Come organizzare viaggi o una gita in moto · 2015-09-20 · 4 le vacanze in moto Come partiamo? -...

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1 Come organizzare viaggi o una gita in moto 1. La prima cosa che devi fare è la scelta del luogo di destinazione di una gita. Può essere una città d'arte, un santuario, un sito archeologico, una capitale europea, una città di mare o una di montagna. Devi però mettere insieme un numero minimo di partecipanti. 2. Poi devi contattare eventuali ostelli, hotel, presenti sul luogo della destinazione o nelle vicinanze. Chiedi un preventivo, ma ricorda che non devono essere troppo distanti dai siti da raggiungere (che siano musei, scavi, basiliche, grotte). Comincia a fare un resoconto e vedi la spesa che devi sostenere per ciascun partecipante. 3. Stabilisci la quota individuale e poi scegli la data della partenza. Di solito il primo giorno si usa una colazione al sacco, da consumare durante il viaggio. Poi ti consiglio di andare in posti dove c'è il trattamento di pensione completa o di mezza pensione e in alberghi di almeno due stelle. Assicurati che ogni viaggiatore sia trattato con riguardo e con gentilezza. Organizza soste adeguate durante il tragitto, in base alle esigenze dei viaggiatori.

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Come organizzare viaggi o una gita in moto

1. La prima cosa che devi fare è la scelta del luogo di destinazione di una gita. Può essere una città d'arte, un santuario, un sito archeologico, una capitale europea, una città di mare o una di montagna. Devi però mettere insieme un numero minimo di partecipanti.

2. Poi devi contattare eventuali ostelli, hotel, presenti sul luogo della destinazione o nelle vicinanze. Chiedi un preventivo, ma ricorda che non devono essere troppo distanti dai siti da raggiungere (che siano musei, scavi, basiliche, grotte).

Comincia a fare un resoconto e vedi la spesa che devi sostenere per ciascun partecipante.

3. Stabilisci la quota individuale e poi scegli la data della partenza. Di solito il primo giorno si usa una colazione al sacco, da consumare durante il viaggio. Poi ti consiglio di andare in posti dove c'è il trattamento di pensione completa o di mezza pensione e in alberghi di almeno due stelle. Assicurati che ogni viaggiatore sia trattato con riguardo e con gentilezza.

Organizza soste adeguate durante il tragitto, in base alle esigenze dei viaggiatori.

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Organizzare un viaggio On The Road.

State organizzando un viaggio in moto? Magari siete anche un pò titubanti? Fare le vacanze in moto è un’esperienza bellissima che tutti possono fare, anche con il motorino.

Che si tratti di un weekend o di un’intera vacanza, occorre un minimo di organizzazione per far sì che il viaggio non si trasformi in un incubo.

E’ opportuno organizzarsi in tempo, per evitare dolori muscolari, vestiti fradici e ...di rimanere a piedi. Senza la dovuta preparazione può diventare un tour de force di vestiti fradici e natiche distrutte.

Un viaggio in motocicletta inizia molto prima di mettersi in sella. Quelli che seguiranno in questo e nei prossimi post sono dei semplici consigli per svignarcela sulla nostra due ruote sufficientemente organizzati per goderci un bella avventura senza troppe preoccupazioni.

Perché un viaggio in moto all’insegna dell’avventura si riveli un successo, deve essere preparato con cura. Niente deve essere affidato al caso se si desidera che l’avventura on the road sia all’altezza delle aspettative e che non si tramuti invece in una spiacevole esperienza.

L'immagine classica del motociclista è quella del viaggiatore. Da “Easy Rider” in poi l’idea di moto richiama orizzonti lontani e vite da vivere con l’intensità di un sorso di whiskey. E' questa mitologia ad avvicinare molti al mondo del motociclismo e non è un caso se le moto che trasmettono un senso di avventura siano le più vendute. Organizzare un viaggio senza cadere in alcuni classici errori capaci di rovinarlo, però, richiede un pizzico di esperienza.

Il viaggio è per molti un sogno da realizzare, un’esperienza che rievoca le immagini dei film americani: la famosa “Route 66” da percorrere in moto e giornate all’avventura passate ad esplorare luoghi lontani ed estremamente emozionanti.

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Da dove si inizia ad organizzare un viaggio vacanza? Questo tipo di avventura non ha un iter standard da seguire, i viaggi possono essere totalmente differenti se, ad esempio, decidiamo di svolgerli in moto, in Europa anziché in USA. Tuttavia esistono molte accortezze che un responsabile viaggiatore dovrebbe seguire per prepararsi al meglio a questo tipo di vacanza. Vediamole. Per prima cosa è importante scegliere la meta da raggiungere tenendo in considerazione le caratteristiche delle aree che si vogliono visitare: molti luoghi infatti sono particolarmente estesi da necessitare di molte ore di guida per essere attraversati, altri sono isolati per centinaia di miglia e potrebbe essere un problema se non si fa attenzione al rifornimento di carburante in modo preventivo. Seconda scelta da fare è il periodo del viaggio. Valuta il tempo che avete a disposizione e cerca di informarti sulle condizioni meteo del luogo che andrete ad attraversare in quel periodo dell’anno. In alcuni paesi le stagioni sono molto diverse dalle nostre e un mese perfetto come quello di Agosto potrebbe essere inagibile altrove. Successivamente organizza l’itinerario in modo minuzioso: cartina alla mano, scegli il percorso da fare, le soste nei motel o alberghi della zona e gli orari in cui ripartire. Pensa anche a tutto ciò di cui potreste aver bisogno durante il viaggio. Prenotate online le vostre notti nelle strutture e ricordatevi di portare con voi tutti i riferimenti degli alberghi in cui andrete, in caso di necessità. E’ il momento di pensare al viaggio vero e proprio: in questa fase ci si occuperà di scegliere una polizza di assicurazione per il viaggio e in alcuni paesi come ad esempio gli Stati Uniti é molto importante anche l’assicurazione sanitaria.

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le vacanze in moto

Come partiamo? - Anzitutto sfatiamo un mito, se negli anni ’60 si arrivava a Capo Nord in Vespa, oggi come oggi qualunque motocicletta può diventare un mezzo da vacanza. Detto questo, le categorie di moto progettate appositamente per il turismo sono tre: le Custom o Cruiser, le Sport Touring. Tra le tante noi preferiamo l’ultima categoria, sono moto comode, capaci di un buon carico e possono muoversi con agilità anche una volta arrivati sul posto. Con chi partiamo? - La compagnia del motociclista è la sua moto, con la strada testimone della loro unione, ma volendo avere anche qualcuno con cui fare due chiacchiere spesso ci si organizza con altri motoamici e una compagna in carne ed ossa, che viene comunemente definita “zavorrina”. Come per ogni altra vacanza in compagnia è importante che tutti siano d'accordo sui punti fondamentali. Valutate bene l'attitudine al sacrificio dei vostri compagni di viaggio ed il fatto che sappiano cosa stanno facendo. E' straziante trovarsi a fare tutta la vacanza con qualcuno che si lamenta dalla mattina alla sera: la vacanza insieme è un banco di prova severo per ogni amicizia, in moto molto peggio. La pianificazione – Lo strumento indispensabile per la programmazione di un viaggio è internet, anzitutto grazie a questa fenomenale guida che state leggendo, poi consultando i siti degli enti turismo, degli alberghi o dei camping. Grazie a Street View si possono scegliere, percorrendole in maniera virtuale, le strade che faremo. Chiedere consigli di viaggio online ormai è una pratica molto diffusa, ma sui forum si scade spesso in polemiche e questo non li rende attendibili al 100%. I report ed i blog personali dei viaggiatori, al contrario, sono spesso ben fatti e documentati. Un grande aiuto lo possono ancora dare le guide. I grandi classici sono la Lonely Planet e la Routard. Oltre a dire cosa visitare, cosa mangiare, dove dormire, forniscono anche qualche rudimento di cultura dei luoghi.

Non perdete la bussola - Una volta decisa la meta del nostro viaggio, la regina dei viaggi in moto è sempre stata la cartina, ma il progresso incalza ed i navigatori sono sempre più diffusi e funzionali. Senza voler investire denaro in uno strumento apposito, anche la gran parte degli smartphone offre ottimi sistemi di navigazione. Se tra le due filosofie c’è una certa rivalità, noi crediamo che il giusto sia nel mezzo. Il satellitare ti sa dire come andare in un posto, ma non dov’è il posto e dove sei tu, quindi un utilizzo congiunto è la soluzione migliore: una cartina per pianificare il viaggio e le eventuali (bellissime) deviazioni, il navigatore da utilizzare per non fermarsi a chiedere.

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Quante strade - la lunghezza delle tappe è il classico errore del motociclista alla prima avventura. Abituati ad andare in auto si arriva a pianificare distanze di 500 o 600 km al giorno. Questo è sbagliato per tre motivi fondamentali: 1) un viaggio deve essere rilassante, coprire una distanza eccessiva porta a distruggere fisicamente chi viaggia in moto e la vacanza diventa uno stanco trascinarsi dalla sella alla camera d’albergo. 2) ridurre le distanze, e quindi le ore in sella, regala ai viaggiatori la mattinata e la serata libera di ogni giorno di viaggio, per visitare il luogo in cui abbiamo fatto tappa, per uscire a mangiare qualcosa o semplicemente fare una passeggiata. 3) uno dei vantaggi del viaggio via terra è la possibilità di improvvisare l’itinerario, di cambiare strada e magari passare per qualche posto che alla partenza non avevamo previsto. Non dover rispettare tabelle di marcia militari ci consentirà sorprendenti deviazioni. La distanza giornaliera, secondo noi, deve essere di circa 200 - 350km.

il bagaglio per un viaggio in moto

Il tempo scorre e il pensiero più ricorrente è “cosa metto in valigia?!”. In realtà chiamare valigia le borse laterali di una moto è un eufemismo: immaginate di infilare il vostro guardaroba in un astuccio della Scout, quello che aprivate fieri ed orgogliosi sul banco della seconda elementare. Forse per scoprire cosa è veramente minimal e necessario nel mio armadio dovrò fare il gioco del “Chi butti giù dalla torre?” ed infilare nella borsa il primo sopravvissuto, poi il secondo e così via. Potrebbe essere una buona soluzione. Potrei anche vestirmi a strati per portare via più cose. Potrei spedire un cargo battente bandiera Liberiana che trasporta le mie scarpe fino al porto di Bastia. Potrei anche assumere uno sherpa che mi segue a distanza con il vestiario eccedente.

Data la mia list addiction finirò per contare i giorni di viaggio, associare pantaloni con canotte che stanno bene a rotazione, piegare i costumi come origami in modo che non occupino spazio. Sono bravo a fare le valige. Però per una volta mi piacerebbe davvero andare un pò a caso e farmi 10 giorni stile barbone.

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Che mi metto? – Viaggiando in moto capita di passare molte ore al giorno sul mezzo, quindi conviene favorire la comodità, ma in viaggio anche una banale scivolata può metterci in difficoltà a migliaia di km da casa e rovinarci la vacanza. Per questo esistono sul mercato innumerevoli soluzioni tecniche di giacche e pantaloni tecnici estivi, ampiamente traforati, che mantengono un buon livello di protezione. Scegliete un giubbotto che abbia uno strato estraibile in modo che possiate usarlo sia di giorno sia di sera. Meglio se ha anche uno strato impermeabile. Il colore che va per la maggiore nell’abbigliamento tecnico è il nero, noi ci permettiamo di dissentire: tre o quattro ore in moto in autostrada sotto il sole di Agosto vestiti di nero e con il casco in testa sono una tortura. Meglio una tenuta grigia o comunque chiara. Stesso discorso per le calzature, nello sceglierle pensate che le avrete addosso per gran parte della giornata, quindi protezione si, ma sempre con un occhio alla comodità. Mai dimenticare i guanti, ne esistono di estivi completamente traforati ma comodi e protettivi. Sarebbe consigliabile investire qualche euro in una banale tuta antipioggia, che potrete utilizzare anche al ritorno dal viaggio. L’abbigliamento tecnico, composto da tuta di pelle e stivali, è obbligatorio per chi viaggia in moto. Non solo ne tutela l’incolumità in caso di cadute o incidenti, ma la pelle della tuta ha la facoltà di bloccare l’aria che può causare disidratazione e al contempo, favorisce la traspirazione. Ma noi preferiamo i jeans. Al fine di prevenire il fastidioso mal di schiena che spesso colpisce chi percorre molti chilometri in moto, è utile indossare una fascia elastica che aiuti il busto a mantenere una posizione corretta. Per quanto concerne tutti gli altri capi di abbigliamento da portare in viaggio, è meglio se sono essenziali e funzionali al contempo. Consiglio vivamente ai principianti di non risparmiare mai sull’acquisto delle protezioni quali casco, giubbotto e guanti. Sono le uniche cose che servono realmente a farci portare a casa la pelle in caso di necessità. Comprate sempre attrezzatura che presenti il marchio d’omologazione CE. Non occorre necessariamente spendere tanto investendo nelle grandi firme di settore. Guanti: compratene un paio di modelli, leggeri e imbottiti, per non essere impreparati alle basse temperature. I sottoguanti costano poco e sono comodi e igienici: prendete anche quelli. Se vi avanza qualche euro, investitelo in un paraschiena integrale e in un paio di stivali. Gli stivali sono scomodi per le passeggiate ma, dato che ormai siete vestiti da veri motociclisti, se ne avete la possibilità, acquistateli. Anche le protezioni per le ginocchia non sarebbero una cattiva idea. In generale: non lesinate sulle protezioni, senza le adeguate precauzioni anche una caduta da fermi può farvi concludere bruscamente il viaggio con qualcosa di rotto. Lo stesso discorso, ovviamente, vale anche per il passeggero. Infine: cosa fare in caso di pioggia e freddo? Questi due flagelli sono i principali responsabili del pessimo esito di un viaggio motociclistico (e non) ma per fortuna possiamo prepararci adeguatamente. Anche se il meteo millanta giornate afose e senza nuvole, il maltempo e il gelo sono sempre in agguato. Lo strato termico del giubbotto sarà già di grande aiuto ma occorrerà integrarlo con una maglia termica. I capi sintetici vanno benissimo: sono economici e occupano poco spazio nella borsa. In qualunque Decathlon potrete farne incetta senza spendere troppo. Anche il paraschiena vi proteggerà molto dal freddo dato che è comprensivo di una fascia che copre la pancia. Tenete conto della stagione in cui partite e delle altitudini che incontrerete sul vostro percorso, in caso portate anche una calzamaglia e uno strato in più sotto il giubbotto. Se il viaggio sarà lungo, dovrete essere preparati perché potrebbe capitarvi di fare escursioni tra i tornanti di montagna o di dover viaggiare di notte. Portate anche un buon paracollo e un passamontagna, non ve ne pentirete. Per la pioggia, se è leggera/breve, vi basterà un normalissimo K-Way ma, se dovrete affrontare lunghe tappe obbligatorie, è consigliabile una tuta impermeabile intera. Dovrete contorcervi come degli indemoniati per indossarla ma una volta indossata vi proteggerà meglio. Nessuna tuta, purtroppo, vi terrà asciutti per molto tempo, soprattutto se si tratta di pioggia intensa.

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In caso di diluvio, a malincuore, vi dovrete fermare per una sosta d’emergenza. Inutile proseguire rischiando uno scivolone o un’influenza. Non portarsi dietro molti vestiti, che rendono i bagagli alquanto scomodi. Non dimenticate cartine, documenti, attrezzi per la moto, olio motore ( per rabboccare il livello saltuariamente), grasso per la catena da ingrassare ogni 1.000 Km, e la bomboletta di Fast, per gonfiare la ruota in caso di foratura e poter percorrere altri 100 km fino al gommista di fiducia. Le chiavi di scorta della moto e dei vari lucchetti e catene sono da tenere rigorosamente separate dalle copie originali. Non dimenticate tutti i documenti della moto (assicurazione, bollo, revisione e libretto di circolazione) e i vostri personali (carta d’identità o passaporto) abbinati a una fotocopia degli stessi, da tenere separati dagli originali. Il casco – aperto e spesso senza visiera - Il modulare è un must per ogni mototurista, ma non fa per noi, non ci sentiamo in sintonia con la moda, il casco apribile consentirebbe la protezione di un integrale con il vantaggio di poterlo tenere aperto ogni tanto per guardare bene il panorama e respirare un pò. Mentre sarebbe opportuno che il casco abbia la visiera parasole. Gli occhiali vanno benissimo una volta scesi dalla moto, ma in viaggio è più pratica una visiera da alzare ed abbassare secondo la necessità (tunnel, sole al tramonto etc…). La moda del momento ama i caschi neri opachi, noi li sconsigliamo vivamente. Nei lunghi viaggi capita spesso di fare lunghe strade dritte senza ombra, con il sole che picchia sempre dallo stesso lato, se dopo mezz’ora al sole un casco scotta le dita a toccarlo, figuriamo a tenerci dentro la testa. Il casco ideale da turismo, quindi, è bianco o grigio chiaro. La solitudine del biker nel suo casco è sicuramente una forma di meditazione zen, ma al mondo c’è anche chi non riesce a stare senza musica, senza rispondere al telefonino o senza la voce della propria compagna costantemente nelle orecchie, alcuni accessori per caschi danno la possibilità di connettersi al navigatore, al cellulare, ad un lettore MP3, di parlare con il passeggero o con l'amico sull'altra moto. Attrezzare la moto – Optare per un bagaglio intelligente - E’ altamente consigliabile equipaggiare la moto con il trittico di bauletti, ce ne sono di varie tipologie e prezzo. Nello sceglierli, però, valutate pesi e volumi stivabili rispetto al carico massimo consentito della moto. Non sempre la borsa più grande è la migliore: un peso eccessivo al retrotreno può sbilanciare il mezzo. Oltre ai bauletti una borsa serbatoio consente di riporre tutte le cose che devono essere a portata di mano e la cartina o il navigatore nella tasca trasparente. Un buon aiuto può essere il borsello da gamba, simile alle fondine dei cowboy. Per ultimo, è senz’altro utile dotare il mezzo di una presa di corrente tipo accendisigari per il cellulare o il navigatore, che può essere agganciato al manubrio con delle staffe dedicate o universali. Attenti a non dimenticarlo. Infine si passa alla verifica del bagaglio, eliminando tutto ciò che è superfluo. Un carico eccessivo renderà poco agevole la guida e meno piacevole il viaggio. Le borse rigide dispongono di serrature che consentono di non dover costantemente tener d’occhio la moto durante le brevi soste. Di contro però aumentano il volume del mezzo rendendolo meno agile nel traffico. Le borse morbide invece sono poco ingombranti ma non dispongono di serrature. Vantano però un prezzo decisamente più accessibile delle altre. La filosofia – Abbiamo affrontato per ultimo l’argomento centrale del viaggio in moto, cioè lo spirito con il quale affrontarlo. Viaggiare in moto non è spostarsi da un posto all’altro e basta, somiglia più ad una lunga passeggiata. Se a piedi guardiamo le vetrine, ammiriamo un monumento, gettiamo lo sguardo su una bella ragazza (o un bel ragazzo, ovviamente) in moto dobbiamo fare lo stesso. Viaggiare così consente di immergersi nella realtà mentre la si attraversa, apprezzare le mode di un paese straniero, sentirne la lingua, gli odori. Il mototurista navigato sa perfettamente che la sua moto attirerà gli sguardi e spesso i complimenti di qualcuno. In compenso dobbiamo mettere in preventivo una certa scomodità, dover rispettare delle piccole tabelle di marcia, potersi portare appresso un bagaglio ridotto. Nulla di grave, chiaro, ma cose alle quali bisogna essere preparati mentalmente.

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In conclusione – La moto non è un mezzo di trasporto, ma una filosofia di viaggio. Le dotazioni tecniche sono utili, ma l’unica cosa indispensabile, che non si compra e non si vende, è lo spirito del viandante. Quella predisposizione d’animo che, quando viaggi, ti fa guardare non solo avanti a te come un asino con i paraocchi, ma anche ai lati e dietro e sopra e sotto. Se dentro di voi avete questo non vi servirà il navigatore e nemmeno il casco bluetooth. Vi basterà una moto ed una destinazione, a metterle insieme sarete voi così, naturalmente, come il primo uomo della storia che si incamminava sulla sua prima strada.

Prima di partire

scegliere la meta Ora che siamo pronti a tutto, possiamo decidere la nostra destinazione e iniziare ad organizzare il nostro viaggio in moto. Inutile dirvi che il web è strapieno di itinerari più o meno lunghi che potrete prendere come spunto da cui partire. Se volete semplicemente fare una gita fuori porta in giornata o un weekend lungo non avete che da saltare in sella alla vostra moto con uno zainetto o meglio una borsa da serbatoio, e tanta voglia di guidare. Ma se volete intraprendere un vero Viaggio bisognerà organizzare bene le tappe così da non distruggervi le chiappe. Le mete sono tante e tutte entusiasmanti, ma non sempre si ha la possibilità di investire il tempo necessario per godersi il viaggio senza stancarsi troppo. Dall’Italia è piuttosto facile visitare i paesi del Mediterraneo europeo e africano. Volendo scegliere destinazioni oltremare, però, occorre considerare che serviranno dai due ai quattro giorni di traghetto per iniziare a mettere le ruote sull’asfalto. Un viaggio in Europa è sicuramente più semplice e immediato da organizzare: non servirà prenotare traghetti, sottoscrivere assicurazioni o rinnovare il passaporto. Inoltre, non dovrete portarvi nei bagagli tutti i ricambi e gli accessori per la manutenzione della moto. L’Europa offre la comodità dei servizi e viene incontro alle esigenze di chi vuole esplorare i paesaggi e le bellezze artistiche del vecchio continente senza troppi pensieri. L’Africa, invece, ha bisogno di molta più preparazione ed anche se attraverserete paesi dove il costo della vita è molto basso, potreste spendere più di un viaggio in Europa. È inutile dirvi che le mete africane sono incredibili sia per i paesaggi sia per i luoghi e le persone che potrete incontrare. Un viaggio in Africa è sempre un’avventura indimenticabile ma impone scelte, soprattutto per mangiare e dormire, a cui non tutti vogliono sottostare. In questa guida prenderemo in esame un viaggio di due settimane attraverso la Spagna, ma i medesimi consigli potranno benissimo essere applicati a viaggi di una sola settimana in Francia o in Svizzera, per esempio, anch’esse ottime mete motociclistiche. Dell’organizzazione di una spedizione in terra africana parleremo magari in futuro. Ad ogni modo, bisogna tenere conto del tempo a disposizione in relazione al fatto che le nostre tappe dovranno rimanere tra i 200 e i 350 chilometri giornalieri, per non passare tutto il tempo in sella con i problemi al fondoschiena di cui sopra. Per prima cosa cerchiamo di farci una cultura sul paese che stiamo andando a visitare. È importante conoscere i luoghi e le tradizioni con cui entreremo in contatto in modo da essere preparati a tirare fuori il meglio dai giorni a nostra disposizione senza trovarci di fronte a sgradevoli sorprese e coscienti delle usanze locali da rispettare. Per questo ci vengono incontro diverse guide molto utili ai viaggiatori più disparati. Tra le due collane più importanti vi sono sicuramente Routard, Lonely Planet e Polaris. Sono pubblicazioni molto diverse e in qualche modo complementari. Routard si rivolge a un pubblico meno esigente dal punto di vista della ricettività e disposto quindi ad accontentarsi di sistemazioni meno agiate ma più caratteristiche, a mangiare in ristoranti popolari ma per questo anche più ‘veri’. Contempla comunque diverse fasce di prezzo per diverse utenze, da chi può

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permettersi di spendere solo qualche spicciolo a chi invece non ha problemi di budget. Troviamo anche tutto quello che ci serve sapere sulla storia e le caratteristiche delle nostre mete, dai numeri utili alle prime nozioni linguistiche e culturali. Ci sono anche delle cartine, più o meno precise. Premetto che le guide Routard sono scritte da viaggiatori come noi, spesso farcite di entusiasmo per ogni paese e ogni itinerario suggerito anche quando, in fondo, il posto non lo meriterebbe. Ma sono guide scritte col cuore e con passione. Io per i miei viaggi non posso farne a meno. Le Lonely Planet si rivolgono invece a un tipo di viaggiatore meno da “zaino in spalla e via” e sono anch’esse ottime, con mappe e informazioni utili ma per quanto riguarda la ricettività è difficile che consiglino soluzioni. Anche Polaris offre delle ottime guide. Sono più difficili da reperire in libreria, ma ultimamente stanno diventando più entry level popolari e potrebbe essere più facile trovarle. Sono guide più specifiche per itinerari fuori porta e offrono indicazioni su come preparare i bagagli e altri consigli molto utili. Si possono trovare anche le coordinate GPS di alcuni percorsi. Per gli entusiasti del fai-da-te tecnologico, Polaris pubblica la guida che prende in considerazione l’organizzazione di un viaggio utilizzando la tecnologia: da come organizzarsi sfruttando la rete, all’utilizzo di uno smartphone in viaggio fino alla creazione di un blog. Per quanto riguarda le mappe, è fondamentale portarsi anche una cara vecchia cartina stradale. Le Michelin sono a mio avviso le migliori in quanto, oltre ad essere molto dettagliate, danno informazioni pratiche sugli itinerari panoramici, che troverete colorati in verde. Se avete un GPS, portate anche quello. Non sarà necessario usarlo a tutti i costi, è bello anche andare all’avventura, ma vi può tornare molto utile quando dovrete raggiungere un albergo nel centro delle città e non avrete voglia di girare in tondo per ore con i bagagli in spalla. Vi sarà anche utile per pianificare più velocemente le tappe successive. Dopo una prima lettura dell’introduzione delle nostre guide e una rapida occhiata alla cartina stradale avremo capito cosa ci interessa visitare e saremo quindi già in grado di scrivere una prima bozza delle tappe più importanti. Perché il nostro viaggio sia senza sorprese, dovremo cercare di decidere le tappe principali almeno una decina di giorni prima della partenza in modo da avere sufficiente agio per definire meglio quelle intermedie, effettuare le eventuali prenotazioni e avere tutto il tempo di organizzare i bagagli e fare gli ultimi ritocchi alla manutenzione della moto. Se si tratta del primo viaggio lungo che fate in moto iniziate a organizzarlo anche un mese prima, coinvolgendo tutti i partecipanti, non ve ne pentirete. State costruendo il vostro viaggio da soli senza agenzie e quant’altro, all’avventura, quindi è bene fare tutto con calma e precisione. Per quanto riguarda la ricettività, io consiglio di prenotare solo nei periodi dell’anno più critici, per esempio ad Agosto, per avere la possibilità di vedere con i nostri occhi la sistemazione. Prenotando, spesso ci si ritrova ad avere delle brutte sorprese al momento dell’arrivo. Cercate di arrivare sul posto prima che cali il sole, scegliete due o tre sistemazioni dalla vostra fidata guida e andate a ispezionare le stanze da cima a fondo. Per concludere, potreste pensare di investire un centinaio di euro in un’assicurazione di viaggio. La Mondial Assistance offre assicurazioni sulla vita che tengono conto di assistenza medica e stradale. Tra i vari servizi, si premurano di riportare in patria anche la, ehm, salma. Ma noi faremo finta di non averlo letto.

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prima di partire

istruzioni per l’uso

Un viaggio inizia sempre prima di mettersi in strada.

Prima di tutto va studiato attentamente l’itinerario di viaggio e vanno pianificati percorsi e tappe. Se anche oggi tutti dispongono di un navigatore satellitare, è buona norma portare con sé anche una cartina stradale: nelle zone meno frequentate e turistiche, le mappe virtuali non sempre sono aggiornate e spesso le strade minori e meno percorse non vengono visualizzate.

Scelta la destinazione, bisogna organizzarsi per arrivare al giorno della partenza pronti ad iniziare la nostra avventura. Il primo pensiero sarà verso il nostro amato mezzo. Dovrà essere tecnicamente al suo meglio per permetterci di concentrarci solo su guida e divertimento. Soprattutto se stiamo per intraprendere il primo viaggio della stagione, la cavalcatura avrà bisogno di un tagliando completo. Se possibile sarebbe meglio in un’officina autorizzata. Costerà qualche euro in più (forse) ma ne varrà la pena. In officina, accertiamoci che controllino: l’usura delle pastiglie, freni e i livelli di olio motore e di raffreddamento e che la pressione delle gomme sia a posto . Sarebbe meglio chiedere anche un cambio completo dell’olio e del corrispettivo filtro. Leggenda vuole che il filtro si debba cambiare ogni due cambi d’olio: non è vero, si deve cambiare sempre (io non lo faccio). Contestualmente, facciamo controllare lo stato della cinghia o tirare la catena a seconda del peso che dovrà sostenere. Se avrete con voi bagagli e/o passeggero, il peso della moto cambierà sensibilmente e di questo bisogna tener conto. Una catena troppo tirata o troppo allentata rischia di danneggiarsi.

Disporre di un kit per le riparazioni minori che contenga, tra le altre cose, anche un litro d’olio per il motore, una lampadina di scorta, può rivelarsi particolarmente utile durante un lungo viaggio.

Infine, se si decide di affrontare un viaggio di diverse migliaia di chilometri, è sempre meglio non partire mai con le ruote usurate e cambiarle prima della partenza.

Non abbiate paura di infastidire il vostro meccanico, anzi subissatelo di domande. È un ottimo modo per imparare qualcosa di serio sulla nostra motocicletta e su come manutenerla, tanto lui vi farà pagare tantissimo lo stesso. Il Meccanico è un personaggio irsuto e spietato al momento di presentare le fatture, ma farcelo amico ci procurerà una grande fonte di consigli e soprattutto di aneddoti da bar.

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la tabella di marcia

Come gestire le tempistiche quando abbiamo migliaia di chilometri di strada davanti a noi? Bisogna valutare bene ogni giornata in modo che non sia massacrante dal punto di vista fisico/mentale e che non ci costringa a rimanere in sella costantemente. Certo, gli inconvenienti sono sempre dietro l’angolo ma con qualche trucco possiamo ridurli al minimo sindacale. Inutile mentire: le sorprese in un modo o nell’altro ci saranno. Viaggiare in moto è sempre un’incognita ma saranno proprio le situazioni più improbabili che ricorderete con affetto e che racconterete con più enfasi, dalle pensioni stile grotta alla gomma bucata in mezzo al nulla. Ma si può provare a minimizzare quasi ogni imprevisto.

Vediamo in pratica come compilare la tabella di marcia. Innanzitutto, decidiamo quale sarà la destinazione più lontana, cioè il nostro ideale giro di boa, raggiunto il quale gireremo la moto per tornare verso casa. Per il nostro esempio, visiteremo la Spagna partendo da Riccione e il nostro giro di boa sarà Madrid. Google Maps indica che la strada più diretta per arrivare a Madrid conta un totale di circa 1860 km passando per la Provenza francese. Il passaggio nell’entroterra della Provenza è molto suggestivo, si attraversano distese di profumatissimi campi di lavanda e ottimi vigneti. Il Verdon, poi, offre un bellissimo percorso attraverso le sue gole, dove ci si diverte lungo una serie di curve e tornanti per riscaldare gli animi e le gomme. Qui si possono incontrare diversi piccoli ristoranti, con piatti tipici della zona, dove rifocillarsi e riposare un pò. Se volessimo tornare ripercorrendo la stessa strada, il viaggio arriverebbe a 3720 chilometri, che per una vacanza di circa quindici giorni a una media di 250 chilometri giornalieri sarebbe già fattibile. Noi, però, non abbiamo certo intenzione di rivedere gli stessi paesaggi e vogliamo avere il tempo di visitare meglio altri luoghi.

Una prima considerazione da fare su tempi e costi riguarda la prima tratta attraverso la Provenza, che da Riccione ci porterà a Barcellona. Il passaggio in Francia è molto costoso nei trasferimenti autostradali. Parliamo di centinaia di euro che sommati ai costi di benzina e usura gomme potrebbero incidere considerevolmente sul budget. Quindi, per il ritorno potremo decidere di prendere la nave che da Barcellona porta a Genova. Il costo sarebbe inferiore e sulla nave ci si può riposare. Al ritorno, altri mille chilometri su una strada già percorsa ci debiliterebbero inutilmente. Volendo si potrebbe fare il viaggio in nave anche all’andata, ma non sempre gli orari dei traghetti ci vengono incontro. Spesso i traghetti partono a weekend inoltrato quindi sarebbe un peccato perdere uno o due giorni se siete già liberi di partire il venerdì sera o il sabato mattina.

Così facendo, dai 3200 chilometri su strada previsti se ne possono togliere un migliaio, che saranno percorsi via mare, per poter ampliare l’itinerario su strada. Ricapitolando: le costanti saranno la destinazione del viaggio (Madrid) e il giorno della partenza da Barcellona. Ora, a seconda dei gusti, bisogna decidere se visitare le città o godersi la costa e le spiagge. Se vi interessa visitare musei e piazze, una volta arrivati a Barcellona si potrà decidere di proseguire per Madrid via Saragozza e poi scendere verso la costa passando da Granada.

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Se invece volete subito mettervi il costumino, il viaggio sarà antiorario, passando quindi da Valencia e Alicante per poi risalire verso Madrid via Granada. Per capire meglio il giro, aiutiamoci con Google Maps per una prima pianificazione inserendo l’itinerario di massima.

Dato che potreste non riuscire a mantenere costante la tabella di marcia, soprattutto nella seconda parte, vuoi per la stanchezza o per qualche fermata non programmata, decidete subito qual è il vostro obiettivo (visitare le città o le coste) e cercate di ottimizzarlo nella prima metà del viaggio. Considerate che la Francia è solo di passaggio: è inutile fermarsi troppo a visitarla. Noi vogliamo visitare la Spagna perciò approfondire la Francia sarà l’obiettivo di un altro viaggio. Se contiamo di partire la sera del giorno 1 e di voler essere di ritorno entro il giorno 17 (nell’esempio faremo due settimane piene) prenderemo il traghetto del ritorno il pomeriggio/sera del giorno 16, per non arrivare a casa all’ultimo minuto. Quindi avremo circa 15 giorni interi da spendere su strada. Proviamo a stilare delle tappe che ci consentano di non massacrarci e di avere il tempo per visitare le città o per farci un tuffo in mare. Purtroppo, fino a Barcellona dovremo mantenere un ritmo piuttosto sostenuto ma avremo anche modo di riposarci subito dopo.

Giorni città Km

1 Riccione - Aix en Provance 749

2 Aix en Provance - Barcellona 490

3 Barcellona

4 Barcellona - Saragozza 310

5 Saragozza - Madrid 320

6 Madrid

7 Madrid - Toledo 90

8 Toledo – Granada 371

9 Granada

10 Granada - Almeria 160

11 Almeria – Cartagena 200

12 tra Almeria e Cartagena

13 Cartagena - Alicante 130

14 Alicante – Valencia 180

15 Valencia – Barcellona 350

16 Barcellona – Genova 858

17 Genova - Riccione 550

Queste sono solo le tappe a grandi linee e sono modificabili a piacimento, a seconda dei gusti e della resistenza alla guida. Inoltre non ci faremo scappare l’opportunità di visitare i percorsi panoramici vicini alle nostre mete o lungo il percorso (le famose zone verdi della cartina, per esempio). I trasferimenti di 350 chilometri o più sono impegnativi, è vero, ma sono abbinati subito dopo a soste di uno o due giorni per riposarsi e visitare le città/coste a piedi. Tutti quelli in elenco sono chilometraggi indicativi ma nessuno vieta di spezzarli o addirittura renderli più serrati. Io, per esempio, nello stesso periodo mi sono spinto fino in Portogallo costeggiando l’Atlantico, ma se è uno dei vostri primi viaggi, vi sconsiglio vivamente di sostenere tappe giornaliere di 400/600km. Questa regola vale anche se non è il primo viaggio.

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Tenete conto che, con le pause per mangiare o sgranchirsi le gambe, i 350 chilometri quotidiani potrebbero occupare tutta la giornata, quindi sarà buona norma partire presto al mattino per poter viaggiare con calma e godere di qualche sosta più prolungata.

Un ultimo consiglio: se viaggiate con un passeggero, ricordate che anche lui/lei ha diritto quanto voi a godersi il viaggio. Non sottoponeteli ad ogni costo a tappe con chilometraggi massacranti, tornanti con ginocchio a terra e staccate al limite. Se lo farete, il viaggio diventerà un incubo anche con tutte le precauzioni che potrete prendere. Godetevi il viaggio in tranquillità e condividendo ogni decisione. Il divertimento sarà garantito. L’importante è che abbiate voglia di saltare in sella e viaggiare, esplorare e vivere il vostro viaggio, tutto il resto lo si impara strada facendo.

Non esiste la strada verso la felicità, la felicità è una strada – Confucio