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COMUNE DI MONGIANA REGIONE CALABRIA VIBO VALENTIA POR FESR 2007/2013 LINEA D’INTERVENTO 5.2.1.1
COMUNE DI MONGIANA
ECOMUSEO DELLE FERRIERE – FABBRICA D’ARMI, FONDERIA E ALTRI SITI REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IMMATERIALI
PROGETTISTA: ARCHITETTO ANTONIO CORTESE
RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA
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INDICE
INTRODUZIONE....................................................................................................................... 3
INQUADRAMENTO TERRITORIALE ................................................................................................................... 3 GLI EDIFICI DEL COMPLESSO DELLA FABBRICA D’ARMI E DELLE REALI FERRIERE ........................................................ 9 L’ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE ALL’INTERNO DELLA FABBRICA D’ARMI ..............................................................13 IL PERCORSO INFORMATIVO E LA DISABILITÀ ...................................................................................................25 FORNITURA DEL MARCHIO E SEGNALETICA STRADALE E DIGITALE .........................................................................27 L’ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE DELL’ITINERARIO DI VISITA ESTERNO: FABBRICA D’ARMI, REALI FERRIERE, FORNO
ROBINSON E CUBILOT ................................................................................................................................27 IL SITO WEB .............................................................................................................................................33 APPLICAZIONE PER SMARTPHONE E DISPOSITIVI MOBILI DA SCARICARE GRATUITAMENTE DA APPLE STORE E DA MARKET
ANDROID CON LE INFORMAZIONI PRINCIPALI SULL’ECOMUSEO E IL TERRITORIO CIRCOSTANTE. .................................36 INFRASTRUTTURA WIRELESS PER LA COPERTURA DELLE AREE DESTINATE ALLA FRUIZIONE DEI CONTENUTI MULTIMEDIALI 38
LA FORNITURA ...................................................................................................................... 40
STRUMENTI E PRODUZIONI SOFTWARE E DI COMUNICAZIONE INTEGRATA .............................................................40
ALLEGATI .............................................................................................................................. 41
PLANIMETRIA CON INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO E DEI MANUFATTI INTERESSATI ................................41 PLANIMETRIA MUSEO CON INDICAZIONE DEGLI APPARATI DI FRUIZIONE................................................................41 PLANIMETRIA PERCORSO ESTERNO CON INDICAZIONE DEGLI APPARATI DI FRUIZIONE ...............................................41
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INTRODUZIONE
Inquadramento territoriale
La Vallata dello Stilaro e parte delle Serre, in passato e sino all’Unità d’Italia, per oltre
due millenni, hanno visto attivo un imponente e variegato apparato industriale
imperniato sull’attività mineraria, sulla metallurgia e siderurgia. Delle attività
sviluppatesi, soprattutto in epoche più recenti, esistono ancora delle tracce (miniere,
ferriere, fonderie, fabbriche d’armi, ecc.) che rappresentano un enorme patrimonio
archeologico che occorre conoscere, proteggere e valorizzare.
Le miniere della Vallata dello Stilaro, la Fabbrica d’Armi e la fonderia borbonica di
Mongiana insieme a quella vicina di Ferdinandea e a quella privata dei principi
Filangieri di Cardinale, furono il centro propulsore delle attività siderurgiche
calabresi.
Questo territorio non solo riveste come già abbiamo detto grande importanza per
l’attività estrattiva e per la produzione di manufatti in ferro ma era ed è una delle
aree più interessanti dal punto di vista storico-naturalistico della Calabria,
caratterizzato dalla presenza di rigogliosi boschi attraversati da torrenti e fiumare
incontaminati che costituiscono l’area del Parco naturale regionale delle Serre e valle
dello Stilaro, dal nome, appunto della fiumara Stilaro conosciuta nell’antichità come
Elloporo.
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Cartografia IGM con localizzazione area d’intervento
Cenni storici
Cartografia con l’indicazione delle risorse minerarie
Planimetria di Mongiana del 1856
Veduta aerea di Mongiana del 1978
Il centro di Mongiana è situato in un comprensorio territoriale
naturalmente vocato all’attività estrattiva e alla produzione di
manufatti in ferro grazie alla presenza di giacimenti minerari (materia
prima), corsi d’acqua (forza motrice), boschi (combustibile). I territori
immediatamente a ridosso dei comuni di Stilo, Bivongi e Pazzano, sul
versante ionico, rappresentano infatti la più ricca zona mineraria del
Regno di Napoli.
Riferimenti letterari e storici testimoniano la presenza di tali attività
sin dall’epoca dell’occupazione romana e i primi documenti ufficiali
sulla produzione, in particolare per usi militari, risalgono al XVI secolo.
La produzione prosegue ininterrottamente almeno fino al XVIII secolo,
come testimoniano alcuni inventari delle Ferriere di Stilo così come
l’abate Pacichelli nell’opera Il regno di Napoli in prospettiva (1701).
Le prime industrie siderurgiche in Calabria avevano un carattere
itinerante, ovvero gli stabilimenti venivano trasferiti di volta in volta
alla ricerca di nuovi possedimenti demaniali boschivi da sfruttare.
Chiaramente risultava non economicamente conveniente realizzare
impianti stabili in muratura, ma si preferiva costruire immobili in legno
che potevano anche essere in parte recuperati durante gli
spostamenti. Mongiana rappresentò invece il primo importante
intervento dello stato nel campo della siderurgia, concepito fin
dall’inizio come un impianto stabile destinato a durare nel tempo.
Nel 1742 il governo borbonico stipulò un contratto con Giuseppe
Lamberti per la gestione della Ferriera di Stilo che rappresenta la prima
fabbrica d’armi del regno, voluta da Carlo di Borbone nel 1736 e
completata circa sei anni dopo. Lo stabilimento venne dunque
programmato e finanziato dallo stato e poi affidato ad una
amministrazione privata che si rivelò fallimentare e che ne determinò
un parziale smantellamento e il conseguente trasferimento della
produzione nello stabilimento di Torre Annunziata (NA). L’infelice
conclusione dell’esperienza imprenditoriale privata aprì la strada
all’intervento pubblico: lo stato borbonico assoluto e accentratore
diveniva dunque imprenditore e si assumeva l’onere di produrre per
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Foto storica della Fabbrica d’Armi di
Mongiana
La fabbrica d’Armi prima degli interventi
in un rilievo del 1974
Pianta topografica dell’epoca con
l’indicazione delle strade di progetto tra
fabbrica e fonderia
conto di tutti. La realizzazione dello stabilimento di Mongiana rientra
dunque nel disegno governativo di riappropriazione delle proprie
risorse naturali e di affrancamento dalle importazioni, ma si rese
necessaria anche perché nei dintorni della Ferriera di Stilo il
combustibile si era esaurito a causa della indiscriminata gestione e
distruzione dei boschi. Si scelse la località Mongiana, su un leggero
declivio sui vicini monti della Serra, solcato dai torrenti Alaro e Ninfo e
circondato da ricchi boschi.
Dello stabilimento di Mongiana “fu fatto il disegno nel 1768 e nel 1772
si cominciò a recare effetto”; ne fu progettista l’architetto napoletano
Mario Gioffredo, secondo la testimonianza del suo biografo: “Doveano
da Stilo trasportarsi nella Mongiana le rinomate Ferriere di Calabria
Ultra, perciocché a Stilo oltre la difficoltà del trasporto del Minerale,
mancavano eziando i boschi per l’uso dei carboni. Fu perciò dalla Corte
mandato il Signor Gioffredo nelle Calabrie (1771), il quale visitò i boschi
intorno alla Mongiana, misurò e livellò le acque de’ due fiumi Ninfo, ed
Alaro, le quali dovean muovere le ruote e dare il vento alla fornace, e
servire agli usi delle officine, disegnò l’edifizio intero, anche una
Chiesetta, ed ebbe per molti anni fin da Napoli la direzione ed il
maneggio delle Ferriere ivi trasportate”.
Dal 1771 al 1790 Mongiana fu affidata alla direzione di Giovanni
Francesco Conty, alla cui morte subentrò il figlio Massimiliano fino al
1799, che non brillò per competenza e successo nella produzione. Nel
1807, durante il primo periodo dell’occupazione francese del Regno di
Napoli, il re trasferì le competenze dello stabilimento dal Ministero
delle Finanze a quello della Guerra, specificando ancora di più
l’indirizzo che la produzione doveva avere e constatando che esso era
«unicamente e specialmente addetto alla fabbrica di proiettili,
mitraglie e ferro per uso dell’artiglieria». Lo stabilimento di Mongiana
passò dunque sotto la diretta amministrazione del Comandante
dell’Artiglieria in Calabria, il generale Ritucci, a cui fu affidato il compito
di riammodernare la ferriera, di accrescerne la produttività e di
migliorare la qualità dei prodotti. Egli chiese ed ottenne un programma
di investimenti necessario al ripristino delle attrezzature perché al suo
arrivo si trovò alle prese con uno stabilimento in condizioni strutturali
pessime e fallimentare sul piano economico. Si rese conto che per
migliorare la produttività occorreva anche migliorare l’ambiente di
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Ferriera di Mongiana all’inizio del XX sec.
Particolare fucile con dicitura “Manifattura Reale di Mongiana”
lavoro e le condizioni di vita degli operai, organizzò e pianificò una
struttura a comando piramidale seguendo un modello di lavoro
suddiviso a squadre e per sezione. Gli operai ottennero una sorta di
contratto di lavoro normativo-previdenziale, “la Cassa degli Operai”,
che prevedeva: medico di fabbrica, indennità di assistenza agli invalidi,
indennità di vecchiaia con 35 anni di lavoro, sostentamento alle
vedove degli operai morti sul lavoro e agli orfani, per i quali restava in
ogni caso il diritto di lavorare nel comparto, indennità di matrimonio
per coloro che decidevano di abitare a Mongiana.
Nel 1809, il nuovo re Gioacchino Murat, volendo ridurre al massimo
ogni approvvigionamento estero di armi, stabilì che la produzione
doveva essere indirizzata verso prodotti più sofisticati, quali le parti
principali delle armi portatili ed emanò una serie di decreti per favorire
lo sviluppo dello stabilimento di Mongiana in tal senso. L’avvio della
costruzione di canne e acciarini non fu semplice, come documentato
in alcune lettere del 1812, in cui si rilevarono delle difficoltà nella
produzione e fu necessario sospenderla per qualche giorno. Murat
affidò alla fabbrica d’armi lavorazioni molto impegnative quali canne
di fucili, di moschetti e moschettoni e successivamente anche canne
per pistola. Questa linea di produzione era contraddistinta da un
marchio consistente in uno scudetto con una stella a otto punte e le
sigle “R. FAB. DI MONG”, come testimoniato da una delle pochissime
canne superstiti.
Per questioni di salute, nel 1811, il generale fu sostituito da Michele Carascosa. Con l’amministrazione di Niccolò
Landi (1814-1816) la produzione crebbe notevolmente per poi calare di colpo col ritorno dei borboni. La
produzione di Mongiana raggiunse il suo apice in corrispondenza del massimo sforzo bellico del momento per
poi tornare ai livelli dell’inizio del secolo con il rientro della normalità. Si trattava dunque di una attività volta
prevalentemente ai bisogni militari che di fatto impediva ogni ipotesi di ulteriore incremento della produzione.
Nel 1813 lo stabilimento ospitava due altoforni con «due fornacette per cuocere le anime de proietti (…) con un
lavatoio per lavare le scorie, che sortono dalle fornaci, onde separare alcuni pezzetti di ferro acre (…) una forgia
a due mantici per fare tutte le riparazioni necessarie (…) circa strumenti, sagome ed altro. Più de banconi fissi di
legno per manifatturare l’arena». Nel 1818 entrò in funzione un moderno laminatoio, macchinario che produsse
lamine di ferro stagnate, ossia sottili bandelle di ferro ricavate a bagno nello stagno. Nel 1820 arrivò alla
direzione il tenente colonnello Mori che, partendo dai livelli di tecnologia industriale sperimentata, riuscì a far
produrre dalle ferriere della Mongiana la latta ed alcuni acciai speciali. Dopo la visita del re Ferdinando II, nel
1852, il paese fu dichiarato colonia militare e l’amministrazione divenne autonoma. Il direttore dello
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stabilimento andò a ricoprire la carica di sindaco, mentre gli ufficiali subalterni avevano anche le altre funzioni
municipali. Nel 1855, sotto la direzione del colonnello Ferdinando Pacifici, Mongiana contava una grande
fonderia, da poco restaurata e ampliata, con tre altoforni chiamati rispettivamente S.Barbara, S.Ferdinando e
S.Francesco, capaci di una produzione collettiva di circa 120 cantari di ghisa al giorno, con l’ausilio di una
macchina a vapore importata dall’Inghilterra che veniva messa in funzione saltuariamente nei mesi estivi.
Annessi alla fonderia vi erano magazzini e depositi, nonché «la stanza dei modelli degli oggetti di fusione; le
officine dei forgiatori; dei falegnami; della stafferia; le stanze dei fonditori scientifici; i cortili per riporvi le
piramidi dei proiettili; la ribatteria dei medesimi, ed una sega idraulica per uso di tavolame». Più a monte della
fonderia era situata la fabbrica d’armi fatta costruire dal precedente direttore Pietro Jonson Latour. Consisteva
in un edificio a tre piani paralleli e terrazzati al fine di sfruttare al meglio la caduta delle acque per il movimento
delle macchine. La popolazione, nel 1856, era costituita da 1082 abitanti, in gran parte artigiani, contadini e
impiegati, nonché 22 possidenti, due preti e otto mendicanti.
Le piastrine e le canne dei fucili dell’esercito borbonico prodotte a Mongiana furono costruite rispettando le
direttive e i campioni trasmessi, nel 1850, dalla Direzione di Artiglieria di Napoli. Il cosiddetto “fucile di
Mongiana”, che aveva le stesse caratteristiche dei coevi modelli borbonici, era caratterizzato da: cane con
sperone diritto, realizzazione in ottone delle fascette della canna, dell’appoggia dita, dello scudo, del ponticello
del grilletto e del calciolo, il calcio era realizzato in legno di noce e presentava l’incavo salvaguancia. Il calibro
interno della canna era di 17,5 mm e i proiettili, nel caso di canna lunga 40 pollici, per fucili destinati alle
compagnie di fucilieri, potevano raggiungere il bersaglio a circa 1000 m, in effetti però il tiro era efficace soltanto
fino a 200/300 m. Nello stabilimento, inoltre, erano prodotte canne da 38 pollici per i reparti dei cacciatori, dei
granatieri e della guardia. Si producevano anche i meccanismi interni, che erano perfettamente identici a quelli
dei fucili prodotti a Napoli o a Torre Annunziata, e che dovevano essere controllati al fine di attestare la corretta
funzionalità dei componenti. L’operaio addetto al controllo apponeva il proprio marchio individuale e la data
così da poter risalire al responsabile. Da Felice Giordano, in Cenni sugli stabilimenti siderurgici di Mongiana, si
apprende che lo stabilimento di Mongiana era in grado di produrre almeno 2000 o 3000 canne all’anno ed
altrettante armi bianche. Non solo canne per fucili e piastrine dunque, ma anche lamiere per armi bianche che
venivano spedite agli opifici di Napoli per essere lavorate fino a ottenere sciabole, spade e daghe su cui veniva
impresso il punzone della Real Fabbrica: una F ed una R quasi sovrapposte e sormontate da una corona, l’anno
di produzione e a volte la sigla del controllore. Non essendo indicato lo stabilimento di produzione è difficile
identificare le armi realmente prodotte a Mongiana. Nello stabilimento di Mongiana, per questioni di sicurezza,
non furono prodotti fucili completi e la produzione fu sempre limitata ai componenti principali dei fucili.
L’assemblaggio completo dei pezzi, infatti, veniva realizzato a Napoli perché si riteneva poco prudente lasciare
ingenti quantità di armi in depositi lontani dalla capitale.
L’ultimo direttore borbonico fu il maggiore Giuseppe del Bono che il 27 agosto 1860 si arrese senza resistenza
ai garibaldini. Nello stesso mese l’attività riprese con la guida del piemontese Alessandro Massimino che, il 4
settembre 1860, spedì al Capo di Stato maggiore Sirtori una relazione sullo stabilimento di Mongiana: «Qui
lavorano n. tre Alti-Forni ventilati da una macchina a vapore della forza di 50 cavalli, la cui caldaia è riscaldata
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dai gas incandescenti che si estrinsecano dalli Alti-Forni. Questa fonderia può dare 40.000 cantari di ferro fuso
all’anno. Evvi poi un altro forno a manica o Cubilot per la seconda fusione. In questo stabilimento si fondono
tutti i proiettili pieni e cavi per uso di artiglieria, e lingotti di ferraccio che poi si trasmettono a Napoli per servire
ivi alla fusione dei cannoni: Sonvi pure tre raffinerie da ferro nelle quali il ferraccio si riduce in ferro fucinoso, che
serve poi alla fabbricazione delle canne e baionette delle armi portatili. La fabbrica delle canne è incipiente, ma
con qualche lavoro può divenire importante». La fase di transizione non fu però facile e Massimino si trovò a
dover far fronte agli aristocratici e alla borghesia del luogo passati immediatamente dalla parte nel nuovo, e
vincitore, re piemontese e ai lavoratori che non percepivano il salario da oltre due mesi e il cui malcontento
veniva alimentato e esasperato dagli stessi signorotti di turno al fine di poter risolvere le proprie beghe
personali. Si percepiva dunque un clima di rigetto verso Garibaldi e chi lo rappresentava e si formarono subito
squadre di ribelli per reazione alla mancanza di sostentamenti necessari alla sopravvivenza. Massimino uscì di
scena in seguito alla sconfitta personale alle elezioni politiche del 1861 e a lui subentrò l’ufficiale di artiglieria
Luigi Maccaferri, ma la produzione non superò nel triennio 1860-1863 la media annuale di 560 quintali,
nonostante l’alta qualità della produzione come è testimoniato dalla medaglia e dal diploma conquistati
all’Esposizione Industriale di Firenze del 1861 e dalla medaglia all’Esposizione Internazionale di Londra in
materia di “ghisa, ferro, lame damascate, carabine di precisione, sciabole ed armi varie”.
In questi anni emerge una precisa volontà politica del governo del Primo Ministro Menabrea e del Ministro
delle finanze Cambray-Digny di perseguire a favorire le realtà industriali del nord, scegliendo di affidare le
commesse pubbliche del comparto siderurgico ad aziende piemontesi, come è testimoniato in un verbale del
consiglio comunale di Mongiana del 1870, in cui si afferma che il governo, rivolgendosi ad imprese del nord, era
disposto a pagare addirittura anche prezzi più alti rispetto ai preventivi offerti dallo stabilimento calabrese. Nel
dibattito che seguì l’unificazione, circa il futuro assetto economico della nazione prevalse la decisione di cedere
al capitale privato gran parte dell’industria pubblica, anche per risanare in parte il grave deficit del bilancio dello
stato. Dunque, nel 1875 sia le miniere che gli stabilimenti di Mongiana e Ferdinandea furono messi in vendita
e acquistati dal deputato ex-garibaldino Achille Fazzari, che ne tentò una riattazione e ammodernamento,
purtroppo vanificati dalla mancanza di commesse da parte del governo. Quello che restava del complesso
industriale mongianese era descritto nel manifesto d’asta: 40 alloggi, il vecchio quartiere della truppa e le
caserme degli ufficiali, gli opifici delle manifatture, le fabbriche con gli altiforni di prima e seconda fusione, gli
opifici nei quali erano ubicate le segherie, i boschi di pertinenza del complesso, il territorio delle miniere
racchiuse nella zona che si estendeva tra Mongiana, la Ferdinandea, Stilo e Pazzano. Fazzari diede mandato
all’ingegnere Dainelli di redigere un piano industriale per recuperare l’attività produttiva ma l’impianto fu
rimesso in funzione soltanto nel 1881 e dopo pochi mesi le attività cessarono per sempre.
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Gli edifici del complesso della fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere
La fabbrica d’Armi prima degli interventi
di restauro
La Fonderia prima degli interventi di
restauro
L'interno della Fonderia con la recente
sistemazione
La prima fonderia costruita a Mongiana era una semplice costruzione in
legno con i soli altiforni in muratura. Durante il periodo murattiano
vennero realizzati gli edifici in muratura.
Tra i primi edifici ad essere ricostruiti in muratura, dopo la fase delle
costruzioni in legno, vi fu la chiesa su progetto del Genio Militare e
pagata in gran parte dagli operai dello stabilimento. Una volta
terminata, la chiesa divenne l’orgoglio dei mongianesi proprio perché vi
avevano investito parte del proprio guadagno per la sua realizzazione.
Intorno al 1855 l’edificio fu restaurato da Domenico Fortunato Savino e
nel secolo seguente la facciata, un tempo in mattoni a faccia vista, venne
intonacata.
Parziali aggiustamenti furono realizzati tra il 1835 e il 1855, fu restaurata
ancora dopo l’alluvione del 1850 e fu finalmente rifatta dopo quella
disastrosa del 1855 su progetto dell’ingegnere Domenico Fortunato
Savino. Da una coeva (1860) descrizione pubblicata dal Tedeschi si
apprende che: «la fabbrica della Fonderia (…) è stata ingrandita e
circondata da solide mura. Contiene al suo interno i tre sopra menzionati
Altiforni, che danno nel loro insieme una bella prospettiva, diverse
officine, e più la nuova macchina a vapore soffiante, della forza di
cinquanta cavalli (…) alla stessa Fonderia sono annessi vari magazzini
pel minerale e pel carbone (…) un muro di cinta chiude tutte queste
fabbriche, alle quali si ha accesso per un’unica porta».
Savino riprogettò anche la maggior parte degli edifici dello stabilimento:
la Casa del Comandante, la Caserma e la Fabbrica d’Armi (1852).
L’edificio della Fabbrica ha la sua particolarità nel fronte con l’ingresso
inquadrato da due colonne doriche in ghisa che sorreggono una
trabeazione anch’essa in ghisa e con un architrave istoriato.
Dall’ingresso si accede ad un atrio articolato da due colonnine e quattro
semicolonne, sempre in ghisa, che compongono una serliana. La fusione
delle colonne fu realizzata in un getto unico per il fusto e con getti
separati per il capitello e per la base. Per esigenze della lavorazione
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Particolare interno Fonderia
Edificio Fonderia: l'altoforno
vennero realizzati dislivelli artificiali per sfruttare la caduta d’acqua che
era captata e convogliata da un acquedotto in tubi di ghisa fino alla
fabbrica dove veniva immessa in un condotto in parte sotterraneo in
parte elevato su arcate.
Le abitazioni degli operai si distribuiscono, a monte, lungo un asse viario
di circa 200 metri, e a valle in un quadrilatero irregolare. Analizzando le
abitazioni è possibile determinare una tipologia caratteristica anche se
l’abitato si è sviluppato in maniera spontanea lungo le vie di
comunicazione e in prossimità degli edifici di lavoro, dunque non
secondo un disegno urbanistico predefinito e precostituito. Gli edifici
abitativi non sono stati disegnati da tecnici ma sono stati realizzati dagli
stessi abitanti-operai. Da una planimetria del centro del 1856 si può
constatare visivamente l’assenza di un disegno urbanistico e come le
uniche regole di insediamento siano state dettate dall’altimetria delle
zone, dalle vie di comunicazione e dalla dislocazione degli impianti
produttivi (Fabbrica d’Armi, Fonderia). La struttura tipologica della
cellula abitativa è comune: al piano terra una stanza con il focolare, al
piano interrato la dispensa-legnaia, al piano superiore le stanze da letto.
Oggi dell’antico complesso siderurgico restano i ruderi della fonderia
accanto alla quale trovavano posto i magazzini e i depositi, le officine dei
forgiatori e della stafferia, le stanze dei fonditori scientifici, i cortili, la
sega idraulica, “la stanza dei modelli degli oggetti di fusione”. In sostanza
si trattava di un impianto veramente complesso e ben strutturato che
però oggi, sulla base della consistenza dei superstiti ruderi, riesce
veramente difficile immaginare. Poco più a monte della fonderia, come
già eseguito accennato, era localizzata la monumentale fabbrica d’armi,
che continuò ad operare, dopo l’unità d’Italia, per pochi anni ancora e dopo gli anni ’70 del secolo venne
completamente dismessa dopo essere stata declassata a officina trasformazioni oggi è stata oggetto di un
’intervento di restauro eseguito negli scorsi anni, che ha stravolto in parte la fisionomia architettonica dell’edificio
con forzate ricostruzioni e reinterpretazioni degli spazi. I resti della fabbrica d’armi e i ruderi della fonderia
rappresentano, sostanzialmente, tutto ciò che di più apparente si conserva del complesso siderurgico della
Mongiana borbonica. Tuttavia, nelle aree circostanti, importanti anche per la loro straordinaria valenza
paesaggistica, si conservano, spesso avvolti dalla fitta vegetazione, i resti di numerosi opifici e di altri ambienti,
così, accanto alla Fonderia vera e propria, e alla fabbrica d’armi , troviamo la ferriera Robinson dove si conservano
i resti fortemente evocativi della fabbrica per ferri e lamine a cilindri, caratterizzati da murature emergenti e
preziosi elementi in granito locale, e l’area del Cubilot, con la presenza di alcuni ambienti riferibili a magazzini,
depositi, officine, ecc.
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Il progetto di valorizzazione
Facciata principale Fabbrica d’armi
Particolare Fonderia
L’intervento di valorizzazione della Fabbrica d’Armi e delle Reali
Ferriere di Mongiana ha lo scopo di realizzare un modello avanzato di
fruizione, valorizzazione e gestione di un bene architettonico e
culturale e dell’area circostante, capace di rafforzare i fattori di
competitività dell'intera area e promuovere nuovi flussi turistici.
L’attenzione viene posta sul tema del turismo culturale e sulle nuove
modalità di offerta delle informazioni al turista, risorse molto
importanti per lo sviluppo sostenibile del territorio.
In particolare, l’attenzione per questa area in cui insistono importanti
manufatti di archeologia industriale, costituisce una valida occasione
di conoscenza del territorio e delle vicende che hanno caratterizzato la
storia di quei luoghi. La Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere di
Mongiana sarà oggetto di un percorso informativo basato non solo
sulla visita passiva delle rimanenze architettoniche, ma su dispositivi
tecnologici che, tra contenuto scientifico e coinvolgimento emotivo,
permetteranno al visitatore di aprirsi alla conoscenza e approfondire
gli argomenti di interesse.
Tutte le tecnologie interattive e multimediali che si prevede di
realizzare ed installare nella Fabbrica d’Armi e nelle Reali Ferriere di
Mongiana, infatti, sono state ideate con l'obiettivo di raccontare “cosa
c’è” dietro questo “rudere”, la sua storia, il legame con il territorio e
con la sua popolazione. Il progetto ripercorre la storia di questo antico
insediamento industriale e conduce il visitatore in un viaggio nel
tempo, facendogli vivere e sentire il fascino del passato.
Gli allestimenti multimediali all’interno della Fabbrica d’Armi, le
applicazioni di realtà aumentata all’esterno lungo il percorso che porta
alle ferriere e lungo il sentiero che dalle ferriere porta al forno
Robinson e all’officina del Cubilot, la pannellistica posta lungo gli
itinerari individuati, consentono di rinviare a una serie di tematiche per
l’arricchimento della conoscenza e offrire al pubblico un insieme di
elementi da cui trarre un mosaico di immagini e sensazioni in grado di
rendere la visita significativa ed emozionante. Per la redazione dei
contenuti informativi ci si avvarrà di un curatore scientifico esperto, di
chiara fama, con particolare riferimento alla tipologia dei beni da
valorizzare e di un’approfondita ricerca bibliografica e archivistica.
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LE ATTIVITA’ PER LA VALORIZZAZIONE
Il percorso informativo sulla Fabbrica d’Armi e sulle Reali Ferriere di Mongiana e sul suo territorio si sviluppa
attraverso una serie di strumenti di comunicazione integrata che comprendono la fornitura sia di elementi per
la promozione e la sensibilizzazione dei cittadini e dei turisti sull’importanza del sito, sia di tutte le attrezzature
necessarie alla gestione e alla fruizione del luogo attraverso modalità tecnologicamente avanzate.
Le applicazioni relative al percorso informativo e le relative attrezzature sono dislocate all’interno dei locali
della Fabbrica d’Armi e lungo il percorso che si snoda dalla stessa Fabbrica d’Armi e arriva alla Fonderia vera e
propria, per proseguire poi fino ai resti della ferriera Robinson dove si conservano i resti della fabbrica per ferri
e lamine a cilindri e l’area del Cubilot, con la presenza di alcuni ambienti riferibili a magazzini, depositi, officine.
Planimetria generale con indicazione delle aree interessate all’intervento di valorizzazione
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L’allestimento multimediale all’interno della Fabbrica d’Armi
Planimetria Museo con indicazione delle postazioni multimediali
Pi1. Sistema multimediale di esplorazione spazio-temporale della Fabbrica delle Armi e del territorio di Mongiana Il sistema, disponibile su una o più postazioni touch screen poste all’interno della Fabbrica d’Armi, offre ai
visitatori l’opportunità di effettuare l’esplorazione spaziale e temporale del territorio di Mongiana e della Valle
dello Stilaro, approfondire la conoscenza delle sue bellezze naturalistiche e del suo valore storico e culturale.
L’applicazione permette di ripercorrere la storia della Fabbrica delle Armi e introduce di fatto il visitatore in un
viaggio nel tempo e al contempo in un iter di conoscenza delle numerose emergenze presenti, in un percorso di
"ambientazioni" che, combinando e coniugando elementi visivi, riescono anche a svolgere una funzione
evocativa. L’accesso alle informazioni avviene attraverso una cartografia georeferenziata e su un modello
tridimensionale del territorio, al quale sono legate diverse chiavi di accesso che possono essere di tipo
geografico, come mappe, luoghi ed aree significative, o di tipo cronologico, come eventi o date di valenza storica,
organizzati su time-line storiche sinottiche. L’utente ha la possibilità di selezionare gli hot spot disponibili
nell’applicazione che, attivando media diversi (filmati, sequenze audio-video, ricostruzioni 3d, immagini, suoni,
testi), permettono di approfondire gli argomenti proposti.
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La mappa è caratterizzata da una serie di simboli grafici evidenziati e selezionabili che corrispondono ad
altrettanti approfondimenti.
La città di Mongiana
Una sequenza audio-video illustra la storia del centro che prende il nome da un ruscello omonimo che scorreva
lungo il suo territorio, sulla Piana Stagliata di Micone e deriverebbe dal latino Montis e Janua ovvero Porta della
montagna oppure da Montis Janui ovvero Monte del Dio Giano. La sequenza propone l’immagine ricostruita del
primo insediamento con circa 30 capanne fatte di tavole e una chiesa anch’essa di tavole con campanile e
orologio; quindi, l’applicazione permette di visualizzare le varie fasi di crescita e sviluppo del centro di Mongiana
fino ai giorni nostri.
La Fabbrica delle Armi
A partire dalla Fabbrica di Mongiana, un breve filmato con il supporto di uno speaker professionista illustra i
motivi per cui proprio in quel luogo venne sviluppato un importantissimo complesso siderurgico, come la
particolare configurazione del territorio circostante che presentava tutti gli elementi e le condizioni
indispensabili allo sviluppo dell’industria metallurgica, con le sue miniere di ferro, le foreste di faggi e castagni,
le acque abbondanti, le cave di pietra steatite necessarie alla costruzione di altiforni e il calcare argilloso adatto
al trattamento del minerale ferroso. Sono presentate sinteticamente anche le altre fabbriche che sorgevano nel
Regno intorno a Napoli (la Real Fabbrica dell’Acciaio presso la Reggia di Capodimonte, l’Arsenale di Artiglieria
con annessa fonderia in bronzo e la Montatura d’Armi presso Castelnuovo), la Manifattura del Real Albergo dei
Poveri, il Regio Opificio delle Canne a Poggioreale, la Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata (con una Real
Polveriera), la Polveriera dell’Arenaccia, il Polverificio di Scafati. E poi ancora, la Real Manifattura dei Piastrinari
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a Lancusi, vicino Salerno, l’Officina di Armi Bianche di Sparanise, il Real Opificio Pirotecnico di Capua e, infine,
l’Arsenale a Palermo.
Il filmato si conclude con la ricostruzione della Fabbrica delle Armi di Mongiana dove è possibile selezionare
alcuni elementi, tra cui:
a. Gli altiforni.
Con il passare degli anni quella di Mongiana divenne una grande ferriera, dove erano attivi tre altiforni
(Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco), all’interno dei quali, grazie alle elevate temperature (1550
°C) si otteneva, la fusione del minerale e la ghisa. L’animazione presenta la ricostruzione del processo della
fusione del minerale, come di seguito descritto: il minerale, una volta estratto veniva arrostito, frantumato
e lavato nelle cosiddette laverie, poi posto nel forno della ferriera, quasi sempre un bassofuoco, insieme al
fondente e al carbone. Il forno, continuamente ventilato tramite mantici o trombe idroeoliche, raggiungeva
una temperatura non abbastanza elevata (900 °C) per fondere il minerale, ma sufficiente per dar luogo a
reazioni chimiche tra fondente, carbone e minerale. Si otteneva, così, un “blumo” spugnoso e molle, reso
omogeneo attraverso la lavorazione con appositi utensili. Estratto ancora incandescente dal forno, veniva
sottoposto a martellamento con l’ausilio di magli, macchine azionate dalla forza dell’acqua. Dopo la colata,
il minerale veniva raccolto e sottoposto ad un ulteriore procedimento di affinazione e decarburazione per
ridurre la quantità di carbonio. A questo punto il ferro era pronto per essere da utilizzato.
b. Gli operai della Real Fabbrica.
Un video, attraverso immagini d’archivio e rappresentazioni grafiche, racconta la vita in fabbrica e le
condizioni della forza lavoro che era costituita da lavoratori liberi, ma anche da “filiati”, cioè giovani
esonerati dal servizio di leva, o da autori di piccoli reati, che si impegnavano a lavorare nelle officine per
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almeno 10 anni. Il filmato spiega come gli operai venissero pagati a cottimo e, nel periodo invernale,
effettuassero il lavoro in due turni: uno diurno più lungo, un altro notturno più breve, quando i “bassi
fuochi” erano accesi giorno e notte, perché i corsi d’acqua erano in grado di azionare le soffiere e i martelli
delle fucine. Nei mesi più caldi, invece, in cui l’acqua era meno abbondante, i ritmi dei forni rallentavano
notevolmente e l’operaio ritornava al suo lavoro nei campi. Questo fino a quando non vennero realizzati gli
altiforni che giravano a ciclo continuo, nel quale lavoravano 8 – 10 operai. Nella fonderia erano impiegati
complessivamente circa 200 unità; tra queste vi era il “Capo Mastro Fonditore”, che aveva il compito di
dirigere i suoi sottoposti, e di scegliere le miscele, le cariche e il flusso d’aria da immettere nell’altoforno. Il
video propone immagini relative alla manodopera che operava al di fuori della fonderia: alcuni addetti alla
frantumazione e alla cernita del minerale presso le laverie, altri alla torrefazione delle carcare, altri ancora
al trasporto.
c. La barra del tempo della Fabbrica d’Armi
Selezionando il simbolo grafico di riferimento si accede alla barra temporale interattiva che illustra, con
testi e immagini di riferimento, i cambiamenti nell’organizzazione, nella produzione e nella struttura del
complesso siderurgico mongianese. Scorrendo la barra nella direzione dell’avanzamento temporale, in
alcuni punti precisi (date) la Fabbrica d’Armi muta nell’aspetto, arricchendosi di elementi.
Indicativamente si elencano le date selezionabili e i relativi contenuti da sviluppare:
1771 - Anno di nascita dell’industria siderurgica mongianese, con la costruzione delle “Regie Ferriere“;
in mezzo al feudo boschivo del principe Carafa di Roccella, su una vasta estensione di terreno,
ai piedi del Monte Pecoraro, sul colle Cima, dove attualmente ricade il Comune di Mongiana.
Le Regie Ferriere nascono in seguito alla chiusura della “Regia Fonderia Cannonum Civitatis
Stily" di proprietà di Giuseppe Lamberti. Il fallimento della Fabbrica d'Armi di Stilo avviene per
la mancata consegna al Governo, a causa di motivi tecnici e gestione, della fornitura annua di
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70 cannoni in ferro di grosso calibro e 45 di piccolo calibro. La produzione di Mongiana inizia
in un capannone in legno, dove semplici pareti di tavole separano i forni e le forge.
1781 - Inizia la prima vera produzione di ghisa e ferro fucinato durante il governo borbonico di
Ferdinando IV. Nonostante l’esistenza delle miniere di ferro nelle aree vicine, la disponibilità
nella zona di legname, per la produzione del carbone per gli altiforni, e dell’acqua, per creare
la forza motrice per le macchine, gli operai non sono molto disposti a soggiornare in un luogo
poco ospitale e a lavorare con modesto salario; inoltre, le strade sono a malapena tracciate e
le difficoltà di trasporto notevoli.
1812 - L’industria siderurgica mongianese, unica del Meridione, inizia a diversificare la produzione, con
la trasformazione della ghisa in proiettili, granaglia, ecc… Viene messa in funzione la nuova
Ferriera S. Barbara; Mongiana arriva a produrre 14.000 quintali di ferro annui.
1814 - Entra in produzione la Fabbrica delle Canne. L’anno successivo registra un periodo negativo per
le Ferriere di Mongiana: le condizioni economiche del Regno non sono buone, gli operai
sottopagati, il ferro non è di buona qualità. La ghisa inglese entra sul mercato del Regno a causa
del libero scambio di prodotti a livello internazionale, di conseguenza la produzione locale
diminuisce.
1818 - Prende il via la produzione di acciai speciali e della latta, e si introducono alcuni metodi di
lavorazione, come quello della laminazione, in sostituzione della battitura al maglio e il bagno
di stagno per le bandelle di ferro per proteggerle dalla formazione della ruggine. Il Lamierino,
probabilmente primo impianto in Italia, si specializza nella produzione di lamiere per sciabole.
1825 - Mongiana inizia a progettare autonomamente e, in seguito allo scoppio dei moti insurrezionali
del 1820, grazie alla notevole richiesta d’armi e proiettili da parte del Governo, si assiste a una
notevole ripresa della produzione di armi per rifornire l’esercito.
1839 - Grazie a nuovi finanziamenti, gli impianti si arricchiscono di innovazioni tecnologiche; migliora
la qualità della ghisa prodotta e si scopre che l’ottima resistenza meccanica del ferro prodotto
a Mongiana deriva non tanto dall’alta qualità del minerale estratto dalle miniere locali, quanto
dalla qualità del carbone di faggio prodotto nelle Serre, che per la modesta presenza di scorie
di fosforo e zolfo, non inquina la ghisa e, di conseguenza, neanche il ferro. Il tenente colonnello
Niola, che dirige il lavoro del personale del complesso siderurgico, impegnando oltre 400
carbonai delle Serre, porta la produzione del carbone a ben 40.000 cantaja annue.
1841 - Il 15 maggio con Real Decreto, per abbattere i costi di trasporto, viene approvata la costruzione
della strada che collega Mongiana a Pizzo (al tempo il più importante porto della Calabria, dopo
Reggio Calabria) e del ponte sul fiume Angitola. E’ il periodo chiave per l’avvio dello sviluppo
del complesso siderurgico di Mongiana; l’enorme produzione di acciaio è tale da rendere
autonomo il Regno nella produzione bellica di armi, nella cantieristica della seconda flotta
mercantile al mondo, nell’industria ferroviaria di Pietrarsa, nel campo dell’ingegneria civile con
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i primi ponti in ferro italiani, sospesi. Tutti i prodotti risultavano di eccellente qualità e superiori
a quelli inglesi e francesi.
1852 - Ultimata la Nuova Fabbrica d’Armi che inizia la produzione di fucili completi. Negli anni seguenti
sono ammodernati due dei tre altiforni di Mongiana, il “S. Francesco” e il “S. Ferdinando”, sul
tipo di Thomas e Laurent con struttura architettonica a forma di torre rotonda.
1855 - La piena del fiume Allaro causa allagamenti, crolli e devastazione in tutte le strutture del
complesso siderurgico, tranne che nella nuova Fabbrica d’Armi.
1857 - Mongiana raggiunge il suo apice di produzione: i suoi altiforni arrivano a produrre 25.000 cantaja
di ghisa che equivalgono a 2.250 tonnellate. In quegli anni gli acciai di Mongiana sono premiati
con medaglia e diploma dalla Commissione Reale, all’Esposizione Industriale di Firenze, e ghisa,
ferro, lame damascate, carabine di precisione, sciabole ed armi varie mongianesi
all’Esposizione internazionale di Londra.
1862 - Gli stabilimenti di Mongiana, insieme alle miniere di Pazzano, vengono abbandonati, proprio
mentre le produzioni del complesso siderurgico calabrese ricevevano riconoscimenti a livello
nazionale ed internazionale. Nello stesso anno, per decreto, il polo venne inserito nella lista
dei beni demaniali soggetti a vendita.
1881 - Le rotaie delle miniere vennero vendute a peso, gli altiforni furono spenti per sempre, i
macchinari di Mongiana trasportati nella nuova acciaieria di Terni, dove sono fusi.
La catena montuosa del Pecoraro e i boschi nei dintorni di Mongiana.
Con la selezione del simbolo si accede a un breve video che presenta la ricchezza dell’ambiente naturalistico
caratterizzato da fitte pinete, faggeti e boschi ancora incontaminati e molto estesi.
L’oasi naturalistica di Parco Vittoria.
La grande oasi che si snoda intorno alla Villa Vittoria, oggi sede del Corpo Forestale dello Stato, con il giardino
botanico, i sentieri faunistici e il laghetto. Una gallery di immagini in alta definizione consente di ammirare il
giardino botanico, il giardino delle erbe medicinali, aromatiche e officinali, i sentieri faunistici e il laghetto. La
sezione presenta anche una serie di schede interattive dedicate alla fauna presente sul territorio: cavalli di razza
avelignese-morgese, cinghiali, mufloni, daini, cervi, caprioli, fagiani, pavoni, ecc… e alle erbe medicinali,
aromatiche e officinali.
Il sistema multimediale e interattivo rispetta i criteri di usabilità in modo che l'utente sia sempre in grado di
orientarsi all'interno dell'applicazione e comprenderne esattamente i contenuti attivi. E’ inoltre fruibile
attraverso la tecnologia touch screen per facilitare l'integrazione uomo-macchina e valorizzare la logica
multidirezionale dei sistemi di apprendimento dinamici che crea approfondimenti diversi e percorsi di lettura
personali basati sulle potenzialità offerte dai link e dai collegamenti interni.
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Pi1. Itinerario didattico dedicato alle scuole
Con questa applicazione si intende offrire ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado un
percorso di edutainment che, partendo dalla presentazione delle ricchezze naturali della zona (minerali,
formazioni calcareo dolomitiche, grotte, ecc.), consenta ai giovani visitatori di mettersi alla prova con giochi
interattivi per valutare quanto lo stile di vita di ognuno di loro sia rispettoso dell’ambiente. Il percorso è formato
da più giochi a carattere didattico, organizzati in sequenze audio-video arricchite da animazioni, voce narrante
e da una serie di interazioni che danno la possibilità all’utente di accedere ad approfondimenti, zoom di
immagini, curiosità e voci di glossario. L’applicazione è visualizzabile su un tavolo interattivo posto all’interno
del Museo.
Di seguito i temi da trattare nell’applicazione:
Io e l’ambiente
Il percorso ludico/didattico proposto, reso efficace da una resa dei testi, delle animazioni e del materiale
iconografico tale da rendere immediatamente chiari concetti e situazioni, ha lo scopo di far conoscere
ai ragazzi il loro livello di “ecologista” e rafforzare la loro “coscienza ecologica”, in modo da rispettare
sempre e ovunque la natura e l’ambiente e da impegnarsi nella realizzazione di stili di vita più sostenibili.
Il gioco rappresenta lo spunto di riflessione sul comportamento che si deve assumere non soltanto se si
è in un parco, ma in ogni situazione di vita reale e si basa sua una serie di schede interattive dal titolo:
“Ma tu rispetti sempre l’ambiente?”. Per ogni situazione presa in esame, “Nel bosco”, “A casa”, “In
città”, “Al mare”, “A scuola” e “Al museo”, sono rivolte una serie di domande alle quali i ragazzi devono
rispondere scegliendo “giusto” o “sbagliato”. In caso di risposta errata si ha il feedback immediato
relativo alle conseguenze negative del comportamento adottato; ogni volta che si commette un errore
si deve ripartire dall’inizio del percorso. Al termine ciascun utente riceve un feedback con il profilo
ottenuto che descrive quanto si è preparati a difendere l’ambiente.
Questa è casa mia
Il percorso ludico/didattico proposto intende far conoscere agli utenti più giovani le tipologie di minerali
e la grande varietà di piante e di animali che popolano il territorio della Valle dello Stilaro e della Serre
Calabre, associandoli al proprio habitat. A video sono riproposti i diversi “ambienti” naturali che
compongono la valle e le zone limitrofe, mentre nei pressi della postazione è posizionata una serie di
e-card, ciascuna con l’immagine di piante o animali. Per prima cosa l’utente deve selezionare l’area del
paesaggio che intende esplorare, ad esempio il fiume, quindi controllare se ci sono indizi come tracce di
animali, bacche, rami, ecc.; a questo punto deve scegliere la e-card della pianta o dell’animale che ritiene
possa vivere in quel luogo e avvicinarla una alla volta allo schermo. Se l’associazione è corretta, sullo
schermo della postazione appare una scheda con le informazioni relative all’animale o alla pianta
prescelti, altrimenti un alert avvisa l’utente dell’errore. L’utente è accompagnato in ogni momento del
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gioco da un help con le istruzioni per eseguire correttamente la prova. Il gioco utilizza la tecnologia Rfid:
sul retro delle card è applicata l’etichetta Rfid, mentre sul PC è installato il sistema di ricezione e il
materiale documentario di spiegazione.
Come funziona?
Il percorso ludico/didattico vuole offrire, sempre attraverso un approccio scientifico, ma giocoso,
informazioni e curiosità su alcuni macchinari utilizzati per l’estrazione, la produzione e il trasporto;
schede animate ed interattive spiegano, ad esempio, il funzionamento degli altiforni per la fusione o
della teleferica (traendo spunto da quella che portava il materiale dalla Ferdinandea al mare).
Lo sai che?
Un semplice sistema informativo che consente ai giovani utenti di conoscere alcune curiosità relative
alla Fabbrica d’Armi e alle Reali Ferriere di Mongiana. Di seguito alcuni suggerimenti per i contenuti da
proporre:
Nel 2002, a Locri (RC), nel corso dei lavori di restauro dello storico Palazzo Municipale, è stato
rinvenuto un busto in ghisa raffigurante Ferdinando II di Borbone poco più che quarantenne, con la
giacca dell’uniforme militare ed al collo il Toson d’Oro. Sul petto, la medaglia dell’Ordine di San
Giorgio della Riunione, con la croce gigliata. Le analisi e le ricerche effettuate sul manufatto, di
considerevole pregio artistico, hanno stabilito che si trattava di un'opera realizzata dalla fonderia
calabrese di Mongiana e commissionata dal Comune di Gerace in occasione della visita di Ferdinando
II in Calabria, nel 1852. L'ipotesi più accreditata è che il busto fu nascosto nell'intercapedine, durante
il passaggio dei garibaldini, per evitare che venisse distrutto. Lì è rimasto per almeno 150 anni. Il
ritrovamento assume particolare importanza dal punto di vista storico, poiché sono pochissime le
opere conservate raffiguranti Ferdinando II di Borbone.
Il "Real Ferdinando sul Garigliano”, definito da lord Byron “il ponte della fate”, primo esempio in Italia
di ponte sospeso a maglie di ferro e secondo in Europa, può essere considerato un vero miracolo
dell’ingegneria a quei tempi per la snellezza della costruzione e la semplicità delle linee: altezza
colonne 7 metri, diametro colonne 2.50 metri, lunghezza delle catene 129.50 metri.
Oltre alle armi, a Mongiana venivano realizzati busti per monumenti, tubi, campane e una
numerosissima serie di oggetti necessari nella vita quotidiana (bracieri, mortai, zappe, chiavi, ecc.).
Alcuni di questi manufatti venivano forgiati nei periodi in cui, a causa della scarsità delle acque dei
fiumi Allaro e Ninfo, gli operai venivano impiegati nelle officine, non potendo lavorare nelle fonderie
. Per uso civile, furono costruite, su ordinazione, enormi ruote di ferro, pezzi di macchine, argani,
attrezzi militari e, perfino, le rotaie della prima ferrovia d'Italia: la "Napoli - Portici" (seconda in
Europa).
A Mongiana, furono prodotti, per la prima volta e con grande perfezione, pezzi speciali per le grandi
dimensioni e per le forme complesse: bulloni, maglie, catene, componenti dei primi ponti sospesi in
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ferro d'Italia, quali, il "Real Ferdinando" sul fiume Garigliano e il "Maria Cristina”, sul fiume Calore
Irpino.
Tutti i percorsi ludico/didattici sono proposti in versione multilingua con selezione della versione in
italiano o in inglese da menu iniziale. Per il particolare target a cui è destinata, l’applicazione deve essere
fruibile su tavolo interattivo che offre una superficie maggiore di interazione.
Al termine della consultazione l’utente deve essere in grado di lasciare le proprie impressioni,
suggerimenti o semplicemente il proprio nome a ricordo della visita, in un campo dinamico presente nello
schermo interattivo. I messaggi e i suggerimenti, dopo opportuni filtri, sono salvati nel guest book
dell’applicazione.
Pi2. Virtual Book per la visualizzazione della documentazione dell’Archivio delle Reali Ferriere
di Mongiana
L’Archivio delle Reali Ferriere della Mongiana è conservato dal 1951 nell’Archivio di Stato di Catanzaro ed è
costituito da 90 unità archivistiche, suddivise nelle seguenti partizioni funzionali:
Contabilità finanze (stati di contabilità)
Contabilità materie (stati di rimesse e consumi; quadro degli altiforni)
Inventari
Stati di situazione
Stati dei lavori, Processi verbali
Registri copialettere
Protocolli
Corrispondenza
Contratti
Disegni
Tariffe
Il materiale documentario non è stato oggetto di un vero e proprio riordino di tipo archivistico, ma, da una
indicizzazione effettuata negli anni ‘50, è possibile risalire alla tipologia e al riferimento cronologico dei beni
documentali, per poter effettuare una selezione del materiale di particolare interesse. E’ previsto
l’aggiornamento della schedatura del materiale archivistico e l’inventariazione di quello non ancora catalogato,
conforme ai criteri di catalogazione dei beni archivistici e librari, le singole schede e le relative informazioni
contenute saranno inserite nell’applicazione messa a disposizione degli utenti.
La fruizione del materiale di archivio è effettuata attraverso un tavolo interattivo, un tavolo tecnologico di facile
consultazione, finalizzato alla valorizzazione dei manoscritti e volumi di interesse storico ed iconografico, in
quanto consente la visualizzazione, l’analisi dettagliata e la presentazione di materiali fragili e unici quali
incunaboli, carte geografiche e codici miniati, e la condivisione di opere altrimenti inaccessibili al grande
pubblico. Il tavolo interattivo consente di sfogliare interattivamente le pagine dei documenti digitali ed è
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integrato con funzionalità software per lo studio e l’analisi dei documenti, come lo zoom e la rotazione delle
immagini, la visualizzazione di annotazioni e di indici testuali e visivi, consentendo la fruizione sia di tipo
professionale sia di tipo didattico e amatoriale.
Sfogliando le pagine del volume virtuale, disponibile all’interno del Museo, il visitatore può consultare le pagine
relative a raccolte di documenti, lettere, statini, regolamenti, progetti, mappe, ecc, e quanto altro possa
costituire una traccia sull’importanza che ha assunto il “distretto siderurgico” calabrese da Mongiana a
Ferdinandea; soffermarsi, ad esempio, sull’Atto di Concessione fatto al Santo Brunone da Ruggero Guiscardo, il
Normanno nell'anno 1094, con la quale il Conte di Calabria cede al santo tedesco i proventi delle miniere di ferro
e dei forni fusori esistenti nel circondario di Stilo e Arena, oppure il Manifesto Murale del 25 giugno 1874 che
annunciava la vendita all'asta dello Stabilimento Metallurgico di Mongiana unitamente ai Beni di Dotazione (una
quarantina di alloggi, caserme e quartieri di truppa, officine e fabbriche, forni di prima e seconda fusione, boschi
e segherie, terreni e miniere disseminati in un territorio vastissimo compreso tra Mongiana e Ferdinandea.
Attraverso alcuni decreti e regolamenti è possibile conoscere le modalità di manutenzione dei boschi e delle
miniere e le norme che regolavano l’estrazione dei minerali; attraverso suppliche, missive e rapporti a “Sua
Maestà Ferdinando II” si conoscono le questioni sorte a causa della “concorrenza” tra i trasportatori con muli e
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quelli con asini, le difficili condizioni di vita degli operai che nel 1826 organizzarono scioperi e rivolte che
fermarono a più riprese i lavori di estrazione e i trasporti. E poi bozze e progetti di fornaci, di “bocche da fuoco”,
di rifazione per le coperture di corpi di fabbrica della fonderia e di opere pubbliche, quali ponti, fabbriche, strade,
tracciati di ferrovie, ecc, e una serie di mappe storiche che riproducono le trasformazioni del territorio nel corso
degli anni.
Inoltre, il materiale organizzato per la visualizzazione su tavolo elettronico, deve poter essere fruito anche su
piattaforme mobili quali gli e-book di nuova generazione, o su piattaforme versatili di tavoletta elettronica come
l’IPad di Apple. In questa configurazione può integrarsi con le reti senza fili delle biblioteche, consentendo piena
libertà di movimento e di studio, oltre a fruire delle potenzialità offerte dalle interfacce grafiche gestuali,
estremamente flessibili e naturali.
Tavolo interattivo : caratteristiche tecniche
Il tavolo interattivo è del tipo multi-touch ad elevate prestazioni, con la possibilità di gestire in modo veloce e
preciso fino a 32 interazioni simultanee per ricercare e selezionare contenuti, approfondire argomenti di
interesse sfogliare libri e cataloghi, navigare in rete e consultare mappe virtuali. E’ dotato di tecnologia IR Led
Cell con frequenza di scansione di 200 fps, tempi di risposta touch di 5-10 mSec e alta precisione dei punti di
tocco, inoltre è dotato di connessioni Ethernet e Wi-Fi Combo Bluetooth, include inoltre connessioni USB,
HDMI e ingressi/uscite audio. Il display è di tipo profeprofessionale led full HD, della dimensione minima di 50
pollici , con una risoluzione di 1920x1080 pixel, ad elevata luminosità e con piano di vetro rinforzato per una
maggior sicurezza degli utenti.
Pi3. Filmati in proiezione multivisione a carattere divulgativo/evocativo
Sulle pareti della sala destinata alla convegnistica saranno allestite tre proiezioni in multivisione con lo scopo di
evocare alcuni aspetti delle attività lavorative e della vita quotidiana, come erano all’epoca di maggior
produzione della Ferriera e della Fabbrica delle Armi, oltre che presentare la cornice paesaggistica del luogo.
Sulle tre pareti dell’ambiente saranno proiettati, in contemporanea, tre filmati diversi.
Il primo filmato mostra ciò che rimane della sede degli altiforni e documenta le tecniche usate per produrre
la ghisa attraverso la narrazione di un operaio del tempo. Il personaggio racconta quali erano le sue
funzioni all’interno del ciclo di fusione, quali strumenti utilizzava, le caratteristiche del lavoro che gli
competeva, con i suoi pericoli, e la sua fatica.
Nel secondo filmato un personaggio narrante racconta la vita quotidiana degli operai che abitavano in
quello che sarà poi il borgo di Mongiana, inizialmente semplice luogo di residenza per operai, artigiani e
armieri, impegnati nell'attività produttiva del ferro e delle armi, sovrapponendo il racconto ad un mix di
immagini d’epoca e filmati recenti.
Il terzo filmato documenta l’aspetto naturalistico del luogo e del territorio limitrofo, soffermandosi sulle
pinete, le faggete, i boschi ricchi di funghi e di ruscelli, la fauna e la flora del luogo, fornendo un racconto
visivo arricchito dai suoni e dalle voci della natura.
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Lo stile dei filmati segue le regole di una narrazione emozionale-divulgativa, attraverso un racconto fortemente
evocativo; le informazioni orali e il racconto visivo saranno elaborati attraverso un uso stilisticamente espressivo
del linguaggio cinematografico. Saranno utilizzati autori di testi, sceneggiatori e registi di filmati, programmi e
documentari in ambito storico/artistico con comprovata esperienza di integrazione di immagini reali, immagini
virtuali e computer grafica. Inoltre il personaggio narrante sarà impersonato o da un attore professionista o da
un divulgatore scientifico-culturale di chiara fama in modo da costituire un elemento di attrazione per i visitatori
e favorisca la creazione di valore sul territorio.
Dal punto di vista tecnologico, ogni filmato è costituito da due proiezioni distinte:
- la prima costituisce lo sfondo alla narrazione e viene proiettata senza interruzione;
- la seconda, caratterizzata da un contributo sonoro, è attivabile solo attraverso sensori di prossimità a raggi
infrarossi che, “avvertendo” la presenza del visitatore, mettono in azione la proiezione a carattere narrativo.
Di seguito si descrive una possibile soluzione tecnologica per la realizzazione della multi visione.
Un interruttore wireless viene attivato da un segnalatore di presenza posizionato a breve distanza dal ricevitore:
il sistema permette la chiusura o apertura di un contatto (relè) tramite l'invio di un segnale da parte di un sensore
infrarosso. Quando il sensore rileva la presenza di una persona all'interno di un'area definita, invia un segnale
radio che attiva il relè del ricevitore, permettendo la chiusura di un contatto sia in modalità pulsante che con
ritenuta. Il ricevitore è quindi messo in grado di attivare una qualsiasi utenza: un proiettore lampada o un
riproduttore di musica. Quando il sensore non registra più alcun movimento, il rilevatore di presenza spegne
automaticamente la proiezione e il riproduttore audio. Il sistema sarà integrato con un dispositivo industriale di
riproduzione audio, in grado di riprodurre audio interattivo attraverso un unico pulsante. Il dispositivo riproduce
file MP3 audio attraverso il sensore di movimento o qualsiasi dispositivo capace di una chiusura di contatto. La
riproduzione casuale è data dalla variazione della durata della momentanea apertura o la chiusura dei contatti.
Il sistema può riprodurre automaticamente i brani in successione o in modalità timer a intervalli fissi prestabiliti.
Con il sistema sopra descritto, il commento sonoro sarà quindi udibile solo da coloro che si posizioneranno nelle
immediate vicinanze della parete, permettendo così agli altri visitatori di seguire indisturbati gli altri filmati.
In sintesi:
prima proiezione (attività lavorativa)
filmato 1 immagini/video degli alti forni, degli strumenti, ecc.. in sequenza
filmato 2 personaggio narrante sovrapposto al filmato 1
seconda proiezione (vita quotidiana)
filmato 1 immagini/video delle zone residenziali della fabbrica
filmato 2 personaggio narrante sovrapposto al filmato 1
terza proiezione (aspetti naturalistici)
filmato 1 immagini / video di tipo naturalistico
diffusore acustico suoni della natura
Ogni filmato deve avere una durata massima di 10’/15’.
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Il racconto visivo in multivisione è alternato a momenti in cui i tre filmati lasciano il posto ad un unico video che
ha lo scopo di “immergere” il visitatore in una dimensione virtuale dove, attraverso suoni ed effetti speciali, si
trova a rivivere l’ambiente delle fonderie
L’ Apparato tecnologico per la multivisione: caratteristiche tecniche
L’apparato tecnologico per la multi visione è costituito da:
n° 5 video-proiettore con luminosità: 20/25.000 ansi lumen; contrasto: 50.000; distanza focale 0.80/1;
risoluzione pixel: 1920x1080.
n° 3 sensori di prossimità a raggi infrarossi
n° 3 diffusori acustici
Sistema oscuramento delle finestre
Il Percorso informativo e la disabilità
Il percorso informativo deve essere fruibile e accessibile ai soggetti con disabilità visive e uditive accompagnati,
attraverso il “Percorso parlato”.
Per i non vedenti o ipovedenti, infatti, è disponibile un’apposita applicazione per fruire la visita attraverso la
descrizione audio dei contenuti riguardanti la Fabbrica d’Armi e le Ferriere, già specificati nei paragrafi
precedenti.
Per i disabili con problemi di comunicazione uditiva, la fruizione della visita sarà coadiuvata da ipertesti installati
sul tablet fornito dall’Ente.
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Per i disabili con problemi motori e in carrozzina, l’accesso al percorso che porta alle Ferriere e all’officina
Robinson e al Cubilot si presenta piuttosto difficoltoso, è quindi previsto che coloro che sono affetti da questo
tipo di disabilità possano utilizzare la postazione multimediale predisposta per piccoli gruppi, posta all’interno
della Fabbrica d’Armi. La postazione sarà fornita di un’applicazione multimediale, nella quale verrà illustrato
l’itinerario di visita attraverso un apposito virtual tour immersivo ed emozionale dei luoghi rappresentati a 360°
e saranno fornite schede informative.
Chiosco interattivo per disabili: caratteristiche tecniche
Il chiosco (dimensioni in cm: h120 x w19 x p38 x p50) sarà costituito da un totem con struttura in acciaio
inossidabile e munito di monitor touch screen minimo 24 pollici, un Pc MiniTower posto all’interno di un vano
ricavato nello stesso chiosco e speaker ai lati. Il chiosco, inoltre, sarà dotato di browser internet protetto, in
modo che gli utenti possano navigare solo sulle pagine web stabilite in precedenza. Il software ha la funzione di
accesso remoto per consentire il controllo e l’aggiornamento dei contenuti anche a distanza. E’ munito di
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computer ad alte prestazioni, con sistema operativo preinstallato, scheda video integrata, audio integrato,
scheda di rete integrata
Fornitura del marchio e segnaletica stradale e digitale
L'area di visita della Fabbrica d’Armi e sulle Reali Ferriere di Mongiana deve essere identificata da un logo
caratterizzato da un forte impatto visivo, in grado di trasmettere un’immagine complessiva che racchiuda in
modo semplice ed efficace i contenuti che il sito stesso porta con sé. La realizzazione del logo è il primo passo
per costruire un’identità visiva solida e duratura: il logo evoca l’interesse e il valore storico culturale del sito, ne
veicola l'unicità e ne rappresenta le caratteristiche più intrinseche, attraverso un accurato mix di forza, stile e
semplicità per essere leggibile e facilmente identificabile.
Il logo deve essere costituito da un’immagine grafica di sintesi, in grado di richiamare le caratteristiche degli
edifici e del loro rapporto con il territorio e tale da poter essere utilizzato in tutte le diverse forme di
comunicazione che si prevede di utilizzare per la promozione e la conoscenza del luogo (pannellistica,
segnaletica stradale, sito web, ecc.). Per gli stessi si provvederà a individuare una grafica coerente con tutti gli
altri supporti informativi previsti e con il coordinato d’immagine appositamente individuato.
Per stimolare anche il turista occasionale a visitare Fabbrica d’Armi e le Reali Ferriere di Mongiana, saranno
realizzati 4 pannelli orientativi da installare sulle strade che conducono al centro di Mongiana e lungo le strade
della cittadina che conducono alla Fabbrica d’Armi sede del Museo e al percorso che si snoda dalla stessa
fabbrica fino alle fonderie.
La collocazione di cartelli lungo il percorso è soggetta ad autorizzazione da parte dell'ente proprietario della
strada, e deve essere attuata nel rispetto delle normative vigenti del Codice della Strada. Per gli stessi si deve
provvedere a individuare una grafica coerente con tutti gli altri supporti informativi previsti e con il coordinato
d’immagine appositamente individuato.
Inoltre verrà realizzata una applicazione interattiva per l’ Info Point che sarà istallata su una delle postazioni già
esistenti all’interno della reception del Museo, attraverso la quale verranno presentati sia i luoghi e gli edifici
da visitare, sia gli allestimenti multimediali e multisensoriali che costituiscono l’elemento innovativo e di forte
richiamo e saranno fornite tutte le informazioni sulle modalità di noleggio degli apparati di supporto alla visita
o per l’acquisto delle applicazioni da scaricare sul proprio smartphone o tablet per la fruizione dei contenuti
disponibili lungo il percorso.
L’allestimento multimediale dell’itinerario di visita esterno: Fabbrica d’Armi, Reali Ferriere, Forno Robinson e Cubilot
Il percorso che si snoda dalla piazza antistante il Museo e che porta ai ruderi delle fonderie la Porta d’Ingresso
e l’Altoforno, il Forno Robinson e il Cubilot è caratterizzato da una serie di postazioni che forniranno, attraverso
diverse modalità di fruizione, una serie di approfondimenti e informazioni utili alla conoscenza della storia e
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delle caratteristiche artistico culturali del luogo, a cui i visitatori potranno accedere tramite smartphone o tablet
di proprietà o tablet da prendere in affitto presso i locali messi a disposizione dall’amministrazione comunale.
Lo scopo primario della progettazione consiste nell’adottare soluzioni coerenti e poco invasive, rispettando le
caratteristiche del luogo, ma offrendo comunque più informazioni possibili.
Questo percorso informativo va inquadrato come esperienza di infotainment (informazione e intrattenimento)
rigorosamente pensata per ogni fascia di pubblico, tesa ad unire la puntuale analisi culturale dell'area in
questione con l'impiego di strumenti tecnologici ad interazione avanzata attraverso i quali i visitatori avranno
modo di approfondire le informazioni sotto forma di “racconto animato”.
Dalle “aree sensibili” costituite dalle aree di maggior interesse storico-culturale dell'intera zona si potrà accedere
ai contenuti multimediali che saranno caratterizzati da elaborati di vario tipo (ipotesi ricostruttive, mappe
cronostoriche, simulazioni, etc.): alla pannellistica dislocata lungo il percorso sarà dunque associata una lettura
virtuale del sito, grazie ad interventi audio/video perfettamente aderenti all'ambiente circostante e con
interazioni 3d integrate, al fine di conferire alle strutture il ruolo di vere e proprie “pietre parlanti” del complesso
storico-culturale
Per la pannellistica da dislocare lungo il percorso saranno utilizzati dei totem in acciaio inossidabile termo-
laccato utilizzato con immagini e testo, per informare e orientare, applicati su supporto stampato o serigrafato,
di facile manutenzione e sostituzione e modalità di posa in opera e con protezione UV.
Per la redazione dei contenuti informativi (testuali e iconografici) dei pannelli e dei contributi multimediali ci si
propone di avvalersi di una referenziata consulenza scientifica e di un’approfondita ricerca bibliografica e
archivistica.
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L’allestimento dell’itinerario è costituito complessivamente da 5
pannelli informativi e 5 applicazioni multimediali relativi alle 5 aree
di maggior interesse storico-culturale dell’area archeologica: la
Fabbrica d’Armi, la Fonderia, la Porta d’Ingresso e l’Altoforno, il
Forno Robinson e il Cubilot.
I pannelli informativi, oltre ai testi e le immagini consultabili in modo
tradizionale, sono dotati di particolari marker grafici che,
una volta ripresi dalla videocamera di un comune smartphone o del
tablet in dotazione, attiveranno i contenuti multimediali realizzati
proprio allo scopo di arricchire l’apparato informativo da offrire ai
visitatori. I marker grafici rappresentano un’evoluzione del codice a
barre: appaiono come un codice grafico bidimensionale, contengono
molte più informazioni dei tradizionali codici a barre e sono leggibili
tramite un software che si può installare gratuitamente.
Si inquadra il marker con la fotocamera dello smartphone o del tablet, il programma decodifica i dati contenuti
e li visualizza sullo schermo in tempi estremamente rapidi. Consentono quindi di realizzare una nuova
concezione di diffusione della conoscenza e sono particolarmente adatti ai luoghi aperti.
Le 5 applicazioni multimediali, sono caratterizzate da elementi di computer grafica e software di realtà
aumentata, in modo da offrire ai visitatori forniti di smarthphone o tablet, un “racconto animato”, tra il reale e
il virtuale, in grado di rendere la singola esperienza di ognuno un valore aggiunto e di maggiore fruizione.
L'interazione avviene per mezzo di un'interfaccia grafica che prevede l'impiego della videocamera integrata nei
dispositivi portatili; una volta inquadrata l'area del sito “predisposta” a tali contenuti, è possibile visualizzare con
tecnologia di realtà aumentata contenuti multimediali come ricostruzioni tridimensionali, filmati con animazioni
2d/3d che si sovrappongono alle superfici delle strutture stesse.
La differente risoluzione della videocamera e le diverse caratteristiche
hardware dei device che possono usufruire dell'applicazione prevede
una progettazione specifica dei marker grafici tale da soddisfare i
requisiti del software quali distanza visiva, soglia di contrasto e porzione
del piano tridimensionali su cui referenziare i contenuti.
Per la redazione dei contenuti informativi (testuali e iconografici) dei
pannelli e dei contributi multimediali occorre avvalersi di una
referenziata consulenza scientifica e di un’approfondita ricerca
bibliografica e archivistica.
Tutti I contenuti testuali e audio devono essere disponibili nella versione
italiana e inglese
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Identificazione delle postazioni costituite da pannelli informativi e contenuti multimediali lungo l’itinerario di visita
Ecco, in dettaglio, gli argomenti da sviluppare nelle postazioni:
Pe1 Pannello 1 – La storia del luogo e la Fabbrica d’Armi
Il pannello, posizionato all’inizio del percorso sulla piazza antistante la Fabbrica d’Armi, sarà dedicato
alla citta di Mongiana e allo stretto rapporto tra la sviluppo della cittadina e le attività siderurgica del
suo insediamento industriale, la storia della Fabbrica d’Armi dai primi edifici fino al complesso progettato
dall’ingegnere Domenico Fortunato Savino. I contenuti aggiuntivi saranno disponibili attraverso
l’inquadratura dei marker grafici presenti sui pannelli che, una volta ripresi dalla videocamera di un
comune smartphone o del tablet in dotazione, attiveranno i contenuti multimediali.
Contenuti Multimediali 1 – Ipotesi ricostruttiva Fabbrica d’Armi
L’applicazione multimediale realizzata per questa postazione offre all’utente la possibilità di “vedere” in
forma virtuale la Fabbrica d’Armi al tempo del suo massimo splendore. La ricostruzione esterna e interna
si basa sul progetto dell’ingegnere Domenico Fortunato Savino, che in poco tempo fece realizzare un
moderno ed elegante opificio. La struttura si presenta divisa in tre edifici degradanti lungo la china del
colle, addossati al corso del fiume Ninfo. Nell’edificio, oltre agli uffici ed ai depositi, vi è anche la scuola
per i figli degli operai.
Pe2 Pannello 2 – la Fonderia
Il pannello, situato presso i ruderi della fonderia racconterà le vicende della fonderia di Mongiana dalla
prima costruzione in legno con i soli altiforni in muratura all’edificazione degli edifici in muratura
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realizzati durante il periodo Murattiano. I contenuti aggiuntivi saranno disponibili attraverso
l’inquadratura dei marker grafici presenti sui pannelli che, una volta ripresi dalla videocamera di un
comune smartphone o del tablet in dotazione, attiveranno i contenuti multimediali.
Contenuti Multimediali 2 – La Fonderia
L’applicazione multimediale sviluppata per questa postazione consente di “vedere” in forma virtuale la
ricostruzione della Fonderia come doveva apparire alla metà del XVIIII secolo. Attraverso la semplice
inquadratura dell’edificio, il sistema attiva sul tablet la ricostruzione in 3d, fornendo, inoltre, ulteriori
possibilità di approfondimento attivabili da aree sensibili selezionabili sullo schermo. In pratica,
inquadrando con la webcam del tablet o dello smartphone i marker di realtà aumentata disponibili,
l’applicazione riconosce il marker e gli associa un modello virtuale. L’utente può visualizzare il modello 3D
ricostruito e osservarlo da diversi punti di vista.
Il modello virtuale della Fonderia di Mongiana ha come riferimento la fase costruttiva relativa all’epoca
della sua ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1783.
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Pe3 Pannello 3 – la porta d’ingresso e l’altoforno
Il pannello, situato presso i ruderi della fonderia riporterà informazioni sulla porta d’ingresso della
fonderia e sull’altoforno sulla sua struttura e sul sistema di funzionamento. I contenuti aggiuntivi
saranno disponibili attraverso l’inquadratura dei marker grafici presenti sui pannelli che, una volta ripresi
dalla videocamera di un comune smartphone o del tablet in dotazione, attiveranno i contenuti
multimediali.
Contenuti Multimediali 3 – la porta d’ingresso e l’altoforno
Le applicazioni multimediali sviluppate per questa postazione offrono informazioni sul portale della
Fonderia di cui oggi resta soltanto l’arco definito dei laterizi, affiancato da due lesene all’interno delle
quali erano due nicchie di forma regolare, ma di diverse dimensioni, e sull’altoforno. In particolare
L’applicazione multimediale relativa all’altoforno consente di visualizzare l’altoforno sia esternamente
che all’interno di conoscere il suo funzionamento. L’applicazione corredata illustra le caratteristiche
dell’altoforno, di tipo a “riverbero”, ossia un forno con l’aggiunta di un fornello complementare dal quale
le fiamme eccedenti sono condotte lateralmente e il calore è utilizzato a preriscaldare ghisa e taglioli da
sottoporre alla battitura a maglio o da introdurre nei laminatoi.
Pe4 Pannello 4 – L’area del Cubilot
Il pannello, situato presso l’area del Cubilot riporterà informazioni sugli edifici (magazzini, depositi,
officine) che erano presenti in questa area e sulle attività che vi si svolgevano. Saranno riportate tutte le
informazioni relative alle attività di scavo archeologico previsti dal progetto per quest’area. I contenuti
aggiuntivi saranno disponibili attraverso l’inquadratura dei marker grafici presenti sui pannelli che, una
volta ripresi dalla videocamera di un comune smartphone o del tablet in dotazione, attiveranno i
contenuti multimediali.
Contenuti Multimediali 4 – l’area del Cubilot ipotesi ricostruttiva
L’area del Cubilot, in cui restano i ruderi di alcuni ambienti riferibili a magazzini, depositi e officine sarà
il soggetto di questa applicazione multimediale che racconterà attraverso immagini e testi audio le
attività che si facevano all’interno di questi edifici, potranno essere visualizzate le ricostruzioni 3d che
saranno realizzate anche grazie alla attività di studio e ricerca conseguente agli scavi archeologici
previste nella parte di progetto riguardante le attività materiali.
Pe5 Pannello 5 – l’officina Robinson
Il pannello, situato presso i ruderi della fonderia sarà costituito da contenuti testuali e iconografici
riguardanti la Ferriera Robinson, la fabbrica per ferri e lamine a cilindri di cui oggi restano soltanto pochi
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resti ma fortemente evocativi caratterizzati da murature emergenti e preziosi elementi in granito. I
contenuti aggiuntivi saranno disponibili attraverso l’inquadratura dei marker grafici presenti sui pannelli
che, una volta ripresi dalla videocamera di un comune smartphone o del tablet in dotazione, attiveranno
i contenuti multimediali.
Contenuti Multimediali 5 – l’officina Robinson ipotesi ricostruttiva
L’applicazione multimediale sviluppata per questa postazione offre informazioni sulla Ferriera Robinson,
sulle attività di scavo e sugli interventi previsti nella parte di progetto riguardante le attività materiali,
inoltre l’applicazione consentirà di “vedere” in forma virtuale la ricostruzione della Ferriera realizzate
anche grazie alla attività di studio e ricerca conseguente agli scavi archeologici.
Il sito web
Le applicazioni web costituiscono sempre più uno strumento indispensabile per la valorizzazione e la
promozione dei beni culturali e per il coinvolgimento di un grande numero di utenti, non soltanto nei riguardi
di un luogo specifico, ma anche del territorio nel suo complesso.
Il sito web dell’area della Fabbrica d’Armi di Mongiana e delle Reali Ferriere costituisce, pertanto, un “luogo
virtuale”, uno spazio di presentazione, capace di valorizzare e rendere accessibili in modo immediato
informazioni di carattere culturale, storico e turistico relative all’area di interesse, nonché una serie di servizi
innovativi offerti dai responsabili stessi del sito. La sua realizzazione e messa in linea sono infatti finalizzate
all’interscambio di tutte le informazioni utili alla visita del luogo, con l’implementazione delle notizie relative
agli allestimenti, ai restauri, agli eventi, attraverso le metodologie e gli strumenti più adeguati (search engine
e categorizzazione delle informazioni) che consentono all’utente di effettuare con successo ricerche in
profondità nei tessuti categoriali e tematici, strettamente orientate ai propri bisogni.
Il sito tiene conto delle caratteristiche e delle esigenze degli utenti, siano essi residenti o turisti, rivolgendosi
principalmente a questi ultimi, Italiani e stranieri, ed è quindi redatto in italiano e in inglese; il sistema prevede
anche la possibilità di sviluppare, in un momento successivo, versioni in altre lingue.
Il sito ha anche un carattere funzionale in quanto rende disponibili all'utente una serie di servizi on line: la
prenotazione di visite guidate all’area per scuole e comitive, la visualizzazione di alcuni dei contenuti
multimediali disponibili durante la visita, l'iscrizione alla newsletter, ecc…
Il ruolo strategico del sito nell’ambito delle iniziative e delle attività di promozione della zona è perseguito
attraverso:
una grafica attraente e un’impaginazione lineare che concorrono a rendere particolarmente efficace la
descrizione dei luoghi, degli itinerari, delle attrattive, ecc. e far apparire il sito una “vetrina” adeguata per
il pubblico nazionale e internazionale, oltre che un efficace strumento di comunicazione e conoscenza;
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la chiarezza dell’informazione attuata attraverso testi divulgativi, opportunamente strutturati, per offrire
dettagli di ogni occasione culturale, e l'uso di un linguaggio che presenti anche forza persuasiva e
promozionale;
un’adeguata promotion, con l’inserimento nei motori di ricerca e in elenchi specifici per consentire la
massima visibilità del sito sulla rete ed una fidelizzazione da monitorare attraverso gli opportuni strumenti
di controllo.
Organizzazione dei contenuti
La homepage costituisce una sezione sia a carattere promozionale destinata alla presentazione del progetto di
riqualificazione dell’area e alla sua connotazione istituzionale (con i loghi selezionabili per l’accesso ai rispettivi
siti web), sia il punto di snodo dei diversi percorsi di consultazione e quindi l’accesso alle principali aree
tematiche del sito, come di seguito elencate:
Storia dell’area
Gli edifici
L’itinerario di visita e i contenuti multimediali
Accoglienza
Eventi
Altre sezioni presenti nella home page:
il Tour virtuale, per offrire un'anteprima visiva delle innovative modalità di fruizione di alto livello
tecnologico proposte nel percorso di visita
la mappa di Google, per il posizionamento e le informazioni sulle vie di accesso
il guestbook, a disposizione degli utenti, dove inserire commenti, suggerimenti e impressioni
le info, per offrire agli utenti un quadro globale delle informazioni necessarie alla visita
il form di prenotazione delle visite
le news, per informare gli utenti sulle ultime novità in merito alle diverse iniziative previste
il contatto diretto, attraverso posta elettronica, con la segreteria di redazione dei responsabili del sito
la possibilità di iscriversi alla newsletter del sito.
Struttura e funzionalità del sito
Per la gestione e navigazione ottimali del sito, si prevede di incrementare le seguenti funzioni:
la mappa di navigazione, aggiornabile in automatico in seguito alla modifica e/o cancellazione e/o aggiunta
di pagine
un motore di ricerca interno per effettuare ricerche su tutti i contenuti del suito e su aree specifiche
l'archiviazione delle notizie e delle comunicazioni, una volta ritenute obsolete
Il sistema, inoltre, fornisce i reports statistici relativi al monitoraggio degli accessi e delle pagine visitate.
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Software di sviluppo
Per lo sviluppo e la gestione del sito è utilizzato un Content Management System (CMS) di tipo open source
con licenza GNU, utilizzabile sia su piattaforma Microsoft che Linux, che consente di organizzare e facilitare la
creazione collaborativa di documenti e di altri contenuti. Attraverso il CMS, la gestione del ciclo di vita
(redazione, pubblicazione, aggiornamento, rimozione, …) dei contenuti può essere svolta autonomamente dal
personale che si occuperà della gestione del sito in questione, opportunamente formato.
La scelta di utilizzare un CMS di tipo open source offre numerosi vantaggi e opportunità:
− non implica costi di licenze in quanto utilizza piattaforma open source LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP)
− genera progetti conformi alle normative nazionali in termini di accessibilità (l. 4/2004 nota come legge
Stanca e successive modifiche ed integrazioni) con ottenimento del relativo logo previsto
− consente la gestione autonoma del progetto web da parte di utenti privi di competenze specifiche
− presenta grande semplicità di utilizzo e tempi di apprendimento estremamente rapidi
− gestisce la struttura e la grafica del progetto senza la necessità di conoscere il codice html e i css, nel rispetto
della normativa sull'accessibilità
− consente la gestione distribuita dei contenuti e del flusso redazionale
− consente di integrare applicativi e database esterni e di gestire l’output delle informazioni sul sito web
− offre la possibilità di erogare contenuti multicanale, perfettamente fruibili mediante dispositivi mobili di
qualsiasi genere
− garantisce l'operatività da qualsiasi computer connesso ad internet senza installare alcun software
− presenta una elevata scalabilità con disponibilità di moduli volti a soddisfare praticamente qualsiasi
necessità
− è supportato da un'ampia documentazione.
Sulla base delle possibilità offerte dal sistema si prevede di attivare alcune funzionalità specifiche relative sia alla
gestione dei contenuti che all'interazione web-utente:
− il menu di navigazione principale e i menu alternativi di secondo livello si modificheranno automaticamente
in funzione delle nuove sezioni create, mantenendo la strutturazione principale dei contenuti
− sarà effettuata la ripartizione delle aree di gestione per profili di utenti, per attribuire a utenti diversi o a
team di utenti diverse aree di gestione dei contenuti
− sarà organizzato un archivio multimediale, per avere sempre a disposizione i contenuti multimediali
(immagini, audio, video, flash ecc.) che possano venire utilizzati più di frequente
− saranno previste tre visualizzazioni alternative del contenuto: visualizzazione grafica (ossia visualizzazione
normale del progetto web completa di elementi decorativi; visualizzazione finalizzata alla stampa dei
contenuti; visualizzazione per ipovedenti, con un elevato contrasto tra il testo e lo sfondo
− sarà previsto un layout dedicato ai dispositivi mobili (cellulari, tablet, palmari) che si attiva in automatico al
momento della connessione di uno di questi dispositivi.
Il servizio di hosting
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E previsto un servizio di hosting e di manutenzione del sito per un anno dal rilascio dell’applicazione che presenta
le seguenti caratteristiche:
− spazio web illimitato per i contenuti del progetto e di posta elettronica giacente sul server di 100 Mb con
possibilità di implementazione in qualsiasi momento;
− servizio antivirus e antispam garantito
− uptime del server del 99,5% su base annua
− backup giornaliero e settimanale dell'intero sito per garantire la sicurezza dei dati
− garantisce la sicurezza contro azioni di pirateria informatica
− ampiezza di banda pari a 47.000 Mbit/s
Il server Mail prevede il servizio antispam, antivirus, webmail per l’utilizzo della propria casella via browser,
WebCP per la gestione degli utenti mail.
Applicazione per smartphone e dispositivi mobili da scaricare gratuitamente da Apple Store e da
Market Android con le informazioni principali sull’EcoMuseo e il territorio circostante.
Per i visitatori dotati di smartphone e tablet, sarà sviluppata un’applicazione scaricabile sia da Apple Store che
da Android Market, con la finalità di guidare in modo rapido ed esauriente il visitatore in tutta la zona compresa
tra la Fabbrica/Museo e la Fonderia e il forno Robinson e di fornire anche una visibilità del sito a livello
nazionale e internazionale. La guida offre sia le informazioni sulle strutture e l’ambiente naturalistico, sia
l’indicazione dei punti di interesse e di ristoro del territorio circostante.
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La APP dedicata all’ECOMUSEO DELLE FERRIERE, per Apple e Android, da scaricare gratuitamente, si pone i
seguenti obiettivi:
fornire le informazioni principali sull’Ecomuseo e le notizie relative agli eventi in calendario;
costituire una “vetrina” dei beni materiali e immateriali presenti nelle sale espositive e nel territorio
circostante, attraverso l’illustrazione di quelli che risultano più interessanti e particolari;
costituire un ottimo strumento di diffusione e di condivisione di news, in modo da incrementare il traffico
sul sito e il numero dei visitatori.
L'applicazione deve avere le seguenti caratteristiche e funzionalità:
− menu leggeri e facili da navigare,
− layout grafico semplice ed essenziale,
− mappe delle sale del museo e dei percorsi esterni con evidenziati i punti di maggior interesse,
− descrizione di alcuni beni custoditi nel museo, con informazioni dettagliate e immagini di riferimento,
− le info per visitare il museo: indicazioni stradali, giorni d’apertura e orari, costi dei biglietti, eventuali
agevolazioni, servizi e contatti.
L’applicazione, disponibile anche in inglese, è scaricabile sul proprio device all’inizio della visita o in una fase di
pianificazione della stessa.
Come in tutte le App del genere, il sistema deve contenere almeno le seguenti voci di menu:
mappa, per navigare all’interno delle sale espositive e nelle aree esterne al museo;
reperti, per visionare alcuni tra i reperti di maggior interesse conservati nell’EcoMuseo;
EcoMuseo, con le notizie essenziali per la visita: orari di apertura, costo dei biglietti, prenotazioni,
informazioni pratiche;
news, per offrire in tempo reale informazioni sulle novità, come mostre in corso e in programma, avvisi,
eventi, le novità sul progetto espositivo.
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Infrastruttura wireless per la copertura delle aree destinate alla fruizione dei contenuti multimediali
L’impianto che compone l’intera infrastruttura è suddiviso in cinque sezioni, una delle quali costituisce la
dorsale che collega i siti interessati e le altre quattro sezioni riguardano le aree ove è richiesta la connettività
dati wireless. Tale infrastruttura persegue l’obiettivo principale di divulgare i contenuti informativi
multimediali ai visitatori. La tipologia di impianto è in grado di interconnettere anche dei sistemi ausiliari, come
ad esempio :
Videosorveglianza
Antintrusione / Prevenzione incendio
Centrale telefonica (con telefoni fissi e/o cordless WiFi)
Interfono e/o dispositivi per chiamate di emergenza
Colonne informative
Il dimensionamento della dorsale wireless prevede una banda netta di 100Mbps full duplex (cioè 100Mbps per
ogni direzione di marcia). La capacità trasmissiva deve essere espandibile sino a 150Mbps full duplex, senza
modifiche hardware. Detta dorsale si estende lungo tutto il percorso, partendo dal Museo sino alla Fonderia
Robinson, transitando dalle Fonderie e dall’Officina del Cubilot. Il sistema consente il collegamento internet da
parte dei visitatori, da smartphone, tablet, PC
Nel dettaglio, si descrivono di seguito le cinque sezioni come da elenco sottostante :
Dorsale wireless a 100Mbps full duplex;
Impianto WiFi interno al museo (rif. 1 in fig.1) ;
Impianto WiFi area Fonderie (rif. 2 in fig.1);
Impianto WiFi area del Cubilot (rif. 3 in fig.1);
Impianto WiFi area Fonderia Robinson (rif. 4 in fig.1);
Nel disegno, la linea tratteggiata in colore blu indica il ponte radio; i simboli a mezzaluna in blu indicano
l’ubicazione delle antenne ed il loro puntamento direzionale. I simboli a stella in verde indicano i pali con gli
apparati WiFi, atti a fornire le coperture locali delle aree interessate, evidenziate in giallo.
RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA
COMUNE DI MONGIANA - ECOMUSEO DELLE FERRIERE – FABBRICA D’ARMI, FONDERIA E ALTRI SITI - REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IMMATERIALI
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Fig. 1 - Rappresentazione infrastruttura wireless
Dorsale wireless
La realizzazione della dorsale di interconnessione richiede che le antenne di ogni tratta devono essere in
visibilità ottica. Si è ipotizzata nelle quattro zone, l’installazione di pali alti 12 m., poiché il peso da supportare
e la resistenza aerodinamica delle antenne è assai limitata, sono stati previsti pali in vetroresina, al fine di
evitare i costi di messa a terra. Ai due estremi della dorsale, cioè al museo e alla Fonderia Robinson sono stati
previsti apparati a singola radio , mentre per le due aree intermedie, cioè alle Fonderie a all’Officina del Cubilot,
sono necessari modelli a doppia radio, per poter svolgere anche la funzione di ripetitore. La portata globale
del sistema arriva sino a 5 Km a 100Mbps.
Rete interno Museo (rif. fig. 1 area 1) La rete wireless del museo è l’unica completamente situata in locali interni. Per tale motivo gli apparati
impiegati sono di tipo diverso da quelli utilizzati nelle altre aree. All’interno del museo si dovrà realizzare una
rete LAN cablata per alimentare gli Access Point e collegarli tra loro. Allo scopo è stato previsto un piccolo
armadio rack che potrà eventualmente ospitare anche altri sistemi (es. centrale telefonica, sistema di
Videosorveglianza, etc.).
Dal medesimo armadio si diparte un collegamento verso il ponte radio ubicato nella parte più alta dell’edificio,
in modo da garantire visibilità ottica verso l’antenna delle Fonderie (area 2). L’apparato del ponte radio del
museo è di tipo a singola radio.
Sempre dallo stesso armadio è ipotizzabile predisporre un eventuale router per il collegamento verso internet
o verso altre strutture comunali. La rete WiFi prevede diverse tipologie di accesso, con diritti programmabili
secondo la classe di utenza connessa (ad esempio, la rete “Museo” riservata al personale consentirebbe
l’accesso alla manutenzione e alla gestione dei contenuti, mentre la rete “Visitatori” permetterebbe l’accesso
in sola lettura ai contenuti multimediali o eventualmente, ad internet.
Rete Fonderie (rif. fig. 1 area 2) L’area delle Fonderie è dotata di un apparato a doppia radio con due antenne, poiché una sezione accoglie il
segnale proveniente dal museo e lo rilancia tramite la seconda sezione radio verso l’area successiva (Officina
del Cubilot). Le antenne di questo dispositivo a doppia radio, saranno installati su pali in vetroresina alta 12
m., che dovrà garantire visibilità ottica sia verso l’area 1 (museo), sia verso l’area successiva. Alla base del palo,
sarà installato un quadro che ospita uno switch Ethernet, necessario per diramare un collegamento verso altri
due apparati radio, aventi antenna settoriale a 120° e volti a coprire in standard WiFi l’area “Fonderie”. Uno di
questi due dispositivi sarà installato sullo stesso palo che ospita le antenne della dorsale, mentre l’altro sarà
su un secondo palo dedicato.
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Rete Area Cubilot (rif. fig. 1 area 3) L’architettura di rete di quest’area è del tutto simile a quella precedente, sia come prerequisiti ambientali, sia
come caratteristiche trasmissive e prestazionali. L’ unica differenza è la presenza di una sola radio WiFi nei
punti di connessione della dorsale, questa riceve il segnale dall’area “Fonderie” e lo rilancia verso l’ultima zona,
la “Fonderia Robinson”, è indispensabile la visibilità ottica tra le antenne. L’alimentazione degli apparati
avverrà tramite pannello solare.
Rete Fonderia Robinson (rif. fig. 1 area 4)
Anche in questo caso l’architettura di rete è simile alle due precedenti, con alcune differenze :
poiché il ponte radio non prosegue verso ulteriori zone, l’apparato radio della dorsale sarà del tipo a
singola radio, quindi con una sola antenna direzionale.
non è necessaria l’installazione dello switch Ethernet, in quanto si ritiene che una singola radio WiFi
sia sufficiente a coprire l’intera area. Essa sarà quindi collegata direttamente all’apparato della dorsale,
senza alcuna diramazione.
L’alimentazione degli apparati avverrà tramite pannello solare.
Ai fini manutentivi e gestionali, tutti gli apparati inclusi nel sistema descritto, una volta installati, sono gestibili
da remoto senza necessità di interventi umani. Essi possono inoltre allertare in tempo reale i manutentori di
eventuali malfunzionamenti (ad esempio, mancanza connettività, surriscaldamento, etc.).
LA FORNITURA
Strumenti e produzioni software e di comunicazione integrata
Saranno forniti i seguenti strumenti con relative produzioni software e di comunicazione integrata:
1 chiosco interattivo per disabili
1 apparato tecnologico per la multivisione
1 tavolo interattivo per la visualizzazione della documentazione dell’Archivio delle Reali Ferriere di
Mongiana
1 tavolo interattivo per la visualizzazione dei contenuti del Sistema multimediale di esplorazione spazio-
temporale della Fabbrica delle Armi di Mongiana e per i contenuti dell’ Itinerario didattico dedicato alle
scuole
4 pannelli orientativi per le indicazioni stradali caratterizzati da una continuità comunicativa con i
contenuti del percorso informativo
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5 pannelli a leggio inclinato con testi e immagini di riferimento
5 applicazioni multimediali per i dispositivi mobili
20 tablet per la fruizione gratuita di 5 applicazioni multimediali relative al percorso informativo
1 sito web
1 applicazione IOS e Android per dispositivi mobili
1 infrastruttura wireless per la copertura delle aree destinate alla fruizione dei contenuti multimediali.
L’ideazione e l’elaborazione dei contenuti
Il percorso informativo della fabbrica d’armi e delle Ferriere presuppone una corposa attività incentrata sulla
ricerca delle informazioni e sull’elaborazione dei contenuti, sia testuali, grafici, audiovisivi relativi sia
all’apparato informativo che alle diverse forme di comunicazione.
In particolare l’attività comprende:
l’ideazione, la graficizzazione e l’elaborazione dell’immagine coordinata e la sua predisposizione per le
diverse forme di utilizzo
un’approfondita ricerca bibliografica e la raccolta delle informazioni testuali ed iconografiche, con il
contributo della consulenza scientifica di esperti della materia
la rielaborazione dei contenuti testuali per la fruizione attraverso i diversi canali multimediali: schede
testuali, testi audio per le spiegazioni audio-video, testi per lettura su web.
la realizzazione dei modelli tridimensionali utilizzati per le ipotesi ricostruttive dei manufatti
l’acquisizione e l’ottimizzazione in formato digitale del materiale iconografico disponibile
l’acquisizione e l’ottimizzazione del materiale audio di accompagnamento ai contenuti multimediali
l’acquisizione e l’ottimizzazione e il montaggio di materiale filmato o fotografico
la traduzione in lingua inglese di tutti i contributi testuali e didascalici e dei testi in audio
L’adattamento dei contenuti del percorso informativo per i diversamente abili.
ALLEGATI
Planimetria con individuazione delle aree di intervento e dei manufatti interessati
Planimetria museo con indicazione degli apparati di fruizione
Planimetria percorso esterno con indicazione degli apparati di fruizione
Architetto Antonio Cortese