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COMUNE DI MARZABOTTO Nido comunale “F. Paselli” PROGETTO PEDAGOGICO Educatrici Coop. Attività Sociali, Coordinatore pedagogico Borgonuovo di Sasso Marconi: comunale: Annalisa Boni Dott.ssa M.P. Casarini Sara Del Ciondolo Daisy Cornforth Lara Ghera Laura Lambertini Valentina Milani Redazione a cura di: Barbara Monfardini Dott.ssa Chiara Guarino Ida Ubaldini

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COMUNE DI MARZABOTTO

Nido comunale “F. Paselli”

PROGETTO PEDAGOGICO

Educatrici Coop. Attività Sociali, Coordinatore pedagogico Borgonuovo di Sasso Marconi: comunale: Annalisa Boni Dott.ssa M.P. Casarini Sara Del Ciondolo Daisy Cornforth Lara Ghera Laura Lambertini Valentina Milani Redazione a cura di: Barbara Monfardini Dott.ssa Chiara Guarino Ida Ubaldini

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INDICE 1. Premessa: Storia e valori educativi del nostro

servizio

2. Finalità

2.1 Al Nido di Marzabotto proveniamo da diversi paesi

2.2 Insieme nella diversità delle abilità

3. Struttura organizzativa del servizio

3.1 Diversi profili professionali per uno stesso obiettivo

3.2 Asilo Nido “F. Paselli”: organizzazione dell’ambiente e del

tempo quotidiano

4. Progettazione e organizzazione educativa del

servizio

4.1 La progettualità pedagogica: linee guida e orientamenti 4.2 Lo spazio, primo contenitore dell’esperienza educativa

4.3 Il tempo, secondo contenitore dell’esperienza educativa

4.4 Le proposte educative

4.5 La continuità nido e famiglia

5. I nostri strumenti di lavoro: l’osservazione, la documentazione, il collettivo, la formazione permanente e l’autovalutazione del progetto pedagogico

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1. Storia e valori educativi del nostro servizio Il gruppo educativo del nido Franco Paselli di Marzabotto ha una forte passione comune, quella di raccontare fiabe e pertanto ha deciso di presentare il progetto pedagogico con la storia del nostro servizio.

“C'era una volta… un piccolo paese chiamato Marzabotto che si estendeva tra il fiume Reno, i boschi e i campi di Montesole. Qui, tra mamme, papà e bambini, viveva il pensiero di un “Asilo Nido”, un luogo dove i più piccoli avrebbero potuto incontrarsi, giocare, crescere e insieme costruire una comunità. Per alcuni anni, il nostro Piccolo Nido ancora in fasce viveva solo e triste perché, ogni mattina, vedeva partire intere famiglie per recarsi a far compagnia ad un altro nido.1 Un bel giorno, finalmente, arrivò un po’ di allegria anche per il nostro Piccolo Nido: era cresciuto e diventato capace di aprire le proprie braccia per accogliere i bambini che desideravano giocare insieme, nel suo bellissimo e magico spazio immerso nel verde, accompagnati da mamme e papà, alla ricerca di un posto accogliente, capace di sostenerli nel loro “fare educativo”.2 In principio, per meglio giocare, il nostro Piccolo Nido creò due spazi distinti per accogliere i più piccoli, che a stento camminano, e i più grandi, che di solito corrono, e si fece aiutare da quattro dade, esperte nella magia “più difficile che ci sia”: l’arte di inventare sempre nuovi giochi per imparare a sorridere, sapendo asciugare qualche lacrima che, a volte, scappa, nell’attesa che mamma e papà tornino dopo il lavoro. Col trascorrere degli anni, la comunità di Marzabotto ha imparato a conoscere e ad apprezzare il Piccolo Nido e, sempre più numerose, le famiglie e i bambini si sono rivolte a lui e hanno chiesto di poter essere accolti nei suoi spazi. Così, si è trasformato in un Grande Nido: prima sono arrivati sette nuovi bambini che si sono fermati a giocare solo per qualche ora al mattino; poi questi sette sono diventati quattordici e, il Grande Nido, è riuscito a tenerli con sé tutta la giornata, grazie a nuovi giochi e a nuove attività. Ma, non ancora soddisfatto, il nostro Grande Nido, alla fine, ha creato uno spazio “Primavera” dedicato a ben venti bambini grandicelli che, insieme a quattro dade magiche, hanno potuto condividere tante emozioni e tante esperienze. Il nostro Grande Nido potrebbe ora assomigliare ad un piccolo paese abitato da quarantotto bambini, otto dade magiche e quattro dade aiutanti, frequentato da genitori, da nonni e altri familiari, che si scambiano quotidianamente saperi, emozioni, ed esperienze. E come tutti i posti magici, anche l’Asilo Nido “Franco Paselli” ha le sue segrete “pozioni e formule magiche”. 3 Una Pozione magica particolarmente potente è la capacità di ogni “dada maga” di portare con sé, ogni giorno, la voglia di “mettersi in gioco” e la capacità di trasmettere questa passione a tutti gli abitanti del Grande Nido, per coltivare la curiosità di conoscere l’ambiente e le persone che ci circondano, per fare nuove esperienze e, così, crescere e trasformarsi. Un’altra pozione importante è la presenza frequente della “pedagoga maga” che permette ad ogni abitante del Grande Nido di trovare sostegno, spunti e punti di vista alla propria voglia di mettersi in gioco e continuare, così, a crescere e trasformarsi. Le formule magiche, che orientano lo sguardo, guidano il cammino delle dade maghe e le aiutano a preparare le pozioni, sono tre principi imprescindibili per il loro agire magico:

1 L'Amministrazione Comunale di Marzabotto ha finanziato, per diversi anni, una sezione per i propri residenti al nido comunale di Sasso Marconi. 2 Costruito con i fondi del bilancio comunale, il Nido d'Infanzia di Marzabotto fu inaugurato, con una grande festa, il 25 Settembre 1993 e in quell’occasione gli fu dato il nome di “F.Paselli”, in ricordo di un “piccolo angioletto”. 3 Le pozioni sono gli strumenti del nostro lavoro, conoscenze professionali e gruppo di lavoro; le formule sono il nostro “credo pedagogico”, che ci orienta nel lavoro educativo con i bambini.

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Il valore di una relazione affettiva privilegiata, garantendo continuità e costanza nella presenza degli educatori che fungono da figura di riferimento. Ad ogni bambino è assicurata, così, una cura del corpo personalizzata e individualizzata il più possibile; i bambini non sono mai soli ma c’è sempre un adulto, a portata di occhio e di voce, di cui i bambini si fidano e al quale si affidano, perché fornisce anche con lo sguardo una base sicura per il bisogno di contatto di ognuno di loro. Il valore della cura, garantendo il rapporto individuale con l’adulto di riferimento per favorire in ogni bambino la consapevolezza di se stesso e di ciò che lo circonda, attraverso l’alternarsi di avvenimenti (routines), la stabilità degli oggetti e delle situazioni nello spazio e nel tempo. E’ attraverso la cura e nei momenti di cura (il cambio, il pasto, il sonno, l’entrare e l’uscire dal nido) che l’adulto aiuta il bambino a prendere consapevolezza di se stesso, lo aiuta a scoprire chi è, ciò che fa e ciò che lo circonda. Nei momenti di routine, l’adulto educatore stimola con continuità la partecipazione di ogni bambino perché ogni piccolo possa esprimere se stesso e diventare un adulto autonomo e responsabile.

Il valore dell’attività autonoma di ogni bambino per sviluppare il piacere del fare da soli favorendo un percorso di crescita orientato al divenire adulti creativi e responsabili. E’ indispensabile che l’agire nasca dal bambino e, perciò, ognuno di loro deve potersi dedicare al gioco libero e spontaneo, libero nei movimenti e protetto dai pericoli. L’adulto educatore, a tal fine, predispone contesti adeguati ai bisogni evolutivi dei bambini, predisponendo oggetti e materiali alla sua portata, rispettando i ritmi delle sue conquiste, aiutandolo e sostenendolo nel prendere consapevolezza dei propri traguardi.

2. Finalità L’asilo nido “F. Paselli” di Marzabotto, nato dalla collaborazione tra pubblico e privato sociale, si colloca all’interno dell’esperienza dei servizi della prima infanzia della nostra regione Emilia Romagna. Si propone come servizio a supporto del “fare educativo” delle famiglie, concorrendo con loro alla crescita e formazione dei bambini. Nato e sviluppatosi come servizio a sostegno dei genitori impegnati in attività lavorative, ha sempre più ampliato i suoi aspetti di luogo di socializzazione educativa dedicato ai più piccoli. Nel suo lavoro quotidiano, garantisce il rispetto dei ritmi di crescita fisiologici e psicologici di ogni bambino/a, fornendo una sana e corretta alimentazione, una buona igiene e una distribuzione dei tempi della giornata funzionale ai ritmi di crescita dei più piccoli. Si pone, così, in linea con le politiche per la prima infanzia della nostra regione, come servizio educativo e sociale per tutti i bambini e le bambine, garantendo il diritto all’educazione nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa. L’asilo nido “F. Paselli” di Marzabotto ha, tra le proprie finalità, anche quella di essere un servizio a sostegno dell’intera comunità – del territorio e del paese -: si configura come risposta al diritto dei bambini/e ad aver riconosciuto un proprio spazio urbano, una propria esperienza all’esterno delle mura domestiche. Il progetto pedagogico discende da alcuni principi generali che regolano il funzionamento e la fruizione del servizio da parte delle famiglie. Oltre agli obiettivi generali sopra citati, le finalità del servizio fanno riferimento alla normativa vigente, in particolare alla Legge Regionale n.1/2000 così come modificata dagli interventi successivi, e al Regolamento Comunale approvato con deliberazione di C.C. n.42 del 03/05/2000 e successive modificazioni:

a) formazione e socializzazione dei bambini/e, nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive, relazionali e sociali, all’interno di

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un ambiente caldo e accogliente che li sostiene nella creazione di relazioni significative con coetanei e adulti, e attraverso esperienze di gioco che tengono conto delle modalità relazionali e di apprendimento dei primi tre anni di vita;

b) cura dei bambini all’interno di un contesto esterno a quello familiare in cui sono garantite

relazioni significative con figure diverse da quelle parentali;

c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative, offrendo loro un contesto esterno al quale affidare i propri figli con sicurezza e tranquillità e dove trovare occasioni di scambio e confronto, con operatori qualificati e con altri genitori;

d) promozione e diffusione di una cultura dell’infanzia che deriva dalle teorie e studi scientifici

e si arricchisce attraverso l’esperienza concreta, perseguendo la più ampia integrazione con gli altri servizi del territorio (educativi, sociali e sanitari) affinché i processi di crescita dei bambini e delle bambine si realizzino in un quadro di continuità e di coerenza e secondo orientamenti e criteri condivisi.

2.1 Al Nido di Marzabotto proveniamo da diversi paesi

Nel corso degli anni, per facilitare la relazione tra famiglie provenienti da diversi paesi e con culture differenti, abbiamo messo a punto una serie di strategie e buone prassi. Innanzitutto, cerchiamo di favorire la conoscenza tra educatori e genitori e di costruire un’alleanza, un patto educativo, il più possibile privo di pregiudizi e stereotipi. E’ per questo che durante il colloquio individuale di inizio anno abbiamo preso l’abitudine di parlare in modo semplice, guardando negli occhi l’interlocutore (anche nel caso ci sia un mediatore culturale presente) per accogliere e accettare, già con lo sguardo, le emozioni dei genitori, spesso cariche di ambivalenze, di aspettative e di timori. Al centro del colloquio c’è sempre il bambino con le sue abitudini: nel caso di bambini con lingua madre diversa dall’italiano, ai genitori è sempre richiesto di scrivere alcune parole della lingua materna, quelle più frequentemente utilizzate a casa per consolare il bambino, per addormentarlo, per dirgli che è ora di mangiare. Gli educatori si impegnano a memorizzare queste parole chiave in lingua originale che saranno utili soprattutto durante l’inserimento e nei primi momenti di cura. Durante l’anno educativo il vocabolario in lingua materna viene ampliato, con storie e musiche dei paesi d’origine delle famiglie, che i bambini hanno l’abitudine di ascoltare anche a casa. Le famiglie di altre nazionalità e culture sono sempre coinvolte in occasione di feste, laboratori e progetti vari: l’intento è quello di avvicinarsi alle loro abitudini e tradizioni, attraverso la conoscenza di cibi, abiti e canti tipici, conoscenza veicolata in primis dalle esperienze sensoriali che permettono l’immediatezza dell’incontro con l’Altro diverso da Sé. Il Comune di Marzabotto garantisce la possibilità di scegliere un menù alternativo in base al credo religioso o alla scelta filosofica della propria famiglia.

2.2 Insieme nella diversità delle abilità

Per una completa integrazione dei bambini con disabilità al nido sono state abbattute le barriere architettoniche, l’edificio si estende su un ampio piano terra e tutte le sezioni sono dotate di porte finestre, per facilitare l’uso dell’area esterna. Ai bambini portatori di disabilità, il Comune di Marzabotto garantisce la priorità nell’ingresso e nella frequenza del nido e, nel caso, sostiene il

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lavoro educativo con figure aggiuntive, che entrano nel gruppo di lavoro a pieno titolo. Del bambino portatore di disabilità, come di tutti gli altri bambini, si occupano gli educatori di sezione: l’educatore che di solito si aggiunge con un tempo parziale o limitato, non è mai l’educatore di un solo bambino ma è di supporto ai bisogni di tutto il gruppo/sezione. Ai genitori di un bambino diversamente abile viene proposto un programma di incontri più ampio che prevede incontri periodici con l’équipe sanitaria ( psicologica o neurologica) per concordare un progetto educativo specifico alle caratteristiche della disabilità e verificare il raggiungimento degli obiettivi a breve e medio termine. La presenza di una diversa abilità è sempre valorizzata negli incontri di sezione e in tutte le occasioni programmate di incontro con le famiglie .

3. Struttura e organizzazione del servizio

Il nido “Franco Paselli” è il servizio educativo per la prima infanzia del Comune di Marzabotto affidato alla gestione di organismi del privato sociale4 a cui è affidato l’onere della gestione della struttura, fornendo il personale educatore e ausiliario, i materiali per l’igiene, la pulizia e le attività didattiche. La manutenzione straordinaria dell’edificio, la fornitura dei pasti, le spese generali nonché la conduzione pedagogica del servizio sono alla diretta dipendenza dell’Amministrazione Comunale. Il Nido è autorizzato al funzionamento per un numero massimo di 48 bambini e bambine, d’età compresa tra gli 11 e i 36 mesi residenti nel comune di Marzabotto. Il servizio prevede la possibilità di organizzare tre gruppi-sezione che, sulla base delle domande annualmente pervenute all’Amministrazione Comunale, sono il più possibile omogenee per età e, per quanto possibile, a ogni gruppo è garantita la continuità delle figure educative di riferimento per tutti gli anni di frequenza del servizio:

� Semidivezzi: 14 bambini in età compresa dagli 11 ai 20 mesi. � Divezzi: 14 bambini in età compresa dai 20 ai 36 mesi. � Primavera: 20 bambini in età compresa tra i 24 e i 36 mesi.

Nell’organizzazione delle diverse sezioni e nella gestione quotidiana degli interventi educativi, il gruppo di lavoro del nido d’infanzia di Marzabotto predilige il principio dell’omogeneità, garantendo spazi e materiali funzionali ai bisogni ed esigenze dei bambini, diverse e specifiche a seconda della loro età. Tra i bambini e le bambine delle diverse sezioni sono previsti frequenti e regolari momenti di socializzazione e di gioco comune, in particolare al mattino per l’entrata e nel pomeriggio per l’uscita; sono organizzate anche attività d’inter -sezione per i progetti di continuità con la scuola materna. Il nido funziona per 10 mesi all’anno, dal mese di settembre al mese giugno, e segue di massima il calendario scolastico regionale; è chiuso in coincidenza con le festività natalizie e pasquali e per la festa del Patrono il 19 marzo. Nel mese di luglio l'Amministrazione comunale si riserva la facoltà di attivare un servizio estivo, verificando le esigenze delle famiglie. Durante l’anno scolastico, il servizio è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 7:30 alle ore 16:30. La chiusura del servizio può essere posticipata alle ore 17:30, con autorizzazione annuale dell'Amministrazione Comunale. L'orario di entrata e di accoglienza dei bambini è dalle ore 7:30 alle ore 9:00; i bambini che non si

4 Attualmente è la Cooperativa Attività Sociali” (COOPAS), con sede in Borgonuovo di Sasso Marconi.

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fermano per il riposino pomeridiano, possono uscire tra le ore 12.30 e le ore 13:15. L'orario di uscita pomeridiano è dalle ore 15:15 alle ore 16:30.

3.1 Diversi profili professionali in un solo gruppo di lavoro. Per assicurare il funzionamento del nido, per verificarne la qualità e la rispondenza ai bisogni espressi dal territorio, il Comune di Marzabotto si avvale di un proprio servizio amministrativo e delle funzioni di un coordinatore pedagogico sovra comunale. L’ufficio Scuola comunale cura i procedimenti amministrativi relativi alla frequenza del servizio da parte delle famiglie, gestisce il servizio di refezione scolastica, garantisce gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, sempre seguendo le indicazione e gli obiettivi fissati dalla Giunta Comunale. Il coordinatore pedagogico ha diverse funzioni: promuove e qualifica il progetto educativo annuale in tutti i suoi aspetti, ne monitora e ne verifica la realizzazione; garantisce al personale educatore supporto nelle competenze e conoscenze anche attraverso la pratica dell’osservazione in situazione; cura e realizza programmi formativi su base sovra comunale; sostiene i genitori nei loro compiti educativi fornendo consulenza e ascolto. Per realizzare una efficace collaborazione tra il servizio amministrativo del Comune e il servizio educativo, è stato istituito il ruolo di referente del servizio, affidandolo ad una educatrice che ha il compito e la responsabilità di garantire e favorire il passaggio delle informazioni tra comune, ente gestore, gruppo educativo e famiglie, contribuendo al buon funzionamento del servizio e all’armonia dei diversi punti di vista. Tutto il personale addetto al servizio forma un gruppo di lavoro ispirandosi ai principi della collegialità e della collaborazione reciproca, nel rispetto del ruolo e della funzione di appartenenza: le educatrici possono essere 6 o 8 , a seconda del numero dei bambini iscritti alla sezione Primavera.Quando la sezione primavera è formata da più di 15 bambini , il gruppo di lavoro educativa aumenta a 4 educatrici prima infanzia di cui due con orario part time. Le sezioni Semidivezzi e Divezzi sono affidate alla costante presenza di due educatrici che si alternano su due turni, con un leggero scostamento nell’orario d’entrata degli educatori dei due gruppi sezione. Nella sezione dei più piccoli la compresenza degli educatori è di 4 ore e mezza ogni mattino per garantire la indispensabile individualizzazione delle cure: gli orari sono funzionali ai bisogni dei bambini che in questa età hanno ritmi di sonno molto personali; spesso hanno bisogno di pause più frequenti (sonnellini al mattino, ad esempio) e in genere più brevi; esprimono un forte bisogno di una stretta vicinanza fisica e affettiva e della pronta rassicurazione dell’adulto di riferimento. Nella sezione divezzi la compresenza degli educatori è di tre ore e mezza : la maggior maturazione e autonomia dei bambini infatti permette una minor compresenza. Ogni gruppo sezione ha un’operatrice scolastica o ausiliaria di riferimento a cui spetta la responsabilità della cura e dell’igiene degli spazi e degli arredi, della preparazione dei piatti al momento del pasto, del riordino degli ambienti e dei materiali. L’ausiliaria collabora con gli educatori nel garantire la sicurezza e il benessere di ogni bambino e di ogni bambina, in particolari contesti ed attività, in eventuali e sempre possibili situazioni di necessità, contribuendo al buon funzionamento del servizio. L’intervento del personale ausiliario prevede un’organizzazione che favorisce funzioni di sostegno delle attività educative programmate: attività in piccolo gruppo, uscite didattiche, il pasto e le preventive e successive pulizie delle sezioni e della cucina d’appoggio.

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3.2 Asilo Nido “Paselli”: organizzazione dell’ambiente e del tempo quotidiano

Il grande edificio che accoglie il Nido ” Franco Paselli” di Marzabotto è suddiviso in tre grandi aree che comprendono le tre sezioni e che, come nell’esperienza della vita domestica, sono suddivise in ambienti con diverse funzioni: una sala per giocare, con un angolo dedicato al pasto, una sala per il riposo e un bagno attrezzato. Le singole sezioni sono allestite annualmente dal gruppo educativo in funzione dell’età dei bambini, dei loro bisogni e delle loro caratteristiche: le sezioni vengono modificate anche nel corso dell’anno educativo, in ragione del progetto educativo e della maturazione dei bisogni dei bambini. Lo spazio e l’arredo delle sale nanna rimane, invece, solitamente invariato e ogni bambino ha a disposizione un lettino personalizzato e individualizzato con contrassegno e taschina porta-oggetti. Per costruire uno stile educativo in grado di favorire e sostenere la personalizzazione e l’individualizzazione nella crescita in gruppo di ogni bambino, si coinvolgono anche i genitori che, settimanalmente, sono invitati ad occuparsi della gestione del cambio delle lenzuola, insieme al proprio bambino. I bagni sono dotati di taschine personalizzate ove riporre gli indumenti di ricambio di ogni bambino, di uno o due fasciatoi e di un numero sufficiente di “waterini”: lo spazio è ampio per favorire il gioco di movimento; i lavandini sono bassi per poter giocare con l’acqua mentre ci si sperimenta in autonomia; il mobile per il cambio è alto e separato, in modo da permettere e favorire l’intimità con l’adulto e il dialogo personalizzato. Gli spazi delle sezioni divezzi e della sezione “Primavera” hanno la medesima ampiezza e sono contigui, separati da una porta scorrevole in modo da permettere incursioni tra un gruppo e l’altro; la sezione semidivezzi è leggermente più piccola e separata dalle altre, per favorire l’isolamento da rumori. Anche gli spazi comuni sono ampi e ben attrezzati con mensole ed espositori sui quali è disposto il materiale utilizzabile, a richiesta, dai bambini:

� Un ampio Atrio/Ingresso, dove sono presenti un numero sufficiente di armadietti/spogliatoio personalizzati;

� Un Salone dedicato ai giochi di movimento- al correre e al saltare ma, dotato anche di una ampia vasca con palline, che contiene e ripara dalla velocità e dalle incursioni dei più grandi, impegnati solitamente ad esplorare le potenzialità del proprio corpo;

� Un laboratorio o Atelier con tavoli e tanti diverse qualità di materiali, dedicato ad attività più strutturate, organizzate e proposte dagli educatori, in funzione della programmazione didattica ovvero del progetto educativo annuale

Sono presenti spazi riservati agli adulti per favorire il lavoro di cura in tutti i suoi aspetti e sono:

� La cucina d’appoggio, utilizzata per scodellare il cibo fornito da una mensa esterna; � La lavanderia; � I bagni/spogliatoi; � Saletta/studio degli educatori.

Lo spazio esterno è ampio e ricco di verde, recintato ed a uso esclusivo dei bambini del nido. E’ suddiviso tra una zona pavimentata e riparata, intermedia tra interno ed esterno, e una zona all’aperto organizzata ed attrezzata come ambiente educativo, che consente l’esplorazione libera ed

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il gioco strutturato, in continuità con gli spazi interni in modo da rispondere alle esigenze delle diverse età. In giardino sono presenti alcune macro strutture, sia in legno sia in plastica, con scivoli e altalene, così che i bambini possano sperimentare ed esercitare i vari movimenti e le varie sensazioni connesse all’equilibrio e al disequilibrio Ci sono poi alcune “casette”, che i bambini possono usare come “piccole tane” per guardare cosa succede intorno oppure, in maniera più funzionale, per continuare nel gioco del “far finta che”. In giardino sono posizionate anche le “sabbiere”, dotate di palette, secchielli, stampini, per i giochi di manualità più fine e per la manipolazione e vi troviamo parcheggiati numerosissimi mezzi di trasporto, tricicli e macchinine per guidare come di solito fanno mamma e papà. Il lavoro educativo del gruppo del nido Franco Paselli di Marzabotto si caratterizza anche per la capacità di estendere ed ampliare lo spazio di vita a disposizione dei bambini, inglobando il territorio, nelle sue specificità ambientali e sociali, che lo circonda: il territorio è utilizzato come una risorsa aggiuntiva, alla pari di “aule didattiche decentrate”, attraverso quotidiane uscite, passeggiate nel paese per visitare le strade, i negozi, il municipio, il mercato, i parchi pubblici e la biblioteca. Questa modalità di lavoro con i bambini molto piccoli deriva dalla nostra convinzione che sia di fondamentale importanza stimolare ogni bambino all’integrazione nell’ambiente sociale di vita, nel suo essere “persona sociale” e, contemporaneamente, stimolare la comunità alla conoscenza del mondo dell’infanzia, dando visibilità ai più piccoli. A questo scopo, l'educatrice che accompagna i bambini nelle quasi quotidiane “ incursioni fuori dal nido”, utilizza strumenti narrativi, per riconoscere gli ambienti, per riportare alla memoria gli eventi e sollecita sempre i bambini a salutare, verbalizzando il ruolo e l'importanza delle varie persone incontrate. L’organizzazione di una giornata al nido prevede diversi momenti, che si susseguono quotidianamente, tra routines, attività di gioco e momenti intermedi che permettono il passaggio da una situazione all’altra, come la merenda o il lavaggio delle mani. Ogni attività è sempre accompagnata dalle parole dell’educatore, che narra ciò che accade e preannuncia ciò che sta per accadere, favorendo continuamente la capacità e la possibilità del bambino di collocarsi nel tempo e nello spazio. L’organizzazione del tempo quotidiano al nido “F. Paselli” di Marzabotto, come in tutti i servizi educativi e scolastici, coniuga esigenze di diversa natura, quelle delle istituzioni e quelle delle famiglie, impegnate in compiti professionali ed educativi. L’organizzazione del servizio garantisce dei tempi graduali e flessibili, che tengano conto, il più possibile, dei ritmi, delle esigenze e degli interessi dei più piccoli – come le routines e i tempi per l’ambientamento-, nell’ambito di bisogni collettivi e più istituzionali – come il calendario scolastico annuale o gli orari e i giorni fissati per gli inserimenti. Al mattino i bambini possono entrare al nido nella fascia oraria tra le 7.30 e le 9.00: questo è un limite istituzionale, fissato per permettere l’organizzazione puntuale e precisa di servizi collegati agli scopi educativi, quali la preparazione dei pasti e delle merende. Annualmente gli educatori informano le famiglie sulle modalità di prevenire e limitare i possibili ritardi. Il momento dedicato all’accoglienza è progettato annualmente anche dal punto di vista delle relazioni e la sua organizzazione si modifica nel corso dell’anno educativo: spesso è un momento comune con altri gruppi-sezione per favorire così la possibilità di familiarizzare e di conoscere altri bambini e altri adulti che operano nel servizio. Solitamente, in un orario compreso tra le 8.00 e le 8.30, i bambini che lo desiderano possono assaporare qualche biscottino, cracker, cereali con un po’ di latte, succo di frutta o tè.

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7.30 - 9.00 Arrivo al nido 8.15- 8.30 Trovo la colazione 8.30- 10.00 Gioco 10.00-10.30 Faccio uno spuntino con la frutta poi vado in bagno per cambiarmi 10.30–11.30 Gioco e gioco e gioco 11.30–11.40 Mi lavo le mani 11.40–12.20 Mangio la pappa 12.20–13.15 Gioco e poi mi preparo per la nanna 13.15–15.00 Faccio la nanna 15.00–15.30 Mi cambio e faccio merenda 15.30–16.30 Gioco aspettando mamma e papà

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4. Progettazione e organizzazione educativa del servizio

4.1 La Progettualità Pedagogica: linee guida e orientamenti L’Asilo Nido di Marzabotto fonda il proprio lavoro educativo quotidiano con i bambini e le loro famiglie su alcuni valori in un ottica di continua ricerca:

� Omogeneità del gruppo sezione. � Autonomia come capacità di fare ed essere uno in un gruppo. � L’identità sociale del bambino e la comunità territoriale e sociale come comunità educante

Omogeneità del gruppo sezione

I gruppi-sezioni sono il più possibile omogenei, cioè accolgono gruppi di bambini nati in uno stesso anno; tutto il contesto è organizzato e allestito in funzione delle esigenze specifiche di quel particolare periodo della vita e lo stile dell’educatore si trasforma con la maturazione psicofisica degli appartenenti al gruppo. L’età dei bambini incide sul ritmo della giornata -quindi sulle routine-, sulla predisposizione dei vari angoli della sezione che cambiano via via che i bambini crescono, sulla scelta dei materiali e degli oggetti da proporre e mettere a disposizione per il gioco: insomma, sulla globalità della progettazione educativa annuale, che fissa sia gli obiettivi dei percorsi individualizzati sia gli obiettivi per la crescita del grande gruppo. L’omogeneità dell’età facilita la soluzione dei problemi che solitamente sono simili tra i bambini, cioè si esprimono con le stesse modalità e con la stessa intensità di sentimenti ed emozioni. La relazione tra coetanei favorisce il confronto cognitivo, il confronto tra punti di vista diversi e la negoziazione di una strategia condivisa, dove il ruolo dell’adulto educatore si concretizza in atteggiamenti di ascolto e di consapevole sensibilità, per favorire il processo di conoscenza reciproca tra i bambini, sostenere e sollecitare la sperimentazione di nuove conquiste. Nei gruppi omogenei vediamo crescere e svilupparsi nel tempo le amicizie fra i bambini, veri e propri legami di attaccamento che si esprimono con manifestazioni di affetto e forme di preoccupazione per l’altro. Infatti, i bambini sviluppano una gamma di reazioni gli uni nei confronti degli altri, esprimendo, a seconda delle situazioni, affetto, odio, gelosia, rivalità, concorrenza, compassione, generosità, solidarietà e comprensione. I compagni di gioco non vengono scelti a caso: quando si gioca insieme, il compagno sembra non meno importante del gioco stesso! Alcune coppie di bambini, ancor prima di aver compiuto due anni, si cercano per farsi compagnia, preferiscono stare l’uno con l’altro piuttosto che con altri bambini, cercano di consolarsi quando stanno male, condividono la felicità di stare insieme e sono tristi quando vengono separati. Con la sua continuità nel tempo, la sezione omogenea diventa una comunità, costruisce un suo patrimonio condiviso di pratiche, di relazioni, di ricordi e “sotto le ali protettive dell’alleanza con i coetanei” ogni bambino conquista la sua vera autonomia dai genitori e dagli adulti educatori, “comincia a vederli sempre più come sono realmente: smettono così di essere degli dei, i giganti e gli orchi di un tempo”. 5 Nel lavoro di osservazione gli educatori dedicano, annualmente, almeno due registrazioni alle dinamiche relazionali del gruppo per verificare le forme dei legami amicali e valorizzarle nella progettazione educativa.

5 J.Dunn, L’amicizia tra bambini, Carroccio Editore, Milano

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Autonomia come capacità di fare ed essere uno in un gruppo

Il gruppo educativo condivide un pensiero di base, una stessa idea di bambino, soggetto di diritto capace di costruire la propria identità. L’equipe di lavoro si muove in un ottica di continua ricerca e sperimentazione per promuovere, attraverso l’organizzazione dello spazio e del tempo al nido e attraverso la progettazione educativa delle attività , l’autonomia psicofisica di ogni bambino e di ogni bambina, garantendo un clima di affettività positiva, di gioiosità ludica e di esplorazione, permettendo ad ognuno di costruire la propria storia di sviluppo e crescita.. E’ per noi fondamentale che lo stile educativo praticato dal gruppo di lavoro permetta di coinvolgere sempre ogni bambino e ogni bambina, in quanto vero e unico “protagonista di se stesso”- nelle routine, nelle attività strutturate e nel gioco libero -, consentendo ad ognuno di identificare e sostenere i processi che permettono di realizzarsi al massimo grado possibile. L’esperienza del “riuscire a fare da soli” è profondamente gratificante per ogni bambino e dipende dalla possibilità di poter sperimentare, quotidianamente, una dipendenza soddisfatta con le figure adulte di riferimento, le quali gli conferiscono un forte senso di sicurezza e di sostegno, permettendo ad ogni bambino di acquisire più consapevolezza di Sé: delle proprie capacità e delle proprie emozioni, imparando a darle un “nome” e ad utilizzarle al meglio per il proprio sviluppo e per realizzare rapporti sociali sempre più soddisfacenti. All’asilo nido di Marzabotto si valorizzano le competenze narrative degli educatori per permettere ai bambini di trovare il piacere dell’autonomia. L’adulto narra e racconta gli accadimenti, utilizza la voce, la parola, gli oggetti per valorizzare la consapevolezza di ogni bambino e lo invita continuamente a partecipare, a scegliere la forma e il modo di partecipare o di non partecipare. Nel dialogo l’adulto usa sempre un tono basso per essere accogliente e affettuoso, utilizza le pause per lasciare spazio all’espressione del bambino, usa il più possibile le domande per alimentare una relazione dialogante e, quindi, aperta al punto di vista dei bambini.

L’identità sociale del bambino e la comunità territoriale e sociale come

comunità educante Nato come servizio sociale, di sostegno e assistenza per famiglie con madri lavoratrici, l’Asilo Nido di Marzabotto ha dovuto, ai suoi esordi, “scontrarsi” con una comunità scettica nei suoi confronti, per le ideologie e la cultura diffusa in una piccola realtà di montagna, dove era abitudine e uso affidare i bambini ai nonni, all’interno di una famiglia contadina estesa o multipla. Da qui la necessità e l’esigenza di dimostrare la valenza del servizio e del valore del progetto pedagogico offerto, dando visibilità al fatto che l’Asilo Nido non è solo un servizio socio/assistenziale rivolto alla prima infanzia, ma ha proprie e specifiche finalità educative, dedicandosi alla cura della crescita nella sua globalità e al sostegno delle competenze genitoriali. L’asilo nido si può definire il primo contenitore di appartenenza sociale ad una comunità: accanto alla promozione dell’autonomia e della crescita cognitiva del singolo soggetto, con proprie caratteristiche e vissuti personali, si associa allora un’azione educativa volta alla promozione e costruzione dell’identità sociale di ogni bambino e di ogni bambina. E’ all’interno della relazione di attaccamento che si instaura tra l’educatore e il bambino, che può nascere il “germe della socialità”: sulla base di un confronto arricchente e sempre unico, il bambino sperimenta e consolida una buona sicurezza in se stesso che lo aiuta ad aprirsi alla conoscenza dell’altro da Sé, in una relazione basata sul rispetto dei bisogni di ognuno e nella scoperta del diverso. La prima infanzia è il periodo della vita che più richiede attenzione: possiamo dire, con Spitz, che il primo ambiente che il bambino incontra è la pancia della madre, il secondo è la relazione con la madre e poi con la famiglia, il

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terzo è il nido. L’adulto educatore deve perciò dedicare tempo e cure alle varie forme di relazioni proto sociali, osservando e analizzando le prime interazioni tra bambini, affinché si sviluppi al meglio la vera identità di ognuno, inteso come essere sociale all’interno sia della comunità dei pari sia, in una prospettiva più allargata, di identità all’interno della comunità nella quale si abita. Tutto ciò è favorito dal poter fare buone esperienze comuni, condivise nel gruppo dei pari, all’interno del piccolo gruppo- sezione, nel grande gruppo formato dall’incontro di più sezioni e, infine, nella grande comunità rappresentata dal territorio. Seguendo queste idee, vengono annualmente organizzate una pluralità di occasioni per uscire dal nido e conoscere, ad esempio: enti pubblici utilizzati anche da altri ordini scolastici- come il teatro e la biblioteca comunale-; esercizi commerciali o professionali, come la bottega del falegname, il negozio di ferramente, di parrucchiera, il bar, favorendo così la conoscenza delle arti e dei mestieri riconoscibili nel centro del paese. Afferrando ognuno ben stretto il nostro famoso “passeggiometro” o restando comodamente seduti in passeggino, iniziano le nostre escursioni fuori dal nido, alla scoperta dell’ambiente naturale- flora e fauna- che contraddistingue il territorio e la comunità di Marzabotto: il fiume, il lago, il bosco di castagni, le anatre, gli uccelli, i pesci, i caprioli e…tutti i più variopinti insetti. Negli anni, figure esperte e anche volontari si sono resi disponibili, e hanno portato il loro lavoro o il loro mestiere all’interno del nido, arricchendo il servizio con nuove conoscenze ed esperienze: sono arrivati i vigili urbani, i botanici, gli ortolani, i musicanti e i teatranti. Non meno importante è, infine, la collaborazione attraverso progetti di continuità condivisi tra Nido e Scuole dell’Infanzia e scuole di ordine maggiore, nata dall’obiettivo di costruire con i bambini, già dalla prima infanzia, un “ponte di collegamento” tra sé e il proprio futuro, sia in ambito scolastico sia in un’ottica più allargata, di membro attivo della comunità di domani.

4.2 Lo spazio, primo contenitore dell’esperienza educativa

Il gruppo di lavoro del nido di Marzabotto sostiene l’importanza dell’organizzazione dello spazio come elemento cardine e imprescindibile per favorire il benessere e la crescita di ogni bambino e la sua possibilità di essere un individuo autonomo. Lo spazio ha una forte valenza comunicativa e rappresenta uno dei primi elementi con cui famiglie e bambini entrano in relazione quando si inseriscono al nido. Non è un contenitore anonimo di fatti, individui ed oggetti, ma è un luogo vivo, teatro e motore di relazioni, carico di significati affettivi: lo spazio è "un linguaggio silenzioso" che, assieme al tempo, costituisce il grande contenitore dell'esperienza educativa6. In altre parole lo spazio non è un dato neutro ma, al contrario, è veicolo di precisi messaggi educativi e strumento per l'analisi e la verifica del progetto educativo. Parlare di strutturazione degli spazi dell'asilo nido non significa riferirsi esclusivamente alla sua distribuzione fisica (dimensione, igiene, sicurezza) o alla pura collocazione dei materiali ma, significa porre attenzione al contesto comunicativo, relazionale e cognitivo. Nello spazio ogni bambino e ogni bambina esprime sia il suo bisogno di stare con gli altri (incontrarli, scontrarsi, abbracciarli, morsicarli….) sia il suo desiderio di stare da solo, di appartarsi nella "tana", nel "nascondiglio", nel "rifugio", per trovare il silenzio, la calma, la tranquillità. In coerenza con questi principi e valori, il gruppo educativo dedica annualmente e ciclicamente un grande lavoro e impegno riflessivo nel progettare e ri-progettare l’ambiente adeguato e capace di accogliere e contenere ogni bisogno e ogni necessità espressa dai bambini e dalle bambine e cura

6 E. Hall, Il linguaggio silenzioso, Bompiani, Milano 1976

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ogni più piccolo dettaglio nella disposizione dei materiali: niente è lasciato al caso affinché lo spazio si trasformi in un ambiente caldo, luogo dove ogni bambino possa sentirsi libero di agire e di muoversi seguendo le proprie motivazioni interiori. Crediamo, infatti, che ogni oggetto e ogni materiale, studiato con competenza, possa diventare strumento educativo, mettere in movimento dinamiche relazionali, cognitive e affettive e diventare, così, promotore di crescita per l'intera personalità del bambino. Nel caratterizzare gli ambienti di vita quotidiana, il gruppo educativo del nido di Marzabotto parte sempre dall'attenta osservazione delle necessità dei bambini, per garantire il soddisfacimento dei bisogni di sicurezza e affettività del gruppo dei bambini e delle famiglie che lo frequentano. Bisogni spesso forti ed esplosivi, soprattutto nei primi anni di vita, che spesso mettono a dura prova le certezze degli adulti ma che sono da accogliere e sostenere per incoraggiare il desiderio di esplorare e di conoscere che ogni bambino porta in sé! Il nostro nido intende essere un luogo in cui ogni bambino si possa sentire a proprio agio, organizzato in modo da rispettare i tempi dei più piccoli ma in modo da permettere quella flessibilità che concepisce lo spazio come dinamico, suscettibile di modifiche e perfezionamento, man mano che i bisogni e gli interessi si modificano. Nella cura dello spazio del nido molta dedizione è dedicata al garantire ad ogni bambino la possibilità di attribuire un valore emotivo ai luoghi, trovandovi non solo calore e affetto nelle relazioni , ma anche oggetti che gli appartengono, che vengono dalla casa o che gli parlano della casa (foto personali, contrassegni, disegni, cartelloni ecc.). E’ proprio la presenza di questi segni, tracce, codici simbolici, che trasforma lo spazio dell’edificio in spazio "abitato", nello spazio di una comunità. Dare identità agli spazi significa, infine, consentire a ogni bambino/a di leggere ciò che accade intorno a sè, di prevederlo per quanto la sua maturazione glielo consente, sostenuto da un adulto conosciuto.

Le sezioni: spazi di vita quotidiana L’Asilo Nido “F. Paselli”, come abbiamo già evidenziato precedentemente, è costituito da tre sezioni, una di semidivezzi e una di divezzi, che possono ospitare fino a 14 bambini, e una sezione “Primavera” che può accogliere un massimo di 20 bambini. Ogni sezione è allestita e predisposta annualmente dal gruppo educativo, in funzione dell’età dei bambini e sulla base del progetto educativo annuale; la sua organizzazione prevede vari “angoli” dedicati a un tema, la cui importanza è diversa a seconda dell’età dei bambini e in funzione delle loro necessità. In ogni caso, sia l’organizzazione di angoli a tema sia lo stile adottato dagli educatori, favoriscono sempre il gioco e il giocare dei bambini, come possibilità di sperimentare, allenare e acquisire competenze cognitive, motorie, sociali ed emotive. L’educatore svolge un ruolo di sostegno e rinforzo; se necessario funge da Io ausiliario, adottando atteggiamenti e comportamenti attivi e non invasivi, ma non si sostituisce mai ai bambini quando, giocando, sono impegnati nella scoperta del mondo, delle sue leggi e delle sue regole. Attraverso gli angoli a tema gli educatori creano cornici di gioco, dove gli attori e i registri sono i bambini che creano con la fantasia situazioni o eventi, mimando o rappresentando esperienze di vita, utilizzando i materiali e gli oggetti sempre a loro disposizione o facilmente raggiungibili. Nel proporre e predisporre cornici di gioco spontaneo, il gruppo educativo dedica la propria particolare cura e attenzione allo sviluppo della creatività individuale, a sostenere la comunicazione in tutte le sue forme, linguaggi verbali e non verbali, ad educare il senso estetico e il piacere del bello. Di solito, in ogni sezione, troviamo diversi angoli a tema, che vedremo singolarmente nel dettaglio:

• angolo morbido • angolo del gioco simbolico

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• angolo dei travestimenti • angolo della lettura • angolo con materiali e giocattoli logico-matematici • angolo dedicato alle esperienze sensoriali e percettive • angolo o mobile “ tana” • angolo con tavoli e sedie dedicato al pasto e a giochi di manualità fine

Angolo Morbido: è di norma caratterizzato da un tappeto o materassino sopra il quale si trovano i giocattoli, i pupazzi di piccole e medie dimensioni, le bambole, vari cuscini. Quest’angolo, oltre a rispondere ai bisogni di affettività e tranquillità dei bambini, gli consente anche di poter godere di momenti di intimità e di potersi isolare in una zona più appartata in cui il bambino ha la possibilità di riflettere e rielaborare mentalmente tutte le esperienze vissute. Nella sezione dei più piccoli, si trova anche un divano alto come quello di casa, sul quale arrampicarsi per osservare ciò che accade, per condividere momenti di affettività e coccole con le dade, per esplorare un compagno oppure “schiacciare un pisolino”, per ritemprarsi in vista di nuovi giochi.

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Angolo per “ far finta che..”: solitamente è caratterizzato da diversi oggetti e strutture che permettono di stimolare il gioco del “far finta di…”: di cucinare con piatti, tazzine, tegami, posate, verdure, carne, pane; di mangiare seduti nel tavolino; di servire come dei camerieri; di farsi belli con spazzole, pettini, bigodini, trucchi; di preparare il lettino alla bambola; di portarla in passeggiata ecc. In quest’angolo i bambini hanno la possibilità di rivivere e realizzare personalmente ciò che di solito vedono fare dagli adulti, dalla mamma, da papà, dalle dade dell’asilo. E’ l’angolo dei primi pensieri, dell’esperimentare attraverso il gioco e in questo modo conoscere il mondo e gli oggetti.

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Angolo per travestirsi e riconoscersi: caratterizzato da contenitori, ceste e scatole con diversi vestiti, foulard, cappelli, cravatte, borsette,ecc. della vita degli adulti; spesso è completato da un angolo bellezza e si trova vicino ad uno specchio, attraverso il quale i bambini possono vedere le proprie trasformazioni , magari in qualche personaggio fantastico, insieme al proprio permanere.

Angolo per la lettura: una zona vicina o coincidente con l’angolo morbido, in cui i bambini possono sedersi e rilassarsi per sfogliare, da soli o in compagnia, i libri messi a disposizione all’interno di ceste o taschine, raggiungibili facilmente dai bambini. In alto, solitamente, c’è una mensola in cui sono posti, bene in vista, i libri “preziosi” che i bambini possono vedere e richiedere di leggere in compagnia delle educatrici, le quali fungono da mediazione tra il piccolo e il libro, stimolando la loro curiosità e fantasia. In quest’angolo viene favorito, fin da piccoli, il contatto con i libri e la lettura, potenziando la fantasia e immaginazione dei bambini e le loro capacità cognitive. Inoltre, viene favorita la socializzazione dei bambini sia con l’adulto, sia con i coetanei (soprattutto in coppia o piccolo gruppo) fatta di continui scambi verbali e non verbali che si susseguono nel momento della lettura e permettono un arricchimento reciproco.

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Angolo per i giochi logico-matematici: è di solito caratterizzato da un mobiletto con vari contenitori al cui interno si trovano costruzioni, sonagli di vari tipi e “perle” (soprattutto per i semidivezzi), cubi di gomma di varie dimensioni, incastrini, animali,ecc. Quest’angolo è fondamentale affinché i bambini possano, gradualmente, apprendere che alcuni giochi hanno delle specifiche funzionalità ed esercitare così le proprie capacità logico-matematiche e la propria manualità fine: incastrare, impilare, costruire, smontare ecc.

Angolo delle esperienze sensoriali e percettive: in questo spazio i bambini possono sperimentare la propria sensorialità attraverso materiali di stimolazione percettiva come sacchettini con all’interno varie spezie profumate per l’olfatto (caffè, rosmarino, fiori profumati ecc.); materiali per la sperimentazione tattile di varia consistenza; pannelli sonori, spesso realizzati con oggetti di uso comune, di recupero come mazzi di chiavi, sacchetti di biglie, campanelli di bicicletta ecc. Angolo tana: è il luogo dove i bambini si possono rifugiare quando hanno bisogno di momenti privati in cui riflettere e rielaborare il proprio vissuto o, semplicemente, per isolarsi e giocare senza il diretto controllo dell’adulto, vivere così momenti di piccola autonomia che gli consentono di mettersi in gioco, arrivando a scoprire le proprie potenzialità. Può essere caratterizzata da un mobiletto o una casina e, solitamente, cambia di anno in anno sulla base del progetto educativo.

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Angolo dei tavoli: qui i bambini hanno fanno colazione, pranzo e merenda; qui svolgono varie attività ludiche: disegnano, manipolano, travasano, ritagliano, incollano, incastrano.. E’ un angolo particolarmente importante nella sezione dei piccoli che spesso si trasforma in laboratorio, soprattutto nei primi mesi di frequenza, per evitare loro continui cambi di contesto. Nella sezione dei grandi, accanto ai tavoli e alle seggiole, è collocato un mobiletto contenente fogli, matite colorate e pennarelli per favorire la libera e spontanea espressione grafica dei bambini. Ogni seggiola che contorna il tavolo è contrassegnata con la foto di un bambino, per agevolare il riconoscimento e la costruzione dell’identità, personalizzando lo spazio.

Così come le sezioni, anche gli spazi comuni dell’Asilo Nido di Marzabotto sono organizzati per garantire il soddisfacimento dei principali bisogni e necessità dei bambini, diverse a seconda della loro età; per garantire il loro sviluppo potenziando le loro capacità e favorendo la loro autonomia; e per sostenere la loro identità, personalizzando gli spazi con oggetti e materiali propri di ogni bambino. Gli spazi comuni non sono spazi neutri o di passaggio, ma spazi di vita importanti, dove accadono eventi importanti e pregnanti, anche dal punto di vista emotivo, come la separazione o il ricongiungimento con papà e mamma. L’arredo non ha solo uno scopo funzionale, ma tiene conto degli eventi emotivi e dei sentimenti che qui troveranno un luogo per esprimersi. Tutti i bambini possono accedere agli spazi comuni, in tempi collettivi che rispettano l’organizzazione giornaliera, per questo sono spazi ampi e ben attrezzati

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� Atrio-ingresso: qui troviamo gli armadietti dei bambini, personalizzati e individualizzati con

il nome e con un contrassegno. Annualmente gli educatori scelgono i contrassegni perché sono simboli collegati al progetto educativo: solitamente rappresentano oggetti, animali o eventi della natura che hanno a che fare con la storia “sfondo integratore”, che i bambini imparano a conoscere e riconoscere attraverso la narrazione. Il contrassegno è una forma di comunicazione non verbale e simbolica, che sostiene il genitore e il bambino nel primo momento di separazione della giornata, rappresentato dal togliersi il cappotto, togliersi le scarpe, togliersi il cappellino…Il contrassegno collabora anche al ricongiungimento tra bambino e genitore perché permette di narrare attraverso un simbolo il “tempo della lontananza”.

� Salone: è lo spazio interno che, insieme allo spazio esterno del giardino, è dedicato ai giochi

di movimento, come correre, arrampicarsi, saltare, rotolarsi per sperimentare le potenzialità del proprio corpo e favorire lo sviluppo motorio. Tutte e tre le sezioni si affacciano su questo spazio che rappresenta un po’ la “piazza” del nido ed è arredato con materiali “psicomotori” come tunnel, cerchi, strutture scivolo, vasca con palline e un tavolo in cui sedersi per giocare e riposarsi. Ci sono alcune mensole, ad altezza di adulti, sulle quali sono riposti diversi giocattoli che le educatrici distribuiscono a seconda delle situazioni: birilli e palline, strumenti musicali, costruzioni di varie forme e dimensioni. Come il giardino, è il luogo dell’eterogeneità, dove si incontra la comunità del nido: qui i bambini sperimentano la loro capacità di ampliare i legami di fiducia con gli adulti, imparando a fidarsi e affidarsi anche ad altre figure, diverse da quelle di riferimento. Nel salone i genitori trovano, appese sulla parete di fronte all’ingresso, numerose forme di documentazione che hanno a che fare con la vita comunitaria del nido (feste, iniziative teatrali, incontri di raccordo con la scuola dell’infanzia, uscite sul territorio…). La documentazione e le informazioni relative alla vita di ogni gruppo, i genitori le trovano invece appese sulle pareti a lato delle porte di ingresso delle singole sezioni, dove sono state collocate delle bacheche dotate di mensola, sulle quali è a disposizione di mamma e papà il “Diario di bordo”.

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Nel salone, così come nel nostro grande giardino, i più piccoli possono osservare, riparati nella vasca delle palline o protetti nelle casette, le “impensabili” e fantastiche evoluzioni motorie dei grandi, assistere ai loro litigi, ai loro pianti e alle loro riappacificazioni. I grandi, a loro volta, possono imparare a controllare e padroneggiare i propri movimenti e i propri desideri, per rispettare i bisogni e i tempi dei compagni più piccoli.

� Laboratorio o atelier: è arredato con tavoli e sedie dove fermarsi e concentrarsi nelle attività

più strutturate, di norma proposte dagli educatori, come attività grafico-pittoriche, di manipolazione, di travaso. Lo spazio è allestito con numerosi giocattoli e macro-strutture dedicate al gioco simbolico -come carrozzine, lettini, cucinetta o bancarella del mercato- e logico-matematico –incastri, costruzioni…-, da utilizzare anche in momenti dedicati al gioco libero, come il dopo pappa e il dopo nanna.

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� Saletta/studio: è uno spazio pensato per gli adulti educatori. Troviamo un grande tavolo per le riunioni o sul quale preparare il materiale da utilizzare nelle attività strutturate con i bambini; un piccolo tavolo con computer e stampante; un grande armadio a muro nel quale sono contenute le modulistiche e le documentazioni formali e informali; un piccolo divano; un cesto raccogli riviste; diverse mensole sulle quali sono riposti e in visione, i personaggi costruiti dagli educatori, con vario materiale di recupero, che hanno svolto, anno dopo anno, la funzione di sfondo integratore dell’esperienza educativa al nido. E’ la fucina delle idee, dei pensieri, della creatività degli educatori, qui si incontra e, a volte, si scontra il collettivo, qui si accolgono i genitori per i colloqui individuali, qui si scambiano riflessioni e impressioni con il coordinatore pedagogico. E’ uno spazio vissuto anche dai bambini: è qui, ad esempio, che si “rintana”chi non riesce a lasciarsi andare nel sonno insieme agli altri e preferisce addormentarsi da solo, nel passeggino, vicino al proprio adulto di riferimento; è qui che, quando mamma e papà sono un po’ in ritardo e il piccolo è stanco, ci si appisola sul divanetto; è qui che i genitori si fermano in attesa del proprio bambino, durante i primi distacchi dell’inserimento, dove possono consultare materiale cartaceo e visivo, assaporare i dolci e il tè, entrando a piccoli passi nella comunità del nido.

4.2 Il tempo, secondo contenitore dell’esperienza educativa Il gruppo di lavoro dell’Asilo Nido di Marzabotto dedica una particolare attenzione all’organizzazione del tempo, inteso come “grande contenitore” capace di attribuire un senso alle esperienze educative e di cura che ogni bambino vive nella sua giornata al nido. Questo “grande contenitore” deve essere il più possibile regolare, consentendo così, ad ogni bambino, di imparare ad orientarsi nella scansione temporale della giornata: la ripetitività e la continuità con cui si susseguono le situazioni, conferiscono un senso di sicurezza ai bambini e alle bambine, mettendoli in grado di prevedere e anticipare gli eventi. Ad esempio, durante l’inserimento, la gradualità del tempo di permanenza è sia un tentativo d’integrare le esigenze dei bambini con quelle lavorative dei genitori, sia il mezzo grazie al quale ogni bambino impara a distinguere i vari momenti del nido e a prevedere così il momento del ritorno della mamma e del papà. Il riuscire a prevedere permette di controllare l’ansia o la preoccupazione e a vivere con tranquillità e agio i diversi eventi della giornata. Inoltre, la gradualità dell’inserimento permette di trovare il tempo per costruire una relazione di fiducia tra il bambino e i nuovi adulti/educatori che si occupano del suo benessere: elemento altrettanto fondamentale e indispensabile perché ogni bambino/a possa trascorrere in modo sereno e sicuro il tempo del nido. Nella definizione della giornata tipo, che abbiamo analizzato poco sopra, è evidente che l’organizzazione del tempo del nido cerca di coniugare le esigenze particolari e specifiche di ogni famiglia e di ogni bambino, con quelle più generali dell’istituzione e della comunità. Il tempo del nido è scandito da momenti di routines, momenti di attività di gioco e momenti intermedi che favoriscono il passaggio da una situazione all’altra. Ogni attività è accompagnata dalle parole dell’educatore che narra ciò che accade e preannuncia ciò che sta per accadere, favorendo continuamente la capacità e la possibilità del bambino di collocarsi nel tempo e nello spazio. Il calendario delle attività (proposte di gioco) viene ipotizzato o programmato dal collettivo degli educatori su base settimanale, per agevolare una migliore organizzazione tra i diversi gruppi-sezione e nell’uso dei diversi spazi, ma è sempre suscettibile di modifiche, sulla base delle esigenze e degli interessi che i bambini esprimono quotidianamente. Ad esempio, può capitare che il gruppo dei bambini o parte di esso mostri il desiderio di correre e saltare piuttosto che di rimanere a sedere, ad ascoltare una storia o a sfogliare un libro. Perciò, l’eventuale attività di lettura predefinita dagli

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educatori, può essere rimandata ad altri momenti, oppure le educatrici possono formare due piccoli gruppi e realizzare attività più consone ai loro bisogni del momento. In ogni caso, al termine di ogni proposta strutturata o di momenti di gioco libero, inizia sempre un nuovo gioco: il riordino, che permette di ricreare e ritrovare quello spazio ordinato, armonico e rassicurante che i bambini avevano lasciato prima di iniziare l’attività, e che conoscono molto bene. Le routines sono momenti fissi, che scandiscono lo svolgersi del tempo dandogli regolarità perché si ripetono quotidianamente, con la stessa successione, permettendo a ogni bambino e a ogni bambina di sperimentare la sicurezza del già vissuto, riuscendo così a riconoscere e anticipare gli eventi. E’ il tempo della cura, della relazione tra la mente e il corpo, non solo dei bambini che sono sempre coinvolti nelle azioni e nei gesti del “prendersi cura di...” ma, anche degli educatori, impegnati a dare l’attenzione e a fornire le parole alle emozioni e ai sentimenti dei bambini, sempre veicolati dalle espressioni fisiche dei loro corpi. Sono rispettati, dal punto di vista pedagogico ed organizzativo, i tempi individuali dei bambini e viene garantito quel “tempo disteso” che favorisce la qualità della relazione tra adulto e bambino e tra i bambini stessi. L’organizzazione della giornata è pensata anche per favorire il “tempo dell’attesa”, che non è mai un tempo “perso” o “vuoto” ma, è una risorsa cognitiva, da potenziare e coltivare perché permette di garantire uno spazio all’attenzione e alla rielaborazione riflessiva: al pensiero. I bambini imparano ad attendere e ad aspettare il proprio turno nel quotidiano e utilizzano il pensiero, immaginando e fantasticando l’arrivo di alcuni avvenimenti come il Natale, il compleanno, una certa attività o gioco, l’arrivo di mamma e papà. Le routines favoriscono anche l’autonomia di ciascun bambino che in questi momenti trova il piacere e il gusto di prendersi cura di Sé, scoprendo sempre nuovi modi - i suoi modi - di mangiare, bere, fare pipì, dormire, alzarsi, togliersi o rimettersi le scarpe…L’autonomia ha le proprie radici nel rapporto intimo tra adulto e bambino, in una sana “dipendenza-soddisfatta”, fondamentale affinché il bambino acquisisca una fiducia in sé e negli altri e continui nel suo cammino di individuazione. Prima e ultima routine della giornata: l’ENTRATA e l’USCITA La separazione e il ricongiungimento sono momenti carichi di emotività, sia per il bambino sia per il genitore, ma anche per l’educatore, che è sempre coinvolto in una relazione triadica che richiede una certa attenzione e cura pedagogica perché siamo consapevoli che l’educatore, attraverso la mediazione delle sue parole e delle sue azioni, può agevolare o ostacolare questi momenti, ad esempio lasciando che il genitore torni al lavoro con il pianto del proprio bambino nel cuore o lasciandolo solo nel tentativo di infilare un cappotto a un bambino che corre. Il gruppo educativo del nido di Marzabotto sostiene le diverse esigenze e i particolari tempi della coppia bambino-genitore favorendo attivamente la ricerca di rituali, di modalità ripetitive, di oggetti o azioni simboliche in grado di agevolare le relazioni. Durante il colloquio, si affronta questo argomento cercando, insieme ai genitori, di costruire una modalità, cioè di individuare comportamenti, parole e gesti che, già nell’ambito domestico, preannuncino e accompagnino il bambino al nido. Sia all’entrata sia all’uscita vengono, solitamente, ripetuti quei rituali che, di concerto famiglia ed educatori hanno costruito; al nido si può portare qualsiasi oggetto da casa, e ogni bambino può tenerlo con sé per tutto il tempo che gli serve; nello stesso modo i bambini posso portare a casa giocattoli del nido con l’unico impegno di riportarlo il giorno dopo. Il confronto con i genitori su questi temi è continuo e le modalità di affrontarli cambiano man mano che i bambini crescono e le loro esigenze si trasformano. Durante il momento dell’entrata, un bambino può avere il bisogno di stare per un po’ in braccio alla propria mamma e, per questo, i genitori possono entrare in sezione, fermarsi e qui aspettare. In queste occasioni, l’educatore entra in relazione con i genitori

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con lo sguardo e offre il proprio stimolo per sostenere il distacco attraverso giochi, parole e gesti. Col tempo, divenendo più consapevole del contesto e più capace di prevedere il ritorno della mamma e papà, l’entrata diventa un momento gradevole e piacevole, una corsa dalle braccia della mamma e alle braccia della dada. Dinamiche simili si hanno anche all’uscita dal nido. All’arrivo dei genitori, ad esempio, c’è chi corre loro incontro pronto a rifugiarsi nelle braccia della mamma, c’è invece chi si nasconde come se dicesse ”Ti sei nascosto per tanto tempo tu, ora lo faccio io”. Alcuni bambini non riescono a staccarsi immediatamente né dall’ambiente, né dalle educatrici ,né dai compagni e spesso invitano il genitore a partecipare ai giochi, presentano gli amici, fanno vedere la sezione. Al nido di Marzabotto si presta grande attenzione ai momenti di transizione, ai tempi di passaggio da una situazione pregnante ad un'altra altrettanto, ma diversamente, pregnante. I genitori sono accolti in sezione e si favorisce la loro partecipazione ai giochi, alle esplorazioni e a qualsiasi altro rituale di allontanamento che appaia importante e utile per il benessere del bambino.

MANGIARE AL NIDO: la pappa… e non solo!!…il momento della frutta e della merenda Durante il momento del pasto il bambino non soddisfa solo un bisogno fisico, ma ha l’opportunità di entrare in contatto col mondo esterno fatto di oggetti e persone. I pasti sono confezionati nella cucina centrale del Comune di Marzabotto e trasportati al nido; seguono un menù predisposto dai servizi di medicina scolastica e tutti gli alimenti sono biologici. L’importanza del momento del pasto, l’esperienza della nutrizione, richiede una cura particolare: all’adulto-educatore spettano compiti e funzioni particolarmente delicate, come il sostenere e l’aiutare senza mai anticipare o forzare, perché la crescita possa procedere verso una reale autonomia. Quanto più l’adulto-educatore si adatterà alle esigenze del bambino, tanto più la relazione alimentare risulterà piacevole per entrambi: ogni tavolo pappa ha perciò un educatore di riferimento, che aiuta i bambini a mangiare e insieme a loro consuma il proprio pasto, impegnato nel valorizzare la situazione come un’importante momento di convivialità e socializzazione sostenendo le conversazioni. Nel primo anno di vita il bambino conosce il mondo esterno attraverso il contatto corporeo, pertanto anche il cibo diventa un “oggetto” che deve essere conosciuto e manipolato con la bocca, le dita e il cucchiaino, oggetti di cui fidarsi se l’adulto che li offre è un adulto conosciuto e con il quale si è instaurato un buon legame di attaccamento. Nella sezione dei più piccoli, al momento del pasto sono sempre presenti entrambi gli educatori con l’ausiliaria, il gruppo dei bambini è suddiviso in due sottogruppi seduti su seggioloni, a un tavolo a forma di mezza luna, con l’educatore di riferimento frontale e vicino. L’ausiliaria di solito è seduta di fianco al carrello, si limita alla sorveglianza e allo “scodellamento”, eventuali e sempre possibili bisogni d’aiuto e di “essere imboccato” trovano sempre risposta nell’educatore di riferimento. Nella sezione Divezzi i bambini siedono, a piccoli gruppi di 7 ciascuno, intorno a 2 tavoli; l’educatore è di solito seduto a fianco, vicino e facilmente raggiungibile ma in posizione arretrata, per lasciare spazio alle relazioni verbali dei bambini. L’ausiliaria è presente, di solito resta vicino al carrello delle vivande e si occupa di “rifornire i piatti” o di “tagliare la ciccia” e collabora con i 2 bambini, sorteggiati giornalmente, che fanno i camerieri e servono al tavolo. Un educatore, a turno, si occupa della buona riuscita di questo servizio. La personalizzazione della routine è sostenuta dall’uso di un bavaglino che ogni bambino in autonomia gestisce, indossandolo e togliendolo, e dalla personalizzazione delle sedie, sulle quali è fissata la foto del bambino, dagli abiti e dai cappelli utilizzati per fare i camerieri. Nella sezione Primavera i bambini siedono, a piccoli gruppi di 10 ciascuno, intorno a 2 tavoli di forma circolare, scelti per favorire il vedersi reciproco e la possibilità di ascoltarsi l’un l’altro; gli

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educatori presenti di solito sono tre, restano sempre seduti vicino ai bambini, facilmente raggiungibili ma in posizione arretrata, per lasciare spazio alle relazioni verbali dei bambini. L’ausiliaria è presente, di solito resta vicino al carrello delle vivande e si occupa di “rifornire i piatti” o di “tagliare la ciccia” mentre il servizio al tavolo è affidato a 2 bambini, sorteggiati giornalmente, per fare i camerieri. Un educatore, a turno, collabora nella buona riuscita di questo servizio. La personalizzazione della routine è sostenuta dall’uso di bavaglini, dalla personalizzazione delle sedie, sulle quali è fissata la foto del bambino, dagli abiti e dai cappelli utilizzati per fare i camerieri. L’attenzione degli educatori stimola i bambini al piacere dell’autonomia imparando pian piano il corretto uso del cucchiaino, della forchetta, del bicchiere e del tovagliolo. Al momento della frutta (a metà mattina) e al momento della merenda (al pomeriggio tra le 15.00 e le 15.30) l’educatore è sempre affiancato dal collaboratore. A quest’ultimo spetta il compito di predisporre i contenitori con gli alimenti o di sistemare il carrello, di pulire, raccogliere le stoviglie eventualmente usate dai bambini, pulire l’ambiente una volta che i bambini hanno finito: al bisogno affianca l’educatrice nel seguire i bambini. Il senso e il significato della parola “bisogno” è oggetto di confronto, definito e ridefinito in sede di collettivo/gruppo di lavoro: in ogni caso la collaboratrice non interviene e non interpella direttamente i bambini, resta in prossimità per eventuali bisogni, risponde alle richieste dei bambini coordinando la risposta con l’educatore. Il momento della frutta è un momento collettivo; il gruppo si ferma attorno ad uno stesso tavolo, si intessono dialoghi; l’educatore è sempre seduta in posizione centrale rispetto al tavolo, verbalizza le azioni compiute, interpella singolarmente ogni bambino circa la quantità e qualità della frutta desiderata, sbuccia la frutta davanti ai bambini verbalizzando le azioni, invita i bambini a servirsi da soli, a compiere azioni in autonomia, quando sono in grado di farlo. Attorno al tavolo della frutta si fanno progetti, ci si confronto su “quale gioco speciale fare oggi..”, il desiderio di qualcuno a volte diventa progetto del gruppo, una proposta dell’educatore viene accolta o rinviata, a volte si formano sotto gruppi più o meno desiderosi di fare un’attività o l’altra…è intorno al tavolo della frutta che spesso nascono le attività della giornata. La NANNA…addormentarsi e risvegliarsi al nido Il momento del sonno è molto delicato in quanto, per i bambini, addormentarsi significa abbandonare la certezza della realtà, delle cose e accettare che “sparisca” ciò che li circonda e li rassicura. La maturazione psicofisica fa si che i bambini non siano ancora in grado di proiettarsi nel futuro e neppure capaci di rinunciare facilmente al presente, pensando che tutto si ripresenterà tale quale al momento del risveglio. Per facilitare il passaggio dalla veglia al sonno, il gruppo educativo dell’Asilo Nido di Marzabotto, ricerca rituali e strategie che siano familiari e rassicuranti per ciascun bambino: accarezzare la testa o le mani del bambino, cantare una ninna nanna, raccontare una storia, e permettere, a chi lo desidera, di tenere nel letto oggetti di casa come pupazzi, coperte, ciucci, biberon. Anche il momento del risveglio può essere delicato per alcuni bambini ed è importante rispettare le modalità individuali e i tempi di ognuno: alcuni si svegliano lentamente, altri sono subito molto attivi e desiderano giocare, altri ancora piangono se non ricevono immediatamente l’attenzione dell’adulto. Per questo le sale per il riposo sono tre, per rispettare i diversi ritmi sonno-veglia dei bambini; in sala nanna ogni bambino trova il proprio letto personalizzato, sempre nella stessa posizione e sempre con i propri oggetti, che provengono dalla propria intimità domestica. Lo stile educativo è improntato alla continuità, alla stabilità ambientale, a creare rapporti individualizzati e a garantire intimità. L’organizzazione del personale e del personale ausiliario prevede la presenza di tutti gli educatori in fase di addormentamento, per favorire la vicinanza di ogni bambino con la propria figura di riferimento, il rispetto dei singoli rituali e per creare uno spazio/tempo personalizzato. L’educatrice entra in sala nanna con il piccolo gruppo di bambini con il quale ha instaurato un

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legame particolare di fiducia, rimane nello stesso spazio, molto vicina, rispetta e valorizza i rituali di ognuno. In sala nanna tutto favorisce la transizione lenta e “dolce” dalla veglia al sonno: il tono di voce degli adulti rimane sempre basso e tenue, si propongono giochi come fare cucù con le coperte, stringere la mano dell’amico vicino, strofinarsi una ciocca di capelli, vestire o svestire il proprio pupazzo. L’educatore dedica un momento particolare ad ogni bambino, a volte rimbocca le coperte o fa una carezza oppure canta una ninna nanna. Di solito, un educatore rimane in sala nanna anche durante il sonno dei bambini, per essere disponibile immediatamente, nel caso di risvegli improvvisi; in ogni caso un educatore esercita sempre una funzione di sorveglianza- protettrice su tutti i bambini, anche su coloro che non riescono ad addormentarsi in sala nanna perché hanno bisogno di più luce, di più silenzio o, al contrario, di sentire una voce umana di sottofondo. Ad ognuno è garantito il rispetto delle proprie modalità perché il tempo del sonno non è un tempo vuoto, è molto di più di una necessità fisiologica, comprende delle valenze affettive che rimandano al processo di separazione e delle valenze cognitive, riguarda cioè gli apprendimenti, perché il riposo permette di rielaborare e assimilare le esperienze vissute. Per i più piccoli il tempo del sonno è sempre personalizzato; per i grandi il tempo del sonno è più legato alla vita del gruppo, così può succedere che qualcuno sia risvegliato dall’educatore, in funzione dei tempi dedicati alla merenda e all’uscita e per favorire il senso dell’appartenenza al gruppo. I bambini che, per qualche ragione, non riescono ad abbandonarsi al sonno o che si svegliano rapidamente, se sono tranquilli possono rimanere nel proprio lettino per un breve periodo: in ogni caso nessuno è forzato. L’organizzazione del risveglio è più problematica dal punto di vista della gestione dei turni del personale, difficilmente, infatti, sono presenti entrambi gli educatori di sezione: in ogni caso un educatore non è mai solo ma è sempre affiancato da un collaboratore, per evitare e prevenire gesti bruschi e atteggiamenti sbrigativi e permettere, anche in questa fase, un passaggio lento dal sonno alla realtà.

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IL CAMBIO…momento di contatti e affetti profondi Il cambio è un momento di grande coinvolgimento fisico e affettivo del bambino nella relazione con l’adulto di riferimento. Le componenti affettive e di relazione, verbale e non verbale, si esprimono attraverso il contatto visivo e fisico quali guardare, toccare, manipolare, accarezzare.. Gesti, azioni, sguardi sono dunque messaggi significativi quanto le parole. In questo contesto è possibile imparare a conoscere e riconoscere il proprio corpo e quello degli altri e viene favorita la socializzazione, non solo con l’adulto, ma anche tra i bambini, fatta di scambi e imitazioni che agevolano il raggiungimento del controllo sfinterico del bambino, nel momento in cui ha raggiunto la giusta maturazione fisiologica . Anche gli spazi per l’igiene personale sono tre, uno più rispondente ai bisogni di cura dei più piccoli, gli altri più funzionali alle prime forme di autonomia e di controllo sfinterico dei più grandi. Nel primo si trovano due fasciatoi, diversi lavandini ad altezza bambino e un lavello alto, per eventuali bagnetti, delle mensole dove sono disponibili i prodotti specifici per la pulizia e cura della persona: sono presenti numerosi giocattoli e per ogni bambino vi è una taschina con i propri indumenti personali.

Nel secondo e terzo bagno vi sono dei piccoli water facilmente gestibili per i bambini ed è ancora presente un fasciatoio, per i momenti di regressione sempre possibili e sempre accolti, e per le necessità di chi è ancora alla ricerca di una piena autonomia.

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Sono numerosi i lavandini ad altezza bambino dove può succedere di giocare con l’acqua anche in momenti non dedicati alle cure e all’igiene.

Nel pensiero del gruppo educativo è la lentezza, coniugata con la calma e accompagnata dal sorriso, che dovrebbe connotare la qualità di questo momento intimo e di relazione con i bambini. Nella concretezza della vita quotidiana al nido, non sempre questo desiderio è realizzato o realizzabile, spesso è la fretta che ci sollecita, dovuta ai turni del personale, al numero e all’umore dei bambini presenti. Il gruppo di lavoro riflette, annualmente, su questo tema, sul legame tra la fretta dei tempi istituzionali e la lentezza che vorremmo offrire al nostro progetto pedagogico e si cercano strategie da mettere in atto per sostenere le capacità di auto organizzarsi dei bambini: negli spazi igienici, ad esempio, sono presenti numerosi giocattoli e libri, in grado di impegnare i bambini durante l’attesa del cambio lasciando all’adulto il tempo e il silenzio di una relazione individuale. L’organizzazione della giornata a prevede momenti dedicati al cambio nel corso della mattinata, di solito dopo il momento della frutta, verso le dieci; altri momenti sono collocati prima e dopo il pranzo e dopo il risveglio, prima della merenda. Si tratta di momenti collettivi, dove partecipa tutto il gruppo ma, indipendentemente da questi momenti più organizzati, le necessità personali sono sempre colte con attenzione e tempestività in ogni momento della giornata! In entrambi gli spazi e in ogni momento dedicato al cambio, lo stile educativo è accogliente, affettuoso, non invadente ma dialogante, volto all’auto-consapevolezza: i bambini non sono mai manipolati ma curati, tenuti in un dialogo affettuoso con l’educatore di riferimento che valorizza e riconosce la preziosità del corpo di ogni bambino, lo invita alla collaborazione nelle varie operazioni, nomina le parti del corpo per favorire la percezione del Sé. Gli educatori pongono una particolare attenzione al tocco della propria mano, nel prendere, tenere in braccio, manipolare, prendere per mano, toccare ogni bambino: il tocco è leggero e delicato, trasmette affetto, rispetto e valore del corpo del bambino per sostenere la percezione di un Sé integro nella relazione con l’altro. Anche il tempo dedicato al bagno e alle cure del corpo è un tempo progettato dal punto di vista educativo: di nuovo è un tempo lento, prevede le pause, non anticipa, rispetta i tempi dei bambini. Ad ogni bambino è offerto un arco di tempo personale, per entrare nell’esperienza, per accettarla, per parteciparvi e goderne; ad ogni bambino è dato il tempo per uscire dall’esperienza della cura del corpo, per godere dell’esperienza del lasciare e dell’uscire: la fretta non appartiene alla nostra idea di servizio educativo.

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Inserimento e ambientamento Con il termine inserimento indichiamo un insieme di pratiche e di strategie di conoscenza e comunicazione, tra le famiglie e gli educatori del nido, che aiutano e accompagnano ogni bambino e ogni genitore nel primo grande distacco, successivo alla scelta di cura dei genitori che prevede la condivisione con un servizio esterno alla famiglia. Inserimento indica a livello interno, nel cuore e nella mente, quel delicato processo psicologico ed emotivo che accompagna la separazione del bambino dalla madre e il suo ingresso in un nuovo ambiente. L’inserimento è un passaggio che è importante nella vita della famiglia, sollecita emozioni profonde, sia in relazione all’elaborazione della separazione dalla madre sia in coincidenza con la nascita di nuove relazioni. Condividere con altri la cura e l’educazione del proprio bambino può essere un’esperienza molto intensa, faticosa, ma anche molto formativa se mediata da precise strategie di osservazione, di ascolto e di mediazione. E’ per noi un’occasione di conoscenza ed è certamente un’esperienza formativa laddove consente alla madre di sentirsi meno sola rispetto al compito educativo e alla responsabilità del bambino, condividendo con una figura professionale (l’educatrice) questa delicatissima esperienza. Il trasferimento delle funzioni di cura e di rassicurazione emotiva dai genitori all’educatrice, seppur per un periodo di tempo limitato -la giornata educativa- è un’opportunità evolutiva dai molti significati psicologici e culturali. Crea nuovi legami tra il bambino e gli educatori che potenzialmente possono diventare esperienze di relazioni buone, complementari a quelle vissute in famiglia, sperimentando forme di attaccamento multiplo. Da un lato, la madre può osservare altri modi di stare con i bambini e sperimentare altre modalità di funzionamento materno dall’altro, il bambino ha la possibilità di vivere altre relazioni con bambini e adulti che, nel tempo, consolidano la sua stessa identità. L’inserimento e l’accoglienza al nido sono quindi eventi che, ogni anno, le educatrici affrontano insieme alle bambine, ai bambini, con le madri e con i padri. Sono periodi e momenti carichi di aspettative, di emozioni forti perché di solito è questa la prima esperienza del “lasciare” e del “ritrovare “, al di fuori del nucleo familiare. Il rapporto e la relazione di ogni bambino con i propri genitori deve riorganizzarsi per aprirsi ad altri rapporti e ad altre relazioni, con altri adulti e altri bambini. Per ogni bambina e per ogni bambino, frequentare il nido è un’esperienza che richiede una complessa elaborazione, serve un tempo per “metabolizzare” il passaggio, mentale ed affettivo, tra situazioni diverse. Il cambiamento è il presupposto indispensabile dei processi evolutivi dei bambini, è un atto di crescita poiché crescere è un continuo “distacco”, un continuo “separarsi da” per affrontare il nuovo, con le inevitabili emozioni che questo comporta. L’inserimento è un percorso lungo e faticoso e consentirà al bambino di interiorizzare un’immagine sicura della mamma che resta con lui, anche quando è fisicamente lontana. Ogni bambina e ogni bambino ha il diritto di avere il tempo necessario per costruire buone relazione di “fiducia” con i nuovi adulti/educatori, per riuscire ad orientarsi nella scansione dei tempi e dei ritmi quotidiani, per interiorizzare l’immagine della mamma arrivando a controllare possibili ansie da separazione, e per familiarizzare con nuovi spazi e nuovi oggetti. È per questo che al nido di Marzabotto le modalità e i tempi dell’inserimento sono diversi a seconda dell’età dei bambini e della maturità psico-fisica raggiunta, ed è considerato indispensabile la collaborazione e la presenza di un genitore in sezione. Gradualità nella frequenza significa ad esempio che, nella sezione dei Semidivezzi, si resterà al nido solo al mattino, fino alla pappa, per quattro settimane consecutive, nella sezione Divezzi e Primavera bastano in genere due settimane ad orario part-time, per poi concedersi al sonno. Gli inserimenti dei nuovi iscritti avvengono, gradatamente, da settembre fino ad esaurimento delle domande di frequenza. Eventuali posti residui disponibili potranno essere ricoperti in corso d’anno, utilizzando la graduatoria in essere: di norma, per consolidare positive dinamiche nei gruppi/sezione, i nuovi inserimenti si concludono nel mese di Marzo. All’inizio dell’anno scolastico, nel mese di settembre, l’inserimento è sempre affrontato in piccolo gruppo e si comincia

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di martedì; quando sono programmati inserimenti successivi, sempre in piccoli gruppi, si inizia di martedì. E’ prevista la presenza del genitore in sezione, secondo un calendario che media tra esigenze professionali delle famiglie, tempi dell’istituzione e bisogni dei bambini. Il primo giorno i genitori rimangono in sezione per un ora circa: al genitore è richiesto di stare seduto sul lato della stanza vicino alla porta, al centro della stanza sono ben visibili e a disposizione dei bambini diversi giocatoli. Nei giorni successivi, se il bambino ha mostrato interesse per le attività di gioco, ai genitori viene proposto di uscire dalla stanza e aspettare nella saletta adulti. Il primo giorno in cui il bambino è in grado di rimanere almeno un’ora in sezione serenamente senza la presenza del genitore, che è comunque presente all’interno del servizio e pronto ad intervenire, le educatrici propongono al bambino la prima pappa. La seconda e la terza settimana di inserimento iniziano ripetendo le stesse modalità del venerdì precedente. Il tempo di permanenza del bambino al nido si estende gradualmente, anticipando l’orario d’entrata e posticipando quello d’uscita, permettendo ad ogni bambino di familiarizzare con le varie routine della mattinata. I genitori possono uscire dalla struttura rimanendo disponibili in caso di necessità. Nella terza settimana, per i divezzi, e nella quarta settimana, per i semidivezzi, il genitore può scegliere di usufruire del servizio con orario completo part-time dalle ore 7,30 alle ore 13.15, nel caso in cui il bambino si mostri abbastanza tranquillo e sereno. Di solito è collocata nel martedì della settimana successiva l’inizio dell’inserimento alla nanna: il genitore si reca al nido intorno alle ore 13.15, orario in cui i bambini, solitamente, iniziano il momento della nanna, e rimane all’interno della struttura per essere di immediata disponibilità quando il bambino si sveglia o nel caso in cui ci siano difficoltà nel momento dell’addormentamento. Dal giorno seguente il genitore potrà uscire dal servizio e dovrà essere disponibile a rientrarvi non appena riceverà la telefonata dell’educatrice che indica il risveglio del bambino. Gradualmente, si allunga l’orario di permanenza del bambino al nido anche dopo la merenda, fino ad arrivare all’orario completo.

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4.4 Le proposte educative All’asilo nido di Marzabotto quando si parla di proposte educative si fa riferimento ad una serie di attività tutte riconducibili all’idea di gioco. Questa infatti è la modalità fondamentale che consente al bambino di potenziare le sue capacità mentali e affettive: attraverso il gioco ogni bambino e ogni bambina conosce, apprende, consolida competenze acquisite, misura ed evolve le proprie abilità. Una parte rilevante della giornata al nido è occupata dal gioco libero in cui ogni bambino può, autonomamente, decidere in quali angoli soffermarsi, quali giochi e materiali utilizzare, come utilizzarli, se giocare da solo o interagire con uno o più bambini. Queste scelte possono cambiare a seconda dell’età, delle capacità e dell’interesse del momento. Sono situazioni identificabili come contesti di supporto all’esplorazione, familiarizzazione e conoscenza dell’ambiente fisico, nonché allo sviluppo delle relazioni tra bambini che imparano ad interagire, collaborare e condividere spazi, oggetti, a scambiarsi idee, a negoziare tra diversi punti di vista, arrivando a potenziare le loro capacità di comunicazione e linguaggio e le loro competenze sociali, fino a costruire, come abbiamo visto sopra, le basi di amicizie forti. Nei momenti di gioco libero l’adulto è presente come un regista, resta fuori dalla scena e si occupa della scenografia, di predisporre cioè le situazioni, osservando sempre con attenzione il gioco dei bambini, per cogliere i loro bisogni che evolvono, nel tempo giusto, utile e necessario per introdurre novità nei diversi angoli e renderli maggiormente stimolanti. L’adulto ha, quindi, il ruolo di osservatore e di presenza rassicurante: non interviene direttamente nel gioco, ma interviene solo in caso di necessità o per promuovere le interazioni tra bambini con il ruolo di mediatore nei conflitti, favorendo l’individuazione di strategie risolutive per la condivisione di spazi e oggetti. Affinché le esperienze di gioco spontaneo risultino positive per i bambini e svolgano la loro funzione socializzante ed evolutiva, al nido “F.Paselli” di Marzabotto sono rispettate alcune condizioni, oltre alla necessità di un adulto come presenza rassicurante:

- lo spazio è sempre organizzato in modo che sia di immediata “lettura” da parte dei bambini per consentirne un uso autonomo;

- sono sempre presenti giocattoli in quantità adeguata al numero dei bambini e alla loro età; - sono presenti anche materiali non strutturati, che stimolino l'inventiva dei bambini e li

stimoli alla scoperta della realtà. Ad ogni bambino è garantita la possibilità di scegliere cosa fare o cosa non fare: a volte può essere bello fermarsi un po’ per ascoltare, ascoltarsi e anche, semplicemente, annoiarsi.

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I progetti di esperienza: il gioco del “fare”

Quando sono terminati gli inserimenti e i gruppi-sezione hanno raggiunto una certa tranquillità e un buon affiatamento, le educatrici di ogni gruppo elaborano e presentano ai genitori il Progetto Educativo annuale, che organizza le proposte da fare ai bambini, presenta cioè una serie di attività educative che prevedono un’accurata scelta di materiali e una precisa organizzazione di tempi e spazi in funzione di obiettivi prefissati. I progetti educativi, e gli obiettivi ad essi correlati – predefiniti ma flessibili -, vengono elaborati sulla base delle principali caratteristiche, dei principali bisogni e dei principali interessi manifestati dal gruppo-sezione e accuratamente osservati dalle educatrici nei primi mesi di frequenza del nido. Solitamente, il progetto educativo annuale di ogni sezione, ruota intorno ad un personaggio di un libro che ha il ruolo di “sfondo integratore” e, perciò, accompagna i bambini alla scoperta delle varie attività. Il progetto tiene conto e valorizza le sinergie con le altre istituzioni del territorio in un’ottica di raccordo. Tutte le proposte educative annuali del nido di Marzabotto realizzano il gioco del “fare”: consentono ai bambini di apprendere o perfezionare una serie di competenze, di acquisire la capacità di rimanere concentrati sull’attività, mantenendo tempi di attenzione sempre più lunghi, e di scoprire l’importanza di riuscire a raggiungere un “risultato” che, per quanto sia piccolo o grande, è sempre, per i bambini tra 12 e 36 mesi, motivo di orgoglio e di soddisfazione. Rispetto ai momenti di gioco libero, i progetti di esperienza vedono l’adulto-educatore con un ruolo più attivo, si occupa della predisposizione e organizzazione di tutte le fasi dell’attività, dell’organizzazione dei gruppi dei bambini (in piccolo o grande gruppo) e dei materiali. L’educatore verbalizza tutto ciò che accade: presenta sempre l’attività ai bambini, spiega cosa è possibile fare, perché lo si fa e per quale scopo, presenta i piccoli attrezzi o gli strumenti che si possono utilizzare, il materiale a disposizione, a volte mostra come si possono abbinare, sovrapporre o manipolare vari materiali. Dopo aver dedicato il giusto tempo alla narrazione e spiegazione, l’educatore rimane in una posizione di osservatore, intervenendo solo se il suo aiuto è richiesto, lasciando che i bambini agiscano in autonomia e sperimentino l’attività proposta in completa libertà. I vari progetti d’esperienza si svolgono, solitamente, in un piccolo gruppo, composto da 7/10 bambini, in un contesto ambientale più definito: il laboratorio o atelier. Qui sono presenti, collocati su mensole alte o all’interno di un armadio, i materiali, gli attrezzi e le piccole strumentazioni, gli oggetti in genere che sono poi selezionati dall’educatore in funzione della proposta e dei suoi obiettivi. I progetti educativi annuali realizzati nel nido di Marzabotto, al di là del tema, del personaggio e della storia che svolgono la funzione di “sfondo integratore”, propongono sempre attività che si collocano nei seguenti ambiti d’esperienza dei bambini:

� Corporietà e movimento � Identità e relazione � Sensorialità e percezione � Logica � Comunicazione e linguaggio � Manipolazione, costruzione ed espressione

Corporeità e movimento

Il campo di esperienza della corporeità e della motricità contribuisce alla crescita e alla maturazione complessiva dei bambini, sostenendo la progressione delle abilità nella padronanza del proprio corpo. Ogni individuo costruisce la propria immagine di Sè sulla base dell'immagine del proprio corpo che, gradualmente esplora, conosce e riconosce, attraverso il proprio vissuto.

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Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono: • conquista sempre più ampia dell'autonomia motoria • sviluppo delle capacità sensoriali e percettive • padronanza del proprio corpo • progressiva acquisizione di una più sicura coordinazione dei movimenti • promozione di positive abitudini igieniche • costruzione di una positiva immagine di sé

Identità e relazione La costruzione della propria identità, dell'affettività e della socialità maturano nei bambini attraverso una molteplicità di situazioni, formalizzate e non formalizzate, che la vita quotidiana e comunitaria dell'asilo nido offre ogni giorno. Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono:

• capacità di riconoscere ed esprimere emozioni e sentimenti; • consolidamento della fiducia in se stessi e dell'autonomia;

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• rafforzamento della fiducia negli altri; • controllo e canalizzazione dell'aggressività; • rispetto delle regole nei giochi e nella vita comunitaria; • disponibilità a relazionare con gli altri, a giocare, ad aiutarli.

L’ambiente e le cose: sensorialità e percezione E' questo il campo di esperienza che coinvolge i bambini nell'esplorazione e nella scoperta del mondo che ci circonda- della realtà naturale e della realtà artificiale- attraverso i cinque sensi: con le mani e con i piedi, con la bocca, con il naso, con gli occhi e con le orecchie. In questo ambito, vengono proposte e realizzate esperienze che favoriscano lo sviluppo generale, finalizzate alla conquista dell'autonomia nell’esplorazione, alle prime conoscenze del mondo circostante per potenziare quei tratti cognitivi ed emotivi importanti per lo sviluppo dell’intelligenza, quali la curiosità, la spinta ad esplorare, il gusto della scoperta, che già caratterizzano i bambini fin dai primi mesi di vita.

Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono: • sviluppo della capacità di osservazione, esplorazione, manipolazione; • acquisizione della capacità di formulare ipotesi sui fenomeni della realtà; • prima acquisizione della dimensione temporale degli eventi e del divenire; • rispetto per tutti gli essere viventi; • apprezzamento e amore per gli ambienti naturali.

Comunicazione e linguaggio E' il campo di esperienza dei simboli, delle capacità comunicativa in senso lato, basato sul principio che una lingua si apprende all'interno di una grande varietà di contesti comunicativi.Tutte le attività concorrono alla formazione dei simboli che a loro volta sono alla base di ogni processo cognitivo. Per fare emergere tutte le potenzialità cognitive occorre un contesto educante in cui l’educatore è capace di “immergere il bambino nel mare dei codici simbolici”, e ciò significa che occorre offrirgli i materiali per queste sperimentazioni, osservarlo nelle acquisizioni per riuscire a cogliere il momento in cui ogni fase è superata e quindi proseguire il cammino, o al contrario predisporre interventi per rinforzare l’acquisizione.

Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono: • ascolto e comprensione dei discorsi degli altri; • uso di un repertorio linguistico appropriato per farsi capire; • capacità di domandare e rispondere; • fiducia nelle proprie capacità di comunicazione ed espressione.

Logica Tutte le esperienze all'interno dell'asilo nido di Marzabotto tendono a sviluppare anche le capacità logiche della mente: la capacità di discriminazione, di raggruppamento, ordinamento dei fatti e dei fenomeni della realtà e le abilità necessarie per interpretarli, per intervenire consapevolmente su di essi. Il nostro lavoro di progettazione propone sempre ai bambini attività in piccolo gruppo per

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operare con gli oggetti, per rappresentarli graficamente con disegni e forme, sperimentando la capacità di discriminazione, di ordinazione per grandezza, lunghezza, altezza , colore e di localizzazione degli elementi nello spazio.

Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono: • sviluppo e affinamento dei cinque sensi; • riconoscimento degli oggetti; • formulazioni di previsioni, ipotesi nelle attività esplorative; • costruzione di modalità di raggruppamento; • riflessione sugli oggetti e spiegazione sulla loro funzione e significato; • sviluppo delle capacità di progettare e pianificare giochi.

Manipolazione, espressione, costruzione

Tutte le attività che vengono proposte ai bambini tengono conto della loro necessità di entrare in contatto con materiali di diversa consistenza da esplorare in tutti i loro possibili aspetti. Seguendo le indicazioni del Piaget, organizziamo giochi di esercizio senso motorio, caratterizzati da manipolazione, sperimentazioni tattili, da movimenti come costruire torri, modellare creta, travasare acqua, impastare farina e acqua. Sono attività che hanno valore per il bambino non solo per il piacere che la manipolazione di sostanze ed oggetti diversi provoca ma anche, e soprattutto, per sviluppare e potenziare l'inventiva, l'immaginazione, la fantasia e la creatività di ogni bambino. E’ questo per noi un tentativo, forse illusorio, di difesa dai rischi di omologazione ideativa che la comunicazione dei mass-media del mondo contemporaneo certamente comporta

Gli obiettivi generali e comuni, da declinare a seconda dell’età e della maturazione psicofisica sono: • esplorazione e sperimentazione di tecniche espressive nelle attività grafico-pittoriche; • sviluppo delle capacità manipolative, percettive e visive; • sollecitazione della fantasia, dell'immaginazione e della creatività; • lettura delle immagini; • sviluppo delle abilità inventive e creative nel gioco; • scoperta e conoscenza della realtà sonora e musicale.

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4.5 La continuità nido e famiglia

Lo sviluppo di una comunità educante presuppone innanzitutto la creazione di una relazione di dialogo in continuità tra il nido e le famiglie, per realizzare quell’alleanza educativa che promuove un effettivo sviluppo armonico di ogni bambino. Per agevolare l’alleanza, il gruppo educativo del Nido di Marzabotto coltiva quotidianamente la relazione con i genitori, attraverso uno scambio giornaliero di informazioni, impressioni e pensieri che tengono al proprio centro il bambino, che permettono di condividere le sue esperienze e che mettono in dialogo gli adulti sulle diverse modalità di prendersene cura. E’ questo confronto costante che consente di creare e consolidare una buona fiducia reciproca, indispensabile per realizzare una progettualità educativa condivisa. L’intesa e la condivisione non si realizzano solo attraverso lo scambio verbale, cioè le parole, ma crescono attraverso lo scambio di oggetti e strumenti: come ad esempio le foto, il “Diario di bordo”, le feste. Il gruppo educativo propone annualmente, infatti, occasioni e momenti di partecipazione attiva dei genitori alla vita del servizio: eventi che alimentano e rafforzano il rapporto di fiducia tra adulti e colmano anche eventuali e sempre possibili dubbi o ansie, attraverso il confronto e l’apporto del dialogo tra genitori. I vari eventi e occasione per favorire la partecipazione e l’incontro di famiglie e servizio possano essere i più diversi e creativi, perché la partecipazione è prima di tutto un luogo della mente dove ciascuno tiene viva l’immagine dell’altro. In ogni caso ciascun luogo e tempo di incontro avrà le proprie peculiarità, utili ai tanti diversi volti dello scambio e dell’incontro ma ciascuno caratterizzato dal fare insieme, un fare fatto di pensieri e azioni. Il gruppo educativo dell’Asilo Nido “F. Paselli” prevede diverse modalità di coinvolgimento delle famiglie, alcune si ripetono annualmente, altre nascono sulla fantasia e creatività dei gruppi-sezione. Generalmente si organizzano riunioni di inizio anno sia di carattere collettivo, come l’assemblea dei nuovi iscritti, sia in forma più personale. In ogni caso, sono preziosi primi momenti di presentazione dell’identità del servizio e dei presupposti pedagogici dell’agire educativo, tale occasione offre alle famiglie la possibilità di trasformare il proprio arrivo al nido in scelta consapevole e informata rispetto al percorso educativo. Sono momenti in cui il nido presenta la propria identità per confrontare e condividere i valori a cui si ispira il fare educativo. Agli incontri segue sempre un verbale o un report. I pre-colloqui di inserimento sono un’occasione per fissare il primo tassello di un rapporto di fiducia reciproco, è l’incontro tra il coordinatore pedagogico del servizio e i genitori che avviene all’interno del nido, in un tempo e in un momento di vita del servizio stesso. L’incontro ha lo scopo di scambiarsi conoscenze, sul modo in cui è organizzato l’asilo nido e sulle prime esperienze di vita in famiglia del bambino.7 Il regolamento comunale prevede la possibilità di organizzare un’ Assemblea generale prima dell’avvio dell’anno educativo. Negli ultimi anni questa possibilità ha coinvolto solo i genitori nuovi iscritti insieme alla coordinatrice pedagogica, alle figure tecniche dell’ente locale, ai rappresentanti della cooperativa e a tutto il collettivo educativo. L’incontro affronta diverse

7 In Allegato A , la traccia per realizzare il colloquio.

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tematiche: dall’inserimento, all’organizzazione giornaliera dell’asilo, all’elezione dei membri del comitato di gestione.8 Come in tutti i servizi educativi per la prima infanzia, i colloqui individuali tra genitori ed educatori di sezione vengono fatti prima dell’inserimento del bambino al nido. Ai genitori vengono presentate le finalità e l'organizzazione del periodo degli inserimenti, le modalità e le strategie che l’equipe ha individuato per facilitare l'ambientamento dei bambini. Il colloquio rappresenta la prima forma di contatto “intimo” tra educatori e famiglia, per questo è indispensabile che venga curato adeguatamente per lasciare una prima traccia positiva del servizio, traccia che rappresenterà il punto di avviò della relazione di fiducia. Nella seconda parte dell’anno scolastico, vengono programmati dei colloqui con le famiglie, offerti in moda facoltativo ai genitori come occasioni che possono permettere di approfondire, di nuovo in un momento di “intimità”, il confronto e lo scambio che quotidianamente avviene tra educatore e genitore. Oltre ai due colloqui programmati l’educatore resta a disposizione qualora la famiglia richiedesse un ulteriore incontro per approfondire problematiche emerse nella relazione educativa al nido o nell’ambito familiare.9 La riunione di sezione è un' occasione per una riflessione ed uno scambio tra genitori ed educatrici sull'andamento delle esperienze, sul progetto pedagogico e la progettazione educativa annuale. Ha un importante valore indiretto che gli educatori curano in modo particolare: essere un’occasione di incontro e dialogo tra tutti i genitori di una sezione, che si possono scambiare i loro saperi, le loro esperienze, le loro preoccupazioni, le loro ansie e le loro gioie. La prima riunione si tiene nella prima metà dell’anno scolastico (tra novembre e dicembre), per riflettere sull’andamento degli inserimenti o dei reinserimenti, per presentare la progettazione educativa annuale alle famiglie, per confrontarsi su di essa ma anche su eventuali problematiche che i genitori possono aver riscontrato nei primi anni di vita con i loro bambini. La seconda riunione di solito è fissata nella seconda metà dell’anno scolastico (tra aprile e maggio), si propone di illustrare il percorso d’attuazione della progettazione annuale, quali sono le reazioni dei bambini, e come verrà organizzata concretamente la continuità educativa con la Scuola dell’Infanzia per la sezione dei divezzi, rispondendo sempre alle eventuali domande e dubbi dei genitori. I laboratori dei genitori sono incontri pomeridiani o serali durante i quali i genitori e le educatrici collaborano nella realizzazione di giochi, oggetti e strumenti necessari alla realizzazione di progetti Le feste all’interno dell’asilo: sono feste aperte a tutte le famiglie dei bambini che frequentano il nido; i genitori possono partecipare a vari giochi di gruppo, a rappresentazioni teatrali, musicali,ecc… Feste all’esterno dell’asilo: vengono organizzate gite in luoghi caratteristici e aree naturali che coinvolgono le intere famiglie all’interno di un contesto non formale, il quale favorisce un migliore scambio e conoscenza tra gli stessi genitori e tra i genitori e le educatrici. La partecipazione dei genitori alla vita del nido ha anche una sede più formale ed istituzionale che è il Comitato di Gestione. L’organismo è eletto annualmente, formato da un rappresentante dei genitori per ogni sezione, da tre rappresentanti degli educatori, un ausiliario e dal responsabile del Settore Servizi alla Persona del Comune, con funzioni anche di segretario verbalizzante: a seconda dei casi può partecipare il coordinatore pedagogico. Il Comitato di Gestione elegge nel suo seno un 8 Per ogni incontro di assemblea viene redatto un verbale. 9 Per ogni colloquio viene redatta una scheda di sintesi.

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Presidente, che è sempre un rappresentante dei genitori, gli incontri sono convocati dal Presidente o da almeno tre membri del Comitato ogni volta che sia ritenuto necessario. Le riunioni si tengono all'interno dell'Asilo Nido e di ognuna di esse è redatto un verbale che viene pubblicizzato apponendolo nell’apposita bacheca e viene trasmesso all’Assessorato comunale competente. Il comitato di gestione ha il compito di proporre, discutere, promuovere, pubblicizzare tutte le attività del Nido, le sue proposte dovranno scaturire dal principio della maggioranza dei presenti e, nel caso si dovesse giungere a votazione su punti all'ordine del giorno, in caso di parità è determinante il voto del Presidente. Il comitato di gestione del nido d’infanzia è un ulteriore spazio in cui una comunità di adulti può condividere le consapevolezze e i pensieri sull’infanzia avendo il potere di orientare la sensibilità territoriale, offrendo un punto di vista competente e reale. E’ il luogo del coinvolgimento della comunità allargata radicata in un territorio con una storia e una propria identità.

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4. I nostri strumenti di lavoro: l’osservazione, la documentazione, il collettivo, la formazione permanente e l’autovalutazione del progetto pedagogico

Osservare è Ascoltare

Primo strumento del gruppo di lavoro dell’asilo nido “F. Paselli” di Marzabotto, è l’osservazione sistematica dei bambini: strumento indispensabile per alimentare la riflessione continua sulla crescita, per valutare l’adeguatezza delle sollecitazioni e delle metodologie didattiche adottate, per costruire la “memoria” delle esperienze dei bambini all’interno del nido. L’osservazione è indispensabile per promuovere le qualità positive delle relazioni al nido perché permette di passare da un sapere teorico sui bambini in generale al bambino vero e reale che frequenta il nido in un determinato tempo storico, in un determinato contesto, con quelle specifiche persone, con quelle specifiche relazioni, in quella precisa realtà. L’osservazione serve ad alimentare la sensibilità dell’educatore, indispensabile per poter cogliere, condividere e accogliere i segnali mandati dai bambini, per essere cioè empatici nel lavoro educativo. Essere empatici non significa essere sentimentali o fare le mamme, ma significa tendere contemporaneamente a una vicinanza e a una separatezza: essere capaci di intimità, ma non di confusione o fusione, essere capaci di riservatezza, discrezione in modo da riconoscere la giusta distanza, per riconoscere l’altro nelle sue caratteristiche, nei suoi bisogni, nella sua complessità e potenzialità. L’osservazione si distingue dal semplice guardare perché è uno sguardo intenzionale, attivo che presuppone anche capacità negative, tra cui l’ascolto, l’attesa, l’uso del proprio sguardo in modo non intrusivo o giudicante. L’osservazione sistematica e’ una pratica che abbina il guardare e l’ascoltare, organizzata con tempi e ritmi regolari e continui, che comporta la stesura di report, ovvero di schede di osservazione, che forniscono e documentano agli educatori la conoscenza dei bisogni dei bambini e delle bambine che frequentano il nido. Le aree principali oggetto di protocolli osservativi sono: - le interazione tra i bambini ( comunicazione verbale, gestualità, mimica, postura) - le interazioni adulti/bambini ( comunicazione verbale, postura, mimica, gestualità) - le interazione bambino/ ambiente fisico ( esplorazione dell’oggetto, utilizzo dei materiali). Le osservazioni sono realizzate durante l’intero anno scolastico, in tempi prefissati dall’organizzazione pedagogica del servizio: inserimento ( settembre/ottobre), post inserimento (ottobre/novembre), a metà percorso (febbraio/marzo) e a conclusione dell’anno educativo (maggio/giugno). Le schede di osservazione documentano la crescita individuale di ogni bambino e documentano le relazione del gruppo, colte in almeno due momenti dell’anno: a metà percorso (febbraio/marzo) per analizzare le dinamiche relazionali tra bambini e tra bambini e adulti, e fissare i macro-obiettivi individuali, a conclusione dell’anno educativo (maggio/giugno) per verificare e valutare i macro-obiettivi individuali. L’osservazione è sempre svolta con la tecnica “carta e matita” e poi rielaborata in forma sintetica sulle schede che si allegano.

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Documentare è narrare

Il secondo strumento, considerato di particolare importanza per il lavoro educativo al nido “ F.Paselli”, è la documentazione. Foto, video, schede di osservazione, oggetti materici che rappresentano momenti della vita, delle attività e delle relazioni al nido, qualificano lo scambio con i genitori e restituiscono l’unicità di ogni bambino, la soggettività e le differenze di ogni piccolo, narrano le prime conquiste e permettono di comprendere i perché di alcune attività. La documentazione per le famiglie è di particolare complessità e valore perché agisce contemporaneamente su una pluralità di ambiti: rappresenta la memoria di un evento, “restituisce” l’integrità e l’unicità del bambino, rafforza e molto spesso sostiene il vissuto emozionale di madri e padri, presi dall’ambivalenza tra compiti professionali e compiti educativi. Per i genitori si documenta quotidianamente la giornata del loro bambino, attraverso la stesura di un Diario che ognuno può sfogliare e leggere prima di tornare a casa: sul diario si trova il resoconto della vita di gruppo, con le annotazioni personali sulle routine o su eventi eccezionali personali ad ogni bambino. Le attività dei bambini, strutturate o meno, sono sempre narrate con una forma di documentazione “bassa” a disposizione dei bambini e una documentazione “alta” per gli adulti: nell’atrio e nelle aree prossime alle sezioni si trovano dei listelli sui quali affiggere documenti scritti, foto, disegni o altri prodotti dei bambini, in modo che i genitori possano vederli o leggerli con agio e parlarne con il loro bambino, in forma intima e affettuosa, tenendosi tra le braccia. Ad ogni bambino è dedicato un Quaderno Individuale o raccoglitore ad anelli che viene consegnato alla famiglia alla fine dell’anno educativo e portato a casa: funziona come un album fotografico, serve per dare visibilità al lavoro del bambino, ogni pagina raccoglie un immagine, un elaborato , una parola o una frase del bambino. I materiali e la metodologia attraverso la quale documentare il progetto educativo annuale, sono scelti dal gruppo educativo ma in ogni caso tengono conto della necessità di una documentazione del processo, con diari/quadernoni personali per ogni bambino, con schede di osservazione, con un quaderno di sezione, e di una documentazione legata al bisogno di comunicazione sul progetto educativo, con foto, video, pannelli o cartelloni. Alcuni materiali sono creati dagli educatori per essere utilizzati nel passaggio alla scuola materna, per ricostruire la storia personale insieme al percorso educativo collettivo

Ogni anno il gruppo educativo dedica molte energie, pensieri e riflessioni al tema del documentare alle famiglie cercando le modalità più consone e funzionali ad uno specifico gruppo di bambini e di genitori per raccogliere, in forma organizzata e continua nel tempo, le tracce delle attività svolte e dei manufatti prodotti dai bambini: disegni, fotografie, trascrizioni delle parole, insieme alle osservazioni degli adulti, che sottolineano lo svolgimento del percorso, descrivono un particolare comportamento o un dettaglio. Diverse, ma tutte in sintonia con i presupposti pedagogici , sono le forme della documentazione perché tendono a dare valore non solo alle produzioni ma ai processi:annualmente il progetto dedicato al raccordo con la scuola materna viene documentato utilizzando la scheda GreD.

Il gruppo di lavoro

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All’asilo nido “F. Paselli” di Marzabotto si dedica una particolare attenzione alla cura del gruppo di lavoro perché un buon gruppo professionale è base del benessere quotidiano dei bambini, è fondamento per la realizzazione di progetti educativi coerenti ed evolutivi, per alimentare la fiducia tra servizio e famiglia. Un buon gruppo di lavoro si alimenta attraverso il confronto e nell’ascolto reciproco. Ci si confronta prima di tutto in sezione, a partire dalla quotidianità e dall'osservazione dei bambini; si realizza attraverso momenti formali, come il collettivo di sezione dedicato settimanalmente alla progettazione e osservazione educativa, e non formali, con i continui scambi verbali tra gli educatori, a partire dall'osservazione diretta e congiunta dei bambini e delle loro famiglie. I momenti non formali sono di particolare importanza perché sono le occasioni attraverso le quali si costruisce l’intesa e la condivisione profonda degli educatori. E’ un confronto costante che si aggiunge a quello legato alla stesura delle osservazioni dei bambini, dal quale nasce una buona orchestrazione dei movimenti, dei gesti, dei toni della voce e dei comportamenti necessari alla realizzazione degli obiettivi evolutivi di ogni bambino/a che costituisce il gruppo-sezione. Ai collettivi di sezione corrisponde un verbale, mentre delle dinamiche relazionali tra gli adulti non formali si discute spesso con il collettivo e il coordinatore pedagogico. Una modalità di confronto più formale e istituzionale, coinvolge tutto il personale che a vario titolo opera nel servizio, quindi non solo gli educatori ma, anche il personale ausiliario e i cuochi. Il gruppo di lavoro si riunisce al completo, di regola, tre volte in un anno educativo, all’inizio, a metà e al termine; spesso coinvolge anche rappresentanti dell’istituzione, come il referente dell’Ente Gestore e del Comune. Durante tutto l’anno educativo, con cadenza bisettimanale, si riunisce il collettivo formato dal gruppo degli educatori che include anche il coordinatore pedagogico, con incontri mensili fissati all’avvio di ogni nuovo anno scolastico. Il collettivo si occupa della progettazione pedagogica del servizio, sia negli aspetti organizzativi che educativi, sia a livello della quotidianità che a lungo termine, in coerenza con le linee promosse dal coordinamento pedagogico territoriale. Gli educatori sono consapevoli che per poter lavorare in più adulti simultaneamente in uno stesso gruppo di bambini di questa età, serve la capacità di lavorare insieme, di sapersi confrontare e di sapersi coordinare. Il collettivo, così, alimenta il lavoro di gruppo attraverso una costante riflessione su temi relativi alla comunicazione e alla relazione, alla loro analisi con un approccio sistemico. Il collettivo di lavoro non coincide con la somma dei suoi membri, ma questi si devono integrare, comunicare, darsi dei compiti, dei ruoli e rispettarli e portarli avanti per un obiettivo motivazionale comune. Così come si può dire che non si può pensare ad una sommatoria dei diversi punti di vista e idee ma che questi devono essere discussi, elaborati, ripensati e devono dare luogo ad un processo, ad un progetto da realizzare e ad un prodotto nuovo, originale nel quale ognuno si possa riconoscere e possa trovare una parte di sé, dei propri sistemi di valore. Il collettivo è così anche il luogo dove raccontare le difficoltà e le soddisfazioni incontrate nel quotidiano lavoro con i bambini e dove ipotizzare risoluzioni; è lo strumento che riconosce e valorizza la soggettività professionale e allo stesso tempo garantisce il superamento di un intervento educativo improvvisato o scoordinato, ricucendo il tutto all’intero del progetto pedagogico. Ad ogni collettivo corrisponde un verbale, che sintetizza sia la discussione che le risoluzioni raggiunte; la convocazione del collettivo è informale, così come l’individuazione dell’ordine del giorno; se è presente il coordinatore è lui che conduce l’incontro, se non è presente di solito è l’educatore referente che apre l’incontro. Il collettivo è uno strumento di lavoro così importante che può essere convocato anche oltre gli incontri programmati, per accogliere il bisogno immediato o improvviso di un educatore, di un ausiliario o per valutare insieme eventi o accadimenti straordinari.

La formazione permanente degli educatori

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La formazione è intesa e realizzata quale azione qualitativa che costruisce e rinnova la professionalità degli educatori. E’ utilizzata come strumento che favorisce e garantisce lo sviluppo di un’azione educativa e didattica fondata scientificamente e perciò lontana dalla frammentarietà, dall’approssimazione e dalla non verificabilità dei risultati. I temi e gli argomenti formativi nascono dall’osservazione e dall’analisi dei bisogni formativi e informativi degli operatori, con l’obiettivo di aiutarli a sviluppare e consolidare la fiducia nel proprio agire educativo anche in termini di acquisizione di un’ identità professionale. La formazione permanente è realizzata e programmata nell’ambito del coordinamento pedagogico intercomunale, con iniziative che coinvolgono tutti i servizi pubblici e privati dell’area montana, in modo da permettere il costante confronto tra esperienza e il superamento dell’isolamento. Annualmente, insieme alle insegnanti della scuola materna, vengono realizzate iniziative per l’aggiornamento didattico, al fine di creare percorsi di condivisione trai bambini e realizzare esperienze di raccordo che favoriscano il passaggio dal nido alla scuola materna.

Strumenti di autovalutazione del progetto

Di anno in anno,all’interno di ogni programmazione didattica, dopo un’attenta osservazione del gruppo, vengono dichiarati e motivati gli obiettivi che ci prefiguriamo per ogni progetto e inoltre definite le modalità di verifica.

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BIBLIOGRAFIA J. Dunn, L’amicizia tra bambini, Carroccio Editore, Milano E. Hall, Il linguaggio silenzioso, Bompiani, Milano 1976

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Allegato B ASILO NIDO DI MARZABOTTO

Offriamo una proposta di inserimento, che potrà essere rivisto e modificato in itinere a seconda delle reazioni e delle esigenze del bambino . Gli orari sono da considerarsi indicativi e in riferimento al bambino tranquillo e sereno . La regolarità e le tempistiche precise sono molto importanti per il bambino perché gli permettono di interiorizzare la nuova esperienza ( inserimento al nido) sulla base del susseguirsi di attività che vede riprodotte intorno a sé e di cui è lui stesso il protagonista: le routine. Per questo motivo raccomandiamo ai genitori di prestare molta attenzione alla puntualità soprattutto nelle prime fasi di inserimento,durante le quali i minuti possono fare la differenza. Ogni giorno ci sarà la possibilità di confrontarsi con le educatrici in merito all’andamento dell’inserimento e in particolare alle previsioni di orario per i giorni seguenti.

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Sezione semidivezzi

1° SETTIMANA

Lun…………………..

Ore 9,00/10,00

E’ prevista la presenza costante del genitore in sezione. Il primo gruppo di bambini all’inizio dell’anno scolastico comincia l’inserimento di lunedì, invece i gruppi successivi iniziano il martedì.

Mart………………… Ore 9,00/10,30 E’ prevista la presenza del genitore in sezione con primi brevi distacchi.

Da merc. ………….. A ven………………

Ore 9,00/12,00 Il primo giorno in cui il bambino è in grado di rimanere almeno un’ora in sezione serenamente senza il genitore( che rimarrà per tutta la settimana all’interno della struttura) ,le educatrici provano a inserirlo al pasto.

2° SETTIMANA

Lun …………………. Ore 9,00/12,00

Tenendo conto che dopo il week-end ci potrebbe essere una regressione del bambino, si cerca di riproporre la stessa tempistica del venerdì precedente.

Da mar …………… a ven ………..……..

Ore 9,00/12,00

Si cerca di far inserire serenamente il bambino nelle routine del nido,chiaramente si chiede al genitore di essere disponibile nel caso vi sia un momento di crisi del bambino.

3° SETTIMANA

Lun ………………… Ore 9,00/12,00

Si cerca di riproporre la stessa tempistica del venerdì precedente.

Da mar ………………. A merc………………..

Ore 7,30/12,30 Oppure Ore 9,00/13,15

Nel caso il bambino sia tranquillo e sereno e a seconda delle esigenze del genitore, si può anticipare l’orario di arrivo o restare per più tempo al nido dopo il pranzo.

Da giov………………….. A ven……………………..

Il bambino può allungare i tempi che seguono la fase del pasto.

4° SETTIMANA

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Nel caso in cui il bambino abbia vissuto in modo tranquillo e sereno tutto il percorso dell’inserimento fino a questo momento, il genitore può scegliere di usufruire del servizio con orario completo part-time ( senza la nanna per il momento) dalle ore 7,30 alle ore 13,15.

5° SETTIMANA

Lun ……………….. Ore 7,30/13,15 Il bambino può rimanere tutta la mattina e per il pasto.

Mar ………………..

Inserimento graduale al sonno. Il genitore si reca al nido per le 13,15 (ora in cui i bambini vanno a dormire), così nel caso non venga accettata da parte del bambino la fase della nanna, egli potrà essere subito disponibile per consolarlo. Se il bambino si dovesse addormentare, il genitore attenderà che si svegli.

Da mer …………….. a ven ………………..

Inserimento graduale al sonno. Il genitore riceverà una telefonata appena il bambino si sveglierà e dovrà recarsi immediatamente a prenderlo.

Dalla 6° SETTIMANA Gradualmente si allunga l’orario di permanenza al nido dopo la merenda .

Sezione divezzi 1° SETTIMANA

Lun…………………… Ore 9,00/10,00

E’ prevista la presenza costante del genitore in sezione. Il primo gruppo di bambini all’inizio dell’anno scolastico comincia l’inserimento di lunedì, invece i gruppi successivi iniziano il martedì.

Mart……………..……. Ore 9,00/10,30 E’ prevista la presenza del genitore in sezione con primi brevi distacchi.

Da merc…………..…… A ven…………………..

Ore 9,00/12,00 Il primo giorno in cui il bambino è in grado di

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rimanere almeno un’ora in sezione serenamente senza il genitore( che rimarrà all’interno della struttura per tutta la settimana),le educatrici provano a inserirlo al pasto.

2° SETTIMANA

Lun…………………… Ore 9,00/12,00 Tenendo conto che dopo il week-end ci potrebbe essere una regressione del bambino, si cerca di riproporre la stessa tempistica del venerdì precedente.

Da mar ……………. A ven………………..

Dalle 7,30 alle 12,30 Oppure Dalle 9,00 alle 13,15

Nel caso in cui il bambino sia sereno e tranquillo e seconda delle esigenze del genitore, si può anticipare l’orario di arrivo o restare per più tempo al nido dopo pranzo.

3° SETTIMANA

Lun …………………. Si cerca di riproporre la stessa tempistica del venerdì precedente.

Mar …………………..

Inserimento graduale al sonno. Il genitore si reca al nido per le 13,15 (ora in cui i bambini vanno a dormire), così nel caso non venga accettata da parte del bambino la fase della nanna, egli potrà essere subito disponibile per consolarlo. Se il bambino si dovesse addormentare, il genitore attenderà che si svegli.

Da merc………………. A ven…………………..

Inserimento graduale al sonno. Il genitore riceverà una telefonata appena il bambino si sveglierà e dovrà recarsi immediatamente a

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prenderlo.

Dalla 4° SETTIMANA

Gradualmente si allunga l’orario di permanenza al nido dopo la merenda.