Commento di Vinci Verginelli a Stolcius de Stolcenberg

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    XVII sec. STOLCIUS von STOLCENBERG

    VIRIDARIUM CHYMICUM FIGURIS CUPRO INCISIS ADORNATUM ET POETICISSCRIPTURIS ILLUSTRATUM, 1624

    Autore celebre di opera celebre e molto rara. Di lui dice il Ferguson: Nothing seems to beknown about this Author except what the title-page tell us, that he was from Bohemia,cadidatus Medicinae and a laureated poet. Alquanto romanticamente il Read i sei capitoliThe Garden of Hermes dedicati allo Stolcius cos li intitola: Bohemias Student-Poet ofAlchemy e aggiunge queste altre poche ma interessanti notizie, le uniche che si abbiano sullavita dello Stolcius: A young student of medicine, who had set forth from his native Bohemiaon foreign travel in order to widen his knowledge, found himself in the summer of 1623 infar-off Oxford, where he wrote the dedication of one of the most remarkable of all alchemicalworks. His name was Daniel Stolcius, or Stolcio, of Stolcenberg. A humble disciple of thegreat Michael Maier, Count Palatine and learned Doctor, this modest student is an importantalthough forgotten figure in the history of the Franckfurt Emblems. Originally a graduate of

    University of Marburg in 1621, and as an ardent admirer of alchemy and alchemical literaturehe was naturally drawn to Frankfurt-on-Main in the cours of his wanderrings. In thisrenowned publishing centre he called upon the firm of Luca Jennis, and here he was shown anumber of alchemical engravings .Fin qui il Read. Il Kopp con minore poesia ma con pi concisa precisione scrive: zu dieserZeit erschien von Dan. Stolz von Stolzenberg aus Bhmen zu Frankfurt 1624 ViridariumChymicum.Come nacque il Viridarium?

    Nellepistola prefatoriaAd amicum lectorem lo Stolcius ci racconta con divertita cordialitloccasione per cui nacque questa opera: Stolcio un giovane poeta boemo in viaggio diistruzione per tutta Europa e oltre che lover of the Divine Art ama figuras et carmina. Perfigure intende le incisioni, specialmente quelle in rame perch monocromatiche, per carminai versi aggruppati in distici, in tetrastici, in esastici, a formare epigrammi. Capita aFrancoforte da Luca Jennis, editore famoso specialmente di opere ermetiche. Vede da lui tanteincisioni belle, originali e tutte di contenuto alchimico. Se ne innamora e chiede a Tennis di

    pubblicarne una raccolta. Tennis, che parimenti ama opere di tal genere, consente ma a pattoche Stolcius who was a laureated poet accompagni con versi le figure (versi descrittivi?Versi esplicativi? Versi allusivi?). Stolcius, alquanto incerto dapprima se affrontare limpresa,

    poi acconsente. Raccoglie le incisioni da ottimi autori contemporanei o quasi, quali BasilioValentino, il Maier, il Mylius o testi anonimi e illustra le figure con epigrammi esasticitalvolta fin troppo disinvolti e vien fuori nel 1624 a Frankfurt con i tipi di Lucas Tennis

    this fascinating little volume regarded an alchemist vademecum, oblong in shape oneof alchemical works.Una edizione tedesca fu pubblicata da Tennis nel 1624 e questa fu ristampata nel 1625 aLeipzig.Lo Stolcius nelle prime pagine della sua opera, dopo la lettera dedicatoria al suo patrono D.Iosuae von der Thann, dopo essersi rivolto in versi e in prosa allamico lettore e averraccontato la gi descritta occasione che lo persuase a comporre il libro, dopo aver dichiaratodaver tratto le figure partim dal Maier e partim dal Mylius o da altri, dedica sei versi inlingua ceca a un suo compatriota esprimendo nostalgia per la nata Boemia, della quale avevadeprecato con tristezza linfausta implicazione nella guerra di Trentanni in una lettera

    precedente. Infine esprime la sua gratitudine a Luca Tennis, componendo in onore di lui tre

    distici per incorporare lanagramma Luca Jennis Lucina Senis (allusione a Lucina dea deiparti per gli Antichi) e aggiunge un doppio acrostico con nome e cognome delleditore e

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    infine un cronodistico indicante lanno 1624. da notare che la dedica dellopera datata daOxonii in Anglia, 6/16 Julii. Anno 1623.Qual la struttura del Viridarium?Il Viridarium consiste in una raccolta di 107 incisioni in rame, ognuna delle quali fornita,ma non sempre, nella pagina opposta, di un epigramma latino formato da sei versi (esastico)

    con breve titolo. Il retro di ogni pagina bianco. C una irregolarit soltanto in due luoghi:una medesima figura adoperata due volte, ma ogni volta commentata da un esastico diversoe con titolo diverso; la prima volta sotto il titolo Tres fontes perennis aquae e la seconda volta

    Aqua vitae. Questa copia che stiamo esaminando e che abbiamo tradotta, fa parte dellaRaccolta Verginelli-Rota di Antichi Testi Ermetici e manca di impaginazione e di qualunquealtra ordinata enumerazione delle figure e dei testi poetici, s che spesse volte difficiletrovarne la corrispondenza.Per chi voglia approfondire la conoscenza del Viridarium si consiglia di consultare il Readnelle molte pagine dedicate allargomento. possibile trovarvi lenumerazione delle figure edei testi in versi, talvolta descritte le prime, talvolta tradotti i secondi e viene indicato con

    precisione da quali autori lo Stolcius abbia attinto e da quali opere. Da Basilio Valentino

    riprende le Claves Duodecim; a Michael Maier attinge abbondantemente (Lusus Serius,Symbola Aureae Mensae Duodecim Nationum, Septimana Philosophica,Atalanta Fugiens);dal Mylius riporta ampiamente (Philosophia Reformata). E cos non mancano reminiscenzedal Lambsprinck, dalla Gloria Mundi, dalMuseum Hermeticum, da Johann Bringer (Azoth,

    sive Aureliae Occultae Philosophorum), dal Norton (Ordinalls of Alchemy or Crede Mihi),dalRosarium Philosophorum, dal Viatorium Spagyricum etc. Autori classici, opere classichedi pura alchimia. Di fronte a una cos bella raccolta (Chymico Choro) il Read si entusiasmasino ad esclamare: Truly, Stolciusalchemical garden is well stocked!. Simpatico entusiasmoe preziosa accuratezza anche se non sempre accompagnata ad adeguata profondit. Comunquelo studio del Read tuttora il pi ampio intorno allo Stolcius e non tralascia perfino diaffrontare una inquietante questione sin da quel tempo dibattuta e sino al Read non risolta. E

    precisamente: in un capitolo dellopera del Read intitolatoA variant of the Viridarium siriporta che pi tardi nel 1688 fu stampato a Frankfurt a cura di Herman von Sand un altroViridarium Chymicum o Chymisches Lust-Grtlein sotto il nome di Michael Maier e questoconteneva figure ed epigrammi del Viridarium di Stolcius con qualche omissione e variante. Eallora? Il Read e questa supposizione evidentemente accettabile e ormai da tutti glistudiosi accettata afferma che questo Viridarium fu pubblicato in the hope of obtaining acirculation for a work which is essentially an incomplete and pirated edition ofStolciuspublication of 1624. Tale spiegazione proposta risolve le incertezze del Ferguson edel Kopp a tale proposito. Pirating a mia volta il Read, riporto seguitando: Stolcius curious

    passion for providing alchemical engravings with versified Latin epigrams found a further

    outlet in a second work which Luca Tennis of Frankfurt published for him in 1627.La seconda opera, di cui parla il Read si intitola: HORTULUS HERMETICUS FLOSCULISPHILOSOPHORUM CUPRO INCISIS CONFORMATUS ET BREVISSIMIS VERSICULISEXPLICATUS quo Chymiatriae Studiosi pro Philotheca uti, fessique Laboratorium ministrirecreari possint . Adversis Clarus Ardet.Francofurti, Impensis Lucae Jennisii 1627.

    Questo nuovo lavoro consiste di una raccolta di centosessanta piccole incisioni, ognuna dellequali ricorda un operatore o scrittore alchimico. Ogni disegno racchiuso in duplici cerchiconcentrici che misurano poco pi di un pollice di diametro. Tra il cerchio interno e quelloesterno corre una iscrizione, che mira a indicare il punto essenziale dellepigramma

    corrispondente.LHortolus Hermeticus, divenuto famoso quasi quanto il Viridarium, si trova ristampato nelleultime pagine del volume secondo dellaBibliotheca Chimica Mangeti (1702), di cui

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    recentemente stata edita unutile e ben riuscita edizione anastatica a cura dellEditore A.Forni (Sala Bolognese, 1976).Lumanit calda dello Stolcius, nonch lindubbia dottrina di lui, si rivela fin da principionellepigramma che rivolge:AD LECTOREM PHILOCHYMIATRUM

    Ut revels animum proles Vulcania fessum,Hortulus ecce tibi noster apertus erit.Invenias in eo flores fontemque perennem,Quod juvet hinc oculis nare vel ore bibes.LHortulus fu edito, come si detto, con i tipi di Luca Tennis, leditore di Frankfurt, nel1627, ma tra il 1624 e il 1627 pi stretti erano divenuti i rapporti tra lo stampatore e loStolcius, tanto che, prima di cominciare la sua opera con lepigramma I dedicato a HermesTrismegistus Aegyptius, lo Stolcius prepone: Ad Ornatissimum et Humanissimum VirumDominum Lucam Jennisium, Amicum meum charissimum. Segue un anagramma sul nome ecognome delleditore:LUCAS JENNISIUS

    IN SINU LUCIS EASE poi aggiunge un tetrastico che spiega il senso dellanagramma composto. da notare che inquesta originale e cos fitta raccolta di medaglioni commentati dagli epigrammicorrispondenti tornano molte volte i nomi degli alchimisti famosi, cui sono intestate leincisioni del Viridarium. Non era facile trovare 160 nomi di alchimisti, ai quali intestare imedaglioni e gli epigrammi corrispondenti.Lo Stolcius non si sgomenta: si attiene alla tradizione secolare invalsa fra gli scrittori dialchimia, veri o non veri. Un ripiego ingenuo e semplicista ma bonariamente innocuo:annoverare fra gli alchimisti non solo quelli per continuit di fama e per consenso unanimeritenuti indiscutibili cultori teorici e pratici di alchimia, ma estendere la qualifica di alchimistia nomi comunque celebri dellantichit pagana (mitici e storici), dellantichit giudaico-

    biblica, dellantichit cristiana, dellantichit islamica etc.Cos troviamo frammischiato Plato chymicus con Hercules Rex sapiens ac Philosophus,Pythagoras con Jason (a causa forse del Vellus Aureum), Aristotele e AnaxagorasClazomenius, Democritus ed Heraclitus, Apollonius Thianeus, Seneca e Cleopatra AegyptiRegina (presunta inventrice dellalambicco) etc.Pari larga promozione ebbero figure bibliche come Moyses (a causa del Vitulus Aureus o delSerpente di bronzo) e sua sorella Myriam (cui venne attribuita linvenzione del Mariae

    balneum MB e del kerotaxis), da Tubal-Cain (primo metallurgo) a Chem (figlio di No,nonch etimo di alchimia) etc. Folta la schiera degli Arabi e sorrideremo trovando per

    primo Mahomet Philosophus, al quale si accompagnano, oltre Avicenna e Geber, tanti Arabi o

    Mori o Saraceni, ai quali vennero ascritti molti importanti trattati. Tra questi Calid rexAegypti, un altro Calid Hebraeus (?) filius Chazichi, un Rex Saracenus, discepolo di Morienoromano, oltre, sintende Artefius, autore del famoso trattatoDe Igne, del quale parla ilPontano. E chi sa non abbia ragione qualcuno dei moderni Souphis a richiamarsi a quelleorigini remote.Abbondano grandi ecclesiastici, monaci, eremiti; aprono il coro due santi, quali ThomasAquinas ed il suo maestro Albertus Magnus Episcopus. Seguono Basilius Valentinus,Gilbertus Cardinalis, Androicus Episcopus e tanti altri frati e abati.

    Non ci vergogneremo della nostra ignoranza, se scopriremo di non aver mai saputo che sianoesistite donne alchimiste, quali una Thaphuntia Foemina Philosophica, una Medera FoemicaAlchimistica, una Euthica Philosopha Arabica etc. etc.

    Stupir qualcuno (dulcis in fundo o in cauda venenum?) nellincontrare frammisto in questabella schiera (cfr. Mangetus,Bibliotheca Chemica Curiosa, pp. 397-399) il nostro Dante,chiamato Dantius nel medaglione della Tavola IX e Dante Philosophus nellepigramma

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    XXXI. Forse far piacere che si concluda il profilo dello Stolcius con lintrattenersi conquesto casualmente coinvolto poeta italiano, anzi il massimo di tutti i poeti di ogni tempo.Il medaglione raffigura due amanti in sfarzosi passi seicenteschi ai piedi di una ben significatafontana. Intorno alle figure, tra i due cerchi concentrici, il motto latino:Praeparate corpora et solvite ea ex aqua Spiritus imbibite ablutos (in basso Dantius

    Philosophus)Preparate i corpi e liberateli dallacqua Imbevete gli Spiritidopo che siano stati sciolti.Lepigramma XXXI, relativo a Dante, dice amplificando il senso del breve motto su citato:Solvite in humorem bene Corpora nostra parata,Imbibite atque illo germina Spirituum.Sic Juvenis blanda jungetur amore puella,Illorum incedet dum pectus Amor (In alto Dantes Philosophus)

    Sciogliete in umore i nostri Corpi ben preparati,E di esso imbevete i germi degli Spiriti,

    Cos la soave fanciulla sar congiunta dallamore al Giovane;Fino a che il loro petto terr acceso Amore.Dante alchimista? E perch no, potrebbe rispondere qualcuno con alquanta provocazione.

    Nellantichit e poi nel Medioevo circolava la leggenda di Virgilio mago accanto a quella diVirgilio profeta del Messia (Egl., IV). Anche per Dante; sin dai tempi in cui viveva il Poeta,fior la diffusa diceria di Dante mago. E non manca unampia bibliografia italiana e stranierain proposito.Ambedue avevano cantato discese nellOltretomba, luno e laltro avevano scritto in parecchifamosi luoghi versi di quasi voluta oscurit.Se Dante per arditissima ipotesi di lavoro fu alchimista, certamente non fu alchimista diquellalchimia per la cui pratica egli condanna Griffolino dArezzo e Capocchio da Siena(Inf., XXIX), eppure si sofferma a conversare affabilmente con loro: questi erano noti falsari esoffiatori (souffleurs).Certo gi ai contemporanei, o quasi, Dante parve oscuro. Il Boccaccio, che venerava Dante,dice in un sonetto a lui dedicato: Dante Alighieri io son, Minerva oscura .E versi tuttora oscuri o strani ne aveva scritti tanti.Anzi il poeta ne fa accorto il lettore del Convivio sin da principio, quando spiega che lescritture sacre sono da interpretarsi mediante quattro sensi etc., oppure, parlandodellallegoria, quando la definisce una veritate ascosa sotto bella menzogna.Pi chiaramente poi nellInf., IX, 61-63:O voi chavete li ntelletti sani,

    mirate la dottrina che sascondesotto l velame de i versi strani.O inoltre nelPurg., VIII, 19-21:Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,ch il vero ora ben tanto sottilecerto che l trapassar dentro leggero.E allora Dante alchimista?Qual meraviglia! (Inf., XV, 22-23).