COM’È RESTYL I N G - ciclico.it · di darle grasso e latte detergente, sia sopra (dove ci si...

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biciclette d'epoca 51 50 pulita ma non deve avere un “effetto cromato”. Il troppo lucido stonerebbe in una bici d’epoca come questa. Perciò ho mantenuto la componentistica al naturale e secondo me questa scelta ha conferito alla bici l’antica bellezza senza nascondere la “patina” dell’età che in questi casi è un grande pregio. Per tutta la componentistica, per sgrassarla e pulirla, per levare l’enorme quantità di ruggine, ho usato petrolio bianco e spazzole con setole di ottone. La sella in cuoio l’ho prima bagnata con l’acqua tiepida per vedere se era ancora viva! E non ho mai smesso di darle grasso e latte detergente, sia sopra (dove ci si siede) che sotto. Ogni volta le davo una passata e la lasciavo O gni restauro che si rispetti deve sempre partire da un “pezzo” ridotto malissimo. Se il pezzo di partenza fosse già in buone condizioni, il racconto del restauro non avrebbe lo stesso fascino e il PRIMA e il DOPO non darebbero tanta emozione. La bici che vedete qui era però disastrosa per davvero! Non aveva niente che andasse bene: ruggine dappertutto, raggi rotti, mozzi, pedali, cerchi, serie sterzo e movimento centrale da mettersi le mani nei capelli. La sella era un pezzo di cartone ed era così malmessa che pensavo già di sostituirla con una Brooks. Ho provveduto ad un restyling e non ho aggiunto nulla se non due cose che nella bici di origine si erano perse: manubrio da corsa e leve freno. Il resto è tutto originale ed ogni pezzo è stato recuperato al meglio. Non ho insistito troppo nella lucidatura di acciaio e alluminio perché una bici di questo tipo deve essere bella e RESTYLING R E S T YL I N G C R E A T I V O di una bici da corsa molto vintage lì con pochissima fiducia. Era infatti da buttare e mai avrei pensato di salvarla... Il telaio in acciaio è stato sabbiato, cromato (nelle congiunzioni) e riverniciato mantenendo il colore rosso originale. Non aveva nessun marchio sul tubo obliquo, c’era solo lo scudetto “Rolard Vicenza” avvitato nel tubo di sterzo. Così ho fatto. Ciclico.it di IL RESTAURO DI UNA BICI DA CORSA D'EPOCA È TALMENTE BELLO CHE QUANDO HAI FINITO UN PO' TI DISPIACE. VORRESTI TORNARE ALL'INIZIO, PER COMINCIARE DA CAPO. COM’È COM’ERA

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biciclette d'epoca 5150

pulita ma non deve avere un “effetto cromato”. Il troppo lucido stonerebbe in una bici d’epoca come questa. Perciò ho mantenuto la componentistica al naturale e secondo me questa scelta ha conferito alla bici l’antica bellezza senza nascondere la “patina” dell’età che in questi casi è un grande pregio. Per tutta la componentistica, per

sgrassarla e pulirla, per levare l’enorme quantità di ruggine, ho usato petrolio bianco e spazzole con setole di ottone.La sella in cuoio l’ho prima bagnata con l’acqua tiepida per vedere se era ancora viva! E non ho mai smesso di darle grasso e latte detergente, sia sopra (dove ci si siede) che sotto. Ogni volta le davo una passata e la lasciavo

Ogni restauro che si rispetti deve sempre partire da un “pezzo” ridotto malissimo. Se il pezzo di partenza fosse

già in buone condizioni, il racconto del restauro non avrebbe lo stesso fascino e il PRIMA e il DOPO non darebbero tanta emozione.

La bici che vedete qui era però disastrosa per davvero! Non aveva niente che andasse bene: ruggine dappertutto, raggi rotti, mozzi, pedali, cerchi, serie sterzo e movimento centrale da mettersi le mani nei capelli. La sella era un pezzo di cartone ed era così malmessa che pensavo già di sostituirla con una Brooks.

Ho provveduto ad un restyling e non ho aggiunto nulla se non due cose che nella bici di origine si erano perse: manubrio da corsa e leve freno. Il resto è tutto originale ed ogni pezzo è stato recuperato al meglio.Non ho insistito troppo nella lucidatura di acciaio e alluminio perché una bici di questo tipo deve essere bella e

RESTYLING

RESTYLING • CR

EATI

VO

di una bici da corsa molto vintage

lì con pochissima fiducia. Era infatti da buttare e mai avrei pensato di salvarla... Il telaio in acciaio è stato sabbiato, cromato (nelle congiunzioni) e riverniciato mantenendo il colore rosso originale. Non aveva nessun marchio sul tubo obliquo, c’era solo lo scudetto “Rolard Vicenza” avvitato nel tubo di sterzo. Così ho fatto.

Ciclico.itdi

Il restauro dI una bIcI da corsa d'epoca è talmente bello che quando haI fInIto un po' tI dIspIace. VorrestI tornare all'InIzIo, per comIncIare da capo.

COM’È

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mozzI e cerchIDei bellissimi F.B. (F.lli Brivio) marchiati Campagnolo. Arrugginiti da morire, ma con pazienza e setole di ottone sono tornati belli come una volta. I cerchi sono FIAMME per tubolari.Ovviamente le ruote sono state tutte raggiate da zero perché i raggi vecchi erano rotti o arrugginiti.

cambIoÈ il leggendario Campagnolo Corsa, altrimenti detto “due leve”. Stiamo parlando di un sistema di cambio della fine degli anni ’40 e sostituito negli anni ’50. Le leve del cambio sono fissate al pendente posteriore destro e quella più lunga permette di aprire il mozzo della ruota per farla slittare in avanti o indietro con lo scopo di mantenere la giusta tensione della catena che viene spostata nei vari pignoni mediante la leva più piccola. Per far salire la catena nei pignoni più grandi occorre contropedalare, per farla scendere nei pignoni più piccoli il giro dei pedali resta quello di marcia (e Bartali riusciva a fare questa operazione in corsa, senza scendere dalla bici...). Per poter montare un cambio come questo sono necessari i forcellini posteriori a cremagliera.

GuarnItura e moVImento centraleUna bellissima guarnitura Campagnolo Strada con corone da 50 e da 45 con il suo originale movimento centrale a perno quadro. Il deragliatore a fascetta è sempre Campagnolo, così come le guide per il cavo cambio e relativa levetta sull’obliquo.

nota storIca sul cambIo

Negli anni ’50 il sistema a “due leve” venne sostitui-to da una leva unica che aveva sia la funzione di sbloccare il mozzo che di muovere la catena sui roc-chetti. Tullio Campagnolo chiamò questo nuovo si-stema “Parigi-Roubaix”.

dettaGlI tecnIcI e componentIstIca

pedalI e puntapIedIPedali Roto Italy e puntapiedi REG (così come i tre fermacavo sul tubo orizzontale) che ho lasciato volutamente opachi per rendere merito alla loro età. Li ho solo puliti e grattati dalla ruggine. Se avessi ri-cromato tutto avrei fatto una stupidaggine perché avrei coperto il marchio REG e l’effetto “caramello” avrebbe stonato assai.

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a onor dI purIstaQuesta bici, dal punto di vista storico, tecnico e mecca-nico, ha però una incongruenza: il cambio Campagnolo “due leve” non può andare d’accordo con la guarnitura Campagnolo Strada. Indipendentemente dall’età dei due componenti – fine anni ‘40/inizi ‘50 il primo, anni ‘70 la seconda – è proprio il funzionamento meccanico che li fa collidere.Per cui questa bici va usata con estrema cautela nei cambi di marcia. Però la bici è sempre stata usata dal suo legittimo proprietario con questa configurazione (proba-bilmente ha fatto queste modifiche nel corso della sua attività di appassionato ciclista) e così mi è stata conse-gnata. Dunque non ho voluto fare nessuna modifica per rispetto a “ciò che era”.sella e reGGIsella

La sella è una Record, borchiata, in pelle, marchiata a fuoco su entrambi i lati, stupenda, tutta originale anche nel bullone di tensione fissato in punta. Nonostante le condizioni iniziali, eccola lì a completare la bici con raffinatezza e look vintage visto che assomiglia tantissimo alle selle Brooks che usava Coppi. Il leggerissimo reggisella è in alluminio e per l’epoca era un vero tocco di classe per le bici da corsa.

manubrIo e serIe sterzoLa bici monta la rara e originale serie sterzo a cremagliera marchiata Magistrioni su cui ho messo un manubrio 3ttt modello “Merckx”, con nastro in pelle bianca Brooks England e tappi di sughero/legno.

frenILe pinze, non potentissime ma originali, sono Balilla a cui ho montato 4 pattini rossi come d’uso negli anni ‘50.

Dopo il restyling e la pulizia, il montaggio me lo sono gu-stato pezzo dopo pezzo e quando era ora di mettere la catena (è l’ultima cosa che faccio) ho atteso una buona mezz’ora, lì fermo, perché sapevo che una volta fissata il “libro era finito”. Ed è sempre brutto finire un bel libro! Vedendo com’era, vedendo com’è, mi emoziono molto. Dopo tantissime ore di lavoro la bici è pronta e può torna-re a correre.

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