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Complementi di Fisica 1: Riassunto delle puntate precedenti Principi di Meccanica Quantistica L’equazione di Schroedinger applicata allo studio dell’Atomo di H

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  • Complementi di Fisica 1:

    Riassunto delle puntate

    precedenti

    Principi di Meccanica Quantistica

    L’equazione di Schroedinger applicata

    allo studio dell’Atomo di H

  • Complementi di Fisica 1:

    LA LEZIONE DI OGGI La scorsa lezione avete visto come sia

    possibile risolvere l’equazione di

    Schroedinger applicata allo studio

    dell’atomo a un elettrone : L’atomo di H

    Avete ricavato autovettori e autovalori

    Oggi vedremo come si puo’ migliorare

    questa soluzione, cosa succede quando

    l’atomo si mette in presenza di un campo

    esterno e come si possono studiare gli

    atomi a piu’ elettroni

  • L’Atomo di H

    Data l’equazione per l’atomo di H

    Si trova che:

    n=1,2,3…

    l=0,1,2…(n-1)

    ml=-l, -l+1,..,+l

  • L’Atomo di H

    n specifica l’energia, determina i valori di l e determina la

    degenerazione (n2) ovvero il numero totale degli orbitali

    con la stessa energia e fornisce il numero di nodi

    angolari e radiali (n-1)

    l specifica il momento angolare

    e determina il numero degli orbitali con dato (n, l) (2l+1)

    ml specifica la componente del momento angolare

    orbitale

    e , dati (n,l) specifica un dato orbitale

    L l l 1 h

    Lz mlh

  • Spettro Atomo

    di H

  • L’Atomo di H

    Al variare di n En assume vari valori che,

    guarda caso , sono proprio i valori previsti

    dal modello di Bohr

    Come si fa a verificare la veridicita’ della

    teoria? Eccitando l’atomo in qualche modo

    e misurando l’energia delle righe emesse

    o assorbite

    In realta’ si misurano righe che non sono

    previste dalla teoria…ci deve essere

    qualcosa trascurato dalla teoria

  • Una premessa: il momento di

    dipolo magnetico orbitale Un carica che ruota in un loop genera una corrente

    Cui e’ associato un momento di dipolo magnetico

    orbitale

    dove

    Tenendo conto delle direzioni:

    Noti autovalori e autovettori:

    ie

    T

    ev

    2 r

    l iAevr

    2

    eL

    2m

    l

    L

    e

    2mcos t

    gl B

    h B

    eh

    2mgL 1

    l

    gl B

    h L

    l gl B l l 1

    lzgl Bml

  • l iAevr

    2

    eL

    2m

    l

    L

    e

    2mcos t

    gl B

    h

  • Momento di dipolo magnetico in

    campo B In un campo magnetico un momento di dipolo magnetico

    esperimenta un momento torcente

    che tendera’ ad allineare il dipolo con i campi

    e che e’ associato ad una energia potenziale di orientazione

    l B

    E l B

  • Momento di dipolo magnetico in

    campo B In assenza dell’energia necessaria affinche’ il

    momento si possa allineare al campo B il

    momento di dipolo magnetico fa un moto di

    precessione con frequenza angolare

    gL B

    h B

  • Momento di dipolo magnetico in

    campo B costante

  • Momento di dipolo magnetico in

    campo B non costante Se il campo e’ costante uniforme nello spazio

    non c’e’ Forza Traslazionale sul momento

    magnetico di dipolo ma se il campo non e’

    uniforme si ha una forza traslazionale media che

    agisce nella direzione in cui il campo e’ piu’

    intenso

    FzBz

    zlz

  • Momento di dipolo magnetico in

    campo B non costante

  • Esperimento di Stern-Gerlach

    Va

    1922 usando vapori di Ag FzBz

    zlz

  • Stern e Gerlach misurarono 2 spot mentre

    si aspettavano un numero dispari di spot

    dato che lz assume (2l+1)

    valori quantizzati

  • Il problema di Stern & Gerlach

    Phipps & Taylor ripetono l’esperimento di

    Stern-Gerlach usando atomi di H trovando

    sempre 2 spots

    Come mai?

    Idea: Nella teoria manca

    qualcosa….

    LO SPIN

  • LO SPIN

    IPOTESI: L’elettrone ha un momento di dipolo

    magnetico s dovuto ad un MOMENTO

    ANGOLARE INTRINSECO S detto DI SPIN

    Classicamente si puo’ immaginare che il loop di

    corrente sia dovuta al moto dell’elettrone su se

    stesso

    Analogamente al momento angolare orbitale il

    momento angolare di spin sara’:

    Con componente z

    S S(S 1)h

    Sz mSh

  • Momento di Dipolo Magnetico

    di Spin A tale momento di spin sara’ associato un

    momento di dipolo magnetico di spin:

    Dalle osservazione sperimentali sugli

    atomi di H si trova che ms=+-1/2 e S=1/2

    Dalla misura della distanza tra i due spot

    si ricava una misura:

    Verificando che gs=2

    S

    gS B

    h S

    SzgS B mS

    FzB

    zgS B ms

  • LO SPIN Sebbene lo spin sia un concetto sottile, difficile da

    capireper la mancanza di un corripsondente classico

    produce degli effetti tangibili molto evidenti

    Due esempi:

    1. I numeri quantici che descrivono lo stato sono (n,l, ml,

    ms) in accordo con il principio di esclusione di Pauli (non

    ci possono essere due elettroni con gli stessi numeri

    quantici) lo spin permette di raddoppiare il numero di

    elettroni per ogni stato

    2. L’EFFETTO SPIN- ORBITA responsabile in alcuni casi

    dello splitting di alcuni livelli, prima degeneri, in piu’ livelli

    E’ il caso dei livelli responsabili del colore giallo del Na

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    Il nucleo carico che si muove (nel sistema di riferimento

    fisso sull’elettrone con velocita’ –v da’ luogo ad una

    corrente

    j=-ZeV

    Che per la legge di Ampere corrisponde ad un campo B :

    Che in funzione del campo elettrico B 0

    4

    j r

    r3

    EZe

    4 0

    r

    r3B

    1

    c 2v E

    con c =1

    0 0

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    L’elettrone ed il suo momento di dipolo magnetico di spin

    possono assumere diverse orientazioni rispetto al campo

    magnetic interno dell’atomo.

    Ad ognuna di queste orientazioni corrispondera’ una

    diversa energia potenziale orientazionale:

    E s Bgs B

    h S B

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA Nel sistema di riferimento con il Nucleo a riposo le

    trasformazioni relativistiche dai due sistemi di riferimenti

    (PRECESSIONE DI THOMAS) danno un fattore 2 per

    cui l’Energia dovuta all’interazione spin-orbita diventa:

    EgS B

    2h S B

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    Sapendo che:

    E s Bgs B

    h S B

    EgS B

    2h S B

    NOTA BENE: il campo magnetico dipende dal momento angolare

    B1

    c 2v E

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    Alla fine sostituendo nell’espressione dell’energia di

    interazione spin-orbita la espressione del campo B si

    trova che:

    EgS B

    2h S B

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    Se non ci fosse Interazione SO non ci sono momenti di

    torsione che agiscono e L e S sono liberi di muoversi sui

    loro rispettivi coni con orientazioni indipendenti

    In presenza di interazione SO il forte campo magnetico

    interno che agisce sull’elettrone atomico la cui direzione

    dipende da L e produce un momento torcente di sul

    momento di dipolo magnetico di spin la cui orientazione

    e’ detrminata da S Il momento di torsione non cambia la

    grandezza di S ma produce un accoppiamento tra L eS

    che da luogo ad un moto di precessione con

    orientazione di uno che dipende dall’orientazione

    dell’altro E

    gS B

    2h S B

  • MOEMNTO ANGOLARE

    TOTALE Tale moto complicato si puo’ semplificare se si considera

    la composizione J=L+S

  • INTERAZIONE SPIN ORBITA

    In accordo con le regole di composizione

    dei vettori si trova che il momento

    angolare totale J e al sua componente z

    sono definiti come

  • Interazione spin - orbita

    In definitiva l’interazione spin orbita

    produce una correzione all’hamiltoninana

    pari a :

    E quindi una correzione agli autovalori

  • Alcune note sullo spin orbita

    Alcune note:

    1. si tratta di un effetto dello stesso ordine

    di grandezza delle correzioni relativistiche

    (10-4) ma a differenza delle correzioni

    relativistiche produce uno split dei livelli

    2. e’ responsabile del doppietto del Na

    (3p2s)

  • ATOMI A PIU” ELETTRONI

    Anche l’atomo a + elettroni piu’ semplice (l’He) non si

    puo’ risolvere esattamente

    Il problema nasce dal termine di interazione elettronica

    1/r12

    Idea: immaginiamo che gli elettroni si muovano

    indipendentemente in un potenziale medio sfericamnet

    simmetrico che tiene conto sia del termine attrattivo con

    il nucleo (sfericamente simmetrico) sia del termine

    responsabile dell’interazione media dell’i-mo elettrone

    con i suoi (Z-1) colleghi che schermano la carica del

    nucleo

    V (r)Z

    rS(r)

  • Approssimazione di Campo

    Centrale Al limite il potenziale deve essere tale che

    :

    - Per r->0 al potenziale coulombiano con

    Z=carica del Nucleo

    - Per r->infinito al potenziale coulombiano di

    un elettrone che vede un nucleo di carica

    +1 a causa dello schermo degli (Z-1)

    elettroni interni

    - Per valori intermedi ad un potenziale

    interpolato

    V (r)Z

    rS(r)

  • ATOMI A PIU” ELETTRONI

    L’Hamiltoniana di un atomo a piu’ elettroni

    e’: H

    1

    2ri

    2 Z

    ri

    1

    ri, ji ji

    H1

    2ri

    2 Z

    ri

    1

    ri, ji jiV (ri)

    i

    V (ri)i

    Hc H '

    1

    2ri

    2 V rii

    1

    ri, jV ri

    ii j

    1

    2ri

    2 V rii

    1

    ri, jS ri

    ii j

  • A questo punto la parte H=Ho+H’

    dove Ho e’ somma di hamiltoniane a

    singolo corpo

    E H’ e’ PICCOLA

  • METODO DI HARTREE

    Si parte da un potenziale “ragionevole”

    che soddisfa le condizioni al contorno e

    che per valori di r intermedi e’ interpolato

    Si risolve l’equazione di Schroedinger

    dipendente dal tempo per un dato

    elettrone e si trova la corrispondente

    autofunzione e autovalore

    Si ordinano i vari stati con energia

    crescente etichettandoli con un indice

  • Per ottenere lo stato fondamentale si

    riempioni tali stati mettendo un elettrone

    per ogni livello

    Una volta note le autofunzioni si calcola la

    distribuzione di densita’ di carica

    Con il Th di gauss di ricava il campo

    elettrico integrando il quale si ricava il

    potenziale stimato

    e i i*

    i

    V e E(r)dr

  • Tale potenziale sara’ leggermento diverso

    di quello di partenza

    Si ripete l’intera procedura partendo da

    quest’ultimo potenziale fino a quando la

    differenza tra il potenziale di partenza e

    quello di uscita e’ minore di un valore di

    riferimento sufficientemente piccolo

  • Attenzione in questo caso essendo

    l’autofunzione prodotto delle autofunzioni

    a singolo elettrone

    non e’ ANTISIMMETRICA condizione

    essenziale in quanto cambiando il nome

    agli indici essendo gli elettroni

    indistinguibili la funzione d’onda non deve

    cambiare

    i i

  • Per questo FOCK propose di calcolare la

    funzione d’onda Totale come prodotto

    determinantale trovato scrivendo una

    matrice dove in ogni riga c’e’ una

    coordinata della i-ma particella mentre al

    variare della colonna cambia il set di

    numeri quantici associati alla particolare

    funzione d’onda

  • TEORIA DI HARTREE FOCK

    1

    N

    a11 b1 1 ... g1 1

    a12 b1 2 ... g1 2

    a13 b1 3 ... g1 1

    a1N b1 N ... g1 N

  • DUE ESMPI

    1. Gli atomi alcalini

    2.L’atomo di He

  • Bibliografia

    o R. Eisberg, R, Resnick “Quantum Physics of Atoms, Molecules, Solids, Nuclei and Partcles” Jonh Wiley & Sons

    oBrandsen Joachain