COMUNE DI RADDA IN CHIANTI Fattoria S. G. Castiglioni srl ...specie tipiche della zona quali olivo,...
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2016
Dicembre
Soggetto PROPONENTE
Fattoria S. G. Castiglioni srl Radda in Chianti
Tecnico
Dott. Agronomo Monica Coletta
Fattoria S. G. Castiglioni srl
Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale
(PAPMAA)
Piano attuativo
Verifica di coerenza PIT e analisi paesaggistica, coerenza PTCP e strumenti della pianificazione
territoriale
PROVINCIA DI SIENA
COMUNE DI RADDA IN CHIANTI
RIFERIMENTO ELABORATO AGR.4_REV01_2016
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 2
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 3
INDICE
1. VERIFICA DI COERENZA CON GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E ATTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO .............................................................................................................. 4
1.1 Finalità dell’elaborato ............................................................................................................... 4 1.2 Contenuti del Programma ....................................................................................................... 5
2. ANALISI DEI VINCOLI .................................................................................................................... 8
2.1 Beni paesaggistici .................................................................................................................... 8 2.2 Vincolo Idrogeologico .............................................................................................................. 9 2.3 Altre aree di tutela ambientale ................................................................................................ 9
3. VERIFICA DI COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE11
3.1 La struttura del PIT PPR ....................................................................................................... 11 3.2 Disciplina del Piano ................................................................................................................ 12 3.3 La Scheda di Ambito .............................................................................................................. 14 3.3.1 Invarianti strutturali I - I caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici ............................................................................................................................................................. 14 3.3.2 Invarianti strutturali II - I caratteri ecosistemici del paesaggio ............................................................. 16 3.3.3 Invarianti strutturali III - Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi urbani e infrastrutturali ............................................................................................................................................................. 18 3.3.4 Invarianti strutturali IV - I caratteri morfotipologici dei paesaggi rurali ................................................ 19 3.3.5 Indirizzi per le politiche .............................................................................................................................. 23 3.3.6 Disciplina d'uso ........................................................................................................................................... 24 3.4 Disciplina dei beni paesaggistici .......................................................................................... 26 3.5 Analisi paesaggistiche ........................................................................................................... 28 3.5.1 Analisi paesaggistiche: La struttura ecologico ambientale................................................................... 29 3.5.2 Analisi paesaggistiche: La struttura storica e visiva percettiva ........................................................... 31 3.5.3 Analisi paesaggistiche: La struttura del paesaggio agrario .................................................................. 33
4. VERIFICA DI COERENZA CON PTC DELLA PROVINCIA DI SIENA ................................. 34
4.1 Analisi della Disciplina ........................................................................................................... 34 4.2 Analisi dell’ UdP 3 – Chianti senese .................................................................................... 42
5. VERIFICA DI CONFORMITÀ URBANISTICA CON GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI ....................................................................................................... 44
6. VERIFICA DI COERENZA CON IL PS DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI ................ 45
7. VERIFICA DI COERENZA CON IL RU DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI ................ 52
8. CONCLUSIONI ............................................................................................................................... 58
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1. VERIFICA DI COERENZA CON GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE E ATTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO
1.1 FINALITÀ DELL’ELABORATO Il presente elaborato integra e sostituisce la verifica di coerenza a supporto del PAPMAA presentato in data
31/07/2015 dalla Fattoria San Giovanni a Castiglioni, ora Società Agricola Fattoria di Carleone di Castiglioni
S.R.L, a seguito della scelta operata dall’azienda, allo stato attuale, di rinunciare alla realizzazione della
rimessa mezzi agricoli per i motivi specificati nel PAPMAA..
La presente verifica di coerenza viene redatta ai sensi della normativa vigente, in accompagnamento al
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale della Società Agricola Fattoria di
Carleone di Castiglioni S.R.L (di seguito PAPMAA o Programma Aziendale) con valore di Piano Attuativo (di
seguito PA) come disciplinato dall’Art. 134 del Regolamento Urbanistico comunale.
Questo elaborato, integra e completa sotto il profilo agroambientale la Relazione Paesaggistica e
Tecnico Illustrativa RP_Rev_01 prodotta dal gruppo di progettazione CJA.
Si fa presente che il 10 novembre 2014 è stata approvata la nuova legge urbanistica della Regione Toscana
L.R. 65/2014 “Norme per il Governo del Territorio”, entrata in vigore il 27/11/2014, abroga la precedente
L.R.1/2005 ad eccezione delle parti da regolamentare con atti successivi.
L’Art. 74 “Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale” della L.R. 65/2014
disciplina il PAPMAA indicando, al comma 4, che per la sua approvazione è necessaria la verifica di
conformità urbanistica da parte del comune degli interventi proposti al fine di:
“ acquisire tutti i pareri, nulla osta o assensi, comunque denominati, di altre amministrazioni pubbliche,
compreso il parere della provincia di conformità al PTC o il parere della città metropolitana di conformità al
PTCM, nonché i pareri della Regione di coerenza tra i contenuti agronomici del programma e gli interventi
proposti”
Ai sensi dell’art. 7 c. 2 della DPGR 63/2016 il PAMAA con valore di piano attuativo deve essere redatto da
tecnico abilitato e viene approvato ai sensi dell’art. 111 della LRT 65/2014.
L’art.109 “Contenuto dei piani attuativi” della L.R. 65/2014 indica che il PA deve essere corredato della
“relazione illustrativa che dà compiutamente conto della coerenza interna ed esterna e che motivi i contenuti
del piano con riferimento agli aspetti paesaggistici e socio economico rilevanti per l’uso del territorio”.
Pertanto la coerenza degli interventi, agroambientali nel nostro caso, deve essere verificata sia internamente e
quindi in relazione alla consistenza e agli obiettivi di sviluppo aziendale, sia esternamente con i diversi obiettivi
della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio. Gli strumenti della pianificazione rilevanti ai
fini del programma aziendale con la seguente scansione:
PIT - Piano Regionale di Indirizzo Territoriale, (art. 88 L.R. n. 65/2014) con la sua integrazione
paesaggistica recentemente approvata;
PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, (art. 90 L.R. n. 65/2014);
PS - Piano Strutturale Comunale, (art. 92 L.R. n. 65/2014);
Piano Operativo Comunale, (art. 95 L.R. n. 65/2014) - ex RU - Regolamento Urbanistico comunale (art.
55 L.R. n. 1/2005)
Tale coerenza sarà inoltre integrata dalla verifica, a monte, dei vincoli sovraordinati.
Oltre a quanto indicato, nell’elaborazione di un programma, è fondamentale l’analisi della componente
paesaggistica in quanto all’art. parte dell’azienda ricade in area a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 c.
comma 1 lettere c) e g) . Le analisi forniscono il supporto alla verifica di compatibilità paesaggistica del
contesto rurale di cui trattiamo. Le analisi paesaggistiche, redatte a scala idonea, vengono integrate nel
capitolo dedicato al PIT e al Piano Paesaggistico.
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1.2 CONTENUTI DEL PROGRAMMA
La Società Agricola Fattoria di Carleone di Castiglioni S.R.L, che dal 2011 data dell’acquisto, ha avviato un
progetto di riqualificazione delle aree agricole e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, con questo
PAPMAA, propone il recupero delle superfici agrarie abbandonate, il potenziamento del comparto viticolo e
parallelamente la realizzazione di interventi di nuova edificazione tra cui il nuovo polo aziendale, con la
costruzione di una cantina. Si verranno a realizzare pertanto tre poli, quello di San Giovanni a Castiglioni dove
saranno localizzati la residenza, l’agriturismo ed alcuni spazi aziendali, quello di Pianvecchio, da adibire
interamente ad agriturismo e quello lungo la strada per Selvole, dove sorgerà la nuova cantina con strutture
accessorie.
1.2.1 Gli interventi edilizi Nello specifico gli interventi edilizi previsti sono costituiti da:
INTERVENTO 1 – Loc. Castiglioni
la costruzione di un magazzino per le attrezzature agricole (Fabbricato 1H);
ricostruzione di una torre, destinata a locali di rappresentanza aziendale (Fabbricato 1G);
costruzione di serra solare e di piscina1 (interventi 1S e 1P);
INTERVENTO 2 – Loc. Pianvecchio
la costruzione di una piscina (intervento 2P);
INTERVENTO 3 – Loc. Cantina
la costruzione di una cantina vitivinicola (Fabbricato 3A);
L’immagine di seguito individua le aree oggetto di intervento:
1 La localizzazione delle piscine è stata riproposta sulla base delle prescrizioni ricevute
Area di intervento 1
Area di intervento 2
Area di intervento 3
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Gli interventi edilizi proposti si possono così riassumere:
NUOVA
EDIFICAZIONE
Tipologia s.u.l. volume
s.u.l.
s.u.a. volume
s.u.a.
altre
superfici
FABBRICATO 1G Ricostruzione torre 133,25 394,93 109,20 324,74
FABBRICATO 1H Nuova Rimessa mezzi 122,52 428,82 108,50 380,00
SERRA SOLARE 1S Nuova Serra solare 15,00
PISCINA 1P Piscina 56,67
PISCINA 2P Piscina 65,00
FABBRICATO 3A Nuova Cantina 644,80 2900,73 565,93 2607,93
FABBRICATO 3A Altre superfici non s.u.a. 200,00
TOTALE 900,57
778,05
3724,48
3295,66
783,63
675,13
3312,67
2932,67
336,67
1.2.2 Interventi di trasformazione agraria L’azienda ha appena avviato la conversione al biologico e tutte le superfici produttive a regime saranno
condotte con i metodi di agricoltura biologica. L’azienda si è inoltre posta come obiettivo programmatico la
ristrutturazione e l’impianto di nuovi vigneti, la realizzazione di un vigneto oliveto terrazzato ad alto valore
paesaggistico e produttivo, di un orto aziendale, prevalentemente destinato al reimpiego in agriturismo e la
rimessa a coltura di alcuni seminativi nei quali coltivare piccoli appezzamenti per produzioni di alta qualità
(grani antichi, legumi etc). Pertanto l’orientamento produttivo sarà prevalentemente vitivinicolo ed olivicolo e le
altre produzioni saranno reimpiegate nell’agriturismo o vendute in negozi specializzati.
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Gli interventi di trasformazione agraria prevedono:
1. Impianto di ha 2.98.49 di vigneto specializzato passando da una superficie vitata di ha 2.21.51 a oltre 5 ha,
ripartiti per destinazione produttiva come segue:
- 1 ettaro coltivato a Chianti classico con una produzione di 75 ql di uva destinata a Chianti classico e di
15 ql destinati a vino rosso IGT
- 2,5 ettari coltivati a Rosso IGT con una produzione massima di 300 q di uva
- 1,5 ettari coltivati a Bianco IGT con una produzione massima di 180 q di uva.
Con una produzione complessiva di vino di circa 400 ettolitri di vino e di oltre 50.000 bottiglie.
2. Incremento della superficie ad olivo di ha 1.10.03 arrivando a ha 2.70.50. Gli oliveti saranno allevati a vaso
policonico e saranno utilizzate cultivar tradizionali quali Frantoio, Moraiolo e Leccino. Le olive saranno
destinate alla frangitura e alla produzione dell’olio extra vergine d’oliva. La produzione prevista è pari a 15
quintali di olio.
3. La rimessa a coltura di alcuni seminativi nei quali coltivare produzioni di alta qualità (grani antichi, legumi).
4. La realizzazione di terrazzamenti con impianto di vite e olivo in coltura promiscua ad alto valore
paesaggistico.
5. La realizzazione di un orto aziendale da destinare al reimpiego in agriturismo.
1.2.3 Miglioramenti ambientali
Con la progettazione della cantina si è limitato al massimo l’impatto negativo sull’intorno. L’ingombro
volumetrico verrà sviluppato sfruttando la differenza di quota che caratterizza il lotto, riducendo al massimo gli
sbancamenti e quindi la modifica altimetrica del territorio. È prevista una copertura piana dell’edificio con la
realizzazione di un tetto verde, che consente un inserimento paesaggistico di ridotto impatto ambientale. Le
specie impiegate per la realizzazione del tetto verde saranno compatibili con il contesto, rustiche e autoctone
dove possibile, per ricreare associazioni vegetali tipiche della zona.
Per l’accesso veicolare alla cantina è previsto il ripristino di strade rurali preesistenti con fondo naturale
migliorato dove necessario con pietrisco di cava. Le aree di parcheggio saranno realizzate utilizzando superfici
permeabili come brecciolino evitando l’utilizzo di materiali non compatibili con il territorio aperto. Per mitigare
l’impatto visivo del parcheggio saranno utilizzate piante arboree e arbustive autoctone. Saranno privilegiate
specie tipiche della zona quali olivo, cipresso, leccio, cerro, acero campestre e tra le specie arbustive ginestra,
lavanda, corbezzolo, rosmarino e salvia. Queste specie verranno impiegate nelle sistemazioni a verde, per la
mitigazione delle piscine, sui cigli e sulle scarpate e la loro collocazione sarà coerente con il contesto.
Sarà prevista la ricostituzione di una sistemazione terrazzata di versante con impianto di vite e olivo in coltura
promiscua, tipici degli agroecosistemi tradizionali.
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2. ANALISI DEI VINCOLI
2.1 BENI PAESAGGISTICI Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio” individua, in materia
paesaggistica, le seguenti aree vincolate:
“Aree tutelate per legge” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera b) e dell’art. 142, comma 1, del Codice.
“Immobili ed aree di notevole interesse pubblico” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera a) e dell’art.
136 del Codice.
Sull’argomento, come previsto dall'art. 143 del Codice, interviene anche il Piano di indirizzo territoriale della
Toscana con valore di Piano Paesaggistico che comprende e disciplina gli stessi vincoli.
Fonte Geoscopio Piano Paesaggistico
Come evidenziato nell’estratto, le aree di intervento non ricadono nel vincolo degli Immobili ed aree di notevole
interesse pubblico dell’art. 136 del Codice.
Per quanto riguarda le Aree Tutelate per Legge ai sensi dell’art. 142 i tematismi acquisiti dalla fonte regionale
indicano le aree interessate da fiumi, torrenti, corsi d’acqua di cui al comma 1 lettere c) ed estese aree boscate
comma 1 lettera g) .
Al fine di valutare l’area buffer del Fiume Pesa in rapporto alla cantina è stata elaborata una specifica tavola
TAV_VINCOLO_142 BUFFER VINCOLO PAESAGGISTICO D.lg 42/ 2004 art 142, comma c.
Come evidenzia l’art. 5 dell’Allegato 8b del Piano Paesaggistico la rappresentazione cartografica delle aree di
cui all’art. 142 lettere a), b), c), d), g) del Codice, per la metodologia utilizzata dalla Regione e per la natura
stessa dei beni, ha valore meramente ricognitivo, e deve essere verificata sulla base di quanto indicato nella
norma e nell’allegato 7B.
Le verifiche svolte in questa fase evidenziano che le aree di intervento sono sempre esterne alle aree boscate
rappresentate in scala 1:1000 e 1:4000 nelle Tav. AGR.2_REV01_2016 e AGR.3_REV01_2016.
Per la definizione della fascia di 150 m dal ciglio di sponda o dal piede dell’argine che definisce il vincolo dei
fiumi, dei torrenti e dei corsi d’acqua (art. 142 comma 1 lettere c) si faccia riferimento alla Tavola
TAV_VINCOLO_142 BUFFER VINCOLO PAESAGGISTICO D.lg 42/ 2004 art 142, comma c
In conclusione gli interventi non ricadranno comunque in area boscata mentre:
Intervento 1 – sembra ricadere interamente nel vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 comma c) del
Codice. Più precise verifiche saranno svolte in fase esecutiva
Intervento 2 – parte degli interventi ricadono nel vincolo di cui sopra. Più precise verifiche saranno svolte in
fase esecutiva
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Intervento 3 –secondo gli approfondimenti rilevabili dalla TAV_VINCOLO_142 BUFFER VINCOLO
PAESAGGISTICO D.lg 42/ 2004 art 142, comma c dello studio CJA, alla scala di piano attuativo, l’intervento
non ricade in area a vincolo paesaggistico.
2.2 VINCOLO IDROGEOLOGICO
La perimetrazione del vincolo idrogeologico segue i perimetri determinati ai sensi del RD 3267/1923 che si
integra con i vincoli di area indicati dalla Legge regionale 39/2000.
Estratto SIT Provincia di Siena.
Per la verifica del vincolo Idrogeologico ci siamo riferiti alla cartografia del SIT della Provincia di Siena.
Le tre aree oggetto di PAPMAA ricadono all’interno del Vincolo idrogeologico R.D. 3267/1923.
2.3 ALTRE AREE DI TUTELA AMBIENTALE Gli interventi proposti col PAPMAA ricadono nella zona SIR Monti del Chianti.
L’Unione europea, con specifiche direttive, ha individuato e disciplinato le ZONE NATURA 2000, nello
specifico: ZPS (Zone di Protezione Speciale) Direttiva 2009/147/CE, concernente la conservazione degli uccelli
selvatici e SIC (Siti di Importanza Comunitaria) Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli Habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. La Regione ha ampliato la propria rete ecologica di
siti, inserendo, oltre a SIC e ZPS, i cosiddetti SIR (siti di interesse regionale). Con il termine di Sito di
Importanza Regionale (SIR) si intende l'elenco completo dei siti della rete ecologica regionale (SIC + ZPS +
SIR). Estratto SIT Provincia di Siena.
Dall’analisi cartografica, risulta che l’intera area aziendale ricade nel sito di Importanza Regionale SIC/SIR
“Monti del Chianti” n. 88. Le analisi relative a tale area sono approfondite nella Valutazione di Incidenza. A
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seguito della presentazione di progetti di miglioramento fondiario con studio di incidenza la regione ha chiesto il
rilascio di aree ad evoluzione naturale dell’habitat 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande e prati
calcicoli.
Nella tabella A viene riassunto l’inquadramento delle aree oggetto di intervento, nell’ambito della vincolistica
comunitaria e nazionale e delle aree tutelate a fini conservazionistici.
TABELLA A
Vincoli e normativa comunitaria, nazionale e regionale NO
Int.1 e 2
SI
Int.1
e 2
NO
3
SI
3
Area soggetta a vincolo idrogeologico RD 3267/1923
Area vincolate Parte III D.Lgs 42/2004 art. 136 – Immobili ed aree di
notevole interesse pubblico
da
verificare
in fase
esecutiva
Area vincolate Parte III D.Lgs 42/2004 art. 142 – Aree tutelate per legge
Lett. a) territori costieri
Lett. b) territori contermini ai laghi
Lett. c) fiumi, torrenti, corsi d’acqua e relative sponde o piedi di argini in
parte da
verificare
in fase
esecutiva
in
parte
da
verificare
in fase
esecutiva
Lett. d) montagne eccedenti i 1200 metri
Lett. e) circhi glaciali
Lett. f) parchi, riserve naz. o reg. e altre aree protette
Lett. g) foreste e boschi
Lett. h) università agrarie e usi civici
Lett. i) zone umide
Lett. m) zone di interesse archeologico
Aree naturali protette
Aree nazionali – parchi, riserve
Aree regionali - parchi
Parchi e riserve naturali provinciali
Aree di interesse locale (ANPIL)
Siti di importanza regionale – SIC, SIR
Zone umide RAMSAR
Come già accennato il passaggio di scala e eventuali piccoli adeguamenti progettuali, potrebbero determinare
l’inclusione nel vincolo paesaggistico art. 142 comma 1 lettera c) delle trasformazioni. Per questo motivo si
verifica da subito la coerenza delle trasformazioni proposte con la disciplina dei beni paesaggistici.
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3. VERIFICA DI COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
La verifica di coerenza col Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana si riferisce all’integrazione
paesaggistica (di seguito Piano Paesaggistico), approvata nel 2015.
La verifica di coerenza con il PIT con valore Piano Paesaggistico è stata effettuata tenendo conto degli
elaborati di livello regionale (Disciplina del Piano, Disciplina dei Beni paesaggistici, Documento e relazione di
Piano) e di Ambito, facendo ampio riferimento alla scheda d’ambito n. 10 - Chianti.
3.1 LA STRUTTURA DEL PIT PPR
Il Codice dei beni culturali e del Paesaggio (D.lgs 42/2004) prevede che i Piani paesaggistici elaborino una
analisi complessiva dei paesaggi senza limitarsi a quelli di eccellenza e tenendo conto anche delle periferie e
delle campagne urbanizzate, delle lottizzazioni incrementali, delle aree dismesse e di quant’altro possa essere
classificato degrado.
L’obiettivo che si pone il PIT è quello di superare il concetto di tutela e codificare regole, capaci di anticipare e
indirizzare piani, programmi e progetti, per garantire il buon governo del paesaggio e delle sue trasformazioni.
Il piano è organizzato su due livelli:
regionale
ambito
Il livello regionale a sua volta è articolato in una parte che riguarda l’intero territorio regionale, trattato in
particolare attraverso il dispositivo delle “invarianti strutturali” con il relativo abaco mentre una parte riguarda
invece i “beni paesaggistici” formalmente riconosciuti in quanto tali.
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Il Codice prevede che il Piano Paesaggistico riconosca gli aspetti, i caratteri peculiari e le caratteristiche
paesaggistiche del territorio regionale, e ne delimiti i relativi ambiti, in riferimento ai quali predisporre specifiche
normative d’uso ed adeguati obiettivi di qualità.
Il PIT a seguito di una approfondita analisi ha individuato 20 Ambiti territoriali. Per la definizione degli ambiti,
sono stati in generale rispettati i confini comunali, con una sola eccezione (Castelnuovo Berardenga) dettata
dalla particolare configurazione territoriale.
Oltre a una cartografia identificativa degli ambiti, per ognuno, è stata redatta una scheda d’ambito articolata in
cinque sezioni. Pertanto la scheda di ambito si compone di un “profilo dell’ambito” sezione 1, di una estesa
“descrizione interpretativa” sezione 2 , di una parte dedicata alle “invarianti strutturali” sezione 3 come definite
dal PIT, di una “interpretazione di sintesi” sezione 4 e dalla “disciplina d’uso” sezione 5.
La sezione 3, dedicata alle invarianti strutturali e la sezione 5 verranno analizzate in maniera approfondita.
3.2 DISCIPLINA DEL PIANO
Il Piano Paesaggistico persegue, come esplicitato all’art. 1, la promozione e la realizzazione di uno sviluppo
socio-economico sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale attraverso:
la riduzione dell’impegno di suolo
la conservazione e il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari della identità sociale, culturale,
manifatturiera, agricola e ambientale del territorio.
L’art. 2 definisce la valenza del piano e la natura della disciplina indicando gli elementi che compresi nel piano
danno applicazione al Codice:
la ricognizione del territorio regionale, mediante l'analisi delle sue caratteristiche paesaggistiche impresse dalla natura, dalla storia e
dalle loro interrelazioni;
la ricognizione degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dell'articolo 136 del Codice, loro
delimitazione e rappresentazione in scala idonea alla identificazione, nonché determinazione delle specifiche prescrizioni d'uso ai
sensi dell'art. 138, comma 1, del Codice;
la ricognizione delle aree tutelate per legge, di cui all'articolo 142, comma 1, del Codice, la loro delimitazione e rappresentazione in
scala idonea alla identificazione, nonché determinazione di prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione dei caratteri
distintivi di dette aree e, compatibilmente con essi, la valorizzazione;
l'individuazione e delimitazione dei diversi ambiti di paesaggio, per ciascuno dei quali il Piano detta specifiche normative d'uso ed
attribuisce adeguati obiettivi di qualità;
l’analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio ai fini dell'individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del
paesaggio, nonché la comparazione con gli altri atti di programmazione, di pianificazione e di difesa del suolo;
la individuazione delle misure necessarie per il corretto inserimento, nel contesto paesaggistico, degli interventi di trasformazione del
territorio, al fine di realizzare uno sviluppo sostenibile delle aree interessate.
l’individuazione degli ulteriori contesti ai sensi dell’articolo 134 del Codice.
L’art. 3 illustra l’articolazione della disciplina del Piano che si compone di disposizioni riguardanti lo Statuto del
territorio e la Strategia dello sviluppo territoriale.
Il Titolo 2 , ai Capi I, II, III, IV e V, definisce, descrive e disciplina lo statuto del territorio toscano con specifica
attenzione al patrimonio territoriale ed alle sue invarianti ( art. 6 ed art. 7-12) e alle coerenze da ricercare di cui
tratteremo diffusamente.
Lo statuto del PIT riconosce come valore da assoggettare a disciplina di tutela e valorizzazione il patrimonio
territoriale della Toscana, inteso come l’insieme delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione fra
ambiente naturale e insediamenti umani, di cui è riconosciuto il valore per le generazioni presenti e future.
Il patrimonio territoriale è riconosciuto bene comune e come tale devono essere poste le condizioni per la sua
riproduzione, la sostenibilità degli usi. I principali elementi costitutivi del patrimonio territoriale sono:
a) la struttura idro-geomorfologica, che comprende i caratteri geologici, morfologici, pedologici, idrologici e
idraulici
b) la struttura ecosistemica, che comprende le risorse naturali aria, acqua, suolo ed ecosistemi della fauna e
della flora
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c) la struttura insediativa di valore storico-territoriale ed identitario, che comprende città e insediamenti minori,
sistemi infrastrutturali, artigianali industriali e tecnologici
d) la struttura agro-forestale, che comprende boschi, pascoli, campi e relative sistemazioni nonché i manufatti
dell’edilizia rurale.
Le invarianti strutturali che definiscono le regole generative del patrimonio territoriale sono identificate secondo
la seguente formulazione:
Invariante I - “I caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici”, definita
dall’insieme dei caratteri geologici, morfologici, pedologici, idrologici e idraulici del territorio;
Invariante II - “I caratteri ecosistemici del paesaggio”, definita dall’insieme degli elementi di valore ecologico e
naturalistico presenti negli ambiti naturali, seminaturali e antropici;
Invariante III - “Il carattere policentrico dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali”, definita dall’insieme delle
città ed insediamenti minori, dei sistemi infrastrutturali, produttivi e tecnologici presenti sul territorio;
Invariante IV - “I caratteri morfotipologici dei paesaggi rurali”, definita dall’insieme degli elementi che
strutturano i sistemi agroambientali.
L’articolo 12 ci ricorda che oltre agli strumenti della pianificazione e agli atti di governo del territorio, piani e
programmi che producono effetti territoriali perseguono gli obiettivi generali di cui agli articoli 7,8,9,11 e le
disposizioni richiamate all’articolo 10, pertanto il PAPMAA con valore di Piano Attuativo deve quindi rispettare
questi obiettivi.
Il Capo VII del Titolo 2 contiene un insieme di disposizioni sull'efficacia del Piano rispetto agli strumenti della
pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio vigenti, agli interventi da realizzarsi sugli immobili e
sulle aree sottoposti a tutela paesaggistica, sulla conformazione e sulla verifica degli strumenti di pianificazione
territoriale e degli atti di governo del territorio, sulla verifica dei piani attuativi e su specifici adempimenti indicati
dal codice oltre alle “Disposizioni transitorie” prevede una specifica procedura per i piani attuativi che
interessano beni paesaggistici, quale il nostro.
Articolo 23 - Verifica dei piani attuativi
comma 3. A far data dalla pubblicazione sul BURT dell’avviso di approvazione del presente Piano e fino alla verifica dell’avvenuta
conformazione o dell’avvenuto adeguamento dello strumento urbanistico, i Comuni trasmettono alla Regione gli atti relativi ai piani attuativi
non ancora approvati e relative varianti che interessano beni paesaggistici. La Regione provvede, entro sessanta giorni dal loro
ricevimento, a svolgere apposite conferenze di servizi con la partecipazione di tutti gli altri enti territoriali interessati, nonché dei competenti
uffici del Ministero, allo scopo di verificare il rispetto delle prescrizioni della specifica disciplina dei beni paesaggistici anche al fine di
semplificare il successivo procedimento autorizzativo. A seguito di esito positivo di tale verifica, il procedimento istruttorio per
l’autorizzazione paesaggistica ha ad oggetto la sola valutazione della conformità dei singoli interventi al piano attuativo.
Il Titolo 3 della Disciplina del Piano definisce la strategia dello sviluppo regionale fondata sullo sviluppo
sostenibile delle trasformazioni territoriali e socioeconomiche.
Il Capo II del Titolo 3, definisce i progetti di paesaggio e ne individua le finalità all’art. 34:
- costruire un sistema di corridoi paesaggistici di fruizione lenta da sviluppare lungo le principali strutture
ambientali e i principali itinerari storico-culturali;
- tutelare e valorizzare la rete infrastrutturale storica come elemento strutturale dei paesaggi regionali;
- garantire l’accessibilità diffusa a tutti i paesaggi regionali;
- favorire lo sviluppo diffuso e integrato delle diverse modalità di fruizione lenta del paesaggio.
Gli interventi di trasformazione proposti dall’azienda Fattoria Carleone di Castioglioni, devono essere coerenti
con lo Statuto del Piano Paesaggistico che definisce gli obiettivi di qualità generali e specifici delle quattro
invarianti strutturali, come interpretate nella Scheda d’ Ambito 10 – CHIANTI e nella relativa disciplina d’uso.
Il PAPMAA, come avremo modo di illustrare in questo elaborato per gli aspetti agroambientali, intervenendo nel
territorio rurale ed essendo finalizzato prevalentemente alla valorizzazione delle attività agricole, può dirsi
coerente con le strategie di sviluppo regionale espresse dal PIT.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 14
3.3 LA SCHEDA DI AMBITO
La verifica di coerenza con la scheda d’ambito viene redatta sulla base degli elementi più rilevanti ai fini della
verifica di coerenza ossia le quattro invarianti strutturali e la disciplina d’uso della scheda dell’Ambito 10
Chianti. Infatti, grazie ad un consolidato riconoscimento dei “principi generatori” del paesaggio, è possibile
individuare i principali elementi di indagine e compiere una “scomposizione” paesaggistica ai quattro cardini
dello statuto del paesaggio del PIT PPR 2015: le così dette invarianti strutturali2.
Per rendere più leggibili ed evidenti le coerenze ricercate, abbiamo inserito un’analisi paesaggistica che si
basa sull’articolazione delle singole invarianti con effetti sugli interventi agroambientali e rielabora le specificità
a scala territoriale idonea al programma aziendale e agli interventi proposti. Per fare questo abbiamo definito
un intorno della proprietà aziendale adeguato a evidenziare le dinamiche che regolano il paesaggio nei suoi
molteplici aspetti.
Di seguito vengono prese in esame le invarianti I,II, III e IV correlate agli elementi paesaggistici analizzati con
la seguente suddivisione:
1. Geomorfologici: Invariante I del PIT PPR
2. Ecologico-ambientali: Invariante II del PIT PPR
3. Storici, strutturali funzionali e visivo-percettivi: Invariante III del PIT PPR
4. Paesaggio agrario: Invariante IV del PIT PPR
3.3.1 Invarianti strutturali I - I caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici
e dei sistemi morfogenetici Ai sensi dell’Art. 7della Disciplina del Piano “i caratteri idrogeomorfologici dei sistemi morfogenetici e dei bacini
idrografici costituiscono la struttura fisica fondativa dei caratteri identitari alla base dell’evoluzione storica dei
paesaggi della Toscana. La forte geodiversità e articolazione dei bacini idrografici è all’origine dei processi di
territorializzazione che connotano le specificità dei diversi paesaggi urbani e rurali. Gli elementi che strutturano
l’invariante e le relazioni con i paesaggi antropici sono: il sistema delle acque superficiali e profonde, le
strutture geologiche, litologiche e pedologiche, la dinamica geomorfologica, i caratteri morfologici del suolo”.
L’obiettivo generale concernente l’invariante strutturale è l’equilibrio dei sistemi idrogeomorfologici mentre gli
obiettivi specifici sono da riferire ai morfotipi rilevati dalla Scheda di Ambito.
Descrizione strutturale
La maggior parte dalla struttura d’ambito è caratterizzata dal morfotipo sistema della collina a versanti dolci, in
particolare, le formazioni litostratigrafiche appartenenti alle Unità Liguri e a quelle della serie Toscana,
costituiscono il supporto del paesaggio percettivo, insediativo e rurale tipico del Chianti.
Gli interventi proposti con la variante al PAPMAA si collocano in una macro area costituita dal sistema
morfogenetico della Collina a versanti dolci delle Unità Liguri. La struttura dei suoli di tale area, caratteristica
preponderante di ambito, è fondata su “suoli piuttosto argillosi, ricchi di elementi grossolani e sottili anche per
effetto della prolungata coltivazione”.
Dinamiche di trasformazione
Si evidenzia come negli ultimi cinquanta anni le dinamiche socio-economiche abbiano profondamente influito
sul territorio del Chianti. La principale dinamica di trasformazione è costituita da un’elevata conversione da
oliveto a vigneto e da sistemi misti a sistemi viticoli specializzati.
2 1|1_invariante I: i caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici 1|2_invariante II: i caratteri ecosistemici dei paesaggi 1|3_invariante III: il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali 1|4_invariante IV: i caratteri morfotipologici dei sistemi agro ambientali dei paesaggi rurali
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Un’altra tendenza in atto rilevata dal PIT è rappresentata dalla costruzione di infrastrutture, soprattutto cantine,
in forma seminterrata.
In considerazione dei diversi valori sopra ricordati, gli interventi agronomici proposti con il PAPMAA, sono
finalizzati a ricostituire una maglia agraria in abbandono con il recupero della viabilità poderale storica, un
vigneto oliveto promiscuo, il ripristino di aree aperte. Anche i nuovi vigneti specializzati saranno realizzati con
tecniche atte e contenere al massimo l’erosione superficiale.
Al pari degli interventi edilizi quelli di sistemazione a verde tenderanno a integrarsi con il contesto circostante,
eventuali specie ornamentali saranno utilizzate solo nelle aree di stretta pertinenza, mentre si creerà un
raccordo con i coltivi o i margini boscati progettando sistemazioni a verde più estensive con siepi, specie
legnose di interesse agrario e nuclei arborati naturaliformi.
Valori
I valori individuati dall’invariante per questo ambito sono rappresentati dall’integrazione tra attività dell’uomo e
ambienti collinari rocciosi o acclivi, riconoscendo che la combinazione di questi elementi ha prodotto nel tempo
il paesaggio storico caratteristico del Chianti. L’azienda, grazie alla presenza attiva sul territorio e alla
considerevole azione di sviluppo dell’agricoltura, può essere considerata parte integrante di tale patrimonio e di
contributo al mantenimento dello stesso.
Criticità
Le criticità segnalate vertono prevalentemente sulla geologia segnalando il rischio di fenomeni di erosione
concentrata dei versanti che possano generare situazioni di instabilità gravitativa.
La realizzazione di tutti gli interventi agronomici ne terrà conto e si rinvia, per il resto, agli approfondimenti
geologici ed edilizi.
Carta dei sistemi morfogenetici
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ABACO Invariante I – Collina a versanti dolci delle Unità Liguri - Indicazioni per le azioni
Per il morfotipo caratteristico dell’area il Piano Paesaggistico individua le seguenti indicazioni per le azioni: - evitare interventi di trasformazione e di recupero che comportano alterazioni del deflusso superficiale e della stabilità dei versanti al fine
della prevenzione del rischio geomorfologico;
- favorire interventi di recupero delle opere di sistemazione idraulico-agraria con particolare riferimento alle aree caratterizzate da
abbandono rurale
Gli interventi di miglioramento fondiario e di impianto di nuovi vigneti saranno realizzati con particolare
attenzione alla stabilità dei versanti e alla regimazione dell’acque. Per gli altri approfondimenti si rinvia alla
Relazione Geologica di supporto e alla relazione paesaggistica dello studio CJA.
3.3.2 Invarianti strutturali II - I caratteri ecosistemici del paesaggio
AI sensi dell’ Art. 8 della disciplina “i caratteri ecosistemici del paesaggio costituiscono la struttura biotica dei
paesaggi toscani. Questi caratteri definiscono nel loro insieme un ricco ecomosaico, ove le matrici dominanti
risultano prevalentemente forestali o agricole, cui si associano elevati livelli di biodiversità e importanti valori
naturalistici. L’obiettivo generale concernente l’invariante (…) è l’elevamento della qualità ecosistemica del
territorio regionale, ossia l’efficienza della rete ecologica, la permeabilità ecologica del territorio nelle sue
diverse articolazioni, l’equilibrio delle relazioni fra componenti naturali, seminaturali e antropiche
dell’ecosistema.”
Descrizione strutturale
L’ambito del Chianti “è relativamente omogeneo, costituito prevalentemente dal paesaggio collinare nel settore
centrale e montano in quello orientale”.
Dinamiche di trasformazione
In questo territorio si evidenza come il fenomeno dello spopolamento delle campagne e il conseguente
abbandono delle coltivazioni abbia interessato principalmente le zone montane mentre nelle zone collinari e
basso montane le attività agricole sono ben rappresentate grazie allo sviluppo del settore vitivinicolo e di quello
turistico e agrituristico.
La ricostituzione di una maglia agraria in abbandono con il recupero della viabilità poderale storica, un vigneto
oliveto promiscuo con una sistemazione terrazzata , il ripristino di aree aperte sono coerenti con gli indirizzi di
miglioramento della qualità ecosistemica del paesaggio. Questo approccio sarà utilizzato anche nella
sistemazione delle aree verdi
Valori
La scheda individua i seguenti elementi di valore ecosistemico che commentiamo nella analisi paesaggistica
dell’invariante:
ecosistemi forestali
ecosistemi agropastorali
ecosistemi fluviali e aree umide
ecosistemi arbustivi e macchie
aree di valore conservazionistico
Criticità
Le principali criticità dell’ambito sono legate ai processi di abbandono e di ricolonizzazione arbustiva di
ambienti agricoli e pascolivi nelle zone alto collinari e montane e ai processi di artificializzazione del territorio
collinare e di fondovalle. Questi ultimi processi sono legati alla intensa diffusione dei vigneti specializzati, a
discapito di seminativi e di prati pascolo, e ai fenomeni di urbanizzazione dei fondovalle. Pur prendendo atto
del contributo positivo della diffusione di colture specializzate, che ha consentito di arginare i fenomeni di
abbandono, in un contesto di elevato valore naturalistico e paesaggistico, questo ha tuttavia determinato, nel
caso di impianti di grandi estensione una modifica della maglia agraria e delle caratteristiche delle sistemazioni
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idraulico-agrarie a terrazzo, con una riduzione degli elementi vegetali lineari o puntuali e degli agroecosistemi
tradizionali e di alto valore naturalistico.
Carta della rete ecologica
ABACO Invariante II – Matrice agrosistemica collinare - Indicazioni per le azioni
Per la matrice agroecosistemica collinare caratteristico dell’area, il Piano Paesaggistico individua le seguenti
indicazioni per le azioni:
- Riduzione dei processi di consumo di suolo agricolo a opera dell’urbanizzato diffuso e delle infrastrutture.
- Miglioramento della permeabilità ecologica delle aree agricole anche attraverso la ricostituzione degli elementi vegetali lineari e
puntuali e la creazione di fasce tampone lungo gli impluvi. (…)
- Mantenimento e/o recupero delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante (terrazzamenti, ciglionamenti, ecc.) e della tessitura
agraria.
- Aumento dei livelli di sostenibilità ambientale delle attività agricole intensive anche mediante la ricostituzione/riqualificazione delle
dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati, alberi camporili).
- Mitigazione degli effetti delle trasformazioni di aree agricole tradizionali in vigneti specializzati, vivai o arboricoltura intensiva, con
particolare riferimento alle matrici agricole con funzione di connessione tra nodi/matrici forestali.
- Riduzione degli impatti dell’agricoltura intensiva sul reticolo idrografico e sugli ecosistemi fluviali, lacustri e palustri, promuovendo
attività agricole con minore consumo di risorse idriche e minore utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari (con particolare riferimento
alle aree critiche per la funzionalità della rete ecologica e comunque in prossimità di ecosistemi fluviali e aree umide di interesse
conservazionistico)
Con il PAPMAA si propone il recupero complessivo delle aree agricole abbandonate contrastando proprio le
criticità sopraesposte. Si prevede inoltre una certa diversificazione delle colture, i vigneti specializzati saranno
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 18
realizzati in aree a pendenza limitata, saranno realizzate piccole superfici a seminativo e orto ed alcuni
terrazzamenti in località San Giovanni a Castiglioni con la realizzazione di un impianto promiscuo di vite e olivo.
L’approccio progettuale dell’azienda per la realizzazione dei vigneti è mirato ad assecondare la morfologia del
terreno ed evitare lo stravolgimento della maglia agraria. La permeabilità ecologica sarà favorita dalla presenza
di siepi e corridoi ecologici con lo scopo di mantenere una complessità della maglia agraria e favorire la
biodiversità.
3.3.3 Invarianti strutturali III - Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi
insediativi urbani e infrastrutturali AI sensi dell’ Art. 9 della disciplina “il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, infrastrutturali e
urbani costituisce la struttura dominante del paesaggio toscano, risultante dalla sua sedimentazione storica dal
periodo etrusco fino alla modernità. Questo policentrismo è organizzato in reti di piccole e medie città la cui
differenziazione morfotipologica risulta fortemente relazionata con i caratteri idrogeomorfologici e rurali. Questa
struttura, invarianti nel lungo periodo, è stata solo parzialmente compromessa dalla diffusione recente di
modelli insediativi centro-periferici. L’elevata qualità funzionale e artistico-culturale dei diversi sistemi insediativi
e dei manufatti che li costituiscono, nonché la complessità delle relazioni interne ed esterne a ciascuno,
rappresentano pertanto una componente essenziale della qualità del paesaggio toscano, da salvaguardare e
valorizzare rispetto a possibili ulteriori compromissioni. L’obiettivo generale concernente l’invariante (…) è la
salvaguardia e valorizzazione del carattere policentrico e delle specifiche identità paesaggistiche di ciascun
morfotipo insediativo che vi concorre.”
Descrizione strutturale
La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata prevalentemente dal morfotipo insediativo n. 5 “Morfotipo
insediativo a maglia del paesaggio storico collinare” (Articolazione territoriale 5.5 “Chianti fiorentino e senese” e
parte dell’articolazione 5.4 “La Valdelsa”).
I maggiori insediamenti del sistema policentrico “a maglia” sono generalmente di origine medievale e si tratta di
un sistema insediativo e produttivo sorto per connettere fra loro diversi tipi di risorse e di attività produttive.
Seguono secondo la scala gerarchica i borghi fortificati, le pievi, le grandi ville e castelli signorili e le fattorie,
secondo le regole insediative del sistema delle ville-fattoria. Nel sistema a pettine delle ville fattoria la viabilità
di crinale è collegata alle principali aste fluviali della Greve e della Pesa e alle strade di fondovalle da una
viabilità “a pettine” disposta lungo i crinali secondari, con ulteriori ramificazioni verso le piccole valli intercluse.
Sul crinale è collocata la Villa-fattoria, o il castello, connessa, attraverso il suddetto sistema di percorsi, alle
case coloniche dei poderi collocate solitamente sui controcrinali, a mezzacosta, e al mulino del fondovalle.
“Il paesaggio ha attualmente un aspetto che è insieme agricolo e urbano, caratterizzato dall’agricoltura
specializzata nell’olivo e nella vite, e da un diffuso insediamento sparso e centri abitati maggiori sulle alture.”
Dinamiche di trasformazione
Il sistema insediativo storico costituito da borghi e castelli e ville fattoria in posizione dominante e da case
coloniche dei poderi nei controcrinali costituisce un carattere identitario ancora riconoscibile.
Valori
la struttura insediativa storica caratteristica del sistema della villa-fattoria;
la persistenza della trama insediativa della villa-fattoria strutturata da piccoli borghi rurali e ville-fattorie
sviluppate sui crinali in corrispondenza di edifici rilevanti (castelli, pievi, chiese) ed in corrispondenza della
viabilità principale, il sistema delle case coloniche sul podere, i mulini e i mercatali;
elevato valore paesaggistico ed identitario della rete della viabilità storica e della fitta rete di viabilità minore
e poderale ancora perfettamente riconoscibile;
elevato valore paesaggistico delle pendici collinari della struttura profonda del territorio, con conservazione
delle relazioni fra centri abitati, insediamento sparso e campagna, in termini funzionali e dal punto di vista
della morfologia territoriale.
Criticità
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Costituisce criticità la pressione insediativa che, nelle zone pianeggianti di fondovalle, ha causato fenomeni di
considerevole urbanizzazione e di industrializzazione. Questa criticità non riguarda il contesto in esame.
Inoltre si considera criticità la perdita delle relazioni territoriali complesse tra ville, fattorie, poderi e mulini, con
processi di deruralizzazione e di conversione di ville, poderi e mulini in residenze attraverso interventi di
ristrutturazioni, demolizioni, e frazionamenti sui manufatti tipici del sistema mezzadrile e sulle ville che
trasformano in tutto o in parte l’originale organismo edilizio non rispettandone la struttura morfotipologica e le
caratteristiche distributive, formali e costruttive.
Questo fenomeno è limitato nell’area oggetto di analisi e non interessa il Programma di Miglioramento che si
indirizza proprio nel mantenere il collegamento tra attività agricole produttive, strutture storiche e nuove
strutture
ABACO Invariante III – Morfotipo insediativo policentrico a maglia del paesaggio storico collinare –
Indicazioni per le azioni
Per il Morfotipo insediativo policentrico a maglia del paesaggio storico collinare caratteristico dell’area, il Piano
Paesaggistico individua le seguenti indicazioni per le azioni:
- Salvaguardare e valorizzare il carattere policentrico reticolare del sistema insediativo collinare, e l’identità culturale, urbana e sociale
dei centri principali, delle frazioni minori e dei nodi periferici e marginali e le peculiarità dei relativi giacimenti patrimoniali.
- Tutela dell’integrità morfologica dei centri, nuclei, aggregati storici ed emergenze storiche, dei loro intorni agricoli e degli scenari da
essi percepiti nonché delle visuali panoramiche da e verso tali insediamenti; in particolare:
o evitare intrusioni visuali sui profili collinari di valore storico architettonico;
o evitare ulteriori processi di urbanizzazione diffusa lungo i crinali;
o mitigare l’impatto paesaggistico delle urbanizzazioni recenti;
o prevedere specifiche misure per il corretto inserimento progettuale dei nuovi interventi nel contesto insediativo e
paesaggistico esistente, dal punto di vista urbanistico, architettonico e visuale;
- Tutela e riqualificazione della maglia e della struttura insediativa storica caratteristica del sistema della villa-fattoria, con azioni di riuso
e riqualificazione, che ne rispettino i tipi edilizi, senza ulteriori addizioni che compromettano la percezione d’insieme;
- Tutela delle relazioni funzionali e paesaggistiche fra edilizia rurale e sistemi produttivi agrari, evitando la separazione fra edificio e
fondo agricolo e privilegiandone il riuso in funzione di attività connesse all’agricoltura;
- Mantenere e valorizzare la fitta rete di viabilità minore e interpoderale di matrice storica, ivi comprese le relative alberature e siepi e i
manufatti di valenza storico testimoniale;
- Evitare ulteriori urbanizzazioni di fondovalle e riqualificare le riviere fluviali.
L’intervento proposto non incide né per intenti né per dimensioni sul carattere reticolare policentrico insediativo
collinare. Vengono invece valorizzate le emergenze storiche presenti mediante la ristrutturazione e la
riqualificazione degli edifici esistenti di proprietà dell’azienda , ripristinati alcuni antichi tracciati viari e vengono
altresì recuperati i terreni agricoli intorno, mediante il recupero di alcuni terreni in stato di abbandono e la loro
conversione a vigneto, oliveto e seminativo. L’incremento delle superfici vitate che si sommano a quelle
esistenti fa emergere la necessità di realizzare una cantina, la sua localizzazione è stata studiata in maniera
tale da evitare intrusioni visuali sui profili collinari e rispetto al contesto insediativo esistente essendo
posizionata in una valle chiusa da due lati. La cantina di modeste dimensioni contribuendo anche alla
valorizzazione economica dell’azienda mantiene e tutela le relazioni funzionali tra l’edilizia rurale e i sistemi
produttivi agrari.
3.3.4 Invarianti strutturali IV - I caratteri morfotipologici dei paesaggi rurali AI sensi dell’ Art. 11 della disciplina “I caratteri identitari dei paesaggi rurali toscani, pur nella forte
differenziazione che li caratterizza, presentano alcuni caratteri invarianti comuni: il rapporto stretto e coerente
fra sistema insediativo e territorio agricolo; la persistenza dell'infrastruttura rurale e della maglia agraria storica,
in molti casi ben conservate; un mosaico degli usi del suolo complesso alla base, non solo dell’alta qualità del
paesaggio, ma anche della biodiversità diffusa sul territorio. L’obiettivo generale concernente l’invariante (…) è
la salvaguardia e valorizzazione del carattere multifunzionale dei paesaggi rurali regionali, che comprendono
elevate valenze estetico-percettive, rappresentano ì importanti testimonianze storico-culturali, svolgono
insostituibili funzioni di connettività ecologica e di presidio dei suoli agroforestali, sono luogo di produzioni agro-
alimentari di qualità e talvolta di eccellenza, costituiscono una rete di spazi aperti potenzialmente fruibile dalla
collettività, oltre a rappresentare per il futuro una forte potenzialità di sviluppo economico.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 20
Tale obiettivo viene perseguito mediante:
a) il mantenimento della relazione che lega paesaggio agrario e sistema insediativo (leggibile alla scala
urbana, a quella dell’insediamento accentrato di origine rurale, delle ville-fattoria, dell’edilizia specialistica
storica, dell’edilizia rurale sparsa) attraverso la preservazione dell’integrità morfologica dei suoi elementi
costitutivi, il mantenimento dell’intorno coltivato, e il contenimento di ulteriori consumi di suolo rurale;
b) il mantenimento della continuità della rete di infrastrutturazione rurale (data dal sistema della viabilità
minore, della vegetazione di corredo e delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante e di piano) per le funzioni
di organizzazione paesistica e morfologica, di connettività antropica ed ecologica, e di presidio idrogeologico
che essa svolge anche nel garantire i necessari ammodernamenti funzionali allo sviluppo agricolo;
c) prevedendo, per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria, una
rete di infrastrutturazione rurale articolata, valutando, ove possibile, modalità d’impianto che assecondino la
morfologia del suolo e l’interruzione delle pendenze più lunghe anche al fine di contenere i fenomeni erosivi;
d) la preservazione nelle trasformazioni dei caratteri strutturanti i paesaggi rurali storici regionali, attraverso: la
tutela della scansione del sistema insediativo propria di ogni contesto discendente da modalità di
antropizzazione storicamente differenziate); la salvaguardia delle sue eccellenze storico-architettoniche e dei
loro intorni paesistici;l’incentivo alla conservazione delle colture d’impronta tradizionale in particolare ove esse
costituiscono anche nodi degli agro-ecosistemi e svolgono insostituibili funzioni di contenimento dei versanti; il
mantenimento in
efficienza dei sistemi di regimazione e scolo delle acque di piano e di colle;
e) la tutela dei valori estetico-percettivi e storico-testimoniali del paesaggio agrario pianificando e
razionalizzando le infrastrutture tecnologiche, al fine di minimizzare l’impatto visivo delle reti aeree e dei
sostegni a terra e contenere l’illuminazione nelle aree extraurbane per non compromettere la naturale
percezione del paesaggio notturno;
f) la tutela degli spazi aperti agricoli e naturali con particolare attenzione ai territori periurbani; la creazione e il
rafforzamento di relazioni di scambio e reciprocità tra ambiente urbano e rurale con particolare riferimento al
rapporto tra produzione agricola della cintura periurbana e mercato urbano; la messa a sistema degli spazi
aperti attraverso la ricostituzione della continuità della rete ecologica e la realizzazione di reti di mobilità dolce
che li rendano fruibili come nuova forma di spazio pubblico.”
Descrizione strutturale
Il paesaggio rurale chiantigiano rappresenta una delle immagini archetipiche della campagna toscana,
consacrata attraverso processi di estetizzazione relativamente recenti come icona paesistica di indiscusso
valore percettivo.
Dinamiche di trasformazione
I paesaggi collinari caratterizzati dai morfotipi 12, 16 e 18, presentano un grado piuttosto elevato di integrità dei
caratteri strutturanti come la copertura boschiva disposta sulle groppe collinari e sui suoli meno vocati all’uso
agricolo per pendenze, esposizione, composizione dei suoli. Rari e circoscritti i fenomeni di abbandono dei
coltivi, limitati a poche aree periferiche, prossime alla dorsale del Monti del Chianti. Più problematica la
manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie.
Una trasformazione indotta dall’industria vitivinicola è la realizzazione di grandi cantine che, al pari di ogni altra
edificazione, possono modificare in maniera più o meno virtuosa il paesaggio in cui si inseriscono. Un’altra
dinamica di trasformazione diffusa nel territorio rurale è il cambiamento di destinazione d’uso dei manufatti
architettonici - la cui proprietà viene spesso separata dalla proprietà dei terreni.
Nella tavola PAE.3_REV01_2016 abbiamo condotto una analisi del contesto specifico che ha anche ispirato le
sistemazioni ambientali.
Valori
Il territorio collinare del Chianti, coincide per gran parte della sua estensione con paesaggi rurali di eccezionale
valore paesaggistico. Si riconosce l’integrità della struttura fondativa, l’intensità delle coltivazioni tradizionali,
l’articolazione e la complessità della rete di infrastrutturazione rurale data da viabilità poderale, le sistemazioni
idraulico-agrarie e la vegetazione di corredo della trama dei coltivi.
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Gli impianti viticoli più recenti mostrano una cura maggiore degli aspetti paesaggistici, con pendenze ridotte
dall’introduzione di grandi muri a secco realizzati con mezzi meccanici o da scarpate rese più gradevoli
dall’inserzione di piante di corredo, appezzamenti di dimensione contenuta e un buon livello di
infrastrutturazione ecologica e paesaggistica data da siepi, filari, vegetazione di corredo posti sulla viabilità
poderale e sui confini dei campi.
Criticità
Rappresenta una criticità del sistema collinare lo stato di degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie
rappresentando un ulteriore problema per i suoli già soggetti a rischi erosivi.
Carta dei morfotipi rurali
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ABACO Invariante IV - Morfotipo della viticoltura - Indicazioni per le azioni
Per il Morfotipo della viticoltura caratteristico dell’area, il Piano Paesaggistico individua le seguenti indicazioni
per le azioni:
1) La creazione di una maglia agraria e paesaggistica di scala
medio-ampia articolata e diversificata da conseguire mediante:
PROPOSTA PAPMAA
un’accurata progettazione della forma e dell’orientamento dei campi
che, nelle nuove riorganizzazioni dei coltivi, potranno assumere
dimensioni maggiori rispetto a quelle tipiche della maglia agraria storica
purché siano morfologicamente coerenti con il contesto;
Nel PAPMAA si prevede un miglioramento della maglia dei
campi e gli interventi colturali che rispettano la struttura del
paesaggio.
la realizzazione di confini degli appezzamenti che tendano ad
armonizzarsi con le curve di livello;
La realizzazione di nuovi vigneti viene fatta tenendo conto degli
elementi strutturanti il territorio, assecondando la morfologia del
terreno.
la tutela degli elementi dell’infrastruttura rurale storica ancora presenti e
del relativo equipaggiamento vegetazionale (sistemazioni idraulico-
agrarie, viabilità poderale e interpoderale e relativo corredo
vegetazionale);
Rispetto agli interventi previsti gli elementi dell’infrastruttura
rurale saranno tutelati e valorizzati. L’intervento di ripristino
della viabilità di connessione tra i due nuclei edificati di proprietà
dell’azienda viene effettuato nel rispetto del vecchio percorso
escludendo solo il guado del torrente.
la costituzione di una rete di infrastrutturazione paesaggistica ed
ecologica continua e articolata da conseguire anche mediante la
piantumazione di alberature e siepi arbustive a corredo dei nuovi tratti
di viabilità poderale e interpoderale, dei confini dei campi e dei fossi di
scolo delle acque. È inoltre opportuno introdurre alberi isolati o a gruppi
nei punti nodali della maglia agraria;
Gli interventi di miglioramento ambientale tenderanno a mitigare
l’impatto delle nuove strutture rurali ricostituendo o rafforzando
alcuni dei corridoi ecologici esistenti. Si prevede l’impianto di
specie arboree ed arbustive locali (olivi, lecci/ roverelle/ cerri,
aceri campestri, cipressi e arbusti locali) al fine di mitigare
l’impatto delle strutture funzionali e di ricostituire o rafforzare le
reti di connettività ecologica.
il conseguimento di una maggiore diversificazione colturale mediante la
manutenzione e, dove possibile, l’introduzione di altri tipi di colture in
sostituzione di parti a vigneto male localizzate;
Il progetto imprenditoriale si basa sulla produzione di vino. È
quindi inevitabile un orientamento alla realizzazione di alcuni
vigneti specializzati che saranno realizzati in zone a pendenza
contenuta o con sistemazioni agrarie tradizionali
la conservazione delle estensioni boscate e delle fasce di vegetazione
spontanea presenti (es.: vegetazione riparia). In particolare è opportuno
incrementare l’equipaggiamento vegetale dei corsi d’acqua nei tratti che
ne sono sprovvisti con la finalità di favorire la connettività ecologica.
Non sono previsti interventi di trasformazione di aree boscate. Il
bosco sarà sottoposto alla ordinaria gestione selvicolturale
2) Il contenimento dei fenomeni erosivi mediante: PROPOSTA PAPMAA
il mantenimento della funzionalità e dell’efficienza del sistema di
regimazione idraulico-agraria e di contenimento dei versanti, da
conseguire sia attraverso la conservazione e manutenzione delle opere
esistenti, sia tramite la realizzazione di nuovi manufatti di pari efficienza
coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali,
finiture impiegate;
I vigneti vengono realizzati sulla base di una progettazione
attenta soprattutto alla stabilità idrogeologica. Si ricorre a idonei
sistemi di drenaggio e regimazione delle acque e la
realizzazione consentirà di mettere in atto buone pratiche
agronomiche di contrasto all’erosione quali l’inerbimento.
Si provvede inoltre al recupero delle sistemazioni tradizionale
mediante la realizzazione di terrazzamenti, la salvaguardia dei
margini boscati e le formazioni lineari di collegamento
vegetazionale e al recupero dei terreni marginali destinati
altrimenti all’abbandono anche con l’inserimento di
gradonamenti (cigli).
per i vigneti di nuova realizzazione o reimpianti, l’interruzione della
continuità della pendenza nelle sistemazioni a rittochino tramite
l’introduzione di scarpate, muri a secco o altre sistemazioni di versante,
valutando ove possibile l’orientamento dei filari secondo giaciture che
assecondano le curve di livello o minimizzano la pendenza.
Nella realizzazione dei vigneti è sempre stato previsto
l’inserimento di interruzioni per contenere la lunghezza dei filari
e quindi i processi erosivi e la suddivisione delle superfici vitate
in più corpi di vigneto per assecondare la morfologia del terreno
ed evitare lo stravolgimento della maglia agraria.
3) La tutela della relazione di coerenza morfologica e percettiva tra
sistema insediativo e paesaggio agrario. In particolare è
opportuno:
PROPOSTA PAPMAA
preservare l’integrità dei nuclei storici collinari evitando consistenti
alterazioni morfologiche della loro struttura d’impianto. Si raccomanda
inoltre di preservare le corone di oliveti o di altre colture d’impronta
tradizionale che tipicamente contornano nuclei storici, aggregati rurali e
case sparse;
Il progetto ha mantenuto la struttura originaria del nucleo
storico.
nella progettazione di cantine e altre infrastrutture e manufatti di
servizio alla produzione agricola, perseguire la migliore integrazione
La scelta localizzativa della cantina si è orientata su un’area a
bassa intervisibilità, dotata di una morfologia che ne
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paesaggistica valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e
con gli assetti idrogeologici ed evitando soluzioni progettuali che
interferiscano visivamente con gli elementi del sistema insediativo
storico, anche ricorrendo, ove possibile, all’impiego di edilizia eco-
compatibile.
permettesse un elevato interramento tale da avere una
interferenza visiva minima con gli elementi del sistema
insediativo storico.
In tal modo si è molto mitigato l’effetto visivo di una struttura
produttiva.
ABACO Invariante IV - Morfotipo del mosaico collinare a oliveto e vigneto prevalenti - Indicazioni per le
azioni
1) Preservare la leggibilità della relazione morfologica,
dimensionale, percettiva e quando possibile funzionale tra sistema
insediativo storico e tessuto dei coltivi mediante:
PROPOSTA PAPMAA
la tutela dell’integrità morfologica dei nuclei storici evitando espansioni
che ne alterino la struttura d’impianto
Il progetto ha mantenuto la struttura originaria del nucleo
storico.
la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa nel
paesaggio agrario. In particolare è necessario preservare la leggibilità
della struttura insediativa storica d’impronta mezzadrile fondata sul
sistema della fattoria appoderata, che lega strettamente edilizia rurale e
coltivi
la conservazione degli oliveti o di altri coltivi che contornano e
sottolineano viabilità di crinale e insediamenti storici, in modo da
definire almeno una corona o una fascia di transizione rispetto alla
copertura boschiva.
È previsto l’impianto di un oliveto promiscuo e di olivi lungo la
viabilità.
2) Preservare, ove possibile, i caratteri di complessità,
articolazione e diversificazione tipici della maglia agraria
d’impronta tradizionale attraverso le seguenti azioni
PROPOSTA PAPMAA
nelle ristrutturazioni agricole, la conservazione degli elementi
dell’infrastruttura rurale storica (con particolare riferimento alle
sistemazioni idraulico-agrarie e alla viabilità poderale e interpoderale) o
la realizzazione di nuovi percorsi e manufatti che preservino la
continuità e l’integrità della rete
Il progetto prevede il ripristino di una viabilità interpoderale.
favorire la permanenza della diversificazione colturale
data dall’alternanza tra oliveti, vigneti e seminativi (…)
L’azienda prevede l’impianto di vite e olivo in coltura promiscua
e la rimessa a coltura di piccoli appezzamenti a seminativo, si
mantiene l’alternanza tra le diverse colture.
una gestione delle aree boscate finalizzata a preservare
i boschi di valore patrimoniale e a contenere l’espansione della
boscaglia sui terreni scarsamente manutenuti;
Non sono previsti interventi di trasformazione di aree boscate.
la conservazione - o la creazione ex novo nei punti della maglia che
risultano maggiormente carenti di una rete di infrastrutturazione
paesaggistica ed ecologica data da siepi, alberature, filari, lingue e
macchie di vegetazione non colturale poste a corredo dei confini dei
campi e della viabilità
È prevista la ricostituzione di siepi, filari e macchie di
vegetazione al fine di mitigare l’impatto delle strutture funzionali
e di ricostituire o rafforzare le reti di connettività ecologica.
la manutenzione della viabilità secondaria poderale e interpoderale e
della sua vegetazione di corredo per finalità sia di tipo funzionale che
paesaggistico (…).
Lungo la viabilità saranno inseriti siepi e alberi coerenti con il
territorio.
3.3.5 Indirizzi per le politiche
La scheda di Ambito oltre alla interpretazione di sintesi e alla individuazione delle principali criticità fornisce gli
indirizzi per le politiche. Come precedentemente indicato il territorio di nostro interesse rientra nelle aree del
sistema della Collina e possiamo considerare una sostanziale coerenza anche sugli indirizzi.
“Nelle aree riferibili ai sistemi della Collina (vedi la cartografia dei sistemi morfogenetici):
4. tutelare l’integrità morfologica e percettiva dei centri collinari che rappresentano emergenze visuali di valore
paesaggistico e storico-culturale, le loro relazioni con gli intorni agrari, le visuali panoramiche e i rapporti di
reciproca intervisibilità. A tal fine è necessario evitare ulteriori processi di urbanizzazione diffusa lungo i crinali e
sui versanti e garantire che le nuove trasformazioni non alterino i caratteri percettivi dell’insediamento storico e
del suo intorno paesaggistico ma si pongano in continuità e coerenza con essi (skyline urbani, trame agrarie e
poderali, filari alberati);
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5. favorire iniziative e programmi volti a salvaguardare e riqualificare la struttura insediativa storica
caratteristica del sistema della villa-fattoria, con azioni di riuso e riqualificazione che ne rispettino i tipi edilizi,
senza ulteriori addizioni che compromettano la percezione d’insieme. In quest’ottica vanno tutelate anche le
relazioni funzionali e paesaggistiche fra edilizia rurale e sistemi produttivi agrari, privilegiando il riuso in
funzione di attività connesse all’agricoltura;
6. valorizzare la conservazione attiva degli oliveti, dei seminativi, delle rare testimonianze di prati pascolo, degli
elementi vegetali lineari o puntuali (siepi, filari alberati, ecc.) e della loro caratteristica mosaicatura con i vigneti
e superfici forestali, promuovendo una diversificazione
che assicuri la continuità ecologica dei boschi e di ridurre il valore paesaggistico complessivo dell’area;
7. favorire il mantenimento della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza
storico-testimoniale;
8. favorire il mantenimento, anche attraverso adeguati sostegni, degli elementi di impronta tradizionale presenti
nei sistemi colturali che si contraddistinguono per la loro multifunzionalità in termini di valore estetico-percettivo,
storico-testimoniale, ecologico, di presidio idrogeologico
e conservazione dei suoli (ciò in relazione alla presenza e all’efficienza di terrazzamenti, muri a secco e altre
sistemazioni di versante);
9. salvaguardare i versanti, in particolare quelli interessati da estese piantagioni arboree, anche favorendo
l’adozione di metodi colturali e sistemi d’impianto atti a contenere l’erosione del suolo;
10. per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria sono da
privilegiare:
soluzioni che garantiscano la funzionalità del sistema di regimazione idraulico-agraria e di
contenimento dei versanti, con sistemazioni coerenti con il contesto paesaggistico;
soluzioni che prevedano adeguate dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati) in grado di migliorarne i
livelli di permeabilità ecologica;
11. adottare misure atte a limitare l’impermeabilizzazione, nei sistemi di Collina su depositi neo-quaternari a
livelli resistenti, per non ostacolare la ricarica dei corpi acquiferi; (…)”
3.3.6 Disciplina d'uso L'interpretazione di sintesi del PIT è stata elaborata come una verifica comparata della disciplina d’uso della
Scheda di Ambito e gli interventi proposti letti anche nella loro dimensione paesaggistica.
Tu
tela
re,
riq
ualif
icare
e v
alo
rizzare
la
str
uttura
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sedia
tiva d
i lu
nga d
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tem
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fatt
oria
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ta,
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ett
am
ente
le
gato
al paesaggio
agra
rio
Obiettivi di qualità e direttive – Obiettivo 1
PROPOSTA PAPMAA
1.1 - mantenere la leggibilità della struttura insediativa di
crinale, evitando nuove espansioni che alterino l’integrità
morfologica e percettiva dei nuclei storici, nonché la loro
relazione con il supporto geomorfologico; tutelare, altresì,
le visuali panoramiche che traguardano tali insediamenti e i
rapporti di reciproca intervisibilità;
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA
1.2 - tutelare l’integrità morfologica e architettonica degli
aggregati minori e dei manufatti edilizi di valore
storico/testimoniale o di carattere tradizionale (pievi, borghi
e fortificazioni, ville-fattoria, case coloniche), e la relazione
tra questi e il loro intorno territoriale, anche evitando la
separazione fra edifici e fondo agricolo;
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA
Le sistemazioni a verde richiamano quelle tradizionali dei
poderi e gli elementi formali saranno introdotti solo nelle
strette pertinenze degli edifici per sottolineare o integrare e
sistemazioni esterne.
Il passaggio tra sistemazioni a verde formali e aree coltivate
sarà progressivo evitando accentuate cesure.
1.3 - tutelare le relazioni fra viabilità storica e supporto
geomorfologico, assicurando che eventuali modifiche del
tracciato stradale posto sulle dorsali mantengano una
posizione di crinale e si adattino alla morfologia del
terreno. Tutelare e riqualificare le relazioni tra viabilità
storica e territorio agricolo mediante la conservazione o
ricostituzione del corredo arboreo, dei manufatti minori,
delle opere di sostegno dei versanti;
La viabilità storica sarà ricostituita o recuperata ricostituendo
i corredi arborei tipici.
1.4 – OMISSIS..
1.5 - assicurare che i nuovi interventi: Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 25
siano opportunamente inseriti nel contesto
paesaggistico senza alterarne la qualità
morfologica e percettiva;
siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori e
altezze; rispettino le regole insediative e
architettoniche storiche;
tengano conto della qualità delle visuali, degli
scorci paesistici e dei punti panoramici;
contribuiscano all’incremento degli spazi pubblici
in termini di quantità e qualità morfologica.
CJA
1.6 - nella progettazione di infrastrutture e altri manufatti
permanenti di servizio alla produzione anche agricola,
perseguire la migliore integrazione paesaggistica
valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e
con gli assetti idrogeologici ed evitando soluzioni
progettuali che interferiscano visivamente con gli elementi
del sistema insediativo storico;
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA
1.7 - favorire il potenziamento di una rete di fruizione lenta
del territorio, valorizzando viabilità minore e sentieri
esistenti, compresi i percorsi di fondovalle, e qualificando
nuclei storici e borghi rurali come nodi e punti di sosta di un
sistema di itinerari.
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA
Obiettivi di qualità e direttive – Obiettivo 2 PROPOSTA PAPMAA
2.1 - valorizzare i caratteri del paesaggio chiantigiano
favorendo il mantenimento di un’agricoltura innovativa che
coniughi competitività economica con ambiente e
paesaggio.
Nel recupero dei terreni abbandonati sarà valorizzata la
maglia agraria tradizionale con l’introduzione oltre ai vigneti
specializzati di piccole dimensioni, di promiscui, di piccoli
appezzamenti coltivati a orto e seminativo mantenendo
comunque le siepi e le preesistenze di valore.
2.2 - garantire la riconoscibilità, ove ancora presente, del
sistema dei manufatti edilizi e delle infrastrutture, anche
minori, di impianto storico evitando trasformazioni che ne
snaturino il contesto.
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA.
2.3 - negli interventi di rimodellamento, soggetti ad
autorizzazione idrogeologica ed incidenti sull’assetto
idrogeomorfologico, garantire, nel caso di modifiche
sostanziali della maglia agraria, che le soluzioni funzionali
individuate siano coerenti (per forma e dimensione) con il
contesto paesaggistico prevedendo altresì adeguate
dotazioni ecologiche in grado di migliorarne i livelli di
permeabilità.
Particolare cura sarà dedicata al ripristino e alla
realizzazione di opere di regimazione idraulica per
contenere l’erosione e la perdita di valore degli
agroecosistemi.
2.4 - negli interventi di nuova edificazione assicurare la
coerenza con il contesto paesaggistico per forma
dimensione e localizzazione.
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA.
2.5 - riqualificare i contesti interessati da fenomeni di
semplificazione dell’infrastrutturazione ecologica e
paesaggistica anche al fine di mantenere e recuperare le
direttrici di connettività ecologica.
L’infrastrutturazione ecologica, già ampiamente presente
sarà mantenuta ed integrata, gli interventi di ripulitura
saranno infatti finalizzati a ricreare aree aperte dove vi è
stata una progressiva ricolonizzazione del bosco che tende
a impoverire gli ecosistemi
2.6 - garantire l’equilibrio idrogeologico valutando modalità
di impianto che assecondino la morfologia del suolo e
prevedendo, ove necessario, l’interruzione delle pendenze
più lunghe anche al fine di contenere i fenomeni erosivi.
Vedi relazione geologica.
2.7 - tutelare il valore paesistico ed ecologico delle aree
boscate con particolare riferimento ai Monti del Chianti,
caratterizzati da densi boschi di latifoglie, piccoli nuclei
agricoli montani e dalla dominanza di arbusteti e abetine
d’impianto sul sistema di crinale attuando la gestione
forestale sostenibile.
Orientamenti:
preservando i boschi di valore patrimoniale
inclusi nei nodi primari e secondari della rete
i boschi saranno mantenuti e sottoposti alla ordinaria
gestione selvicolturale mentre il ripristino delle attività
produttive contrasterà i processi di abbandono ed
espansione del bosco.
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ecologica forestale (…);
contrastando i processi di abbandono degli
ambienti agro-pastorali e l’espansione del bosco
sui terreni scarsamente manutenuti, con
particolare attenzione ai residuali ambienti aperti
del crinale e alle corone o fasce di territorio
agricolo (…);
2.8 - tutelare i valori paesistici, ecologici ed
idrogeomorfologici dei sistemi di Fondovalle, in particolare
della Greve e della Pesa, così come individuati nella carta
dei sistemi morfogenetici (FON). Orientamenti
• limitando i fenomeni di artificializzazione e
impermeabilizzazione dei suoli (anche al fine di favorire la
ricarica degli acquiferi) e la frammentazione delle superfici
agricole a opera di infrastrutture o di altri interventi di
urbanizzazione;
• migliorando la qualità ecosistemica complessiva degli
ambienti fluviali e il loro grado di continuità ecologica
trasversale e longitudinale, riducendo i processi di
artificializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di
pertinenza fluviale, con priorità per l’area classificata come
“corridoio ecologico fluviale da riqualificare.
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio
CJA.
3.4 DISCIPLINA DEI BENI PAESAGGISTICI Come indicato nelle analisi dei vincoli al paragrafo 2.1, le aree di intervento inserite nel programma aziendale
sono in parte interessate dalla disciplina dei beni paesaggistici ed in particolare dalla aree tutelate per legge ai
sensi dell’articolo 142 comma 1 lettera c) del Codice. Risulta pertanto necessario verificare la coerenza degli
interventi in relazione agli obiettivi, alle direttive e alle prescrizioni riportate nell’allegato 8b del piano
paesaggistico.
Articolo 8. I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o
piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. ( art.142. c.1, lett. c, Codice)
8.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore e gli interventi, fatti salvi quelli
necessari alla messa in sicurezza idraulica, devono perseguire i seguenti obiettivi:
OBIETTIVI PAPMAA
a) tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri naturalistici,
storico-identitari ed estetico-percettivi delle sponde e delle relative fasce
di tutela salvaguardando la varietà e la tipicità dei paesaggi fluviali, le
visuali panoramiche che si aprono dalle sponde ed in particolare dai
ponti quali luoghi privilegiati per l’ampia percezione che offrono verso il
paesaggio fluviale;
Le fasce fluviali non verranno intaccate e le trasformazioni
non interessano i paesaggi fluviali che in quest’area non
sono caraterizzati da ponti e luoghi privilegiati ad ampia
percezione
b) evitare i processi di artificializzazione degli alvei e delle fasce fluviali e
garantire che gli interventi di trasformazione non compromettano i
rapporti figurativi consolidati dei paesaggi fluviali, la qualità delle acque
e degli ecosistemi;
Non sono previsti processi di trasformazione di alvei e
fasce fluviali dove saranno mantenute ampie fasce di
vegetazione riparia con funzione tampone. Gli interventi
agronomici attuati con metodo biologico non interferiranno
negativamente con la qualità dell’acqua
c) limitare i processi di antropizzazione e favorire il ripristino della
morfologia naturale dei corsi d’acqua e delle relative sponde, con
particolare riferimento alla vegetazione ripariale;
La vegetazione ripariale non verrà intaccata e sarà
mantenuta la morfologia naturale del corso d’acqua
d) migliorare la qualità ecosistemica dell'ambiente fluviale con particolare
riferimento ai corridoi ecologici indicati come “direttrici di connessione
fluviali da riqualificare” nelle elaborazioni del Piano Paesaggistico;
I corridoi ecologici saranno mantenuti integri ed eventuali
interventi tenderanno a migliorare la qualità ecosistemica
dell’ambiente fluviale
e) riqualificare e recuperare i paesaggi fluviali degradati; Non pertinente
f) promuovere forme di fruizione sostenibile del fiume e delle fasce fluviali. Non pertinente
8.2. Direttive - Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di
settore, ciascuno per la propria competenza, fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica privilegiando quelli coerenti con il
contesto paesaggistico, provvedono a:
DIRETTIVE PAPMAA
g) individuare i corsi d’acqua caratterizzati dalla presenza di rilevanti valori
ecosistemici e paesaggistici, con particolare riferimento alla presenza di
habitat fluviali di interesse comunitario e/o regionale;
Non sono previsti interventi che possano alterare eventuali
habitat fluviali di interesse comunitario individuati dagli
strumenti della pianificazione
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 27
h) riconoscere il sistema storico delle opere idrauliche di valore
testimoniale e dei manufatti edilizi connessi con la presenza del corso
d’acqua, promuovendone altresì il mantenimento, la conservazione e la
valorizzazione;
Non sono presenti opere idrauliche di valore testimoniale
i) riconoscere i principali punti di vista e le visuali percepibili anche dagli
attraversamenti, connotati da un elevato valore estetico-percettivo;
Dalle analisi svolte non sono presenti punti di vista e
visuali di elevato valore estetico-percettivo
j) individuare i tratti fluviali che presentano potenziale di navigabilità e le
sponde accessibili al pubblico con i relativi punti di vista e percorsi
pedonali e ciclabili;
Non sono presenti tratti fluviali che presentano potenziali
di navigabilità
k) tutelare e riqualificare i caratteri morfologici e figurativi dei fiumi e
torrenti anche in relazione alle loro aree di pertinenza;
Non sono previsti processi di trasformazione di alvei e
fasce fluviali di pertinenza
l) garantire che gli interventi volti a mantenere e ripristinare la funzionalità
del reticolo idraulico, con particolare riferimento al fondovalle e alle aree
di pianura, rispettino i caratteri ecosistemici, identitari e percettivi propri
del contesto fluviale;
Gli interventi agronomici previsti terranno conto dei
caratteri ecosistemici, identitari e percettivi
m) tutelare e valorizzare i caratteri geomorfologici tipici dei corsi d’acqua
quali ad esempio cascate, forre, orridi, meandri, golene, terrazzi
alluvionali;
Non pertinente
n) tutelare le formazioni vegetali autoctone (ripariali e planiziali) e
individuare le fasce ripariali da sottoporre a progetti di riqualificazione,
con particolare riferimento ai corridoi ecologici da riqualificare come
individuati dagli elaborati del Piano Paesaggistico;
Le formazioni vegetali autoctone saranno mantenute ed
eventualmente riqualificate
o) promuovere, anche attraverso sistemi perequativi, la delocalizzazione,
all’esterno delle fasce di pertinenza fluviale, degli insediamenti produttivi
non compatibili con la tutela paesaggistica, idraulica ed ecosistemica
degli ambiti fluviali, anche sulla base delle criticità individuate dal Piano
Paesaggistico;
Non pertinente
p) contenere nuovi carichi insediativi entro i limiti del territorio urbanizzato
e garantire che gli interventi di trasformazione urbanistico ed edilizia
non compromettano il contesto paesaggistico e le visuali connotate da
un elevato valore estetico-percettivo;
Non pertinente
q) favorire la creazione di punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce,
e incentivare iniziative volte al recupero di manufatti e opere di valore
storicoculturale, comprese le opere idrauliche storicamente legate al
corso d’acqua (mulini, chiuse, ponti, briglie, vasche), al fine di
valorizzare e ricostituire le relazioni tra comunità e fiume;
Non pertinente
r) realizzare una gestione sostenibile delle periodiche attività di taglio della
vegetazione ripariale, evitando alterazioni significative degli ecosistemi
fluviali e della continuità e qualità delle fasce ripariali;
Le fasce arborate saranno soggette ad una manutenzione
sostenibile che non alteri l’ecosistema fluviale
s) promuovere interventi che assicurino l’incremento delle superfici
permeabili e degli spazi aperti incentivandone la fruizione collettiva
anche attraverso interventi finalizzati alla rimozione di elementi artificiali
che compromettono le visuali connotate da un elevato valore estetico-
percettivo.
Non pertinente
PRESCRIZIONI PAPMAA
a) Fermo restando il rispetto dei requisiti tecnici derivanti da obblighi di
legge relativi alla sicurezza idraulica, gli interventi di trasformazione
dello stato dei luoghi sono ammessi a condizione che:
Gli interventi sono coerenti e tengono conto delle
prescrizioni
1. non compromettano la vegetazione ripariale, i caratteri
ecosistemici caratterizzanti il paesaggio fluviale e i loro livelli di
continuità ecologica;
2. non impediscano l’accessibilità al corso d’acqua, la sua
manutenzione e la possibilità di fruire delle fasce fluviali;
3. non impediscano la possibilità di divagazione dell’alveo, al fine di
consentire il perseguimento di condizioni di equilibrio dinamico e di
configurazioni morfologiche meno vincolate e più stabili
4. non compromettano la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri
e dei valori paesaggistici e storico- identitari dei luoghi, anche con
riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.
b) Le trasformazioni sul sistema idrografico, conseguenti alla realizzazione
di interventi per la mitigazione del rischio idraulico, necessari per la
sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente
localizzabili, sono ammesse a condizione che sia garantito,
compatibilmente con le esigenze di funzionalità idraulica, il
mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con
Non pertinente
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 28
riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.
c) Gli interventi di trasformazione, compresi gli adeguamenti e gli
ampliamenti di edifici o infrastrutture esistenti, ove consentiti, e fatti salvi
gli interventi necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a
condizione che:
1. mantengano la relazione funzionale e quindi le dinamiche naturali
tra il corpo idrico e il territorio di pertinenza fluviale;
Non pertinente
2. siano coerenti con le caratteristiche morfologiche proprie del
contesto e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il
mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con
riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico;
Gli interventi di trasformazione si adeguano a queste
prescrizioni
3. non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico
percettivo;
4. non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio
insediativo di valore storico ed identitario;
5. non occludano i varchi e le visuali panoramiche, da e verso il corso
d’acqua, che si aprono lungo le rive e dai tracciati accessibili al
pubblico e non concorrano alla formazione di fronti urbani continui.
Le visuali da e il verso il corso d’acqua sono rispettate
d) Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a
rete (pubbliche e di interesse pubblico), anche finalizzate
all’attraversamento del corpo idrico, sono ammesse a condizione che il
tracciato dell’infrastruttura non comprometta i caratteri morfologici,
idrodinamici ed ecosistemici del corpo idrico e garantiscano
l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei valori identificati dal
Piano Paesaggistico e il minor impatto visivo possibile.
Non pertinente
e) Le nuove aree destinate a parcheggio fuori dalle aree urbanizzate sono
ammesse a condizione che gli interventi non comportino aumento
dell’impermeabilizzazione del suolo e siano realizzati con tecniche e
materiali ecocompatibili evitando l’utilizzo di nuove strutture in muratura
I progetti terranno conto della prescrizione
f) La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibili,
ivi incluse quelle connesse alle attività turistico-ricreative e agricole, è
ammessa a condizione che gli interventi non alterino negativamente la
qualità percettiva, dei luoghi, l'accessibilità e la fruibilità delle rive, e
prevedano altresì il ricorso a tecniche e materiali ecocompatibili,
garantendo il ripristino dei luoghi e la riciclabilità o il recupero delle
componenti utilizzate.
I progetti terranno conto della prescrizione
g) Non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di:
- edifici di carattere permanente ad eccezione degli annessi rurali;
- depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni
atte a minimizzare l’impatto visivo o che non siano riconducibili ad
attività di cantiere;
- discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti
di smaltimento (All.B parte IV del D.Lgs. 152/06).
L’edificio in programma è un annesso rurale pertanto può
essere realizzato
h) Sono ammessi alle condizioni di cui alla precedente lett c) punti 2 , 3, 4
e 5:
- gli impianti per la depurazione delle acque reflue;
- impianti per la produzione di energia;
- gli interventi di rilocalizzazione di strutture esistenti funzionali al loro
allontanamento dalle aree di pertinenza fluviale e alla riqualificazione di
queste ultime come individuato dagli atti di pianificazione.
Gli eventuali interventi saranno connessi e commisurati
alle esigenze dell’azienda agricola
i) Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la
cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza
stradale) che possano interferire negativamente o limitare le visuali
panoramiche.
I progetti terranno conto della prescrizione
3.5 ANALISI PAESAGGISTICHE L’analisi paesaggistica che proponiamo, si ispira alla lettura del paesaggio proposta dal Piano paesaggistico,
tenendo conto degli studi disponibili e di quanto richiesto dal PTCP della provincia di Siena all’art. 13.14
comma 6. Gli elementi dell’analisi paesaggistica hanno una relazione diretta con le invarianti strutturali del
nuovo piano paesaggistico toscano a cui si rinvia per la individuazione dei morfotipi, degli obiettivi di qualità e
del riconoscimento di relazioni tra diverse componenti strutturali.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 29
Per l’analisi paesaggistica abbiamo definito un intorno significativo di circa 6 kmq, i suoi confini sono
rappresentati a nord dai poderi Bugialla, Poggerino e Capaccia a sud dalla Strada Regionale n. 429.
Il limite ovest è rappresentato al Torrente Balatro e dall’aggregato de La Villa, mentre a est lo studio si ferma
all’altezza del Podere Belvedere.
Abbiamo dunque individuato un’area che comprende la Strada provinciale n. 72 e un tratto del Torrente Pesa.
3.5.1 Analisi paesaggistiche: La struttura ecologico ambientale
I caratteri ecosistemici del paesaggio
La lettura della struttura ecologico ambientale dell’area di studio si correla alla invariante II “caratteri
ecosistemici del paesaggio” del PIT. I caratteri ecosistemici rappresentano la struttura biotica del paesaggio e
definiscono un ecomosaico, in cui le matrici dominanti risultano prevalentemente forestali o agricole e a cui si
possono associare elementi con elevati livelli di biodiversità e importanti valori naturalistici.
Al fine di individuare gli elementi strutturanti e i caratteri ecosistemici abbiamo distinto tre macro livelli: quello
naturale dei sistemi forestali, quello seminaturale degli agroecosistemi e quello antropico. L’articolazione
ecologica dell’area di indagine è leggibile alla tavola PAE.1a_REV01_2016 “I caratteri ecosistemici del
paesaggio”.
Nel territorio di riferimento, a livello naturale, sono particolarmente rilevanti:
le matrici forestali a elevata connettività
aree naturali ad alta connettività/ Corridoi ripariali
La matrice forestale occupa una densa porzione di territorio ed è principalmente rappresentata da specie
autoctone di roverella e cerro, coniferati in alcune aree. L’area è caratterizzata da ottimi livelli di naturalità e
elementi di connessione naturali rappresentati principalmente da aree naturali ad alta connettività come
arbusteti o aree in fase di ricolonizzazione a bosco e da corridoi ripariali. Il corridoio ecologico principale è
rappresentato dal corso d’acqua e dalla vegetazione ripariale che si estende lungo il corso del Torrente Pesa.
A livello seminaturale sono stati riconosciuti i nodi degli agrosistemi primari e secondari:
i nodi primari degli agroecosistemi sono rappresenti da aree agricole di media estensione
caratterizzate da un fitto mosaico colturale di impronta tradizionale tra cui spiccano gli oliveti, siepi, viali
alberati e promiscui;
i nodi secondari sono rappresentati da aree con semplificazione della maglia, minore ricchezza del
mosaico colturale che mantiene comunque un importante valore ecosistemico. Nell’area di
osservazione i nodi sono rappresentati principalmente da aree coltivate a oliveto e localizzate in
prossimità dell’edificato.
Le restanti aree rappresentano agroecosistemi caratterizzati da una minore biodiversità costituiti
prevalentemente da vigneti specializzati e aree a seminativo.
Nella tavola PAE.1b_REV01_2016 “Il sistema delle connessioni” sono schematizzate le linee di connessione
naturale e gli elementi che in generale costituiscono fattori di criticità o di barriera, rappresentati
principalmente dalle aree antropizzate e dalla rete viaria. Pertanto nella tavola viene rappresentato il sistema di
connessioni forti e deboli: in giallo le connessioni forti degli ecosistemi, in arancio gli elementi di barriera a
basso impatto, con scarsa riduzione dei livelli di permeabilità ecologica con connettività da rafforzare e in rosso
le barriere infrastrutturali.
Le barriere di maggiore entità sono rappresentate dalla strada regionale di Val d’Elsa n.429 e dalla Strada
Provinciale n.72 che collega Radda ad ovest a Gaiole in Chianti e ad est a Figline Val d’Arno.
La strada comunale di Selvole, di collegamento tra la SP.72 e la proprietà, è una viabilità secondaria, in larga
parte non asfaltata, a scorrimento lento e non rappresenta una barriera di particolare rilievo, la restante viabilità
è rappresentata da viabilità secondaria di connessione con direzione est-ovest, si tratta di strade bianche di
trascurabile impatto.
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Altra barriera è rappresentata dall’agglomerato urbano di “La Villa” mentre nel resto del contesto non emergono
particolari elementi di frammentazione rispetto all’edificato, trattandosi nella maggior parte dei casi di elementi
puntali, quali singoli edifici, oppure piccoli agglomerati di case coloniche.
La struttura ecologico ambientale nell’area di proprietà e in relazione agli interventi di trasformazione.
La proprietà è caratterizzata dalla presenza di matrici forestali a elevata connettività, alternate ad
agroecosistemi in abbandono con ricolonizzazione arborea-arbustiva, a nodi secondari degli agroecosistemi
con alta biodiversità e un’area a vigneto specializzato di circa 2 ettari.
Gli elementi di valore riconosciuti anche nella Scheda d’Ambito sono declinati come segue:
Ecosistemi forestali
Il bosco di ha 58.06.08, rappresenta la maggior parte della superficie aziendale. Si tratta di bosco ceduo,
costituito in prevalenza da roverella e cerro, coniferati in alcune porzioni e sottoposti a periodico taglio
selvicolturale.
Ecosistemi agropastorali
L’azienda, in fase di recupero, presenta ampie aree abbandonate, un vigneto specializzato a cui si
alternano boschi ed aree seminaturali. In particolare sono presenti aree a prato pascolo caratterizzate dalla
presenza di vegetazione erbacea spontanea e non interessate da fenomeni di ricolonizzazione arbustiva
rilevanti e aree a pascolo arborato, aree incolte da lungo tempo su cui si è insediata vegetazione
spontanea arborea ed arbustiva densa. Sul limite sud della proprietà è presente un oliveto con vite in
sistemazione promiscua.
Ecosistemi fluviali e aree umide
L’azienda è attraversata nella zona nord della proprietà dal Torrente Pesa. Prossimo al torrente si sviluppa
un corridoio ripariale di vegetazione arborea ed arbustiva di valore ambientale, per la funzione tampone,
filtrante che opera nei confronti dei solidi sospesi trasportati dalle acque di lisciviazione e valore
ecosistemico per gli habitat e specie vegetali ed animali che può ospitare.
Ecosistemi arbustivi e macchie
Nel contesto di riferimento l’azienda ha provveduto e provvederà al recupero e alla sistemazione delle aree
interessate da fenomeni di ricolonizzazione mantenendo gli elementi di valore ecologico.
Aree di valore conservazionistico
L’intera azienda ricade nel SIC 88 Monti del Chianti.
Le reti di connessione da mantenere e valorizzare
Per mantenere ed implementare i sistemi di connessione (evidenziati in giallo nella rappresentazione) si
suggerisce l’impianto di olivi di bordo o siepi che possano migliorare i livelli di permeabilità ecologica prestando
particolare attenzione agli interventi sulla viabilità. La realizzazione di piccole aree coltivate migliorerà anche le
condizioni per la sosta di avifauna di interesse conservazionistico.
Vi sono inoltre buone pratiche agronomiche, quali l’inerbimento controllato dei vigneti, che possono migliorare
la qualità complessiva dell’agroecosistema vigneto specializzato.
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3.5.2 Analisi paesaggistiche: La struttura storica e visiva percettiva
La struttura degli insediamenti rurali e delle connessioni viarie
Dallo studio dell’invariante III emerge che l’azienda ricade nel morfotipo 5.5 “Chianti fiorentino e senese”.
Al fine di approfondire le caratteristiche del morfotipo abbiamo analizzato l’invariante, riferendo i suoi concetti al
territorio rurale ed all’ambito, in particolare sono state prese in considerazione le relazioni tra gli elementi
insediativi di natura storica, i Beni Storico Architettonici del territorio aperto, come individuati dal PTCP, la rete
dell’infrastrutturazione viaria, i crinali e le visuali, arrivando alla composizione di tre carte esplicative delle
peculiarità del luogo (Tav PAE.2a_REV01_2016 “La struttura degli insediamenti rurali e delle connessioni
viarie”, PAE.2c_REV01_2016 “Le visuali”, PAE.2b_REV01_2016 “Indagine fotografica”).
Nella tavola PAE.2a_REV01_2016 vengono rappresentati gli insediamenti, i nuclei e gli edifici specialistici di
maggior rilievo secondo quanto indicato dagli atlanti comunali del PTCP della provincia di Siena.
Sono stati individuati i seguenti elementi:
Castello
Molini
Aggregati di case coloniche
Aggregato a forma aperta
Aggregato urbano
Nella tavola PAE.2a_REV01_2016 sono stati inoltre individuati 4 aggregati e 3 Beni storico-architettonici del
territorio aperto tra cui l’area di intervento San Giovanni a Castiglioni. L’edificio principale di San Giovanni a
Castiglioni nella relativa scheda numero 28 viene classificato come Castello con Oratorio, cappella dallo stato
di conservazione pessimo, alterazioni esterne e dell’intorno leggere. Il suo valore architettonico e paesaggistico
viene considerato buono (vedi anche capitolo PTCP).
Inoltre nella tavola sono rappresentate le direttrici dei crinali secondari.
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La viabilità è stata classificata in
viabilità principale e secondaria.
Nell’area in esame la viabilità
principale è rappresentata dalla SP72
che, con orientamento sud-est collega
Radda in Chianti al Chianti fiorentino e
al Val d’Arno, tale percorso non segue
l’andamento di crinale ma scende
dall’area collinare dove sorgono Radda
e la Villa. Lungo questa direttrice sono
dislocati alcuni agglomerati di case
coloniche e poderi spersi collegati da
una viabilità secondaria con
andamento reticolare tra queste quella
principale è rappresentata dalla Strada
Regionale n. 429.
Le visuali
La componente estetico percettiva, continua ad avere una rilevanza significativa nelle analisi paesaggistiche
sia per obiettivi di tutela che per finalità di riqualificazione o mitigazione degli impatti.
Diventa quindi essenziale riconoscere il sistema delle visuali, della loro qualità e della intervisibilità per
orientare al meglio gli interventi di trasformazione.
A supporto dell’analisi delle visuali si è provveduto a una indagine fotografica rappresentata nella tavola
PAE.2b_REV01_2016 in cui sono stati individuati i punti e le direttrici su cui concentrare l’attenzione.
Nella tavola PAE.2c_REV01_2016 le visuali principali sono messe in relazione con :
la viabilità principale in quanto luogo pubblico privilegiato per la sosta e la percezione del territorio
gli edifici storici di rilievo e i BSA che ne esprimono i valori culturali
la morfologia del terreno e i crinali che definiscono l’intervisibilità potenziale
i boschi e i corridoi ripariali in quanto barriera naturale alla intervisibilità
Il contesto su cui si vanno a realizzare gli interventi è dominato da un paesaggio con un’ampia matrice forestale
e agricola che non presenta degli elementi antropici di disturbo o delle criticità, per questo la valutazione delle
visuali si basa su tre livelli di intervisibiltà che abbiamo definito e rappresentato:
visuale estesa – ampia profondità visuale con apertura a 180 gradi o superiore
visuale limitata – buona profondità visuale con apertura inferiore 180
visuale ridotta – buona profondità visuale con raggio di apertura inferiore a 90 gradi
Sono state individuate due visuali estese (riferimento foto 09) una rivolta verso sud in loc. Bugialla in cui si ha
una visione solo dell’intervento 2 in località Pianvecchio mentre gli interventi 1 e 3 sono schermati dal bosco e
dal Poggio di Casanuova. La visione estesa in direzione e-o (riferimento foto 05) consente di visualizzare gli
interventi 1 Castiglioni e 2 Pianvecchio mentre l’area destinata alla cantina rimane nascosta dal bosco e da
alcuni rilievi. La visuale dalla strada provinciale 72 (riferimento alla foto 04) è limitata in quanto la presenza dei
boschi e di alcuni crinali secondari limitano quella su Pianvecchio e schermano la vista su Castiglioni e
sull’area cantina. Dalla strada comunale di Selvole oltre alla cantina sono ben visibili le due aree di intervento 1
e 2.
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Una intervisibilità ridotta si ha dalla strada regionale 429 in località Villa (riferimento foto 01) in cui a causa del
bosco e dalla posizione ribassata in cui sarà localizzata la cantina è visibile solo parte del nucleo storico di San
Giovanni a Castiglioni.
3.5.3 Analisi paesaggistiche: La struttura del paesaggio agrario
L’analisi paesaggistica trova sintesi nella tavola PAE.3_REV01_2016 “I morfotipi rurali”, nella tavola sono stati
evidenziati e contestualizzati i principali morfotipi del sistema agro ambientale presenti nell’area di studio.
I morfotipi individuati sono:
11. morfotipo della viticoltura
18. morfotipo del mosaico collinare a oliveto e vigneto prevalenti.
L’area è caratterizzata da un’alta valenza ecologica. Si denota un sostanziale equilibrio tra le aree boscate e le
aree adibite all’agricoltura. Le aree boscate, rappresentate da nuclei di media estensione, si sviluppano
prevalentemente nelle aree più scoscese e accidentate e nelle aree cacuminali e sono connesse tra di loro da
una ricca rete di corridoi ecologici e ripariali.
Le aree coltivate sono invece dislocate principalmente lungo la dorsale che si sviluppa lungo il lato est del
crinale principale e nel fondovalle. La coltura dominante è quella del vigneto specializzato, morfotipo della
viticoltura. A questo si alternano piccoli appezzamenti coltivati ad oliveto, perlopiù di stampo specializzato a cui
si alternano piccole aree coltivate a promiscuo. Questo è il morfotipo del mosaico collinare a oliveto e vigneto
prevalenti, collocato soprattutto a corona degli edifici rurali presenti.
Riferendoci alla proprietà di Corleone di Castiglioni quasi l’80% della superficie aziendale è occupata dal bosco
concentrato principalmente sul poggio a sud ovest che scende dalla Loc. la Villa e da aree con vegetazione di
ripa lungo il torrente Pesa. Le restanti aree sono seminativi o prati pascolo o pascoli arborati tranne un
appezzamento a vigneto adiacente all’edificio di Castiglioni e un appezzamento di oliveto promiscuo in fase di
riqualificazione.
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4. VERIFICA DI COERENZA CON PTC DELLA PROVINCIA DI SIENA
Il PTCP è lo strumento di pianificazione e programmazione di area vasta che costituisce l'atto di raccordo fra le
politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale.
Il PTCP vigente è stato approvato da parte del Consiglio provinciale di Siena (DCP n.124 del 14 dicembre
2011) e rappresenta la revisione del PTCP DCP n. 109 del 20 ottobre 2000 anche sulla base dell’entrata in
vigore della Legge 1/2005 e del Codice dei beni culturali e del paesaggio 42/2004. Il PTCP 2011 ha mutuato
alcuni elementi del PTCP 2000 e pertanto nelle analisi di seguito saranno presi in esame anche tali aspetti.
Il PTCP 2011 di Siena è costituito da 3 componenti principali:
1. Quadro conoscitivo
2. Statuto, ove sono individuati i sistemi territoriali e funzionali, le invarianti strutturali, i criteri per
l’utilizzazione delle risorse essenziali, i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità con riferimento ai
sistemi territoriali e funzionali, i criteri per la riqualificazione e la valorizzazione dei paesaggi, gli ambiti
paesaggistici di interesse unitario provinciale e i relativi obiettivi di qualità paesaggistica, gli ambiti
paesaggistici di rilievo sovra comunale
3. Strategia dello sviluppo territoriale provinciale, ove sono individuati obiettivi e azioni, progetto di
governo del territorio.
Lo statuto individua i Sistemi funzionali che rappresentano lo scenario dove vengono fissati i valori e le regole
comportamentali generali.
Sono suddivisi in:
La sostenibilità ambientale
Il policentrismo insediativo e le infrastrutture
La capacità produttiva
Il paesaggio
In riferimento ai sistemi funzionali, il PTCP individua:
Invarianti strutturali
Condizioni per l’utilizzazione delle risorse
Per verificare la coerenza degli interventi proposti con il PAPMAA con la disciplina del PTCP di seguito
esamineremo la disciplina del piano e la scheda dell’unità di paesaggio UdP 3 Chianti Senese.
4.1 ANALISI DELLA DISCIPLINA Esaminiamo in particolare il Capo III della disciplina che definisce le invarianti e le condizioni d’uso delle risorse
territoriali. In particolare prendiamo in esame i seguenti articoli:
Art. 8 - Condizioni per l’utilizzazione delle risorse
Art. 9 - Invarianti strutturali
Art. 10 - La sostenibilità ambientale
Art. 13 - Il paesaggio
Art. 14 - Disciplina delle zone a funzione agricola
Art. 8 Condizioni per l’utilizzazione delle risorse.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
8. Sono risorse costitutive del paesaggio, per le quali si danno condizioni d’uso, ai fini della sostenibilità degli interventi, nel Capo III del
Titolo II della presente Disciplina:
- le aree ed i beni soggetti a regime di tutela da leggi e atti nazionali e PIT/PPR;
- i beni storico architettonici e patrimonio culturale individuati dal PTCP;
- le emergenze paesaggistiedificabilche individuate dal PTCP;
- il sistema insediativo storicamente consolidato;
- la tessitura agraria secondo tre forme significative (maglia fitta, maglia media, maglia larga), corrispondenti a tre stadi di
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- trasformazione e di capacità decrescente, soprattutto in zone acclivi, di difesa del suolo e di regimazione delle acque, così
definite:
o a maglia fitta quelle caratterizzate dalla permanenza di associazioni colturali tradizionali - vite/ulivo/seminativi - della forma e
dimensione dei campi, della viabilità poderale e dei confini, in genere coincidenti con la rete scolante principale;
o a maglia media quelle caratterizzate dalla eliminazione delle colture arboree, orientamenti a seminativi o prato-pascolo,
accorpamento e semplificazione dei campi, mantenendo tuttavia elementi della viabilità poderale e la forma dei confini più
ampi con permanenza di siepi e di presenze arboree;
o a maglia larga quelle caratterizzate dalla ristrutturazione totale della maglia dei campi, della rete scolante e della viabilità
poderale, con accorpamenti su grandi dimensioni dei campi, in genere superiori all’ettaro, nonché eliminazione totale delle
colture arboree tradizionali e di ogni forma di vegetazione arborea e arbustiva;
- i tracciati di interesse paesistico;
- i varchi e le visuali principali;
- le strade bianche e la viabilità minore quali componenti del paesaggio agrario storicamente consolidato.
Art. 9 Invarianti strutturali.
1. Ai sensi dall’art 5 della LR 1/2005 le invarianti strutturali, comprese nello Statuto, sono elementi cardine dell’identità dei luoghi.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
3. Sono invarianti strutturali puntuali o areali fisicamente riconoscibili, individuate e normate dal PTCP e dagli strumenti di pianificazione e
dagli atti di governo comunali:
- i beni paesaggistici, storici, archeologici, architettonici formalmente riconosciuti, localizzati in centri abitati e nel territorio
aperto;
- la viabilità storica dotata di permanenza, riconoscibile nelle cartografie catastali leopoldine e di impianto e rintracciabile sul territorio, fra
cui i tracciati della via Francigena;
- le emergenze del paesaggio;
- le aree dedicate alla tutela dell’integrità fisica del territorio;
- i corridoi ecologici;
- i corridoi infrastrutturali principali.
Estratto tav. QC E03 – Emergenze del paesaggio agrario. PTCP 2000
Tale elaborato è di riferimento alla disciplina delle aree di pertinenza delle emergenze storico-architettoniche,
delle emergenze del paesaggio agrario e delle emergenze naturali di interesse paesistico del PTC della
Provincia di Siena. Fa parte degli elaborati cartografici del PTCP 2000, ma risulta di riferimento anche per il
quadro conoscitivo 2010 (artt. 7-8-9-13). L’area dove è previsto l’intervento 1 è parte delle emergenze storico
architettoniche, aree di pertinenza paesistica.
La perimetrazione fa riferimento alla scheda degli Atlanti del Paesaggio n.28 del PTCP 2000 ed è indicata
come “Castello documentato da resti in casa colonica; Oratorio (S. Giovanni), oggi semi-rudere” confermata dal
PTCP 2010, soggiace all’articolo 13 comma 14.
13.14 Pertinenze dei beni storico-architettonici (EX L9 PTCP 2000)
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1. Le pertinenze dei beni storico-architettonici così come censite dal PTCP 2000, aggiornate dagli strumenti di pianificazione e dagli atti
di governo comunali vigenti, e confermate, come ricognizione da implementare a cura degli strumenti di pianificazione e dagli atti di
governo comunali, dal presente PTCP, corrispondono alla porzione di territorio intimamente legata al bene medesimo da relazioni
percettive, funzionali, storiche o figurative.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
3. Il presente PTCP non distingue, ai fini della normativa che gli atti di governo dei Comuni detteranno in coerenza con le presenti norme,
il “bene generatore” (chiesa, villa, podere etc). Detto bene generatore è individuato nel quadro conoscitivo ai fini della tutela della
sua “identificazione/identità” storicamente consolidata.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
5. In quanto capisaldi della rete paesaggistica provinciale, con le pertinenze di cui al precedente punto 13.13, la loro tutela è affidata alle
competenze provinciali e di norma sono inedificabili.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
Sui principi progettuali vedi relazione paesaggistica studio CJA. La revisione del PAPMAA prevede la
rinuncia a nuova edificazione a fini agricoli all’interno delle aree di pertinenza paesaggistica.
Inoltre l’articolo 13.14 comma 6 indica le seguenti prescrizioni:
PRESCRIZIONI PTCP PROPOSTA PAPMAA
In quanto capisaldi della rete paesaggistica provinciale, con le pertinenze di cui al precedente punto 13.13, la loro tutela è affidata alle competenze provinciali e di norma sono inedificabili.
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA. La revisione del
PAPMAA prevede la rinuncia a nuova
edificazione a fini agricoli all’interno delle aree
di pertinenza paesaggistica.
ogni eventuale progetto di trasformazione che interessi tali aree deve essere
attentamente valutato sotto l’aspetto paesaggistico e corredato da idonee analisi
paesaggistiche, redatte ad un’apposita scala di lettura, in modo da salvaguardare e
valorizzare le relazioni che il bene ha instaurato con il contesto paesaggistico (ecologico
ambientali, funzionali, storiche, visive e percettive, ecc);
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA.
L’analisi paesaggistica svolta risponde anche
alle prescrizioni del presente comma.
è fondamentale il disegno degli spazi aperti; Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA . I beni sono
mantenuti tuttora agricoli pertanto il rischio di
alternazioni legate a usi diversi è da
escludere.
nel caso in cui i beni e le relative pertinenze abbiano perduto i caratteri e gli usi agrari,
siano inglobati nel sistema urbano o da questo aggredito, come ad esempio se nella
pertinenza siano già presenti episodi residenziali che vi hanno introdotto degrado
risolvibile con eventuale completamento, sono ammesse nuove limitate edificazioni
funzionali e complementari o aggiuntive alla nuova funzione esistente;
Non pertinente
qualora il bene e la sua pertinenza siano ancora utilizzabili a fini agrari, è ammessa
nuova edificazione, realizzazione di piccole attrezzature, installazioni di opere d’arte o
altre opere che non comportino rilevanti movimenti di terra, nonché superfici interrate
purché le soluzioni di ingresso/uscita alle medesime non rechino danno al rapporto
consolidato storicamente fra pertinenza e bene né al valore del bene
Sui principi progettuali in coerenza con l’art.
13.14, vedi relazione paesaggistica studio
CJA.
in caso di ammissibilità di nuova edificazione, deve essere dimostrato l’effetto non
dannoso dell’intervento, tramite comparazione di almeno tre soluzioni, delle quali una
priva di edificazione e composta di interventi di sistemazione ambientale, seguendo i
seguenti criteri: utilizzo delle infrastrutture esistenti; in caso vi siano aree a seminativi,
deve essere prevista una (o più) fascia arborea tra l’edificato ed il seminativo; equilibrio
dimensionale dei volumi riconducibili a comportamenti storicamente e culturalmente
consolidati, in grado di assicurare validi o almeno accettabili esiti percettivi alle diverse
scale di lettura, anche in situazioni di non particolare eccellenza; collocazione dei nuovi
edifici palesemente coerente con i processi storici di formazione del nucleo; collocazione
in prossimità di annessi agricoli ove preesistenti, razionalizzando l’utilizzo della viabilità di
accesso e delle aie/ piazzali già in uso;
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA
in ogni caso si dovrà privilegiare il recupero, la rifunzionalizzazione e l’eventuale
ampliamento di annessi recenti, precari o comunque sottoutilizzati e adottare forme e
volumetrie dimensionalmente compatibili con quelli preesistenti, anche articolandoli in più
manufatti;
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA. La revisione del
PAPMAA prevede la rinuncia a nuova
edificazione a fini agricoli all’interno delle aree
di pertinenza paesaggistica.
i progetti degli interventi sono conformati ai principi dell’architettura e arte dei giardini e
garantiscono il mantenimento dell’integrità del rapporto armonico tra costruito e non
costruito, le architetture vegetali presenti;
Le sistemazioni a verde richiamano quelle
tradizionali dei poderi e gli elementi formali
saranno introdotti solo nelle strette pertinenze
degli edifici per sottolineare o integrare e
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 37
sistemazioni esterne.
Il passaggio tra sistemazioni a verde formali e
aree coltivate sarà progressivo evitando
accentuate cesure.
i criteri per le sistemazioni ambientali, i rapporti tra costruito e nuovi inserimenti edilizi
sono gli stesi dettati per le aree di pertinenza degli aggregati elencate e illustrate al
precedente punto 13.133
Le sistemazioni a verde richiamano quelle
tradizionali dei poderi e gli elementi formali
saranno introdotti solo nelle strette pertinenze
degli edifici per sottolineare o integrare e
sistemazioni esterne.
corretta/compatibile la previsione di opere edilizie riguardanti il bene che attengano
all’approccio concettuale e progettuale del restauro, per il mantenimento del bene
medesimo; anche se le norme comunali possono articolare gli interventi in tutta la
gamma delle classi previste per legge o sotto articolate dalle norme medesime, per
garantire il ripristino di valori compromessi, la soluzione di degradi e la
rifunzionalizzazione contemporanea del bene;
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA.
è corretta/compatibile rispetto alla tutela del valore storico architettonico e paesistico
l’utilizzazione di un determinato edificio od organismo edilizio a fini diversi da quelli per i
quali esso fu costruito o ai quali è stato sottoposto lungo la sua storia purché gli effetti
dell’intervento non siano in contrasto con la permanenza degli elementi caratterizzanti il
bene e il suo rapporto con il contesto.
Sui principi progettuali vedi relazione
paesaggistica studio CJA.
Si riporta di seguito la scheda numero 28 Castiglioni, bene individuato come caposaldo della rete paesaggistica
provinciale.
3 Comma 12.Le sistemazioni ambientali, dei filari ornamentali, degli spazi aperti sono contenute in un idoneo progetto di architettura del paesaggio, non devono produrre soluzioni
banalizzanti (secondo le definizioni date dal presente PTCP), devono utilizzare comunque specie vegetali coerenti al contesto paesaggistico assegnando loro anche la funzione di creare nuovi raccordi percettivi con il contesto. E’ opportuno valorizzare le eventuali tracce di vecchie sistemazioni colturali presenti, anche residuali, come i filari di gelsi, filari di vite arborata, siepi, alberi isolati e aumentare l’equipaggiamento, anche con F unzioni di ricomposizione del confine;13.Devono essere tutelate e conservate le componenti significative degl i spazi di pertinenza quali viali, giardini, boschetti, limonaie, e simili. Per danno si intende anche l’interferenza fisica o percettiva causata dalla collocazione di nuovi edifici con tali elementi significativi del resede (giardini disegnati, viali alberati, giardini murati, boschetti ornamentali, limonaie),14.L’introduz ione di nuove specie vegetali, e in particolare arboree, deve tenere conto delle relazioni paesaggistiche presenti, dimostrando la propria coerenza al sistema ecologico - ambientale, dialogare con il contesto storico-culturale, non interrompere le relazioni visive che si instaurano in particolare lungo la viabilità (come luogo di fruizione collettiva) verso il contesto paesaggistico e l’aggregato stesso. L’introduzione di fasce arboree è particolarmente significativa quale presenza da inserire tra edificativi e campi aperti a seminativo. Gli atti di governo comunali possono prescrivere l’obbligo di una fascia di coltivazioni arboree verso l’esterno e stabilirne la larghezza minima nel caso di nuove costruzioni collocate in posizione di margine rispetto all’edificato esistente.15.Deve essere impedita o comunque limitata l’introduzione di recinzioni che comunque non devono introdurre caratteri urbani nel paesaggio agrario, invasivi dal punto di vista percettivo, chiudere la viabilità rurale, poderale. In ogni caso deve essere garantita la fruizione del paesaggio.
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La carta delle “Emergenze del paesaggio agrario” definisce inoltre come emergenza del paesaggio agrario la
trama delle tessiture agricole. Dalla lettura della carta emerge che l’area attorno agli edifici principali è
caratterizzata dalla presenza della maglia media dei “seminativi di collina”.
Le trasformazioni avvenute negli ultimi anni a carico di una parte dei terreni aziendali, hanno determinato la
sola modifica degli assetti colturali. Le fotoaeree sottostanti illustrano in maniera esplicita i cambiamenti
avvenuti dal 1998 ed oggi. L’azienda si caratterizza tuttora per la presenza del bosco, nell’area adiacente
l’edificato principale sono stati realizzati due appezzamenti di vigneto.
Foto 1998 Foto 2005 Foto 2007 Foto 2013
La presente verifica non esamina gli aspetti di sostenibilità ambientale trattati al Capo III del Titolo II della
Disciplina in merito a acqua, aria, energia, rifiuti e suolo già ampiamente trattati nella relazione geologica di
supporto e nella relazione tecnica e paesaggistica dello Studio CJA.
Il tema della biodiversità viene invece ampiamente trattato nello studio di incidenza allegato alle
valutazioni. Su quest’ultimo tema segnaliamo i principali obiettivi e le coerenze del PAPMAA.
Mantenimento e valorizzazione delle reti ecologiche
Il mosaico delle colture in atto alternate a terreni boschivi garantisce il mantenimento della rete ecologica
esistente.
Riserve naturali, dei SIR
L’area ricade parzialmente in zona SIR, siti di importanza regionale e gli interventi sono pertanto sottoposti a
incidenza.
Ecosistemi ad alto valore naturalistico
Non è segnalata la presenza di ecosistemi ad alto valore naturalistico o habitat prioritari.
Quanto al tema del paesaggio questo è stato ampiamente affrontato sia sotto il profilo ecosistemico che visivo
percettivo e storico culturale nella verifica di coerenza con il PIT e per gli interventi agronomici possiamo dire
che la coerenza è verificata. In particolare il PAPMAA risponde agli obiettivi posti dall’art. 13.2
mantenere valorizzare i centri storici e gli edifici di interesse storico culturale e le loro relazioni con il territorio aperto;
tutelare le aree agricole dalle espansioni insediative diffuse di tipo urbano;
tutelare la qualità del suolo agricolo;
mantenere e valorizzare il paesaggio agrario;
recuperare il patrimonio edilizio rurale abbandonato o degradato;
realizzare la rete ecologica provinciale;
mantenere e valorizzare le emergenze paesaggistiche;
ampliare la superficie delle aree naturali;
recuperare le aree degradate.
L’intera proprietà aziendale ricade nell’unità di Paesaggio 3 – Chianti Senese, in seguito verranno delineate in
maniera approfondita le strategie indicate dal piano per questa Unità.
La struttura del paesaggio è stata analizzata ai sensi del PIT adottato ispirato da indirizzi , criteri e metodi
analoghi a quelli individuati dall’art. 13.4 il cui comma 9 recita:
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 40
9. La struttura del paesaggio è definita “matrice del paesaggio” in quanto costituisce l’insieme delle regole atte alla sua riproduzione.
Essa è costituita dalle componenti naturali, seminaturali, antropiche e dalle relazioni che si istituiscono tra di esse (naturali, ecologiche,
culturali, storiche, percettive e visive), risultante dai precedenti processi di trasformazione e come prodotto dell’interrelazione uomo-natura,
costituisce il fondamento per tutti i processi di trasformazione territoriali futuri.
10. Il presente PTCP fornisce per ogni U. di P. la relativa carta della struttura, quale riferimento per ogni strumento della pianificazione o
atto di governo, progetto e programma pubblico e privato. Essa inoltre fornisce sinteticamente gli elementi per il progetto di paesaggio, più
facilmente individuabili nella ultima sezione delle schede delle U. di P. dell'Atlante dei paesaggi senesi, parte integrante del presente
PTCP.
11. Ogni intervento per la conservazione, la costruzione, l’evoluzione, la trasformazione del paesaggio:
- si riferisce ai principi della tutela e della conservazione attiva che contemplano due diversi gradi di trasformabilità: nella tutela è escluso
ogni tipo di intervento che modifica, anche se in minima parte, l’integrità paesaggistica e ambientale del “bene” individuato e oggetto di
tutela; nella conservazione attiva sono ammesse le trasformazioni coerenti con la natura del bene individuato, purché sia garantito il suo
permanere e la sua prestazione;
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
Estratto tav. ST PAES IV.3b la struttura del paesaggio. PTCP 2010
Nella carta della struttura vengono indicati gli elementi utili al progetto di paesaggio. Partendo
dall’interpretazione delle regole che intercorrono tra le relazioni delle componenti naturali, seminaturali e
antropiche, al suo interno viene sinteticamente riprodotta la struttura del paesaggio, definita “matrice del
paesaggio”.
Dalla lettura della tavola non risultano segnalate particolari componenti morfologiche o antropiche ma una
lettura storica del paesaggio ci ha consentito di orientare le sistemazioni ambientali rispettandone le
emergenze descritte all’art. 13.8.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 41
Di seguito si esplicitano le modalità di intervento, gli orientamenti e i comportamenti che l’azienda terrà in
relazione alle principali emergenze paesaggistiche antropiche, naturali e seminaturali, definite nel PTCP (art.
13.8).
In base a crescenti gradi di trasformazione si fa riferimento alla seguente griglia di interventi/orientamenti :
Gradi di
trasformazione Descrizione
TUTELA
è escluso ogni tipo di intervento che modifica, anche se solo in minima parte, l’integrità paesaggistica e
ambientale del “bene” individuato e oggetto di tutela, si parla di “salvaguardia dei paesaggi” quando le azioni
sono mirate alla tutela, conservazione e al mantenimento degli aspetti strutturali significativi e connotati come di
lunga durata del paesaggio.
CONSERVAZIONE
ATTIVA
quando sono applicate trasformazioni coerenti con la natura del bene individuato, purché sia garantito il suo
permanere e la sua prestazione. Si parla di “gestione dei paesaggi” quando le azioni di conservazione sono in
grado di far evolvere il paesaggio armonicamente rispetto ai processi di sviluppo sociali, economici e ambientale.
ELIMINAZIONE quando l’intervento ha o può avere degli effetti negativi e di eliminazione dell’emergenza del paesaggio.
ASSENTE quando il tipo di emergenza non è presente nell’ambito del territorio oggetto di studio
INSERIMENTO quando gli elementi indicati sono inseriti nelle previsioni di miglioramento agricolo ambientale
Gradi di trasformazione
TU
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EMERGENZE ANTROPICHE
Emergenze del paesaggio agrario
La tessitura
agraria
sistemazioni idraulico-agrarie (terrazzamenti, ciglionamenti, sistemazioni di piano,
argini longitudinali e trasversali, muretti a secco, ecc.) X
…
X
forma e dimensione dei campi X
rete scolante, solcature X X
colture arboree X
formazioni arboree e arbustive lineari non colturali X X X
viabilità interpoderale X
Manufatti di
arredo
fonti, vasche, cippi, tabernacoli X
muretti a secco X
Relazioni visive percettive e fruizione collettiva del paesaggio
stratificazione
storica
strade bianche e viabilità minore X
alberature segnaletiche di confine o di arredo X
sistemi insediativi di impianto storico costituito da tessuto urbano storico, nuclei e
aggregati connessi alle caratteristiche naturali del territorio X X
EMERGENZE NATURALI E SEMINATURALI
Componenti della struttura del paesaggio
Paesaggio
agricolo di pregio
colture promiscue (seminativo vitato, olivo promiscuo) a corona o in prossimità degli
edifici rurali, insula e coltivate all’interno delle aree boscate X X
seminativi e pascoli a campi chiusi
tessuto agrario con prevalenza di olivo X
prati pascolo con alberi isolati X
pascoli e arbusteti posti sui crinali X
tessuti agrari di pianura e di fondovalle X
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 42
piantate residuali (gelsi, filari di vite arborata, aceri a spalliera), poste a bordo strada,
sul limitare dei campi coltivati, lungo la rete scolante, visibili dalla viabilità X
Elementi naturali
la conservazione e la tutela degli alberi isolati X X
vegetazione spontanea naturale (non infestante) lungo i fossi e le canalette la viabilità
sia principale che campestre, il limitare dei campi coltivati, i ciglioni e le scarpate X
elementi geomorfologici e orografici (pianure bonificate, il susseguirsi delle colline, i
coni vulcanici, i rilievi carsici, i ripiani di travertino, le gole e i meandri dei corsi d’acqua,
i calanchi, le biancane, le balze, gli impluvi, i fenomeni carsici gli affioramenti rocciosi,
ecc.)
X
sistema idrografico principale e minore, superficiale, le sorgenti, le risorse termali, le
aree umide
X
diverse tipologie di associazioni vegetazionali dotate di interesse naturalistico (le
faggete, i castagneti, le leccete, i querceti, la vegetazione rupestre, le garighe, la
vegetazione palustre e riparia)
X
4.2 ANALISI DELL’ UDP 3 – CHIANTI SENESE Le Unità di Paesaggio sono ambiti territoriali complessi e articolati per morfologia e forme di uso del suolo,
dotati di una specifica identità storico-culturale e caratterizzati da specifiche problematiche in ordine alla
gestione ed alla riproducibilità delle risorse naturali e antropiche in essi presenti, nonché ai temi della
riqualificazione del sistema insediativo e dello sviluppo sostenibile.
L’intera azienda ricade nel Comune di Radda in Chianti, nell’unità di paesaggio 3: Chianti Senese.
Inquadramento.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
Comprende i poggi di Vagliagli, il crinale della Castellina e di Radda, il bacino della val di Pesa, i poggi di Gaiole e i Monti del Chianti.
Comuni interessati: Castellina (parte), Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga (parte). Centri principali: Castellina, Radda,Gaiole.
………………………………………………………….……………… omissis…………………………………………………………………
Le strategie per il paesaggio
Le risorse da tutelare, conservare e valorizzare
L’insieme delle forme e dei segni del paesaggio, derivanti dal paesaggio agrario tradizionale, quindi
la scansione dei campi,
le sistemazioni idraulico agrarie,
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 43
le siepi, i filari e i viali alberati,
la viabilità poderale e vicinale e i suoi elementi di arredo,
gli oliveti terrazzati,
le colture promiscue,
i vigneti disposti a cavalcapoggio e a giropoggio, ecc...
Il paesaggio naturale dei boschi con il relativo sistema di sentieri e viabilità esistente, inframezzato da aree aperte a prato pascolo, che
costituiscono nelle loro relazioni habitat faunistici e pertanto una importante risorsa naturalistica.
La matrice storica degli insediamenti urbani disposti sui crinali, la loro leggibilità e visibilità dalle valli, così come le aree pertinenziali,
spesso più ricche e articolate nel mosaico generale del paesaggio.
Il patrimonio edilizio storico sparso (chiese, pievi, castelli, ville, fattorie, poderi, ...) esistente sia per il suo linguaggio tipologico-
architettonico sia per la sua collocazione all’interno della struttura del paesaggio agrario e forestale. Le sistemazioni paesaggistiche di
impianto storico (parchi, giardini, viali, ecc...) connesse ai complessi architettonici (castelli, ville, fattorie). La vocazione dei luoghi storici ad
accogliere esposizioni d’arte contemporanea utile a costituire continuità tra passato e presente.
Il reticolo idrografico superficiale costituito da torrenti, ecc..., con il suo equipaggiamento di vegetazione riparia, le sistemazioni di
vegetazione spontanea, siepi, filari alberati, alberi isolati, ecc..., che arricchiscono la diversificazione del paesaggio sia sotto l’aspetto
estetico-percettivo, sia quello naturalistico, sia per il controllo dei processi di erosione.
I percorsi principali carrabili (la Chiantigiana e le sue diramazioni) sino al reticolo minore di strade bianche che permette la fruizione, con
modalità diverse, del paesaggio, e una lettura che raggiunge il suo apice nei luoghi altamente panoramici su vedute particolari.
Gli interventi agronomici improntati a un recupero delle aree abbandonate rispettoso dei valori naturalistici e
paesaggistici, incidono favorevolmente sugli elementi strutturanti quali la scansione dei campi, le sistemazioni
idraulico agrarie, le siepi, i filari e i viali alberati, la viabilità poderale e vicinale e i suoi elementi di arredo, gli
oliveti terrazzati, le colture promiscue, i vigneti disposti a cavalcapoggio .
Gli interventi agronomici si ispirano ai criteri indicati dal PTCP coerenti anche con il PIT.
CRITERI PER VALORIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE DEL
PAESAGGIO PROPOSTA PAPMAA
- Recupero e valorizzazione del sistema viario esistente con particolare
attenzione alle strade con fondo naturale (strade bianche, poderali,
vicinali, ecc...)
- Arredo ad esso connesso (muretti, vegetazione, tabernacoli, ecc..)
- Recupero e tutele dei luoghi panoramici (la visibilità lungo la viabilità di
crinale) ricucitura nei tratti interrotti
Il sistema viario storico verrà recuperato, sarà posta
attenzione alle sistemazioni idrauliche per evitare l’erosione
dei suoli.
Salvaguardare e proteggere i sistemi naturali (aree boscate, corsi
d’acqua, ecc...)
Il progetto salvaguarda le emergenze ecologiche
Tutelare e conservare la tessitura della maglia agraria:
- organizzazione insediativa,
- oliveti e le colture promiscue,
- sistemazioni idraulico-agrarie,
- ricucitura e riqualificazione ( se presenti interruzioni)
Il progetto riqualifica e arricchisce la tessitura agraria
presente e la diversità delle colture
Paesaggio vitivinicolo:
- incentivare l’introduzione di siepi, lingue e macchie di vegetazione
arbustiva e arborea (autoctona, coerenti alla tradizione colturale locale)
- scoline e fossetti, e sistemazioni con orditura trasversali al pendio (e non
a rittochino),
La rete dei corridoi ecologici e le siepi esistenti saranno
mantenute ed integrate.
- limitare l’introduzione di filari di cipressi
- evitare le varietà esotiche
- utilizzare specie vegetali arboree coerenti con il contesto paesaggistico
ambientale
I cipressi saranno inseriti come elemento segnaletico o
caratterizzante solo in luoghi specifici e idonei
- limitare/evitare, l’accorpamento dei campi, la saturazione degli spazi
aperti, gli sbancamenti e i movimenti di terra.
La tessitura dei campi sarà mantenuta o arricchita e le
sistemazioni limiteranno al massimo gli sbancamenti
- controllare il recupero del patrimonio rurale,
- limitare l’introduzione di nuove volumetrie,
- assicurare usi compatibili o meglio valorizzanti il paesaggio agrario,
- sistemazioni inerenti gli spazi aperti di pertinenza (piscine, alberature,
ecc...), coerenti per linguaggio architettonico e “significanti” con il contesto
paesaggistico.
Gli edifici recuperati saranno utilizzati a fini agrituristici,
utilizzo coerenti con la ruralità dei luoghi.
Sulle motivazioni della nuova edificazione si veda il
PAPMAA.
La localizzazione delle piscine è stata rivista sulla base delle
prescrizioni impartite mentre si è rinunciato alla costruzione di
una nuova rimessa macchine.
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5. VERIFICA DI CONFORMITÀ URBANISTICA CON GLI STRUMENTI DELLA
PIANIFICAZIONE DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI
La verifica di conformità urbanistica con gli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica del
comune di Radda in Chianti, riportata nei capitoli successivi, è stata redatta nel 2015, anno di
presentazione del PAPMAA.
Si fa presente che il consiglio Comunale di Radda in Chianti ha adottato con delibera n. 40 del 21.09.2016 la
variante puntuale al Piano Strutturale ed al Regolamento Urbanistico.
La Variante al Piano Strutturale ha carattere meramente puntuale e si pone l’obiettivo di ridefinire il
dimensionamento della destinazione turistico ricettiva nella misura in cui se ne è reso necessario a seguito
dell’avvio della variante puntuale al Regolamento Urbanistico pertanto, sulla scorta degli obiettivi generali del
Piano strutturale vigente, la variante intende riallineare il dimensionamento del turistico ricettivo nel Sistema 3 –
Crinale di Radda in Chianti, in cui ricade la previsione della variante al R.U. al fine di dare esito all’obiettivo
puntuale previsto da traguardare nel quinquennio di vigenza di un Regolamento urbanistico.
La Variante puntuale al Regolamento Urbanistico, di cui si confermano i principali obiettivi e contenuti, è volta
essenzialmente ad ottimizzare le norme tecniche di attuazione anche alla luce del modificato quadro normativo
e riallineare alcune previsioni dello strumento vigente. In sintesi la variante al Regolamento Urbanistico
prevede:
1. obiettivo 1 – revisione puntuale della disciplina vigente e della cartografia
2. obiettivo 2 - adeguamento del R.U. al nuovo piano di protezione civile
3. obiettivo 3 – revisione di alcune previsioni puntuali di trasformazione del territorio e della classificazione del
patrimonio edilizio esistente
Tale variante non influisce sulla fattibilità del PAPMAA presentato dall’azienda agricola Corleone.
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6. VERIFICA DI COERENZA CON IL PS DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI
Il Piano Strutturale del Comune di Radda in Chianti, adottato in conformità a quanto stabilito all’art.53 della L.R.
1/2005, è lo strumento che definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio.
Al suo interno si delineano le strategie di sviluppo territoriale comunale.
Il PS del Comune di Radda in Chianti è stato approvato nell’aprile 2009 ed è suddiviso in tre capitoli principali:
PARTE PRIMA - Generalità;
PARTE SECONDA - Statuto del territorio;
PARTE TERZA - Strategie per il governo del territorio.
PARTE PRIMA - Generalità
All’interno della PARTE PRIMA vengono affrontati i principi e riferimenti generali del piano e contiene le norme
fondanti e statutarie.
PARTE SECONDA - Statuto del territorio
Lo statuto del territorio assume e ricomprende al suo interno l’insieme coerente di regole finalizzate a tutelare e
garantire l’esistenza, la permanenza e lo sviluppo dei rapporti storicamente intercorsi tra le attività umane di
trasformazione e uso del territorio e i caratteri fisici e naturali del territorio stesso. A tale scopo individua e
definisce:
Titolo I - Invarianti strutturali
Titolo II - Criteri di uso e tutela del Patrimonio Territoriale
Titolo III - Sistemi e relative disposizioni
Titolo IV – Indirizzi e prescrizioni inerenti gli aspetti idrogeomorfologici.
PARTE TERZA - Strategie per il governo del territorio
Si compone di 3 titoli:
Titolo I - Uso delle risorse nei sistemi.
Titolo II - Unità Territoriali Organiche Elementari.
Titolo III – Disposizioni transitorie e finali.
Di seguito si analizzeranno puntualmente i temi trattati dal PS facendo una generale verifica di fattibilità e
approfondendo i temi esclusivamente per la zona che sarà interessata dagli interventi.
All’interno del Titolo I vengono analizzate le invarianti strutturali che rispondono a quanto disposto dall’art. 4
della L.R.1/05.
Art. 5 Invarianti strutturali
……………………..................………….omissis…………………………………………………………
In particolare sono riconosciute invarianti strutturali del territorio comunale di Radda in Chianti gli elementi fisici, economici, sociali e
culturali presenti, espressione del perdurare di rapporti spaziali, produttivi, sociali e culturali che, nella lunga durata, hanno determinato
l’assetto del territorio costituendone gli elementi identitari. Esse sono manifestazione localizzata delle risorse naturali e delle altre risorse
essenziali, come definite dalle vigenti norme regionali, presenti nel territorio comunale.
……………………..................………….omissis…………………………………………………………
Le Invarianti come elementi cardine della identità dei luoghi sono distinte in cartografia alle tav. Sta02a,
Sta02b.
Si evidenziano come invarianti strutturali del territorio:
a) Invarianza storico - insediativa
b) Invarianza paesaggistica - ambientale
c) Invarianza culturale e sociale
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 46
Estratto della carta delle invarianti strutturali – Tav. Sta02a
Rispetto all’invarianza storico – insediativa si rinva alle analisi dello studio CJA.
Con riferimento all’invariante tracciati viari fondativi la strada di accesso al nucleo abitativo sarà mantenuta in
coerenza con l’Art. 14 del PS.
Art. 14 – Tracciati viari fondativi
1. Tali tracciati sono distinti in cartografia con apposito segno grafico alle tavv. Sta02aN, e Sta02aS, in scala 1/10.000. Sono percorsi in
genere di antica formazione, espressione di un ruolo fondativo nei confronti dei centri o delle frazioni, nonché di una modalità compatibile
rispetto alla morfologia del suolo, leggibile nelle opere d'arte e nelle sistemazioni del terreno, ancora presenti per la maggior parte del loro
tracciato e con prestazioni in atto nell’attuale sistema della mobilità.
2. Costituiscono parte integrante di tali percorsi le sistemazioni laterali del terreno, le opere d'arte, le opere per la raccolta ed il deflusso
delle acque, i muri di sostegno.
3. Sono elementi di invarianza, quando abbiano rilevanza di memoria storica o paesistica:
- i caratteri planoaltimetrici generali dei tracciati;
- le opere di raccolta e convogliamento delle acque;
- le opere d'arte ed i segnali di viaggio;
- le opere di sistemazione e contenimento del terreno;
- le alberature segnaletiche, gli allineamenti arborei e le siepi ornamentali, limitatamente alle specie vegetali locali;
- la sistemazione ed i materiali del fondo stradale.
4. Gli elementi di invarianza sono soggetti a tutela nella loro consistenza materiale e nelle prestazioni, al ripristino dei tratti degradati, e alla
loro valorizzazione culturale in quanto testimonianza di strutture profonde del territorio.
Il R.U. e le altre norme operative correlate definiscono i criteri di valutazione storicopaesaggistica e le specifiche prescrizioni (caratteristiche
geometriche, materiali, sistemazioni circostanti etc.) per i tratti soggetti a modifica.
5. La presenza dei tracciati viari fondativi contenuta nel P.S. deriva da lettura indiretta di tipo cartografico e fotografico. Ulteriori studi in
sede di elaborazione del R.U. potranno confermare o modificare tale attribuzione, ovvero indicare un tratto parzialmente diverso della
viabilità, senza che ciò comporti necessaria variante al P.S..
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6. Ove il tracciato viario fondativo assuma anche valore di tracciato di interesse paesaggistico europeo, individuato alla tavola P09 del
vigente P.T.C.P., il R.U. prevederà, in coerenza con l’art. S9 dello strumento provinciale, la realizzazione di aree di sosta e di connessi
sentieri pedonali e ciclabili, nonchè le limitazioni alla trasformabilità di cui ai commi 2 e 3 dello stesso art. S9.
Il progetto prevede un intervento di fedele recupero del tracciato esistente di collegamento tra i due nuclei
abitativi di proprietà.
Rispetto all’invarianza paesaggistica e ambientale, si conferma che l’intera proprietà aziendale ricade nel SIC
Monti del Chianti:
Art. 17 – S.I.C. “Monti del Chianti”
1. L’area del SIC 88 “Monti del Chianti” è distinta in cartografia con apposito segno grafico nelle tavv. Sta02aN, Sta02aS, in scala 1/10.000
e disciplinata anche dall’art. 44 delle presenti norme.
2. Il sito è caratterizzato da boschi di latifoglie termofile (boschi di quercine) e da residui di mesofile (castagneti) oltre ad arbusteti.
3. Sono elementi di invarianza, le caratteristiche vegetali e animali del sito, costituente elemento peculiare del contesto paesaggistico.
Art. 44 – Sito di Interesse Comunitario
1. Il Sito di Interesse Comunitario (di seguito S.I.C.) n. 88 “Monti del Chianti” è distinto in cartografia alle tavv. Sta02aN, Sta02bN e
Sta02aS, Sta02bS in scala 1:10000.
2. La disciplina del R.U. relativa alle aree interessate da S.I.C. persegue:
- Il mantenimento e l’incremento delle superfici pascolate in modo estensivo, anche a scapito delle superfici arate;
- La tutela e conservazione a lungo termine delle formazioni erosive caratteristiche;
- La conservazione e l’incremento di siepi, alberature, arbusteti e boschetti;
- L’esclusione di opere di riforestazione
- La tutela dei corsi d’acqua, inclusi quelli minori, e delle pozze, tramite la protezione della vegetazione ripariale, il controllo delle
captazioni, e limitazione spaziale delle eventuali immissioni di ittifauna;
- Il mantenimento e recupero delle zone aperte, con particolare riferimento alle praterie secondarie;
- interventi di gestione forestale mirati all’incremento della naturalità degli impianti di conifere
3. La Relazione d’incidenza redatta ai sensi dell’art.15 della L.R. 56/2000 è contenuta nell’elaborato Rel03.
4. Il R.U. è corredato da relazione d’incidenza relativa alle trasformazioni ammesse all’interno delle aree S.I.C. e dei terreni a questo
esterni ricadenti in una fascia di 100 m.. Il R.U. disciplina specifiche fattispecie nelle quali, in virtù della relazione allegata all’atto di
governo, singoli interventi potranno non essere accompagnati da relazione d’incidenza.
5. Qualunque piano o intervento, interno o esterno, al S.I.C. suscettibile di avere un’incidenza sul sito, deve essere sottoposto alla
procedura di valutazione di incidenza prevista dall’art. 5 del D.P.R. 357/97 così come modificato dal D.P.R. 120/2003.
L’intero progetto agronomico è strutturato nel totale rispetto delle prescrizioni indicate per il SIC “Monti del
Chianti”.
Allo stesso tempo le aree di intervento ricadono nell’ “Area del Chianti” così disciplinata:
Art. 18 – Area del Chianti
1. L’area del Chianti Classico è distinta in cartografia con apposito simbolo grafico alle tav. Sta02aN, e Sta02aS, in scala1/10.000.
2. Il territorio individuato ai sensi del comma 1 costituisce rilevante fattore identitario locale sotto il profilo culturale, ambientale, storico e
economico ed è pertanto individuato come invariante strutturale del territorio.
3. Sono elementi di invarianza:
- le pratiche agricole di coltivazione della vite;
- l’equilibrio storicamente determinato tra gli areali della viticoltura e quelli delle altre forme tradizionali di coltivazione;
- i luoghi e i toponimi esplicitamente riferiti all’appartenenza al Chianti.
Il PAPMAA si accorda perfettamente a quanto previsto da questo articolo. Infatti la realizzazione di una nuova
cantina contribuirà alla valorizzazione della viticoltura inoltre è previsto il mantenimento della superficie vitata
presente e il suo parziale incremento.
L’area di intervento 1 ricade nella perimetrazione delle aree di “pertinenza paesaggistica dei centri, degli
aggregati e dei beni storico-architettonici individuate dal PTCP” e anche gli interventi agronomici dovranno
rispettare gli elementi di invarianza di cui all’art. 24 del PS.
Art. 24 – Pertinenze paesaggistiche dei centri, degli aggregati e dei beni storico architettonici individuate dal P.T.C.P.
2. Sono elementi di invarianza quando caratterizzati da rilevanza storico-testimoniale:
- la trama fondiaria e le articolazioni colturali;
- le opere di sistemazione del terreno;
- le opere per la raccolta e il deflusso delle acque;
- le sistemazioni arboree costituite da individui adulti;
- gli accessi e le recinzioni;
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- gli arredi fissi in genere;
- le aperture visuali.
Estratto della carta delle invarianti strutturali – Tav. Sta02b
L’intervento 1 è interessata dall’invariante paesaggistica e ambientale, infrastrutturazione ecologica:
Art. 22 Boschi di rilevanza vegetazionale e/o ambientale
1. Tali boschi sono distinti in cartografia con apposito simbolo grafico alle tavv. Sta02aN e Sta02aS in scala 1/10.000.
2. Sono le formazioni forestali e boschive che emergono per la consistenza e rilevanza formale delle formazioni, per il governo a fustaia, e
per la diversificazione ed articolazione delle specie arboreo-arbustive presenti.
3. Sono elementi di invarianza:
la destinazione forestale del suolo;
la composizione floristica del soprassuolo;
l'assetto delle sistemazioni idraulico-forestali;
la rete dei sentieri e della viabilità forestale interna alla aree.
4. Gli elementi di invarianza sono soggetti a tutela finalizzata al mantenimento e alla valorizzazione degli assetti boschivi ai sensi delle
vigenti norme forestali regionali e provinciali. Sono favoriti interventi di valorizzazione collegati all'attività di governo del bosco, alla
prevenzione degli incendi e agli usi plurimi della risorsa forestale. Su tali aspetti il R.U. detta specifiche norme.
5. Rettifiche di minima entità all'uso del suolo disciplinato dal presente articolo sono ammesse anche in sede di formazione degli atti di
governo del territorio nel caso di discordanze tra lo stato esistente e quello cartografato, previa dimostrazione dell'effettiva consistenza del
soprassuolo vegetazionale ed accertamento da parte degli Enti competenti, senza che ciò costituisca variante al P.S".
PARTE SECONDA - TITOLO II - CRITERI DI USO E TUTELA DEL PATRIMONIO TERRITORIALE
Il Titolo II si suddivide in:
a) Capo I – territorio rurale
b) Capo II - insediamenti
e fa riferimento alla tavola Vi05, Carta del Territorio rurale e degli insediamenti.
Estratto della Carta del Territorio rurale e degli insediamenti – Tav. Vi05
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Rispetto al Capo I, l’area di proprietà, è inserita nelle aree a prevalente funzione agricola e soggiace all’art. 32
del PS che prevede:
Art. 32 – Aree a prevalente funzione agricola
1. Le Aree a prevalente funzione agricola sono quelle ove si riscontra la presenza di diffusi miglioramenti fondiari che caratterizzano in
modo permanente l'assetto del territorio ed il sistema produttivo agrario (sistemazioni idraulico agrarie, viabilità storica, formazioni arboree
che caratterizzano strade, linee di confine e delimitazioni di campi, opere edilizie funzionali al ciclo produttivo aziendale, colture arboree
specializzate ed in particolare viti e olivi per produzioni di pregio, infrastrutture per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti) e
di un contesto economico, storico e culturale specifico e legato alla tradizione agricola (D.O.C., aziende storiche, unità aziendali di grandi
dimensioni economiche, notevole numero di addetti del settore e dell'indotto, sedi di istituzioni specifiche). In tali aree, che esplicano
chiaramente vocazione pedo-climatica e strutturale per la produzione di vini ed altri prodotti tipici di alta qualità, sono prioritariamente da
salvaguardare e favorire l'agricoltura e le attività ad essa connesse.
2. All'interno di tali aree, perimetrate in cartografia alla tav. Vi05 in scala 1/15.000, il R.U. può ammettere gli interventi connessi con le
seguenti attività:
- coltivazione dei terreni, pascolo, zootecnia e apicoltura;
- selvicoltura, raccolta prodotti del bosco, conservazione, trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli ed attività
direttamente connesse
- attività faunistico venatorie;
- residenza agricola;
- annessi agricoli;
- agriturismo in edifici esistenti;
- attività turistico - ricettive in edifici esistenti;
- reti ed impianti tecnologici, nel rispetto di criteri di compatibilità paesistico-ambientale;
- attività pubbliche o di interesse pubblico.
3. Gli usi e le trasformazioni dei suoli e degli edifici e la nuova edificazione all'interno di dette aree, in presenza delle invarianti
strutturali, sono soggetti alle limitazioni previste dal Titolo I della Parte II delle presenti norme, nonché agli ulteriori criteri ed indirizzi
di cui alle disposizioni specifiche per i Sistemi Territoriali e per le U.T.O.E..
4. Il R.U. attua, all'interno di tali aree, ulteriori distinzioni ai fini di specifiche prescrizioni per gli interventi di tutela paesaggistica,
riqualificazione ambientale e trasformazione urbanistico-edilizia, nel rispetto delle vigenti norme regionali per le zone a prevalente funzione
agricola. Il R.U. prescrive quale dimensione minima a destinazione residenziale agricola e non, sia in caso di recupero o frazionamento,
S.U.L. non inferiori a quanto definito dall'art. 78, comma 4.
5. Il R.U. definisce altresì i casi tipologici e i limiti dimensionali di annessi agricoli il cui recupero a fini abitativi o ricettivi non può dare luogo
a più di una unità.
6. All'interno di tali aree:
a. è vietata ogni nuova costruzione stabile di qualsiasi tipo, salve le eccezioni di cui alla successiva lettera b), nonché la
utilizzazione dei terreni a scopo di deposito se non connesso ad operazioni di carattere transitorio;
b. è consentita la realizzazione di impianti tecnologici per pubblica utilità, annessi agricoli stabili, centri di
trasformazione e servizi, residenze agricole di cui sia dimostrata la necessità in P.A.P.M.A.A.;
c. il R.U. prescrive che le nuove costruzioni siano posizionate in prossimità ad eventuali preesistenze, in maniera da ridurre al
minimo la realizzazione di nuova viabilità e l'impatto paesaggistico (posizioni dominanti, cacuminali, ecc.), privilegiando materiali
e tipologie costruttive rispettosi dei luoghi e delle tradizioni.
7. Le nuove costruzioni di cui alla lettera b) del comma precedente sono consentite qualora ricorrano le condizioni prescritte dall'art. 3 del
Regolamento di attuazione del Titolo IV, capo III della L.R.1/05, n.5/R e dall'art. Q8 del P.T.C.P.;
8. Il R.U. disciplina la realizzazione di cantine prevedendo che le parti destinate alla commercializzazione, pubblicizzazione, ricerca e
amministrazione debbano essere contenute nella misura massima di mq. 1000 di S.U.L..
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 50
9. Gli atti di governo disciplinano pratiche colturali e le sistemazioni agrarie finalizzate alla viticoltura nel rispetto delle indicazioni contenute
nella Carta per l'uso Sostenibile del territorio del Chianti. La disciplina per l'impianto di nuovi vigneti deve rispettare i seguenti indirizzi:
- impiego di paleria lignea
- reimpianto di alberature autoctone sia a filare che come pianta segnaletica singola ai margini degli appezzamenti;
- disposizioni dei filari assecondando l'orografia del territorio e riadattando sesti di impianto tradizionali;
- nel caso di adozione delle sistemazioni a rittochino, le stesse non devono interessare appezzamenti con pendenze superiori
al 15÷20%;
- nel caso di presenza e/o di realizzazione di impianti con prevedibili azioni erosive, l'inerbimento totale;
- laddove sono presenti coltivazioni con ridotta regimazione idraulica e la pendenza risulti molto elevata, la realizzazione di
uno stradello che consenta l'interruzione dei filari con realizzazione di scoline per l'allontanamento delle acque meteoriche;
- nel caso di affossature principali quali capofossi etc, il ripristino di fasce alberate con essenze autoctone su tutto il loro
sviluppo;
- la realizzazione del reticolo idraulico minore deve essere attuata mediante messa in opera di pietrame secondo la
metodologia prevista per la costruzione dei muri a secco oppure semplicemente inerite.
10. Le colture dell'olivo costituiscono elemento insostituibile dell'agromosaico e devono essere pertanto tutelate dal R.U. nel rispetto dei
seguenti indirizzi:
- procedere alla salvaguardia a scopo produttivo di tutti quegli appezzamenti ad oliveto in attuale fase di abbandono. Nel
recupero dovrà essere posta la massima attenzione al ripristino ed adeguamento della regimazione idraulico-agraria anche
mediante il recupero e la manutenzione dei muretti a secco.
- data la particolare orografia del territorio ed, in particolare, della strutturazione delle aree investite ad oliveto, mantenere
l'impianto inerbito.
- la realizzazione del reticolo idraulico minore deve essere attuata mediante terrazzamenti o ciglionamenti.
Gli interventi previsti dal progetto rientrano nelle prescrizioni indicate dal Piano Strutturale in materia di aree a
prevalente funzione agricola, si ammettono interventi di nuova costruzione di annessi agricoli.
Le aree di intervento 1 e 2 ricadono nella classificazione a tessitura agraria a maglia media. (tema approfondito
nel capitolo dedicato al RU).
Rispetto al Capo II, le aree oggetto di intervento non sono classificate tra le aree di interesse urbano o tessuto
storico.
Nell'ambito del territorio comunale di Radda in Chianti, coerentemente con la definizione dei Sistemi Territoriali
e con la perimetrazione delle Unità di Paesaggio contenute nel P.T.C.P., il PS riconosce i seguenti Sistemi e
Sub-sistemi territoriali (tav. Str01 in scala 1/15.000):
c. Sistema del crinale di Radda in Chianti prevalente .
d. Sistema del bacino del fiume Pesa in parte delle aree di fondovalle.
Estratto della Carta dei sistemi territoriali e delle UTOE– Tav. Str01
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 51
Le aree di intervento ricadono nel “Sistema del crinale di Radda in Chianti” .
Art. 51 – Sistema del crinale di Radda in Chianti
1. Si tratta della porzione di territorio comunale che si sviluppa verso est sul versante sud dell’asta del fiume Pesa. Il Sistema è perimetrato
in cartografia alla tav. Str01 in scala 1/15.000.
2. Alle formazioni paesaggistiche caratteristiche dei rilievi più bassi e relative vallecole, si accosta, a partire dal capoluogo, una struttura di
coltivi e di insediamenti la cui varietà e disposizione connota un assetto caratteristico del paesaggio chiantigiano.
3. E’ presente il capoluogo Radda in Chianti con la struttura del suo nucleo storico di grande rilievo, oltre agli insediamenti più recenti di La
Villa e La Croce. Le trasformazioni insediative riguardano sia il capoluogo che gli insediamenti de La Villa e La Croce.
4. Il R.U., nella declinazione delle strategie enunciate all’art. 70, disciplina le trasformazioni ammesse nel sistema in coerenza con le
invarianti strutturali di cui alla parte II, titolo I delle presenti norme e dei seguenti elementi di valore assunti come durevoli:
- la struttura insediativa di crinale;
- l’insediamento sparso in genere;
- la trama viaria locale;
- la continuità territoriale della rete;
- la varietà colturale;
- le preesistenze archeologiche;
- i quadri paesaggistici.
Non sono previsti interventi che confliggano con tale articolo: la trama viaria locale non viene intaccata, la
struttura insediativa di crinale verrà rafforzata in seguito alla ristrutturazione che sarà coerente con le tipologie
edilizie esistenti.
Non analizzeremo il titolo IV che prevede indirizzi e prescrizioni inerenti gli aspetti idrogeomorfologici trattati in
altri elaborati.
Lo sviluppo dell’attività agricola, non intaccherà il mosaico del paesaggio anzi con le azioni previste, verranno
recuperate aree in abbandono. Contemporaneamente verrà recuperato un presidio territoriale come previsto da
questo articolo.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 52
7. VERIFICA DI COERENZA CON IL RU DEL COMUNE DI RADDA IN CHIANTI
Il Regolamento Urbanistico è lo strumento operativo che, in coerenza con quanto previsto nel Piano Strutturale,
definisce la conformazione dei suoli con una nuova normativa di riferimento per tutti gli interventi da attuare sul
territorio secondo il principio di sostenibilità.
Il Regolamento Urbanistico del Comune di Radda in Chianti è stato approvato con DCC n. 57 del 30/12/2013 ai
sensi dell’Art. 17 della L.R. Toscana 1/2005 ed è suddiviso in sei parti:
PARTE I – DISPOSIZIONI GENERALI
PARTE II – DISCIPLINA PER LA GESTIONE DELLE RISORSE PAESAGGISTICHE, AMBIENTALI, CULTURALI
E DEGLI ASSETTI INFRASTRUTTURALI E INSEDIATIVI ESISTENTI
PARTE III – DISCIPLINA DELLE TRASFORMAZIONI DEGLI ASSETTI INSEDIATIVI, INFRASTRUTTURALI ED
EDILIZI DEL TERRITORIO
PARTE IV – DISCIPLINA DEL TERRITORIO AGRICOLO
PARTE V – DISCIPLINA DI TUTELA DELL’INTEGRITÀ FISICA DEL TERRITORIO
PARTE VI – NORME TRANSITORIE E FINALI
Come già trattato anche in precedenza, all’Art.134, stabilisce che il piano ha valore di Piano Attuativo: Art. 134. Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale (P.A.P.M.A.A.) con valore di Piano Attuativo
1. Il P.A.P.M.A.A. assume valore di Piano Attuativo nei casi in cui prevede:
……………………..................………….omissis…………………………………………………………
− nuova edificazione o cambio di destinazione pari o superiori a 1.200 mc. nel caso di aree non vincolate paesaggisticamente;
……………………..................………….omissis…………………………………………………………
Il PAPMAA assume valore di Piano Attuativo in quanto il progetto della cantina prevede lo sviluppo di una
struttura su due livelli per una S.U.L. totale di 644.80 mq, una superficie agibile di 565.93 mq ed una volumetria
calcolata sulla S.U.L. pari a 2900.73 mc.
Il RU ripartisce il territorio comunale in “aree urbane” e “territorio agricolo”. Definisce territorio agricolo come “la
porzione di territorio esterna alla perimetrazione delle “aree urbane” e costituente il principale ambito di
applicazione delle vigenti norme regionali in materia di tutela e valorizzazione delle aree con esclusiva o
prevalente funzione agricola”. La disciplina di riferimento è nella Parte IV delle norme.
Nella Parte II al titolo I si dettano specifici criteri di utilizzo delle invarianti strutturali riconosciute del PS. Sono
elementi di invarianza:
i caratteri morfotipologici di impianto esistenti;
gli elementi della connotazione stilistico - architettonica;
gli elementi decorativi artistici e architettonici;
le sistemazioni esterne e i giardini anche quando non individuate tra le invarianti di cui all’art. 68;
gli elementi fisici e visivi che configurano i rapporti degli edifici e delle loro resedi con il contesto
paesaggistico. Estratto Tav. Disciplina del paesaggio e delle invarianti strutturali – PR01a
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 53
Estratto Tav. Disciplina del paesaggio e delle invarianti strutturali – PR01b
L’area di intervento 1 è caratterizzata della presenza delle seguenti invarianti:
INVARIANTE STORICO – INSEDIATIVA
Tracciati viari fondativi
Edifici e beni storico architettonici
INVARIANTE PAESAGGISTICA E AMBIENTALE
SIC Monti del Chianti
Area del Chianti
Pertinenze paesaggistiche dei centri, degli aggregati e dei bei storico architettonici (individuate del
PTCP)
Boschi di rilevanza vegetazionale e/o ambientale
L’area di intervento 2 è caratterizzata della presenza delle seguenti invarianti:
INVARIANTE STORICO – INSEDIATIVA
Patrimonio edilizio presente al 1954
INVARIANTE PAESAGGISTICA E AMBIENTALE
SIC Monti del Chianti
Area del Chianti
L’area di intervento 3 è caratterizzata della presenza delle seguenti invarianti:
INVARIANTE STORICO – INSEDIATIVA
Tracciati viari fondativi
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INVARIANTE PAESAGGISTICA E AMBIENTALE
SIC Monti del Chianti
Area del Chianti
Ambiti per l’istituzione di ANPIL riserve e parchi
Rispetto alle invarianti storico – insediative si rinvia all’analisi dello studio CJA.
Rispetto alle invarianti paesaggistiche e ambientali:
Art. 61 S.I.C. “Monti del Chianti”
1. L’area del S.I.C. “Monti del Chianti” è distinta in cartografia con apposito segno grafico nelle tavv. PR01aN, PR01aS, PR01bN e
PR01bS, su base C.T.R. in scala 1:10.000 e disciplinata anche dall’art. 44 delle N.T.A. del P.S..
2. Il sito è caratterizzato da boschi di latifoglie termofile (boschi di quercine) e da residui di mesofile (castagneti) oltre ad arbusteti.
3. Sono elementi di invarianza, le caratteristiche vegetali e animali del sito, costituenti elementi peculiari del contesto paesaggistico.
4. Gli elementi di invarianza soggetti a tutela sono disciplinati ai sensi dell’art. 107 delle presenti norme.
Si veda la VINCA e il rapporto ambientale della VAS.
Art. 62 Area del Chianti
1. L’area del Chianti è distinta in cartografia con apposito simbolo grafico nelle tavv. PR01aN, PR01aS, PR01bN e PR01bS su base C.T.R.
in scala1:10.000.
2. Il territorio individuato ai sensi del comma 1 costituisce rilevante fattore identitario locale sotto il profilo culturale, ambientale, storico e
economico ed è pertanto individuato come invariante strutturale del territorio.
3. Sono elementi di invarianza:
le pratiche agricole di coltivazione della vite;
l’equilibrio storicamente determinato tra gli areali della viticoltura e quelli delle altre forme tradizionali di coltivazione;
i luoghi e i toponimi esplicitamente riferiti all’appartenenza al Chianti Classico.
L’intervento proposto dall’azienda risulta in linea con quanto indicato dall’art. 62 rafforza inoltre il fattore
identitario locale apportando miglioramenti fondiari e realizzando nuove risorse viticole.
Art. 65 Ambiti per l’istituzione di A.N.P.I.L., riserve e parchi
1. E’ l’area distinta in cartografia con apposito segno grafico simbolo nelle tavv. PR01aN, PR01aS, PR01bN e PR01bS, su base C.T.R. in
scala 1:10.000, e precisamente delinea le parti di territorio situate intorno all’asta del fiume Pesa.
2. Sono caratterizzate da qualità ambientali idonee ad una loro fruizione pubblica nell’ambito del tempo libero, delle attività sportivo-
motorie, culturali e ricreative, termali, della osservazione e studio dei fenomeni naturali.
Art. 66 Boschi di rilevanza vegetazionale e/o ambientale
1. Tali boschi sono distinti in cartografia con apposito simbolo nelle tavv. PR01aN, PR01aS, PR01bN e PR01bS, su base C.T.R. in scala
1:10.000.
2. Sono le formazioni forestali e boschive che emergono per la consistenza e rilevanza formale delle formazioni, per il governo a fustaia, e
per la diversificazione ed articolazione delle specie arboreo-arbustive presenti.
3. Sono elementi di invarianza:
la destinazione forestale del suolo;
(stralciata)
l'assetto delle sistemazioni idraulico-forestali;
la rete dei sentieri e della viabilità forestale interna alla aree.
4. Gli elementi di invarianza sono soggetti a tutela finalizzata al mantenimento e alla valorizzazione degli assetti boschivi ai sensi delle
vigenti norme forestali regionali e provinciali. Sono favoriti interventi di valorizzazione collegati all’attività di governo del bosco, alla
prevenzione degli incendi e agli usi plurimi della risorsa forestale.
5. Rettifiche di minima entità all’uso del suolo disciplinato dal presente articolo sono ammesse anche in sede di formazione degli atti di
governo del territorio nel caso di discordanze tra lo stato esistente e quello cartografato, previa dimostrazione dell’effett iva consistenza del
soprassuolo vegetazionale ed accertamento da parte degli Enti competenti, senza che ciò costituisca variante al P.S..
La disciplina del territorio agricolo all’art. 106 prevede la suddivisione del territorio agricolo in:
aree a prevalente funzione agricola
area a prevalente funzione agricola produttiva.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 55
Estratto Tav. Disciplina degli insediamenti e del territorio aperto – PR02/PR03
Art. 108 Aree a prevalente funzione agricola
………………………………………………………….……………… omissis……………………………………………………………………
3. Nelle aree a esclusiva funzione agricola sono ammessi gli interventi connessi con le seguenti attività:
a. Agricoltura tecnicamente orientata alla salvaguardia delle varietà colturali e delle forme di coltivazione tradizionali;
b. coltivazione dei terreni, pascolo, zootecnia e apicoltura;
c. selvicoltura, raccolta prodotti del bosco, conservazione, trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli ed attività direttamente
connesse
d. attività faunistico venatorie compatibili con la tutela dell’assetto faunistico;
e. residenza agricola;
f. annessi agricoli;
g. agriturismo in edifici esistenti;
h. attività turistico - ricettive in edifici esistenti;
i. reti ed impianti tecnologici, nel rispetto di criteri di compatibilità paesistico - ambientale;
j. produzione e cessione di energia da fonti rinnovabili nei limiti previsti dalle presenti norme;
k. attività pubbliche o di interesse pubblico ivi comprese le attività sociali, culturali, formative e ricreative.
l. motorietà e attività per il tempo libero in connessione con le risorse ambientali, storiche, insediative, culturali ed agroalimentari esistenti.
4. All'interno di tali aree:
a. è vietata ogni nuova costruzione stabile di qualsiasi tipo, salve le eccezioni di cui alla successiva lettera b), nonché la utilizzazione dei
terreni a scopo di deposito se non connesso ad operazioni di carattere transitorio non eccedenti comunque i 90 giorni;
b. è consentita la realizzazione di impianti tecnologici per pubblica utilità, annessi agricoli stabili, centri di trasformazione e
servizi, residenze agricole di cui sia dimostrata la necessità in P.A.P.M.A.A. ed i manufatti normati dagli artt. 124,125,126 e 127;
5. le nuove costruzioni devono essere posizionate in prossimità ad eventuali preesistenze, in maniera da ridurre al minimo la
realizzazione di nuova viabilità e l'impatto paesaggistico (posizioni dominanti, cacuminali, ecc.), privilegiando materiali e
tipologie costruttive rispettosi dei luoghi e delle tradizioni.
6. In generale, dovrà essere privilegiata la sentieristica già esistente: strade vicinali, doganiere, strade e piste forestali, tratturi,
percorsi di accesso a edifici. Nuovi tracciati potranno essere realizzati solo in carenza di sentieri esistenti con un progetto apposito nel
rispetto della vegetazione esistente e della morfologia dei luoghi.
7. Le parti delle cantine di nuova realizzazione destinate alla commercializzazione, pubblicizzazione, ricerca e amministrazione
devono essere contenute nella misura massima di mq. 1.000 di S.U.L..
8. La disciplina per l’impianto di nuovi vigneti deve rispettare i seguenti indirizzi:
impiego di paleria lignea;
reimpianto preferibilmente di alberature autoctone sia a filare che come pianta segnaletica singola ai margini degli appezzamenti;
disposizioni dei filari preferibilmente assecondando l'orografia del territorio e riadattando sesti di impianto tradizionali;
nel caso di adozione delle sistemazioni a rittochino, le stesse non devono interessare appezzamenti con pendenze superiori al 15÷20%;
nel caso di presenza e/o di realizzazione di impianti con prevedibili azioni erosive, l’inerbimento totale;
laddove sono presenti coltivazioni con ridotta regimazione idraulica e la pendenza risulti molto elevata, la realizzazione di uno stradello che
consenta l'interruzione dei filari con realizzazione di scoline per l'allontanamento delle acque meteoriche;
nel caso di affossature principali quali capofossi etc, il ripristino di fasce alberate con essenze autoctone su tutto il loro sviluppo;
la realizzazione del reticolo idraulico minore deve essere attuata mediante messa in opera di pietrame secondo la metodologia prevista per
la costruzione dei muri a secco oppure semplicemente inerbite.
9. Le colture dell'olivo costituiscono elemento insostituibile dell'agromosaico e sono tutelate dal R.U. nel rispetto dei seguenti
indirizzi:
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 56
- procedere, quando possibile, alla salvaguardia a scopo produttivo di tutti quegli appezzamenti ad oliveto in attuale fase di
abbandono. Nel recupero dovrà essere posta la massima attenzione al ripristino ed adeguamento della regimazione idraulico-
agraria anche mediante il recupero e la manutenzione dei muretti a secco.
- data la particolare orografia del territorio ed, in particolare, della strutturazione delle aree investite ad oliveto, mantenere
l’impianto inerbito.
- la realizzazione del reticolo idraulico minore deve essere attuata mediante terrazzamenti o ciglionamenti.
La norma delle aree a prevalente funzione detta indirizzi e indicazioni sulle destinazioni e le trasformazioni
ammissibili e sugli interventi agricoli ammettendo la realizzazione di annessi agricoli previa presentazione di
PAPMAA. Indica che le nuove costruzioni siano posizionate in prossimità ad eventuali preesistenze, in maniera
da ridurre al minimo la realizzazione di nuova viabilità e l'impatto paesaggistico ossia in posizioni dominanti.
Gli interventi agricoli ed edilizi proposti si conformano alle indicazioni del RU. Per gli interventi edilizi si legga la
relazione di coerenza dello Studio CJA.
Viene utilizzata la viabilità esistente e non si prevedono cambiamenti a carico di quest’ultima se non ripristini e
manutenzioni. Per quanto riguarda la localizzazione degli edifici dell’intervento 1 sono posizionati in prossimità
degli edifici esistenti, mentre per quanto riguarda l’intervento 3 è collocato in un’area poco distante dagli edifici
principali. La scelta localizzativa della cantina è stata attentamente valutata ed è la più convincente sia sotto il
profilo paesaggistico e logistico organizzativo. Tale posizione consente infatti di contenere al massimo le
infrastrutture di supporto e quindi consuma meno suolo mentre abbiamo evidenziato che l’impatto visivo
percettivo è minimo.
I vigneti saranno realizzati secondo le indicazioni del RU su piccoli appezzamenti a pendenza contenuta
prestando particolare cura alle sistemazioni idraulico agrarie e all’impiego di materiali compatibili quali la paleria
in legno.
Gli oliveti saranno realizzati tramite infittimento o recupero di superfici incolte precedentemente olivate.
Il vigneto oliveto promiscuo da realizzare su terrazzamenti risponde all’indirizzo di recupero di tecniche e
sistemazioni tradizionali.
Gli interventi sono coerenti, per quanto di pertinenza, con i successivi articoli 111 (definizioni), 112
(frazionamenti di azienda), 113 (boschi). In merito ai boschi i perimetri proposti nella carta dell’uso del suolo
sono più precisi di quelli della cartografia di RU e potranno essere ulteriormente precisati in caso di necessità.
L’unico intervento che interessa l’area boscata è il ripristino di una viabilità poderale preesistente.
Non interessa le finalità del piano gli art. 114 (attività integrate) mentre per gli interventi agricoli straordinari, se
pertinenti, saranno acquisite le prescritte autorizzazioni previste anche all’articolo 115 (bonifiche agrarie).
L’articolo 108 è la base di riferimento cui afferiscono i successivi articoli 118 e 119 che dettano le regole per i
due sistemi in cui ricade la nostra azienda, rispettivamente il sistema del bacino del Fiume Pesa, che detta
diverse restrizioni sotto il profilo edilizio e il sistema del Crinale di Radda in Chianti.
In entrambe i casi gli interventi agronomici e di sistemazione ambientale appaiono ammissibili come pure le
destinazioni d’uso agricole.
Per gli aspetti edilizi si rinvia alla verifica di coerenza dello studio CJA mentre di seguito si riporta un
estratto degli articoli citati.
Art. 118 Sistema del bacino del fiume Pesa
1. Nel territorio del sistema del bacino del fiume Pesa, quale definito nelle tavole PR02N e PR02S in scala 1:10.000, non sono consentiti
interventi di nuova edificazione, ad eccezione di quanto previsto al successivi commi.
2. Nel sistema del bacino del fiume Pesa sono consentiti interventi di nuova edificazione o ampliamento di consistenze preesistenti aventi
destinazione d’uso agricola – previa approvazione di Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale nei
casi previsti dall’art. 43 L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 e nelle aree a specifica destinazione produttiva, secondo quanto disciplinato ai
successi commi.
3. Attraverso la previa approvazione di Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale è consentita la
realizzazione di nuovi manufatti con destinazione agricola strumentali alla conduzione del fondo, compresa la della residenza rurale.
4. La realizzazione delle consistenze strumentali alla conduzione del fondo previa approvazione di Programma aziendale pluriennale di
miglioramento agricolo ambientale di cui al comma 3 non assume rilevanza ai fini del prelievo di dimensionamento dal piano strutturale.
5. Nel sistema del bacino del fiume Pesa non sono in ogni caso consentite nuove volumetrie per destinazioni d’uso diverse dall’agricola e
dal produttivo.
6. Ogni intervento nel sub - sistema deve preservare e valorizzare gli elementi costitutivi delle invarianti sussistenti, quali individuate dal
precedente Titolo I, Parte II e perimetrate negli elaborati PR01aN, PR01aS, PR01bN e PR01bS.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 57
7. Gli interventi edilizi consentiti sul patrimonio edilizio esistente sono disciplinati, in ragione delle diverse classi di appartenenza dei
manufatti interessati, nelle previsioni di cui al Titolo III, Parte II e nel rispetto delle destinazioni d’uso di cui al successivo comma 9.
8. Attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente sono consentiti mutamenti della destinazione d’uso in residenziale (residenza rurale
ed urbana).
9. (stralciato)
Art. 119 Sistema del crinale di Radda in Chianti
1. Nel territorio del sistema del crinale di Radda in Chianti, quale definito nelle tavole PR02N e PR02S in scala 1:10.000, sono consentiti
interventi di nuova edificazione ai sensi e nei limiti dei commi seguenti.
2. Nel territorio del sistema del crinale di Radda in Chianti sono consentiti interventi di nuova edificazione o ampliamento di consistenze
preesistenti aventi destinazione d’uso agricola – previa approvazione di Programma aziendale pluriennale di miglioramento
agricolo ambientale nei casi previsti dall’art. 43 L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 – e all’interno del perimetro delle U.T.O.E. residenziale,
industriale artigianale e commerciale, secondo quanto disciplinato ai successi commi.
3. Attraverso la previa approvazione di Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale è possibile la
realizzazione di nuovi manufatti con destinazione agricola strumentali alla conduzione del fondo agricolo, compresa la della
residenze agricole.
4. La realizzazione delle consistenze strumentali alla conduzione del fondo previa approvazione di Programma aziendale
pluriennale di miglioramento agricolo ambientale di cui al comma 3 non assume rilevanza ai fini del prelievo di dimensionamento
dal piano strutturale.
5. Ogni intervento nel sistema deve preservare e valorizzare gli elementi costitutivi delle invarianti sussistenti, quali individuate dal
precedente Titolo I, Parte II e perimetrate negli elaborati PR01aN, PR01aS, PR01bN e PR01bS.
6. Nel sistema del crinale di Radda in Chianti ogni intervento assentito attraverso Programma pluriennale di miglioramento agricolo
ambientale deve prevedere a carico del privato obblighi di manutenzione e presidio della continuità della rete viaria minore
nonché la realizzazione di percorsi ed itinerari ambientali, culturali, storico-artistici, didattici, enogastronomici, secondo le
previsioni di cui alla Parte III delle presenti norme.
7. Nel sistema del crinale di Radda in Chianti gli interventi di nuova edificazione con destinazione residenziale sono ammessi
esclusivamente all’interno dei perimetri delle U.T.O.E. di Radda e La Villa, quali perimetrate nell’elaborato PR03a, secondo la disciplina di
cui agli artt. 95, 96 e 97.
8. Fatto salvo quanto prescritto all’art. 41 delle presenti norme, ai fini del rispetto del dimensionamento massimo prescritto dal Piano
strutturale (Atlante dei Sistemi Territoriali e delle U.T.O.E.), gli interventi di addizione funzionale e volumetrica con destinazione
residenziale di cui all’artt. 45 e 46 non assumono rilevanza ai fini del prelievo.
9. … omissis…
11. Gli interventi edilizi consentiti sul patrimonio edilizio esistente sono disciplinati, in ragione delle diverse classi di appartenenza dei
manufatti interessati, nelle previsioni di cui al Titolo III, Parte II e nel rispetto delle destinazioni d’uso di cui al successivo comma 12.
12. Attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente sono consentiti mutamenti della destinazione d’uso verso le seguenti destinazioni:
a. residenza rurale ed urbana;
b. agriturismo, per un massimo di 54 posti letto;
c. turistico – ricettivo, per un massimo di 128 posti letto.
13. Gli interventi che comportano mutamento di destinazione in attività turistico ricettive, nei limiti consentiti al precedente comma 12,
devono assicurare una dotazione minima di parcheggio ad uso privato per la sosta stanziale pari ad almeno 1 mq di parcheggio per ogni 3
mq di S.U.L., garantendo comunque almeno un posto auto effettivo per ogni camera.
14. Attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente non sono consentiti mutamenti della destinazione d’uso verso destinazioni diverse
dalla residenza rurale ed urbana, dal turistico - ricettivo e dall’agriturismo.
15. Ai fini del rispetto del dimensionamento massimo di cui al precedente comma 12, lett. b) e c) assume rilevanza la data di proposizione
del titolo abilitativo all’intervento, comunque denominato, corredata di tutti gli elaborati prescritti (criterio della prevenzione temporale).
Il capo III del RU tratta gli “Interventi sul patrimonio edilizio” che non riguardano gli interventi agricoli e
ambientali previsti dal PAPMAA. Queste tematiche sono ampiamente analizzate nella relazione dello studio
CJA.
Fattoria Carleone di Castiglioni s.r.l. – Programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale 58
8. CONCLUSIONI
L’esame degli strumenti della pianificazione territoriale e paesaggistica evidenzia una sostanziale coerenza di
tutti gli interventi proposti con il PAPMAA.
L’individuazione di importanti valori naturalistici, paesaggistici e storico culturali che caratterizzano le aree di
intervento, richiederanno comunque una particolare attenzione in tutte le fasi di attuazione del programma
stesso, da quelle prettamente agronomiche a quelle edilizie, infrastrutturali e di miglioramento ambientale.
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale
Comune di Radda in Chianti
Provincia di Siena
LEGENDA
Matrice forestale ad alta connettività
Piano Attuativo
I Caratteri ecosistemici del paesaggio
Scala 1:10.000
La struttura ecologico ambientale
Aree naturali ad alta connettività/
Corpi idrici
Nodi primari degli agroecosistemi
Nodi secondari degli agroecosistemi
Viabilità percorrenza veloce
Viabilità percorrenza lenta
Edifici esistenti
Corridoi ripariali
Edifici previsti dal PAPMAA
FATTORIA CARLEONE DI CASTIGLIONI
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale
Provincia di Siena
Piano Attuativo
Scala 1:10.000
Il Sistema delle connessioni
Comune di Radda in Chianti
LEGENDA
Matrice forestale e Aree naturali
ad alta connettività
Corpi idrici
Nodi primari degli agroecosistemi
Nodi secondari degli agroecosistemi
Viabilità percorrenza veloce
Viabilità percorrenza lenta
Edifici esistenti
Edifici previsti dal PAPMAA
Barriera infrastrutturale
Elementi di barriera a basso impatto
Connessioni forti degli ecosistemi
La struttura ecologico ambientale
FATTORIA CARLEONE DI CASTIGLIONI
S. 027
S. 028
S. 022 e 029
S. 019
S. 017
S. 016
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale
Provincia di Siena
Piano Attuativo
Scala 1:10.000
La Struttura degli insediamenti rurali e delle
connessioni viarie
La struttura storica e visiva percettiva
Comune di Radda in Chianti
LEGENDA
Castello Crinali secondari
Molino
Aggregato di case coloniche
Aggregato a forma aperta
Aggregato urbano
Viabilità percorrenza veloce
Viabilità percorrenza lenta
Edifici esistenti
Edifici previsti dal PAPMAA
BSA
FATTORIA CARLEONE DI CASTIGLIONI
F.1
F.2
F.3
F.5 F.4
F.6
F.7
F.9
F.10
F.10
F.8
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Indagine fotografica
La struttura storica e visiva percettiva
02
04
06
08
10
03
05
07
09
01
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale
Provincia di Siena
Piano Attuativo
Scala 1:10.000
Le visuali
La struttura storica e visiva percettiva
Comune di Radda in Chianti
LEGENDA
Castello
Molino
Aggregato di case coloniche
Viabilità percorrenza lenta
Edifici esistenti
Edifici previsti dal PAPMAA
Crinali secondari
Direttrice viaria di crinale
Visuale estesa
Visuale ridotta
Visuale limitata
Livelli di intervisibilità
Barriere visive naturali
(boschi, vegetazione ripariale, ecc.)
FATTORIA CARLEONE DI CASTIGLIONI
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
PODEREVALIFICO
PODERE CAPACCIA
MOLINODELLA VOLPAIA
PODEREBOZZOLO
LE SELVOLE
PODEREMONTEVERTINE
PODERECASINO
PODEREVILLANOVA
BUGIALLA POGGERINO
PESCINALE BELVEDERE
CASANUOVA
ALBERACCIO
LA VILLA
C. IL SODO
PODEREPENISOLA
PIAN VECCHIO
PODEREFONTANELLE
IL COLTICCIOLO
PODERESPANDA
PODEREDOMINI
LO SMORTO
LE SCOPE
SANTACRISTINA
CASTIGLIONI
Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale
Provincia di Siena
Piano Attuativo
11 - Morfotipo della viticoltura 18 - Morfotipo del mosaico collinare a
oliveto e vigneto prevalenti
I morfotipi rurali
La struttura del paesaggio agrario
Comune di Radda in Chianti
FATTORIA CARLEONE DI CASTIGLIONI