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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO RASSEGNA STAMPA 20 – 26 gennaio 2020

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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO

RASSEGNA STAMPA

20 – 26 gennaio 2020

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Fabio Renzi, segretario generale di Fondazione Symbola

GUIDO LOMBARDI

La relazione dell’incontro“Un’economia a misurad’uomo contro la crisi cli-matica”, in programma

martedì sera nella sede di Confin-dustria Como, sarà affidata a Fa-bio Renzi, dal 2005 segretario ge-nerale della Fondazione Symbolaed in precedenza responsabile na-zionale “Aree Protette e Territo-rio” di Legambiente e membro, dal 1992 al 1994, della segreteriatecnica “Aree Protette” del mini-stero dell’Ambiente.

Quali sono gli obiettivi della Fonda-

zione Symbola?

Il nome della fondazione derivadall’antico greco: symbàllo signifi-ca infatti mettere insieme. In ef-fetti, Symbola è nata proprio conl’obiettivo di unire le tante forzeimprenditoriali, sociali, economi-che e religiose convinte della qua-lità italiana e del fatto che un pae-se avanzato può competere crean-do un forte legame con il territo-rio. Inoltre, la nostra fondazioneintende sottolineare l’importanzadel ruolo delle piccole imprese edell’artigianato, contro la retoricadelle grandi dimensioni. Abbiamouna visione orientata allo svilup-po e infatti, su singoli progetti co-me il Manifesto per il clima, racco-gliamo l’adesione di grandi asso-ciazioni imprenditoriali come Confindustria, ma crediamo chesia necessario misurarsi con le sfide del futuro, tra cui le evidenzedel cambiamento climatico.

Quali sono le vostre attività?

Dal 2005 lavoriamo per l’Italia che non si vede, l’Italia bella e ap-passionata che ha bisogno di esse-re raccontata per continuare a vivere e crescere. Per farlo mettia-mo insieme le migliori menti delPaese, le imprese che creano qua-lità o che investono per farla, tro-vando nuove strade per aumenta-re la competitività del Made in Italy. In questi anni di lavoro, Symbola ha prodotto oltre centorapporti, dossier, analisi per ap-profondire i diversi aspetti del-l’economia italiana, in relazionecon l’ambiente. Il nostro principa-le rapporto è GreenItaly, con cuimonitoriamo ed analizziamo gliinvestimenti green effettuati dalleimprese italiane e quindi come lagreen economy impatta sul madein Italy.

Quali conclusioni avete finora rag-

giunto?

L’ultimo rapporto GreenItaly di-mostra, dati alla mano, come la green economy sia stata, in questianni difficili, la migliore rispostaalla crisi, una strada che guarda avanti e affronta le sfide del futuro

design e bellezza, industria 4.0 eantichi saperi. Un modello pro-duttivo e sociale che offre al no-stro paese la possibilità di avere unrilevante ruolo internazionale: l’Italia è una superpotenza euro-pea dell’economia circolare con il79% di rifiuti totali avviati al rici-clo e presenta un’incidenza ben superiore rispetto a tutti gli altrigrandi paesi europei: la Francia èal 55%, il Regno Unito al 49%, laGermania al 43%. La green eco-nomy italiana è la frontiera più avanzata per cogliere queste op-portunità. È un’Italia in grado diaffrontare le sfide del futuro, sen-za lasciare indietro nessuno.

All’interno del panorama nazionale,

come si colloca la Lombardia?

Come spesso accade, la Lombar-dia è al primo posto in Italia nellagraduatoria regionale per numeroassoluto di aziende che hanno in-vestito in tecnologie green tra il 2015 ed il 2019: sono state ben 77.691. Al secondo posto c’è il Ve-neto con 42.963 imprese.

Ma il primato della vostra re-gione non si ferma qui: con 137.097 contratti stipulati per gre-en jobs dalle imprese nel 2019, laLombardia è al vertice anche dellagraduatoria regionale per numerodi contratti stipulati.

Come è nata l’idea del “Manifesto per

il clima”?

Poiché nasciamo per unire, abbia-mo voluto dare vita ad un’iniziati-va unica in Europa, ossia un mani-festo che affronta con coraggio lacrisi climatica e che sia promossodalle rappresentanze sociali, eco-nomiche e culturali del paese. An-diamo da Confindustria, a Coldiretti, Anci, Wwf, Legam-biente, Comunità Montane, Cari-tas, economisti, rappresentanti del mondo della cooperazione. Tutti coloro che hanno sottoscrit-to il manifesto sono convinti chela crisi climatica non sia un pro-blema ma un’opportunità. L’obiettivo principale è azzerareil contributo netto di emissioni digas serra entro il 2050. È certa-mente un traguardo ambizioso ma non impossibile se viene con-diviso dal maggior numero di isti-tuzioni, organizzazioni di rappre-sentanza e dai cittadini. Grandeimportanza rivestono anche i mondi della cultura e della religio-ne, tanto è vero che il primo in-contro dei firmatari sarà il 24 gen-naio ad Assisi, nel Sacro Conven-to. In linea con l’enciclica di papaFrancesco, Laudato si’, riteniamoche la sfida ambientale non vadaaffrontata solo con una visione tecnicistica e quindi con l’ausiliodella tecnologia, ma anche in am-bito culturale e, per chi crede, inun contesto di fede.

INVESTIRE IN SOSTENIBILITÀ«GIUSTO E CONVENIENTE»Fabio Renzi (Fondazione Symbola) presenta il Manifesto per il Clima, documento pilota a livello europeo«Sfida che unisce Confindustria e Wwf: azzerare il contributo netto di emissione gas serra entro il 2050»

«Non c’è buona economia senza buoni imprenditori» papa francesco

L’INCONTRO

DOMANI A COMO

Fabio Renzi, segretario

generale della Fondazione

Symbola, sarà il

protagonista dell’incontro

“Un’economia a misura

d’uomo contro la crisi

climatica” in programma

domani, alle ore 20.30, nella

sede di Confindustria Como

in via Raimondi 1.

L’appuntamento, promosso

dall’organizzazione

imprenditoriale in

collaborazione con Officina

Como, sarà l’occasione per

un approfondimento in

anteprima del “Manifesto

sul clima”. Nel corso

dell’incontro, oltre a Renzi,

interverranno Aram

Manoukian, presidente di

Confindustria Como, Paolo

De Santis, presidente di

Officina Como, e Daniele

Petrini, a.d. di Sabic Italia.

Azzerare il contributo netto di

emissione dei gas serra entro il

2050 si può. È una sfida impegnati-

va che procede lungo la direzione

indicata dall’enciclica “Laudato si’”

di papa Francesco, e ancor prima

dal Cantico delle creature di San

Francesco d’Assisi, e che ha come

premessa la transizione verso

un’economia e una società più a

misura d’uomo, in cui ci sia una

maggiore partecipazione dei

cittadini e di tutti i mondi economi-

ci e produttivi. Fondazione Sym-

bola, Confindustria, Coldiretti,

Gruppo Enel, Sacro Convento di

Assisi, Rivista San Francesco,

Novamont hanno così lanciato il

“Manifesto di Assisi”, che sarà

approfondito in anteprima a Como,

martedì 21 gennaio alle 20.30, nella

sede di Confindustria Como in via

Raimondi 1 e poi presentato in un

incontro con tutti i firmatari, il

prossimo 24 gennaio ad Assisi, alla

presenza del presidente del Consi-

glio, Giuseppe Conte. Chiunque può

decidere di aderire firmando il

documento sul sito symbola.it.

Ad oggi i firmatari sono 1.500:

«Aderiscono con entusiasmo molti

amministratori locali dell’Anci, al

di là di ogni bandiera politica» ha

dichiarato Enzo Bianco, presidente

del consiglio nazionale dell’Anci. Si

va dai centri maggiori, Milano,

Napoli, Torino, Bologna e Firenze,

alle realtà più piccole. «È un fatto

atipico riunire i rappresentanti di

mondi diversi, dall’artigianato alla

cultura alla ricerca – ha commenta-

to il presidente di Symbola, Ermete

Realacci -: quanto sta accadendo in

Australia e nelle nostre città dimo-

stra che c’è un’urgenza climatica da

affrontare con coraggio». Sfida che

rappresenta una necessità ma

anche una opportunità «per co-

struire un’economia più forte

proprio perché a misura d’uomo e

che scommette su ciò che ci rende

unici». L’Italia, ha ricordato Realac-

ci, è leader in Ue quando si parla di

economia circolare. E la partita

della green economy è tutta da

giocare in accordo con il “green

new deal” che la Commissione

europea si impegnerà a promuo-

vere. «Con il manifesto - prosegue

Realacci - apriamo un dialogo. Gli

incontri saranno incentrati sulla

responsabilità sociale d’impresa,

sui piccoli comuni e sui criteri che le

imprese dovranno adottare per

andare verso un percorso di emis-

sioni zero». G. LOM.

incrociando la natura profonda della nostra economia: la spintaper la qualità e la bellezza, la coe-sione sociale, naturali alleate del-l’uso efficiente di energia e mate-ria, dell’innovazione, dell’high-te-ch. Una coraggiosa e vincente evo-luzione di sistema avviata dal bas-so, che si basa su investimenti e produce lavoro, sostiene la coesio-ne delle comunità e si intreccia con il territorio. Nel 2019 in Italiasi è registrato un record di investi-menti ecologici, con una quota che ha raggiuto un valore pari al21,5%, corrispondente ad un valo-re assoluto di quasi 300mila im-

prese e di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011. Sonooltre 432mila le imprese italianedell’industria e dei servizi con di-pendenti che hanno investito nelperiodo 2015-2019 in prodotti etecnologie green per ridurre l’im-patto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissionidi CO2. In pratica quasi un’azien-da italiana su tre, il 31,2% dell’in-tera imprenditoria extra-agricola.E nel manifatturiero sono più diuna su tre (35,8%). Solo nel 2019,quasi 300mila aziende hanno in-vestito sulla sostenibilità e l’effi-cienza.

Quali sono le motivazioni alla base di

questo incremento di investimenti

ecologici? Gli imprenditori sono di-

ventati ambientalisti?

Sicuramente ha influito la pro-gressiva presa di coscienza dellacrisi ambientale in corso. Inoltrenon va dimenticato che il ricicloè nel dna delle imprese italiane: infatti il nostro paese è sempre stato povero di materie prime e quindi ha sempre dovuto fare i conti con il riutilizzo di materiali.Infine, gli imprenditori sanno farebene i conti e i nostri report dimo-strano che investire nella sosteni-bilità ambientale non è solo giusto

ma è anche conveniente. Le im-prese che hanno effettuato eco-investimenti, infatti, sono quelleche esportano di più, che innova-no maggiormente, che ottengonoimportanti performance sul fron-te dell’efficienza, che occupano dipiù attraverso contratti a tempoindeterminato, ma anche che hanno ottimi rapporti con i forni-tori e con il territorio in cui si trovano. Già oggi l’Italia si sta muovendo verso un’economia più sostenibile e a misura d’uomoche mette insieme innovazionee qualità con valori e coesione sociale, ricerca e tecnologia con

Il progetto

È possibile firmare onlineGià raccolte 1.500 adesioni

LA PROVINCIA

LUNEDÌ 20 GENNAIO 2020

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SEGUE

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IILA PROVINCIA

LUNEDÌ 20 GENNAIO 2020

Sul territorio

Gli sportelli Elite deskcon il sistema Confindustria

Confindustria sin dal suo avvio, affianca le imprese non quotate attraverso iniziative di forma-zione e tutoraggio, le accompa-gna in un processo di cambia-mento culturale e organizzati-vo, che le avvicina ai mercati di capitali, le inserisce in un network internazionale, ne raf-forza la capacità di competere, ne migliora la governance e i rapporti con investitori qualifi-cati.

Elite rappresenta quindi, se-

accettato la sfida di rappresen-tare la vetrina delle migliori aziende del proprio paese sup-portate da un network di 200 partner e 350 investitori in tuttoil loro percorso di crescita.

Elite è un programma di Bor-sa Italiana per la formazione e il tutoring delle imprese che vo-gliono intraprendere un percor-so di sviluppo organizzativo e manageriale, non necessaria-mente finalizzato alla quotazio-ne. Il programma, sostenuto da

Il progettoL’iniziativa coinvolge aziende

con ricavi superiori

ai 10 milioni

e crescita oltre il 15%

Elite è una società par-te del gruppo London Stock Exchange. Lanciata in Italia nel 2012 ha raggiunto in pochi anni risultati ambiziosi: oltre 1.400 aziende eccellenti nel mondo hanno aderito al programma e

gia con un network internazio-nale. Lo scorso 28 ottobre, du-rante l’Elite Day, l’annuale con-ferenza internazionale dedicataal network globale delle società Elite che si è svolta nel 2019 a Londra, è stata annunciata l’apertura negli Stati Uniti, con una nuova sede a Cleveland nel-lo stato dell’Ohio.

L’apertura segue l’accordostrategico firmato nel 2018 fra Elite e JobsOhio, società che promuove lo sviluppo economi-co in Ohio. Il quartier generale diCleveland fornirà alle aziende americane l’accesso all’ecosiste-ma internazionale di Elite e alle aziende parte del network un punto di riferimento per strut-turarsi e crescere negli Stati Uniti. G. Lom.

crescita convincente, un mana-gement con alta credibilità ed affabilità, un business ambizio-so e di alta qualità, la predisposi-zione ad affrontare cambi cultu-rali, organizzativi e manageriali eventualmente necessari per accedere a finanziamenti di lun-go periodo.

I promotori del progetto la-vorano quindi con aziende am-biziose e con i loro leader per contribuire a raggiungere il loro potenziale.

L’approccio della piattafor-ma, sottolinea Borsa Italiana, aiuta a massimizzare le oppor-tunità che possono essere offer-te alle aziende che aderiscono e agli imprenditori per aiutarli a raggiungere la loro visione e i lo-ro obiettivi, lavorando in siner-

Formazione e tutoringUno strumento essenziale

condo i promotori, uno stru-mento essenziale per le aziende che vogliono puntare sulla cre-scita, non solo dimensionale, ma anche culturale, favorendo l’accesso agli strumenti di finan-za alternativa.

I requisiti economici neces-sari per sottoporre la domanda di adesione a Elite sono: un fat-turato superiore ai 10 milioni oppure superiore ai 5 milioni ma con una crescita nell’ultimo anno superiore al 15%; un risul-tato operativo che sia superiore al 5% del fatturato; un bilancio in utile. Tuttavia, per accedere alprogramma, vengono valutati anche altri fattori: la presenza diun trend positivo di crescita dei ricavi, un posizionamento com-petitivo solido o un progetto di

Il network. A Como, Lecco e Sondrio le adesioni hanno raggiunto quota 23Il programma assiste le aziende nello sviluppo organizzativo e manageriale

GUIDO LOMBARDI

Continua a crescere ilnumero delle aziende del nostroterritorio che accedono al pro-gramma Elite, pensato da BorsaItalia per le piccole e medie im-prese con forti prospettive dicrescita. Nel 2018 infatti le im-prese comasche erano otto,mentre nel corso del 2019 si so-no aggiunte altre quattro realtà,pur registrandosi anche un’usci-ta.

Il fatturato aggregato delleimprese aderenti ed operativein provincia di Como è di 835milioni, con 5.000 dipendenticomplessivi ed un’attività chespazia in sette differenti settori.Dal 2012 queste aziende, nel-l’ambito della piattafoma, han-no finalizzato cinque operazionidi fusione o acquisizione, evi-denziando quindi come l’ingres-so in Elite sia finalizzato a con-cretizzare il percorso di crescitaanche dimensionale.

Ricavi e utili

Va rilevato inoltre come l’incre-mento medio dei ricavi delle im-prese comasche da quando fan-no parte della piattaforma è sta-to del 18%, mentre la crescitamedia dei margini è stata del13% e degli organici del 9%.

Sempre restando in provinciadi Como, le new entry dell’ulti-mo anno sono Mantero Seta,Cellografica Gerosa, JumboGroup e Porro.

Mantero da oltre un secolo è

leader nella creazione, produ-zione e distribuzione di tessutied accessori tessili di lusso fem-minili e maschili, con una storiaartigianale che si tramanda daquattro generazioni. Il quartiergenerale si trova a Grandate.

Cellografica Gerosa, con sedead Inverigo, è nata come piccolatipografia della Brianza e si ètrasformata nell’arco di ottan-t’anni in una multinazionale lea-der nel mercato degli imballaggiflessibili.

Jumbo Group è inveceun’azienda di Cantù specializza-ta in arredamento ed interiordesign che, grazie alle partner-ship con i più celebri nomi del

negli anni precedenti le aziendecomasche Dell’Orto di Cabiate(produttrice di carburatori permoto), Esa Elettronica di Maria-no Comense (automazioni in-dustriali), Intes di Novedrate(cinghie plastiche per l’arreda-mento), Lechler di Como (verni-ci), Saatigroup di Appiano Gen-tile (creazione di tessuti tecnici)e la Almax di Mariano Comense(produttrice di manichini e bu-sti), quest’ultima ora uscita dalprogramma.

Per quanto riguarda invece ilterritorio di Lecco e Sondrio, leaziende che hanno aderito adElite sono anche in questo casododici, per un fatturato aggrega-to superiore al miliardo di euro,3.150 dipendenti ed otto settorirappresentati. Dal 2012 soloun’operazione straordinaria hainteressato le imprese iscritte:in questo caso di è trattato di unaumento di capitale.

La crescita media del fattura-to, da quando le aziende sonoentrate in Elite, è stata del22,3%, accompagnata da un in-cremento dell’organico del 22%.

Gli ultimi ingressi

Nel corso del 2019 si sono iscrit-te Tecnofar, Edilsider, Dispote-ch e Stamperia Italforge, mentreè uscito il gruppo Cartiera del-l’Adda di Calolziocorte.

La Tecnofar di Delebio, natanel 1974, è specializzata nellarealizzazione di tubi elettrosal-dati e trafilati in acciaio inossi-

dentale e per le discipline spor-tive (come i sacchi gelo).

A Sirone si trova invece laStamperia Italforge, con oltrecinquant’anni di attività nellostampaggio a caldo dell’acciaioe di altri materiali.

Nel 2018 era invece entrata inElite la Fratelli Meroni di Dolza-go (stampaggio metalli a freddo)ed in precedenza si erano iscrit-te Atv (valvole ed attuatori a Co-lico), Carcano Antonio (a Man-dello del Lario lavorazione dialluminio per imballaggi), Ele-master Tecnologie Elettronichedi Lomagna (progettazione eproduzione di apparati elettro-

Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana

mondo della moda, si è conqui-stata una grande fama mondialee continua ad ottenere impor-tanti commesse in tutto il mon-do.

Porro, infine, è un’azienda diarredamento di design contem-poraneo per la casa e l’ufficio,specializzata nella produzionedi armadi e letti. La sede è aCarimate.

Sono invece entrate nel 2018la Ginvest Guffanti di Guanzate(costruzioni edili) e la Mon-dialpol Vedetta 2 di Como, isti-tuto di vigilanza privata presen-te su tutto il territorio naziona-le.

Avevano già aderito ad Elite

Imprese e percorso di crescitaI BENEFICI DI ELITE

I NUMERI

EQUITY INVESTMENTS E JOINT VENTURE

CAPITAL MARKETS

316Operazioni da parte di 142 società Elite

187Operazioni di acquisizioni e fusioni e joint venture da parte di 97 società

33Emissioni obbligazionarie per una raccolta totale di 805 €

62Operazioni di private equity / venture capital con 50 società coinvolte

11Offerta pubblica di titoli per una raccolta aggregata di oltre 190 milioni di €

35%Delle società Elite coinvolte in fi nanza straordinaria

Network diversifi catoAccesso ad un network nazionale e internazionale di rilievo che include advisor, investitori, esperti, imprenditori e istituzioni

Contatto con gli investitoriIngaggio anticipato con gli investitori per favorire l’accesso ai capitali da fonti molteplici e più appropriate per il business

Ambiente collaborativoInterazione, condivisione di esperienze e learning tra aziende con obiettivi di crescita comuni e aspirazioni simili

Sviluppo continuoSviluppo delle competenze necessarie a prendere decisioni di business e di fi nanziamento per l’azienda

Maggiore visibilitàPiattaforma per mettere in luce il profi lo aziendale nei confronti della comunità industriale e fi nanziaria domestica e internazionale

dabile, microtubi per aghi steriliper anestesia dentale, cannulespeciali per il settore medicaleed anche macchine su misuraper le operazioni di assemblag-gio.

La Edilsider, a Calolziocorte,si occupa della produzione diunità modulari destinate a can-tieri, cucine, dormitori, lavan-derie, mense, sale ricreative eduffici.

La Dispotech di Gordona, na-ta nel 1994, è un’impresa carat-terizzata da un alto tasso di in-novazione nella progettazionee produzione di articoli monou-so per il mercato medicale e

Confindustria collabora con Borsa

Italiana per favorire la diffusione

del programma Elite tra le impre-

se. In particolare, le associazioni

territoriali del sistema possono

attivare gli “Elite Desk”, sportelli

dedicati a promuovere il program-

ma tra le imprese associate e a

supportarle nella fase di avvicina-

mento e candidatura in Elite.

Inoltre, per potenziare e rafforzare

il ruolo degli “Elite Desk”, Confin-

dustria ha firmato un accordo con

Elite spa. Questo accordo ha avvia-

to la definizione di un percorso

strutturato in grado di rendere gli

“Elite Desk” veri e propri “talent

scout” delle eccellenze industriali

italiane, prevedendone la massi-

ma diffusione su scala nazionale

per assicurare la presenza di

almeno un desk per regione e un

ampio coinvolgimento delle

associazioni settoriali.

Il programma Borsa italiana incontra le Pmi

Le imprese del club di ElitePiccole nelle dimensioni,alto potenziale di crescita

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IIILA PROVINCIA

LUNEDÌ 20 GENNAIO 2020

I numeriIl Programma Elite di Borsa Italiana raccoglie un bacinodi 1.400 società di diversa dimensione e settoreUn bacino di circa 570mila dipendenti, in 45 Paesie che vale circa 97 miliardi di euro di ricavi aggregati

nici), Executive di Lecco (appa-recchiature elettroniche), Icamdi Lecco (cioccolato), Limontadi Oliveto Lario (tessuti spalma-ti e resinati per abbigliamento)e Omet (a Lecco macchinari perla stampa di imballaggi).

Elite, attraverso un’offertaformativa per le aziende ed unpercorso che aiuta l’impresa aindividuare gli obiettivi di svi-luppo e cambiamento, conun’attenzione particolare allefonti di finanziamento, rappre-senta un’opportunità per le im-prese del territorio. Per questoConfidustria Como e Confindu-stria Lecco e Sondrio, nel 2017,

hanno sottoscritto un accordodi partnership con Elite.

«Crediamo molto in questoprogramma – aveva spiegatonell’occasione Lorenzo Riva,presidente della territoriale lec-chese e valtellinese -, uno stru-mento pensato per sostenere leimprese nel fare un salto dimen-sionale che consenta di compe-tere meglio sui mercati: è questoil motivo principale che ci haspinti all’attivazione di un EliteDesk nella nostra associazione,che agevolerà l’accesso delleaziende interessate ad un pro-getto funzionale alla crescita eallo sviluppo».

LE AZIENDE ITALIANE

ELITE COMO ELITE LECCO E SONDRIO

437Società

183.000Dipendenti

46 miliardi di euroFatturato totale

Fatturato aggregato €835m

Numero dipendenti 5.000

Settori rappresentati 7

Crescita media fatturato

da quando in Elite 18%

Crescita media dell’organico

da quando in Elite 9%

Fatturato aggregato €1mld

Numero dipendenti 3.150

Settori rappresentati 8

Crescita media fatturato

da quando in Elite 22,3%

Crescita media dell’organico

da quando in Elite 22%

Industria 174

Beni di consumo 121

Tecnologia 43

Chimica

e materie prime 30

Servizi al consumo 26

Salute 174

Servizi Pubblici 12

Telecomunicazioni 8

Petrolio

e gas naturale 6

Finanza 3

SETTORI

Saati, Intes, Dell’Orto

Esa elettronica, Lechler, Ginvest

Vedetta 2 Mondialpol

Cellografi ca Gerosa, Jumbo Group

Porro, Mantero Seta

Omet, Elemaster Tecnologie

Elettroniche, Executive, Atv

Carcano Antonio, Limonta

Tecnofar, Icam, Meroni F.lli

Edilsider Spa, Dispotech

Stamperie Italforge

dimensionale e che riflettono le tipicità del proprio territorio. Sono state aperte le candidaturealla seconda edizione del pro-gramma che avrà, da quest’anno,un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla tipicità dei territori.

Il tessuto imprenditorialeitaliano è costituito da tantissi-me piccole e medie imprese, unodegli elementi fondamentali dell’economia del nostro paese. Elite supporta Banca Intesa e glialtri eccellenti partner dell’ini-ziativa (Bain & Company, Cer-ved, Gambero Rosso) per indivi-duarle sul territorio, per dar loroun riconoscimento, visibilità, e gli strumenti necessari allo svi-luppo e alla crescita del busi-ness. G. Lom.

stiti e Leonardo hanno firmato un protocollo di intesa dedicato alla crescita delle aziende che fanno parte della filiera di forni-tori di Leonardo per rafforzare ulteriormente la collaborazio-ne.

Elite ha inoltre progettato epromosso “Elite Funding”, piat-taforma di private placement progettata per semplificare il processo di raccolta dei capitali per le società che aderiscono allapiattaforma, fornendo agli inve-stitori professionali l’accesso a un pool di aziende private di altaqualità e in forte crescita.

Elite infine supporta anchenel 2020 “Imprese Vincenti”, progetto organizzato da Intesa Sanpaolo per premiare le azien-de italiane pronte a fare un salto

zionalizzazione di Elite con l’apertura della prima sede negliUsa a Cleveland nello Stato del-l’Ohio che è operativa da inizio anno.

Elite ha lanciato la sua nuovapiattaforma digitale, raggiun-gendo il numero di 2.300 utenti attivi. La nuova piattaforma è parte integrante dei servizi of-ferti alle aziende ed è pensata per accelerare le dinamiche di visibilità e incontri con finanzia-tori, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie digitali.

Tra le diverse attività svolte,c’è la collaborazione tra Elite e Leonardo che ha dato il via alla prima “corporate lounge” per la crescita sostenibile dei fornitoriad alto potenziale della filiera di Leonardo. Cassa Depositi e Pre-

sentate sono Lombardia, Vene-to, Campania, Piemonte ed Emilia Romagna. A questo risul-tato ha contribuito Confindu-stria, partner strategico di Elite, con cui è proseguita nel 2019 la collaborazione sul territorio.

Dalla nascita di Elite le opera-zioni di finanza straordinaria sono state 1.086 e hanno interes-sato 386 società, per un totale di controvalore delle operazioni che supera i 14 miliardi di euro. Prosegue il percorso di interna-

euro, che operano in 36 diversi settori con oltre 560.000 dipen-denti. Nel corso del 2019, sono state 366 le aziende che sono en-trate a far parte dell’ecosistema internazionale di Elite, in colla-borazione con i principali prota-gonisti bancari, alcune tra le principali società di consulenza,partner internazionali e prota-gonisti regionali.

Le aziende Elite in Italia sonooggi 840, di cui 212 entrate nel solo 2019. Le regioni più rappre-

Lo sviluppoSoltanto nel 2019

212 adesioni

Crescita all’estero,

prima sede negli Usa

La piattaforma italia-na del London Stock Exchange Group, nata nel nostro paese nel2012, ha chiuso il 2019 con 1.400imprese da 45 diversi Paesi nel mondo, con un fatturato com-plessivo di quasi 100 miliardi di

In tutta Italia 840 societàLombardia prima regione

1.400L'INTERVISTA ARAM MANOUKIAN. Amministratore delegatodi Lechler e presidente di Confindustria Como

ORGANIZZARE IL FUTUROIN UNA COMMUNITYENRICO MARLETTA

Lechler, l’azienda di cui è alcomando, è stata una delleprime a Como ad entrarenel Programma Elite. Una

scelta, quella di allora, alimen-tata da un quesito di fondo chedi recente ha posto al centrodel suo mandato alla presiden-za di Confindustria Como.«La domanda, quasi ossessiva,che si pone oggi un imprendi-tore è: cosa devo fare per darecontinuità alla mia impresa? –dice Aram Manoukian – e an-cora, in un mondo qual è l’at-tuale, in continuo movimentosotto tutti i punti di vista, qualedeve essere il mio e nostrocomportamento più correttoper dare prospettiva, crescitae continuità?».

Ed è su questo che lo scorso no-

vembre avete avviato una fase di

riflessione con gli imprenditori di

Lecco e Sondrio…

Insieme a loro, nell’assembleadi Lariofiere, sotto lo slogan“Io ci sarò, prendiamoci curadel nostro futuro assieme”, ab-biamo presentato una lineaguida, un driver strategico chepone all’attenzione delle im-prese una forte sollecitazione,quasi un monito, che richiamale responsabilità dell’impren-ditore rispetto al futuro dellapropria attività. Il tema è quel-lo di lavorare oggi per organiz-zare e impostare il proprio fu-turo in un contesto più com-plesso del passato in cui nullasi può dare per scontato.

In concreto cosa significa?

Quattro i temi chiave che ab-biamo messo a fuoco. La gover-

nance, la crescita dimensiona-le, la cultura internazionale ela sostenibilità ambientale, so-ciale ed economica. Sono i temiche, non a caso, si ritrovano alcentro di Elite; l’obiettivo delpercorso messo in campo daBorsa Italiana è quello di assi-stere le imprese in un cambia-mento culturale e organizzati-vo. Incontri, seminari, audithanno la finalità di mettere incondizioni le imprese di opera-re in un contesto dove sia piùagevole l’incontro dei poten-ziali investitori. Mi passi la me-tafora, è un po’ come un galateostudiato per le piccole impreseitaliane che, per tante ragioni,sono un po’ indietro da questopunto di vista.

La sua esperienza di imprenditore,

in Elite, qual è stata?

Positiva, coerente con una ri-flessione che avevamo già av-viato come azienda sulla neces-sità di un cambiamento orga-nizzativo anche solo per rap-presentare la nostra realtà, nel

migliore dei modi, di fronteanche solo agli stakeholder, ov-vero banche, fornitori, clienti.Quando mi è stato proposto dientrare in questo programma,non ho avuto esitazioni ad ade-rire. Il percorso ti costringe auna verifica puntuale del tuoassetto organizzativo ed è utilesoprattutto nella sua dimen-sione di network: anche se seiuna realtà relativamente pic-cola, hai la possibilità di entra-re in una community di aziendestrutturate, dotate ad esempiodi un bilancio certificato, unbilancio di responsabilità, unagovernance che si può spiega-re, in cui è chiaro chi decidecosa.

Quanto sono importanti questi fat-

tori agli occhi di un potenziale in-

vestitore?

Moltissimo, se vuoi stare nelpanorama internazionale, a uncerto livello, ti devi organizza-re in un certo modo. Elite è unpo’ come una palestra che sti-mola l’impresa nel percorso di

crescita.

E un percorso di formazione è

quello che Confindustria intende

promuovere alle imprese di Como,

Lecco, Sondrio…

Sì, sarà un percorso strutturatocon seminari, incontri, viaggi,scambio di esperienze. Attra-verso la creazione di una com-munity vogliamo mettere incondizione le imprese di alzarelo sguardo; ognuno è libero diaderire o meno, la mia presi-denza si è posta però comeobiettivo di fondo quello di da-re continuità alle imprese equelle che, come la mia, hannoaderito ad esempio a un pro-gramma come Elite, hanno laresponsabilità di essere un po’il lievito di questo processo vei-colando messaggi propositivi,virtuosi.

Lei pensa che incontrerà l’interes-

se, la disponibilità di molti impren-

ditori?

L’interesse in generale c’è.Quando ne parlo c’è semprequalcuno che si infiamma pre-so dall’entusiasmo, qualcun al-tro che si informa ma prendetempo. L’importante è nonscoraggiarsi, tutta questa atti-vità è svolta con spirito di ser-vizio, le imprese sono un patri-monio del territorio e cometale desideriamo che sia messonelle migliori condizioni peraffrontare le situazioni di crisiche, inevitabilmente, si pre-senteranno. Abbiamo tantepiccole imprese gioiello chemeritano di essere tutelate,farlo trincerandosi nel proprioorticello non è più possibile nelcontesto di un’economia globa-lizzata.

Aram Manoukian, imprenditore e presidente di Confindustria Como

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9LA PROVINCIA

MERCOLEDÌ 22 GENNAIO 2020

GUIDO LOMBARDI

Una legge rivoluziona-ria, che rappresentauna grande scommes-sa e che finalmente

fornisce strumenti operativi aduna visione che rischiava direstare esclusivamente teori-ca». Così Michele Pierpaoli,presidente dell’Ordine degliArchitetti, Pianificatori, Pae-saggisti e Conservatori dellaprovincia di Como, definisce lalegge sulla rigenerazione urba-na, approvata dal Consiglio re-gionale lombardo lo scorso no-vembre ed in vigore da dicem-bre 2019.

Per approfondire la normae le conseguenze, l’Ordine co-masco ha organizzato due ap-puntamenti, martedì 14 genna-io e ieri, rivolti ai professionistima con l’obiettivo di aprire an-che un dibattito pubblico. Unobiettivo raggiunto a conside-rare l’interesse raccolto e lapartecipazione registrata.

Presidente, quale è il vostro giudi-

zio sulla normativa?

Si tratta di una norma pionieri-stica, che non ha eguali in Italiae i cui effetti devono ancoraessere compresi fino in fondo.Tuttavia, ci sentiamo di direche rappresenta certamente iltentativo di dare una legisla-zione ad un tema, quello dellarigenerazione urbana, di cui gliarchitetti parlano da anni.Manca ancora una legge nazio-nale e la Lombardia è stataapripista, arrivando ad una de-finizione normativa in seguito

ad un percorso che parte dalontano”.

Quali sono state le tappe prece-

denti?

Come architetti abbiamo stu-diato con attenzione la Cartadi Lipsia, firmata nel 2007 daiministri responsabili dello svi-luppo urbano degli Stati mem-bri dell’Ue, con l’obiettivo direndere le città europee mag-giormente sostenibili, con unaparticolare attenzione nei con-fronti del recupero dei centridegradati ed attraverso il coin-volgimento dei cittadini. Suc-cessivamente, nel 2013, l’Unio-ne europea ha fissato un obiet-tivo importante: entro il 2050i paesi dell’Ue dovranno azze-rare il consumo di suolo. Inquesti anni quindi c’è stata unapresa di coscienza, scontataper la nostra categoria ma nonper il mondo politico, di un fat-to: il modello di sviluppo urba-no fin qui perseguito non è piùsostenibile, occorre invertirela rotta.

Si tratta quindi di una svolta anche

culturale.

Certamente perché si tratta dicomprendere che la dispersio-ne degli insediamenti crea unadiseconomia gestionale, ancheper quanto attiene ai collega-menti, con costi di costruzionee di manutenzione che non so-no più sostenibili. La situazio-ne di strade e ponti è sotto gliocchi di tutti. Inoltre, sul fron-te sociale, una maggiore con-centrazione nei centri urbaniconsente di mettere in circolo

energie positive, grazie allacomplementarietà e all’etero-geneità delle competenze. Ec-co perché è importante smette-re di costruire a macchia dileopardo, consumando suolo,e concentrarsi sul recupero delpatrimonio edilizio esistente,sulle aree dismesse, sugli edifi-ci inutilizzati o sottoutilizzati.Queste riflessioni hanno ispi-

rato la determinazione del Ptr,il Piano territoriale regionale,e la legge regionale sul consu-mo di suolo, la numero 31 del2014, che è stata ora completa-ta dalla legge sulla rigenerazio-ne urbana: due norme che rap-presentano due facce dellastessa medaglia.

Quali sono, a vostro giudizio, gli

aspetti maggiormente interessan-

ti della legge sulla rigenerazione?

Indubbiamente riveste grandeinteresse la responsabilità affi-data ai Comuni, che ora hannosei mesi di tempo per indivi-duare gli immobili che rientra-no nell’ambito dei piani di re-cupero. Rilevante è anche ilruolo del privato che può farinserire nell’elenco il proprioimmobile, con una perizia giu-rata, anche se non ha provve-duto il Comune. Da quel mo-mento, ci sono tre anni di tem-po per presentare un progettoed in seguito è necessario agireper il recupero, pena sanzionifino all’esproprio dell’immobi-le. Per questo diciamo che sitratta di una norma coraggiosa:può effettivamente dare unascossa per il recupero dell’esi-stente. Ovviamente sono poirilevanti gli incentivi: dallapossibilità di incrementare levolumetrie alla riduzione dioneri e contributi, dall’intro-duzione di una maggiore indif-ferenziazione a proposito delledestinazioni d’uso fino ai soste-gni per la creazione di mix fun-zionali che privilegiano l’arti-gianato di servizio e gli esercizidi vicinato. Qualche criticità,invece, la rileviamo per le areerurali, dove è possibile recupe-rare cascine dismesse per de-stinarle ad altra funzione: nellecampagne lontane dai centriurbani può essere utile, ma oc-corre prestare attenzione, nel-le nostre zone, quando gli edifi-ci rurali si trovano a ridosso deicentri urbani.

Questa nuova legge, secondo le

vostre previsioni, avrà un forte

impatto anche sul territorio coma-

sco e in particolare nel Comune di

Como?

Certamente Milano non avevabisogno di questa norma, per-ché sta vivendo uno straordi-nario rinascimento. Può darsiinvece che, in aree come la no-stra, la legge sulla rigenerazio-ne urbana consenta di fare unsalto in avanti su una tematicadiscussa da anni nei convegnima rimasta solo sulla carta. Perquanto riguarda alcune specifi-che aree della città di Como,non va sottovalutata la possibi-lità che la Regione si faccia so-stenitrice di iniziative di recu-pero attraverso finanziamenti

Michele Pierpaoli, presidente dell’Ordine degli Architetti

dedicati: la nuova legge lo pre-vede e potrebbe essere unapossibilità importante. Cosìcome, sempre nell’ambito dellanuova normativa, sarà possibi-le attivare forme di partenaria-to pubblico-privato per opera-re nel recupero di alcune areepubbliche. Anche il Comune diComo dovrà fornire l’elencodegli edifici che rientrano traquelli oggetto degli incentiviper il recupero. Vedo quindiuna prospettiva molto interes-sante, questa volta c’è la volon-tà politica di muoversi real-mente verso una rigenerazionedelle nostre città.

La scheda

Sconto sugli onerie bonus volumiLa legge regionale 18 del 2019 di-

sciplina gli interventi di risana-

mento di singole case o porzioni di

quartieri, realizzando iniziative

di rigenerazione con ricadute po-

sitive su abitabilità e attrattività

dei centri abitati. Viene incorag-

giata la trasformazione di aree

con spazi verdi, servizi e infra-

strutture. I progetti dovranno

rientrare nelle previsioni dei pia-

ni territoriali, rispettando la già

operante legge sul consumo del

suolo. E dovranno essere in armo-

nia con la carta di consumo del

suolo che i Comuni dovranno rea-

lizzare, un censimento degli im-

mobili abbandonati o dismessi da

aggiornare annualmente.

La Regione assumerà il ruolo di

“regista” e coordinerà le opera-

zioni, lasciando il potere di dare il

via all’iniziativa ai privati e ai Co-

muni. I primi potranno segnalare

situazioni di particolare criticità

(edifici fatiscenti e non abitati da

almeno cinque anni), mentre i se-

condi potranno vagliare le istanze

e inserire il progetto di recupero

negli appositi piani annuali. Il pri-

vato che non dovesse procedere

nei tempi dati, a fronte di un pro-

getto di rigenerazione che risolva

problemi di sicurezza o di degra-

do, potrà essere destinatario di

penali, fino all’esproprio nei casi

più gravi.

Tra gli incentivi, previsti uno

sconto fino al 60% sugli oneri di

urbanizzazione e la possibilità di

incrementi delle volumetrie fino

al 20%.

L'INTERVISTA MICHELE PIERPAOLI. Presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Como

«LEGGE RIVOLUZIONARIASI SBLOCCA LA RINASCITADELLE NOSTRE CITTÀ»

Economia

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Mercoledì 22 Gennaio 2020 Corriere di Como4 CRONACA

Il mercato del mattone a Como

Locazioni e vendite, cresce il valore degli immobiliNon si ferma la crescitadei valori degliimmobili inLombardia, sia nelcampo dellecompravendite che inquello delle locazioni.Guardando alla città diComo, si scopre che ilprezzo di vendita - nelconfronto annuale trail mese di dicembre 2018e 2019 - è cresciuto del

2,6% con un valoremedio, al metroquadro, pari a 2,263euro. Mentre, passandoall’analisi del compartoaffitti, si può invecenotare - sempre conriferimento allo stessolasso di tempo - che lacrescita dei canoni dilocazione a Como è parial 7,3 % (incrementoche negli ultimi sei

mesi, ovvero da giugnoa dicembre sempre del2019, è stato del 5,9%).Percentuale chetradotta significa, inmedia, un costo di 11,35euro al metro quadrato.Sono alcuni dei datisignificativi emersidall’Osservatorio diImmobiliare.it sulmercato residenzialelombardo.L’andamento del settore immobiliare è in crescita

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Giovedì 23 Gennaio 2020 Corriere di Como2

Primo piano La città che cambia

I grandi edificiLa caserma “DeCristoforis” (a sinistra)sembra destinataa diventare la sedeunica a Como delleamministrazionistatali. Al suo internopotrebbero prestotrovare posto moltiuffici, compresi quellidella Questura(a destra), oggicollocati nell’edificioche si affacciain tangenziale

Riprende quota il “Federal Building”Landriscina: «Si farà molto presto»L’ipotesi di un collegamento diretto delle caserme con l’autosilo Valmulini

(da.c.) Riprende decisamentequota il progetto del FederalBuilding nelle caserme dipiazzale Monte Santo, lan-ciato qualche anno fa dall’A-genzia del Demanio a Como.

La notizia arriva diretta-mente dal sindaco del capo-luogo lariano, Mario Landri-scina, che nel settimanale ap-puntamento televisivo suEspansione Tv, martedì sera,ha fatto chiaramente capirecome l’ipotesi di trasferi-mento alla “De Cristoforis”di molti uffici pubblici siasempre più vicina.

«L’ex caserma dovrà diven-tare un centro importanteper la città, un’area che verràriqualificata - ha detto il sin-daco - non tutto dipende danoi, ma stiamo marcandostretto chi se ne occupa di-rettamente. E comunque, al-la fine conosciamo quale sarà

la strada che verrà intrapre-sa e che cosa sarà realizzatonel comparto».

Landriscina ha usato unaespressione interessante e sevogliamo in qualche modoanche inedita: «Quel quartie-re rivivrà». Grazie, appunto,alla rinascita delle caserme,un complesso architettonicounico in città, almeno per ledimensioni.

La «prospettiva» che atten-de l’area sottostante l’ulti -mo tratto di Napoleona «unpo’ ci preoccupa», ha aggiun-to il sindaco. Consapevole diquale possa essere l’impattodi un trasferimento cosìmassiccio di uffici in un uni-co centro direzionale.

Nel febbraio di tre anni faera stato annunciata la vo-lontà di portare all’internodella “De Cristoforis” la Pre-fettura, la Direzione territo-

riale del Lavoro, l’Archiviodi Stato, l’Agenzia delle En-trate, la Commissione tribu-taria provinciale, la Questu-ra e il Provveditorato aglistudi. Il progetto prevedeva(e tutto fa pensare che non siacambiato molto) di trasferi-re all’interno della storicacaserma comasca le diverseamministrazioni dello Statoattualmente costrette a pa-

gare un affitto. L’obiettivoera (e rimane) infatti di ren-dere di nuovo funzionale unimmobile ormai più che sot-toutilizzato e di ridurre laspesa pubblica.

Tre anni fa si era parlato diun investimento di almeno 25milioni di euro e di un rispar-mio potenziale per lo Stato dialmeno 2 milioni di euro, valea dire la cifra degli affitti at-tualmente pagati in parte alfondo creato dallo Stato perla valorizzazione degli im-mobili pubblici (Fip) e in par-te a privati.

Le parole di Landriscinadurante la diretta di martedìscorso sono servite quanto-meno a capire che il progettonon soltanto non è stato ab-bandonato, ma che probabil-mente sono stati fatti ulte-riori passi avanti.

La caserma “De Cristofo-

ris”da mesi non è più inseritatra i beni demaniali da ven-dere. «Diventerà presto unpunto di riferimento impor-tante per la città - ha speci-ficato il sindaco - un luogonel quale si trasferiranno im-portanti soggetti istituzio-nali. Noi stiamo già studian-do la viabilità, i posteggi, eanche un possibile collega-mento con l’autosilo Valmu-lini, un tema complesso chemerita di essere affrontatonel momento in cui è statodato un orizzonte temporalepreciso alla ristrutturazionedegli edifici».

Il Demanio, «che è il pro-prietario della caserma, rice-verà a breve dall’Esercito ilfabbricato - ha spiegato sem-pre Landriscina - e si appre-sta a realizzare alcune opere.I progetti ci sono già, anchese molto di massima».

Tutto è pronto, comunque,per una delle più importantitrasformazioni della città.Un’operazione dettata più dascelte governative che nonda indicazioni comunali.

La città non può ovvia-mente soltanto “subire” unsimile cambiamento. Al di làdei parcheggi e della viabili-tà, la nascita di un FederalBuilding comporta una tra-sfigurazione anche socialedell’agglomerato urbano, unmutamento destinato a inci-dere in profondità.

L’analisi «Il pericolo è lo svuotamento del centro»L’ex assessore all’Urbanistica: «Rivedere anche le linee Asf»

Che cosa significa trasferi-re gli uffici statali che han-no sede in città in un unicocentro direzionale? Qualisono le implicazioni socia-li di questa scelta? E qualiquelle urbanistiche?

Una riflessione ampia earticolata sull’argomentoera stata fatta, nel marzodel 2017, dall’allora asses-sore all’Urbanistica dellagiunta di centrosinistra,Lorenzo Spallino. Il qualeera partito dal dato più im-portante: lo “svuotamen -to” del centro storico.

La creazione di un Fede -ral Building in via MonteSanto avrebbe infatti co-me corollario inevitabilela «chiusura degli uffici divia Volta 50 (Prefettura),di via Bellinzona 111 (Dire-zione territoriale del La-voro), di via Briantea 8 (Ar-chivio di Stato), di vialeCavallotti 6 (Agenzia delleEntrate), di via Italia Libe-ra 4 (Commissione tributa-

ria provinciale), di vialeRoosevelt e via Italia Libe-ra (Questura e Polizia diStato), di via Borgovico 171(Provveditorato agli stu-di). Se si eccettua la Dire-zione del Lavoro di via Bel-linzona - dice Spallino - sitratta di sedi tutte attual-mente dislocate all’inter -no della città murata o en-tro il tessuto urbano con-solidato più prossimo alcentro storico».

Non solo: «l’atterraggiodi tali funzioni» finirebbeper essere «collocato inun’area al margine Sud-Est del tessuto edificatodella Convalle, a ridossodella chiusura dello svilup-po urbano segnato dagli as-si di collegamento con Mi-lano (la via Napoleona) econ Lecco (via Oltrecolle).Una circostanza non indif-ferente ai fini urbanistici».L’operazione, secondo l’exassessore all’Urbanistica,«consente sicuramente di

to alle politiche urbanisti-che delle città europee, chevolutamente mantengonotali presenze lavorandopiuttosto per implemen-tarne la fruibilità. Si pensia Nizza, che mantiene Pre-fettura e Tribunale nellaVielle Ville, o a Barcellona,dove nella splendida Plaçade Sant Jaume, in pienacittà storica, si fronteggia-no municipio e palazzo delgoverno della Catalogna».

Altra questione dirimen-te è il destino urbanisticodegli immobili «rilasciati»dalle amministrazioni sta-tali. E, assieme ad essa, ilproblema del trasportopubblico. «Bisognerebbesedersi a un tavolo con Asfper spostare le linee deibus, magari ipotizzando uncapolinea all’interno dellacaserma - aggiunge Spalli-no - e sicuramente sullaNapoleona, in direzioneNord e in coincidenza conla scalinata, dovrebbe es-sere realizzata una piazzo-la per la nuova fermata.L’autosilo Valmulini è poia un passo. Anche un colle-gamento diretto con le ca-serme potrebbe diventareuna opzione importante»,conclude l’ex assessore delcapoluogo.Anche l’Agenzia delle Entrate, oggi in viale Cavallotti, è destinata a cambiare sede

Il segnaleLa caserma “DeCristoforis” da mesinon è più inseritatra i beni demanialida vendere

rivitalizzare un complessoimmobiliare di grandi di-mensioni e di difficile ri-collocazione sul mercatoimmobiliare», ma non può«restare indifferente la cir-costanza dell’allontana -mento di molte funzionidal centro storico e dallesue immediate vicinanze».La presenza degli ufficistatali assicura infatti «altessuto edificato dellaConvalle una pluralità difunzioni qualificanti e unaattrattività proprie di uncomune capoluogo di pro-vincia, determinando nelcontempo una fruizionegeneralizzata del territo-rio più prossimo al centrostorico». Insomma: c’è ilserio rischio di “svuotare”la città. Un punto su cuiSpallino ha insistito sem-pre. «Politiche di espulsio-ne delle funzioni pubblichedai centri storici in nomedel mito della loro accessi-bilità sono discordi rispet-

~LandriscinaNon tuttodipende danoi, mamarchiamostretto chi sene occupa

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Corriere di Como Giovedì 23 Gennaio 2020 3

Primo piano Storie di confine

La “Porta Sud delle Alpi” piace al TicinoMa il solo tunnel costerebbe 400 milioniAl momento la Città di Como non è stata coinvolta nel progetto viabilistico

~ButtiSono sincero:non ho glielementinecessari peresprimere unavalutazionecomplessiva

«Si tratta di un progetto tal-mente complesso e da appro-fondire che è difficile dareun’opinione. Sono sincero:non ho gli elementi necessariper esprimere una valutazio-ne». L’assessore all’Urbani -stica di Como, Marco Butti,declina molto cortesementeogni invito a commentare ilfuturibile scenario della Por -ta Sud delle Alpi, ovvero lospostamento dell’autostra -da A2 sotto la collina delPenz, a ridosso del confinecon l’Italia. Un’idea che ol-treconfine è piaciuta moltis-simo, anche perché innesta-ta all’interno di un dibattitosempre più aspro sull’inqui -namento e sul traffico che as-sediano le zone più a Sud delCanton Ticino.

I tre parlamentari Popola-ri Democratici del Mendri-siotto - Maurizio Agustoni,Giorgio Fonio e Luca Pagani -nei giorni scorsi hanno addi-rittura presentato una mo-zione in Gran Consiglio a Bel-linzona nella quale chiedonoal Consiglio di Stato (il go-verno del Cantone, ndr) di so-stenere il progetto e di pro-muovere uno studio «che va-luti diversi scenari in meritoal tracciato dell’A2 da Chias-so a Mendrisio». Scenari cheincludono pure le «circonval-lazioni e le coperture parzia-li» dell’autostrada.

In sostanza, proprio quantoimmaginato dall’architettaElena Fontana in una tesi pre-sentata a un Master in piani-ficazione territoriale del Po-litecnico federale di Zurigo.Sì, perché la rivoluzionariaPorta Sud delle Alpi altro non

è che uno studio nato in àm-bito universitario e fattoproprio da alcuni attori isti-tuzionali ticinesi: in primoluogo il sindaco di Chiasso,Bruno Arrigoni, che lo ha ri-lanciato nel corso della ceri-monia per lo scambio di au-guri con la popolazione inprogramma all’inizio del-l’anno al Cine-teatro dellacittadina di frontiera.

In realtà, il progetto è statoanche presentato informal-mente all’Ufficio federale

delle strade (Ustra), l’autori -tà svizzera competente inmateria di infrastrutturestradali. La stessa ideatrice,Elena Fontana, ha dichiara-to nei giorni scorsi ai mediaelvetici che «l’interesse del-l’Ustra potrebbe esserci, mache anzitutto bisogna senti-re i Comuni e i cittadini».

Online è stato anche pub-blicato un estratto del pro-getto, dal quale si comprendecome l’autostrada A2 ticine-se verrebbe deviata in dire-

zione Sud, tra Balerna eChiasso, verso via Passeggia-ta, da dove proseguirebbe al-l’interno di una galleria sca-vata nella collina del Penz.

Il traforo immaginato dal-l’architetto Fontana avreb-be una lunghezza di circa 4km e sbucherebbe in territo-rio italiano a Monte Olimpi-no. Le due dogane autostra-dali, quella svizzera e quellaitaliana, verrebbero spostateda Brogeda e situate alle dueestremità del tunnel.

In questo modo, l’autostra -da che oggi attraversa Chias-so verrebbe completamenteeliminata, assieme alla va-sta superficie occupata daiposteggi dei camion e daglispazi della dogana commer-ciale (la cui nuova colloca-zione non è però chiara).

Il costo dell’operazione nonè indicato. Si parla indicati-vamente di 400 milioni difranchi, una cifra che riguar-da però la sola costruzionedel tunnel.

Anche la dogana commerciale sarebbe destinata a scomparire ma nelle bozze di progetto sin qui circolate non è stata indicata con chiarezza la nuova collocazione (Nassa)

Il commento Il sindaco di Chiasso: «Progetto utile anche ai comaschi»Verrebbero eliminati i grandi viadotti autostradali sopra il capoluogo lariano

Eliminare il valico di Bro-geda e gli ultimi due km diautostrada in Ticino - glistessi, per intendersi, cheoggi sono caratterizzatidalle grandi barriere anti-rumore - ma anche i via-dotti in territorio italiano.Il tutto, grazie a un tunnelsotto la collina del Penz, ilnome che i chiassesi dannoalla “Spina verde” dei co-maschi. Un progetto che ilsindaco di Chiasso, BrunoArrigoni, ritiene «ambi-zioso» e persino «geniale»,ma sulla cui fattibilità, al-meno al momento, nessu-no sarebbe oggi in grado discommettere un solo cen-tesimo.

Raggiunto da una troupedi Espansione Tv ieri pome-riggio nel suo ufficio inmunicipio a Chiasso, il sin-daco della cittadina difrontiera è tornato a elen-care le virtù di questa ideadi interramento dell’ulti -mo tratto della A2.

Rivelando, tra le altrecose, la possibile colloca-zione della dogana com-merciale, immaginata al-l’uscita italiana della gal-leria di 4 km.

«Diciamo che è un pro-getto ambizioso, geniale -ha detto Arrigoni - speria-mo che non rimanga sol-tanto un sogno e che si pos-sa vedere una fattibilità».

L’impegno del sindaco diChiasso è chiaro. «I prossi-mi passi - ha chiarito - sonopolitici. Vogliamo presen-tare questa idea alle istan-ze superiori: sia a chi gesti-sce le autostrade (l’Ustra,ndr), sia al Cantone e allaConfederazione».

Obiettivo minimo di-chiarato: verificare la pos-sibilità di farsi finanziareuno studio di fattibilità, ilprimo passo - anche inSvizzera - di ogni possibileprogetto.

Certo il piano di Arrigoninon può prescindere da una

forte intesa con l’Italia,dato che il tunnel sbuca aMonte Olimpino. Qui po-trebbero nascere i primidubbi, soprattutto di ca-rattere finanziario. E diconvenienza. Per quanto,il sindaco di Chiasso nonsembra avere incertezzesui vantaggi di una simileoperazione. «Ci sarebbe unrecupero del verde e dellaqualità di vita sia per laparte svizzera sia, soprat-tutto, per la parte italia-na», ha ribadito ai microfo-ni di Etv.

Nessun accenno ai costi,forse è ancora troppo pre-sto. Ma una riflessione sultema dovrebbe essere forseil primo dei problemi.

«Spero che questo pro-getto si possa realizzare -ha concluso Arrigoni - Èchiaro: una cosa simile nonsi fa dall’oggi al domani.Ma tra qualche mese sa-premo se ci sarà qualcosadi più concreto».

~ArrigoniÈ un’ideaambiziosa,geniale,speriamo chenon rimangasoltantoun sogno

La dogana di Brogeda verrebbe “divisa” e spostata all’inizio e alla fine del tunnel (Nassa)

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11LA PROVINCIA

VENERDÌ 24 GENNAIO 2020

COMO

GUIDO LOMBARDI

Segnali contradditto-ri per il mercato del lavoro nelleprovince di Como e Lecco: i nu-meri rilevati dall’indagine Excelsior sulle previsioni di as-sunzione, svolta mensilmente dalle Camere di commercio e da Infocamere, mostrano, per quanto riguarda i primi tre me-si del 2020, un incremento si-gnificativo rispetto all’ultimo trimestre del 2019 ma un calo, piuttosto marcato, nei con-fronti dello stesso periodo di

un anno fa.Secondo la ricerca, nel pri-

mo trimestre di quest’anno sa-ranno complessivamente 18.260 i nuovi ingressi nel mondo del lavoro sul territoriolariano. L’incremento rispetto agli ultimi tre mesi del 2019 è del 21,9%, con un aumento di circa 4.000 unità suddiviso tra Como (+2.800 ingressi) e Lec-co (+1.240). Tuttavia, nei primitre mesi dell’anno scorso, i nuo-vi ingressi furono 19.550: il caloquindi, per quanto riguarda questo inizio del 2020, è del 7%

rispetto all’analogo periodo. Suquesta dinamica incide princi-palmente la provincia di Lecco.

Infatti le previsioni di nuoviingressi in questi tre mesi sonopari a 12.330 per il Comasco, contro i 12.050 rilevati nel peri-odo gennaio – marzo del 2019. Si tratta quindi di una sostan-ziale stabilità. Una situazione ben diversa si rileva a Lecco, dove dai 7.500 nuovi posti di la-voro di dodici mesi fa si è passa-ti agli attuali 5.930.

Sempre secondo la stimaExcelsior, introdurrà nuovo

A Como in arrivo12.330 assunzioniPiù contratti stabiliLavoro. Le previsioni relative ai primi tre mesi dell’annoindicano un lieve calo degli ingressi in provincia di ComoAumentano i laureati, il 40,9% a tempo indeterminato

La scheda

Prevalgonoi profilimedio-bassi

Le assunzioni nei prossimi tre mesiOrientamenti delle imprese sulle entrate di personale per il settore industria nel 1° trimestre 2020

Manifatturiero Commercio Atri servizi TOTALECostruzioni Turismo

3.210

2.790

810

58.500

1.590

820

350

39.150

4.220

1.360

730

115.010

12.300

5.930

2.920

264.130

750

360

340

20.970

2.570

610

690

30.500

COMO

LECCO

SONDRIO

LOMBARDIA

Il dato si riferisce al totale delle assunzioni (comprese le assunzioni stagionali) Fonte: Unioncamere - ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2019

I cuochi restano tra i profili professionali con più mercato

personale il 22% del totale del-le imprese con almeno un di-pendente, mentre a Lecco la quota è del 20,2%. Tornando aidati aggregati del territorio la-riano, il 38,9% delle entrate si concentrerà nel comparto in-dustriale: si tratta di 7.100 nuo-vi contratti (+38,9% rispetto al periodo ottobre-dicembre), di cui 1.110 riguarderanno il setto-re delle costruzioni (+37%). Ri-spetto al 4° trimestre 2019 di-minuisce la quota di nuovi in-gressi nel terziario (dal 64,1% al61,1%). In particolare, le nuove assunzioni previste saranno 2.410 nel commercio (con una crescita del 10% rispetto al pe-riodo ottobre-dicembre), 3.180nel turismo (+71,9%) e 5.580 negli altri servizi (+10,1%).

La tipologia

Guardando alla tipologia con-trattuale, nel mese di gennaio 2020, sulle 7.920 assunzioni programmate dalle imprese la-riane, la quota con contratto a tempo indeterminato sale al 40,9% (a ottobre era del 28,8%). Cala di oltre quattro punti percentuali la quota dei contratti di apprendistato (dal 10,6% al 6,4%). Prosegue la di-minuzione dei contratti a tem-po determinato (dal 56,2% di tre mesi fa al 52% attuale).

A Como, la maggioranza deinuovi ingressi previsti a tempoindeterminato si concentra nelmanifatturiero e nelle costru-zioni (rispettivamente con il 46% e il 79% delle assunzioni totali di quei settori); viceversa,il terziario vede una netta pre-valenza di contratti a tempo determinato. A Lecco, invece, ilcomparto con la più altra quotadi assunzioni a tempo indeter-minato è quello dei servizi alle imprese (dove i 3/4 dei nuovi ingressi previsti sarà con que-sta tipologia di contratto), se-guito dal manifatturiero (62%)e dalle costruzioni (58%); il tempo determinato è maggior-mente utilizzato nel turismo (70%) e nei servizi alle persone(67%).

Le competenze

Rispetto al mese di ottobre, a gennaio continua a salire la quota di entrate destinate a personale laureato (dal 16,2%, al 16,8%). La percentuale del territorio lariano rimane co-munque inferiore alla media regionale (che sale dal 18,5% al 21,8%) e a quella nazionale (chepassa dal 15% al 18,3%). Dimi-nuisce infine la quota di ingres-si riservati a giovani con meno di 29 anni (dal 33% di ottobre al28,4% di gennaio).

Tra profili maggiormente richie-

sti sia dalle imprese comasche

che da quelle lecchesi spiccano

soprattutto figure a media e

bassa specializzazione. Per

Como, infatti, sono ricercati

maggiormente “tecnici delle

vendite e del marketing e della

distribuzione commerciale” (500

ingressi), “cuochi, camerieri e

altre professioni dei servizi

turistici” (490 persone), “com-

messi e altro personale qualifi-

cato” (290). Per quanto riguarda

invece l’area lecchese, si ricerca-

no soprattutto “operai nelle

attività metalmeccaniche ed

elettromeccaniche” (620 perso-

ne), “tecnici delle vendite e del

marketing e della distribuzione

commerciale” (290), “tecnici in

campo informatico, ingegneristi-

co e della produzione” (180).

Le imprese lecchesi continuano

ad evidenziare maggiori difficol-

tà rispetto a quelle comasche a

trovare il personale di cui neces-

sitano (38,1% contro 36,3%).

L'INTERVISTA SALVATORE MONTEDURO.

Il segretario generale della Uil del Lario analizza i principali trend emersi dal rapporto Excelsior

«Un mercato del lavoro in sofferenza»

Idati Excelsior vanno letti conattenzione e parlano chiaro:non c’è nessuna ripresa delmercato occupazionale sul

territorio lariano, anzi siamo difronte ad una flessione”. Que-sta è l’analisi di Salvatore Mon-teduro, segretario generale del-la Uil del Lario, dopo la diffu-sione del report della Cameradi commercio.

Le previsioni di nuovi ingressi au-

mentano rispetto all’ultimo trime-

stre del 2019. Non si tratta di un

dato positivo?

Non ritengo che sia correttoconfrontare i primi tre mesi del2020 con gli ultimi dello scorsoanno, anche perché le dinami-che del mercato del lavoro ri-sentono della stagionalità. Semettiamo a confronto i numeridiffusi ieri con quelli relativi alprimo trimestre del 2019 sco-priamo che l’area lariana soffre.

Ci sono differenze tra il territorio

di Como e quello di Lecco?

Il calo complessivo di nuoviingressi è significativo: dai19.550 del 2019 ai 18.260 di que-st’anno. A Como la situazionerisulta stabile e non possiamocerto parlare di un progresso.A Lecco, invece, ci troviamodavanti ad un drastico peggio-ramento.

Come spiega questa situazione?

La contrazione del numero diassunzioni previste nell’area

lecchese è dovuta all’andamen-to del settore metalmeccanico.La contrazione degli ordini hachiari effetti anche sulle previ-sioni di assunzione, a differen-za di quanto accade a Comodove la flessione industriale ècomunque compensata dal tu-rismo. Tuttavia, è necessariofare attenzione anche perquanto riguarda la situazionecomasca: infatti nei servizicontinua a prevalere un’occu-pazione di qualità bassa, con

contratti part time e a tempodeterminato.

Cosa dicono quindi questi dati?

Non siamo ancora usciti da unasituazione di difficoltà che sista ormai trascinando da diver-si anni. Inoltre, anche ultima-mente, l’andamento delle no-stre imprese è fortemente in-fluenzato da dinamiche inter-nazionali. Da un lato ha pesatodecisamente il rallentamentodella Germania, che rappresen-ta il principale partner com-merciale per quanto riguardai nostri territori. Dall’altro lato,le turbolenze sui mercati, do-vute alle posizioni di Stati Unitie Cina, pesano anche sull’Unio-ne europea. Ora ci auguriamoche, dopo l’accordo raggiunto

tra i due big mondiali, anchel’Ue possa godere di effetti po-sitivi. Ma dobbiamo restareprudenti, anche perché non co-nosciamo ancora quali sarannogli effetti della Brexit. In questocontesto, credo sia fondamen-tale rafforzare la domanda in-terna, ad esempio attraverso iltaglio del cuneo fiscale. G. Lom.

Salvatore Monteduro

Economia

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46LA PROVINCIA

VENERDÌ 24 GENNAIO 2020

quegli anni oltre a riprendere ilcatalogo della mostra, curata da Piero Deggiovanni e intro-dotta da Flaminio Gualdoni, al-la Galleria civica di Modena nel1994.

sione. Tra questi c’è Ico Parisi, reduce dalla guerra che in pas-sato ha lavorato con Giuseppe Terragni a Como e ha creato il gruppo Alta Quota.

Con lui c’è sempre la moglieLuisa Aiani, che è stata allieva di Ponti al Politecnico, e insie-me, allo studio La Ruota fonda-to nel 1948 nella città del Lario,disegnano mobili e interni, rea-lizzano pezzi iconici di design, con la complicità delle aziende brianzole, ma anche opere d’ar-te e dettano il nuovo gusto mo-derno.

La pubblicazione, curata daPaolo Donà, è uscita in occasio-ne della mostra itinerante “Vi-vere alla Ponti”, tenuta di re-cente nelle sale del ridotto del Teatro Sociale di Como per ini-ziativa di Ance(Associazione dei costruttori edili) e Società dei palchettisti. Stefania Briccola

A tale istituzione Ico Parisi(Palermo 1916-Como 1996) ar-tista poliedrico, designer, ar-chitetto e utopista ha donato un nucleo di oltre quaranta let-tere, conservate nella “Raccol-ta del Disegno”, delle centodie-ci scritte da Gio Ponti (Milano 1891- 1979) nell’arco di quattro decenni. Da questi fogli emergeun ambiente culturale, una chi-mica delle idee, un’ alchimia di azioni di uomini di altri tempi che riuscivano a sognare ad oc-chi aperti. Gio Ponti è il prota-gonista della nuova architettu-ra, lavora sempre e progetta dalcucchiaio alla città. Ha fondatonel 1928 la rivista “Domus”, ha firmato il palazzo Montecatini a Milano, il grattacielo Pirelli (1958), ville, arredi, pezzi di de-sign, posate e perfino tessuti. I giovani non fanno mistero di guardare a lui come ad un mae-stro e fuoriclasse della profes-

altri che sono accompagnati dagli inconfondibili profili di donna e dalle mani delineate inogni posa come esercizi di stile.

Il volume “Lettere ai Parisidi Gio Ponti”, rieditato da No-dolibri, promosso da Ance-Co-mo e dalla Società dei Palchet-tisti del Teatro Sociale , offre unsaggio della civiltà della corri-spondenza e l’affresco di un’amicizia scandito da parole e disegni.

Le missive raccolte sono sta-te inviate dall’architetto mila-nese nel periodo che va dal 1954 al 1967 e sintetizzano la sua ricerca poetica e formale di

missiva il vulcanico architetto milanese incastona nella gri-glia di linee del suo disegno la poltrona uovo e le parole di am-mirazione per i colleghi Ico e Luisa Parisi che l’hanno realiz-zata: «Siete maestri, a me non resta che ritirarmi a vivere nel-l’oblio a Civate».

Poi ci sono gli intriganti bi-glietti d’auguri, tra cui uno che riporta un surreale uovo di Pa-squa da fare invidia a Fabergé, isemplici pensieri di vicinanza ei saluti, come quelli, che fuorie-scono da una ruota (guarda ca-so), a Luisa soroptimista, vice-presidentessa e a Ico leone, e

La riedizione

New York, 6 ottobre 1960. Gio Ponti entra nell’al-bergo Dorset e vede il tavolo mensola di Ico Parisi. Una me-raviglia sostenuta da esili gam-be, simili a zampette, che è or-mai un pezzo storico del designitaliano realizzato nel 1947 in Brianza e anni dopo negli Stati Uniti.

Al papà del Pirellone vieneun tuffo al cuore e scrive una lettera all’amico comasco, in cui immortala il “bel mobile”, che termina così: «La tua gloriacome il mondo». In un’altra

Caro Ico, tuo Gio Ponti“Lettere” dalla creatività

“Lettere ai Parisi”

Cultura

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Corriere di Como Venerdì 24 Gennaio 2020 3

Primo piano La città del futuro

Uffici pubblici nell’ex caserma De Cristoforis«Opportunità strategica per Como e i comaschi»Il plauso alla proposta del Demanio dal presidente di Ance e dal noto architetto

Da caserma militare a “Fe -deral building”, la locuzioneche negli Stati Uniti indicaun edificio in cui sono con-centrati più uffici della pub-blica amministrazione.

La possibile destinazionedella De Cristoforis di piazza-le Monte Santo, fino al 1996casa del Battaglione Como,smantellato con la fine dellaleva obbligatoria, è tornata airrompere nel dibattito cit-tadino. L’Agenzia del Dema-nio, come ha spiegato il sin-daco Mario Landriscina aEtv, procede nel progetto diospitare nell’ex caserma, og-gi centro documentale, alcu-ni uffici ora nel centro città,ovvero Prefettura, Direzioneterritoriale del Lavoro, Ar-chivio di Stato, Agenzia delleEntrate, Commissione tri-butaria provinciale, Provve-ditorato agli studi e perfinola Questura, che si trovereb-be così a pochi metri dal co-mando dei carabinieri.

«Un’opportunità per Co-mo» secondo il presidente diAnce Como, Francesco Molte-ni. «Una zona dedicata agliuffici pubblici, ben collegatacon la viabilità, e che assorbail movimento dell’utenza,porta sicuramente benefici.Tutta la zona andrebbe a ri-vitalizzarsi con una serie diservizi alle persone, compre-si bar e ristoranti. Verrebbe a

crearsi un nuovo quartiere».Il presidente degli edili vedenel progetto, pur complesso,una delle poche vie possibiliper riqualificare l’ex caser-ma. «Pensare a destinazionidiverse per un simile edificiosarebbe complicato - dice - Sesi vuole, Como ha una grandefortuna, ovvero che le grandiaree da riqualificare sonopubbliche. Se Stato, Comunee Regione si muovono conuna visione amministrativa,

il risultato può essere anchemigliore dell’azione di priva-ti su aree private».

Molteni pensa anche agliedifici che verrebbero libera-ti dai servizi. «Si tratta di pa-lazzi significativi nel cuoredella città - dice il presidentedi Ance - Ognuno con sue ca-ratteristiche. Oggi Como,nelle sue ricollocazioni incentro, ha aperto al turismoe ai servizi dedicati. Si dovràtenerne conto anche per gli

spazi lasciati liberi».La possibilità di dare una

nuova vita alla caserma affa-scina anche il noto architet-to Joseph Di Pasquale.

«La funzione pubblica diun’area crea frequentazione -spiega l’architetto - Questonon è però che l’innesco perriqualificare il quartiere, poici vuole la paglia intorno, af-finché il fuoco prenda nel mo-do giusto. In due parole, ser-vono pianificazione e strate-

gia. Si deve pensare a quelliche frequentano gli uffici ealle loro esigenze. Creare di-namiche autopropulsive. Lastrategia può nascere anchedall’idea di come ristruttu-rare la caserma. Si vuolemantenerne le caratteristi-che di edificio chiuso? Oppu-re aprirla verso il contestoesterno? In ogni caso, la spin-ta per la città sarà sicura-mente positiva».

Paolo Annoni

I quattro grandi edifici che compongono l’ex Caserma De Cristoforis di piazzale Monte Santo a Como La Prefettura attualmente si trova in via Volta, in centro storico

Le opinioni Effetti positivi sulla viabilità e su chi lavora negli ufficiLe riflessioni sul “Federal building” del presidente dell’Acus e del sindacalista

L’avvocato Mario Lavatel-li, con la sua Acus, Associa-zione civica utenti dellastrada, vorrebbe già appro-fondire alcune questionipratiche sulla questione“Federal Building” nell’exCaserma De Cristoforis.

«Accentrare i servizi vabene sotto vari profili. Unodi questi è togliere auto dalcentro - dice Lavatelli -Servirà trovare un’intesafra tutti gli attori coinvol-ti. Per il parcheggio, si po-trebbe aprire l’ampio piaz-zale interno e creare uncollegamento con il Val-mulini. Sono soluzioni daapprofondire nel Piano deltraffico comunale. Nelleprossime settimane do-vrebbe proprio esserci unincontro». Riguardo la de-stinazione degli spazi, oggioccupati da Questura, Pre-fettura o Archivio di Sta-to, Lavatelli è tranciante.«Pensate solo al risparmioche gli enti avrebbero gra-zie all’accentramento inun unico edificio, anche so-lo per l’affitto? Si tratta diun’ipotesi da non sottova-lutare. Lo stesso deve av-venire con il completa-mento del trasferimento diservizi nell’ex Sant’Anna o

con l’ipotesi di destinazio-ne del San Martino a poloscolastico. Chi è contro aqueste ipotesi dovrebbeanche essere in grado di da-re motivazioni oggettive».

Pensiero condiviso an-che da Vincenzo Falanga,sindacalista della Uil Fun-zione pubblica del Lario,che vede la questione an-che dal punto di vista di chilavora negli uffici.

«Dobbiamo dare perscontato che l’ex Casermanella riqualificazione avràtutti gli accorgimenti tec-nici e strutturali per il be-nessere di chi lavora - diceFalanga - Ma per il resto,credo che strutturare deipoli, in cui il cittadino puòricevere più servizi pubbli-ci, sia solo positivo e da at-tuare. La valenza è dupli-ce, si valorizza un quartie-re con una mission precisae si migliora la vita dei cit-tadini. Ricordo che nel 2009avevamo già analizzato ibenefici del trasferimentodi una serie di edifici pub-blici nell’ex Sant’Anna. Illuogo è diverso, ma la so-stanza non cambia. Anchel’ex caserma potrebbe poiutilizzare l’autosilo Val-mulini».

L’autosiloIl collegamentocon il parcheggiomultipianodella Valmuliniviene consideratostrategicosia per i servizinell’ex Sant’Annasia per quelli che siandrebbero a insediarenell’ex casermaDe Cristoforis

Il libro

“Filologia dell’anfibio”, il diario di naja di Michele MariMichele Mari, figlio del designer eartista Enzo Mari, è ordinario diLetteratura Italiana all’UniversitàStatale di Milano. Apprezzato filologodi caratura europea, poeta scrittore etraduttore, ha svolto il militare aComo alla De Cristoforis e nel 1995rievocò la naja nel suo romanzoFilologia dell’anfibio. Diario militareedito da Bompiani e poi da Laterzanel 2009 ora tornato in libreria. Nelvolume Mari racconta nella cornice diuna caserma chiamata “Gaetano DeCordevolis” di un ragazzo fresco di

laurea (appunto in filologia) chedescrive con precisione maniacale ifatti piccoli e grandi della suaesperienza di soldato semplice aComo, dai servizi armati alle libereuscite sul lungolago alle corvée incucina, con tanto di disegni a matita.Non mancano gli episodi di nonnismo.Il volume è stato appena ripropostoda Einaudi, editore presso il qualeMari ha anche firmato la prefazioneal volume dei “Millenni” Einaudidedicato agli Elogi degli uomini illustridel comasco Paolo Giovio.

Michele Mari

Francesco Molteni

Joseph Di Pasquale

Mario Lavatelli

Vincenzo Falanga

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Corriere di Como Venerdì 24 Gennaio 2020 5

Iniziative

Settemila volumidella Collezione Bortonealla Statale di Milano

Memorie lariane alla Stata-le. Il Centro Apice (Archividella Parola, dell’immaginee della comunicazione edito-riale) dell’Università degliStudi di Milano ha recente-mente acquisito un nuovoimportante fondo: si trattadella Collezione BortoneBertagnolli, che, con oltre7mila volumi, costituisceuna testimonianza essenzia-le della storia della lettera-tura, della cultura e della

produzione editoriale del No-vecento italiano.

Il fondo si deve ad Alessan-dro Bortone (Roma, 10 marzo1933 - Milano, 5 marzo 2014),già redattore dell’Enciclope -dia Tuttitalia e del DizionarioBiografico degli Italiani dellaTreccani, che fu carismaticodirettore della Biblioteca diComo dal 1962-84. La struttu-ra lariana, oggi intitolata aPaolo Borsellino, martiredella lotta alla mafia, con

Bortone visse un ventenniod’oro. Bortone realizzò il“Soggettario della Bibliote-ca”, che presentava il patri-monio della Biblioteca ap-punto per “soggetti”. Nellacollezione oltre ai più famosiautori italiani del Novecentofigurano anche autori ingiu-stamente considerati minorima di alto valore letterario.Di ogni autore sono raccoltele principali opere letterarie,tutte in ottime condizioni.

CRONACA

La biblioteca civica dove Bortone lavorò fino al 1984

Statale Regina, Confcommercio contro i sindaci«Le limitazioni proposte un danno per le imprese»È scontro aperto in vista della decisione finale che sarà presa dalla Prefettura

~CiceriCosì com’èstrutturatala propostaavrebbe graviripercussionisulle attivitàdella zona

Confcommercio contro Comu-ni. La proposta di irrigidire il piùpossibile le limitazioni al tran-sito dei mezzi pesanti sulla Re-gina da marzo a novembre hascatenato ieri la dura reazionedell’associazione di via Ballari-ni che in un lungo comunicatostampa non ha risparmiato cri-tiche. «Comprendiamo le legit-time necessità di residenti ependolari - dice Roberto Cassani,presidente degli albergatori co-maschi - ma riteniamo che que-sto provvedimento danneggi ec-cessivamente le strutture ricet-tive della zona».

Secondo il presidente di Con-fcommercio Como, Giovanni Ci-ceri, «i Comuni delle zone inte-ressate dall’ordinanza, così co-me tutta la Provincia di Como,vivono di commercio e di turi-smo, e per questo è necessariotutelarli. Così com’è struttura-ta la proposta da presentare alprefetto di Como, Ignazio Coccia,avrebbe delle gravi ripercussio-ni sulle attività della zona».

Ma che cosa chiedono i sindacidel Centrolago? In buona so-stanza, il divieto di transito pergli autoarticolati dalle 6 alle 22 el’applicazione rigida delle fasceorarie per i mezzi di lunghezzasuperiore ai 9 metri.

Anche i bus turistici - che nor-malmente misurano 12,5 metri -dovrebbero quindi, secondo laproposta dei sindaci, viaggiarein direzione Nord dalle 6 alle 14 ein direzione Sud dalle 14 alle 19.

Matteo Valdè, imprenditore diLenno e consigliere di Confcom-mercio Como, è il portavoce del-l’associazione al tavolo prefetti-zio sulla Regina. «La proposta -dice - sarebbe un colpo mortaleper tutto il tessuto economico eproduttivo locale, già seriamen-te messo alla prova dalle diffi-coltà logistiche che impattanosoprattutto su chi lavora, oltreche dalla contingente situazio-

ne di mercato. Gli investimentiin infrastrutture hanno sempreun enorme impatto positivo sul-le aree dove queste vengono rea-lizzate. Le limitazioni hanno in-vece, nel breve periodo, un effet-to altamente destabilizzante».

Molto forte il tono della parteconclusiva del comunicato diConfcommercio: «così cometeorizzata - si legge nel testo - laproposta dei sindaci sembraquasi una “sparata” per trattarepoi al ribasso ulteriori limita-zioni. Spiace, perché il tavoloprefettizio non dovrebbe esserevisto come un mercato, ma co-me un momento di confronto ci-vile durante il quale tutti porta-no il loro contributo».

La polemicaIn attesa dellavariante, chepotrebbe esserecompletata nel 2026,si rinfocolanocome ogni annole polemiche legateall’o rd i n a n z aprefettizia cheregolamenta il trafficopesante lungola statale Regina tramarzo e novembre

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11LA PROVINCIA

SABATO 25 GENNAIO 2020

un accordo. Ma non è un discor-so soltanto di export. Il dato ci-tato come decisamente preoc-cupante è quello del commer-cio: lì c’entra la domanda inter-na.

Gli ammortizzatori socialihanno riguardato 2.800 lavora-tori nel territorio, tuttavia c’è unallarme speciale. Quello «per glioltre 1.000 lavoratori in cassa integrazione straordinaria nel-le due province – osserva Mon-teduro – e per i possibili risvoltinegativi occupazionali che po-trebbero derivare; un ammor-tizzatore rivolto alle aziende che devono affrontare situazio-ni di crisi o di riorganizzazione econseguentemente con proble-matiche più strutturali». M. Lua.

pazione. Osserva il segretario generale della Uil del Lario Sal-vatore Monteduro: «L’anno 2018 si era concluso con una di-minuzione della richiesta di oredi cassa integrazione rispetto all’anno 2017 e ciò faceva ben sperare per il 2019, ma così non è stato. L’anno appena conclusoha nuovamente fatto percepire la difficile e complessa situazio-ne economica che è presente sui nostri territori».

Il fattore chiave in questo ri-sultato è stato il rallentamento della domanda estera, Germa-nia in testa. Il primo mercato per il Lario ha trasmesso l’effet-to delle proprie esitazioni. Ha pesato anche la guerra com-merciale tra Stati Uniti e Cina, solo nei giorni scorsi placata da

di cassa qui sono diminuite ri-spettivamente del 34,2% e del 41%. L’industria invece soffre inentrambe le province con un +26,1% e 37,8%. L’artigianato mostra una situazione stabile nelle aziende comasche, dove non si riscontrano variazioni, probabilmente grazie all’aiuto del turismo; mentre a Lecco le richieste arretrano addirittura del 100%. Il commercio infine mostra rispettivamente un +173,3% e un +75.900,0%.

Passando dalle percentualialle unità, e alle persone, il nu-mero di lavoratori in cassa inte-grazione nel 2019, in provincia di Como è pari a 1.904 (+ 381 ri-spetto al 2018), a Lecco 982 (+246). Ecco perché il sindacatomanifesta la propria preoccu-

straordinaria, con ciò che com-porta: significa ristrutturazioni,ferite pesanti. A Lecco scende del 28%, a Como sale del 75,1%. Il tessile comasco paga un prez-zo più alto del 18,6%, quello lec-chese invece cala del 26,9% ne-gli ammortizzatori sociali. Ma ilmondo metalmeccanico vede un +30% a Como, un +125% a Lecco. L’industria e il commer-cio sono particolarmente feriti. Invece, l’edilizia ha mostrato una ripresa: infatti le richieste

province. Il dodicesimo rappor-to della Uil del Lario rileva in-fatti lo scorso anno una ripresa delle richieste di ore di cassa in-tegrazione da parte delle im-prese. A Como +25%, a Lecco +33,3%: quindi anche sopra la media lombarda (+17,2%) e ita-liana (20,2%).

In realtà quella ordinaria ècresciuta solo del 4,5% nelle im-prese comasche, del 125,3% in quelle lecchesi. La differenza drammatica si vede però nella

Il rapporto La Uil del Lario

mette a fuoco

la situazione

occupazionale

Dal verdetto della cas-sa integrazione la conferma: il 2019 è stato all’insegna del ral-lentamento del lavoro. E se il tessile ha continuato a fare fati-ca a Como, il settore metalmec-canico piange in entrambe le

Cresce la cassa integrazioneAllarme per mille lavoratori

Economia

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12 EconomiaLA PROVINCIA

SABATO 25 GENNAIO 2020

Focus sul lusso

ImmobiliarePrima agenziaExclusive

È stata aperta lo scorso settem-bre, in piazza Cavour, la prima agenzia Exclusive sul territorio dedicata agli immobili di pregio del valore superiore a un milione di euro. Un’iniziativa arrivata sul Lario sull’onda dei positivi risul-

tati raccolti su quattro piazze co-

me Milano, Padova, Roma e Tori-

no.

La categoria Exclusive rappre-senta il segmento più alto del mercato immobiliare italiano e internazionale e identifica le re-

sidenze pregiate in base ad alcu-ne caratteristiche come il canone di locazione annua della zona, la tipologia architettonica, il valore al metro quadro e la localizzazio-

ne geografica da correlare al con-

testo italiano o estero. Tutti fat-

tori che hanno concorso alla scel-ta del territorio lariano dove si registrano buone dinamiche di crescita che potranno proseguire in prospettiva.

L’andamento del mercato immo-

biliare residenziale a Como, se-

condo un focus ad hoc curato dal-la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, presenta infatti una evoluzione positiva. A Como città, di recente, la dinamica del-

le compravendite è stata più vi-gorosa della media dell’Italia, con una crescita sostenuta nel primo trimestre 2019 e nell’ulti-

mo trimestre del 2018 (rispetti-

vamente +19% anno su anno e

+24%).

Nel capoluogo lariano le compra-

vendite hanno progressivamen-te recuperato rispetto ai minimi toccati nel 2013 tanto da risalire sopra i livelli del 2011. In detta-glio, a Como nel 2018 il numero di compravendite è risultato più al-

to del 4,4% rispetto al 2011. An-che nel resto della provincia le compravendite hanno recupera-to, tornando sullo stesso livello del 2011, in linea con quanto regi-

strato dalla media nazionale.

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16LA PROVINCIA

SABATO 25 GENNAIO 2020

Focus Casa Il trend delle compravendite

COMO

SIMONE CASIRAGHI

Un mercato immobilia-re in deciso fermento quello chefotografano due centri di ricercadel settore. Bene a livello nazio-nale (+4,3% le compravendite nel2019). Ma anche Como non restaindietro rispetto a questo trend:i tempi di di vendita sono moltoveloci, segno che anche i prezzi,pur non crescendo troppo nel-l’ultimo anno, si sono sostanzial-mente allineati ai reali valori dimercato. E in questo caso, quan-do si verifica questo riscontro, itempi delle trattative sono effet-tivamente molto più veloci, 110-120 giorni al massimo.

Intanto, a livello nazionale lecompravendite immobiliari resi-denziali nelle città italiane capo-luogo di provincia e relativi co-muni minori sono cresciuti in media del 4,3% nel 2019 rispettoal 2018. I principali risultati del-l’indagine realizzata dall’ufficiostudi nazionale Fimaa (Federa-zione italiana mediatori agenti

d’affari) aderente a Confcom-mercio, segnalano anche che l’an-damento delle compravendite edei prezzi degli immobili non vaancora di pari passo: «il dato me-dio nazionale segna un leggero calo dello 0,4% con valori comun-que orientati verso la stabilità».

I primi valori delle case

Nello specifico, i capoluoghi di provincia medi (con una popola-zione tra i 100mila e 300mila abi-tanti) «segnano la migliore per-

formance per quanto riguarda gliscambi (+4,8%), seguiti dai capo-luoghi grandi (più di 300mila abi-tanti) e da quelli piccoli (meno di100mila abitanti) rispettivamen-te con il +4,1%», prosegue lo stu-dio. Nel Nord Italia, segnala poiFimaa-Confcommercio, il nu-mero medio delle compravenditeregistra quasi un +5% rispetto al2018. Nel 2019, in termini medi,la quota maggiore di apparta-menti nuovi acquistati sul totaledelle vendite si è realizzata però

nel Centro Italia (6,9%). Il rap-porto Fimaa-Confcommercio traccia anche le previsioni sul mercato 2020. Secondo gli agentiimmobiliari interpellati le com-pravendite continueranno la cre-scita manifestata nel 2019, men-tre prezzi, tempi e sconto sul prezzo saranno stabili.

Tornando invece al mercatoimmobiliare locale, questo con-ferma un certo dinamismo, in particolare dentro la Città Mura-ta e nel quartiere Borghi, i tempidi vendita sono più veloci quandoil prezzo è in linea con il valore dell’immobile. L’ultima analisi del centro studi i Tecnocasa, in-fatti, rileva che dentro le Mura,negli ultimi tempi, diversi pro-fessionisti hanno acquistato ap-partamenti di ampie dimensionida destinare ad uso ufficio (quasisempre piani bassi o primi piani).

Le case vacanza fanno trend

Non mancano mai, in questo trend, il classico fenomeno di chiacquista per realizzare casa va-canza o B&B, mettendo così a reddito l’investimento appena sostenuto. Il valore dell’investi-menot, in questi casi, è in mediaintorno ai 250 mila euro.

Non è sempre facile trovaretagli di ampia dimensione. I prez-zi medi all’interno della città mu-rata sono di 3.000 euro al mq conpunte di 5.000 euro al mq per ilnuovo. Sulla prima casa si muo-vono, quasi sempre, persone giàresidenti e che desiderano realiz-zare acquisti migliorativi. CittàMurata, ormai quasi completa-mente riqualificata, centro stori-co della città, è caratterizzato daaree pedonali e negozi e in questearee acquistare un buon usato significa spendere intorno a 2.000 euro al mq.

Fuori dalla città murata, nelquartiere Borghi, una soluzione

abitativa in buono stato, si scam-bia a 2.000-2.500 euro al mq. Pre-valgono le soluzioni degli anni ’60. Sono in corso diversi inter-venti di abbattimento e riqualifi-cazione di ex fabbriche dismesseacquistabili a 3.500 euro al mq.

Prezzi stabili anche nelle zoneperiferiche di Albate, Lora, Mug-giò e Trecallo. Qui le transazionicoinvolgono principalmente le prime case. L’arrivo della Pede-montana, che ha migliorato i col-legamenti con Lugano, secondoil report Tecnocasa non ha al mo-mento ancora avuto effetti sui prezzi né sulle dinamiche del mercato immobiliare.

La periferia ha nuovi prezzi

Anche ad Albate dove prevalgonole soluzioni degli anni ’60-’70 so-no in corso interventi di recuperocon la nascita di nuove costruzio-ni acquistabili a 2.000-2.200 eu-ro al mq. L’usato si scambia a prezzi medi di 1.000 euro al mq.Prezzi più bassi, 1.400 euro al mq,vengono invece segnalati a Lora,zona panoramica e collinare i cuivalori medi si aggirano intorno a1.300 euro al mq. Attivo il merca-to delle locazioni con richieste dilavoratori trasfertisti e di chi nonriesce ad acquistare.

Più dinamico ancora il merca-to degli affitti. Tornando dentrocittà murata, il canone di un bilo-cale è di 700 euro al mese, quellodi un trilocale è di 1.000 euro almese ed il contratto più utilizzatoè quello a canone libero, mentrenel quartiere Borghi i bilocali siaffittano a 500-600 euro al mese,i trilocali a 800 euro al mese. A Torno si possono acquistare so-luzioni indipendenti e ville di prestigio con vista lago a 3.000 euro al mq. A Cernobbio, infine,una soluzione usata con vista la-go tocca, in buono stato, 4.000 euro al mq.

il mercato che verrà

La crescita nazionaleIl ritmo delle vendite è del 4,3%

Il mercato immobiliare nazionale

resta in deciso fermento. In base

all’ultima fotografia scattata da

due centri di ricerca del settore,

l’andamento dei passaggi di pro-

prietà immobiliari ormai segna a

livello nazionale un ritmo del

+4,3% le compravendite nel 2019).

Como non resta indietroI prezzi allineati al mercato

Anche Como registra un certo di-

namismo : i tempi di di vendita so-

no molto veloci, segno che anche i

prezzi, pur non crescendo troppo,

si sono sostanzialmente allineati

ai reali valori di mercato.

Gli affitti marcianoLocazioni ancora in crescita

Più dinamico ancora il mercato si

presenta il mercato degli affitti.

Guardando a dentro la città mura-

ta, il canone di un bilocale è di 700

euro al mese, quello di un trilocale

è di 1.000 euro al mese

4,3%IL RITMO DELLE COMPRAVENDITE

Si confermaanche a Comoun mercatomolto dinamico

Casa, le venditesono più velociPrezzi ancora fermiIl mercato a Como. Resta molto attiva la dinamica

immobiliare in provincia per i passaggi di proprietà

I valori degli immobili sono più coerenti con la realtà

5.000CASA DENTRO LE MURA

Ormai stabilii valori anchenella zonadel centro storico

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Como 23LA PROVINCIA SABATO 25 GENNAIO 2020

NICOLA NENCI

Qualcosa di clamoro-so si muove sul tema della pi-scina di Muggiò. Un progettoda 7 milioni di euro è arrivatosul tavolo della giunta comu-nale. Progetto protocollato esul quale adesso la giunta stes-sa sarà chiamata a dare un pa-rere entro 90 giorni. In teoria,un progetto slegato dalla con-tingenza della piscina chiusa,della città furiosa, degli atletifuori a protestare. O forse no.Perché invece potrebbe ancheaiutare a risolvere, almeno inparte, la situazione attuale.

Ma partiamo dall’inizio. Se-condo indiscrezioni molto ac-creditate, all’inizio di questasettimana si è fatto avanti ungruppo interessato a un pro-getto di riqualificazione dellapiscina di Muggiò. Un mega La piscina olimpionica di Muggiò, ancora chiusa BUTTI

Progetto da 7 milioni per rifare la piscinaL’indiscrezione. Nessi & Maiocchi presenta in Comune un piano per riqualificare totalmente l’impianto di Muggiò

Documento protocollato e arrivato in giunta: adesso Palazzo Cernezzi si deve esprimere entro novanta giorni

progetto dal costo di 6-7 milio-ni, sul quale in una seconda fa-se il Comune dovrebbe accen-dere un mutuo. Lo strumentoè quello del “ project finan-cing”, ossia (per utilizzarel’espressione impiegata dal le-gislatore) la realizzazione diopere pubbliche senza onerifinanziari immediati per lapubblica amministrazione.Una strategia di collaborazio-ne pubblico-privato con cui sistanno costruendo gli impian-ti adesso in Italia. Chi è il grup-po interessato? Nessi & Ma-iocchi, che tra l’altro è l’impre-sa che si occupò alla fine deglianni Settanta di costruire lapiscina in questione. E dunqueconosce vita morte e miracolidella struttura. Un vantaggio.

Svolta possibile

Perché questo progetto po-trebbe sbloccare la situazioneanche contingente? Perché laCpv, cioè la Comissione di vigi-lanza chiamata a dare il nullaosta alla riapertura (probabil-mente parziale, cioè senzaspalti, e temporanea), potreb-be dare il via libera in presenzadi un grande progetto che san-cisse l’effettiva temporaneitàdella riapertura. Perché, par-liamoci chiaro: qui ogni voltasi è corso dietro all’intoppo diturno, alla carta mancante, altubo che perdeva, come se lariapertura fosse appesa a un fi-lo. Ma la realtà è che la struttu-ra è fatiscente, in almeno quat-tro aree: la vasca, la struttura

portante, le vetrate e l’areazio-ne. Un impianto che senzaprogettualità, potrebbe anchenon riaprire mai più. Altro chederoghe.

Giornate decisive

Comunque: il progetto da 7milioni è arrivato in giunta lasera di giovedì. E adesso fatal-mente diventerà anche unaquestione politica, tra favore-voli e contrari. Una questioneche, sbaglieremo, somiglieràmolto a quello che succederàper lo stadio Sinigaglia, quan-do si decideranno di fare le co-se sul serio. Con la differenzache per lo stadio quasi sicura-mente la questione arriverà inconsiglio comunale, mentreper la piscina non è affatto det-to.

Come sarà la nuova piscinadi Muggiò? L’unica indiscre-zione è che potrebbe avere ad-dirittura tre vasche, di diversedimensioni. Il che consenti-rebbe di accontentare tutte lesocietà comasche che final-mente non avrebbero più l’in-cubo dell’alternanza e degli al-lenamenti a ore assurde.

Comunque sono giorni de-cisivi per l’impianto. Perché ledue vicende si legano: il pro-getto e l’agibilità nell’imme-diato. Anche in questo caso,una questione che somiglia aquella del Sinigaglia, che per lastagione 2020/21 avrà bisognodi un restiyling dettato dallenuove normative, di cui nessu-no si sta occupando.

n Sarebbeun’operarealizzatain projectfinancing

n Le prime indicazionisul nuovo impiantoTre vascheper gli atleti

L’esterno dell’impianto, inaugurato nel 1981 e costruito proprio da Nessi&Majocchi

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38LA PROVINCIA

SABATO 25 GENNAIO 2020

Hanno detto

Due fronticontrappostiTra il turismo e lo smog

«Chi vive e lavora sulla Regina è

stanco del caos quotidiano che si

genera nel tratto di Regina. La

lettera vuole essere un primo

passo per aprire un dialogo.

Abbiamo dato un segnale, tenendo

conto che la Regina dovrà

convivere anche con il cantiere

della variante

Roberto GreppiSINDACO DI SALA COMACINA

«Comprendiamo le legittime

necessità di residenti e pendolari,

ma riteniamo che questo

provvedimento danneggi le

strutture che operano in questa

zona».

Roberto CassaniPRESIDENTE ALBERGATORI

La proposta sarebbe un colpo

mortale per tutto il tessuto

economico e produttivo locale, già

seriamente messo alla prova dalle

difficoltà logistiche, che impattano

soprattutto su chi lavora e dalla

contingente situazione di mercato.

Matteo ValdèCONSIGLIERE CONFCOMMERCIO

TREMEZZINA

MARCO PALUMBO

«Mi sembra la più clas-sica delle crociate impossibili. Proibire il transito dei mezzi pe-santi e dei bus turistici porterà in dote un danno importante al territorio e non solo ad autotra-sportatori e albergatori. A que-sto punto che qualcuno ci dica come risalire la Regina».

Non usa giri Giorgio Colato,coordinatore nazionale della Federazione autotrasportatori italiani (Fai). La lettera dei sin-daci - Griante escluso - al prefet-to Ignazio Coccia ha reso ancorpiù compatto il fronte delle varieAssociazioni di categoria sul te-ma - oggi più che mai attuale - deitransiti lungo le quattro stretto-ie di Colonno, Sala Comacina, Spurano e Isola di Ossuccio.

Le fasce orarie

Fasce orarie blindate (fuori gio-co i mezzi con lunghezza supe-riore ai 9 metri) e stop alle dero-ghe automatiche sull’asse Arge-gno-Menaggio per veicoli adibi-ti al trasporto di merci e persone(questo il nodo clou del provve-dimento) non sono andate giù neppure alla Federazione degli Autotrasportatori Italiani che ora più che mai guarda a ciò che avverrà a Palazzo di Governo, con il nuovo e decisivo summit presieduto dal prefetto con tut-te le parti in causa sedute attor-no allo stesso tavolo. La frattura pare netta: associazioni di cate-goria da una parte, sindaci e cit-tadini (a cominciare dai resi-denti, molti dei quali da tempo Incrocio tra camion a Colonno con il blocco del traffico

Lago e Valli

Traffico sulla Regina, che guerraProtestano anche gli autotrasportiTremezzina. Dopo albergatori e commercianti interviene la categoria dei camionisti: «Errore»

Nel mirino le limitazioni chieste da sindaci e residenti. I 5Stelle: «Basta, utilizziamo di più il lago»

sulle barricate) dall’altra, con la politica che comincia a prende-re posizione.

E’ di ieri la nota del Movimen-to 5 Stelle in cui viene rimarcatala bontà dell’operato dei sindaci di Tremezzina, Argegno, Colon-no, Sala Comacina e Menaggio, in cui si legge che «la proposta diuno stop ai mezzi pesanti trova ilfavore del Movimento 5 Stelle, che si è sempre battuto per snel-lire il traffico veicolare e per in-centivare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici. L’ultima pa-rola spetterà al prefetto».

«E’ arrivato il momento ditrovare soluzioni concrete non soltanto per garantire tranquil-lità ai residenti, ma anche per cercare di limitare le code e l’in-quinamento», chiosa il consi-gliere regionale pentastellato Raffaele Erba. Dal Movimento5 stelle anche la proposta di «at-tivare un tavolo per studiare il progressivo spostamento di traffico dalla statale Regina al trasporto lacustre».

«Insomma se ho capito bene,l’idea per il futuro sarebbe quel-la di trasportare le merci via lagosu barche a remi o forse ripristi-nando i vecchi comballi, en-

trambi poco inquinanti - ironiz-za Giorgio Colato - Non è così che funziona. E’ chiaro che la Regina ha superato, quanto al traffico, il punto di non ritorno, ma dai diversi articoli pubblicatida “La Provincia”, con tanto di dati forniti dalle telecamere, mi sembra che il problema sia lega-to anche a picchi di transiti mai registrati sinora ovvero 20 mila veicoli in un solo giorno gran parte dei quali leggeri ed a situa-zioni contingenti, come i condu-centi di camper a noleggio, ad esempio, che si avventurano sulla Regina per raggiungere le varie località rivierasche».

Piazzole di sosta

E rilancia: «Dopodiché ogni ra-gionamento è bene accetto, a co-minciare da quello relativo alle piazzole di sosta per i Tir, da 20 anni oggetto di dibattito, ma sin qui rimaste sulla carta. Mi limitoa rimarcare che allo stato attuale- cito il caso del tratto al confine tra Colonno e Sala Comacina - con due Tir a bordo strada, il ter-zo non troverebbe più posto”. E’chiaro che qualcosa va fatto, an-che perché le strettoie di Colon-no e Sala - giovedì, con gli alber-ghi chiusi peraltro, se n’è avuto laconferma - non possono sop-portare un’altra stagione “gran-di numeri».

Anche per questo a Palazzo diGoverno andrà trovata una sin-tesi efficace, considerato che - lettera dei sindaci alla mano - le limitazioni dovrebbero prende-re il via il 1° marzo. Il tempo stringe, dunque.

n Il consigliereRaffaele Erba«Dobbiamoridurre codee inquinamento»

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Sabato 25 Gennaio 2020 Corriere di Como4

Como L’assessore all’Urbanistica vuole informare i consiglieri prima di portare il progetto alla fiera del Mipim di Cannes

Ticosa, il masterplan approda in II commissioneForza Italia resta però contraria allo spostamento del municipio nell’area di via Grandi

(da.c.) Il progetto della nuo-va Ticosa arriva in com-missione. Ma in maggio-ranza gli animi restano te-si. E Forza Italia non rinun-cia ancora una volta a pren-dere le distanze: «l’idea ditrasferire il municipio nel-l’area di via Grandi non èuna soluzione condivisa al-l’interno del centrodestra»,ha ribadito ieri il capogrup-po Enrico Cenetiempo.

Andiamo però con ordine.Iniziando dalla convocazio-ne ormai imminente dellaII commissione.

L’assessore Marco Butti,titolare della delega all’Ur -banistica, ha chiesto al pre-sidente Luca Biondidi riuni-re la commissione con al-l’ordine del giorno l’infor -mativa sul masterplan dellaTicosa.

Si tratterebbe di un attoche non prevede alcuna de-liberazione né alcun voto.Butti ha spiegato di volerdare ai consiglieri comuna-li qualche dettaglio in piùprima di portare il progettoal Mipim di Cannes, la fieradel mercato immobiliare inprogramma nella cittadinafrancese dal 10 al 13 marzoprossimi.

La richiesta dell’assesso -re Butti evidenzia almenodue punti significativi.

Primo: la giunta di Palaz-zo Cernezzi insiste nel por-tare avanti l’ipotesi di ri-qualificare la Ticosa realiz-zando un centro direzionalenel quale sia ricompreso ilnuovo municipio. Secondo:prima di avviare ulterioristudi di fattibilità, la giun-ta vuole capire se un simileprogetto abbia appetibilità

L’area della ex Ticosa dovrebbe essere bonificata del tutto nel giro di un anno e mezzoL’eventoL’appuntamentofrancese con ilmercato immobiliareè in programmadal 10 al 13 marzo

sul mercato immobiliare.Di qui la scelta di andare infiera a Cannes, cosa peral-tro già annunciata da tem-po. Sarà interessante ades-so capire con quale “dise -gno” il Comune si vogliapresentare al Mipim.

Il masterplan che l’asses -sore Butti presenterà incommissione dovrà gioco-forza avere qualche conte-nuto più concreto rispettoalle indicazioni generiche

CRONACA

sin qui apparse in modo di-sordinato.

«Lunedì prossimo sentiròi consiglieri e proporrò lorouna data - ha detto ieri ilpresidente della II commis-sione Luca Biondi - credoche ci riuniremo nel giro dipochi giorni. Personalmen-te avrei agito comunque inmodo diverso, vista la deli-catezza dell’argomento sa-rebbe forse stato megliopresentare una delibera diindirizzo per far votare iconsiglieri».

Luca Biondi

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Como 29LA PROVINCIA DOMENICA 26 GENNAIO 2020

Maiocchi svela le carte«Ecco il mio progettoper la nuova piscina»

L’ingresso della piscina di Muggiò, chiusa dallo scorso mese di luglio BUTTI

GISELLA RONCORONI

Tre piscine (una da 50 metri frazionabile in due, una da25 e, l’ultima da 10 metri), una struttura completamente nuo-va (dai soffitti agli impianti, pas-sando da tribune e spogliatoi) oltre alla manutenzione ordina-ria e straordinaria, realizzabili in un anno a cui se ne aggiunge-rebbe un altro per le procedure burocratiche. Il tutto a un costo,per il Comune di Como, di circa 7,5 milioni di euro da pagare (a partire dal collaudo) con una se-rie di rate nell’arco di vent’anni. La gestione dell’impianto, inve-ce, sarebbe in capo al Comune.

C’è anche Piscine Castiglioni

È questo, in estrema sintesi, il progetto per la riqualificazione della struttura di Muggiò depo-sitato in Comune dalla società comasca Nessi & Majocchi, con A &T Europe, società del gruppoPiscine Castiglione e Iccrea Le-asing e anticipato ieri da “La Provincia”. «Parliamo di una so-cietà numero uno al mondo nel campo delle piscine - spiega An-gelo Maiocchi - e il progetto verrebbe realizzato attraverso ilpartnernariato pubblico-priva-

La proposta. L’imprenditore vuole rifare l’impiantoCosto preventivato: 7,5 milioni da pagare in venti rateLa palla passa al Comune: novanta giorni per rispondere

to con locazione finanziaria, progettazione, riqualificazione, finanziamento nonché manu-tenzione per 20 anni. Un leasingimmobiliare in costruendo. Non è prevista la gestione poi-ché l’amministrazione, qualora decidesse di accogliere la propo-sta, la affiderebbe a chi riterrà più opportuno».

Il progetto, spiegaMaiocchi, prevede il completo rifaci-mento dell’involu-cro di oggi (dal tetto alle facciate in vetro coibentato) all’im-piantistica. Tre co-me detto le vasche. Prevista inoltre la diminuzione della profondità massima della vasca attuale che arriva a 4,5 metri (per consentire l’uti-lizzo per i sub) che, però, su un impianto di quelle dimensioni, fa schizzare i consumi alle stelle.Spazio anche per bar, un nego-zio, nuovi spogliatoi.

«È una proposta - aggiungeMaiocchi - e ora l’amministra-zione avrà 90 giorni di tempo per valutare, poi potrà chiedere modifiche e, se la riterrà di inte-

resse pubblico, la dovrà mettereobbligatoriamente a gara. Que-sto vuol dire che non è detto chea realizzarla sia questo gruppo, potendo partecipare altri sog-getti».

L’opera di quarant’anni fa

Perché presentare solo ora un progetto? «Ci hamosso - conclude - ilfatto che alla finedegli anni Settantafummo noi a realiz-zare quello che, 40anni fa, era un fioreall’occhiello essen-do l’unica strutturaolimpica di 50 metricoperta in tutta laLombardia. Ecco,auspico che si possa

tornare ad essere un fiore all’oc-chiello e che Como recuperi un po’ di orgoglio. Già in passato ci avevamo pensato, ma ci siamo concentrati su intervento ana-loga a Milano di 25 milioni di eu-ro. Vedendo la situazione di Muggiò, ci siamo rimessi a testa bassa a lavorare. Como merita diavere delle opere di cui poter an-dare orgogliosi, mettere solo le pezze è veramente riduttivo».

Angelo Maiocchi

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Domenica 26 Gennaio 2020 Corriere di Como2 CRONACA

Nuovo progetto per la piscina di MuggiòAngelo Majocchi rivela tutti i dettagliTre zone nuoto, oltre 7 milioni di finanziamento con Iccrea Leasing

La storiaLa piscina olimpicadi Muggiò vennerealizzata nel 1981.È costituita daun’unica vasca di 50metri di lunghezzaper 22 di larghezza.La profondità variada 1,80 a 4,50 metri.È stato il primoimpianto coperto convasca da 50 metridi tutta la Lombardia

Nel 1981, quando venne inaugurata lapiscina di Muggiò, Angelo Majocchiera un ragazzino, ma ricorda benequel giorno.

«Certo, anche perché l’ha realizza-ta una certa Nessi & Majocchi, suprogetto dell’ingegnere Antonio DeSantis, padre di Paolo, ex presidentedella Camera di Commercio, il sinda-co era Antonio Spallino - dice l’at -tuale presidente dell’impresa edile difamiglia - Al taglio del nastro parte-cipò un alto funzionario europeo. Eraun’opera all’avanguardia, la primavasca olimpionica della Lombardia,la prima dotata di un sistema di te-leriscaldamento. Vedere come è ri-dotta oggi fa stare male».

I quasi quarant’anni della piscinadi Muggiò oggi si vedono tutti, perquesto Nessi & Majocchi con A&TEurope, società del gruppo PiscineCastiglione, realtà mantovana cheha realizzato tutte le piscine delle ul-time tre Olimpiadi, ovvero Pechino,Londra e Rio, oltre a quelle dei Mon-diali, ha presentato una proposta dipartenariato pubblico-privato. InComune è stata protocollata in set-timana una richiesta di progettazio-ne di riqualificazione e finanziamen-to, con manutenzione per 20 anni.

«Tecnicamente si tratta di un lea-sing immobiliare in costruendo, inbase alla legge 50, del 2016 - spiega Ma-jocchi - Abbiamo un solido partner fi-nanziario, come Iccrea Leasing. Oral’amministrazione ha 90 giorni peresaminare il documento, valutarlo everificarne l’interesse pubblico. Noisiamo naturalmente disponibili afornire approfondimenti o modifi-che. Se la proposta viene accettata,si procederà alla gara, un bando eu-ropeo, al quale potremo parteciparenoi come proponenti, ma anche altriattori».

Nessi & Majocchi ha già realizzatocon questo sistema la piscina delLambrone a Erba, oltre a iniziativeprivate. Ha presentato un iter specu-lare, accettato a Milano, per il gran-de centro natatorio Cardellino, nelquartiere Lorenteggio.

«L’idea è fare tornare Muggiò un

gioiello, non solo per Como e per laLombardia - dice Majocchi - Verreb-be tenuta la collocazione, ma rifattol’involucro, il tetto e i vetri delle fac-ciate, con materiale isolante. Il tettopotrebbe essere anche da bonificare,non è escluso vi sia dell’amianto. L’e-dilizia ha fatto grandi progressi negliultimi quarant’anni».

Sono previsti anche nuovi impian-ti e sostanziali modifiche anche al-l’interno.

«Pensiamo a tre vasche complessi-ve, una di 10 metri, con profondità ri-dotta, una di 25, indispensabile oggiper organizzare grandi eventi, per ilriscaldamento degli atleti, e quellaolimpionica da 50, 51 in realtà. Allun-gheremo la vasca di un metro per si-stemare un pontone mobile. Lastruttura potrà scorrere fino a cen-trovasca in modo da dividere in duegli spazi acqua».

Il presidente della Nessi & Majoc-

chi svela anche costi e tempi di rea-lizzazione.

«I tempi di costruzione stimati so-no circa di un anno. Per quanto ri-guarda l’iter - dice - dopo i primi 90giorni di valutazione, la gara si po-trebbe chiudere anche in quel caso inun anno. Nel frattempo potrebbe ri-manere aperta l’attuale piscina, conminime opere di riqualificazione. Al-la luce di un intervento così sostan-ziale, anche la commissione vigilan-za potrebbe accettare sistemazioniprovvisorie. Per i costi, la parte degliimpianti e dei lavori è stimata in 6milioni 800mila euro. A queste si ag-giungono le spese tecniche dei col-laudi, che portano ai circa 7,5 milionifinanziati attraverso il leasing».

Due anni fa presentaste un proget-to per riqualificare i giardini e il par-cheggio di viale Varese, il Comune ri-spose “picche”, con tanto di solleva-zione da parte di alcuni gruppi poli-tici anche di maggioranza. «Per vialeVarese c’erano motivazioni ancheideologiche differenti sulla gestionedello spazio - dice Majocchi - Qui an-diamo a riqualificare un impiantosportivo. Mi piacerebbe che Comotornasse ad avere un po’ di orgoglio.Questa città merita strutture ade-guate al suo nome, noto in tutto ilmondo».

Dopo la piscina si potrebbe pensareanche allo stadio e al palazzo delghiaccio, che ha visto a lungo Majoc-chi portiere dell’Hockey Como.

«Per lo stadio non dovrebbe essercibisogno - dice Majocchi - sembra visia già l’intenzione di intervenire daparte della proprietà, con un gruppodi privati, sotto l’ala del Comune. SulPalaghiaccio sarebbe assurdo nonsfruttare l’effetto delle Olimpiadi diMilano Cortina 2026. Como non puòambire ad ospitare partite ufficiali oesibizioni di pattinaggio dei Giochi,però avere un palasport adeguato èun’opportunità per avere qui una opiù nazionali per gli allenamenti.Sfruttiamo le occasioni per metteremano alle strutture, che poi rimar-ranno per sempre ai comaschi».

Paolo AnnoniUna delle vasche realizzate da Piscine Castiglione

Angelo Majocchi