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DOCUMENTO DI POSIZIONAMENTO DELLA REGIONE LIGURIA IN RELAZIONE ALL’ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA NAZIONALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
1. La Strategia per lo Sviluppo Sostenibile
Approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) il 2 agosto 2002, la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) individuava per il successivo decennio i principali obiettivi ed azioni per quattro aree prioritarie: clima; natura e biodiversità; qualità dell'ambiente e della vita negli ambienti urbani; uso sostenibile e gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.
Per ognuna delle quattro aree prioritarie venivano indicati obiettivi e azioni, derivanti dagli impegni internazionali sottoscritti dall’Italia, in continuità con i principi di Rio de Janeiro 19921, con il 6° Piano Programma d'Azione Ambientale per l’Ambiente dell'UE (2002-2012) e con gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo a Lisbona (2000) e a Göteborg (2001)2 e al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg (2002)3.
Tra gli strumenti d'azione, la Strategia prevedeva l'integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di settore, a partire dalla valutazione ambientale di piani e programmi; l'integrazione del fattore ambientale nei mercati, con la riforma fiscale ecologica nell'ambito della riforma fiscale generale, la considerazione delle esternalità ambientali e la revisione sistematica dei sussidi esistenti; il rafforzamento dei meccanismi di consapevolezza e partecipazione dei cittadini; lo sviluppo dei processi di Agenda 21 locale; l'integrazione dei meccanismi di contabilità ambientale nella contabilità nazionale.
L’aggiornamento della SNSvS, previsto dalla L. 221/2015 e approvato dal CIPE il 22 dicembre 2017, si incardina in un rinnovato quadro globale, finalizzato a rafforzare il percorso, spesso frammentato, dello sviluppo sostenibile a livello mondiale. La Strategia rappresenta il primo passo per declinare a livello
nazionale i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’ONU.
Essa ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande
programma d’azione per un totale di 169 target o traguardi.
A livello nazionale, inoltre, l’attuazione della SNSvS deve raccordarsi con i documenti programmatici
esistenti, in particolare con il Programma nazionale di Riforma (PNR) e più in generale il Documento di
economia e Finanza (DEF). Le azioni proposte e gli strumenti operativi dovranno inoltre conciliarsi con i
molteplici obiettivi già esistenti e vincolanti previsti a livello europeo (es Target EU 2020).
Al momento è stato pubblicato da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
(MATTM) un documento preliminare di inquadramento della Strategia Nazionale che definisce gli obiettivi
ma non li quantifica in modo puntuale, in attesa degli esiti delle procedure di declinazione degli obiettivi
dell’Agenda 2030 e di selezione dei relativi indicatori oggetto di monitoraggio. Il documento ad oggi
disponibile riporta gli indicatori recentemente pubblicati, i quali, opportunamente integrati per coprire le
aree mancanti in base agli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), saranno la base di partenza per
la definizione dei target ed il loro adattamento alla realtà italiana. Il futuro documento conterrà obiettivi
numerici al 2030 e ulteriori definizioni delle iniziative volte all’attuazione della Strategia.
La strategia proposta a livello nazionale è strutturata in cinque aree: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e
Partnership. Ogni area si compone di un sistema di scelte strategiche, complessivamente 21, declinate in
1 Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED) tenutasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 3 al 14
giugno 1992 2 Consiglio Europeo a Lisbona (23 e 24 marzo 2000) e a Göteborg (15 e 16 giugno 2011)
3 Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg (26 agosto - 4 settembre 2002).
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obiettivi strategici nazionali specifici per la realtà italiana, complessivamente 88, e complementari ai 169
target dell’Agenda 2030. A ogni scelta potranno poi essere associati gli indicatori SDG’S, recentemente
prodotti dall’Istat, che ne potranno costituire la futura declinazione per obiettivi coerenti con il framework
definito a livello europeo. Il documento identifica, inoltre, un sistema di vettori di sostenibilità, definiti
come ambiti di azione trasversali e leve fondamentali per avviare, guidare, gestire e monitorare
l’integrazione della sostenibilità nelle politiche, piani e progetti nazionali.
In base alla L. 221/2015, a seguito dell’aggiornamento della strategia nazionale, le Regioni devono
dotarsi, attraverso adeguati processi informativi e partecipativi, senza oneri aggiuntivi a carico dei
bilanci regionali, di una complessiva strategia di sviluppo sostenibile che sia coerente e definisca il
contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia nazionale.
Le strategie regionali indicano insieme al contributo della Regione agli obiettivi nazionali, la
strumentazione, le priorità, le azioni che si intendono intraprendere.
In tale ambito le Regioni assicurano unitarietà all'attività di pianificazione. Le Regioni promuovono
l'attività delle amministrazioni locali che, anche attraverso i processi di Agenda 21 locale, si dotano di
strumenti strategici coerenti e capaci di portare un contributo alla realizzazione degli obiettivi della
strategia regionale
Considerato il carattere di assoluta trasversalità della materia, la Giunta regionale, con argomento n. 26 del 14/7/2017, ha ritenuto necessario coinvolgere i Dipartimenti e le Direzioni Centrali competenti in materia di ambiente e territorio, conservazione delle risorse naturali, agricoltura, lavoro, formazione ed educazione, sviluppo economico, energia, servizi sociali e salute, risorse finanziarie e statistica, dando mandato al Segretario Generale di costituire un gruppo di lavoro interdipartimentale avente i seguenti obiettivi:
o sviluppare i contenuti della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, attraverso le seguenti attività:
a. individuazione nei vari ambiti di competenza degli strumenti e delle attività che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Nazionale;
b. coinvolgimento degli enti locali e di tutti i portatori di interesse, attraverso adeguate modalità partecipative e informative;
c. definizione degli obiettivi, degli strumenti e delle azioni di scala regionale, in coerenza con l’agenda ONU 2030 e con gli obiettivi individuati dalla SNSvS;
o effettuare il monitoraggio dell’attuazione della strategia regionale e contribuire al monitoraggio di quella nazionale.
Con DM n. 211 del 9/7/2018 il MATTM ha pubblicato un avviso rivolto alle Regioni per il finanziamento di
attività di supporto alla costruzione delle strategie regionali per lo sviluppo sostenibile, definendo
contestualmente le linee di intervento comuni secondo le quali tali strategie dovrebbero essere
sviluppate:
A) Costruzione della Governance della Strategia regionale (istituzione di una cabina di regia
istituzionale e coinvolgimento delle istituzioni locali)
B) Coinvolgimento della società civile (istituzione del forum regionale per lo sviluppo sostenibile e
azioni di coinvolgimento/informazione di istituzioni e società civile)
C) Elaborazione del documento di Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (posizionamento
della Regione rispetto agli obiettivi della SNSvS e dell’Agenda 2030, definizione degli obiettivi
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regionali e delle azioni prioritarie, definizione del sistema degli indicatori e del piano di
monitoraggio e revisione, raccordo tra obiettivi strategici regionali, strumenti di attuazione e
Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR)
Con DGR 763 del 19/09/2018 la Giunta Regionale ha approvato la proposta di intervento, presentata in
risposta a tale avviso, al fine di sottoscrivere un accordo di collaborazione col Ministero per attività di
supporto alla realizzazione degli adempimenti previsti in relazione alla costruzione della Strategia
Regionale.
2. Inquadramento delle politiche di Regione Liguria rispetto alla Strategia Nazionale di Sviluppo
Sostenibile
Al fine di definire il contributo delle politiche regionali all’attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo
Sostenibile, si è realizzata, con il supporto del Gruppo di Lavoro interdipartimentale, una ricognizione nei
vari ambiti di competenza (riferita al periodo di programmazione 2014-2020) dei principali strumenti
attivati da Regione Liguria e dal settore regionale allargato, che concorrono al raggiungimento degli
obiettivi della Strategia (vd. elenco in appendice).
Gli strumenti oggetto d’indagine comprendono sia le norme regionali, sia i Piani o Programmi, attivati o in
previsione con orizzonte al 2020, con le relative linee d’intervento specifiche. Dove disponibili, si sono
indicati anche i finanziamenti stanziati o impegnati per la misura o norma di riferimento suddivisi in fondi
comunitari, statali e regionali. Tale informazione è stata ulteriormente dettagliata in riferimento al POR
FESR 2014-2020 e al PSR 2014-2020, poiché le cifre inserite in tabella si riferiscono: in alcuni casi agli
importi stanziati o messi a bando dalla sottomisura o azione di riferimento e in altri casi alla dotazione
finanziaria complessiva della misura o asse/obiettivo tematico di riferimento.
La tabella di ricognizione (vd. tabella 1) è stata predisposta sulla base della struttura della Strategia
Nazionale che si compone di 5 “aree”, contenenti 21 “scelte strategiche” ulteriormente suddivise in 88
“obiettivi strategici”. La struttura è sintetizzata in appendice.
Si sono utilizzate alcune indicazioni cromatiche per semplificare la lettura della tabella di ricognizione
(tabella 1): in grassetto sono state indicate le voci che si ripetono sia all’interno della stessa area sia in aree
diverse, a sfondo grigio sono distinti gli importi riferiti alla dotazione finanziaria degli obiettivi tematici (OT)
del POR FESR 2014-2020 e delle misure del PSR 2014-2020.
A partire dai risultati della ricognizione si sono realizzate una serie di elaborazioni volte a identificare il
posizionamento di Regione Liguria rispetto agli obiettivi identificati a livello nazionale, focalizzando gli
ambiti di maggior e minor concentrazione di strumenti e atti normativi, sia dal punto di vista quantitativo,
sia dal punto di vista dell’ammontare delle risorse stanziate.
Una prima elaborazione ha voluto indagare il livello di presidio attivato dalle politiche regionali rispetto alle
21“scelte strategiche” e gli 88 “obiettivi strategici” previsti dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile,
suddivisi per area.
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Figura 1. Presidio delle scelte strategiche per ciascuna area
Per ciò che concerne una prima suddivisione delle informazioni raccolte in “aree” e “scelte
strategiche”(Figura 1), risulta che tutte le scelte strategiche delle aree “PERSONE”, “PIANETA” e
“PROSPERITA’” hanno almeno un obiettivo presidiato dalle politiche regionali, mentre una scelta strategica4
dell’area “PACE” e una scelta strategica5 dell’area “PARTNERSHIP” non contengono alcuna voce relativa alle
politiche regionali censite per i propri obiettivi specifici.
I grafici seguenti permettono di entrare nel dettaglio delle scelte strategiche e del numero di obiettivi di cui
si compone ciascuna di esse, sempre in riferimento alla presenza di almeno una voce risultante dalla
ricognizione sulle politiche regionali.
4 Scelta strategica “Eliminare ogni forma di discriminazione”, area PACE.
5 Scelta strategica “Migrazione e sviluppo”, area PARTNERSHIP.
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Figura 2. Presidio degli obiettivi strategici nell’area “PERSONE”
In particolare il grafico in Figura 2 mostra le scelte strategiche dell’area “PERSONE” ed il relativo numero di
obiettivi connessi. I tre obiettivi facenti capo alla scelta strategica “Promuovere la salute e il benessere”
risultano compilati con almeno una voce riferita ad una norma o misura/azione di uno strumento di
pianificazione regionale. Mentre le scelte strategiche “Contrastare la povertà e l’esclusione sociale
eliminando i divari territoriali” e “Garantire le condizioni per lo sviluppo del potenziale umano” presentano
un solo obiettivo non presidiato, con una buona copertura complessiva dell’area (8 su 10 obiettivi).
Figura 3. Presidio degli obiettivi strategici nell’area “PIANETA”
Analogamente, il grafico riguardante l’area “PIANETA” mostra che almeno 14 sui 17 obiettivi associati alle
scelte strategiche risultano correlati alle politiche regionali.
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Figura 4. Presidio degli obiettivi strategici nell’area “PROSPERITÀ”
Per l’area “PROSPERITÀ” emerge che tutti gli obiettivi facenti parte delle scelte strategiche “Finanziare e
promuovere ricerca e innovazione sostenibili”, “Garantire piena occupazione e formazione di qualità” e
“Decarbonizzare l’economia” sono stati associati ad almeno una voce risultante dalla ricognizione. Mentre
nessun elemento risulta collegato a due degli obiettivi facenti parte della scelta strategica “affermare
modelli sostenibili di produzione e consumo”. Per un totale di 15 su 17 obiettivi presidiati.
Figura 5. Presidio degli obiettivi strategici nell’area “PACE”
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Come già emerso dal grafico in Figura 1, gli obiettivi strategici contenuti nella scelta strategica “PACE”
risultano i più sguarniti in termini di politiche regionali ad essi associabili. In particolare, come
rappresentato in Figura 5, la scelta strategica “Eliminare ogni forma di discriminazione” non contiene
alcuna voce, mentre le scelte strategiche “Promuovere una società non violenta e inclusiva” e “Assicurare la
legalità e la giustizia” hanno solo un obiettivo presidiato. Si sottolinea come gli obiettivi associati a
quest’area trovano i propri strumenti di attuazione soprattutto a livello sovra-regionale (nazionale e sovra-
nazionale).
Figura 6. Presidio degli obiettivi strategici nell’area “PARTNERSHIP”
Come anticipato dalla Figura 1, anche una scelta strategica facente parte dell’area “PARTNERSHIP” non
contiene alcuna voce riferita a politiche regionali nei propri obiettivi specifici associati. Come emerge dalla
Figura 6 anche altri obiettivi contenuti in tale area risultano sguarniti, nello specifico tutte le scelte
strategiche presentano almeno un obiettivo a cui non è stato possibile associare elementi dalla ricognizione
effettuata, con una copertura di 18 su 36 obiettivi dell’area.
Le elaborazioni rappresentate nei grafici seguenti entrano nel merito del numero di voci associate a ciascun
obiettivo specifico al fine di indagare il livello di presidio per obiettivo/scelta strategica/area delle politiche
regionali censite.
Complessivamente sono state inserite 343 voci suddivise per area tematica come mostrato dalla Figura 7.
L’area con il maggior numero di politiche censite afferenti agli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati è
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“PROSPERITÀ” con 113 voci, seguita dall’area “PIANETA” con 107 voci. Le aree “PERSONE” e
“PARTNERSHIP” risultano popolate con un numero rispettivo di voci pari a 62 e 50.
L’area con la minore presenza di politiche regionali afferenti agli obiettivi, come già evidenziato nei
precedenti grafici, è “PACE” (11 voci); alcuni obiettivi collegati a tale tematica non riguardano infatti
propriamente competenze di livello regionale.
All’interno delle singole aree è interessante individuare gli obiettivi con una maggiore presenza di voci
censite (si pone l’attenzione sugli obiettivi che raccolgono più di 10 voci), questi sono:
• per l’area “PERSONE”: “Diminuire l’esposizione della popolazione ai fattori di rischio ambientale e
antropico”, con 32 voci tra norme e azioni di piani e programmi regionali (Figura 8);
• per l’area “PIANETA”: “Prevenire i rischi naturali e antropici e rafforzare le capacità di resilienza di
comunità e territori” raccoglie 21 voci risultanti dalla ricognizione e “Salvaguardare e migliorare lo
stato di conservazione di specie e habitat per gli ecosistemi, terrestri e acquatici” con 23 politiche
regionali (Figura 9);
• per l’area “PROSPERITÀ”: “Incrementare l’occupazione sostenibile e di qualità” (20 voci), “Innovare
processi e prodotti e promuovere il trasferimento tecnologico” (14 voci), “Abbattere le emissioni
climalteranti nei settori non-ETS” (13), “Garantire accessibilità, qualità e continuità alla formazione”
(11) (Figura 10);
• per le aree “PACE” e “PARTNERSHIP” non risultano obiettivi che raccolgono più di 10 voci (Figura 11
e 12).
Figura 7. Distribuzione del numero di voci per area
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Figura 8. Distribuzione del numero di voci associate ai Dipartimento regionali di competenza per ciascun obiettivo strategico nell’area PERSONE
Figura 9. Distribuzione del numero di voci associate ai Dipartimento regionali di competenza per ciascun obiettivo strategico nell’area PIANETA
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Figura 10. Distribuzione del numero di voci associate ai Dipartimento regionali di competenza per ciascun obiettivo strategico nell’area PROSPERITÀ
Figura 11. Distribuzione del numero di voci associate ai Dipartimento regionali di competenza per ciascun obiettivo strategico nell’area PACE
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Figura 12. Distribuzione del numero di voci associate ai Dipartimento regionali di competenza per ciascun obiettivo strategico nell’area PARTNERSHIP. I titoli completi degli obiettivi sono riportati nella tabella in appendice.
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I grafici precedenti mostrano inoltre la suddivisione del numero di voci attribuite a ciascun obiettivo di
sviluppo sostenibile per dipartimento regionale di competenza in riferimento alle politiche considerate.
Tale informazione è inoltre riassunta nel grafico in Figura 13, che mostra l’area di influenza di ciascun
Dipartimento risultante dalla ricognizione sulle politiche che concorrono agli obiettivi nazionali di sviluppo
sostenibile. In particolare risultano 128 politiche promosse dal Dipartimento Territorio, Ambiente,
Infrastrutture e Trasporti, di cui 63 per l’area “PIANETA”, 35 per l’area “PROSPERITÀ”, 29 per l’area
“PERSONE” e una per “PARTNERSHIP”. A seguire sono state censite 124 politiche afferenti il Dipartimento
Agricoltura, turismo, formazione e lavoro di cui 48 inerenti gli obiettivi previsti per l’area “PROSPERITÀ”, 35
per l’area “PIANETA”, 30 per “PARTNERSHIP” e 11 per l’area “PERSONE”. Risultano in tabella 43 voci
relative a politiche del Dipartimento salute e servizi sociali di cui 18 per l’area “PERSONE”, 18 per l’area
“PARTNERSHIP”, 5 per “PACE” e una rispettivamente per le aree “PIANETA” e “PROSPERITÀ”. Il
Dipartimento Sviluppo Economico risulta promotore di 41 politiche censite, di cui 28 per l’area
“PROSPERITÀ”, 8 per l’area “PIANETA”, 4 per l’area “PERSONE” e una per “PARTNERSHIP”. Sono state infine
inserite in tabella 6 voci nell’area “PACE” riguardanti politiche di competenza della Direzione centrale
organizzazione e una voce nell’area “PROSPERITÀ” di competenza della Segreteria Generale.
Ciò evidenzia una certa trasversalità nell’azione delle strutture regionali anche su tematiche
apparentemente lontane dalle proprie competenze, in linea con una visione integrata e connessa delle
tematiche in un’ottica di sostenibilità.
Figura 13 Trasversalità sulle aree dell’azione dei Dipartimenti
L’elaborazione seguente mette in evidenza gli importi finanziari attribuiti alle aree tematiche, in particolare
si dettaglia il contributo fornito dai vari strumenti di finanziamento europei, comprensivi di eventuale
cofinanziamento nazionale e/o regionale e da altre fonti di finanziamento (voce “NORME”). Le cifre
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corrispondono ai totali stanziati (messi a bando, impegnati a favore dei beneficiari, etc.) e non alla
dotazione finanziaria complessiva, essendo in alcuni casi ancora in via di definizione finale (vedi ad es. i
fondi FEAMP). Dalla lettura del grafico in Figura 14 appare evidente che i temi meno valorizzati sono
“PERSONE” e “PACE” e le aree che raccolgono maggiori finanziamenti sono “PROSPERITA’” e “PIANETA”. I
contributi principali delle aree con maggiori finanziamenti sono: per l’area “PROSPERITÀ” il POR FESR 2014-
2020 e per l’area “PIANETA” gli altri fondi inclusi nella voce norme che raccolgono in questo caso, oltre ai
finanziamenti regionali, alcuni stanziamenti importanti del Ministero dell’Ambiente volti alla mitigazione
del rischio idrogeologico. E’ interessante inoltre osservare che gli obiettivi strategici dell’area
“PARTNERSHIP” risultano quasi completamente popolati da misure e sottomisure previste dal PSR 2014-
2020.
Figura 14. Ammontare stanziato per tipologia di strumento finanziario per ciascuna area
Con il grafico seguente (Figura 15) si intende analizzare la composizione dei finanziamenti stanziati per
singola area rispetto al fondo di provenienza (comunitario, statale e regionale). La serie “Importi aggregati”
raccoglie i casi per i quali si ha a disposizione il solo importo complessivo, non avendo ricavato tramite la
ricognizione il dettaglio sulla tipologia di fondo.
E’ interessante analizzare la suddivisione risultante per le aree che raccolgono maggiori finanziamenti
(PROSPERITA’ e PIANETA). Per l’area “PROSPERITA’” la quota maggiore di finanziamenti deriva dal livello
comunitario, in analogia a quanto emerge dal grafico in Figura 14 che individua come strumento principale
dell’area il POR FESR 2014-2020, il cui contributo principale sono i fondi comunitari (circa il 50%
dell’importo complessivo, il restante è composto dal cofinanziamento regionale e statale con percentuali
dipendenti dalla tipologia di intervento). Mentre per l’area “PIANETA” risulta predominante il
finanziamento derivante dal livello statale, ciò è determinato principalmente da alcuni interventi importanti
dal punto vista delle risorse in gioco volti alla mitigazione del rischio idrogeologico, che sono finanziati
rispettivamente dal fondo FSC, di regia nazionale, e da fondi ministeriali.
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Figura 15. Ammontare stanziato per tipologia di fondo per ciascuna area
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Appendice – Aree, Scelte strategiche e Obiettivi strategici definiti dalla Strategia Nazionale di Sviluppo
Sostenibile
Area Scelta strategica Obiettivo Strategico Nazionale
PER
SON
E
I. Contrastare la povertà e l’esclusione sociale eliminando i divari territoriali
I.1 Ridurre l’intensità della povertà
I.2 Combattere la deprivazione materiale e alimentare
I.3 Ridurre il disagio abitativo
II. Garantire le condizioni per lo sviluppo del potenziale umano
II.1 Ridurre la disoccupazione per le fasce più deboli della popolazione
II.2 Assicurare la piena funzionalità del sistema di protezione sociale e previdenziale
II.3 Ridurre il tasso di abbandono scolastico e migliorare il sistema dell’istruzione
II.4 Combattere la devianza attraverso prevenzione e integrazione sociale dei soggetti a rischio
III. Promuovere la salute e il benessere
III.1 Diminuire l’esposizione della popolazione ai fattori di rischio ambientale e antropico
III.2 Diffondere stili di vita sani e rafforzare i sistemi di prevenzione
III.3 Garantire l’accesso a servizi sanitari e di cura efficaci, contrastando i divari territoriali
PIA
NET
A
I. Arrestare la perdita di biodiversità
I.1 Salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di specie e habitat per gli ecosistemi, terrestri e acquatici
I.2 Arrestare la diffusione delle specie esotiche invasive
I.3 Aumentare la superficie protetta terrestre e marina e assicurare l’efficacia della gestione
I.4 Proteggere e ripristinare le risorse genetiche e gli ecosistemi naturali connessi ad agricoltura, silvicoltura e acquacoltura
I.5 Integrare il valore del capitale naturale (degli ecosistemi e della biodiversità) nei piani, nelle politiche e nei sistemi di contabilità
II. Garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali
II.1 Mantenere la vitalità dei mari e prevenire gli impatti sull’ambiente marino e costiero
II.2 Arrestare il consumo del suolo e combattere la desertificazione
II.3 Minimizzare i carichi inquinanti nei suoli, nei corpi idrici e nelle falde acquifere, tenendo in considerazione i livelli di buono stato ecologico dei sistemi naturali
II.4 Attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli di pianificazione
II.5 Massimizzare l’efficienza idrica e adeguare i prelievi alla scarsità d’acqua
II.6 Minimizzare le emissioni e abbattere le concentrazioni inquinanti in atmosfera
II.7 Garantire la gestione sostenibile delle foreste e combatterne l’abbandono e il degrado
III. Creare comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali
III.1 Prevenire i rischi naturali e antropici e rafforzare le capacità di resilienza di comunità e territori
III.2 Assicurare elevate prestazioni ambientali di edifici, infrastrutture e spazi aperti
III.3 Rigenerare le città, garantire l’accessibilità e assicurare la sostenibilità delle connessioni
III.4 Garantire il ripristino e la deframmentazione degli ecosistemi e favorire le connessioni ecologiche urbano/rurali
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III.5 Assicurare lo sviluppo del potenziale, la gestione sostenibile e la custodia dei territori, dei paesaggi e del patrimonio culturale
PR
OSP
ERIT
A’
I. Finanziare e promuovere ricerca e innovazione sostenibili
I.1 Aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo
I.2 Attuare l’agenda digitale e potenziare la diffusione delle reti intelligenti
I.3 Innovare processi e prodotti e promuovere il trasferimento tecnologico
II. Garantire piena occupazione e formazione di qualità
II.1 Garantire accessibilità, qualità e continuità della formazione
II.2 Incrementare l’occupazione sostenibile e di qualità
III. Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo
III.1 Dematerializzare l’economia, migliorando l’efficienza dell’uso delle risorse e promuovendo meccanismi di economia circolare
III.2 promuovere la fiscalità ambientale
III.3 Assicurare un equo accesso alle risorse finanziarie
III.4 promuovere responsabilità sociale e ambientale nelle imprese e nelle amministrazioni
III.5 Abbattere la produzione di rifiuti e promuovere il mercato delle materie prime seconde
III.6 Promuovere la domanda e accrescere l’offerta di turismo sostenibile
III.7 Garantire la sostenibilità di agricoltura e silvicoltura lungo l’intera filiera
III.8 Garantire la sostenibilità di acquacoltura e pesca lungo l’intera filiera
III.9 Promuovere le eccellenze italiane
IV. Decarbonizzare l’economia IV.1 Incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio
IV.2 Aumentare la mobilità sostenibile di persone e merci
IV.3 Abbattere le emissioni climalteranti nei settori non-ETS
PA
CE
I. Promuovere una società non violenta e inclusiva
I.1 Prevenire la violenza su donne e bambini e assicurare adeguata assistenza alle vittime
I.2 Garantire l’accoglienza di migranti e richiedenti asilo e l’inclusione delle minoranze etniche e religiose
II. Eliminare ogni forma di discriminazione
II.1 Eliminare ogni forma di sfruttamento del lavoro e garantire i diritti dei lavoratori
II.2 Garantire la parità di genere
II.3 Combattere ogni discriminazione e promuovere il rispetto della diversità
III. Assicurare la legalità e la giustizia
III.1 Intensificare la lotta alla criminalità
III.2 Contrastare corruzione e concussione nel sistema pubblico
III.3 Garantire l’efficienza e la qualità del sistema giudiziario
PA
RTN
ERSH
IP
Governance, diritti e lotta alle disuguaglianze
Rafforzare il buon governo e la democrazia
Fornire sostegno alle istituzioni nazionali e locali, a reti sociali o d’interesse, ai sistemi di protezione sociale, anche mediante il ricorso ai sindacati e alle Organizzazione della Società Civile
Migliorare l’interazione tra Stato, corpi intermedi e cittadini al fine di promuovere il rispetto dei diritti umani e i principi di trasparenza
Promuovere l’uguaglianza di genere, l’empowerment delle donne e la valorizzazione del ruolo delle donne nello sviluppo
Impegnarsi nella lotta alla violenza di genere e alle discriminazioni contro le donne: migliorare l’accesso e la fruizione dei servizi alla
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salute, ai sistemi educativi e formativi, l’indipendenza economica e sociale
Migliorare le condizioni di vita dei giovani e dei minori di età: ridurre il traffico di giovani donne, adolescenti e bambini e il loro sfruttamento nell’ambito del lavoro, le nuove forme di schiavitù, la criminalità minorile, lo sfruttamento dei minori con disabilità, lo sfruttamento sessuale dei minorenni, le pratiche nocive come le mutilazioni genitali delle bambine e altre forme di abuso, violenze e malattie sessuali come HIV/AIDS, le discriminazioni sul diritto di cittadinanza
Promuovere la partecipazione i protagonismo dei minori e dei giovani perché diventino “agenti del cambiamento”, promuovere l’integrazione sociale, l’educazione inclusiva, la formazione, la valorizzazione dei talenti.
Migrazione e sviluppo Favorire il ruolo dei migranti come “attori dello sviluppo”
Promuovere le capacità professionali ed imprenditoriali dei migranti in stretto collegamento con i Paesi di origine
Promuovere modelli di collaborazione tra Europa e Africa per la prevenzione e gestione dei flussi di migranti attraverso il rafforzamento delle capacità istituzionali, la creazione di impiego e di opportunità economiche, il sostegno alla micro-imprenditoria e agli investimenti infrastrutturali in particolare nei Paesi africani
Salute Migliorare l’accesso ai servizi sanitari e contribuire all’espansione della copertura sanitaria universale
Rafforzare i sistemi sanitari di base e la formazione del personale sanitario
Contrastare i fattori di rischio e l’impatto delle emergenze sanitarie: perfezionare meccanismi di allerta precoce e di prevenzione
Impegnarsi nella lotta alle pandemie, AIDS in particolare e nella promozione di campagne di vaccinazione (Fondo Globale, GAVI)
Sostenere la ricerca scientifica, la promozione di una cultura della salute e della prevenzione
Operare per un forte rilancio delle funzioni di sanità pubblica, appoggio alle riforme sanitarie
Istruzione Garantire l’istruzione di base si qualità e senza discriminazioni di genere
Promuovere la formazione, migliorare le competenze professionali degli insegnanti/docenti, del personale scolastico e degli operatori dello sviluppo
Realizzare un’educazione inclusiva a favore delle fasce sociali maggiormente svantaggiate, emarginate e discriminate Favorire l’inserimento sociale e lavorativo dei giovani e degli adulti disoccupati offrendo una formazione fortemente professionalizzante basata sullo sviluppo delle capacità e delle competenze
Valorizzare il contributo delle Università: Definire percorsi formativi con nuove professionalità, rivolti a studenti dei Paesi partner; Contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di capacità istituzionali; Formare i futuri professionisti e dirigenti nei Paesi partner;
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Mettere a disposizione strumenti di ricerca destinati a produrre innovazione per lo sviluppo e ad elaborare metodi e modelli di valutazione in linea con le buone pratiche internazionali
Agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare
Garantire la governance e l’accesso alla terra, all’acqua, alle risorse naturali e produttive da parte delle famiglie di agricoltori e piccoli produttori
Sostenere e sviluppare tecniche tradizionali di adattamento a fattori biotici e abiotici
Rafforzare le capacità di far fronte a disastri naturali anche promuovendo le “infrastrutture verdi”
Incentivare politiche agricole, ambientali e sociali favorevoli all’agricoltura familiare e alla pesca artigianale
Favorire l’adozione di misure che favoriscono la competitività sul mercato di prodotti in linea con i principi di sostenibilità delle diete alimentari
Rafforzare l’impegno nello sviluppo delle filiere produttive in settori chiave, richiamando il particolare modello italiano di sviluppo – PMI e distretti locali – e puntando all’incremento della produttività e della produzione, al miglioramento della qualità e alla valorizzazione della tipicità del prodotto, alla diffusione di bune pratiche colturali e alla conservazione delle aree di produzione, alla promozione del commercio equo-solidale, al trasferimento di tecnologia, allo sviluppo dell’agroindustria e dell’export dei prodotti, attraverso qualificati interventi di assistenza tecnica, formazione e capacity building istituzionale
Ambiente, cambiamenti climatici ed energia per lo sviluppo
Coinvolgere il settore privato nazionale, dalle cooperative all’agro-business, attraverso la promozione di partenariati tra il settore privato italiano e quello dei Paesi partner
Promuovere interventi nel campo della riforestazione, dell’ammodernamento sostenibile delle aree urbane, della tutela delle aree terrestri e marine protette, delle zone umide, e dei bacini fluviali, della gestione sostenibile della pesca, del recupero delle terre e suoli, specie tramite al rivitalizzazione della piccola agricoltura familiare sostenibile
Contribuire alla resilienza e alla gestione dei nuovi rischi ambientali nelle regioni più deboli ed esposte
Favorire trasferimenti di tecnologia, anche coinvolgendo gli attori profit, in settori come quello energetico, dei trasporti, industriale o della gestione urbana
Promuovere l’energia per lo sviluppo : tecnologie appropriate e sostenibili ottimizzate per i contesti locali in particolare in ambito rurale, compatibili paesaggisticamente, nuovi modelli per attività energetiche generatrici di reddito, supporto allo sviluppo di politiche abilitanti e meccanismi regolatori che conducano a una modernizzazione della governance energetica interpretando bisogni e necessità delle realtà locali, sviluppo delle competenze tecniche e gestionali locali, tramite formazione a diversi livelli
La salvaguardia del patrimonio culturale e naturale
Contribuire alla diversificazione delle attività soprattutto nelle aree rurali, montane e interne, alla generazione di reddito e di occupazione, alla promozione del turismo sostenibile, allo sviluppo urbano e alla tutela dell’ambiente, del patrimonio culturale, al sostegno alle industrie culturali e all’industria turistica, alla
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valorizzazione dell’artigianato locale e la recupero dei mestieri tradizionali
Intensificare le attività volte all’educazione e alla formazione, al rafforzamento delle capacità istituzionali, al trasferimento di know
how, tecnologia, innovazione, intervenendo a protezione del patrimonio anche in situazioni di crisi post conflitto e calamità naturali
Programmare e mettere a sistema progetti sperimentali orientati verso una maggiore conoscenza del patrimonio paesaggistico e naturale rivolte alle diverse categorie di pubblico da monitorare in un arco temporale da definire, per valutarne le ricadute e gli esiti
Il settore privato Promuovere: strumenti finanziari innovativi per stimolare l’effetto “leva” con i fondi privati e migliorare l’accesso al credito da parte delle PMI dei Paesi partner; dialogo strutturato con i settore privato e la società civile; trasferimento di know how in ambiti d’eccellenza dell’economia italiana
Favorire forme innovative di collaborazione tra settore privato profit e non profit, con particolare riferimento alle organizzazioni della società civile presenti nei Paesi partner, ai fini dello sviluppo dell’imprenditoria a livello locale con l’obiettivo di contribuire alla lotta alla povertà attraverso la creazione di lavoro e la crescita economica inclusiva