COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE … · elevato livello di protezione dell ......

25
COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 1 PARERE n. 64 del 12 Luglio 2012 (o.d.g. 2 del 12 Luglio 2012) OGGETTO: Comune di Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio. PREMESSO CHE ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 12 Luglio 2012 come da nota n. 315640 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione; Il Comune di Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD) con note n. 16 del 03.01.12, n. 16 del 03.01.12, n. 3198 dell’11.05.12, n. 3745/2012 del 22.05.12, ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS; - ITER PROCEDURALE PER LA VAS DEL PAT Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha approvato con DGC n. 87 del 21.07.09 il “Documento Preliminare e lo schema di accordo di pianificazione”, ai sensi dell’art. 15 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale; L’accordo di copianificazione tra il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, la Provincia di Padova e la Regione Veneto per la redazione del P.A.T. in esame è stato sottoscritto in data 30.12.2009. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del P.A.T., oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, con DGC n. 46 del 27.03.2011, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 15 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco con DCC n. 48 del 21.10.11, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 15 della LR n. 11 del 23.04.04. Come da documentazione presentata, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, del Bur n. 2 del 06.01.12, del sito Web e nei quotidiani “il Gazzettino” del 03.01.12 e “il Mattino di Padova” del 05.01.12; Come emerge dalla dichiarazione del Responsabile del Settore Urbanistica del Comune, sono pervenute complessivamente n. 90 osservazioni, delle quali nessuna attinente in materia ambientale. - PARERE DELLA COMMISSIONE V.A.S. SUL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE La Commissione Regionale V.A.S., con parere 101 del 16 novembre 2009, aveva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sulla relazione ambientale allegata al documento preliminare per la redazione del Piano di Assetto Territoriale Comunale del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco.

Transcript of COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE … · elevato livello di protezione dell ......

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

1

PARERE n. 64 del 12 Luglio 2012

(o.d.g. 2 del 12 Luglio 2012)

OGGETTO: Comune di Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del

Territorio.

PREMESSO CHE

– ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”;

– La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 12 Luglio 2012 come da nota n. 315640 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione;

– Il Comune di Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD) con note n. 16 del 03.01.12, n. 16 del 03.01.12, n. 3198 dell’11.05.12, n. 3745/2012 del 22.05.12, ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS;

− ITER PROCEDURALE PER LA VAS DEL PAT

Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha approvato con DGC n. 87 del 21.07.09 il “Documento Preliminare e lo schema di accordo di pianificazione”, ai sensi dell’art. 15 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale; L’accordo di copianificazione tra il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, la Provincia di Padova e la Regione Veneto per la redazione del P.A.T. in esame è stato sottoscritto in data 30.12.2009. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del P.A.T., oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, con DGC n. 46 del 27.03.2011, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 15 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco con DCC n. 48 del 21.10.11, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 15 della LR n. 11 del 23.04.04. Come da documentazione presentata, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, del Bur n. 2 del 06.01.12, del sito Web e nei quotidiani “il Gazzettino” del 03.01.12 e “il Mattino di Padova” del 05.01.12; Come emerge dalla dichiarazione del Responsabile del Settore Urbanistica del Comune, sono pervenute complessivamente n. 90 osservazioni, delle quali nessuna attinente in materia ambientale.

− PARERE DELLA COMMISSIONE V.A.S. SUL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE La Commissione Regionale V.A.S., con parere 101 del 16 novembre 2009, aveva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sulla relazione ambientale allegata al documento preliminare per la redazione del Piano di Assetto Territoriale Comunale del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

2

− INTEGRAZIONI AL RAPPORTO AMBIENTALE FORNITE IN SEDE ISTRUTTORIA Il Rapporto Ambientale riporta la descrizione del quadro ambientale. Tuttavia, in sede istruttoria è emersa la necessità di acquisire alcune integrazioni/chiarimenti. Il Comune, pertanto ha integrato il Rapporto Ambientale con quanto richiesto relativamente al quadro conoscitivo ambientale e alla valutazione del Piano.

− INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco si trova nella parte sud-orientale della Provincia di Padova a circa 16 km dal capoluogo a confine con la provincia di Venezia ad un’altitudine di 8 m s.l.m. e si estende per una superficie di 14 km². Il suo territorio è totalmente pianeggiante e comprende i centri abitati di Sant’Angelo, Celeseo e Vigorovea e confina a nord con i Comuni di Vigonovo (Ve) e Fossò (Ve), ad est con i Comuni di Campolongo Maggiore (Ve) e Piove di Sacco (Pd), a sud con i Comuni di Piove di Sacco e Brugine (Pd), ad ovest con i Comuni di Legnaro e di Saonara (Pd). Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco è attraversato dalla S.S. n° 516, e dalla S.P. n° 40 Superstrada dei Vivai e dalla S.P. 40d.

− INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO La popolazione Al 31.12.2008 la popolazione residente di Sant’Angelo di Piove di Sacco contava 7.181 unità con 2.703 famiglie. Il valutatore afferma che la tendenza demografica in atto in Italia, riscontrabile anche nei dati comunali, mostra un progressivo allungamento della vita media, un persistere della bassa fecondità, e un marcato invecchiamento demografico. In Veneto la crescita della popolazione è dovuta ai saldi positivi del movimento naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, e dal movimento migratorio ottenuto quale differenza tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche conseguenti a trasferimenti di residenza da altre regioni e dall’estero. Dall’analisi dei dati comunali, svolta dal valutatore, emerge il dato della popolazione straniera residente in comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, che negli anni compresi tra il 2002 e il 2005 nel giro di soli 4 anni, è aumentata del 64%. Nel decennio 1991-2001, si e assistito ad un incremento dell’indice di vecchiaia, dimostrando come anche la vita media degli abitanti di Sant’Angelo di Piove di Sacco stia progressivamente aumentando. Nel Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco il numero di famiglie uni personali aumenta di poco, mentre aumenta vistosamente il numero di famiglie uni personali ultraottantenni, a conferma dell’aumento già evidenziato in precedenza della vita media delle persone e del conseguente invecchiamento della popolazione. Significativi nella lettura della società sono i due dati negativi; essi evidenziano una leggera diminuzione del numero medio di stanze per abitazione, e una più marcata riduzione del numero medio di componenti per famiglia, che passa da un 3,2 del 1991 ad un 2,9 del 2001. Il tasso di residenti nel comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco in possesso del diploma di scuola superiore è aumentato nel decennio 1991-2001 di più del 50%, mentre il tasso di residenti in possesso di diploma di laurea è aumentato in modo nettamente più mercato del 156,4%. Il tasso di attività al 2001 si attestava sul 55% del totale della popolazione, mentre la percentuale di disoccupati raggiunge valori attorno al 4,5%, con valori limite di disoccupazione giovanile vicini pero al 12%.

− SALUTE UMANA Radiazioni ionizzanti Il radon è un gas nobile radioattivo, inodore e incolore, prodotto dal decadimento di sostanze radioattive (uranio e radio) presenti sulla terra. Esso è presente naturalmente nel suolo, nelle rocce, nelle falde acquifere e nei materiali da costruzione. Il radon è un gas e di conseguenza è in grado di fuoriuscire dal terreno (o dagli altri materiali in cui si trova) e propagarsi nell’ambiente. In questo modo esso può accumularsi con estrema facilità all’interno di ambienti chiusi dove può raggiungere concentrazioni talvolta anche piuttosto elevate. L’inalazione di radon aumenta il rischio di tumore polmonare, stimando che esso sia, dopo il fumo da sigaretta, una delle prime cause di cancro polmonare. La direzione per la

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

3

Prevenzione della Regione Veneto attraverso la coordinazione del Centro Regionale Radioattività dell’A.R.P.A.V. di Verona ha indotto un’indagine, realizzata dai Dipartimenti A.R.P.A.V. di Belluno, Padova, Treviso e Vicenza, per definire una carta regionale delle situazioni in cui vi sia una maggiore probabilità di avere concentrazioni elevate all’interno delle abitazioni. Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco non rientra nell’elenco dei Comuni, individuati dalla Regione Veneto, caratterizzati da un livello di riferimento di radon significativo.

Radiazioni non ionizzanti L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog è prodotto dall’emissione in ambiente di radiazioni non ionizzanti. Le radiazioni non ionizzanti sono forme di radiazioni elettromagnetiche che non possiedono l’energia sufficiente per modificare le componenti della materia e degli esseri viventi (atomi, molecole). Le radiazioni non ionizzanti si dividono in radiazioni a bassa e alta frequenza. La classificazione si basa sulla diversa interazione che i due gruppi di onde hanno con gli organismi viventi e i diversi rischi che potrebbero causare alla salute umana. Le sorgenti a bassa frequenza producono radiazioni con frequenze comprese tra i 3 e i 300 Hz; le frequenze di maggior interesse sono quelle di 50 Hz, proprie della corrente alternata della rete elettrica. L’energia elettrica viene trasportata dai centri di produzione alle case, alle industrie ecc. per mezzo di elettrodotti che lavorano con tensioni di intensità variabile fino a 380.000 V (380 kV). I livelli di campo magnetico variano nel tempo in funzione della variazione di corrente che può essere considerevole durante il giorno a seconda della richiesta di energia. Nel comune sono presenti le seguenti linee elettriche di proprietà di TERNA: - linea in semplice terna a 380 kV “Camin-Dolo” - linea in doppio terna a 220 kV “sost. 1/2 CAMIN – sost.17/2” - linea in semplice terna a 132 kV “Dolo Sambruson – Piove di Sacco” Le sorgenti ad alta frequenza sono costituite prevalentemente da impianti fissi per telecomunicazioni, impianti Radiotelevisivi e Stazioni Radio Base per la telefonia cellulare, il cui campo elettrico e magnetico sono direttamente proporzionali tra loro; per questo motivo, il parametro di riferimento risulta essere il campo elettrico. I campi elettrici prodotti dipendono dalla potenza in antenna e dalle caratteristiche tecniche degli impianti; i valori di campo elettrico aumentano avvicinandosi all’antenna e quindi, normalmente, al suolo si riscontrano valori sensibilmente inferiori a quelli che si registrano nella vicinanza del centro elettrico dell’antenna. Nel 2008 il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha affidato ad A.R.P.A.V. una campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici emessi dalle 4 Stazioni Radio Base presenti nel territorio comunale riscontrando valori di esposizione al di sotto del livello di massima di 20V/m e di quello di cautela di 6 V/m.

Rumore Ai sensi della normativa vigente per rumore s’intende “qualsiasi emissione sonora che provochi sull’uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell’ambiente”, per comprendere quanto un’emissione sonora sia davvero rumore, si rende necessario indagare, la singola situazione e verificare il superamento di livelli sonori ritenuti limite per l’accettabilità. Il comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha adottato un Piano di Classificazione Acustica nel 2005. Il territorio comunale di Sant’Angelo di Piove di Sacco, è attraversato da numerose vie di comunicazione che influiscono in maniera importante nella classificazione acustica, la Strada Provinciale 561, la strada provinciale 40, la strada provinciale 40 (strada dei vivai) e le strade comunali: via caselle , via Kennedy, via San Marco e via Mattei. La mappa con la zonizzazione acustica del territorio suddivide il territorio in aree in classe 1 (cimiteri comunali) nelle quali la quiete sonora rappresenta un elemento di base, aree in classe 5° area produttiva a sud, e i centri abitati in classe acustica 3°.

Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso è l’irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso sia l’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto, sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive. Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

4

perdita di percezione dell'Universo, perche la luce artificiale più intensa di quella naturale "cancella" le stelle del cielo. Il cielo stellato, al pari di tutte le altre bellezze della natura, è un patrimonio che deve essere tutelato nel nostro interesse e in quello dei nostri discendenti. La Regione Veneto il 7 agosto 2009 ha emanato la nuova Legge Regionale n° 17 recante “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici”, con la quale vengono introdotte norme più restrittive in materia. La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri di tipo culturale, scientifico, ecologico e sanitario; l’inquinamento luminoso, inoltre, riveste notevole importanza nell’ottica del risparmio energetico. Il territorio comunale di Sant’Angelo di Piove di Sacco presenta un aumento della luminanza totale rispetto la naturale compresa tra il 300% ed il 900%, inferiore quindi all’area metropolitana di Padova che presenta una luminanza totale rispetto la naturale di oltre il 900%.

Aziende a rischio rilevante Il D.P.R. n. 175/88 e successivi, stabilisce le regole per il controllo degli stabilimenti industriali che lavorano sostanze pericolose e sono considerati un rischio per la popolazione e per l’ambiente; importante è non solo il controllo ma anche la valutazione e la prevenzione del rischio, operata da agenzie specializzate (A.R.P.A.V.), e la gestione delle emergenze per eventuali incidenti. Dal punto di vista del Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.) non è presente nell’area, ne nelle zone limitrofe alcun stabilimento di cui al D.Lgs. n. 334/99 e del D.M. 11 Maggio 2001. Le aziende esistenti più vicine rientranti nella classificazione prevista come R.I.R. si trovano nei Comuni di Padova, Albignasego e Casalserugo, ma le distanze sono tali da non presentare pericolo per la popolazione insediata ed insediabile.

Sistema produttivo Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che, come in gran parte della realtà della pianura veneta e della “Città diffusa” in particolare, anche a Sant’Angelo di Piove di Sacco si è assistito nel corso degli ultimi decenni ad un progressivo abbandono dell’attività agricola come fonte principale di sostentamento da parte della maggior componente della popolazione, concentrando invece l’attività in poche decine di aziende agricole oggi completamente meccanizzate. L’esercizio dell’attività agricola vede principalmente impiegati i familiari ed in qualche caso personale dipendente od il ricorso a “terzisti” in grado di effettuare qualsiasi intervento anche con l’ausilio di mezzi speciali. Le principali coltivazioni sono riconducibili alle culture annue del seminativo, quasi mai a rotazione ed incentrato sulle principali colture quali mais, barbabietola, soia, secondo sia le esigenze di mercato, ma soprattutto, seguendo l’andamento dei mercati soprannazionali alla luce anche dei finanziamenti comunitari che incentivano la coltivazione di un prodotto piuttosto che un altro. Significativa per il comparto è la presenza dei vivai, caratteristica tipica dell’area tanto da determinare il nome della principale infrastruttura, la Superstrada dei Vivai appunto. La progressiva meccanizzazione dell’attività ha portato alla scomparsa di alcuni degli elementi tipici del paesaggio agrario quali le siepi ed i filari (vera “foresta reticolare”), le scoline e i fossi nonché le classiche sistemazioni “a cavini” o “alla padovana” (che grazie alle accentuate baulature assicuravano il corretto drenaggio del territorio). Questi elementi laddove ancora presenti, rappresentano un fondamentale elemento da rivalutare non solo in termini paesaggistico – percettivi, ma soprattutto ecologici e strutturali, garanti di connettività ecologica e di sicurezza idraulica del territorio. Le attività produttive artigianali e industriali, trovano la maggiore concentrazione nelle frazione di Vigorovea, dove è stata realizzata una apposita area produttiva lungo la S.S. n° 516 ormai praticamente satura. Nel territorio si trovano tuttavia, sparsi in piccoli aggregati, o isolati nelle vicinanze delle abitazioni alcuni capannoni tipici della realtà originaria della Città diffusa. Per quanto riguarda il “residuo” il P.R.G.C. vigente prevede il completamento di un’area produttiva limitrofa alla frazione di San Polo, rispetto alla quale era stato anche presentato un P.U.A. che non ha tuttavia trovato attuazione. Per quanto riguarda le attività commerciali attualmente può essere identificata come “zona commerciale diffusa” l’area posta a cavallo della S.S. n° 516 Piovese. Trattasi di una evoluzione spontanea del territorio, conseguenza della favorevole localizzazione.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

5

Non esistono invece importanti zone direzionali nel Comune, essendo spesso questa attività frammista a quella commerciale o in altri casi a quella residenziale (studi tecnici, studi di commercialisti, ecc.). Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco presenta un discreto numero di attività commerciali, anche se non molto diversificate. La situazione occupazionale ed il numero di unita locali presenti nel territorio comunale è la seguente:

Indicatore Anno Valore Variazione 2001/1991

Imprese 1991 370

52,2 % 2001 563

Unita locali agricoltura 1991 1

900 % 2001 10

Unita locali industria 1991 204

41,2 % 2001 288

Unita locali servizi 1991 211

45,5 % 2001 307

Indicatore Anno Valore Variazione 2001/1991

Addetti totali 1991 2166

- 2,00 % 2001 2123

Addetti agricoltura 1991 7

400,00 % 2001 35

Addetti industria 1991 1581

- 11,10 % 2001 1406

Addetti servizi 1991 578

18,00 % 2001 682

Dall’analisi delle tabelle sopra esposte emerge che, seppur in termini percentuali, la variazione di addetti nel settore agricolo da 7 del 1991 a 35 del 2001 risulta del 400,00% quindi piuttosto elevata. Dal punto di vista occupazionale per il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco il settore prevalente risulta essere il settore industriale, seguito da quello terziario, mentre il settore agricolo contribuisce solo in minima parte ad occupare posti di lavoro. Sul territorio comunale non sono presenti aziende a rischio di incidente rilevante.

Attività zootecniche ed agricole Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che le aziende zootecniche presenti nel Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, sono concentrate su piccole porzioni di territorio e si occupano principalmente dell’allevamento di avicoli, di conigli e di bovini mentre l’allevamento di Suini, Equini, Caprini e Ovini, dato il numero esiguo di capi allevati, risulta poco significativo. Il comparto floro-vivaistico rappresenta un elemento fondante e fondamentale per il tessuto economico e occupazionale, infatti dislocate in po’ in tutto il territorio, sono presenti numerose aziende vivaistiche, con una concentrazione più numerosa nella parte settentrionale e occidentale del Comune. Sul territorio comunale non sono presenti aziende di agricoltura biologica.

Indicatore Anni Valore

Bovini 1982 578 1990 481 2000 352

Suini 1982 102 1990 75 2000 34

Equini 1982 50 1990 1.379 2000 123

Avicoli 1982 29.520 1990 41.952 2000 43.266

Conigli 1982 1256 1990 3.879 2000 384

Viabilità e mobilità Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco è attraversato da due importantissime infrastrutture: la prima, la più antica, è la S.S. n° 516 Piovese, probabilmente antico tracciato di un decumano romano;

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

6

l’altra è più recente, la Superstrada dei Vivai. Queste due importanti infrastrutture tagliano in direzione Sud/Ovest e Nord/Est il territorio, rendendo difficile, soprattutto nel caso della Piovese, l’attraversamento dell’area. Altro problema della mobilita a Sant’Angelo di Piove di Sacco è legato alla presenza di una fitta rete stradale, ex strade di campagna trasformate nel tempo in viabilità comunale e in certi casi provinciale, ma che spesso non assicurano le dimensioni e la struttura minime per soddisfare le utenze e gli scopi ai quali sono dedicate. Sant’Angelo di Piove di Sacco non è dotato di piano del traffico e questo, rappresenta un grave handicap perché il comune è attraversato quotidianamente da elevati flussi di mezzi che si spostano all’interno e attraverso il territorio. Proprio la mole di traffico ha generato nel corso del tempo notevoli impatti negativi sul territorio: dall’inquinamento atmosferico, all’incremento dell’incidentalità, ecc. giusto per citarne alcuni. Il Piano delle Viabilità delle Provincia di Padova dovrebbe, in tal senso, cercare di dare risposta e soprattutto soluzione ai problemi evidenziati. A tal proposito la Provincia di Padova, attraverso un suo specifico “Piano Provinciale delle piste ciclabili”, intende sviluppare la rete ciclabile e favorire cosi la mobilita ciclabile sia a livello comunale che provinciale.

Energia Gas In Italia i consumi di energia primaria si caratterizzano per un maggiore ricorso a petrolio e gas rispetto agli altri stati europei, per un’importazione di elettricità pari a circa il 5% dei consumi primari, per un ridotto contributo del carbone (pari al 9% dei consumi primari di energia) e per l’assenza di generazione elettronucleare. La quota di fonti energetiche rinnovabili sul totale dei consumi primari di energia è leggermente più elevata rispetto alla media dei Paesi OCSE soprattutto grazie al notevole apporto della fonte idroelettrica. La richiesta provinciale di derivati del petrolio per l’anno 2002 è stata di 777.7 ktep, di cui più del 50% dato dal gasolio. La quantità di gas naturale utilizzato è di poco inferiore a quella di petrolio (713.6 ktep) e l’andamento risulta essere in crescita (11.76% in cinque anni) e la quasi totalità và a servire le reti cittadine. I consumi maggiori si riscontrano nel settore dell’energia elettrica. Negli ultimi 5 anni i consumi di energia elettrica nella provincia di Padova sono aumentati del 18.77%. La Provincia di Padova, in generale, non è una grande produttrice di energia elettrica. Non vi è un'elevata produzione di energia idroelettrica, poiché mancano nel territorio corsi d'acqua montani da sfruttare, e non vi sono neppure le centrali termoelettriche che garantiscono l'autosufficienza energetica a province che presentano le stesse carenze idrogeologiche del territorio padovano, come Rovigo e Venezia. Una parte sempre crescente dell'energia termoelettrica viene prodotta però da fonti rinnovabili. Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che nel comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco non sono presenti impianti per la produzione di energia. La rete di distribuzione del gas naturale copre gran parte del territorio comunale, in particolare lungo le arterie viarie principali, lungo le quali è concentrata la maggior parte della popolazione residente nel territorio comunale.

Il territorio comunale è interessato dall’attraversamento di un gasdotto e di un oleodotto. Il gasdotto collega gli stabilimenti di Porto Marghera, Mantova e Ferrara utilizzando tubazioni interrate per il trasferimento, in sicurezza, di prodotti liquidi e gassosi, quali Benzene, Etilbenzene, Cumene e Propilene in fase liquida ed Etilene in fase gas. A riguardo la società Polimeri Europa S.p.A., proprietaria dell’impianto, dichiara che “le caratteristiche tecnico-impiantistiche, quali la qualità dei materiali costruttivi, la protezione catodica a prevenzione delle corrosioni, i punti di intercettazione telecomandati ed altri presidi in essere, garantiscono la piena affidabilità del sistema. La pipeline è inoltre controllata con strumentazioni ad acquisizione dati che consente una gestione nel rispetto dei migliori standard oggi disponibili. L’oleodotto è proprietà della società IES – Italiana Energia e Servizi S.p.A. collega il deposito costiero di Porto Marghera con la raffinerie di Mantova e trasporta petrolio greggio con una portata indicativa di 380 mc/h. Rifiuti Il valutatore afferma che per rifiuto si intende “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi” D.Lgs. n° 152/2006. Ciascuna attività umana produce materiali che, presto o tardi, sono destinati a trasformarsi in rifiuti, cosi come tutti i processi produttivi generano rifiuti che devono essere gestiti e infine smaltiti.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

7

Il problema principale dei rifiuti è legato al loro diverso grado di persistenza nell’ambiente, che varia in base alla tipologia di materiale considerato, alla presenza di sostanze pericolose ed inquinanti nei beni materiali destinati a diventare rifiuti e, non da ultimo, alla sempre crescente quantità di rifiuti che le società umane producono. In quest’ottica la strada da percorrere, e che le numerose norme europee e nazionali in materia invitano e inducono a intraprendere e potenziare, è quella della prevenzione, della riduzione del quantitativo di rifiuti prodotti, e della riduzione della loro pericolosità. Tale strategia deve però essere affiancata dall’implementazione e dal potenziamento della differenziazione dei rifiuti prodotti, del riciclo dei materiali che li costituiscono e del recupero energetico di quelli non ulteriormente valorizzabili. La percentuale di raccolta differenziata raggiunta da quasi tutti i Comuni della Provincia di Padova risulta essere abbondantemente al di sopra degli obiettivi minimi fissati dalla legge per il 2008. Il Comune in questione opera la raccolta differenziata domiciliare sia per quanto riguarda la frazione umida e secca che per quanto riguarda la raccolta di vetro, carta e plastica. Nel 2004 veniva effettuata la raccolta differenziata del 62,8% dei rifiuti prodotti, ma già nel 2005 la percentuale era salita al 63,67%, evidenziando un trend di miglioramento, nonostante la variazione di rifiuti prodotti nel territorio comunale sia aumentata del 7,81% proprio tra il 2004 e il 2005. Nel 2007 la percentuale di raccolta differenziata si mantiene in linea con gli anni precedenti, ma è interessante notare la quota di frazione destinata al compostaggio domestico (C.D.), oltre il 65%. Nel territorio Comunale non sono presenti ne discariche ne inceneritori, sono presenti alcuni impianti iscritti in procedura semplificata, impianti di recupero e di stoccaggio.

Impronta ecologica Il valutatore afferma che nel Rapporto Ambientale, viste le ridotte dimensioni territoriali e demografiche del Comune, ha è optato per l’impiego di metodologie diverse dal calcolo dell’impronta ecologica quale metodo per verificare la sostenibilità del P.A.T. La scelta è ricaduta su una metodologia alternativa ritenendola più idonea alla dimensione del territorio e della popolazione e sopratutto più immediata, l’indicatore ambientale “Consumo del suolo” o meglio “Potenzialità ambientale”. Con questo binomio, il valutatore della VAS intende, un indicatore in grado di descrivere qualitativamente e quantitativamente una specifica destinazione d’uso del territorio, essendo lo stesso suolo una risorsa limitata e difficilmente rinnovabile, con tempi e costi molto lunghi. Partendo dal presupposto che con questo indicatore si vuole descrivere la potenzialità ambientale data da un certo uso del territorio, escludendo i riferimenti alla potenzialità economica, edificatoria, ecc. oggetto di discipline specifiche quali l’estimo e l’economia, si sono ricercati attraverso la consultazione di una ricca letteratura dei “dati” che potessero rendere tangibile e sostanziale la differenza di potenzialità ambientale, (ad esempio, tra un ettaro di seminativo arborato ed uno di area urbanizzata). Trattandosi di componenti ambientali, si sono presi a riferimento tre elementi discriminatori che potessero riassumere le caratteristiche ambientali che valorizzano un dato uso piuttosto che un altro: La produzione di biomassa legnosa, l’assorbimento di CO2, l’invaso superficiale, run-off e drenaggio. Ad ognuna delle destinazioni d’uso e per ciascuna delle tre caratteristiche ambientali prese ad oggetto sono stati assegnati dei valori, tenuto conto delle caratteristiche pedologiche, morfologiche, vegetazionali, antropiche, ecc. che le identifica. Al fine di rendere confrontabile i pesi ambientali ottenuti sono state introdotte due destinazioni d’uso non presenti attualmente in modo significativo nel Comune, ma che potrebbero trovare ampia diffusione nel prossimo futuro. Si tratta dell’uso del suolo “boscato” distinto in due sottocategoria: densità degli alberi per ettaro superiore a 400 ed inferiore a 400. Questo permetterà in fase di valutazione, ma soprattutto di progettazione future, di poter pesare meglio gli interventi. Il valutatore afferma che dai dati raccolti emerge come, tra gli usi del suolo in atto, il seminativo arborato prevalga su tutte le altre destinazioni d’uso, risultato prevedibile valutata la ricchezza vegetazionale che caratterizza le aree integre e soprattutto il contributo nello stoccaggio d’acqua e protezione del suolo da fenomeni di erosione superficiale e conseguenti rischi di allagamenti. In particolare tale differenza si nota nei confronti dell’urbano consolidato e diffuso (residenza e produttivo) che assume valori nettamente bassi per ognuno delle caratteristiche considerate in conseguentemente al fatto che a seguito di un’urbanizzazione raramente si riscontrano ancora aree ricche di vegetazione, superfici non impermeabilizzate o comunque in grado di ridurre l’impatto

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

8

idraulico. Tra gli usi extraurbani, prevalgono le caratteristiche del seminativo arborato, anche se è possibile notare una seconda elevata qualità per il seminativo estensivo, mentre più staccati e sostanzialmente simili seminativo intensivo e periurbano. L’introduzione delle due tipologie d’uso del suolo “boscato” fornisce preziose indicazioni sulla “distanza” tra queste teoriche destinazioni d’uso e quelle attuali e sul peso che potrebbero assumere in caso di ampia diffusione. La discriminante legale al numero di alberi per ettaro appare evidente soprattutto per quanto concerne la produzione di biomassa vegetale e l’assorbimento di anidride carbonica. A questo punto per ottenere un unico “Peso” da attribuire a ciascuna destinazione d’uso, e soprattutto per poterle confrontare, si e reso necessario innanzitutto uniformare i valori relativizzandoli su una scala di valori variabile da 0 ad 1 dove 1 rappresenta il valore più elevato e massimo raggiungibile e 0 il valore opposto, sottolinenando come la relativizzazione sia effettuata esclusivamente nei confronti delle destinazioni d’uso identificate e probabili per il Comune, escludendo quelle non attuate. Dall’analisi svolta emerge quanto già si era potuto dedurre e prevedere in precedenza, ovvero che ambientalmente prevale l’uso del suolo a seminativo arborato, seguito dall’estensivo, rispetto agli altri, ma soprattutto nei confronti dell’urbano consolidato, tanto che ambientalmente una superficie a seminativo arborato vale quasi 8 volte una uguale superficie urbanizzata. Le superfici boscate “teoriche” confermano l’importanza della presenza vegetale a determinarne un elevato valore ambientale.

− STATO DELL’AMBIENTE Si riporta di seguito una sintesi del Quadro Conoscitivo Ambientale come integrato in sede istruttoria.

Clima Il clima del Veneto presenta, delle peculiarità proprie della posizione di transizione in cui si trova e dell’azione mitigatrice del mare nonché dell’effetto orografico della catena alpina. Il litorale adriatico è influenzato, da un punto di vista climatico, dalle acque del mare, che esercitano un’azione mitigatrice; il bacino scolante presenta inverni rigidi ed estati calde, in cui le precipitazioni sono abbastanza ben distribuite nell’arco dell’anno, ad esclusione dell’inverno, che risulta essere la stagione più secca. In primavera ed autunno il clima è caratterizzato dalle perturbazioni atlantiche, mentre in estate sono frequenti i temporali. Il territorio esaminato si colloca nella regione climatica caratterizzata dal clima Temperato Sublitoraneo, che caratterizza parte della Pianura Veneta, la Pianura Friulana, la fascia costiera dell'alto adriatico e la peninsulare interna.

Aria Dall’analisi svolta dal valutatore, per le emissioni nell’ambiente, emerge che le principali criticità sono derivanti dal traffico veicolare e dal settore produttivo industriale. Le criticità legate al traffico veicolare, risultano piuttosto significative in quanto immettono in atmosfera grandi quantitativi di CO, NOx e PM10. Essi rappresentano delle fonti significative di rischio per la salute umana, soprattutto nel periodo estivo quando, con la radiazione solare, gli NOx, per reazione fotochimica, producono il pericoloso ozono O3. E’ da sottolineare, inoltre, che eventuali effetti sinergici, determinati dalla presenza contemporanea di molteplici inquinanti nell’aria ad elevate concentrazioni, aumentano ulteriormente tale rischio. Nello specifico dai dati forniti dalla Regione Veneto nell’aprile 2007, alla base dell’analisi del valutatore, emerge che la maggior parte dei PM10, NOx, e della presenza/produzione di metalli pesanti di piombo e di Benzene (C6H6) immessi nell’atmosfera derivano dai processi di combustione legati al traffico veicolare su strada e ai sistemi di trasporto in generale, per gli NOx rilevante è anche l’apporto derivante dai processi di combustione di tipo industriale. La maggior parte degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) immessi nell’atmosfera derivano dai processi di combustione tipici del sistema terziario e dell’agricoltura. Il settore industriale e produttivo risulta essere il principale responsabile dell’immissione in atmosfera del biossido di zolfo, contribuendo per ben l’84% della quantità totale di biossido emesso da tutti i settori. La maggior parte del CO immessi nell’atmosfera nel territorio comunale deriva dal traffico su strada. Significativa e anche la rilevante quantità di CO emessa dalla combustione del settore terziario e

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

9

dall’agricoltura. Significativa è la quantità di COV emessi derivante dall’utilizzo di solventi e dal traffico su strada principali precursori alla formazione dell’O3.

Idrografia Il territorio di Sant’Angelo di Piove di Sacco è situato all’interno del Bacino scolante nella laguna di Venezia, compreso tra il fiume Brenta e il fiume Bacchiglione. Il territorio non è caratterizzato da fiumi e corsi d’acqua di dimensioni rilevanti, ma solamente da alcuni scoli di natura consortile gestiti dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione - Brenta: lo Scolo “Celeseo”, che segna il confine nord e prende origine dal tratto di idrovia Padova - mare prima dell’intersezione con il Brenta; il Rio “Pioga”, che segna parte del confine ad Est e prende origine dal primo tratto di idrovia Padova – mare; lo Scolo “Liettoli”, che segna il confine Ovest e prende origine dallo Scolo Celeseo; lo Scolo “Rio” suddiviso in I, II e III ramo, che prendono origine al centro-sud del territorio comunale per congiungersi a nord di Piove di Sacco. Nel territorio scorrono inoltre numerosi fossi di diverso rango che raccolgono le acque drenanti dai campi agricoli e dalle tombinature derivanti dagli insediamenti urbani. Inoltre, nei punti di intersezione dei fossi di rango maggiore con fossi di rango inferiore sono presenti le cosiddette “pozze”, piccoli bacini idrici di circa una decina di metri di diametro e profondi qualche metro, che costituivano un tempo le riserve d’acqua per l’agricoltura nei periodi siccitosi. Ultimamente le pozze hanno perso la loro utilità e sono state parzialmente interrate dal naturale processo di deposizione e dalla mancata manutenzione da parte dell’uomo. La rete idrografica del comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco si presenta quindi sostanzialmente come una rete di drenaggio delle acque dal territorio. Gli apporti idrici al reticolo superficiale derivano prevalentemente dalle precipitazioni meteoriche e da periodiche e forzate immissioni dagli scoli consortili Scolo Celeseo a nord e del Rio Pioga ad ovest. Come conseguenza, il regime idrologico dei corsi d’acqua comunali è fortemente influenzato dalla frequenze e dall’intensità delle precipitazioni atmosferiche. Periodi siccitosi che si protraggono nel tempo portano al prosciugamento quasi complessivo della rete idrografica minore, ad esclusione di piccoli ristagni idrici nelle pozze; al contrario, eventi meteorici prolungati ed intensi possono portare ad una ricarica più o meno prolungata nel tempo. Il progressivo intensificarsi di eventi climatici estremi e le modificazioni nell’uso del suolo possono comportare nel tempo un cambiamento nel regime idrologico della rete idrografica causando gravi conseguenze, come l’allagamento di porzioni di territorio anche piuttosto estese.

Qualità acque superficiali Il valutatore afferma che la qualità delle acque dei corpi idrici maggiori dipende sia dalla qualità delle acque provenienti dalla rete idrografica minore, sia dagli scarichi di acque reflue. Per conoscere quindi lo stato di salubrità delle acque del territorio comunale è fondamentale conoscere la qualità delle acque della rete idrografica minore. Il metodo I.B.E. è stato messo a punto per essere applicato a corsi d’acqua corrente; l’applicazione alla fossatura minore va interpretato nei limiti delle caratteristiche che la rete minore stessa presenta. Eventuali bassi livelli di qualità, evidenziati dall’indice I.B.E., non necessariamente sono imputabili ad inquinamento delle acque, ma possono essere ricondotti a condizioni di stress legate a stagnazione delle acque o interventi di manutenzione sugli alvei. In quest’ultimo caso comunque l’indice da un’idea della capacita della rete idrografica minore di sostenere livelli più o meno elevati di biodiversità indicatori di qualità ambientale. Per quanto concerne le produzioni di Azoto e Fosforo le fonti di pressione sono pressoché trascurabili.

Risorse acque sotterranee “Le acque sotterranee sono le acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno, nella zona di saturazione e in diretto contatto con il suolo e il sottosuolo”. Le acque sotterranee presenti nel sottosuolo della pianura veneta possono essere sottoposte essenzialmente a due criticità: inquinamento delle falde, che può avvenire sia attraverso scarichi diretti sia attraverso la percolazione di acque contaminate; emungimento intensivo delle falde, con conseguente abbassamento del livello della falda stessa e compromissione della riserva idrica; ciò determina come conseguenza un aumento del rischio di intrusione salina, prevalentemente nelle aree costiere. La qualità ambientale dei corpi idrici sotterranei è definito sulla base dello stato quantitativo e dello stato chimico per ogni singolo acquifero individuato. L’indicatore dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) esprime in maniera sintetica la qualità

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

10

chimica delle acque di falda, a partire dalla determinazione di sette parametri (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati e ione ammonio) e di altri inquinanti organici e inorganici scelti in relazione all’uso del suolo e alle attività antropiche presenti sul territorio. A ridosso dell’area del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco le acque sotterranee presentano una classe di qualità pari a 0, ovvero con impatto antropico pressoché trascurabile, seppur con concentrazioni anche piuttosto rilevanti di inquinanti organici di origine naturale. Le fonti inquinanti di Azoto e Fosforo sono costituite prevalentemente dalla presenza nel territorio comunale di attività produttrici di liquami (aziende zootecniche) e di attività utilizzatrici di fertilizzanti (vivai, aziende agricole, etc.). In merito allo spandimento dei liquami le aziende produttrici sono obbligate alla comunicazione dei piani di smaltimento, pertanto l’impatto è contenuto nei limiti di legge (Direttiva Nitrati). Il Comune presenta una situazione potenzialmente critica per quanto riguarda in particolare la presenza dei vivai, così come già evidenziato nella sezione Suolo - sottosuolo, piuttosto che per la densità di aziende zootecniche o agricole, che rispetto ad altri comuni della Provincia di Padova risulta piuttosto contenuta. Servizi idrici: Acquedotto - Fognatura L’acqua distribuita nel comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco proviene circa per il 98% dai pozzi di captazione della Provincia di Vicenza, siti nei comuni di Vicenza, Villaverla, Dueville, Caldogno e Monticello Conte Otto. Il restante 2% da acque superficiali (Brentelle, Boscochiaro). Su 2855 utenze ne risultano allacciate alla rete idrica 2855 (100%). Nell’intero territorio comunale non sono presenti pozzi pubblici di captazione. La rete di acquedotto comunale si trova a Nord rispetto all’intera rete idrica dell’area del piovese e in più le due dorsali che alimentano il comune sono sottodimensionate (DN 100 nelle via Kennedy e San Marco; DN 80 in via Caselle). Per questo motivo l’acqua talvolta può arrivare nella zona periferica a Nord con pressioni poco sostenute (in particolare nella frazione di Celeseo). Le criticità maggiori presenti nel sistema di distribuzione delle acque sono direttamente connesse alla vetustà e al dimensionamento delle condotte esistenti; nel 2008 le perdite di rete, misurate a livello dell’intero bacino del piovese, sono state pari al 41% dei volumi immessi in rete. La rete può tollerare alcuni incrementi e nuovi allacciamenti, ma nel caso in cui dovessero insediarsi ulteriori nuove grosse utenze (come industrie o grandi lottizzazioni), la rete deve essere sottoposta a interventi prevalentemente a livello strutturale. Le attività antropiche di tipo sociale, produttivo e ricreativo richiedono e producono elevate quantità di scarichi che, per poter essere restituiti all’ambiente, devono necessariamente essere sottoposti ad un trattamento depurativo; come conseguenza, gli agglomerati (intesi come le aree in cui la popolazione e/o le attività economiche sono sufficientemente concentrate da rendere tecnicamente ed economicamente possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane ad un impianto di trattamento o un punto di scarico finale) devono rispondere a precisi requisiti di collettamento a fognatura stabiliti dalla Direttiva 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane. La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati al di sopra dei 2.000 A.E. siano provvisti di rete fognaria; l’obiettivo generale è il raggiungimento di una percentuale di collettamento a fognatura del carico generato pari al 95%. Le acque reflue del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco vengono trattate presso il depuratore di Codevigo (PD). L’impianto in oggetto è un impianto a “fanghi attivi” con trattamento terziario, composto dalle seguenti sezioni: grigliatura, sollevamento, sedimentazione primaria, denitrificazione, nitrificazione-ossidazione, sedimentazione finale, disinfezione con acido peracetico, ispessimento fanghi, digestione anaerobica dei fanghi, disidratazione meccanica dei fanghi con nastropressa.

Aree a rischio idrogeologico I rischi a cui le popolazioni sono da sempre sottoposte, possono essere di origine naturale o tecnologica ed avere influenze più o meno negative sulla salute umana. Rischi naturali come il rischio idraulico, il rischio sismico o il rischio desertificazione devono essere valutati con una attenta conoscenza del territorio ed una consapevole pianificazione da parte degli Enti competenti. In merito al rischio idraulico e desertificazione occorre tuttavia precisare che l’azione umana, spesso sconsiderata e poco attenta alle condizioni ambientali, contribuisce ad appesantire le situazioni critiche già presenti. Nel Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco non sono presenti grandi fiumi, sottoposti al controllo di Enti sovraordinati ma, poco ad est del confine nord-orientale, scorre il Brenta fiume potenzialmente

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

11

pericoloso per il territorio dal punto di vista idraulico. A livello locale esiste una rete idrografica costituita da canali di bonifica, principalmente gestiti dal Consorzio di Bonifica “Bacchiglione Brenta” ed in parte, rete minore, dai privati ed Enti proprietari (Comune, Provincia). Il valutatore afferma che dai dati pervenuti e dalle informazioni raccolte, è emerso che il territorio è stato interessato dalle principali alluvioni che hanno colpito il Veneto, quella del 1882 e quella del 1966. Negli ultimi decenni si è assistito alla progressiva urbanizzazione delle aree del territorio comunale, e delle aree a monte, per secoli gestite con sistemazioni idraulico-agrarie ben integrate con la natura. La sempre crescente urbanizzazione e l’uso sempre più intensivo del suolo hanno determinato una diffusa insufficienza delle reti idrauliche di bonifica e dei manufatti ad essa pertinenti con il conseguente pregiudizio della sicurezza idraulica del territorio. Nel territorio del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco sono presenti aree relative al P.A.I. del Bacino Idrografico dei fiumi Brenta - Bacchiglione. Il Piano di Assetto Idrogeologico P.A.I. dei Bacini Idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta- Bacchiglione, è un piano territoriale di settore che ha lo scopo di pianificare le azioni e le norme d’uso riguardanti l’assetto idraulico ed idrogeologico dei Bacini. Nel territorio del comunale sono presenti aree che sono state classificate con grado di pericolosità di tipo P1 - pericolosità moderata. In queste aree spetta agli strumenti urbanistici comunali e provinciali ed ai piani di settore regionali prevedere e disciplinare, nel rispetto dei criteri e indicazioni generali del Piano, l'uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d'uso, la realizzazione di nuove infrastrutture, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente”. Dalle indagini svolte a livello locale relativamente alla pericolosità idraulica del territorio effettuate sovrapponendo le aree a rischio idraulico “probabilistico” dei Consorzi Dese - Sile, Sinistra Medio Brenta e Bacchiglione - Brenta e le aree allagate in occasione degli straordinari eventi meteorologici del 26/09/2007 è emerso che determinante per l’allagamento delle aree è stata la concentrazione di una pioggia intensa con il conseguente collasso della rete idrografica minore associata alla morfologia del territorio (in sofferenza soprattutto le zone perilagunari bonificate alla fine del XIX secolo).

Suolo e sottosuolo Il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco si colloca, da un punto di vista geomorfologico, nella porzione centro-meridionale del bacino scolante in Laguna di Venezia, costituita prevalentemente dai sedimenti pleistocenici del Brenta. Essi formano un enorme sistema deposizionale, che si allunga in senso NO-SE dallo sbocco della valle del Brenta presso Bassano del Grappa fino all’area perilagunare veneziana. Questo sistema è costituito da una porzione distale sabbioso – limoso argillosa con la tipica morfologia a dossi e depressioni. La porzione occupata dal Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco è costituita da sabbie, limi e argille, depositatesi attraverso l’attività sedimentaria del Brenta durante l’Olocene e che si è esplicata in tutto il settore a sud e a sud-est di Padova, compreso tra il Naviglio Brenta, il Bacchiglione e la Laguna di Venezia. Negli ultimi millenni il Brenta ha cambiato spesso tracciato e nel territorio sono riconoscibili numerosi sistemi dossivi, equivalenti ad altrettanti percorsi fluviali abbandonati, che si dirigono verso la laguna. Uno dei principali dossi è quello che si diparte dal corso odierno del Brenta a Noventa Padovana e che si biforca in un ramo occidentale che passa per Legnaro e Polverara, e in uno diretto a sud-est per Saonara e Sant’Angelo di Piove di Sacco; nei dossi i sedimenti risultano più grossolani rispetto a quelli delle aree circostanti. Più dettagliatamente si può dire che il territorio comunale appartiene a quella che viene definita nella Carta dei Suoli del Bacino Scolante “Bassa pianura recente del Brenta”, che occupa il tratto compreso tra il Naviglio Brenta, a nord, fino al corso attuale del Bacchiglione, a sud. È costituita dalla porzione distale della pianura tardo-olocenica del fiume Brenta. La gran parte della superficie è rappresentata da una pianura indifferenziata caratterizzata da tessiture limose; i suoli presentano una moderata differenziazione del profilo e un’iniziale decarbonatazione; in profondità si possono trovare concrezioni di carbonato di calcio in lembi meno recenti rispetto alla maggior parte della superficie. Le granulometrie sono grossolane nei dossi e medie (granulometria limoso fine o limoso grossolana) nel resto della superficie. La maggior parte dei suoli del territorio comunale sono costituiti da sedimenti a granulometria limoso fine; i suoli sono coltivati a seminativo, in prevalenza mais e soia, e, in misura minore, a semenzai e vivai. Presentano profondità utile alle radici elevata, limitata da orizzonti idromorfi o dalla falda, drenaggio interno mediocre, permeabilità moderatamente bassa. La falda risulta piuttosto profonda (intorno ai 130

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

12

cm). La capacità di accettazione delle piogge è alta ma il rischio di incrostamento è moderato; la lavorabilità è buona, la percorribilità discreta; eventuali limitazioni alla fertilità chimica sono dovute al calcare attivo che spesso assume valori di una certa rilevanza. Una piccola porzione è costituita da suoli costituiti da sedimenti sabbiosi tipici delle zone del dosso: hanno granulometria franco sabbiosa, profondità utile alle radici elevata, drenaggio moderatamente rapido, permeabilità moderatamente alta e capacità di acqua disponibile bassa; la falda è molto profonda. L’accesso dopo le piogge è facile, il rischio di incrostamento è basso. Problemi gestionali possono essere ricondotti alla necessità di apporti irrigui nella stagione estiva ma in generale non sussistono particolare limitazioni all’uso di questi suoli.

Rischio sismico Altro rischio naturale riconducibile alla realtà di Sant’Angelo di Piove di Sacco è quello sismico. Alla luce della normativa sulle aree classificate a rischio sismico (Allegato I alla Deliberazione del Consiglio Regionale n. 67 del 3 Dicembre 2003) il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco si trova all’interno della categoria “Zona sismica 4”, mantenendo la stessa classificazione di cui al D.M. 14 maggio 1982. La fascia 4 corrisponde alla zona meno pericolosa dove le possibilità di danni sismici sono basse.

Uso del suolo Il territorio di Sant’Angelo di Piove di Sacco non presenta un intenso sviluppo urbano, ad eccezione delle aree adiacenti nei centri di Celeseo, Sant’Angelo e Vigorovea. Il tessuto residenziale risulta sviluppato in maniera piuttosto lineare, confinato per lo più ai margini degli assi viari diffusi sul territorio. L’area produttiva/industriale si colloca a nord della S.S. Piovese ai margini Sud del territorio, nella frazione di Vigorovea. Il territorio aperto è costituito da seminativi, per lo più a mais, sistemi colturali e sistemi vivaistici. L’indicatore selezionato per la valutazione degli impatti consiste nell’identificazione delle aree esposte a pericolosità idraulica. Complessivamente circa un 30% della parte nord-orientale del comune risulta ricadere all’interno della Pericolosità 1, ovvero moderata, secondo la classificazione operata dal P.A.I. del Brenta; di fatto la stessa e legata problematiche di tipo sovraordinati e soprattutto connesse al sistema delle acque alte, il Brenta. La corretta valutazione in fase progettuale eviterà scelte localizzative sbagliate. Il valutatore afferma che nel passato la scelta del luogo di edificazione era molto oculata, oggi questo non avviene più e territori che 30-40 anni fa erano prevalentemente agricoli, caratterizzati da una diffusa attività agricola tradizionale (fossi, capezzagne, alberature, ecc.) e qualche rado insediamento urbano, risultano oggi urbanizzati. Questa diffusione incontrollata in territori spesso fragili e magari sottratti con fatica all’azione degli eventi naturali e mantenuti per secoli in un delicato equilibrio col divenire delle cose, ha provocato effetti devastanti spesso non solo sull’urbanizzazione realizzata ex-novo, ma anche a valle di questa. Il maggior problema è connesso all’impermeabilizzazione del suolo. Un terreno agricolo, nella peggiore delle ipotesi poco permeabile perché argilloso, ha comunque una sua capacità di infiltrazione dell’acqua e comunque un suo rallentamento del deflusso superficiale, assicurato anche da opportune sistemazioni agrarie, dalla presenza di alberature, fossi, ecc.. Al contrario un’area impermeabilizzata, come un quartiere residenziale con strade, parcheggi, tetti, annulla questi effetti costringendo l’acqua a defluire superficialmente confluendo in pochi punti, mandano in crisi la rete idraulica. Nella migliore delle ipotesi questa rete è quella agricola spesso stravolta per far posto a colture intensive tipiche dell’agricoltura moderna. Così, piogge anche di lieve entità e di breve durata arrecano danni ingenti, aumentando la probabilità dell’allagamento e riducendo il tempo di ritorno dell’evento, a scapito della sicurezza degli abitati. Non bisogna dimenticare inoltre, che questa urbanizzazione diffusa oltre a causare il dissesto riceve il rischio e paradossalmente subiscono il danno centri realizzati su territori ritenuti “sicuri” che non avevano mai subito prima quel tipo di danno.

Biodiversità Dall’analisi svolta dal valutatore emerge che la biodiversità del territorio oggetto di indagine, evidenzia una limitata varietà faunistica, legata alla progressiva scomparsa di ambienti e biotopi sopravvissuti nelle campagne dell’agro centuriato sino al secondo conflitto mondiale. La progressiva meccanizzazione dell’agricoltura prima e la crescita dei piccoli centri urbani poi, hanno progressivamente eliminato ed

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

13

alterato un perfetto equilibrio antropico - naturale che durava da secoli. La semplificazione o la distruzione degli habitat con la conseguente perdita di valore e di qualità ambientale ha comportato una diminuzione della biodiversità. La perdita di biodiversità comporta una diminuzione della capacita degli ecosistemi di provvedere ad una fornitura stabile e sostenibile di beni e servizi alla società. Le diverse componenti della biodiversità forniscono benefici come la regolazione dell’ambiente, la conservazione del suolo e della sua fertilità, il controllo dell’erosione, il controllo dell’inquinamento, la regolazione del cima, il controllo naturale degli insetti nocivi, benefici che contribuiscono non solo a supportare l’attività umana ma, più in generale, a sostenere la vita.

Flora Il valutatore afferma che la campagna di Sant’Angelo di Piove di Sacco conserva ancora una struttura di tipo agricolo abbastanza equilibrata, soprattutto nella parte Ovest e Nord del territorio. Sono significative, in questo contesto, alcune piccole aree boscate e sistemi di filari campestri, nonché un piccolo bosco di pianura ricostruito in via Don Luigi Sturzo. I margini dei campi presentano una rete di siepi caratterizzate da una buona struttura, con presenza di essenze arboree tipiche della pianura veneta quali salici, pioppi, platani e robinie, e da essenze arbustive con presenza di Sanguinello e Sambuco. Sono presenti anche piante spesso invasive come il luppolo, i rovi, l’edera e la vite bianca. Tra le siepi trovano posto anche specie arboree tipiche della vegetazione naturale “potenziale”, come la Farnia, l’Olmo e l’Ontano nero. Nei fossi del territorio comunale che presentano acqua per buona parte dell’anno sono presenti piante legate agli ambienti umidi, come i carici, la mazzasorda, la canna di palude, e l’iris giallo. Nei fossi e nelle pozze che presentano acqua per tutto l’anno è possibile rinvenire piante acquatiche come la lenticchia, la mestolaccia, il millefoglio d’acqua e l’ottonia di palude. Il territorio esaminato può quindi essere idealmente suddiviso in cinque diverse fasce: l’ambiente rurale, l’ambiente urbano, l’ambiente coltivato, la vegetazione erbacea le zone non coltivate. La vegetazione arborea ed arbustiva dell’ambiente rurale è caratterizzata dalla presenza in eguale diffusione di salici e pioppi spesso inseriti in formazioni lineari a margine di fossi e scoline. Le due specie si rinnovano spontaneamente e si trovano spesso in associazione con specie quali la sanguinella, l’evonimo europeo, la frangola, dalla discreta presenza di robinia, dell’acero campestre, del frassino, dell’olmo, del tiglio, del ciliegio e del rovo. La vegetazione dell’ambiente urbano, collocata lungo le strade e nelle aree a parco o giardino, è caratterizzata dalla presenza del platano, del tiglio e dell’acero platanoide. Nei giardini alta è la frequenza delle conifere e delle specie vivaistiche ornamentali. Nei nuovi impianti si assiste ad una riduzione sensibile delle sempreverdi a favore delle caducifoglia. L’ambiente coltivato è caratterizzato dalla presenza di cereali in particolare del mais, della presenza delle orticole, dei vivai, della presenza della pioppicoltura e delle colture da legno a frutteto, mentre marginale è la presenza di colture legnose a ciclo lungo. La vegetazione erbacea è principalmente di tipo spontaneo dove prevalgono le associazioni di graminacee e leguminose le indagini hanno riscontrato in alcuni suoli la presenza di nitrofile pioniere. Le zone non coltivale e non manutentate a ridosso delle infrastrutture e nelle zone residue sono caratterizzate da vegetazione spontanea dove predomina la robinia con sottobosco di sanguinella, sambuco e ortica.

Fauna Il valutatore afferma che l’analisi della fauna è stata condotta, per la non stanzialità della maggior parte degli animali, nell’ambito più ampio della pianura centrale veneta in quanto zona di transizione e di collegamento tra ambienti di elevato valore ecologico “la Laguna di Venezia” ed est ed “il complesso dei colli Euganei” verso ovest. Dagli studi condotti nell’ampia area della pianura centrale veneta a cavallo delle province di Padova e Venezia e dalle informazioni sulle “liste” di specie presenti, sulla consistenza delle popolazioni, emergono dati importanti per una conoscenza della biodiversità che caratterizza il territorio in esame. Le pozze presentano un indice elevato di biodiversità, sia dal punto di vista della vegetazione acquatica, sia da quello dei macroinvertebrati che vivono nelle acque e sul fondo, sia per la fauna maggiore con presenze segnalate di rane, rospi e tritoni. In assenza o limitata presenza di disturbo antropico, è possibile rinvenire specie di avifauna legate agli ambienti acquatici come il Germano, l’Airone cenerino, il Tarabusino e la Gallinella d’acqua.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

14

La presenza antropica estesa oramai su tutto il territorio, ha reso sempre più difficoltosa la sopravvivenza e la coesistenza delle specie animali con l’uomo e le sue attività. Le specie di mammiferi potenzialmente presenti nell’area sono il riccio, la talpa, varie specie di toporagno e di topo, la nutria, il pipistrello, la volpe, la donnola e la faina. Tra le varie specie di uccelli potenzialmente presenti nel territorio si rilevano il gheppio, la tortora, la civetta, il picchio, l’usignolo, la gazza, il passero, la rondine e varie altre speci.

La rete ecologica e i Siti Natura 2000 Il contesto territoriale di riferimento, che si presentava in origine come un territorio ricco ed articolato caratterizzato da un sistema di siepi e campi chiusi, presenta tutt’ora degli elementi naturali o seminaturali residui che possono svolgere un’importante funzione ecologica. Il territorio in questione può far parte del sistema delle reti ecologiche, con specifico riferimento alla sosta ed al transito migratorio dell’avifauna, fungendo inoltre da zona di rifugio, riproduzione e sostentamento della fauna locale. Per rete ecologica si intende una struttura naturale che connette quegli ambiti del territorio rappresentati da un maggior grado di naturalità, ambienti, cioè, che per condizioni storiche, culturali, spesso fortuite (ex cave, aree montane abbandonate, ecc.) in altri casi volontarie (normative, aree protette, riserve naturali, ecc.), hanno mantenuto la struttura naturale o ne hanno vissuto la creazione di un’altra altrettanto interessante da un punto di vista ecologico. In questo contesto la rete ecologica svolge un ruolo fondamentale, in quanto riunisce in un’unica dimensione habitat naturali, habitat seminaturali, biotopi ed ecosistemi, per mantenere o ripristinare una connettività fra popolazioni ed ecosistemi in paesaggi frammentati. Nel territorio veneto centrale, in particolare nella fascia centrale delle province di Padova e Venezia, è stata creata una prima forma di rete ecologica; sono state individuate numerose aree ad elevata valenza ecologica ed ecosistemica, ospitanti molte specie anche rare, tenendo conto innanzitutto di quegli ambiti oggetto di tutela come i parchi regionali, quelli assoggettati alla tutela del Piano d’Area della Laguna di Venezia o paesaggistica e dei S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) e Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale). Il territorio di Sant’Angelo di Piove di Sacco è in parte ecologicamente compromesso in quanto importanti infrastrutture, la S.S. n° 516 “Piovese” e la Superstrada dei Vivai, operano una pesante frammentazione del territorio, impedendo il movimento e la comunicazione delle popolazioni animali e vegetali. Riqualificare il territorio, puntando sulle risorse già esistenti come le aree residuali, le aree verdi e i filari arborei e la rete idrografica può essere una strategia efficace per aumentare la connettività tra nodi della rete ecologica e contribuire in maniera determinante a preservare e aumentare la biodiversità. Tenendo presente che molti dei corsi d’acqua presenti sul territorio fanno parte del Bacino Scolante in Laguna di Venezia, riqualificare la rete idrografica ripristinando la funzionalità fluviale mediante un’appropriata gestione delle sponde e della vegetazione ripariale può contribuire alla riduzione del carico di nutrienti, principali responsabili dell’eutrofizzazione, e quindi al miglioramento della qualità delle acque, alla creazione di habitat e zone di rifugio per numerose specie di avifauna, erpetofauna e mammiferi.

Paesaggio Il valutatore afferma che le componenti percettive presenti attualmente nel territorio comunale non riconducono ad alcun paesaggio di tipo naturale. Il territorio, negli ultimi due millenni ha visto una presenza antropica stabile che ha modellato l’ambiente e il paesaggio. Per questo motivo non è possibile identificare un paesaggio naturale, ma esclusivamente una sua evoluzione che, a volte, vive ancora nelle strutture “addomesticate” dall’uomo. Ne è un esempio il bosco planiziale primigenio, progressivamente trasformato in foresta lineare - reticolare, oppure il fitto sistema idrografico. La pianura veneta, dal Po alle Prealpi, si presenta ordinatamente divisa in appezzamenti coltivati, muniti di strade e lunghi filari di frutteti e vigneti, con canali che regolano le acque. Questo paesaggio e stato realizzato dai romani, in seguito alla sottomissione di gran parte della Cisalpina. I romani ebbero un ruolo decisivo nel destino delle terre dei Veneti nel momento in cui gran parte della Cisalpina venne sottomessa da Cesare. Poiché il territorio da organizzare si dimostro essere assai vasto, i Romani incaricarono i propri agrimensori di misurare e delimitare con precisione le terre da distribuire. L’assetto territoriale ed idraulico dell’area subì profondi cambiamenti a partire dal V

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

15

secolo dopo Cristo. Con la caduta dell’impero romano, e con la diminuzione della popolazione a seguito delle invasioni barbariche, molti di questi territori sottratti alle acque ed agli impaludamenti grazie alle bonifiche attuate per mezzo delle Centuriazioni, tornarono al loro stato naturale. Ma fu soprattutto a causa di nuove e violente alluvioni che colpirono l’area, che la struttura idrografica mutò. Fu solamente con la presa di potere anche sulla terra ferma da parte di Venezia che cominciò progressivamente ad essere messo ordine sul sistema idraulico dell’area che sorreggeva da sempre tutto il sistema sociale ed economico. Il paesaggio assunse un’identità definita quando il sistema idraulico raggiunse una sorta di stabilita. Furono concluse le importanti operazioni di creazione delle baulature a “schiena d’asino” dei campi presenti ancor oggi in molte aree, la delimitazione dei campi con filari e siepi, la diffusione di colture cerealicole. Si realizzano così paesaggi complessi, armonici, integrati con il territorio, che necessitano di una continua manutenzione ed un notevole dispendio energetico giustificato dalla redditività delle colture. Le carte storiche, del Von Zach (1804-1810) descrivono un territorio modellato dall’uomo dal quale deriva un paesaggio che non è solo forma estetica ma funzionalità. Questo tipo di rapporto millenario tra uomo e territorio perdura nell’area sino al secondo conflitto mondiale. Nel secolo scorso il mutato rapporto tra il settore primario ed i settori secondario e terziario, nonché la rapida evoluzione delle tecnologie agricole, hanno determinato la crisi dell’assetto paesaggistico, che si era venuto a creare nei secoli precedenti. In particolar modo si assiste alla semplificazione degli elementi strutturali del paesaggio con l’abbandono delle antiche sistemazioni e alla significativa espansione urbanistica, facilitata dalla presenza di un reticolo fitto di strade che rendeva qualsiasi punto del territorio potenzialmente edificabile ed egualmente raggiungibile. La storia di questo paesaggio e della sua conservazione non è legata a fenomeni estetico percettivi, ma è la storia plurisecolare di una gestione ottimale delle risorse ambientali. Un paesaggio costruito lentamente nei secoli, grazie alla tenacia dell’uomo, che rischia negli ultimi decenni di essere seriamente compromesso dalla comparsa di nuove tecniche agricole, dal mutare delle esigenze produttive e reddituali, e dell’urbanizzazione diffusa.

Patrimonio culturale, architettonico, archeologico Il territorio comunale, è parte di un comprensorio interessato fin dall’antichità da una sistemazione agraria di epoca romana. Nel territorio comunale, sono stati rinvenuti alcuni diversi reperti archeologici. In località Vigorovea sono stati rinvenute alcune tombe e resti di strutture varie, nel capoluogo sono state ritrovate evidenze archeologiche e reperti risalenti all’età del bronzo. Nel territorio di Sant’Angelo di Piove di Sacco sono presenti due edifici di interesse storico e culturale: Casa Caprari, Zanchi, Fontanella, Maritan, nella frazione di Celeseo, e i resti di casa Gasparoni a Sant’Angelo di Piove di Sacco. Casa Caprari, Zanchi, Fontanella, Maritan situata in frazione Celeseo è una costruzione risalente al XVII secolo, di proprietà del comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, sottoposta a vincolo secondo la L. n° 1089/1939. I Resti di casa Gasparoni sono situati a Sant’Angelo di Piove di Sacco appartengono ad una costruzione risalente al XVI secolo sottoposta a vincolo secondo la L. n° 1089/1939.

VINCOLI Sul territorio comunale si possono individuare diversi vincoli di carattere culturale, paesaggistico tra cui:

- Vincolo Paesaggistico; - Vincolo sismico; - Vincolo archeologico: D.Lgs. n. 42/04; - Fasce di rispetto; - Idrografia - fasce di rispetto; - Viabilità - fasce di rispetto; - Elettrodotti - fasce di rispetto; - Gasdotti - fasce di rispetto; - Oleodotti - fasce di rispetto; - Impianti di comunicazione elettronica - fasce di rispetto;

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

16

- Cimiteri - fasce di rispetto; - Centro storico e centri storici minori – individuazione; - Allevamenti zootecnici; - Aree esondabili o a periodico ristagno idrico; - Edifici di valore monumentale e testimoniale

e derivanti da pianificazione di livello superiore tra cui: -PATI della Saccisica; -Piano territoriale Regionale di coordinamento; -Piano territoriale di coordinamento Provinciale della provincia di Padova; -Piano territoriale di coordinamento Provinciale della provincia di Venezia.

ATO P.A.T. suddivide il territorio comunale in Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) sulla base di specifici caratteri insediativi, morfologici e ambientali; La Tavola n. 4.1, “Carta delle Trasformabilità” evidenzia la suddivisione del territorio comunale in A.T.O. cosi articolati: - A.T.O. n. 1 Capoluogo - A.T.O. n. 2 Celeseo - A.T.O. n. 3 San Polo - A.T.O. n. 4 Vigorovea - A.T.O. n. 5 Vigorovea produttiva

− CRITICITÀ AMBIENTALI EMERSE Dalla lettura critica degli indicatori quantitativi di stato/impatto è stato possibile delineare le seguenti criticità che a livello generale caratterizzano il territorio di Sant’Angelo di Piove di Sacco:

- Dissesti territoriali (aree esposte a pericolosità idraulica, aree con problemi di allagamento/alluvione, grado di compatibilità geologica a fini edificatori;

- Urbanizzazione e impermeabilizzazione del suolo; - Fonti di pressione da agricoltura intensiva – vivaismo; - Aree critiche per la mobilità; - Scarsa qualità chimico fisica e biologica dei corsi d’acqua; - Impatti generati da traffico (emissioni) – degrado della qualità dell’aria; - Produzione di Ossidi di Zolfo (SOx); - Produzione di Ossidi di Azoto (NOx); - Produzione di Anidride carbonica (CO2); - Produzione di Polveri sottili (PM10); - Sviluppo di frange urbane e frammentazione; - Banalizzazione delle attività e colture agricole – modificazione uso suolo agricolo; - Abbandono di strutture storiche (architettoniche e paesaggistiche); - Impiego di fonti rinnovabili – fossili;

− SCENARI ALTERNATIVI Nel Rapporto Ambientale sono stati individuati gli scenari strategici alternativi allo scenario di Piano. I due scenari e l’opzione zero sono stati confrontati in relazione agli effetti che le azioni strategiche possono produrre sulle diverse componenti ambientali.

− IPOTESI 0: EVOLUZIONE SENZA IL PIANO O IPOTESI “DO NOTHING” Come previsto dalla normativa in materia prima di passare alla descrizione ed analisi del proposto nuovo strumento pianificatorio e delle sue interazioni con l’ambiente, occorre valutare nel modo più completo ed oggettivo possibile, compatibilmente con i materiali ed informazioni sin qui pervenuti, quella che potrebbe essere la più probabile evoluzione delle diverse componenti ambientali, e nel loro insieme di scambi ed interazioni, del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco in assenza del Piano di Assetto del Territorio. Senza l’attuazione del P.A.T. probabilmente si resterebbe per un periodo più o meno lungo in una situazione di stasi, con conseguente saturazione di tutte le aree previste, ma soprattutto, nell’impossibilità di porre rimedio alle criticità rilevate.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

17

La non corretta regolamentazione del territorio extraurbano porterebbe a situazione di degrado paesaggistico legato alla perdita delle strutture storiche tipiche nonché alla presenza di strutture produttive sparse non adeguatamente mitigati. L’assenza di controllo nelle trasformazioni del territorio aperto determinerebbe conseguenze negative sulla rete ecologica “minore” e sull’assetto idrogeologico. Assetto idrogeologico che non verrebbe assicurato per l’incuria e/o la soppressione della rete idrografica minore che al contrario dovrebbe essere gestita e mantenuta costantemente per contrastare le criticità rilevate. (strozzature, erosione superficiale, allagamenti e ristagni, ecc.). In ambito urbano le trasformazioni delle aree ancora libere e quelle di completamento, non regolamentate con criteri di sostenibilità e compatibilità ambientale, (soprattutto nelle aree produttive) potrebbero comportare un peggioramento dell’ambiente urbano e delle incompatibilità con la struttura stessa del territorio. A tutto questo si deve aggiungere le trasformazioni di livello superiore, che avranno indubbie conseguenze sul sistema territoriale comunale; pur non avendo il P.A.T. un incidenza diretta su scelte di scala superiore, la consapevolezza delle stesse potrà portare a definire di linee guida che mirino a minimizzare e contenere l’impatto derivante da queste trasformazioni. In ultima analisi si può concludere che dopo un periodo di “calma” apparente, durante la quale si completeranno tutte le aree libere, la non pianificazione e programmazione, nelle condizioni attuali, comporterebbe delle ricadute molto negative sull’intero territorio comunale. La valutazione si è quindi concentrata su due ipotesi: una prima l’Alternativa A, che in sintesi si proponeva di assecondare le richieste di edificazione diffusa pervenute; una seconda ipotesi, l’Alternativa B, che si proponeva di creare un connubio tra le richieste di edificazione diffusa e l’esigenza di assicurare un equilibrato sviluppo territoriale. A monte delle Alternative è stata condotta anche una valutazione di compatibilità degli ambiti di trasformazione potenziale in quanto il Piano non gli ha esclusi a priori poiché la limitazione della loro trasformabilità deriva spesso da caratteristiche estrinseche, derivanti da cattiva gestione del territorio o da carenze infrastrutturali.

− ALTERNATIVA “A” Il valutatore afferma che la prima proposta di Piano, si basava su due decisioni progettuali “forti”, dare seguito alle osservazioni pervenute da parte dei singoli cittadini, prevalentemente di tipo “singolo”, vale a dire richiesta di possibilità edificatoria in area agricola limitrofa a preesistenti nuclei e la necessità di ampliare l’attuale zona produttiva di Vigorovea satura. Sottoposta a verifica di compatibilità, e poi a specifica valutazione dei macroindicatori, la valutazione complessiva di sostenibilità è risultata attendibile. La scelta di localizzare circa 46.000 mc nel diffuso, rispondendo ad una specifica domanda e vocazione del territorio, l’abitare in casa singola o binata di proprietà, con annesso giardino e magari l’orto, vicino alla casa natia, sicuramente determina un miglioramento dei rapporti sociali, della coesione intergenerazionale, la possibilità di mantenere legami. In parte incide anche sulla sostenibilità economica; se da un lato la “resa” per l’Amministrazione in termini di oneri incamerati può dimostrarsi più bassa rispetto ad una trasformazione di tipo perequato, è anche da evidenziare come la costruzione dell’abitazione su area di proprietà permetterebbe di abbattere i costi di acquisto ed in ultima analisi di evitare l’effetto di aumento della rendita fondiaria dovuto alla sola destinazione dei suoli. Inoltre la presenza in sito di persone appartenenti allo stesso nucleo famigliare originario permetterebbe una maggiore solidarietà sia nei confronti degli anziani che dei giovani. Se da una lato migliora sostenibilità sociale ed in parte economica è anche evidente come l’impatto sul sistema ambientale non sia altrettanto sostenibile. Il carico antropico in area agricola - diffusa inciderebbe sul sistema idraulico, sia in termini quantitativi e qualitativi. Al di la della previsione di specifici sistemi di depurazione delle acque la non sempre eccellente funzionalità degli stessi determinerebbe il peggioramento della matrice acqua. Lo stesso vale per la “polverizzazione” e frammentazione della matrice ambientale. La presenza diffusa nel territorio di abitazioni determinerebbe il ricorso massiccio all’uso dell’automobile anche per gli spostamenti locali, quotidiani. Questo incide senza dubbio sia sulla qualità dell’aria ma anche sul disturbo effettuato, dal rumore prodotto, in aree che invece dovrebbero mantenere dei livelli di inquinamento acustico bassi. Tale opzione necessiterebbe infine una intensificazione e potenziamento delle opere a rete di urbanizzazione primaria. Se da un lato è verificabile una capillarità di linee elettriche telefoniche, gas, ecc. nel territorio e anche vero che spesso tali linee risultano non sufficientemente sviluppate per assicurare l’adeguato servizio.

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

18

− ALTERNATIVA “B”

Il valutatore afferma che la seconda proposta di Piano, si basava: - sul rafforzamento dei nuclei residenziali preesistenti assicurandone l’identità storico urbanistica, in

particolare prevedendo servizi adeguati ed in certi casi autonomi nel loro funzionamento; - sul riordino delle attività produttive sparse ridisegnando l’area di Vigorovea, prevedendo tra l’altro la

concentrazione di 30.000 mq di superficie trasformabile da dedicare a produttivo, e dall’altro individuando nell’asse costituito dalla S.S. n° 516 Piovese un nuovo ambito lineare dove riorganizzare le attività commerciali, direzionali e produttive in genere presenti;

- sulla riorganizzazione dell’urbanizzazione diffusa posta lungo i principali assi viari, mirando al trattenimento in loco delle famiglia al fine di assicurare continuità generazionale nel territorio e al contenimento del bisogno sociale legato alla presenza di anziani e di bambini;

- la necessita di assicurare idonei corridoi verdi e di mantenere l’elevata dotazione arborea - vegetale presente. L’Alternativa B sottoposta a specifica a valutazione dei macroindicatori può ritenersi soddisfacenti per una complessiva valutazione di sostenibilità; in particolare emerge quale punto di forza la sostenibilità ambientale (Potenzialità ambientale) ed in parte economica (Rendimento economico). In altre parole la scelta di localizzare circa 250.000 mc in urbanizzazioni compatte da assoggettare ad operazioni di perequazione o comunque di accordo pubblico-privato accompagnata dalla volontà di identificare specifiche aree per la realizzazione di parchi o comunque aree verdi, determina per il Piano esaminato un elevato valore ambientale ed economico. Per quanto concerne gli aspetti sociali, pur assistendo ad una riduzione del volume concentrato nel diffuso rispetto all’Alternativa A (28.000 mc contro i teorici 57.000), si e cercato comunque di rispondere ad una specifica domanda e vocazione del territorio, l’abitare in casa singola o al massimo binata di proprietà, con annesso giardino e magari l’orto, vicino alla casa natia. Tale scelta, oltre ai benefici tipici dell’abitare nel diffuso, determinando un miglioramento dei rapporti sociali, della coesione intergenerazionale, la possibilità di mantenere legami, non impedirà di ottenere “denari” ma soprattutto aree che l’Amministrazione potrà intelligentemente impiegare per dotare il Comune di nuovi ed importanti servizi per tutta la comunità. In ultima analisi tale seconda Alternativa, sembra più equilibrata e ragionevole in quanto mira ad un connubio tra necessita sociali, economiche ed ambientali.

− METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Il valutatore afferma che alla luce delle possibili ragionevoli alternative, occorre non solo sceglierne una, ovvero il P.A.T. definitivo, ma anche darne motivazione e giustificazione. Trattandosi di materia non semplice e soprattutto coinvolgente diversi fattori di non sempre facile determinazione, si è optato per una verifica che utilizzasse il metodo della valutazione multicriteriali. Con il termine valutazione si fa riferimento ad una attività cognitiva, svolta in maniera intenzionale, rivolta a fornire un giudizio su una azione o insieme di azioni, così come avviene nel caso di un Piano. Di norma la valutazione può interessare tre fasi distinte:

- ex ante. Prima che l’azione (progetto, piano, ecc) venga delineata e posta in atto, per verificare se e fattibile e/o desiderabile;

- in itinere. Dopo che l’azione (progetto, piano, ecc) e stata delineata e mentre viene posta in atto, per verificare se lo stato di avanzamento corrisponde a quanto previsto;

- ex post. Dopo che l’azione (progetto, piano, ecc) e stata posta in atto ed ha prodotto dei risultati; per verificare se ha prodotto i risultati attesi o anche risultati inattesi, e in quale grado. La funzione valutativa può essere espressa come segue: V = f( O, C, A) In altri termini, gli esiti di una valutazione, nell’ambito di un determinato contesto decisionale, sono una funzione di: - Obiettivi; - Criteri; - Alternative. Gli obbiettivi sono il punto di arrivo, quello al quale si vuole aspirare e quindi ragionevolmente indirizzare tutte le azioni strategiche e soprattutto concrete. I criteri costituiscono in sintesi la traduzione operativa degli obiettivi, ovvero una maniera per esprimere gli obiettivi in modo tale da poter essere

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

19

misurati al fine di confrontare tra loro le alternative. La scelta e relativa costruzione di un criterio richiede la definizione di indicatori di riferimento che siano misurabili e quindi confrontabili. Le alternative rappresentano infine diverse modalità di attuazione e raggiungimento degli obiettivi. La valutazione pertanto non viene mai svolta su una sola ipotesi progettuale, bensì prende sempre in considerazione e confronta molteplici alternative. Nel caso ci si trovi a valutare una sola ipotesi progettuale, occorre costruire almeno un’altra alternativa con cui porla a confronto. Tale alternativa e costituita dall’ipotesi del non intervento, e prende il nome di ipotesi “zero” o “do nothing”.

- Con riferimento alla metodologia descritta nelle precedenti sezioni si opererà la valutazione delle singole alternative considerate, esprimendo per ciascuna di esse sia un giudizio relativo ad ogni criterio di valutazione sia complessivo. I criteri si riferiscono invece ai macroindicatori: di carattere prettamente ambientale: - Percolazione naturalistico - ambientale (PNA); - Indice di Shannon (SHN); - Potenzialità ambientale (PAmb); - Funzionalità Fluviale Ambientale (FFA); che a due criteri di giudizio legati a tematiche prettamente socio-economiche: - Rendimento economico; - Socialità. Il valutatore afferma che dal giudizio comparativo derivato dal confronto dei singoli criteri per ciascuna delle alternative analizzate si può notare l’alternativa che più di ogni altra tende alla massimizzazione degli obiettivi fissati, ovvero il contemporaneo raggiungimento della sostenibilità ambientale, economica e sociale, è l’Alternativa B2, essendo prima in 5 valutazioni su 6 (4 volte su 5 da sola), e seconda solo all’Alternativa A per il criterio Socialità.

− CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PAT Il valutatore afferma che gli obiettivi finali fissati sono quelli di sostenibilità ambientale, economica e sociale che si possono cosi sintetizzare:

- minimizzare l'utilizzo delle risorse non rinnovabili; - utilizzare le risorse rinnovabili entro i limiti delle possibilità di rigenerazione; - utilizzare e gestire in maniera valida sotto il profilo ambientale sostanze e rifiuti anche pericolosi o

inquinanti; - preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatica, degli habitat e dei - paesaggi; - mantenere e migliorare il suolo e le risorse idriche; - mantenere e migliorare il patrimonio storico e culturale; - mantenere e aumentare la qualità dell'ambiente locale; - tutela dell'atmosfera; - sviluppare la sensibilità, l'istruzione e la formazione in campo ambientale;

promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo.

− DIMENSIONAMENTO Superficie territoriale: ha 1.399 Abitanti: n° 7.181 Volume residenziale esistente: mc 2.821.345 Volume per abitante: mc 392 Nuovi abitanti teorici: n° 1.274 Volume per abitante teorico: (art. 31 comma 8 L.r. 11/2004) mc/abT 150

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

20

CARICO INSEDIATIVO AGGIUNTIVO PREVISTO DAL PAT Programmato da PRG

vigente Nuova previsione da

PAT TOTALE

Residenza (mc) 89.364 191.036 280.400

Commerciale/Direzionale (mq) 50.463 50.463

Produttivo (mq) 29.943 29.943

Turistico (mc) 10.000 10.000

STANDARD URBANISTICI COMPLESSIVI PREVISTI DAL PAT

Carenze standard minimi di legge

Standard relativo al carico aggiuntivo previsto dal PAT Totale standard

previsti dal PAT Standard

programmato dal PRG vigente

Standard di nuova previsione

Totale

Residenza (30mq/abT - abT= 150mc

8.632 573.317 38.207 611.524 620.156

Commerciale/Direzionale (1mq/mq Slp**)

49.742 1.320 20.000 21.320 71.062

Produttivo (1mq /10mq St) 1.239 2.994 2.994 4.233

Turistico (15mq/100mc) 1.500 1.500 1.500

TOTALE 59.613 574.637 62.701 637.338 696.951

− COERENZA INTERNA DEL PIANO

Scelta l’Alternativa più vicina al raggiungimento degli obiettivi prefissati, si operano le verifiche di coerenza interna ed esterna, al fine di far emerge non solo le convergenze ma anche eventuali discordanze tra le azioni concrete di Piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale e le previsioni sovracomunali. La verifica di coerenza interna misura il grado di “avvicinamento” delle azioni previste dal Piano proposto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale ormai riconosciuti a più livelli istituzionali che come visto nelle precedenti sezioni si possono cosi sintetizzare:

- minimizzare l'utilizzo delle risorse non rinnovabili; - utilizzare le risorse rinnovabili entro i limiti delle possibilità di rigenerazione; - utilizzare e gestire in maniera valida sotto il profilo ambientale sostanze e rifiuti anche pericolosi o

inquinanti; - preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatica, degli habitat e dei - paesaggi; - mantenere e migliorare il suolo e le risorse idriche; - mantenere e migliorare il patrimonio storico e culturale; - mantenere e aumentare la qualità dell'ambiente locale; - tutela dell'atmosfera; - sviluppare la sensibilità, l'istruzione e la formazione in campo ambientale; - promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo.

Il valutatore, utilizzando una tabella contenuta nel rapporto ambientale, ha riportato i giudizi di coerenza tra specifica azione di Piano ed obiettivo di sostenibilità, nessuna azione risulta non coerente. La maggior parte delle azioni risultano in grado di incidere significativamente e positivamente sul trend delle specifiche risorse (ambientali, economiche e sociali) e di contribuire concretamente al raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità.

− COERENZA ESTERNA DEL PIANO Il valutatore afferma che la verifica di coerenza esterna risulta in gran parte garantita dal punto di vista delle scelte tecniche, in quanto il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, nell’elaborazione del

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

21

P.A.T. ha scelto di procedere all’accordo di pianificazione con la Provincia di Padova e la Regione Veneto. Inoltre facendo parte del P.A.T.I. della Saccisica sono già stati valutati a livello intercomunale e sovracomunale alcuni aspetti di rilevanza strategica implementati nel P.A.T.; risulta essere fondamentale la compatibilità tra gli strumenti di Pianificazione comunale e quelli sovraordinati, così come rapportare la Valutazione Ambientale Strategica ad analisi o predisposizioni valutative di livello superiore. Dall’analisi svolta dal valutatore nel Rapporto Ambientale degli strumenti di livello regionale, provinciale e intercomunale emerge che gli obiettivi prefissati sono coerenti con quanto sviluppato dal P.A.T. del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco.

− MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI Il valutatore afferma che le scelte pianificatorie incideranno sul futuro assetto del territorio, sia dal punto di vista fisico che funzionale, ambientale nonché sociale ed economico; costruire degli scenari attendibili significa riuscire a prevenire alcuni impatti significativi e proporne delle mitigazioni e compensazioni. La definizione di Linee guida e criteri per la mitigazione e compensazione degli impatti consta dunque di due situazioni specifiche: quella relativa agli impatti già presenti allo stato attuale che determinano criticità “sedimentate” e quelli generati dalle nuove scelte di Piano che potrebbero determinare nuove criticità o peggiorare le esistenti. Alcuni accorgimenti, anche di natura tecnica, dovranno dunque essere previsti in concomitanza con la redazione del Piano degli Interventi, mentre altri potranno essere sviluppati sottoforma di indicatore, da inserire all’interno delle linee guida per il territorio comunale indagato. Dovranno essere previsti dei sistemi di mitigazione delle strutture antropiche (capannoni, elettrodotti, strade, ecc.) che creano impatto negativo sul paesaggio. L’inserimento di siepi e filari, preferibilmente in formazioni di bande boscate a struttura complessa, consentirebbe di mitigarne l’impatto sul paesaggio con conseguenze non solo estetiche ma anche ecologiche. Sarà opportuno tuttavia utilizzare specie idonee a tali funzioni, prediligendo le specie autoctone. Nelle nuove espansioni previste, secondo le indicazioni del P.A.T. e specifiche data dalla Valutazione di Compatibilità Idraulica nonché in fase di Piano degli Interventi, dovranno essere adottati interventi progettuali che garantiscano lo stoccaggio delle acque meteoriche (interventi più comunemente chiamati di “micro laminazione”), in particolare in quelle porzioni di territorio in cui si rischia di appesantire pericolosamente la rete idrica minore con le attività di nuova urbanizzazione.

− VALUTAZIONE D’INCIDENZA AMBIENTALE Con nota n. 3198 dell’11.05.12, acq. al prot. reg. al n. 219677 del 14.05.12, il Comune di Piove di Sacco (PD), ha fatto pervenire la dichiarazione di non necessità di procedura di Valutazione di Incidenza ai sensi dell’allegato A, paragrafo 3, alla D.G.R. n. 3173 del 10 ottobre 2006 “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative” a firma del Dott. Urb. Raffaele GEROMETTA. Il Piano esaminato non coinvolge nessun sito della rete Natura 2000, che, secondo quanto evidenziato nella cartografia allegata alla dichiarazione esaminata, il sito più prossimo dista circa 8 km dall’area oggetto del Piano e che quindi il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco (PD) non interferisce con habitat, habitat di specie e specie riconosciuti nei siti della rete Natura 2000 del Veneto.

− PARERI DELLE AUTORITÀ AMBIENTALI Con nota n. 3198 del 11.05.2012, acquisita al prot. reg. al n. 219677 del 14.05.2012 il Comune Sant’Angelo di Piove di Sacco ha fatto pervenire la nota del 05.04.2012 con cui il Responsabile del gruppo di Valutazione unitamente al Responsabile dell’Ufficio Tecnico Area Edilizia Privata e Urbanistica, dichiarano “che scaduti i termini relativi alla consultazione (60 giorni) non sono pervenute osservazioni dai soggetti competenti in materia ambientale”.

− AGGIORNAMENTO DEGLI ELABORATI CARTOGRAFICI CON IL REALE UTILIZZO DEL TERRITORIO Con nota n. n. 3745/2012 del 22.05.12, acquisita al prot. reg. al n. n. 240619 del 24.05.12 il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha fatto pervenire la Dichiarazione con cui il Responsabile dell’Ufficio

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

22

“Edilizia Privata e Urbanistica” attesta che tutti gli elaborati del PAT sono aggiornati secondo il reale utilizzo del territorio.

− COERENZA DELLE LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO CON EVENTUALI PROGETTI DI OPERE/INFRASTRUTTURE LA CUI APPROVAZIONE È DI COMPETENZA DELLA REGIONE/PROVINCIA Con nota n. 547/’12 del 24.01.2012, acquisita al prot. reg. al n. 35376 del 24.01.2012 il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco ha fatto pervenire la nota del 24.01.2012 con cui il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Area Edilizia Privata e Urbanistica, dichiara “che prima dell’adozione del Piano di Assetto del Territorio è stata effettuata un’attenta verifica dell’eventuali variazioni di destinazione, rispetto ai vigenti strumenti urbanistici comunali, delle aree su cui siano in corso autorizzazioni regionali o provinciali.

− PIANO DI MONITORAGGIO Il valutatore afferma che il piano di monitoraggio rappresenta la fase integrativa dell’efficienza della Valutazione Ambientale Strategica. In essa vengono riassunte tutte le dinamiche sviluppatesi nel tempo sul territorio comunale e si percepiscono benefici e aspetti negativi delle scelte. Il monitoraggio permette di acquisire una chiave di lettura obiettiva delle scelte operate e quindi di correggere in itinere alcuni aspetti della Pianificazione introdotti attraverso il P.A.T. ed il successivo Piano degli interventi. Per poter al meglio sviluppare un monitoraggio concreto ed efficiente è fondamentale costruire degli indicatori semplici, comprensibili e facilmente aggiornabili. Il monitoraggio dell’effettivo raggiungimento di determinati obiettivi programmati con il P.A.T. sarà efficace con opportune cadenze temporali di breve periodo (6-12 mesi) e di medio - lungo periodo (5-10 anni).

− OSSERVAZIONI Con nota n. 3198 dell’11.05.2012, acq. al prot. reg. al n. 219677 del 14.05.2012 il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco (Pd) ha fatto pervenire una dichiarazione del 05.04.2012, con la quale il Responsabile dell’Ufficio Tecnico attesta che scaduti i termini relativi alle consultazioni sono pervenute n. 90 osservazioni, delle quali nessuna ha attinenza con questioni di carattere ambientale. La nota precisava, inoltre, che entro i 60 giorni il Comune non ha pervenuto alcun Parere dai soggetti competenti in materia ambientale.

− L’ Unità di Progetto Coordinamento Commissioni, esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che: Il Rapporto Ambientale del PAT ha opportunamente considerato nel complesso le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano. La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione. Il Rapporto Ambientale, nel confermare i criteri assunti dal PAT, approfondisce gli obiettivi del Documento Preliminare evidenziando le specifiche azioni inserite nelle NTA, divise sia per componenti ambientali e socio-economiche, che per obiettivi. La verifica della coerenza esterna è stata fatta in relazione ai principi di sostenibilità ambientale ed alla pianificazione sovraordinata.

VISTE - la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - il D.Lgs. n.152/2006; - la LR 4/2008; - la DGR 791/2009

RITENUTO

che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE,

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

23

nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS

ESPRIME PARERE POSITIVO

sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del Comune di Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD) a condizione che prima dell’approvazione del Piano, si ottemperi alle seguenti prescrizioni:

1. Le NTA, dovranno essere integrate al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi

sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, e gli effetti cumulativi ancorché non direttamente derivanti dalle azioni di piano. Dovranno essere sottoposte a monitoraggio, integrando gli indicatori presi in considerazione nel Rapporto ambientale, i seguenti indicatori così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive:

INDICATORI u. m. FONTE

dei dati per la costruzione dell'indicatore

Note/periodicità monitoraggio

BIODIVERSITA’ Dotazione di verde pubblico (totale

e pro capite) mq ed ubicazione comune annuale

Funzionalità dei corridoi ecologici comune annuale

Superficie forestale mq Comune annuale

Aree dedicate alla rete ecologica mq Comune annuale

ACQUE

Pozzi per approvvigionamento idropotabile

n Comune annuale

Pozzi per approvvigionamento industriale

n Comune annuale

Prelievi di acque sotterranee mc Comune/Enti gestori annuale

RUMORE

Classificazione acustica (valori misurati per la redazione del Piano di Zonizzazione Acustica e successivi aggiornamenti)

Localizzazione e descrizione delle aree

comune annuale

Dati relativi alla rumorosità delle strade in particolare vicine agli ambiti edificati ad uso residenziale

Localizzazione e descrizione delle aree

Comune, ARPAV, Provincia

annuale

Interventi di bonifica acustica n ubicazione e tipologia Comune - Provincia -

ARPAV annuale

ELETTRO-

MAGNETISMO

Sorgenti di inquinamento elettromagnetico e elementi vulnerabili posti in prossimità degli stessi (abitazioni, scuole, etc.)

n, caratteristiche ARPAV, Enti Gestori annuale

INQUINAMEN

TO

LUMINOSO Controllo emissioni - fonti verso la

volta celeste n, ubicazione e caratteristiche

Comune annuale

Emissioni legate agli impianti di illuminazione pubblica

n, ubicazione e caratteristiche

Comune annuale

POPOLAZIO

NE

Residenti n Comune annuale

Alloggi sfitti - disabitati n, caratteristiche ISTAT - Comune annuale

Attuazione sup. espansioni mq, mc Comune annuale

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

24

residenziali

Superficie urbanizzata mq Comune annuale

ATTIVITA’ PRODUTTIVE

“Equipaggiamento verde” delle aree produttive (aree verdi, presenza alberi, filari, siepi, etc.)

Caratteristiche quantitative (mq verde/mq totale, n elementi

vegetazionali presenti, etc.) e qualitative (caratteristiche)

Comune annuale

Aziende con sistemi di gestione ambientali

n, settore, tipologia, % sul totale

Comune annuale

Aziende e superfici ad agricoltura biologica

ubicazione e tipologia Comune annuale

Intensità agricola (area utilizzata per agricoltura intensiva)

mq Comune annuale

TRASPORTO

E MOBILITA’ Parco veicolare circolante n° di veicoli per categoria Autoritratto ACI biennale

Tratte viabilistiche e punti maggiormente critici per incidentalità

ubicazione e caratteristiche

comune - polizia stradale

biennale

Mobilità ciclabile e pedonale km, ubicazione, tipologie comune biennale

ENERGIA

Consumi gas metano mc/ab/anno ente gestore annuale

Consumi energia elettrica kWh/ab/anno ente gestore annuale

Produzione locale di energia da fonte rinnovabile

n ubicazione tipoligia kW/anno

comune - gestori mensile/annuale

% Raccolta differenziata t/anno ente gestore annuale

2. per quanto riguarda il contenimento dell’inquinamento luminoso e l’incremento del risparmio energetico

occorre integrare le NTA, con le seguenti prescrizioni: • Per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e

mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti. • Fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali,

impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre.

• È fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria.

• Per l'illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro.

• L'illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall'alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i 4500 lumen. In ogni caso, per tutte le insegne non preposte alla sicurezza, a servizi di pubblica utilità ed all'individuazione di impianti di distribuzione self service è prescritto lo spegnimento entro le ore 24 o, al più tardi, entro l'orario di chiusura dell'esercizio.

• E' vietato installare all'aperto apparecchi illuminanti che disperdono la luce al di fuori degli spazi funzionalmente dedicati e in particolare, verso la volta celeste.

• Tutti gli impianti di illuminazione pubblica devono utilizzare lampade a ristretto spettro di emissione; allo stato attuale della tecnologia rispettano questi requisiti le lampade al sodio ad alta pressione, da preferire lungo le strade urbane ed extraurbane, nelle zone industriali,nei centri storici e per l'illuminazione dei giardini pubblici e dei passaggi pedonali. Nei luoghi in cui non é essenziale un’accurata percezione dei colori, possono essere utilizzate, in alternativa, lampade al sodio a bassa pressione (ad emissione pressoché monocromatica).

• E’ vietata l’installazione all’aperto di apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso l’alto. 3. Dovranno essere richiamate nelle NTA i seguenti quaderni allegati al PTCP di Padova, quali

direttive/prescrizioni per l’individuazione delle misure di mitigazione: • “Linee guida per la progettazione ambientale delle aree destinate ad insediamenti produttivi” (quaderno n. 5 del PTCP ); • Linee guida per la valutazione ecologica del paesaggio” (quaderno n. 2 del PTCP).

COMMISSIONE REGIONALE VAS

AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV)

25

in sede di attuazione del Piano: 4. il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal PAT in ambito urbano

con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale. 5. il Piano comunale di zonizzazione acustica dovrà essere adeguato in relazione alle previsioni attuative del

Piano degli Interventi. 6. in sede di monitoraggio, dando applicazione alle modalità e criteri contenuti nel precedente punto 1,

dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO Il Presidente

della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale per le Infrastrutture)

Ing. Silvano Vernizzi

FIRMATO Il Segretario

della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV)

Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 25 pagine