dell’Italia.
Il dibattito nell’Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947 fu molto acceso e riguardava il fatto
che alcuni ritenevano che “i temi del paesaggio, della ricerca scientifica e della sperimentazione
tecnica” non dovessero avere un carattere costituzionale. Determinanti invece per l’approvazione
dell’art. 9 furono Concetto Marchesi e Aldo Moro che sostennero che quell’articolo non solo non
era né superfluo, né fuori luogo, ma anzi dovesse essere posto tra i principi fondamentali della
Costituzione per affermare e definire chiaramente il ruolo dello Stato rispetto alle Regioni.
Preoccupante, a questo proposito, e in contraddizione con l’art. 9, è la riforma del Titolo V della
Costituzione (art. 116-117-118), di cui abbiamo già parlato in un’altra Assemblea, che devolve alle
Regioni (materia concorrente con lo Stato) la tutela del patrimonio culturale che da storia e identità
su cui si fonda il nostro Paese, rischia di diventare materia frammentata, frutto di conflitti e
compromessi politici. Non solo, ma vengono affidati alle Regioni anche “il governo del territorio” e
“la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”, senza il minimo tentativo di definire
dove finisce il territorio e dove comincia l’ambiente o il paesaggio .
Cero è che, nonostante la Riforma del Titolo V abbia modificato alcuni elementi di non poco conto,
emerge chiaramente e con forza una concezione del paesaggio, inserito nell’ambiente, come bene
materiale da tutelare e non come concetto o valore astratto da valorizzare.
5
Il Paesaggio “grande malato” d’Italia. Questo paesaggio, bene materiale da tutelare, nella realtà è
stato depredato, consumato, sconvolto e oggi è un grande “malato” e sarebbe da curare con
sollecitudine e attenzione.
Riportiamo alcuni dati ISTAT che fanno veramente impressione.
- Tra il 1990 e il 2005 la superficie agricola in Italia si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari,
un’area più vasta del Lazio e dell’Abruzzo messi insieme. Il record lo tiene la Liguria (contrazione
del 45,55%), seguita dalla Calabria (26,13%), Emilia-Romagna e Sicilia (22%), Toscana (17,7%).
- Non tutto questo territorio sottratto all’agricoltura è stato cementificato, anche se le superfici
urbanizzate sono in continua crescita e si è modificata la tipologia degli insediamenti che si
addensano sempre di più nell’area ai piedi delle montagne della Lombardia e del Veneto, nelle zone
litoranee della Liguria (che primeggia anche per il moltiplicarsi dei porti turistici che portano
l’invasione del cemento dei moli, delle spiagge, delle infrastrutture, delle strade, dei parcheggi, dei
garage..), della Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Calabria ( che, nel giugno 2009, ha registrato 5210
abusi edilizi nei 700 chilometri di coste, uno ogni 135 metri, anche all’interno di Aree Marine
Protette, di Siti di interesse Comunitario, in zone a protezione speciale, incluse aree archeologiche).
- Urbanizzazione che si concentra in modo selvaggio ai bordi delle città grandi e piccole, basti
pensare all’asse Roma-Napoli che sembra un’unica grande conurbazione.
- Dati non chiari, non precisi, non definiti, basti pensare che in base ad un’indagine condotta
mediante analisi di fotografie aeree (Decreto Legge 262/2006 del Governo Prodi), l’Agenzia del
Territorio ha individuato 1 milione e mezzo di “ immobili fantasma”, sconosciuti al Catasto,
a cui si aggiungono i 4 milioni di abusi edilizi dichiarati nei vari condoni negli ultimi 50
anni (circa 200 abusi al giorno). Manca un tentativo organico di costruire una visione d’insieme del
“nostro paesaggio”, manca una raccolta sistematica dei dati da portare alla conoscenza e alla
riflessione dei politici, degli amministratori, ma anche dei semplici cittadini che restano disorientati
e scoraggiati, per cui l’invasione del cemento sembra una sorta di ineluttabile calamità, sottratta ad
ogni controllo umano.
Scrive Salvatore Settis (“Paesaggio- Costituzione- Cemento”, Einaudi, testo dal quale abbiamo
ricavato queste informazioni):
“Ci sentiamo assediati e soffocati, ma se ci vien voglia di difenderci, non sappiamo da dove
cominciare. Neppure sappiamo chi è l’interlocutore a cui rivolgere le nostre proteste: il nostro
Comune? La Provincia? La Regione? O i rappresentanti dello Stato, ministri e sottosegretari,
prefetti, soprintendenti, funzionari? O dovremmo ricorrere alla Magistratura? O imprecare contro
i costruttori, i progettisti, gli agenti immobiliari?. Non sarebbe meglio rassegnarsi e vedere nel
cemento dilagante che divora il paesaggio, una necessità, un fattore di progresso e di benessere?
Difficile orientarsi, eppure è assolutamente indispensabile. Solo una diffusa consapevolezza dei
cittadini non-addetti ai lavori può innescare un processo di presa di coscienza delle conseguenze di
lungo periodo di questa foga cieca e distruttrice. Solo imparando a muoversi nel labirinto delle
norme, dei dati, delle informazioni potremo giudicare in prima persona che cosa, di quanto ci
accade intorno, è giusto o inevitabile e che cosa è invece il frutto di cinica speculazione che per il
vantaggio di pochi devasta il bene di tutti. Sta di fatto che, ogni giorno, sotto gli occhi di milioni di
cittadini, poche centinaia di speculatori senza scrupoli distruggono il paesaggio italiano. In alcune
regioni (specialmente al sud, ma non solo, si è andato radicando un diffuso abusivismo che offende
il paesaggio e la storia ignorando le norme e eludendo i controlli. In altre regioni (specialmente al
nord, ma non solo) i delitti contro il paesaggio si consumano non ignorando le regole, ma
modificandole o interpretandole con mille artifizi..
Nell’uno e nell’altro caso le violenze contro il paesaggio finiscono con l’avere esiti identici.
Identici, nell’un caso e nell’altro, sono anche i presupposti: intrico normativo, inerzia o connivenza
delle istituzioni, complicità di amministratori e politici, l’inerme scoramento del cittadino incredulo
e sconfitto….
Avrà ragione Michael Braun (giornalista) di scrivere su “Internazionale” del14 marzo 2004, che
“l’Italia è il Paese in cui gli scandali non sono fatti, ma opinioni?””.
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3. Ricostruzione della vicenda di Via Arnoldi (Colline di Bellosguardo)
1. GLI ANTEFATTI: COME NASCE L’INTERVENTO DI VIA ARNOLDI E PERCHÉ NON È STATO MAI
REALIZZATO FINO AL GIUGNO 2010.
- 2 novembre 2005: il Comune di Firenze [in pieno regime Quadra nda] rilascia alla Soc. Le
Quinte il permesso a costruire n.370/05 relativamente all’insediamento di Via Arnoldi inserito nel
programma dei “20.000 abitazioni in affitto”. Si tratta di un programma nazionale la cui gestione
viene affidata alle Regioni e da queste ai Comuni. Il programma è rivolto a favorire la realizzazione
di abitazioni in affitto calmierato (cioè con uno sconto sull’equivalente prezzo di affitto di mercato)
in cambio non solo di agevolazioni di tipo fiscale e sulle opere di urbanizzazione, ma anche con una
consistente quota di finanziamento dei costi di realizzazione ( per capire l’entità del finanziamento
ve ricordato che la ditta che sta costruendo gli appartamenti in Via Arnoldi, che ha realizzato un
altro intervento analogo anche in Via di Scandicci, per un totale di 43 appartamenti in affitto
avrebbe ricevuto dalla Regione Toscana 1.232.300,25 euro; ma come se questo non bastasse la
società in questione ha richiesto ed ottenuto di realizzare in via Arnoldi anche 23 in vendita a prezzi
di mercato. Quasi tutti gli interventi di questo Programma attuato a Firenze presenta queste
caratteristiche per cui alla fine la superficie totale delle abitazioni in vendita a prezzi di mercato(mq.
28.213) supera quella delle abitazioni in affitto (mq.25.663). Per questo in un quaderno realizzato
dai Comitati dei Cittadini di Firenze e intitolato “Lo scambio ineguale. Ricchezza privata e povertà
pubblica nel ‘Programma 20.000 abitazioni in affitto a Firenze” questo programma è stato definito
una delle più importanti speculazioni private realizzata con danaro pubblico). A questo programma
potevano partecipare anche privati proponendo però interventi che nelle normative di indirizzo
dovevano interessare zone urbane di dismissione o degradate.
- 01 giugno 2006 :Con comunicazione prot. 20898 del 01.06.06 della soc. Le Quinte si comunica
che i lavori cominciano a quella data [ ma in realtà non sono mai cominciati in quanto non si è mai
andati oltre l’attività preparatoria allo scavo della fossa delle fondamenta.
- In data 26.06.206 si sospendono i lavori adducendo ostruzione dei cittadini. In realtà si sospende i
lavori perché non ha titolo autorizzativo a passare su via Arnoldi, via privata e di uso
esclusivamente privato, e in seguito anche perché alcuni residenti hanno presentato ricorso contro le
concessioni al TAR Toscana, ricorso comunicato alla Direzione edilizia in data 11.11.2005. Prova
di quanto sopra è che i lavori non riprendono neppure quando il TAR rigetta la richiesta di
sospensiva avanzata dai ricorrenti.
- 27 novembre 2006: sentenza del Tar Toscana ( n.6045/2006) che accoglie il ricorso dei cittadini
e annulla gli atti autorizzativi che consentivano l’edificazione e quindi il cantiere di Via Arnoldi è
l’unico dei 9 contemplati dal piano dei “20.000 appartamenti” a non essere né iniziato né
completato [ se fosse davvero iniziato perché l’impresa non ha chiesto l’anticipo dei fondi previsto
dal bando all’inizio dei lavori?].
- 27 ottobre 2009: il Consiglio di Stato annulla la sentenza del TAR Toscano e dà ragione alla
Soc. Le Quinte che è la prima ricorrente. Tutto questo avviene proprio in coincidenza dell’uscita
sulla stampa dell’indagine della Procura della Repubblica di Firenze denominata “Mani sulla Città”
e degli arresti domiciliari dell’Arch. Bartoloni, progettista fra l’altro di Via Arnoldi, del Consigliere
Comunale Formigli, già socio dello studio Quadra, e responsabile prima della Commissione
Urbanistica comunale, poi capogruppo del PD nel Consiglio Comunale. All’epoca della sentenza
del Consiglio di Stato tutti gli altri interventi erano stati liquidati e terminati.
- Nel 2010 la soc. Le Quinte è ritornata alla carica asserendo la sua legittimità a riprendere i lavori
“interrotti”( ma erano mai iniziati?): il 21 aprile 2010 ( prot.n. 20840/2010 pratica n.1990/2010)
presenta una variante in corso d’opera all’originario permesso a costruire n.370 del 2005, che al di
là di leggerissime modifiche in realtà cerca di mascherare un vero problema per la ripresa dei lavori.
La concessione paesaggistica della soprintendenza rilasciata il 25 agosto2005, in data 25 agosto
2010 sarebbe scaduta e doveva essere rinnovata. Anche senza che la nuova pratica sia perfezionata,
i lavori ricominciano veramente in modo sollecito a fine giugno.
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2. LE VICENDE CHE HANNO PORTATO ALLA CITAZIONE PER DANNI AI CONSIGLIERI GRASSI E
BENCIVENNI.
APRILE 2010.
a) Controllando nel sito ufficiale del Comune apprendiamo che esistono le seguenti pratiche edilizie
che fanno pensare ad una possibile ripresa dei lavori da parte dei Giudici Le Quinte nel cantiere di
Via Arnoldi:
- pratica edilizia 3068/2006 "variante al permesso di costruire"
- pratica edilizia 1990/2010 "programma alloggi in affitto" / 21/4/2010 richiesta autorizzazione
paesaggistica.
_________
b) Controllando poi nel sito della soc. Giudici (www.giudicicostruzioni.it) troviamo
fra i progetti presentati in corso di realizzazione anche quello di via Arnoldi con la seguente
descrizione:
“ Moderno complesso residenziale perfettamente inserito nel panorama circostante alle pendici
della collina di Bellosguardo.
L'intervento prevede la realizzazione di 25 unità immobiliari con tipologie, mono, bilocali, 3 - 4- 5
vani con logge e/o giardini privati.
Possibilità box auto, posti auto coperti e cantine di varie metrature.
L'edificio rispetta le nuove normative in materia di risparmio energetico.”
Per questi motivi a fine aprile 20010 abbiamo Come comitati cittadini area fiorentina diffuso un
nostro notiziario dal titolo “ Aprile 2010 :Cambiano i Sindaci e le Giunte / Continua l’assalto al
parco della Collina Sud /Lo scandaloso caso di Via Arnoldi (Soffiano-Bellosguardo)” in cui si
denuncia il rischio cementificazione della collina con la ripresa di questo cantiere.
MAGGIO 2010.
7 maggio : i Consiglieri Tommaso Grassi e Mario Bencivenni consultano la pratica edilizia
21.4.2010 prot. 20840 avente ad oggetto “programma alloggi in affitto” ubicato in via Arnoldi
Quartiere 4 intestata a Lorenzo Giudici – Le Quinte Spa , da cui apprendono fra l’altro appreso che
alla stessa pratica è collegata richiesta di autorizzazione paesaggistica. Dopo aver fatto copia degli
atti che ci sono stati studiati a fondo, preparano interrogazioni in Consiglio Comunale e in
Consiglio di Quartiere su questioni della pratica ritenute non chiare.
Inoltre come Comitati dei cittadini e associazioni ambientaliste (Italia Nostra) ci siamo attivati
anche per scrivere alla Soprintendenza una lettera in cui la invitavamo a non concedere il nuovo
nulla osta paesaggistico.(lettera datata 24 maggio 2010 consegnata il 31 maggio).
GIUGNO 2010.
- 10 giugno viene inviata per e-mail una nota dal geom. Stefano Quadri all’assessore Massimo
Mattei e all’ing. Parenti con i quali un gruppo di cittadini di via Arnoldi si era incontrato per
illustrare il caso di Via Arnoldi e ai quali erano stati richiesti elementi per poter intervenire sul
cantiere che nel frattempo era stato riaperto.
- 30 giugno: si comincia a gettare il massetto delle fondamenta e questo ci porta ad intervenire
preso le autorità Comunali per chiarire come stiano le cose e bloccare il cantiere in attesa di una
risposta sulla legittimità e il completamento dell’iter autorizzativo della pratica edilizia.
LUGLIO 2010.
Su segnalazione di un residente(sic!) intervengono i carabinieri del Nucleo Beni Culturali per
verificare resti di muratura ben visibili anche ad occhio nudo nella parete est dello scavo delle
fondamenta del cantiere. A seguito del referto dei Carabinieri interviene la Soprintendenza
Archeologica che con propri addetti esegue dei saggi che rimettono in luce testimonianze( cisterne e
pozzo) forse di epoca romana: nonostante questi ritrovamenti silenzio assoluto da parte del Comune
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e la colata di cemento continua mentre gli archeologi procedono nel disseppellimento dei resti del
lato est del cantiere.
Dopo questi primi saggi a partire dal 5 settembre 2010 il cantiere è stato nuovamente sospeso per
procedere a ulteriori scavi che nel corso di una campagna durata circa due mesi hanno portato al
rinvenimento di resti di una Villa Romana, di un pozzo post medievale e a tracce di un
insediamento preistorico del Medio Bronzo.
In data 2 luglio i consiglieri Grassi e Bencivenni con rappresentanti del comitato di via Arnoldi
(geom. Stefano Quadri e ing. Paolo Foresti) hanno tenuto la conferenza stampa in Palazzo Vecchio
per denunciare la ripresa dei lavori nel cantiere di via Arnoldi in presenza di ancora numerose
questioni autorizzative non chiarite. (A seguito dell’eco avuto sulla stampa delle cose dette in
questa conferenza, la Società le Quinte ha citato successivamente i due consiglieri per danni.)
3 luglio :Interrogazione presentata dal Consigliere comunale Tommaso Grassi: l’interrogazione a
tutt’oggi ha ancora solo parziali risposte che non chiariscano affatto la sostanza dei problemi
evidenziati sotto il profilo edilzio/urbanistico,e paesaggistico.
8 luglio: il Consiglio di Quartiere 4 su proposta del consigliere Bencivenni approva all’unanimità
una mozione in cui in attesa di chiarimenti sull’iter autorizzativo del cantiere che si è ripreso, si
chiede al Sindaco di intervenire per sospendere il cantiere.
[ A questa mozione il Dirigente all’Urbanistica Dott. Palladino ha risposto in data 2 settembre con
lettera nella quale oltre che a dire che tutto è in regola, riferisce di una richiesta della Direzione
patrimonio del 13 luglio nella quale si chiede alla Regione di “riattivare” le procedure di
finanziamento, che quindi fino a quella data non era più previsto].
AGOSTO 2010
31 agosto: lettera della Giudici in cui annuncia sospensione dei lavori nel cantiere a partire dal 5
settembre per campagna di scavi da parte della Soprintendenza Archeologica ( campagna di scavi
che bloccherà il cantiere fino al 21 novembre).
31. agosto: lettera del Dirigente dell’edilizia privata del comune di Firenze arch. Cocchi con la
quale si chiede all’impresa se ha titolo autorizzativo a passare sulla via Arnoldi, via privata e di uso
privato, unico accesso da Via di Soffiano all’area del cantiere, (Lettera n.45878/01/2010 del 31
agosto , oggetto: Permesso a costruire 370/05(B.4099/05). Via Arnoldi – Comunicazione ai sensi
degli art. 7-8-9-10- L. 241/90, nella quale si dice “ Con riferimento all’atto abilitante di cui
all’oggetto si invitano le SS.VV. a fornire documentazione atta a comprovare il titolo di utilizzo,
anche al fine del passaggio di veicoli e mezzi di cantiere, dell’area di proprietà privata denominata
Via Arnoldi. Detta documentazione dovrà essere trasmessa entro e non oltre 20 giorni dal
ricevimento della presente, trascorso infruttuosamente detto periodo questo comune provvederà alla
temporanea inibizione dell’attività edificatoria fino a quando non venga definitivamente accertata la
titolarità di cui sopra.”
SETTEMBRE 2010
Mentre nessuna risposta delle autorità competenti chiarisce le domande più volte esposte circa gli
aspetti sollevati ( legittimità della prima concessione edilizia, autorizzazione paesaggistica, non
disponibilità della proprietà dell’area ad accedere a Via di Soffiano per la viabilità e per le opere di
urbanizzazione primaria e sottoservizi, finanziamento regionale dell’intervento) in data 18
settembre viene comunicata ai consiglieri Grassi e Bencivenni una citazione da parte della Soc. Le
Quinte per danni dovuti a diffamazione a mezzo stampa, danni quantificati in 200.000 euro.
OTTOBRE 2010
18 ottobre: Autorizzazione paesaggistica n.155/10 concessa dal Comune di Firenze, pratica
n.1990/2010 del 18 ottobre 2010 firmata dal Dirigente Servizio Edilizia Privata arch. Marcello
Cocchi [ questa autorizzazione come il parere della Commissione Comunale del Paesaggio
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disattendono, anzi ignorano quanto prescritto nel PIT adottato nel 2009 come Piano Paesaggistico
della Regione Toscana.
NOVEMBRE 2010
2 novembre. Invio da parte di Mario Bencivenni di un esposto al Garante della comunicazione per
la partecipazione nel governo del territorio della Regione Toscana, Prof. Massimo Morisi in si
chiede se la recente autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Firenze per l’intervento
di via Arnoldi non sia in contrasto con quanto stabilito dal PIT/Piano paesaggistico 2009 della
Regione Toscana. Dopo un incontro effettuato col ricorrente in data 10 novembre il Garante ritiene
fondato l’esposto e avvia un approfondimento da parte del suo ufficio.
22 novembre: nonostante nessuno dei quesiti sollevati sia stato chiarito definitivamente la ditta
riprende i lavori che salvo lievi interruzioni sono poi proseguiti, e procedono alacremente.
29 novembre: viene sfondata la fogna privata del geometra Quadri ed immessa manichetta per
svuotare cantiere. Chiamata polizia municipale
DICEMBRE 2010
03 dicembre: la società Le Quinte presentata pratica 5687/2010 per ulteriore variante alla pratica
4099/2005.
22 dicembre: il caso di via Arnoldi finisce in Parlamento con un’ interrogazione dell’on. Bucchino
alla Camera – atto 4/06269, col quale si chiede conto al Ministro dei Beni Culturali di quanto si sta
realizzando nella collina di Bellosguardo a Firenze (Interrogazione ancora oggi senza risposta).
GENNAIO 2011
12 gennaio: Il Garante del Territorio conclude la sua istruttoria sul caso di Via Arnoldi con una
relazione di 11 pagine inviata a tutte le autorità competenti, e in primis al Sindaco di Firenze. In
questa relazione circostanziata, non solo si avvalora la questione relativa all’autorizzazione
paesaggistica sollevata nell’esposto ma si individuano ben altri cinque rilievi relativi a importanti
questioni sia edilizie che procedurali sulle quali chiede sia fatta chiarezza.
19 gennaio: altra interrogazione su Via arnoldi presentata in Senato dal sen Amato (atto 4-04391).
MARZO 2011
2 marzo: viene inviata al Garante del territorio da parte del consigliere Bencivenni a integrazione
del precedente esposto un parere formulato su richiesta dei cittadini dall’avvocato Renato
Salimbeni sula questione autorizzazione paesaggistica. In questo parere suffragato da riferimenti
normativi e giurisprudenziali, si dice espressamente che tutto ciò che si è realizzato a partire dal 6
settembre 2010 nel nantiere di via Arnoldi, cioè dopo la scadenza dell’autorizzazione paesaggistica
del 2005, è da considerarsi “abusivo e non sanabile”.
7 marzo viene convocata una Commissione urbanistica del Comune di Firenze nella quale si
sarebbero dovute dare le risposte ai rilievi sollevati dalla Relazione del garante del Territorio,
invece questa seduta il Garante è invitato ad illustrare nuovamente quanto detto nella sua relazione
di gennaio, per le risposte si aggiorna la commissione ad altra seduta..
APRILE 2011
4 aprile: nuova seduta della Commissione urbanistica durante la quale ancora una volta non si
chiariscono le questioni sollevate dal Garante del territorio e si rimanda ad una nuova seduta dopo
nuovi accertamenti da fare. Intanto su questa questione il consigliere Grassi chiede alla
Commissione di esprimersi su una richiesta di sospensione dei lavori in via Arnoldi da portare in
Consiglio Comunale.
13 aprile . nuova riunione della Commissione Urbanistica dove di nuovo compare soltanto un
annunciato parere legale sulla questione dell’autorizzazione paesaggistica che risulta in realtà un
parere espresso dalla Commissione edilizia del Comune presieduta dal Dirigente Cocchi (
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responsabile della pratica edilizia di via Arnoldi) che in tre righe e senza nessun riferimento
legislativo o giurisprudenziale dice che l’autorizzazione paesaggistica del 2005 è ancora valida.
MAGGIO 2011
2 maggio: Nuova seduta della Commissione urbanistica con all’ordine del giorno l’espressione di
parere sulla sospensione dei cantieri: non viene discussa e viene rinviata al 9 maggio, ma anche in
questa nuova seduta si ha un ennesimo rinvio al 23 maggio!
6 maggio: mentre i lavori di costruzione dei 46 appartamenti procedono speditamente e sono
arrivati ormai all’ultimo piano, con altre richieste di varianti in corso d’opera e altre incongruenze
accertate dall’ufficio comunale circa la parte pubblica del progetto (giardino e viabilità di accesso)
Le Quinte Spa denunciano alla Procura della Repubblica tutti i condomini dell’edificio di via di
Soffiano 57/c ( Quadri, Foresti e altri) per aver impedito l’accesso alla loro fognatura!
10 aprile 2011
Ci sembra a questo punto perfettamente calzante un altro brano dal Vangelo di Giovanni:
“Gesù disse : <<sono venuto in questo mondo perché si operi un giudizio.
Affinché quelli che non vedono aprano gli occhi e quelli che vedono diventino ciechi.>>
Uditolo, alcuni Farisei gli domandarono :<<Siamo forse ciechi anche noi?>>
Gesù rispose :<<Se foste ciechi non avreste colpa, invece voi dite :-noi vediamo- e quindi il vostro
peccato rimane.>>”
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«Poi non fu convertito in legge dalla stessa maggioranza - segnalano le due associazioni
ambientaliste in una nota - analoghe proposte sono state successivamente avanzate da parlamentari
campani mediante emendamenti al cosiddetto Milleproroghe sia del 2010 che del 2011». Le
commissioni parlamentari dichiararono inammissibili quegli emendamenti. I precedenti citati
partivano tutti dal presupposto di «sospendere temporaneamente le demolizioni di case destinate a
prima abitazione in attesa di una completa ricognizione della situazione di fatto e di diritto
sottostante». In realtà, segnalano le due sigle, «non c'è nessuna esigenza di compiere una
ricognizione della situazione di fatto e di diritto sottostante quando sussiste già una sentenza penale
passata in giudicato di condanna alla demolizione dell'abuso edilizio.
Legambiente ci ricorda che il business del cemento ha prodotto in Campania 60.000 case abusive in
10 anni e se lo spartiscono 64 clan camorristici. In 20 anni - dal 1991 a oggi – sette amministrazioni
comunali su 10 sono state sciolte per infiltrazione mafiosa e per ragioni di abusivismo edilizio. Lo
dice l'ultimo rapporto Ecomafie dell'associazione sul cemento illegale e sull'abusivismo in
Campania.
Bibliografia di riferimento:
Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado
civile. Einaudi, 2010
Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia, Rizzoli, 2011