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COMPUTER ESSENTIALS

SYLLABUS ECDL V1

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Il presente modulo ECDL Base – Computer Essentials definisce i concetti e le competenze fondamentali per l’uso dei dispositivi elettronici, la creazione e la gestione dei file, le reti e la sicurezza dei dati.

SCOPI DEL MODULO

Chi supera la prova d’esame per questo modulo è in grado di: Comprendere i concetti fondamentali relativi all’ICT (Tecnologie dell’Informazione e

della Comunicazione), ai computer, ai dispositivi elettronici e al software. Accendere e spegnere un computer. Operare efficacemente sul desktop di un computer usando icone e finestre. Regolare le principali impostazioni del sistema e usare le funzionalità di Guida in linea. Creare un semplice documento e stamparne delle copie. Conoscere i principali concetti di gestione dei file ed essere in grado di organizzare

efficacemente cartelle e file. Comprendere i concetti fondamentali relativi ai supporti di memoria e all’uso di

software di compressione e di estrazione di file di grandi dimensioni. Comprendere i concetti relativi alle reti e alle possibilità di connessione, ed essere in

grado di collegarsi a una rete. Comprendere l’importanza di effettuare copie di backup dei dati e di proteggere i dati e

i dispositivi elettronici da malware. Comprendere l’importanza del “green computing”, dell’accessibilità e della

salvaguardia della salute degli utenti.

SEZIONE TEMA RIF. ARGOMENTO

1 Computer e dispositivi

1.1 ICT 1.1.1 Definire il termine Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Information and Communication Technology – ICT).

1.1.2 Identificare i diversi tipi di servizi e di utilizzi dell’ICT, quali servizi Internet, tecnologie mobili, applicazioni di produttività e di ufficio.

1.2 Hardware 1.2.1 Definire il termine hardware. Identificare i principali tipi di computer, quali desktop, laptop (portatile), tablet. Identificare i principali tipi di dispositivi, quali smartphone, lettori multimediali, fotocamere digitali.

1.2.2 Definire i termini processore, memoria RAM (Random Access Memory), memoria di massa. Comprendere il loro impatto sulle prestazioni di computer e dispositivi.

1.2.3 Identificare i tipi principali di periferiche integrate ed esterne, quali stampanti, schermi, scanner, tastiere, mouse/trackpad, webcam, altoparlanti, microfono, docking station.

1.2.4 Identificare le più comuni porte di input/output, quali USB, HDMI.

1.3 Software e licenze 1.3.1 Definire il termine software e saper distinguere tra i principali tipi di software: sistemi operativi, applicazioni. Sapere che il software può essere installato localmente o essere disponibile online.

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SEZIONE TEMA RIF. ARGOMENTO

1.3.2 Definire il termine sistema operativo e identificare alcuni comuni sistemi operativi per computer e dispositivi elettronici.

1.3.3 Identificare alcuni esempi comuni di applicazioni, quali suite di produttività di ufficio, comunicazioni, reti sociali, elaborazioni multimediali, design, applicazioni per dispositivi mobili.

1.3.4 Definire il termine “EULA” (End-User License Agreement), o “Contratto con l’utente finale”. Sapere che il software deve essere licenziato prima del suo utilizzo.

1.3.5 Illustrare i tipi di licenze software: proprietaria, open source, versione di prova, shareware, freeware.

1.4 Avvio, spegnimento 1.4.1 Accendere un computer e collegarsi in modo sicuro, utilizzando un nome utente e una password.

1.4.2 Scollegarsi, spegnere, riavviare un computer impiegando la relativa procedura corretta.

2 Desktop, icone, impostazioni

2.1 Desktop e icone 2.1.1 Illustrare lo scopo del desktop e della barra della applicazioni.

2.1.2 Riconoscere le più comuni icone, quali quelle che rappresentano file, cartelle, applicazioni, stampanti, unità disco, collegamenti/alias, cestino dei rifiuti.

2.1.3 Selezionare e spostare le icone.

2.1.4 Creare, rinominare, spostare, eliminare un collegamento/alias.

2.2 Uso delle finestre 2.2.1 Identificare le diverse parti di una finestra: barra del titolo, barra dei menu, barra degli strumenti, barra multifunzione, barra di stato, barra di scorrimento.

2.2.2 Aprire, ridurre a icona, espandere, ripristinare alle dimensioni originali, massimizzare, ridimensionare, spostare, chiudere una finestra.

2.2.3 Passare da una finestra ad un’altra.

2.3 Strumenti e impostazioni

2.3.1 Utilizzare le funzioni di Guida in linea disponibili.

2.3.2 Visualizzare le informazioni di base del computer: nome e versione del sistema operativo, RAM installata.

2.3.3 Modificare la configurazione del desktop del computer: data e ora, volume audio, sfondo, risoluzione.

2.3.4 Modificare, aggiungere, eliminare una lingua dalla tastiera. Modificare la lingua predefinita.

2.3.5 Chiudere un'applicazione che non risponde.

2.3.6 Installare, disinstallare un'applicazione.

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SEZIONE TEMA RIF. ARGOMENTO

2.3.7 Collegare un dispositivo (chiavetta USB, fotocamera digitale, riproduttore multimediale) ad un computer. Scollegare un dispositivo impiegando la procedura corretta.

2.3.8 Catturare l'immagine dello schermo, della finestra attiva.

3 Testi e stampe 3.1 Operare con il testo 3.1.1 Aprire, chiudere un'applicazione di elaborazione di testi. Aprire, chiudere file.

3.1.2 Inserire un testo in un documento.

3.1.3 Copiare, spostare del testo in un documento, tra documenti aperti. Incollare un'immagine dello schermo in un documento.

3.1.4 Salvare e assegnare un nome a un documento.

3.2 Stampare 3.2.1 Stampare un documento usando un'applicazione di elaborazione testi.

3.2.2 Impostare la stampante predefinita a partire da un elenco di stampanti installate sul computer.

3.2.3 Stampare un documento usando un’applicazione di elaborazione testi.

3.2.4 Visualizzare, interrompere, riavviare, eliminare un processo di stampa.

4 Gestione di file 4.1 File e cartelle 4.1.1 Comprendere come un sistema operativo organizza le unità disco, le cartelle, i file in una struttura gerarchica. Sapersi muovere tra unità, cartelle, sottocartelle, file.

4.1.2 Visualizzare le proprietà di file, cartelle, quali nome, dimensione, posizione.

4.1.3 Modificare la visualizzazione per presentare file e cartelle come titoli, icone, lista/elenco, dettagli.

4.1.4 Riconoscere i file di tipo più comune, quali testo, foglio elettronico, presentazione, PDF, immagine, audio, video, file compresso, file eseguibile.

4.1.5 Aprire un file, una cartella, un'unità.

4.1.6 Individuare buoni esempi nell'attribuzione di nomi a cartelle, file: utilizzare nomi significativi per cartelle e file per renderne più semplice il recupero e l'organizzazione.

4.1.7 Creare una cartella.

4.1.8 Rinominare un file, una cartella.

4.1.9 Cercare file per proprietà: nome completo o parziale, usando caratteri jolly se necessario, contenuto, data di modifica.

4.1.10 Visualizzare un elenco di file usati di recente.

4.2 Organizzare file e cartelle

4.2.1 Selezionare file, cartelle singolarmente o come gruppo di file adiacenti o non adiacenti.

4.2.2 Disporre i file in ordine crescente, decrescente per nome, dimensione, tipo, data di ultima modifica.

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4.2.3 Copiare, spostare file, cartelle tra cartelle e unità.

4.2.4 Eliminare file, cartelle collocandoli nel cestino. Ripristinare file, cartelle nella rispettiva posizione originale.

4.2.5 Svuotare il cestino.

4.3 Supporti di memoria e compressione

4.3.1 Conoscere i principali tipi di supporti di memoria, quali dischi fissi interni, dischi fissi esterni, unità di rete, CD, DVD, dischi Blu-ray, chiavette USB, schede di memoria, unità di memorizzazione online.

4.3.2 Riconoscere le unità di misura delle capacità dei supporti di memoria, quali KB, MB, GB, TB.

4.3.3 Visualizzare lo spazio disponibile in un supporto di memoria.

4.3.4 Comprendere lo scopo della compressione di file, cartelle.

4.3.5 Comprimere file, cartelle.

4.3.6 Estrarre file, cartelle compressi in una posizione su una unità di memorizzazione.

5 Reti 5.1 Concetti di reti 5.1.1 Definire il termine “rete”. Identificare lo scopo di una rete: condividere, accedere a dati e dispositivi in modo sicuro.

5.1.2 Definire il termine Internet. Identificare alcuni dei suoi utilizzi principali, quali World Wide Web (WWW), VoIP, posta elettronica, IM.

5.1.3 Definire i termini intranet, rete privata virtuale (VPN) e identificarne gli utilizzi principali.

5.1.4 Comprendere cosa significa velocità di trasferimento. Comprendere come viene misurata: bit per secondo (bps), kilobit per secondo (Kbps), megabit per secondo (Mbps), gigabit per secondo (Gbps).

5.1.5 Comprendere i concetti di scaricamento, caricamento da e verso una rete.

5.2 Accesso a una rete 5.2.1 Identificare le diverse possibilità di connessione a Internet, quali linea telefonica, telefonia mobile, cavo, wi-fi, wi-max, satellite.

5.2.2 Definire il termine “provider internet” (Internet Service Provider – ISP). Identificare le principali considerazioni da fare quando si seleziona un abbonamento a internet: velocità di upload, velocità e quantità di dati di download, costo.

5.2.3 Riconoscere lo stato di una rete wireless: protetta/sicura, aperta.

5.2.4 Connettersi a una rete wireless.

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SEZIONE TEMA RIF. ARGOMENTO

6 Sicurezza e benessere

6.1 Protezione dei dati su computer e dispositivi elettronici

6.1.1 Riconoscere politiche corrette per le password, quali crearle di lunghezza adeguata, con un’adeguata combinazione di caratteri, evitare di condividerle, modificarle con regolarità.

6.1.2 Definire il termine firewall e identificarne gli scopi.

6.1.3 Comprendere lo scopo di creare con regolarità copie di sicurezza remote dei dati.

6.1.4 Comprendere l’importanza di aggiornare regolarmente i diversi tipi di software, quali antivirus, applicazioni, sistema operativo.

6.2 Malware 6.2.1 Definire il termine “malware”. Identificare diversi tipi di malware, quali virus, worm, Trojan, spyware.

6.2.2 Sapere come un malware può infettare un computer o un dispositivo.

6.2.3 Usare un software antivirus per eseguire una scansione in un computer.

6.3 Tutela della salute e "informatica verde"

6.3.1 Sapere quali sono i principali modi per assicurare il benessere di un utente durante l’uso di un computer o di un dispositivo, quali effettuare pause regolari, assicurare una corretta illuminazione e postura.

6.3.2 Conoscere le opzioni di risparmio energetico che si applicano ai computer e ai dispositivi elettronici: spegnimento, impostazione dello spegnimento automatico, dell’illuminazione dello schermo, della modalità di sospensione.

6.3.3 Sapere che i computer, i dispositivi elettronici, le batterie, la carta, le cartucce e i toner delle stampanti dovrebbero essere riciclati.

6.3.4 Identificare alcune delle opzioni disponibili per migliorare l’accessibilità, quali software di riconoscimento vocale, screen reader, zoom, tastiera su schermo, contrasto elevato.

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1 COMPUTER E DISPOSITIVI

Il concetto di informazione costituisce un elemento fondamentale nello sviluppo della società odierna. L'informazione è una condizione necessaria per la gestione di attività sia in ambito pubblico sia in ambito privato. Il computer è lo strumento che permette di svolgere qualsiasi attività nel campo dell'informatica. Il computer è un insieme di dispositivi fisici (hardware) progettati per ricevere

dati dall'esterno, elaborarli seguendo istruzioni contenute in programmi (software) e produrre risultati alla fine del processo di elaborazione.

1.1 ICT

1.1.1 Definire il termine Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Information and Communication Technology – ICT)

La continua evoluzione dell'Informatica e delle sue potenzialità ha determinato un'estensione delle nuove risorse tecnologiche in molti ambiti applicativi e

sempre più spesso si parla di ICT, in conseguenza del largo e svariato uso del computer. Si definisce ICT (Information and Communication Technology, "Tecnologie

dell'Informazione e della Comunicazione") un insieme di tecnologie atte ad elaborare e trasmettere le informazioni.

L'uso dell'ICT nella gestione e nel trattamento delle informazioni assume crescente importanza strategica per qualsiasi tipo di organizzazione, permettendo di annullare o ridurre le distanze che in passato potevano

limitarne oppure ostacolarne l'attività.

1.1.2 Identificare i diversi tipi di servizi e di utilizzi dell’ICT, quali servizi Internet, tecnologie mobili, applicazioni di produttività e di ufficio

Tra i diversi servizi forniti dall'ICT, i principali possono essere i seguenti:

Servizi Internet, come la navigazione del Web per la ricerca di informazioni e la produzione di contenuti; la comunicazione attraverso la partecipazione

ai social network, la posta elettronica, la messaggistica istantanea e la chat, l'e-commerce (commercio elettronico, cioè compravendita di prodotti e

servizi), l'e-banking (connessione attraverso internet al proprio istituto di credito per eseguire operazioni bancarie), l'e-government (insieme dei servizi che la Pubblica Amministrazione offre ai cittadini), l'e-learning

(servizio che consente ad uno studente di fruire dei contenuti attraverso software per la Formazione a Distanza, FAD).

Telefonia mobile, che permette di comunicare a voce mediante la rete cellulare, in forma scritta tramite SMS (Short Message Service) e MMS (Multimedia Message Service) e che permette la trasmissione di dati.

Programmi di produttività, che permettono di svolgere in modo efficace, mediante computer e altri dispositivi come tablet e smartphone, diversi

compiti, quali scrivere, calcolare, disegnare, ...

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1.2 HARDWARE

In questa sezione verranno esaminati i componenti della struttura hardware di un elaboratore, esaminandone caratteristiche e funzionalità.

PER SAPERNE DI PIÙ Prima di esaminare le nuove tecnologie è bene dare uno sguardo al passato, ad alcuni dei più importanti precursori che hanno aperto la strada: si ricordano qui solo quattro tappe.

1840: non si può non ricordare Charles Babbage, matematico inglese, che nel 1840 concepì la macchina analitica (Analytical Engine), vero precursore del calcolatore; dotata di memoria e funzionante a schede perforate, era un vero strumento di calcolo “universale” le cui operazioni potevano di volta in volta essere specificate insieme ai dati da elaborare. Non fu mai completata per la complessità dei suoi meccanismi e per mancanza di fondi. Da questi studi Herman Hollerit ricavò l’idea per realizzare la macchina capace di raccogliere e memorizzare, mediante schede perforate, i dati del censimento

americano del 1890.

1850: l’avvocato Giuseppe Ravizza presentò alla fiera di Novara la prima macchina per la scrittura meccanica, denominata “cembalo scrivano”; si trattava di una macchina da scrivere a tasti che precedeva di vent’anni l’americana Remington, ma che non ebbe successo in quanto il suo ideatore non trovò finanziatori che gli consentissero di produrla in serie, né riuscì ad ottenere il brevetto del principio, che fu poi sfruttato proprio dalla Remington per produrre la macchina per scrivere.

1954: presso il Politecnico di Milano venne installato il primo calcolatore digitale, il CRC 102-A della NCR. Il professor Luigi Dadda, che accompagnò il calcolatore durante il tragitto in nave, nei suoi racconti, narra dell’imbarazzo dei doganieri allo sbarco: non sapendo come catalogare tale apparecchiatura, la assimilarono ad un apparecchio radio e incollarono su tutte le valvole il bollino doganale.

1965: Pier Giorgio Perotto progettò la Olivetti Programma 101 e la presentò al BEMA Show di New York, suscitando l’interesse generale; la macchina era infatti in grado di compiere calcoli complessi gestendo

automaticamente l’intero procedimento, memorizzato su cartoline magnetiche che potevano essere sostituite e programmate dall’utente, proprio come i floppy disk. Si trattava del primo “personal computer”,

che restò l’unico per oltre un decennio in quanto la diffusione di macchine più evolute iniziò soltanto verso al fine degli anni ’70. La PEROTTINA L'incredibile storia della nascita del pc Era il 4 ottobre del 1965 quando New York Times, Wall Street Journal, Business Week e New York Herald Tribune titolano a piena pagina: «The first desk top computer of the world». Un team di giovani

ricercatori dell'Olivetti di Ivrea, diretti dall'ingegnere Pier Giorgio Perotto, aveva presentato alla fiera di New York il primo Personal computer: la Programma 101 (un curioso femminile!), un calcolatore grande come una macchina da scrivere, pensato per il singolo utente senza l'intervento di un tecnico programmatore, in un'epoca in cui i calcolatori erano enormi, complicati e inaccessibili. La Hewlett Packard ne comprò un centinaio di esemplari e poco tempo dopo lanciò un modello di computer identico

alla 101. Accusata di aver violato il brevetto Olivetti, la HP sarà condannata a risarcire 900 mila dollari all'azienda di Ivrea.

(Corriere della Sera – 28 giugno 2011 – Aldo Grasso)

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Il primo personal computer

"La Olivetti presentò nell'Ottobre 1965 a New York, alla mostra internazionale per le macchine per ufficio,

due nuovi prodotti per il calcolo: la Logos 27 e la Programma 101. La Logos 27 era il prodotto di bandiera che doveva segnare, dopo l'abbandono della elettronica, la rentrée in forze sul mercato con un prodotto meccanico di alte prestazioni: era una supercalcolatrice, probabilmente quanto di più sofisticato un genio della tecnologia della meccanica poteva concepire. La Programma 101 che costituì il primo personal computer nella storia del calcolo venne presentata per dimostrare che, si, la Olivetti aveva ceduto il

settore elettronico, ma manteneva pur tuttavia un occhio attento alle future tecnologie. Alla mostra di New York avvenne però un fatto sconvolgente e per nulla previsto: folle sterminate si assieparono attorno al piccolo box del P101, dedicando solo una distratta attenzione alla Logos 27 e il successo si propagò alla stampa e si ripeté nelle successive presentazioni a Mosca (dicembre 1965), in Italia e in altre capitali europee" (Pier Giorgio Perotto, "Il Darwinismo manageriale", Edizioni Sole 24 Ore, dic. 1988, pag 126, 127)

L’incredibile storia del primo PC

Nel 1964, in Olivetti, nasce la Programma 101, il primo personal computer della storia. È poco più grande di una macchina da scrivere, semplice da usare, semplice da programmare. Fatta di soli transistor (il

microprocessore nascerà nel 1971), utilizza una novità mai vista prima: una cartolina magnetica che le permette di memorizzare permanentemente dati e programmi; di fatto un antenato del floppy disk. La memoria RAM di 2000 bit, incredibile, scorre lungo una corda di pianoforte. La P101 pesa trenta chili e costa come una Fiat 500 dell'epoca, un risultato straordinario se si pensa che in quegli anni il computer più piccolo occupava intere stanze, costava 50 volte di più ed era accessibile soltanto a una ristretta

cerchia di tecnici in camice bianco. Questa macchina rivoluzionaria nasce dall’immaginazione e dalla determinazione di Pier Giorgio Perotto e dei suoi collaboratori, Giovanni De Sandre e Gastone Garziera, che - contro lo scetticismo dei vertici aziendali subentrati dopo la morte di Adriano Olivetti - riuscirono a realizzare un prodotto all’avanguardia di cui furono vendute ben 44.000 unità (quasi tutte negli USA), aprendo di fatto la strada a un nuovo mercato allora inimmaginabile. (Festival della Scienza -Conferenza – Genova 25 ottobre_4 novembre 2012)

Quando Olivetti inventò il pc, storia di un’occasione mancata La Programma 101 della Olivetti, il primo personal computer della storia, era in grado di fare le quattro

operazioni e la radice quadrata. Ben lontana dunque dalle prestazioni offerte da pc, mac e Ipad. Rivoluzionaria, però, se confrontata con il suo anno di

nascita: il 1962. Per la prima volta un calcolatore poteva essere tenuto sulla scrivania, utilizzato da chiunque e aveva un prezzo relativamente contenuto rispetto agli enormi e quasi inaccessibili computer in vendita fino a quel momento. Una rivoluzione tutta italiana realizzata, per la Olivetti, dall’ingegnere Pier Giorgio Perotto e dal suo

staff di ricerca. Per ripercorrere le tappe di questa invenzione che ha cambiato il mondo, History (canale 407 di Sky) propone per la prima volta il documentario “Quando Olivetti inventò il pc” in onda

domenica 26 giugno 2011 alle 23.00. Il docufilm, prodotto da Zenit Arti Audiovisivi e Les Films D’Ici, propone materiale d’archivio inedito e

testimonianze dei protagonisti ed è stato realizzato da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto: “Il nostro interesse nei confronti della P101 è nato dopo aver letto un breve articolo che sosteneva che il primo Personal Computer era nato in Italia, all’Olivetti. Da quella lettura e dall’esigenza di raccontare quelle storie che spesso rimangono ai margini siamo partiti con le ricerche: abbiamo contattato i progettisti, ricercato negli archivi, raccolto testimonianze fino a ridefinire i contorni di una storia sconosciuta, appassionante e, per certi versi, incredibile”. Nel 1962 il gruppo di Perotto mise a punto la Programma 101 per conto dell’azienda di Adriano Olivetti,

leader incontrastata nel settore delle macchine da scrivere meccaniche e delle calcolatrici. Una sfida per il mondo intero, un modo diverso di concepire un calcolatore utilizzabile da chiunque e non necessariamente da un tecnico programmatore. Tre anni dopo, nel 1965, dopo aver subito una pesante crisi finanziaria, la Olivetti presentò la macchina di Perotto al Bema Show di New York, una delle più importanti esposizioni di prodotti per ufficio a livello mondiale, dove riscosse un successo strepitoso. Davanti allo stand italiano si formarono file interminabili

e la stampa americana definì il prototipo “the first desk top computer of the world”. In pochi anni vennero

piazzati circa 44.000 esemplari in tutto il mondo. La maggior parte degli acquirenti si trovava negli Usa. Nel nostro Paese, infatti, in pochi avevano realizzato il potenziale rivoluzionario del nuovo dispositivo. Forse neanche la stessa Olivetti che continuò a prediligere la strada della meccanica, relegando la 101 a un posto di secondo ordine rispetto agli altri prodotti.

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Almeno fino a quando la società statunitense Hewlett Packard acquistò un centinaio di esemplari Olivetti

e, poco dopo, violò il brevetto della Programma 101 lanciando sul mercato l’HP9100. Per questo l’HP

venne condannata a risarcire l’azienda di Ivrea con 900 mila dollari. (Katia Ancona – Kataweb – History channel – 23 giugno 2011)

1.2.1 Definire il termine hardware. Identificare i principali tipi di computer,

quali desktop, laptop (portatile), tablet. Identificare i principali tipi di dispositivi, quali smartphone, lettori multimediali, fotocamere digitali

Lo strumento grazie al quale è possibile praticare qualsiasi attività nel campo dell’informatica è il computer: un insieme di dispositivi fisici (hardware) predisposti per ricever dati dall’esterno, elaborarli seguendo istruzioni contenute in programmi (software) e produrre risultati alla fine del processo di elaborazione.

Il termine hardware, parola composta di due termini della lingua inglese hard (= duro, solido) e ware (= merce, componente), indica l’insieme delle componenti fisiche (meccaniche, elettroniche, elettriche, magnetiche e ottiche) che costituiscono il computer.

In linea generale il termine hardware viene abbinato anche ad un qualsiasi componente fisico di una periferica o di un’apparecchiatura elettronica.

Esistono vari tipi di computer che vengono impiegati in diversi campi e che sono classificati sulla base delle loro prestazioni e caratteristiche. Inoltre, le nuove tecnologie consentono l'uso di dispositivi portatili, sempre più diffusi grazie alle loro ridottissime dimensioni e ai servizi che offrono.

Personal computer

(Desktop PC)

La tipologia di computer definito desktop (= sulla scrivania) è contraddistinto dall’essere: general purpose, cioè di uso generale, non destinato a compiti

specifici; monoutente, cioè utilizzabile da un solo utente alla volta; utilizzabile non in mobilità; di dimensioni tali per cui l’installazione in una scrivania risulta la più

appropriata per un comodo utilizzo; espandibile, nel senso che si possono aggiungere internamente altri

componenti o sostituire quelli danneggiati; più prestazionale rispetto ai computer portatili, in ragione di maggiori

risorse hardware (maggiore quantità di memoria RAM, uno o più hard disk di elevata capacità);

meno costoso rispetto ai computer portatili. Il termine trae origine dal tipo di case (= scatola, contenitore) dei primissimi personal computer; esso si sviluppava in orizzontale per essere appoggiato sul tavolo di lavoro.

Laptop Computer

Laptop (= sul grembo) è un personal computer dotato di display, tastiera e alimentazione a batteria, tutto integrato nello stesso telaio e caratterizzato da dimensioni e peso ridotti in modo da permetterne un facile trasporto ed un uso in mobilità.

Notebook (= quaderno-libro degli appunti) fa riferimento ad una categoria di computer portatili che hanno le dimensioni di un quaderno, quindi facilmente trasportabili, e che possono contenere moltissime informazioni.

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Netbook (= quaderno-libro per la rete) è un mini computer portatile nato da due idee: la prima di ridurre i costi, la seconda che molti utenti avessero bisogno di un pc in grado di navigare, di elaborare testi e che fosse anche portatile. Un netbook di solito utilizza uno schermo da 7-11 pollici, le dimensioni e il peso sono nettamente più contenute rispetto ad un notebook. I netbook hanno in media un hardware molto meno performante dei notebook (dalla CPU, alla RAM, al disco rigido) e alle volte montano anche sistemi operativi limitati alle loro capacità. Data l’idea di portabilità moltissimi modelli sono stati dotati di un modulo UMTS per navigare online utilizzando la rete cellulare. Con lo sviluppo tecnologico, però, il divario tra notebook e netbook si sta riducendo notevolmente.

Ultrabook sono computer portatili di nuova concezione, capaci di fornire prestazioni di altissimo livello, compatti e leggeri, in grado di avviarsi molto velocemente, con bassi consumi e un'elevata autonomia della batteria. Questi "super" computer sono nati per volontà di Intel e sono progettati per fornire le stesse prestazioni di un notebook di fascia alta, ma in un corpo molto più compatto e sottile. Uniscono le capacità di connettersi in rete e navigare in Internet o consultare la posta ad un rapido avvio, ma difficilmente riescono ad offrire le stesse funzionalità di un PC: la digitazione di lunghi testi, ad esempio, non è molto agevole e sono in genere poco adatti per l'esecuzione di applicazioni di tipo professionale. Gli Ultrabook prendono le caratteristiche migliori del mondo notebook (alte prestazioni) e dei netbook (leggerezza e bassi consumi), senza rinunciare alla praticità di un tablet (velocità di avvio) e offrono tutte queste doti in un unico prodotto.

Tablet PC

Un Tablet PC è un computer portatile dotato di tutta la connettività e di tutte le funzionalità che ci si aspetta da un normale personal computer. Oltre a queste funzionalità normali, un Tablet PC possiede la semplicità della penna e della carta grazie alla presenza di un digitalizzatore integrato nello schermo. In parole povere un Tablet PC è un normale PC portatile, dotato di maggiore capacità di input e in grado di essere utilizzato in più situazioni e in più posti rispetto ad un normale PC portatile. Esistono due tipologie di Tablet PC: slate (= puri), sono privi di tastiera, che in caso di bisogno può essere

collegata via USB, infrarossi o Bluetooth; convertibili, più diffusi, hanno la forma "a conchiglia" dei normali PC

portatili, ma lo schermo può essere ruotato di 180° in modo che la tastiera sia coperta ma lo schermo visibile ed utilizzabile.

Un Tablet PC non deve possedere una qualche versione di Microsoft Windows per essere definito come tale; deve però possedere un sistema operativo capace, in collaborazione con le caratteristiche tecniche del dispositivo, di fornire all'utente tutte le funzionalità presenti in un normale personal computer. Oltre a queste funzionalità base, deve essere in grado di fornire all'utente la possibilità di scrivere sullo schermo con una penna od uno stilo, salvando i dati scritti a mano non come immagini ma come inchiostro digitale.

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Personal Digital Assistant (PDA) o

Palmare

Palmari o PDA nascono dall’evoluzione delle agende elettroniche tascabili. Si tratta di veri e propri PC tascabili: consentono di archiviare e recuperare e-mail, contatti, appuntamenti; riprodurre file multimediali, giocare, navigare sul Web, leggere libri in formato elettronico (e-book), scambiare o sincronizzare informazioni con il computer di casa o dell'ufficio. Hanno una velocità di calcolo elevata e schermi che superano i 65000 colori con dettagli nitidi paragonabili al monitor del PC.

Telefono cellulare Un telefono cellulare è un’apparecchiatura che permette di disporre sempre di un collegamento telefonico. Oltre alla possibilità di telefonare offre ulteriori servizi: messaggi di testo (sms), messaggi multimediali (mms), e-mail, accesso ad Internet,...

Smartphone

Gli smartphone sono palmari che integrano in sé direttamente la connettività telefonica GSM o GPRS o EDGE o UMTS, e quindi sono in grado di fare anche da telefono cellulare in modo autonomo. La loro funzionalità è gestita da un sistema operativo, i più noti sono Symbian, Android, Windows Mobile, BlackBerry OS, Apple iOS, Linux, ma ne esistono altri.

Lettori multimediali

Un lettore multimediale è una evoluzione di un lettore mp3, caratterizzato solitamente da un'elevata capacità di memoria e quindi comprendente un disco rigido o memoria flash. Con un lettore multimediale si ha la possibilità di vedere video e film di vari formati (avi, mpeg...), ascoltare la musica in mp3 o wma o altri formati. Solitamente, nei lettori di fascia superiore, vengono integrate altre funzioni come: registratore vocale, radio FM, registratore da tv o da lettore DVD, visualizzatore di immagini, visualizzatore di file di testo, slot per inserimento di schede di memoria opzionali.

Fotocamera digitale

Una fotocamera digitale è un dispositivo utilizzato per scattare foto e realizzare anche video. Non utilizza pellicola per registrare l'immagine, ma un sensore in grado di catturarla e di trasformarla in informazioni digitali che costituiranno un file in formato jpeg, tiff, bmp o raw, salvato su una memory card. Può avere funzioni di connettività via USB e/o via Bluetooth per scaricare le foto o i video sul computer dell'utente.

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1.2.2 Conoscere le parti principali di un personal computer, quali: unità

centrale di elaborazione (CPU), tipi di memoria, disco fisso, dispositivi comuni di input/output

La struttura hardware di un computer e il flusso dei dati si comprendono seguendo lo schema ideato dal matematico ungaro-statunitense John Von Neumann a metà degli anni ’40. Il modello rappresentato nella figura seguente è costituito dagli elementi base di ogni sistema di elaborazione.

Si distinguono le seguenti parti fondamentali:

Il processore

La CPU (Central Processing Unit) è un circuito integrato, detto anche microprocessore, in cui avvengono tutti i processi di elaborazione. In definitiva è un circuito elettronico integrato ad alta densità di componenti, che costituisce l’elemento fondamentale del sistema e ne caratterizza pertanto le prestazioni in termini di velocità di elaborazione. La CPU è costituita da: - ALU (Arithmetic and Logic Unit) è l’unità di

elaborazione, in grado di compiere le operazioni di calcolo richieste ed eseguire le istruzioni del programma, in termini di confronto, trasformazione dei dati, elaborazioni matematiche;

- CU (Control Unit) è l’unità di governo collegata a tutte le parti della CPU, ha il compito di coordinare lo svolgimento dell’esecuzione delle operazioni.

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Die processori Bloomfield (Core i7 serie

900): architettura Nehalem

Die processori Lynnfield (Core i7 serie

800 e Core i5 serie 700): architettura

Nehalem

La CPU, per svolgere il proprio compito, utilizza registri speciali e generali, che sono piccole porzioni di memoria in grado di registrare temporaneamente i dati e i risultati parziali delle elaborazioni da trasmettere ai circuiti di controllo.

Il microprocessore da solo è di nessuna utilità e deve essere alloggiato su una scheda elettronica, detta motherboard, all’interno del computer. La motherboard presenta la circuiteria e i connettori necessari a collegare i vari dispositivi interni, i moduli di memoria RAM e, mediante connettori detti slot, le schede aggiuntive (scheda grafica, audio, video, di rete, porte USB, …).

La velocità di lavoro della CPU è determinata dalla frequenza di clock, in pratica un orologio interno che scandisce l’esecuzione delle operazioni. Ad ogni scatto del clock viene inviato un segnale all’unità centrale e viene eseguita un’operazione elementare. Le operazioni elementari durano un ciclo di clock, operazioni più complesse necessitano di un numero maggiore di cicli di clock. L’unità di misura della velocità (frequenza) di un microprocessore è l’hertz, che misura il numero di cicli al secondo effettuati dal clock. I multipli dell’hertz sono - il MegaHertz (MHz), che corrisponde a un milione di cicli al secondo; - il GigaHertz (GHz), che corrisponde a un miliardo di cicli al secondo. Ad esempio, un microprocessore "Intel(R) Core(TM) i7-3770K @ 3,50 GHz" significa che l’unità centrale esegue 3,5 miliardi di istruzioni elementari al secondo.

La memoria centrale

La memoria del computer, detta anche memoria centrale o memoria veloce, in base alla capacità di conservare l’informazione in modo temporaneo o permanente, si distingue in - RAM: memoria di lettura / scrittura - ROM: memoria di sola lettura - CACHE: memoria utilizzata dalla CPU L’acronimo RAM deriva da Random Access Memory. Si tratta di una memoria - volatile, perché il suo funzionamento è

subordinato alla presenza dell’alimentazione elettrica e, in caso di spegnimento della macchina, tutto il suo contenuto si perde;

- ad accesso casuale, perché, a differenza dei nastri magnetici, in cui per arrivare a

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leggere una informazione bisogna scorrere tutte quelle che la precedono, nella RAM si può accedere direttamente al dato che interessa;

- di lavoro o dinamica, perché mantiene in memoria sia i dati in fase di elaborazione consentendone la modifica sia le istruzioni dei programmi attivi.

L’immagine seguente evidenzia diversi tipologie di RAM a seconda della tecnologia utilizzata in fase di realizzazione fino ad arrivare alle più moderne DDR3.

L’acronimo ROM deriva da Read Only Memory. Si tratta di una memoria di sola lettura il cui contenuto non cambia nel tempo. Negli elaboratori esiste una particolare ROM, detta BIOS ROM (Basic Input Output System ROM), predisposta dal costruttore della macchina, al cui interno si trova il firmware, cioè il software che avvia le istruzioni di boot, le quali consentono l’esecuzione delle funzioni di base dell’elaboratore, quali - autotest, con il compito di controllare all’accensione del computer le funzionalità di ogni

componente hardware; - riconoscimento e gestione delle periferiche di input e di output; - caricamento del sistema operativo dal disco fisso a una zona della RAM affinché esso

abbia il controllo dell’hardware e gestisca i programmi applicativi.

PER SAPERNE DI PIÙ

Vi sono diversi tipi di memoria ROM a seconda delle caratteristiche: - ROM Maschera, il cui nome deriva dal processo di litografia

utilizzato nei circuiti integrati, in cui una fotomaschera permette la creazione del chip.

- PROM (Programmable Read Only Memory), è una

tipologia di memoria ROM a stato solido programmabile una sola volta. Nasce come evoluzione della ROM a maschera ed è volta a ridurne i notevoli costi di produzione dovuti alla progettazione delle maschere per l'impiantazione

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ionica, che è un processo in cui gli ioni vengono impiantati nel semiconduttore, cambiandone le proprietà fisiche. La ROM a maschera richiede infatti di cambiare l'intera linea di produzione ogni qual volta fosse necessario modificare anche una minima parte dei circuiti logici. La PROM invece contiene dei fusibili, cioè dei collegamenti metallici, che possono essere bruciati secondo le esigenze per implementare i circuiti logici richiesti, e richiede un'apparecchiatura speciale per le operazioni di scrittura. Esiste inoltre una tipologia di PROM in cui al posto dei fusibili vengono usati degli antifusibili, nei quali il collegamento viene creato invece di venire bruciato. I circuiti integrati che utilizzano la tecnologia "antifuse" impiegano una barriera sottile di materiale dielettrico di silicio amorfo (circa 9 nanometri di nitruro di silicio) tra due conduttori metallici. Quando una tensione sufficientemente alta (mediante un breve impulso di circa 1 millisecondo dell'ampiezza di circa 16 volt) viene applicata, tutto il silicio amorfo si trasforma in una lega silicio-metallo con una bassa resistenza, che è conduttiva.

- EPROM (Erasable Programmable ROM), è una memoria di sola lettura cancellabile tramite raggi ultravioletti. Si tratta di un'evoluzione della PROM, la quale una volta programmata non può più essere in generale modificata. La EPROM invece può essere totalmente cancellata, per un numero limitato ma consistente di volte e riprogrammata a piacimento.

- EEPROM o E2PROM (Electrically Erasable Programmable ROM), è una memoria di sola lettura, in cui le operazioni di scrittura, cancellazione e riscrittura hanno luogo elettricamente.

Una tipologia di EEPROM è la flash memory, che per le sue prestazioni può anche essere usata come memoria a lettura-scrittura. Essa è estremamente leggera, di dimensioni ridotte, particolarmente indicata per la trasportabilità, proprio in virtù del fatto che non richiede alimentazione elettrica per mantenere i dati e che occupa poco spazio. È infatti molto usata nelle apparecchiature portatili, ad esempio le chiavette USB.

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La memoria CACHE si trova all'interno della CPU. La CPU scambia informazioni con la memoria centrale, cioè trasferisce dati, mediante un bus di collegamento. La frequenza del bus di collegamento non è paragonabile a quella della CPU (nel senso che la frequenza del bus di collegamento è minore rispetto alla frequenza di lavoro della CPU) e pertanto si produce un rallentamento nel sistema. Per ovviare a questo inconveniente, all’interno della CPU vi è una certa quantità di memoria, detta memoria cache, che ha il compito di memorizzare le informazioni elaborate più di frequente, evitando che i dati vengano continuamente letti dalla memoria centrale e accelerando quindi le operazioni.

Le memorie di massa

Durante l’elaborazione i dati risiedono nella RAM, che è una parte della memoria centrale del computer. Al termine del lavoro, per conservare tali dati è necessario trasferirli in un dispositivo di memorizzazione, altrimenti andrebbero persi con lo spegnimento del computer.

Per memorie di massa si intendono i dispositivi magnetici, ottici ed elettronici che permettono di memorizzare dati e programmi in modo permanente, per conservarli, finché l’utente non decide di eliminarli; di norma la loro capacità è espressa in megabyte, gigabyte o terabyte.

Il dispositivo di lettura/scrittura dei dischi è il drive. Generalmente in un computer la lettera C: identifica il drive dell’hard disk, mentre altre lettere individuano ulteriori memorie di massa.

Le memorie di massa sono supporti che hanno le seguenti caratteristiche fondamentali: - possono contenere grandi quantità di dati a costi piuttosto bassi; - sono non volatili, cioè non perdono le informazioni in esse memorizzate quando il

computer è spento; - sono molto più lente delle memorie interne. Esse vengono utilizzate per memorizzare tutti i dati necessari al computer (programmi, documenti, ...) quando questo è spento e per trasportare dati da un computer all’altro. Le memorie di massa si dividono, a loro volta, in memorie magnetiche, memorie ottiche (o magneto-ottiche a seconda del tipo di tecnologia che usano) e memorie elettroniche. Memorie magnetiche Hard disk (= disco fisso): è un disco interno all’unità centrale e non estraibile (da ciò il nome). E’ la memoria di massa più veloce e può contenere grandi quantità di dati; quelli attualmente in commercio hanno capacità dell’ordine di grandezza dei TeraByte (1 TB equivale a circa 1000 miliardi di caratteri). E’ usato per registrare il sistema operativo, i programmi e i dati che usiamo di solito.

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Hard disk esterno: è un disco fisso esterno all’unità centrale, che si collega al computer attraverso la porta USB. E’ una memoria di massa abbastanza veloce, di dimensioni considerevoli dell’ordine di grandezza dei TeraByte; e viene utilizzato per copie di backup dei dati e per la memorizzazione di file di dimensioni sempre più voluminose sia per il nostro lavoro sia per il divertimento (foto, video, musica, giochi,...). Floppy disk (= disco flessibile): si tratta di un disco di materiale magnetico di circa 8,5 cm. di diametro, racchiuso in una custodia di plastica rigida rettangolare, utilizzato per la memorizzazione di dati e programmi. Inserito nell'apposito lettore del computer, detto floppy drive, il floppy disk può essere utilizzato per memorizzare e trasferire altrove le informazioni, leggere dati in formato digitale o installare nel computer programmi. Attualmente non è più utilizzato in quanto la sua capacità di 1,44 MegaByte è molto scarsa e inadatta ai file multimediali generati dai programmi di ultima generazione. Data cartridge (= cartuccia dati): si tratta di un disco di nastro magnetico destinato alla memorizzazione di dati e consiste di una sottile striscia di materiale plastico rivestita di una sostanza magnetizzabile. I nastri magnetici sono utilizzati esclusivamente per operazioni di backup. Memorie ottiche CD (= Compact Disk): è un supporto di memorizzazione digitale composto da un disco di resina termoplastica trasparente, generalmente di 12 cm di diametro, che racchiude al suo interno un sottile film di materiale metallico sul quale sono memorizzate le informazioni, che vengono lette per mezzo di un laser. Nel caso di un CD la velocità di trasmissione dati corrispondente a 1x equivale a 150 KBps. Si dividono in: - CD-ROM, acronimo di Compact Disc Read Only Memory, usati per la memorizzazione di

dati generici. Si tratta di supporti in cui i dati vengono registrati dal produttore e possono essere solo letti dall’utente. I CD-ROM di più larga distribuzione vedono una capienza di 74 minuti/650 MB e di 80 minuti/700 MB, mentre più rari sono i formati da 90 minuti e da 100 minuti/870 MB.

- CD-R/CD-RW, acronimo di Compact Disc Recordable e di Compact Disc Re-Writable, hanno la particolarità di poter essere scritti dall’utente mediante l’impiego di un masterizzatore.

- VIDEO CD, si tratta di un formato in grado di memorizzare audio e video in formato MPEG-1. Può contenere fino a 74 minuti di video a schermo pieno e di solito un film intero è memorizzato su due dischi. Il video cd è stato soppiantato dal DVD.

DVD (= Digital Versatile Disk): è un supporto di memorizzazione digitale del tutto simile ai CD, pertanto di tipo ottico. Nel caso di un DVD la velocità di trasmissione corrispondente a 1x equivale a 1350 KBps, nove volte maggiore di quella di un CD. La memorizzazione delle informazioni avviene sullo "strato di incisione", tramite un laser, focalizzato su esso, che ne modifica la riflettività, riproducendo la sequenza 0, 1. Ogni strato è suddiviso in tracce circolari e concentriche di 0,74 micron. In lettura, la luce laser, viene riflessa dallo strato di memorizzazione

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in modo diverso a seconda dell'indice di riflessione e conoscendo la velocità di rotazione del disco e la traccia su cui si sta leggendo, si può risalire alla sequenza 0, 1. Si dividono in: - DVD-Video, supporti digitali in grado di contenere fino a 240 minuti di materiale video in

formato MPEG-2. L’audio può essere in formato PCM stereo non compresso, in formato Dolby Digital AC3 (da 1 a 6 canali), in formato DTS (a 6 o 7 canali) o in formato MP3.

- DVD-Audio, supporti digitali progettati per avere una qualità sonora molto migliore di quella dei CD-Audio. I sistemi di protezione dalla copia illegale si sono rivelati molto efficaci dal punto di vista della sicurezza, ma terribilmente invasivi dal punto di vista della qualità complessiva del suono. In pratica il risultato sonoro era addirittura inferiore a quello dei normali CD-Audio, tanto che si è dovuto cercare altri sistemi di protezione che incidessero meno sulla qualità del suono.

- DVD-ROM, usati per la memorizzazione di dati generici. In commercio ne esistono di diversi tipi, che si differenziano in base alla quantità di dati memorizzabili: o DVD-5: 4,7 GB Lato unico e singolo strato o DVD-9: 8,5 GB Lato unico e doppio strato o DVD-10: 9,4 GB Due lati e singolo strato o DVD-18: 17 GB Due lati e doppio strato

BD (= Blu Ray Disk): è un supporto ottico lanciato da Sony, utilizzato per lo piu per film in alta definizione 1080P e in particolar modo per i videogame per PS3. La capienza di base è di circa 25 GB ma il doppio strato del suddetto supporto aumenterebbe le dimensioni a 50 GigaByte. Memorie elettroniche Intorno al 1950 iniziano i primi tentativi di utilizzo delle valvole termoioniche in campo informatico. Venivano impiegate due valvole, a seconda del loro stato di conduzione o meno, secondo la logica binaria, potevano tenere in memoria 1bit. L'informazione di base che veniva memorizzata pertanto valeva: 1 se le valvole conducevano, 0 se le valvole non conducevano. Ogni coppia di valvole valeva un bit e per tanto, per memorizzare, ad esempio, il numero 3701 (in binario: 111001110101) occorrevano 12 coppie di valvole. Quasi una stecca di sigarette. Ma il problema principale non era il volume bensì il calore. Un balzo in avanti fu fatto intorno agli anni '60 con le memorie ad anelli. In pratica dei piccoli magneti venivano montati su di un telaio e venivano attraversati da fili di rame nelle due direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest. A seconda della carica positiva o negativa che veniva imposta all'anello al passaggio di corrente, l'anello manteneva come informazione: 0 in caso di passaggio di tensione negativa, 1 in caso di passaggio di tensione positiva. Il balzo fu enorme e durò a lungo. Lo spazio necessario per memorizzare grandi quantità di dati andava via via riducendosi, rispetto allo spazio necessario per i sistemi a valvole. In 10 anni, a parità di capacità, veniva utilizzato un volume pari ad 1/100 di quello necessario per le valvole. Immaginando di aver raggiunto un buon livello di miniaturizzazione intorno agli anni '70 la RCA avviò la realizzazione di un sistema a moduli di facile installazione. All'interno trovavano posto centinaia di transistor funzionanti con lo stesso concetto delle valvole.

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Questi moduli garantivano stabilità e facile intercambiabilità ed un'occupazione di spazio pari ad 1/10 rispetto a quello necessario, a parità di capacità, per le memorie ad anelli. Questi moduli non ebbero molto successo, di lì a poco, con l'avvio dei circuiti integrati, iniziò la produzione di schede con i cosiddetti "CHIP"

Siamo oramai negli anni '80, i circuiti integrati la fanno da padrone, oramai la misura per i sistemi di memoria si sta sempre più avvicinando al Mega. Schede come questa offrivano inizialmente una capacità pari a 30 volte quella di un modulo ibrido riducendo l'occupazione di 1/10.

Iniziano ad essere prodotte memorie su card della capacità di 512Kb, dopo circa 30 anni, a parità di dimensione, la capacità è aumentata di 16 MILIONI di volte!!!

Negli anni '90 la tecnologia compie un ulteriore balzo in avanti, oramai si ragiona in termini di Mega. Se negli anni '50 per disporre di 1 Gigabyte di memoria si sarebbe dovuto disporre di un edificio pari a quello che ospita le Nazioni Unite a New York, negli anni '90 la stessa capacità la si poteva ottenere in uno spazio pari ad una scatola di sigari.

Con il nuovo millennio lo spazio si riduce ulteriormente: ora per 1 GigaByte è sufficiente uno spazio pari a circa una scatola di fiammiferi. Nel 2010 il balzo è enorme, 8 GigaByte in un contenitore ancora più piccolo. E sicuramente non finisce qui ... Memorie flash: sono dispositivi elettronici utilizzati da notebook, smartphone, fotocamere ecc.. per memorizzare in formato digitale grandi quantità di informazioni. Le memorie flash hanno capacità molto elevate. Tra i formati più comuni si segnalano le SD di dimensioni alquanto ridotte (32 x 24 x 2,1 mm), le mini-SD (21,5 x 20 x 1,4 mm) e infine le microSD (11 x 15 x 1 mm). Sia le microSD sia le miniSD possono essere utilizzate con lettori di SD mediante semplici adattatori. Le SD sono molto resistenti agli urti;utilizzano contatti superficiali anziché connettori maschio-femmina, fatto che ne aumenta ulteriormente la robustezza ma le rende poco indicate per applicazioni in ambienti particolarmente gravosi (specie in presenza di vibrazioni).

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PenDrive USB è una memoria di massa portatile di dimensioni molto contenute (qualche centimetro in lunghezza e intorno al centimetro in larghezza) che si collega al computer mediante la comune porta USB. Nella chiave USB i dati sono memorizzati in una memoria flash contenuta al suo interno. La capacità è limitata unicamente dalla densità delle memorie flash impiegate, tipicamente di tipo NAND, con il costo per megabyte che aumenta rapidamente per alte capacità. A gennaio 2011 la chiave di maggior capacità disponibile sul mercato era il modello DataTraveler 310 da 256 Gb prodotto dalla Kingston Technology. Memorie a stato solido (= SSD Solid State Drive o Solid State Disk) stanno iniziando a rimpiazzare i classici dischi rigidi (HDD). Tali memorie hanno interfaccia SATA e formati da 2,5 e 3,5 pollici. Queste memorie, come anticipato, non hanno dei dischi magnetici, ma unità di memoria su chip NAND Flash (come quelli utilizzati nelle chiavette USB), per cui non hanno parti in movimento e consentono, tra le altre cose, tempi di accesso per lettura e scrittura più bassi.

Attualmente, gli unici difetti di tali memorie sono costituiti dalla limitata capacità e dal prezzo ancora alto, ma è una situazione destinata a mutare, come avviene sempre con le novità tecnologiche. C'è poi uno svantaggio legato al numero di riscritture possibili per le memorie flash, che non è infinito ma varia -a seconda del tipo di chip- tra i 10.000 e i 100.000 cicli di riscrittura. Anche questo aspetto è comunque destinato a cambiare in meglio.

I vantaggi sono molteplici e derivano tutti, in qualche modo, dalla totale assenza di parti meccaniche:

- consumi ridotti (ecco perché sono frequenti nei nuovi portatili); - rumore inesistente (nessun movimento meccanico); - temperatura di funzionamento bassa; - tempi di accesso ridotti rispetto agli hard disk tradizionali; - maggiore resistenza agli urti.

Unità di memorizzazione online: rendono possibile memorizzare o prelevare file da altri computer connessi in rete. Si realizza in vari modi, in alcuni casi sfruttando una LAN, in altri mediante Internet o attraverso LAN collegate a Internet si possono archiviare file in computer – di solito server – più o meno lontani dal luogo in cui si sta lavorando. Diversi anni fa il colosso informatico Google ha reso nota l’intenzione di inserirsi nel mondo del cloud computing attraverso un proprio servizio gratuito di storage online. Il servizio è già attivo sul web e offre agli utenti 5 GB di spazio gratuito e compatibile per dispositivi Mac, Pc, iPhone, iPad e Android. Si tratta in pratica di un grande hard disk virtuale, accessibile solo tramite Internet e disponibile per tutti coloro in possesso di un account Google. Attualmente, di servizi del genere ce ne sono diversi: DropBox e iCloud di Apple per citarne due tra quelli usati maggiormente.

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Questo tipo di memorizzazione permette di - Accedere ai dati da qualsiasi computer, in qualsiasi luogo e in qualsiasi ora. - Disporre di una copia sicura esterna al proprio computer. - Condivider costantemente file di grandi dimensioni con altri utenti.

1.2.3 Identificare i tipi principali di periferiche integrate ed esterne, quali stampanti, schermi, scanner, tastiere, mouse/trackpad, webcam, altoparlanti, microfono, docking station

La comunicazione tra uomo ed elaboratore per l'inserimento e l'emissione di dati avviene attraverso dispositivi che trasformano i dati digitali in formato comprensibile all'uomo (testo, immagini, suono). In base alla loro funzione, tali dispositivi si distinguono in periferiche di input e periferiche di oputput.

Le periferiche di input Le periferiche di input sono costituite da tutti quei dispositivi che consentono nel computer l’inserimento di dati e istruzioni. LA TASTIERA La tastiera (keyboard) è la periferica più diretta per immettere informazioni e dati all’interno del computer: permette di inserire caratteri alfanumerici, di dare comandi e di compiere determinate attività utilizzando tasti speciali. Nella figura sottostante viene mostrata una tipica tastiera di computer, in cui i colori diversi dei tasti evidenziano le singole funzioni.

IL MOUSE Il mouse è un dispositivo che con un minimo spostamento sul piano di lavoro fa muovere sullo schermo il puntatore, generalmente una freccia bianca, consentendo così la selezione di comandi mediante la pressione di pulsanti o l’attivazione di link. Si dividono in tre categorie: - Mouse meccanici, in cui una sfera metallica rivestita di gomma

muove le due ruote di un encoder, che mediante quattro sensori misura la velocità di rotazione e trasmette i dati al computer. I mouse di questo tipo, pur avendo il pregio di essere economici, hanno lo svantaggio di sporcarsi molto facilmente con l'utilizzo: la polvere, infatti, tende a incastrarsi nelle rotelle che rilevano il movimento, rendendone l'utilizzo saltellante e impreciso.

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- Mouse ottici, che presentano una struttura interna molto semplificata rispetto ai mouse “a pallina”, contengono un chip, un sensore ottico e un LED di illuminazione. Il chip all’interno è un processore che si occupa delle elaborazioni necessarie a trasformare il movimento del mouse in movimento del puntatore sullo schermo. Comunque un dispositivo a stato solido, per quanto complesso, è in generale molto più affidabile di un organo meccanico. Inoltre la totale mancanza di aperture dove si possono infiltrare sporco e polvere permette una vita media del mouse di gran lunga superiore a quelli tradizionali, senza alcun bisogno di manutenzione. Un altro vantaggio dei mouse ottici è la possibilità di funzionare con qualunque inclinazione, anche capovolto. Per contro non è in grado di funzionare su un vetro o su superfici prive di almeno una minima trama ottica. L'unico problema può essere dato dall'utilizzo su una superficie riflettente. Poiché il LED illumina il piano d'appoggio e il sensore acquisisce l'immagine, qualsiasi materiale riflettente inganna l'acquisizione dell'immagine e quindi la rilevazione precisa del movimento.

- Mouse laser, invece, sono essenzialmente mouse ottici che utilizzano un laser al posto di un LED per l'illuminazione del piano d'appoggio. Come conseguenza si ha una maggiore risoluzione nell'acquisizione dell'immagine, che si traduce in migliore precisione e sensibilità di movimento. Guardare direttamente il laser di un mouse può causare danni alla retina. Durante il normale utilizzo il laser o il LED sono puntati verso la superficie d'appoggio e coperti dal mouse stesso, quindi i rischi sono nulli e legati solo ed esclusivamente ad un utilizzo improprio. Detto ciò i danni alla retina si manifestano solo se il laser viene osservato per lunghi periodi di tempo.

Il loro collegamento al computer può avvenire mediante un cavo, che inizia dalla parte anteriore del mouse e termina con un connettore (PS2 o USB) per l’inserimento nella porta del computer, oppure wireless. Nel collegamento di tipo wireless, cioè senza filo, il mouse è collegato mediante un sistema di ricezione al computer, con il quale comunica via onde radio, raggi infrarossi o bluetooth. La mancanza di cavo rende necessarie l’aggiunta di batterie d’alimentazione e di un ricevitore che trasmette via cavo al computer i segnali del mouse. La mancanza di un cavo e quindi di un legame fisico con il computer è un indiscutibile vantaggio in caso di ambienti di lavoro affollati o in caso di utilizzo con computer portatili. Tuttavia esistono alcuni contro, come la necessità di alimentare il mouse con batterie e le possibili interferenze con il segnale radio. Lo scarso peso degli svantaggi ha permesso una buona diffusione dei mouse senza filo. Un ulteriore tipo di mouse è la trackball, identica al mouse dal punto di vista concettuale, costituita da una sfera libera di ruotare in una cavità dell’involucro e parzialmente accessibile dall’esterno, in modo da poter essere comandata dalla mano; in prossimità della sfera si trovano pulsanti e rotellina. Le trackball vengono prodotte in diverse tipologie costruttive. La tipologia più comune prevede una sfera di 3 o 4 cm di diametro, mossa con il dito indice o medio, ai cui lati sono posti i pulsanti; una variante di questa impostazione, più moderna ed ergonomica (vedi immagine), lascia al pollice il compito di ruotare la pallina, mentre la funzione delle altre dita è premere i pulsanti. Le trackball per uso professionale hanno una sfera di diametro fino a 10 cm per una maggiore precisione di puntamento, e possono essere comandate anche col palmo della mano. Rispetto al mouse tradizionale, essa garantisce un'ottima ergonomia, poiché consente alla mano e al polso di trovarsi sempre una posizione di riposo, eliminando il pericolo di sindrome del tunnel carpale. La trackball non necessita di spazio per il movimento, e questo vantaggio

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sul mouse è particolarmente evidente in relazione ai modelli senza fili. Per la maggior parte degli utilizzatori, la trackball fornisce una precisione di puntamento superiore a quella di un mouse, poiché viene comandata dalla parte più precisa del corpo umano, le dita della mano, mentre il movimento del mouse richiede una più complessa coordinazione di mano, polso e braccio. Inoltre la trackball sta avendo larga diffusione per le persone diversamente abili, vista la sua semplicità di utilizzo. Tuttavia, essa è meno indicata per disegnare con il computer dato che questo poggia su un piano e quindi è semplice tenerlo fermo, mentre la trackball risente di più delle vibrazioni indotte dal braccio alla mano. Inoltre con il mouse è più semplice effettuare un movimento rettilineo, mentre la trackball può dare luogo a piccole escursioni laterali. Il touchpad (= tappetino tattile), è un dispositivo di input presente nella maggior parte dei computer portatili. Viene utilizzato per spostare il cursore captando il movimento del dito dell'utente sulla sua superficie liscia; sostituisce completamente il mouse ed ha il vantaggio rispetto a questo del ridotto ingombro e lo svantaggio in genere di una minore libertà, facilità e comodità di movimento. Il touchpad, grazie a dei sensori, percepisce il movimento del dito utilizzando la misura della sua capacità elettrica. I sensori sono posizionati lungo l'asse orizzontale e verticale del touchpad e vengono utilizzati per rilevare l'esatta ubicazione del dito sulla sua superficie. Più precisamente sotto la superficie visibile del touchpad sono posizionate due griglie separate da dielettrico. Le griglie sono formate da una serie di conduttori paralleli e sono disposte l'una perpendicolarmente all'altra. Poggiando un dito sul touchpad, questo fa cambiare la capacità tra due singoli conduttori componenti ciascuna griglia mediante sensori. Il touchpad non percepisce la presenza di una matita perché essa non fa cambiare la capacità. Se si ha un dito umido e/o sudato, i sensori potrebbero non riconoscere correttamente il suo movimento poiché è difficoltoso misurare la capacità tra di essi. Oltre alla superficie, di forma quadrata o rettangolare, vi sono due tasti i quali hanno la medesima funzione dei tasti di un normale mouse. LO SCANNER Lo scanner o scansionatore d’immagini (dall’inglese image scanner) è una periferica in grado di acquisire in modalità ottica una superficie piana (disegni, immagini, fotografie, diapositive, pagine di libri e riviste, ...) e di interpretarla come un insieme di pixel, e quindi di restituirne la copia fotografica sotto forma di immagine digitale. Successivamente all’acquisizione, mediante appositi software, è possibile modificare l’immagine: ad esempio la scansione di un testo si può convertire in un file di testo mediante un programma OCR (optical character recognition), così come le scansioni di immagini fotografiche possono essere ritoccate con software adatti all’elaborazione grafica.

In pratica, lo scanner svolge una funzione esattamente opposta a quella della stampante e, allo stesso tempo, analoga a quella di una fotocopiatrice con la sola differenza che la copia, in questo caso, non è su carta ma digitalizzata. Per digitalizzare un oggetto, gli scanner utilizzano un sensore ottico sensibile alla luce. Inoltre, il sensore è sempre accoppiato ad un convertitore analogico-digitale dedicato a trasformare l’informazione acquisita in un dato digitale.

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IL JOYSTICK Il joystick è una periferica che trasforma i movimenti di una leva manovrata dall'utente in una serie di segnali elettrici o elettronici che permettono di controllare un programma, un'apparecchiatura o un attuatore meccanico. L'impiego più diffuso e conosciuto del joystick è su console o computer e permette di muovere un personaggio o un cursore in un gioco; in questo caso il joystick è dotato di uno o più tasti o pulsanti a cui corrispondono azioni diverse, che talvolta il giocatore può personalizzare in base alle azioni del gioco. È importante dire che si può giocare anche senza joystick, se sono previsti meccanismi alternativi per muovere il personaggio nel gioco o il cursore.

I moderni joystick per uso ludico vengono collegati al computer attraverso le porte USB; in passato venivano collegati per mezzo di una "porta game", di solito presente nelle schede audio, espressamente dedicata. L'effetto, conseguente allo spostamento della leva del joystick, è determinato dalla variazione resistiva, effettuata tramite la coppia di potenziometri di cui è costituito, rilevata dai circuiti elettronici. Modelli molto sofisticati, operanti anche su tre assi, sono impiegati su velivoli e mezzi militari:

in questo campi la tecnologia adottata si basa sull'effetto Hall, quindi sulle variazioni di un campo magnetico, ovvero l'asta del joystick sposta semplicemente un magnete permanente verso 4 sensori hall posti sui due assi cartesiani. Questa tecnologia offre un sistema virtualmente privo di usura, pertanto di elevatissima affidabilità. LA WEBCAM La webcam è una piccola telecamera utilizzabile principalmente come mezzo per introdurre nel computer delle immagini o dei video in formato digitale. Il termine è una parola composta, che deriva dall’unione di web (abbreviazione di world wide web) e cam (abbreviazione di camera, dall’inglese telecamera).

Il suo funzionamento si basa su un sensore CCD (dall’inglese Charge-Coupled Device o dall’italiano DAC = dispositivo ad accoppiamento di carica), cioè un circuito integrato formato da una riga o da una griglia di elementi semiconduttori in grado di accumulare carica elettrica proporzionale all’intensità della radiazione elettromagnetica che li colpisce. Questi elementi sono accoppiati (coupled) in modo che ognuno di essi, sollecitato da un impulso elettrico, possa trasferire la propria carica ad un altro elemento adiacente. Inviando al dispositivo (device) una sequenza temporizzata d'impulsi, si ottiene in uscita un segnale elettrico grazie al quale è possibile ricostruire la matrice dei pixel che compongono l'immagine proiettata sulla superficie del CCD stesso. Questa informazione può essere utilizzata direttamente nella sua forma analogica, per riprodurre l'immagine su di un monitor o per registrarla su supporti magnetici, oppure può essere convertita in formato digitale per l'immagazzinamento in file che ne garantiscano il riutilizzo futuro.

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Rispetto ad una telecamera tradizionale, non dispone di un sistema di memorizzazione video, ma si limita a trasmettere le immagini riprese mediante un’interfaccia digitale ad un computer, per esempio attraverso una porta USB o una porta di rete Ethernet RJ45. Il principale utilizzo delle webcam consiste infatti nella possibilità di impiegarle per realizzare una videoconferenza attraverso il Web o altri sistemi basati su Internet, come molte applicazioni di messaggistica istantanea. Un altro uso piuttosto diffuso delle webcam consiste nella trasmissione continua di immagini dal vivo (streaming video) da determinati luoghi del mondo. L'uso di installare webcam in località di interesse turistico è largamente diffuso. Ancora, webcam vengono talvolta utilizzate a scopi di video sorveglianza o per la registrazione di video sul disco rigido del computer. LA FOTOCAMERA DIGITALE Una fotocamera digitale è una macchina fotografica che utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore (CCD o CMOS) in grado di catturare l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti in digitale nel caso del CCD da un convertitore A/D in un chip di elaborazione esterno al sensore, nel caso del CMOS direttamente dal sensore che contiene al suo interno anche il convertitore A/D. In entrambi i casi viene generato un flusso di dati digitali atti ad essere elaborati e immagazzinati in un file, che sarà memorizzato in vari formati su supporti di memoria.

Alcune fotocamere economiche dispongono di una memoria interna di salvataggio immagini, alla quale normalmente è sempre possibile aggiungerne una esterna. Dal punto di vista tecnologico va detto che il tipo di memorie prevalentemente usato è di tipo EEPROM flash. La tecnologia "flash" consente di accedere alle celle di memoria per blocchi, o aree, rendendo più rapido il processo di lettura-scrittura-cancellazione.

Secondo le regole attuali di mercato un parametro distintivo delle fotocamere è la risoluzione, cioè il numero di pixel per pollice o per cm lineare. Per ottenere una buona fotografia risulta essere importante un'ottica di qualità, un sensore che abbia un buon rapporto segnale/rumore, una buona gamma dinamica ed infine in funzione delle esigenze di stampa si sceglierà il numero di pixel del sensore. È solamente nella fase di stampa che si può parlare di risoluzione, decidendo quanti pixel inserire in ogni cm della fotografia stampata. La macchina fotografica produce solo pixel! La risoluzione indica il grado di qualità di un'immagine. Generalmente si usa questo termine riguardo immagini digitali, ma anche una qualunque fotografia ha una certa risoluzione. Nelle immagini su computer, la risoluzione indica la densità dei punti dot elementari, che formano l'immagine rapportata ad una dimensione lineare (ad esempio punti/cm o punti/pollice). Lo schermo di un computer non può mostrare linee o disegni, ma soltanto punti; se questi sono sufficientemente piccoli, tali da essere più piccoli della risoluzione percepita dall'occhio umano, l'osservatore ha l'impressione di vedere linee anziché punti allineati, e disegni anziché ammassi di puntini distinti. La risoluzione, quindi, essendo una misura della densità dei punti di immagine rappresentati su un supporto (carta o monitor), si misura in punti per unità di lunghezza, dove quest'ultima di solito è il pollice (dpi = dot per inch). Nel sistema internazionale di misura 1 inch = 2,54 cm.

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I MICROFONI Il microfono è un trasduttore di tipo elettro-meccanico in grado di convertire le onde di pressione sonora in segnali elettrici. Esistono diversi tipi di microfono che basano il proprio funzionamento su differenti tecnologie e metodi di conversione. Per ovviare alle scomodità dei cavi di trasmissione del segnale elettrico utilizzati dai microfoni tradizionali, sono stati introdotti, e vengono utilizzati principalmente negli studi televisivi o in manifestazioni dal vivo, i cosiddetti radiomicrofoni, che incorporano, oltre ad una normale capsula microfonica, un circuito trasmettitore che trasmette il segnale ad un ricevitore, posto vicino alla consolle o comunque all'unità che si occupa dell'acquisizione del suono. Il ricevitore si occupa quindi di riconvertire il segnale radio in un segnale audio e passarlo via cavo alla consolle. Tali microfoni sono capaci di funzionare anche a decine di metri dal ricevitore, soprattutto in ambienti privi di ostacoli (in particolare pareti in muratura). Data però la necessità di convertire il suono in frequenze radio e poi viceversa, oltre al rischio che si esaurisca la batteria durante la performance o che altre fonti di onde radio interferiscano con la comunicazione, nei concerti e tanto più negli studi di registrazione musicali vengono preferiti i tradizionali microfoni a cavo.

I radiomicrofoni sono disponibili principalmente in due formati: viene comunemente detto gelato (per evidenti motivi di somiglianza con un cono gelato) il radiomicrofono che presenta una forma simile al microfono tradizionale (in gergo tecnico è detto radiomicrofono palmare) e quello a spillo (detto in gergo tecnico lavalier) il radiomicrofono in cui la capsula microfonica è separata dal resto e, data la piccola dimensione, può essere appesa al colletto della camicia o al bavero o posizionata in prossimità della bocca.

LA PENNA OTTICA La penna ottica è un dispositivo collegato ad un computer che individua il passaggio del pennello elettronico che disegna l'immagine su uno schermo CRT. Quando il foto-resistore inserito nella penna ottica viene colpito dal pennello elettronico, il computer riceve un segnale e può stabilire le coordinate del punto che viene disegnato in quel determinato istante perché il movimento del pennello elettronico è controllato dai segnali generati dal computer stesso. Una forma più moderna della penna ottica è la pistola usata in alcuni videogiochi. Talvolta i lettori di codici a barre (barcode scanner) sono chiamati penne ottiche quando hanno la forma di penna. La punta è costituita da una fibra ottica e da un rubino artificiale, all'esterno è protetta da un involucro di acciaio antimagnetico. È particolarmente usata in ambito industriale poiché molto resistente e dotato di un dispositivo che, in caso di caduta accidentale è in grado di far rientrare la punta. LA DOCKING STATION La docking station (= stazione di aggancio) è un supporto da tavolo a cui si può collegare un

computer portatile che consente di trasferire comodamente i contenuti da un dispositivo ad un altro. In genere è dotata di connettori per monitor, tastiera, stampante, scanner, altoparlanti e altre periferiche.

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Una volta inserito nella docking station, il portatile diventa un vero e proprio computer da scrivania, con la possibilità di usare, per esempio, una tastiera estesa, uno o più monitor, uno scanner, una stampante ed altre periferiche. Col diffondersi di tablet e smartphone sono state create delle docking station appositamente per questi dispositivi.

Le periferiche di output Le periferiche di output sono costituite da tutti quei dispositivi che consentono la comunicazione all’esterno (emissione) dei dati elaborati, intermedi o finali. IL VIDEO Il video o monitor è un apparecchio elettronico che consente la valutazione dei dati in uscita da diverse tipologie di strumentazione sotto l'aspetto di immagini visibili. Esso dunque assolve la funzione di trasduttore di segnali elettrici o elettromagnetici in ingresso in segnali visivi o ottici bidimensionali in uscita. Le immagini video possono essere statiche o in movimento. In ambito informatico, collegato ad un computer, viene considerato una periferica di I/O collegato direttamente alla scheda video del PC generalmente tramite connettore VGA. Può eventualmente essere dotato di casse per la riproduzione dell'audio e di altri tipi di connettori (es. USB). Oltre che per le dimensioni, che si misurano in pollici (= 2,54 cm), il video si differenzia anche per il tipo di risoluzione, ossia per il numero di pixel contenuti in una certa unità di misura (800 x 600, 1024 x 768, 1280 x 1024, ...): più è il numero di pixel, più nitida risulta la visualizzazione. Un altro elemento che caratterizza le prestazioni di un video è la scheda grafica all’interno del computer. Il componente principale di un monitor è il display, cioè il dispositivo elettronico per la visualizzazione. In base alla tecnologia usata si distinguono le seguenti tipologie di display: Display CRT, dall’inglese Cathode Ray Tube, è una tipologia ormai quasi del tutto

soppiantata a partire dall’inizio del secolo dallo schermo LCD e dallo schermo al plasma. Per creare le immagini si utilizza un tubo catodico all’interno del quale un fascio di elettroni è convogliato ad hoc su una superficie fotosensibile. Parametro fondamentale di uno schermo a tubo catodico è la dimensione dell’area su cui sono visualizzate le immagini, indicata con la diagonale dell’area misurata in pollici.

Sezione schematica di un tubo a

raggi catodici monocromatico

1. Controllo della griglia

2. Anodo

3. Bobina deflettrice

4. Riscaldatore

5. Catodo

6. Fascio di elettroni

7. Bobina di messa a

fuoco

8. Schermo fluorescente

Display al plasma, in sigla PDP dall’inglese Plasma Display Panel, è una tipologia a schermo piatto utilizzata per applicazioni televisive con dimensione dell’immagine normalmente superiore a 32 pollici. Molte piccole celle posizionate in mezzo a due pannelli di vetro mantengono una mistura inerte di gas nobili (neon e xeno). Il gas nelle celle viene elettricamente trasformato in un plasma, il quale poi eccita i fosfori ad emettere luce.

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Nei pannelli a colori, il retro di ogni cella è rivestita con un fosforo. I fotoni ultravioletti emessi dal plasma eccitano questi fosfori per dare luce colorata. Ogni cella è quindi paragonabile ad una lampada fluorescente. Ogni pixel è fatto di tre sottocelle separate, ognuna con fosfori di diversi colori. Una sottocella ha il fosforo per la luce rossa, una per la luce verde e l'altra per la luce blu. Questi colori si uniscono assieme per creare il colore totale del pixel, analogamente agli schermi CRT. Variando gli impulsi di corrente che scorrono attraverso le diverse celle migliaia di volte al secondo, il sistema di controllo può aumentare o diminuire l'intensità di ogni colore di ogni sottocella per creare miliardi di diverse combinazioni di verde, rosso e blu. In questo modo il sistema di controllo può produrre la maggior parte dei colori visibili.

Display LCD, dall’inglese Liquid Crystal Display (= display a cristalli liquidi), è una tipologia di display a schermo piatto utilizzata nei più svariati ambiti, con dimensioni dello schermo che variano da decine di millimetri a oltre 100 pollici. Da circa 30 anni i display LCD sono utilizzati anche in ambito video, inizialmente nei portatili, in seguito nei monitor e nei televisori, soppiantando il display CRT. Da un punto di vista macroscopico, un comune display LCD è composto da una lastra di materiale vetroso ricoperta da un sottile strato di plastica trasparente, dietro il display troviamo 1 o 2 lampade al neon, dette lampade di retroilluminazione. Osservando più da vicino, la lastra ospita una matrice di celle, o pixel, oguno dei quali costituisce un elemento dell'immagine dello schermo. Ogni pixel a sua volta è costituito da 3 sub-pixel, uno per ogni colore primario (rosso, verde, blu). Il cristallo liquido è posto tra due piastre di silicio rese semiconduttive tramite particolari trattamenti chimico-fisici, detti drogaggio. Queste due piastre ospitano gli elettrodi, uno per ogni lato del cristallo liquido. Le due piastre sono a loro volta coperte da due filtri polarizzatori, con angoli di polarizzazione a opposti. Infine c’è un filtro colorato rosso, verde o blu che fornisce il colore al sub-pixel. In assenza di cristallo, questo complesso sistema di strati non farebbe passare la luce, quindi sarebbe completamente opaco, nonostante i vari strati siano singolarmente quasi perfettamente trasparenti. Questo piccolo miracolo dell'ottica avviene grazie alle proprietà dei filtri polarizzatori. La luce, attraversando il filtro a polarizzazione orizzontale, passa solo per metà, e precisamente passa solo la componente orizzontale (immaginate la luce come onde trasversali); il raggio di luce viene pertanto polarizzato in senso orizzontale dal primo filtro. Quando raggiunge il secondo filtro, che ha polarizzazione verticale, soltanto la componente verticale della luce riesce a passare, ma dal momento che la luce è già stata polarizzata la sua componente verticale è scomparsa, quindi dal secondo filtro non esce praticamente nulla. Il cristallo liquido entra in gioco proprio modificando la polarità della luce. Quando il cristallo è in condizioni di riposo, ruota l'asse di polarizzazione della luce di 90°. Osserviamo cosa accade in questo nuovo scenario: la luce entra nel primo filtro e viene polarizzata in senso orizzontale, perdendo la componente verticale, attraversa il cristallo subendo una rotazione di 90° (da orizzontale diventa verticale), quindi può attraversare indisturbata il secondo filtro a polarizzazione verticale. In questo caso il sistema di lastre risulta trasparente. Se applichiamo una tensione elettrica ai due elettrodi, il cristallo liquido si deforma e non riesce più a ruotare l'asse di polarizzazione della luce, ricreando quindi lo stesso effetto che si avrebbe in assenza di cristallo. Ecco trovato un modo per comandare il passaggio della luce! Se si applica corrente, il cristallo si deforma, la luce non viene ruotata e il sub-pixel risulta nero. Se invece non si applica alcuna tensione il cristallo è rilassato, la luce viene correttamente ruotata di 90° e il sub-pixel lascia passare la luce della lampada di retroilluminazione, apparendo quindi di colore bianco. Se a questo si aggiungono i filtri cromatici, e si organizzano i sub-pixel a

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gruppi di 3, si ottengono dei pixel completi. Da notare che la quantità di luce che passa è inversamente proporzionale alla tensione applicata, quindi si possono ottenere una quantità enorme di sfumature di colore regolando in modo graduale la tensione.

Funzionamento di un elemento a "cristalli liquidi" trasmissivo: a sinistra il

pixel/schermo/segmento è spento e la luce (polarizzata) transita, mentre a

destra, la rotazione dei "cristalli liquidi" dovuta all'applicazione di una differenza

di potenziale impedisce il passaggio della luce.

Una volta capito il funzionamento di un singolo pixel, non è difficile immaginare il funzionamento complessivo del display. Adesso si tratta solo di capire come vengono pilotati i vari pixel. Come detto prima, i pixel sono organizzati in una matrice, tipicamente di 1280 colonne per 800 righe, per un totale di 1.024.000 pixel su uno schermo tipico! Per pilotarli tutti il controller del display, quando deve aggiornare lo schermo, attiva la prima delle 800 righe e la prima delle 1280 colonne, selezionando il pixel alle coordinate (1,1) e impostando il suo colore tramite la regolazione di tre segnali elettrici (uno per ogni sub-pixel), poi passa alla colonna successiva e ripete la procedura con il pixel (2,1) e così via per tutta la prima riga. Una volta terminato il tracing della riga, passa alla riga successiva, partendo dalla prima colonna con il pixel (2,1), poi il (2,2), il (2,3) e così via finché non ha aggiornato tutti i pixel fino al (1280,800). Una volta terminato il refresh del quadro, l'immagine viene lasciata per qualche millisecondo, dopo di che si riparte per un nuovo ciclo e il tutto si ripete 60 volte al secondo, quindi la durata complessiva di un ciclo completo è di appena 16,7 millesimi di secondo! Parlando di schermi a colori per PC o TV, l'unità di misura delle dimensioni dello schermo è comunemente il pollice (= 2,54 cm) ed è la distanza misurata in diagonale tra due angoli opposti del pannello. Le dimensioni arrivano ad oltre 100 pollici, con risoluzioni che, nelle TV, vanno da 640 x 480 a 1920 X 1080 pixel ed anche oltre per applicazioni speciali. Una delle caratteristiche principali dei pannelli a cristalli liquidi (fatta salva la retroilluminazione) è il basso consumo di potenza elettrica, che li rende di per sé particolarmente indicati per applicazioni in apparecchiature alimentate da batterie elettriche. Gran parte del consumo è invece attribuibile alla retroilluminazione: ad esempio nelle TV, a causa della particolare luminosità richiesta, i consumi elettrici complessivi sono piuttosto elevati (un TV 32" ha potenze di circa 120-180W).

Componenti di un LCD twisted nematic

riflettivo

1. Polarizzatore verticale

2. Schermo di vetro con maschera

delle zone scure

3. Strato con i cristalli liquidi

4. Strato di vetro con elettrodi

5. Polarizzatore orizzontale

6. Superficie riflettente

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Display LED, non si tratta di una nuova tecnologia di generazione dell’immagine. Un termine più appropriato sarebbe "schermo LCD basato su retroilluminazione a LED", in quanto il pannello che produce le immagini resta quello di uno schermo piatto tradizionale. All'interno dello schermo a LED la luce emessa da 2160 piccoli LED rossi, verdi e blu, si combina per formare una luce bianca. Il fascio di luce attraversa una piastra di diffusione che la rende omogenea. Il vantaggio più evidente rispetto alla lampada tradizionale è la migliore qualità dei colori: il neon degli schermi LCD tradizionali, non restituisce infatti un bianco perfetto e la luce deve essere corretta utilizzando filtri di colore che non garantiscono risultati sorprendenti. La luce bianca illumina quindi il pannello a cristalli liquidi per formare l'immagine finale. La durata dello schermo LCD basato su tecnologia a LED è nell'ordine delle 100 mila ore mentre quella di uno schermo tradizionale è di 50 mila ore. Grazie alla tecnologia a LED è possibile costruire degli schermi sottilissimi spessi anche un paio di millimetri.

LA STAMPANTE La stampante, detta anche printer, consente di trasferire su carta i dati elaborati dal computer. Esistono diversi tipi di stampanti; di seguito si prendono in esame i più diffusi.

Stampante ad aghi o ad impatto: questa tecnologia, per la maggior parte, è derivata dalle macchine da scrivere elettriche. Essenzialmente alcuni punzoni riportano in rilievo la forma del carattere, che per mezzo di un elettromagnete viene battuto sulla carta con l'interposizione di un nastro inchiostrato. I caratteri possono essere portati su leve, sulla superficie di cilindri, sul bordo di un disco (margherita), su un nastro metallico (catena), o su una sfera. I limiti di questo sistema consistono nella limitatezza di ciò che può essere stampato (font fissi, niente grafica) e nella lentezza, ad eccezione delle stampanti a catena che riuscivano a stampare a velocità paragonabili ad una moderna laser. Le testine di stampa, generalmente con standard di 9 – 18 – 24 oppure 36 aghi, mossi da elettromagneti azionati da driver appositi, battono sulla carta attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio. La sequenza dei colpi è generata da un circuito elettronico per comporre i pixel che costituiscono i caratteri o parte di una immagine. La risoluzione in queste stampanti è misurata in CPI (caratteri per pollice), ovvero il numero di caratteri che potevano essere contenuti in senso orizzontale in un pollice (2,54 cm). La stampa può avvenire in entrambi i sensi di spostamento della testina, con un aumento della velocità complessiva (stampa bidirezionale). Alcuni modelli di stampanti ad aghi possono riprodurre il colore, impiegando oltre al nero anche tre bande colorate secondo lo standard CMYK. La tecnologia di stampa a matrice è ancora richiesta in alcuni settori poiché permette di imprimere anche modulistica a più copie.

Stampante a getto d’inchiostro (inkjet): è la tecnologia che ha avuto il maggiore successo presso l'utenza privata ed i piccoli uffici, principalmente a causa del basso costo di produzione, della silenziosità e buona resa dei colori. Una schiera di centinaia di microscopici ugelli spruzzano minuscole gocce di inchiostro a base di acqua sulla carta durante lo spostamento del carrello. La risoluzione e la qualità di stampa di queste testine raggiunge livelli paragonabili alla fotografia tradizionale,

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ma solamente utilizzando carta la cui superficie sia stata opportunamente trattata per ricevere l'inchiostro. Il punto debole delle stampanti a getto di inchiostro è intrinsecamente legato al fatto che l'inchiostro deve seccarsi all'aria. Esso può infatti seccarsi anche all'interno dei minuscoli condotti che lo trasportano dalla tanica agli ugelli, bloccando il flusso e impedendo la stampa. Ciò capita se si lascia la stampante inutilizzata per diverso tempo. Se invece la stampante è usata di frequente l'inchiostro scorre e non fa in tempo ad asciugare nei condotti. Altri svantaggi sono legati all'elevato costo per copia stampata e al tempo di stampa maggiore, se confrontati con altre tecnologie.

Stampante laser (laserjet): questa tecnologia deriva direttamente dalla xerografia comunemente implementata nelle fotocopiatrici analogiche. In sintesi, un raggio laser infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel che deve essere impressa sul foglio. Viene poi deflesso da uno specchio rotante su un tamburo fotosensibile elettrizzato che si scarica dove colpito dalla luce. L'elettricità statica attira una fine polvere di materiali sintetici e pigmenti, il toner, che viene trasferito sulla carta (sviluppo). Il foglio passa poi sotto un rullo fusore riscaldato ad elevata temperatura, che fonde il toner facendolo aderire alla carta (fissaggio). Per ottenere la stampa a colori si impiegano quattro toner: nero, ciano, magenta e giallo, trasferiti da un unico tamburo oppure da quattro distinti. Per semplificare la gestione dei consumabili, nelle stampanti laser monocromatiche moderne il toner e il tamburo fotosensibile sono incluse in un'unica cartuccia. La velocità di stampa si misura in pagine per minuto e può variare a seconda della configurazione del sistema, dell’applicazione software, del driver e della complessità del documento. La qualità di stampa raggiunge valori di 1200 x 1200 dpi e oltre.

Plotter: è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato (fino al formato A0 = 841 x 1189 mm). È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Oggi viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma). I plotter sfruttano sia la tecnologia a getto d’inchiostro sia la tecnologia laser.

GLI ALTOPARLANTI (CASSE ACUSTICHE) Gli altoparlanti sono attuatori in grado di convertire un segnale elettrico in onde sonore. Si può quindi definire un trasduttore elettroacustico. Il suono in sostanza è generato da una serie di compressioni e rarefazioni dell'aria, compito dell'altoparlante è generare tali compressioni e rarefazioni nell'ambiente d'ascolto. LE CUFFIE E GLI AURICOLARI Un auricolare o cuffia è un dispositivo in grado di far ascoltare la fonte audio (radio, walkman, lettore CD, lettore mp3, ...) alla quale è collegato. Questo dispositivo può essere monocassa o bicassa: in quest'ultimo caso permette l'ascolto stereofonico e su ogni cassa è impressa la lettera L (left) o R (right), ad indicare l'orecchio a cui va applicata. Generalmente

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per cuffia s'intende un dispositivo munito di grandi casse con tanto d'imbottitura insonorizzante, unite tra loro tramite un supporto rigido, per auricolari i dispositivi che si appoggiano nel padiglione auricolare, mentre per auricolare in ear ci si riferisce ai dispositivi che s'introducono nel condotto uditivo.

Cuffie esterne: sono la tipologia più ingombrante e pesante, in quanto hanno una struttura importante, che comprende il supporto delle cuffie (ma può essercene anche solo una, avendo così un orecchio che ascolta l'ambiente esterno) ed il sistema d'insonorizzazione passiva dal rumore esterno. Le casse esterne garantiscono una migliore resa del suono (specialmente alle basse frequenze), sia grazie alla maggior dimensione della cassa stessa che all'insonorizzazione passiva attuata dalla copertura esterna delle stesse.

Auricolari: sono le cuffiette più comuni dei piccoli dispositivi elettronici, che vanno posizionate nella conca del padiglione auricolare e possono essere munite o meno di supporto padigliare, il quale permette una maggiore stabilità della cuffietta. Un altro accorgimento che può essere presente è il perimetro gommato o il rivestimento poroso removible, che permettono una migliore adesione e nell'ultimo caso anche un lavaggio dello stesso per garantire una maggiore igiene; questa categoria di cuffietta però, pur garantendo una leggerezza e portabilità elevata, non permette un'insonorizzazione ottimale negli ambienti rumorosi.

Auricolari in ear: si vanno a posizionare all'interno del condotto uditivo e sono sorrette dallo stesso, quindi non richiedono supporti accessori o ne hanno di molto ridotti. Questa tipologia permette d'ottenere i vantaggi di portabilità e leggerezza delle cuffiette auricolari e l'insonorizzazione passiva delle cuffie esterne

Le periferiche di input/output

Le periferiche di input/output sono quei dispositivi in grado di inviare dati al computer e allo stesso modo di riceverne. IL TOUCHSCREEN (= SCHERMO TATTILE) Un touchscreen è un particolare dispositivo frutto dell'unione di uno schermo e di un digitalizzatore, che permette all'utente di interagire con una interfaccia grafica mediante le dita o particolari oggetti. Uno schermo tattile è allo stesso tempo un dispositivo di output e di input. Il vantaggio del touchscreen consiste nel non avere l'intralcio o lo spazio necessario da dedicare a tastiera, mouse e touchpad ed avere quindi allo stesso tempo uno schermo più ampio a parità di spazio utile, un'interattività diretta tra utente e dispositivo, a prezzo però di una velocità di scrittura/digitazione in generale meno veloce e a volte con più alto tasso di errori.

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IL MODEM Il termine modem indica un dispositivo di ricetrasmissione che ha funzionalità logiche di modulazione/demodulazione (analogica o numerica) in trasmissioni analogiche e digitali. In pratica modem è un dispositivo elettronico che rende possibile la comunicazione dei computer, utilizzando un canale di comunicazione composto tipicamente da un doppino telefonico. Questo dispositivo permette la MOdulazione e la DEModulazione dei segnali contenenti informazione; dal nome di queste due funzioni principali il dispositivo prende appunto il nome di MODEM. In altre parole, serve a convertire i dati dal formato digitale (computer) a quello analogico (linea telefonica) e viceversa. Può essere visto quindi come un dispositivo di rice-trasmissione nell'ambito delle comunicazioni che fa da interfaccia tra un sistema digitale (il computer) e una linea di trasmissione analogica quale ad esempio la linea telefonica. A seconda del tipo di linea telefonica a disposizione si possono definire i seguenti tipi di modem: Modem analogico: è un apparato di rete interno o

esterno che, connesso al computer e alla linea telefonica, consente di accedere ad internet attraverso la linea telefonica base occupandola costantemente a bassa velocità di connessione (56 kbit/s). Inoltre grazie al software è possibile sfruttarlo come telefono, segreteria telefonica e/o fax. Con la diffusione prima delle linee ISDN e successivamente con l’ADSL, questa tipologia di modem è stata praticamente abbandonata.

Modem ISDN: il nome corretto del modem è TA ISDN (dall’inglese Terminal Adapter Integrated Services Digital Network). Non utilizzano frequenze sul doppino telefonico, ma veri e propri segnali digitali discreti su linee telefoniche dedicate per questo tipo di connessione. Hanno le medesime funzioni dei modem analogici con la differenza che sono più veloci e sfruttano una linea dati digitale, con una velocità tra 64 kbit/s e 128 kbit/s, occupando entrambi i canali ISDN.

Modem ADSL: sono dei modem solitamente esterni, che consentono di usufruire della linea digitale dati ad alta velocità ADSL (dall’inglese Asymmetric Digital Subscriber Line). L'ADSL é un sistema che consente l’accesso a internet attraverso la trasmissione di una grande quantità di dati ad una velocità molto elevata.

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Questo si realizza attraverso l'utilizzo di una banda di frequenza più alta rispetto a quella utilizzata per le conversazioni telefoniche convenzionali. Si deve installare un filtro (splitter) che separa il segnale telefonico da quello utilizzato per la connessione ADSL. La tecnica di funzionamento che contraddistingue i sistemi ADSL é la asimmetria della trasmissione, dal momento che offrono una maggiore capacità nella trasmissione in senso discendente (dalla rete all'utente) che nel senso ascendente (dall’utente verso la rete). Questo rende l'ADSL particolarmente adatto per le applicazioni, come ad esempio l'accesso ad internet. Le compagnie telefoniche hanno introdotto nuove versioni ADSL, quali ADSL2 e ADSL2+, in grado di somministrare programmi televisivi e video di alta qualità.

Probabilmente il fatto più importante è che la velocità di connessione dell'ADSL è molto maggiore rispetto a quella ottenuta mediante la connessione analogica tradizionale a 56 kbit/s. Con l’ADSL inoltre si ha l'opportunità di navigare e telefonare contemporaneamente, perché il traffico dati e quello telefonico sono trasmessi su canali separati.

La velocità dell’ADSL commerciale varia dai 640 kbit/s sino ai 20-30 Mbit/s in base all'operatore telefonico, al contratto stabilito con esso e alla rete utilizzata. Sono stati sviluppati anche modem VOIP (dall’inglese Voice Over Internet Protocol), che consentono di avere una seconda linea telefonica su rete Internet. Si sono diffusi i router WLAN, che permettono di navigare senza fili in rete domestica, collegandoli alla linea, a condizione di possedere una scheda di rete senza fili, sempre più diffuse con i portatili di ultima generazione. L'ADSL utilizza un'infrastruttura esistente (la rete telefonica), cosa che riduce il costo e il tempo di disponibilità del servizio. Gli utenti ADSL dispongono di connessione permanente ad internet, cioè non devono stabilire la connessione mediante marcatura o segnalazione. La linea tra la centrale e l'utente non è condivisa, il che garantisce una larghezza di banda per utente, aumentandone la qualità di servizio.

Modem GPRS/EDGE/UMTS/HSDPA: sono i modem presenti nei telefoni cellulari. Consentono di accedere dal telefonino ad internet a velocità variabili, cioè: - GPRS 50 kbit/s (max teorico 171,2 kbit/s); - EDGE 150 - 170 kbit/s (max teorico 200 kbit/s); - UMTS 384 kbit/s per le connessioni dati; - HSDPA max teorico 7,2 Mbit/s, raggiungibile solo in caso di

copertura ottimale; - HSPA+ (modem utilizzato dall’iPhone 5 e seguenti), max

teorico 28,8 Mbit/s, raggiungibile solo in caso di copertura ottimale e solo se la stazione radio base è in condizioni di supportare tale velocità. In condizioni comuni è possibile arrivare a 4-5Mbit/s, paragonabili a velocità da ADSL. I servizi di navigazione via cellulare sono offerti dagli operatori telefonici, anche se a prezzi maggiorati rispetto alle linee digitali ADSL.

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STAMPANTI MULTIFUNZIONE La stampante multifunzione o stampante all-in-one è una tipologia di periferica esterna che si contraddistingue per integrare una stampante, uno scanner, una fotocopiatrice, ed eventualmente anche un modem, in un unico apparecchio. Per tale motivo non è sbagliato considerare la stampante multifunzione anche una tipologia di stampante. Normalmente però, come prodotto commerciale, la stampante multifunzione è considerata un prodotto distinto dalla stampante proprio in relazione al fatto che rappresenta un prodotto molto più complesso. La stampante multifunzione è anche una tipologia di macchina da ufficio in quanto tutte le moderne stampanti multifunzione operano anche in modalità stand-alone (cioè a computer spento). In particolare in modalità stand-alone la stampante multifunzione opera come fotocopiatrice ed eventualmente (se dotata di modem) anche come fax.

1.2.4 Identificare le più comuni porte di input/output, quali USB, HDMI

Le periferiche sono i dispositivi che permettono di dialogare con il computer, di scambiare dati, di trasmettere dati dall’interno all’esterno o viceversa. Il collegamento delle periferiche al computer avviene attraverso cavi, le cui prese si inseriscono nelle corrispondenti porte, oppure mediante tecnologie wireless o bluetooth che non richiedono l’uso di cavi. A seconda delle funzioni esistono vari tipi di porta: USB, seriale, parallela, porta di rete, FireWire, HDMI. Porta USB (Universal Serial Bus): è il nuovo modello di porta seriale,

consente un’altissima velocità di trasferimento dei dati e dà la possibilità di collegare e scollegare periferiche a computer acceso. Lo standard 1.0 dell'USB (gennaio 1996) supporta collegamenti a solo 1,5 Mbit/s.

Lo standard 1.1 (settembre 1998) aggiunge la modalità full speed, che innalza la velocità a 12 Mbit/s. Lo standard 2.0 (aprile 2000) è l'innalzamento della velocità di trasferimento a 480 Mbit/s. Lo standard 3.0 raggiunge invece la velocità di 4,8 Gbit/s.

Esistono diversi tipi di connettori, che comunque rispettano totalmente lo standard USB: sono chiamati connettore A e connettore B. Alcuni produttori hanno introdotto delle varianti del connettore per i loro dispositivi miniaturizzati, introducendo connettori mini-USB e micro-USB di tipo A e B.

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Porta seriale (o COM, Communication): è una porta che consente il trasferimento dell’informazione un bit alla volta. Si utilizza ad esempio per collegare il modem al computer.

Lo standard seriale è noto anche come RS-232, che definisce un'interfaccia seriale a bassa velocità di trasmissione per lo scambio di dati tra dispositivi digitali. Stendendo un cavo fisico tra due apparecchiature elettroniche dotate di una porta RS-232 è possibile realizzare una comunicazione tra di loro.

Porta parallela (o LPT, Line Printer Terminal): permette la trasmissione di dati un byte, cioè 8 bit, alla volta. Si utilizza ad esempio per inviare dati alla stampante, ma anche ad altre periferiche quali webcam, scanner, hard disk, ...

Inizialmente la porta era nata come unidirezionale, cioè permetteva il flusso dei dati solo in uscita verso la stampante. Successivamente, la realizzazione di versioni bidirezionali ha permesso di impiegare la porta anche per unità diverse, quali scanner, hard disk, webcam ed altro. La porta parallela è ormai considerata obsoleta: si preferiscono altri standard di comunicazione come l'USB (seriale e quindi di minore ingombro, più veloce e multifunzione). Per impedire la copia di software viene usato un

dispositivo da collegare alla porta parallela chiamato in vari modi: chiave hardware, dongle, hardware token. Il dispositivo non interferisce (o non dovrebbe interferire) con altri usi della porta in quanto "replica" il connettore femmina per collegare altre periferiche e risultare quindi trasparente per i normali utilizzi della porta. È da tempo sostituito con versioni per USB. Anche quando la porta parallela era disponibile solo in forma unidirezionale (uscita) si erano realizzati sistemi per usarla per acquisire dati. L'interfaccia parallela è in grado di acquisire e di produrre segnali elettrici di controllo, è quindi utilizzabile per usi particolari come comandare relè, circuiti di controllo, programmare memorie, ecc.

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Porta di rete: in informatica nell'ambito delle reti di calcolatori, le porte sono lo strumento utilizzato per permettere ad un calcolatore di effettuare più connessioni contemporanee verso altri calcolatori.

Porta FireWire: è un tipo di collegamento via cavo molto simile all'USB, che viene

utilizzata per il trasferimento dei dati. Presenta alcuni vantaggi rispetto alla normale USB e in particolare - nessun tipo di problema di

alimentazione. A differenza dello standard usb, la firewire dà tutta l'alimentazione necessaria alla periferica attaccata, per esempio un iPod o una videocamera. Solo gli hard disk esterni di grandi dimensioni necessitano comunque di un alimentatore per funzionare;

- maggiore velocità media rispetto alla porta USB, per cui i trasferimenti di dati sono più veloci.

La tecnologia FireWire è stata sviluppata da Apple Computer e permette due diverse modalità di trasferimento dati: - asincrona: il dato trasferito viene nuovamente inviato se la linea non fosse libera; - isocrona: prevede l’invio di un flusso continuo di dati in tempo reale. Ad esempio in

questa modalità sono acquisiti i dati dagli apparecchi digitali come videocamere e macchine fotografiche.

Porta HDMI (High Definition Multimedia Interface): permette di collegare un computer a un televisore digitale ad alta definizione per riprodurre file audio e video su sistemi audio esterni e televisori digitali. La connessione HDMI consente la trasmissione ad alta velocità di un elevato numero di informazioni digitali audio e video non compresse.

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1.3 SOFTWARE

Il software, così come l’hardware, è indispensabile per il funzionamento di un computer. Si può dire che il software rappresenta il set di istruzioni necessario per poter fare funzionare correttamente l’hardware.

1.3.1 Definire il termine software e saper distinguere tra i principali tipi di

software: sistemi operativi, applicazioni. Sapere che il software può essere installato localmente o essere disponibile online

Il software (dall’inglese soft “soffice” e ware “componente”) è la parte invisibile di un computer ed è sostituito dai programmi residenti nella memoria del computer o nei supporti di memorizzazione. Nel computer l’insieme dell’hardware e del software sono complementari tra loro e sono indispensabili per il corretto funzionamento. Quando si parla di software, generalmente si distingue tra sistema operativo (anche detto software di sistema o software di base) e programmi applicativi.

Il sistema operativo è indispensabile per il funzionamento dell'elaboratore ed ha il compito di gestire e controllare le attività e le risorse di un computer, le applicazioni e le periferiche. All'avvio dell'elaboratore, i software di boot residenti nella ROM, eseguono il controllo sui componenti hardware per verificarne il funzionamento; al termine, il sistema operativo memorizzato su disco fisso viene caricato nella RAM e si avvia, pronto per essere utilizzato dall'utente.

Il software applicativo non è necessario per il funzionamento dell'elaboratore, ma viene creato per soddisfare precise necessità dell'utente.

In genere, il software utilizzato è installato sul disco fisso del computer locale; tuttavia, vi sono computer collegati, tramite una rete locale o Internet, a un elaboratore remoto, detto server, da cui usufruiscono sia del sistema operativo sia delle applicazioni.

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1.3.2 Definire il termine sistema operativo e identificare alcuni comuni

sistemi operativi per computer e dispositivi elettronici

Il sistema operativo (operating system) è un insieme di programmi che interagiscono e controllano le funzionalità della macchina fisica (hardware) in modo tale da offrire ai programmi applicativi ed agli utenti un insieme di funzionalità. Tale software gestisce le risorse del computer anche dal punto di vista delle periferiche e fornisce la GUI (Graphical User Interface), cioè l’interfaccia utente da cui si possono utilizzare i principali servizi. I componenti di un sistema operativo si possono considerare organizzati a livelli secondo la struttura illustrata qui sotto.

Interprete dei comandi (shell) Fornisce l'interfaccia con l'utente che attraverso di esso può inviare comandi al sistema operativo (ad esempio lettura dalla memoria di massa, creazione ed attivazione di un processo, allocazione di memoria centrale, caricamento di un programma in memoria centrale ecc.). L'interfaccia con l'utente può essere di tipo testuale oppure grafico. Gestore dei file (file system) Componente che permette l'organizzazione delle informazioni in strutture logiche, dette file, identificati da nomi e accessibili all'utente tramite opportuni comandi (apertura, lettura, scrittura, chiusura). Gestisce le operazioni di allocazione di memoria di massa necessarie per memorizzare i file. Gestore delle periferiche Componente che permette di utilizzare correttamente le periferiche e i relativi comandi di input/output. Il particolare dispositivo software che controlla la comunicazione con la periferica è detto anche driver della periferica. Gestore della Memoria Modulo che gestisce la memoria centrale consentendo ai programmi di lavorare in un proprio spazio di indirizzamento virtuale. Permette di - proteggere i dati ed i programmi; in generale un programma non può accedere alla zona di

memoria riservata ad un altro; - mascherare l'allocazione fisica dei dati; il programma non vede i dettagli fisici relativi alla

collocazione dei dati; - condividere dati in modo controllato fra più programmi.

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Nucleo o kernel Componente che comunica con la macchina fisica per gestire lo stato di avanzamento dei processi corrispondenti ai vari programmi che sono contemporaneamente attivi. Tutto avviene come se fossero presente tante macchine virtuali quanti sono i processi attivi, anche se la CPU è fisicamente una sola. BIOS (Basic Input Output System) A differenza degli altri componenti, questo modulo, che può essere considerato separato dal Sistema Operativo vero e proprio, non risiede nella memoria di massa ma è memorizzato permanentemente su una ROM (memoria di sola lettura). Al momento dell'accensione l'elaboratore come prima cosa cerca il BIOS che fornisce una sorta di collegamento fra l'hardware ed il software. Il BIOS gestisce varie funzionalità (gestisce le comunicazioni attraverso le porte del computer, interpreta i dati immessi da tastiera, visualizza i caratteri sullo schermo) in modo tale da rendere il sistema operativo indipendente dall'hardware. All’avvio del computer i software di boot, residenti nella ROM, eseguono il controllo sulle componenti hardware per verificarne il funzionamento. Al termine di questa operazione il sistema operativo, memorizzato su disco fisso, viene caricato nella memoria RAM e si avvia, pronto per essere utilizzato dall’utente.

Il sistema operativo quindi: - si colloca tra hardware e software applicativo, permettendo

l’esecuzione dei programmi e lo scambio dei dati tra CPU e periferiche;

- controlla l’input e l’output di qualsiasi operazione, cioè il trasferimento di dati dalla memoria del computer ad una periferica o ad una memoria di massa o viceversa;

- gestisce le code di stampa (spool), cioè l’insieme dei documenti inviati alla stampante e in attesa di essere stampati;

- fornisce la GUI (interfaccia grafica), per consentire all’utente di interagire con il sistema ed operare su file e cartelle.

PER SAPERNE DI PIÙ

Nella tabella seguente si propone un elenco dei più noti sistemi operativi.

SISTEMA OPERATIVO

DESCRIZIONE

Unix

Unix è un sistema operativo scritto in C, inizialmente sviluppato da un gruppo di ricerca dei laboratori AT&T e Bell Laboratories, di cui facevano parte Ken Thompson (programmatore e hacker statunitense) e Denis MacAlistar Ritchie (programmatore statunitense sviluppatore del linguaggio C, insieme a Brian Kernighan e Ken Thompson). Il primo sistema operativo che può definirsi a tutti gli effetti come "Unix" fu sviluppato da Ken Thompson nel 1969 per poter eseguire un programma chiamato "Space Travel", che simulava i movimenti del sole e dei pianeti, così come il movimento di una navicella spaziale che poteva atterrare in diversi luoghi. Unix non è un sistema operativo unico, come molti potrebbero pensare, bensì è una grande famiglia di sistemi operativi (come ad esempio FreeBSD, NetBSD, OpenBSD, BSD, AIX, System V, SunOS, varie distribuzioni di Linux, ecc.), aventi comandi e caratteristiche simili e disponibili per molte architetture hardware (come ad esempio x86, alpha, ecc.). Le caratteristiche sono:

Multiutente: più utenti possono interagire da terminali diversi contemporaneamente con il sistema, che evita interferenze tra le attività dei vari utenti. All'interno del sistema ogni utente è individuato univocamente da un nome logico (lo username). Inoltre, gli utenti sono suddivisi in gruppi, ciascuno individuabile univocamente mediante il suo nome (il groupname). In ogni sistema è definito l'utente root, che rappresenta l'amministratore di sistema, e che, in generale, non ha alcuna limitazione nell'accesso alle risorse del sistema stesso;

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Multiitasking: il suo nucleo può supportare la contemporanea esecuzione di più processi gestiti a divisione di tempo;

Gestione della memoria virtuale: il sistema di gestione della memoria in Unix si basa su paginazione e segmentazione. Queste caratteristiche consentono ad ogni processo di indirizzare un'area di memoria di dimensioni eventualmente superiori a quelle della memoria centrale effettivamente disponibile;

Portabile: grazie all'impiego del linguaggio C nella realizzazione del sistema, esso gode di un'elevata portabilità, ed è oggi disponibile su una vasta gamma di architetture;

Aperto: Unix realizza alcuni dei più diffusi servizi e protocolli di comunicazione della rete Internet, rendendo possibile una facile integrazione all'interno di una rete;

Ambiente di sviluppo per programmi scritti in "C": Unix mantiene tuttora uno stretto legame con il linguaggio di programmazione "C". Questa relazione si manifesta anche nella disponibilità all'interno delle utilità di sistema di un insieme piuttosto ricco di strumenti per lo sviluppo di applicazioni in "C" (tra i quali il “compilatore cc”).

Apple DOS (Apple Disk Operating System)

Il sistema operativo Apple DOS era il sistema operativo per dischi dei personal computer della serie Apple II distribuito da Apple Computer dal 1978 fino al 1983. L'Apple DOS fu rilasciato in 3 versioni principali: DOS 3.1, DOS 3.2 e DOS 3.3. Ognuna di esse fu seguita da una versione minore che correggeva i bug della maggiore e solo nel caso dell'Apple DOS 3.2 essa ebbe un proprio numero di versione (3.2.1) mentre le altre mantennero il numero originale. La versione più nota ed usata fu la 3.3, rilasciata nel 1980 e aggiornata successivamente nel 1983 con un paio di "bug-fix release" (o versione con correzione di bug). L'Apple DOS fu scritto per la maggior parte da Steve Wozniak, Randy Wigginton e Paul Laughtond, un programmatore esterno ad Apple. Siccome lo sviluppo del DOS fu terminato in fretta per poter essere abbinato alla nuova unità a dischi prodotta da Apple, il Disk II, non ci fu il tempo per preparare un manuale dell'utente: per questo motivo il DOS fu distribuito senza una documentazione ufficiale ma solo con alcune note sulle principali caratteristiche e su alcuni comandi. Fu solo con il rilascio della versione 3.2, avvenuta a febbraio 1979, che un manuale degno di questo nome fu reso disponibile agli utenti.

MS DOS (Microsoft Disk Operating System)

Il sistema operativo MS DOS è stato il primo ad essere introdotto nel lontano 1980 su computer IBM compatibili con processore x86. Era un sistema con interfaccia testuale e quindi ogni comando doveva essere digitato da tastiera, seguendo una rigorosa sintassi. L'interfaccia standard di MS-DOS, un'interfaccia a riga di comando caratterizzata da un'interazione di tipo testuale tra utente e computer (l'utente impartisce comandi testuali in input mediante tastiera alfanumerica e riceve risposte testuali in output dall'elaboratore mediante display o stampante alfanumerici), era una shell (chiamata command), come su tutti i sistemi dell'epoca. Il programma tipicamente non esegue alcunché fino a quando non riceve un comando di input dall'utente. Il cursore lampeggiate o evidenziato, detto prompt, indica la posizione nella schermata dove verrà eventualmente scritto il comando desiderato dall'utente. L'utente deve comporre i comandi in forma di righe di testo che rispettino una precisa sintassi. Spesso un comando presenta delle opzioni aggiuntive, da inserire dopo il comando stesso, che specificano una funzionalità specifica o aggiuntiva del comando stesso. Dopo aver composto una riga, bisogna tipicamente battere il tasto "Invio" o "Enter". A questo punto, il programma analizza (interpreta) la riga di comando, e se questa è stata composta in modo sintatticamente corretto la esegue, altrimenti questi non esegue il comando restituendo all'utente una segnalazione del primo errore incontrato nella lettura e ripartendo dal prompt. Come effetto dell'esecuzione di un comando, si può ottenere la scrittura di un testo di risposta da parte del programma sul terminale o su un diverso dispositivo di output. In seguito divennero disponibili altre interfacce utente, basate su menù testuali (come, ad esempio, Norton Commander) o grafiche, come le prime versioni di Microsoft Windows fino alla 3.11. Come praticamente tutti i sistemi operativi per home e personal computer del periodo, l'MS-DOS era un sistema operativo monoutente e monotask, cioè capace di far girare un solo programma alla volta. I principali limiti di DOS sono stati la limitazione a 640KB di RAM, la mancanza di supporto per il multitasking, l'architettura esclusivamente a 16 bit e il fatto che ogni processo una volta avviato avesse il controllo totale del sistema. Tali limitazioni erano dovute a scelte progettuali, basate sulle limitazioni del primo PC IBM; essendo strutturali, questi limiti non furono in seguito superabili. Divenuti presto evidenti per la rapidissima evoluzione tecnologica di quegli anni, questi limiti vennero poi aggirati con stratagemmi software come i gestori di memoria EMS e XMS, e i cosiddetti DOS extender che gestivano il funzionamento a 32 bit in modalità protetta, che MS-DOS non poteva supportare. Tuttavia non si trattava di modifiche strutturali al sistema operativo: in ogni caso la gestione del file system e la risposta agli interrupt restavano comunque in mano al vecchio MS-DOS e soffrivano dei suoi limiti. Alla fine, la Microsoft fu costretta ad abbandonare l'MS-DOS e scrivere da zero una nuova famiglia di sistemi operativi, cioè le varie versioni di Windows 9x e NT. Il codice eseguibile fondamentale del DOS era contenuto in due file dal nome IBMBIO e IBMDOS. Il primo conteneva le routine di servizio degli interrupt e la gestione delle periferiche fisiche e caricava il secondo, che conteneva il gestore di periferiche logiche e il gestore del file system FAT. IBMDOS caricava a sua volta il COMMAND.COM, la shell interprete dei comandi.

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Mac OS (Macintosh Operating System)

Mac OS è il sistema operativo di Apple dedicato ai computer Macintosh. La prima versione di Mac OS risale al 1984, e aveva la caratteristica di essere un sistema operativo completamente grafico. Questa novità favorì molto la popolarità delle GUI (Graphical User Interface), e il ruolo che Mac Os ebbe nella loro diffusione è ampiamente riconosciuto. Il nome Mac OS è in realtà riferito a due famiglie di sistemi operativi:

Il Mac OS Classic, cioè il sistema operativo montato sul primo modello di Macintosh nel 1984 ed evolutosi, attraverso numerose versioni, fino al 2001 (attualmente non più sviluppato).

L'attuale OS X (nel senso di "dieci") commercializzato a partire dal 2001. Il sistema operativo del Macintosh originariamente non aveva un nome particolare, essendo parte integrante del prodotto. La versione 7 fu commercializzata semplicemente come "System 7" e con questo nome era conosciuta dagli utenti. La fama del Macintosh è dovuta in gran parte alla sua interfaccia utente grafica (GUI). Quando fu introdotto il Macintosh, nel 1984, esistevano altri sistemi con GUI, tuttavia, Macintosh fu il primo di questi computer ad avere un grande successo commerciale, e diede inizio alla diffusione di massa dell'interfaccia grafica. Apple impiegò grandi risorse nello studio di un'interfaccia grafica semplice e intuitiva da usare, e il Mac fu il modello a cui aspirarono numerosi altri progetti di GUI. Altre caratteristiche peculiari del primo Macintosh per l'epoca furono l'utilizzo standard di un mouse e di un lettore per dischetti da tre pollici e mezzo. Il primo Mac era dotato di soli 128 KB di RAM, e la maggior parte del sistema operativo era contenuta in ROM. Gran parte del sistema operativo fu sviluppato in Assembly e il resto in Pascal. Il sistema funzionava sui processori CISC Motorola della serie 68000, utilizzati nei Macintosh per molti anni. Nel 1994 vennero lanciati i Power Macintosh basati sui processori RISC PowerPC, sviluppata da un consorzio comprendente Apple, IBM e Motorola, ed il sistema operativo venne gradualmente convertito in codice PowerPC. Questa operazione richiese molto tempo. Mentre il Mac OS classico veniva gradualmente ottimizzato per la nuova architettura PowerPC, Apple aveva in mente di sostituirlo con un sistema operativo completamente nuovo; il vecchio Mac OS, infatti, soffriva ancora di molte limitazioni imposte dalle scarse risorse del Macintosh originale, come la mancanza del multitasking preemptivo e della memoria protetta. Dopo una serie di joint-venture (Pink, Taligent), Apple puntò sullo sviluppo di Copland, un nuovo sistema operativo che avrebbe dovuto offrire multitasking preemptivo e memoria protetta pur mantenendo la piena compatibilità con il software preesistente. Copland sarebbe dovuto diventare Mac OS 8, ma la cattiva gestione del progetto (in particolare il requisito della piena retrocompatibilità) portarono a grandi ritardi sulla tabella di marcia e, infine, all'abbandono del nuovo sistema. Mac OS 8 e Mac OS 9 vennero rilasciati, ma continuarono ad essere basati sulla tecnologia del System 7 (Blue). Dopo il fallimento di Copland, Apple si rese conto che l'unico modo di avere un sistema operativo aggiornato in tempi brevi era adottarne un altro già esistente. Furono vagliate diverse possibilità e alla fine la scelta cadde sul sistema OpenStep di NeXT. NeXT era stata fondata dallo stesso Steve Jobs, che in precedenza aveva fondato Apple insieme a Steve Wozniak; con l'aquisizione di NeXT, Jobs tornò alla guida di Apple, e venne intrapreso lo sviluppo di un sistema che unisse la base UNIX di OpenStep (Microkernel Mach) con l'interfaccia grafica e le molte tecnologie ad alto livello del Mac OS. Il risultato di questa unione è stato Mac OS X, che nel giro di pochi anni ha completamente rimpiazzato il Mac OS 9, ribattezzato nel frattempo Classic. Per garantire la compatibilità con le vecchie applicazioni, rimase la possibilità di caricare, all'occorrenza, Classic all'interno di un apposito task di Mac OS X. Il Mac OS versione 10, denominato Mac OS X, non è una semplice evoluzione del Mac OS Classic, ma è stato completamente riscritto e costituisce, di fatto, un sistema operativo diverso. A fine giugno 2005 giunse la notizia dell'adozione di CPU Intel per le macchine Apple, appositamente modificati per far funzionare il Mac OS X: fu uno storico cambiamento. Con questa strategia Apple ha inteso colmare il gap prestazionale presente nel campo dei portatili ma anche conquistare nuovi settori di mercato alla concorrenza. Forte della nuova architettura, Apple ha quindi dato la possibilità di eseguire in dual boot anche i sistemi Windows Xp, Vista e 7 sui nuovi Mac basati su Intel, grazie allo sviluppo di Boot Camp, una piccola applicazione la cui versione definitiva è stata inclusa nel Mac OS X 10.5.

Microsoft Windows 1.0

Windows 1.0 (1985), commercializzato dal 20 novembre 1985, è stato il primo tentativo di Microsoft di implementare un ambiente operativo capace di multitasking e basato su una interfaccia grafica anche su piattaforma PC. Windows 1.0 rappresentò a tutti gli effetti la primissima incarnazione del sistema operativo Windows. Diversamente dalle versioni successive, Windows 1.0 offriva un multitasking limitato delle applicazioni MS-DOS esistenti; fu posta invece attenzione a creare un paradigma di interazione, un modello di esecuzione e delle API stabili che fossero usate in futuro per applicazioni native. Venti anni dopo, non solo si possono ancora eseguire programmi scritti per Windows 1.0 su Windows XP, ma si può anche ricompilare il loro codice sorgente per ottenere un'applicazione moderna, apportando solo lievi modifiche. Windows 1.0 è spesso considerato erroneamente una vera "interfaccia di MS-DOS", considerazione che è stata applicata anche alle versioni successive. In effetti Windows 1.0 veniva lanciato da MS-DOS, poteva a sua volta richiamare funzioni di MS-DOS e i programmi di interfaccia si eseguivano da file .exe proprio come i programmi di MS-DOS. Tuttavia i file .exe di Windows avevano un formato "new executable" (nuovo eseguibile) tutto loro, che solo Windows poteva elaborare e che, per esempio, permetteva di caricare parti di codice e di dati su richiesta. Le applicazioni potevano amministrare la memoria solo attraverso il sistema di gestione della memoria proprio di Windows, che implementava uno schema di memoria virtuale software e che permetteva l'esecuzione di programmi più grandi della memoria RAM disponibile. Considerare Windows 1.0 una "interfaccia del DOS" non tiene conto del fatto che era stato progettato

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solo per essere un ambiente grafico usato dalle applicazioni, e non un sistema operativo completo. Windows 1.0 includeva driver originali per schede video, mouse, tastiere, stampanti e porte seriali e le applicazioni potevano richiamare soltanto le API basate su questi driver. Tenendo conto che al tempo le possibilità grafiche di MS-DOS erano estremamente limitate e data la limitata utilità degli altri servizi che offriva, gli applicativi MS-DOS dovevano accedere direttamente all'hardware (o a volte sfruttare il BIOS) per svolgere il proprio lavoro. Perciò, piuttosto che fungere da interfaccia a MS-DOS, Windows 1.0 gli fece da complemento e in parte lo rimpiazzò. L'estensione di questo rimpiazzo progressivo del DOS sarebbe incrementato nelle versioni successive. Versione 1.01 – Novembre 1985 - Fu la prima versione effettivamente pubblicata, perché la 1.00 fu subito ritirata a causa di un difetto. Versione 1.02 – Maggio 1986 - Fu distribuita come versione internazionale, tradotta in molte lingue Europee. Versione 1.03 – Agosto 1986 - Fu una versione solo per gli Stati Uniti, con l’aggiunta delle migliorie già introdotte nella versione internazionale. Inoltre includeva i driver per le tastiere europee, per stampanti e per schermi. Versione 1.04– Aprile 1987 - Fu aggiunto il supporto per l’adattatore VGA del nuovo computer IBM/PS2. Microsoft e IBM annunciarono nello stesso periodo l’introduzione del sistema OS/2 e della GUI Presentation Manager di OS/2, che avrebbe dovuto rimpiazzare sia MS-DOS sia Windows. Windows 1.x fu abbandonato nel novembre 1987, con l’uscita di Wndows 2.0.

Microsoft Windows 2.0

Windows 2.0 (1987) è un'interfaccia grafica sviluppata dalla Microsoft per i personal computer dotati di sistema operativo MS-DOS. Venne presentato nel 1987 ed era compatibile con il software sviluppato per Windows 1.0 ma forniva una migliore gestione delle finestre che ora potevano essere sovrapposte. Per la prima volta in un sistema Microsoft compaiono le icone, i menu ed i box di dialogo (proprio per via delle icone la Apple fece causa alla Microsoft per violazione di brevetto, ma in seguito i giudici diedero ragione alla Microsoft rigettando le accuse dell'Apple poiché questa aveva condiviso i diritti dell'interfaccia con l'azienda di Gates). Viene introdotto il DDE (Dynamic Data Exchange) per facilitare la comunicazione tra diversi applicativi e lo standard SAA (System Application Architecture) per rendere omogenee le diverse applicazioni. Le prestazioni vennero migliorate con una più raffinata gestione della memoria che consentiva di sfruttare parte della memoria estesa pur rimanendo in modalità reale, le applicazioni DOS potevano superare i 640 KByte di memoria, venne inoltre aggiunto il supporto alla specifica LIM EMS 4.0 (Lotus Intel-Microsoft Expanded Memory Specification). Inizialmente progettato per macchine 8086 e 8088, all'introduzione di processori 80286 e 80386 vengono rilasciati Windows 2.1 (per 80286) e Windows/386 (per 80386) in grado di funzionare anche in modalità a 32 bit. L'insieme di Windows 2.0 e di queste due successive estensioni è indicato talvolta con la denominazione Windows 2.x.

Microsoft Windows 3.0

Windows 3.0 (1990) fu la prima versione di Windows a conoscere un buon successo commerciale, permettendo a Microsoft di competere con i computer Apple Macintosh e Commodore Amiga sul fronte dell'interfaccia grafica. Questa versione includeva un'interfaccia utente riorganizzata, assieme a miglioramenti tecnici per permettere l'uso delle funzionalità dei processori Intel 80286 e 80386. I programmi che non facevano uso dell'interfaccia grafica potevano essere eseguiti in una finestra, rendendo il sistema utilizzabile come una grezza piattaforma multitasking per le applicazioni DOS. La shell MS-DOS Executive venne sostituita da Program Manager e File Manager, e venne introdotto il Pannello di controllo, che includeva una limitata gestione dello schema di colore dell'interfaccia. Era inclusa una limitata quantità di applicazioni, come un semplice editor di testo (Notepad), un word processor (Write), un gestore di macro, un programma di disegno (Paintbrush), un'agenda di appuntamenti (Agenda), uno schedario ed una calcolatrice.

Kernel Linux

Linux è un kernel distribuito con licenza GNU General Public License; è stato creato nel 1991 da Linus Torvalds. Integrato con il Sistema GNU, sviluppato da Richard Stallman, ha dato vita al sistema operativo GNU/Linux (chiamato comunemente con il solo nome Linux). Il kernel è il "cuore" di un sistema operativo (nucleo) e fornisce tutte le funzioni essenziali per il sistema, in particolare la gestione della memoria primaria, delle risorse hardware del sistema e delle periferiche, assegnandole di volta in volta ai processi in esecuzione. La controparte del kernel è la shell, ovvero l'interfaccia utente del sistema, la parte più esterna. I programmi chiedono le risorse al kernel attraverso delle chiamate (system call) e non possono accedere direttamente all'hardware. Il kernel si occupa quindi di gestire il tempo processore, le comunicazioni e la memoria distribuendole ai processi in corso a seconda delle priorità (scheduling) realizzando così il multitasking. L'architettura scelta da Torvalds per il kernel fu causa di un dibattito molto acceso con Andrew S. Tanenbaum nel 1992 sul newsgroup comp.os.minix. Sebbene oggi il kernel possa essere compilato in modo da avere un'immagine binaria ridotta al minimo e i driver caricabili da moduli esterni, l'architettura originaria è chiaramente visibile: tutti i driver infatti devono avere una parte eseguita in kernel mode, anche quelli per cui ciò non sarebbe affatto necessario (ad esempio i driver dei file system). Come ogni progetto che sia software libero, anche il kernel Linux è in continua evoluzione. La dimensione del kernel Linux cresce in maniera esponenziale, aggiungendo nuovi moduli, nuovo hardware supportato e così via. Linux è un kernel che supporta il multitasking ed è multi utente. Ciò permette che diversi utenti (con privilegi differenziati) possano eseguire sullo stesso sistema diversi processi software in simultanea. Attualmente Linux supporta gran parte dell'hardware disponibile per PC e supporta un numero enorme di architetture (tra cui SPARC, PowerPC e le più moderne CPU a 64 bit).

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Dato che il codice sorgente di Linux è disponibile a tutti, è ampiamente personalizzabile, al punto da rendere possibile, in fase di compilazione, l'esclusione di codice non strettamente indispensabile. La flessibilità di questo kernel lo rende adatto a tutte quelle tecnologie embedded emergenti e anche nei centri di calcolo distribuito (cluster Beowulf) fino ad essere incorporato in alcuni videoregistratori digitali e nei telefoni cellulari. Storia di Linux Nell'aprile del 1991 Linus Torvalds, uno studente finlandese di informatica presso l'Università di Helsinki, all'età di 21 anni iniziò a lavorare su alcune semplici idee per un sistema operativo. Iniziò con un context switch, cioè uno stato del sistema operativo in cui avviene il cambiamento del processo correntemente eseguita dal micro, programmato in assembly su processore Intel 80386 e un driver da terminale. A questo punto, il 25 agosto 1991, Torvalds scrisse un post, di cui è riportata una traduzione: «Sto programmando un sistema operativo (gratuito e solo per hobby, non vuole essere grande e professionale come GNU) per cloni di AT 386(486). È in preparazione da Aprile, e sta iniziando a funzionare. Mi piacerebbe sapere cosa vi piace e non vi piace in Minix, siccome il mio Sistema Operativo gli assomiglia in parte (fra le altre cose, lo stesso layout fisico del filesystem, per ragioni pratiche). Ho convertito la shell bash (v.1.08) e GCC (v.1.40), e sembrano funzionare. Ciò denota che otterrò qualcosa di funzionante in pochi mesi e mi piacerebbe sapere quali funzionalità vuole la maggior parte della gente. Ogni suggerimento è ben accetto, anche se non posso promettervi che lo implementerò.» Linus aveva iniziato a programmare il kernel su un'architettura Minix, un sistema operativo libero programmato dal professore universitario Andrew S. Tanenbaum, che poi però criticò molto il lavoro dello studente finlandese. Dopo la pubblicazione di questo post, molte persone collaborarono allo sviluppo del progetto, e il 5 ottobre 1991 Linus rilascia la versione 0.02 del kernel, circa un mese dopo del rilascio della versione 0.01, che però non ebbe grande successo. Egli scrisse, in occasione del rilascio, il seguente post: «Rimpiangete i bei giorni di Minix 1.1, quando gli uomini erano uomini e scrivevano da soli i driver? Vi manca un bel progetto e morite dalla voglia di spezzarvi le ossa con un Sistema Operativo che potete provare a modificare secondo le vostre necessità? Trovate frustrante che su Minix funziona tutto? Non passate più intere notti per ottenere un programma che lavora meravigliosamente? Allora questo post dovrebbe essere fatto apposta per voi Come ho detto un mese fa, sto lavorando su una versione libera di un clone di Minix per computer AT-386. Ha finalmente raggiunto uno stadio in cui è usabile (sebbene non possa dipendere da ciò che volete), e sono favorevole a rendere pubblici i sorgenti per la grande massa. È solo la versione 0.02 (è già pronta una patch molto piccola), ma ho avviato con successo la shell bash/GCC/GNU-make/GNU-sed/compress eccetera. I sorgenti di questo mio progetto possono essere scaricati nic.funet.fi nella cartella /pub/Linux. La cartella contiene anche qualche file README e un paio di binari da eseguire con Linux (bash, update and gcc, cosa si può volere di più :-). È fornito il sorgente completo del kernel dato che non è stato utilizzato codice proveniente da Minix. Il sorgente delle librerie è solo parzialmente libero e non è quindi al momento distribuibile. È possibile compilare il sistema così com'è ed è stato riconosciuto funzionante. Heh. I sorgenti dei binari (bash e gcc) possono essere trovati nello stesso posto in /pub/gnu. ATTENZIONE! NOTA! Questi sorgenti necessitano di minix-386 per essere compilati (e gcc-1.40, o, non è stato testato, 1.37.1), e impostati correttamente per il funzionamento, quindi non è ancora un sistema indipendente per chi non avesse Minix. Ci sto lavorando. Devi anche essere parecchio esperto per impostarlo correttamente, quindi per quelli che speravano in un'alternativa a minix-386, per favore ignoratemi. Al momento è indirizzata ad esperti interessati ai sistemi operativi e 386 con accesso a Minix. Il sistema necessita di un disco rigido AT-compatibile (IDE va bene) e EGA/VGA. Se siete interessati vi prego di scaricare il README e le note di rilascio, e/o spedirmi un'email per ulteriori informazioni. Riesco (più o meno) a sentirvi mentre vi chiedete "perché?". Hurd uscirà tra un anno (o 2, o il prossimo mese, chi lo sa), e ho già Minix. Questo è un programma per programmatori scritto da un programmatore. Mi è piaciuto scriverlo, e a qualcuno potrebbe piacere darci un'occhiata e anche modificarlo per le proprie esigenze. È abbastanza piccolo da capire, usare e modificare, e sono curioso dei vostri commenti. Mi piacerebbe anche sentirli da chiunque abbia scritto qualsiasi utility o funzione di libreria per Minix. Se i vostri sforzi sono liberamente distribuibili (sotto copyright o anche di pubblico dominio), mi piacerebbe sentirvi, in modo che possa aggiungerli al sistema. Sto usando Earl Chews estdio al momento (grazie per un sistema carino e funzionante Earl), e lavori simili saranno molto ben accetti. Il vostro C sarà ovviamente lasciato intatto. Scrivetemi due righe se volete lasciarmi usare il vostro codice.» Fu dato inizio ad un newsgroup alt.os.linux e il 19 gennaio 1992 fu inserito il primo post. Nel 31 marzo 1992, alt.os.linux divenne comp.os.linux. Presto fu effettuato il porting di X Window System su Linux. La prima versione di Linux ad essere capace di eseguire X fu la 0.95 nel marzo del 1992. Questo grande salto di numerazione nella versione (da 0.1x a 0.9x) fu dovuto al fatto che si sentiva molto vicina una versione 1.0 senza nessun pezzo mancante. Tuttavia questa sensazione era troppo ottimista e dal 1993 fino agli inizi del 1994 furono rilasciate 15 versioni della versione 0.99. Il 14 marzo 1994 fu rilasciato Linux 1.0.0, con 176.250 linee di codice. A marzo del 1995, fu rilasciato Linux 1.2.0 (310,950 linee di codice). La versione 2 di Linux, rilasciata il 9 giugno 1996, fu seguita da altre versioni maggiori sotto il prefisso della versione 2:

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25 gennaio 1999 - Rilascio di Linux 2.2.0 (1,800,847 linee di codice).

18 dicembre 1999 - Furono pubblicate le patch per mainframe IBM 2.2.13, che permisero a Linux di essere installato su macchine di livello enterprise.

4 gennaio 2001 - Rilascio di Linux 2.4.0 (3,377,902 linee di codice).

17 dicembre 2003 - Rilascio di Linux 2.6.0 (5,929,913 linee di codice).

9 ottobre 2008 - Rilascio di Linux 2.6.27 (9,709,868 linee di codice).

24 dicembre 2008 - Rilascio di Linux 2.6.28 (10,195,402 linee di codice).

20 ottobre 2010 - Rilascio di Linux 2.6.36 (13,499,457 linee di codice). Nel luglio del 2011, per festeggiare il 20º anniversario della nascita di Linux, Torvalds ha deciso di rilasciare il kernel linux, passando ad un sistema di numerazione a 2 cifre, rilasciando la versione 3.0 del kernel. L'ultima release della serie 2.6 è stata la 2.6.39. La prima relase della nuovo sistema di numerazione adottato - la 3.0 - pubblicata contiene 14,646,952 righe di codice.

Microsoft Windows 3.1

Windows 3.1 (nome in codice Janus) venne rilasciato il 18 marzo 1992 ed aggiunse un supporto di base per la multimedialità per l'input/output audio e una applet per il lettore CD, assieme ai font TrueType per il desktop publishing. Una funzionalità simile era già disponibile per Windows 3.0 attraverso il programma Adobe Type Manager (ATM) il sistema di font creato da Adobe. Windows 3.1x contiene una combinazione di colori di nome Hotdog Stand. Questo contiene la combinazione di rosso, giallo e nero. La combinazione di colori è stata progettata per aiutare le persone con il daltonismo a vedere più facilmente il testo o la grafica sullo schermo.

Microsoft Windows 3.11

La Microsoft nel 1993 rilasciò Windows 3.11 come un aggiornamento per Windows 3.1: dopo l’installazione di esso, a parte l'aggiunta di nuovi file, cambiava la versione del Sistema Operativo nelle informazioni di sistema da 3.1 a 3.11. Windows 3.11 non era una versione di Windows, ma piuttosto un aggiornamento software per Windows 3.1, molto simile al moderno service pack. Per chi acquistava un nuovo computer in quel momento era disponibile il set di dischi di Windows 3.11, cosicché chi acquistava il computer non dovesse prima installare Windows 3.1 per poi aggiornarlo alla versione 3.11.

Microsoft Windows NT 3.1

Windows NT 3.1 (1993) (chiamato in codice OS/2 3.0 e NT OS/2), è la prima release di Windows NT, il sistema operativo a 32 bit di Microsoft dedicato ai server, rilasciato il 27 luglio 1993. Il numero di versione fu scelto per omogeneità con Windows 3.1, che era allora la versione più aggiornata dell'ambiente operativo per PC di Microsoft e che aveva un'interfaccia utente simile. Di NT 3.1 furono rilasciate due versioni, Windows NT 3.1 e Windows NT Advanced Server. Windows NT aveva caratteristiche che lo rendevano adatto per il mercato di server LAN (che nel 1993 stava conoscendo un rapido successo), grazie alle opzioni avanzate di networking di cui disponeva, e grazie all'efficienza del nuovo file system NTFS. La successiva versione 3.5, seguita a breve distanza dalla versione 3.51, segnarono l'inizio dell'ascesa di Microsoft in questo segmento di mercato, che negli anni seguenti avrebbe finito con il dominare a spese di Novell.

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Microsoft Windows 95

Microsoft Windows 95 (nome in codice Chicago), comunemente conosciuto come Windows 95, è un sistema operativo proprietario di Microsoft Corporation appartenente alla famiglia Microsoft Windows e dedicato ai PC IBM e compatibili.. Rilasciato il 24 agosto 1995 per processori Intel 80386 e superiori, Windows 95 è il primo sistema operativo ibrido 16/32 bit a interfaccia grafica della famiglia Windows 4.x. Windows 95 si diffuse rapidamente tra gli utilizzatori di personal computer, permettendo alla Microsoft di affermarsi definitivamente sul mercato dei sistemi operativi e di assumere una posizione dominante anche negli anni a venire. Ciò che permise a questo sistema di diffondersi tra utenti domestici fu l'innovativa grafica, che semplificava notevolmente l'utilizzo del computer rispetto alle precedenti versioni e agli altri sistemi operativi concorrenti, ma soprattutto il prezzo molto più abbordabile rispetto a OS più costosi come quelli della Apple. Windows 95, a differenza dei suoi predecessori non era un "ambiente operativo", cioè non necessitava del DOS per poter lavorare. È stato il primo sistema operativo a vasta diffusione ad introdurre lo start menu (o menu di avvio), e la shell grafica explorer (o gestione risorse). La versione 95 di Windows introduce al grande pubblico anche la taskbar (o barra delle applicazioni). Tutti i successivi sistemi operativi Microsoft hanno implementato ulteriori versioni dello stesso design di interfaccia grafica, che raccoglieva, integrandole insieme, Start Menu, Taskbar e GUI. Ispirandosi con successo alle interfacce grafiche preesistenti, valutandone i pro e i contro, gli esperti adattarono ed adottarono gli attributi più salienti e utili che una GUI dovrebbe possedere, li fusero insieme e li inserirono in Windows; hanno poi cercato nuove soluzioni che rendessero semplice l'approccio ad un Sistema Operativo concepito per essere dall'inizio integrato con la sua interfaccia grafica. Un'altra notevole innovazione rispetto ai precedenti SO di Microsoft fu l'introduzione del Plug and play, una tecnologia che permette al sistema operativo di assegnare automaticamente all'hardware compatibile risorse hardware quali IRQ, porte di I/O e canali DMA. In modo tale che anche utenti molto inesperti potessero installare nuove schede di espansione. Ispirata da una tecnologia preesistente, l'introduzione del Plug and play in Windows, fu colta però dal mercato con un'iniziale diffidenza, a causa del fatto che in Windows 95 la sua implementazione non era ancora perfetta, e per la necessità di dover supportare ancora per diverso tempo (e in qualche modo renderli stabili) anche hardware, periferiche e BIOS antecedenti a tale tecnologia e che non potevano essere certificati come Plug and play. Col tempo però, l'utilità di avere una tecnologia Plug and play è stata apprezzata dagli utenti e dai produttori di hardware, ed è entrata a pieno titolo fra le caratteristiche "standard" delle successive versioni di Windows. Windows 95 inglobava una versione speciale di MS-DOS (con numero di versione 7.0), mettendo di fatto fuori mercato le implementazioni di DOS della concorrenza; anche grazie a questo Microsoft rafforzò la sua posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi. Windows 95, in altre parole, fu un prodotto con due ruoli: grazie alla sue doti di usabilità aumentò il numero di utenti informatici, ma contemporaneamente mise di fatto fine alla competizione nel mercato dei sistemi operativi con interfaccia grafica. Ciò pose le basi per il processo antitrust nei confronti di Microsoft, che prese il via quando, in seguito, il browser Internet Explorer venne integrato nel sistema operativo; ma ciò avverrà più tardi con l'arrivo di Windows 98.

Microsoft Windows NT 4.0

Windows NT 4.0 (chiamato in codice Cairo), rilasciato il 24 agosto 1996, è la quarta versione principale della famiglia Windows NT. È un sistema a 32-bit disponibile nelle versioni workstation e server con un'interfaccia grafica simile a Windows 95. La sigla "NT", pur senza dichiarazioni ufficiali, è nota come l'acronimo di "New Technology". Sebbene fosse più stabile di Windows 95, era meno flessibile da un punto di vista dell'utente medio. La sua stabilità è dovuta alla virtualizzazione dell'hardware e all'accesso all'hardware via API piuttosto che quello diretto con il DOS e Windows 95. Di contro, l'utilizzo delle API produceva più richieste al sistema operativo e rallentava le applicazioni, soprattutto i giochi. La divisione delle due famiglie NT e "9x" finì con l'arrivo del Windows XP, quando le API per i giochi come OpenGL e DirectX divennero sufficientemente mature e l'hardware fu abbastanza potente per rendere accettabili le maggiori richieste generate dalle API. Windows NT 4.0 fu reso obsoleto con l'avvento di Windows 2000, anche perché dimostrava ormai crescenti problemi di sicurezza.

Microsoft Windows 98

Windows 98 (nome in codice Memphis) è il secondo sistema operativo grafico della linea Windows 9x. È stato rilasciato in versione RTM il 15 maggio 1998 e in versione retail il 25 giugno 1998. Come il suo predecessore, possiede un Kernel Monolitico ibrido a 16 bit/32 bit basato su MS-DOS. Questo sistema operativo possiede un supporto migliorato per gli standard hardware come USB, MMX e AGP; è inoltre dotato del supporto del file system FAT32, di monitor multipli, WebTV e l'integrazione di Internet Explorer nell'interfaccia grafica (GUI) di Windows, chiamato Active Desktop. Questo sistema operativo coinvolse Microsoft in questioni con l'antitrust legate alla posizione dominante assunta da Internet Explorer dopo la sua integrazione in Windows, infatti bisogna ricordare che Windows 98 favorì la popolarità di tale browser facendolo diventare in pochi anni il più usato e preferito al mondo da tutti gli utenti del Web. Benché Windows 98 abbia migliorato la stabilità rispetto a Windows 95, è da ricordare che molto spesso capitava di incappare in fastidiosi BSoD (detta anche Blue Screen of Death = schermata blu), cioè errori di sistema irreversibili che non possono essere risolti autonomamente. Tuttavia esso risultava sensibilmente più stabile del suo successore Windows Me, noto per i suoi numerosi crash, dovuti anche all'assenza di driver progettati appositamente per quest'ultimo. Windows 98 ha portato con sé numerose innovazioni e correzioni rispetto al suo predecessore: alcune sono ancora presenti negli attuali sistemi operativi Windows. Può essere definito come un grande aggiornamento per Windows 95 del quale ha corretto i principali problemi, in particolar modo quelli legati alle prestazioni e alla sicurezza.

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Microsoft Windows Me

Windows Millennium Edition, o Windows Me (chiamato in codice Millennium), è un sistema operativo con interfaccia grafica, ibrido tra 16-bit e 32-bit, rilasciato il 14 settembre 2000 da Microsoft. È il successore di Microsoft Windows 98 ed è stato poi sostituito dal suo successore Windows XP nel 2001. È l'ultimo sistema operativo della famiglia Windows 4.x. Porta con sé alcune innovazioni nella multimedialità, infatti se in Windows 98 il punto focale fu l'integrazione con il web, in Windows Me tutto si gioca sulle funzioni multimediali che può offrire il computer, e in particolar modo sul divertimento e l'interattività. Windows Me offre così alcuni nuovi programmi per l'intrattenimento. Subito dopo che Windows Me fu rilasciato al pubblico, Microsoft lanciò una campagna promozionale per promuoverlo negli Stati Uniti d'America chiamata Meet Me Tour (un gioco di parole avendo in questo frangente Meet Me due significati: incontrami oppure incontra Me, dove con Me si indicava il sistema operativo). Esso coinvolgeva la Microsoft, gli OEM (Original Equipment Manufacturer = Produttore di Apparecchiature Originali), e altre entità interessate nella vendita di Windows Me, in una attrazione interattiva multimediale presente in 25 città degli Stati Uniti. Windows Me era la continuazione del modello di sistema operativo noto come Windows 9x, tuttavia la caratteristica di funzionamento in modalità reale dell'MS-DOS era limitata, per consentire una accelerazione della fase di avvio. Questa fu una nuova caratteristica tra le più pubblicizzate, perché le applicazioni che necessitavano della modalità reale MS-DOS, per esempio alcuni vecchi software di utilità per il disco, non potevano essere eseguite in Windows Me. In confronto alle altre versioni di Windows, il Millenium ebbe una breve vita, di poco più di un anno. Infatti fu subito rimpiazzato da Windows XP.

Microsoft Windows 2000

Windows 2000 (nome preliminare Windows NT 5.0) è un sistema operativo con interfaccia grafica a 32 bit, rilasciato il 17 febbraio 2000 da Microsoft come successore di Windows NT 4.0. Al pari del suo predecessore, Windows 2000 è pensato per essere usato in ambito professionale e come server, grazie alle elevate prestazioni, stabilità e sicurezza. L'edizione Professional è destinata a CAD, grafica, calcolo matematico e come workstation personale in ambito aziendale. Sono inoltre state commercializzate le edizioni Server, Advanced Server e Datacenter Server. Successivamente sono state rilasciate due versioni a 64 bit per i nuovi processori Intel Itanium e Itanium 2 nel 2001 (Advanced Server Limited Edition e Datacenter Server Limited Edition). Windows 2000 è certamente un grande passo avanti rispetto alla versione precedente. È dotato di un'interfaccia utente rinnovata e di un grande numero di innovazioni tecnologiche, fra le quali le più significative sono: Active Directory - evoluzione del sistema a domini di Windows NT, permette la gestione e

l'amministrazione di reti aziendali anche di grandi dimensioni in maniera centralizzata Gestione dei file system - sono stati introdotti una nuova versione di NTFS, il Distributed File

System (che permette di costruire una visione complessiva e gerarchica di un insieme di file server su una rete) e l'EFS (Encrypting File System) che permette di cifrare i file a livello di file system

Plug and play - Windows 2000 è il primo sistema operativo su kernel NT che permette la configurazione automatica dell'hardware

Supporto energetico - grazie alle funzioni APM di gestione e risparmio energetico, permette l'uso agevole sui sistemi portatili

USB - supporta le periferiche USB e l'Hot swap Multimedialità - supporta DirectX, i nuovi driver WDM (Windows Driver Model) e le periferiche

multimediali Background Intelligent Transfer System (BITS) - permette di scaricare dalla rete in modo

intelligente risorse utilizzate per aggiornare il sistema operativo. Windows 2000 ha riscontrato un notevole successo di vendite, molte imprese hanno adottato la versione Professional come standard aziendale e le edizioni Server hanno acquistato significative quote di mercato sia sulle nuove installazioni che nelle conversioni di server esistenti, a spese soprattutto degli Unix commerciali, malgrado il crescente successo di Linux e degli altri sistemi operativi liberi. Una significativa eccezione è costituita dai server web, dove nonostante un discreto successo l'adozione di Linux è stata superiore. È significativo notare che Windows 2000 non è stato destinato da Microsoft all'utenza domestica, benché sia presente il supporto della multimedialità e del plug and play. All'utenza non professionale Microsoft ha invece destinato Windows Millennium Edition, basato sul kernel di Windows 95/98. A fine 2001 è arrivato sul mercato Windows XP, che a sua volta ha segnato una svolta della creazione di sistemi operativi da parte di Microsoft. Il suo kernel era basato interamente su quello di Windows 2000 ma sono state introdotte una serie di migliorie ai "punti deboli" di Windows 2000, soprattutto in ambito multimediale, che hanno consentito a questo sistema operativo di diventare il successore comune non solo di Windows 2000 ma anche della linea Win9x, e quindi di Windows Millennium.

Microsoft Windows XP

Windows XP (nome in codice Whistler), o Windows Experience, è un sistema operativo prodotto da Microsoft basato su architettura Windows NT. È il successore di Windows 2000 e di Windows Me. È stato rilasciato il 25 ottobre 2001 ed è la versione client di Windows per personal computer, affiancato da Windows Server 2003 utilizzabile su server. La sigla "XP" nel nome deriva dalla parola eXPerience. Finora è stato il sistema operativo Windows più longevo (5 anni). Nel 2006 Microsoft ha rilasciato Windows Fundamentals for Legacy PCs, una versione che si basa su Windows XP Professional ma ottimizzata per girare su hardware meno recente e che consuma circa il 40% di RAM in meno. Prima di Windows XP, Microsoft commercializzava due linee separate di sistemi operativi. La prima (rappresentata da Windows 95, Windows 98 e Windows ME) era progettata per computer monoutente, quindi tipicamente domestici e per le piccole aziende, disponeva di una buona compatibilità con i programmi sviluppati per MS-DOS e poteva funzionare sui computer di fascia più bassa. La seconda linea (rappresentata da Windows NT e Windows 2000) era pensata, fin dalla struttura del file system, per computer multiutente. Microsoft indirizzò queste versioni alle aziende ed ai server ed

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era caratterizzata da una stabilità solitamente maggiore e disponeva di caratteristiche pensate per le grandi aziende. Con l'aumento vertiginoso e a buon mercato della potenza di calcolo, non sussistevano più le ragioni per proseguire con due linee di prodotti separate. Windows XP è il tentativo di offrire un'unica piattaforma client, sia per gli utenti privati che per le piccole e grandi aziende. Solo la linea server, pur essendo basata essenzialmente sullo stesso kernel e sullo stesso codice sorgente, è commercializzata come prodotto distinto col nome di Windows Server 2003. Windows XP è un'evoluzione di Windows 2000. La novità più appariscente è la nuova interfaccia grafica, che ha uno stile più moderno ed accattivante. Al di là dell'aspetto grafico, è stato riprogettato il menu di avvio (start menu) introdotto nel con Windows 95, che ora integra al suo interno le icone che fino ad allora erano presenti sul desktop. Questo cambiamento non è stato apprezzato da tutti, ma è disponibile un'opzione per continuare ad utilizzare il vecchio menu di avvio ed anche il vecchio tema grafico. Inoltre, sia la shell "esplora risorse" sia la barra delle applicazioni hanno subito numerose piccole migliorie. Assieme a questo sistema operativo è stato lanciato un nuovo software, l'Utilità di masterizzazione API (IMAPI). Il sistema comprende una serie di nuove funzionalità di sicurezza racchiuse in un'applicazione che è chiamata "centro sicurezza PC", che provvede ad indicare se sono presenti un firewall, un antivirus e se attivo il windows update.

Microsoft Windows Vista

Windows Vista (nome in codice Longhorn), è una versione dei sistemi operativi Microsoft della famiglia Windows, che si rivolge ad utenza domestica oppure business, in funzione della versione acquistata. È infatti il successore di Microsoft Windows XP. Come il predecessore, non è impiegabile in installazioni di tipo server, ma è previsto il suo impiego unicamente come postazione di lavoro (client). Esso è stato seguito nel 2009 da Windows 7. La versione "RTM" (Release to manufacturing), chiamata anche "Gold", è stata rilasciata l'8 novembre 2006, per consentire ai produttori di software terze parti lo sviluppo di driver specifici. La versione commerciale è stata resa disponibile alcuni mesi dopo. In particolare la versione worldwide, quella realmente disponibile al pubblico di tutto il mondo, è stata rilasciata il 30 gennaio 2007 con la messa in vendita anche sul sito web ufficiale. Windows Vista ha richiesto comunque una gestazione di oltre cinque anni, dal debutto del suo predecessore Windows XP, rendendo quest'ultimo il prodotto più longevo della storia dei sistemi operativi Microsoft Windows. Del resto Vista contiene molte nuove funzioni, paragonandolo al suo predecessore, e diverse migliorie. Fra le più celebrate, senza dubbio, la nuova GUI (Graphical User Interface) chiamata Windows Aero. Inoltre uno dei principali obiettivi di Microsoft era di produrre un sistema operativo che garantisse all'utilizzatore una maggiore sicurezza, oggetto di forti critiche mosse nei confronti di Windows XP, unitamente alla vulnerabilità rispetto a virus informatici, malware ed a problemi legati ad errori ricorrenti di Buffer overflow. Proprio alla luce di tutto questo, verso la fine del 2002, Microsoft attraverso la voce di Bill Gates in persona annunciò una nuova strategia di sviluppo, tesa ad integrare soluzioni di sicurezza nella realizzazione di nuove funzionalità. È proprio questo uno dei motivi ufficiali del ritardo nello sviluppo di questa versione del sistema operativo. Tuttavia Windows Vista ha ricevuto numerose critiche negative legate alle elevate richieste di risorse hardware, decisamente maggiori di Windows XP, inoltre anche per il problema dello svariato numero di software e programmi non compatibili con il sistema operativo ed un consumo di elettricità superiore rispetto al suo predecessore, al punto da spingere numerosi utenti insoddisfatti a tornare al vecchio sistema operativo di Microsoft. Windows Vista è un sistema operativo della famiglia Windows NT, con architettura a kernel ibrido. È stato rilasciato in versioni a 32 bit per processori Intel e compatibili e a 64 bit per processori Intel EM64T e AMD x64. Vista ha un'interfaccia utente task-based (centrata sull'attività da compiere). È presente una versione di esplora risorse (ora chiamato Windows Explorer) molto diversa da quella precedente, probabilmente la maggiore evoluzione dai tempi di Windows 95. Un'altra caratteristica è l'evoluzione del sottosistema grafico, scritta in codice nativo, che sfrutta le unità di calcolo 3D delle moderne schede grafiche, dando luogo nei sistemi più potenti ad effetti grafici accattivanti.

Microsoft Windows 7

Windows 7 (inizialmente noto con il nome in codice, non ufficiale, Vienna, diventato poi Sette) è una versione della linea desktop/client di Microsoft Windows, distribuito in una serie di sistemi operativi prodotti da Microsoft utilizzabili su PC, inclusi desktop, tablet PC, netbook e laptop. Windows 7 è entrato in fase di RTM (Release To Manifacturing) il 22 luglio 2009, e successivamente è stato reso disponibile per il mercato il 22 ottobre 2009, a meno di 3 anni dalla precedente commercializzazione del suo predecessore Windows Vista. Nella stessa data è stata commercializzata anche la versione di Windows 7 destinata al mercato server, Windows Server 2008 R2. Il rilascio del Service Pack 1 è avvenuto il 22 febbraio 2011 ed è disponibile per il download manuale o su Windows Update. Diversamente dal predecessore che introduceva un largo numero di nuove funzioni, Windows 7 è stato concepito per essere focalizzato maggiormente sul mantenimento della compatibilità per applicazioni e hardware già precedentemente supportate da Windows Vista e per proseguire nell'innovazione sulla scia tracciata da quest'ultimo. Nelle presentazioni organizzate da Microsoft nel 2008 si è constatato dunque come il sistema operativo fosse incentrato sul supporto al multi-touch, una migliorata interfaccia grafica con una nuova barra delle applicazioni, su un sistema di Home Networking chiamato Home Group e su miglioramenti prestazionali globali.

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Microsoft Windows 8

Windows 8 è un sistema operativo della serie Microsoft Windows. La versione finale è stata resa disponibile al pubblico il 26 ottobre 2012. Utilizzabile sia da PC che da tablet, è presente in quattro edizioni: Windows RT, Windows 8, Windows 8 Pro e Windows 8 Enterprise. Windows 8 introduce una nuova interfaccia utente, simile a quella di Windows Phone, progettata per adattarsi meglio all'input da touch screen, piuttosto che con l'interfaccia tradizionale basata su mouse e tastiera, che continua comunque a essere pienamente supportata, per permetterne l'utilizzo anche sui PC tradizionali. Windows RT, noto durante lo sviluppo come Windows on ARM o WOA, è un'edizione del sistema operativo progettata per dispositivi portatili che usano l'architettura ARM (precedentemente Advanced RISC Machine, prima ancora Acorn RISC Machine). Si fa riferiento ad una famiglia di microprocessori RISC a 32 bit sviluppata daARM Holdings e utilizzata in una moltitudine di sistemi embedded. Grazie alle sue caratteristiche di basso consumo (rapportato alle prestazioni) l'architettura ARM domina il settore dei dispositivi mobili dove il risparmio energetico delle batterie è fondamentale. Attualmente la famiglia ARM copre il 75% del mercato mondiale dei processori a 32 bit per applicazioni embedded ed è una delle più diffuse architetture a 32 bit del mondo. I processori ARM vengono utilizzati in cellulari, tablet, lettori multimediali, videogiochi portatili, PDA e periferiche per computer (come router, hard disk di rete ecc).

1.3.3 Identificare alcuni esempi comuni di applicazioni, quali suite di produttività di ufficio, comunicazioni, reti sociali, elaborazioni multimediali, design, applicazioni per dispositivi mobili

Il software applicativo, o applicazione, è un programma creato per rispondere a specifiche richieste dell’utente, che consente di gestire ed elaborare compiti legati a precise attività. I software applicativi sono molto numerosi. Nella tabella che segue ne vengono indicati alcuni tra i più noti e utilizzati.

SOFTWARE APPLICATIVO

DESCRIZIONE

Microsoft Word Elaboratore di testi o Word Processor: permette di creare,

modificare e stampare documenti facilitandone la correzione e la formattazione.

Open Office Writer

Microsoft Excel Foglio elettronico o Spreadsheet: permette di gestire e risolvere

operazioni matematiche, finanziarie, contabili statistiche, creare grafici.

Open Office Calc

Microsoft Access Database: consente di operare su insiemi strutturati di dati; viene

utilizzato per creare e gestire archivi di dati, sui quali è possibile effettuare aggiornamenti, estrapolare informazioni, stampare report, ecc.

Open Office Base

Microsoft PowerPoint Presentazioni: consente di realizzare presentazioni multimediali,

cioè una raccolta di diapositive che possono essere proiettate e commentate su schermo.

Open Office Impress

Microsoft Publisher

Editoria: programma che rende disponibili strumenti per creare e sviluppare pubblicazioni, quali calendari, volantini, brochure, pubblicità, pagine web, lettere, ecc.

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Open Office Math

Editazione formule: è un programma per l'elaborazione e la creazione di formule matematiche.

Open Office Draw

Grafica vettoriale: è un programma per la creazione di disegni in formato vettoriale.

Corel Draw

Microsoft Outlook

Posta elettronica: permette l’invio e la ricezione delle e-mail, anche con allegati, attraverso Internet.

Mozilla Thunderbird

Browser

Microsoft Internet Explorer, Safari, Mozilla FireFox: sono programmi che permettono di consultare le pagine web dei siti che si visitano navigando in Internet.

Adobe Photoshop

Editor di foto: permette di visualizzare, modificare, organizzare immagini digitali e video.

Gimp

Giochi

Gestire giochi e giocare: la cartella Giochi mostra i giochi installati nel computer e offre strumenti di accesso e di gestione.

Microsoft Visual Basic

Programmazione: permettono lo sviluppo di applicazioni all’interno dei sistemi operativi.

Microsoft Visual C++

Java

Facebook Reti sociali (Social Network): una delle forme più evolute e diffuse di comunicazione in rete, attraverso cui si possono condividere, con i propri contatti, testi ed elementi multimediali utilizzando un comune browser.

Twitter

Quando più programmi si integrano in un unico pacchetto si parla di suite, cioè di una raccolta di programmi dedicati ad un particolare settore di attività. È il caso di Microsoft Office, che normalmente ingloba i programmi di office automation (Word, Excel, Access, Publisher, PowerPoint, Outlook, ed altri).

PER SAPERNE DI PIÙ

Saper distinguere tra software di sistema e software applicativo

Il software di sistema, o sistema operativo, è un programma creato per gestire il computer nel suo insieme, sia dal punto di vista dell’hardware sia dal punto di vista dei programmi applicativi. È indispensabile al funzionamento della macchina. Il software applicativo non è indispensabile per il funzionamento del computer, ma viene progettato e creato per risolvere specifici problemi dell’utente.

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Lo schema che segue rappresenta l’architettura software di un computer.

HARDWARE

FIRMWARE

SISTEMA OPERATIVO

APPLICAZIONI

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1.3.4 Definire il termine “EULA” (End-User License Agreement), o

“Contratto con l’utente finale”. Sapere che il software deve essere licenziato prima del suo utilizzo

L'acronimo EULA (End-User License Agreement) si riferisce al contratto di licenza in cui il proprietario specifica le modalità di utilizzo del software da parte dell'utente, garantendo diritti e prescrivendo obblighi. È fondamentale leggere attentamente la licenza prima di utilizzare qualsiasi programma: la sua accettazione pone l'utente in regola rispetto alle norme relative al copyright, offre i vantaggi di avere un supporto tecnico completo da parte del fornitore e assicura eventuali aggiornamenti del software e la sua qualità. La pirateria, ossia la riproduzione, la vendita, la locazione, l'acquisizione anche a mezzo Internet e l'uso di copie non autorizzate di programmi o di altre opere protette da copyright costituisce reato. Tali atti sono puniti con pene pecuniarie e/o con la reclusione.

1.3.5 Illustrare i tipi di licenze software: proprietaria, open source, versione

di prova, shareware, freeware

In relazione alla tipologia di licenza d'uso, i software possono essere distinti in diverse categorie. Software proprietario: sono programmi non liberi, la cui licenza consente al beneficiario il

suo utilizzo sotto particolari condizioni ed impedendone altre come la modifica, la condivisione, lo studio, la ridistribuzione. Le restrizioni sono imposte dal titolare dei diritti di sfruttamento economico, cioè l'autore o – in caso di cessione dei diritti patrimoniali – il cessionario dei diritti in questione, tramite mezzi primariamente giuridici, come limitazioni nel contratto di licenza al regime di circolazione dei sorgenti o brevetti, nei paesi nei quali sono consentiti. Le modalità di limitazione sono spesso anche di natura tecnica, quando, ad esempio il software è pubblicato soltanto in codice binario tenendone segreto il codice sorgente. Questa semplice pratica rende infatti lo studio e la modifica tecnicamente infattibile: utilizzando disassemblatori sono necessarie elevate capacità informatiche e notevoli sforzi per ottenere informazioni o effettuare modifiche anche solo di minima entità.

Software shareware: conosciuto anche come trial, è una tipologia di licenza software molto

popolare sin dai primi anni novanta. Vengono distribuiti sotto tale licenza in genere programmi facilmente scaricabili via Internet o contenuti in CD e DVD quasi sempre allegati alle riviste di Informatica in vendita in edicola. Il software sotto tale licenza può essere liberamente ridistribuito, e può essere utilizzato per un periodo di tempo di prova variabile (generalmente 30 o 60 giorni). Scaduti questi termini, per continuare ad utilizzare il software è necessario registrarlo presso la casa produttrice, pagandone l'importo. All'avvio dell'applicazione shareware, una finestra generalmente informa l'utente su come effettuare la registrazione e sulle condizioni di utilizzo. La versione di prova può avere, in aggiunta o in alternativa alla durata limitata, rispetto alla versione completa, limitazioni quali l'impossibilità di stampare o salvare i file o simili, numero di utilizzi limitato, contenere al suo interno meccanismi di protezione tali da impedire di utilizzare il software dopo la scadenza. Tuttavia queste limitazioni possono esser aggirate da alcuni programmi specializzati, quali crack o keygen. Una volta acquistata la versione completa viene generalmente fornito un codice seriale da inserire nell'applicativo per sbloccarne le funzioni senza dover effettuare una nuova installazione.

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Software freeware: è distribuito indifferentemente con o senza codice sorgente, a totale discrezione dell'autore e senza alcun obbligo al riguardo. È sottoposto esplicitamente ad una licenza che ne permette la redistribuzione gratuita. Il software freeware viene concesso in uso senza alcun corrispettivo, ed è liberamente duplicabile e distribuibile, con pochissime eccezioni.

Software open source: In informatica, indica un software i cui autori (più precisamente i

detentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. In questo caso il codice sorgente è reso disponibile affinché altri programmatori possano modificarlo per migliorare il programma. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso. Ne sono esempi il sistema operativo Linux e il pacchetto applicativo OpenOffice. Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento.

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1.4 AVVIO, SPEGNIMENTO

Prima di procedere con la descrizione dei vari strumenti è opportuno introdurre il desktop e le finestre tramite le quali il sistema operativo gestisce i contenuti, come file, cartelle o applicativi.

Il desktop – la schermata che viene visualizzata all’avvio del PC – può essere personalizzato in ogni suo aspetto. Per questo motivo le immagini prima e sotto riportate, con alta probabilità, non saranno fedeli all’aspetto del desktop del computer del lettore.

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1.4.1 Accendere un computer e collegarsi in modo sicuro, utilizzando un

nome utente e una password

Per accendere il computer, dopo aver controllato che il cavo di alimentazione sia collegato alla presa di alimentazione, si agisce sul pulsante di accensione, di norma posto nella parte frontale del personal computer. Il sistema effettua il caricamento del sistema operativo (bootstrap), una serie di controlli delle memorie e i test di funzionamento delle periferiche (tastiera, monitor, mouse, ...) e, se tutto dà esito positivo, avvia il sistema operativo.

Se il computer fa parte di una rete, oppure è utilizzato da più persone, ciascuno avrà il proprio profilo. L'accesso al proprio profilo avviene inserendo il proprio nome utente e la propria password di accesso.

Alla fine del caricamento delle impostazioni utente viene visualizzato il Desktop di Windows 7; tramite il pulsante Start, si sceglie l’attività che si vuole avviare.

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1.4.2 Scollegarsi, spegnere, riavviare un computer impiegando la relativa

procedura corretta

Per scollegarsi come utente si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive (in esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start presente nella barra

delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto accanto ad Arresta il sistema e scegliere l’opzione Disconnetti dal menu contestuale

Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura della sessione di lavoro. Al termine il sistema presenta la schermata di avvio e si possono reinserire nome utente e password per avviare una nuova sessione.

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Per spegnere correttamente il computer si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive (in esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start presente nella barra delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto Arresta il sistema .

Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura del sistema; alla fine avviene lo spegnimento dell’hardware.

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Per riavviare correttamente il computer si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive (in esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start presente nella

barra delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto accanto ad Arresta il sistema e scegliere l’opzione Riavvia il sistema dal menu contestuale.

Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura del sistema; alla fine non avviene lo spegnimento dell’hardware, ma si esegue il caricamento del sistema operativo, tralasciando i test iniziali perché molte verifiche essenziali sono state già verificate nel primo avvio.

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2 DESKTOP, ICONE, IMPOSTAZIONI In questa sezione si esamineranno le principali caratteristiche di un sistema operativo ad interfaccia grafica (Windows 7).

2.1 Desktop e icone

2.1.1 Illustrare lo scopo del desktop e della barra delle applicazioni

Il desktop di Windows è la videata iniziale del sistema operativo, la scrivania virtuale su cui sono depositati gli oggetti di lavoro, cioè le icone, il pulsante Start, la barra delle applicazioni e gli eventuali gadget, che permettono all'utente di acceder in modo facile e intuitivo agli elementi del sistema e che costituiscono la cosiddetta interfaccia grafica GUI (Graphical User Interface).

Il dispositivo di input necessario (ma non indispensabile) per interagire in un sistema a interfaccia grafica è il mouse. Si tratta di un dispositivo di puntamento che permette all'utente di selezionare i comandi in modo pratico e veloce; i suoi spostamenti sono visualizzati sul desktop da una freccia bianca, detta puntatore, che assume aspetti diversi in base alla modalità operativa in esecuzione.

Selezione normale

Selezione Guida

Esecuzione in background

Occupato

Selezione di precisione

Selezione testo

Riconoscimento grafia

Non disponibile

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Ridimensionamento verticale

Ridimensionamento orizzontale

Ridimensionamento diagonale 1

Ridimensionamento diagonale 2

Sposta

Selezione alternativa

Selezione collegamento

Nella parte inferiore del desktop è posizionata la barra delle applicazioni.

A sinistra della barra è collocato il pulsante Start, nella parte destra sono presenti la Barra della lingua e l'Area di notifica. Con un clic sul pulsante Start, si apre il relativo menu, che permette di accedere a tutte le attività che è possibile eseguire nel sistema. La barra delle applicazioni visualizza i pulsanti relativi a tutti i programmi avviati e anche a quelli di altre applicazioni che sono state aggiunte per facilitarne l'apertura. Il passaggio da un'applicazione ad un'altra avviene semplicemente con un clic sul pulsante corrispondente. Si possono esaminare rapidamente le finestre aperte, senza spostarsi dalla finestra attualmente in uso, utilizzando la funzionalità Aero Peek: posizionando il puntatore del mouse su ogni pulsante viene mostrata un'anteprima ridotta della relativa finestra. Ogni miniatura, inoltre, è dotata del pulsante di chiusura per una migliore gestione dei file. La posizione predefinita della barra delle applicazioni è lungo il bordo inferiore del desktop. Per spostarla su un altro lato del desktop o dimensionarla, è necessario sbloccarla. Per fare ciò puntare sulla barra delle applicazioni con il mouse in una parte libera e fare clic destro; nel menu contestuale cliccare su Blocca la barra delle applicazioni per togliere il segno di spunta e poterla trascinare nel desktop sul lato desiderato.

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2.1.2 Riconoscere le icone più comuni, quali quelle che rappresentano file,

cartelle, applicazioni, stampanti,unità disco, collegamenti/alias, cestino dei rifiuti

Il termine icona indica un elemento di Windows rappresentato da un'immagine in formato ridotto, che consente di accedere a un programma,a una cartella, a un file o auna finestra dove è possibile effettuare scelte di comandi. È possibile operare sulle icone tramite il mouse con le seguenti azioni:

un clic per selezionare;

un doppio clic per aprire il programma, il file o la cartella corrispondenti;

un clic con il tasto destro per attivare il menu rapido in cui eseguire delle scelte. Sul desktop, a meno di particolari personalizzazioni, è sempre presente l’icona del Cestino, che cambia aspetto a seconda che sia vuoto o che contenga almeno un elemento eliminato (file o cartella). Sul desktop è possibile salvare tutti i tipi di documenti e collegamenti, e spesso per questo può risultare poco ordinato e di difficile gestione. Selezionando la voce Ordina per dal menu di scelta rapida associato a un punto del desktop libero da icone viene attivato un sottomenu con il quale è possibile ordinare le icone per Nome, Dimensione, Tipo elemento, Data ultima modifica. Le icone assumono un aspetto diverso a seconda dell’oggetto che rappresentano. Tutte riportano, sotto l’immagine, il nome del file o del collegamento che rappresentano. Si riportano di seguito alcuni tipi di icone che possono essere presenti nel desktop.

Icone che rappresentano cartelle. Le cartelle sono dei raccoglitori contenenti file o altre cartelle “annidate”. Utilizzando le cartelle si possono organizzare le informazioni in modo gerarchicamente ordinato. La cartella si apre, per visualizzarne il contenuto, cliccandoci sopra con il mouse.

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Un file è contenitore di informazioni codificate ed organizzate in sequenza. In genere è identificato con nome.estensione; l’estensione identifica la tipologia del file, ovvero il tipo di programma con cui è stato realizzato e che lo può gestire. In Windows 7 i file sono rappresentati da icone diverse in base all’estensione; tutti i file con la stessa estensione hanno la stessa icona.

File di testo: .doc = Microsoft Word .pdf = Acrobat Reader .rtf = WordPad .txt = Blocco note

File grafici: .bmp = formato bitmap .jpg = formato jpeg .gif = Graphic Interchange Format .png = portable network graphics

Ambiente Microsoft Office: File di testo: .docx = Word Fogli elettronici: .xlsx = Excel Presentazioni: .pptx = PowerPoint Data base: .accdb = Access

File compressi .zip e .rar: WinZip e WinRAR sono applicazioni che permettono di comprimere i file in modo da risparmiare spazio sul supporto d’archiviazione. L’algoritmo di compressione non influisce sull’integrità dei dati, perciò l’informazione, dopo la decompressione è identica all’originale.

Ambiente Internet: I due programmi Explorer e Firefox sono tra i browser più utilizzati per la navigazione in Internet.

Icona rappresentante il Cestino in cui si archiviano i file eliminati. È possibile recuperare i file eliminati per errore oppure svuotare il cestino per liberare spazio su disco.

Icona di collegamento, cioè un puntatore all’oggetto da essa rappresentato: significa che l’oggetto è fisicamente presente altrove nel computer ed è immediatamente accessibile con un doppio clic sul collegamento.

Selezionare un’icona, ovvero cliccarci sopra con il tasto sinistro del mouse, per cui l’icona cambia tonalità di colore, significa comunicare al sistema operativo che si vuole interagire con essa. Se si vuole aprire un file, una cartella, avviare un’applicazione o attivare un collegamento è necessario cliccare due volte, in rapida successione, sull’icona che rappresenta l’oggetto interessato.

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2.1.3 Selezionare e spostare le icone

Per eseguire qualsiasi operazione sugli oggetti di Windows è necessario indicare qual è l'elemento su cui si vuole agire: ciò avviene mediante la selezione, cioè facendo un clic sull'icona che lo rappresenta. Per rimuovere la selezione, fare clic nell'area vuota del desktop. Per impostazione predefinita, le icone sono posizionate sul lato sinistro del desktop, incolonnate dall'alto verso il basso con disposizione automatica. Con tale impostazione si può soltanto cambiare l'ordinamento, ma le icone non possono essere collocate in un altro punto del desktop.

PROCEDURA

Per cambiare manualmente la posizione di un’icona da un punto a un altro del desktop procedere nel seguente modo:

Selezionare l'icona e, tenendo premuto il tasto sinistro, trascinarla fino al punto di destinazione. Durante il trascinamento l’icona sarà “agganciata” al puntatore.

Rilasciando il pulsante sinistro del mouse. L'operazione appena descritta prende il nome di drag-and-drop (= trascinare e rilasciare).

PROCEDURA

Per eliminare la disposizione automatica delle icone procedere nel seguente modo:

Fare clic destro in un'area vuota del desktop.

Dal menu di scelta rapida selezionare Visualizza e nel sottomenu fare clic su Disponi icone automaticamente, in modo da eliminare il segno di spunta.

Selezionare quindi le icone e trascinarle nella posizione desiderata. Inoltre, disattivando il segno di spunta da Allinea icone alla griglia, si possono collocare senza vincoli le icone in un qualunque punto del desktop

2.1.4 Creare, rinominare, spostare, eliminare un collegamento/alias

Quando sull’icona è raffigurato un quadratino contenente una freccia inclinata, questo significa che l’icona è solo un collegamento, un puntatore all’oggetto da essa rappresentato che, fisicamente presente altrove nel computer, è immediatamente accessibile con un doppio clic sul collegamento.

Tramite il collegamento si può accedere a una cartella, ad un file o ad un’unità di memoria. Un collegamento può essere creato in un qualsiasi punto della memoria, ma in genere è preferito il desktop per facilitare l’accesso all’elemento cui esso è legato. Un collegamento o un alias di menu è quindi una sorta si scorciatoia utilizzata per attivare rapidamente l'elemento che rappresenta, sia esso un file, una cartella o un programma, memorizzato in una qualsiasi posizione all'interno del disco fisso.

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CREARE SUL DESKTOP UN COLLEGAMENTO A UN FILE O A UNA CARTELLA

PROCEDURA

Per creare un nuovo collegamento cliccare con il tasto destro del mouse in un punto libero del desktop, in modo da visualizzare il menu di scelta rapida, e scegliere Nuovo, quindi dal sottomenu che si apre cliccare la voce Collegamento.

Nel desktop viene visualizzata un’icona generica nominata Nuovo collegamento …

… e si apre la finestra di dialogo Crea collegamento, che dà inizio alla procedura guidata per la creazione dei collegamenti.

Con un clic sul pulsante Sfoglia… si accede ad una finestra contenente tutti gli oggetti (unità di memoria, cartelle e file) strutturati secondo il file system. La pressione del pulsante Ok conferma la selezione dell’oggetto e il relativo persorso viene riportato nella casella di testo Immettere il percorso per il collegamento nella finestra Crea collegamento. Si attiva quindi il pulsante Avanti, che permette di passare all’azione successiva.

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Nel secondo passaggio deve essere digitato il nome da assegnare all’icona di collegamento. Al clic sul pulsante Fine viene creata l’icona sul desktop. Nell’esempio mostrato viene creato il collegamento all’unità G:\KINGSTONE, che è una penna usb.

PROCEDURA ALTERNATIVA

Se la finestra non è a tutto schermo, un modo più veloce per creare il collegamento ad un elemento visualizzato nella finestra Computer consiste nel trascinare la relativa icona con il tasto destro del mouse direttamente in un punto libero del desktop, rilasciare il tasto destro e attivare la voce Crea collegamenti qui dal menu contestuale attivato. CREARE SUL DESKTOP UN COLLEGAMENTO A UN PROGRAMMA

PROCEDURA

La stessa operazione può essere eseguita dal Menu di avvio, mediante i seguenti passaggi:

Attivare il Menu di avvio dal pulsante Start.

Fare clic su Tutti i programmi e poi sulla cartella Microsoft Office.

Nell'elenco fare clic col tasto destro sulla voce Microsoft Office Word 2007.

Selezionare la voce Invia a e successivamente fare clic su Desktop (crea collegamento).

Al termine dell'operazione, sul desktop compare l'icona con il nome Microsoft Office Word 2007.

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RIMUOVERE DAL DESKTOP UN COLLEGAMENTO

PROCEDURA

Fare clic sull'icona da eliminare e premere il tasto Canc;

Fare clic sul pulsante Sì nella finestra di dialogo che si presenta.

PROCEDURA

Fare clic col tasto destro del mouse sull'icona da eliminare.

Dal menu contestuale che appare scegliere l'opzione Elimina.

Fare clic sul pulsante Sì nella finestra di dialogo che si presenta.

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2.2 Uso delle finestre

L’utilizzo da parte degli attuali sistemi operativi di un’interfaccia uomo / macchina di tipo grafico ha permesso all’utente di un sistema informatico di interagire con il computer senza essere obbligato ad imparare una serie di comandi da impartire con la tastiera. L’interfaccia grafica, in inglese GUI (Graphical User Interface) utilizza simboli grafici, che rappresentano azioni, comandi, programmi o dati e che sono definiti con il nome di icone. Secondo il contesto di riferimento, dette icone sono raggruppate in un insieme chiamato finestra. La finestra è un oggetto fondamentale in un sistema operativo a interfaccia grafica, come Windows nelle varie versioni. Anche se con funzioni diverse, tutte le finestre hanno una struttura simile e si utilizzano in genere gli stessi strumenti di gestione.

2.2.1 Identificare le diverse parti di una finestra: barra del titolo, barra dei

menu, barra degli strumenti, barra multifunzione, barra di stato, barra di scorrimento

Il sistema operativo Windows (= finestre in inglese) è gestito tramite le finestre di dialogo, che consentono di effettuare scelte su determinate operazioni. Una finestra di dialogo può contenere i seguenti elementi:

Pulsanti

Attiva la funzione ad esso associata; nel caso specifico Annulla un’azione eseguita in precedenza.

Caselle di controllo

Sono costituite da piccoli quadratini associati alle voci da personalizzare. Si seleziona o si deseleziona un’opzione facendo clic con il tasto sinistro del mouse sul quadratino. La presenza del segno di spunta nel quadratino indica che la voce ad esso associata è stata scelta. Può essere attivata più di una voce; si tratta in pratica di una scelta multipla.

Caselle di opzione

Sono associate a scelte alternative; al contrario delle caselle di controllo si può attivare una sola casella di opzione alla volta. Ogni opzione è associata a un cerchietto: la selezione di una delle opzioni mediante un clic provoca la deselezione delle altre voci relative allo stesso argomento.

Casella di testo

È l’area rettangolare vuota in cui deve essere digitato un testo.

Schede

Ha la funzione di raccogliere in sé funzioni, in base all’argomento, specifiche presenti in una finestra. Si presentano come linguette di selezione e per accedere agli strumenti raccolti nella specifica scheda è sufficiente fare clic sul selettore stesso. Nella finestra di esempio i comandi della Gestione attività Windows sono raccolti in sei schede.

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Le finestre di Windows differiscono a seconda di ciò che contengono. Tuttavia possono essere individuate parti comuni a molte finestre. Le possibili barre sono: Barra del titolo; Barra degli strumenti; Barra multifunzione; Barra dei menu; Barre di scorrimento, verticale o orizzontale; Barra di stato. Barra del titolo La Barra del titolo si trova sul bordo superiore di ciascuna finestra. Sulla sinistra della barra è riportato il nome della finestra, sulla destra sono presenti i pulsanti, la cui funzione viene descritta nella seguente tabella:

Icona Nome Funzione

Riduci a icona o

minimizza

Riduce la finestra a icona sulla Barra delle applicazioni; per ripristinare la finestra alle dimensioni originarie si fa clic con il tasto sinistro del mouse sul tale icona oppure si seleziona la voce Ripristina dal meni di scelta rapida associato a essa.

Ingrandisci La dimensione della finestra viene modificata in modo da occupare tutto lo schermo. Il pulsante ha questa forma soltanto quando la dimensione della finestra è impostata su parte dello schermo.

Ripristina

in giù

Il pulsante ha questa forma solo quando la finestra è visualizzata a tutto schermo; un clic su tale pulsante riporta le dimensioni della finestra a quelle originarie.

Chiudi Chiude la finestra attiva

Il doppio clic su un punto libero della barra del titolo corrisponde a fare clic alternativamente sul pulsante Ingrandisci | Ripristina; il doppio clic sulla piccola icona presente sulla sinistra della barra del titolo, invece, chiude la finestra. Barra degli strumenti Nella Barra degli strumenti sono presenti i pulsanti corrispondenti alle funzioni più importanti da applicare al contenuto della finestra stessa.

Alcune voci della barra presentano un piccolo triangolo a indicare che il clic sulla stessa voce viene espanso un menu a discesa contenente altri strumenti collegati alla voce principale. Barra multifunzione Nella Barra multifunzione, che è stata adottata da Microsoft con Office 2007 in sostituzione della Barra dei menu, le icone sono raccolte in schede che raggruppano le icone che svolgono funzioni simili. Nella finestra dei programmi del pacchetto Office (ad es. Word, Excel, PowerPoint, ecc.) è presente la barra multifunzione. Si trova posizionata sotto la barra del titolo; è composta da una serie di comandi organizzati in gruppi logici, raccolti in schede. Ogni scheda corrisponde ad un determinato tipo di attività, per facilitare l'utente nell'utilizzazione del programma e per ottimizzare lo spazio nella finestra. L'immagine seguente mostra la barra multifunzione di Word e in primo piano la scheda Home.

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Barra dei menu La Barra dei menu, se attiva, è posizionata immediatamente sotto la barra del titolo. Facendo clic su una delle voci viene aperto il relativo menu a tendina (o a discesa), da cui si può scegliere il comando desiderato con un clic.

Se vicino ad una voce del menu a discesa compare una piccola freccia rivolta verso destra, posizionando il cursore del mouse sulla voce si apre un corrispondente sottomenu. Se invece si seleziona una delle voci seguita da tre puntini (...) si genera l’apertura di una finestra di dialogo per personalizzare la funzione selezionata. Barre di scorrimento Se la cartella attiva ha un contenuto che occupa uno spazio superiore alla dimensione della finestra che la contiene, automaticamente viene visualizzata una barra di scorrimento, verticale e/o orizzontale a seconda dei casi, che consente di scorrere la finestra raggiungendo così gli oggetti altrimenti non visualizzabili. Il cursore rettangolare grigio presente nella barra rappresenta la posizione della porzione del contenuto attualmente visualizzata nella finestra. Per vedere la parte che non rientra nella dimensione della finestra è necessario fare clic sulle piccole frecce presenti alle estremità delle barre. Uno scorrimento più veloce ma meno preciso si ottiene trascinando con il mouse il cursore rettangolare della barra. Alternativamente, se si possiede il mouse con la rotellina tra i due tasti, si può scorrere la finestra in verticale anche tramite la rotazione della rotellina.

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Barra di stato La Barra di stato, situata nella parte inferiore della finestra, contiene informazioni sul contenuto della finestra o, in generale, sugli oggetti eventualmente selezionati. Tale barra non può essere attivata in tutte le finestre. Nelle figura seguente è visibile la barra di stato di stato di Microsoft Word 2007, nella quale si vedono alcune informazioni relative al documento in elaborazione.

Non tutte le finestre sono uguali, sia per il formato sia per il contenuto, tuttavia esistono elementi che le accomunano: per esempio, non potranno mai mancare la Barra del titolo e il pulsante Chiudi. Può accadere che in una finestra alcuni elementi non siano visualizzati, oppure viceversa si desideri mostrarli.

Per visualizzare o nascondere alcuni riquadri e la barra dei menu, sulla Barra dei comandi fare clic sul pulsante Organizza, selezionare Layout e poi fare clic sull'elemento desiderato.

Per visualizzare o nascondere la barra di stato, da menu Visualizza fare clic su Barra di stato.

2.2.2 Aprire, ridurre a icona, espandere, ripristinare alle dimensioni originali, massimizzare, ridimensionare, spostare, chiudere una

finestra

APRIRE UNA FINESTRA Diverse sono le modalità attraverso cui si possono aprire le finestre di file, cartelle o di programmi:

sul desktop fare doppio clic sull'icona desiderata (oppure fare clic destro sull'icona e da menu rapido scegliere Apri);

da menu Start o nella barra delle applicazioni fare clic sull'icona che rappresenta l'elemento da aprire.

RIDURRE A ICONA, ESPANDERE, RIPRISTINARE ALLE DIMENSIONI ORIGINALI, MASSIMIZZARE, CHIUDERE

UNA FINESTRA Una delle principali caratteristiche delle finestre di Windows è la loro flessibilità: utilizzando i pulsanti di controllo, posti nella barra del titolo, è possibile eseguire le operazioni di seguito descritte:

Icona Nome Funzione

Riduci a icona o

minimizza

Riduce la finestra a icona sulla Barra delle applicazioni; per ripristinare la finestra alle dimensioni originarie si fa clic con il tasto sinistro del mouse sul tale icona oppure si seleziona la voce Ripristina dal meni di scelta rapida associato a essa.

Ingrandisci La dimensione della finestra viene modificata in modo da occupare tutto lo schermo. Il pulsante ha questa forma soltanto quando la dimensione della finestra è impostata su parte dello schermo.

Ripristina

in giù

Il pulsante ha questa forma solo quando la finestra è visualizzata a tutto schermo; un clic su tale pulsante riporta le dimensioni della finestra a quelle originarie.

Chiudi Chiude la finestra attiva

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Sebbene il contenuto di ogni finestra sia diverso, tutte le finestre condividono alcuni elementi. Innanzitutto le finestre vengono sempre visualizzate sul desktop, ovvero l'area di lavoro principale dello schermo. La maggior parte delle finestre include inoltre gli stessi elementi di base:

Osservando la finestra del Blocco note e la legenda in figura, relativamente al ridimensionamento e allo spostamento di una finestra, si deduce che:

Il pulsante Riduci a icona (3) consente di nascondere la finestra, riducendola a icona nella barra delle applicazioni.

Il pulsante Ingrandisci (4) consente di ingrandire a tutto schermo la finestra.

Il pulsante Chiudi (5) consente di chiudere la finestra.

RIDIMENSIONARE UNA FINESTRA È possibile trascinare con il puntatore del mouse (drag-and-drop) i bordi e gli angoli di una finestra in modo da modificare le sue dimensioni:

PROCEDURA

si posiziona il mouse sul bordo della finestra;

si preme il tasto sinistro quando appare la doppia freccia,

si trascina con il tasto premuto il bordo della finestra per aumentare o ridurre le dimensioni;

si rilascia il tasto del mouse una volta raggiunte le dimensioni desiderate.

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SPOSTARE UNA FINESTRA È possibile inoltre trascinare con il puntatore del mouse l’intera finestra eseguendo i seguenti passaggi:

PROCEDURA

si posiziona il mouse sulla Barra del titolo;

si fa clic con il tasto sinistro del mouse;

si sposta il mouse mantenendo il tasto sinistro del mouse premuto;

si rilascia il tasto sinistro del mouse nel punto di destinazione della finestra. METODI ALTERNATIVI

PROCEDURE ALTERNATIVE

1. Per massimizzare o ripristinare una finestra fare doppio clic sulla barra del titolo.

2. Per chiudere una finestra, da menu File scegliere l'opzione Chiudi.

3. Diversamente, per visualizzare i comandi disponibili, fare clic destro sulla barra del titolo e

selezionare quello desiderato.

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2.2.3 Passare da una finestra ad un'altra

Sul desktop possono essere aperte più finestre, per lavorare su più documenti o più programmi contemporaneamente. Tutte le finestre aperte sono rappresentate da pulsanti nella barra delle applicazioni. Se le finestre aperte sono numerose, ad esempio se si apre più di un file di un unico programma o più istanze di un Web browser, è possibile che lo spazio disponibile per i pulsanti della barra delle applicazioni non sia sufficiente. Per liberare spazio, Windows raggruppa automaticamente le finestre aperte relative a uno stesso programma in un unico pulsante.

Se ad esempio sono aperte più finestre del Blocco Note, tali finestre verranno disposte in pila in un gruppo rappresentato da un unico pulsante della barra delle applicazioni. Quando si fa clic sul pulsante, verrà visualizzata un'anteprima delle finestre aperte. Se non si desidera raggruppare le finestre, è possibile disattivare la funzionalità di raggruppamento. In questo caso, tuttavia, potrebbe non essere possibile visualizzare tutti i pulsanti della barra delle applicazioni contemporaneamente.

PROCEDURA

Per passare rapidamente a un'altra finestra aperta, è possibile fare clic sul corrispondente pulsante presente nella barra delle applicazioni.

PROCEDURA

Per passare rapidamente a un'altra finestra aperta da utilizzare, è possibile premere ALT+TAB. Se si preme ALT+TAB, verrà visualizzato un elenco di tutti i file aperti. Per selezionare un file, tenere premuto ALT e premere TAB fino a evidenziare il file da

visualizzare. Rilasciare i tasti per visualizzare la finestra selezionata.

PROCEDURA

Fare clic destro sulla barra delle applicazioni e scegliere Gestione attività. Nella scheda Applicazioni selezionare il nome della finestra che si vuole visualizzare e fare clic su Passa a.

PROCEDURA (NON AMMESSA DURANTE L'ESAME ECDL)

Scorrimento finestre 3D consente di visualizzare in anteprima tutte le finestre aperte, ad esempio file, cartelle e documenti aperti, in una pila, senza la necessità di fare clic sulla barra delle applicazioni. Per visualizzare le finestre, scorrere la pila a partire dalla parte superiore. Per passare da una finestra all'altra con Scorrimento finestre 3D

1. Premere il tasto logo Windows +TAB per aprire Scorrimento finestre 3D.

2. Mentre si tiene premuto il tasto logo Windows , premere ripetutamente TAB o ruotare la rotellina del mouse per passare da una finestra aperta all'altra. È inoltre possibile premere FRECCIA DESTRA o FRECCIA GIÙ per passare alla finestra successiva oppure FRECCIA SINISTRA o FRECCIA SU per ritornare a quella precedente.

3. Rilasciare il tasto logo Windows per visualizzare la finestra in primo piano nella pila oppure fare clic su una finestra della pila per visualizzarla.

4. Per chiudere Scorrimento finestre 3D, rilasciare il tasto logo Windows e TAB.

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Ecco come si presenta l’interfaccia AERO nel caso specifico:

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2.3 Strumenti e impostazioni

2.3.1 Utilizzare le funzioni di Guida in linea disponibili

La guida in linea di Windows 7 costituisce un valido aiuto per gli utenti che desiderano conoscere o approfondire talune tematiche inerenti l’utilizzo del computer. Si tratta di un manuale in formato elettronico definito Guida e supporto tecnico. Per accedervi si hanno tre modalità diverse:

1. dal pulsante Start e, nel menu d’avvio, facendo clic su Guida e supporto tecnico;

2. all'interno di una finestra di programma, facendo clic sul pulsante , presente nella parte destra della barra dei comandi;

3. premendo il tasto F1 (non si può utilizzare questo comando durante la prova d'esame ECDL).

La richiesta della guida automaticamente attiva la finestra di connessione a Internet, per accedere a informazioni più aggiornate e complete. Nella finestra che viene visualizzata, in alto, nella casella, alla cui sinistra è presente l’icona di una lente di ingrandimento, si digita l’argomento. Premendo il tasto Invio, dopo qualche istante compaiono i link relativi alla parola digitata. In alto a sinistra della finestra, sono presenti due pulsanti raffiguranti due freccette, che servono a spostarsi tra le varie pagine che verranno aperte dopo aver fatto clic sui link sottostanti alla casella di ricerca.

A destra, in alto, sono presenti, invece, delle icone. L’icona raffigurante una casa, tasto chiamato Pagina inziale, serve a tornare immediatamente alla prima pagina, quella che compare quando si apre la finestra della “Guida in linea”.

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Accanto, c’è il pulsante che permette di stampare, seguito dal pulsante Sfoglia Guida; questo pulsante è importante perchè consente di accedere ad una pagina dove tutti gli argomenti riguardanti l’uso del computer sono raggruppati in un sommario. Vicino al pulsante Sfoglia Guida, vi è il pulsante che spiega come fare per richiedere l’Assistenza remota (collegamento internet) ad un amico esperto di computer oppure ad altri utenti che utilizzano Windows. La guida in linea, infatti, offre l’opportunità di entrare a far parte della grande community Microsoft e di porre domande su temi non contemplati all’interno del sommario. Infine, l’ultimo pulsante che si trova nella parte superiore della finestra, proprio sotto il pulsante di chiusura, si chiama Opzioni: cliccando su di esso si apre un menu dove è presente un riepilogo delle voci relative ai pulsanti già presi in considerazione. In Windows 7 la guida in linea assume l’aspetto di una finestra di navigazione. Vengono mostrati i link ai migliori 30 risultati, cui si accede semplicemente cliccando sulla voce che interessa.

2.3.2 Visualizzare le informazioni di base del computer: nome e versione del

sistema operativo, RAM installata

Per accedere alle informazioni relative alle proprietà del sistema che si sta utilizzando, si deve cliccare con il tasto sinistro del mouse sul pulsante Start presente nella Barra delle applicazioni. Si apre il Menu di avvio dove è presente l’opzione Pannello di controllo .

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Facendo clic su questa opzione si apre la finestra relativa al menu di scelta degli strumenti, suddivisi per categorie, che permettono di verificare e personalizzare il computer.

Chi preferisce una visualizzazione diversa, può scegliere di vedere le relative icone, come nella figura seguente.

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Non è detto che il Pannello di controllo sia lo stesso per tutti i computer: dipende dal sistema operativo e dalle applicazioni installate. Tra le varie icone, ognuna delle quali rappresenta una specifica azione atta da ottenere informazioni e/o modificare configurazioni o gestire applicazioni o hardware, si deve scegliere quella denominata Sistema. L’attivazione di questa opzione permette la visualizzazione della seguente finestra, in cui sono raccolte le caratteristiche di base del PC.

Si possono leggere le informazioni sul tipo di sistema operativo , il numero di licenza, le caratteristiche della CPU utilizzata e la quantità di memoria RAM installata nel computer.

2.3.3 Modificare la configurazione del desktop del computer: data e ora. volume audio, sfondo, risoluzione

Il desktop è il punto di partenza, la base che permette di iniziare a lavorare con il computer e può essere personalizzato in ogni suo aspetto, dall’immagine di sfondo alla presenza o meno dei gadget, dal tipo di carattere dei testi presenti nelle finestre alla Barra delle applicazione e il Menu di avvio.

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MODIFICARE DATA E ORA Nell'Area di notifica viene visualizzata l'ora e la data corrente; passando il puntatore su queste indicazioni compare la data per esteso. Facendo clic su ora e data si visualizza la finestra indicata a fianco. Per regolare la data e l'ora si interviene facendo clic sul collegamento Modifica impostazioni data e ora...

PROCEDURA

1. Nell'Area di notifica fare clic destro sull'ora

e nel menu rapido scegliere Modifica data/ora, visualizzando la finestra Data e ora riportata a fianco.

2. Nella scheda Data e ora fare clic sul pulsante

Modifica data e ora ..., visualizzando la finestra riportata a fianco.

3. Nella finestra Impostazioni data e ora si possono modificare i parametri impostando il mese e l'anno, il giorno e l'ora desiderati.

4. Al termine fare clic su Ok. 5. Nelle altre schede della finestra Data e ora si

possono attivare orologi aggiuntivi con diversi fusi orari e sincronizzare un server di riferimento per aggiornare l'orario da Internet.

6. fare clic su Ok per confermare le impostazioni eseguite.

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PROCEDURA ALTERNATIVA

1. Nella finestra Pannello di controllo :

in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Orologio e opzioni internazionali e poi su Data e ora (oppure su Imposta la data e l'ora).

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Data e ora.

2. Nell'Area di notifica, fare clic destro sull'ora e selezionare Modifica data/ora.

Successivamente in entrambi i casi proseguire dal punto 2 della procedura precedente. REGOLARE IL VOLUME AUDIO Per regolare l'audio si può intervenire sull'icona presente solitamente nell'Area di notifica, oppure nella finestra Mixer volume.

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PROCEDURA

1. Nell'Area di notifica, fare sull'icona Altoparlante. 2. Nel box regolare il volume trascinando l'indicatore verso il basso per diminuirlo o verso l'alto

per aumentarlo. Facendo clic sul collegamento Mixer, si attiva la finestra Mixer volume, in cui è possibile anche regolare il volume dei suoni applicati agli eventi di Windows e nei programmi.

PROCEDURA ALTERNATIVA

Nella finestra Pannello di controllo :

in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Hardware e suoni e poi nel gruppo Audio fare clic su Regola volume del sistema,quindi operare nella finestra Mixer volume.

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Audio e poi clic su Altoparlanti; quindi nella scheda Livelli impostare il volume desiderato e confermare con Ok nelle finestre aperte.

La finestra che si apre cliccando su Audio contiene tutti gli elementi per impostare le caratteristiche dell’audio del sistema.

PERSONALIZZARE LO SFONDO DEL DESKTOP L'interfaccia di Windows è caratterizzata da un insieme di proprietà visive (ad es. l'aspetto delle finestre, lo sfondo del desktop, lo screen saver) che l'utente può personalizzare per renderle pù congeniali alle proprie esigenze. Queste e altre impostazioni sono raggiungibili mediante i diversi link presenti nella finestra Personalizzazione.

PROCEDURA

1. Fare clic destro nell'area del desktop 2. Da menu rapido scegliere Personalizza. 3. Fare clic sul link Sfondo del desktop. 4. Si apre la finestra di selezione dello sfondo, per scegliere una diversa immagine o colore del

desktop.

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PROCEDURA ALTERNATIVA

Nella finestra Pannello di controllo :

in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Cambia lo sfondo del desktop (oppure operare su Aspetto e personalizzazione e poi su Personalizzazione, quindi fare clic sul link Cambia lo sfondo del desktop).

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Personalizzazione.

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PER SAPERNE DI PIÙ

Impostare un'immagine come screen saver

Mediante il link Screen saver della finestra di Personalizzazione è possibile configurare le opzioni che gestiscono l'immagine o il testo da visualizzare dopo un determinato tempo di inattività del computer, l'intervallo di attesa prima dell'attivazione dello screen saver e l'eventuale password di accesso.

MODIFICARE LA RISOLUZIONE DELLO SCHERMO Per risoluzione si intende il numero di pixel che compongono lo schermo: aumentando la risoluzione aumenta la definizione dello schermo, cioè immagini e testi sono più ridotti, meglio definiti e di qualità superiore.

PROCEDURA

Per modificare la risoluzione dello schermo procedere come di seguito indicato:

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1. Fare clic destro nell'area del desktop. 2. Da menu rapido scegliere Risoluzione

dello schermo. 3. Fare clic sul pulldown del pulsante

Risoluzione per eseguire la modifica. 4. Altermine confermare con Ok.

2.3.4 Modificare, aggiungere, eliminare una lingua della tastiera. Modificare la lingua predefinita

La lingua di input definisce l'insieme dei caratteri associati ai tasti; passando a una lingua diversa da quella italiana, l'aspetto dei tasti ovviamente non cambia, però si modifica la corrispondenza tra tasti premuti e caratteri visualizzati. La gestione e personalizzazione della Barra della lingua vengono attivate tramite gli strumenti presenti nel Desktop nell’Area di notifica della Barra delle applicazioni. Facendo clic sul pulsante è possibile vedere le lingue disponibili e scegliere quella desiderata. In alternativa è possibile aggiungere all'elenco una ulteriore lingua o modificare quella predefinita. AGGIUNGERE UNA LINGUA DELLA TASTIERA

PROCEDURA

1. Fare clic destro sulla Barra della lingua e scegliere Impostazioni. 2. Nella scheda Generale della finestra Servizi testo e lingue di input, fare clic sul pulsante

Aggiungi. 3. Nella finestra Aggiungi lingua di input, fare clic sul simbolo "" accanto alla lingua desiderata

e poi sul medesimo simbolo della relativa tastiera. 4. Attivare la spunta al layout di tastiera desiderato, quindi fare clic su Ok in entrambe le finestre.

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MODIFICARE LA LINGUA PREDEFINITA DELLA TASTIERA Nella finestra Servizi e lingue di input è possibile cambiare la lingua di input predefinita: fare clic sul pulldown della casella Lingua di input predefinita e nell'elenco operare la scelta, quindi confermare facendo clic su Ok.

ELIMINARE UNA LINGUA DELLA TASTIERA Nella finestra Servizi e lingue di input - scheda Generale, è possibile rimuovere una lingua, dopo averla selezionata, facendo clic sul pulsante Rimuovi.

PROCEDURA ALTERNATIVA

Nella finestra Pannello di controllo :

in visualizzazione per Categorie, nel gruppo Orologio e opzioni internazionali, fare clic sul link Cambia tastiere o altri metodi di input e poi sul pulsante Cambia tastiere.

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in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Paese e lingua, attivare la scheda Tastiere e lingue e fare clic sul pulsante Cambia tastiere.

Successivamente in entrambi i casi proseguire come indicato al punto 2 della procedura precedente.

2.3.5 Chiudere un'applicazione che non risponde

Può succedere che un’applicazione si blocchi in fase di esecuzione e, accanto al nome, appare la scritta (Non risponde) . Per ripristinare il corretto funzionamento, il rilascio delle risorse impegnate ed eventualmente far ripartire l’applicazione bloccata è necessario in pervenire con la sua chiusura.

In tal caso si può forzare la chiusura del programma che ha dato problemi attivando la finestra Gestione attività Windows. Per aprire la finestra di colloquio “Gestione attività Windows” si può: 1. utilizzare la combinazione di tasti

2. utilizzare la combinazione di tasti

e fare clic sull'opzione Avvia Gestione attività 3. Fare clic con il tasto destro del mouse sulla Barra delle applicazioni e scegliere l’opzione

Avvia Gestione attività dal menu di scelta rapida associato. Nella finestra che si apre, si seleziona l’applicazione che si vuole interrompere cliccandoci sopra con il mouse, quindi si clicca sul tasto Termina attività , che interrompe immediatamente l’esecuzione.

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2.3.6 Installare, disinstallare un'applicazione

Attualmente, quasi tutti i programmi si avviano in auto play e includono una procedura guidata per la loro installazione che non richiede particolari interventi, poiché solitamente avviene in automatico. Un’applicazione viene installata nel PC seguendo il percorso proposto dal file di installazione, che generalmente si chiama Setup.exe, del programma stesso. L’opzione Come installare un programma presente nella sezione Programmi e funzionalità apre la finestra della Guida in linea contenente le istruzioni per installare un nuovo programma. Per disinstallare un software in modo corretto, rimuovendone tutte le informazioni, è necessario operare dal Pannello di controllo:

in visualizzazione per Categorie, nel gruppo Programmi e funzionalità, fare clic sul link Disinstalla un programma.

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Programmi e funzionalità.

In entrambi i casi si apre la finestra che mostra l'elenco di tutti i programmi installati nel computer. La finestra che viene aperta contiene un’icona per ogni programma installato nel sistema. Al clic sull’icona relativa al programma da modificare o disinstallare vengono attivate alcune opzioni sulla barra degli strumenti relative alle operazioni che possono essere eseguite sul programma selezionato.

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Selezionando ad esempio Avira Free Antivirus nel caso specifico, si attivano i pulsanti Disinstalla per disinstallare il programma e Cambia per modificare il tipo di installazione, personalizzando le opzioni e gli strumenti del programma già installato.

2.3.7 Collegare un dispositivo (chiavetta USB, fotocamera digitale, riproduttore multimediale) ad un computer. Scollegare un dispositivo

impiegando la procedura corretta

I dispositivi come chiavette USB, fotocamere digitali o riproduttori multimediali si collegano al computer attraverso una porta USB. Ogni dispositivo è dotato di un connettore o relativo cavetto da collegare alla porta. COLLEGARE UN DISPOSITIVO

PROCEDURA

1. Per collegare una chiavetta USB al computer, inserirla nella porta USB. 2. Per collegare una fotocamera digitale o un dispositivo multimediale, utilizzare il cavo USB in

dotazione. Infine accendere il dispositivo. 3. Una volta collegato al computer, il dispositivo viene mostrato nella finestra Computer con

un'icona: come "disco rimovibile" nel caso della chiavetta USB e come "dispositivo portatile" nel caso della fotocamera o del riproduttore multimediale.

4. Quando il dispositivo compare nella finestra Computer, è riconosciuto dal sistema ed è pronto per essere utilizzato.

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SCOLLEGARE UN DISPOSITIVO

PROCEDURA (PER CHIAVETTA USB)

1. Nell'Area di notifica fare clic sul pulsante Mostra icone nascoste e poi sull'icona Rimozione sicura dell'hardware ed espulsione supporti.

2. Fare clic su Espelli Dispositivo di archiviazione di massa USB della periferica da scollegare.

3. Un messaggio informa che è possibile scollegare la chiavetta USB.

PROCEDURA (PER FOTOCAMERA O RIPRODUTTORE MULTIMEDIALE)

1. Spegnere il dispositivo. 2. Rimuovere dalla porta USB il cavo che lo collega al computer.

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2.1.2.1 Utilizzare la funzione di stampa schermo da tastiera per catturare l’intero schermo

In alcuni casi può essere utili inserire in un documento un’immagine dell’attuale videata dello schermo o di una parte di esso.

COPIA DELLO SCHERMO (PROCEDURA)

1. Premere il tasto Stamp/R Sist per effettuare una copia nella memoria del PC dell’intera videata; non viene visualizzato alcun messaggio dell’avvenuta operazione.

La copia dello schermo così effettuata può essere incollata in un programma di grafica o di testo che supporta le immagini, come Microsoft Word, ed essere inserito all’interno di un documento.

COPIA DELLA FINESTRA ATTIVA (PROCEDURA)

1. Premere la combinazione di tasti Alt + Stamp/R Sist per effettuare la copia della sola finestra attiva.

La finestra così catturata viene memorizzata in un’area di memoria temporanea e può essere inserita in una qualsiasi applicazione che lo consenta. COPIA DI UNA PORZIONE DELLO SCHERMO (PROCEDURA)

Tra i programmi installati in Windows 7 è presente quello denominato Strumento di cattura, che viene attivato tramite l’omonimo collegamento nel Menu di avvio, premendo il pulsante Start.

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All’avvio del programma viene visualizzata una piccola finestra contenente le icone relative agli strumenti che possono essere attivati: Nuovo, Annulla e Opzioni.

Prima di avviare la cattura, deve essere indicata la parte dello schermo di cui serve l’immagine, selezionandola dal menu a discesa associato al pulsante Nuovo. Al clic del pulsante Annulla viene disattivata la funzione di cattura, l’applicazione resta attiva. In tal modo è possibile individuare una diversa area di cattura o modificare le opzioni nella finestra associata al pulsante Opzioni.

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Tramite il pulsante Opzioni, si apre la relativa finestra che consente di modificare alcuni parametri.

Dopo avere avviato lo Strumento di cattura, una linea rossa delimita la parte di interesse. La cattura della porzione dello schermo avviene in modalità drag-and-drop (= trascina e rilascia): si punta il mouse su un angolo della porzione da catturare, si tiene premuto il tasto sinistro del mouse e si trascina il cursore per identificare l’area da acquisire, si rilascia il tasto sinistro del mouse al termine dell’operazione.

Ad esempio volendo catturare il logo di Windows 7, viene visualizzata la seguente finestra, in cui sono presenti i pulsanti per la modifica, il salvataggio e la copia dell’immagine stessa.

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2.1.3 Uso delle icone

2.1.3.4 Utilizzare un’icona per aprire un file, una cartella, un’applicazione

In genere, con il doppio clic sull’icona del collegamento o con la scelta della voce Apri dal menu contestuale ad esso relativo viene aperto l’elemento associato. L’operazione dà risultati diversi a seconda del tipo di icona. In particolare: se l’icona rappresenta un file di documento, questo viene aperto all’interno del

programma predefinito per quel tipo di file; se rappresenta una cartella, viene aperta una finestra che visualizza tutti i file

e le eventuali cartelle in essa contenuti; se rappresenta il cestino, viene aperta una finestra contenente tutte le icone

associate alle cartelle e ai file cancellati; nel caso di un’applicazione, questa viene mandata in esecuzione; se rappresenta una stampante, viene visualizzata una finestra contenente tutti

i documenti attualmente presenti nella coda di stampa.

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2.2 GESTIONE DEI FILE Il sistema operativo agisce sulla gestione dei dati (organizzazione e memorizzazione sui dispositivi di archiviazione) tramite il File System, che li organizza in File e Cartelle.

2.2.1 Concetti fondamentali

L’organizzazione fisica e logica dei documenti e dei programmi nelle memorie del computer, detta file system, può essere schematizzata con un diagramma ad albero, più esattamente un albero rovesciato, con la radice verso l’alto e le foglie verso il basso.

Il file è l’unità fondamentale per la memorizzazione delle informazioni. Ciascun file può essere salvato all’interno di cartelle per evitare l’ovvia confusione che si genererebbe salvandoli in maniera casuale all’interno delle memorie. Le cartelle sono ulteriormente raggruppate in cartelle superiori, seguendo criteri stabiliti dall’utente. Il principio è analogo a quello di un qualsiasi sistema di archiviazione. La radice è costituita dall’insieme delle memorie del computer. Al primo livello si trovano le unità di memorizzazione, all’interno di ciascuna delle quali è memorizzata una struttura in cartelle, che a loro volta possono contenere ulteriori sottocartelle o file. La radice è l’unità di memoria di massa (disco C:\), i rami sono rappresentati dalle cartelle, mentre le foglie sono i file. All’interno della gerarchia ad albero, l’identificazione completa di un file avviene tramite l’indirizzo completo del percorso (pathname) che deve essere seguito sull’albero per andare dalla radice al file in questione. Più file con lo stesso nome possono esistere all’interno di cartelle diverse, ma non nella stessa cartella. Nello scrivere il pathname, a ogni livello di cartelle attraversato all’interno della gerarchia si inserisce una barra rovesciata “\” (backslash) per separarne i nomi.

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Il nome completo dell’indirizzo viene visualizzato nella Barra degli indirizzi della finestra Computer.

La figura accanto mostra come il sistema operativo visualizza la struttura gerarchica rappresentante i documenti e le cartelle contenute all’interno del disco principale C:\. Quindi riferendosi al documento Word chiamato Concetti di base delle tecnologie ICT, il percorso espresso come riga di comando risulta

C:\manuali ECDL\Concetti di base delle tecnologie ICT

Con il normale metodo di navigazione attraverso le icone, per raggiungere il documento Concetti di base delle tecnologie ICT, è necessario cliccare nell’ordine sul tasto Start, sull’opzione Computer, sull’icona del Disco locale (C:), sulla cartella manuali ECDL e infine sull’icona rappresentante il documento desiderato.

In questa fase è importante sapere che ogni file e cartella deve avere un nome che lo distingua dagli altri. Il nome comprende anche un’estensione, separata da un punto, di tre caratteri, che ne definisce il tipo. Due oggetti con lo stesso nome, estensione compresa, non possono trovarsi allo stesso livello, ma possono esistere in due cartelle diverse, anche se annidate una dentro l’altra. Ogni unità di memorizzazione di massa contiene l’indice di tutti i file, in cui sono memorizzati il nome, la posizione fisica nel disco, le dimensioni in byte, la data di creazione o modifica, la cartella in cui è contenuto e altre informazioni.

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2.2.1.1 Comprendere come un sistema operativo visualizza le unità disco, le

cartelle, i file in una struttura gerarchica

Il sistema operativo assegna ad ogni unità di memorizzazione dei dati una lettera seguita dal simbolo : (due punti).

All’interno di ogni unità di memorizzazione dei dati (nella figura l’unità corrispondente all’utente Stefano), le unità da un punto di vista logico sono ripartite in porzioni denominate Cartelle e si organizzano mediante una gerarchia ad albero rovesciato.

Così come le cartelle di documenti che si potrebbero trovare in un ufficio, le cartelle presenti su un disco contengono i file, cioè i documenti di cui abbiamo bisogno per lavorare. Quando viene aperta, una cartella o una raccolta viene visualizzata in una finestra. La finestra della cartella Documenti è organizzata come in figura e può contenere file oppure altre cartelle denominate Sottocartelle. I diversi elementi della finestra sono progettati per consentire di spostarsi nell'ambito di Windows o per semplificare l'utilizzo di file, cartelle e raccolte.

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Gli elementi che costituiscono la finestra sono:

Elemento Utilizzo

Riquadro di spostamento Utilizzare il riquadro di spostamento per accedere a raccolte, cartelle e ricerche salvate, nonché a interi dischi rigidi. La sezione Preferiti consente di aprire le cartelle e le ricerche utilizzate con maggiore frequenza, mentre la sezione Raccolte consente di accedere alle raccolte. Per cercare cartelle e sottocartelle è possibile anche espandere la sezione Computer.

Pulsanti Indietro e Avanti Utilizzare il pulsante Indietro e il pulsante Avanti per passare ad altre cartelle o raccolte aperte in precedenza senza chiudere la finestra corrente. Questi pulsanti interagiscono con la barra degli indirizzi. Dopo essersi spostati in un'altra cartella tramite la barra degli indirizzi, ad esempio, è possibile utilizzare il pulsante Indietro per tornare alla cartella precedente.

Barra degli strumenti Utilizzare la barra degli strumenti per eseguire attività comuni, ad esempio modificare l'aspetto di file e cartelle, masterizzare file su un CD o avviare una presentazione di immagini digitali. I pulsanti della barra degli strumenti cambiano in base al contesto per visualizzare solo le attività pertinenti. Se ad esempio si fa clic su un file immagine, sulla barra degli strumenti verranno visualizzati pulsanti diversi da quelli visualizzati selezionando un file musicale.

Barra degli indirizzi Utilizzare la barra degli indirizzi per passare a un'altra cartella o raccolta o per tornare a una cartella o raccolta precedente.

Riquadro delle raccolte Il riquadro delle raccolte viene visualizzato solo se è attiva una raccolta, ad esempio Documenti. Utilizzarlo per personalizzare la raccolta o per disporre i file in base a proprietà diverse.

Intestazioni di colonna Utilizzare le intestazioni di colonna per modificare l'organizzazione dei file nell'elenco file. È ad esempio possibile fare clic sul lato sinistro di un'intestazione di colonna per cambiare l'ordine di visualizzazione dei file e delle cartelle oppure fare clic sul lato destro per filtrare i file in modi diversi. Si noti che le intestazioni di colonna sono disponibili sono nella visualizzazione Dettagli.

Elenco file Il contenuto della cartella o della raccolta corrente viene visualizzato in questo elenco. Se si digita testo nella casella di ricerca per trovare un file, verranno visualizzati solo i file che soddisfano i criteri di ricerca nella visualizzazione corrente, inclusi i file delle sottocartelle.

Casella di ricerca Digitare una parola o una frase nella casella di ricerca per cercare un elemento nella cartella o nella raccolta corrente. La ricerca viene avviata appena si inizia a digitare. Se ad esempio si digita "B", nell'elenco dei file verranno visualizzati tutti i file i cui nomi iniziano con la lettera B.

Riquadro dei dettagli Utilizzare il riquadro dei dettagli per visualizzare le proprietà più comuni associate al file selezionato. Le proprietà dei file sono costituite da informazioni relative a un file, ad esempio l'autore, la data dell'ultima modifica e gli eventuali tag descrittivi aggiunti al file.

Riquadro di anteprima Nel riquadro di anteprima viene visualizzato il contenuto della maggior parte dei file. Se ad esempio si seleziona un messaggio di posta elettronica, un file di testo o un'immagine, sarà possibile visualizzarne il contenuto senza aprire il programma associato. Se il riquadro di anteprima non è visibile, fare clic sul pulsante

Riquadro di anteprima sulla barra degli strumenti per attivarlo

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All’installazione del sistema operativo sul disco C: viene generata la cartella Utenti, che contiene a sua volta tante cartelle, una per ogni utente che ha avuto accesso al computer tramite un account. Nella figura gli utenti del computer sono tre: Administrator, Gianni, Antonio.

La cartella di uno specifico utente contiene a sua volta altre cartelle tra cui, ad esempio, le cartelle Desktop e Documenti. Per tale motivo ogni utente avrà un suo personale desktop e una personale cartella contenente i propri documenti.

Quindi riferendosi ad un documento Word contenuto nella cartella Documenti dell’utente Gianni, il percorso espresso come riga di comando risulta

C:\Utenti\Gianni\Documenti\Nome documento.doc Nel percorso di un file viene prima indicata l’unità che memorizza il file, seguita da due punti e da un backslash, quindi il nome della prima cartella, separata a sua volta da un backslash dal nome della cartella immediatamente inferiore, e così via fino ad arrivare al nome del file in questione. Il nome completo è una delle informazioni raccolte nella finestra delle proprietà del file o della cartella in questione.

2.2.1.2 Sapere che le periferiche impiegate da un sistema operativo per

memorizzare i file e le cartelle sono i dischi fissi, le chiavi USB, i CD-RW, i DVD-RW, le unità di rete

Le unità di memorizzazione in cui possono essere contenuti i file da leggere o da salvare sono: il disco fisso, in genere indicato con la lettera C; l’unità floppy, indicata con la lettera A; il CD-RW, lettera D; eventuali unità di rete, se il computer è connesso a una rete locale; eventuali supporti removibili, pendrive, se inseriti nella porta USB. Oltre alle memorie locali può essere sfruttata la possibilità offerta da diversi siti internet di memorizzare file in un loro spazio di memoria, ad esempio icloud.

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Questo strumento è molto utile perché, essendo sulla Rete, può essere usato da utenti in tutto il mondo. È sufficiente che l’utente che riceve i file conosca l’indirizzo e la password per accedere alla cartella che li contiene e, connesso a Internet, potrà salvare o scaricare file.

2.2.1.3 Sapere come vengono misurati i file e le cartelle: KB, MB, GB

A seconda del tipo, la dimensione di un file può variare notevolmente riflettendosi, di conseguenza, sulle dimensioni dell’eventuale cartella che lo contiene. Essa può essere di poche migliaia di byte (KB = kilo Byte) per un file di testo, fino a milioni di byte (MB = Mega Byte) per un’immagine o miliardi di byte (GB = Giga Byte o TB = Tera Byte) per le banche dati di grandi dimensioni e/o delle cartelle che contengono più di questi oggetti. Riassumendo nella seguente tabella:

Tipo Dimensione in byte

Byte 8 bit

KB 1024 byte = 210 byte

MB 1024 x 1024 byte = 210 x 210 byte = 220 byte

GB 1024 x 1024 x 1024 byte = 210 x 210 x 210 byte = 230 byte

TB 1024 x 1024 x 1024 x 1024 byte = 210 x 210 x 210 x 210 byte = 240 byte

Ogni file è composto da dati codificati secondo il byte e i suoi multipli, di conseguenza le sue dimensioni possono variare sia in base al tipo sia in relazione alla quantità di dati di cui si compone.

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Le dimensioni del file si possono verificare posizionando il puntatore del mouse su di esso, oppure, dopo averlo selezionato, leggendole nel Riquadro dettagli. Facendo clic con il tasto destro del mouse su file o cartelle e scegliendo Proprietà si possono ottenere informazioni sulle dimensioni del file e altre più specifiche.

2.2.1.4 Comprendere per quale motivo è importante effettuare delle copie di

backup di file su un supporto di memoria rimovibile da conservare in un luogo separato

Eseguire la copia periodica di riserva (copia di backup) dei dati oggettivamente importanti contenuti nel computer permette continuità e tranquillità lavorativa, proteggendo il sistema da una loro perdita, che può essere dovuta a rottura di un disco fisso, contagio di un virus, calamità naturale o latro. Normalmente è abitudine effettuare copie di file masterizzandoli su cd-rom oppure registrandoli all’interno di pendrive, comunque su supporti di memoria rimovibili. In questo modo, se per qualche motivo il file originario venisse danneggiato, c’è la possibilità di recuperarlo dal supporto removibile e riportarlo nella sua posizione sul disco fisso. Ogni file memorizzato solo nelle memorie locali viene irrimediabilmente perso in caso di grave danno al PC. Una copia di backup può essere ripristinata in qualsiasi momento su un altro PC. È importante che il supporto su cui è stato fatto il backup sia conservato in un luogo diverso da quello in cui è il computer, per evitare le conseguenze di gravi disastri (incendio, crollo dell’edificio,...), che potrebbero arrecare danni anche al supporto stesso, perdendo così anche la copia di backup. La dimensione del supporto scelto per l’operazione è fondamentale: si sceglierà il supporto adatto (chiave USB, CD, DVD, altro disco fisso) in base alla quantità di dati da salvare.

2.2.1.5 Comprendere i vantaggi del salvataggio dei file su unità online:

maggiori possibilità di accesso e di condivisione

Tramite Internet è possibile usufruire di una nuova modalità di salvataggio dei dati: molti siti offrono un servizio di archiviazione dei file online. Questo servizio consiste nel mettere a disposizione dell’utente uno spazio, di dimensioni variabili a seconda del sito, in cui salvare, archiviare, organizzare e condividere file rendendoli accessibili ovunque. La possibilità di utilizzare questi servizi, normalmente, avviene tramite una registrazione dell’utente per l’assegnazione di una username (identificativo) e di una password per l’accesso.

È necessario essere consapevoli che tutti i file così salvati sono resi pubblici in automatico, cioè condivisi con chiunque (ovviamente questo avviene per quei siti che offrono il servizio in modo gratuito). Si suggerisce la possibilità di rendere “privato” il file tramite l’associazione di una password di protezione cosicché, pur accedendo all’indirizzo URL di condivisione, senza l’inserimento della password

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impostata, non sarà possibile procedere con il download del file sul computer richiedente. In ambito aziendale molto spesso i medesimi file devono essere utilizzati da più persone che possono operare nello stesso edificio o in sedi dislocate in città diverse. In questi casi le aziende predispongono delle unità online (server con dispositivi di memorizzazione molto capienti) a cui i dipendenti, grazie al collegamento alla Rete e in genere mediante un sistema di riconoscimento basato sull’uso di nome utente e password, possono accedere per prelevare file o memorizzarne ulteriori. Mediante il salvataggio su unità online si hanno notevoli vantaggi, quali maggiori possibilità di accesso ai file e alla loro condivisione.

2.2.2 File e cartelle

2.2.2.1 Aprire una finestra per visualizzare il nome, le dimensioni e la posizione nell’unità di una cartella

Al punto 2.2.1.3 abbiamo visto come è possibile ottenere informazioni circa le dimensioni di un file o di una cartella.

Il nome, il percorso di archiviazione, il tipo di elemento, le dimensioni e ulteriori informazioni sono definite proprietà e possono essere verificate nella rispettiva finestra. PROCEDURA

1. Per accedere alla scheda delle proprietà del file fare clic con il tasto destro del mouse e scegliere la voce Proprietà dal menu di scelta rapida associato. La scheda Generale riporta tutte le caratteristiche del file. Le altre schede riportano ulteriori informazioni e caratteristiche.

2. Fare clic su OK per chiudere la finestra.

2.2.2.2 Espandere, minimizzare le viste delle unità e delle cartelle

I programmi installati, i file e le cartelle create dall’utente costituiscono l’archivio di un PC e per visualizzarlo ed eseguire operazioni sui diversi elementi in esso contenuti Windows 7 mette a disposizione il programma Computer attivabile dal menu Start.

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Questa finestra rappresenta il modo più veloce per attivare Windows Explorer, per accedere alle unità di memorizzazione e alle diverse cartelle di un elaboratore.

La finestra Computer presenta due riquadri, Riquadro di spostamento e Riquadro di visualizzazione.

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Il Riquadro di spostamento comprende la zona a sinistra della finestra, che mostra la struttura gerarchica di unità, cartelle e sottocartelle, dispositivi di memorizzazione, unità di rete. Cliccando sulle frecce e accanto ai dispositivi è possibile espandere e comprimere la visualizzazione di dischi e cartelle. Il simbolo accanto a un elemento indica che al suo interno sono contenute cartelle; con un clic sul simbolo si espande la ramificazione gerarchica della cartella madre che mostra il suo contenuto. Dopo questa operazione il simbolo viene sostituito dal segno e facendo clic su di esso la cartella madre si chiude. Il Riquadro di visualizzazione mostra il contenuto dell’elemento selezionato nel Riquadro di spostamento. Esaminando il Riquadro di spostamento si vede come il sistema di archiviazione dei dati su disco è organizzato in una struttura gerarchica di cartelle.

2.2.2.3 Raggiungere un file, una cartella su un’unità

Per raggiungere un file o una cartella archiviati su disco fisso o in un’altra unità di memorizzazione è consigliabile operare nel Riquadro di spostamento.

PROCEDURA

Operando sul desktop fare doppio clic sull’icona Computer. 1. Fare clic sul simbolo accanto all’unità di memorizzazione in cui è

archiviato il file o la cartella desiderata e ripetere l’operazione su eventuali sottocartelle.

2. Fare clic sulla cartella che contiene il file ricercato. 3. Nel Riquadro di visualizzazione saranno elencati tutti i file della cartella

selezionata, tra cui il file ricercato.

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In Windows 7 è possibile mostrare il contenuto delle cartelle in diversi modi: la scelta può agevolare la visualizzazione degli elementi contenuti e le operazioni che si intendono compiere.

Utilizzando le opzioni del menu di scelta rapida, che si attiva col pulsante destro del mouse all’interno della cartella, oppure facendo clic sull’omonimo pulsante della barra dei pulsanti della Barra degli strumenti si può scegliere tra diverse possibilità:

Icone molto grandi, Icone grandi, Icone medie, Icone piccole mostrano le icone in dimensioni diverse, riportando sotto il nome.

Elenco mostra icone piccole seguite dal nome, disposte in colonna.

Dettagli, simile alla precedente, fornisce una maggiore quantità di informazioni

Titoli mostra icone di dimensioni grandi, accompagnate dal nome dei file, quello del programma con cui sono stati creati e delle loro dimensioni.

2.2.2.4 Creare una cartella e un’ulteriore sottocartella

La creazione di una cartella avviene partendo dall’individuazione del supporto destinata a contenerla. La cartella può essere collocata all’interno di un supporto di memorizzazione come un hard disk, un CD-ROM, una penna USB, ecc. o annidata all’interno di altre cartelle. Nel presente esempio si vuole creare una cartella sul Desktop.

PROCEDURA

1. Fare clic con il tasto destro del mouse nell’area vuota del desktop.

2. Da menu rapido scegliere Nuovo Cartella.

3. Digitare il nome che si desidera assegnare alla cartella e premere Invio per confermare (o fare clic nell’area vuota).

Menu di

scelta

rapida

Barra degli strumenti

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Per visualizzare le estensioni dei file, nella finestra Computer da menu Strumenti scegliere Opzioni

cartella. Nella scheda Visualizzazione scorrere l’elenco e fare clic su Nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti per disattivarne la spunta,

quindi confermare con OK.

PROCEDURA ALTERNATIVA

1. Aprire la cartella Computer dal Menu di avvio.

2. Fare clic sulla voce Desktop nel Riquadro di spostamento della cartella.

3. Procedere con uno dei seguenti percorsi:

da menu File scegliere Nuovo Cartella;

da Barra degli strumenti fare clic sul pulsante Nuova cartella;

nell’area vuota della finestra fare clic con il tasto destro del mouse e scegliere Nuovo / Cartella.

4. Il Riquadro di visualizzazione mostra una nuova cartella con il nome evidenziato: digitare il nome desiderato e premere Invio per confermare.

2.2.3 Operare con i file

2.2.3.1 Riconoscere i file di tipo più comune: file di elaboratore testi, file di foglio elettronico, file di database, file di presentazioni, file di tipo

PDF, file di immagini, file audio, file video, file compressi, file temporanei, file eseguibili

Ogni file creato e archiviato è associato a un’applicazione, di conseguenza acquisisce delle proprietà, come per esempio l’icona e la sua estensione, che ne identificano il tipo e il programma con il quale è stato creato o è possibile leggerlo. Di un file o di una cartella si possono ottenere informazioni più o meno dettagliate in base al tipo di visualizzazione richiesta oppure conoscerne tutte le proprietà, eseguendo la procedura già vista al punto 2.2.2.1.

Le informazioni della finestra Proprietà sono utili anche per verificare la posizione in cui è stato salvato il file (percorso), lo spazio occupato su disco (dimensione), la data di creazione, di aggiornamento, di visualizzazione, nonché il tipo di file e la sua estensione.

Per scegliere un programma di apertura diverso da quello cui il file è associato, nella scheda Generale della finestra Proprietà, fare clic su Cambia e poi sul programma desiderato, quindi confermare con OK. Il nome del file è composto di due parti separate da un punto (per esempio prova.docx). A sinistra è specificato il nome, a destra l’estensione composta da tre/quattro lettere che servono al sistema operativo per identificare l’applicazione che ha generato il file.

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Nella tabella sono elencati i tipi di file più comuni, le icone associate e le relative estensioni.

TIPO ICONA / NOME FILE ESTENSIONE

File di testo di Blocco note

.txt

File di testo di WordPad

.rtf

File di testo o documento di Microsoft Word 2007

.docx

File di foglio elettronico di Microsoft Excel 2007

.xlsx

File di database o archivio di Microsoft Access 2007

.accdb

File di presentazione di Microsoft PowerPoint 2007

.pptx

Archivio Web, Pagina Web

.htm, .html .mhtml

File grafici o di immagine

.bmp, .gif

.jpg, .png

File audio/video Windows Media

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2.2.3.2 Attivare un programma di editing di testo. Inserire del testo in un file,

assegnare un nome al file e salvarlo all’interno di una unità disco

Con il sistema operativo Windows 7, all’utente vengono forniti a corredo due programmi per la videoscrittura (editor testi), cui si accede da Start Tutti i programmi Accessori, che permettono di creare semplici documenti, senza necessariamente installare ulteriori software applicativi (ad esempio Microsoft Office Word). Per avviare uno dei programmi di editino presenti nel sistema operativo fare clic su Start Tutti i programmi Accessori e selezionare Blocco note oppure WordPad. La scelta dell’uno o dell’altro editor dipende dal tipo di documento che si desidera realizzare.

Blocco note si utilizza per creare documenti molto semplici o modificare file di testo. Il programma non supporta funzioni di grafica; tuttavia all’interno dei menu sono previste opzioni di formattazione del testo, di impostazione della pagina, di inserimento data aggiornata, di stampa del documento.

Dopo aver composto il documento nell’area della finestra e applicate le formattazioni desiderate, si procede all’archiviazione del file per memorizzarlo su disco (salvataggio).

PROCEDURA DI SALVATAGGIO

1. Dal menu File fare clic su Salva con nome. 2. Nella relativa finestra di dialogo, digitare il nome da attribuire al file nella

casella di testo Nome file. Non è possibile attribuire formati diversi al .txt predefinito.

3. Per l’archiviazione del documento viene proposta la cartella predefinita Documenti dell’utente che ha effettuato l’accesso al sistema. Se si vuole memorizzare il file in una cartella diversa o in un’unità diversa bisogna selezionare la destinazione desiderata.

4. Al termine fare clic su Salva.

WordPad è la versione ridotta di un programma di elaborazione testi, dispone di molte più opzioni rispetto a Blocco note e supporta funzionalità di grafica (si possono inserire oggetti grafici e incollare immagini catturate col tasto Stamp); la mancanza più considerevole riguarda il controllo ortografico. In Windows 7 dispone di una nuova barra multifunzione (la striscia lungo la parte superiore della finestra che mostra le funzioni di un programma) che visualizza tutti gli strumenti direttamente nella finestra principale, anziché all'interno dei menu.

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Dopo aver composto il documento nell’area della finestra e applicate le formattazioni desiderate, si procede all’archiviazione del file per memorizzarlo su disco (salvataggio).

PROCEDURA DI SALVATAGGIO

1. Dalla Barra multifunzione è possibile attivare il salvataggio del file tramite l’icona raffigurante un floppy.

2. Nella relativa finestra di dialogo, digitare il nome da attribuire al file nella casella di testo Nome file. Facendo clic sul pull-down della casella Salva come è possibile attribuire formati diversi al .rtf predefinito.

3. Per l’archiviazione del documento viene proposta la cartella predefinita Documenti dell’utente che ha effettuato l’accesso al sistema. Se si vuole memorizzare il file in una cartella diversa o in un’unità diversa bisogna selezionare la destinazione desiderata nella casella Salva in.

4. Al termine fare clic su Salva.

Come tutte le finestre di Windows anche quella di un programma di editino può essere chiusa facendo clic sul pulsante posto a destra nella Barra del titolo; in alternativa selezionando l’opzione Esci dai menu.

2.2.3.3 Modificare lo stato del file: sola lettura/bloccato, lettura-scrittura

Per ogni file possono essere definiti alcuni attributi dalla finestra Proprietà.

Sola lettura: il file può essere solo aperto e letto, ma non sovrascritto. Se si eseguono modifiche sul file, in fase di salvataggio il programma avvisa che non è possibile registrare i cambiamenti sul file di origine e richiederà di assegnare un nome diverso, creando così una copia modificata e lasciando inalterato il file originale. Nascosto: il file non è visibile nella finestra Computer, a meno che non venga attivata la specifica opzione di visualizzazione dei file nascosti.

PROCEDURA

1. Aprire la finestra che contiene il file e selezionare quello di cui si vogliono vedere le proprietà.

2. Da menu File o da pulsante Organizza o attivando il menu di scelta rapida col pulsante destro del mouse scegliere l’opzione Proprietà.

3. Nella sezione Attributi della scheda Generale spuntare la casella interessata (la presenza della spunta indica che l’attributo è attivo).

4. Al termine fare clic su OK.

2.2.3.4 Riordinare in senso crescente, descrescente i file per nome,

dimensione, tipo, data di modifica

In tutte le visualizzazione è sempre possibile disporre cartelle e file secondo diversi criteri.

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La scelta si esegue da menu Visualizza selezionando una delle voci presenti nel sottomenu Ordina per, nel quale la prima sezione elenca i comandi Nome, Ultima modifica, Tipo, Dimensione, mentre la successiva Ordine crescente e Ordine decrescente.

L’opzione Altro del sottomenu Ordina per consente di attivare ulteriori colonne. Se avviene l’attivazione di altre colonne, il sottomenu di Ordina per si aggiorna rendendo disponibili anche tali comandi.

PROCEDURA

1. Dal menu Visualizza fare clic su Ordina per. 2. Per disporre i file, nel sottomenu fare clic su:

Nome, per elencare i file in ordine alfabetico;

Ultima modifica, per mostrare l’elenco in ordine cronologico;

Tipo, per ottenere i file raggruppati in base al programma con cui sono stati creati;

Dimensione, per visualizzare i file in ordine di grandezza (KB). 3. Per ordinare i file, nel sottomenu scegliere Ordine crescente oppure Ordine

decrescente.

PERCORSI ALTERNATIVI

1. I comandi di disposizione e ordinamento possono essere richiamati da menu di scelta rapida: fare clic con il tasto destro del mouse in un punto vuoto del Riquadro di visualizzazione e nel menu selezionare Ordina per, quindi fare clic sul comando desiderato.

2. L’ordinamento dei file può essere eseguito anche nel seguente modo: impostare la modalità di visualizzazione Dettagli e fare clic sulle intestazioni di colonna per ottenere i file in ordine alfabetico, dal più grande al più piccolo, dal

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Windows generalmente limita i nomi dei file a 260 caratteri. In realtà, però, il nome del file deve essere più breve, poiché nel numero di caratteri viene incluso il percorso completo. Per questo motivo può

talvolta verificarsi un errore durante la copia di un

file con un nome molto lungo in un percorso più lungo del percorso corrente. In un nome di file non è possibile utilizzare i seguenti caratteri: \ / ? : * “ > < |

meno recente al più recente, e così via. Disponendo ciascun elenco in ordine crescente o decrescente (la freccetta visibile in corrispondenza al lato superiore dell’intestazione di colonna indica l’ordine impostato). Per invertire l’ordine basta fare un altro clic sull’intestazione della colonna.

2.2.3.5 Individuare buoni esempi nell’attribuzione di nomi a cartelle, file:

utilizzare nomi significativi per cartelle e file per renderne più semplice il recupero e l’organizzazione

Nello strutturare un archivio è necessario organizzare in modo ordinato ed efficace le cartelle affinché ognuna contenga file di un certo tipo o legati ad un determinata attività. Così facendo sarà più facile ricordare dove sono stati memorizzati per reperirli in modo più veloce. Anche nell’assegnare il nome ai file bisogna fare attenzione: è preferibile usare nomi brevi che ne rimandino al contenuto. Poiché un archivio è destinato nel tempo a divenire sempre più consistente, solo con una razionale organizzazione di file e cartelle sarà possibile lavorare in maniera efficiente.

2.2.3.6 Rinominare file, cartelle

Rinominare un file o una cartella significa cambiare il nome assegnatogli in fase di creazione. Il nome che identifica il file o la cartella è univoco e in una cartella non possono essere archiviati file o sottocartelle con lo stesso nome a meno che non siano associati a programmi diversi. Si può utilizzare qualsiasi carattere, eccetto i seguenti: \ / ? : * “ > < |.

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PROCEDURA 1. Nella finestra selezionare il file

interessato (per esempio il documento test.txt), sulla barra dei comandi fare clic sul pulsante Organizza e poi su Rinomina.

2. Il nome del file selezionato risulterà evidenziato e con il cursore attivo all’interno di una casella di testo.

3. Digitare il nuovo nome (nel caso esemplificato esercizio.txt) nella casella di testo che viene attivata e che sostituirà quello evidenziato.

4. Premere Invio per confermare. PERCORSI ALTERNATIVI

L’operazione di rinomina può essere eseguita anche nei seguenti modi: 1. fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona del file o della cartella,

scegliere Rinomina dal menu di scelta rapida, digitare il nuovo nome e premere Invio;

2. selezionare il file o la cartella, da menu File scegliere, digitare il nuovo nome e premere Invio;

3. fare due clic non consecutivi sul nome del file o della cartella, digitare il nuovo nome e premere Invio;

4. selezionare il file o la cartella, premere il tasto F2, digitare il nuovo nome e premere Invio.

2.2.4 Duplicare, spostare

Un modo sbrigativo per muovere oggetti, file o cartelle, in ambiente Windows consiste nell’aprire contemporaneamente sul desktop le cartelle di origine e di destinazione dell’oggetto, in modo da rendere visibile il loro contenuto. Si seleziona l’elemento da duplicare o spostare quindi, utilizzando il metodo drag-and-drop si trascina la selezione dalla cartella di origine a quella di destinazione.

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A seconda delle rispettive localizzazioni fisiche delle due cartelle (origine e destinazione), utilizzando il metodo di trascinamento della selezione, l’elemento selezionato viene copiato o spostato. La differenza è dovuta al fatto che se due cartelle si trovano sulla stessa unità di memorizzazione, per evitare che vengano create due copie dello stesso file o della stessa cartella, l’elemento selezionato viene spostato.

2.2.4.1 Selezionare file, cartelle singolarmente o come gruppo di file, cartelle

adiacenti, non adiacenti

Talvolta, in presenza di numerosi file o cartelle, può sorgere la necessità di riorganizzare l’archivio, spostando gli elementi ad esempio in altre posizioni o copiandoli su supporti diversi. Una premessa fondamentale per eseguire una qualsiasi operazione di spostamento o di copia consiste nell’indicare al computer qual è l’elemento su cui si vuole agire; questo avviene mediante la selezione, cioè con un clic sull’icona che lo identifica. Per eliminare la selezione basta fare clic nell’area vuota della finestra. La selezione può essere fatta per un singolo elemento oppure per gruppi di elementi, adiacenti e non adiacenti.

Per selezionare file/cartelle adiacenti fare clic sul primo elemento da selezionare e, tenendo premuto il tasto Shift, fare clic sull’ultimo elemento del gruppo. Oppure puntare su un vertice e, tenendo premuto il pulsante sinistro del mouse, trascinare in modo da selezionare il gruppo di elementi.

Per selezionare file/cartelle non adiacenti fare clic sul primo elemento da selezionare e, tenendo premuto il tasto Ctrl, fare clic sugli altri elementi che devono far parte del gruppo.

Duplicare file e cartelle significa copiarli, con lo stesso nome e contenuto, in una nuova posizione, cartella e/o unità di memoria. Spostare file e cartelle significa rimuovere gli elementi da una cartella o da unità di memoria per collocarli in un’altra posizione.

2.2.4.2 Duplicare file, cartelle tra cartelle e tra unità

Per duplicare file e cartelle Windows offre modalità operative diverse (pulsanti, opzioni da menu, combinazioni di tasti o tecnica drag-and-drop): a voi la scelta!

COPIARE FILE E CARTELLE ALL’INTERNO DEL DISCO FISSO (PROCEDURA)

1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e selezionare gli elementi da copiare.

2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante Organizza della cartella di origine e nel menu

scegliere l’opzione Copia . 3. Nel Riquadro di spostamento raggiungere la

cartella di destinazione e aprirla.

4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di

destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .

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COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO FISSO A DISCO RIMOVIBILE (PROCEDURA)

1. Collegare la chiavetta alla porta USB. 2. Nella finestra Computer aprire la

cartella di origine e selezionare gli elementi da copiare.

3. Fare clic con il tasto destro del mouse sui file da copiare.

4. Nel menu contestuale associato scegliere la voce Invia a e poi fare clic sull’unità di destinazione KINGSTONE (G:) .

5. Attendere che i file siano copiati, quindi disattivare la chiavetta USB seguendo la corretta procedura di distacco (cliccare nell’Area di notifica della Barra delle applicazioni sull’icona ed eseguire la Rimozione sicura dell’hardware).

COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO RIMOVIBILE, CD/DVD A DISCO FISSO(PROCEDURA)

1. Collegare la chiavetta alla porta USB o inserire Il CD/DVD nel lettore. 2. Nella finestra Computer fare doppio clic sull’icona del drive della periferica

rimovibile (chiavetta oppure CD/DVD). 3. Selezionare gli elementi da copiare. 4. Nel Riquadro di spostamento aprire l’unità di memoria o la cartella di

destinazione. 5. Dal pulsante Organizza scegliere l’opzione Incolla. 6. Attendere che i file siano copiati, quindi dall’Area di notifica disattivare la

chiavetta USB seguendo la corretta procedura di distacco. COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO FISSO A CD/DVD (PROCEDURA)

Se il computer è dotato di masterizzatore si possono copiare file e cartelle su CD o DVD. 1. Inserire nel masterizzatore il CD o DVD su cui eseguire la copia. 2. Aprire la cartella d’origine e selezionare gli elementi da copiare. 3. Sulla Barra dei comandi

fare clic su Masterizza. 4. Inserire il disco nel drive

richiesto. 5. Nella finestra successiva

digitare il nome da assegnare al disco, scegliere come si vogliono masterizzare i dati e proseguire con Avanti.

6. Attendere il completamento dell’operazione, che può richiedere diversi minuti. Al termine sarà eseguita la copia e successivamente verrà mostrato il contenuto del CD.

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PERCORSI ALTERNATIVI

Per copiare file e cartelle, dopo averli selezionati, si può procedere in uno dei seguenti modi:

Da menu Modifica scegliere: - Copia, aprire la cartella di destinazione e poi scegliere Incolla; - Copia nella cartella, nella finestra raggiungere la cartella di destinazione,

selezionarla e fare clic su Copia.

Con il tasto destro del mouse, nel menu contestuale fare clic su Copia, quindi selezionare con il tasto destro del mouse la cartella di destinazione e nel menu fare clic su Incolla.

Premere i tasti Ctrl+C, aprire la cartella di destinazione e premere Ctrl+V.

Nel Riquadro di spostamento espandere la ramificazione fino a individuare la cartella di detsinazione. Utilizzando la modalità drag-and-drop, nel Riquadro di visualizzazione selezionare gli elementi, tenere premuto il tasto sinistro del mouse, tenere premuto il tasto Ctrl, trascinare gli elementi fino a sovrapporsi alla cartella di destinazione, quindi rilasciare il mouse e poi il tasto Ctrl. Per eseguire la stessa operazione tra dischi diversi trascinare gli elementi fino a sovrapporli alla cartella di destinazione.

È possibile usare la tecnica del drag-and-drop utilizzando il tasto destro del mouse. Selezionare con il tasto destro l’elemento desiderato e trascinarlo sulla cartella o unità di destinazione, rilasciare il mouse e, nel menu di scelta rapida che compare, fare clic su Copia qui.

2.2.4.3 Spostare file, cartelle tra cartelle e tra unità

Per spostare file e cartelle Windows offre modalità operative diverse (pulsanti, opzioni da menu, combinazioni di tasti o tecnica drag-and-drop): a voi la scelta! SPOSTARE FILE E CARTELLE ALL’INTERNO DEL DISCO FISSO (PROCEDURA)

1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e selezionare gli elementi da spostare.

2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante Organizza della cartella di origine e nel menu scegliere l’opzione Taglia .

3. Nel Riquadro di spostamento raggiungere la cartella di destinazione e aprirla.

4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .

SPOSTARE FILE E CARTELLE TRA UNITÀ DIVERSE (PROCEDURA)

1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e selezionare gli elementi da spostare.

2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante Organizza della cartella di origine e nel menu scegliere l’opzione Taglia .

3. Nel Riquadro di spostamento, tramite l’opzione Computer, aprire l’unità di memoria di destinazione e la cartella in cui spostare i file.

4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .

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PERCORSI ALTERNATIVI

Per spostare file e cartelle, dopo averli selezionati, si può procedere in uno dei seguenti modi:

Da menu Modifica scegliere: - Taglia, aprire la cartella di destinazione e poi scegliere Incolla; - Sposta nella cartella, nella finestra raggiungere la cartella di destinazione,

selezionarla e fare clic su Sposta.

Con il tasto destro del mouse, nel menu contestuale fare clic su Taglia, quindi selezionare con il tasto destro del mouse la cartella di destinazione e nel menu fare clic su Incolla.

Premere i tasti Ctrl+X, aprire la cartella di destinazione e premere Ctrl+V.

Nel Riquadro di spostamento espandere la ramificazione fino a individuare la cartella di destinazione. Utilizzando la modalità drag-and-drop, nel Riquadro di visualizzazione selezionare gli elementi, tenere premuto il tasto sinistro del mouse, all’interno dello stesso disco trascinare gli elementi nel Riquadro di spostamento fino a sovrapporli sulla cartella di destinazione, quindi rilasciare il mouse. Per eseguire la stessa operazione tra dischi diversi, in fase di trascinamento, premere in contemporanea il tasto Shift, quindi rilasciare il mouse e poi lo Shift.

È possibile usare la tecnica del drag-and-drop utilizzando il tasto destro del mouse. Selezionare con il tasto destro l’elemento desiderato e trascinarlo sulla cartella o unità di destinazione, rilasciare il mouse e, nel menu di scelta rapida che compare, fare clic su Sposta qui.

2.2.5 Eliminare, ripristinare

Eliminare un file o una cartella da disco fisso significa collocare l’elemento in un’area del disco denominata Cestino. Ripristinare un file o una cartella dal Cestino significa riportare l’elemento nella posizione di origine. I file eliminati da un disco rimovibile vengono eliminati definitivamente e non si possono più recuperare.

2.2.5.1 Eliminare file, cartelle collocandoli nel cestino

Non tutti i file devono essere conservati. Quando un file o una cartella non sono più necessari, è possibile rimuoverli dal disco rigido del computer per recuperare spazio e impedire che rimangano presenti oggetti inutilizzati. L’eliminazione è un’operazione semplice, ma va sempre eseguita con attenzione.

PROCEDURA

Da Computer raggiungere e selezionare l’elemento da eliminare, quindi procedere in uno dei seguenti modi:

fare clic con il tasto destro del mouse e nel menu rapido scegliere Elimina, quindi confermare facendo clic su Sì;

da tastiera premere Canc e fare clic su Sì;

da Barra dei comandi fare cli su Organizza, scegliere Elimina e poi fare clic su Sì;

da menu File scegliere Elimina e confermare facendo clic su Sì;

con la tecnica del drag-and-drop, trascinare l’elemento sovrapponendolo al Cestino (non viene richieste conferma ulteriore).

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2.2.5.2 Ripristinare file, cartelle presenti nel cestino

Per ripristinare i file e le cartelle riposti nel Cestino fare doppio clic sulla relativa icona nel desktop, oppure fare clic con il tasto destro del mouse e selezionare Apri.

Per ripristinare un file o una cartella, selezionare l’elemento all’interno del cestino e procedere in uno dei segeunti modi: - da menu File scegliere Ripristina; - nella Barra dei comandi fare clic su

Ripristina elemento; - da menu rapido attivato sull’elemento

scegliere Ripristina.

Per ripristinare un file o una cartella diversa da quella di origine, selezionare l’elemento con il tasto destro del mouse e fare clic su Taglia, aprire la cartella di destinazione, fare clic con il tasto destro nell’area della finestra, quindi fare clic su Incolla.

2.2.5.3 Svuotare il cestino

È possibile eliminare definitivamente il contenuto del Cestino. PROCEDURA

Fare doppio clic sulla relativa icona del desktop, oppure fare clic con il tasto destro del mouse e scegliere Apri, quindi:

per eliminare definitivamente un file selezionarlo e premere Canc, quindi confermare con Sì;

in alternativa si può eliminare un file dal Cestino, facendo clic sul menu File o sul pulsante Organizza o, ancora, da menu rapido scegliere Elimina;

per eliminare definitivamente il contenuto del Cestino, nella Barra dei comandi fare su Svuota cestino e confermare con Sì;

per eliminare definitivamente il contenuto del Cestino, nella Barra dei comandi fare clic sul menu File Svuota cestino e confermare con Sì.

Un modo rapido per svuotare il cestino senza aprirlo consiste nel fare clic sulla sua icona con il tasto destro del mouse, scegliere Svuota cestino dal menu di scelta rapida associato e confermare con Sì.

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2.2.6 Ricerca

Windows raccoglie informazioni sui file memorizzati nel computer per poter eseguire ricerche precise e veloci, le quali vengono archiviate nell’indice (insieme di informazioni dettagliate sui file); periodicamente Windows aggiorna i suddetti indici per inserirvi i nuovi elementi archiviati. Nei percorsi indicizzati vengono incluse tutte le cartelle predefinite, come ad esempio Documenti, Immagini, Musica, Desktop, Ricerche e altri percorsi comuni, i file di posta elettronica e i file non in linea. Se in genere si archiviano i file in altri percorsi, è possibile aggiungerli a quelli indicizzati.

2.2.6.1 Utilizzare il comando di ricerca per trovare un file, cartella

Talvolta accade di non ricordare più in quale cartella sia stato salvato un file oppure quale sia il suo nome: Windows contiene una funzione di ricerca che può aiutare a trovare l’elemento desiderato. Per eseguire la ricerca di file e cartelle, Windows utilizza il testo digitato nell’apposita casella e procede, se non diversamente specificato, in percorsi indicizzati, confrontando il testo immesso con:

le parole che costituiscono il nome di ogni elemento archiviato;

le proprietà di ogni elemento memorizzato;

i contenuti di documenti basati su testo. Diversamente le ricerche al di fuori dell’indice troveranno i file solo per nome. La ricerca può essere avviata in diversi modi, in base alle conoscenze che si hanno sul file e sulla sua allocazione in un’unità disco.

Utilizzando la casella Cerca programmi e file, attivabile da menu Start, per trovare programmi, oppure file presenti nei percorsi indicizzati, nei messaggi di posta elettronica e negli indirizzi delle pagine web memorizzati nella cronologia del browser. Per avviare questa modalità di ricerca fare clic su Start e nella casella Cerca programmi e file digitare il nome del file o della cartella: durante la digitazione del testo, nel menu Start verranno visualizzati gli elementi che corrispondono al testo digitato; per iniziare una nuova ricerca fare clic sul pulsante Cancella e inserire il nuovo termine

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Mediante la casella Cerca presente in ogni finestra di unità o cartella, per eseguire la ricerca all’interno dell’unita o della cartella aperta; la ricerca sarà eseguita nella cartella corrente e in tutte le sue sottocartelle.

Utilizzando la cartella Ricerche, raggiungibile da Start facendo clic sul link che conduce alla cartella personale, quando non si ricorda dove è stato memorizzato un file o una cartella e si desidera che la ricerca sia eseguita su più cartelle, sempre nei percorsi indicizzati. Dopo aver fatto clic su tale cartella, digitare il testo desiderato nella casella Cerca.

2.2.6.2 Cercare file per nome completo o parziale, per contenuto

Se si conosce il nome del file o della cartella da trovare (o almeno una sua parte), oppure si ricorda il suo contenuto, si può procedere come di seguito indicato. CERCARE UN FILE PER NOME COMPLETO (PROCEDURA)

1. Aprire l’unità o la cartella in cui

eseguire la ricerca e nella casella Cerca digitare il nome dell’elemento da trovare.

2. In fase di digitazione la visualizzazione corrente verrà filtrata in base al testo digitato: il Riquadro di visualizzazione mostrerà il risultato della ricerca eseguita e il Riquadro dettagli il numero di elementi trovati.

Nella ricerca di un singolo specifico file occorre digitare il nome del file con la sua estensione, per evitare di evidenziare anche altri file con lo stesso nome ma con estensione differente. Può accadere che il risultato della ricerca includa elementi che non contengono nel nome la parola digitata, ciò significa che essa è presente nel loro contenuto o nelle loro proprietà.

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Per limitare la ricerca agli elementi che contengono la parola digitata solo nel nome, seguire la procedura indicata.

1. Aprire l’unità o la cartella in cui

eseguire la ricerca. 2. Nella casella Cerca digitare

Nome:testo da cercare oppure “testo da cercare”: il Riquadro di visualizzazione mostrerà esclusivamente file o cartelle che riportano nel nome la parola così come digitata e nel Riquadro dettagli è possibile leggere il numero di elementi trovati. Dopo i due punti (:) proseguire senza spazi intermedi.

CERCARE UN FILE PER NOME PARZIALE (PROCEDURA)

1. Aprire l’unità o la cartella in cui eseguire la ricerca. 2. Nella casella Cerca digitare la porzione di nome del file o della cartella da

trovare:l’elenco così ottenuto includerà un maggior numero di elementi, perché Windows reperirà tutti i file o le cartelle che includono nelle loro proprietà o nel contenuto la parte di testo digitata.

2.2.6.3 Cercare file per data di modifica, data di creazione, dimensioni

È possibile affinare la ricerca utilizzando criteri avanzati che, grazie a specifiche opzioni, consentono di circoscrivere la ricerca alla data di creazione o modifica del file, al tipo di file, all’autore.

PROCEDURA

1. Aprire la finestra in cui si vuole effettuare la ricerca e nella casella Cerca digitare il nome da trovare, ad esempio “ecdl”.

2. Digitando nella casella il testo da cercare, contestualmente Windows 7 offre la possibilità di aggiungere un ulteriore filtro per Autori, Tipo, Ultima modifica.

3. Facendo clic su una delle tre possibilità di filtraggio, dal menu a discesa è possibile selezionare una delle opzioni proposte. La ricerca viene effettuata automaticamente non appena effettuata la selezione.

2.2.6.4 Cercare file mediante caratteri jolly: tipo di file, primo carattere del

nome del file

Quando si ricorda il tipo di file da ricercare è possibile indicarlo nell’apposita casella Cerca presente in ogni finestra di Windows 7.

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Tuttavia, per individuare tutti i file di una specifica tipologia che hanno la medesima estensione si può ricorrere all’uso dei caratteri jolly * o ?. Per esempio:

impostando la ricerca con il nome ec*, il programma restituisce tutti i file e le cartelle il cui nome inizia con le lettere ec, indipendentemente dall’estensione e dalla tipologia;

impostando la ricerca con il nome ?ec, il programma restituisce tutti i file e le cartelle il cui nome inizia con una qualsiasi lettera seguita da ec, indipendentemente dall’estensione e dalla tipologia;

impostando la ricerca con il nome *.docx, il programma restituisce l’elenco di tutti i file creati con il programma Word 2007.

Il risultato di una ricerca può produrre un lungo elenco di file e cartelle, che può essere ordinato e visualizzato nella relativa finestra con gli strumenti a disposizione: facendo clic sulle intestazioni di colonna è possibile ordinare e raggruppare gli oggetti in modo diverso.

2.2.6.5 Visualizzare un elenco di file usati di recente

PROCEDURA

Aprire il menu di avvio dal pulsante Start e fare clic sul link che conduce alla cartella personale. 1. Nella finestra relativa al proprio profilo personale fare clic su

Risorse recenti, per accedere alla visualizzazione dei collegamenti a file aperti di recente.

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2.3 UTILITÀ

2.3.1 Compressione dei file

2.3.1.1 Comprendere il significato di compressione di file

La compressione dei file è una tecnica preposta alla riduzione del numero di byte necessari per memorizzare un’informazione. Generalmente si applica ai file per ridurne le dimensioni. Le tecniche di compressione si dividono in due grandi categorie:

LOSSY Comprimono i dati con un processo che comporta una percentuale di perdita della qualità. Decomprimendo un file così compresso, la copia ottenuta sarà peggiore dell’originale, ma in genere abbastanza simile da non comportare sostanziale perdita di informazione. Ciò è possibile perché questi metodi di compressione tendono a scartare le informazioni inutili, archiviando solo quelle essenziali: per esempio comprimendo un brano secondo la codifica dell’MP3 non sono memorizzati i suoni non udibili, consentendo di ridurre le dimensioni dei file senza compromettere in modo significativo la qualità dell’informazione.

LOSSLESS Comprimono i dati attraverso un processo che non comporta perdita d’informazione, consentendo quindi di recuperare tutta l’informazione, ricostruendo esattamente i dati originali partendo dai dati compressi. Un esempio di questo tipo di compressione è dato da tutti i tipi di formati ZIP ed i formati RAR.

Per le immagini fotografiche di solito non si usano algoritmi di compressione in quanto il file compresso potrebbe essere, addirittura, più grande dell’originale. Windows al suo interno comprende le funzioni per eseguire due tipi di compressione: - compressione di un’unità NTFS ( ad esempio hard-disk) - compressione delle cartelle.

Attraverso la compressione è possibile ridurre la dimensione di file, cartelle e programmi e pertanto lo spazio su disco che questi occupano nelle unità o nelle periferiche con archivi removibili. La compressione dell’unità riduce lo spazio su disco utilizzato da tutti i file e le cartelle memorizzate in quell’unità.

Allegare ai messaggi di posta elettronica file di grosse dimensioni può rallentare o compromettere le operazioni di invio/ricezione dell’e-mail; inoltre può accadere di dover copiare su un supporto di memoria esterna (chiavetta USB) dei file e scoprire che non c’è spazio a sufficienza. In questi casi è necessario comprimere i dati. Si tratta di software che , utilizzando particolari algoritmi, eliminano dati ridondanti, spazi inutilizzati e memorizzano le informazioni in modo più sintetico. Quando si comprimono file e/o cartelle, il programma automaticamente genera una nuova cartella destinata all’archiviazione di una copia degli elementi originali in formato compresso. Tale cartella compressa viene definita anche con il termine file zip, espressione derivata dal formato di compressione .zip.

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PER SAPERNE DI PIÙ

La compressione NTFS, disponibile solo se l’unità è formattata con il File System NTFS, è possibile: comprimere singoli file o cartelle, nonché intere unità di memorizzazione; comprimere una cartella senza comprimerne il contenuto; utilizzare file compressi NTFS senza bisogno di decomprimerli; visualizzare con un altro colore i nomi dei file e delle cartelle compresse NTFS

per facilitarne l’identificazione.

Quando si utilizzano file compressi NTFS potrebbe verificarsi un calo delle prestazioni. Infatti, per utilizzare un file compresso, Windows preliminarmente lo decomprime e, alla sua chiusura, lo ricomprime. Per file di grandi dimensioni, queste procedure di decompressione e ricompressione, del tutto trasparenti per l’utente, potrebbero comportare una certa riduzione delle prestazioni del computer.

Per comprimere un’unità formattata NTFS, ad esempio un hard disk, è necessario essere connessi come amministratore. Si fa clic sul pulsante Start e si apre la cartella Computer, che mostra tutte le unità di memorizzazione accessibili da parte del sistema operativo.

Con il pulsante destro del mouse si fa clic sull’unità da comprimere, ad esempio il disco Storage (D:), e dal menu contestuale si sceglie l’opzione Proprietà.

Nella scheda chiamata Generale è riportato il File System, che deve essere NTFS. In tale scheda si seleziona la casella Comprimi unità per risparmiare spazio su disco e si conferma ciccando sul tasto OK. Viene visualizzata la finestra Conferma cambiamenti attribuiti, in cui specificare fino a quale livello applicare la compressione; si conferma tramite OK.

Quindi ha inizio la compressione, che può durare anche parecchio tempo, in base alla dimensione del disco.

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2.3.1.2 Comprimere file in una cartella di una unità

Windows supporta la compressione dei file con la funzione Cartella compressa, rappresentata da un’icona chiusa da una zip. Il comando è disponibile da File e da menu rapido (tasto destro del mouse) attivato sulla cartella o sul file da comprimere.

PROCEDURA

1. Fare clic con il tasto destro del mouse sul file desiderato.

2. Selezionare il comando Invia a e successivamente Cartella compressa.

3. Windows crea nella stessa cartella in cui si trova il file di origine una cartella compressa con il nome dell’oggetto selezionato e con estensione .zip.

4. Premere Invio per confermare.

Con le stesse modalità è possibile comprimere una cartella o più file dopo averli selezionati: in quest’ultimo caso alla cartella compressa verrà attribuito il nome del primo file della selezione. Per posizionare l’archivio compresso in un’unità o cartella diversa rispetto a quella in cui si trova il file originale, è possibile:

dopo averla creata, utilizzare i comandi Taglia e Incolla per spostarla in un altro percorso di archiviazione;

prima di crearla, attivare la finestra Computer, aprire l’unità o la cartella in cui si desidera archiviare quella compressa, creare la cartella compressa (File Nuovo Cartella compressa) assegnandole il nome desiderato, poi selezionare i file da comprimere e trascinarli sull’icona della cartella compressa (oppure inserirli utilizzando i comdi Copia e Incolla).

2.3.1.3 Estrarre file compressi da un archivio su una unità

Nella fase di decompressione di un archivio zippato l’utente può scegliere se estrarre il contenuto nella medesima cartella o unità, oppure archviarlo in un percorso diverso. Durante la procedura di decompressione il programma crea una nuova cartella, con lo stesso nome e contenuto dell’archivio zio, in cui riporta le informazioni allo stato iniziale.

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PROCEDURA

Per estrarre uno o alcuni file da una cartella compressa, fare clic per aprirla, poi col metodo drag-and-drop trascinare in una nuova posizione i file interessati, oppure utilizzare i comandi Copia e Incolla.

Per estrarre tutti i file da una cartella compressa,

nell’esempio ECDL-mod2.zip, procedere come segue: 1. fare clic su di essa con il tasto destro del mouse

e dal menu di scelta rapida selezionare Estrai tutto...;

2. nella finestra Estrazione cartelle compresse viene proposto il percorso di archiviazione;

3. per modificare il percorso di archiviazione fare clic su Sfoglia e nella finestra Selezionare una destinazione scegliere la cartella di destinazione;

4. se si desidera creare un’ulteriore cartella in cui inserire i file estratti fare clic su Crea nuova cartella, assegnare il nome (in questo caso ECDL), confermare con Invio, quindi fare clic su OK;

5. fare clic su Estrai. PERCORSI ALTERNATIVI

All’interno della finestra Computer è possibile comprimere e decomprimere file o cartelle anche da menu File, operando nel Riquadro di visualizzazione.

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Per comprimere un elemento: 1. selezionare il file o la cartella su cui operare; 2. da menu File scegliere Invia a e poi Cartella compressa. Per decomprimere un elemento: 1. selezionare la cartella interessata; 2. da menu File scegliere Estrai tutto. Per decomprimere solo alcuni file contenuti in una cartella compressa: 1. selezionare la cartella interessata; 2. da menu File scegliere Apri o Esplora; 3. selezionare gli elementi da decomprimere e da menu Modifica fare clic su

Copia; 4. raggiungere l’unità o la cartella in cui si desidera archiviarli e da menu

Modifica fare clic su Incolla.

2.3.2 Antivirus

2.3.2.1 Sapere cosa è un virus e quali sono le modalità con cui un virus può essere trasmesso ad un computer

Un virus informatico è un software scritto e progettato affinché, nel diffondersi da un sistema informatico a un altro, provochi alterazioni nel funzionamento del computer senza il consenso o la consapevolezza dell’utente, oppure determini la perdita di dati o il loro danneggiamento. In effetti, un virus è solo uno dei vari tipi di software contaminanti che costituiscono la più generale categoria del malware (contrazione dei termini malicious = maligno/dannoso e software), che letteralmente si può tradurre in programma dannoso. Alcuni di questi software sono in grado di autoinstallarsi e di attivarsi in esecuzione, altri di replicarsi. Una volta che il virus è penetrato nel computer porta a termine l’azione per cui è stato progettato e l’evento dannoso può verificarsi in modo immediato, a una certa data o all’esecuzione di un comando. In base al modo in cui sono scritti o al modo in cui si diffondono, i virus sono stati classificati in categorie.

Malware

I malware (= software dannoso) sono software così definiti dannosi o maligni il cui scopo è quello di danneggiare, in modo diretto o indiretto e più o meno grave, il sistema informatico dell’utente che li esegue, esponendolo a rischi sia in fatto di violazione della privacy sia di funzionamento del sistema operativo.

File infector virus

I virus di file si annidano in file di programma, per esempio quelli con estensione .exe, .com (e anche .drv, .dll, .bin, .scr, .pif, .vbs, .sys, ...) ed entrano in azione quando questi file vengono lanciati. La maggior parte di questi virus si riattiva quando si avvia il computer. Nel momento in cui si replicano in un altro programma, anch’esso diventa portatore di virus.

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Boot sector virus

Era il virus più diffuso, che si espandeva tramite floppy disk. I virus del settore di avvio si insediano nel cosiddetto settore di avvio dei floppy (traccia zero). Se si utilizza il disco infettato il virus entra in azione, si carica in memoria durante il processo di bootstrap (inizializzazione del sistema) e si duplica sia nell’hard disk sia in tutti i floppy successivamente inseriti nel drive: ogni floppy, se usato su un altro PC, diventa veicolo di diffusione del virus.

Master boot sector virus

I virus del settore principale d’avvio, simili a quelli descritti al punto precedente, si differenziano perché copiano i dati contenuti nel settore di avvio del sistema operativo in una diversa posizione del disco fisso, sostituendosi ad essi.

Multi-partite virus

I virus multipartiti sono fra i più pericolosi, ma anche tra i più complicati da creare e possono infettare sia i settori di avvio dei dischi sia i programmi. Se il virus si elimina dai file infetti, rimanendo però attivo nel settore di boot, esso provvede a reinfettare tali file al riavvio del computer oppure al lancio del programma, e così il virus si replicherà di nuovo, rinnovando l’infezione.

Macro virus

I virus di macro sono contenuti in file di dati al cui interno sono state memorizzate le cosiddette macro, sequenze di istruzioni, scritte con programmi tipo Visual Basic, per automatizzare certe operazioni e destinate ad essere caricate e usate con gli applicativi del pacchetto Office (Word, Excel, PowerPoint, Access) e tutti i programmi compatibili. Questi virus, nascondendosi all’interno di file con estensioni conosciute, si diffondono notevolmente grazie al fatto di risiedere in file non sospetti. Le operazioni eseguibili tramite macro possono produrre la cancellazione e la modifica di file, l’accesso a dati riservati o la produzione di ulteriori virus. Sono più facili da realizzare rispetto ai precedenti e di conseguenza ne esistono moltissimi.

Worm

I worm (vermi) sono virus che possono utilizzare vari strumenti per diffondersi: la posta elettronica, la LAN o Internet. Sono autoeseguibili perciò, infettato il sistema, sono in grado di autoreplicarsi in memoria senza limiti. La tipica azione di un worm è quella di inviare a tutti i contatti registrati nella propria rubrica un messaggio con sé stesso come allegato e pertanto chi lo riceve, conoscendo il mittente, apre l’allegato e viene infettato.

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Trojan horses

I trojan horses (cavalli di Troia) sono virus che si insediano nel computer per rovinare i dati registrati su disco. Trojans è esattamente un modo per definire il veicolo di diffusione di tali programmi, che sono celati all’interno di altri. Per essere eseguiti, e quindi contagiare, hanno bisogno dell’intervento dell’utente: occorre perciò evitare di aprire file di dubbia provenienza.

Backdoor

Attraverso i trojans o i worms è possibile installare backdoor, ossia aprire nel sistema un ingresso segreto, utilizzabile da estranei che possono arrivare a prendere il controllo del computer contagiato. Le backdoor sono nate per consentire una gestione remota da parte dell’amministratore di sistema e permettono di superare le procedure di sicurezza di un sistema informatico, dando la possibilità ad un utente esterno di prendere il controllo del computer senza il consenso del proprietario.

Hoax

Gli hoaxes (= beffa, burla, bufala) sono false segnalazioni di virus, distribuite solitamente con messaggi di posta, che contengono appelli a diffondere l’allarme in Rete e causano in questo modo intasamenti nel traffico dati con notevole riduzione delle prestazioni in Internet.

Spyware

Gli spyware (= software spia) non sono in grado di autoreplicarsi e per installarsi hanno bisogno dell’intervento dell’utente. Vengono creati per carpire informazioni dal sistema su cui sono installati, quali per esempio le abitudini di navigazione dell’utente, le password, le chiavi crittografate. Questi virus ledono la privacy e gli effetti possono essere l’invio all’utente di pubblicità mirata o, nei casi peggiori, l’utilizzo delle password e delle chiavi per sottrarre informazioni o denaro.

DNS Changer

DNS è l’acronimo di Domain Name System ed è un servizio Internet che permette di trasformare il nome del dominio, ad esempio www.itisegato.it, in un indirizzo numerico per permettere ai computer di comunicare tra loro. Se non si specifica il DNS, che viene fornito dal proprio provider, il computer non può collegarsi e navigare in Internet. DNS Changer è una delle ultime minacce per chi naviga in Rete. Si tratta di un malware che modifica le impostazioni di rete dei PC o dei router collegati. Il virus riesce a cambiare le impostazioni del DNS: ogni volta che si digita il nome di un sito Internet sulla barra degli indirizzi del browser, il virus trasforma il nome rimandando a pagine di un sito web manipolato, del tutto simile nell’aspetto a quello originale, creato di proposito per truffe online (phishing), e contenente altri malware o virus capaci di rubare i dati personali degli utenti, quali ad esempio, le credenziali di accesso alla banca online, il numero della carta di credito, etc.

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La trasmissione dei virus avviene quando il computer riceve dati dall’esterno: durante il collegamento a Internet; scaricando programmi o altri file da Internet; aprendo file allegati alle e-mail o contenuti in cartelle condivise o in archivi

ondine; scambiando supporti di memoria, quali chiavette USB, CD, DVD e caricando

programmi o aprendo file in essi contenuti. Il mezzo di diffusione più rapido dei virus è Internet e in particolare la posta elettronica o gli altri servizi di condivisione dei file; si può ridurre il rischio di infezione seguendo delle basilari precauzioni, definite pratiche informatiche sicure: non aprire mai allegati di messaggi provenienti da mittenti sconosciuti ed

essere prudenti nell’aprire file con estensione .exe, .com, .scr, .pif, .vbs o con doppia estensione (ad esempio .jpg.exe);

essere prudenti nell’aprire file per esempio di Microsoft Office 2007 perché i virus di macro possono trasformare tale file in un programma pericoloso;

se in un messaggio di posta elettronica si riceve un invito ad aprire un file è bene accertarsi che non sia un virus;

qualora si abbiano dubbi su un messaggio di posta elettronica, interrompere subito il collegamento ad Internet, cestinare il messaggio con l’allegato sospetto ed eliminarlo;

se durante la navigazione si avvia un download in automatico, interrompere subito il collegamento a Internet e, senza aprirlo, cancellare il file ed eliminarlo anche dal cestino.

PER SAPERNE DI PIÙ

Virus: breve cronistoria I virus informatici hanno una storia ben più vecchia dei moderni calcolatori, su cui hanno cominciato la loro proliferazione in ambito di informatica personale. L'ipotesi che un programma potesse autoreplicarsi, infatti, e non a caso, ha lo stesso padre dell'architettura logica dell'elaboratore elettronico, ovvero il matematico americano di origini ungheresi John Von Neumann (1903-1957). La struttura della macchina binaria formata da

ALU, unità di controllo, memoria e unità di I/O viene concepita nel 1945, l'idea di un programma parassita la segue di pochi anni. Come a dire, una storia legata a filo doppio, quella dell'informatica e dei computer virus... E rientra in ambito prettamente sperimentale il primo esempio che si ricordi di worm mangia-risorse, la cosiddetta "Core Wars". Siamo negli anni '60, e gli ingegneri di Bell Laboratories

si inventano un gioco-sfida di programmazione, in cui i partecipanti si combattono a suon di

programmi autosufficienti con il compito, ricevuto un particolare comando, di replicarsi per occupare le risorse della rete e distruggere i codici avversari. Worm ante-litteram, incapaci di muoversi di propria iniziativa, ma che ben esemplificano le idee guida a cui parecchi anni dopo si ispireranno gli scrittori di malware contemporaneo (malware = codice dannoso). I primi casi di "contagio" Bisogna arrivare agli anni '80 e agli Apple II per vedere la diffusione su slarga scala di un virus

da calcolatore. Il primo virus conosciuto con il vizio della replicazione parassitaria è il mitico Elk Cloner (anno 1982), che infettava il boot sector dei floppy e si caricava in memoria quando l'utente faceva il bootstrap della macchina dal floppy infetto. Questo illustre predecessore era poco più di una vetrina delle infezioni a venire e si limitava a controllare l'accesso al disco e a stampare su schermo, ogni 50 dischetti infetti, un piccolo poema in rima baciata scritto dal suo autore quindicenne. Dopo Apple, fu il tempo di IBM e del suo PC con incluso il Dos Microsoft. L'architettura del

Personal Computer del colosso americano, espandibile e fortemente orientata alla produttività personale è stato il terreno di coltura ideale per la crescita, la diffusione e la differenziazione dei "virus", che hanno avuto il tempo di evolversi e di svilupparsi in generazioni successive. Il primo dei parassiti per IBM e compatibili è Brain (anno 1987), ancora un boot sector virus

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scritto da due fratelli pachistani per proteggere il proprio software dai pirati. Oggi quei due

fratelli hanno un Internet Service Provider in patria, chiamato naturalmente Brain Limited.

La proliferazione Col tempo, i parassiti digitali hanno imparato a diffondersi utilizzando ospiti sempre più disparati e strategie sempre più sofisticate... Dopo i Boot Sector virus sono comparsi i File virus (residenti in memoria o meno), capaci di inoculare copie di se stessi nei file eseguibili,

garantendosi così l'esecuzione al primo avvio dell'ospite già infettato (dapprima aggiungendo codice alla fine del file, poi arrivando addirittura a nascondersi all'interno dello stesso eseguibile, riconoscendo strutture del linguaggio di programmazione da cui il codice macchina derivava); i Master Boot Record Virus, capaci di costringere a modifiche a basso livello della struttura logica del disco per poter essere eliminati con successo; i virus cosiddetti "Polimorfi" (o, nei casi più complessi, "Metamorfi"), in grado, al di là dell'ospite usato per la replicazione, di modificare di volta in volta il codice finale dell'infezione, nel tentativo dei virus writer di

rispondere all'attacco portato dall'industria con la nascita e la diffusione sempre più capillare di software antivirale. Una vera chicca erano i virus Stealth, bacilli residenti in memoria capaci, al controllo

dell'antivirus, di restituire una copia pulita del file infetto, passando così indenni la scansione. Menzione d'onore inoltre per i Multipartite virus, in assoluto i più resistenti e pericolosi, capaci di attaccarsi contemporaneamente a tipi diversi di ospite, e di combinare quindi l'azione infettiva di parti diverse del sistema, inclusi memoria RAM, Master Boot Record, Boot Sector, e

file eseguibili. Qualora una delle parti del sistema veniva lasciata infetta da un controllo poco approfondito, il virus ritornava alla carica ricominciando a riprodursi e, eventualmente, a far danni. A tal proposito, è importante sottolineare come la natura dei virus poteva essere maligna o meno. Il file virus Cascade (scoperto nel 1988, anche conosciuto come 1701, 1704 e BlackJack), ad esempio, si limitava a riprodursi e a far cadere ed ammassare sul fondo dello

schermi i caratteri della videata del Dos. Altri invece, come il famigerato Michelangelo (scoperto nel 1992), virus multipartito da Boot Sector e Master Boot Record, ogni 6 Marzo attivava uno dei suoi due effetti distruttivi e sovrascriveva allegramente, con caratteri estratti a caso dalla memoria di sistema, i primi 17 settori dei primi 256 cilindri del primo disco fisso, rendendo le informazioni ivi presenti, e molto verosimilmente l'intero disco fisso,

irrecuperabili... Alla metà degli anni ’90, con il passaggio da Ms-Dos alla piattaforma ibrida 16/32 bit

Windows'95, la nuova shell a finestre del sistema fece azzardare a qualche profeta poco accorto una previsione rivelatasi poi tristemente sbagliata: visto che il nuovo sistema operativo introduceva un modo totalmente nuovo di gestire memoria, hardware, interfaccia utente e ambiente operativo, si pensò che la maggioranza dei computer virus tradizionali sarebbe morta per inedia, incapaci com'erano di lavorare e sfruttare il nuovo ambiente, che parlava "un linguaggio" a loro totalmente sconosciuto, per continuare le infezioni. E fu così il tempo dei Macro Virus...

I Macro Virus sfruttavano la capacità di software per la produttività personale e aziendale (Word, Excel) di allegare codice eseguibile ai documenti, detto appunto macro. Per loro stessa natura, questi "virus da documenti" sono stati un fenomeno che ha riguardato principalmente sistemi Windows, ed hanno dimostrato, con infezioni pandemiche ancora più preoccupanti di quelle causate dalle generazioni di virus basate su Dos, che nessun sistema operativo sufficientemente diffuso era al sicuro. Riconvertitisi al nuovo ambiente, i virus writer avevano

poi cominciato a scrivere virus tradizionali (file virus, boot sector virus, ...) capaci di attaccare Windows, ma all'orizzonte si profilava già la rivoluzione della Rete delle Reti... Internet e la morte dell'innocenza La diffusione capillare di Internet grazie alle sempre più economiche tariffe delle connessioni in dial-up prima e alle linee ADSL flat poi, ha portato infine alla ribalta un fenomeno antico, risalente, come abbiamo visto, addirittura agli anni 60: oggigiorno, i virus tradizionali sono

praticamente spariti dalla circolazione, soppiantati da una nuova generazione di agenti patogeni distruttivi, nocivi per i file e per la stabilità del sistema, ma soprattutto per la privacy e i dati sensibili (come il numero della carta Visa, ad esempio). I Worm hanno la tendenza generale ad occupare le risorse del sistema e della rete, rallentando il lavoro degli elaboratori e succhiando la banda passante delle connessioni. Aprono backdoor da cui chi li ha scritti può penetrare nel nostro sistema e carpire ogni sorta di dati riservati, rendono il PC uno "zombi" agli ordini di un burattinaio senza volto che può usarlo per portare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service

letteralmente Negazione del servizio distribuito) verso server di importanti player commerciali e

possono essere usati per immagazzinare e poi inviare i nostri dati personali alle aziende che hanno fatto dello spam e della pubblicità indesiderata la loro ragion d'essere. Casi eclatanti come il worm multipartito Melissa, o i recenti Sober.P e Zotob, hanno letteralmente gettato lo scompiglio nelle reti aziendali e in Internet. Anche le strategie di

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introduzione nei sistemi sono diventate più raffinate. Se il mezzo privilegiato dai worm per

penetrare nel sistema resta sempre una e-mail con allegato un file eseguibile che contiene il

codice virale, lo studio costante da parte di hacker, esperti di sicurezza e virus writer estremamente capaci e determinati delle potenziali falle presenti nei sistemi Windows (usati su oltre il 90% dei computer in tutto il mondo), e nella famiglia Windows XP in particolare, fa sì che oggigiorno basti entrare in rete con il sistema operativo non aggiornato con le patch di Microsoft o senza adeguata protezione (firewall, antivirus) per vedersi depositare sul disco il

codice maligno. Nessuna azione richiesta o sito da visitare, basta avere la connessione attiva e in pochi minuti si diventa infetti. Una buona difesa È stato detto mille volte e mille volte ancora non ci stancheremo di ripeterlo: mai uscire in Rete senza avere attivi sul sistema Antivirus e Firewall aggiornati, che controllano in tempo reale "cosa fa cosa" e ci permettono di erigere una prima, fondamentale barriera

difensiva ai nostri dati contro tentativi indebiti di intrusione. Se la prevenzione è in fondo un compito abbastanza agevole da condurre per i software antivirali più diffusi, un prodotto completo e realmente efficace contro i Computer Worm è

anche e soprattutto in grado di combattere il nemico quando questo ha già preso il controllo della macchina. Qualora difese non adeguate o non aggiornate hanno permesso al Netsky di turno di penetrare nel PC, il prodotto utile per contrastare l’infezione esiste. Esistono software antivirus che

permettono un’adeguata protezione contro attacchi di virus attivi.

2.3.2.2 Utilizzare un’applicazione antivirus per controllare unità, cartelle e file

specificati

L’antivirus è un software in grado di preservare il computer da infezioni, rilevare ed eliminare virus informatici. Gli antivirus sono in grado di controllare i file e i programmi archiviati nelle memorie di massa, inclusi gli allegati di posta elettronica. Alcuni programmi includono una utility di protezione e-mail, che sottopone a scansione gli allegati di posta elettronica sia in entrata sia in uscita. Considerato che molti virus si propagano per mezzo di chiavette USB, CD, DVD, unità removibili, prima di aprire file o installare nuovi programmi è bene sottoporre a scansione qualsiasi tipo di supporto o file ricevuto da terzi. In commercio esistono numerosi antivirus, alcuni esclusivamente a pagamento, altri che propongono versioni free. Un limite del software antivirus è dato dal fatto che il virus è rilevato solo quando è già penetrato nel computer ed ha infettato un file o la memoria. Solo dopo il programma cerca di eliminare il virus e, se questo non fosse possibile, il file infetto è messo in quarantena per un suo eventuale recupero futuro o successiva eliminazione. Considerando che l’antivirus da solo non è in grado di garantire la sicurezza del sistema, è necessario ricorrere ad un’ulteriore protezione chiamata firewall (muro di fuoco).

Questi apparati di rete hardware o software, che si frappongono alla rete esterna, filtrano tutti i dati entranti ed uscenti da una rete o da un computer applicando le regole impostate dall’utente per permetterne o negarne il transito.

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PROCEDURA

Di solito gli antivirus, quando vengono installati sul computer, aggiungono delle opzioni al menu rapido che si attiva col tasto destro del mouse. Pertanto, se si vogliono controllare dei file, la procedura più veloce è la seguente: 1. Aprire la cartella che contiene il file o il

gruppo di file che si vogliono sottoporre a controllo antivirus.

2. Fare clic con il tasto destro del mouse sul file da controllare e nel menu rapido selezionare il comando si scansione, nella figura Controlla i file selezionati con Avira.

3. Viene visualizzata una finestra che mostra l’avanzamento delle operazioni e al termine viene fornito un report (riepilogo) del controllo effettuato sul file o gruppo di file.

4. Dopo aver preso visione del report, fare clic su Fine o Close per uscire dal programma.

2.3.2.3 Comprendere per quale motivo è necessario aggiornare regolarmente il software antivirus

Un fattore importante da considerare riguardo ai programmi antivirus è che sono efficaci nella misura in cui il loro database (elenco) di virus conosciuti è aggiornato. Dal momento che nuovi virus vengono creati quotidianamente, è necessario aggiornare regolarmente l’antivirus in modo che il suo database contenga le definizioni dei nuovi virus e possa così riconoscerli come tali e impedire che infettino il PC.

Per scaricare gli aggiornamenti, nell’Area di notifica fare clic con il pulsante destro del mouse sull’icona dell’antivirus e scegliere il comando Aggiorna adesso. Un messaggio informa la conclusione dell’operazione.

È da segnalare comunque che gli antivirus di ultima generazione, anche quelli gratuiti, liberamente scaricabili da Internet, hanno delle procedure automatiche che aggiornano il

database dei virus conosciuti giornalmente dal sito web del produttore. L’utente deve solo configurare l’orario in cui consentire l’aggiornamento.

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La funzione plug-and-play facilita l’installazione e la configurazione di un nuovo componente hardware, evitando conflitti con altri componenti del PC.

2.4 GESTIONE STAMPE

Le operazioni di stampa di Windows iniziano con l’attivazione di una connessione a una stampante. Dopo la connessione è possibile procedere alla stampa dei file, tenere traccia dello stato di avanzamento dei processi di stampa, nonché annullare o riavviare i processi di stampa.

2.4.1 Impostazioni

1.4.1.1 Modificare la stampante predefinita con un’altra contenuta nell’elenco delle stampanti installate

Se si dispone di più stampanti, è necessario impostarne una come predefinita (o di default), che sarà utilizzata in automatico ogni volta che si avvia il processo di stampa. Per cambiare la stampante predefinita, con un’altra installata, procedere come di seguito illustrato. PROCEDURA

1. Fare clic sul pulsante Start e poi scegliere l’opzione Dispositivi e stampanti. 2. Nella finestra che si presenta è possibile procedere in uno dei seguenti modi: fare clic con il tasto destro del mouse

sulla stampante da impostare come predefinita e da menu rapido scegliere Imposta come stampante predefinita;

selezionare la stampante e da menu

File scegliere Imposta come stampante predefinita;

3. Accanto all’icona della stampante comparirà un segno di spunta.

1.4.1.2 Installare una nuova stampante sul computer

Nella maggior parte dei casi, Windows rileva una stampante nel momento in la si collega fisicamente al computer e la installa in automatico. Se ciò non si verificasse l’utente dovrà eseguire l’installazione guidata nella finestra delle stampanti, raggiungibile tramite il percorso Start Dispositivi e stampanti.

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PROCEDURA PER INSTALLAZIONE STAMPANTE LOCALE

1. Collegare la stampante alla porta del PC (USB o parallela LPT) con il cavo in dotazione. In ogni caso seguire le istruzioni del fornitore per l’accensione della stampante.

2. Fare clic sul pulsante Start e poi scegliere l’opzione Dispositivi e stampanti. 3. Nella finestra procedere in uno dei seguenti modi: nel Riquadro di visualizzazione fare clic con il tasto destro del mouse in un

punto vuoto e dal menu rapido scegliere l’opzione Aggiungi stampante; sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Aggiungi stampante; da menu File scegliere Aggiungi stampante.

4. Il primo passaggio

riguarda la scelta del tipo di stampante da installare che può essere locale oppure di rete. Si supponga di dover installare una stampante per uso personale, quindi, nella finestra Aggiungi stampante, occorre fare clic su Aggiungi stampante locale.

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5. Nel secondo passaggio bisogna scegliere la porta dove collegare la stampante, solitamente è la porta LPT1, opzione che è già selezionata, ma nel caso contrario si può scegliere l’altra opzione. Dopo aver scelto fare clic sul pulsante Avanti.

6. Il terzo passaggio

riguarda l’installazione dei driver della stampante; per questo motivo, sono presenti due riquadri, a sinistra sono indicati i produttori della stampante mentre sul lato destro i nomi delle stampanti. A seconda del produttore scelto, nel riquadro di destra, saranno visualizzati i tipi di stampante. Ad esempio si sceglie di installare la stampante Epson modello EPL-N7000 Se la stampante non è in elenco, ad esempio perché più recente del sistema operativo, si può fare clic sul pulsante Disco driver e selezionare il relativo driver da un CD, oppure da un file scaricato dal sito del produttore. Dopo avere effettuato la scelta fare clic sul pulsante Avanti.

7. Nella finestra seguente

è possibile assegnare il nome alla stampante.

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8. Il passo successivo è la richiesta di condivisione della stampante: si può scegliere se effettuare la condivisione con altri utenti della rete oppure se utilizzare la stampante per esclusivo uso personale.

9. Al termine si può scegliere se impostare la stampante come predefinita, spuntando la casella Imposta come stampante predefinita. Inoltre, è presente anche il pulsante Stampa pagina di prova al quale si può ricorre per controllare se l’installazione della stampante sia andata a buon fine. In basso a destra, fare clic sul pulsante Fine per terminare il processo di installazione stampante.

10. Dopo i passaggi descritti, nella finestra Dispositivi e

stampanti compare l’icona della stampante appena installata.

PROCEDURA PER INSTALLAZIONE STAMPANTE DI RETE

In questo caso la stampante è connessa alla rete aziendale e pertanto non è fisicamente collegata al PC. 1. Fare clic sul pulsante

Start e poi scegliere l’opzione Dispositivi e stampanti.

2. Nella finestra procedere

in uno dei seguenti modi: nel Riquadro di

visualizzazione fare clic con il tasto destro del mouse in un punto vuoto e dal menu di scelta rapida attivare l’opzione Aggiungi stampante;

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sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Aggiungi stampante; da menu File scegliere Aggiungi stampante.

3. Il primo passaggio riguarda la scelta del tipo di stampante da installare che può essere locale oppure di rete. Dovendo installare una stampante di rete, nella finestra Aggiungi stampante, occorre fare clic su Aggiungi stampante di rete, wireless o Bluetooth. Dopo aver scelto fare clic sul pulsante Avanti.

4. Nel secondo passaggio

bisogna selezionare la stampante che si vuole installare, scegliendola tra quelle presenti nella rete aziendale di cui fa parte il PC. Ad esempio si sceglie di installare la stampante AL-C2800 (EPSON). Dopo aver scelto fare clic sul pulsante Avanti.

5. Il sistema operativo

avvia il rilevamento della modello del driver e si mette in comunica-zione con la stampante che si deve installare.

Se la stampante è considerata attendibile, fare clic sul pulsante Installa driver.

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6. Nel passo successivo sarà possibile assegnare un nome alla stampante. Dopo aver scelto fare clic sul pulsante Avanti.

7. Il passo successivo è la

richiesta di condivisione della stampante: si può scegliere se effettuare la condivisione con altri utenti della rete oppure se utilizzare la stampante per esclusivo uso personale.

8. Al termine si può scegliere se impostare la stampante come predefinita,

spuntando la casella Imposta come stampante predefinita. Inoltre, è presente anche il pulsante Stampa pagina di prova al quale si può ricorre per controllare se l’installazione della stampante sia andata a buon fine. In basso a destra, fare clic sul pulsante Fine per terminare il processo di installazione stampante.

9. Dopo i passaggi descritti, nella finestra Dispositivi e

stampanti compare l’icona della stampante appena installata.

PROCEDURA PER DISINSTALLAZIONE STAMPANTE

Per disinstallare una stampante, nella finestra Dispositivi e stampanti selezionare l’icona della stampante e procedere in uno dei seguenti modi: fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona della stampante selezionata e

dal menu rapido scegliere l’opzione Rimuovi dispositivo; sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Rimuovi dispositivo da menu File scegliere Rimuovi dispositivo. Confermare facendo clic su Sì.

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2.4.2 Stampare

PER SAPERNE DI PIÙ

Le stampanti vengono suddivise in categorie in base al modo in cui riproducono testo e grafica su carta. Ogni tipo di stampante offre vantaggi diversi.

Stampanti ad aghi Le stampanti ad aghi hanno testine di stampa, generalmente con standard di 9, 18, 24 oppure 36 aghi, mossi da elettromagneti azionati da driver appositi, battono sulla carta attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio. La sequenza dei colpi è generata da un

circuito elettronico per comporre i pixel che costituiscono i caratteri o parte di una immagine. La risoluzione in queste stampanti è misurata in CPI (caratteri per pollice), ovvero il numero di caratteri che potevano essere contenuti in senso

orizzontale in un pollice (2,54 cm). La stampa può avvenire in entrambi i sensi di spostamento della testina, con un aumento della velocità complessiva (stampa

bidirezionale). Alcuni modelli di stampanti ad aghi possono riprodurre il colore, impiegando oltre al nero anche tre bande colorate secondo lo standard CMYK. La tecnologia di stampa a matrice è ancora richiesta in alcuni settori poiché permette di imprimere anche modulistica a più copie. Stampanti a getto d'inchiostro Le stampanti a getto d'inchiostro eseguono la stampa

trasferendo piccoli punti di inchiostro su una pagina per riprodurre testo o grafica. Le stampanti a getto d'inchiostro possono stampare con inchiostro nero o colorato. Nonostante l'esigenza di sostituire periodicamente le cartucce di inchiostro, le stampanti a getto d'inchiostro vengono in genere acquistate

per uso personale poiché possono essere relativamente

economiche. Alcune stampanti a getto d'inchiostro sono in grado di riprodurre grafica dettagliata e immagini di alta qualità. Stampanti laser Le stampanti laser riproducono testo e grafica su carta

utilizzando un toner, costituito da una polvere fine. Le stampanti laser possono stampare con inchiostro nero o colorato, nonostante le stampanti laser a colori siano in genere più costose. Una stampante laser in grado di stampare utilizzando soltanto inchiostro nero viene talvolta definita monocromatica. Le stampanti laser dispongono in genere di cassetti della carta

ad alta capacità e non è pertanto necessario aggiungere carta con la frequenza richiesta per una stampante a getto d'inchiostro. Sono inoltre in grado di stampare più pagine al minuto rispetto alla maggior parte delle stampanti a getto d'inchiostro e possono stampare più pagine per cartuccia. In caso di volumi di stampa elevati, una stampante laser può pertanto offrire un costo per pagina stampata inferiore.

Stampanti multifunzione Le stampanti a getto d'inchiostro o laser che consentono inoltre di inviare fax, fotocopiare o digitalizzare documenti vengono definite stampanti multifunzione. La connessione di un'unica stampante multifunzione al computer può risultare più pratica

della connessione di più dispositivi. Alcune funzionalità di una stampante multifunzione potrebbero inoltre essere utilizzabili

senza accendere il computer.

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Plotter

Il plotter è una periferica specializzata nella stampa di

supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne

tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma). Collegamento al computer Alcune stampanti consentono di stampare senza utilizzare il computer, ad esempio di stampare foto

direttamente dalla scheda di memoria di una fotocamera digitale. Connettendo una stampante al computer è tuttavia possibile stampare documenti,

file, immagini, pagine Web e altro ancora. Quando si aggiunge una stampante, Windows installa automaticamente il software che ne consente l'interazione con il computer. È possibile aggiungere

una stampante utilizzando una connessione cablata o wireless. Stampanti cablate Una stampante cablata è una stampante connessa a un computer utilizzando un cavo e una porta sul computer. La maggior parte delle stampanti utilizza un cavo USB (Universal Serial

Bus). Quando si connette una stampante cablata al computer e si accende la stampante, Windows tenterà automaticamente di eseguirne l'installazione. Se la stampante non viene rilevata da Windows, può essere individuata e aggiunta manualmente. Stampanti wireless

Una stampante wireless è una stampante connessa a un computer utilizzando Bluetooth o qualsiasi altra tecnologia wireless, ad esempio 802.11a, 802.11b o 802.11g.

La tecnologia Bluetooth utilizza trasmissioni radio per consentire la comunicazione tra la stampante e il computer su una distanza ridotta. Per connettere una stampante Bluetooth, è necessario aggiungere una scheda Bluetooth al computer. Le schede Bluetooth vengono collegate per la maggior parte a una porta USB del computer. Quando si collega la scheda e si accende la stampante Bluetooth, Windows tenterà di eseguirne automaticamente l'installazione o richiederà di installarla. Se la stampante non viene rilevata da Windows, può essere individuata e aggiunta manualmente.

Per connettere una stampante con una tecnologia wireless diversa da Bluetooth, il computer e la stampante devono innanzitutto essere connessi a una rete wireless. Se la stampante non dispone di una scheda di rete wireless, per poter connettere la stampante alla rete wireless è necessario aggiungerne una. Per impedire interferenze tra una stampante wireless e il computer, è bene non posizionare telefoni senza fili o altri apparecchi wireless in prossimità della stampante.

2.4.2.1 Stampare un documento a partire da un’applicazione di elaborazione testi

La stampa di un file può essere richiesta direttamente, senza aprirlo, selezionandolo con il tasto destro del mouse e facendo clic su Stampa. In questo modo si avvia il processo di stampa, utilizzando la stampante impostata come predefinita.

Utilizzando i due programmi di elaborazione testi WordPad e Blocco note forniti a corredo del sistema operativo Windows, la stampa viene avviata all’interno dell’omonima finestra scegliendo da menu File il comando Stampa.

Che cos'è DPI? DPI, o punti per pollice, è una misura della risoluzione di una

stampante e determina il livello di

chiarezza e dettaglio dei risultati della stampa rispetto a ciò che viene visualizzato sullo schermo.

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In WordPad l’avvio del processo di stampa può essere richiesto anche dalla Barra degli strumenti, facendo clic sull’icona Stampa.

STAMPARE UN DOCUMENTO DA UN ELABORATORE DI TESTI (PROCEDURA)

1. Avviare l’applicazione per elaborare testi desiderata (Word o altro), aprire il documento che si vuole stampare e da menu File scegliere Stampa.

2. Specificare le impostazioni. Nell’elenco Seleziona stampante,

specificare la stampante con cui realizzare la stampa, se diversa da quella predefinita.

Nella zona Pagine da stampare, scegliere: - Tutte, per stampare l’intero

documento; - Selezione, per stampare la

porzione di testo selezionata prima di aprire la finestra Stampa;

- Pagina corrente, per stampare solo la pagina visualizzata;

- Pagine, per stampare solo quelle indicate.

Nella casella Numero di copie specificare quante copie stampare del documento o delle pagine indicate.

Applicare il segno di spunta su Fascic. se è stata richiesta la stampa di più copie e si desidera che siano fascicolate.

3. Fare clic su Stampa per avviare la procedura.

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CREARE UN FILE DI STAMPA DA UN ELABORATORE DI TESTI (PROCEDURA)

1. Aprire il documento e da menu File

scegliere Stampa. 2. Selezionare il nome della stampante

che verrà utilizzata per la stampa finale, spuntare la casella Stampa su file e fare clic su OK.

3. Digitare il nome del file di output e confermare con OK.

Con questa procedura viene creta un file di stampa (*.prn) il cui nome è preceduto dall’icona generica dei file di Windows, che indica un file non associato ad alcuna applicazione.

2.4.2.2 Visualizzare l’avanzamento di un processo di stampa in coda attraverso un gestore di stampe sul desktop

Tutti i documenti inviati alla stampa vengono memorizzati e accodati nell’ordine in cui vengono ricevuti. Windows invia i dati alla stampante e gestisce la cosiddetta coda di stampa dei documenti con un componente software denominato Spool di stampa. VISUALIZZAZIONE CODA DI STAMPA (PROCEDURA)

Per visualizzare l’elenco dei documenti in coda di stampa sono possibili tre percorsi: Nell’Area di notifica fare doppio clic sull’icona della stampante. Nell’Area di notifica fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona della

stampante e scegliere Apri tutte le stampanti attive; Da Start Dispositivi e stampanti selezionare la stampante interessata e

scegliere l’opzione Visualizza stampa in corso. In ogni caso le procedure su indicate producono l’effetto di aprire la seguente finestra, che riporta per la stampante selezionata tutti i documenti in coda, cioè in attesa di essere stampati.

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2.4.2.3 Interrompere, riavviare, eliminare un processo di stampa attraverso

un gestore di stampe sul desktop

Operando nella medesima finestra dello Spool di stampa, attivata dall’Area di notifica con un doppio clic sull’icona della stampante, per intervenire su uno o più documenti selezionare il file interessato (se i file sono più di uno utilizzare i tasti

Ctrl o Shift con le modalità illustrate in precedenza) e attivare il menu Documento, oppure fare clic con il tasto destro del mouse sugli elementi selezionati.

Nel menu si può scegliere: Sospendi, per interrompere la stampa. Riprendi, per riprendere la stampa dopo averla interrotta (comando alternativo

a Sospendi). Riavvia, per ricominciare la stampa dall’inizio. Annulla, per eliminare il documento dalla coda di stampa, confermando poi la

scelta con Sì. Proprietà, per visualizzare le caratteristiche del documento. In alternativa si può visualizzare il menu Stampante, che permette di attivare delle opzioni che interessano tutti i documenti in fase di elaborazione. Il comando Elimina tutti i documenti permette di annullare la stampa di tutti i documenti presenti nella coda. È anche possibile attivare l’opzione Sospendi stampa, che ha l’effetto di sospendere l’attività della stampante. Tale opzione rimane attiva anche dopo aver spento il computer; pertanto per avviare successivi processi di stampa si dovrà prima disattivare il segno di spunta su tale voce.