Comune di CRESPINA 6... · P A O L O B O Z Z I ingegnere - A R C H I T E T T U R A & U R B A N I S...
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Comune di CRESPINA Provincia di Pisa
Proprietà: TIBERI FRANCESCA
via Lustignano n. 2/L – Crespina (PI), loc. Cenaia
c.f. TBR FNC 80M61 G843Z
TIBERI ERICA
via Togliatti n. 4 – Crespina (PI), loc. Cenaia
c.f. TBR RCE 88M49 G843Z
Committente: Associazione Sportiva “A.S.D. Tiro a Volo La Torre”
Progettista: BOZZI PAOLO ingegnere
via San Jacopo n. 33 ‐ Pisa
c.f. BZZ PLA 55P04 G702V
NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE ‐ sovrapposto
PIANO ATTUATIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UN
CAMPO DI TIRO A VOLO IN LOCALITA’ LAVORIA
(UTOE 6A – CRESPINA)
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I N D I C E
ART. 0 PREMESSA pag. 2
ART. 1 OBIETTIVI E CARATTERI GENERALI DEL PIANO pag. 2
ART. 2 CARATTERI INSEDIATIVI PRIMARI pag. 2
ART. 3 CARATTERI ARCHITETTONICI PRIMARI pag. 3
ART. 4 ELABORATI COSTITUTIVI DEL PIANO ATTUATIVO pag. 4
4.1 Documenti pag. 4
4.2 Elaborati grafici pag. 4
ART. 5 OSSERVANZA DELLE NORME E MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PIANO pag. 5
ART. 6 PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI pag. 5
ART. 7 SPAZI ACCESSIBILI AL PUBBLICO: CARATTERI GENERALI E DISCIPLINA pag. 6
7.1 Caratteri generali dei locali pag. 6
7.2 Caratteristiche costruttive e materiali impiegati pag. 6
7.3 Sistemazioni aree a verde pag. 7
7.4 Bacino di compensazione idraulica pag. 8
ART. 8 STRUTTURE PER LA PRATICA DEL TIRO A VOLO: CARATTERI
GENERALI E DISCIPLINA pag. 8
8.1 Strutture previste pag. 8
8.2 Strutture aperte per la copertura delle postazioni di tiro pag. 8
8.3 Vani per il lancio piattelli pag. 9
8.4 Barriera di protezione balistica pag. 9
ART. 9 EDIFICI: CARATTERI GENERALI E DISCIPLINA pag. 10
9.1 Edifici previsti pag. 10
9.2 Caratteristiche costruttive e materiali impiegati pag. 10
9.3 Sistemazione del resede privato pag. 11
9.4 Distanze e limiti di proprietà pag. 12
9.5 Smaltimento liquami pag. 12
ART. 10 ACCESSIBILITA’ ALL’AREA pag. 13
ART. 11 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO pag. 13
ART. 12 FASI DI ATTUAZIONE pag. 13
ART. 13 RELAZIONI SPECIALISTICHE pag. 13
ART. 14 VARIANTI AL PIANO pag. 14
ART. 15 BARRIERE ARCHITETTONICHE pag. 15
ART. 16 DISPOSIZIONI FINALI pag. 16
ART. 17 PRESCRIZIONI DERIVANTI DA VAS pag. 16
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ART. 0 PREMESSA
L’area oggetto del Piano Attuativo si trova all’interno del Comune di Crespina, a nordovest del confine
municipale, a poche centinaia di metri dallo svincolo della SGC FI‐PI‐LI di Lavoria, che immette sulla
SP31 (Lorenzana‐Cucigliana). Il terreno, di tipo agricolo, è costeggiato a nord dal Canale Scolmatore
dell'Arno e a sud dal Torrente Orcina e dall’Antifossetto del Fosso Reale. La sua superficie catastale è
pari a 48.065 mq. L’accesso all’area è garantito dal percorso situato sulla sommità dell'argine che
costeggia lo Scolmatore, il quale si ricollega alla menzionata SP31.
La presente proposta trae origine dalla volontà della società sportiva "A.S.D. TIRO A VOLO LA TORRE",
con sede a Crespina, di realizzare all’interno dell’area in oggetto un campo di tiro a volo.
Con riferimento al vigente Piano Strutturale del Comune di Crespina e sua variante (2013), l’area in
oggetto coincide con la Utoe 6A, che ricade all’interno della Utoe n. 6 – Le Polle, per la quale si prevede
la realizzazione di un «parco ludico‐sportivo» e al cui interno sono consentite le funzioni residenziale,
direzionale e di attività private di servizio.
Sotto l’aspetto della classificazione idraulica, l’area è classificata in due distinte zone Pi3 ad Est e Pi4 ad
Ovest.
ART. 1 OBIETTIVI E CARATTERI GENERALI DEL PIANO
L'obiettivo generale del Piano è quello di creare una campo di tiro a volo all’interno di un più generale
contesto di parco ludico‐sportivo, in attuazione delle disposizioni dettate dal Piano Strutturale 2011,
della variante 2013 per l’Utoe 6 e dall’anticipazione 2013 al RU relativamente all’Utoe 6A.
L’intervento è strutturato in maniera tale da favorire l’integrazione fra il parco e il campo di tiro a volo
propriamente detto. Pertanto, si prevede la realizzazione delle sole strutture strettamente necessarie
all’espletamento delle funzioni, principali e accessorie, legate all’attività di tiro a volo. Inoltre, sono
previste adeguate misure di attenuazione di impatto ambientale, tali da garantire l’integrazione
paesaggistica dell’intervento, ed elevati livelli prestazionali in termini di sostenibilità energetica.
Nei seguenti articoli (artt. 2, 3) viene precisato quali sono i caratteri essenziali e rappresentativi del
progetto.
ART. 2 CARATTERI INSEDIATIVI PRIMARI
a. Il progetto si compone di un parco, accessibile al pubblico, di una zona sportiva, accessibile solo a chi
svolge l’attività di tiro e di un’area edificabile per le funzioni di supporto all’attività sportiva, agli
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sportivi e ai visitatori. Il parco si sviluppa in senso longitudinale (direzione est‐ovest), in
continuità/contiguità rispetto alla zona sportiva, secondo la logica del parco lineare. La viabilità
carrabile principale si attesta lungo i limiti sud ed est dell’area.
b. Il progetto prevede la realizzazione di al massimo 6 5 postazioni di tiro (sormontate da altrettante
strutture aperte di copertura), che costituiscono il nucleo dell’attività sportiva, e di 2 edifici (di
servizio e per il ricovero mezzi) localizzati all’interno di una specifica area edificabile (si veda
l’estratto di RU in Tav. 1), che tiene conto della risultanza degli studi idrogeologici e idraulici.
c. Il progetto prevede la creazione di un sistema di spazi collettivi costituito da un punto di accesso
pedonale, una piazza centrale, situata all’interno dell’area edificabile, e un sistema di percorsi
pedonali che attraversano il parco in tutta la sua lunghezza e mettono in relazione fra loro gli edifici,
le postazioni di tiro, la piazza, la viabilità principale e i parcheggi.
d. La definizione degli spazi collettivi e relazionali risulta strettamente legata alla localizzazione e alla
morfologia degli edifici e delle postazioni di tiro, che costituiscono lo scheletro dell’impianto
urbanistico nel suo complesso.
ART. 3 CARATTERI ARCHITETTONICI PRIMARI
Dovendosi confrontare con la dimensione percettiva del territorio aperto gli edifici saranno improntati
alla massima semplicità architettonica e volumetrica e potranno richiamare i caratteri della tradizione
(linearità, compattezza, ecc.). Per quanto riguarda invece il disegno del sistema delle aperture (finestre,
tettoie, porticati, ecc.) si ricerca una connotazione degli edifici in senso contemporaneo, in modo da
evitare forme improprie di mimetismo antistorico.
Per garantire un corretto inserimento paesaggistico, le strutture poste a copertura delle postazioni di
tiro dovranno essere realizzate mediante l’utilizzo di materiali leggeri e, quando non interferisca con
l’attività di tiro, dovrà essere favorita l’intervisibilità.
Particolare importanza dovrà essere posta sulla sequenza percettiva di accesso all’area. Il percorso
pedonale principale che conduce alla piazza antistante il ristorante, dove sarà collocata una struttura‐
simbolo che potrà arricchirsi di bandiere e/o stendardi per le manifestazioni sportive, dovrà essere ben
percepibile dalla zona di ingresso all’area, in maniera da comunicare con immediatezza l’ubicazione del
cuore funzionale e distributivo del complesso.
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ART. 4 ELABORATI COSTITUTIVI DEL PIANO ATTUATIVO
Costituiscono parte integrante del presente Piano di Recupero i seguenti elaborati:
4.1 Documenti
Documentazione fotografica
Relazione illustrativa
Relazione di fattibilità
Norme tecniche di attuazione
Render di progetto
Relazione geologica (Dott. Geol. Claudio Nencini)
Relazione idraulica (Ing. Silvia Lucia) ‐ Integrazioni (Studio HS Ingegneria)
Relazione acustica (Dr. Rosi)
Valutazioni Ambientale Strategica (Dr. Agr. Elisabetta Norci)
Schema di convenzione
4.2 Elaborati grafici
Tav.1 – Inquadramento territoriale 1:10000/1:5000
Estratto CTR; estratto do RU; foto aerea; immagini del contesto ambientale;
Tav.2 – Stato di fatto 1:2500/1:500
Analisi fotografica del paesaggio e della vegetazione; sezione ambientale;
Tav.3 – Contestualizzazione del progetto 1:2500/1:500
Foto aerea; render di progetto; sezione ambientale;
Tav. 4 – Stato modificato 1:500/1:200
Masterplan generale; sezioni ambientali; render di progetto;
Tav. 5 – Stato modificato – Impianti e verifiche 1:10000/1:1000/1:500
Schemi: approvvigionamento idrico e depurazione; smaltimento acque meteoriche; autorizzazioni;
energia elettrica; verifica degli standard;
Tav. 6 – Stato modificato – Indicazioni progettuali 1:500/1:100
Sistemazione del verde; schema di illuminazione; sezioni con indicazioni dei materiali;
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ART. 5 OSSERVANZA DELLE NORME E MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PIANO
Qualunque intervento di carattere edilizio‐urbanistico s'intenda attuare nell'ambito degli immobili e
delle aree scoperte ricadenti all'interno della perimetrazione indicata nelle tavole di progetto di cui al
precedente articolo, dovrà essere realizzato secondo quanto prescritto dalle presenti NTA, nel rispetto
delle più generali norme derivanti dal Piano Strutturale del Comune di Crespina e sua variante per
l’Utoe 6, dal Regolamento Urbanistico e sua anticipazione per l’Utoe 6A e dal Regolamento Edilizio, dei
regolamenti FITAV, CONI e della normativa nazionale relativa alla realizzazione di impianti sportivi
all’aperto, nonché delle norme del Regolamento d'Igiene e di tutte quelle norme e regolamenti previsti
in materia dallo Stato e dalla Regione Toscana.
Il presente intervento, oltre ad implicare la stipula di un’apposita convenzione con il Comune di
Crespina per la regolamentazione della realizzazione delle opere di urbanizzazione, è subordinato al
rilascio del Permesso per Costruire.
Il piano attuativo è costituito da una unica unità di intervento in modo da garantire un carattere
unitario alla trasformazione.
ART. 6 PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI
Superficie territoriale: 48065 mq
Superficie fondiaria (area edificabile): 7100 mq
Destinazioni d’uso: residenziale, direzionale e di att. private di servizio
Parametri di progetto
Rapporto di copertura (Rc) max: 15%
Numero massimo di edifici: 2
Numero massimo di postazioni di tiro: 6 5
Altezza massima edifici e strutture:
edificio A (di servizio) 7 m
edificio B (per il ricovero mezzi) 4,5 m
strutture di copertura delle postazioni di tiro 4,5 m
pareti laterali delle strutture di protezione 5,5 m
barriera balistica 14 m circa
(con limitati margini di oscillazione dettati
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da motivi di sicurezza balistica)
Slc (max):
funzione residenziale 120 mq
funzione direzionale e di attività private di servizio 500 mq
It (indice di fabbricabilità territoriale): 0,06 mc/mq
If (indice di fabbricabilità fondiaria): 0,35 mc/mq
ART. 7 SPAZI ACCESSIBILI AL PUBBLICO: CARATTERI GENERALI E DISCIPLINA
7.1 Caratteri generali
Gli spazi accessibili al pubblico sono stati progettati secondo una logica tendente a massimizzare gli
spazi di fruizione del parco lineare: la viabilità è posta ai margini sud ed est dell’area in oggetto; i
parcheggi sono tutti lungo strada, per ridurre al minimo gli spazi di manovra; gli edifici sono posti agli
estremi dell’area edificabile, mentre al centro della stessa è posizionata la piazza.
La connessione fra zona dell’attività sportiva, area verde, piazza, parcheggi e viabilità carrabile è
garantita dalla presenza di percorsi pedonali di collegamento.
Oltre alla piazza principale, dove verrà collocata la struttura simbolo di cui all’art. 3, è prevista la
creazione di una piccola piazza in corrispondenza della zona di accesso pedonale all’area, al fine di
rendere tale spazio riconoscibile.
7.2 Caratteristiche costruttive e materiali impiegati
Le piazze, quella centrale e quella di accesso alla zona pedonale, potranno essere realizzate con un
pavimento in legno o in masselli autobloccanti, oppure in terra battuta, ghiaia o asfalto natura. In
corrispondenza della piazza centrale, sarà posizionata una struttura simbolo (in metallo o legno) che
potrà arricchirsi di bandiere e/o stendardi per le manifestazioni sportive. Il posizionamento delle
alberature non dovrà ostacolare la percezione di tale spazio dalla piazzetta di ingresso.
Sulla piazza saranno collocate, oltre alla struttura di cui sopra, anche panchine e/o altri tipi di sedute e
attrezzature per una migliore fruizione dello spazio.
Il percorso pedonale principale dovrà essere largo almeno 1,5 metri e attraversare senza interruzioni
tutta l’area in direzione est‐ovest, dalla piazzetta di ingresso fino al settore ovest del parco al bacino di
compensazione idraulica. Questo sarà realizzato, come gli altri tratti di percorso pedonale, in masselli
autobloccanti (tipo “Mattoncorte” o simili), scelti in colore naturale in armonia con le altre
pavimentazioni e con il contesto, oppure in asfalto natura o in ghiaia.
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Le aree a parcheggio sono progettate in maniera tale da minimizzarne l'impatto mediante la
collocazione di opportune alberature di schermatura e ombreggiatura. Per lo stesso motivo, tutti gli
stalli saranno realizzati preferibilmente in grigliato inerbito, ad eccezione dei parcheggi situati a destra
del viale di ingresso (realizzati con lo stesso materiale della viabilità principale, ovvero strada bianca
tradizionale o terreno stabilizzato) e dell’area di carico/scarico posta a sud dell’edificio A, realizzata in
masselli autobloccanti.
La progettazione dell’illuminazione esterna sarà conforme alla legislazione regionale sull’inquinamento
luminoso1, con utilizzo di corpi illuminanti (per le piazze, i parcheggi ed i percorsi) tali da garantire
l’assenza di flusso luminoso verso la volta celeste. Quando possibile, si dovranno preferire apparecchi di
illuminazione a pavimento o a muro, il più possibile integrati con gli edifici e/o con le altre strutture
presenti (tettoie di protezione delle piazzole di tiro, struttura per stendardi e bandiere, ecc.), oltre che
con il percorso pedonale.
7.3 Sistemazioni aree a verde
Il progetto prevede la conservazione delle specie arboree esistenti (pioppo, alloro, pino silvestre, acacia,
leccio e cipresso), integrandole all’interno del parco, all’interno del quale è prevista la messa a dimora
di ulteriori alberature di tipo autoctono ed a bassa manutenzione (quali gelso, acero riccio, acero
americano, frassino massimo, laurotino, ecc.), possibilmente a foglia caduca e resistenti ai venti
salmastri tipici delle zone prossime al litorale. In particolare, si prevede il prolungamento del filare
esistente sul margine sud del lotto, quello affiancato della nuova viabilità, garantendo anche
l’ombreggiatura dei parcheggi lungo strada. I parcheggi posti ai due lati del viale d’ingresso, lungo il
margine est del lotto, dovranno essere posizionati in maniera tale da rispettare la posizione delle
alberature esistenti, usufruendo dell’ombra de essi generata.
Tra i parcheggi posti a sud e il percorso interno al parco saranno posizionate opportune siepi o strutture
verticali (in metallo, legno, ecc.) per la crescita di piante rampicanti, in maniera tale da schermare la
vista delle auto dall’interno del parco, come indicato negli elaborati grafici relativi allo stato modificato.
Come indicato nell’art. 1 del Regolamento FITAV sulla sicurezza degli impianti, fra la zona dell’attività
sportiva e la zona spettatori devono essere frapposte “barriere fisse o mobili”. A tal fine, lungo il limite
di attestazione delle piazzole di tiro (Tav. 1, estratto di RU) dovrà essere realizzata una recinzione
mediante una siepe multiessenza a sviluppo naturale, di altezza minima di 110 cm2, che potrà essere
1 D.G.R.T. del 27/8/2004, n. 815, Linee Guida per la progettazione, l’esecuzione e l’adeguamento degli impianti di illuminazione esterna, in attuazione della L.R. del 21/3/2000, n. 37, Norme per la prevenzione dell'inquinamento luminoso. 2 Art. 1 del Regolamento FITAV inerente la sicurezza degli impianti.
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affiancata da una palizzata in legno o metallo. A questo sistema potrà essere preferito l’utilizzo di
piante rampicanti su appositi sostegni metallici o in legno, sempre che sia rispettata l’altezza minima
prescritta e non venga preclusa agli spettatori la visione del campo di tiro.
Per una migliore fruizione del parco, saranno infine sistemate sedute lungo i percorsi pedonali e
attrezzature di vario genere (tavoli per il picnic, giochi per bambini, strutture per la ginnastica
all’aperto, ecc.).
7.4 Bacino di compensazione idraulica
Come conseguenza dei movimenti di terra previsti in fase di esecuzione e della messa in sicurezza degli
edifici, dovrà essere creato un bacino di compensazione idraulica nella zona nord‐ovest dell’area in
oggetto (per approfondimenti tecnici, si rimanda alla Relazione idraulica dell’Ing. Silvia Lucia ed alle
integrazioni dello Studio HS Ingegneria).
Tale bacino dovrà formare parte del parco e potrà essere utilizzato per ulteriori attività ludiche e/o
sportive (pesca sportiva, noleggio barche/pedalò, balneazione, ecc.), a patto che vengano acquisite le
autorizzazioni delle autorità competenti e siano garantite adeguate condizioni di igiene e sicurezza, per
le quali si rimanda alla normativa in materia, da verificarsi in sede di Permesso di Costruire.
ART. 8 STRUTTURE PER LA PRATICA DEL TIRO A VOLO: CARATTERI GENERALI E DISCIPLINA
8.1 Strutture previste
L’articolazione planivolumetrica del campo di tiro a volo è stata definita in coerenza con il Regolamento
Tecnico FITAV per la specialità fossa olimpica o trap e del Regolamento FITAV inerente la sicurezza degli
impianti (elaborato a seguito del D.M. 18/3/1996), ai quali si rimanda per gli approfondimenti
progettuali in fase di permesso di costruire. All’interno dello spazio destinato all’attività di tiro
propriamente detta (o spazio dell’attività sportiva – art. 1 del regolamento FITAV sulla sicurezza degli
impianti) sono presenti le seguenti strutture:
a) strutture aperte per la copertura delle postazioni di tiro (n. 6 5max)
b) vani per il lancio dei piattelli (in numero uguale al n. di postazioni di tiro)
c) barriera di protezione balistica
Le strutture, i munufatti, le attrezzature per la pratica del tiro a Volo che ricadono in zona Pi4 devono
ottemperare ai disposti della L.R. 21/2012.
8.2 Strutture aperte per la copertura delle postazioni di tiro
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L’orientamento delle postazioni è definito in base alla direzione di tiro, che per evitare l’abbagliamento
è stata fissata da sud a nord. Le strutture di copertura delle postazioni di tiro dovranno essere aperte
almeno sul lato nord, nella direzione del tiro, e pertanto non costituiscono Superficie Utile Lorda né
volume.
Sui restanti lati (sud, ovest ed est), i tamponamenti dovranno essere parziali, in maniera tale da
consentire la “trasparenza idraulica” delle strutture.
a) Per le postazioni situate all’interno dell’area con Pericolosità Idraulica PI3 è consentito il
tamponamento fino a terra a patto che le strutture vengano posizionate ad una quota di auto‐
sicurezza idraulica. In sede di Permesso di Costruire, le condizioni di trasparenza idraulica e auto‐
sicurezza idraulica dovranno essere verificate mediante specifici studi idraulici di dettaglio.
Le postazioni di tiro rientrano nella definizione di “Tettoie” classificate quali superfici accessorie che
non costituiscono SUL secondo il Regolamento 64/R 2013, art. 10.3.e ed Allegato A, Parte II.
b) In Zona Pi4 le coperture a protezione delle zone di tiro garantiscono il rispetto della LR 21/2012
infatti:
‐ rientrano nella definizione di “Tettoie” classificate quali superfici accessorie che non
costituiscono SUL secondo il Regolamento 64/R 2013, art. 10.3.e ed Allegato A, Parte II.
‐ Saranno realizzate con modalità tecniche e di esecuzione che le configurano quali “manufatti
semplicemente ancorati al suolo senza opere murarie”. Secondo il disposto della LR 65/2014,
art.136, attività edilizia libera.
In Zona Pi4 è consentita la installazione di altri manufatti di servizio comunque rispondenti alla LR
21/2012, ricompresi nell’ambito della LR 65/2014, art.136, attività edilizia libera ed art.137, opere,
interventi e manufatti privi di rilevanza edilizia
Per un corretto inserimento paesaggistico all’interno del parco, tali strutture dovranno comunque
essere realizzate per mezzo di materiali leggeri (acciaio o legno) e dovrà essere favorita l’intervisibilità,
ad esempio mediante l’utilizzo parziale di pareti vetrate. Per migliorare le condizioni d’uso delle
postazioni di tiro, le pareti laterali della struttura (quelle parallele alla linea di tiro) potranno essere
opache. Queste ultime, potranno essere utilizzate per l’affissione di immagini pubblicitarie.
8.3 Vani per il lancio dei piattelli
L’orientamento dei vani che contengono le macchine per il lancio dei piattelli è definito dalla posizione
delle postazioni di tiro, rispetto alle quali dovranno essere paralleli e a una distanza tale da consentire
che la pedana di tiro sia posizionata a 15 m dalle macchine per il lancio (art. T.1.1 del Regolamento
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Tecnico FITAV).
Detti vani costituiscono dei volumi tecnici interrati ricompresi dalla L.R. 65/2014 all’art.136 (Attività
edilizia libera), comma 2/d
Le macchine lancia piattelli dovranno essere posizionate in fosse protette coperte da un tetto “la cui
parte superiore deve trovarsi allo stesso livello delle pedane di tiro” (art. T.1.1 del Regolamento Tecnico
FITAV). Tali strutture interrate saranno realizzate in C.A. e presenteranno, sul lato nord, un’apertura
lungo tutta la lunghezza per consentire la fuoriuscita dei piattelli. Per un migliore inserimento
paesaggistico, la copertura sarà inerbita.
8.4 Barriera di protezione balistica
La barriera di protezione balistica è costituita da un terrapieno di massimo 10 8 m di altezza, rastremato
verso l’alto, al quale si somma una rete in acciaio inox a maglie fitte di massimo 5 7 m, sostenuta da una
struttura costituita da pali metallici. Tale sistema di protezione è posto sul lato nord e su parte del lato
est (solo in corrispondenza delle direzioni di tiro), in maniera tale da evitare che i residui generati
dall’attività di tiro oltrepassino il confine di proprietà o ricadano sul viale d’accesso.
Per favorire la raccolta dei rifiuti, il terrapieno dovrà essere ricoperto da un telo realizzato in materiale
plastico verde, in maniera da simulare il colore dell’erba e quindi limitare l’impatto visivo della struttura
dall’interno oltre che dall’esterno dell’impianto (si vedano le immagini contenute nella Tav. 3).
Sul lato est, laddove non ricadono i residui di tiro, il terrapieno è stato ridotto in larghezza e in altezza,
in maniera da limitare l’impatto visivo e la quantità di terra di riporto utilizzata.
Nel caso comprovate esigenze di sicurezza derivanti da studi e valutazioni di carattere balistico
connesse all’attività, il disegno del terrapieno potrà essere modificato, anche andando in deroga alle
altezze massime. È consentito altresì l’avvicinamento del terrapieno all’argine dello scolmatore, previo
parere delle autorità competenti. In ogni caso, dovrà essere valutata in fase di Permesso per Costruire
l’eventuale necessità di misure volte a mitigare l’impatto visivo della struttura.
Per l’intervento relativo alla realizzazione della barriera di contenimento del piombo, nell’ambito di
un’attività di tiro a volo, l’ASD Tiro a Volo la Torre è già in possesso del relativo Nulla Osta della
Provincia di Pisa, Servizio Difesa del Suolo, U.O. Idraulica, rilasciato con provvedimento n. 805 del 21
gennaio 2013, a seguito di specifica richiesta depositata in data 15 giugno 2012 e successive
integrazioni (si veda la Tav. 5).
ART. 9 EDIFICI: CARATTERI GENERALI E DISCIPLINA
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9.1 Edifici previsti
L'assetto planivolumetrico definito dagli elaborati di progetto individua due edifici: il primo (identificato
nelle tavole di progetto come edificio A), ospiterà i servizi accessori all’attività di tiro a volo
(bar/ristorante, abitazione del custode, armeria, servizi igienici, ecc.); il secondo (edificio B), fungerà da
deposito munizioni/piattelli e ricovero mezzi.
Entrambi gli edifici constano di un solo piano fuori terra. Per quanto riguarda l’edificio A, è consentito
che si possa articolare fino a due piani fuori terra, a patto che non vengano superati i valori di Slc e
altezza massimi indicati all’art. 6. Tali caratteristiche dovranno comunque rispettare le disposizioni
dettate in materia dal Regolamento Edilizio comunale.
Per entrambi gli edifici, sono consentite le modifiche della forma in pianta, della sezione principale,
dell’inclinazione delle falde o della posizione all’interno dell’area edificabile, a patto che le nuove scelte
architettoniche non compromettano le caratteristiche energetiche degli edifici, di cui all’art. 9.2.
Sono inoltre consentite leggere ridistribuzioni di volume tra i due edifici.
9.2 Caratteristiche costruttive e materiali impiegati
Le caratteristiche costruttive e i materiali dovranno essere ispirate ai caratteri architettonici primari
definiti all’art. 3 delle presenti norme. Le pareti potranno essere realizzate in muratura, così come
mediante elementi metallici o in legno. Le finiture esterne potranno essere realizzate mediante
intonaco, oppure attraverso elementi metallici o legno per esterni.
Compatibilmente con l’introduzione di opportune misure di compensazione volte a mantenere elevate
le prestazioni energetiche degli edifici (si vedano i paragrafi successivi), si potrà far ricorso ad ampie
superfici vetrate, fisse o mobili, al fine di garantire una maggiore compenetrazione visiva fra il parco e
gli edifici.
Al fine di creare una maggiore connessione fra gli edifici e gli spazi esterni, l’edificio A potrà essere
corredato di una struttura esterna (porticato, pergolato, tettoia, ecc.) lungo il lato prospiciente il parco,
che potrà ospitare tavoli e sedute di vario genere, a formare uno spazio di socialità all’aperto.
Le coperture potranno essere realizzate in laterizio ma potranno essere realizzate anche coperture
metalliche in rame o altre leghe, che saranno comunque da valutare (in sede di Permesso per Costruire)
con una particolare attenzione alla compatibilità paesaggistica, anche in considerazione del particolare
sfondo in cui vengono percepiti gli edifici.
Gli edifici, a livello di progetto e realizzazione, dovranno perseguire i principi della sostenibilità e del
risparmio energetico, secondo le normative vigenti in materia, in particolare per quanto attiene
l’utilizzo di fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico), materiali e tecnologie bioclimatiche, la
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protezione acustica, il recupero delle acque meteoriche.
Le abitazioni saranno dotate di una serie di misure finalizzate al risparmio idrico quali l’installazione di
cassette di scarico a doppio comando nei servizi sanitari, l'impiego di erogatori d’acqua a flusso ridotto,
sistemi a basso consumo di acqua per l’irrigazione dei giardini e delle aree verdi (ad esempio serbatoi di
raccolta delle acque meteoriche).
Tutte le componenti tecniche/impiantistiche (pannelli solari e fotovoltaici, serbatoi di accumulo delle
acque meteoriche, locali impianti, ecc.) saranno integrate architettonicamente o celate alla vista
mediante l’uso di schermature di tipo naturale (alberature, cespugli ed arbusti, pannelli in legno, ecc.)
in modo da inserirsi nel contesto senza creare impatti visivi negativi.
9.3 Sistemazione del resede privato
E’ prevista per l’abitazione del custode la possibilità di realizzare un giardino privato. E’ auspicabile che
la sistemazione del medesimo sia improntata a caratteri di naturalezza, utilizzando prevalentemente
essenze autoctone; dato che il giardino si trova anch’esso all’interno del parco, la sistemazione del
verde privato dovrà essere progettata in armonia con l’ambiente naturale circostante e con le
sistemazioni delle aree a comune.
I parcheggi pertinenziali interni al resede dovranno essere pavimentati con grigliato inerbito o con
autobloccanti ad elevata permeabilità.
La recinzione verso gli spazi collettivi potrà essere realizzata in forma di siepe libera o piante rampicanti
a mimetizzare recinzioni più leggere in metallo o legno.
Sarà possibile integrare la funzionalità del resede mediante strutture leggere (quali tettoie, pergolati,
annessi, ecc.) purché l’insieme dei manufatti si integri con il parco circostante e faccia riferimento alle
disposizioni del Regolamento edilizio comunale, oltre che rispettare criteri di coerenza progettuale
rispetto al contesto.
9.4 Distanze e limiti di proprietà
Le indicazioni grafiche contenute nel presente Piano forniscono una proposta planimetrica di
localizzazione degli edifici e suddivisione dei resede avente carattere indicativo.
In fase di Permesso di Costruire, nell'ambito della soluzione tipologica proposta per edifici e strutture e
nei limiti di aggiustamenti che potranno emergere dalla progettazione definitiva o da un diverso
accorpamento degli edifici, saranno individuati e dettagliati tutti gli elementi architettonici, le posizioni
di ogni edificio, il disegno degli spazi accessibili al pubblico e del resede privato, rispettando comunque
le distanze minime di:
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10 metri tra i rispettivi fronti degli edifici; 5 metri dai confini di terzi; 5 metri dalla viabilità vicinale.
9.5 Smaltimento liquami
L’area in oggetto non è servita dal sistema di fognatura nera comunale e non è prevista la sua
realizzazione nel prossimo futuro. Pertanto, sarà necessario individuare un sistema autonomo e
appropriato di trattamento. Ai sensi del DPGR n. 76/R del 17 dicembre 2012, si prevede l’introduzione
dei seguenti elementi costitutivi:
Degrassatore
Fossa Imhoff + Filtro Percolatore con reflui in tabella III
Recapito in corso d’acqua superficiale (antifossetto del Fosso Reale)
Il sistema dovrà essere dimensionato in base agli abitanti equivalenti, ragguagliati tenendo conto delle
singole attività e funzioni previste per l’area.
Ai sensi dell’art 36 sexies del citato DPGR n. 76/R, dovranno inoltre essere rispettate le seguenti
distanze minime per l’utilizzazione agronomica dei liquami:
30 m dal pozzo artesiano di nuova creazione
10 m dall’argine dell’Antifossetto del Fosso Reale
ART. 10 ACCESSIBILITA’ ALL’AREA E CARATTERISTICHE DELLA VIABILITA’ INTERNA
Come indicato nella Tav. 1, l’accessibilità all’area è garantita dalla viabilità di servizio lungo l’argine dello
scolmatore che si immette nella Strada Provinciale n. 31 Cuciglilana‐Lorenzana.
L’ASD Tiro a Volo la Torre è già in possesso della relativa Autorizzazione per l’accesso all’area tramite
viabilità di servizio arginale, rilasciata della Provincia di Pisa, Dipartimento del Territorio, U.O.
Concessioni, con provvedimento n. 039331 del 22 ottobre 2012, a seguito di specifica richiesta
depositata in data 6 luglio 2012 (si veda la Tav. 5).
La viabilità interna potrà essere realizzata come una strada bianca tradizionale o come terreno
stabilizzato (tipo Stabisoil Mapei o simili), oppure in ghiaia o in terra.
ART. 11 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
L’area non è servita dal pubblico acquedotto pertanto l’approvvigionamento idrico dovrà essere
garantito da un pozzo artesiano di portata stimabile nell’ordine dei 100‐150l/min.
Il pozzo dovrà essere realizzato adottando tutti i criteri tecnologici atti a garantire la protezione della
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falda da eventuali inquinanti superficiali. L’autorizzazione alla “ricerca di acque sotterranee e
concessione alla derivazione” dovrà seguire l’iter previsto dagli artt. 4 e 5 del “Regolamento acque
pubbliche” della Provincia di Pisa. Per la definizione di potabilità delle acque si dovranno seguire le
indicazioni di ASL e ARPAT.
ART. 12 FASI DI ATTUAZIONE
Il presente Piano Attuativo prevede la possibilità di attuazione per fasi successive, ciascuna oggetto di
specifico Permesso per Costruire e specifica Certificazione di agibilità. Per ognuna delle fasi previste,
l’intervento dovrà comunque essere inserito all’interno del progetto di insieme, del quale si dovranno
rispettare i criteri e le finalità generali.
Per l’esercizio dell’attività dovranno essere garantite, in ogni fase di attuazione, i requisiti normativi
relativi:
‐ all’accessibilità e parcheggio;
‐ alla sicurezza;
‐ alle norme igienico‐sanitarie;
‐ ad ogni altra tipologia di normativa inerente in funzione del tipo di attività svolta.
ART. 13 RELAZIONI SPECIALISTICHE
Le indicazioni e le prescrizioni contenute all’interno delle apposite relazioni specialistiche, di cui al
punto 4.1 (Relazione geologica, Relazione idraulica, Relazione acustica, Valutazioni Ambientale
Strategica), costituiscono parte integrante delle presenti Norme Tecniche di Attuazione.
Con riferimento alle problematiche di carattere idraulico e idrogeologico le indicazioni di carattere
prescrittivo e di carattere descrittivo sono desumibili direttamente dagli appositi studi dell'Ing. Silvia
Lucia e Studio HS Ingegneria (per gli aspetti idraulici) e dal dott. Geologo Claudio Nencini (per gli aspetti
idrogeologici.
ART. 14 VARIANTI AL PIANO
Sono da considerarsi varianti al presente Piano:
a) Variazione della funzione prevalente prevista dal Piano (campo di Tiro a Volo);
b) Modifiche sostanziali all’assetto planimetrico degli spazi comuni primari, definito agli articoli 2 e
7.1 e negli elaborati grafici di progetto (aree a parcheggio, piazza, percorsi pedonali principali e
viabilità interna);
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c) Modifiche sostanziali all’impianto planivolumetrico degli edifici e delle strutture per la
copertura delle postazioni di tiro, con riferimento a quanto stabilito dagli artt. 2 e 3 e 8.2;
d) Modifica dei parametri di progetto stabiliti all’art. 6;
Non sono da considerarsi varianti al Piano:
a) Lievi modifiche ai confini o alle quote planimetriche di progetto dovute a successivi rilievi di
dettaglio e modifiche dei livelli del terreno comunque validati da studi idraulici specifici;
b) I tracciati delle reti di fognatura nera e bianca, che sono schematici e suscettibili di variazioni in
fase di definizione del progetto edilizio per il rilascio del Permesso per Costruire;
c) Il sistema di smaltimento proposto e dettagliato in Tav. 5 e all’art. 9.5, il quale potrà essere
sostituito da altro sistema di depurazione ritenuto adeguato dai tecnici dell’Ufficio comunale
preposto;
d) Modifica delle distanze dai confini e tra i vari fabbricati, mantenendo comunque una distanza
minima delle nuove costruzioni di 5 metri dalla strada vicinale e dai confini di Piano ed una
distanza di almeno 10 metri tra gli edifici;
e) Modifica dei valori di Superficie Coperta, Superficie Utile Lorda, Volume Urbanistico e Volume
Accessorio indicati in Tav. 5, nei limiti indicati dall’art. 6 delle presenti norme;
f) Modifica della superficie complessiva a parcheggio e del numero di stalli, purché in conformità
con la L.122/89, con gli standard e con i contenuti dell’art. 7.1 delle presenti norme;
g) Modifica della superficie permeabile complessiva di progetto, purché in conformità con il DCR
230/94;
h) Modifiche al disegno del resede privato;
i) Diminuzione del numero di piazzole di tiro;
j) Uso di materiali differenti rispetto a quelli indicati nelle presenti Norme, purché con
caratteristiche funzionali e formali paragonabili;
k) Spostamento di una piazzola di tiro dalla zona Pi4 alla zona Pi3 (vedere Allegato A);
l) Spostamento e dimensione del bacino di compensazione idraulica secondo specifici studi
idraulici attinenti agli strumenti urbanistici;
m) Spostamento di viabilità pedonale interna e sistemazione a verde
n) Ubicazione (e distanza relativa) tra le postazioni di tiro nell'ambito della zona sportiva e della
zona di sovrapposizione e tra la zona sportiva e l’area a verde (parco lineare).
ART. 15 BARRIERE ARCHITETTONICHE
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Il progetto esecutivo e la realizzazione delle opere descritte dovranno rispettare le diverse disposizioni
in materia di superamento delle barriere architettoniche (Legge n.13 del 9 gennaio 1989, D.M. n.236
del 14 giugno 1989, D.P.R. n.503 del 24 luglio 1996).
Il percorso pedonale centrale dovrà essere posizionato ad una quota pressoché costante e dovrà
comunque prevedere opportuni raccordi per colmare eventuali dislivelli o per raggiungere gli altri
elementi del sistema di spazi accessibili al pubblico (art. 7) mediante rampe con pendenza
preferibilmente inferiore all’8%, al fine di ottenere la completa percorribilità del percorso ed il diretto
collegamento con le due aree a parcheggio.
Nel caso in cui, per ragioni architettoniche vengano mantenuti eventuali dislivelli tra le diverse
pavimentazioni contigue (di piazza, percorsi, stalli e parcheggi), questi dovranno essere contenuti in
massimo 2,5 cm, in modo da risultare agevolmente superabili anche mediante sedia a ruote.
ART. 16 DISPOSIZIONI FINALI
Per tutto quanto non sia espressamente regolato dai precedenti articoli, si rimanda alle disposizioni
degli strumenti urbanistici vigenti del Comune di Crespina, alla legislazione urbanistica ed edilizia
vigente in materia, al Regolamento Tecnico FITAV per la specialità fossa olimpica o trap e al D.M.
18/3/1996, concernente “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”, da
cui discende il Regolamento FITAV inerente la sicurezza degli impianti.
ART. 17 PRESCRIZIONI DERIVANTI DA VAS
MISURE DI MITIGAZIONE ‐ Le seguenti prescrizioni sono valide per la redazione di tutto il progetto
relativo all'area di tiro a volo:
- Dovrà essere effettuata un’attenta progettazione delle opere per la mitigazione
dell’impatto acustico presso le postazioni di tiro al fine di minimizzare anche eventuali effetti di
riverbero.
- Dovranno essere attuati tutti gli elementi necessari per l’intercettazione e raccolta dei residui di
tiro (piombo, piattelli, borre e bossoli), che dovranno essere smaltiti nel rispetto delle norme e
leggi vigenti.
- Saranno necessarie ulteriori indagini fonometriche quando l’attività entrerà pienamente in
funzione o in corso d’opera per verificare l’efficacia degli interventi che via via verranno
realizzati.
- Il livello di rumore effettivamente prodotto dal nuovo impianto non dovrà essere superiore a
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quello misurato nei sopralluoghi effettuati o ricavato dalle estrapolazioni effettuate.
- Poiché il rumore prodotto dal nuovo impianto andrà a sommarsi a quello esistente, la
compatibilità acustica è valida a condizione che, quando la nuova attività sarà avviata, anche il
rumore esistente non sia superiore in maniera significativa a quello attuale.
- La sistemazione degli spazi esterni dovrà essere effettuata utilizzando piante autoctone in
coerenza con il contesto perifluviale in cui l’intervento si va a collocare.
- Dovrà essere effettuata un’attenta progettazione volta a limitare la visibilità della
recinzione e delle strutture di sostegno soprastanti il terrapieno.
- Dovranno essere mantenuti gli elementi strutturanti il paesaggio rurale attraverso la
conservazione e la valorizzazione dei residui degli elementi vegetazionali, della viabilità
poderale e garantendo inoltre l’efficienza del sistema di regimazione e di scolo delle acque.
- Particolare attenzione dovrà essere impiegata nel garantire un elevato livello di qualità
paesaggistica nel rapporto visuale tra margine dell’edificato e contesto rurale circostante.
- La scelta dei materiali, dei colori e delle altezze dei nuovi edifici dovrà tenere conto del contesto
paesaggistico di riferimento al fine di non alterarne la qualità morfologica e percettiva.
- Qualsiasi modifica all'assetto progettato, in particolare per quanto riguarda le aree soggette a
riporto, comporta la necessità di eseguire nuovamente i calcoli del volume da compensare,
sempre con riferimento alla quota assoluta di allagamento stimata (tratta da Relazione Idraulica
integrativa ‐ H.S. INGEGNERIA Srl).
- Le aree destinate al recupero del volume non dovranno risultare isolate idraulicamente rispetto
al piano campagna esterno. Sarà quindi necessario prevedere efficaci collegamenti idraulici tra
le aree circostanti e l'interno del comparto (tratta da Relazione Idraulica integrativa ‐ H.S.
INGEGNERIA Srl)..
- Per garantire lo smaltimento delle acque in condizioni ordinarie, sia all'interno che all'esterno
dell'area in trasformazione, è necessario:
‐ ripristinare deviandolo il reticolo minore intercettato dalle aree in riporto;
‐ realizzare una canaletta di scolo delle acque all'interno delle aree di scavo, che
convogli le acque alla zona con scavo a ‐1.90m, con conseguente scarico mediante
la tubazione diametro 1000mm esistente, da dotare di adeguata ventola antiriflusso
(tratta da Relazione Idraulica integrativa ‐ H.S. INGEGNERIA Srl)..
- Si raccomanda, date le incertezze insite nelle valutazioni di natura idraulica e il fatto che le
simulazioni a supporto del Piano Strutturale sono state effettuate nell'ipotesi di sormonto
arginale in assenza di rotture dei presidi di protezione idraulica del territorio, di posizionare i
beni a quota superiore rispetto ai +5.98 m slm stimati, adottando un congruo franco di
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sicurezza (tratta da Relazione Idraulica integrativa ‐ H.S. INGEGNERIA Srl).
- I parametri geotecnici assunti nelle verifiche di stabilità del rilevato dovranno essere confermati
sulla base di opportune indagini geognostiche post esecuzione del rilevato (tratta dalla
Comunicazione del Genio Civile del 19/04/2016).
- La verifica geotecnica per la condizione sismica di cui all’Allegato C (Strato limite terreno di
fondazione) della Relazione Geologica dovrà essere rivalutata, ricorrendo ad un codice di
calcolo che implementi una modellazione del rilevato in terra senza dover introdurre un
coefficiente di struttura improprio per tale opera (tratta dalla Comunicazione del Genio Civile
del 19/04/2016).
- La verifica geotecnica per la condizione sismica di cui all’Allegato F (plinto) della Relazione
Geologica dovrà essere rivalutata per l’aspetto legato al coefficiente di struttura in conseguenza
del carattere non dissipativo dell’opera; inoltre, in particolare per questa tipologia di opera, le
verifiche dovranno contemplare le combinazioni legate alla componente trasversale dell’azione
legata al vento, che risulterà verosimilmente quella dimensionante (tratta dalla Comunicazione
del Genio Civile del 19/04/2016).
- In considerazione della particolare conformazione morfologica dei luoghi, e tenuto conto che gli
studi idraulici non contemplano l’ipotesi di rottura arginale, l’intervento è da ritenersi
subordinato al rispetto delle condizioni di gestione del rischio idraulico così come individuate
nella disciplina del Piano dal Piano di Gestione Rischio alluvioni (PGRA) recentemente
approvato dall’Autorità di Bacino (tratta dalla Comunicazione del Genio Civile del 19/04/2016).
- Relativamente agli effetti ambientali della variante sulla natura sarà necessario effettuare la
progettazione del sito in maniera tale da non andare a costituire elementi di soluzione di
continuità rispetto alle necessità di fauna presente sul territorio con la previsione di corridoi
ecologici adeguatamente strutturati.
- Relativamente agli effetti ambientali della variante sulle acque, con riferimento alla prescrizione
di realizzare i beni, posizionandoli al di sopra di +5.98 m slm, con adozione di un congruo
franco, in tale franco si dovrà tener conto della presenza della impiantistica di depurazione
descritta nella relazione, al fine di minimizzare il rischio di contaminazione delle acque
superficiali con acque reflue non depurate.
IL PROGETTISTA
Ing. Paolo Bozzi
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ALLEGATO A
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