Comunione Spirituale

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la comunione spirituale è la possibilità sempre disponibile per chi ha il desiderio di essere unito a Gesù. S. Alfonso de’ Liguori ha lasciato questa formula, insegnata a generazioni di cristiani: “Gesù mio, credo che voi siete nel SS. Sacramento. Vi amo sopra ogni cosa. Vi desidero nell’anima mia. Giacché ora non posso ricevervi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente nel mio cuore… Come già venuto, Vi abbraccio e tutto mi unisco a Voi. Non permettete che io mi abbia mai a separare da voi”. E’ un’unione di spirito, ma VERA, come è reale una lettera o una telefonata tra innamorati che non possono vedersi. Penso a famiglie separate dal muro di Berlino, a sacerdoti incarcerati una vita dai regimi, a gente così povera da non potersi pagare un viaggio e che alimenta legami sentitissimi con chi non può essere lì, “perché la anima vive più dove ama che dove vive” (S. Giovanni della Croce). Il desiderio di fare una comunione spirituale si fonda sulla fede nella Presenza Reale di Gesù nel pane e nel vino consacrati. Ma non opera quell’avanzare verso le specie eucaristiche, nel mezzo dei fratelli, alla luce del Vangelo e nella consapevolezza delle prescrizioni della Chiesa, che configurerebbe una disobbedienza comunitaria, che svaluta innanzitutto il valore del sacramento del matrimonio (sacramento contratto pubblicamente e non privatamente) e poi quello dell’eucaristia come comunione pubblica (perchè nel segreto del cuore il Signore sa del nostro amore e ve lo contraccambia con abbondanza). Ecco perchè la Comunione spirituale è particolarmente indicata durante la Santa Messa, essendo la Messa un’offerta della nostra vita, così come è, tanto da impedire di accostarsi fisicamente al Santissimo Sacramento (e quanti abusiamo della facoltà di farlo, in assenza di una adeguata frequenza alla Confessione, pur disponendone) Ho trovato una riflessione simile sul sito dei “piccoli figli della luce” che cita anche S. Caterina. La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: “In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in

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la comunione spirituale è la possibilità sempre disponibile per chi ha il desiderio di essere unito a Gesù.

S. Alfonso de’ Liguori ha lasciato questa formula, insegnata a generazioni di cristiani: “Gesù mio, credo che voi siete nel SS. Sacramento. Vi amo sopra ogni cosa. Vi desidero nell’anima mia. Giacché ora non posso ricevervi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente nel mio cuore… Come già venuto, Vi abbraccio e tutto mi unisco a Voi. Non permettete che io mi abbia mai a separare da voi”.

E’ un’unione di spirito, ma VERA, come è reale una lettera o una telefonata tra innamorati che non possono vedersi. Penso a famiglie separate dal muro di Berlino, a sacerdoti incarcerati una vita dai regimi, a gente così povera da non potersi pagare un viaggio e che alimenta legami sentitissimi con chi non può essere lì, “perché la anima vive più dove ama che dove vive” (S. Giovanni della Croce).

Il desiderio di fare una comunione spirituale si fonda sulla fede nella Presenza Reale di Gesù nel pane e nel vino consacrati. Ma non opera quell’avanzare verso le specie eucaristiche, nel mezzo dei fratelli, alla luce del Vangelo e nella consapevolezza delle prescrizioni della Chiesa, che configurerebbe una disobbedienza comunitaria, che svaluta innanzitutto il valore del sacramento del matrimonio (sacramento contratto pubblicamente e non privatamente) e poi quello dell’eucaristia come comunione pubblica (perchè nel segreto del cuore il Signore sa del nostro amore e ve lo contraccambia con abbondanza).Ecco perchè la Comunione spirituale è particolarmente indicata durante la Santa Messa, essendo la Messa un’offerta della nostra vita, così come è, tanto da impedire di accostarsi fisicamente al Santissimo Sacramento (e quanti abusiamo della facoltà di farlo, in assenza di una adeguata frequenza alla Confessione, pur disponendone)

Ho trovato una riflessione simile sul sito dei “piccoli figli della luce” che cita anche S. Caterina.La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: “In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue Comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi”.

E a S. Margherita Maria Alacoque, molto assidua a chiamare Gesù nel Tabernacolo, una volta Gesù disse: “Mi è talmente caro il desiderio di un’anima di ricevermi, che lo mi precipito in essa ogni volta che mi chiama con i suoi desideri”.

La Comunione spirituale soddisfa almeno in parte a quell’ansia di essere sempre “uno” con chi si ama. Gesù stesso ha detto: “Rimanete in Me e io rimarrò in voi” (Giov. 15, 4). E la Comunione spirituale aiuta a restare uniti a Gesù, sebbene lontani dalla sua dimora.

C’è da augurarsi che tanti santi confessori, educatori e catechisti la insegnino.