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Saperi e Sapori nel Comprensorio Elorino SERVAGRI 045 – Progetto cofinanziato dell’Unione Europea–Programma SEVP CT Italia Tunisia 2007- 2013 COMPRENSORIO ELORO Il territorio del “Comprensorio Eloro” è composto dai comuni di Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini. In termini di superficie, l’area è estesa 766,87 km² e rappresenta circa il 46% dell’intero territorio provinciale e in termini di popolazione circa il 56%. Queste aree sono caratterizzate, soprattutto le zone costiere, da una forte concentrazione di emergenze appartenenti a svariate tipologie - risorse archeologiche, architettoniche e naturalistiche - con una forte vocazione turistica, e da un’agricoltura incentrata su viti, olivi, mandorli, agrumi, e che in alcune zone si è specializzata con la coltivazione in serra.

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Elorino

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COMPRENSORIO ELORO

Il territorio del “Comprensorio Eloro” è composto dai comuni di Avola, Noto, Pachino,

Portopalo di Capo Passero, Rosolini. In termini di superficie, l’area è estesa 766,87 km² e

rappresenta circa il 46% dell’intero territorio provinciale e in termini di popolazione circa il

56%. Queste aree sono caratterizzate, soprattutto le zone costiere, da una forte

concentrazione di emergenze appartenenti a svariate tipologie - risorse archeologiche,

architettoniche e naturalistiche - con una forte vocazione turistica, e da un’agricoltura

incentrata su viti, olivi, mandorli, agrumi, e che in alcune zone si è specializzata con la

coltivazione in serra.

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Tali risorse endogene costituiscono tuttora un potenziale di sviluppo attivabile e tra queste,

assumono rilievo particolare il patrimonio naturale, in particolare con le riserve naturali di

Cava Grande del Cassibile e di Vendicari, le aree protette Isola di Capo Passero, Isola delle

Correnti, le zone umide, archeologiche (gli scavi di Eloro, Noto Antica, la necropoli di

Castelluccio, la Cittadella dei Maccari, ecc.), e artistico-architettoniche (basti pensare al

barocco di Noto,) con ampi margini di valorizzazione.

Il territorio è piuttosto vasto, vari sono gli ambienti ed i paesaggi che s’incontrano nel

percorrerlo. Si va da un ambiente costiero e marino che presenta sempre una rilevante

forza attrattiva per i flussi turistici, a vaste zone interne che presentano ancora un territorio

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in parte intatto; dagli ambienti urbani, vari

per dimensioni e caratteristiche, ai paesaggi

rurali dell’interno, caratterizzati dalla

presenza di vasti altipiani punteggiati da

masserie.

Elementi caratteristici del paesaggio

dell’interno le numerose Grotte (Grotta di

Calafarina) e Cave, profonde ferite degli

altipiani calcarei, spesso di straordinario valore paesaggistico e naturalistico, e con

numerose emergenze archeologiche (Cava Grande del

Cassibile, Cava Paradiso).

Il territorio offre inoltre un patrimonio artistico, culturale-

antropologico, architettonico, archeologico ed eno-

gastronomico di rilievo internazionale che va tutelato,

conservato, valorizzato e soprattutto promosso e fruito ed è

anche dotato di risorse ambientali e culturali di primissimo

piano anche rispetto al panorama siciliano e della provincia di

Siracusa in particolare, tanto che la città di Noto ha ottenuto

per il centro storico il riconoscimento UNESCO di “Patrimonio

dell’Umanità”.

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Sentiero del Ferro Battuto

La lavorazione del ferro comincia intorno al 1400 a.C., da qui in avanti l’uomo scopre la

duttilità di questo metallo e inizia ad utilizzarlo per realizzare utensili che lo aiutano nella vita

di tutti i giorni.

Con il correre del tempo, il ferro trova sempre più

impieghi, dall’utilizzo nei campi e per la caccia

all’ornamento e abbellimento delle abitazioni, il

tutto in ferro battuto, che indica il ferro sbalzato,

martellato e intagliato.

Ancora oggi, nel Comprensorio elorino, queste

lavorazioni sono eseguite dalle mani esperte del

fabbro, che con l’utilizzo del fuoco, del martello e

dell’incudine trasforma il ferro grezzo in opere

d’arte. Il ferro battuto acquista valore nel tempo per la sua caratteristica forma che richiama

un mondo passato: la lavorazione, infatti, pur cambiando alcuni procedimenti, è rimasta

sempre uguale nel tempo.

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Sentiero dei Sapori

La raffinatezza della cucina siracusana era, fin dai tempi del tiranno Dionigi, rinomata in

tutta l’antica Grecia, come testimonia Miteco di Siracusa (IV sec. a.C.) nel suo “Cuciniere

Siciliano”, primo trattato scientifico di gastronomia e dell’arte di servire in tavola nella storia

dell’umanità.

La pasticceria siciliana rappresenta uno degli aspetti più antichi della nostra cultura: ogni

dolce racconta la storia del territorio, le tradizioni e le usanze delle famiglie contadine che

preparavano ricette beneaugurali in occasione di speciali ricorrenze, la certosina manualità

delle monache di clausura, la traccia indelebile della dominazione araba che ha lasciato in

eredità l'uso del pistacchio e della mandorla, della cannella e del miele. La ricchezza dei

dolci siciliani è evidente nei colori, nell'opulenza delle forme, nell'accostamento di

consistenze, nella fantasia, nella completezza dei sapori.

Famosa in tutto il mondo è anche la rinomata Rosticceria del Val di Noto: dagli immancabili

arancini alle tipiche scacce riccamente farcite, è un susseguirsi di stuzzicanti proposte per

tutti i gusti.

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Sentiero della Falegnameria Artistica

Anche se nel mondo occidentale le tecniche della falegnameria moderna, basata

sull’utilizzo di macchine e moderne attrezzature meccaniche, sono maggiormente utilizzate

per la produzione di mobili e infissi di uso comune, nel distretto elorino le tecniche

tradizionali vengono ancora usate, sopravvivendo in alcuni campi specialistici quali, ad

esempio, l'ebanisteria, la produzione di strumenti musicali, il restauro; ed è possibile ancora

trovare falegnami con una ben precisa nicchia di mercato nella costruzione del mobile su

misura; questi artigiani, detti anche "falegname su misura", usano sia utensili manuali sia

piccoli utensili elettrici. È una fascia di mercato che si può definire lo "zoccolo duro" del

mestiere di falegname moderno e che propone, a volte esclusivamente, di lavorare solo

legno vero e massello con colorazioni sempre realizzate a mano e in modo eccellente.

Sentiero del Ricamo

Lo “sfilato siciliano” e il “filet” sono due delle più note manifatture del ricamo isolano. Lo

sfilato siciliano risale alla fine del XIV secolo nella Sicilia orientale, mentre il Filet nasce in

Francia e da lì passando per l’Europa arriva fino in Sicilia.

Fu sotto la dominazione araba che si diffuse l’arte del ricamo, e dello sfilato in particolar

modo, e dai Normanni poi coltivata e incentivata. Il ricamo si diffuse rapidamente in tutta la

Sicilia con lavorazioni di ogni genere, ed è ormai da tempo entrato a far parte del più

pregiato corredo e arredo che si trasmette di generazione in generazione.

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Nel comprensorio elorino l’attitudine al ricamo è stata tramandata fino ai nostri giorni,

insieme alle diverse tecniche di ricamo in bianco.

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Sentiero delle Feste Identitarie Al centro di ogni festa siciliana non c'è il soprannaturale, ma l'uomo. Non come anonima

folla, o astratta umanità. Una singolare cifra espressiva

connota ogni individuo - la fatica, la gioia, la malattia, la

speranza, la paura della morte: quel confuso insieme di

sentimenti ed emozioni con cui ognuno, in modo

esistenzialmente irripetibile, partecipa alla festa. Il barocco

siciliano dona lo scenario ideale a questa religiosità offrendo

emblemi, mascheroni, cupole, mentre la Chiesa ha influenzato

tale religiosità offrendo la propria storia e dimostrando di

saper inglobare riti ed usanze pagani, miti e leggende

antecedenti il Cristianesimo e sapendo eliminare almeno gli

aspetti più deleteri di queste usanze.

Il trasporto personale che colpisce indifferentemente uomini e

donne, costituito da una magnifica commistione di sentimenti

vissuti nella quotidianità di ognuno, che esplodono

globalmente nelle feste popolari, sono segno tangibile e

visibile della fede isolana.

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Sentiero dei Mosaici (Villa del Tellaro)

La villa del Tellàro, è una ricca residenza extraurbana della tarda età imperiale romana, che

si trova nei pressi di Noto.

I resti, rinvenuti a partire dal 1971, si trovano in un fertile comprensorio agricolo, su una

bassa elevazione presso il fiume Tellaro, sotto una masseria sette-ottocentesca. Il 15 marzo

2008, oltre trenta anni dopo gli scavi, la villa del Tellaro è stata finalmente inaugurata e resa

fruibile al pubblico.

Tra i mosaici rinvenuti, la scena del riscatto del corpo di Ettore, il pavimento musivo del

secondo ambiente, che presenta una scena di caccia, con un banchetto all’aria aperta tra

gli alberi ed una figura femminile interpretata come personificazione dell’Africa.

Sulla base dell’evidenza numismatica, i mosaici vennero realizzati dopo la metà del IV

secolo d.C.

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Sentiero dell'Architettura Rupestre

Elementi caratteristici e di elevato rilievo del paesaggio del comprensorio elorino, il

patrimonio rupestre, naturale e non, in particolare con le riserve naturali di Cava Grande del

Cassibile ed i suoi canyon, gli scavi di Eloro, Noto Antica, la necropoli di Castelluccio, la

Cittadella dei Maccari, ecc.), le numerose Grotte (Grotta di Calafarina) e Cave, profonde

ferite degli altipiani calcarei, spesso di straordinario valore paesaggistico e naturalistico, e le

testimonianze artistico-architettoniche come le svariate chiese rupestri, offrono ad oggi ampi

margini di valorizzazione.

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Sentiero delle Ceramiche

Una delle attività artigianali più tipiche e significative della nostra terra è la lavorazione della

ceramica. Fin dalla preistoria e nel corso delle varie dominazioni subite dalla Sicilia,

generazioni di artigiani ed artisti hanno dato vita a nuove forme e colori, dando corpo alla

loro fantasia creativa.

Ciò che caratterizza ancora oggi la ceramica elorina è la decorazione applicata, ricca di

fantasia, estrosa ed elegante, spesso funzionale all'uso domestico. Nelle numerose

botteghe, gli artigiani ceramisti plasmano l'argilla anche per la creazione di eleganti sculture

che rappresentano personaggi e scene della vita quotidiana, dando vita ad oggetti di

incommensurabile bellezza, trasmettendo la propria passione per un'arte antica, efficace

testimone di una cultura millenaria.

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Sentiero dei Carradori Sono ormai rari i maestri (mastri) che mantengono

vivo il carretto siciliano. Alla sua realizzazione

partecipano diversi artigiani, ciascuno col proprio

mestiere. La prima fase è competenza del carradore,

colui che costruisce il carretto e ne intaglia i fregi.

Il carretto siciliano è un mezzo a trazione equina

adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio

siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX

secolo, quando divenne obsoleto a causa della

crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne.

Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato

da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche,

spesso con richiami culturali a scene tratte da opere

liriche e letterarie, oggigiorno è divenuto oggetto

d'arte artigianale, nonché uno dei simboli dell'iconografia folcloristica siciliana.

Il carretto siciliano, sebbene in via di

estinzione, esiste ancora e lo si può

trovare ancora nei centri storici della

Sicilia come attrattiva per turisti,

durante eventi popolari quali sfilate,

esposizioni e feste pubbliche, nelle

cerimonie folcloristiche e, soprattutto,

nelle botteghe degli ultimi artigiani del

carretto.

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Sentiero dei Muri a Secco

Le campagne della provincia di Siracusa e Ragusa offrono un panorama particolare, grazie

alla miriade di muri realizzati rigorosamente a secco, ovvero senza malta, secondo una

tradizione antichissima. La ragione della fitta maglia di muri a secco va ricercata nella

precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri, che dalla prima metà del '500

frazionarono un immenso feudo e che, manualmente, assieme a numerosi contadini ne

delimitarono le nuove proprietà in piccoli e grandi vignali con tali muri a secco. Il muro a

secco è un particolare tipo di muro costruito con pietre di varia forma e dimensione

opportunamente incastrate senza uso di leganti o malte di alcun genere. La campagna

elorina è ricchissima di muretti a secco che, articolandosi sul terreno come una ragnatela, la

rendono di spettacolare bellezza, dando comunque, al tempo stesso, un volto inconfondibile

al territorio ibleo.

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Sentiero della lavorazione delle Erbe Officinali

Per una particolarità geomorfologica dell'altipiano ibleo, vi si sono create delle nicchie

ecologiche in cui si è conservata una grande ricchezza ed una preziosa diversità di vegetali

fra i quali moltissimi hanno proprietà medicinali.

Quelle nicchie sono le "cave" che solcano profondamente l'altopiano in senso centrifugo

verso il mare e che, essendo poco utilizzabili per le colture e la pastorizia, hanno

conservato un cospicuo retaggio di piante e fiori con origini lontane sino all'era terziaria.

Sull'altopiano ibleo, dove più intenso è stato il pascolo che ha fatto scempio di tante piante,

hanno tratto vantaggio quelle aromatiche, particolarmente ricche di essenze odorose che le

rendono sgradite al palato degli animali pascolanti.

Così hanno potuto diffondersi molte piante aromatiche preziose sia in campo alimentare

che terapeutico, come il Timo, la Salvia, il Rosmarino e la Nepitella.

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Sentiero dell'Intreccio

Fra le attività artigianali tipiche possiamo annoverare quella degli intrecciatori o cestai.

Era un lavoro abbastanza diffuso in tutta la Sicilia, dove, specie in occasione delle feste

locali, i cestai invadevano i centri della regione con i loro prodotti tipici: canestri, cestini

rotondi ed ovali di vimini, ceste in ulivo, ecc.

Questi prodotti artigianali, venivano e vengono usati ancora non solo nelle campagne,

durante tutto l'anno, dove maturano i frutti e gli agrumi, ma sono anche utili nelle case, nei

laboratori, per raccogliere la biancheria, la legna per il camino o per contenere il pane ed il

formaggio. Si tratta di oggetti che sono utili e anche molto belli da vedere, con i loro intrecci

che sembrano ricami.

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Sentiero della Tessitura

La tessitura in Sicilia è stata introdotta dai Greci, in seguito con la dominazione araba fu

introdotto il baco da seta ed il cotone.

Durante la dominazione dei normanni erano attivi setifici che producevano manufatti pregiati

a carattere commerciale.

Verso la fine del XIII secolo cominciarono a svilupparsi i laboratori di produzione della lana

e della tessitura della tela.

Oggi è possibile visionare questi attrezzi soltanto nei musei, ma vi sono diverse

associazioni nate grazie a chi è riuscito a salvare queste arti antiche, come un luogo di

approfondimento dell’arte della tessitura e delle tecniche di lavorazione della canapa e del

lino, per divulgare il sapere tecnico e manuale delle donne. Il telaio è diventato un bene

culturale, protagonista dell’esposizione e simbolo della vita contadina negli Iblei.

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Sentiero dell'Intaglio e degli Scalpellini

Nel passato, il mestiere dello scalpellino è stato spesso sottovalutato: "Scultore senza arte",

operaio di cava che taglia la pietra e la lavora con le punte e lo scalpello per costruire opere

in serie. Lo scalpellino, in verità, non sa fare solo questo, e le numerose piazze, palazzi e

monumenti ne sono la testimonianza. Quando lo scalpellino si dedica a lavori artistici che

non siano solo di sagomatura, mostra di aver acquisito l'arte; allora i suoi nuovi lavori

saranno pozzi e fontane, colonne e pilastri, mensole, archi, emblemi di famiglia, muri a

faccia vista, ecc., dove ogni pietra posata raccoglie l'arte della sagomatura.

Il patrimonio architettonico di Noto non potrebbe esistere senza l’immenso lavoro e la

maestria dello scalpellino, che qui ha una tradizione antichissima.

Negli ultimi anni, il i Comuni del territorio hanno parecchia attenzione a questo tipo di

lavorazione artistica ed hanno cercato di incentivare i giovani a fare proprie le conoscenze

degli ultimi scalpellini ancora in vita affinché tramandassero il proprio prezioso patrimonio di

conoscenze, tecniche e usi alle generazioni future.

Gli Scalpellini del Comune di Noto fanno parte del REI – Registro delle Eredita Immateriali

della Regione Siciliana, Numero di registro 17, libro "Tesori umani viventi”.

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Sentiero della Bottarga di Tonno

La bottarga è un alimento costituito dalle gonadi del tonno rosso, le cui uova vengono salate

ed essiccate con procedimenti tradizionali. Nel comprensorio elorino gli stabilimenti in cui è

prodotta si trovano a Marzamemi e Portopalo di Capo Passero.

L'origine del prodotto sembra essere stata fenicia, ma il termine deriva dall'arabo batārikh

طارخ) ."ossia "uova di pesce salate (ب

Tradizionalmente costituiva il pasto dei pescatori che trascorrevano la giornata in mare; in

tempi recenti, la Regione Siciliana ne ha regolamentato la produzione e si ha l’abitudine di

consumarla come antipasto, in insalata o come condimento per la pasta, grattugiata come

si fa con il parmigiano: l'abitudine si è poi estesa a tutta l'Italia tirrenica, soprattutto sugli

spaghetti, dando vita alla ricetta degli spaghetti alla bottarga.

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Sentiero della Mattanza, (Pesca e Lavorazione) del Tonno

La mattanza è un antico, tradizionale metodo di pesca del tonno rosso, sviluppato nelle

tonnare. Le carni del tonno pescato nella mattanza sono più gustose e pregiate perché si

tratta di esemplari oltre i 100 kg, e si esportano molto sui mercati giapponesi che ne

richiedono in grande quantità per consumarlo prevalentemente crudo, spesso con le gonadi

del pesce.

Questo tipo di pesca non è più praticato nel territorio elorino e, in generale, va quasi

scomparendo a causa della diminuzione della popolazione ittica dei tonni e per

l'inquinamento crescente del mare, ma soprattutto a causa della pesca di tipo industriale

per lo più effettuata da vere e proprie fortezze mobili marine giapponesi, che intercettano i

banchi di tonni molto prima che questi si avvicinino alle zone costiere: si tratta delle

cosiddette tonnare volanti che continuano a depauperare il Mediterraneo, causandovi

l’estinzione della specie.

Il tonno lavorato localmente viene pescato nel Mar Jonio e Mediterraneo, esclusivamente

all'amo: ciò ne aumenta il pregio delle sue carni ed il sapore ineguagliabile ed è ancora oggi

lavorato a mano nel rispetto delle più antiche tradizioni artigiane. Dal tonno si ricava una

grande varietà di prodotti: la pregiatissima Bottarga, la Ventresca, parte più pregiata e

morbida del tonno, il Tarantello, ottenuto dalla parte centrale più muscolosa, il Filetto e la

Buzzonaglia, parte più scura in piccoli pezzi, molto apprezzata dagli intenditori del gusto.