COMUNE DI COLOBRARO · struttura metallica che funge da pensilina per il deposito dei beni durevoli...

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1 COMUNE DI COLOBRARO PROVINCIA DI MATERA IMPIANTO DI TRATTAMENTO INTEGRATO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI ED ANNESSA DISCARICA DI SERVIZIO IN AGRO DI COLOBRARO DISCARICA DI LOCALITA’ MONTICELLO STATO DI CONSISTENZA PARTICOLAREGGIATO Visti: il D.P.G.R. n. 36 del 14 febbraio 2012, le tante note del Comune di Colobraro, la nota del dott. Monea del 2 ottobre 2012, le successive comunicazioni intervenute, i

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COMUNE DI COLOBRARO

PROVINCIA DI MATERA

IMPIANTO DI TRATTAMENTO INTEGRATO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI ED ANNESSA DISCARICA DI SERVIZIO IN AGRO DI

COLOBRARO

DISCARICA DI LOCALITA’ MONTICELLO

STATO DI CONSISTENZA PARTICOLAREGGIATO

Visti: il D.P.G.R. n. 36 del 14 febbraio 2012, le tante note del Comune di Colobraro, la nota del dott. Monea del 2 ottobre 2012, le successive comunicazioni intervenute, i

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verbali NN. 1-2-3-4- redatti dal Responsabile dell’Area Tecnica della Comunità Montana e la documentazione richiamata e/o consegnata al Comune di Colobraro, la documentazione in possesso e/o acquisita a vario titolo dagli Uffici Comunali, i sopralluoghi effettuati in discarica, si relaziona:

DESCRIZIONE PIATTAFORMA

La piattaforma polifunzionale in oggetto è composta da un sistema di trattamento di tipo meccanico-biologico, nel dettaglio così composta:

Unità di accettazione e pesa dei rifiuti indifferenziati conferiti;

una unità di separazione secco-umido;

un impianto di trattamento biologico mediante tecnologia in reattore chiuso (biocella);

un bacino di discarica controllata;

infrastrutture di servizio (capannoni e piazzali, strade di accesso, sistemi di raccolta acque di pioggia, etc).

I rifiuti conferiti alla piattaforma vengono suddivisi in due flussi da inviare a diversi trattamenti. Il flusso di materiale secco, con caratteristiche chimico-fisiche da renderlo idoneo alla termovalorizzazione, mentre il materiale umido viene trattato in loco e depositato in discarica.

1. VIABILITA’ di ACCESSO

DISCARICA

TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO

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L’accesso alla piattaforma avviene dalla SS 653 Sinnica, attraverso una strada provinciale, (in territorio di Tursi) ed una strada comunale (in territorio di Colobraro), per un percorso complessivo di KM. 24,00 , per cui con il subentro del Comune di Colobraro nella titolarità dell’Impianto sarebbe opportuno collegare direttamente la strada comunale con la SS Sinnica da cui dista circa 900 metri realizzando una nuova arteria di collegamento di circa 10,00 km. (con un risparmio di distanza per Km 14,00); il ché consentirebbe cospicui risparmi sia per la futura gestione della discarica, sia per il Comune di Colobraro, sia per gli altri Comuni che conferiscono; costo complessivo € 242.546,47 (come da computo metrico in allegato 1).

2. STATO DI CONSISTENZA IMPIANTO DI PRESELEZIONE

Per la operazione di separazione secco-umido si è optato per la tradizionale vagliatura.

I pretrattamenti di separazione per vagliatura rappresentano una tecnica relativamente semplice che, a partire da un unico flusso entrante di rifiuto indifferenziato, ne produce due:

1. Un sottovaglio ad alto contenuto di frazione organica che ben si presta a trattamenti di biostabilizzazione;

2. Un sopravaglio con spiccate caratteristiche di combustibilità.

L’azione di separazione, cosi come l’ammontare di ciascuna delle due frazioni, è strettamente correlata all’apertura delle maglie del vaglio.

I rifiuti, dopo essere stati pesati vengono scaricati in corrispondenza della tramoggia di carico dell’impianto di selezione che provvede all’apertura dei sacchi, alla deferrizzazione ed alla successiva separazione dimensionale mediante un vaglio a tamburo rotante del diametro di 80 mm. I flussi separati ammontano, in funzione delle caratteristiche merceologiche del rifiuto alimentato in ingresso e della configurazione meccanica ed idraulica della macchina:

- frazione secca: circa 60 %

- frazione organica: circa 40 %

Rif. MACCHINE – APPARECCHIATURE CHE COMPONGONO LA LINEA

1 PRESSA: - Marca: CO.PAR.M. s.r.l.; - Modello: PC_50; - Dimensioni: 9,8 x 4,8 mt;

- Portata: Capacità volumetrica nominale 450 mc/h; capacità effettiva 180 mc/h; produzione 8/12 ton/h. (utilizzo previsto: imballaggio carta, cartone e plastica).

2 PESA: - Marca: MECOBIL; - Modello: 3590M303;

- Portata max: kg 40000; - Portata min: kg 200.

3 LACERASACCHI: - Numero coltelli: albero lento n. 36 coltelli, albero veloce n. 42;

- Riduttori: epicicloidali marca Bonfiglioli; - Rapporti: albero lento 1:245, veloce 1:87.

4 DEFERIZZATORE: - Marca: Gauss Magneti s.r.l..

5 VAGLIO: - Fori: 80mm;

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L'impianto attuale, seppur con alcune lacune strutturali, è in grado di svolgere l'attività di selezione degli RSU al quale è adibito, seppure necessiterebbero alcuni interventi di manutenzione straordinaria, oltre a quelli previsti dall’A.I.A.

ANOMALIE RISCONTRATE: La fossa del nastro di carico a tapparelle degli RSU non pare avere gli spazi minimi

necessari per una adeguata manutenzione, per cui è impossibile accedere alla parte laterale e a quella sottostante il nastro, col rischio che si possa accumulare materiale che ostacolerebbe lo scorrimento del tappeto, tale lacuna pare possa risolversi con la posa di lamiere di contenimento dei rifiuti RSU per evitare al materiale di finire sotto il nastro di carico a tapparelle, oltre che la posa di passerelle per facilitare la pulizia dei nastri a fine turno;

La pressa non ha le pareti laterali provviste di lamiere d'usura, essendo il macchinario predisposto per la pressatura di carta e plastica, per cui non è possibile eseguire il ripristino degli spessori se non intervenendo sulla struttura, dunque sarebbe necessario far realizzare in un’officina specializzata le pareti idonee per intervenire sulla struttura e ripristinarne il funzionamento corretto.

Interventi straordinari che andrebbero effettuati:• Sostituzione dei cuscinetti e alcuni martelli all'aprìsacco,• Sostituzione della tramoggia di carico del vaglio,• Sostituzione della tramoggia sotto aprisacco,• Sostituzione delle pareti laterali della pressa nella camera di pressatura,• Sostituzione del 20% delle attuali tapparelle del nastro di carico, Verniciatura.Costo presuntivo € 8.000.

Le caratteristiche tecniche dell’Impianto e lo stato di vetustà consentono di trattare un max di 60-70 Ton/die, la stessa quantità risulterebbe dalla capacità dell’impianto di biostabilizzazione (mentre risulterebbe che nel periodo estivo 2012 sarebbero stati trattati sino a 140 Ton/die).

Vista frontale del nastro di alimentazione Vista laterale vaglio a tamburo

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Area di accettazione e pesa Tramoggia di carico

STATO COSISTENZA: discreto.

3. STATO DI CONSISTENZA DEL CAPANNONE:

L’impianto di selezione è allocato in un capannone prefabbricato che risulta chiuso solo su tre lati, per cui andrebbe prevista la chiusura del quarto lato anche a tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Peraltro l'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.LA.) prevedeva: che fosse installato, entro tre mesi dalla data di notifica del provvedimento, un sistema di captazione e convogliamento in atmosfera delle polveri prodotte durante la movimentazione dei rifiuti all'interno del capannone dove è ubicato l'impianto di preselezione meccanica; che l'emissione convogliata fosse depurata mediante "filtro amaniche", in modo da rispettare il valore limite di emissione di 20 mg/Nm3 di polveri; che fossero adottati gli accorgimenti necessari per evitare la produzione e la diffusione di polveri e di rifiuti soggetti a trasporto eolico, con particolare riguardo alle fasi di scarico, accumulo emovimentazione dei materiali; che fossero installati opportuni sensori in grado di rilevare selettivamente le sostanze inquinanti (CO2, metano, ammoniaca, idrogeno solforato ecc.) prodotte dalla fermentazione dei rifiuti.

Prescrizioni che risulterebbero ultronee se il capannone non venisse chiuso su tutti e quattro i lati, in quanto la zona è sottoposta frequentemente a folate di vento; costo presuntivo €. 38.000.Mentre, per l’impianto previsto dall’A.I.A di abbattimento delle polveri il costo è di € 75.020,00 (come da allegato 2).

Si dovrà, altresì, prevedere un intervento di manutenzione straordinaria per ripristinare un parziale sfondamento di una porzione di parete lato strada di accesso alla discarica; inoltre il capannone ha un problema sui canali di scolo dell'acqua piovana che tracima dalle grondaie su entrambe i lati durante gli acquazzoni, per cui sarebbe necessario effettuare un intervento per riportare in quota le caditoie di raccolta delle acque del piazzale antistante l'impianto di selezione; per i due anzidetti interventi si stima un costo presuntivo di € 15.000.

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Il sistema fotovoltaico per la produzione dì energia elettrica, installato dalla comunità Montana sul capannone, risulterebbe non funzionante, per cui occorrerebbe prevederne la riparazione.ANOMALIE RISCONTRATE: mancata realizzazione impianto captazioni polveri, una parete dell’impianto fortemente danneggiata, necessità di chiudere tutti e 4 i lati del capannone, sistemazione delle caditoie e delle grondaie, non funzionamento impianto fotovoltaico.

STATO CONSISTENZA: discreto.

4.IMPIANTO DI BIOSTABILIZZAZIONE

Dalla sezione di vagliatura verranno prodotte delle frazioni umide che, volendo rispettare le indicazioni del piano di smaltimento, dovranno essere sottoposte a stabilizzazione biologica.

Suole definirsi stabilizzazione la tecnica di trattamento dei rifiuti solidi urbani che ne trasforma la frazione organica biodegradabile in un materiale umidificato, per mezzo dell'azione della flora microbica spontaneamente presente nel rifiuto stesso.

Il prodotto stabilizzato da destinare alla discarica risulta avere una potenzialità di rilascio di biogas praticamente nulle e risultano altrettanto ridotti i contenuti di altri pericolosi inquinanti.

La parte strutturale (biocelle +biofiltri) sono collocati sul piazzale esterno. L’intero ciclo di ossidazione è gestito con sistema informatizzato (PC+software).

Vista delle biocelle Particolare sistema aereazione

Potenzialità dell’impianto

Potenzialità max RSU: 60 ton/die

Funzionamento impianto di selezione e biostabilizzazione: 6 d/w

N° turni giornalieri: 2 da 6h e 40 min

N° giorni annui funzionamento impianto: 304

N° linee di selezione: 1

N° linee di stabilizzazione: 3 linee da 8 biocelle ciascuna.

ANOMALIE RISCONTRATE: è necessario procedere alla sostituzione di alcune tubazioni ammalorate e/o rotte; da informazioni assunte da parte degli addetti sembrerebbe che una

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delle 3 linee da 8 biocelle (peraltro la più nuova) non funzioni correttamente, ma solo al 30%.

STATO CONSISTENZA: Buono.

5. STATO CONSISTENZA PIAZZALE ANTISTANTE PRESELEZIONE E BIOSTABILIZZAZIONE

Anomalie riscontrate: non risulterebbe realizzato l’intervento previsto dall’A.I.A. relativo alla tubazione di scarico (siglato S1) in uscita dall’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia a servizio dell’area di preselezione e biostabilizzazione, per cui l’impianto esistente sarebbe diverso da quello voluto con l’A.I.A.; peraltro, una volta effettuato l’intervento andrebbe richiesta nuovamente l’autorizzazione allo scarico alla Provincia di Matera; comunque, sarebbe opportuno dotare l’intero piazzale, dato che il movimento dei mezzi lo sporca ed inquina interamente, del predetto impianto di trattamento delle acque sull’intero piazzale; costo presuntivo € 10.000.

STATO CONSISTENZA: Buono.

6. ECOPUNTO

In adiacenza alla piattaforma impiantistica è stato realizzato un ecopunto destinato alla messa in riserva di frazioni merceologiche derivanti da operazioni di raccolta differenziata. All’ecopunto si accede attraverso l’impianto di preselezione e trattamento RSU. L’area è interamente recintata mediante struttura mista in c.a. e rete metallica. Tutta l’area è opportunamente pavimentata in cls di tipo industriale. All’interno dell’area è presente una struttura metallica che funge da pensilina per il deposito dei beni durevoli e RAEE, un box uffici ed un sistema di pesatura del tipo a ponte.

L’acceso ai cassoni scarrabili è garantito da un easy-dump in c.a. e pavimentata in conglomerato bituminoso. E’ presente un sistema di trattamento delle acque di prima pioggia.

Accesso ecopunto/easy-dump Particolare pavimentazione industriale

ANOMALIE RISCONTRATE: l’impianto di prima pioggia esistente risulterebbe difforme da quello previsto nell’A.I.A.. Dunque, occorrerebbe adeguare l’impianto esistente alle prescrizioni dall’A.I.A., realizzando un sistema depurativo a servizio delle acque di dilavamento di prima pioggia, mediante tubazione di scarico (siglata S2), costituito da: scolmatore, dissabbiatore, disoleatore e filtro a coalescenza, oltre che

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realizzazione di pozzetto appositamente dedicato posto a valle del sistema depurativo; seppure la Provincia di Matera ha già rilasciato l’autorizzazione allo scarico, la stessa andrebbe nuovamente chiesta dopo la realizzazione dell’intervento prescritto dall’A.I.A.; costo presuntivo € 10.000.

STATO CONSISTENZA: Buono.

7. STATO CONSISTENZA VASCA/DISCARICA DI SERVIZIO PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI.

La discarica a servizio della piattaforma integrata è situata in un’area posta a monte della piattaforma stessa, opportunamente recintata, raggiungibile grazie ad una strada adiacente l’impianto di selezione.

All’interno dell’area di smaltimento sono presenti:

N° 1 pesa elettronica

N°1 box uffici di tipo prefabbricato

N° 1 impianto di trattamento del percolato di discarica (non funzionante)

N° 1 sistema antincendio (da adeguare alle normative vigenti ed alle prescrizioni A.I.A.)

N° 3 serbatoi di stoccaggio percolato

N°1 fossa Imhoff per servizi igienici.

Allo stato, peraltro, la parte superiore dell’argine della discarica è interessata da una frana avente lunghezza di circa 30 metri, che ha causato lo strappo del telo in HDPE; pertanto, è necessario un immediato intervento, il cui costo è di € 81.751,57 (come da computo metrico in allegato 3).

Vista della frana Particolare telo HDPE lacerato

Comunque, nel sito sembrerebbe presente una franosità diffusa, come può evincersi anche dalle fotografie risalenti ai tempi di costruzione della discarica (in allegato 4 tutte le foto inerenti lo stato di consistenza della discarica, che si è ritenuto non inserire in relazione per non appesantirne la relativa consultazione).

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Pare opportuno riportare che in passato si è verificato un episodio di scivolamento di rifiuti a valle.

ANOMALIE RISCONTRATE: frana sull’argine.

7.1 QUANTITATIVO DI RIFIUTI PRESENTI IN DISCARICA

Preliminarmente, giova ricordare che la vasca della discarica è stata realizzata per 75.000 mc di rifiuti, ai quali bisogna aggiungere i 20.000 mc autorizzati dalla prima fase A.I.A. ed i 25.000 mc autorizzati dalla seconda fase A.I.A., per complessivi:

75.000+ (prima autorizzazione)

20.000+ (prima fase A.I.A.)

25.000= (seconda fase A.I.A previe opere)

120.000 metri cubi complessivi di rifiuti.

Ad oggi, dal rilievo topografico effettuato, e consegnato al Comune di Colobraro col verbale n. 3 del 16/1/13, risulterebbero presenti in discarica 95.000 mc di rifiuti, per cui risulterebbe possibile la coltivazione degli ulteriori 25.000 mc autorizzata con l’A.I.A., ma subordinata alla realizzazione delle Opere che man mano si stanno descrivendo e che la Comunità Montana, destinataria dell’A.I.A, ad oggi non ha realizzato.

Tuttavia, e per quanto si dirà innanzi, sembrerebbe che in discarica potranno conferirsi ulteriori 10.000 mc di rifiuti, al massimo 15.000 mc, come si desumerebbe:

A. dalla lettura dei RILIEVI TOPOGRAFICI, e precisamente osservando le sezioni trasversali e il profilo longitudinale e sovrapponendo il rilievo con gli elaborati progettuali allegati all’A.I.A. si evince, che tra il piano attuale (estradosso dei rifiuti abbancati) e la linea virtuale di limite di abbancamento prevista dall’A.I.A., calcolando la volumetria con il metodo delle sezioni ragguagliate, risulterebbe che si potrebbero conferire solo ulteriori 10 mila mc di rifiuti (allegato 5 ).

calcolo dei volumi area volumi

Sezione Scavo rilievoprogressiva distanza scavo rilievo

1 0 0 02 157,2 15,31 15,31 0,0 1203,4

10

3 158,13 34,86 19,55 0,0 3082,44 79,24 51,32 16,46 0,0 1953,65 14,87 74,89 23,57 0,0 1109,16 12,62 94,91 20,02 0,0 275,27 39,12 114,93 20,02 0,0 517,98 0 134,95 20,02 0,0 391,69 0

08533,04

2 mcB. Dal QUANTITATIVO DI RIFIUTI CONFERITO IN DISCARICA, pari a 110.167,72

tonnellate secondo i dati fornitici dalla Comunità Montana (allegato 6).

Infatti, stimando che ogni tonnellata in ingresso all’impianto di pretrattamento viene ripartita secondo i seguenti percorsi di trattamento:

a) il 60% di essa produce “il secco”, il quale viene pressato e compattato in ballette determinando un rapporto mc/tonn pari a 1,12 ( per cui 0.60 tonn= 0.67 mc);

1 tonn (ingresso) x 60% (produzione secco) x 1.12 mc/tonn= 0.67 mc/tonn

b) il restante 40% di essa produce “l’umido”, il quale viene messo in coltivazione per la biostabilizzazione nelle relative biocelle, per cui a fine ciclo (14 gg) si determina una riduzione volumetrica del 40% del prodotto messo in coltivazione, mentre il restante 60% di FOS (frazione organica secca) viene portata in discarica;

La FOS cosi prodotta determina un rapporto pari a 0.75 mc/ton che, rapportata alla tonnellata di rifiuto in ingresso, equivale a: 1 tonn (ingresso) x 40% (produzione umido) x 0.75 mc/tonn = 0.30 mc/tonn;

c) ogni tonnellata di rifiuto in ingresso all’impianto produce un volume equivalente trasportato in discarica pari alla sommatoria di a)+b), quindi di 0.67 mc secco + 0.30 mc di FOS = 0.97 mc/tonn;

d) durante la gestione si presume che, mediamente, ci siano stati quantitativi di rifiuti in ingresso maggiori di quelli calibrati per l’uso a regime dell’impianto di pretrattamento (come nel corso dei periodi estivi e festivi), per cui è ipotizzabile che le biocelle disponibili non fossero in numero sufficiente a garantire la biostabilizzazione del rifiuto umido prodotto, pertanto i tempi di coltivazione dello stesso potrebbero non aver rispettato i tempi previsti, ma esser stati più brevi, determinando in tal modo una minor riduzione dei rifiuti e quindi una maggiore quantità di FOS smaltito; dunque, il volume di 0.30 mc/tonn di FOS dovrebbe aumentarsi sino a 0.33 mc/ton, da ciò si desumerebbe che il volume equivalente per una tonnellata di rifiuto in ingresso andrebbe rideterminato in: 0.67 mc secco + 0.33 mc di FOS = 1.00 mc/tonn.

Pertanto, se per 1 tonnellata di rifiuto in ingresso è stato conferito 1 mc di volume in discarica, e considerato che le tonnellate in ingresso sono state 110.167,72, si desumerebbe che sono stati conferiti in discarica 110.167,72 mc. di rifiuti (dunque, verrebbe confermato che residuerebbe la coltivazione di soli ulteriori 10.000 mc di rifiuti).

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C. Peraltro, dai SOPRALLUOGHI effettuati, anche coi tecnici ed addetti alla discarica, sarebbe emersa la difficoltà di abbancare ulteriori 25.000mc e la possibilità di abbancarne, al massimo altri 15.000mc (forse anche a causa della tecnica di coltivazione “al contrario”, ovvero dall’alto verso il basso, attuata per un certo periodo).

ANOMALIE RISCONTRATE: non vi sarebbe corrispondenza tra i volumi che risultano in discarica dal rilievo effettuato ed i quantitativi conferiti; comunque dalla sovrapposizione degli elaborati grafici dei rilievi con gli elaborati grafici del progetto di ampliamento autorizzato dall’A.I.A. risulterebbe la possibilità residua di abbancamento tra i 10/15mila mc, in quanto non vi sarebbe volume sufficiente per abbancare tutti i 25.000mc. autorizzati.

7.2 OPERE PRESCRITTE DALL’A.I.A. PER LA VOLUMETRIA AGGIUNTIVA

Gli interventi previsti dall’A.I.A. per la vasca di discarica, e che ad oggi non risultano ancora realizzati, consistono in:Rinforzo al piede dell'attuale argine di valle a chiusura del bacino di stoccaggio, con gabbioni di altezza pari a 3 m realizzati su un basamento di c.a. di altezza pari a 50 cm; riprofilatura della scarpata (per una superficie di circa 2.000 m2) posta a valle del bacino di stoccaggio e innalzamento del rilevato di guardia di circa 2 m per garantire il contenimento del percolato all'interno del bacino (si evidenzia che alla realizzazione delle opere di rinforzo e contenimento dell'argine di valle del bacino di stoccaggio dei rifiuti deve seguire successiva verifica di stabilità. È prevista la redazione di una relazione dì collaudo finale e certificazione di idoneità all'esercizio dell’attività di smaltimento dei rifiuti della fase II).

Peraltro, detto intervento non sembrerebbe finalizzato propriamente al neoabbancamento, ma al rinforzo del piede della discarica che, in caso di ulteriore peso di rifiuti, rischierebbe di cedere: non solo per l’aumento di volumetria, ma anche a causa –come detto in relazione- della diffusa franosità presente nel sito e del rischio di scivolamento dei rifiuti.

Realizzazione della tubazione di scarico (siglato S3), che convoglia, le acque meteoriche dilavanti lungo le aree esterne a) bacino di stoccaggio intercettate da un sistema di canalette in calcestruzzo e lamiera, e del pozzetto appositamente dedicato posto immediatamente a monte dello scarico.

Per gli interventi di rinforzo del piede della discarica è previsto un costo complessivo di € 308.063,47 (come da computo metrico in allegato 7).Per gli interventi relativi alle canalizzazioni di scolo e i pozzetti d'ispezione è previsto un costo presuntivo di € 50.000.

ANOMALIE RISCONTRATE: le opere prescritte dall’A.I.A. non risultano realizzate.

7.3 IMPIANTO DI CAPTAZIONE DEL BIOGAS

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L’A.I.A. prevedeva la realizzazione di un impianto di captazione di biogas nel bacino di stoccaggio dei rifiuti.Il cui biogas captato dai pozzi doveva esser convogliato ad un sistema di estrazione dotato di:Valvole di parzializzazione in testa ai singoli pozzi per operare manutenzioni locali;Collettori divisi in tre zone d'influenza per assicurare una buona efficienza anche in caso di manutenzione di uno degli adduttori;Sistema centralizzato di misura delle portate estratte;Sistema centralizzato di depressione;Sistema di deumidificazione per l'eliminazione della condensa.

È inoltre prevista l'installazione di un sistema centralizzato di aspirazione del biogas e successivo invio ad una torcia di combustione atta ad assicurare le seguenti prestazioni: Temperatura T>850°; Concentrazione di ossigeno maggiore o uguale al 3% in volume; Tempo di ritenzione maggiore o uguale a 0,3s.Deve essere effettuato il monitoraggio periodico dei gas in uscita dai sistemi di estrazione del gas presenti presso la discarica e dalla superficie della stessa, con rivelazione dell'eventuale presenza di CO (monossido di carbonio) e della temperatura, allo scopo di evidenziare la presenza di eventuali anomalie connesse a fenomeni di combustione.

Il costo complessivo dell’intervento è di €. 151.375,73 (come da computo metrico in allegato 8).

ANOMALIE RISCONTRATE: le opere previste dall’A.I.A. non sono state realizzate; si rileva, seppur non si reputi la circostanza connessa con l’assenza dell’impianto di captazione, che in passato in discarica vi sono stati due incendi.

Lo stato di consistenza complessivo della vasca di discarica si potrebbe definire pessimo.

STATO CONSISTENZA POZZA PERCOLATO e IMPIANTO TRATTAMENTO PERCOLATO

ANOMALIE RISCONTRATE: la “pozza” contenente del percolato non sembra ben tenuta; l’impianto di trattamento presente in loco non è funzionante; non sono stati effettuati gli interventi prescritti dall’A.I.A, da realizzarsi entro tre mesi inerenti il sistema di captazione delle acque derivanti dalla sezione di uscita dell’impianto di trattamento del percolato proveniente dal bacino di discarica.

Come si evince dalle foto allegate, alla base della discarica in corrispondenza della vasca di raccolta del percolato vi è un’ampia superficie dove ristagna del percolato, il che lascia presumere che lo stesso sia in eccedenza a quello contenuto nel bacino di raccolta.Onde evitare che, a causa delle acque meteoriche e di ruscellamento, si verifichi l’inquinamento delle acque sotterranee nella discarica e nell’immediato intorno, ma anche nei corpi idrici a valle della discarica stessa, si dovrebbe effettuare un campionamento dal pozzo delle acque del percolato.

L’affioramento del percolato alla base della discarica nel suo punto più basso, denuncia il mancato smaltimento dello stesso ma anche il non corretto funzionamento del riciclo del percolato in testa alla discarica.

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L’evidente presenza del liquido inquinante e tossico, impone che lo stesso andrebbe rimosso immediatamente onde evitare una chiusura coatta della discarica in emergenza per il mancato smaltimento.

Si è appreso, che in considerazione delle pendenze conferite alla zona di deposito e della prevista sequenza temporale delle fasi di riempimento, la discarica è stata suddivisa in settori sui quale è stato impostato il sistema di drenaggio di fondo. Questo sistema prevede la presenza di condotte principali e secondarie che, seguendo le pendenze naturali, convogliano per gravità tutto il percolato in un punto di raccolta.

Per lo stoccaggio provvisorio del percolato è stata prevista l'installazione di 6 serbatoi appositamente dimensionati all'interno di un bacino di contenimento in cemento armato seminterrato. Però, durante il sopralluogo si è notato che alcuni di questi serbatoi hanno delle perdite e alla loro base, all’interno del bacino di contenimento, si nota (Foto allegata) la presenza di percolato misto probabilmente alle acque meteoriche visto il colore marrone del liquame.

Il fondo dell'invaso è sagomato in modo da convogliare le acque di lavaggio in un pozzetto di raccolta; le acque di lavaggio inquinate da perdite lungo il collettore o dai serbatoi vengono pompate dal pozzetto nei serbatoi, mentre le acque meteoriche dovrebbero essere pompate nel sistema di drenaggio delle acque meteoriche che sembra non funzionare.

Nel complesso, l'impianto dovrebbe essere gestito in modo da minimizzare la quantità di percolato presente nel pozzetto di raccolta; tenendo conto che tutto il sistema dovrebbe essere stato dimensionato sull'evento meteorico critico, con tempo di ritorno decennale, in condizione di gestione ordinaria il battente idraulico di percolato dovrà essere minimo, azionando così giornalmente le pompe di sollevamento.

Dal sistema di stoccaggio provvisorio il percolato viene inviato al trattamento di depurazione con impianto on-site (Non Funzionante) o ad un impianto esterno con apposita cisterna.

Infine, si rappresenta che in passato, in concomitanza con abbondanti precipitazioni, si sono verificati episodi di svasamento di percolato nel canale viciniore che confluisce nel fiume Sinni.

Lo Stato di consistenza potrebbe definirsi pessimo.

7.4 IMPIANTO ANTINCENDIO

Non sembra che l’impianto antincendio sia funzionale rispetto al dimensionamento dell’impianto, per cui andrebbero realizzate opere di adeguamento ed acquisita la certificazione inerente l’idoneità del sistema.

Infatti, dalla proposta progettuale, Tav. n. R.2, con cui si richiedeva l’A.I.A., richiamata anche nel verbale del C.T.R.A., si evince che il bacino di discarica sarebbe stato dotato di impianto antincendio con vasca di accumulo della capacità di 80 mc e che sarebbero stati posizionati 12 idranti del tipo DN 45; costo complessivo € 83.213,24 (come da computo metrico allegato 9).

STATO CONSISTENZA: insufficiente.

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8 FOSSE IMHOFF PRESENTI NEGLI EDIFICI DI NATURA CIVILE.

Sono presenti tre fosse Imhoff:La prima per le acque provenienti dai locali adibiti a spogliatoio ed ufficio, al servizio dell'impianto di preselezione, convogliate tramite rete separata;La seconda per le acque provenienti dal locale adibito ad ufficio di pertinenza dell’ECOPUNTO, convogliate tramite rete separata;La terza per le acque provenienti dal locale adibito ad ufficio al servizio di stoccaggio dei rifiuti.I reflui chiarificati, provenienti dal trattamento primario delle fosse Imhoff relative alla piattaforma vengono dispersi negli strati superficiali del terreno mediante subirrigazione delle aree verdi in modo da essere assorbiti e degradati biologicamente, mentre le acque depurate provenienti dalla fossa Imhoff del bacino di stoccaggio vengono direttamente scaricate al suolo.

ANOMALIE RISCONTRATE: Nessuna notizia si è ricevuta o si è potuta riscontrare in ordine allo stato degli impianti di depurazione delle acque reflue di natura civile e se sono necessari interventi di adeguamento e richieste di autorizzazione agli scarichi.9.PIANO DI MONITORAGGIO

La Comunità Montana avrebbe dovuto redigere le azioni del programma operativo di dettaglio del Piano di Monitoraggio della piattaforma, da trasmettersi all'ARPAB entro il 31 dicembre di ogni anno solare precedente. In accordo e ad integrazione del Piano di Monitoraggio della piattaforma proposto dal gestore, sono stabilite le prescrizioni relative ai controlli sulle matrici ambientali (riportate nella tabella di pagina 57/61 del documento A.I.A.); del piano non si è ricevuta copia.

10. Valutazione degli oneri di chiusura e post gestione trentennale

Si ritiene utile valutare i costi relativi alle opere di chiusura della discarica ed alla prescritta post-gestione trentennale, dato che dalla relazione finanziaria, ricevuta dal Commissario e redatta dall’Ufficio Finanziario della Comunità Montana, non risulterebbero accantonate le relative somme.

Pertanto, la presente valutazione è finalizzata alla definizione dei costi connessi alle attività previste dal D.Lgs. 36/2003. e s.m.i. per la corretta conduzione dell’impianto successivamente all’esaurimento dei volumi autorizzati. In particolare si valutano gli oneri relativi:

- alla realizzazione della copertura superficiale definitiva;- alla tenuta in efficienza di tutti i presidi ambientali per il periodo della post gestione;- allo svolgimento del programma di controllo ambientale durante la gestione e post

gestione.

Il costo così calcolato dovrà essere garantito nei termini previsti dalla legge e sarà aggiornato annualmente in ragione dell’espletamento effettivo delle attività di gestione e post gestione previste e nei casi di seguito elencati:

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a) variazioni riscontrate a consuntivo, o previste per l'anno successivo, nei costi di gestione e di costruzione;

b) nuove prescrizioni imposte da normative o disposizioni vigenti;

c) eventuali perizie di variante.

Tali oneri avrebbero dovuto gravare sulla tariffa di conferimento ed opportunamente accantonati.

I costi di chiusura e post gestione sono in larga parte di carattere variabile dipendendo dalle caratteristiche geometriche della discarica e dal regime pluviometrico dell’area.

Vi sono comunque dei costi fissi legati al monitoraggio dell’impianto e delle matrici ambientali nell’area circostante. Tali costi risultano di pari entità per piccoli e grandi impianti penalizzando, di conseguenza, le realizzazioni di modesta volumetria come quella in esame.

In ultimo vanno computati i costi connessi alle garanzie (fideiussorie o assicurative) da attivare a copertura degli impegni ad eseguire le attività trentennali previste.

A titolo indicativo si riportano i principali parametri che determinerebbero il costo di chiusura e post -gestione:

Superficie della discarica 14.000 m2

Profondità media del bacino 9 m

Piovosità dell’area 700 mm/anno

In base alle specificità dell’impianto ne derivano gli oneri riportati nello schema sintetico seguente.

1 Oneri per la realizzazione del

pacchetto di chiusura (comprensivi di

IVA)

784.160,67Come da computo metrico

in allegato 10

2 Oneri per lì esecuzione del protocollo

di gestione e per le operazioni

ordinarie e straordinarie di post-

gestione (con IVA)

1.459.230,80Come da computo metrico

in allegato 11

3 Oneri occorrenti per le garanzie

finanziarie (stimati pari allo 0.6% delle

spese residue da effettuare) 116.794,78Come da computo metrico

in allegato 12

TOTALE 2.360.186,25 1.970.837,32 senza

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IVA

11. RELAZIONE ECONOMICA/FINANZIARIA – ANALISI DEI COSTI

Il D.P.G.R. 36/2012 prevede che si debba redigere lo stato di consistenza particolareggiato, anche relativamente ai rapporti giuridici, patrimoniali ed economici, a tal riguardo emerge dagli atti in possesso del Comune (ovvero rapporti attivi e passivi al 30/6/2011 e la situazione contabile della discarica al 12/10/2012) che la Comunità Montana ha in essere i seguenti CONTRATTI/RAPPORTI GIURIDICI inerenti la gestione della discarica:

1. Contratto servizio di gestione e manutenzione impianto R.S.U. affidato alla Società Tekno Service srl per 5 anni decorrenti dal 2/8/10 e sino all’1/8/15;

2. Contratto servizio di conduzione giornaliera dell’ecopunto affidato alla stessa Tekno Service sin al 31/7/15;

3. Contratto per il Servizio di vigilanza affidato alla Soc. LA RONDINE scarl srl, sino al 22/5/14;

Inoltre, pare siano in essere ulteriori rapporti giuridici ed economici con:

4. la Tecnoparco Valbasento per lo smaltimento del percolato;

5. la SEPRA srl per;

6. la IBI idroimpianti.

Con riferimento alla SITUAZIONE CONTABILE della discarica, quale emergerebbe dallo schema redatto dal funzionario competente della Comunità Montana in data 12/10/12 (allegato 13), si evincerebbe uno sbilancio di € 1.025.385,03:

crediti per € 861.206,91

debiti per € 1.886.591,94

- 1.025.385,03

Peraltro, è ipotizzabile che la situazione debitoria in questi mesi sia peggiorata e sia destinata a peggiorare sino all’effettivo subentro del Comune di Colobraro, per cui lo sbilancio crescerà in considerazione dei costi dei contratti in essere e della circostanza che da ottobre l’attività della discarica è sospesa e non vi sono entrate corrispondenti; tant’è che lo scorso 12/2/13 la Società gestrice della discarica, ha fatto pervenire per conoscenza una nota con la quale evidenzierebbe nei confronti della

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Comunità Montana un debito di oltre € 1.100.000 (all. 14), ovvero già € 100.000 in più di quanto riportato nello schema redatto dal funzionario della Com. Montana il 12/10/12.

Par evidente che il Comune di Colobraro, col suo esiguo bilancio, non sia in grado di subentrare nei rapporti economico-finanziari della discarica e farsi carico di pagare la somma di € 1.025.385,03 oltre a quanto maturerà.

A tal proposito, tenuto conto da quanto emergerebbe dalla situazione contabile, e vista l’analisi dei costi di gestione della discarica, in caso di subentro si dovrà valutare l’opportunità di aumentare il costo di conferimento, oggi di € 110/Ton, portandolo in linea con la media delle altre discariche presenti nella regione (intorno ai 150 euro/ton).

COSTI PER LE OPERE DI CHIUSURA e LA POST-GESTIONE TRENTENNALE

Dal punto 10 della presente relazione si evincerebbe, altresì, che serviranno ben € 2.360.186,25 per realizzare le opere di chiusura della discarica ed effettuare la post – gestione trentennale; peraltro, parrebbe dagli atti in possesso del Comune che nemmeno un euro sia stato accantonato dalla Comunità Montana per le opere di chiusura e la post-gestione.

Pertanto, pare evidente che il Comune col suo esiguo bilancio non potrà farsi carico di dette ingenti spese, tantomeno potrà accantonare in pochi mesi di gestione detta somma.

COSTI PER OPERE DI ADEGUAMENTO PRESCRITTE DALL’A.I.A. o NECESSARIE AL FUNZINAMENTO

Emergerebbe dal quadro economico allegato che servirebbero € 832.424,01 per realizzare le opere previste con l’A.I.A. e le ulteriori opere di adeguamento dell’intero Impianto, somma di certo non presente nelle casse del Comune.

Peraltro, detta operazione sarebbe finalizzata ad abbancare -solo- ulteriori 10/15mila mc di rifiuti, il cui utile di esercizio (ammesso ve ne sarà viste le difficoltà gestionali dell’Impianto come emergono dagli atti) non consentirebbe di sostenere l’anzidetta spesa.

Tantomeno, sarebbe ipotizzabile il ricorso al fondo rotativo previsto dalla DGR n. 77 del 27/3/12 in quanto, il periodo limitato di gestione da parte del Comune di Colobraro, non ne consentirebbe, giammai, la restituzione; come emergerebbe da una pur sommaria analisi dei costi di gestione (allegato 15).

Ebbene, da quanto innanzi esposto, ne deriva che ricadrebbero sul Comune costi complessivi per circa € 4.217.995,29 (come da quadro economico riepilogativo in allegato 16), come suddivisi nel sottostante RIEPILOGO DEI COSTI:

1. SBILANCIO RELATIVO ALL’ESERCIZIO PRECEDENTE € 1.025.385,03

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(Oltre eventuale sbilancio maturando in virtù dei contratti in essere)

2. COSTI PER OPERE CHIUSURA e POST-GESTIONE TRENTENNALE € 2.360.186,25

3. COSTI PER OPERE ADEGUAMENTO PRESCRITTE DALL’A.I.A. € 687.672,44

4. COSTI PER INTERVENTI STRAORDINARI/NECESSARI AL FUNZIONAMENTO€ 144.751,57

Totale costi per gestione e post-gestione (sub 2. 3. 4) € 4.217.995,29

5. Costi per eventuale adeguamento viabilità € 242.546,47

Per complessivi € 4.460.541,76

11. CONCLUSIONI

Non resta che ribadire l’impossibilità dal punto di vista finanziaria e di bilancio per il Comune di Colobraro di subentrare in tutti i rapporti giuridici, patrimoniali ed economici della disciolta Comunità Montana, in quanto i costi dell’operazione non sono assolutamente gestibili col bilancio comunale, tantomeno è prevedibile che gli utili di gestione relativi ai 10/15mila mc da abbancarsi consentano di rientrare dell’anzidetta considerevole somma.

Parimenti non appare percorribile la strada, pur emersa in alcuni incontri istituzionali, di far ricorso al fondo rotativo di cui alla DGR 77/2012 in quanto, si ripete, l’eventuale utile di esercizio di derivante dallo smaltimento di 10/15mila mc non consentirebbe la restituzione dell’ingente somma.

Pertanto, il Comune di Colobraro, pur dichiarandosi disposto alle condizioni che sotto si diranno, a subentrare nella titolarità dell’impianto, di certo non intende subentrare nei rapporti patrimoniali ed economici della precedente gestione, ovvero debiti per € 1.025.385,03 , dei quali dovrà/potrà farsi carico solo il Commissario liquidatore e/o la Regione Basilicata.

Relativamente ai costi per le opere/interventi prescritti dall’A.I.A., quelli straordinari necessari al corretto funzionamento degli impianti ed ai relativi accantonamenti per la post-gestione, pari ad € 3.192.610,26 il Comune di Colobraro - non volendosi esimere dalle future responsabilità relative al proprio periodo gestionale- potrà impegnarsi, al più, a contribuire per 1/12 (ovvero relativamente ai 10.000 mc sui 120.000 mc totali che, per quanto suddetto, si andranno ad abbancare durante la propria gestione), per una somma pari ad € 266.050,85.

Tuttavia, si rimette alle competenti autorità regionali, alla luce di tutto quanto innanzi esposto, la valutazione in ordine ai vantaggi economici di un intervento costosissimo

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che dovrebbe permettere di abbancare soltanto 10/15mila mc di rifiuti (costo unitario per tonnellata pari ad € 83,24); la cui utilità per la situazione provinciale dei rifiuti, quale è data conoscere solo indirettamente, è tutta da verificare.

Dunque, allo stato e senza opportune garanzie da parte degli Enti competenti, non si ritiene opportuno per il Comune di Colobraro addivenire alla sottoscrizione dello stato di consistenza, che non tenga conto di quanto riportato nella presente relazione; in particolare si resta in attesa degli opportuni atti regionali dai quali si evinca che il Commissario liquidatore e/o la Regione si facciano carico:

1. dei debiti pregressi/sbilancio della Comunità Montana € 1.025.385,03

2. dei costi di chiusura e post-gestione € 2.360.186,25

3. dei costi relativi alle opere prescritte dall’A.I.A. e agli altri interventi € 832.424,01.

SOLUZIONI CHE SI PROPONGONO PER ADDIVENIRE ALLA SOTTOSCRIZIONE DELLO STATO DI CONSISTENZA ED AL SUCCESSIVO SUBENTRO:

A. Il Comune di Colobraro, qualora la Regione dovesse ritenere utile ed economico proseguire nell’ampliamento, è disposto ad accollarsi solo, e per quanto già innanzi esposto, 1/12 (ovvero il rapporto tra i 10.000mc da abbancarsi ed i 120.000mc complessivamente autorizzati) del costo degli interventi infrastrutturali di cui all’AIA, pari ad € 266.050,85, accedendo al fondo rotativo.

B. Il Comune di Colobraro, viceversa, non ritiene economico (vedi i costi di cui sopra), opportuno (per quanto esposto in relazione e per le tante problematiche avute dalla discarica negli anni: incendi, perdite percolato, scivolamento rifiuti, franosità diffusa) ed utile (vedi analisi costi per tonnellata) proseguire nella coltivazione/abbancamento delle vasca esistente (le cui opere di chiusura e la post-gestione trentennale potrebbe attestarsi in capo ad un commissario ad acta, il quale potrebbe accedere al fondo rotativo; ovvero al Comune di Colobraro solo previo trasferimento delle relative somme); per cui propone di investire in un diverso progetto di ampliamento della discarica per ulteriori 95.000 mc, di cui si farà a breve promotore, il cui costo dovrebbe essere di circa € 2.000.000 (costo unitario per Tonnellate pari ad € 21, 1); quindi con un costo per tonnellata inferiore di ben € 62,14 ed i cui tempi di realizzazione sarebbero di circa 6mesi, salvo il computo ,dei tempi relativi all’iter autorizzativo regionale; nel qual caso, il Comune di Colobraro si farebbe carico di accedere al fondo rotativo

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per l’intero importo da investire, salvo valutare se realizzare l’intervento in project financing con l’aiuto di imprenditori-gestori privati.

B.1 Nelle more del neo-ampliamento, se ed una volta autorizzato, il Comune di Colobraro potrebbe valutare di realizzare gli interventi di adeguamento limitatamente all’Impianto di preselezione (sia quelli necessari che quelli previsti dall’A.I.A). Ciò consentirebbe, da un lato: di utilizzare da subito l’Impianto per il trattamento dei rifiuti in loco con successiva trasferenza verso le discariche provinciali in attività; dall’altro: di adeguare l’Impianto di preselezione e quanto necessario al funzionamento del neoampliamento.

Peraltro, la riapertura dell’Impianto anche come sola trasferenza, avrebbe degli indubbi benefici: per i tanti Comuni che conferiscono nella discarica comprensoriale; per la salvaguardia occupazionale delle maestranze, ad oggi in cassa integrazione in deroga; per ridurre il carico di lavoro sugli altri Impianti della Provincia.

Inoltre, la ripresa dell’attività dell’impianto di preselezione consentirebbe, da un punto di vista tecnico, di utilizzare la frazione organica, sottoposta a vagliatura nell’impianto di biostabilizzazione, per le operazioni di chiusura della vasca esistente, mentre solo la frazione secca verrebbe condotto nelle discariche provinciali autorizzate, con riduzione dei costi di trasporto per i Comuni interessati.

B.1.1 Nel contempo si garantirebbe anche la riapertura e la gestione dell’eco-punto con ulteriore beneficio per il ciclo dei rifiuti e risparmi nei trasporti per i Comuni conferenti.

Colobraro, 12 febbraio 2013

IL SINDACO

(Andrea BERNARDO)

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Il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Il Responsabile dell’Ufficio Finanziario

(geom. Antonio RINALDI) (Rag. Ubaldo LATRONICO)

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