Come ti costruisco I nuovi dati un terrorista del lavoro · 2 anno XXX n° 2 Redazione: Andrea...

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Anno XXX n° 2 Mercoledì 1 febbraio 2017 Euro 1,50 Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 15 febbraio 2017 Stampato su carta riciclata Quattordicinale di informazione sociale e culturale C Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988. Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected] Stampa: Tipografia Bolognino, Ivrea PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003 (conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO SEGUE A PAGINA 6 DISINFORMAZIONE E DIFFUSIONE DI TERRORE Come ti costruisco Come ti costruisco Come ti costruisco Come ti costruisco Come ti costruisco un terrorista un terrorista un terrorista un terrorista un terrorista Grandi titoli sull’espulsione del marocchino Said Mbejetate “terrorista e leader della rivolta nel car- cere eporediese”. Ma è tutto completamente falso! Lo svela in modo puntuale una lettera del Procura- tore della Repubblica di Torino, Armando Spataro. Ma chi ha generato questa bufala e perché? «Sgozzerò americani e inglesi, 38enne espulso. Lo comunica il Viminale. L’uomo, marocchino, era stato monitorato in carcere a Ivrea dove nel 2014 aveva guida- to le intemperanze di un gruppo di stranieri minacciando di realizza- re un’azione ostile in città…»(La Sentinella del Canavese). «IVREA. Terrorismo: espulso marocchino radicalizzato in car- cere» (La Voce). «Aveva guidato la rivolta nel carcere di Ivrea: presunto terrori- sta espulso dall’Italia È un detenuto marocchino di 38 anni: “Voglio sgozzare americani e inglesi” Con un volo diretto a Casablanca, un cittadino maroc- chino di 38 anni, già detenuto ma per reati comuni, è stato espulso dal territorio nazionale a seguito di «approfondite attività investi- gative», come riferisce il Viminale in una nota diffusa in giornata» (La Stampa) Sono solo alcuni titoli e brevi stralci di articoli comparsi in questi giorni sui giornali locali (e non solo). Di vero c’è solo il nome del detenuto e il fatto che è stato espul- so dall’Italia. Tutto il resto è falso! Lo spiega dettagliatamente il Pro- curatore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, in una lettera (che, per ragioni di spazio, riportiamo integralmente su rossetorri.it) al direttore del quoti- diano La Stampa. Spataro, chiarisce punto per punto che “le cose stanno diversa- mente” perché Said Mbejetate, il marocchino detenuto a Ivrea espul- so in questi giorni, era in Italia dal SEGUE A PAGINA 2 CARCERE IVREA Il DAP dispone la chiusura Il DAP dispone la chiusura Il DAP dispone la chiusura Il DAP dispone la chiusura Il DAP dispone la chiusura delle celle punitive delle celle punitive delle celle punitive delle celle punitive delle celle punitive A tre mesi dal pestaggio di cui si è avuta notizia grazie ad una lettera di alcuni detenuti, dopo le visite di consiglieri regionali e la relazione del Garante nazio- nale per i diritti dei detenuti, il Dipartimento Ammini- strazione Penitenziaria (DAP) chiede alla direttrice la chiusura della “cella liscia” e “dell’acquario” SPI-CGIL IVREA E CGIL TORINO Come sta Come sta Come sta Come sta Come sta l’INPS? l’INPS? l’INPS? l’INPS? l’INPS? Molto interessante e partecipato l’incontro organizzato dallo Spi- Cgil di Ivrea e dalla Cgil sulla reale situa- zione dell’Inps e sul peso della spesa previdenziale e socia- le sul bilancio statale. Dopo la lettera di al- cuni detenuti del car- cere di Ivrea, pubbli- cata su InfoAut, che denunciava i fatti di violenza avvenuti nella notte tra il 25 e il 26 ottobre scorso, non possiamo più dire di non sapere. Da allora iniziative varie come la visita della consigliera regio- nale Frediani prima e, più recentemente, quella del consigliere Marco Grimaldi, i volantinaggi e il presi- dio del 13 novembre organizzato dai Centri Sociali, gli interventi dei volontari e del Garante dei detenuti del Comune di Ivrea, l’incontro della Com- missione Comunale con la direzione e operatori e vo- lontari nel carcere eporediese, tut- to seguito e segnalato dai media (locali e non solo), hanno contri- buito a tenere viva l’attenzione, a non dimenticare l’umanità dietro le sbarre. E’ di pochi giorni fa il comunica- to stampa con il quale il Garante Nazionale dei diritti dei detenuti annuncia e rende pubblico il rap- porto del 15 dicembre scorso a seguito della visita effettuata nella Casa Circondariale di Ivrea il 22 novembre scorso da Emilia Rossi GIORNATA DELLA MEMORIA C’è un immenso equivoco sulla questione del giorno della Memoria che è bene sciogliere subito: il giorno del- la Memoria non è fatto per gli ebrei, ma per quell’Europa che albergò all’interno del proprio corpo i carnefici. È una riflessione che deve fare l’Europa. Ad esempio, la Germania all’inizio ha cercato di resistere, di negare, di fare quel discorso per cui “stava- mo agli ordini, non sapeva- mo”. Ma quando è diventata una nazione molto prospera, si è fatta la grande domanda: “Perché abbiamo fatto que- sto a noi stessi?” Il giorno della Memoria ha senso se la domanda la fac- ciamo a noi. E vale anche per gli italiani, che dovrebbero ricordarsi che il fascismo è colpevole del genocidio in Etiopia, di cui non si parla mai. Invece, i politici disinvolti della destra ex-fa- scista, cosa hanno detto? “Adesso facciamo i carini con gli ebrei, rifacciamoci una ver- ginità”. Vanno ad Auschwitz, escono e dicono: “Mi sento israeliano”. Moni Ovadia SUL SITO rossetorri.it TUTTI GLI ARTICOLI, LA DOCUMENTAZIONE E GLI APPROFONDIMENTI CHE NON HANNO TROVATO POSTO IN QUESTE PAGINE MIGRANTI Anche il Consorzio Anche il Consorzio Anche il Consorzio Anche il Consorzio Anche il Consorzio In.Re.Te. firma il In.Re.Te. firma il In.Re.Te. firma il In.Re.Te. firma il In.Re.Te. firma il Protocollo Protocollo Protocollo Protocollo Protocollo d’Intesa con d’Intesa con d’Intesa con d’Intesa con d’Intesa con la Prefettura la Prefettura la Prefettura la Prefettura la Prefettura per la gestione per la gestione per la gestione per la gestione per la gestione diretta dei diretta dei diretta dei diretta dei diretta dei richiedenti asilo richiedenti asilo richiedenti asilo richiedenti asilo richiedenti asilo IN CANAVESE I nuovi dati I nuovi dati I nuovi dati I nuovi dati I nuovi dati del lavoro del lavoro del lavoro del lavoro del lavoro I giovani lavorano un po’ di più e le aziende sono più interessate ai contratti apprendista- to che non a quelli a tempo indeterminato A PAGINA 4 A PAGINA 3 A PAGINA 5 LAVORATORI TELECOMUNICAZIONI Sciopero Sciopero Sciopero Sciopero Sciopero generale generale generale generale generale Mercoledì 1 febbraio in piazza per il rinnovo del contratto: molto distan- ti la posizione delle aziende dalle richieste sindacali A PAGINA 4 COMUNE DI IVREA Da Laura Salvetti Da Laura Salvetti Da Laura Salvetti Da Laura Salvetti Da Laura Salvetti ad Andrea Benedino ad Andrea Benedino ad Andrea Benedino ad Andrea Benedino ad Andrea Benedino all'Assessorato Cultura all'Assessorato Cultura all'Assessorato Cultura all'Assessorato Cultura all'Assessorato Cultura Cambio nella giunta a 18 mesi dalla fine mandato: intervista al nuovo assessore COMITATO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE IVREA Nuove prospettive per Nuove prospettive per Nuove prospettive per Nuove prospettive per Nuove prospettive per i comitati referendari i comitati referendari i comitati referendari i comitati referendari i comitati referendari A PAGINA 7 Dall’impegno per il NO al cambiamento della Costituzione a quello per la sua conoscenza, difesa, applicazione e piena attuazione A PAGINA 9 AULA INSEGNANTI No, non ho detto gioia, No, non ho detto gioia, No, non ho detto gioia, No, non ho detto gioia, No, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia ma noia, noia, noia ma noia, noia, noia ma noia, noia, noia ma noia, noia, noia Sempre di più gli insegnanti si frammentano in mille varietà e gradi, dagli sfigati su su fino ai premiati A PAGINA 8

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Anno XXX n° 2 Mercoledì 1 febbraio 2017 Euro 1,50

Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 15 febbraio 2017

Stampato su carta riciclata Quattordicinale di informazione sociale e culturaleC

Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988.Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected]

Stampa: Tipografia Bolognino, Ivrea

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Italia

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SEGUE A PAGINA 6

DISINFORMAZIONE E DIFFUSIONE DI TERRORE

Come ti costruiscoCome ti costruiscoCome ti costruiscoCome ti costruiscoCome ti costruiscoun terroristaun terroristaun terroristaun terroristaun terroristaGrandi titoli sull’espulsione del marocchino SaidMbejetate “terrorista e leader della rivolta nel car-cere eporediese”. Ma è tutto completamente falso!Lo svela in modo puntuale una lettera del Procura-tore della Repubblica di Torino, Armando Spataro.Ma chi ha generato questa bufala e perché?

«Sgozzerò americani e inglesi,38enne espulso. Lo comunica ilViminale. L’uomo, marocchino,era stato monitorato in carcere aIvrea dove nel 2014 aveva guida-to le intemperanze di un gruppo distranieri minacciando di realizza-re un’azione ostile in città…»(LaSentinella del Canavese).

«IVREA. Terrorismo: espulsomarocchino radicalizzato in car-cere» (La Voce).

«Aveva guidato la rivolta nel

carcere di Ivrea: presunto terrori-sta espulso dall’Italia

È un detenuto marocchino di 38anni: “Voglio sgozzare americanie inglesi” Con un volo diretto aCasablanca, un cittadino maroc-chino di 38 anni, già detenuto maper reati comuni, è stato espulsodal territorio nazionale a seguitodi «approfondite attività investi-gative», come riferisce il Viminalein una nota diffusa in giornata»(La Stampa)

Sono solo alcuni titoli e brevistralci di articoli comparsi in questigiorni sui giornali locali (e nonsolo). Di vero c’è solo il nome deldetenuto e il fatto che è stato espul-so dall’Italia. Tutto il resto è falso!

Lo spiega dettagliatamente il Pro-curatore della Repubblica diTorino, Armando Spataro, in unalettera (che, per ragioni di spazio,riportiamo integralmente surossetorri.it) al direttore del quoti-diano La Stampa.

Spataro, chiarisce punto perpunto che “le cose stanno diversa-mente” perché Said Mbejetate, ilmarocchino detenuto a Ivrea espul-so in questi giorni, era in Italia dal

SEGUE A PAGINA 2

CARCERE IVREAIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuradelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitiveA tre mesi dal pestaggio di cui si è avuta notizia graziead una lettera di alcuni detenuti, dopo le visite diconsiglieri regionali e la relazione del Garante nazio-nale per i diritti dei detenuti, il Dipartimento Ammini-strazione Penitenziaria (DAP) chiede alla direttrice lachiusura della “cella liscia” e “dell’acquario”

SPI-CGIL IVREA ECGIL TORINO

Come staCome staCome staCome staCome stal’INPS?l’INPS?l’INPS?l’INPS?l’INPS?Molto interessante epartecipato l’incontroorganizzato dallo Spi-Cgil di Ivrea e dallaCgil sulla reale situa-zione dell’Inps e sulpeso della spesaprevidenziale e socia-le sul bilancio statale.

Dopo la lettera di al-cuni detenuti del car-cere di Ivrea, pubbli-cata su InfoAut, chedenunciava i fatti diviolenza avvenuti nellanotte tra il 25 e il 26ottobre scorso, nonpossiamo più dire dinon sapere.

Da allora iniziativevarie come la visitadella consigliera regio-nale Frediani prima e,più recentemente,quella del consigliereMarco Grimaldi, ivolantinaggi e il presi-dio del 13 novembreorganizzato dai CentriSociali, gli interventidei volontari e delGarante dei detenutidel Comune di Ivrea,l’incontro della Com-missione Comunalecon la direzione e operatori e vo-lontari nel carcere eporediese, tut-to seguito e segnalato dai media(locali e non solo), hanno contri-buito a tenere viva l’attenzione, anon dimenticare l’umanità dietrole sbarre.

E’ di pochi giorni fa il comunica-

to stampa con il quale il GaranteNazionale dei diritti dei detenutiannuncia e rende pubblico il rap-porto del 15 dicembre scorso aseguito della visita effettuata nellaCasa Circondariale di Ivrea il 22novembre scorso da Emilia Rossi

GIORNATADELLA MEMORIAC’è un immenso equivoco

sulla questione del giornodella Memoria che è benesciogliere subito: il giorno del-la Memoria non è fatto per gliebrei, ma per quell’Europa chealbergò all’interno del propriocorpo i carnefici.

È una riflessione che devefare l’Europa. Ad esempio, laGermania all’inizio ha cercatodi resistere, di negare, di farequel discorso per cui “stava-mo agli ordini, non sapeva-mo”. Ma quando è diventatauna nazione molto prospera,si è fatta la grande domanda:“Perché abbiamo fatto que-sto a noi stessi?”

Il giorno della Memoria hasenso se la domanda la fac-ciamo a noi.

E vale anche per gli italiani,che dovrebbero ricordarsi cheil fascismo è colpevole delgenocidio in Etiopia, di cui nonsi parla mai. Invece, i politicidisinvolti della destra ex-fa-scista, cosa hanno detto?“Adesso facciamo i carini congli ebrei, rifacciamoci una ver-ginità”. Vanno ad Auschwitz,escono e dicono: “Mi sentoisraeliano”.

Moni Ovadia

SUL SITO rossetorri.itTUTTI GLI ARTICOLI, LADOCUMENTAZIONE E

GLI APPROFONDIMENTICHE NON HANNOTROVATO POSTO

IN QUESTE PAGINE

MIGRANTIAnche il ConsorzioAnche il ConsorzioAnche il ConsorzioAnche il ConsorzioAnche il ConsorzioIn.Re.Te. firma ilIn.Re.Te. firma ilIn.Re.Te. firma ilIn.Re.Te. firma ilIn.Re.Te. firma ilProtocolloProtocolloProtocolloProtocolloProtocollod’Intesa cond’Intesa cond’Intesa cond’Intesa cond’Intesa conla Prefetturala Prefetturala Prefetturala Prefetturala Prefetturaper la gestioneper la gestioneper la gestioneper la gestioneper la gestionediretta deidiretta deidiretta deidiretta deidiretta deirichiedenti asilorichiedenti asilorichiedenti asilorichiedenti asilorichiedenti asilo

IN CANAVESE

I nuovi datiI nuovi datiI nuovi datiI nuovi datiI nuovi datidel lavorodel lavorodel lavorodel lavorodel lavoroI giovani lavorano unpo’ di più e le aziendesono più interessate aicontratti apprendista-to che non a quelli atempo indeterminato

A PAGINA 4

A PAGINA 3

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LAVORATORITELECOMUNICAZIONIScioperoScioperoScioperoScioperoScioperogeneralegeneralegeneralegeneralegeneraleMercoledì 1 febbraio inpiazza per il rinnovo delcontratto: molto distan-ti la posizione delleaziende dalle richiestesindacali

A PAGINA 4

COMUNE DI IVREADa Laura SalvettiDa Laura SalvettiDa Laura SalvettiDa Laura SalvettiDa Laura Salvettiad Andrea Benedinoad Andrea Benedinoad Andrea Benedinoad Andrea Benedinoad Andrea Benedinoall'Assessorato Culturaall'Assessorato Culturaall'Assessorato Culturaall'Assessorato Culturaall'Assessorato CulturaCambio nella giunta a 18 mesi dalla finemandato: intervista al nuovo assessore

COMITATO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE IVREA

Nuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive peri comitati referendarii comitati referendarii comitati referendarii comitati referendarii comitati referendari

A PAGINA 7

Dall’impegno per il NOal cambiamento dellaCostituzione a quelloper la sua conoscenza,difesa, applicazionee piena attuazione

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AULA INSEGNANTINo, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,ma noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiaSempre di più gli insegnanti si frammentano in mille varietàe gradi, dagli sfigati su su fino ai premiati

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Page 2: Come ti costruisco I nuovi dati un terrorista del lavoro · 2 anno XXX n° 2 Redazione: Andrea Bertolino, Riccardo Bonsanto, Mattia Caruso, Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Marco

anno XXX n° 22

Redazione: Andrea Bertolino, Riccardo Bonsanto, Mattia Caruso,Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Marco di Stefano, Paco Domene,Lisa Gino, Giovanna Mazza, Cadigia Perini, Olivia Realis Luc,Pierangelo Scala, Irene Serracchioli, Simonetta Valenti,Francesco ZaccagniniA questo numero hanno collaborato: Federico Bellono,Reginaldo Palermo, Aluisi Tosolini,Sito internet: www.rossetorri.itStampa: Tipografia Bolognino,Ivrea

Quattordicinale di informazione sociale e culturaleRegistrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988Direttore Responsabile: G. Sergio FerrentinoEdito da Associazione culturale Rosse Torri di Ivreaiscritta al ROC il 29/9/2014 n. 24928Iscrizione registro nazionale della stampa n. 5476 del 29/11/1996Redazione, amministrazione e diffusione:via Arduino 43, 10015 Ivrea (TO) - tel. 333 2697780Indirizzo E-mail: [email protected]

Numero progressivo 625Chiuso in composizione 30/1/2017 alle ore 12.00Consegna prevista alle Poste: 31 gennaio 2017

STAMPATO SU CARTA RICICLATAAbbonamenti aAssociazione culturale Rosse Torri - IvreaIBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696

varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioniche consentono l'utilizzo delle loro vignette

LUTTOBruno DominijanniBruno DominijanniBruno DominijanniBruno DominijanniBruno DominijanniLa cerimonia laica di saluto di un vero signorenell’impegno civile e politico del territorio

E’ stata un’occasione di incontro del-l’impegno civile (politico, sociale, am-bientale) eporediese la cerimonia funebrelaica di saluto a Bruno Dominijanni svol-tasi giovedì scorso, 26 gennaio, nella salaSanta Marta di Ivrea.

E già questo primo utilizzo della salaper un rito funebre laico rappresenta, inqualche modo, un altro risultato ottenutoda Bruno Dominijanni, “un signore, unuomo dall’elegante sobrietà”, come haricordato nel suo saluto laico FiorenzoGrijuela, che insieme a lui ha vissuto “lagrande stagione apertasi con le elezioniamministrative del 1975, una stagioneentusiasmante, di passione civile e mo-rale, di valore della politica come servi-zio”. Dominijanni allora era stato eletto sindaco di Banchette, ma il suoimpegno civile è continuato negli anni anche dopo la fine dell’esperienzadi sindaco.

Primo presidente del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio peri servizi sociali InReTe, è stata fondamentale per la nascita delconsorzio “la sua esperienza e la sua umanità” - ha ricordato l’attualepresidente di InReTe Ellade Peller – e “quella sua particolare capacitàdi riflessione e di comprensione delle situazioni e dell’animo umano”.

A ricordare l’impegno di Dominijanni nel FAI in questi ultimi anni, èstata Mariangiola Carnevale, già responsabile della delegazione diIvrea e Canavese, della quale riportiamo alcuni passaggi dell’intervento:«Non l’avrei mai voluto ma sono qui per Bruno: troppo grande è ildebito di riconoscenza e di affetto che provo, che proviamo tutti per lui.E’ stata una persona eccezionale per intelligenza, lucidità, onestàintellettuale, capacità di comprendere tutto e tutti, di reagire semprecon moderazione e correttezza. Ma non pensate che cercasse diaccontentare un po’ tutti, prendeva posizione nettamente ma semprecon civiltà (e con umorismo). Un vero “signore” mi ha detto qualcunoche aveva lavorato con lui. E’ diventato il consigliere importantissimoin tutte le decisioni, le scelte, le battaglie, anche non facili, fatte inquesti venti anni di lavoro comune». E tra queste battaglie ci piacericordare quella contro il parco commerciale Mediapolis ad Albiano, allaquale questo giornale ha attivamente partecipato anche grazie aicontributi di riflessione e alle argomentazioni che Bruno forniva.

CASA DELLE DONNENuovi equilibri familiariNuovi equilibri familiariNuovi equilibri familiariNuovi equilibri familiariNuovi equilibri familiariUn convegno sabato 11 febbraio a Ivrea

Il Consultorio Giuridico della Casa delle Donnedi Ivrea (con il patrocinio della Città di Ivrea e lacollaborazione del Polo Formativo e di RicercaOfficina H) presenta il convegno che si terràsabato 11 febbraio, dalle ore 9.30 alle 12.30,presso il Polo Formativo Universitario di Ivreain Via Montenavale su “Nuovi equilibri familia-

ri: di coppia e nel rapporto genitori-figli.L’idea di questo convegno è nata dalle operatrici della Casa delle Donne

le quali, alla luce del lavoro svolto con il Consultorio Giuridico (consulenzalegale per donne con difficoltà), frequentemente si trovano di fronte asituazioni difficili che riguardano le coppie, sposate o conviventi, chedevono affrontare problemi di separazione come, ad esempio, affidamen-to dei figli, correspon-sione degli alimenti,divisioni dei beni, ecc.

Con la nuova leggesulle “Unioni Civili -Legge Cirinnà-” cam-biano alcune regoleche riguardano sia i nuovi diritti, ma anche i doveri delle nuove coppieche si creano, modificando sostanzialmente il concetto di famiglia“tradizionale” fino ad ora concepito.

Scopo del convegno è quindi quello di approfondire questi temi e,anche,informare tutti coloro che possono essere interessati a questoargomento. Relazioni di:

- Manuela Naldini (Docente di Sociologia della famiglia, Universitàdi Torino) su “Famiglie plurali nella società italiana”

- Francesca Bongiovanni (Avvocata del Foro di Ivrea) su “Laregolamentazione delle unioni civili e la disciplina delle convivenze”

- Riziero Zucchi (Docente di Pedagogia, Università di Torino) su“Metodologia Pedagogia dei genitori: strumento di valorizzazione delruolo genitoriale”

- Franca Vallino (Avvocata del Foro di Ivrea) su “Crisi della famigliae affidamento condiviso dei figli”.

In chiusura dei lavori ci sarà un momento di dibattito e confronto trapubblico e relatori. Tutta la cittadinanza è invitata.

Associazione Donne contro la DiscriminazioneCasa delle Donne, via Dora Baltea, 1 - Ivrea tel. 0125/49514

www.casadonneivrea.it e.mail [email protected]

One Billion Rising 2017-01-29One Billion Rising 2017-01-29One Billion Rising 2017-01-29One Billion Rising 2017-01-29One Billion Rising 2017-01-29Solidarietà contro lo sfruttamento delle donne

Anche quest’anno Ivrea aderi-sce all’appuntamento del OneBillion Rising, la campagna mon-diale contro la violenza sulle don-ne, giunta alla sua quinta edizione.Il motto del 2017 è “solidarietàcontro lo sfruttamento delle don-ne”. Sfruttamento inteso in tutte lesfumature del termine, ma rivoltoin particolare alla povertà. In Ame-rica la campagna è partita con laWomen’s March de 21 gennaio,come forma di protesta control’elezione del neo presidenteTrump: un uomo non proprio in-cline al rispetto nei confronti delledonne, a giudicare dalle sue noteesternazioni machiste. Il tema èquanto mai attuale, se si conside-rano le ultime notizie provenientidalla Russia, dove una proposta di

legge vuole depenalizzare il reatodi violenza domestica e i continuifemminicidi nel nostro paese. In-somma, il lavoro è ancora lungo enon va abbassata la guardia.

Ad Ivrea ci si ritroverà mar-tedì 14 febbraio alle ore 19.00(salvo imprevisti dell’ultima ora)presso l’atrio dello Zac (que-st’anno ci mettiamo al riparo) peril consueto ballo, due chiacchieree soprattutto la voglia di esserci.Siete pronte/i per danzare?

Naturalmente l’iniziativa è so-stenuta dagli assessorati Pari Op-portunità e Cultura del Comune diIvrea.

Per maggiori dettagli consultatela pagina face book One billionRising Ivrea.

Lisa Gino

1996 e“non è mai stato imputatoper fatti di terrorismo né per avercapeggiato rivolte in carcere, maè stato condannato a 11 anni direclusione per traffico di stupefa-centi (di cui solo due ancora daespiare)”.

Dunque, aggiunge il Procurato-re di Torino, “Mbejetate non eracerto un ‘santo’ ed era anzi undelinquente, ma non era certo unterrorista, tanto vero che la suaespulsione non è stata decisa af-fatto dal Viminale, ma dispostadal Magistrato di Sorveglianza diVercelli, quale sanzione sostituti-va della detenzione, con provve-dimento datato 22/12/2016, vie-tato per i condannati per terrori-smo, come la legge ordinaria pre-vede”.

Infine, Spataro ricorda quantosia necessario “evitare enfatizza-zioni e imprecisioni, idonee solo adiffondere terrore nei cittadini finoa convincerli, come scrivevaZygmunt Baumann recentemente

scomparso, che in nome della si-curezza si possa rinunciare a unaparte dei propri diritti. Ed è chia-ro che mi riferisco anche a unaltro tipo di informazioni che spes-so circola senza verifica alcuna,prima fra tutte quelle secondo cuii terroristi arriverebbero via mareinsieme agli immigrati disperati(...)”.

Ma ciò che risulta ancora piùpreoccupante per lo stato dell’in-formazione nel nostro paese, èquanto emerge dalla breve replica(firmata L. Fer.) del quotidianotorinese, nella quale, nel prendereatto delle osservazioni del procu-ratore della Repubblica, si precisache “il lavoro dei nostri cronisti siè svolto prendendo spunto da unanota stampa del ministero del-l’Interno”.

Ora, se questo è vero (e parreb-be di sì visto che altri giornali nefanno esplicito riferimento), vuoldire che l’opera di disinformazionee di “diffusione del terrore” vienedall’alto, addirittura dal ministerodell’Interno che lancia la “notizia”,lasciando poi il “lavoro sporco” aigiornalisti, proverbialmente piùpropensi a “sensazionalizzare” eassecondare i luoghi comuni (finoalle leggende metropolitane) che a

cercare di scavare e verificare larealtà dei fatti.

In questo caso la lettera del Pro-curatore torinese (per quanto rele-gata in taglio basso a pagina 49 deLa Stampa del 28 gennaio con iltitolo “Spataro: le enfatizzazionidiffondono il terrore”) ha rotto (oalmeno ha cercato di rompere) il“giochino” della disinforma-zione, ma in quanti altri casi que-sto invece ha funzionato e funzio-na senza ostacolo alcuno?

Anni fa questo giornale ospitavala rubrica “Osservatorio sull’in-formazione” nella quale un picco-lo gruppo di giovani denunciava ifalsi, le deformazioni di alcune“notizie” pubblicate su diversi gior-nali (varieventuali compreso) eanalizzava i meccanismi e gli scopi(chiari e nascosti) con i quali que-ste venivano “confezionate” o ad-dirittura costruite. Oggi, con lamole di fonti e strumenti di infor-mazione in circolazione, forse ri-sulterebbe più difficile, ma certa-mente sarebbe più che mai utile enecessario. E, se qualcuno voles-se riprendere quell’esperienza, tro-verebbe certamente spazio su que-sto giornale (e magari anche sualtri).

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SEGUE DALLA PRIMA / DISINFORMAZIONE E DIFFUSIONE DI TERRORE

Come ti costruisco un terroristaCome ti costruisco un terroristaCome ti costruisco un terroristaCome ti costruisco un terroristaCome ti costruisco un terrorista

GIORNATA DELLA MEMORIARiservato alle signoreNovantamila le donne uccisenel campo di Ravensbrück

Ravensbrück è stato l’unicocampo di sterminio, 90 km a norddi Berlino, progettato personal-mente da Hitler con l’obiettivo disterminare esclusivamente don-ne. Uno dei campi in cui vennerocompiute le peggiori atrocità tra il1939 e il 1945 sulle oltre 120.000donne imprigionate, provenientidalle nazioni più disparate. Delle50.000 che vi morirono solo il 10%erano ebree, a testimonianzadell’atipicità del Lager.

Fu l’ultimo sterminio di massadel regime nazista.

In sei anni vennero rinchiuseoltre 130.000 donne: casalinghe,mediche, artiste, politiche, pro-stitute, disabili, resistenti, zinga-re ed ebree, colpevoli solo di es-sere considerate “inferiori” nellagerarchia folle del razzismonazista.

A Ravensbrück ogni minuto siconsumò un dramma, fatto di sevi-zie, malattie, lavori forzati, espe-rimenti medici, esecuzioni som-marie, finché, verso la fine dellaguerra, il lager diventò anche cam-po di sterminio per cancellare, infretta, le prove di quanto vi eraaccaduto.

E così oltre 90.000 donne,spesso con i loro bambini al collo,vennero fatte “sparire” nel fumo delcamino, nel volgere di pochi mesi.

Per decenni la verità orribile diRavensbrück venne tenuta nasco-sta, ma è una verità che dice diquanto la violenza sulle donne,che anche oggi è sotto i nostrisguardi quotidiani, abbia una radi-ce profonda, dentro il crimine piùgrande della storia.

simonetta valenti

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31 febbraio 2017

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POLITICHE SOCIALI IN CANAVESEUna nuova misura diUna nuova misura diUna nuova misura diUna nuova misura diUna nuova misura dicontrasto alla povertàcontrasto alla povertàcontrasto alla povertàcontrasto alla povertàcontrasto alla povertàÈ stata presentata giovedì 26 gennaio ed è rivolta afamiglie in condizione di disagio sociale ed economico

Anche tu editore diAnche tu editore diAnche tu editore diAnche tu editore diAnche tu editore diADERENDO ALLA

ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI

A partire dal2017 lo Stato, tra-mite la legge diStabilità, ha deci-so di destinare sta-bilmente un miliar-do di euro al Fon-do per la lotta allapovertà e al-l’esclusione so-ciale. Questa cifra si inserisceall’interno del Piano Nazionale dilotta alla povertà e rispetto al 2016è stata incrementata (era di 750milioni annui).

Venerdì 26 gennaio, al Consor-zio In.Re.Te è stato presentato ilprogetto per il Sostegno per l’In-clusione Attiva (o SIA). ElladePeller, presidente del suddettoconsorzio ha parlato di questamisura specificando che “saràfondamentale in vista di un red-dito di inclusione”.

In futuro, il reddito di inclusio-ne dovrebbe diventare l’autenticamisura economica in grado dicontrastare significativamente lapovertà, ma al momento si è an-cora in una fase che è stata defi-nita di “sperimentazione”.Peller, infatti, ha aggiunto: «Lamisura in sé non è proprio ciò checi si aspettava, perché parlare direddito di inclusione è altra cosa,ma ben venga che sia partita».

Sulla base dei dati in possesso alMinistero del Lavoro e delle Poli-tiche Sociali è stato fatto un cal-colo su base ISEE e la grossa cifraè stata ripartita tra le varie regioniitaliane a seconda della necessità.

Alla Regione Piemonte sono statiassegnati 37 milioni e una parte diquesti soldi è stata destinata per ilterritorio canavesano.

Armanda Romano,responsabile del Centroper l’Impiego di Ivrea eCuorgné, ha detto che ilCanavese ha ricevutouna buona quantità dirisorse, più che in altrezone del Piemonte, mase questo da un latocostituisce un segnaleimportante, dall’altrolato significa che il ter-ritorio necessita mag-giormente di questo denaro. Ciòvuol dire, in poche parole, che lapovertà in Canavese è maggio-re che da altre parti.

Il SIA è una misura pensataspecificamente per condizioni digrave povertà. È rivolta esclusi-vamente a famiglie con un figliominore a carico, un figlio disabileo una donna incinta e il cui ISEEnon sia superiore a 3.000 euro.

Dopo aver calcolato l’entità deldisagio economico e attraversatol’iter burocratico alla famiglia vie-ne consegnata una Carta di paga-mento elettronico all’interno dellaquale verranno versati i soldi de-stinati dal SIA. 80 euro a persona,sino a un massimo di 400 euro:sono le cifre a cui ammonta ilsostegno.

La misura, inoltre, prevede chela famiglia a cui è rivolta diventi“Attiva”, ovvero non percepisca ildenaro in maniera passiva, ma

stipuli, con i Comuni (e quindi coni Consorzi) un progetto di “attiva-zione sociale e lavorativa”.

Il che significa, in concreto, im-pegnarsi a seguire corsi, cercarelavoro, aggiornarsi per rientrareall’interno del mercato del lavoro.

La procedura non ha scadenze,si prevede possa durare tre annicon un sostegno a famiglia delladurata di un anno.

Attualmente sono state raccoltenell’ambito Ivrea-Cuorgné 246domande, delle quali 46 in attesadella verifica dei requisiti, 81 ac-colte e 119 respinte.

I nuovi dati sul lavoro nel territo-rio, tuttavia, rendono l’attuazionedella misura più complicata. Il SIAfunziona ed è efficace fin tanto chec’è la speranza che le persone tor-nino ad essere assunte; in altreparole la misura può solo “argina-re” e “contenere” il danno prodottodalla crisi del lavoro in Canavese.Armanda Romano ha detto: «Leaziende sono alla ricerca di profilialtamente qualificati e una fetta dipersone uscite dal lavoro qualcheanno fa non viene più riassorbita».

Questo potrebbe rendere la mi-sura meno efficace del previsto,ma i primi riscontri si potrannoavere solo tra tre o quattro mesi.

Andrea Bertolino

MIGRANTIAnche il Consorzio IAnche il Consorzio IAnche il Consorzio IAnche il Consorzio IAnche il Consorzio Innnnn.R.R.R.R.Reeeee.T.T.T.T.Teeeee.....firma il Protocollo d’Intesafirma il Protocollo d’Intesafirma il Protocollo d’Intesafirma il Protocollo d’Intesafirma il Protocollo d’Intesacon la Prefetturacon la Prefetturacon la Prefetturacon la Prefetturacon la PrefetturaUn altro passo avanti per l’accoglienza e l’integrazione

Il 23 gennaio anche il ConsorzioIN.RE.TE, formato da ben 51comuni, ha firmato un protocollod’intesa con la Prefettura di Tori-no per la gestione diretta dei richie-denti asilo.

Come nel caso del ConsorzioCissac, l’accordo, nei suoi puntisalienti, prevede che i comuni siimpegnano a:

- accogliere sul proprio territo-rio comunale, richiedenti asilo,rifugiati e umanitari , per un tota-le complessivo di 520 persone(compresi i soggetti già collocatisul proprio territorio in progetti diaccoglienza straordinaria eSprar);

- confermare l’assegnazione di-retta al Consorzio IN.RE.TE. del-la gestione dei posti di accoglien-za. Il Consorzio, a sua volta, sifarà carico di individuare il Sog-getto Gestore con procedure adevidenza pubblica in modo chel’interesse primario sia sociale enon economico, stabilendo unagestione economica rispondentealle linee guida dei progettiSPRAR sia in termini di serviziresi che in termini di rendi-contazione delle spese sostenute;

- formalizzare l’istituzione di un“Tavolo di coordinamento per lamicroaccoglienza” affidando alConsorzio IN.RE.TE. la condu-zione del tavolo stesso ; tutti gliEnti sottoscrittori si impegnano apartecipare attivamente, tramitepropri referenti, per governare ra-zionalmente il fenomeno dell’ac-coglienza sul territorio coordinan-do l’azione con tutti i livelli istitu-zionali preposti al fine di garanti-re il rispetto degli standard diqualità previsti dalle vigenti leggiin materia di accoglienza ed unimpatto sostenibile per il territo-rio.

La Prefettura – Ufficio Territo-riale del Governo di Torino - siimpegna a escludere i territori deiComuni Sottoscrittori del Proto-collo da futuri bandi della Prefet-tura per l’assegnazione del servi-zio di accoglienza ed assistenzadei richiedenti protezione interna-

zionale a Cooperative e/o Asso-ciazioni per tutta la durata del-l’accordo.

L’accordo stabilisce inoltre che:- i progetti già in essere verran-

no riassorbiti dal presente Proto-collo d’Intesa ed il numero dipresenze verrà adeguato a quantoprevisto dal Protocollo stesso;

-non è previsto cofinanziamentoa carico dei Comuni aderenti e delConsorzio IN.RE.TE.;

- la responsabilità in ordineall’individuazione dei posti og-getto del presente Protocollo ri-mane

circoscritta alla competenza deiComuni e del Consorzio IN.RE.TE.

-la responsabilità in materia diidoneità delle strutture allog-giative, di igiene pubblica e diordine pubblico rimane in capo aiComuni;

-la Prefettura è estranea al rap-porto contrattuale con il SoggettoGestore individuato dal Consor-zio IN.RE.TE.

L’accordo avrà durata dalladata della firma fino a tutto il31dicembre 2017.

Partiamo dai numeri? 520 per-sone in 51 comuni non è un’inva-sione. Basta distribuirli in modoequilibrato. Ma ci torniamo dopo.

E’ importante rendere noti i puntisalienti dell’accordo affinché siachiaro a tutti che d’ora in poi ènecessario assumere un ruolo atti-vo, se si vuole che il flusso funzio-ni e che da ciò nasca un processovirtuoso. Così come è importanteche le amministrazioni locali sirendano operative ed efficienti.Non sono più concesse lamen-tazioni e alzate di spalle. Ora non cisono più scuse.

Un accordo perònon aggiusta lecose magicamente,quindi si spera cheuna serie di criticitàvengano prese incarico e risolte.

La prima speran-za è che finalmentesi riducano a zero

le forme di accoglienza in strutturealberghiere dismesse, tipo Eden oRitz. Abbiamo visto quanto sianoinadeguate e difficili da monitorare.L’altra speranza è che venganofatti controlli precisi e seri sulleidoneità alloggiative, per evitareche in pochi metri quadri sia siste-mato un numero elevato di perso-ne e si verifichino situazioni didisagio tra condomini.

Non è facile trovare alloggi di-sponibili in tempi brevi, ma la so-luzione non è lo stile ammucchia-ta, tipo colonia estiva-campo base-dormitorio.

Per dirla senza mezzi termini:basta speculazioni immobiliari perguadagnarci su. Sono recenti casiin cui ci sono state segnalazionicirca appartamenti sovraffollati eprima di gridare al razzismo, var-rebbe la pena verificare.

Non possiamo non tener contodel fatto che i nostri quartieri sonospesso composti da piccoli palazziabituati ad un certo “quieto trantran”. L’integrazione passa ancheattraverso il rispetto del vivere al-trui. E il protocollo prevede infattiche l’impatto sulla cittadinanza siacommisurato a criteri di soste-nibilità sociale.

Un’altra speranza è che le asso-ciazioni presenti e operanti sul ter-ritorio vengano coinvolte in ma-niera capillare, è necessario attiva-re progetti con criteri di apertura econdivisione, altrimenti il castellocrolla.

Naturalmente è importantissimoche il Soggetto Gestore venga scel-to in maniera chiara e trasparente,senza clientelismi e preferenze, inbase ad esperienza e serietà, emonitorato costantemente. Se siperde, anche solo per attimo, lafiducia e la collaborazione dei cit-tadini, il Protocollo d’Intesa nonha più alcun senso.

Insomma, il seme è stato getta-to, ora sta alla nostra cura farlogermogliare e crescere sano.

Lisa Gino

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anno XXX n° 24LAVORATORI TELECOMUNICAZIONI

Sciopero generaleSciopero generaleSciopero generaleSciopero generaleSciopero generaleMercoledì 1 febbraio le telecomunicazioni in piaz-za per il rinnovo del contratto: molto distanti laposizione delle aziende dalle richieste sindacali

IN CANAVESE

I nuovi dati del lavoroI nuovi dati del lavoroI nuovi dati del lavoroI nuovi dati del lavoroI nuovi dati del lavoroI giovani lavorano un po’ di più e le aziende sono più interessateai contratti apprendistato che non a quelli a tempo indeterminato

Il settore delle telecomunicazio-ni occupa in Italia complessiva-mente circa 120.000 addetti prin-cipalmente operatori di rete e dicontact center. Si tratta di un set-tore che nell’area dei servizi dicontact center registra condizionilavorative arretrate rispetto alleconquiste del secolo scorso: con-tinue pressioni sui tempi, program-mazione turni incontrollata, retri-buzioni basse, uso massivo di la-voro a chiamata, controllo a di-stanza, … pressioni spessoricattatorie per la facilità di chiusu-ra delle attività e spostamenti al-l’estero, l’ultimo caso è quello diAlmaviva che a fine dicembre hachiuso la sede di Roma licenziando1666 lavoratori per spostarsi inRomania e lo stesso avrebbe fattoper quella di Napoli, se i lavoratorinon avessero accettato il ricattoche vedrà il peggioramento delleloro condizioni lavorative.

Nella nostra città sono presentisia operatori telefonici nazionali

(Vodafone, Wind, TIM) sia unafra le più grandi società di servizi dicall center (Comdata). Gli occu-pati in questo settore nel nostroterritorio superano le 2000 unità.

Il rinnovo del contratto naziona-le era l’occasione per apportaremiglioramenti ad un settore che,come già detto, ha delle forti criticitàrispetto alle condizioni lavorative.Il tavolo delle trattative è stato peròinterrotto, perché l’associazionedi categoria delle imprese delletelecomunicazioni, Asstel, è rima-sta arroccata sulle sue posizioni,forte della potenza dei suoi asso-ciati, ma anche da leggi che per-mettono certi comportamenti (vedicontrollo a distanza che con lamodifica apportata dal Jobs Actdell’art. 4 dello Statuto dei lavora-tori ha cancellato il “divieto asso-luto” di utilizzo di apparecchiatureper controllare a distanza i lavora-tori).

In un comunicato Slc-Cgil, –Fistel-Cisl – Uilcom-Uil dichiara-

no infatti che la rottura deltavolo si è avuta “per la gran-de distanza fra la piattafor-ma presentata dalle organiz-zazioni sindacali e le richie-ste di Asstel sui temi dellanormativa, degli orari di la-voro, del part time, delle fles-sibilità, della classificazioneprofessionale, sugli scatti dianzianità. così come la netta con-trarietà alle proposte avanzate daAsstel sul superamento degli auto-matismi (scatti di anzianità).”

Con queste motivazioni vieneproclamato uno sciopero per l’in-terno turno (8ore) per mercole-dì 1 febbraio con manifestazioninelle principali città del paese, aTorino corteo con partenza daPorta Susa e arrivo all’Unione In-dustriale.

Aderisce allo sciopero anche ilsindacato Cobas Lavoro Privato –Settore Telecomunicazioni cheauspica anche maggiore unità delcomparto, per “far fronte ai con-tinui attacchi e ricatti subiti dailavoratori”. In particolare Cobasrichiede che nel contratto naziona-le TLC venga modificato l’art. 26sull’orario di lavoro nelle parti chedanno piena libertà alle aziende divariare le turnazioni, senza accor-do sindacale, limitando l’attualepesante flessibilità degli orari di

lavoro; e l’art.18 togliendo alleimprese la facoltà di disporre del-l’orario di lavoro dei part-time eripristinando la corresponsioneeconomica della loro eventualeprestazione lavorativa supplemen-tare. Viene inoltre rigettata qualsi-asi ipotesi di controllo individualedella prestazione lavorativa e sichiedono aumenti salariali dignito-si e reali, “per scongiurare il ritor-no al cottimo con l’erogazione dipremialità in base alla prestazio-ne lavorativa”.

Cobas richiede anche un inter-vento del governo che limiti sia ladelocalizzazione selvaggia all’este-ro, sia il continuo ricorso agli ap-palti nelle reti e nei servizi di ContactCenter.

Nelle società di telecomunica-zioni della nostra città lo scioperoè stato preparato con assemblee intutte le aziende dove sono stateillustrate le ragioni della rottura deltavolo di trattativa.

Solo in Comdata è stato nega-

to al sindacato Cobas disvolgere l’assemblea,come denunciano le RsuCobas in una loro comuni-cazione, “In data 24.01 ab-biamo comunicato al-l’Azienda, con le tempistichee le modalità previste,l’indizione di assemblea sin-

dacale per lunedì 30 gennaio perdiscutere del rinnovo del CCNL,dello sciopero di settore del 1febbraio proclamato anche dallanostra organizzazione. Ieri (26/1ndr) l’azienda – continua il comu-nicato - ha illegittimamente nega-to alla nostra organizzazione dipoter effettuare dette assemblee,nonostante Comdata sia già statacondannata per attività anti-sindacale nel 2013 dal Tribunaledi Roma, Corte di appello, Sezio-ne Lavoro (disp. 2706/13), peranalogo comportamento verso lanostra organizzazione.”

Cobas ha dovuto così indire dueore di sciopero per svolgere l’as-semblea all’esterno dell’azienda.Purtroppo Comdata non è nuova acomportamenti lontani dalle rela-zioni industriali conosciute nelnostro territorio, anche se viciniinvece a quelli adottati da moltioperatori di questo settore e nonsolo.

CP

Venerdì 20 gennaio sono statipresentati dal Centro per l’Impie-go d’Ivrea i dati relativi all’anda-mento del mercato del lavoro adIvrea e Cuorgnè.

Sono relativi al 2016 e presenta-no sostanzialmente tre punti dinovità: nell’ultimo anno è cresciu-to del 6,3% il numero di ragazziunder 25 avviati al lavoro e, paral-lelamente, sono decisamente di-minuiti i contratti a tempo indeter-minato (-25% nell’Eporediese e -30% nell’area di riferimento delCPI di Cuorgné) e cresciuti i con-tratti apprendistato (+33,2 %).

DI QUALI NUMERI PARLIAMO,NELLO SPECIFICO

Per quanto riguarda la sola realtàeporediese nei primi mesi del 2016gli avviamenti al lavoro sono stati13.067. Questa cifra ha fatto se-gnare un +6,3% rispetto l’annoprecedente, superando di 769 uni-tà il 2015. L’occupazione femmi-nile è cresciuta del 4,5%, mentrein generale quella degli under 25 hatoccato, nel periodo gennaio-set-tembre 2016, un +33,3%.

L’elemento controtendente èinvece legato alle tipologie di con-

tratti. In primo luogo: i contratti atempo indeterminato sono scesidel 25%.

Questa forte diminuzione è do-vuta in larga misura al fatto chesono finite le agevolazioni fiscalipreviste dalla Legge di stabilità2015. L’obiettivo dichiarato delJobs Act, durante il governo Renzi,era stato quello di agevolare i licen-ziamenti dei lavoratori, ma paralle-lamente favorire le aziende nell’as-sunzione a tempo indeterminatotramite sgravi fiscali, in modo taleda permettere una maggiore fles-sibilità all’interno del mercato dellavoro.

L’altro aspetto significativo ri-guarda, invece, l’apprendistato. Idati hanno registrato un +33,2% diassunzioni tramite apprendistato.Armanda Romano, responsabiledel Centro per l’impiego di Ivrea eCuorgné ha detto che questo se-gno positivo è dovuto alla nuovalegislazione unica che la RegionePiemonte ha elaborato nel febbraio2016. «L’apprendistato è tornatoappetibile e stabilizzato dal puntodi vista normativo grazie al nuovotesto unico regionale che discipli-na in modo organico la materia».

IL 2015 ERA STATOL’ANNO DEL TEMPO

INDETERMINATOIl rapporto 2015 del-

l’osservatorio del Mer-cato del Lavoro d’Ivreamostrava una situazionedifferente rispetto quellafotografata oggi. Il nu-mero di avviamenti al la-voro nel territorio del CPIdi Ivrea era stato com-plessivamente pari a19.829 unità e registra-va un saldo negativo perle assunzioni a tempo de-terminato (-12% rispet-to al 2014) e un saldo piùche positivo per il tempoindeterminato (+54%).L’industria aveva beneficiato piùdi tutti gli altri settori dei contrattia tempo indeterminato (+79%),seguita dal settore terziario (+44%)e, infine, dal primario dell’agricol-tura (+25%).

Nel 2015, inoltre, non si verificòalcuna decisiva distinzione perclasse d’età. Tutte le fascie d’etàregistrarono un saldo positivo peri contratti a tempo indeterminato eun saldo negativo per i contratti atempo determinato, con la solaeccezione della classe d’età 20-24:questa fascia fu l’unica a segnareun +9%.

COS’È CAMBIATO,IN DEFINITIVA?

La consistente proliferazione dicontratti a tempo indeterminatodel 2015 fu evidentemente dovutaalle agevolazioni fiscali previstedal Jobs Act. Finiti questi incentiviil mercato del lavoro è tornato aservirsi dei contratti più “econo-mici” e meno onerosi, come ap-punto gli apprendistati.

I quotidiani locali hanno parlatodi “luci e ombre” nel presentarequesti dati, ma lo studio dell’Os-servatorio del Mercato del Lavorosembra dar più ragione alle ombreche non alle notizie “illuminate”.

Il lavoro, infatti, si compone dilavoratori e di imprese. Per quantoriguarda le imprese il quadro gene-rale del Canavese ne evidenzia unacostante diminuzione. Dal 2012 al2015 il numero di imprese regi-strate alla Camera di Commerciodi Torino è passato dalle 12.931del 2012 alle 12.329 del 2015,

segnando un -4,7%. Il dato è ab-bastanza in linea con il trend regi-strato nella Provincia di Torino,ma questo segno negativo comun-que sembra indicare che il territo-rio continua a non avere una verastrategia di sviluppo in grado dirilanciare imprese e occupazione.

Forse in questo è da ricercare ilmotivo per cui gli imprenditoripreferiscono appellarsi a contrattimeno onerosi come l’apprendista-to, sviando la possibilità di assu-mere a tempo indeterminato.

Andrea Bertolino

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51 febbraio 2017

REFERENDUM SU VOUCHER E APPALTIUn’occasione imperdibileUn’occasione imperdibileUn’occasione imperdibileUn’occasione imperdibileUn’occasione imperdibileBene fa la Cgil ad aver già avviatola campagna referendaria di primaveraPRECISAZIONE

ReferendumReferendumReferendumReferendumReferendumcontrattocontrattocontrattocontrattocontrattometalmeccanicimetalmeccanicimetalmeccanicimetalmeccanicimetalmeccanici

Nell’articolo pubblicato sulnumero scorso “Le tute blu ap-provano. La consultazione nelleaziende metalmeccaniche ha pro-mosso ampiamente il contratto2016-2019 firmato il 26 novem-bre ”, un passaggio del testo nelquale venivano indicate le gran-di fabbriche dove il no avevaprevalso (“Nelle grandi fabbri-che, con operai fortemente sin-dacalizzati, ha così prevalso ilNo: alla Tenaris Dalmine, allaST Microelectronics, ...”), puòaver dato luogo a equivoci.

Precisiamo perciò che il con-tratto dei metalmeccanici è sta-to approvato anche dai lavora-tori delle grandi fabbriche, in-fatti nelle 56 aziende con oltremille dipendenti in cui si è vo-tato, il 60,64 % dei votanti haapprovato il contratto colletti-vo nazionale.

(cp)

SPI-CGIL IVREA E CGIL TORINO

Come sta l’INPS?Come sta l’INPS?Come sta l’INPS?Come sta l’INPS?Come sta l’INPS?Molto interessante e partecipato l’incontro orga-nizzato dallo Spi-Cgil di Ivrea e dalla Cgil sullareale situazione dell’Inps e sul peso della spesaprevidenziale e sociale sul bilancio statale

Un folto pubblico, non solo dipensionati, ha partecipato sabato21 gennaio all’incontro “Pensioni.Quale futuro” in sala Santa Marta,per presentare i risultati di studi eanalisi sullo stato delle pensioniattuali, future e sulla sostenibilitàed iniquità del sistema previdenzialepubblico. Un incontro di alto livel-lo per contenuti e partecipazionerealizzato egregiamente dallo Spi-Cgil e dalla Cgil.

INPS: FORSE NON TUTTISANNO CHE…

Fin dall’introduzione di Giusep-pe Capella del direttivo provincialeSpi-Cgil abbiamo capito che molteaffermazioni che si fanno sullostato dell’Inps e sulla previdenzanon corrispondono al vero.

Come primo punto Capella, hasfatato l’affermazione che lostato sociale e le pensioni sianola causa del pesante debito pub-blico del nostro paese. Le causesono piuttosto da ricercare altro-ve, come nel “disavanzo primario”(la differenza tra spese e entrareerariali al netto degli interessi suldebito). Lo studio della Cgil harilevato che le nostre spese nonsono cresciute più di quelle deglialtri paesi europei: dal 1964 al 1975la nostra spesa pubblica è passatadal 31,5 al 41,9 % del Pil. Unaumento simile a quello di Francia,Gran Bretagna e Germania. Ladifferenza la fanno le entrate chein Italia non crescono di pari pas-so. Il problema del passivo statalenon è dunque la spesa, ma le poli-tiche fiscali e soprattutto l’evasio-ne fiscale, definita “male ende-mico”. Altra causa del profondodebito pubblico del nostro paese èla separazione, operata nel 1981(pentapartito Spadolini), fra Ban-ca d’Italia e Ministero del Tesoro,che cancellò l’obbligo per Bancad’Italia di garantire in asta il collo-

camento integrale dei titoli di Sta-to, obbligando quindi il Tesoro aricorrere al mercato per acquisirecredito, comportando quindi unacrescita abnorme di interessi passi-vi che portò all’impennata del debi-to pubblico che passò dal 57,7%sul Pil nel 1980 al 124,3% nel 1994.Nel 1990 il debito pubblico era dicirca 668 miliardi di euro e nel 2008diventa di 1.663 miliardi.

In 18 anni il Tesoro ha pagatointeressi per ben 1.605 miliardidi euro. Il debito cresce non tantoper un aumento della spesa socia-le, sanitaria, per l’istruzione, lacultura … ma per gli interessi dapagare.

IL DISAVANZO INPSGian Paolo Patta, rappresentan-

te della Cgil nel CIV (Consiglio diindirizzo e vigilanza dell’Inps) ciha svelato un quadro molto diver-so dalla percezione comune sullareale situazione dell’Inps e sullesue cause.

Il passivo globale dell’Inps èdato di fatto, ma la causa non stanell’ammontare delle pensioni pa-gate, ma da altri fattori, due prin-cipali: il tenere insieme la previden-za (le pensioni) e l’assistenza e iprofondi squilibri interni. L’Inps èformato da un insieme di fondi, piùdi 40, fortemente squilibrati fraloro. Mentre ad esempio il fondodei dipendenti privati è in ampioattivo, altri fondi, come la cassaautonomi, agricoltori, enti locali,sono in forte deficit.

Lo squilibrio - ci informa Pattafornendo ampia documentazione -è dato dalla enorme differenza frail livello di contributi prelevati aidipendenti privati e quello netta-mente inferiore delle altre catego-rie. Il contributo annuo medio èper i dipendenti di 7.294 euro, pergli artigiani 4.422, per i lavoratoridel commercio 4.424 e per i colti-vatori diretti 2.347 euro. Di fatto siattua una sorta di solidarietà (nonvolontaria) di una categoria versol’altra, ma non parliamo di unacategoria privilegiata che aiuta al-tre più disagiate, ma di lavoratoridipendenti, fra cui naturalmenteoperai, impiegati di ogni livello.

Oltre al disequilibrio fra i fondi,una grave responsabilità del passi-vo Inps è paradossalmente da im-putare allo Stato e agli Enti locali.Pubblico che affossa pubblico. Ilfondo dei dipendenti pubblici,l’Inpdap, è stato abolito e fuso conl’Inps sotto il governo Monti.L’Inps ha così ereditato un risulta-to d’esercizio in perdita oscillantefra i 5 gli 11 miliardi di euro,dovuto soprattutto alla forte ridu-zione dei dipendenti pubblici, consempre meno lavoratori attivi e più

pensionati. Oltre a questo, il “tec-nico” Monti si è guardato bene dalsanare un’anomalia grave: dal do-poguerra fino al 1995 lo Stato (egli enti locali) non hanno mai ver-sato contributi per i propri dipen-denti, ma si è limitato a pagare lepensioni. Come a dire “inutile ver-sare contributi a me stesso”, maalla fusione dell’istituto di previ-denza del pubblico impiego conquello privato Inps, questi trasfe-rimenti andavano effettuati! Pro-babilmente lo Stato prima o poi lofarà, lo dice da tempo, ma di certogli enti locali (Comuni in testa),non lo faranno mai e parliamo didecine di miliardi.

SCONTRO TRA GENERAZIONINegli ultimi anni, e ancora re-

centemente anche per voce delpresidente Inps, Boeri, si vuolealimentare il conflitto generazio-nale: sono i giovani che stannopagando le pensioni ai vecchi! è ilritornello. La verità è che questoconflitto non esiste, è una falsità: ildebito pensionistico è nulla rispet-to al debito pubblico generale. C’èchiaramente un interesse a “terro-rizzare” i giovani, è la stessa Inpsche fa campagna allarmistica ver-so i giovani per spingerli ad attiva-re assicurazioni private, il sistemapubblico subisce molti attacchiingiustificati e non viene difeso dachi dovrebbe farlo.

LA RIFORMA FORNEROAnche il governo Monti, lo sap-

piamo bene con le conseguenzenegative della controriformaFornero appena iniziate, attaccò ilsistema pensionistico dichiaran-dolo insostenibile.

Fornero puntò il dito contro ilcosto delle pensioni affermandoche fosse troppo alto e che ildeficit sarebbe peggiorato.

Nulla di più falso: una ricercadella professoressa Maria LuisaPesante che cita il rapporto delNUVSP (Nucleo di valutazione dellaspesa previdenziale) dell’aprile2012, rivela che, al netto delletasse, nel 2010 il saldo pensio-nistico previdenziale dell’Inpsera positivo per circa 24 miliar-di. Ed anche comprendendo laspesa assistenziale si arriverebbe aun disavanzo di soli 9 miliardi,ossia circa lo 0,6% del Pil, controuna previsione del 4,4% dellaFornero. Il principio di base dellariforma Fornero, ovvero l’insoste-nibilità della spesa pensionistica,crolla e rimane solo la profondainiquità di una riforma che a partireda queste false premesse andreb-be totalmente abolita.

AUMENTARELE ENTRATE INPS

Per migliorare il bilancio Inps,perché non aumentare le entrate?Le politiche degli ultimi anni sono

andate piuttosto nella direzioneopposta: gli sgravi contributi-vi, soluzione effimera per au-mentare l’occupazione, l’au-mento della precarietà, ivoucher, gli orari ridotti, il la-voro nero mai risolto, hannoportato alla riduzione dei ver-samenti contributivi all’Inps,delle entrate.

Perché non rendere possibilee accessibile versare o integra-re contributi all’Inps diretta-mente? Perché costringere asottoscrivere assicurazioni pri-vate per integrare o formareuna pensione futura? In Ger-mania, a partire dai 16 anni si

ha diritto a iscriversi al corrispon-dente tedesco dell’Inps, anche senon si lavora (con mille euro siriscattano un anno di contributi),vengono inoltre coperti i periodivuoti e il liceo e l’università fannoparte dell’anzianità contributiva.Le donne in Germania per ognifiglio hanno 3 anni di contributipieni, non figurativi. In più il lavo-ro di cura per bambini fino a 10anni e anziani è calcolato per lapensione.

Perché in Italia non possiamofare altrettanto? Perché la stessaInps non promuove queste pra-tiche che andrebbero a suo van-taggio?

APRIRE ILDIBATTITO PUBBLICO

Occorre una proposta equa dirisanamento dell’Inps . Si devo-no unire i fondi o almeno equili-brare i livelli di contribuzione frale diverse categorie, dividere as-sistenza da previdenza, far rien-trare il debito contributivo delloStato e degli Enti Locali. Sonoquesti i temi principali da porre inessere per il risanamento del-l’Inps. E non possono che farlo irappresentanti delle categorie deilavoratori, perché è chiaro chel’Inps stessa sembra non volerrisanare sé stessa.

Cadigia Perini

Dopo il referendum costituzio-nale, quelli promossi dalla Cgilpotrebbero rappresentare un’oc-casione imperdibile per affondare- in alcuni dei suoi punti qualifi-canti ed emblematici - uno deiprovvedimenti su cu il governoRenzi si è più esposto, cioè il JobsAct.

Il condizionale è d’obbligo per-ché la bocciatura da parte dellaCorte costituzionale del quesitosull’art.18 ha oggettivamente unpo’ azzoppato - anche dal puntodi vista politico - la consultazionereferendaria.

I due temi rimasti - abolizionedei voucher e recupero della re-sponsabilità solidale in mate-ria di appalti tra appaltatore eappaltante - hanno comunque unsignificato non trascurabile, an-che nei confronti degli elettori,perché c’è comunque una per-cezione negativa diffusa di questidue provvedimenti. E non sonoconvinto che interventi legislati-vi, più o meno raffazzonati, sianoin grado di prevenire il ricorsoalle urne.

È più facile che ciò avven-ga per effetto delle elezionianticipate, per quanto nean-che queste così scontate.

Quindi bene fa la Cgil apartire già in questi giorni adorganizzare la campagnareferendaria, pur scontandoqualche contraccolpo perl’affossamento dell’articolo18: su questo sarà importan-te il modo con cui la Cgilterra aperta la questione deilicenziamenti illegittimi e deldiritto al reintegro.

Certo, il nodo del quorumè insidioso, ma il dibattitoche in ogni caso si è apertosui voucher è utile, e nonostantele voci a difesa - anche nel frontesindacale - non si cancella la per-cezione diffusa che si tratti distrumenti che anche là dove nongenerano precarietà, in ogni casola certificano legittimandola.

Il sistema degli appalti, poi, èuna giungla al ribasso che coin-volge molte più persone di quantospesso non si pensi, e più si allun-ga la catena del subappalto più

aumentano rischi per la sicurez-za, riduzioni salariali, orari e turniincontrollabili e garanzie contrat-tuali aleatorie.

Quindi la partita è aperta, e sa-rebbe in ogni caso sbagliato nongiocarla, sfidando la politica einvestendo con fiducia nel rap-porto con le persone, a partire daigiovani che queste realtà cono-scono più di tutti gli altri.

Federico Bellono

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anno XXX n° 26

AlgoritmoAlgoritmoAlgoritmoAlgoritmoAlgoritmo

LESSICO DI BASEPer capirci qualcosaQuesta piccola rubrica, curata da AluisiTosolini, in forma di “dizionario”, vuole for-nire gli strumenti minimi per comprenderemeglio temi che sono oggetto di dibattitopressoché quotidiano nei mezzi di informa-zione, che però, molto spesso, danno perscontato che chi legge conosca con preci-sione dati, fatti e significati dei termini.

Il termine deriva dalla trascrizio-ne del nome al-Khwarizmi, famo-so matematico vissuto in Persiaattorno all’800 d.c., e identifica unprocedimento che risolve un de-terminato problema mediante uninsieme limitato di passaggi.

Si tratta di un concetto chiaveper l’informatica e per la program-mazione del software che in so-stanza è il linguaggio che codifical’algoritmo mediante la sua tra-sformazione in un programmaeseguito dal computer.

Gli algoritmi sono oggi crucialiper moltissimi settori della del-l’economia, della finanzia, dellavita sociale. Ad esempio buonaparte del curriculum vitae inviatialle aziende sono trattati automa-ticamente da algoritmi elaboratidalle imprese di selezione delpersonale. Una percentuale sem-pre più alta degli scambi in borsarispondono ad algoritmi finanzia-ri. Le assegnazioni di oltre 100.000docenti italiani sono avvenute,durante l’estate, con l’utilizzo diun algoritmo. Lo stesso per quan-to riguarda la concessione di cre-diti e mutui, per il calcolo del

rischio assicurativo o sanitario.E potremmo continuare.Ciò che preme sottolineare qui è

invece il fatto che se da un lato iltermine algoritmo lascia intendereun procedimento matematico giu-sto, oggettivo ed imparziale, dal-l’altro la realtà molto spesso se-gnala che dentro gli algoritmi siannidano le distorsioni ed i pregiu-dizi di chi gli algoritmi li fabbrica.

Del resto sono gli umani a co-struire gli algoritmi a partire, ovvia-mente, da giudizi di valore chenon dipendono certo dai procedi-menti matematici in sé.

E proprio qui sta il problema:stiamo addentrandoci in un mon-do dove sono sempre di più ledecisioni automatiche (e quindigestite da algoritmi) che defini-scono e configurano il mondo apartire dagli algoritmi che qualcu-no (ma chi? e con che legittimitàdemocratica? e con che control-lo?) ha elaborato.

Da qui la necessità di un’episte-mologia degli algoritmi e, soprat-tutto, della massima trasparenzaattorno alla loro costruzione edalla loro gestione.

COMITATO “ARINMIRXAN”Manifestazione in sostegno delManifestazione in sostegno delManifestazione in sostegno delManifestazione in sostegno delManifestazione in sostegno delpopolo kurdo l'11 febbraio a Milanopopolo kurdo l'11 febbraio a Milanopopolo kurdo l'11 febbraio a Milanopopolo kurdo l'11 febbraio a Milanopopolo kurdo l'11 febbraio a Milano

Il Comitato“ArinMirxan”di Torino, for-mato dakurdi/e e ita-liani/e , natodalle prece-denti esperienze di sostegno alla lotta del popolo kurdo e di solidarietàinternazionalista, organizza per venerdì 3 febbraio alle ore 20.30presso il Cine Teatro Baretti di Torino, la proiezione del film SARA,JIYANA MINHER SER BU- TUTTA LAMIAVITA E’ STATA UNALOTTA”

Sakiné Cansiz, detta SARA, fuuna delle fondatrici del PKK, lot-tò tutta la vita affinché le donnekurde e le guerrigliere kurde pren-dessero coscienza della loro iden-tità di donne e di rivoluzionarie, eaffinché questa presenza fosse fondante del progetto di liberazionedel popolo kurdo nel suo insieme. La lotta di Sakiné è ancora oggi lalotta delle donne kurde in Turchia così come in Siria, ed è un modelloanche per tanti movimenti di liberazione nel mondo.

La vita di Sakiné è stata spezzata il 9 gennaio 2013 dalle pallottoledi un sicario inviato dal governo turco a Parigi che ha ucciso lei e altredue sue compagne. Un assassinio tuttora impunito.

Il Comitato “ArinMirxan” denuncia con forza le complicità ai vari livelliistituzionali in Italia, in Europa e oltre che permettono al governofascista turco di dispiegare repressione e terrore contro chiunque inTurchia e nei paesi limitrofi osi mettere in discussione il progetto dipotere assoluto imposto da Erdogan, basato sul nazionalismo e lacancellazione dei diritti. Città e villaggi del Kurdistan turco sonoattaccati, bombardati, distrutti e la popolazione terrorizzata e massa-crata se reagisce a tutto questo orrore. La vita dello stesso Ocalan,leader kurdo rinchiuso da 18 anni in condizioni di isolamento totale inTurchia, è in pericolo. Nessuna risposta da parte dello stato turco alleproposte di pace e di soluzione della questione kurda da lui reiterate.Tutto questo avviene nel più assoluto silenzio e complicità dei nostrigoverni che hanno troppi interessi in comune con Erdogan.

Per il prossimo 11 febbraio alle ore 14.00, la comunità kurda in Italia,uiki e rete kurdistan Italia hanno indetto una manifestazione nazionalecon corteo a Milano per la liberazione di Ocalan e di tutte le prigionieree i prigionieri politici detenuti in Turchia.

Il Comitato Arin Mirxan - Torino organizza la partecipazione con deipullman che partiranno da Corso Giulio Cesare 51 alle ore 11.00 di sabato11 febbraio.

Per prenotare i pullman in partenza da Torino e comunicare l’adesionealla manifestazione, tel. 3480117087 comitato”Arin Mirxan”Torino

(componente del Collegio delGarante) e da Bruno Mellano(Garante Regionale del Piemonte).

Scopo della visita era verificarel’attendibilità delle segnalazioni diviolente azioni repressive, in so-stanza quelle denunciate nella let-tera dei detenuti.

Il rapporto [il cui testo integraleinsieme alla risposta del DAP èpubblicato sul sito rossetorri.it ndr],senza entrare nel merito degli ac-certamenti della Procura di Ivrea(che ha ben 13 casi aperti su vio-lenze in carcere), racconta unarealtà impossibile da accettare:«i due aspetti più inquietanti sono:la presenza di due celle dicontenimento – una denominata“cella liscia” dallo stesso perso-nale dell’Istituto, l’altra chiama-ta “acquario” dai detenuti – cheoltre ad essere in condizioni strut-turali e igieniche molto al di sottodei limiti di accettabilità nel ri-spetto della dignità dell’essereumano e di integrare una viola-zione dei più elementari dirittidelle persone detenute, costitui-scono un elemento che accresce latensione presente nell’Istituto. Ilsecondo aspetto segnalato riguar-da l’assenza da oltre quattro annidi un comandante della Poliziapenitenziaria stabilmente assegna-to alla Casa circondariale. Que-sto elemento può, verosimilmente,contribuire al frequente ripropor-si delle conflittualità segnalate».

La ricostruzione dei fatti delGarante nazionale dei detenuti e larelazione degli ispettori del mini-stero di Giustizia confermerebbe-ro quanto scritto nella lettera. Nel-la notte tra il 25 e il 26 ottobre2016, nella “cella liscia” e “nel-l’acquario” sareb-bero avvenutipestaggi ai dannidi due detenuti.

E’ ormai chiaroche queste celleprive di ogni arre-do, prive di riscal-damento e di luce,in condizioni igie-niche impressio-nanti, vengonousate, come con-ferma il referente

sanitario del carcere, a scopocontenitivo “le persone vengonochiuse lì anche per ore “.

Ora, finalmente, (informa LaRepubblica del 29 gennaio) SantiConsolo, Capo del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziariaha chiesto in questi giorni alla di-rettrice della Casa Circondariale diIvrea, di «inibire l’uso della stan-za detentiva denominata cella li-scia nel riparto di isolamento e diinterdire l’utilizzo della sala d’at-tesa per le visite mediche» [il co-siddetto “acquario” ndr].

Ci sono poi altri aspetti che,come racconta Marco Grimaldi,Capogruppo di SEL in Regione,dopo la visita alla Casa Circonda-riale del 22 gennaio, concorronoad alimentare violenza. «I fattibalzati agli onori delle cronachenon sono che il pixel di una foto-grafia ben più complessa e cruda»fatta di sovraffollamento e caren-za di attività volte alla socializ-zazione: la capienza del carcere èdi 192 posti “regolamentari” il gior-no della visita ne ospitava 244 dicui 102 stranieri. Sembra poi esse-re costante l’arrivo di detenuti pro-venienti da altri istituti trasferiti aseguito di sanzioni disciplinari,come il trasferimento in altri istitu-ti quale unica risposta a qualsiasiforma di “non obbedienza” da par-te dei detenuti nel carcere epore-diese. Mentre, sottolinea la rela-zione del Garante nazionale, sa-rebbe opportuno «ricercare solu-zioni diverse dal trasferimento inaltre strutture delle persone dete-nute di difficile gestione».

L’esigua offerta di attivitàeducative e ricreative, la carenzadi lavoro - solo 80 detenuti svolgo-

no un’attività lavorativa e solo 6all’esterno del carcere -, la man-canza di spazi di socializzazione sitrasformano in malessere e de-pressione. Dei 244 detenuti 240fanno uso di psicofarmaci, mentrei casi di autolesionismo si ripetonocon impressionante frequenza. Inquesta realtà lo psicologo è pre-sente solo 24 ore al mese e lopsichiatra 2 ore a settimana.

Si registra poi l’assenza di unsistema di videosorveglianza e unorganico sottodimensionato com-posto da effettive 144 unità, ri-spetto a un organico previsto dioltre 180.

Al termine del rapporto il Garantenazionale chiede si metta fine alla“sottovalutazione “ della situazio-ne da parte della direzione dellaCasa circondariale.

Questa è la fotografia, sicura-mente non ancora completa, magià abbastanza triste della realtàcarceraria. Una fotografia chesmentisce il luogo comune secon-do il quale il carcere di Ivrea nonera certo quello di Bollate (né traquelli dove si sperimentano formealternative alla mera contenzione),ma neppure uno dei peggiori d’Ita-lia. In realtà, non solo per lafatiscenza delle strutture e per lasordità della direzione e del perso-nale, ma per il clima di tensioneche non accenna a diminuire efacilmente sfocia in violenze. Ora,con l’attenzione degli organi dicontrollo e dei media, la tensioneinterna al carcere sembra come“congelata”, ma senza un inter-vento della comunità locale (istitu-zioni, cittadini, associazioni, scuo-le,...) pare impossibile che la situa-zione possa cambiare. Anzi, appe-na scemata l’attenzione mediatica,non è difficile prevedere una ripre-sa delle violenze.

Nelle prossime settimane ci saràun’audizione del Garante regiona-le, Mellano, in commissione lega-lità del Consiglio Regionale pro-

prio per parlare delle carceripiemontesi, a partire pro-prio da quello di Ivrea.

Forse, Carnevale per-mettendo, anche la co-munità locale potrebbeaffrontare la situazionedi questo “quartiere chiu-so” della città e progetta-re interventi per cambiar-la o, quanto meno, perimmaginare una prospet-tiva diversa.

Olivia Realis Luc e ƒz

SEGUE DALLA PRIMA / CARCERE IVREAIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuraIl DAP dispone la chiusuradelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitivedelle celle punitive

ANPI IVREACronaca e impegnoCronaca e impegnoCronaca e impegnoCronaca e impegnoCronaca e impegnoIl 27 gennaio nella nostra sedeIl 27 gennaio nella nostra sedeIl 27 gennaio nella nostra sedeIl 27 gennaio nella nostra sedeIl 27 gennaio nella nostra sede

Nel 1945 i superstiti dei lagertrovavano forti ostilità perché nes-suno voleva sentire i loro ango-scianti racconti.

Ma, anche se è difficile ascolta-re e immedesimarsi, occorre tro-vare motivi di impegno affinchéquel che è stato non succeda più.Ieri come oggi non dobbiamo vol-tare la testa. A chi era dietro ireticolati nazisti, a chi lo è ogginelle frontiere chiuse, dobbiamodare solidarietà.

Il 27 gennaio, fra le tante ricor-renze della Memoria, l’Anpi hascelto di ritrovarsi nella propriasede di Ivrea.

Affinché non fosse soltanto unmomento retorico, abbiamoascoltato, dalla voce corale deipresenti, le testimonianze scioc-

nario 21” con Moni Ovadia, trattodal poema “Canto del popolo ebrai-co massacrato” di YitzhakKatzenelson” con una intervistaalla sopravvissuta Liliana Segre.

Si sono poi ricordati il compian-to Italo Tibaldi, la sua opera per laMemoria, i suoi compagni tradotticon lui e mai più ritornati.

Partecipazione emotiva ed unforte impegno per dare un signifi-cato non vuoto a questa giornata,per assumersi ciascuno la pro-pria responsabilità oggi e per ilfuturo, assieme ai tanti giovaniche sono stati al centro di questiincontri 2017.

Mario Beiletti

canti tratte dal Processo diNorimberga sul “nuovo ordine”nazista, sul sadismo degli inutiliesperimenti medici, sulla compli-cità dell’industria germanica. Tre“corti” realizzati in una Scuolamedia di Chivasso hanno mostra-to come gli alunni possano ap-prendere e interiorizzare ciò.

E’ seguita la proiezione di “Bi-

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71 febbraio 2017

COMITATO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE IVREA

Nuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive perNuove prospettive peri comitati referendarii comitati referendarii comitati referendarii comitati referendarii comitati referendariDall’impegno per il NO al cambiamento dellaCostituzione a quello per la sua conoscenza,difesa, applicazione e piena attuazione

(IN)GIUSTIZIA: STEFANO CUCCHINon si muore una volta solaNon si muore una volta solaNon si muore una volta solaNon si muore una volta solaNon si muore una volta solaAncora un’assoluzione per i cinque medici

Ha vinto il NO e l’apocalisse nonè arrivata e neppure le locuste sisono fatte vedere. In compenso ilnuovo Governo, fotocopia del pre-cedente, si trova ad affrontare levere catastrofi che colpiscono ilnostro Paese, da quelle naturali,dal crescente dissesto del territo-rio, a quella della crisi economica,finanziaria e del lavoro. In questocontesto non è di minore impor-tanza la crisi della democrazia rap-presentativa, della sovranità popo-lare e della partecipazione dei citta-dini alle scelte politiche e sociali.

La campagna elettorale per ilreferendum costituzionale ha vi-sto nascere e crescere un movi-mento di cittadini senza gerarchie,dinamiche e discipline di partitoma che si è strutturato come unarete di comitati territoriali, indi-pendenti ed autonomi, coordinatida un Comitato nazionale che hasvolto essenzialmente una funzio-ne di servizio e di collegamento. Inquesti mesi si è assistito ad unaripresa della partecipazione popo-lare, dopo anni di avvilimento e difuga dalla politica e sarebbe unfatto positivo se questa rinnovata

partecipazione trovasse uno sboc-co politico, sarebbe un vero suc-cesso se insinuasse nuova linfa edenergia rinnovando i soggetti poli-tici esistenti o creandone di nuovi.

Il Comitato Democrazia Costi-tuzionale Ivrea è stato uno deiprimi a costituirsi e pur facendocapo, in prima istanza, al Comitatopiemontese e valdostano, qualestruttura di confronto e raccordo,ha saputo agire in autonomia orga-nizzando una campagna elettoralemolto attiva sul territorio e attentaal merito dell’opposizione alle ri-forme.

Il Comitato ora vuole continuarea rappresentare un insieme di cit-tadini che intendono proseguirequesto impegno e rivendicano ildiritto di condurre battaglie e di farpesare le proprie idee e propostesenza mutare la struttura, che si èdefinita in questi mesi, di movi-mento non partitico e spontaneocomposto in modo paritario datutti quanti hanno partecipato e daogni altro soggetto interessato.

Nelle assemblee regionali e inquella unitaria dei Comitatireferendari tenutasi a Roma il 21

gennaio èemersa lavolontà diproseguire ilc a m m i n or i l evandoperò che la vittoria referendaria hadeterminato un cambiamento del-l’obiettivo del Comitato che assu-me ora una connotazione positiva:dall’impegno per il NO al cambia-mento della Costituzione a quelloper la sua conoscenza, difesa, ap-plicazione e piena attuazione.

Questa è la linea che si cercheràdi seguire anche nel locale Comita-to, in primo luogo promuovendoattività di informazione e forma-zione diffuse sul territorio, nellescuole, nei luoghi di lavoro, sullaattualità della Costituzione, auspi-cando finalmente di passare dallafase della celebrazione a quelladella effettiva attuazione e applica-zione.

Occorre inoltre collaborare atti-vamente e in modo stabile con idiversi movimenti e soggetti in-contrati durante la campagnareferendaria per attuare politichedirette a favorire la partecipazione

dei cittadini alla vita pubblica. Inparticolare si cercherà la collabo-razione con associazioni comel’Anpi, da sempre impegnata nelladifesa della Costituzione, e con leassociazioni ed i movimenti ope-ranti sul tema dei diritti civili esociali, dei beni comuni, ambien-tali e culturali.

Il Comitato si impegnerà inoltre,in un’attività di vigilanza e di infor-mazione critica per evitare chel’esito del referendum sia vani-ficato, a cominciare dalla questio-ne della legge elettorale. Con lasentenza della Corte Costituziona-le del 25 gennaio 2017 emerge chei Comitati avevano ragione nel rite-nere l’Italicum incostituzionale.L’Italicum era una legge che pre-sentava dei pericoli, per l’attribu-zione di un premio di maggioranzasenza soglia minima mediantel’escamotage del ballottaggio a li-vello nazionale.

Ora auspichiamo che non oc-

Il magistrato Eugenio Rubolinoaveva chiesto quattro anni di car-cere per Aldo Fierro e tre anni e seimesi per gli altri quattro medicidell’ospedale Sandro Pertini diRoma.

Arrestato il 15 ottobre 2009perché trovato in possesso di so-stanza stupefacente StefanoCucchi morì una settimana dopoin ospedale. E aveva usato paroledurissime, Rubolino, ribadendo lanecessità di restituire “dignità aStefano e all’intero paese (…) evi-tare che muoia una terza volta”.

Aldo Fierro, primario del repartodetenuti dell’ospedale Pertini eStefania Corbi, Flaminia Bruno,Luigi De Marchis Preite e Silvia DiCarlo, medici, erano stati condan-nati in primo grado il 5 giugno2013 per omicidio colposo (inizial-mente per abbandono di incapace)e poi assolti in appello per insuffi-cienza di prove.

Lo scorso dicembre la Corte diCassazione ha annullato le assolu-zioni disponendo un appello-bis,ritenendo “ingiustificabile l’iner-zia dei giudici” e “illogico nonaver fatto una nuova perizia”.

I magistrati però non hanno ac-colto l’invocazione dell’accusa.

“Ciao Stefano, tu eri già così –scrive la sorella Ilaria -Lo sei sem-pre stato. Noi non ce ne siamo maiaccorti ma non abbiamo colpeperché in fin dei conti tu eri giàcosì. Eri già morto quando stavicon noi alla tua ultima festa dicompleanno, eri già morto quan-do ti hanno visto il giorno primadel tuo arresto varcare la soglia

degli uffici del comune e dellaprovincia. Eri già morto quandoti hanno visto correre ed allenarti4 ore prima del tuo arresto. Eri giàmorto quando ti hanno arre-stato. Non se ne era accorto nes-suno. Magari sei deperito e dima-grito dopo morto. Magari dirannocosì (…) Mio fratello è un classicocaso di malagiustizia ma non per-ché è stato pestato violentementedopo il suo arresto, non perchédopo non è stato curato all’ospe-dale Pertini ma perché non si devemai arrestare un morto. Mai”.

Mentre il quarto processo aimedici si conclude, è ancora incorso la perizia medico legale sulcaso nell’ambito dell’inchiesta bissulla morte di Stefano, che vedeindagati cinque carabinieri.

Il nuovo incidente probatorio hail compito di rivalutare il “quadrodi lesività” sul corpo della vittimaper “stabilire la sussistenza o menodi un nesso di causalità” tra lelesioni subite a seguito del pestag-gio e la sua morte.

Nell’inchiesta bis sono indagatiAlessio Di Bernardo, RaffaeleD’Alessandro, Francesco Tede-sco per lesioni personali aggravatee abuso d’autorità, e VincenzoNicolardi e Roberto Mandolini perfalsa testimonianza. Nicolardi ri-sponde anche di false informazio-ni al pm. Secondo la nuova indagi-ne della procura di Roma, StefanoCucchi fu pestato dai carabinieri eci fu una ”strategia scientifica perostacolare la corretta ricostruzio-ne dei fatti”.

simonetta valenti

COMPAGNI DI VIAGGIOUn ricordo di Italo TibaldiUn ricordo di Italo TibaldiUn ricordo di Italo TibaldiUn ricordo di Italo TibaldiUn ricordo di Italo Tibaldinel giorno della Memorianel giorno della Memorianel giorno della Memorianel giorno della Memorianel giorno della Memoria

Per anni Italo Tibaldi frequentòcasa mia, quando ancora ero unaacerba studentessa e mia madrecollaborava con lui in qualità ditraduttrice dal tedesco e dall’in-glese.

Ricordo interminabili sessionipomeridiane sul testo KZ Zement,dello storico austriaco FlorianFreund, che aveva ricostruito levicende del campo di concentra-mento di Ebensee, sottocampodi Mauthausen. Il campo che Italo,appena sedicenne, contribuì acostruire come prigioniero politi-co e in cui trascorse circa sedicilunghissimi mesi di durissima pri-gionia e umiliazioni, da cui ritornòmalato e provato nella mente e nelcorpo, un diciottenne di 37 chili.

[...] Ho successivamente fre-quentato la sua casa a Vico, doveho avuto modo di scoprire nonsolo il metodo certosino e quasimaniacale, accanito ed incessan-te con cui lavorava, ma anchealcuni piccoli ‘tesori’ (se così sipossono chiamare) della sua sto-ria personale: conservava ancorala casacca di fustagno di quandofu prigioniero, ma era molto schi-vo a raccontare di sé, per cuialcune cose più intime le scopriisolo dopo molti anni e spesso perframmenti estemporanei e quasicasuali. Quel giorno eravamo incompagnia di comuni amici dellaLousiana che, con il suo solitotravolgente entusiasmo, era riu-scito a coinvolgere nel suo lavorodi ricerca e aveva sguinzagliatoda un continente all’altro sulletracce degli ufficiali americani cheliberarono i campi di Mauthausened Ebensee nel mese di maggio

corra riproporre l’inizia-tiva referendaria suipunti che la sentenza del-la Corte non ha risolto: ilpremio di maggioranzaal 40% che si aggiungealla soglia di sbarramen-to e la quantità vera-mente eccessiva di no-minati dai partiti e nonselezionati dagli elettoricome i capilista, a cui sideve aggiungere la pos-sibilità di un altro centi-naio di deputati eletti sedovesse scattare il pre-mio di maggioranza.

Come Comitati e co-me cittadini dobbiamo invece pre-tendere che il sistema elettoraleripristini la rappresentanza, garan-tisca l’eguaglianza nell’eserciziodel diritto di voto, restituisca aicittadini il diritto di scegliere i pro-pri rappresentanti, riconduca i par-titi e i movimenti alla loro funzionecostituzionale di canali di collega-mento fra la società e le istituzioni,piuttosto che di strutture di potereautoreferenziali.

La strategia politica delle grandiriforme dettate dal Governo e im-poste al Parlamento con pressionie a colpi di fiducie è stata pesante-mente e chiaramente sconfitta, oraè il momento di dar vita ad unsistema elettorale che permetta lavera rappresentanza e l’espressio-ne della volontà popolare.

Marco Bellini(Referente del ‘Comitato

Democrazia CostituzionaleIvrea’)

del 1945. Inaspettatamenteaprì un armadio e tirò fuoriquella casacca ruvidissima,pungente, con sopra il suonumero di matricola 42307, dicui non conoscevamo l’esistenzae raggelammo tutti come di frontead un fantasma materializzato.

Ad oltre sei anni dalla sua mor-te, il giorno della memoria per merimanda istintivamente a lui ed alsuo instancabile lavoro di testi-monianza, anima dell’ANED (As-sociazione Nazionale Ex Depor-tati) e a lungo presidente del Co-mitato Internazionale Mauthau-sen, ma soprattutto rimanda allasua ininterrotta ricerca di tutti ideportati dall’Italia, con cui sape-va di condividere un destino co-mune e con cui si sentiva in debitoper il solo fatto di essere soprav-vissuto.

Negli anni ricostruì pezzo perpezzo, nome per nome tutti i tra-sporti che partirono dall’Italia dalsettembre del ’43 al maggio del’45, con destinazione i campi disterminio europei. Di quella pub-blicazione lui stesso diceva “dopo50 anni ho voluto legare stretta-mente i vivi e i morti nei singolitrasporti e tutti insieme, quasicon il sapore di una sfida, quella dicontinuare a dar vita a quel mondodi deportati politici e razziali neicampi nazisti”.

Dopo la morte di Carla, fu sem-pre più evidente il suo progressivodistacco dagli amici e dalla vita edil modo in cui rifiutò cure e ciboquando era ormai molto malato ful’epilogo di una vicenda che pro-babilmente non si era mai conclu-sa e che lo vide ricongiungersi

nella sorte a quei ‘Compagni diviaggio’ cui sempre fece riferimen-to.

I nomi risuonano deboli, sononeutri finché non li riempiamo conuna persona, con la sua storia.

Per Italo la ragione centraledell’impegno era esattamentequesto, far capire che dietro ogninome dimenticato e ritrovato, die-tro ogni numero di matricola, die-tro quegli oltre 45 mila deportatic’era una persona e quindi unastoria degna di attenzione. Que-sta operazione di dignità dovrem-mo ricordarcela ogni giorno, so-prattutto quando assistiamo dainermi spettatori alle deportazionicontemporanee di bambini, don-ne e uomini senza una storia.

Sara Monte (del direttivoANPI Ivrea e Basso Canavese)

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anno XXX n° 28

Rubrica a cura di ReginaldoPalermo, dell'Associazione

"GESSETTI COLORATI"

PER UNA SCUOLADELL’INCLUSIONE

Prenderà avvio il prossimo 21febbraio un percorso formativoproposto dalla associazione sultema “Per una scuola inclusiva:quali riforme, quali risorse”

L’iniziativa vuole offrire qualcheelemento di riflessione sulle rifor-me in atto che non sempre emer-gono da un dibattito sereno epubblico con tutti i portatori diinteresse, in particolare cogli in-segnanti.

Riforme che sembrano spessorispondere più ad esigenze eco-

nomiche che ad evidenze scienti-fiche e pedagogiche.

A partire da questi elementiverranno proposti alcuni temi rite-nuti fondamentali per la realizza-zione di una scuola realmenteinclusiva, in grado di preveniredispersione scolastica, emar-ginazione e forme di violenza diogni genere.

Il primo incontro sarà condottodal Marisa Faloppa, del Comitatotorinese per l’integrazione e saràl’occasione per presentare sinte-ticamente il decreto legislativo sultema dell’inclusione e del soste-gno, approvato dal Governo il 14gennaio scorso e ora all’esamedelle Commissioni parlamentari

Al secondo incontro (17 marzo)parteciperanno in qualità di relatorii professori Paolo Fasce e Clau-dio Berretta, noti esperti di proble-mi dell’inclusione, autori di diversisaggi e articoli sull’argomento.

Nel corso del terzo incontro (11aprile) verrà attivato un collega-mento in video-conferenza conRaffaele Iosa, già ispettore scola-

stico e responsabile nazionaledell’Osservatorio ministeriale sul-l’handicap.

Tema dell’incontro: I diritti nonhanno handicap. Lavori in corsoper una inclusione efficace.

L’incontro avrà carattere interat-tivo e sarà possibile interloquirecon il relatore. I tre incontri sisvolgeranno presso il MuseoTecnologic@mente di Ivrea.

Al termine del percorso saràrilasciato l’attestato di partecipa-zione.

VENTI ANNI DI AUTONOMIASCOLASTICA:

LE TECNOLOGIE DIDATTICHEHa suscitato molto interesse

l’incontro con il professore Rober-to Maragliano svoltosi lo scorso24 gennaio presso la sala SantaMarta: erano presenti un’ottanti-na di docenti di molte scuole delCanavese.

Partendo dal ruolo che le tecno-logie dell’informazione e della co-municazione hanno svolto in que-sti 20 anni nei curricoli scolastici,

il professor Maragliano si èsoffermato soprattutto ad esami-nare i motivi per cui le tecnologienon hanno sviluppato appieno illoro ruolo; secondo Maragliano,cioè, le tecnologie potrebbero dav-vero dare un contributo decisivo amodificare in meglio le modalità diapprendimento/insegnamentomentre troppo spesso sono state(e vengono ancora) utilizzate permantenere fermo l’impiantotrasmissivo della scuola.

In questo hanno un ruolo impor-tante non solo l’assenza di unserio piano di formazione e ag-giornamento dei docenti ma an-che gli interessi del mondo edito-riale (non bisogna dimenticare chei libri di testo coprono da soli unaquota percentuale altissima del-l’intero “mercato” editoriale).

All’incontro con il professorMaragliano farà seguito un altroappuntamento importante, in pro-gramma il 6 marzo prossimo:interverrà il professor AntonioBrusa sul tema dell’insegnamen-to della storia.

CITTADINANZAE COSTITUZIONE

Su iniziativa dell’associazionee della presidenza del ConsiglioComunale della città, si è svoltail 25 gennaio scorso presso lescuole primarie “Massimo d’Aze-glio” e “Costantino Nigra” di Ivreauna semplice certimonia per ri-cordare della “Festa del tricolo-re” (la ricorrenza ricadeva il 7gennaio, a ricordo di quando labandiera bianco-rosso-verde erastata esposta per la prima volta220 anni come simbolo dellaRepubblica Cispadana).

Alle due scuole sono state re-galate alcune bandiere italianeed europee oltre a volumi sullaCostituzione della Repubblica.

La presidente Elisabetta Bal-lurio ha anche annunciato chequesta iniziativa rappresenta l’av-vio di un più ampio progetto suitemi di Cittadinanza e Costitu-zione promosso dalla presiden-za stessa in collaborazione conl’associazione.

AULA INSEGNANTI

No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,No, non ho detto gioia,ma noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiama noia, noia, noiaSempre di più gli insegnanti si frammentano in millevarietà e gradi, dagli sfigati su su fino ai premiati SCHEDA

L’insegnante diL’insegnante diL’insegnante diL’insegnante diL’insegnante dipotenziamentopotenziamentopotenziamentopotenziamentopotenziamento

La Legge 107 prevede l’introdu-zione nelle scuole di una percen-tuale in organico di supporto (perattuare compresenze, progetti, al-ternanza scuola-lavoro…), le cuiqualifiche gli istituti sono statichiamati a indicare in base allenecessità.

Quest’anno i circa 50.000 do-centi di potenziamento assuntisono stati assegnati alle scuole –ça va sans dire – a casaccio.

In generale i dirigenti sono riu-sciti ad affidare loro qualche pro-getto e qualche mansione; tutta-via molti fra questi professori ven-gono utilizzati per coprire le as-senze improvvise: i classicitappabuchi.

Questo per due motivi:1. Soprattutto negli istituti su-

periori, nei quali è richiesta unaforte specializzazione, i prof as-sunti non hanno le competenzenecessarie (che ci fa un docentedi filosofia in un professionale?).

2. Le scuole hanno sempremeno fondi per sostituire le as-senze brevi, per le quali trovare unsupplente esterno sarebbe inat-tuabile. Basti pensare che il con-tributo volontario richiesto dallescuole alle famiglie si sta trasfor-mando nei fatti in una tassa d’iscri-zione occulta, in più senza eso-neri e detrazioni fiscali di sorta.

IL BONUS AL MERITOIn luogo dei desueti rottamati

scatti di anzianità, il Governo stan-zia ogni anno circa 200 milioni dieuro che distribuisce alle scuoleper essere erogati in base al “me-rito”.

La legge individua alcuni para-metri generici (articolati in 3 aree:la qualità della didattica, la parte-cipazione al miglioramento, la for-mazione in servizio e il coordina-mento) e affida poi la procedura diassegnazione degli incentivi eco-nomici a una “valutazione motiva-ta” del dirigente scolastico, sullabase dei criteri definiti dal “Comi-tato di valutazione” dell’istituto.

SCENA 1C’è sempre, puntuale al minuto,

una giovane donna seduta davantial tavolo, computer, cellulare, gior-nale e qualche libro.

Arriva prima delle otto con unsorriso che sta lì bloccato a metàtra imbarazzo («scusate se non miscapicollo a cercare libri quadernidvd e appunti, se non mi preoccu-po del programma e del tempo checorre e di fotocopiare schede») enoia esiziale di chi non ha proprionulla da fare.

A un certo punto qualcuno, unragazzo di Torino, supplente nuo-vo e felice delle sue classi, glielochiede: «sei un’insegnante?».«Sì». «Di che?». «Sono diPotenziamento. Sto qui, aspettoche mi chiamino a far qualchesupplenza, un’ora qui un’ora là,sai i treni in ritardo e la sveglia chenon suona e la bimba col febbrone?Be’, ci sono io». «Sembra orribile,e i ragazzi come sono?». «Sonocom’è normale siano con una dipassaggio: nemmeno mi vedono,chissà se sanno che esisto».

Con il ragazzo felice si trovasubito: attaccano a parlare e mo-strarsi foto dei due bimbi che han-no l’uno e l’altra. Solo che i suoi dilei stanno al sud con il papà, comele migliaia di mezzi orfani della( b u o n a )scuola, ca-pace di tene-re un’inse-gnante abili-tata a non farniente a ot-tocento chi-lometri dacasa, ché alsuo paeseuna così checi stava afare?.

SCENA 2«Ehi, sai qualcosa del bonus?».

«Io? Pensi mica che l’abbia preso?Ma mi hai visto bene? Non mi pareche valutino il tempo passato a

leggere e studiare».Stanno arrivando, in questi gior-

ni, i bonus della (buona) scuola, equalche prof si aggira mezzo fur-tivo tra i colleghi: vuol sapere quelche non si può conoscere, chiedeinformazioni su un segreto nem-meno confessabile a don Matteo.

Effettivamente il “Comitato divalutazione” aveva stabilito deicriteri indiscutibili e obiettivamen-te misurabili: progettualità, dispo-nibilità all’innovazione, attenzioneagli studenti, capacità di utilizzarele nuove tecnologie… mancavanosolo simpatia e umanità per essercitutto l’incommensurabile.

Fatto sta: ‘sti soldi qualcuno li haavuti e altri no. Chi li ha avuti? Equanti? E perché?

La collega si ostina a indagarema nulla: è un bottino fantasmache pare nessuno abbia agguanta-to.

Qualcuno meno disonesto dicecincischiando che «boh, non loso, ancora non ho guardato, anzisì ma non ho capito bene, quant’ègià che devo prendere?», ma iprescelti non si palesano, è tuttoun coro di no, io, ma dai! e tu?, seisicura che ci siano? Manco sifosse tornati tutti uguali, agli scan-dalosi tempi pre-(buona) scuola,quando la paga scattava con l’età

e gli unici adulatori erano propriocaratteriali incorreggibili.

Un moto di simpatia corre daipresunti esclusi alla collega poten-ziante: almeno lei non mente.

serra

"BUONA" SCUOLAIl Consiglio dei MinistriIl Consiglio dei MinistriIl Consiglio dei MinistriIl Consiglio dei MinistriIl Consiglio dei Ministriapprova otto deleghe su noveapprova otto deleghe su noveapprova otto deleghe su noveapprova otto deleghe su noveapprova otto deleghe su noveDal 2018 basterà la media del sei per essereammessi alla maturità

Dal Consiglio dei Ministri vialibera a otto decreti attuativi relati-vi alla legge sulla Buona Scuola. Ilnostro Governo approva inextremis, nell’ultimo giorno utile,allo scadere dei 180 giorni indicatidalla legge 107/2015, otto dellenove deleghe previste dalla rifor-ma Renzi/Giannini, mettendo perora in disparte l’annosa questioneconcernente il nuovo Testo Unicosull’istruzione, che riordinerebbediverse e intricate materie.

La riforma Renzi/Giannini, per-tanto, attraverso lo schema didecreto legislativo sulla valuta-zione all’esame della Camera,modifica in maniera consistente eassai particolare l’esame di Statodelle scuole superiori. Questo in-fatti il nuovo esame del II ciclo:due prove scritte e un colloquioorale. Oggi le prove scritte sonotre più il colloquio. Lo svolgimen-to delle attività di alternanza Scuo-la-Lavoro diventeranno requisitodi ammissione. L’esame saràcomposto da una prima provascritta nazionale che accerterà lapadronanza della lingua italiana,da una seconda prova scritta na-zionale su discipline caratteriz-zanti l’indirizzo di studi, da uncolloquio orale che certificherà ilconseguimento delle competenze

raggiunte, la capacità argomen-tativa e critica del candidato el’esposizione delle attività svolte inalternanza. Sulla base del decretoattuativo il voto finale resterà incentesimi, il credito scolastico in-ciderà fino a 40 punti, le 2 provescritte incideranno fino a 20 punticiascuna, il colloquio fino a 20punti. L’ammissione all’esamepotrà avvenire, invece, con la solamedia del 6 e non occorrerà più lasufficienza in tutte le materie comeavviene ora.

Pertanto, stando così le cose,comprendere la ragione per cui ilgoverno abbia imposto una moda-lità di accesso all’insegnamentotanto complessa e farraginosa, conun tirocinio lungo 36 mesi, a fron-te di un forte snellimento delleprocedure di acquisizione dellamaturità è paradosso tutto italiano.

Sentiamo al riguardo le paroledella ministra Fedeli: «Cominciareun percorso, è un punto di parten-za. Aver dato il primo via libera inConsiglio dei ministri non signifi-ca pensare che i testi siano chiusi.Lavoreremo nelle Commissioniparlamentari – assicurando unaforte partecipazione e presenzadel Ministero e del Governo – perascoltare in audizione tutti i sog-getti coinvolti. Dirigenti scolasti-

ci, insegnanti,personale dellascuola, sindaca-ti, studenti, fa-miglie, associa-zioni, in modoche i testi finalisaranno fruttodella massimac o n d i v i s i o n epossibile».

Sembra dun-que che il tavolodelle discussionisia tutt’altro chechiuso. Il valzerdelle deleghe è inrealtà appena in-cominciato.Marco di Stefano

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TEATROWhatsapp, ecce homo sem-Whatsapp, ecce homo sem-Whatsapp, ecce homo sem-Whatsapp, ecce homo sem-Whatsapp, ecce homo sem-pre (s)connessopre (s)connessopre (s)connessopre (s)connessopre (s)connessoLo spettacolo di Augias e lo smartphone,immancabile coprotagonista.

Siccome è bene andare ogni tanto a teatro, scelgo “Ecce Homo”, lospettacolo sulle ultime ore di Gesù, portato al Giacosa di Ivrea, venerdì20 gennaio da Corrado Augias. Ci sono tre fattori convergenti che miispirano questa scelta: l’intrigante figura di Gesù, il titolo scelto daAugias, quanto mai promettente, e la statura culturale del giornalistascrittore che è personaggio signorile e di pluriennale esperienza.

Non siamo che alle prime battute, a spettacolo avviato, e l’autore sulpalco si rivolge a uno spettatore in prima fila il quale, gli occhi incollatiallo smartphone, si impegna nella difficile arte dello sdoppiamentod’attenzione. Con leggerezza, Augias chiede al signore se, per caso, nonstia verificando sul cellulare le date che lui ha appena citato, date di cuigarantisce la certezza avendole egli studiate assai bene. Il signore inprima fila non sprofonda al suolo ma resta al suo posto, forte del fattoche, probabilmente, “ecce homo”, non coglie l’ironia dell’intervento enon ha nulla da rimproverarsi circa l’accaduto. Rimane il fatto che, conatteggiamento sempre più disinvolto, a teatro come al cinema come aiconcerti, i tossici del cellulare, eternamente (s)connessi, non possonosottrarsi al giogo compulsivo della loro ossessione. Esattamente comeper i tossici, costoro non pensano di dare fastidio a nessuno tanto menoa un autore sul palcoscenico sia che questi sproloqui in una farsa daavanspettacolo sia che ci racconti il calvario del Cristo. Il bisogno diassecondare whatsapp travalica ogni emozione o coinvolgimento chepossa provenire dal palco o dallo schermo. Il cellulare è preminente sullospettacolo. Il cellulare è il monopolio dell’interesse personale e lospettacolo non è altro che una pausa interlocutoria tra un messagginoe l’altro. Quanto tempo debba durare questa pausa dipende dal grado ditossicità maturato e, ovviamente, non copre quasi mai la durata effettivadi ciò che va in scena. Diciamo che i meno infognati traguardano le dueore canoniche spegnendo il cellulare solo al termine dei titoli di testa, sesi tratta di un film, e lo riaccendono non appena scattano i titoli di coda.Dopo l’episodio in que-stione, pur sapendo chelo scrittore non farà cer-to di ogni erba un fa-scio, rimane il disagio el’imbarazzo di una pe-nosa figura collettiva.

Augias si dichiara noncattolico, ma affascinato dalla figura di Gesù che delinea, nel racconto,anche aiutandosi con spezzoni di film di celebri autori come Scorsese,Pasolini e Zeffirelli. Giuda, il discepolo più intraprendente e profondo delgruppo, diventa funzionale al sacrificio di Gesù, almeno secondo ilvangelo gnostico di Giuda stesso. Giuda quindi non tradisce nel sensoletterale del termine ma lo fa per dare una “spintarella” a Gesù, il quale,pur avendo una natura divina è anche uomo e, in quanto tale, è piuttostoriluttante all’idea di morire sulla croce. Grazie a Giuda, d’accordo conGesù, dunque, l’evento prescritto si compie. Rimane il fatto che poiGiuda sconterà, nella storia, l’infamante etichetta del traditore almenofino a quando, come per questo racconto, non si accenni a questa suaspecie di riabilitazione.

Augias dice ancora due cose che mi colpiscono. La prima è che sullacroce si fa una morte orribile e che la diffusione del crocifisso non faaltro che banalizzarne il senso, la seconda è che la resurrezione di Gesùsta nell’avvertire la sua presenza, al nostro fianco, lungo il camminodella vita.

Con un certo anticipo sulle conclusioni, la mia vicina di poltrona aprela borsa e, nel buio dell’involucro, accende il cellulare. L’amica alla suadestra le dice: “Ma cosa fai, non hai visto che non vuole?” “Si lo so,risponde lei, però...” e le dita scalpitanti calano frenetiche verso la luceazzurrina. Nella piccola caverna della borsa, il riverberante Whatsapp(ecce homo!) chiama e la ragazza con il cellulare nelle vene risponde.Augias, Giuda, Gesù e la croce, su cui si muore atrocemente, non sonoaltro che echi distanti, immagini in commiato di una serata a teatro.

Pierangelo Scala

COMUNE DI IVREA

Da Laura Salvetti ad AndreaDa Laura Salvetti ad AndreaDa Laura Salvetti ad AndreaDa Laura Salvetti ad AndreaDa Laura Salvetti ad AndreaBenedino all'Assessorato CulturaBenedino all'Assessorato CulturaBenedino all'Assessorato CulturaBenedino all'Assessorato CulturaBenedino all'Assessorato CulturaCambio nella giunta a 18 mesi dalla fine mandato

Dopo le dimissioni arrivate im-provvisamente a dicembre dell’as-sessora alla cultura Laura Salvetti,la scorsa settimana il Sindaco Del-la Pepa ha ufficializzato la nominaallo stesso assessorato di AndreaBenedino, esponente PD già con-sigliere comunale, poi assessore epresidente del Consiglio Comunalenella giunta Grijuela negli anni1998-2008 e con successivi inca-richi anche in campo torinese enazionale.

Un nuovo assessore a 18 mesidalla fine del mandato (aIvrea ci saranno nuove ele-zioni a giugno 2018, ndr).Quali problemi pensa di af-frontare per primi?Sono stato appena nominato e il

primo proposito è di incontraretutti gli operatori del territorio, chesono molti e qualificati, e di sfrut-tare tutte le sinergie. Ora incombeil Carnevale e dobbiamo dialogarecon la Fondazione che lo dirige.Nei prossimi giorni lanceremo giàuna prima iniziativa che mi è stataproposta dal presidente della Fon-dazione per il Libro Montalcini econsisterà in una specie digemellaggio con il Salone del libro,che quest’anno come sapete avviaun nuovo corso e nel quale si mettein gioco un po’ tutto il mondoculturale torinese. Sfrutteremo l’at-trattiva del Carnevale per venderein anticipo biglietti del Salone delLibro coinvolgendo tutte le libreriedella città e in cambio il Saloneattiverà ad Ivrea uno o più appun-tamenti per gli incontri e le presen-tazioni del Salone off. Una visibili-tà reciproca.

Lo dobbiamo considerarequindi un vero ritorno allavita politica eporediese?Sono assente dalla vita ammini-

strativa di Ivrea da 9 anni ma sonosempre stato iscritto al PDeporediese, non ho mai pensato diabbandonarlo per una altra città.Quindi ora certo è un rientro nella

vita politica cittadina e nella suaparte amministrativa che è poiquella principale: si impara di piùstando in un Comune che in unasegreteria, lo dico avendo provatoentrambi.

Parte ingombrante del dibat-tito politico ad Ivrea è datodalla Fondazione Guelpa.Come intende muoversi?La Fondazione è uno strumento

molto importante, una ricchezzache altre città, simili alla nostra,non possiedono. Il miosforzo e il mio appello atutti sarà di riportare se-renità nei rapporti traConsiglio comunale eFondazione, rimettendola discussione su binaricorretti basati su traspa-renza e collaborazione.Le polemiche in politica ci stannoma non si devono superare certilimiti e vorrei evitare che si supe-rino di nuovo. La mia intenzione èquella di collaborare con tutti e atutti dico che, se serve, la miaporta è sempre aperta.

La ristrutturazione della bi-blioteca è un obbiettivo dellaamministrazione?Certo, ora ci sarà da impostare il

progetto della nuova biblioteca esu questo voglio che ci sia la par-tecipazione della Fondazione, delConsiglio Comunale e di tutta lacittà. Potremo riprendere gli studigià fatti nel 2004 e nel 2011 esoprattutto bisognerà interrogarsinon tanto sul progetto archi-tettonico quanto su come preser-vare il ruolo che la Biblioteca oggiha, una delle maggiori in camporegionale, anche nel futuro, stan-do al passo coi tempi e le innova-zioni. Guardiamo alle bibliotecheaperte negli ultimi anni, che nonsono solo dei punti di distribuzionedi libri. La ristrutturazione dellaBiblioteca potrebbe non solo rivi-talizzare Piazza Ottinetti ma costi-tuire un vero centro propulsivo

culturale e dare un nuovo impulsoa tutto il centro storico.

Il cammino per il riconosci-mento come sito Unesco arri-verà finalmente a conclusio-ne?Io sono abbastanza ottimista.

Nel 2017 a Parigi dovrebbero esa-minare tutta la pratica, se farannoaltre richieste risponderemo, e nel2018 potrebbe arrivare il ricono-scimento, perché il progetto è for-te e ben presentato.

Ho visto che in altri siti italiani,dopo il riconoscimento, ci sonostate notevoli ricadute turistiche,quello Unesco non è un marchiocome un altro. Quello su cui voglioconcentrarmi però è il dopo, per-ché naturalmente bisognerà trova-re il modo di attrarre investimenti,soprattutto privati perché privatisono molti edifici, per rivitalizzarele strutture, valorizzarle e promuo-vere il turismo.

Ma in realtà ha un vero futu-ro il turismo ad Ivrea?Le potenzialità ci sono e abbia-

mo visto che iniziative ben fattecome ad esempio La grande inva-sione, funzionano anche da questopunto di vista. Penso che si debbafare un discorso complessivo al-largandosi a tutto il territorio, quel-lo dell’anfiteatro morenico e nonsolo, anche collegandosi al confi-nante biellese, che da troppo tem-po è separato dal nostro. LauraSalvetti, che mi ha preceduto, hainiziato un ottimo lavoro dicoinvolgimento dei vari Comuni esu questa strada bisognerà conti-nuare.

a cura di Francesco Curzio

IL MUSEO ETTORE FICO DI TORINOUna porta aperta sull’arte contemporaneaUna porta aperta sull’arte contemporaneaUna porta aperta sull’arte contemporaneaUna porta aperta sull’arte contemporaneaUna porta aperta sull’arte contemporanea

Dal 2014, in via Cigna, a Torino, c’èun museo che non era un museo. Erauna fabbrica, la SICME, Società In-dustriale Costruzioni Meccaniche edElettriche, nata nel 1955, in pienoboom economico, specializzata nellacostruzione di macchine per lasmaltatura di fili di rame, traferitasinella zona prettamente industrial divia Cigna 114 nel 1965. La collocazio-ne della fabbrica risultava strategicadal punto di vista delle comunicazio-ni, collegando il centro di Torino conla Barriera di Milano ed essendo di-sposta lungo la via ferroviaria daPorta Susa al capoluogo lombardo.Anche il Museo gode dunque, oggi,della stessa posizione strategica, poi-ché è colocato in una zona della cittàattualmente al centro di un vastoprogramma di riqualificazione. E’ in-fatti il primo museo che si incontra

entrando in città per chi proveniendoda Milano, Novara, Vercelli, Chi-vasso e da tutta la Regione est pie-montese.

Ettore Fico è un artista piemonte-se, nato a Piatto Biellese nel 1917 emorto a Torino nel 2004, allievo diLuigi Serralunga, maestro italiano delSimbolismo. Nella sua opera, ricca diolii, tempere, disegni, acquerelli eincisioni, si possono rintracciare in-

fluenze che vanno da Cèzanne aBraque, da Bonnard a Monet aMatisse. La Fondazione Ettore Fico- fondazione senza scopo di lucronata per volere di Ines Sacco Fico,moglie dell’artista e presidente delMuseo- e il MEF – Museo EttoreFico- hanno avviato uno studiometicoloso sulla vita del maestroEttore Fico approfondendo le suerelazioni artistiche, i percorsi poeticie i contatti con il mondo artisticodella seconda metà del Novecento.In una sorta di continuità spiritualeed artistica col maestro, il MuseoEttore Fico è nato per dare spazio edaccoglienza a nuove realtà artistichedell’avanguardia nazionale ed inter-nazionale. La proposta del Museo siarticola in tre mostre tematiche an-nuali, strutturate in tre sezioni: laprima è dedicata alle mostre mono-

grafiche di grandi artisti o mostrecollettive a carattere didattico (laprima mostra fu appunto dedicataalla figura di Ettore Fico), la secondaè dedicata a progetti di arte contem-poranea e la terza a diverse disciplineartistiche come la moda, il design, ilcinema o altro.

Chiuse il 29 gennaio le mostrepecedenti, il MEF ospiterà dal 16febbraio fino al 11 giugno l'esposi-zione dedicata alla poliedrica arte diBruno Munari, curata da ClaudioCerritelli, e la mostra su Cosimo Ve-neziano fino al 16 aprile. Il Museo

offre inoltre molte attività e workshop,teorici e pratici, fatti dagli stessi arti-sti e che si rivolgono a studiosi,insegnati, ma anche a semplici curio-si e amanti dell’arte contemporanea.

Muso Ettore FicoVia Francesco Cigna 114, Torino, tel011 853065www.museofico.it

Orarioda mercoledì a venerdì 14-19sabato e domenica 11-19

Giovanna Mazza

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anno XXX n° 210AL CINECLUB IL 7 E L'8 FEBBRAIO

Le figure del Piacere di P. DomeneAmbigue forme bellissime: La Città delle Arti e delle Scienze (1998-2005); architetture

di Santiago Calatrava e Felix Candela; Valencia (Spagna), 18.12.2016Dicono che sia nelle notti scure e limpide quando la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia

manifesta tutto il suo splendore: le sue pareti trasparenti illuminate dall’interno e le sue articolatestrutture illuminate da led esterni creano spazi di fantascientifica bellezza. Anche all’ultima lucedell’alba o al tramonto, dicono che il gioco di luci dorate e ombre soavi crei geometrici contrastisulla pelle e le ossa degli imponenti edifici. Ma oggi, a quest’ora tarda del mattino, il cielo è moltocoperto, anche se l’aria ha quel biancore lattiginoso che rende languida ogni cosa. Non ci sono lucinè ombre e le bianche superfici e le elaborate e complessissime strutture degli edifici appaiono nellaloro apparenza più pura e timida. Timida? La Città delle Arti e delle Scienze è uno dei complessiarchitettonici contemporanei più ambiziosi e appariscenti del mondo. Essa è il frutto dell’ambizionepolitica, del fragile boom economico e della brama di ogni città di acquisire nuovi segni d’identitàtramite la creazione di edifici simbolo creati dalle star dell’architettura. Nessuno se non il valenzianoe polemico archistar Calatrava avrebbe potuto crearla. Edifici spettacolari, come le antichecattedrali o i grandi palazzi del potere, edifici spettacolo, feticci, spesso costosissimi, di difficilemanutenzione e a volte poco funzionali, ma capaci di far sognare locali e viaggiatori che vi arrivano.Frutti maturi dell’ingegneria sociale dell’urban-show. Cultura pura della postmodernità.

La Città delle Arti e delle Scienze è situata nell’ultimo tratto, già vicino al mare, del Giardino delTuria, lo splendido parco lineare di 9 km dilunghezza e 110 ettari che occupa il vecchioletto del fiume Turia (oggi deviato a causa delledevastanti inondazioni che provocava), al suopassaggio per il centro della città. Ma se il Parcodel Turia è un esempio di rinaturalizzazionedello spazio urbano e di biodiversità, l’area dellaCittà, due km e 350mila mq, è l’esempiospaesante di uno spazio utopico e futuro, fruttodi una civiltà post-umana, robotizzata e mecca-nica, che ha già lasciato indietro gli spaziintergalattici dell’odissea kubrickiana. Tutto èasettico e limpido in questo spazio. I bianchiedifici, scheletri paleontologici arrivati da un’epo-ca post-tecnologica, o immobili cetacei mecca-

nici, sembrano emergere dalla lamina d’acqua di un azzurro lattiginoso, appena metafora del fiume,che li circonda. Neanche un solo pesce, animale già estinto, dovrebbe vivere in queste acque,neanche un passero, animale sconosciuto e lontano, dovrebbe posarsi su questi sterilizzatimateriali. Neanche un muschio, un’erbaccia, un lichene, dovrebbe insinuarsi tra le fessure dellemilioni di tessere di ceramica che coprono le superfici, anche di metallo, vetro e cemento. Anchenoi, visitatori, siamo già nel futuro. Lontani rimangono i nostri malanni e angosce. Il nostro sguardoviene rapito dagli infiniti punti di vista, dagli inesauribili dettagli. Ogni elemento edilizio, volta, cavo,cupola, arco, copertura, trave, nervatura, pilone, colonna, guscio o piattaforma, può intersecarsicon qualunque altro, può ripetersi simmetricamente o no, può sparire o riemergere senza preavviso:tutto è lusso e voluttà, sontuoso spreco, sfarzoso gioco di forme. Ma anche spazio aperto, armonia,aria, luce, leggerezza, senso di libertà.

Ecco l’immaginifica geometrica bellezza proveniente da un futuro radioso atterrata in un presenteinquieto e dai foschi orizzonti. Difficile convivenza. Ecco la dimensione politica e sociale di questobellissimo spazio, polemico e problematico, che ci obbliga a riflettere su politica e identità,simbologia del Potere e Potere, meccanismi di appartenenza e corruzione e speculazione, lusso enecessità, desiderio e realtà.

Adesso piove. Il vento muove le palme dell’Umbraculo, figure minuscole corrono verso il Museodelle Scienze, altre si proteggono sotto le ali del Palazzo dell’Arte, a quest’ora chiuso, gli amantidel cinema raggiungono l’Emisfero, l’Agorà blu, silenziosa e chiusa da tempo, fa da fondale alGrande Ponte dell’Arpa; più in là, sull’Oceanografico, incombono le nubi... Pur consciodell’ambiguità politica di questo spazio, una certa emozione mi coglie. Sono contento di essere qui.

“La foto che non c’è, IX”: poche ore fa; città, luogo, giorno e ora nondichiarati.

Il fotografo è lì, in una sala d’attesa. Anche lui aspetta. Di fronte, molto vicinia lui, stanno per sedersi un giovane ragazzo e una donna. Si siedono e il fotografo,che non fa altro che aspettare, coglie l’armonia della coppia. Il fotografo è sicuro:sono una madre e suo figlio. Se altri fossero al posto suo, o potessero vedere lafoto che non c’è, avrebbero sicuramente notato, tra altre cose, che il ragazzo èDown. Il fotografo osserva anche la sua figura, si potrebbe dire, leggiadra: unodi quei ragazzi che da piccoli hanno frequentato con successo le lezioni diginnastica artistica o di un’accademia di danza o forse il nuoto. Anche il suoabbigliamento attira l’attenzione del fotografo, un abbigliamento cool, trendy:stivaletti di pelle nera con elastico, pantaloni camouflage alla caviglia e magliagrigia senza collo. Il volto del ragazzo è leggermente allungato, i capelli moltocorti, il mento appena accennato, il collo armonico, le mani allungate e nodose,le dita molto lunghe ed ossute, questo coglie il fotografo. Ma soprattutto cogliela posizione della madre e del figlio: mentre la madre, per conto suo, dritta elievemente inclinata in avanti, le gambe serrate, guarda immedesimata lo smartphone,il figlio si accomoda sulla propria sedia, le gambe quasi stese e il corpo rilassatoin perfetto equilibrio traspontaneità e compostezza.Ma il suo corpo si curva perlambire delicatamente quel-lo della madre, e la madreinconsciamente adatta la suaposizione a quella del figlio;quando la madre si muove ilfiglio adatta il suo corpo allaposizione della madre. Sonoposizioni e movimenti appe-na percettibili: madre e figlio sono vicini e lontani allo stesso tempo, indipendentie simbiotici allo stesso tempo, isolati e insieme nello stesso tempo, in silenzio ein comunicazione allo stesso tempo. Formano una sorta di maternità intensa, dirara bellezza e tenerezza. Questo coglie il fotografo ed è questo che, tra dubbi, glifa scattare la foto che non c’è. La luce della stanza è fredda, come quella degliospedali, ma la foto che non c’è no. E’ una foto calda che comunica, non permerito del fotografo, molto più di quanto mostra.

Poi il ragazzo, lambendo ancora appena appena la madre, allunga il corpo perprendere una rivista e la sfoglia distratto, una pagina dopo l’altra, senzasoffermarsi. La mano che sfoglia la rivista esegue un’inconsapevole danzaperfetta. Ad ogni pagina sembra che la decisa mano accolga il foglio, le lunghe ditasi stirano inverosimilmente all’indietro, il dito indice, o forse il medio, sfiora lacarta e la pagina sembra volare. Il fotografo è come incantato.

Poi la voce di un’infermiera rompe il silenzio. “Ecco il bimbo!”, dice mentre siavvicina porgendo una busta alla madre. La madre si irrigidisce e dice irritata trai denti: “Beh, bimbo, bimbo...”. L’infermiera, gentile ma distratta dal suo lavoro,è già lontana, ma la madre mi guarda un istante. Vuole che tutti sappiano, ma soloio lo noto, del suo disappunto. Ha ragione. Se si potesse osservare la foto che nonc’è si vedrebbe che suo figlio non è un bimbo. Lei ha voluto, discreta maorgogliosa, dirlo a voce alta. Si vedrebbero anche le mani del ragazzo che mi hannoraccontato in pochi istanti molto della sua storia. Si vedrebbe, soprattutto, quellamaternità contemporanea, immagine intensa e ricca di bellezza, che parla di tantemadri e di tanti figli e delle loro vite insieme. Ma poichè la foto che non c’è nonc’è bisognerà immaginare tutto. Vale la pena immaginarlo.

Il clienteIl clienteIl clienteIl clienteIl clienteRegia Asghar Farhadi Interpreti: Shahab Hosseini,

Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Farid Sajadi Hosseini,Mina Sadati. Durata: 124 min. Origine: Iran, Francia2016

fica profondamente le coordinateesistenziali. Se nella donna si insi-nua un senso di instabilità e dipaura prima ignoto, nel marito si fastrada un desiderio di fare giustiziamisto ad un atavico senso di onoreperduto. Finiranno con il trovarsianch’essi dinanzi a un ‘venditore’del quale dovranno decidere lasorte. Sarà proprio in questa occa-sione che la tenuta della loro cop-pia verrà messa alla prova.

In tutto ciò, anche se en passant,Farhadi non si astiene dal ricordar-ci che in Iran la censura è ancoraattiva e può decidere sulla messa inscena o meno di uno spettacolo.Come a dire che molto sta cam-biando in quella società ma chealcuni vincoli sono ancora benpresenti.

Tratto da mymovies

Emad e Rana sono due coniugicostretti ad abbandonare il proprioappartamento a causa di un cedi-mento strutturale dell’edificio. Sitrovano così a dover cercare unanuova abitazione e vengono aiutatinella ricerca da un collega dellacompagnia teatrale in cui i duerecitano da protagonisti di “Mortedi un commesso viaggiatore” diArthur Miller. La nuova casa eraabitata da una donna di non buonareputazione e un giorno Rana, es-sendo sola, apre la porta (convintache si tratti del marito) a uno deiclienti della donna il quale la aggre-disce. Da quel momento per Emadinizia una ricerca dell’uomo in cuinon vuole coinvolgere la polizia.

Asghar Farhadi torna a Teheranper proporre una vicenda in cuiazione teatrale e quotidianità fini-scono con il ritrovarsi in unaspecularità significante. Il registafa sì che sin dall’inizio questa di-mensione venga sottolineata fa-

cendo diretto riferi-mento alla messa inscena. Ci ricorda cioèla nostra posizione dispettatori invitandoci a leggere laduplice finzione (teatrale e cine-matografica) e ad individuarne gliscambi.

Chi conosce il testo di ArthurMiller sa che seppe descrivere unmomento di svolta nella dimensio-ne sociale degli States attraversole vicende familiari del suo prota-gonista. È quello che anche Farhadivuole fare, individuando in questafase storica dell’Iran una trasfor-mazione così veloce dal finire conlo schiacciare chi non è pronto peradattarvisi. Questa lettura socio-logica viene filtrata attraverso quel-la che per il regista è la cartina altornasole delle dinamiche umane:la coppia. Emad (che è ancheinsegnante) e Rana sono una cop-pia affiatata sia nel privato chesulla scena ma nella loro vita ir-rompe l’atto violento che ne modi-

giovedì 2 febbraio ore 18LA COSTRUZIONE DELLE ALPIAntonio De Rossi sarà ospite delC.A.I. Ivrea per la seconda volta,per presentare il secondo volumedella sua ricerca sulla Costruzionedelle Alpi, dedicato al Novecento eil modernismo alpino (1917-2017).Introdurrà Luca Gibello. ZAC(Movicentro)

sabato 11 febbraio ore 21UNA VOLTA ANTICAMENTEPresentazione del libro della foto-grafa e scrittrice MARIANNAGIGLIO TOS, Una Volta Antica-mente- Tra Luce e Inchiostro leEmozioni dello Storico Carnevaledi Ivrea, edito da Pedrini Edizioni,dedicato allo storico eventoeporediese. L’incontro - che saràcondotto da Alessandro Rodda -vedrà anche la partecipazione delSindaco Carlo Della Pepa ed unintervento musicale dei Pifferi etamburi di Ivrea. Durante la serataverrà data in omaggio ai presenti lanuova Guida dello Storico Carne-vale di Ivrea 2017.Libreria Mondadori Piazza Freguglia13 Ivrea

venerdì 3 febbraio alle 19AMERICANAGianmario Pilo, insieme a GianniBriasco e Giulio D’Antona presen-ta “Americana”, edito da MinimumFax, un viaggio attraverso libri,storie e autori dell’America con-temporanea. A cura della Galleriadel Libro. Zac!, Ivrea

librilibrilibrilibrilibri

su varieventuali on line:su varieventuali on line:su varieventuali on line:su varieventuali on line:su varieventuali on line:- La recita di Versailles … o quasi – Ad Ivrea èandato in scena un altro spettacolo di Lisa Gino- Paolo Rossi/2. Cambiamo ogni volta. La Recitadi Versailles a Ivrea. di Elia Curzio- Augias, Ecce Homo – Un commento di Franco Di Giorgi

www.rossetorri.it

Page 11: Come ti costruisco I nuovi dati un terrorista del lavoro · 2 anno XXX n° 2 Redazione: Andrea Bertolino, Riccardo Bonsanto, Mattia Caruso, Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Marco

1 febbraio 2017 11

musica

teatro

martedì 31 gennaio emercoledì 1 febbraio

LEGENDLEGENDLEGENDLEGENDLEGENDregia Brian Helgeland

martedì 7 e mercoledì 8febbraio

IL CLIENTEIL CLIENTEIL CLIENTEIL CLIENTEIL CLIENTEregia Asghar Farhadi

attenzione agli orari: martedì ore14,55-17.10 - 19.25 - 21.40

martedì 14 e mercoledì 15 febbraio

UN BACIOUN BACIOUN BACIOUN BACIOUN BACIOregia Ivan Cotroneo

orarimartedì ore 15 -17,10 - 19.20 - 21.30

mercoledì ore 15,30 - 18

CINECLUBCINECLUBCINECLUBCINECLUBCINECLUBIVREAIVREAIVREAIVREAIVREA

al cinema Boaro, Ivrea(in presenza di posti disponibilidopo l'ingresso dei tesserati, èconsentito l'ingresso con bigliettoa euro 5,00 o ridotto a 3,00 euro)

varieALL'OMBRA DELL'ULTIMO SOLE

dal 4 febbraio dalle ore 15CARNIVAL EDITION DI

ARTINTELAA febbraio sarà visitabile la nuova

mostra Carnival edition diARTinTela, collaborazione artisticanata lo scorso dicembre tra Spritz diAndrea Mazzola e gli artisti EugenioPacchioli, Galliano Gallo ed ElenaMirandola.

“L'intento è di rendere l’arte fruibi-le da tutti e questa volta sarannodelle riproduzioni di opere d’arte atema Carnevale e San Valentino degliartisti Pacchioli, Gallo e Mirandola".

L’esposizione sarà aperta a tuttinel Temporary Art Shop accanto aSpritz nel centro storico di Ivrea invia Quattro Martiri n.14 (via Palma),dove sarà possibile acquistare le ri-produzioni su tela e ammirare le ope-re d’arte originali per tutto il mese difebbraio.

Rimarrà aperta nei successiviweekend e durante gli eventi delCarnevale nei giorni 11-12-18-19-23-25-26 febbraio dalle 15.00 alle 19.00 osu appuntamento, in via QuattroMartiri 14 - Ivrea.

Perdiamo perle, giocando conPerdiamo perle, giocando conPerdiamo perle, giocando conPerdiamo perle, giocando conPerdiamo perle, giocando conle pietre – Riccardo Bonsantole pietre – Riccardo Bonsantole pietre – Riccardo Bonsantole pietre – Riccardo Bonsantole pietre – Riccardo Bonsanto

Siamo distratti. Sempre di più.Progressivamente va a diradarsi lavoglia e la passione per attività cheoccupino più di qualche manciatadi minuti. Siamo frenetici; pieni diimpegni ma vuoti dentro. Ci siritrova a fine giornata in un lettofreddo, solitario, spiegazzato il giu-sto, illuminati dalla luce azzurrinad’uno smartphone che ci doneràpersino il primo buongiorno lamattina. Altro che il canto delgallo, altro che il tepore dei raggidel sole sgattaiolati tra le imposte,altro che la carezza della personache si ama e le parole bisbigliate,suadenti quanto le note d’un stru-mento antico.

Sono andato a ripescarmi un cdnon troppo vecchio, ma neanchedell’altro giorno: All’una etrentacinque circa di VinicioCapossela, uscito nel 1990.

Sebbene io lo conoscessi giàmolto bene, la premessa era quelladi ascoltarlo tutto d’un fiato, le-gando parola a melodia, cucitecome già era in grado di fare ilmaestro Vinicio a soli venticinqueanni.

Stento a crederci ma, nemmenoil tempo di arrivare a metà dellaprima canzone (Resta con me),che il telefono si è illuminato. Unmessaggio. Guardo dopo, penso.Poi un altro. E altri quattro. Eccoche iniziano a scrivere su un grup-po di Whatsapp. Sbircio un atti-mo, tanto nel frattempo riesco ad

ascoltare la canzone, penso. An-che se non sono una donna riusci-rò a fare due cose assieme, ag-giungo. Ho risposto brevemente,annuendo a quanto detto sulla chatdi gruppo e la canzone era finita…senza ch’io potessi riassumernequanto meno il finale… vabbè…passiamo alla prossima. Inizia lauggiosa “Una giornata senza pre-tese” ma la storia non cambia,vengo sommerso da una notificadi Facebook: a pinco pallo piace latua foto. Ok, grazie. Ricambierò.Chiudo gli occhi e continuo l’ascol-to. Ricevo due messaggi, buttol’occhio. Non posso non rispon-dere, sono due ragazze, mi piac-ciono ambedue, perché farle aspet-tare? Qualcuno più lesto di mepotrebbe chiudere prima i conti.Rispondo. E anche alla fine di que-sta canzone, ho raccolto ben poco.E via vai così, per tutto il disco.Arrivo all’Una e trentacinque cir-ca, frizzante e festosa, destinata asalutare l’ascoltatore rimandando-lo sbronzo alla sua routine… Ma diquesto bellissimo disco, stavolta,ho raccolto un bel niente. ARIAFRITTA. E penso… siamo ancoraadatti a goderci ciò che c’è di belloe di reale? Siamo disposti ad ipote-care un po’ del nostro tempo perqualcosa che ne valga davvero lapena? Perché, anche scrivendoquesto articolo, affiancato dallamia Lettera 22 sempre carica escattante, mi sono fatto distrarre

da cose futili. E magari avrei potu-to scrivere qualcosa di più ricco ecorposo. Siamo capaci a vivere apieno la vita? Cosa ce ne facciamodi una media di 80 anni, se la metàla disintegriamo in uno specchioper imbecilli? Cosa ce ne facciamodi 1000 foto in un cesso, se esclu-diamo totalmente che al di là dellacollina c’è un mondo da riscoprire?

Ma una ragazza mi ha parlato di“tempismo”. Quindi probabilmen-te sta tutto lì, in quella frase. Iltrucco, il segreto. La fregatura.Vogliamo tutto FAST; dai fast foodai fast love. Oggi ci meritiamoripetitive canzoni da radio, pro-grammi tv spazzatura, e presidenticome Trump. Noi siamo questo. Estiamo distruggendo tutto. Attri-buendo sempre la colpa al dirim-pettaio, sciacquandoci le mani allaPonzio Pilato. Ma non sarà chetutta questa velocità ci spogli dellavera essenza? Stando alle propor-zioni, di questo passo, arriveràveloce anche la fine dei giorni.

Non lo so cosa aspettarmi. Tut-to mi spaventa assai. Ho paura diguardare negli occhi una persona enon vedere altro che una pupillavitrea, senza una storia da raccon-tare. Ma tanto nel frattempo mi èarrivata una richiesta d’amiciziasu Facebook… chissenefrega delresto. Chissenefrega di conclude-re questo articolo come dovrei.

giovedì 2 febbraioFABRIZIO CONSOLI

cantautorato, Folk Club, viaPerrone 3 bis, Torino

venerdì 3 febbraioPERTURBAZIONE

pop-rock, Officine Corsare, viaPallavicino, Torino

sabato 4 febbraioTHE 12th ROOMEZIO BOSSO IN CONCERTOCompositore e direttore, Ezio Bossoha 44 anni ed è torinese. Nel 2011 unagrave malattia lo fa precipitare, paro-le sue, in “una storia di buio”. Manon si è fermato. La sua ricerca sulconcetto di musica empatica è rico-nosciuta da pubblico e critica in tuttoil mondo. ore 20.45, Officina H, Ivrea

MICK O’BRIEN & BIRKIN

TREEmusica popolare irlandese, Folk

Club, via Perrone 3 bis, Torino

martedì 7 febbraioPOP GROUP, DENNIS BOVELLstorico gruppo new wave inglese,Spazio211, via Cigna 211, Torino

giovedì 9 febbraioL’ORAGE

folk-rock, Hiroshima MonAmour, via Bossoli 83, Torino

giovedì 16 febbraioNICCOLÒ FABITeatro Odeon, via Torino 69, Biella

mercoledì 8 febbraio ore 21stagione musicale dell’Orchestra Sin-fonica Giovanile del Piemonte.Sul podio il direttore AndreaAlbertini, affiancato dal solista CarloTorriani, baritono.In programma la Sinfonia n. 83 “Lapoule” di Haydn ed il celebre inter-mezzo comico “Il maestro di Cappel-la” di Cimarosa. Per informazioni: tel.0125.425123. Auditorium Mozart:corso Massimo d’Azeglio, 69 Ivrea

classica

mercoledì 8 febbraio ore 20.45LEORegia Daniel Brière, ideazione eperformer originale Tobias Wegner,performers William Bonnet, JulianSchultz, Tobias WegnerY2D (Montréal) in collaborazionecon Chamäleon Productions (Berlin)Cosa potrebbe succedere se improv-visamente si rovesciassero le leggidi gravità?La risposta in questa coproduzionetedesco-canadese vincitrice delloScotsman Fringe First Award alfestival di Edimburgo e del JohnChataway Award for Innovation adAdelaide. Leo ha infiammato in unalunga tournée internazionale il pub-blico e la critica dei teatri di NewYork, Berlino, Melbourne, HongKong e Mosca, mettendo in scenal’insolito viaggio di un uomo ordina-rio che si ritrova improvvisamente inun mondo sottosopra. Solo, con unapiccola valigia, Leo si accorge benpresto delle trasformazioni e deglisconvolgimenti che stanno scuoten-do le leggi fisiche del suo universo:sarà la sua curiosità a permettergli digodere al meglio questi capo-volgimenti, sfruttandoli per il pro-prio divertimento e quello del pubbli-co. Teatro Giacosa, Ivrea

venerdì 10 febbraio ore 18MI CHIAMO ARAM E SONO

ITALIANOStorie da Synagosytydi Gabriele Vacis e Aram Kian, con

Aram KianUna classica infanzia anni '80, vissu-ta nella periferia di una rande città delnord, una banale adolescenza anni'90, una giovinezza fatta di inconclu-denti anni universitari e lavoro chenon si trova. Tipico trentnne italia-no. Solo che, quando il tipicotrentenne si chiama Aram e ha unpadre iraniano, le cose si complicanoun po'...Rassegna Teatro e storia contem-poranea. Aperitivo finale.Teatro Giacosa, Ivrea

sabato 11 febbraio ore 21.30UN POSTO PER VOLAREopera lieve per Tenco e Pavesedi e con Orlando Manfredi e LucaOccelli, Santibriganti TeatroA cinquant’anni dalla morte di LuigiTencoCome succede negli incontri magici,i due attori vanno a sbattere ancorabambini nelle parole di Tenco e diPavese (pensa la sfiga). Da quelmomento il corso delle loro vite pren-derà inquietanti forme pavesiane etenchiane. Ma il fatto è che Tenco ePavese parlano attraverso un disar-mante autobiografismo il linguaggiodell’universale.Il recital concerto è una creazioneoriginale: le scene si intrecciano at-traverso il racconto, il canto, la mu-sica, la poesia, in una fitta alternanzadi serrati dialoghi, partiture verbali,monologhi intimisti, canzoni e narra-zioni teatrali, all’insegna di una leg-gerezza e di una originalità di lettura,che rimettono al centro la vitalità didue traiettorie artistiche e umane trale più incisive del Novecento.Oltre ad appassionarsi, a commuo-

versi e a ridere della vicenda del“Nostro”, il pubblico scopre cheTenco e Pavese hanno davveromolto in comune. Pensiamo alla sem-plicità della loro voce poetica, allaparola scabra, diretta, coraggiosa-mente semplice ma mai banale. Pen-siamo all’attitudine esistenzialistadella loro indagine. Pensiamo al dif-ficile impegno nel mondo e, infine,alla considerazione postuma dav-vero popolare della loro opera e dellaloro figura: sono lo scrittore e ilcantautore di tutti e di un tempo chefu.Teatro Civico Garybaldi, Via Parti-giani 4, Settimo Torinese . Informa-zioni tel 011 643038

10-11 febbraio ore 21BOCCA DI ROSA, LE DONNE

DI DE ANDRÈStudio CoreograficoMotisparsi in collaborazione conCompagnia AndromedaCoreografie Cristina Taschi, Cristi-na Ruberto, Fiorella PacettiDanzatori Cecilia Boldrin, AliceMistretta, Alina Mistretta, AriannaMistretta, Valentina Papaccio, SaraUgorese, Chiara Viretto, Ilaria VitaleRegia e testi Matteo Chiantore eFiorella PacettiMusiche: Luca Spitale, StefanoAngaramo, Davide Ronfetto, Ga-briele Tiezzi, Voci Teresa Gioda,Matteo Chiantore, Luca SpitaleAttori Angelo Patti e Luca VincentPecoraNon si è perso di certo, il ricordo, edanzi si rinnova ad ogni ascolto diquelle storie così piene di vita everità che De Andrè ci ha regalato.

Marinella, Bocca di Rosa, Marì,Angiolina innamorata, storie spessomaledette restano nascoste dietroparole sempre garbate, ballatesuadenti e dolci melodie che sembra-no fiabe. E noi lì come bambini adascoltare i destini segnati di donne,ognuna a modo suo, speciali,disincantate, crude a volte, ma sem-pre reali. Con tutta l’ammirazione e ilrispetto riservato a chi con le sueparole ha saputo ispirare le nostrevite, la Compagnia Motisparsi incollaborazione con la CompagniaAndromeda si cimenta in un nuovostimolante progetto coreografico conun preciso obiettivo: dare un volto,un’immagine, un movimento, unaluce, a queste storie di donne chegirano nelle nostre orecchie da sem-pre, perché una volta entrate non nesono uscite più.Prevendita La Galleria del libro, Ivrea,Alimentari La Censa, Chiaverano.Teatro Bertagnolio di Chiaverano

lunedì 13 febbraio ore 20.45DEI LIQUORI FATTI IN CASAcon Beppe Rosso, testo RemoRostagno, Gabriele Vacis, BeppeRosso, Acti TeatroLo spettacolo è nato vent’anni fa,all’interno del Laboratorio TeatroSettimo, ha realizzato più di 400 repli-che in Italia e all’estero ed ora vieneripreso nella sua forma integrale. Pro-tagoniste le Langhe. Terra di vini e diliquori, terra di fumo e di profumo, maanche terra di letteraria memoria e digrandi narratori: Cesare Pavese,Beppe Fenoglio, Gina Lagorio. Sta-gione Teatro Giacosa. Sala EmilioPincha, Banchette

venerdì 3 febbraio ore 21BAMBINIATEATROLa bottega de giocattoli della Com-pagnia Crest di Taranto. Info Pa-ola Elettro 011.19740258.Teatro Giacosa, Ivrea

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anno XXX n° 212 ultimaIVREA-MOVICENTRO,

VIA DORA BALTEA 40 B

ProgrammaProgrammaProgrammaProgrammaProgramma

Venerdì 3 Febbraio ore 19.00AMERICANA

Insieme a Luca Briasco e GiulioD’Antona viaggeremo attraverso li-bri, autori e storie dell’America con-temporanea, in collaborazione conLa Galleria del Libro

Dalle 20, buffet tutto americano(senza Coca Cola) al bar dello ZAC!a 10 euro

Venerdì 3 Febbraio ore 21.30CON LE TUE LABBRA SENZA DIRLO

di e con Paolo Faroni - BlusclintTeatro

Condannato dal suo insegnantedi italiano delle medie per aver dise-gnato durante un test di psicologiaun buco in un albero (simbolo di unlatente e futuro problema con lasessualità) un uomo sfugge al suodestino grazie a un nonno muto chelo indirizza alla poesia e alla ricerca diun amore che sfugga alla banalesimbologia freudiana. Da una con-danna a un’altra; l’uomo disegneràper dieci anni una donna senza sape-re chi sia. Un lunedì di novembre,quello che dovrebbe essere un gior-no di lavoro come tanti altri, si tra-sforma in un viaggio allucinato in cuila donna del disegno fa capolinonella vita dell’ uomo; prima nell’atriodel palazzo, poi in treno, complice undelirante sogno in cui coppie da tuttele nazioni del mondo vogliono con-dividere con lui la longevità dellaloro felice relazione. Fuggendo da

queste, incontra la donna che gli diceun’ enigmatica frase in francese a luiincomprensibile. Al risveglio, scen-de dal treno e decide di recarsi dal-l’amico Vinnie, attore gay che recitain un teatro per ragazzi. Da lui vuoleottenere una riposta circa il sogno ela traduzione della frase. Dopo averassistito all’ultima scena della “Bellaaddormentata nel bosco” che locatapulta nel ricordo di quando ave-va provato la carriera dell’attore, ot-terrà dall’amico una risposta ben piùgrande e giungerà a una confessio-ne…

Sabato 4 Febbraio dalle 17IL GIORNO DI HARRY POTTER!Si potrà rivivere l’atmosfera diHogwarts e riscoprire per un giornoquel magico mondo, indossando ipanni dei vostri personaggi preferiti:quindi largo alla fantasia! Venite conla vostra divisa da quidditch, il vo-stro mantello e lo stemma della vo-stra Casa. Dimenticate i Babbani e iloro euro, in quella serata si useran-no solo i galeoni della Gringott!

Sabato 11 Febbraio ore 10.00L’ALTROMERCATO

Mercato bio e chilometri zero.

Sabato 11 Febbraio ore 22.00WOODOO DOLLS +HEADLESS TAMBOURINE

Lo ska-punk dei Woodoo abbi-nato allo swing’n’roll degliHeadless Tambourine in un con-certo tutto divertimento, in attesadel carnevale.

CONCERTISILENCE! - Una certa idea dell’EuropaSILENCE! - Una certa idea dell’EuropaSILENCE! - Una certa idea dell’EuropaSILENCE! - Una certa idea dell’EuropaSILENCE! - Una certa idea dell’Europaattraverso la musicaattraverso la musicaattraverso la musicaattraverso la musicaattraverso la musicaZAC! Ivrea, 28 gennaio 2017

Prima di iniziare a parlare delconcerto, mi corre l’obbligo di di-chiarare il conflitto d’interessi nelquale mi trovo pienamente coinvol-to: sto scrivendo di un concertovoluto, pensato, organizzato - e inlarga parte suonato - da mio figlio,Alessandro Giovanetto.

Bene, assolto quest’obbligo pos-siamo cominciare. Potrei comin-ciare con il dire che in qualchemodo sabato sera è andata in scenauna certa idea dell’Europa, fatta diItalia (sotto osservazione), di Gre-cia (ampiamente osservata dallaTroika, e massacrata di conseguen-za), di Gran Bretagna (con buonapace della Brexit) e di Germania(che osserva, pure troppo, ma ca-pace anche di accogliere). Questisono i paesi europei, protagonisti divicende economiche all’ordine delgiorno, ma che curiosamente sonoanche i paesi da cui provengono e incui vivono e lavorano i protagonistidel concerto di sabato sera. Ales-sandro parte nel 2011 da Ivrea allavolta di Londra, dove si laurea inmusica contemporanea nel 2015.Qui conosce Theodore, un coetanodi Atene, anche lui a Londra perstudiare composizione. Theodoreha appena pubblicato il suo primo

album e sta cercando musicisti perla scena londinese. Ale entra nelgruppo come chitarrista e da quelmomento la collaborazione cre-sce, con l’ingresso qualche tempodopo di Melentini (ateniese chevive e lavora a Berlino), AshleyHalliman (londinese, che invece discappare dall’Europa ci si è ficca-to dentro, trasferendosi ad Atene)e Vassilis Dokakis, chitarrista eproduttore, leader della band NoClear Mind. Nel 2016 arriva il se-condo album di Theodore, “It IsBut Is Not”, e nel frattempo Ales-sandro collabora come musicista earrangiatore all’album di esordio diEmi Path, giovane musicistaateniese. E qui il quadro è completo:dal nucleo del progetto Theodore sidipartono progetti paralleli, autono-mi ma interconnessi. Il concerto disabato lo ha mostrato chiaramente:dall’apertura con i Fleeting Sun diVassilis Dokakis, seguiti dai TheGrit Collective di AlessandroGiovanetto, Emi Path, Melentini (lacui voce riesce a toccare corde chenemmeno tu sapevi di avere), finoal finale esplosivo con Theodore,un unico filo conduttore fatto dimusica alternativa annoda le diver-se provenienze. Un filo intriso di

atmosfere cangianti, in grado dimuoversi con corenza dal registrosognante a quello intimista, dalminimale al lisergico, esplodendoall’improvviso in dinamiche tantopotenti quanto insospettabili solofino a qualche battuta prima. Storiedi amicizia e collaborazione profes-sionale mescolano origini e tradi-zioni differenti, che trovano nel-l’espressione artistica e musicaleun collante comune, un linguaggiocondiviso che mi piace pensare siala degna esemplificazione di unacerta idea dell’Europa, meno mo-netaria certo, ma di gran lunga piùsolida e capace di dispiegare appienole proprie grandi potenzialità.

Gualtiero Giovanetto

MOSTREKisetsu. Il senso delle stagioniKisetsu. Il senso delle stagioniKisetsu. Il senso delle stagioniKisetsu. Il senso delle stagioniKisetsu. Il senso delle stagioniIl Museo Garda inaugura il nuovo allestimento della collezione orientale

Il Museo Civico Pier AlessandroGarda di Ivrea ha ultimato il lavorodi rinnovo e riallestimento del per-corso dedicato alla collezione orien-tale attraverso una rotazione deglioggetti esposti.

La precedente esposizione erastata organizzata secondo latipologia dei materiali: bronzi, por-cellane, carta, lacche.

A ispirare invece il nuovo allesti-mento è stata la tematica:“KISETSU. Il senso delle stagioni”.

I preziosi oggetti, le lacche,bronzi, i tessuti saranno di-sposti secondo le stagioni evo-cate nei decori e rappresentatenelle immagini. Il percorso per-metterà così di apprezzare for-me, materiali e tecniche diver-se unite dall’appartenenza auna stagione, che nella culturaorientale si carica di significatie simbolismi di profonda spiri-tualità.

Per la prima volta sarannoesposte pregiate xilografie recen-temente restaurate e alcune por-cellane realizzate a guscio d’uovo,tecnica così definita in virtù dellastraordinaria sottigliezza della ma-teria.

L’elevazione spirituale che sisprigiona dal fiore di loto trovaespressione in un delicato dipinto atempera e acquerello mentre ilfubako, scatola per documentiufficiali, si illumina dei baglioridorati della paulonia che lo decora-no.

La rappresentazione dei fiori edelle piante e la decorazione florealein Giappone riguardano l’interaproduzione artistica, dall’imageriepittorica delle stagioni, dall’orna-

mentazione tessile e vestiaria alladecorazione in bronzo, lacca eporcellana.

La sensibilità della cultura giap-ponese è percorsa dalla malinco-nia della non permanenza, dal gu-sto per le emozioni sottili, dallavibrazione della vita piuttosto chedalla staticità e immutabilità. Laparticolare attenzione alla natura eal fluire delle stagioni è espressio-ne di questa percezione estetica,nella vita come nella cultura.

La nuova rotazione degli oggetti

costituisce un percorso di visitache sarà visitabile a partire da ve-nerdì 3 febbraio alle ore 17, quan-do verrà inaugurata alla presenzadell’assessore alla Cultura AndreaBenedino e di alcuni rappresentan-ti della Fondazione Guelpa.

La collezione d’arte orientale è ilfrutto della raccolta personale diPier Alessandro Garda (oltre 500opere da lui donate alla città nel1874) e della raccolta di PalazzoGiusiana, prima sede del museo.

La collezione proviene da dueraccolte principali: quella del conteFrancesco Baldassarre Perrone,già collezionista di reperti archeo-logici, e quella di Pier AlessandroGarda. Intorno alla seconda metà

del Settecento, il museo Chinese diPerrone, presso Palazzo Giusiana,comprendeva opere provenientidalla Cina, dall’America, dalMadagascar e dall’India. La colle-zione Garda consisteva per la granparte in oggetti giapponesi acqui-stati sul mercato europeo all’iniziodella grande espansione delJaponisme, coincidente con l’aper-tura del Giappone all’Occidentenella seconda metà dell’Ottocen-to.

Nel 1874 Pier Alessandro Gardadonò alla Città di Ivrea la suacollezione di oltre cinquecentoopere, integrandola successiva-mente con l’acquisto di circaduecentoquaranta oggetti realiz-zati con diversi materiali: metal-lo, porcellana, lacca, carta, seta,legno, bambù, avorio, guscio ditartaruga, vetro, paglia e altriancora, risalenti al periodo Edo einizio Meiji.

Il settore più numeroso è quel-lo degli oggetti in metallo, corri-

spondente a circa un terzo delnumero totale, seguono quelli inlacca, porcellana e le pitture.

Inaugurazione: Venerdì 3febbraio ore 17,00Info: [email protected] 634155

Orari e giorni di aperturaLunedì, Martedì, Mercoledì e Ve-nerdì: dalle ore 9 alle ore 13Giovedì dalle ore 9 alle ore 13 edalle ore 14,30 alle ore 18,30Sabato: dalle 15,00 alle 19,00La prima domenica di ogni mese:dalle ore 15 alle 19

GLI ACCORDI RIVELATIIl Calvino Trio al Teatro GiacosaIl Calvino Trio al Teatro GiacosaIl Calvino Trio al Teatro GiacosaIl Calvino Trio al Teatro GiacosaIl Calvino Trio al Teatro Giacosa

domenica 12 febbraioIl Trio Calvino viene fondato

nel 2013 dopo l'incontro casualedei tre musicisti all'IMS Mas-terclass Prussia Cove, inCornovaglia. Sini Simonen, vio-linista di origine finlandese, èconsiderata una dei maggioritalenti della sua generazione,Alexander Foster, canadese,al violoncello, fin da giova-nissimo ha iniziato il percor-so come camerista e Jun BoutereyIshido /Nuova Zelanda/Giappone)si è distinto in numerosi concorsipianistici internazionali oltreo-ceano. Nel dicembre 2014 il Triovince il Primo Premio al NorbertSchenkel in Svizzera e nel febbraio2015 l'Orpheus Swiss ChamberMusic Competition.

Ore 19: guida all'ascolto conAntonio Valentino

ore19,40: apericenaore 20,30: concerto, musiche di

Henze e Schubert

Associazione Il Timbro. Biglietti invendita presso Il Contato e la Gal-leria del libro, Ivrea.

martedì 7 febbraio ore 18FRANKENSTEIN E I SUOI

SEGUACIMiti della scienza nell'immagi-nario letterario e artistico.Rassegna KITE. Reading conOmar Ramero e Giulia Brenna.Liceo Botta, Ivrea