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Come nei precedenti anni segnalo le parole in uso a quei tempi. Detore suol, erale, imbuscherà, ita, letichio, intorniata, bandierino, sieno, dassero, bevere, trovavasi, attraentissima, lor, imponentissimo, escita, mezzaria, livellette, eslusivo, sovrapasso, chiercuto, mattarella,, l’inestetico, esilalare, assiomatismo, deliquo, dottrinella, strombettature, cretinizzata, scadibili, trovavasi, intorniano, sganglierata, sollevantesi, parmi, aurate, obblivisione, crocivio, negligo, rettorico, erasi , dovrebbesi, candeluzzi, funate, fermavasi, appetiscente, praticelli, sughillosi, parmi, parevami, paganamente, peronespora, inettezza, demonietto. Smerciatore, paganismo, quistioncella, debbonsi, pulzellone, scroscione, processionante, prepollente, labbruzzi, impegnatissimo.nell’organamento, fornimento, tricornuta, rificolone, tumulatore, provincialisssimo, prelodato, olente, Acati, mezzine, daziatore, eccezionalissimi, spellatore, siavi, dovevansi, andavasi, credette, elaboratissima, fuvvi, entroni, funestissima, vittuarie urlacci, mussulmanismo, replicatamente La Martinella del 4 gennaio 1885 Pagina 3 NOTE COLLIGIANE Giovedì ebbe luogo la solenne distribuzione agli scolari delle Scuole Professionali, del Conservatorio di S Pietro e delle Elementari. Dico solenne per il numeroso concorso di cittadini. Aprì la cerimonia il Sindaco con un discorso d’occasione nel quale si dimostrò partigiano della istruzione e dell’educazione popolare, perché queste preparano dei cittadini che sapranno usare della civiltà moderna ad indirizzare il cammino sociale per la via del pacifico progresso. Lodò lo zelo delle autorità scolastiche e dichiarò di aver combattuto l’istituzione delle Scuole Professionale sol quando queste non davano i risultati che oggi egli si ripromette. Chiuse con parole di plauso al Corpo insegnante e fu applaudito. Perché il Sindaco non colse questa occasione per esporre le riforme scolastiche che l’attuale amministrazione intende attuare! Lesse indi il Cav. Leonardo Dini, un elaborato discorso ispirato a principi liberali, sostenendo la necessità che l’istruzione elementare venga avocata al Potere Centrale per sottrarla alle diverse correnti in gran parte reazionarie che la rendano inefficace e perniciosa. Pone in evidenza e benefici della

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Come nei precedenti anni segnalo le parole in uso a quei tempi.Detore suol, erale, imbuscherà, ita, letichio, intorniata, bandierino, sieno, dassero, bevere, trovavasi, attraentissima, lor, imponentissimo, escita, mezzaria, livellette, eslusivo, sovrapasso, chiercuto, mattarella,, l’inestetico, esilalare, assiomatismo, deliquo, dottrinella, strombettature, cretinizzata, scadibili, trovavasi, intorniano, sganglierata, sollevantesi, parmi, aurate, obblivisione, crocivio, negligo, rettorico, erasi , dovrebbesi, candeluzzi, funate, fermavasi, appetiscente, praticelli, sughillosi, parmi, parevami, paganamente, peronespora, inettezza, demonietto. Smerciatore, paganismo, quistioncella, debbonsi, pulzellone, scroscione, processionante, prepollente, labbruzzi, impegnatissimo.nell’organamento, fornimento, tricornuta, rificolone, tumulatore, provincialisssimo, prelodato, olente, Acati, mezzine, daziatore, eccezionalissimi, spellatore, siavi, dovevansi, andavasi, credette, elaboratissima, fuvvi, entroni, funestissima, vittuarie urlacci, mussulmanismo, replicatamente

La Martinella del 4 gennaio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Giovedì ebbe luogo la solenne distribuzione agli scolari delle Scuole Professionali, del Conservatorio di S Pietro e delle Elementari. Dico solenne per il numeroso concorso di cittadini.

Aprì la cerimonia il Sindaco con un discorso d’occasione nel quale si dimostrò partigiano della istruzione e dell’educazione popolare, perché queste preparano dei cittadini che sapranno usare della civiltà moderna ad indirizzare il cammino sociale per la via del pacifico progresso. Lodò lo zelo delle autorità scolastiche e dichiarò di aver combattuto l’istituzione delle Scuole Professionale sol quando queste non davano i risultati che oggi egli si ripromette. Chiuse con parole di plauso al Corpo insegnante e fu applaudito.

Perché il Sindaco non colse questa occasione per esporre le riforme scolastiche che l’attuale amministrazione intende attuare!

Lesse indi il Cav. Leonardo Dini, un elaborato discorso ispirato a principi liberali, sostenendo la necessità che l’istruzione elementare venga avocata al Potere Centrale per sottrarla alle diverse correnti in gran parte reazionarie che la rendano inefficace e perniciosa. Pone in evidenza e benefici della moderna pedagogia sperimentale e termina applaudito con un saluto all’Autorità Municipale e al Corpo Insegnante.

Legge quindi un discorso il prof. Saccani, trattando quindi delle questioni economiche che possono interessare gli scolari, incitando al risparmio, fonte di ricchezza. Nel discorso, il Prof. Saccani si dimostra saldo propugnatore dell’insegnamento liberale ed è applaudito.

Indi si passa alla distribuzione dei premi. Vorrei segnare alla pubblica ammirazione i giovanetti e le giovanette premiate, ma per la ristrettezza dello spazio sono costretto a contentarmi di inviare un saluto a tutti quei giovanetti che io spero di vedere un giorno lieti del tempo speso ad educarsi la mente.

Presenziavano alle cerimonia il Detore Scolastico, la Direttrice e l’operaio del Conservatorio, il Direttore delle Scuole Professionali, il rettore del Seminario ed altre distinte persone delle quali non ho qui il tempo di scrivere.

Rallegrava negli intervalli il Concerto Musicale.Sento il dovere di notare che se c’è stata nell’Autorità la buona intenzione di far cosa

solenne non è stata posto molta cura a che la cerimonia riuscisse parimente ordinata, essendosi verificate delle confusioni che serviranno di esempio per correggersi nell’Avvenire.

Ho notato pure un difetto d’ordine generale nei tre discorsi; quello di non aver scritto per i fanciulli.

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Certe questioni si risolvono, come suol dirsi a tavolino, o se ne fa un esame sintetico e rapido; quello che occorre è di far intendere ai fanciulli che c’è la generazione matura che aspetta da loro fiduciosa tempi di civile grandezza, nei quali regnino sovrane su tutto, la Giustizia e la Verità. E tutto questo con un linguaggio dirò così, infantile, piano, insinuante, chiaro , e tale da costringere tutti quei marmocchi all’attenzione. Così la penso, direbbe il Prof. Sbarbaro

NOTERELLE

Comizio Agrario. Dalla Direzione di questa Associazione benefica, abbiamo ricevuto un resoconto, che siamo davvero dispiacenti di non poter riprodurre intero per mancanza di spazio, dal quale risulta con evidenza, che la Direzione in pochi anni di vita dell’istituzione, ha fatto quanto erale possibile perché i nostri agricoltori si abituassero alle buone pratiche agricole e fossero incoraggiati nella via delle migliore.

Noi ci auguriamo che la Direzione vorrà continuare, malgrado la inesplicabile apatia della gran massa degli agricoltori, a rendersi utile all’agricoltura del nostro mandamento, nella fiducia di ottenere anche forzatamente, quei benefici, che nelle buone disposizioni del Ministro di Agricoltura son resi di facile attuazione.

Daccapo. Ho letto solo oggi nel Giorno-giornale clandestino, come i vizi delle caste sacerdotali, una pappolata al mio indirizzo. Mi chiama libellista l’untuoso-corrispondente. Eh via, prete, si accomodi, prenda una presa e ascolti queste sole parole:

Io ho detto la verità, nient’altro che la verità; non ho insultato nessuno; la mia vittima è stato il prete non i preti; ho dato dell’ignorante a P. Turchi perché lo è; non dell’ignoranza crassa del bestiame che ha fatto bordone alle sue menzogne; l’ignoranza di lui non è che la veste che copre la sua mala fede patente esplicatasi in citazioni svisate ed in narrazioni bugiarde che gettano in ridicolo su chi se ne fa bello.

E’ contento? Se vuol rispondere si sbrighi presto, perché senza baffi, con la chierica, il naso tabaccoso o il muso d’onanista mi rivolta il senso estetico.

Benissimo. L’Egregio Provveditore agli studi Del Beccaro, informandosi alle leggi scolastiche ha fatto togliere dei registri annuali delle materie di insegnamento nelle scuole comunali, il Catechismo e la Storia Sacra. Ora la Commissione può anche dimettersi, perché non c’è altro da fare, per lei, nelle scuole.

La Martinella del 11 gennaio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Dichiarai, in un articolo di cronaca di una delle scorse settimane, che avrei sinceramente encomiato la condotta del Delegato di P. S. qualora egli si fosse mostrato delicato e ragionevole verso tutti ugualmente i cittadini ed avesse tutelata con quel tatto che è proprio degli uomini educati e compiti come l’egregio funzionario, l’ordine e la sicurezza del paese.

Ed oggi è venuto il giorno dei rallegramenti, poiché in questi giorni nei luoghi pubblici, dove si fa la cronaca più presto e con maggiore chiarezza di quello che non sia costretto a far io, non si è parlato e non si parla che dell’egregio funzionario.

Chi ne dice una e chi ne dice un’altra, naturalmente.Chi dice che col fare osservare tutte le formalità volute dalla legge, formalità trascurate, in

omaggio alla libertà dei cittadini, dal suo predecessore, egli si far corbellare da tutti perché il dovere ricorrere sempre al suo ufficio ogni qualvolta c’è un cartello da attaccare reca disgusto e disturbo; chi dice che ha fatto bene, perché quando la legge c’è si deve osservare; chi sarebbe disposto a non

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obbedire neanche alle leggi vecchie; chi si imbuscherà dei bolli dei cartelli e (pardon) del Delegato e via discorrendo.

Ma quello che più ha interessato il pubblico ed ha dato luogo a commenti sono stati due fatti avvenuti la scorsa settimana: il fatto del Caffè . . . . dei Signori ed un processo ( in gestazione) a sette giovanotti pacifici e positivi per disturbo della pubblica quiete.

Il fatto del Caffè dei Signori e una contravvenzione per tarda chiusura, contestata al Caffettiere . . . .mentre vi era il DELEGATO. . . . . Ed ha avuto una multa di £. 2,00 e le spese del processo.

L’altro fatto è quello di avere accusato come disturbatori, dei giovani che non hanno mai cantato pubblicamente e che serbano nei luoghi pubblici ed in Società un contegno lodevole.

Orbene qui sotto io ci vedo la mano accorta e delicata del nuovo funzionario il quale, come ha prevenuto i Presidenti di tutte le Società perché ponessero i bolli agli avvisi pubblici, come ha presenziato (parte incriminata?) alla contravvenzione del Caffettiere, ha pure ideato, un processo, che dovrà risolversi in una certa assoluzione, perché i veri disturbatori s’accorgano che vento tira.

Ecco perché è il caso di rallegrarsi con il previdente funzionario, della sua condotta. Decisamente il nostro corretto ed elegante Delegato ha avuto buon naso, e s’ é convinto che la teoria del reprimere e non prevenire è l’unica che presenti nell’attuazione pratica meno difficoltà e che partorisca, (o si sgravi che è lo stesso) effetti benefici ed efficaci.

Aspettiamo dunque il processo, (che vi sarà giovedì prossimo) del quale prometto di fare un esteso resoconto, per sincerarsi se le mie induzioni hanno fondamento, e passiamo alle.

NOTERELLE

L’articolo 100. La Corte di Cassazione di Roma ha sentenziato che tutti gli elettori cassati dalle Giunte Municipali reazionarie per aver presentato la domanda nel Gennaio 1883 e che hanno reclamato all’Autorità Giudiziaria per questa violazione del loro diritto, possono e devono essere iscritti nelle liste elettorali.

Fra queste Giunte figura anche la Giunta Colligiana che obbedendo al parere del Consiglio di Stato (auspice l’On. De Pretis) non iscrisse i richiedenti all’art. 100. I liberali la pensino in proposito come meglio credono, io penso che queste cose servono sempre di criterio per l’uso che deve farsi dei propri diritti il cittadino.

I divertimenti. Per il Carnevale non avremo a Colle che 4 veglioni al Teatro dei Vari e 3 feste da ballo alla Società Democratica; non computando gli ordinari, geniali e cordiali trattenimenti che l’infaticabile Corpo Attivo filodrammatico della Società democratica, darà nel Teatro Bellotti-Bon.

Oggi dalle ore 2 alle ore 5 pom. nel Salone Municipale di Castello, avranno luogo le elezioni generali della Società Filodrammatica. Esorto tutti i soci che hanno data la loro adesione a questa rifiorente Società ad accorrere a votare anche perché l’instancabile Consiglio Direttivo odierno riconfermato in carica con un imponente votazione, possa porsi anche con maggiore speranza di riuscita al lavoro del nuovo anno; lavoro di ricostituzione definitiva e stabile della società.

In uno dei prossimi numeri scriverò del Catechismo e della Storia Sacra nelle scuole comunali. Son cose da ridere, se fossero prese in burla da chi è chiamato ad impartire l’istruzione al popolo, ma siccome questi signori sostengono sul serio la necessità di quella fricassea di sciocchezze e di bugiarderie, così io mi propongo di esaminarle sul serio.

Le Fonti. 14 o 15 anni indietro li stillicidi del Piano de Le Grazie fornivano acqua a tutto la Città, cioè a sei fonti, che se si trovavano qualche volta all’asciutto, ciò derivava semplicemente dal guasto dei canali. Oggi sono a secco la fonte di piazza Bajos, quella di Coveri, quella di Palazzo, quella di Canonica e quella della Costa in Colle Bassa. Dove se n’é ita l’acqua? Non si potrebbe verificare con accuratezza se c’è modo di ricondurla nel deposito del Torrione, ovvero se ancora occuparsi d’introdurre altre sorgenti in Colle Alta, che può dirsi senz’acqua. Tanto prima o poi bisogna venire a quest’ergo.

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Alla fonte di Ferruccio unica a non essere arida in Colle Alta, vi si sente un continuo letichio di donne; un tocca a me! Tocca a me! Che dura dall’alba alla notte.

O su quel fango su cui è intorniata la statua dell’ultimo difensore della repubblica fiorentina col bandierino e sciabola in alto, non si potrebbe spandere un poca di ghiaia? Almeno le donne che stanno li ad ore poserebbero all’asciutto, e forse chi sa che questa misura igienica non le rendesse più pacifiche.

Una speciale raccomandazione per la fonte di Sant’Agostino. Quella non è una fonte , è un ammazzatoio. A chi, vi sappia attingere un coppo d’acqua senza sudare , anche quando il freddo è più intenso, un regolo di vin vecchio.

Noi vorremmo che chi di ragione toccasse con mano ciò che è quell’arcolaio con cui uno è costretto a tirarsi su l’acqua, e ciò che è quello stantuffo che soffia più d’un manzo alla salita.

Speriamo peraltro che il municipio non tarderà a provvedere, giacché di dice che vi sieno dei progetti già compilati dell’ing. municipale, come speriamo che provvederà in qualche modo perché le strade di Colle Alta vengano innaffiate, quando il bisogno lo chieda, prima di spazzarle.

La Martinella del 18 gennaio 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

Ecco il resoconto della seduta del 14 per il processo intestato a 7 giovani dei quali parlai domenica, per il disturbo della pubblica quiete.

Non mi occupo di commentarla poiché meglio di me potranno farlo gli egregi avvocati della difesa, Cav. Leonardo Dini e Pietro Sestini.

Gli imputati sono: Ernesto Poggetti, Luigi Salvetti, Pasquinucci Arturo, Buccianti Galileo, Francioli Luigi, Capperucci Rutilio, Chellini Augusto.

Pretore Mazzi, P. M. Ostorero, Cancelliere Baccioni. Difensori Dini presente Sestini assente.

Testimoni d’accusa Claudio Lenzi e Luigi Roti, carabinieri; di difesa Cardinali Giuseppe, Lavagnini Eugenio, Matteucci Natale, Capresi Wasghington, Serni Ottavio, Pacini Procopio, Giunti Arbace, Capresi Adelmo, Conti Dott. Quinto, Giuseppe Vecchioni, Beniamino Brizzi, Romoli Raffaello, Angiolo Giunti, Enrico Montemaggi, Alessandro Bilenchi, Castellani Zaverio, Ghelardelli Pilade, Giunti Teofilo.

Aperta la seduta vien data lettura di due telegrammi, uno giunto al Pretore ed uno all’Avvocato Dini del collega Sestini, chiedente il rinvio della causa per assoluta impotenza del medesimo a presenziarla. Il P. M. si oppone al rinvio. Dini dichiara di non poter assumer sa solo la responsabilità della difesa.

Il Pretore dispone annuenti, le parti, che la seduta sia continuata soltanto per l’esame dei testimoni e che la discussione sia rinviata.

Vengono interrogati gli accusati.Poggetti narra come uscendo dalle Sale Garibaldi verso le 12.¾ di notte, coi suoi compagni

si dirigesse insieme ad essi nel nuovo piazzale della fiera dietro invito del suo amico Salvetti, e dopo aver percorso il piazzale fosse stato fermato bruscamente dai carabinieri in quel tronco di strada che congiunge il nuovo piazzale con la piazzetta (?) della posta, uno dei quali con brutti modi, buttandogli la mano sulla spalla e preselo per u n braccio lo intimò di declinare il nome, minacciando di condurlo in carcere.

E’ fortemente meravigliato come si accusi di disturbatore di quiete pubblica, mentre potrebbe portare tutto il paese a testimoniare il contrario.

Dice che il Capperucci fu pure bistrattato dal Vice Brigadiere Lenzi, il quale al momento della contravvenzione dava visibili segni di ubriachezza, fra i quali la lucerna con i becchi in davanti.

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Narra come tutti, passata la sorpresa del momento, dassero il nome bonariamente esclamando: Non s’é fatto nulla e non dobbiamo temere.

Nega recisamente ed assolutamente di aver non solo cantato, ma neanche alzato la voce. Cita i testimoni che possono provare l’ubriachezza del Vice Brigadiere. Termina narrando, come il carabiniere Roti gli accennasse il collega con atti mutamente significativi di scusa, per l’ubriachezza del suo superiore.

Tutti gli altri depongono come il Poggetti; solo il Francioli si meraviglia come s’usino verso liberi ed intemerati cittadini, i modi stessi con cui si trattano i malfattori.

Si da lettura al decreto di citazione ed al verbale dei carabinieri.Il pubblico, che è stipato nella sala, a questo punto zittisce per udire il deposto dei

carabinieri; ed il Pretore parendogli di aver udito dei sibili di disapprovazione, minaccia di far evacuare la sala. Si esaminano i testimoni d’accusa.

Roti è stato nove anni a Colle. Il primo Gennaio perlustrava pel paese con Lenzi. Uscirono dalla caserma alle 10, visitarono la festa da ballo del Conforti, poi andarono in Borgo e discesero di nuovo in Piano per la via del Baluardo. Di lassù udirono cantare nel piazzale, scesero e contestarono la contravvenzione agli imputati. Depone di aver altre volte sorpresi gli imputati a cantare. (!!!!) Dichiara che declinarono tutti il nome con buone maniere tanto che gli dette loro anche la buona notte. Dice che il Vice Brigadiere non usò modi incivili. Dichiara di aver veduto della gente sotto l’arco della posta a distanza; soltanto il Cardinali Giuseppe si avvicinò a loro, quando contestavano la contravvenzione.

Il Vice Brigadiere non scosse il Poggetti; ed il medesimo non era ubriaco; che benché egli come inferiore non posa testimoniare di cose che ledono la dignità di un superiore, pure crede che se il medesimo fosse stato ubriaco non avrebbe potuto scrivere i nomi degli imputati.

P. M. La pattuglia vostra è entrata a bere in punte bettole?Roti no, soltanto io ho degnato un sorso nella festa da ballo del Conforti, per non mostrarmi

scortese, con chi me l’offriva.Dini conosce gli imputati? Ha avuto mai occasione di sorprendergli a cantare?Roti di recente no, ma nel passato si (!!!!)Dini ebbe occasione di sorreggere il suo compagno che minacciò qualche volta di cadere? Roti mi pare un sogno. Tutti gli imputati però usarono buoni modi.Lenzi depone lo stesso del Roti. Vuol dimostrare di non essere stato ubriaco, avendo pochi

minuti avanti contestata una contravvenzione.Il Pretore mette un carabiniere alla porta della stanza dei testimoni per impedire che

comunichino col pubblico. Vengano i testimonia difesa.Cardinali uscì con gli accusati dalle sale Garibaldi – questi andarono verso la posta – dopo

alcuni minuti si trovò alla contestazione e poté vedere il Vice Brigadiere che dava segni di ubriachezza, usare cattivi modi per indurre gli accusati a declinare il nome.

Il Pretore ordina la citazione del Sottotenente e del Maresciallo dei carabinieri per chiarire il fatto dell’ubriachezza del Lenzi.

Il P. M. chiede che sieno citati a deporre su questa circostanza anche i Avv. Oreste Vezzi Galganetto Galganetti Raffaello Salvetti e Carlo Del Cipolla. Il Pretore annuisce. Cardinali interrogato conferma la sua deposizione. Segue un breve scambio di parole sul trovarsi o no presente il pubblico al fatto.

Lavagnini depone pressappoco come il Cardinali e dichiara di non aver sentito cantare nessuno.

Matteucc. uscì insieme agli accusati – alla posta si divisero – egli ed alti due, Capresi e Serni – andarono verso S. Lucia e tornati in giù si trovarono al fatto – gli accusati non cantavano – i Carabinieri usarono modi scortesi.

Capresi e Serni depongono come il Matteucci.Pacini senti e sente sempre cantare. Però non crede possono essere stati gli accusati perché

non amanti del canto, e persone educate e civili.Giunti Arbace era a giocare a tombola dal Buzzichelli – sentì cantare in Piazza S. Agostino

dopo le 12 e alle 2 ant. ; di li non poteva sentir cantare nel piazzale nuovo.Capresi Adelmo testimonia che il Roti era savio, ma il Lenzi dava segni di ubriachezza,

balbettando, quando li contestò la contravvenzione per tarda chiusura.

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Il Pretore ordina l’avocazione del procedimento a carico del Capèresi e fa notare al medesimo che questo circostanza non la espose nel suo processo.

Capresi dice che non avrebbe influito sull’esito del medesimo perché egli sapeva di aver torto.

Conti ha udito, di casa, cantare in Piazza S. Agostino alle 2; se avessero cantato nel piazzale, avrebbe udito.

Vecchioni non ha sentito cantare nessuno.Brizzi uscirono dalle sale alle 12 e 50 minuti; saranno passati 10 minuti dalla chiusura alla

contravvenzione alla quale egli si trovò.Romoli testimonia i cattivi modi usati dal Lenzi e dichiara di non aver mai sentito cantare

gli accusati. Giunti Angelo come il Romoli. Montemaggi come il Giunti. Bilenchi come il Giunti.

Castellani lo stesso, Ghelardelli lo stesso.Questi sono i musicanti, nessuno di essi ha sentito cantare.Il P. M. esclama; soltanto i carabinieri; squisitezza di udito! Da ciò risulta che i carabinieri

hanno più orecchio dei musicanti.Giunti Teofilo uscì dalle Sale alle 12 e alle 12 e mezza era già a letto – non vide nulla non

sentì nulla. Qui sorge un incidente e il testimone che era chiamato a deporre se avesse sentito cantare nel piazzale che è posto sotto le sue finestre nel momento di coricarsi, non è più interrogato.

Tutti i testimoni hanno dichiarato di aver veduti gl’imputati nelle sale alle 12 e 3 quarti circa.

Il Pretore rinvia il seguito del dibattimento al 23 gennaio e licenza i testimoni, meno Cardinali, Capresi Adelmo, Lavagnini, Capresi V. , Srerni e Matteucci che si riserva di esaminare in detto giorno.

La seduta e levata. Il pubblico all’uscire corre commentando a mangiare perché sonop le 12 e mezza

La Martinella del 25 gennaio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Venerdì 23 ebbe luogo la prosecuzione del processo intentato per disturbo di pubblica quiete ai sette giovani che indicai nella scorsa settimana.

La sala era al solito stipata di pubblico. Dopo data lettura di una lettera del Sottotenente comandante la Stazione dei Carabinieri a Colle, con la quale si giustifica la di lui assenza il cancelliere Baccioni legge un lunghissimo verbale della seduta precedente.

Indi il Pretore fa dar lettura del verbale di una seduta nella quale la prova a difesa di Serni imputata da schiamazzi notturni veniva assolta per aver provato l’alibi (!!!).Al verbale gli avvocati della difesa chiedono che sieno introdotte delle rettifiche, nella parte dove riportando il deposto dei carabinieri, il verbale parla di schiamazzi mentre quelli deposero di aver sentito cantare, ed in quella parte del deposto medesimo, nella quale si è verbalizzato che tutti gli imputati opposero resistenza a dare il nome, mentre il deposto dei carabinieri indicava soltanto il Capperucci come resistente.

Vengono introdotti i nuovi testimoni.Tognarini maresciallo afferma che il Brigadiere al ritorno alla caserma non era alterato e

che il medesimo non è uso adoprare modi bruschiConforti dice che all’offerta che fu fatta al Vice Brigadiere di bevere, quelli rispose: mi

farebbe male; nega di essere stato pressato da chicchessia.Giunti Enrico non ha avuto luogo di emettere che degli apprezzamenti insignificanti sul

fatto.Vezzi cav. avv. Oreste dice che il Vice Brigadiere quando si affacciò al caffè del Capresi

non gli parve alterato, ne tampoco balbuziente.

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Del Cipolla non vide i carabinieri al caffè, gli sentì parlare e gli parvero che non balbettassero.

Galganetti dal luogo ove trovavasi non era in grado di giudicare su ciò che è chiamato a testimoniare.

Salvetti Raffaello come il Galganetti. Le prove a difesa Cardinali, Lavagnini, Matteucci, Capresi e Serni, interrogati confermano

il loro deposto. Capresi Adelmo, interrogato, mette in dubbio che egli abbia affermato l’ubriachezza del

carabiniere.Il P. M. fa istanza perché sia esteso il verbale di falso contro le prove Cardinali, Lavagnini,

Matteucci, Capresi W. e Serni trovando le medesime in contraddizione col deposto dei carabinieri, che non hanno nessun interesse a falsare la verità. (!!)

Gli avvocati Sestini e Dini ribattono con brevi ma stringenti parole la richiesta del P. M. , dimostrando non essere nel deposto dei testimoni medesimi i termini del falso, qualora non si voglia che le prove a difesa affermino o confermino il deposto di quelle ad offesa.

Dopo ciò il Pretore si ritira e rientra con un’ordinanza favorevole all’accusa per la quale si fa istanza al Procuratore del Re perché voglia promuovere azione penale contro i testimoni di difesa Cardinali, Lavagnini, Matteucci, Capresi W e Serni.

La prosecuzione della causa è rinviata a dopo il giudizio che sarò emesso in seguito a questo incidente e la seduta è levata.

E così in due sedute, invece di risolversi, la causa sé complicata. El de hoc sotis

NOTERELLE

Il quartetto Sabato (17 ) al Teatro Bellotti-Bon il quartetto Senese diretto dal maestro Nazzareno Olmi, dette una serata musicale che riuscì attraentissima. I concerti eseguiti soddisfecero il pubblico, il quale applaudì varie e ripetute volte gli egregi artisti, per la buona intonazione, il gusto e la precisione con cui condussero tutti i pezzi.

Giovedì 22 i medesimi artisti, ripeterono una serata nello stesso teatro la quale riuscì male, per il poco concorso del pubblico, causa il non avere i medesimi potuto effettuare la serata nel R. Teatro dei Vari, il quale lor venne negato quando già erano stati affissi i manifesti.

Il diniego fu generato, indipendentemente dal malvolere, soltanto per un seguito di malintesi e di equivoci.

La Martinella del 1 febbraio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Martedì alle ore 7 e mezzo di sera nell’età di 93 anni cessava di vivere il Cav. Gio Batista Schmid proprietario della rinomata fabbrica di cristalli in questa città.

Della vita di quest’uomo si benemerito del paese cha da semplice Operaio seppe con l’assiduità porgere per tanti anni il lavoro a centinaia di operai, ed avvantaggiare mirabilmente l’arte vetraria in Italia, ne tratterà in uno dei prossimi numeri il nostro caro amico e collaboratore Tito .

Giovedì il trasporto al Cimitero dei Castellini in Colle Alta riuscì imponentissimo. Si può dire assolutamente che tutto Colle vi prese parte, non che molta gente accorsa dai paesi vicini.

Le vie per le quali transitò il corteo, numeroso per duemila persone, erano letteralmente addensate, le finestre, le terrazze gremite.

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Apriva la mesta cerimonia un drappello della Compagnia della pubblica assistenza, poi le confraternite religiose, il corpo musicale, il Clero, dietro alla quale un magnifico carro funebre a 4cavalli bardati a lutto. Reggevano i cordoni del feretro il Cav. Luigi Masson, il Cav. Avv. Vezzi, il Cav. Lepri Sindaco ed il Pretore Mandamentale. Seguivano il municipio e le autorità tutte, un altro drappello dei pompieri e ben 12 bandiere di società fra i quali noto, Vetreria Schmid, Lavoratori in cristallo, Società Operaia, Fratellanza Militare, Società Democratica, Ferriera Masson, Operai dei Fratelli Bilenchi ed altre che non ricordo.

Vi presero parte pure le rappresentanze della Banca popolare, del R. Conservatorio, della reazione della Martinella e di tutti gli opifici di questa Città. Tutti i negozi erano chiusi durante il tragitto .

Giunti al cimitero il Sindaco pronunciò il discorso di cui diamo il sunto, dolenti di non poterlo riprodurre intero per mancanza di spazio.

Ricorda come 9 anni indietro altro benemerito industriale, Stefano Masson, scendesse nel sepolcro, indi prosegue: <<ed oggi pure vediamo sollevarsi la pietra che deve accogliere i resti mortale del Nestore delle industrie paesane. Anche il Cav. Giov. Batista Schmid non è più. Il tempo inesorabile ha vinto sulla sua fibra di ferro>>

<< Giovano d’anni e d’ingegno robusto abbandonò la sua nativa Boemia e mentre lavorava meditava altresì l’incremento dell’arte vetraria. . . . . .>>

<<Quando col senno e con l’attività divenne direttore e proprietario qui in Colle della fabbrica dei vetri, fece che questo tenesse il primato fra le più reputate d’Italia>>

<<A far guadagnare a Colle il nome di città manifatturiera fu primo Schmid, ed il concorso di altri benemeriti industriali che insieme a Lui, seppero profittare della forza motrice idraulica in benefizio alle variate industrie e manifatture, valse a far chiamare la nostra città la Biella della Toscana>>

Quinti come Sindaco tributa a nome di tutti i Colligiani l’estremo vale all’estinto.Termina il suo discorso esprimendo la speranza e la fiducia che i figli non degeneri

nell’energico industriale, continuino le tradizioni paterne con profitto di chi lavora e a lustro e decoro di loro stessi.

Cresenza Schenek negli Schmid, Demetrio, Ester Renieri, Giov. Batta Ludmilla ved. Adami, Rita Dini nei Schmid, ringraziano dal più vivo del cuore le Autorità, le Rappresentanze delle Società locali e tutti indistintamente i cittadini che vollero rendere l’estremo tributo di affetto – accompagnandone la salma al sepolcro – al loro amatissimo congiunto Cav. Gion. Batta Schmid.

La Martinella del 15 febbraio 1885Pagina 2 e 3

NOTE COLLIGIANE

La Ferrovia Colle Poggibonsi.Ora che è molto prossima l’apertura dell’esercizio di questo nuovo tronco ferroviario,

crediamo far cosa grata ai nostri lettori dar loro su tale linea alcune notizie, delle quali possiamo garantire l’esattezza.

La linea in parola, dalla Commissione istituita con Decreto Ministeriale del 25 Agosto 1879 per lo studio e la cassazione delle linee di complemento della rete ferroviaria del Regno, fu classificata in quarta categoria (ferrovie a binario ridotto) avendola riguardata come ferrovia d’interesse locale, e fu solo al seguito della Legge 5 Giugno 1881 n. 240 serie 3^, modificante la precedente Legge 29 Luglio 1879 n. 5002 Serie 2^, che il Comune di Colle d’Elsa poté ottenere, come di fatti ottenne con Decreto di concessione del 26 luglio 1881, di poterla costruire secondo le norme prescritte per il terzo tipo delle ferrovie economiche a scartamento ordinario.

La linea si diparte dalla Piazza Arnolfo di Lapo in Colle, sul cui lato orientale trovasi la Stazione, traversa a livello la Via Provinciale di Spugna, su un ponticello in muratura sorpassa la Gora di Spugna, indi piega a sinistra e passa sopra a Via della Ruota co9n un ponticello in ferro e

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sopra alla Gora Masson con un ponte in muratura. Passata la Gora Masson piega a destra, passa a livello la Via Provinciale da Colle a Poggibonsi, sorpassa con un ponticello con fasci di verghe il fosso di Bacio, indi si mantiene parallela alla detta Via Provinciale e piegando a destra ripassa nuovamente il fosso di Bacio con ponticello in muratura e traversa a livello la Strada Comunale della cappellina di Vallebuona. Sempre mantenendosi alla sinistra della suddetta Via Provinciale ,sorpassa il borro di Vallebuona con ponte in muratura, traversa a livello la Via Comunale detta di Collina, indi sottopassa la Strada Comunale per Castiglioni, poco dopo il qual punto abbandona la Via Provinciale e segue la sinistra del Fiume Elsa fino alla Fornace di Maltraverso. Qui passa il Fiume Elsa su un ponte a due luci in muratura, indi piega a sinistra e seguendo la destra del Fiume Elsa traversa tutta la località detta Pian di Campi, mantenendosi quasi sempre in argine per essere al sicuro dalle piene che in questo fiume di natura torrenziale spesso raggiungono notevole altezza. Con tale andamento incontra nuovamente il Fiume Elsa presso le Cantine, e lo attraversa con ponte in muratura a tre luci, dopo il quale entra nell’anfiteatro naturale della Cantine che tocca piegando a destra, indi entra nell’altipiano di Vada, sotto passando alla Strada omonima ed escita da quell’altipiano si tiene tra il Fiume Elsa a destra e la Strada Comunale per Poggibonsi a sinistra, fino a che presso il Molino Marri non incontra la Strada Comunale ridetta alla quale passa sotto e che incontra nuovamente alla Cappellina dell’Elsa ove la traversa a livello. Di qui con andamento rettilineo raggiunge il bivio della Via Provinciale da Poggibonsi a San Gimignano con la Strada Comunale per Montelonti sul quale bivio passa a livello, indi piegando a destra incontra nuovamente l’Elsa che passa con un Ponte in muratura a tre luci, traversa a livello la Strada Comunale del Sasso Gocciolino e quindi piegando nuovamente a destra s’interna nell’altopiano Casini, all’uscir da quale passa a livello la Via Provinciale da Poggibonsi a Pisa e, piegando nuovamente a destra, sorpassata con ponticello in muratura la Gora del Molino dell’Olio lavato, si allaccia alla Rete delle Ferrovie Romane nella Stazione di Poggibonsi.

La lunghezza totale della linea, misurata dalla mezzaria della Stazione di Colle a quella della Stazione di Poggibonsi, è di Km 7,422, di cui metri 82,45 comuni con le Strade Ferrate Romane.

Il dislivello fra le due Stazione è di m. 41, la soglia della Stazione di Colle essendo m, 140, sul livello del mare e quella di Poggibonsi a soli m. 99.

Tale dislivello viene superato con varie livellette, una sola delle quali raggiunge la pendenza del 21 per mille, e che è la massima pendenza adottata.

Per la formazione del corpo stradale è stato necessario aprire varie trincee e formare vari rilevati.

Le trincee di maggiore importanza son nove; e precisamente: la prima nell’altipiano Ceramelli contigua a Via della Casette per immettervi il prolungamento del binario di servizio della Stazione di Colle: la seconda fra il Borro di Vallebuona e il Villaggio di Castiglioni: la terza sotto detto Villaggio: la quarta in prossimità della Fornace di Maltraverso: la quinta poco dopo il fabbricato della Rocchetta: la sesta sotto il Podere delle Cantine: la settima nell’altipiano di vada: l’ottava al Molino Marri: la nona nell’altipiano Casini. La massima altezza di scavo sull’asse raggiunta con queste trincee è di m. 13,94.

I rilevati di maggiore importanza sono sette: il primo fra la Gora Masson e la Via Provinciale per Poggibonsi: il secondo fra le due trincee di Castiglioni (in questo è raggiunta l’altezza massima sull’asse dei rilevati della linea, m. 8,68): il terzo alla fornace di Maltraverso: il quarto di fronte al Fabbricato della Rocchetta: il quinto che traversa Pian di Campi fino al Podere delle Cantine: il sesto di fronte alla steccaia Marri: il settimo fra la Cappellina dell’Elsa e l’altipiano Casini.

Le opere d’arte di maggiore importanza sono cinque: Un ponte sulla Gora Masson, con luce di m. 14,50 con arco ribassato:Un Ponte sul Borro di Vallebuona con luce di m. 10 a pieno sesto:

Un Ponte sull’Elsa alla Fornace di Maltraverso, con la pila centrale e due luci ciascuna di m. 16 ad arco ribassato:

Un Ponte sull’Elsa alle Cantine con tre luci, la mediana di m. 15 ad arco ribassato, le laterali di m. 2,50 a pieno sesto:

Un Ponte sull’Elsa presso il Molino Nazionale, con tre luci come il precedente:Questi Ponti son costruiti tutti con pietra da taglio della località (travertino).Le opere d’arte minori sono le seguenti:

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Un sotto passo in muratura in Via delle Casette:Un ponticello in muratura sulla Gora di Spugna:Un sovrapasso in ferro alla Via della Ruota:Un ponticello a fasci verghe sul Fosso di Bacio:Un ponticello in muratura pure sul Fosso di Bacio:Un sottopasso in muratura alla Strada per Castiglioni:Un ponticelli a fasci di verghe sul Fosso Corsini:Un sottopasso in muratura alla Strada per Vada:Un sottopasso in muratura alla Strada Comunale per Poggibonsi:

Un ponticello in muratura sulla Gora dell’Olio lavato: Oltre le sopradette opere d’arte sono stati costruiti n. 33 Tombini (chiaviche) di luce varabile

di m. 0,50 a m. 1,50.Lungo la linea son costruite pure n. 2 Case Cantoniere e n. 10 Caselli per personale addetto

alla custodia della linea stessa.La linea viene armata con rotaie del tipo Vignole in acciaio Bessamer poggiate e chiodate

direttamente su traverse di quercia e unite fra loro a giunto sospeso a forma degli ultimi metodi di armamento.

La trazione verrà fatta da Locomotive Tender a tre assi accoppiati, del peso in pieno assetto di marcia di Tonnellate 24,450.

Le carrozze viaggiatori sono a sistema americano con corridoio longitudinale e terrazzini, tipo adattato la prima volta in Italia nella Ferrovia Palermo Trapani, ed ora in uso nelle Ferrovie Nord-Milano.

I carri marci, del tipo comune a quelli delle altre Ferrovie, son parte coperti e parte scoperti e capaci del carico di 5 e 10 Tonnellate.

Tutto il materiale mobile ed il materiale fisso d’armamento è stato fornita dalla Ditta Valore Mabille di Mariemont (Belgio); il sovrapasso in ferro di Via della Ruota, costruito da due travi a cassettone formate ciascuna da una coppia di travi a doppi T composta, e la vasca di lamiera metallica per il riformatore sono stati costruiti dalla Ditta Tardy e Beneck di Savona.

Quanto all’esercizio, l’Amministrazione delle Strade Ferrate Romane ha già concordato con l’amministrazione della Ferrovia Colle-Poggibonsi una Convenzione con l’uso comune della Stazione di Poggibonsi e per il servizio cumulativo.

A forma di questa Convenzione vien rilasciato alla linea di Colle il binario più prossimo al Fabbricato della Stazione di Poggibonsi per servire alle manovre e all’arrivo e partenza dei treni della nuova linea.

Vengono messe in corrispondenza diretta per i biglietti d’andata o di ritorno con la Stazioni di Colle le Stazioni di Firenze, Empoli, Pisa , Livorno, Ponte a Elsa Castelfiorentino, Certaldo Poggibonsi, Siena, Asciano, Rapolano, Montepulciano, San Giovanni d’Asso, Torrenieri e vengono ammesse a vendere biglietti d’andata e di ritorno per Colle viceversa le Stazione di Firenze, Pisa, Livorno e Siena.

A Poggibonsi verrà sempre effettuato il trasbordo dei viaggiatori; quello delle merci invece verrà effettuato solo per le spedizioni di piccoli colli: avendo convenuto le due Amministrazioni di spedire direttamente a destinazione i vagoni completi, obbligandosi reciprocamente di far passare i veicoli dell’una linea su l’altra.

Sono mora all’approvazione Ministeriale le tariffe per i trasporti e i diversi regolamenti per il servizio, i lavori sono quasi al termine, mancano solo qualche centinaia di metri di eslusivo armamento ed è sperabile che nei primi del prossimo marzo, compite le formalità del collaudo, questo troco ferroviario sia aperto al pubblico esercizio.

NOTERELLE

Sarebbe tempo che il Comune provvedesse, a scanso di nuove disgrazie alla sicurezza della via dei Botroni.

E’ questa la terza volta che quel benedetto ponte senza spallette ha dato delle serie conseguenze, Infatti il giorno dieci certo Vincenzo Boldrini da San Gimignano circa le 9 di sera

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cadendovi riportava gravi ferite ad una spalla. Speriamo che una buona volta si pensi a tanta pericolo.

Sappiamo che da qualche tempo si verificano dei vari furtarelli, cosa insolita per Colle, e la pubblica forza non sarebbe male che se ne occupasse di più

Cessate le recite dei bravi dilettanti del Bellotti-Bon, sono cominciati i Veglioni al Teatro dei Vari ed alle Sale Garibaldi.

Ordine, allegria, vivande squisite, ini eccellenti, concorso numeroso, ecco la nota del Carnevale Colligiano.

La Martinella del 1 marzo 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

Le clericalisme est la gran danger de l’Italia. . . . . .L’epuration successive des cryances n’est possible que si la papauté temporello, cette incarnation du materialisme religieuax est bel nien finie.

RENAN . Le clericalisme

Oggi la nota colligiana e fuor di dubbio, il clericalismo.Dacché un sottilissimo chiercuto, abbandonato al riserbo che è proprio dei commissionari

del Padre Eterno, e che è insito nei costumi di questi strilloni della merce divina scese nella lizza del giornalismo per guadagnarsi il fiore della vittoria che soltanto concede insieme ad uno sguardo incoraggiante la regina del torneo, quella mattarella che si chiama pubblica opinione a chi lotta con eleganza con costanza e con valore; la nota colligiana è il clericalismo o più precisamente l’ennemi, come disse Gambetta e come citò l’inestetico toreador.

I lettori da questo preludio hanno già capito che il notista non può chiudere la lotta coi chiercuti, senza prima avere fatto esilalare gli spettatori del torneo col rovesciare a colpi di mazza ferrata l’elmo posticcio del tabaccoso contraddittore, perché sopra il capo di questo si veda luccicare la chierica, come nei boschi folti si notano le rotonde spiazzate delle carbonaie.

Se il mio contraddittore fosse nella pratica, un vero cattolico cristiano de Roma, la similitudine delle carbonaie diventerebbe più evidente, qualora si dicesse che intorno a queste, saltellano quasi sempre i pettirossi.

Ma il polemista dei paolotti non ha seguito il cattolicesimo in tutte le sue affermazioni e quando il Sommo Pontefice santificò nel beato Labre il principio dell’ospitalità anche fra gli apteri, il polemista si armò di u n pettine ed esclamò atteggiandosi a ribelle e copiando la energica frase che il compianto Sindaco Ceramelli pronunciò per la commemorazione a Garibaldi: Fuori lo straniero !

___________

I clericali sono uomini del periodo barbarico dell’intelligenza.Esaminate l’evoluzione del pensiero nella storia e ve ne persuaderete. In quella, notasi prima

della Rinascenza, una profonda ebollizione del pensiero nella quale si sviluppano un esercito di teorie teocratiche e teologiche fra se cozzanti in una miserabile lotta che svolgesi sempre entro i limiti prescritti di un circolo vizioso, che è la presuntuosa ricerca di una sintesi infinita delle cose.

E’ un enorme crogiuolo nel quale si fondono , si confondono e si eliminano tutte le astruserie metafisiche, dal cristianesimo degli Apostoli alla riforma delle teorie peripatetiche, dalle derivazione tomistiche al cattolicesimo popolare di Arnaldo, di Savonarola, di Dolcino dalla pietra filosofale, al tentativo di umanazione del Cristianesimo della Riforma.

Voi cercate una linea di conduzione per questo periodo di pirronismo della ragione e non troverete un bandolo. Un circolo inesorabile per un direttissimo della logica, diceva Alberto Mario, vi condurrà nell’assiomatismo dogmatico dove si atrofizza come pomice il cervello umano, dove si falsifica la vita.

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I diciotto secoli più o meno del dominio cristiano vi sembrano un enorme parentesi del pensiero, come un deliquo immenso della società, e non vi sentirete riconfortati se non riallacciando la civiltà del pensiero pagano di Epicuro e di Lucrezio, alla Rinascenza filosofica.

Ci volevano Pomponazzi,. Vanini Bruno Campanella e Bacone, Rousseau e Condillac, Kant e Hobbes, Comte e Littré, Bayle e Sensisti e gli egheliani, la fondazione delle Scienze compiuta in un trionfo dell’arte e dell’Umanesimo risorgente, per parte del filosofo di Arcetri, nato al Poltone direbbe Neri (filosofo che l’illustre Centofanti chiamava il rigeneratore della Filosofia moderna) per rompere il circolo vizioso e dar vita al moderno sperimentalismo che ha per poeti Moreau ed Heine, Baudelaire e Leopardi, Carducci e Rapisardi che cantarono Lucifero

Forza vindiceDella ragione

E per cultori Spencer Fouerback, Darwin, Trezza, e Buchner, Moleschott, Angiulli ed Ardigò (un altro prete che come il Trezza preferì sposare la società moderna, piuttosto che quella vecchia sdentata, e tabaccosa che chiamasi la Chiesa).

Bisogna che questi uomini grandi, che non divennero tale per essersi spirati alle citrullaggini della dottrinella del Bellarmino, fossero bruciati vivi, o torturati, perseguitati o imprigionati, calunniati o derisi, perché l’uomo si ponesse sulla via pratica e progressiva dell’Esame, fondamento e criterio unico della moderna filosofia.

Ecco perché i clericali sono i barbari!M’è concesso poco spazio per la nota colligiana e ciò mi costringe e tenermi breve: ma

prometto di dimostrare che i clericali sono gli invertebrati dell’umanità e gli abbandonati da dio (minuscolo veh proto) nell’arrotamento degli esseri e nelle relazioni sociali. E scusate se è poco!

Intanto, lettrici gentili, imparate del Catechismo questa sentenza a vostro uso e consumo.D. E per renderci più perfetti nella virtù cpsa possiamo fare di vantaggio?R. Osservare i consigli evangelici.D. Quali sono i principali?R. Tre: Povertà volontaria. Castità perpetua. Obbedienza in ogni cosa che non sia peccato.

NOTERELLE

UNA GIUNTA di molto buon senso è quella della nostra città. Parrà strana questa lode in bocca a noi, i quali abbiamo rimproverato, rimproveriamo e rimprovereremo sempre alla medesima, quel suo permettere che in onta anche al R. Provveditore agli Studi si insegni sempre nelle pubbliche scuole quella fricassea di sciocchezza e di bugiarderie che sono la Storia Sacra ed il Catechismo, ma pure è così e dove ci è da lodare bisogna farlo, perché le buone cose vanno incoraggiate.

Per l’occasione della prossima inaugurazione della ferrovia, al Municipio sono state rivolte istanze inviti e sollecitazioni, perché fosse dato un conveniente banchetto agli invitati che assisteranno a questa festa del lavoro; orbene sapete cosa ha risposto la Giunta, dietro credi l’insistenza del Sindaco: NIENTE BANCHETTO, chi lo vuol fare se lo paghi.

E’ forse il primo Municipio che fa una affermazione di bene intesa economia e noi lo segnaliamo non solo alla cittadinanza, ma anche alla stampa Liberale di fronte a tanti sedicenti rappresentanti municipali che ad ogni starnuto di ministri o di deputati si sentono in obbligo di provvedere.

Grideranno i Nabab della convenienza burocratica, che la dignità di Italia è in pericolo, che la innata gentilezza italiana è vulnerata; lasci gridare la Giunta; con quella repulsa si è guadagnata lì’ammirazione della cittadinanza e questo gli basta a suo salvamento.

Triplice salva gli applausi ! . . . .

La condotta medico veterinaria fu conferita al Dott. Antonio Pulselli il quale ha già stabilito il suo domicilio in Colle. Via di Borgo 58.

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Mercoledì pomeriggio cadeva nella gora dei Botroni il fanciullo Arduino Caciagli, e sarebbe miseramente perito se il bravo giovinetto Ercole Boni, di 12 anni circa non si fosse slanciato a nuoto per soccorrerlo.

Mentre tributiamo meritati elogi a questo eroico giovinetto, vorremmo che fosse ricompensato del bell’atto compiuto, come vorremmo certi genitori più premurosi delle proprie creature.

Dicesi sia stato fissato il giorno dell’inaugurazione della Ferrovia Colle Poggibonsi al 15 Marzo prossimo. Però la notizia è un po’ prematura.

Mercoledì sera cesso di vivereRAFFAELLO AMMANNATI

L’AMMANNATI fu ribelle al prete fin che poté farsi intendere, ma finalmente, esausto di forze, ebbe a vederselo al capezzale. Forse quella visita non voluta potrà averne affrettato la morte.

Noi vorremmo che la volontà di chi sta per morire fosse sacra e come deploreremmo ogni coartazione per parte di chi volesse escludere il prete se chiesto dal morente, così deploriamo che il morente non debba essere ascoltato nella estrema sua volontà, se di preti non vuol saperne.

Gli amici.

La Martinella del 8 marzo 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Ed anelando nuove industrie in corso fischia il vapore. Carducci

Strano contrasto offre il momento che traversa oggi la nostra città. Il fischio della vaporiera ha suscitato indicibile entusiasmo in tutti gli ordini sociali e s’é veduta nei giorni scorsi la popolazione riversarsi lungo la via ferrata al suono marcato delle trombette dei guardiani e al fischio incessante della macchina che sabato 28 Febbraio per la prima volta, echeggiava nelle valli nostre. Per tutta la settimana è stato un continuo parlar di vapori, di macchine, di strombettature, ed a ogni ora si vedeva correre la popolazione agli sbocchi per vedere la macchina, anche quando i monelli (che col fischio hanno già imparato a contraffare quello del vapore) davano dei falsi allarme. A raffreddare (forse ingiustificatamente, perché è impossibile alla prima prova che tutto sia fatto in regola) a raffreddare, dicevo, l’entusiasmo del primo momento vennero i disguidi di una macchina, la quale in punti diversi, uscì dalle rotaie e penetrò con le ruote anteriori nel terreno, fortunatamente in luoghi non pericolosi.

Ma questi incidenti, comuni in questo genere di costruzioni, se raffreddarono l’entusiasmo destato dal <<mostro>> non lo spensero e presto si spera di sentire ancora una volta di lido in lido, fra il turbine sonante del transito dei vagoni, il festoso grido che ha la virtù di guarnire l’altura delle nostre colline di curiosi e di popolare le nostre via di cittadini festanti.

La data dell’inaugurazione, per gli incidenti occorsi, sarà rimandata, onde dar agio al compimento delle riparazioni e migliorie destinate a rendere sicuro il transito, e perciò non più il 15 Marzo avverrà l’inaugurazione. Raccomando a chi di ragione, vigilare seriamente a che la vita di chi lavora per vivere, non sia posta in cimento e con questa raccomandazione chiudo il rubinetto dell’entusiasmo ferroviario per parlare di quel contrasto che ho enunciato su nel primo periodo della nota colligiana.

Mentre il vapore anela nuove industrie, i due principali stabilimenti di Colle traversano un momento di crisi seria e tale da impensierire che ama vedere nella nostra città operaia, vivere onestamente il lavoratore.

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Dalla morte del cav. Giov. Batta. Schmid, lo stabilimento vetraio nel quale lavoravano delle centinaia di operai è chiuso e si vedono a tutte le ore quelli operai, indagare ansiosamente ed aggirarsi intorno allo stabilimento, per sincerarsi della sorte loro.

E non solo non si tratta di lavorare prossimamente, ma trattasi di dovere attendere forse fino ad alcuni mesi, essendo il patrimonio non ancora definitivamente aggiudicato.

Dall’altro lato, nello stabilimento siderurgico Masson, dalla partenze dell’ing. Menozzi, causa principale (vuolsi) il colera dell’anno scorso, tutto procede con danno patente di molti operai, i quali o per mancanza di lavoro o per altre molteplici cause inutili ad enumerarsi, vivono stentatamente, guadagnando pochissimo.

Io non ho autorità per dare consigli a chi sta alla testa di questi stabilimenti, ma però mi sento in dovere specialmente per lo stabilimento vetrario di ricordare, che nei ragionamenti che saranno fatti per la sollecita sistemazione del patrimonio Schmid, c’entri qualche volta anche una parola per questi operai che si trovano in una stagione sfavorevole, senza lavoro e senza speranza di collocamento.

Ecco spiegato il contrasto.

NOTERELLE

LE STRADE e le piazze della città devono essere migliorate, la strada di Castello è orribile, quella Masson quasi e va ripresa tutta, le coste fanno pietà.

Gli sterrati delle piazze e delle vie sono trascurati, piazza Bartolomeo Scala è tutta rigagnoli e fango in tempo di pioggia, tutta buche a tempo asciutto. I privati hanno obbedito alla legge facendo le facciate; chi amministra il comune, faccia il suo dovere mettendo le strade e le piazze e specialmente quest’ultima, in grado di servire alla viabilità. Poiché le funzioni di un amministratore sono di due ordini: di diritto e di dovere: di diritto, riscuotete le tasse nevvero ? E di dovere insegnate nelle scuole il Catechismo, ci tenete al buio per mancanza di lampioni, ci fate inciampare alla passeggiata nelle buche e quel che è peggio signori miei, costringete due terzi della popolazione a spolmonarsi per venire in alto a…….. pagare quelle tasse, che riscuotete puntualmente di diritto.

Perequazione, perequazione di funzioni !E GIACCHE’ ho parlato di polmoni, annuncio fin d’ora, che mi spolmonerò la penna a

scrivere sulla necessità di trasportare gli uffici pubblici in Colle Bassa, nella fiducia che i signori consiglieri comunali si convincano, che questa questione in apparenza topografica è in sostanza una questione di altissimo interesse amministrativo.

Martedì 10 nel Teatro Bellotti-Bon le associazioni democratiche commemoreranno il giorno della morte di Mazzini e di Campanella.

LE MOT DE LA FIN. Il Catechismo.D. Maria fu sempre Vergine ?R. Si Signore, Ella fu sempre Vergine, avanti il parto, nel parto e dopo il parto.D. Dunque non ebbe padre Gesù Cristo ?R. Gesù Cristo è nato in terra di madre senza padre, come in cielo era nato di padre senza madre.D. Perché si dice che Gesù fu concepito di Spirito Santo?R L’incarnazione benché comune a tutte e tre le Divine Persone, si attribuisce allo Spirito Santo, come opera del sommo amore di Dio verso di noi.D. Perché San Giuseppe di diceva suo padre ?R. PERCHE’ LA GENTE CREDEVA CHE FOSSE SUO TALE. E San Giuseppe corpo del demonio.L’avrebbe in tar caso dato er nome.Sposannola cor santo matrimonio ?

E se sarebbe preso er lavativo.D’avecce un dio senza sapè come.

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E de passà da padre putativo ?

I ragazzi che studiano il Catechismo si ricordino che un angelo rivelò al patrono della chiesa universale il mistero dell’incarnazione e si spiegheranno facilmente allora, perché il falegname di Nazaret, riconobbe la sua ineffabile dolcezza del suo stato.

La Martinella del 15 marzo 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

X MARZO. Martedì sera nel Teatro Bellotti-Bon le associazioni democratiche, commemorarono la morte del più grande e del più antico fautore della Unità d’Italia GIUSEPPE MAZZINI, insieme alla morte dell’illustre patriota FEDERICO CAMPANELLA. Parlarono di Mazzini Vittorio Meoni, e di Campanella Ettore Capresi. La riunione riuscì numerosissima; fu dato lettura di due lettere inedite di Maurizio Quadrio e di Campanella, delle quali, per desiderio espresso dagli adunati, daremo pubblicazione in seguito, e la riunione si sciolse dopo aver votato un indirizzo ad Aurelio Saffi ed una protesta contro il mercato delle convenzioni.

VETRERIA SCHMID. Diamo con vero piacere la notizia che fra non molto verrà riattivata la Vetreria medesima: Con una savia e generosa deliberazione gli eredi hanno unanimemente scelto il Cav. Giuseppe Lepri sindaco, a tutore fiduciario e temporaneo dei loro interessi e così eliminato ogni pericolo di onerose ed incresciose controversie, lo stabilimento sarà riattivato. Lodiamo i Sigg. Schmid per la loro determinazione ed il Cav. Sindaco per la buona volontà in cui si è prestato per questa opera generosa.

CIVICO OSPEDALE. Ci era giunta la notizia delle dimissioni del Rettore dell’Avv. Francesco Ceramelli. Credevamo che il Ceramelli non avesse insistito; invece pare che il medesimo sia decisamente intenzionato di volersi dimettere.

La causa? Principalissima, vuolsi, la condotta scorretta di qualche funzionario.Il municipio dovrebbe non accettare le dimissioni del Sig. Ceramelli, il quale ha ben

condotta l’amministrazione dell’istituto, ed anzi dovrebbe agire con esso, senza tanti riguardi, nell’interesse e nell’avvenire dell’ospedale.

TARIFFE DELLA FERROVIA. Per uso degli interessati, diamo qui sotto notizie, delle quali garantiamo l’esattezza, sulle principali condizioni di tariffa per il transito sulla ferrovia Colle Poggibonsi.

1° L’Amministrazione delle Ferrovie Romane, ha concordato con l’Amministrazione delle Ferrovia Colle Poggibonsi una convenzione pel servizio cumulativo sulla base di quella con la società A/va delle F. Secondarie Venete.

2° A cagione della limitata lunghezza della linea (otto chilometri) e delle condizioni altimetriche e planimetriche di essa, i trasporti sulla linea medesima vengono fatti secondo l’unica categoria di trasporti a piccola velocità.

3° Per ogni biglietto di viaggiatore e per ogni spedizione di bagagli, cani, me4ci e bestiame, son dovuti Cinque Centesimi per la tassa di bollo, ritenendosi non compresa tale tassa nei prezzi più sotto indicati.

4° Per le norme regolamentari dei trasporti che non siano particolarmente indicate nelle seguenti condizioni, verranno applicate le norme attualmente in vigore nelle Ferrovie Romane.

Viaggiatori. Per i viaggiatori vi sono due classi 1 e 2. Pel tragitto di otto chilometri i viaggiatori di 1^ classe pagheranno £. 0,70 e quelli di 2^ £. 0,40, oltre i cinque centesimi per la tassa di bollo in ogni biglietto tanto per l’una che per l’altra classe.

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I ragazzi di età inferiore ai tre anni, saranno ammessi gratuitamente nelle carrozze sempre che non occupino un posto di viaggiatore e siano accompagnati; quelli dai tre ai sette anni pagheranno la metà della tassa stabilita per gli altri viaggiatori secondo le rispettive classi.

Nelle Stazioni di Colle e di Poggibonsi potranno essere distribuiti biglietti di andata e ritorno colle riduzione del prezzo del 25 % tanto per i biglietti di 1^ che di 2^ classe.

Per le corse straordinarie dette di piacere, potrà essere portata tale riduzione fino al 45 % per la 1^ classe e al 28% per la 2^.

Il viaggiatore che intende avere a sua disposizione un intero compartimento di 1^ e 2^ classe dovrà acquistare i biglietti per ¾ dei posti di cui è capace il compartimento ed avrà diritto ad occuparli con altrettante persone; ma se i viaggiatori fossero in maggior numero, ciascuno di essi dovrà avere il proprio biglietto.

Nel computo del prezzo da pagarsi la frazione di biglietto verrà computata come biglietto intero.

Bagagli e cani. E’ permesso ai viaggiatori di portare seco in vettura, senza pagamento di tassa, ma sotto la loro cura e responsabilità un bagaglio che non pesi più di kg. 20 e non ecceda il volume di metri 0,50 x 0,25 x 0,30 sicché possa collocarsi senza incomodo degli altri viaggiatori, e purché non contenga oggetti che tramandino cattivo odore.

Le cassette di legno a spigoli vivi, di qualunque dimensione e quelle investite di lamine metalliche, sono assolutamente escluse dalle carrozze di 1^ classe.

La tassa pei bagagli è fissata in £. 0,30 per quintale o sua frazione e per l’intero percorso, tanto pel servizio interno che cumulativo.

I cani che si vogliono spedire col treno devono essere muniti di museruola corda e catene. Essi non si ammettono nell’interno dei compartimenti dei viaggiatori, ad eccezione dei compartimenti noleggiati per intero, ma nei carri bagagli o sulle piattaforme esterne dei vagoni, se accompagnati, e sotto la custodia di chi li conduce e qualora dette piattaforme non debbono essere occupate dai viaggiatori.

In via eccezionale e salvo revoca in ogni tempo, i cani piccoli sono ammessi pure nelle carrozze a condizione che il proprietario li tenga sulle ginocchia e gli altri viaggiatori lo permettono. In tutti questi casi, resta sempre fissa la tassa di £. 0,15 per ogni cane e per l’intero percorso.

Numerario e oggetti preziosi. La base di tariffa per tali trasporti, per ogni mille lire di valore dichiarato e per ogni chilometro è di £. 0,0375. La tassa minima per ogni spedizione su questa linea tanto in servizio interno che cumulativo è di £. 0,30. Nel computo delle tasse il migliaio di lire enunciato si calcola come compiuto.

Per le modalità di spedizioni si richiede l’esatta osservanza delle norme prescritte dal Regolamento delle Ferrovie Romane.

Merci. Per le merci è applicata una tariffa unica, qualunque sia la natura delle merci stesse.La tassa unica per l’intero percorso di chilometri 8 tanto in servizio interno che cumulativo

viene stabilita in:£. 1,90 per tonnellata qualora la spedizione sia di peso non inferiore alle 4 tonnellate.£. 2,20 se di peso non inferiore alle 2 tonnellate, e £. 2,50 se inferiore alle 2 tonnellate.In detti prezzi s’intende compreso il diritto fisso di carico e scarico, per la ferrovia Colle

Poggibonsi, rimanendo sempre a cura dell’Amministrazione il carico, e scarico e l’eventuale trasbordo di qualsiasi merce.

La tassa minima di spedizione per qualsiasi merce, sarà di £ 0,25. computando per quintale intero ogni sua frazione.

Bestiame. Il bestiame verrà diviso per la tassazione nelle seguenti classi: 1° Cavalli, muli, bovi, vacche, asini, puledri, mulette, vitelli e giovenche.2° Porci, montoni, pecore, capre, agnelli e capretti.La 1^ classe pagherà £. 0,50 e la 2^ £. 0,15 per capo e per l’intero percorso. La tassa

minima per trasporto bestiame viene fissata in £. 2,00 per l’intera linea tanto in servizio interno che cumulativo.

Il trasporto del bestiame, si opera a rischio e pericolo del proprietario e perciò l’Amministrazione non è obbligata ad alcuna indennità per le conseguenze di ogni accidente che non possa provarsi sia avvenuto per colpa dei propri agenti.

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Le conseguenze dei danni arrecati ai vagoni pel carico e pel trasporto e scarico del bestiame sono rispettivamente a carico del mittente o del destinatario.

Al momento di andare in macchina non essendo stato deciso il giorno dell’inaugurazione della ferrovia, non possiamo farne consapevoli i lettori! Se questa però avverrà il 22, come vuolsi da alcuni, noi pubblicheremo appositamente un supplemento Giovedì prossimo, dedicato esclusivamente alla festa ferroviaria.

La Martinella del 22 marzo 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANEMi scuso ma il settimanale in questo punto è strappato e quindi mancano le parole. Le

sostituirò con tratteggiamenti.

Domenica prossima 29 Marzo avrà luogo l’inaugurazione del trasporto ferroviario Colle Poggibonsi. Diamo notizia di quanto…….verrà fatto per festeggiare ……quel giorno memorabile per Colle.

Festa ufficiale. All’inaugurazione del tronco assisteranno privatamente i ministri Grimaldi e………gli onorevoli Chigi, Serafini, L………. Odoardo, Barazzuoli e Peruzzi; ……….. onorevole Mocenni, il Prefetto……… Provincia ed il Presidente del Consiglio Provinciale, il Generale del Presidio di Siena, i Sindaci di Siena, di Volterra, di Poggibonsi, di San Gimignano e di Casole ecc. ecc.

Interverranno probabilmente la Banda del 19° Reggimento residente a Siena e le Bande di Poggibonsi, di San Gimignano e di Staggia.

Il Sindaco e la Giunta Municipale (secondo le nostre informazioni) partiranno alla prima corsa delle sette antimeridiane per portarsi a ricevere gli invitati alla stazione di Poggibonsi; questi giunti a Colle verranno presentati agli altri rappresentanti e quindi sarà dato ai medesimi un rinfresco nell’interno della stazione.

Circa alle ore tre pomeridiane sarà dato dalla Società assuntrice dell’esercizio, il banchetto ufficiale alle autorità nel R. Teatro dei Vari.

E’ stata invitata alla cerimonia la associazione della stampa residente a Roma.Per cura della stessa società assuntrice saranno addobbate ed illuminate a luce elettrica, la

Piazza Arnolfo e la Via Garibaldi.Il Municipio farà una distribuzione, di pane e di carne, ai poveri della città.Festa Popolare. La festa popolare non sarà sfarzosa, ne così particolareggiata.Le Associazione non sappiamo nel momento con quale condotta adotteranno, se cioè

saranno assorbite nella festa ufficiale o se crederanno più serio e più dignitoso per esse, davanti a questo sfoggio di ufficialità, l’adottare un razionale e giustificato riserbo.

Sappiamo che circola e si fa largo l’idea di effettuare un gran banchetto esclusivamente popolare, acciocché i lavoratori possano anch’essi in un modo pratico ed ordinato esprimere i loro voti.

Un comitato appositamente costituitosi sta pensando al modo più proprio per ricordare ai Colligiani l’pera spesa dal defunto Sindaco Carlo Ceramelli per ottenere la concessione della ferrovia.

Noi facciamo fervidissimi voti perché la festa si compia fra la generale allegria. Per quel giorno dedicato alla glorificazione della scienza, della civiltà e del lavoro, noi presentiamo che i cittadini sapranno mantenersi all’altezza del momento e cioè lontani dalla bassa adulazione che degrada la dignità del popolo.

Ben vengano i manipolatori delle Convenzioni Ferroviarie; benché avversari si accolgano con quella cordialità che è propria dei cittadini ospitali, ma non si aduli nessuno, non si approfitti del momento per mistificare la ………… popolare.

Questo lo diciamo perché tutti in……..ano e sappiano quali sono i nostri .. . . . . . .menti.

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……….. AL MERITO. Giovedì scorso ……………..ri della Vetreria Schmid fa…………….esentare da un’apposita Commissione …………. E un indirizzo di riconoscenza ……………… fratelli Schmid e al Cav. Lepri …………..o, per quanto questi egregi signori ………..o fare nell’interesse di quelli ………… non solo, ma anche per l’avvenire economico ed industriale della città.

PER LA CREMAZIONE. Si è costituito un Comitato per la val d’Esa allo scopo di costituire un fondo necessario all’acquisto di un forno crematorio mobile. Lodiamo caldissimamente l’idea e poniamo le colonne del nostro giornale a disposizione del Comitato medesimo, credendo in tal modo per quanto sta a noi, di aver cooperato a che questa bellissima e liberale idea, venga effettuata.

SAN GIUSEPPE. I clericali hanno anche quest’anno compiuta sani e salvi la processione del padre putativo di Gesù.Ne siamo lieti. Il popolo educato e civile davanti alle aberrazioni di un fanatismo medioevale e barbogio, davanti al compassionevole spettacolo della popolazione di campagna che lavora per dare ricchezza a tutti, asservita e cretinizzata, da chi personifica l’ozio e lo scrocco, l’ipocrisia e la menzogna, il popolo civile ed educato, davanti a quella striscia di scarti e di invalidi, di ragazzi e di furbi, deve trovare un sorriso di compassione. Ecco perché noi vogliamo le processioni, ecco perché non facciamo premure perché cessino. Una pagliacciata di più dei nostri nemici, che sono pure i nemici di Italia, è una vittoria nostra.

La Martinella del 29 marzo 1885Pagina 1, 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

LA, INAUGURAZIONEDELLA FERROVIA A COLLE.

Volgiamo il pensiero alla tomba solitaria di Bardeggiano ed al ricordo di Carlo Ceramelli ci scopriamo il capo Per noi è dovere di onesto partito di riconoscere il merito di chi operò di pubblico bene. Salutiamo pure il Sindaco attuale, Cav. Giuseppe Lepri, perché devesi soprattutto alla costanza del Ceramelli e di lui se Colle oggi è allacciata dalla ferrovia. Ne manchiamo di tributare elogio ai consiglieri Municipali che appoggiarono la iniziativa; ai cittadini che accettarono volenterosi i sacrifici, senza dei quali il sogno trentenne non poteva diventare una realtà; all’Ing. Giovanni Iecini che con studi compiuti a proprie spese e con utili conferenze, contribuì a tener vivo il desiderio della ferrovia e propugnò il sistema di scartamento ordinario; all’ex Ministro Baccarini che riconobbe l’importanza del braccio ferroviario Poggibonsi-Colle-Saline ed operò in guisa che questo avesse effetto. Insomma noi che riconosciamo nel fatto che oggi si festeggia la base di un poderoso sviluppo industriale per la nostra città, non possiamo non apprezzare tutte le forze che hanno contribuito alla riuscita. E perché ad ottenere il coronamento di un’opera relativamente grande, occorre sempre l’azione indefessa di chi n’è a capo, così crediamo esser giusti attribuendo il merito principale a chi, dinanzi agli ostacoli, non piegò, ma raddoppiò di energia.

** *

La festa oggi, per la sua importanza, non ha riscontro negli annali, colligiani. Essa rappresenta la unione dell’ingegno e della volontà con le forze benefiche della natura, e il connubio di queste forze genera sempre il lavoro e la prosperità. E’ una festa della civiltà moderna affermante un fatto destinato a portare il beneficio perenne e noi sentiamo l’alta serenità di questa festa pensando che il lavoro è il segnacolo; quindi il grido che ci erompe da petto è: Viva il lavoro!

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** *

Voi che venite dalle grandi città dove l’arte italiana ha seminati i suoi capolavori; Voi che venite dalle fertili pianure bagnate dall’Arno; Voi che venite dai vicini colli ricchi di vite e di olivi che intorniano la bella Siena, traversando le nostre strette valli e volgendo gli occhi alle ripe scoscese del nostro piccolo fiume, avrete forse trovato che Colle se ne sta in mezzo ad una zona quasi selvaggia; ma pure nell’avvicinarvi alle nostre mura avrete sentito un insolito movimento; un movimento di macchine commisto al rumore di acque cascanti: ebbene questa acque sono appunto la ricchezza che natura ha concesso alla nostra città. Queste acque aspettano due coefficienti per triplicare la produzione; aspettano la facilità dei trasporti e questa è già un fatto: ora aspettano la intelligenza a porre nella ruote della industri il capitale.

Non sarà forse un vantaggio di tutti se la piccola Colle potrà divenire un emporio industriale di qualche importanza? . . . . L’esempio del lavoro non fortifica e rialza le nazioni?

E qua – lo diciamo senza adulare – l’operaio non è fiacco. Ama di farsi onore nel lavoro in ragione di quanto ama essere rispettato nella dignità.

Noi dunque ripetiamo il grido: Viva il lavoro!

LA FESTA DELLA FERROVIA. Oggi giungeranno coi treni di Firenze e di Roma, alla corsa delle 9 e minuti, tutti gli invitati, che ricevuti alla stazione di Poggibonsi dal Sindaco e dalla Giunta Municipale, si porteranno a Colle col treno inaugurale. Alla stazione dirà poche parole il Sindaco e quindi gli invitati visitate le industrie paesane, prenderanno parte al banchetto servito da Doney che sarà dato circa alle 3 pomeridiane nel locale della stazione. Dopo il banchetto la festa ufficiale sarà finita e gli invitati ripartiranno con la corsa delle 6 e minuti.

La sera musica ed illuminazione in Colle bassa.Nella Piazza Arnolfo addobbata a festoni, a bandiere, a fiori, splenderanno 5 lampade

elettriche, mentre le bande elettrizzeranno il popolo, con scelti concerti musicali.Sono informato che giungeranno ma Colle molte persone onde assistere alla festa. Anche

molti amici democratici della città e paesi circonvicini coglieranno questa occasione per venire a stringere la mano agli amici di Colle.

Benvenuti! Benvenuti, tutti.

ANCORA DELLA FERROVIA. Lunedì 30 sarà aperta al pubblico la strada. Ecco le condizioni e i prezzi dei biglietti. Nel prezzo del biglietto non è compreso la tassa di bollo. Fra Colle e Poggibonsi saranno messi in vendita biglietti d’andata e ritorno con le norme in vigore nelle FF. RR. ai prezzi di £. 1,05 per la 1^ classe, £ 0,60 per la 2^ classe, non compresa la tassa di bollo.

Alla Stazione di Colle saranno venduti biglietti d’andata per le seguenti Stazioni delle FF. RR. , Firenze, Signa, Empoli, San Miniato, Pisa , Livorno, Ponte a Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Arbia, Siena, Asciano, Rapolano. Lucignano, Sinalunga, Montepulciano, Chiusi, Orvieto, San Giovanni d’Asso, Torrenieri,

Alle suddette Stazioni saranno venduti biglietti diretti d’andata per la Stazione di Colle d’Elsa.

Alla Stazione di Colle saranno venduti biglietti d’andata e ritorno per le seguenti stazioni delle FF. RR. Firenze, Pisa, Livorno, Siena, e viceversa.

Pel servizio cumulativo i viaggiatori muniti di biglietto di 1^ o di 2^ delle FF. RR. prenderanno posto nei compartimenti di 1^ della Colle Poggibonsi, e quelli muniti di biglietto della 3^ classe della FF. RR. prenderanno posto nei compartimenti di 2^ della Colle Poggibonsi e viceversa.

I ragazzi di età inferiore ai tre anni, saranno ammessi gratis nelle carrozze, purché siano accompagnati e non occupino il posto di un viaggiatore; quelli dai tre ai sette anni pagheranno la metà della tassa stabilita per gli altri viaggiatori.

Ciascun viaggiatore a diritto di portar seco senza pagamento un bagaglio che non pesi più di Kg 20 e non ecceda il volume di mt. 0,50, x 0,25, x 0,30 purché non incomodi gli altri viaggiatori e

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non tramandi cattivo odore. Sono escluse dalle carrozze di 1^ classe le cassette di legno a spigoli vivi, di qualunque dimensione e quelle rivestite di lamine metalliche.

BANCA POPOLARE. Dal 16 del corrente mese, questa banca, per un Convenzione passata con la Banca Nazionale Toscana ha assunto l’ufficio di corrispondente dell’Istituto medesimo, diventando così piazza bancabile. In conseguenza la Banca Nazionale Toscana ammetterà d’ora innanzi allo Sconto presso le sue sedi e Succursali gli effetti scadibili sulla piazza di Colle, facendone rimessa alla Banca Popolare perché ne procuri l’incasso.

In conformità sempre delle convenzioni suddette è stato aperto e attivato un conto corrente con facoltà reciproca di emettere assegni bancari sopra le rispettive sedi e succursali della Banca Nazionale, e di questa di Colle.

Nel giorno 5 Aprile prossimo a ore 3,00 pomeridiane nella Sala del Palazzo Municipale avrà luogo l’Assemblea generale degli Azionisti per discutere il seguente ordine del giorno.

1° Discussione e approvazione del rendiconto dell’annata economica 1884.2° Nomina di tre Sindaci e due supplenti.3° Affari diversi.Ove per mancanza di numero legale, l’adunanza non potesse aver luogo nel giorno indicato,

sarà tenuta nella domenica successiva 12 aprile detto allora medesima.

IL NUOVO VESCOVO. S. s. Leono XIII ha eletto Vescovo di Colle d’Elsa il Piovano di Socana D. Luigi Traversi. Costui nato a Bibbiena fu educato ed istruito nel Seminario di Arezzo ove poi fu Vice Rettore e maestro di morale.

In appresso ebbe un canonicato in quella Cattedrale di cui non poté avere il possesso per la incubazione in cui trovavasi la legge di soppressione e conversione. Ottenne la Pievania di Socana quando fu chiuso quel Seminario, alla quale chiusura si trovava egli e Mons, Pacini attuale Vescovo di Livorno. Per tre anni assisté spiritualmente il paese di Asciano ov’era un Capitolo di Collegiata

La Martinella del 5 aprile 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

L’INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA. La festa di Domenica riuscì solenne per il grande intervento di popolo dai paesi e dalle città circonvicine.

Come avevamo preveduto avvenne; la festa assunse due caratteri netti e precisati; popolare ed ufficiale.

La festa popolare si esplicò più che la Domenica, il Lunedì. Ora narrerò succintamente la festa ufficiale indi quella popolare.

Il treno ministeriale giunse preceduto da una staffetta alle 10 e 25 antimeridiane. Gli invitati salutarono col cappello le autorità; le scarse signore presenti, sventolarono con vera effusione i candidi fazzoletti, la banda intonò la marcia Reale ma applausi propriamente detti non vi furono, tanto che il momento più solenne della festa passò senza che il popolo che assisteva scarso e muto, applaudisse. Le ultime note della marcia reale si perdevano fra la generale freddezza, quando il Sindaco lesse nell’atrio della stazione al ministro Grimaldi (Genala era occupato con le Convenzioni) il discorso inaugurale. Rispose il ministro ricambiando i saluti rivoltigli e quindi uscì insieme al seguito sulla piazza Arnolfo stipata di popolo curioso e freddo, fra scarsissimi ed isolati applausi. Mancavano al ricevimento tutte le società colligiane. Indi, tre carrozze salirono in Colle Alta, quella del ministro, una di alcuni rappresentanti e quella sganglierata dei rappresentanti del Clero, che avevano presenziato alla cerimonia con l’aspersorio, forse per scacciarlo spirito satanico che sta chiuso nella caldaia della macchina e che avrà sorriso beffardamente di quei poveri preti non curati neanche da quelle autorità, che per assenza di carattere, non ebbero il coraggio di fare ameno di una cerimonia da nessuno richiesta e da moltissimi non voluta.

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Tornato alla sede municipale il Ministro, seguito da tutte le autorità, visitò la Ferriera Masson, la Vetreria Schmid e la cartiera condotta dai fratelli Meoni e quindi tutti gli invitati si avviarono verso la stazione dove venne servito il banchetto inaugurale.

Al banchetto parlarono il Ministro, il Sindaco,. Gli on. Chigi, Luchini e Barazzuoli il Sindaco Banchi di Siena ed altri mentre la banda del 19° suonava scelti pezzi e marcia reale.

Il Ministro ripartì alle 7,50 pomeridiane senza che la popolazione che numerosa passeggiava per la Piazza Arnolfo, se ne accorgesse neppure, tanta fu la freddezza con cui venne salutata la partenza del treno.

La musica del 19° ripartì all’ultimo treno accompagnata fino a Poggibonsi dalla banda colligiana e salutata da applausi ripetuti. Un grido di Viva Savoia! Echeggiò sconsolato e deluso e si perse fra i saluti che mandavano dai vagoni gli ultimi invitati che partivano con la musica del reggimento.

Il grosso della popolazione, pacifica ed ordinata, restò estranea a questi particolari, che io ho dovuto narrare per dovere di cronista.

Lunedì fu il vero giorno di festa popolare. Allontanatasi gli alti personaggi da Colle, la popolazione si abbandonò ad un vero entusiasmo e si vide affollata allo sportello dei biglietti a tutte le corse, ma più specialmente a quelle del pomeriggio. Il treno delle 2 e minuti era letteralmente stipato; tanto che la tassa del biglietto, fu riscossa in larga parte sui vagoni stessi. Furono venduti in tutto il giorno 273 biglietti di andata e ritorno, 26 pas par tuout e 130 di andata.

Al ritorno del treno delle 9 pomeridiane un centinaio di giovani tornati da Poggibonsi, dove avevano ricevute cordiali accoglienze, percorsero le vie principali della città bassa acclamando all’unione di Colle con Poggibonsi ed alla cittadinanza poggibonsese. Avevano seco una bandiera. nel bianco della quale era scritto Viva Colle e Poggibonsi!

All’indirizzo della Martinella pervenne da Livorno il seguente telegramma:Ai democratici festeggianti trionfo lavoro unico rigeneratore umanità in questi bassi tempi

amici Livornesi plaudenti.TACCONI ALBANESI GORINI ENZIO VENTURI MARZOCCHINI.

Alla sera per una fortunata combinazione, i democratici convennero ad una conversazione tenuta dall’illustre gentildonna Anna Maria Mazzoni e dal chiarissimo prof. Filippo Turati, coi democratici colligiani nelle Sale Garibaldi.

Questi egregi ospiti, arrivati a Colle inaspettatamente, nel pomeriggio del Lunedì stesso furono invitati a restare in quella sera per conversare qualche ora con i democratici colligiani.

All’invito insistente aderirono e la sera convennero, insieme ad altri nostri carissimi amici di Maremma alla riunione.

Era rappresentato in discreto numero anche il bel sesso.La signora Mazzoni invitata a parlare da Ettore Capresi, ringraziò tutti delle gentilezze

usatele ed espose succintamente le sue idee sul diritto di voto della donna. Indi prese la parola il chiarissimo Turati il quale con linguaggio spigliato rapido e concettoso espose il compito da essi assunto nell’inchiesta agraria e chiese agli intervenuti dei dati da servire per l’inchiesta stessa. Uno degli intervenuti con una opportuna interruzione, fece intendere che sarebbe forse stato pericoloso per qualcuno il farsi reporter di certi dati e quindi il Capresi espose al Turati stesso con linguaggio familiare, la situazione odierna dei lavoratori colligiani, e le loro condizioni igieniche , intellettuali e finanziarie.

Dopo il capresi, Vittorio Meoni formulò alla signora Mazzoni alcune domande sui diritti e le capacità femminili e fu allora che la illustre signora con un linguaggio addirittura affascinante espose le sue teorie sulla emancipazione mostrandosi donna di alto ingegno e retto sentire. Rilevo con esempi di un’evidenza pratica sorprendente, come la donna sia socialmente, moralmente politicamente e giuridicamente schiava e come nelle leggi sociali e nei costumi sia considerata come un essere appartenente ad una categoria speciale di viventi, a cui la natura ha date forze e funzioni sostanzialmente diverse da quelle dell’uomo. Ed a questa teoria che ella giustamente considera come la ragione del forte sul debole, ella oppose con ragionamenti ammirabili che la natura non forma categorie di individui a base del sesso, ma categorie di individui a basa di capacità.

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Perché se un individuo vi presenta tutti i caratteri di capacità per coprire una funzione o esercitare un diritto, devono farsi delle ricerche sul sesso di questo individuo? E’ forse dal sesso che trae le leggi della sua capacità?

Indi interrogata opportunamente sull’influenza del prete sulla donna ella rispose che il sentimento religioso ha sempre falsificato il concetto della donna vera; infatti Maria di religione diversa dal figlio che non si esalta di Lui trionfante nel campo della propaganda cristiana, e si mantiene fedele alla credenza ebrea dei padri suoi, ma che quando il glorioso suo figlio muore martire di un pensiero umanitario, sta inginocchiata e vinta da un sentimento materno ai piedi, della croce a compiere un dovere che la converte in eroina della maternità; Maria dalla barbogia ipocrisia dei sacerdoti è trasformata in una figura inanimata e passiva, impassibile e insipida, che dorme una vita di rassegnato cretinismo, sotto il manto compassato che l’arte ascetica dell’Angelico le getta, sulle spalle e sulla testa pelle tavolette a fondo astratto e metafisico dai colori convenzionale e presuntuosi.

Sempre con linguaggio chiaro e colorito, disinvolto e familiare, stringente ed arguto seguita descrivendo la donna nei monasteri, negli ospedali, sui campi di battaglia dappertutto usata dal prete come una delle basi della sua potenza. A questo punto un intervento interrompe dicendo – il prete sa adoprare l’attività femminile – e la Mazzoni di rimando fra gli applausi generali – Vorrei che la sapesse adoprarla la democrazia!

Dopo la signora Mazzoni parlò nuovamente il Turati sui diritti naturali della donna e quindi la riunione si sciolse fra gli applausi del numeroso e scelto uditorio.

E’ superfluo il dire che durante il discorso della signora Mazzoni gli applausi si successero incessantemente e più di tutti applaudivano le signore superbe di trovare chi rivendicava in modo così splendido i loro diritti, disconosciuti. La Martinella del 12 aprile 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Nelle geniali solitudini del pensiero, nel fiero egoismo della riflessione tacita avviene talvolta, insolito fenomeno, di vederci sorridere davanti, all’occhio della fantasia, vestita di seducente e di attrattive, quella stessa idealità che abbiamo più in uggia e che più combattiamo. Così l’uomo ha qualche volta dei momenti di vero abbandono nel quale si sente buono, infinitamente buono e vorrebbe avere vicino a se il suo più implacabile nemico, per stringere con lui quella pace che il Petrarca cantava cò suoi versi di rosea soavità, cò i suoi pensieri di riposata dolcezza.

Così è di me in questo fuggevole momento che scrivo e nel quale mi sento portato a riconciliarmi coi religiosi.

Le parole si formano sotto la spinta febbrile e minuta delle dita irrequiete, ma il pensiero va lontano nella storia fra l’epopee e i trionfi e si arresta con evidente soddisfazione sopra un immagine che li si disegna e li si colorisce davanti, come il concetto di una tela si forma nella mente dell’artista assorto.

E’ lo spirito religioso che mi ispira questa immagine.Parmi di vedere nel buio medioevale, una striscia immensa di popolo concorde, devoto,

disciplinato, evolversi per una campagna distesa e verde e fra quella macchia oscura fra la chiarezza del cielo e del verde campestre, scorgo come i brillanti di una corona; superbe bellezze di donna, vestite a maestosi paludamenti serici picchiettati di perle rilucenti, paggi giovani e belli, vestiti a colori vivi come il Folchetto del Grossi, valorosi e destri.

Trovator di lai maestri, e ricchi baroni, armati e tronfi di potenza, e soavi beltà bianche, di cera dall’occhio spento, rassegnate nel pensiero religioso, vestite di tonaca e di soggolo, ed ultimo un baldacchino splendente, sotto il quali il ss sacramento, sollevantesi fra le turbe prostrate, come nel Voto del Michetti, circonfuso di luce divina; luce suscitante in tutti i cuori commossi, la estatica speranza della eterna salvazione.

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Vedo poi quel popolo, inondare le chiese grandiose, aurate dipinte dal pennello dei Veneziani, del Correggio o dell’Angelico, le chiese di Arnolfo, di Brunelleschi e di Michelangelo; ed in quelle parmi sentire come un canto lontano, una modulazione canora che su in alto una preghiera, un’invocazione, un’incalzante singhiozzo, un lamentoso sollevarsi di un’anima al trono eterno di dio, un soliloquio sublime di un’estasiata obblivisione della terra, una trionfante e perenne divinazione della propria fede.

O luce eterna, che sola in te sidi,Sola t’indendi, e da te intelletta.Ed intendente te ami e arridi !

E quei trionfi e quella fede e quelle glorie e quei canti, oggi passati alla storia, mi suscitano la mestizia e sento il bisogno di dare un consiglio pensato e cordiale ai religiosi odierni.

<<Sopprimete il culto esteriore oggi ridotto a ridicola commedia, pensate dio nella solitudine del vostro pensiero ed acquisterete ancora la simpatia di questo popolo che pur oggi, con tanta luce di civiltà e di scienza, è sempre superstizioso. Vedete:le vostre cerimonie religiose (parlo ai cattolici colligiani) riescono ridicole e meschine>>

<<Ridicole le processioni composte di qualche bestemmiatore a cui affidate a fardello Gesù crocifisso, di contadini barocchi o furbi, di vecchi paralitici e barcollanti, di qualche figlio di vecchi sagrestani; meschino le funzioni fatte alla presenza di qualche clorotica signora che viene a cercare in chiesa quell’esaltazione nervosa che non ha potuto trovare in società; ridicoli e meschini i vostri poveri sepolcri dove le scarse isteriche figlie di Maria, fanno brutta ed appassita corona alle isteriche veccie; gialle, inodore beghine della fiori cultura>>

A Colle, credetelo, religiosi di tutte le sette, gli dei, se ne vanno davvero, le vostre cerimonie deserte lo provano, il vostro scoraggiamento stesso lo conferma: che l’anno scorso voleste ad ogni costo per rappresaglia processione Gesù morto a Campiglia e quest’anno ne avete abbandonata l’idea.

In none dunque dello spirito religioso, rispettate la fede vostra, onorate degnamente i vostri dei o lasciategli godere quel paradiso di pace a cui dopo tante lotte e sacrifici, sofferti per voi, hanno diritto.

NOTERELLE

DALL’APERTURA del tronco ferroviario, Colle ha preso un aspetto nuovo per l’affluenza di forestieri e per lo stesso movimento interno degli abitanti il quale è aumentato. Per dare un idea di questo movimento basti il dire che alla stazione di Colle, Domenica scorsa furono venduti 292 biglietti e il Lunedì 434-

IL PRESIDENTE della Società Filodrammatica di San Gimignano ci scrive per far noto che la causa che impedì la recita di Domenica scorsa, non fu che la malattia del basso-buffo, e che il trattenimento verrà dato una delle prossime domeniche.

LA BANDA tace; perché? Ci attendiamo dalla valentia del M. Trinci una maggiore attività, anche perché il paese possa prendere simpatia per questa graziosa istituzione.

BANCA POPOLARE. Oggi ha luogo l’assemblea generale degli azionisti che annunziammo Domenica scorsa. Ricordiamo agli interessati che oggi si discuteranno affari di notevole importanza per l’avvenire dell’Istituto e l’interesse degli azionisti. L’indifferenza in cose di generale utilità è una colpa e una cattiva abitudine di molti, che poi trovano comodo sparlare nei pubblici luoghi, di cose di cui non sono a conoscenza.

DOMENICA prossima scriverò un articolo per dimostrare la necessità di trasportare alcuni uffici pubblici in Colle bassa.

LANTERNINI. Nel palazzo che si costruisce ora in Piazza non ci ho mai veduto il lanternino d’obbligo. Questa mancanza è causa di molti sconci. Le buche della calcina sono vere

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sirene; sembrano spiazzate pulite di terra ed invece, infide ingannatrici, ingoiano i naviganti che veleggiano in quei paraggi.

Io personalmente conosco diversi Ulissi che sono caduti nelle braccia di quelle candide Sirene. Perché il regolamento edilizio fosse rispettato; bisognerebbe che l’ispettore invece di andare a fare le capriole davanti al Sindaco nell’Ufficio comunale, le facesse nelle buche della calcina come sopra ho ricordato.

La Martinella del 19 aprile 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Mantengo la promessa fatta nel numero passato e con questo numero comincio a dire la mia opinione sul trasferimento del Municipio e della Banca Popolare in Colle bassa.

Premetto che con questo breve articoletto non pretendo di approfondire la questione ma soltanto di agitarla: ponendo del resto a disposizione degli amministratori le co0lenne della Nota Colligiana per tutti i pareri e le proposte che possono farsi in proposito purché i pareri e le proposte siano ispirate al sentimento di giustizia e di buona amministrazione ed in quelli siano escluse le personalità e lo spirito di campanile.

Or dunque, venendo subito al concreto, io affermo che trasportando questi istituti in Colle bassa, si darebbe un forte impulso alla loro attività e per conseguenza ne verrebbe aumento nei medesimi, di valore e di vitalità.

D’altro lato gli amministrati, salvo lievi ed inconsiderabili eccezioni, ne risentirebbero notevolissimo vantaggio, perché posti in più prossimo contatto con l’autorità governante gli interessi amministrativi, accentuerebbero il loro zelo per la cosa pubblica aumentandone cosi la forza ed il valore. Aumenterebbe in sostanza lo scambio ( se così può chiamarsi) fra i mandanti ed i mandatari, e tutti sanno che il modo di comunicazione è uno dei massimi fattori del lavoro umano.

Quali i vantaggi che ritrarrebbe il Municipio da questo trasloco? Minore stipendio in tutti i titoli del bilancio: maggiore economia nelle spese e quel che più conta facilitazione massima nella compilazione delle liste elettorali e nei ruoli delle imposte, e continuo contatto con il più forte nerbo dei contribuenti, contatto che eliminerebbe tutti i piccoli disturbi che si originano dalla tardive proteste e contestazioni degli amministrati.

Quali i vantaggi che ne ritrarrebbero gli amministrati? Facile accesso nei locali del Municipio per la verifica di diritto sulle liste elettorali, sui ruoli delle imposte per i reclami d’ogni genere, per informazioni e qualche volta anche consigli ecc. ecc.

Ma sarebbe inutile l‘enumerare i vantaggi singolarmente, basta accennare che in Colle basa è la vita della città (tanto che la città alta rapporto) a vitalità potrebbe considerarsi come un sobborgo ed è vita industriale, commerciale e civile. Dalla città alta scendono gli abitanti per provviste alimentari, pel commercio e per tutti i loro bisogni.

In Colle bassa si fanno i marcati, le fiere, i contratti ( che poi bisogna portare a completare in Colle alta) in Colle bassa infine oggi c’è la ferrovia che può ben dirsi la molla di tutta animatrice di tutta la Città.

Una sola di queste ragioni potrebbe bastare a persuadere i Consiglieri Municipali a questo passo e noi speriamo che sorgerà in Consiglio una sollecita proposta, tendente a questo scopo.

Per il locale il Municipio potrebbe scegliere quello della Scuola Professionale, che ridotta come è oggi, povera scuola, può essere traslocata anche in qualche locale meno vasto.

Trasportato il Municipio viene di conseguenza il trasloco della Banca Popolare, che esercita l’ufficio di Esattoria comunale, che per legge bisogna abbia sede o nel palazzo municipale o poco lunghi. E’ superfluo il dire che se il trasloco del municipio è utilissimo, quello della Banca non è meno, perché chi da vita e prosperità alla Banca non è che il ceto industriale e commerciale che in Colle bassa abbonda. Ma per oggi basta.

Finisco col dichiarare che non mi stancherò di scrivere sull’argomento finché i voti dei due terzi dei Colligiani, non verranno appagati.

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NOTERELLEDOMENICA scora 12 corrente ebbe luogo lì’assemblea generale di questa Banca del

Popolo per la discussione e approvazione dell’esercizio 1884. L’adunanza in confronto dell’altre volte, può dirsi che riuscì numerosa.

Ebbe principio con la lettura della relazione dei Sindaci, monca relazione, che non istruì gli azionisti, ma la discussione che si impegnò su diversi titoli del bilancio ai quali furono mossi vari e non lievi appunti, avrà persuaso quei che stanno a capo di questo istituto della necessità che per l’avvenire gli affari vadano meglio. Quando si accennò alle ingenti spese d’esercizio e alla misura delle spese cui vengono gravate le operazioni di sconto per frutti provvisione diritto fisso ecc. la discussione divenne animatissima e vari soci protestarono vivacemente.

Il bilancio fu approvato non senza opposizione. A Sindaci furono confermati i Sigg. Ristori e Ponticelli e fu rieletto il Sig. Ulderigo Brogiotti che fino dai primi del decorso anno era dimissionario. Infine fu modificato lo statuto in quella parte che riguarda l’elezioni le quali d’ora in avanti verranno luogo con maggior comodo per gli azionisti.

Ne salutiamo con gioia questo risveglio e ci auguriamo che sia per esser duraturo.

GLI ABITANTI delle nuove vie dietro il palazzo Bottai reclamano per nostro mezzo al Municipio per ottenere che sia posto un lampione nel crocivio delle vie stesse. Hanno ragione!

TIRO A SEGNO. Essendo stato definitivamente approvato dalla direzione provinciale il bilancio 1885 ed il progetto del campo di tiro compilato dall’Ing. Maccantelli, siamo ormai certi che la nostra società mandamentale potrà finalmente cominciare tale utile e patriottica esercitazione.

Intanto si è provveduto ad un apposito locale per la direzione e per riprendere le interrotte lezioni di nomenclatura e scuola di puntamento.

Non appena sarà ritornato dal ministero la perizia-progetto del Campo di tiro sappiamo che la direzione ne solleciterà la costruzione.

Meglio così.

CASE OPERAIE. Abbiamo avuto dal consiglio direttivo della società Edificatrice il resoconto dal 1 Luglio 1884 epoca della sua fondazione.

Crediamo bene di pubblicarlo per farlo vedere ai retrivi che niente è difficile a chi vuole, e che con l’assiduità e la costanza tutto si può ottenere.

Desideriamo che il numero dei soci operai aumenti e che quanto prima si possa vedere in Colle la prima casa operaia.

NELLA SETTIMANA entrante avremo una visita del Cav. Del Beccaro Provveditore agli studi per la nostra provincia. L’egregio Professore, ne siamo certi farà intendere ai rappresentanti municipali, che ora è il tempo di dedicare un po’ più di attività e di buona voglia di educazione popolare.

- - - - - - - - - Ieri al Correzionale di Siena ebbe luogo il dibattimento per lì’accusa di violenza all’ordine

pubblico portata contro i 9 giovanotti di Colle. Difendeva l’on. Pelosini.Il Tribunale condannò Olinto Muzzi e Luigi Baroncelli a 6 mesi di carcere. Luigi Iozzi e Francioli Emilio a 45 giorni; dichiarò assolti Guglielmo Buccianti, Plinio Serni, Adelindo Ghini, Terziolio Pazzagli, Ildebrando Tognietti.

- - - - - - - - Domenica (12) alle ore 4 pomeridiane l’Associazione Democratica Alberto Mario ed il

Circolo Anticlericale Giovanile, andarono a deporre in silenzio sulla recente tomba dell’operaioRUBEN BERNABEI

Una corona di fiori, in omaggio alle domestiche virtù e alla fermezza di carattere dimostrata dall’estinto.

RUBEN BERNABEI. Morì giovane da libero pensatore, il 10 del mese corrente; 1’undici fu prò fatto trasportare dalla famiglia in forma religiosa al cimitero.

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Al ritorno della cerimonia civile le associazioni si sciolsero nel Teatro Bellotti-Bon, non senza prima avere assistito alle parole che pronunciarono in lode dell’estinto, alcuni suoi compagni di lavoro.

Durante la cerimonia civile, l’autorità di P . S. mantenne un rispettoso e lodevole contegno.La Martinella del 26 aprile 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Parliamo di locali. L’argomento è per me ( se debbo come voglio dichiararlo subito) leggermente improprio, ed io non scrivo che un articolo quasi presuntuoso, perché fra tutti i pensieri che passano per la mente mia, quello dell’alloggio lo negligo-anche perché, in questo momento dove il sentimento dell’arte cristiana agonizza e muore, lasciando ad erigere le abitazioni quell’arte mercantile e borghese costruisce i baracconi come il palazzo delle finanze a Roma e dove la cura dell’interesse igienico non è una cura, ma un lusso rettorico che si predica e non si effettua, è noioso perdere del tempo, a scrivere delle cose che supponiamo, non saranno ascoltate.

Ma Domenica scrissi del trasloco della Sede Municipale e della sede della Banca Popolare, e perciò oggi, presentasi la necessità di scrivere dei locali

Ne parlerò brevemente, per non eccitare la noia dei lettori e lo confesso, la mia.La sede della Scuola Professionale è adatta per Sede Municip0ale. In essa vi sono tutti i

comodi necessari ai bisogni dell’Ufficio. Sala delle adunanze più grande della attuale con Gabinetto di ritirata per la Giunta, gabinetto indispensabile e che manca nella sede attuale – Ufficio del Sindaco, Segreteria, Archivio, stanze per applicati ecc. tutte libere e comode, ariose e sane.

Per la Banca il palazzo di sua proprietà, in piazza Bartolomeo Scala. Ma quello che più urge costruire il Colle è senza dubbio il palazzo per le scuole. I locali

odierni sparsi incomodi, nascosti, angusti, insufficienti, non sono adatti alle scuole ne all’aspetto igienico, ne da quello della comodità.

Meglio di me, sanno i signori della Giunta che i fondi necessari alla costruzione di un palazzo scolastico non è difficile ne oneroso il trovarli, come sanno, che è sicuro, per questa bisogna, l’appoggio del chiarissimo Cav. Del Beccaro, provveditore, il quale avrebbe disposto (secondo informazioni attendibili) ad appoggiare tutte le iniziative che la nostra Giunta si sentisse in dovere di prendere, per risolvere una volta, questo quesito eterno dell’istruzione e dell’educazione popolare.

Non si riposi sui meritati allori ferroviari la odierna Giunta Municipale, perché nel paese c’è da far molto – giacché gli amministrati si lamentano per la insufficiente illuminazione, per la pessima viabilità ed un tantino per l’igiene pubblica senza contare i lamenti per l’istruzione, lamenti che si levano.

Come l’arena quando il turbo spira.

NOTERELLE

LA GITA D’OGGI. Oggi i Soci dell’Associazione democratica Alberto Mario e quelli del Circolo Anticlericale Giovanile prenderanno parte ad un fraterno convegno che avrà luogo a San Gimignano fra i democratici di Volterra, Poggibonsi, Colle ecc. Da notizie procuratemi, posso assicurare che la riunione riuscirà imponente e seria e probabilmente vi interverranno anche distinti uomini della Democrazia Italiana. Sono stati invitati gli on. Dotto, Severi, Simonelli e Maffi oltre ad altri. L’On. Maffi ha risposto all’invito con questa letterina.

Egregi AmiciVi sono riconoscente per l’invito alla fraterna riunione della prossima domenica, e, non

potendo per ragioni di famiglia, essere con voi, vi mando un affettuoso saluto.Agli egregi miei colleghi Severi e Dotto che avranno il piacere di essere costì, affido

l’incarico di essere presso di voi tutti interpreti della mia gratitudine per l’attenzione di affetto che vi piacque tributarmi.

Abbiate una stretta di mano dal vostro.

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Devotissimo ANTONIO MAFFI

ALCUNI bottegai sono stati da me perché dicessi pubblicamente, che è cosa fatta male, lo sforzarsi che fanno alcuni, di persuadere a servirsi per indumenti, fuori della città, recando così un danno rilevante ai lavoratori.

Convengo anch’io che piuttosto ché (forse per semplice moda) servirsi fuori di Colle, dovrebbero, i signori (che i poveri si tagliano e si cuciono i panni da sé e le scarpe se le mettono solo quando c’é la neve) incoraggiare ed aiutare il lavoro cittadino ed esorto, chi mi vorrà ascoltare, a far cessare questi lamenti.

ABBUONI. L’Amministrazione del tronco ferroviario ha deciso di concedere i seguenti abbuoni sul carico o scarico alla Stazione di Colle per le spedizioni non inferiori a 4 tonnellate.

1° Pietrami, legna da ardere, travi, pali, tavole di legno, traverse, carbone di legna, carbone fossile, lignite o scorza non macinata £. 0,60 a tonnellata

2° Sansa da macinare o macinata, cereali, farine e scorsa macinata £. 0,30,3° Ferro, ghisa e ogni altro metallo lavorato, greggio o in rottami, terre e concimi £. 0,20.

ANNUNZIO che l’Amministrazione del tronco ferroviario sostituirà al passaggio della Vallebuona alle catene i cancelli di legno per impedire disgrazie. Tutto il male non viene per nuocere. A questa decisione l’amministrazione ci è giunta in seguito all’incidente di sabato 18, nel qual giorno, il cavallo del postino di Radicondoli, a cui aveva preso la mano, ebbe ad essere schiacciato dal treno, se il macchinista non avesse sollecitamente fermato il convoglio.

APPELLO. I due giovani Olinto Muzzi e Luigi Baroncelli, condannati del Tribunale di Siena, per violenza all’ordine pubblico (il reato dei colligiani direbbe l’on. Narciso Pelosini) a 6mesi di carcera, hanno avanzato appello.

SAPPIAMO che circola petizione al Municipio per chiedere che via Garibaldi, sia posta in comunicazione con la via senza nome che il popola chiama – Dietro S. Agostino. – Trattandosi con questa congiunzione di dar maggiore viabilità alla via Garibaldi nella quale i negozi non lavorano granché appoggiamo anche noi la petizione.

REPORTER

La Martinella del 2 maggio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Da qualche tempo la Ferriera Massone erasi ridotta in uno stato tale da far temere serie conseguenze. Il timore degli operai e della cittadinanza s’a fatto cortezza: la Ferriera è in liquidazione.

Questa grave decisione è stata presa dall’Assemblea Generale degli Azionisti il 25 aprile p, p. come potranno rilevare i lettori dall’avviso che più sotto riproduciamo. La decisione è grave e può portare un gravissimo danno alla classe operaia, ma non è però improvvisa, perché tutti sentivano e vedevano che lo Stabilimento sarebbe addivenuto a questa necessità.

Nel manifesto s’invoca abnegazione dagli operai, perché vogliono non mostrasi ostili ai nuovi patti che saranno dettati dai liquidatori i quali in via d’esperimento non chiuderanno immediatamente lo Stabilimento.

Gli operai però nutrono viva una speranza ed è che questa liquidazione (nell’intenzione degli azionisti) sia stata ordinata più per sbarazzare il terreno dagli abusi ormai inveterati in quello come in tutti i vecchi stabilimenti, che per una vera e propria liquidazione. Il secondo capoverso del manifesto verrebbe ad avvalorare questa speranza.

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E’ indubitato che per rialzare amministrativamente e tecnica,mente lo Stabilimento occorreva una misura così radicale e se l’intenzione degli azionisti è stata questa, noi non possiamo (pur deplorando la temporanea crisi operaia a cui andremo incontro) che encomiare la loro decisione.

Aspettando che i fatti si compiano riproduciamo senz’altro il manifesto:

FERRIERA MASSON IN LIQUIDAZIONE_______________________________

Gli Azionisti di questa Società riunitosi ieri in Adunanza Generale hanno dichiarato che la medesima deve ritenersi in stato di liquidazione.

Questa decisione che fu imposta agli Azionisti dagli obblighi assunti verso i terzi riuscì ad essi tanto più dolorosa in quanto che essi ben conoscono a quali tristi conseguenze porterebbe per molti degli operai qua impiegati la cessazione immediata delle lavorazioni.

In tale considerazione nelle norme stabilite per la liquidazione è rimasto decretato che debba farsi ogni tentativo per mantenere attive le lavorazioni per quanto ne sarà possibile compatibilmente alla condizione della Società e facendo le maggiori economie nel personale e sugli stipendi da corrispondersi.

E’ pertanto nostro dovere di ridurre tutto il personale al minor numero possibile e di limitare le paghe dei Maestri e degli Operai. Noi siamo sicuri che gli Operai sottostaranno alle nostre decisioni, considerando che questo forse sarà l’unico modo di prevenire una maggiore rovina per tutti.

Auguriamoci tempi migliori me allora non si vorrà certo dimenticare dagli interessati, che gli operai hanno pure concorso con i loro sacrifici agli sforzi fatti per mantenere attiva questa Industria che tanto onore recò al suo fondatore e alla città di Colle.

Colle d’Elsa 26 Aprile 1885

I Liquidatori ERNESTO NAGNI RODOLFO CLAIN

La Martinella del 10 maggio 1885Pagina 4 NOTE COLLIGIANE

Con l’animo interessato alla fortuna degli operai colligiani, e lieti di vedere la crisi temporanea che attraversa la Ferriera Masson, assumere una sentenza non tanto disastrosa per i lavoratori, diamo la buona notizia che lo sciopero che gli operai, con giusta ragione, minacciavano è stato scongiurato; per essere scesi i liquidatori a più equi consigli e per l’abnegazione generosa degli operai, i quali accettarono di rilasciare il 5 per cento sulle paghe, perché la Società della ferriera si salvi.

Avrebbero gli operai, con lo sciopero, costretta la Società ad una disastrosa liquidazione; invece hanno preferito accettare il 5 %, e di questo ne rendiamo la devota lode ad essi.

Lo sciopero, sommato tutto, avrebbe forse avvantaggiate le condizioni generali degli operai, perché la Società avrebbe ceduto; con sensibile deprezzamento, lo Stabilimento ad altri che si sarebbero trovati già in condizione tale da dare un forte sviluppo alla ferriera; ma anche lo sciopero non viene mai solo e imperante il sistema odierno di governo, c’era il caso di vedere compromessi degli operai con molta facilità e le condizioni dei fatti si sarebbero sempre più aggravate.

Accettato dagli operai il 5% si entra in un periodo più facile di soluzione. Ora sta allo zelo e all’avvedutezza dei liquidatori, il sapere liberare lo Stabilimento dall’elemento insipiente e passivo, e ridare allo stesso la vita che ebbe.

Vadano con coscienza i signori liquidatori a trattare con gli operai e si ricordino che chi lavora a più diritto al rispetto, di chi sfrutta il lavoro altrui e che più che il pensiero di rialzare il

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valore dei titoli, deve imporsi quello di rialzare l’avvenire dei lavoratori, che si sono saputi sacrificare oggi, come sapranno mostrarsi riconoscenti a chi, con l’animo disposto a generosità, saprà in tempi migliori riparare alle difficoltà presenti.

Oltre l’aver richiesto il 5 % sono già stati licenziati tutti gli impiegati e una ventina di operai. Alcuni impiegati saranno forse riconfermati con paga ridotta, gli operai no.

I signori liquidatori, inoltre, farebbero molto bene a consigliarsi anche con i semplici operai, specialmente per le informazioni riguardanti i caporali ed i capi-stanza, perché gli operai che da questi dipendono, sono più di ogni altro di fornire dei dati precisi. Fra i licenziati ultimi, vi sono anche gli operai che lavorano nello Stabilimento da più di 20 anni! Per alcuni dei licenziati è stata una rovina, perché forse non potranno tanto facilmente impiegarsi di nuovo. Speriamo bene.

NOTERELLE

Oggi alla Società Operaia alle ore 2 pomeridiane ha luogo l’Assemblea Generale dei Soci della Società per le case operaie. I soci sono pregati a non mancare.

MOVIMENTO FERROVIARIO. Domenica scorso in occasione della Festa a Romituzzo (museo di stinchi di legno) furono rilasciati alla nostra stazione 681 biglietti.

SEMPRE COSI’. I lettori si ricorderanno del processo per disturbo di pubblica quiete svoltosi nella nostra pretura contro sei pacifici giovanotti, forse in ordine alle circolari che si passano ai carabinieri e nelle quali si parla a questi, di compiere un dato numero di arresti al mese.

Si ricorderanno che in quel processo ci furono dei testimoni o quali sulla loro coscienza giurarono di non aver sentito cantare i medesimi giovanotti e di ritenere, giudicando da certi atti che uno dei carabinieri che contestarono la contravvenzione a quei giovani, fosse ebbro.

Or bene dietro istanza del Delegato di P. S. e del nostro bravo Pretore, la Sezione d’Accusa del Tribunale di Siena ha nientemeno che promosso l’azione penale contro quei testimoni per falsa testimonianza. E’ inutile dire che in città, questo modo franco e disinvolto di compromettere i processi continui, la gente che compie onestamente i propri doveri di cittadino è stato riprovato vivissimamente. Ormai siamo sottoposti, più che alla legge, agli umori dei funzionari- Orami è capita da tutti; le istituzioni giudiziarie, sono ridotte un’appendice del potere governativo. Orami non c’è che aspettarsi che il giorno, nel quale il popolo, questa canaglia magnanima, ecc. ecc.

Rovini il mondo, ma i carabinieri non prendono sbornie; venga il colera, ma i democratici sono schiamazzatori, nasca l’Anticristo, ma si salvino le istituzioni! ! !

Aventi, avanti Savoia, di questo passo!

IL M. BACCHINI. Co vero piacere diamo la notizia che il quadro parlante dell’egregio M°. Bacchini, che avemmo per qualche tempo maestro di musica a Colle, ebbe uno splendido successo la sera di Sabato 2 corrente al Teatro Salvini di Firenze. Furono bissati 5 pezzi e l’egregio maestro ebbe 20 chiamate al proscenio.

Mentre inoltriamo i nostri complimenti al chiarissimo maestro, annunziamo che l’egregio M°. Trinci a nome di tutti i musicanti colligiani, invierà al Bacchini un indirizzo di congratulazioni.

ALCUNI PADRI di famiglia sono venuti da noi per pregarci di ammonire pubblicamente una maestra delle scuole infantili che picchia i fanciulli.

Noi giriamo la preghiera a chi e preposto alla sorveglianza delle scuole e ci riserviamo, qualora questa barbara teoria pedagogica fosse sempre applicata dalla suddetta maestra, di pubblicare anche il nome della medesima, anche perché le altre maestre non cadessero nel sopsetto del pubblico.

NOTA TEATRALE

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La gradita visita fatta a Colle dai bravi Dilettanti Filodrammatici di San Gimignano ha lasciato tanta buona impressione, che noi sentiamo il grato bisogno di tributare a quei giovani egregi le mostre lodi, sicuri d’interpretare i sentimenti della maggioranza dei Colligiani.

Nelle sere di sabato e domenica 25 e 56 Aprile p. p. avemmo il piacere di vederli sulle scene del nostro Teatro e non possiamo a meno di applaudire ai loro meriti, dovuti, senza dubbio, ad un costante studio ed al grande amore che portano all’arte cui dedicano i loro momenti di ricreazione.

Nella <<Marcellina>> di Marenco, eseguita sabato sera, lavoro drammatico in versi di difficilissima esecuzione, vuoi per la resa di alcuni punti eminentemente drammatici e poco verosimili, vuoi per la prolissità di alcune scene violenti, seppero riportare ben meritati applausi e chiamate al proscenio, avendo ciascuno degli esecutori interpretata la propria parte con disinvoltura, accuratezza e diligenza, cose non sempre riscontrabili nei dilettanti.

La protagonista Signorina T. Cianferotti mostrò di sentire potentemente la sua parte e se in alcuni punti non poté esternare tutta la potenza del sentimento, ciò devesi ascrivere a mancanza di mezzi fisici corrispondenti, non a difetto di studio e di intelligenza.

La serata di Domenica riuscì assai più divertente per la varietà del trattenimento.<<Un idillio>> Recitato molto bene dalla Signorina G. Stefanini e dall’egregio maestro C.

Benucci, e l’Operetta <<Don Pasticcio>> divertirono molto, e nella loro esecuzione provocarono più volte gli applausi; ma ciò che piacque più di ogni altro fu la farsa <<Le Astuzie di Vespina>> interpretata mirabilmente dalla Signorina T. Cianferotti, la quale dimostrò così di riuscire assai meglio nella parti brillanti, che nelle drammatiche, per le quali alcuni mezzi naturali le fanno difetto.

Il Signor C. Benucci Direttore della Filodrammatica ha saputo accozzare un bell’insieme di egregi dilettanti tanto nella prosa che nella musica e se,. Come è da credere, ciascuno persisterà nello studio, questa vasta associazione non può che recare benefici effetti nella popolazione di San Gimignano. E’ con lavoro e con lo studio che si formano i caratteri, e con l’associazione concorde delle intelligenze che si vincono le incruenti lotte onde s’avanza il civile progresso; e con il riflesso costante d’un ideale, risvegliato ad alimentato dall’arte, che l’animo si spinge al bello, al buono , al vero. Avanti dunque; voi siete nella buona via; gutta cavat lapidem; è la vostra goccia civilizzatrice, costante, ostinata, cadendo dal freddo marmo delle viete superstizioni, vi lascerà indelebile traccia. Avanti, Avanti! Non vi curate del cinico che sorride, dell’idiota che non vi comprende, del maligno che vi intralcia la via; le basse passioni di costoro lasciate nel fango che non può toccarvi.

Una buona e cordiale stretta di mano a tutti.

La Martinella del 17 maggio 1885Pagina 3 e 4 NOTE COLLIGIANE

Si avvicina a gran passi l’anniversario terzo del giorno del quale Giuseppe Garibaldi cessava di vivere. Da quel giorno come quando sparisce il sole dalla natura, l’orizzonte s’è oscurato e s’oscura sempre più, mentre spessi lampi e sommessi brontolii di tuono, annunziando che sta scatenandosi una tremenda burrasca sulla testa di chi tradì il pensiero di Lui, di chi sfruttò i suoi eroismi, di chi derise, rubando negli scrigni popolari al Suo disinteresse, di chi sprezzando cinicamente il grido di <<giustizia>> sfuggito dalla bocca di migliaia di martiri, calpestata impunemente, sotto gli occhi di un popolo o stolto o colpevole, le più sante promesse, le più belle aspirazioni; e fino il diritto scritto nelle leggi.

Noi osiamo sperare che i cittadini di Colle vorranno, tenendo vivo il culto a questo Grande cittadino e patriota, dimostrare che nel pensiero popolare sorride sempre la fede in quell’avvenire per il quale Garibaldi si fece Grande; noi osiamo sperare che dal palazzo del ricco che sente la Patria, al tugurio del proletario che aspetta Giustizia, si farà la gara del patriottismo, per ricordare degnissimamente e fortemente questo GRANDE NOME, che quando fu PERSONA, fece battere il cuore di tutti, per le sue virtù cittadine e per il suo straordinario eroismo.

Le Associazioni popolari si preparano, cosi facciano i cittadini tutti!

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NOTERELLE

PASSEGGIATA MUSICALE siamo informati che per una delle prossime domeniche i musicanti delle bande di Colle, San Gimignano, Poggibonsi e Staggia stanno organizzando una passeggiata primaverile. Il luogo di convegno sarà probabilmente Colle. Questo convegno ha una scopo altamente lodevole; affratellare sempre più i cittadini di questi paesi.

Eppur si muove! Pochi anni indietro fra questi paesi e nelle bande musicali in specie, regnava un’avversione ingiustificata e stolta, che generava spesso disordini e qualche volta risse. Oggi questi cittadini, affratellati dall’amore dell’arte gentile della musica, aspirano a riunirsi cementando l’accordo con un banchetto che per quanto modesto possa essere, sarà sempre suggerito da un nobile sentimento; la fratellanza !

PROCESSO RELIGIOSO. Mercoledì alla nostra Pretura si svolse il processo per atti di sfregio contro una sacra immagine di terra cotta, situata fuori Porta Nuova.

L’imputato era un contadino, certo Gennai di 18 anni, il quale arrabbiato contro la Madonna per aver perduto al giuoco, scagliò contro l’immagine un sasso, accompagnando quell’atto iconoclasta con un armonioso accordo di moccoli. Quel contadino fu condannato a 40 giorni di carcere! Era difeso nientemeno che dal CARCERIERE Alfonso Tolosani

Alla larga dalle immagini di terra cotta!

MARTEDI’ scorso un giovanetto di circa 13 anni certo Malandrini Giovanni veniva correndo per quella via senza nome che congiunge via della Pieve in Piano con via Masson. Giunto alla cantonata del Marri si imbatté in un calesse che veniva da Vallebuona e per la fretta di arrestarsi onde evitare lo scontro , sdrucciolò proprio sotto la ruota del calesse. Si vide la ruota passare sull’addome del giovanetto il quale si contorse per lo strazio e cominciò a gridare. Raccolto, dopo qualche minuto disse di non sentire altri mali ed infatti andò a casa da se. Ora è fuori di pericolo, però è contuso e sgraffiato malamente .

La disgrazia fu assolutamente fortuita, poiché il guidatore del veicolo aveva anche arrestato il cavallo, il quale andava di trotto regolare.

SCAPIGLIATURE. Mercoledì prossimo in Repubblica (non si spaventi il Procuratore del Re, perché a Colle, il popolo chiama sempre Repubblica quella sezione della città alta che nel medio evo, si reggeva a libero comune repubblicano) alcune donne si azzuffarono e si picchiarono bravamente. Oltre le busse si ripulirono, come suol dirsi, dal capo ai piedi; però (cosa notevole) senza mai bestemmiare. Dopo un quarto d’ora di lotta verbale e fisica, furono separate. La causa, forse chiacchiericci e pettegolezzi femminili.

FERRIERA MASSON. Fino ad oggi nello Stabilimento Masson in liquidazione, non sono avvenuti altri fatti, degni di esser notati: se qualcosa avverrà (ciò che non crediamo essendo stae appianate le più pericolose difficoltà) ne terremo informati i lettori.

VETRERIA SCHMID. Annunziamo che fino dal 14 corr. La Vetreria Schmid è stata acquistata dal figlio Giovan Battista, il quale ha assunto il titolo di erede ed esclusivo proprietario della stessa. Cessato lo stato anormale per quale ha vissuto per molti anni, è sperabile che cominci anche per quello antico stabilimento, una vita florida e rigogliosa. Cosi anche gli operai staranno meglio.

ADUNANZA MUNICIPALE. Nell’ultima adunanza Municipale, che ebbe luogo il 6 corrente, furono trattati i seguenti affari:

Fu approvata la lista amministrativa con n.° 507 elettori, dei quali 46 nuovi, iscritti dalla Giunta d’ufficio, nell’anno corrente.

Fu autorizzata la Giunta a porre due nuovi lampioni, uno in via dell’Agio ed uno in via Maremmana presso la casa degli eredi di Pietro Buccianti ad aumentare l’illuminazione in piazza Arnolfo ecc. ecc.

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Venne annunziato che i consiglieri Meoni Francesco, Bilenchi Raffaello, Sestini Gelasio, Meoni Baldassarre e Bimbi Pietro decadono nell’anno corrente, i primi tre per anzianità, il quarto per morte, il quinto per dimissione.

La Martinella del 24 maggio 1885Pagina 3 NOTE COLLIGIANE

Alcuni dei nostri lettori ci muovono rimprovero perché non abbiamo continuato la polemica sulle pubbliche scuole e ci accusano così di aver trascurato un argomento di grandissima importanza.

È per noi soddisfazione dell’animo il poter rispondere: che se abbiamo tralasciato di scrivere sull’argomento delle Scuole, ciò abbiamo fatto non per trascuratezza, ma perché non volevamo intralciare la via a chi poteva e doveva occuparsi seriamente della riforma delle nostre scuole; perché noi, tenendo dietro all’andamento di esse, con diligente cura, abbiamo potuto persuaderci che c’era chi ci pensava ed operava costantemente. Ed oggi, dopo gli esami semestrali, dopo un’altra visita del R. Provveditore, possiamo assicurare i nostri lettori che le Scuole di Colle camminano sulla buona via del progresso, e se le belle speranze non falliranno, non sono neppure molto lungi dal toccare la meta desiderata.

Di buono si è già ottenuto questo:1° Distribuzione delle classi a forma di legge con insegnanti tutti forniti di patente e tenuti a

stipendi legali.2° Miglioramento e maggiore diligenza da parte degli insegnanti e quindi migliori risultati

ottenuti dagli alunni.3° Applicazione dei migliori metodi didattici ai quali anche le maestre più anziane si vanno

adattando. (Dovrebbesi fare qualche eccezione, che volentieri si lascia sulla penna, nella speranza che i buoni avvertimenti serviranno in avvenire a cancellare anche queste eccezioni).

4° Notiamo per ultimo che il prete va perdendo a poco a poco il suo prestigio presso gli insegnanti e presso gli alunni, poiché l’obbligatorietà dell’insegnamento religioso, bene spiegata agli insegnanti non come materia di esami, ma come pretto insegnamento facoltativo, diventa un dovere assolutamente effimero; tanto per i maestri e per le maestre, come per gli alunni.

Manca ancora di ottenere molto e fra questi:1° L’impianto di un Asilo d’Infanzia, che ormai non è più cosa impossibile, ma di

facilissima attuazione, come vedremo in seguito.2° La costruzione di un apposito e grandioso edificio scolastico, fatto secondo le leggi

pedagogiche e igieniche, dove riunire tutte le scuole elementari; ed anche l’attuazione di questo progetto non è più cosa impossibile come vedremo in seguito.

3° L’aumento del materiale scolastico; ed è questione di poche lire.4° La nomina di un Delegato Scolastico Mandamentale, poiché ora non lo abbiamo e ciò

spetta al Governo.5° La nomina di un Direttore Didattico autorevole per austerità di costumi e studi

pedagogici; ed anche questo non è difficile ottenere poiché vogliamo credere verrà posto in pratica anche qui come altrove, il progetto di un Direttore Scolastico Consorziale, il quale funzioni per più comuni che concorrono al suo stipendio con quote proporzionali al numero delle Scuole.

E per oggi basta.

NOTERELLE

RETTIFICA. Il Sig. Alfonso Tolosani ci prega rettificare che ne <<processo religioso>> del 14 corrente egli non difese il Gennai. Ben volentieri rettifichiamo e preghiamo lo stesso Tolosani a scusare il cronista (lo scrivente) dell’involontario errore, generato da una inesatta informazione pervenutagli.

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SERVIZIO TELEGRAFICO. Dal giorno 20 corrente è stato aperto al pubblico nella stazione ferroviaria il servizio telegrafico dei privati. L’ufficio sarà aperto tutti i giorni dalle ore 7 alle 11 antimeridiane e dalle 2 alle 9 pomeridiane.

Sarebbe ora giusto che l’altro ufficio telegrafico, venisse trasportato in Colle alta.La bella sorpresa ce la fecero domenica gli allievi della palestra senese. Mente sana in corpo

sano, i quali (60 circa) sotto la direzione dell’’infaticabile Nomi dopo aver traversato per vie scoscese e difficili la Montagnola senese, giunsero fra noi belli, franchi e disinvolti al suono delle brillanti marce della loro fanfara.

Dopo breve sosta partirono per Poggibonsi salutati da numerosi amici che si augurano di rivederli presto in questa città.

TIRO A SEGNO. E’ stato in questi giorni fra noi un Ufficiale del genio militare per terminare gli studi del Campo di Tiro. Sappiamo che l’unica località che si presti per il medesimo è quella delle Lellere, perciò vogliamo sperare che i nostri concittadini proprietari di quella località non vorranno più opporsi alla cessione del terreno per si utile e patriottica istituzione.

- - - - - - - - - - Il giorni 31; domenica prossima, si riuniranno in Colle le Bande musicali di San

Gimignano, Poggibonsi, Staggia e Casole per prender parte unitamente alla nostra, ad un fraterno banchetto. Al prossimo numero il programma del geniale ritrovo. Siano intanto i benvenuti.

La Martinella del 31 maggio 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

UN VITTORIA. Venerdì 20 ebbe luogo al Tribunale Correzionale di Siena il processo contro Cardinali Giuseppe e compagni imputati di falsa testimonianza, reato perpetrato in occasione del processo per contravvenzione o meglio per schiamazzi pubblici intentato a sette pacifici giovanotti.

Malgrado le gravi deposizioni dei reali carabinieri il bravo avvocato Del Pela di Castelfiorentino, seppe persuadere i giudici dell’innocenza di quei giovani quali vennero tutti assolti.

Siamo proprio dispiacenti di non poter fare qualche commento a questa assoluzione per ristrettezza di tempo.

Presto avrà luogo anche il processo sospeso per la contravvenzione ed allora ci faremo un dovere di far conoscere ai nostri lettori la perla di pretore che siede su al palazzo stemmato.

CERIMONIA CIVILE. Domenica scorsa alle ore 5 pomeridiane i soci dell’Associazione Democratica Alberto Mario e quelli del Circolo Anticlericale Giovanile andarono preceduti dalle bandiere di queste due Società a deporre una corona di fiori sulla tomba del giovane GUSTAVO LENZINI morto il giorno innanzi.

Gli intervenuti saranno stati circa settanta.Il LENZINI era socio della <<Alberto Mario>>. Era amato da molti per suo carattere dolce e

buono.

LA VISITA DELLE BANDE MUSICALI. Come annunziammo Domenica scorsa oggi ha luogo in Colle la riunione delle bande musicali di Poggibonsi, Casole e Staggia. Avrebbero dovuto intervenire anche quelle di San Gimignano, ma per difficoltà insorte all’ultima ora, queste non interverranno. Hanno però inviato ai promotori della riunione delle lettere gentili, nelle quali è espresso il pensiero della solidarietà

Noi diamo il benvenuto a tutti !

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Le bande arriveranno la mattina e saranno ricevute da una Commissione di musicanti colligiani. Indi si riuniranno nelle Sale Garibaldi della Società Democratica, e di li tutti uniti, si partiranno per percorrere tutta la città bassa al suono di marce militari.

Alle una pomeridiane si riuniranno a banchetto nella Locanda La Venezia e quindi alle ore 3 si porteranno sempre unite con la banda di Colle, nella città alta, dove si fermeranno un’or suonando per le vie pubbliche.

Quindi tutte le quattro bande con treno speciale andranno a Poggibonsi dove si tratterranno un’ora circa e salutato il paese con delle marce, le bande di Colle, di Staggia e di Casole ritorneranno a Colle dove verrà sciolta la riunione.

Domenica prossima daremo una larga relazione di questa festa civile e artistica.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE. Diamo la notizia che oltre i Consiglieri Comunali che nominammo in uno dei numeri passati, decade quest’anno, anche il Sindaco Cav. Giuseppe Lepri da Consigliere Provinciale..

La Martinella del 7 giugno 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANEL’ASILO. L’inchiesta eseguita nel R. Conservatorio di S. Pietro al principio del corrente

anno scolastico dal R. Provveditore agli studi per la nostra provincia, e provocata da alcuni articoli della Riforma, dell’Unione e da non pochi reclami privati, ha messo allo scoperto molti abusi, molte viete e perniciose abitudini nell’amministrazione e direzione del R. Conservatorio, onde buona parte delle rendite di quest’Istituto venivano malamente spese in feste religiose, in elemosine ai Conventi, nell’Obolo di S Pietro e in arredi sacri che giravano anche le altre chiese.

Dopo l’inchiesta vennero le dimissioni dell’intero corpo amministrativo, non escluse quelle dell’operaio Sig. Dini.

I dimissionari furono pregati dal Ministero di rimanere in carica.Dalla inchiesta era risultato che il Bilancio del R. Conservatorio aveva bisogno di radicali

riforme perche potesse essere corrispondente allo scopo dell’Istituto; e vi pose le mani lo stesso governo, mancando forse il coraggio degli amministratori di qui, di affrontare le ire dei ben pasciuti clericali, che vedono in quelle laute rendite delle eccellenti risorse.

Il governo manipolò il bilancio in modo, che ne risultarono delle belle economie, delle quali deve sorgere la nuova e benefica istituzione dell’Asilo per l’Infanzia. Il Sig. Avv. Marziale Dini, che fin dal principio della sua gestione ha abbracciata l’idea della nuova scuola e vi ha speso molte cure nell’attuarla, trova ora appianata la via alla sua opera benefica.

Noi sebbene già da più anni andiamo dimostrando la necessità e la facilità dell’attuazione dell’Asilo, non c’illudiamo però al punto da credere che tutte le difficoltà siano appianate; no! – Occorrono coraggio non poco e fermezza di carattere tetragono agli insidiosi colpi dei clericali, ma se queste due indispensabili qualità non verranno meno al Sig. Dini, e saprà con ogni mezzo procacciarsi l’appoggio del Municipio e della cittadinanza, non lo vediamo troppo lungi dal toccare la meta.

Intanto incoraggiamo il Signor Dini nell’opera egregia e coraggiosa. Le rendite che economizzerà dal Conservatorio non sono sufficienti? – Ebbene bisogna ricorrere al concorso del Municipio il quale, ben che versi in strettissime angustie, pure potrà trovare i mezzi per sussidiare l’Asilo, e diremo in seguito quali spese potrebbe a tale scopo convertire. – Bisogna ricorrere alla filantropia dei cittadini e raccogliere fino il centesimo dello scolaretto fio il soldo dell’operaio.

Avanti dunque, coraggio e fermezza ed all’opera generosa concorreranno tutti i buoni; dei cattivi non dobbiamo curarci!

NOTERELLE

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DOMENICA. Come avevamo annunciato ebbe luogo nella nostra Città la riunione di quattro bande musicali. La prima giunse quella di Staggia accolta dai componenti il nostro concerto musicale, poi quella di Casole e in ultimo quella di Poggibonsi.

Terminati i ricevimenti si sciolsero nelle Sale Garibaldi e a gruppi allegri e festanti si sparsero per la città .

Alle ore 12 in punto riunitesi nella piazza S. Agostino, formarono un solo corpo di banda, e intonato un passo doppio, appositamente scritto dall’egregio Sig. Maestro Antichi di Poggibonsi, percorsero Colle Bassa in mezzo ad una folla di popolo fino all’ora di pranzo, che fu servito nel giardinetto della locanda La Venezia per circa 130 coperti.

Il fraterno banchetto, malgrado il caldo che pioveva traverso i teli e gli incerati che coprivano il giardino, riuscì benissimo. Vi presero parte gli egregi maestri Trinci e Bizzarri e molti componenti le direzioni delle varie società.

Parlò per il primo Mangani brindando a Guido Monaco, poi il Galganetti salutò a nome della società di Colle gl’intervenuti, augurando che la cordialità e l’amicizia di cui hanno dato si bella prova i quattro concerti, serva a cementare sempre più l’affratellamento fra i cultori della gentile arte musicale. Il Sig. Noferi di Poggibonsi espose rapidamente la storia della musica e brindò alla maggior cultura e progresso di quella Arte per la quale si resero immortali Bellini, Rossini e Doninzetti.

Ultimo il Vignozzi con uno slancio veramente giovanile, pieno di fuoco, bevve alla salute dei convenuti a Colle ospitale e fra un uragano di applausi propose un voto di biasimo a tutti coloro che contrariano, o potendo, non incoraggiano le associazioni e i concerti musicali, fra quelli il municipio di Poggibonsi. Il Giustarini organizzatore della riunione, deplorò il non intervento della banda e della fanfara di S. Gimignano.

Dopo pranzo si recarono a rallegrare Colle Alta, e alle 6 pom. partirono tutti per Poggibonsi, accompagnati alla stazione da una folla di popolo.

La sera ritornarono che il nostro concerto e quello di Casole, il quale partì quasi subito per il proprio paese.

COMIZIO AGRARIO. Ecco il risultato delle Elezioni generali avvenute il 4 corr..

Vennero eletti: Dott. Alberto Dini Presidente, Prof. Riccardo Sestini Vice Presidente, Cav. Luigi Masson, Raffaello Salvetti e Avv. Riccardo Ponticelli Consiglieri. Dott. Antonio Pulselli Segretario e Dionisio Tramonti Cassiere.

COMUNICATO. Colle 1 Giugno 1885

Il sottoscritto, quale promotore della riunione musicale avvenuta domenica 31 Maggio decorso, ringrazia a nome dei Filarmonici di Colle i componenti dei Corpi Musicali di Poggibonsi, di Staggia e di Casole i quali aderendo gentilmente alla sua proposta contribuirono con la loro presenza a rendere brillante la festa, cementando così i vincoli di fratellanza che devono esistere fra popoli civili.

EUGENIO GIUSTARINI

La Martinella 7 Giugno 1885Pagina 1

GARIBALDI

In tutte le Nazioni, presso tutti i popoli civili, nei palazzi, nei tuguri, nelle officine nei campi, in questi giorni si parla di LUI. GARIBALDI ! GARIBALDI ! Mormora presago chi tiranneggia i popoli; GARIBALDI ! GARIBALDI ! Ricorda arrossendo e sostando nella lubrica via delle basse transazioni, chi un giorno suo milite, dimentica nell’egoismo concorrente dell’oggi il suo passato; GARIBALDI ! GARIBALDI ! Grida fremendo chi anela, e vuole giustizia, che vuole libertà; GARIBALDI ! GARIBALDI ! Evoca oggi l’artista, il poeta che reso insensibile e freddo dalla

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dorata, vile reggenza dei banchieri, ricerca nello splendore di una grandezza omerica il sentimento, l’ispirazione. GARIBALDI ! Pensa il filosofo che sente e prevede i risorgimenti popolari che sa la storia degli ideali e che assicura i dubitosi e gli scettici, che l’ideale di quel Grande si compierà intero.

Le ansie si accentuano, le speranze ritornano ad infiorare l’avvenire dei popoli, i pionieri aspettanti del progresso, rinfrancano in questi giorni la loro attività, perché un flusso di giovanile entusiasmo, una fresca vitalità di onesti propositi, ricircola in questi giorni di memorie, nuovo e fremente sangue nelle vene popolari.

Continua eterna, o bella poesia delle grandezze, continua sempre <<fin ché dei tempi la vergogna dura>>.

Continua, poesia delle grandezze, e fra tumuli dei forti che furono l’orgoglio del secolo, fra le pietre ove dormono le ossa sacre di Garibaldi, di Hugò, di Mario, solleva grandioso, immenso, avanti il mondo attonito l’inno della giustizia l’inno della ragione, l’inno alato delle battaglie che chiama alla pugna gigantesca e definitiva dei popoli, le falangi di chi soffre, di chi spera, di chi sogna il trionfo del Pensiero di quei Grandi.

Ho Garibaldi ! Ho Hugò ! Ho Mario ! Quante impazienze fremono e quante speranze sorgono!

Ma un pensiero di amore di concordia, si diffonde fra le turbe, ma i vessilli si alzano, ma una parola generosa e grande echeggia per le nazioni, ma davanti a tutti i troni, davanti a tutti i governi, tutti i popoli si levano coscienti a fronte alta a domandare: Giustizia!

Il vostro Ideale, o Grandi, che si è fatto COSCIENZA POPOLARE!

V. M.

La Martinella del 14 giugno 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

Crediamo far cosa grata ai nostri lettori riproducendo il Manifesto – programma pubblicato dal Comitato per le onoranze a GIUSEPPE GARIBALDI.

COMITATO PER LE ONORANZEA

GIUSEPPE GARIBALDICittadini

Alla madre terra le umane forme degli Eroi ritornano in fragile argilla disciolte e a memoria di loro effige a migliaia sorgono marmorei monumenti.

La storia intanto e le immagini gesta, e i sublimi sacrifici e gl’infiniti martiri descrive e registra in pagine indelebili.

L’umanità, riconoscente, la tradizione degli Eroi, invano non additerà ad esempio su quei monumenti e su quella storia.

-----------------Col 2 Giugno sono compiuti 3 anni dacché GIUSEPPE GARIBALDI, dalle lunghe pene e

dai gravi anni corroso, il fatale tributo alla terra rendeva e del caro estinto sulla tomba le cento città eressero un’ara di Gloria e di Amore e il mondo intero commosso ne celebrò l’Apoteosi.

Sono tre anni e lo vediamo ancora fra noi, dal dolce aspetto glorioso e lo sentiamo, vivente ancora, in tutto ciò che ne circonda; EGLI il padre della Patria nostra! EGLI l’invitto cavaliere dell’Umanità! EGLI l’eroe dei Due Mondi! EGLI fra i grandi, sublime !

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Sono tre anni e il compianto non cessa, che anzi, in mezzo alla corruttela presente più grande ne stringe il dolore e cresce nei cuori riconoscenti il bisogno di commemorare la gloria dei GRANDI che furono e dei quali ci opprime l’irreparabile perdita.

-----------------E per ciò, per compiere opera altamente civile che i sottoscritti rappresentanti de le

associazioni liberali cittadini v’invitano ad associarvi ad essi, onde la manifestazione di riconoscenza, dovuta al Grande Umanitario assume l’aspetto e l’imponenza popolare.

Il Comitato saluta pure riconoscente quelle Società liberali della città e dei paesi circonvicini, che vorranno onorare con la loro presenza la cerimonia.

Concittadini!Onoriamo degnamente QUEI che ci dettero una Patria al grido fraterno di:

Viva L’Italia, Evviva Garibaldi !Colle 14 Giugno 1885

IL COMITATO(Seguono le firme)

Programma. La riunione è in Piazza Arnolfo alle 5 pomeridiane da dove le Associazioni si porteranno alle Sale Garibaldi dove sarà deposta una corona al busto del Generale e pronunziato un discorso dal terrazzo delle sale medesime.

NOTERELLE

PROCESSIONI. Nei giorni scorsi come in tutti gli anni passati, i preti hanno fatto la corbelleria di far le processioni che sono riuscite, al solito, meschine, ridicole e grottesche. E quelle teste quadre del Seminario non hanno nella zucca rilucente neanche tanto buon senso da suggerire all’autorità ecclesiastica un po’ più d’accortezza, onde impedire queste cerimonie che a Colle si riducono a vere pagliacciate? Vi credevamo più furbi.

Una volta, dieci, venti anni fa,. Potevate dire rientrando in chiesa: La processione è riuscita imponente. I magistrati pubblici, i principali industriali, il popolo tutto prendeva parte alle cerimonie e fiori e festoni e arazzi adornavano le vie da dove passavate e tutto il popolo s’inginocchiava alla reliquia; ma oggi che nessuna persona di buon senso porta le vostre torcie, che perfino i ragazzi vi mancano; oggi che le giovanette vi deridono quando passate, notando o il naso del canonico B o la bocca squarquoia del prete C o i candeluzzi del vecchio D o le patate del parroco E; oggi che i giovani vi guardano passare sorridendo allo spettacolo, senza scoprirsi il capo e le finestre e le via sono disadorne di festoni, di arazzi e di fiori; oggi non vi conviene esporvi al ridicolo così leggermente come fate.

Siate più furbi preti; o trovate dei proseliti più seri e più simpatici, o smettete. Con il Ranco, Satacca, FCiuchina, La Bella Venere, Il Moro, Dario, Caamme non si fa il corteo al corpo del vostro signore ma si mette in procinto di uscire dalla reliquia dispensando funate apostoliche ai profanatori del tempio!

RIFIUTO. Al solito la Giunta Municipale ha rifiutato l’accesso delle associazione nella Sala delle adunanze per deporre una corona al ritratto di Garibaldi. E quando la concedevano in pieno periodo elettorale al Sotto-Comitato dell’Unione elettorale malvacea si astenevano dal prender parte a dimostrazioni politiche? Poco furbi, questa volta, cavalieri illustrissimi, perché tutti sanno la ragione del rifiuto odierno e quelle della concessione passata. Avanti così!

COMIZIO AGRARIO. Siamo informati che dal Ministero d’Industria, agricoltura e Commercio è stata diramata una circolare ai Comizi, diretta a raccogliere notizie presso gli agricoltori, sulla esistenza della Peronospera viticola che tenta diffondersi sulle viti. Chiunque sappia esistere questo grave malore, che produce danni rilevantissimi alla preziosa pianta, lo

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riferisca alla Direzione del nostro Comizio onde possa tentarsi qualcuno fra i rimedi proposti per debellarla.

Altra circolare dello stesso ministero è pervenuta in cui è detto che presso la Stazione Bacologica di Padova è aperto un corso d’insegnamento per le donne che principierà coi primi di Luglio prossimo. Chiunque voglia concorrervi si rivolga alla Direzione del Comizio che avrà gli schiarimenti e le istruzioni necessarie.

La Martinella del 21 giugno 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

Domenica scorsa la nostra cittadinanza (parlo della liberale) commemorò il terzo anniversario della morte del generale Garibaldi; commemorazione che malgrado l’incomprensibile astensione dell’autorità del Municipio, malgrado l’inutile apparato di forza spiegato, riuscì importante e senza alcun disordine.

Il più bel sole di giugno, contegno ammirabile dignitoso della popolazione, il gradito intervento dei Garibaldini di Volterra e della società democratica di Poggibonsi. le accoglienze gentili e gli applausi che salutarono il loro arrivo, la concordia e l’affratellamento di tutti, concorsero a render più bella quella giornata di tanti affetti e di tanti ricordi.

Nelle ore pomeridiane la popolazione riversandosi per le via di Colle bassa adornate di bandiere e dei ritratti del generale, ed alle 5 in punto fermavasi il corteo sotto i portieri del palazzo Bottai in piazza Arnolfo con il seguente ordine:

Pompieri, Garibaldini di Colle e Volterra, la fanfara di Poggibonsi alla testa della Società Democratica l’Avvenire pure di Poggibonsi, quindi il Comitato e la rappresentanza del Comizio Agrario, il corpo musicale di Colle, la Società Democratica, l’Operaia, la Fratellanza militare, la Democratica Alberto Mario, l’Anticlericale giovanile, l’edificatrice di case operaie, i cilindra tori della ferriera Masson, gli operai della stoviglieria Buccianti.

Al suono degli inni di Garibaldi e di Mameli suscitanti ad ogni momento applausi immensi grida entusiaste, percorrendo la via Garibaldi dalle finestre, dai terrazzi gremite di gente, le associazioni si recarono a deporre le corone nelle sale Garibaldi della Società Democratica, e fatto cerchio sotto la terrazza prospiciente in piazza S. Agostino in mezzo ad un religioso silenzio fu ascoltato il discorso di circostanza pronunziano con voce vibrata dal Sig. Fontana, volterrano, reduce di tutte le campagna garibaldine, il quale fu salutato da una salve generale di applausi.

Parlò poi, quale incaricato dal Comitato, Vittorio Meoni con slancio veramente giovanile ma sempre calmo e moderato. Il suo discorso fu spesse volte interrotto da frenetici applausi ed una volta tantum, dalla delicata mano del Sig. Delegato al quale non andava a genio il dire: che in tempi così corrotti dall’affarismo invadente uno strozzino è più apprezzato di un eroe, come una spia lo è più di un veterano.

Al termine del discorso Meoni, gli applausi e gli evviva si prolungarono al suono del magico inno di vittoria, fino al ritorno in piazza Arnolfo, ove salutati a nome del Comitato e i Volterrani e i Poggibonsesi che vollero onorare della loro presenza la patriottica cerimonia, fu sciolta la riunione al grido di viva Garibaldi, grido che emesso da più di 600 componenti il corteo e da qualche mille persone che lo seguivano deve essere stato malamente ripercosso sotto le volte paurose del palazzo della Signoria.

NOTERELLE

SERATA MUSICALE. Domenica sera ebbe luogo al teatro dei vari un Concerto dato da distinti artisti fiorentini, i quali riscossero insieme al maestro Muzzi iniziatore della serata, ripetuti e calorosi applausi. Fu applaudito molto il bravo violoncellista Castagnoli.

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Due composizioni del maestro Muzzi furono molto apprezzate, per originalità di composizione e di conduzione. Il concorso del pubblico fu però scarso, ciò che non sarebbe, qualora ina di queste serate fosse ripetuta.

LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE. Le elezioni per i 5 consiglieri e per il Consigliere Provinciale scadenti avranno luogo il 5 Luglio prossimo. Domenica diremo largamente il suo parere in proposito.

CASE AGRARIE. Nella Gazzetta Ufficiale del 9 Aprile pp. Inserito il R.° decreto del 15 Marzo u.s. N.° 3023, con il quale viene istituito in alcune province, compresa quella di Siena un concorso per opere di colmate di monte e di condotta razionale delle acque nelle pendici coltivabili.

Si richiama su quest’importante Decreto l’attenzione dei proprietari della provincia.

TRENO FACOLTATIVO. Alle ore 4,50 pom. d’oggi partirò da Colle un treno facoltativo. Ne approfitteranno tutti quelli che vorranno assistere alla commemorazione di Garibaldi che avverrà a Poggibonsi.

La Martinella del 28 giugno 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

Domenica prossima avranno luogo le elezioni comunali e provinciali. Come consigliere provinciale scade d’ufficio per anzianità il Cav. Giuseppe Lepri; come consiglieri comunali scadono d’ufficio i Sigg. Sestini Cav. Gelasio, Meoni Francesco e Bilenchi Raffaello. Sono pure da eleggersi altri due consiglieri nel luogo di Baldassarre Masoni defunto e Bimbi Pietro oggi impiegato comunale.

Noi mentre deploriamo che dopo tante promesse l’On. Necessario Depretis non abbia ancora trovato il tempo per far discutere la legge comunale e provinciale, facciamo voti che pochi elettori facciano almeno una scelta il meno possibile clericale; il più possibile liberale.

La Martinella del 5 luglio 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

Veramente, il desiderio di parlare delle elezioni amministrative nel cronista ci sarebbe, tanto più che quest’anno la lotta elettorale assume una importanza insolita per il numero rilevante di cariche vacanti e per la qualità dei candidati; ma siccome è fissato che d’elezioni (per ora) non si debba parlare sennonché per raccomandare che si voti pei liberali e si mandino a spesso quelli che non lo sono, così lasciando gli elettori nelle peste, io me la spasserò parlando della festa del nientedimeno Santuario di S. Marziale.

Questa festa una volta frequentatissima, è riuscita quest’anno fredda fredda.Poca gente, molta polvere e la sola corsa per divertimento; la quale a voler di lo vero, riuscì

attraente e dilettevole malgrado il disguido di due cavalli i quali forse attirati dall’odore delle messi, a narici spalancate, si gettarono pei campi fra l’ilarità generale.

Però la grande attrazione della festa è la merenda. Si va alla Casa per far merenda. A gruppi sparsi qua e là, col bravo fiasco a latere sulla tovaglia verde dei praticelli ombreggiati; sparsi in un ordine appetiscente i tegami (pardon) pieni di cannelloni sughillosi e le scodelle di salame e le

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insalatine e risa e canti e capriole fanno del giorno di San Marziale un di quei momenti della vita nei quali il luogo costume del popolo, ha conquistato col lavorio del tempo il segreto che scioglie il desiderio sincero e spensierato di divertirsi.

Ma le Noterelle incombono e per oggi bisogna chiudere la nota colligiana come s’è cominciata con l’augurio che il partito liberale trionfi oggi contro i retrivi.

NOTERELLE

TIRO A SEGNO. Oggi, 5 Luglio, alle ore 3 e 30 pomerid. Nel locale della Società posto in Via Garibaldi n. 13 saranno riprese le lezioni di nomenclatura maneggio d’armi e scuola di puntamento con l’ordine prescritto nel nuo

Pvo compendio per l’istruzione di tiro.E’ desiderata la presenza di tutti i soci, tanto più che prima di essere ammessi all’esercizio di

tiro, ciascuno iscritto, oltre ad aver marcate sul libretto individuale le lezioni frequentate dovrà inoltre assoggettarsi ad un esame di idoneità.

Ed è bene ricordare che per godere dei diritti accordati dalla legge gli iscritti al reparto milizia conviene che gli addetti alle prime categorie abbiano riportato il minimum dei punti stabiliti nel tiro dell’esercito, o che gli addetti alle seconde e terze categorie oltre a ciò siano sufficientemente addestrati nelle istruzioni individuali e di plotone, nella nomenclatura e nel maneggio del fucile.

Cominciando pure da oggi, in ogni giorno festivo le sale della Società saranno aperte per ritrovo e ricreazione dei soci dalle ore 2 alle 8 pomeridiane.

E’ pure aperto fra i soci iscritti il concorso a bidello della Società. Per schiarimenti o domande, rivolgersi al Segretario della Società stessa.

COSE POSTALI. Dal Giugno p.p. nel nostro ufficio postale è andato in vigore l’orario seguente:

Aperture: alle ore 8 antimeridiane, alle ore 4 pomeridiane.Chiusure: alle ore 2 pomeridiane, alle ore 7 pomeridiane.Per cui d’ora innanzi avremo un servizio sufficiente per i bisogni della città. Con questo nuovo orario è stata soppressa l’apertura e la distribuzione delle ore 9 pom. e

sostituita questa con lì’apertura delle ore 5 pom. nella quale per la corsa delle 4,40 vengono distribuite tutte le lettere che in precedenza all’inaugurazione della ferrovia, venivano distribuite alle 9 pom.

Resasi perciò quasi inutile, 1, aperture delle 9 è stata soppressa. Qualora per questa soppressione qualcuno risentisse un danno si affretti a reclamare all’ufficio stesso.

L’ufficio telegrafico governativo rimane aperto come al solito, quantunque l’impiegato ivi addetto si presti in ogni e qualunque ora; anche di chiusura. E qui giova avvertire che i telegrammi fatti all’ufficio ferroviario subiscono un notevole ritardo dovendo essere trasmessi per i fili ferroviari per i quali sempre hanno la precedenza quelli attinenti al servizio di ferrovia. Se poi in ore di apertura vengono appoggiati all’ufficio governativo di Poggibonsi, vengono trasmessi da questo per lo stesso circuito di quello di Colle governativo ed è tutto tempo perduto quello che occorre per la trasmissione da Colle a Poggibonsi.

La Martinella del 12 luglio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Ecco il risultato delle elezioni di Domenica:

Consigliere Provinciale.

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Cav. Giuseppe Lepri voti 199 Consiglieri Comunali.

Cav. Gelasio Sestini voti 194 Ing. Alfredo D’Amico voti 155Agostino Palazzuoli voti 154Raffaello Bilenchi voti 151Romano Bertini voti 143

Per una divergenza di vedute manifestatesi nel seno della redazione il nostro giornale si astenne dall’appoggiare qualsiasi scheda, limitandosi solo a desiderare il trionfo dei liberali. Questa condotta unanimemente stabilita ci viene quindi ogni apprezzamento sui risultati che scaturirono dalla votazione di domenica e sulle cause che li determinarono. Solamente come nota di cronaca diremo che alcuni della redazione avrebbero preferita una scheda di concerto ove avessero potuto figurare alcuni nomi accetti alla democrazia oppure l’astensione, mentre altri avrebbero voluto appoggiare per intero la lista compilata dal Comitato liberale. Questo per stabilire le cose nel vero punto lasciando del resto ogni commento ai lettori.

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Riceviamo e pubblichiamo. Domenica dopo le elezioni brillarono fuochi di gioia sul campanile della cattedrale, e ciò prova la soddisfazione dei clericali. Fu detto che i liberali non fecero bene a non intavolare alcuna trattativa per una scheda di concerto,. Ma a me pare che il moderati col chiedere aiuto ai clericali facessero peggio, perché se la legge elettorale rimarrà quella che oggi è, la maggioranza clericale del Consiglio, ora strabocchevole, finirà coll’imporsi a chi la richiese d’aiuto; se invece la nuova legge dovrà diventare un fatto compiuto, la parte popolare venuta in possesso del voto è probabile per il ricordo della famosa alleanza fra moderati e clericali si determini all’intransigenza, e quindi se chi è ora al potere vi rimarrà anche allora, troverà maggiori difficoltà perché maggiori le resistenze, ed in ogni casa quel terreno che dovrebbe essere puramente amministrativo si convertirà in terreno politico con su levata la bandiera dell’esclusivismo da ambo le parti, con scapito dei comuni interessi e con attriti personali insistenti; e se pure i moderati vorranno rimanere al potere dovranno far sacrificio della loro indipendenza e piegarsi a tutte le voglie dei clericali.

Questo è quanto pare a me.NICHIS

NOTERELLE.

TIRO A SEGNO. Quest’oggi dalle 4 alle 5 ½ pomeridiane istruzione nel locale della società posta in via Garibaldi.

Sarebbe bene che tutti i soci concorressero, specialmente coloro del reparto Milizia appartenenti alla 2° e 3° categoria, onde non rimanere indietro nelle istruzioni.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Gentilissimo Sig.. Direttore della <<Martinella>>

Nel passato numero del periodico ch’Ella dirige trovai inserito nella Cronaca cittadina alcune parole a riguardo delle quali ritengo mio dovere, per l’ufficio che mi fu affidato di aggiungere qualche considerazione. Anzi tutto non parmi giusto debba asserirsi fino a prova contraria, che i telegrammi recapitati all’Ufficio telegrafico di questa Stazione ferroviaria, subiscono un ritardo in confronto di quelli trasmessi dall’Ufficio Governativo. E’ vero che il giro del nostro circuito telegrafico è meno diretto di quello dell’Ufficio Governativo, ma l’essere il

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nostro Ufficio contemporaneamente in diretta comunicazione col telegrafo Governativo e con quello delle ff. R:R. a Poggibonsi, l’orario meno limitato, il numero e l’assiduità dei nostri impiegati, ci mettono in grado di servire il pubblico almeno altrettanto coscienziosamente che ogni altro Ufficio.

Tanto m’interessava di rendere pubblicamente noto, non per deviare da altri antichi avventori, ne per desiderio di spietate concorrenze, ma perché parevami dal suddetto Articolo potesse derivarne danno e discredito ad una parte di una Amministrazione della quale mi fu affidata la direzione e confido nella sua provata cortesia, perche per mezzo del suo accreditato periodico, io possa raggiungere tale scopo.

Con ogni stima.Suo dev.

Ing. ALFREDO D’AMICO

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Sulla tomba di Fiammetta, bambina undicenne figlia degli sconsolati genitori Andrea e Adelina Masotti versiamo la lacrima del dolore e l’Addio per sempre! Poveri genitori! La morte, fine e riposo di pianto e di cattività, mentre ne atterra il corpo non distruggerà la cara memoria della vostra Fiammetta. – In mezzo a tanta sventura – più della ipocrita e bugiarda cantilena sacerdotale – vi calmino l’angoscia, i conforti dagli amici che vi circondano, ed in compagnia di questi temprate e raddolcite il dolore col parlar sovente della vostra perduta creatura – oggi ritornata nella materia da cui ebbe origine per travolgersi in essa.

Prata. Luglio 1885Un amico

La Martinella del 19 luglio 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

LA FESTA degli Esercenti e dei ragazzi . . . del pensiero, annunziata con cartelli nei quali figurano una Commissione religiosa ed un'altra civile avverrà oggi nella nostra città

I Clericali cureranno l’addobbo della Cappellina e penseranno a pagare le messe e le finzioni; gli esercenti le corse, le illuminazioni, i razzi e bunn…le bombe.

Tutti e clericali e esercenti poi sono d’accordo (nel manifesto veh) per festeggiare la B. V. Maria, in questi tempi ecc. ecc. Però a quanto risulta dalle mie informazioni parrebbe che quelli della Commissione civile, non intendessero affatto di spendere i denari in onore e gloria della Vergine Madre di Gesù, ma invece allo scopo di chiamare gente in città e di farla divertire piuttosto paganamente.

Per cui risulterebbe o che i clericali sono stati giocati dagli esercenti purché la gente venga a Colle e spenda, si valgono della Cappellina a onore e gloria . . . di se stessi.

Del resto questa fricassea di civile e di criminale, questo trasformismo di bernesco e di scrittura, direbbero un legista da strapazzo o un poeta bettoliere, confesso il vero,io non lo digerisco. Se i non clericali della Commissione civile avevano in animo di fare una festa per diletto del pubblico, non sarebbe mancato loro il modo di scegliere un'altra data che sapesse un poco meno di muffa, invece cogliere l’occasione della defunta festa dei ragazzi, vuol dire implicitamente imbellettare a nuovo quelle che il buon senso dei colligiani aveva messo fra il vecchiume, vuol dire dare appoggio a perpetuare il regno e l’autorità dei preti.

PER IL LOTTO. Tre anni fa i fossili della Cappellina pubblicavano un manifesto manoscritto che cominciava così:

Sei tempi se sette politiche ecc. ecc. e ci fu chi volle giocare al lotto 6 7 13.

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Oggi hanno progredito e con l’aiuto degli esercenti e dei festaioli per sistema, sono saltati all’onore del manifesto stampato . . . . senza spropositi.

LA BANDA Musicale. Indipendente di Poggibonsi eseguirà lunedì prossimo nella nostra Città i seguenti pezzi:1° ANTICHI – Assommoir – Valzer 2° DONINZETTI – Favorita – Atto 3° 3° N. N. – Polka 4° MARESCO – Ecxelsior – Grande Pot. Puorty5° DONINZETTI – Favorita – Coro e Duetto6° CARLINI – Mezzanotte

COMIZIO AGRARIO. Venerdì passato, 18 corrente ci fu l’adunanza generale dei soci del Comizio per deliberare su fari affari importanti che il Consiglio Direttivo aveva posti all’ordine del giorno. Mancandoci il tempo ora di dare un esatto resoconto dell’adunanza, ci piace intanto constatare che se i possidenti si sveglieranno un poco, se si dedicheranno con maggiore attività alla cultura dei loro possessi, adottando quei sistemi ragionali ormai riconosciuti tanto più proficui, di quelli vecchi e sbagliati finora adottati, troveranno nel Comizio un buon aiuto.

Intanto nel programma d’attività per l’anno venturo, tra le altre cose, è stabilito di conferire dei premi a quei coloni che secondo il giudizio di apposita competente e commissione, si mostreranno più premurosi e diligenti nella lavorazione del terreno e manutenzione delle piante. Si daranno poi dei premi per il Bestiame e il Comizio concorrerà coll’opera e col denaro per combattere alcune nuove malattie delle piante che ne diminuiscono il frutto e ne minacciano la vita.

Fra queste vi è la peronespora viticola e il Bruco o Tignola del Melo. Però, ripetiamo, è necessario che i possidenti si mostrino un poco più premurosi e solleciti per i loro interessi e seguano i suggerimenti del Comizio, altrimenti mentre danneggiano se stessi, tolgano un tanto all’intera società.

La Martinella del 26 luglio 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

L’anno decorso, a causa del minaccioso avanzarsi del colera, l’ufficio sanitario del nostro Comune si destò dalla secolare e tradizionale inettezza sua e vedemmo per alcuni giorni un insolito movimento fra i tutori della salute pubblica; movimento diretto a migliorare la salubrità dei cibi, delle abitazione e delle vie della nostra città.

Furono fatte delle visite diligenti nelle cantine e nei magazzini, fu fatta una ricerca spietata di cibi avariati, furono rovistati tutti i bugigattoli dove i miserabili, questi martiri della rapina borghese, passano la loro vita languendo e bestemmiando, fu ordinata la costruzione di molte latrine private, fu ripetuta per la centesima volta la necessità di adornare la nostra città di pubblici lieuoo d’aisoncos, perché il pubblico non fosse a mostrare al colto pubblico ed in prossimità dell’inclita, le nobili rotondità posteriori nel caso di supreme necessità, furono allontanati dai dintorni della città i depositi di concime e fu impedito ancora l’agglomeramento di animali suini e pecorini nelle stalle circonvicine, e fu migliorata la condizione sanitaria delle pubbliche vie e delle pubbliche piazze con aspersione di disinfettanti agli orinatoi, frequentati e quotidiane nettature delle vie si principali che remote della città, provvedimenti per impedire l’esalazione fetida delle fogne ecc. ecc.

Ma tutti quei provvedimenti non erano ispirati al concetto dell’igiene pubblica, bensì a quello della paura. E come prima nel nostro Comune non avevamo che di nome una Commissione sanitaria, così siamo oggi ai medesimi ferri. Galvanizzata dalla paura del colera, questa Commissione, forse per paura più della pelle dei singoli membri che per dovere impulsivo dell’animo, lavorò l’anno scorso e quest’anno è ritornata nella sua inerzia, perché il colera è lontano ed ormai in Italia non ci torna più.

Noi però crediamo di essere il portavoce del paese, quando richiamiamo al loro dovere questi pubblici funzionari i quali non si sono ancora convinti che chi è eletto a ricoprire una carica

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nel comune, è semplicemente obbligato a farlo scrupolosamente sotto pena di sentirsi dire che alle cariche pubbliche ci concorrano per soddisfare alla propria ambizione.

NOTERELLE

LA FESTA della quale parlai la Domenica scorsa riuscì imponentissima per concorso di popolo. La cappellina com’era da prevedersi fu dimenticata, il popolo ansioso di divertirsi, scelse e preferì concorrere ai divertimenti civili lasciando le cerimonie religiose ai mangiamoccoli, alle beghine ed alle ragazze . . . . . isteriche che non hanno trovato un compagno.

Malgrado però la buona riuscita della festa civile non posso però tacere anche quest’oggi che il lavoro della Commissione civile, ha ridestato nei clericali la fregola delle feste religiose e che forse nell’avvenire ne vedremo gli effetti.

Ma gli errori non si fanno due volte ed io credo che la stessa Commissione che seppe far divertire il paese lo saprà fare qualche altra volta e presto, senza chiedere o concedere aiuto ai rovinati della scienza.

Ritornando alla festa dirò che le corse, specialmente quelle di lunedì riuscirono molto beneç vivissima ed attraente la gara, parimente vivi l’entusiasmo l’allegria popolare.

Da Poggibonsi, dal paese gentile che s’é ormai affratellato con la nostra cittadinanza giunsero parecchie centinaia di persone tanto che il paese fu letteralmente gremito.

Alla sera le musiche di Poggibonsi e di Colle eseguirono vari pezzi applauditi, specialmente la Banda Musicale Indipendente di Poggibonsi eseguì bellissimi pezzi con una esattezza ed una intonazione degne di encomio; tali da raccogliere il plauso di tutti i presenti.

Lodiamo il maestro Antichi il quale da dilettante ha la capacità e il gusto di un maestro esperimentato.

Non parlo delle processioni delle vergini ne del carro degli angioletti nel quale figurava pure una specie di moscone, il quale fra i brillanti colori di quei marmocchi etti, faceva la figura di uno scarabocchio su una carta da visita candida e profumata.

TIRO A SEGNO. Istruzione dalle ore 4 alle 5 e mezzo pomeridiane per tutti i reparti.

CASE OPERAIE. I soci arretrati che entro il mese corrente non si porranno in pari verranno cancellati dal ruolo perdendo qualunque diritto di fronte alla società.

Questa sera nel giardinetto del caffè della Stazione. Musica.

La Martinella del 2 agosto 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Ricominciano fra gli operai della Ferriera Masson i sintomi del malcontento a causa della precarietà e del lento e graduale annientamento dì quel grande opificio.

Secondo nostre informazioni ci risulterebbe, che le economie da farsi perché la liquidazione si protraesse più lontanamente possibile, sono state fatte tutte a carico degli operai veri e propri dai quali dipende la prosperità ed il credito della Stabilimento.

I parassiti, sui quali i liquidatori avrebbero dovuta far man bassa, continuano sempre nei loro uffici, mostrando una serenità eccessiva onde dar lustro di stare attivi e attenti.

Gli operai, che con un abnegazione encomiabile, onde favorire la Società, avevano accettati i patti restrittivi dell’utile del loro lavoro, invece di trovare della riconoscenza nei superiori, ci trovarono un rigorismo a cui non erano mai stati assoggettati. Un non nulla basta ad esporli alle multe, alle sospensioni, al licenziamento.

Inoltre si profitta di tutte le occasioni per aumentare le ore di lavoro e per diminuire i diritti sanciti agli operai nei vecchi regolamenti.

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E gli operai soffrono e tacciono, senza però nascondere il loro profondo mal contento pwer questo stato di cose.

Davanti a queste informazioni che ci giungono da buona fonte e che vorremmo vedere smentite, portiamo anche noi la nostra debole voce fino all’egregio Sig. Ingegnere Direttore (sulle buone intenzioni e la capacità del quale non abbiamo mai dubitato) per esortarlo a porre un poca più di cura nel proteggere oltre quello degli Azionisti che lo hanno eletto loro tutore, anche l’interesse degli operai i quali se non lavorano non mangiano.

NOTERELLE.

RUBAMENTO. Venerdì notte (24) dei ladruncoli entravano dalla parte di Bacio, nella chiesa della Misericordia, rubando alcuni ciondoli del valore di circa 40 £., appesi , alla madonna.

Erano degli anni che i ladri a Colle avevano cessato di funzionare tanche che i delegati alla sicurezza pubblica, per dimostrare di guadagnarsi la paga, imbastivano processi su processi ai radicali. Oggi c’è da processare dei ladri. Vedremo se sapranno trovarli. Noi non ci abbiamo fiducia.

Ci ricordiamo del feritore del Cardinali, che non si sa chi sia ed abbiamo ragione di credere che come fu generale la burla che il Cardinali (che fu poi processato ed assolto per falsa testimonianza perché radicale) si fosse stilettato da se, così dovremmo convincerci che la madonna abbia fatto un miracolo e buona notte.

Dicesi sia stato fatto un arresto per indizio. Vedremo.

VOILA’ L’ENNEMI ! I restauri e gli abbellimenti della Chiesa di S. Agostino procedono alacremente; vi saranno spese almeno almeno un 12.000 lire. Il Proposto, che è un di attività non comune, a saputo raccogliere quasi seimila lire nella nostra città, per tali restauri e abbellimenti.

Il Comune dove seggono i liberali, clerico-canaponisti ha dato 1.500 lire e forse ne darà duemila; (e questi si pagano anche noi anticlericali) le altre quattromila sono state raccolte fra i signori e que0lli che la sanno lunga.

Il giorno dell’inaugurazione vi sarà gran cerimonia, con intervento probabile delle autorità municipali. Vu sarà messa solenne, processioni di vergini, di marmocchi ecc. ecc. e si spenderanno altri denari fors’anche dell’erario comunale.

E manca un asilo infantile, un locale per le scuole, e l’igiene non c’è !I nostri bravi amministratori che hanno il bernoccolo dell’economia , spendono però

volentieri per sa0lvarsi l’anima ed ottenere da dio il perdono dei tanti peccati che hanno fatto contro la coerenza ed il principio di libertà. Vanno a Canossa !

CONCORSO INDUSTRIALE IN SIENA. Il Presidente del nostro Comizio agrario di Colle ha diretta una lettera circolare a tutti gli industriali della città, dal piccolo mestierante al proprietario o direttore delle più grandi fabbriche, colla quale avvisa che sarebbe desiderio del Consiglio Direttivo del Comizio Agrario di Siena, di organizzare un quella città, un concorso industriale nell’occasione della mostra agraria regionale che deve aver luogo nel futuro anno 1887.

Da parte nostra, mentre lodiamo il desiderio e l’iniziativa del Consiglio Direttivo del Comizio di Siena che chiaramente dimostra come gli stiano a cuore gli interessi della sua città e quelli delle industria della provincia, esortiamo gli industriali, fabbricanti, artisti e artigiani e mestieranti di Colle a fare adesione all’invito e dichiarare prontamente che prenderanno parte al concorso esponendovi i prodotti delle loro industrie, manifatture arti e mestieri, potendo essere sicuri di ricavarci un vero e proprio vantaggio.

Colle si chiama la Città industre quindi nessuno deve lasciarsi sfuggire la favorevole occasione di dimostrare che qua si lavora veramente e si lavora con intelligenza e profitto. Si rammentino anche gli industriali di Colle e dell’intera provincia che il concorso non potrà essere organizzato altro che nel caso che tutti o quasi tutti promettono di prenderci parte, quindi dipende solo da loro se avrà o no luogo.

Antonio Giannini gerente responsabile.

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La Martinella del 9 agosto 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

Discussa e approvata in parlamento la legge per il tiro a segno nazionale parve alla gioventù d’Italia di aver toccato il cielo, pensando che avrebbe potuto evitare se non totalmente, almeno in parte, la noiosa vita delle caserme esercitandosi nelle armi e nel tiro senza abbandonare la famiglia, i campi e le officine. La stampa officiosa portò alle stelle questa istituzione, la non officiosa la accarezzò come primo passo a risolvere la importante riforma della Nazione armata.

Sventuratamente questa legge ebbe a nascere rachitica, e le speranze e gli entusiasmi vennero presto paralizzati. La tassa d’ammissione, il pagamento delle munizioni, l’insistenza nel non volere rilasciare i certificati d’indigenza agli operai che appena guadagnano di che sfamare la famiglia, la non curanza colla quale venne accolta la legge delle provincie e dei comuni, la inabilità delle persone chiamate alle direzioni provinciali e locali; le circolari intralcianti in tutti i versi la legge e i regolamenti, le operazioni lunghe per la costituzione delle società e per la compilazioni dei campi da tiro, il rifiuto dei proprietari alla cessione dei terreni, il consecutivo scoraggiamento dei soci, hanno contribuito a che questa istituzione non corrisponda che malamente al nbene che la patria se ne riprometteva.

La sorte in generale toccata alle società d’Italia, ha pur troppo sorpresa ancora la nostra, per quanto la direzione locale se ne sia occupata con zelo e se ne occupi ancora facendo impartire tutte le domeniche le istituzioni a buon numero di soci, istruzioni che per mancanza del campo di tiro non possono essere emesse in pratica.

Il difetto è nelle legge. Se d’Essa non gravasse i soci della tassa e delle munizioni, se la legge obbligasse tutti gli iscritti di qualunque classe e categoria nei quadri dell’esercito, sotto pena di richiamare ogni anno per un periodo d’istruzioni coloro che non frequentassero il tiro, se i progetti dei campi fossero per cura del genio militare, se i terreni fossero dichiarati di pubblica utilità e conseguentemente espropriabili, certamente avremmo da questa istituzione dei vantaggi certi e solleciti.

Intanto i militari della classe 1858 che speravano accudire ai propri lavori, dovranno lasciare le proprie famiglie, forse ancora senza pane per un mese, e sopportare i disagi delle grandi manovre sotto un sole cocente nei piani lombardi.

La Martinella del 16 agosto 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

RASSEGNA DRAMMATICA. Domenica, 9 corr. Al Teatro Luigi Bellotti-Bon , ebbe luogo con brillante successo, la recita di esperimento degli allievi Sig. Carlo Foresti, Adria e Rina Brocchi, della sezione minore.

Si rappresento – SONO CATTIVA CATTIVA! – commedia in due atti di Giovanni Salvestri, e <<Lalia>> dramma in un atto di Alberto Castiglioni,

Sono Cattiva Cattiva ! E’ un soggetto semplice ma grazioso, che pur troppo vediamo riprodotto specialmente nelle famiglie signorili, senza che abbia, quel che è peggio, uno scioglimento felice come in questa commedia.

Corinna è madre di una vezzosa quanto tenera ed intelligente bambina.Tutti i di lei pensieri, le cure, dovrebbero mirare a quel caro angioletto! Ma no: ella ama

vestire alla moda, frequenta i teatri i balli i concerti, ho i concerti! E trascura la figlia; anzi le è d’impaccio, perche per una signora galante, avere dei figli vuol dire essere vecchia.

In un colloquio con il marito Lodovico, essa dice che è necessario mettere Rita in Collegio affinché possa ricevere una educazione seria e regolare.

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Il povero Lodovico che ama sua figlia, non vuol sapere di collegio vi acconsentirebbe se Rita fosse una bimba cattiva, ma invece è un angioletto! . . . E poi, la nonna! . . . non lo permetterà mai.

Rita, che poco prima, studiando sulla grammatica il verbo e il sostantivo, si era addormentata appunto nella sala ove avviene il colloquio fra babbo e mamma, si desta, capisce che la sua presenza in quella casa forma la infelicità di sua madre, decide di andare in collegio sebbene con dispiacere e per convincere il babbo della necessità di rinchiuderla, firma il proposito di fare la cattiva ! E diventa un vero demonietto.

Ma quanti sforzi per sembrar cattiva davvero!. . . e come le rincresce di passar per tale per la nonnina,che l’idolatra invece per il sua carattere dolce.

La nonna però,da vecchia astuta è punto persuasa del repentino cambiamento della nipotina, ne vuol sapere i motivi, e tanto fa e tanto dice, che la Rita per non affliggere la cara e buona nonnina, spiffera tutto, presenti babbo e mamma non veduti da lei.

Corinna in lacrime, abbraccia la figlia e chiede perdono alla suocera e dichiara che Rita non andrà in Collegio.

L’ESECUZIONE per parte di Adria Brocchi (Corinna) di Carlo Foresti (Lodovico) e Rina Brocchi (Nonna Costanza) fu eccellente, tenuto conto che era la prima volta che si presentavano al pubblico, ed è certo che seguitando a studiare potranno divenire dei bravi dilettanti.

Ernestina Giustarini (Rita) Mentana Pacini (barone Kraff) Unico Conti (spazzacamino) e Agelide Masi (Cameriera) vecchie conoscenze non smentirono la fama che già godono.

LALIA è figlia naturale di Marianna, povera disgraziata, che in gioventù ebbe la debolezza di dare ascolto alle parole d’amore d’un certo Adriano Viviani, il quale l’abbandonò quando stava per divenire madre, e corse dietro ad una femmina perduta, sciupando un discreto patrimonio e compromettendosi la salute.

Dal giorno dell’abbandono Marianna ha vissuto di stenti lontana dai suoi, senza appoggi, in mezzo alla miseria.

I dolori, la fatica hanno distrutto la sua salute, ed oggi, undici anni dopo, noi la vediamo, distesa in un misero letto, vicina alla morte.

E Lalia, povera piccina, fa da assistente, tiene in ordine la casa e poiché la pietà dei vicini non serve a liberarle dalla miseria, lavora per comprare la carne e le medicine alla mamma.

Marianna sentendo mancarle la vita chiede di confessarsi e per tal ministero vien mandato dal guardiano di un convento vicino il Padre Luigi tornato da pochi giorni dall’Australia ove trovavasi in missione.

Dalla confessione di Marianna e dal turbamento che essa produce nel frate si capisce ch’egli è il seduttore della infelice.

Egli dichiara che Adriano Viviani vive in Australia, lo conosce, lo ha veduto lui. Ne racconta la storia lo giustifica, riabilitandolo agli occhi della tradita che desidera rivederlo prima di morire e raccomandargli la figlia.

Padre Luigi, si commuove, ma rimane sempre frate, e priva quella derelitta della gioia sovraumana, di poter baciare il suo diletto Adriano che ha tanto amato e per il quale ha tanto sofferto, solamente l’assicura che condurrà Lalia s suo padre, l’assolve in nome del cielo, la benedice e chiama Lalia affinché riceva l’ultimo bacio della mamma.

Marianna muore, Lalia viene portata via a forza, mentre le campane del vicino convento suonano i tocchi dei trapassati..

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Il carattere difficilissimo di Marianna fu interpretato da Mentana Pacini che con maestria, ebbe momenti felicissimi commovendo l’uditorio fino alle lacrime. Morì senza esagerare l’azione senza goffaggini tanto comuni nei dilettanti, morì da vera artista.

Lalia pure – E Giustarini, recitò con spirito e sentimento Il Foresti disimpegnò bene la parte di Frate.

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Un bravo di cuore a tutti e speriamo che il Sig. Direttore vorrà far ripetere i due lavoretti perché possano venir maggiormente gustati e applauditi.

NOTERELLE

UN CONFRATELLO. Per cura della solerte Direzione del nostro Comizio Agrario uscirà mensilmente un Bollettino del Comizio stesso che sarà inviato gratis a tutti i soci del Comizio e sarà venduto ai non soci a cent. 10 presso la Tipografia Bastianoni in via Garibaldi (non dell’Arringo, redattore delle avvertenze?) Abbiamo potuto vedere (per cortesia usataci) il primo bollettino e possiamo assicurare i lettori che il medesimo è redatto con amore e con competenza ed in modo così popolare, da essere alla portata di tutte le intelligenze. Ne è Direttore il Sig. Raffaello Salvetti il quale conta sulla valida cooperazione del Dott. Alberto Dini e del Dott. Antonio Pulselli,

Auguriamo al confratello prospera e lunga vita.

DOMENICA PASSATA la banda musicale eseguì in Colle alta un programma di concerti attraentissimo e lo eseguì con (diciamolo francamente) insolita maestria di impegno.

Specialmente il penultimo concerto sul Faus, venne eseguito con ammirabile precisione, ad intonazione perfetta.

Questa volta il maestro Trinci ed i suonatori meritano encomio ed incoraggiamento ed io crederei di mancare al mio dovere di coscienzioso cronista, se non tributassi le dovute lode ai medesimi.

Ho saputo che per cura del Presidente della Società Filarmonica Sig.Giuseppe Giacchi sarà allestito un locale per le prove in Colle bassa. Lodo questa determinazione, perché la negligenza dei soci alle prove, e qualche volta giustificata dal trovarsi costretti a far la salita.

ABBASSO GLI STRILLONI. Il Delegato di P. S. proibiva tempo fa al venditore della Martinella di gridare i fatti del giornale, (forse per atto di rappresaglia all’ultico articoletto sulla polizia? . .) Richiamo all’equità il Sig. Delegato.

Un peso ed una misura, egregio Sig. Ostorero. Se è permesso agli altri rivenditori il recare pubblico e continuo scandalo con lo strillare blasfemi e turpitudini velate, deve essere permesso anche ad uno smerciatore di giornale un modo onesto di rendere pubbliche le cose contenute nel giornale stesso.

Ma la Martinella è la Martinella!E noi siamo noi, davvero. Bastammo sempre a noi stessi e non sarà il Sig. Ostorero che ci

farà sospendere le pubblicazioni.

IN OCCASIONE della riapertura della chiesa ritornerà a Colle il mangia-massoni, quel predicatore lungo lungo, nero nero, che ci offrì l’occasione di dare una battaglia al nemico della patria, il prete! In quell’occasione, se il cittadino chiercuto vorrà ricominciare la polemica rilasciata dai suoi ammiratori, sarà per noi una dolce distrazione.

Verremmo a sentirvi predicare e se ci sarà dato luogo, faremo il riassunto fedele della predica nel giornale.

La Martinella del 23 agosto 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

IGIENE PUBBLICA

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Ora che il Colera sta ficcando le sue malefiche corna in vari punti della Europa e che non è fuori di probabilità venga a ficcarle anche nei buchi di questa povera e lacerata Italia, non è fuor di proposito dir qualche parola intorno all’igiene pubblica della nostra Città.

E’ furor di dubbio che da qualche tempo le condizioni sanitarie del nostro comune in ordine alle malattie d’infezione acuta, sono assai migliorate, specialmente nell’interno della città, e la media della mortalità è diminuita. Non può dirsi disgraziatamente il medesimo in ordine alle malattie d’infezione cronica, poiché queste sono in aumento e minacciosissime, una tra queste terribile è la tubercolosi.

Ma non è questa l’occasione di parlare delle malattie croniche, vogliamo oggi occuparci delle malattie acute soltanto.

Abbiamo detto che queste sono in diminuzione e mentre non possiamo con precisione stabilire le cause di questo fatto, possiamo non pertanto accennare ad alcune che vi hanno un attinenza incontrastabile.

Prima fra tutte accenneremo alla influenza che può avere esercitata la costruzione di case nuove e la riparazione e ripulitura di quelle vecchie..

Nei vecchi muri screpolati, in tutte le scabrosità delle pareti, dei pavimenti, dei vecchi mobili, degli usci ecc. ecc. si annidano dei germi di malattia, alla distrazione dei quali spesso non basta la più specchiata nettezza.

Non sapremo perciò abbastanza encomiare la ultima circolare ministeriale in cui si prescrive alle Commissioni Municipali di Sanità, di visitare con diligenza le case degli operai; e, dove si possa rimuovere le cause di insalubrità, dove non si possa, apporre la qualifica d’inabitabili, Questo sarebbe per noi porre il dito nella piaga . . . . ma! C’è un ma che non occorre spiegare.

Sappiamo pertanto che il nostro municipio ha intenzione di uniformarsi pienamente alle prescrizioni di quella circolare; e si avrà il nostro plauso. – Molte case nuove sono state costruite in Colle da pochi anni e quivi in generale la pulizia è mantenuta; ma nelle vecchie abitazioni vi è molto da fare, e se la Commissione Sanità si attiene con fedeltà al suo compito, rivelando in tutta la sua estensione la sordidezza di alcuni proprietari di case, farà opera veramente meritoria. – Anzi ad agevolare l’opera della Commissione apriremo nel nostro giornale una rubrica dove, quando verranno a nostra cognizione, noteremo le abitazioni dove vi sono cause d’insalubrità removibili.

Un’altra causa del miglioramento sanitario che va osservandosi in Colle, è l’esser caduta la vecchia superstizione che l’acqua di S. Giorgio per le sue proprietà incrostanti sia dannosa alla salute. Difatti ora si fa più uso di quella che dell’acqua dei pozzi, con gran vantaggio della salute, poiché dalla relazione della Commissione Sanitaria risulta che sono tutte le acque dei pozzi di Colle quasi malefiche, contenendo materie organiche ed infusori in gran quantità, e probabilmente insieme ad essi buon numero di germi di malattie diverse, che trovano in quell’elemento il loro mezzo di cultura. L’acqua della fontana di S. Giorgio è la sola che si abbia in Colle priva di sostanze organiche e se le condizioni finanziarie del Comune permetteranno di fare di essa una conduttura più profonda, in modo che mantenga la freschezza che ha nella sua sorgente, sarà anche migliore.

Le sostanze incrostanti ch’essa contiene, sebbene siano molte ed impediscano la cottura dei legumi, sono assolutamente innocue alla salute.

L’acqua della fontana di S. Agostino che gode tanto grido, ha presso a poco le stesse qualità di quella di S. Giorgio, ma l’esser rinchiusa in un pozzo, il mantenersi quivi stagnante, l’avere dintorno dei bottini e degli acquai, sebbene siano stati verificati a perfetta tenuta, sono tutte ragioni da poter sospettare del suo inquinamento in ogni caso di epidemia.

(continua)

NOTERELLE

SABATO SERA 15 p. p. ebbe luogo alle Sale Garibaldi una conferenza tenuta dal nostro amico Emilio Santucci di Firenze, presidente della Società Amicizia e Dovere, sul tema F. D. GUERRAZZI-

Il Santucci di professione sarto è un operaio che ha studiato da se e ha forza di buona volontà e d’ingegno è riuscito a farsi un discreto patrimonio di cognizioni. Parlando di Guerrazzi

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riassunse in un rapido quadro storico, lo stato politico e morale degli italiani al tempo in cui visse Guerrazzi e lo fece con tanta maestria e con tanta patriottica cura, di strappare gli applausi unanimi degli ascoltanti dei quali era piena la Sala.

Indi confrontò molto efficacemente e con giusto criterio la mente di Guerrazzi con quella di Manzoni, facendo risaltare con belle citazioni il carattere fiero, battagliero, ardito dell’illustre livornese, dal quale, nella concitazione del pensiero sdegnoso di servitù vennero vergate le opere romantiche che furono battaglie vinte in pro dell’Italia.

Di Manzoni disse giustamente: dei meriti suoi letterari, non comuni certamente, e del suo carattere dolce, mitemente apostolico. Se questi era ammirato dai buoni e ben pasciuti borghesi che sentono superlativamente la riposata idealità della famiglia e della pace passiva, non simpatizzava però a quella gioventù, duce Mazzini, che conscia del vergognoso servilismo della patria, eccitata dalle pagine fieramente ribelli di Guerrazzi gridando: fuori lo straniero! Seminava i campi della patria dei propri cadaveri, credenti più che nel mite e papaverico dio di Fra Cristoforo, in Sabaoth il Dio delle battaglie!

E fra il letterato della fede e quello della Libertà disse che preferiva questo.Indi ne descrisse, con la precisione e il sentimento di un vero erudito tutta la vita,

analizzando una ad una le sue opere con una oculatezza critica ammirabile: si fermò con compiacenza sull’Assedio di Firenze; indi enumerò i corrucci di Lui, generati dalla sleale persecuzione mossagli dagli affiliati alla empia setta (moderati) e concluse riassumendo bravamente il tutto fra gli applausi generali, che come avevano interrotto varie volte la conferenza, si convertirono in una duplice ovazione alla fine di questa.

DOMENICA prossima 30 Agosto avranno luogo in Colle le seguenti feste.Ore 4 pomeridiane apertura della Fiera di beneficienza a beneficio della Fratellanza Militare.Ore 6 corsa a fantino con due premi, £. 100 e la bandiera, e £ 20,00.Ore 8 Ritirata con le fiaccole accompagnata dalle due Bande, di Colle e di Poggibonsi.

SAPPIAMO che il Consiglio scolastico provinciale ha approvato il progetto formato da questa Commissione del R. Conservatorio per l’impianto d’un Asilo infantile. Noi, come del resto non abbiamo bisogno di dichiararlo , non vediamo il momento che i genitori poveri abbiano il modo da far dare un poca d’educazione ai loro fanciulli.

La Martinella del 30 agosto 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

TUTTE BELLE ! Allo scopo di esser messe nelle doti (a proposito di queste doti in uno dei prossimi numeri ci prenderemo lo spasso di far sapere come si assegnano, quale via crucis è necessario passare per entrare fra le elette, quali formalità si impongono alle fanciulle ecc. ecc.) le fanciulle da marito e qualche fanciullina innocente, e inconsapevole, oggi, mosse dal sentimento di figurare prenderanno parte ad una grandiosa processione destinata a consacrare pubblicamente la riapertura della chiesa di Agostino, processione organizzata a pizzichi e bocconi dal Bisogno e dalla Vanità da un lato e dalla Furbizia bottegaia dall’altro.

La processione sarà fatta con gran compunzione ed umiltà, secondo dettano i precetti divini; già le fanciulle si preparano nel raccoglimento religioso della loro cameretta al fuoco e mistico raggio di fiammella modeste ed evangeliche.

E in quelle camerette silenziose, odesi un affiatamento leggero di fanciulle dalla testa abbassata, quelle fanciulle si preparano!

Quelle fanciulle si preparano, o prete, ma inorridisci! Dietro la sedia di quelle figurine sorridenti, non sta il tuo mistico angelo, ma si divincola beffardo, stecchito, tutto rosso, disegnato ad angoli nel fondo umido della cameretta, Satana, il quale insegna a quelle fanciulle vestirsi eleganti, aggraziate perché la bellezza, che il prete perseguita in pubblico e carezza in privato, rifulga pagana

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e moderna al sole dei nuovi tempi in odio al monachismo glaciale e brutto della tua santa religione. Prete tu sei sconfitto! Hai creduto di vincere una scaramuccia ed hai perduto una battaglia. Lo sfarzo dei nastri, dei fiori, la sementa dei saluti e dei sorrisi che sfuggiranno oggi alle tue pecorelle, è paganismo, è satanismo, è libertà, è progresso!

E tu, o prete, rappresentante del sentimento religioso, sarai oggetto di riso, fra quell’abbarbagliamento, di sguardi, di fiori, di gioventù di bellezza o di colori.

Con un fungo sulla testa, senza i baffi che sono il distintivo degli uomini veri, autentici, con gli orli nel naso abbelliti da tabaccose appendici, tu inciderai, come una pennellata nera fredda, in un cielo, in una marina napoletana del Dalbono, a collo torto, seminando un odore sui generis, tutto teologico, imponderabile metafisico proprio delle anime rinserrate alle pure ventilazione della libertà!

E Mefistofele, aguzzati a punta di ago i pizzi della sua barba riderà, indicandoti col dito stecchito, come i fauni di pietra della Gallerie artistiche, o come il curato di Mendon!

NOTERELLE

FERRIERA MASSON. Si sente con insistenza parlare di una quistioncella nata nel seno dello Stabilimento Siderurgico intorno alla nomina dei Sanitari che debbono prestare l’opera negli infortuni, che per eventualità incolgono gli operai. La questione per ora è piccola e noi ci auguriamo che si mantenga tale per il bene di tutti, ma potrebbe divenir grossa e seria, ma però vorremmo vi si ponessero i rimedi necessari il più presto possibile.

Si sa bene che gli operai cui incolgono in quello stabilimento gravissime ferite lacerazioni e ustioni, hanno bisogno di soccorso sollecito, anzi immediato, del Chirurgo, il quale spesso non può agire nelle sue operazioni senza l’assistenza di un compagno. Ora che cosa ha fatto la nuova Direzione, forse per continuare la troppo nota e celebre tradizionale sapienza in quell’opificio! Ha nominato un solo Medico Chirurgo nella persona del Dott. Pacini, gli ha dato a compagno il Dott. Susini, Medico, ed ha escluso dal servizio dello stabilimento altri due Medici Chirurghi, che sono più anziani per pratica e servizio in chirurgia e che sono anche i Chirurghi del Civico Ospedale i dottori Polazzi e Conti.

Ora che cosa avverrà se il Dott. Pacini che per ragione di servizio non può essere sempre reperibile, si trovasse assente od occupato altrove in caso di grave infortunio nell’opificio? Si ricorrerà al Dott. Susini?

E se le ferite, le lacerazioni, le ustioni sono tali da richiedere un’operazione chi assisterà il Dott. Pacini? Forse il Dott. Susini che non è chirurgo? Bisognerà in ogni evenienza ricorrere agli altri due.

E se il Dott. Polazzi che per due anni ha prestato zelante servizio nello stabilimento ora che con offesa al suo amor proprio ne è stato escluso,. Non vorrà senza ricompensa prestarsi?

E se il Dott. Conti dopo aver spessissimo prestata l’opera sua a molti lavoranti colti da sventura ed avere continuamente rilasciati i certificati, e tutto disinteressatamente, ora che per la seconda volta con una schiaffo morale si vede escluso dallo stabilimento volesse mutare sistema?

La soluzione della vertenza sarebbe assai facile se chi è preposto alla direzione dello stabilimento avesse equità d’animo ed amore per gli operai.

Noi abbiamo accennato alla questione lasciando a chi è di dovere risolverla, non volendo in ogni evenienza che i poveri sventurati, martiri del lavoro, abbiano a soffrire nelle loro infermità.

INFEZIONE CARBONCHIOSA. Da qualche settimana si è manifestato in provincia il carbonchio nei bovini. Il primo caso si manifesto nel comune delle Masse di Siena e nella prima settimana se ne riscontrarono sette casi, due dei quali negli ovini.

Sventuratamente la malattia si comunicò a diverse persone delle quali alcune hanno dovuto soccombere, altre restano ancora nel male.

I morti sono, certo Pepi al Casino, certo Trecci di Pastine, ed un altro povero giovane di Poggibonsi decesso nell’ospedale di questa città!

Ora la terribile malattia, è comparsa in vari comuni della provincia Senese, nella quale saviamente sono state proibite le pubbliche fiere.

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La Martinella del 6 settembre 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

IGIENE PUBLICA(Continuazione vedi n°34)

La migliore conduzione delle acque nelle gore e la loro copertura; la nettezza urbana un poco più osservata per le nuove esigenze di una popolazione che aumentando va incivilendosi; la ripulitura delle fogne ed i lastricati nuovi; la imbiancatura per quanto goffa ed in artistica delle facciate nelle vie principali ecc. ecc. sono tutte cause di miglioramento per le condizioni sanitarie del paese. Ma in questa parte resta da fare moltissimo e specialmente in riguardo alla nettezza urbana. Difatti è assolutamente impossibile che due soli spazzini, i quali all’occorrenza hanno anche dei compiti diversi, possono attendere con cura al servizio giornaliero della nettezza urbana perciò che spetta al municipio; come è parimente impossibile che una sola guardia municipale possa disimpegnare con buon risultato quella necessaria e continua sorveglianza che richiedesi perché i privati mantengano con regola la nettezza urbana per quella parte che loro spetta. Il servizio urbano è assai difettoso ma è a sperarsi che vi verrà provveduto con aumento di personale ormai troppo necessario.

E’ anche a considerarsi come causa di miglioramento la paura che da tre anni spande di se il colera il quale trova migliore elemento alla sua opera di distruzione nei luoghi sporchi e fra gli individui che per dissolutezza strapazzano la loro salute o per povertà sono costretti a subire le conseguenze della loro disgrazia. Questa cosa, nota ormai a tutti, fa si che ciascuno, cerchi nutrirsi il meglio che può, astenendosi da quelli eccessi che spesso sono la causa prossima, non solo del colera, ma anche di molte e molte malattie proprie dei nostri luoghi. Così anche è meglio osservata la pulizia della casa e della persona con, tutto guadagno della salute generale.

Rientrano per gli effetti immediati in questa categoria altre cause; come il buon mercato del pane ed anche del vino negli anni scorsi e le non pessime condizioni economiche della maggior parte delle famiglie, dopo che la Ferriera Masson ebbe preso un notevole sviluppo, apparente però, e terminato poi con troppa amara delusione per molti degli operai che vi avevano trovato lavoro.

Di fronte però, a queste cause di miglioramento sta un potente nemico lamentato, non solo da noi, ma universalmente, voglio parlare dell’abuso delle sostanze alcoliche specie dell’acquavite che essendo composta con alcol del commercio, estratto imperfettamente da svariate sostanze, raduna in se molti prodotti deleteri ed assolutamente venefici avvenuti nella incompleta trasformazione alcolica. Sarebbe troppo lungo il parlare delle conseguenze immediate e secondarie dell’abuso degli alcolici e però lasciamo questo argomento ad altra occasione.

Altra e non lieve causa a molte malattie è la nessuna osservanza delle regole igieniche nello smercio e nell0’uso della frutta, le quali nell’estate sono il companatico del povero e la leccornia degli agiati. Nella nostra piazza non vi sono che frutta o troppo acerbe o troppo mature, le quali sono ugualmente nocive alla salute, e più nocive diventano tenute nel sudicio, scoperte, all’arbitrio delle osche e dei vermi, ammassate e peste nelle paniere, dove altre in precedenza hanno subito la loro decomposizione.

Sul modo di tenere e smerciare le frutta manca ogni prescrizione nei regolamenti municipali, ogni vigilanza da parte della Commissione di Sanità ogni amor proprio negli smercia tori, ogni riguardo da parte dei consumatori. Da ciò è evidente che debbonsi avere funeste conseguenze. Le coliche,le profuse diarree, molto somiglianti al colera e gli altri disturbi intestinali che in questo anno travagliarono, e travagliano tuttora, gran parte della popolazione, si debbono all’iso delle fratta acerbe o guaste; prova ne sia che l’anno scorso dopo la proibizione di alcune frutta e la vigilanza esercitata sullo smercio di altre, la salute pubblica migliorò in modo da meravigliare gli stessi medici che da più anni esercitavano la loro professione nel nostro comune.

Fra le cause prossime di malattia è da annoverarsi l’uso di carni secche guaste, di grassi alterati, di pesci putrefatti e non sempre da tutti riconoscibili. Queste sostanze alterate, avariate, sono alcune volte venefiche in modo da portare fino alla morte.

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(continua)

LE FANCIULLE LA CHIESA E LE PROCESSIONI.

Domenica ebbe luogo la strombazzata processione – lotteria per la quale 350 bambine concorsero a due doti di dieci lire pagando settanta centesimi a testa; processione – lotteria che malgrado la sua comica fine fruttò alcune centinaia di lire a che teneva il banco.

Al solito!Ma narriamo i fatti. Verso le ore cinque pomeridiane uscì la processione di chiesa e si

distese per la via Fossi fra una moltitudine straordinaria.Precedevano quei sette o otto microcefali che descrivemmo altra volta e dei quali non merita

il conto di parlare: venivano poi la banda di Colle, la lunga sfilata della bambine, la banda di Poggibonsi, i preti, la madonna ecc.

Giunta la processione in Piazza Arnolfo ed affacciatesi a questa la statua di stucco di Maria, incominciò un acquazzone così incalzante e così spietato che quelle povere bimbe prima e poi anche le vecchie pulzellone, soffocando dei piccoli gridi, si sbandarono disordinatamente e si rifugiarono sotto i loggiati fra le risa e i motteggi del pubblico che assisteva alla divertente commedia.

I preti però tennero duro alle prime gocciole; e con essi la statua? Mentre l’acqua gavazzava crudelmente sulle loro zucche tonsurate e si divideva in rigagnoli lungo gli abiti sacerdotali. Ma alle mortificazioni divine non volendosi adattare, alla fine anch’essi dovettero cedere a quel momento di satanica potenza e si ritirarono sotto le logge non senza incontrare difficoltà in quelli che già erano al sicuro e che preferivano si ammollasse la madonna, piuttosto che cederle il posto.

Ci aspettavamo un miracolo da un momento all’altro; stavamo trepidanti nella speranza di vedere qualche portento, quando appena messa al sicura la madonna, le nubi diradarono rapidamente ed una sola striatura velata di leggerissime nubi, navigò fresca fresca pel cielo oltremarino.

Ma Satana tutto rosso, era nascosto dietro una nube che gravitava minacciosa imponente sul tetto della Scuola Professionale e da quella faceva capolino, mormorando con sogghigno; Ora tu senti appena s’affaccia!

E fu così. I preti illusi dalla ossianica poesia di quella nuvoletta, inconsapevoli del nemico che stava loro proprio sulla testa, uscirono dal riparo con la statua e fu allora che Satana bubbolò: Dentro! E con un altro scroscione, costrinse i preti e la statua a ripararsi di nuovo!

Fu questo il momento più esilarante della giornata. Ci furono risate pantagrueliche, sibili, motteggi, d’ogni ben di dio!

Ed io udii una processionante esclamare: Ma senti cosina, Cristo è proprio disp . . . . so (testuale).

Mi dimenticavo di dire che il crocifisso al momento del primo subbuglio, fu cacciato in un ridotto e lo stendardo verso i macelli.

Il proposto Bimbi che è il prete più intelligente della città rimase bagnato come un pulcino. Lo sconsigliamo a farne a meno di fare queste dimostrazioni; ci guadagnerà un tanto in quella serietà che non li contrastiamo.

Alcuni incappati entrarono nel caffè La Pace e presero il ponce, gli altri e le altre restarono sotto il loggiato fra l’incrociarsi continuo dei frizzi e delle corbellature generali.

I preti ridevano di rabbia!A completare la commedia, un venditore pubblico, squillò con una trombaccia di latta una

voce così banale, da far salire l’ira alla testa.Cessata dopo del tempo la pioggia, a stratte e ridotta della metà, la processione rientrò in

chiesa, salutata da qualche sibilo.Una signora francese che trovavasi presente ebbe a dire al nostro amico a. b. : Mais ces sont

tuotes vilaines! (Ma queste sono tutte brutte!) ed infatti, mancavano proprio le belle.Dicevasi che oggi sarebbe stata rifatta per dispetto (?) di chi rise e ci avrebbero preso parte

anche le belle. Non era ammissibile, perché le belle non sono mai state dispettose ; le brutte si, è anzi il loro carattere speciale. Ad ogni modo sarebbe sempre stata, la processione delle dispettose.

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Le belle stanno sempre a casa perché sanno che ai giovanotti colligiani, sono esose le bacchettone ed alle ragazze scusate la franchezza fa gola più un buon marito, che tutte le moccolaie di questo mondo !

- - - - - - - -

Il prete non è per voi fanciulle. Fra voi e lui c’è un abisso. Voi generose e buone alle quali sorride gentile e speranzoso nell’animo bello il pensiero di

soddisfare all’ineffabile desiderio d’amore che vi fa dolce la vita, legate in unione sincera con quel giovane che vi colpì con una sguardo generoso e ardito, o con la bontà del suo carattere dolce o lo sfavillo della sua bella intelligenza o con le forme vigorose e robuste della persona – vedreste con gioia che questa bella gioventù (voi comprese) che sale baldanzosa le scale delle vita, rilassata la sua fierezza, pervertita la sua intelligenza, deturpata la sua bellezza, si vestisse di tonaca o di soggolo, torcesse l’occhio spaventato da voi (che siete il demonio, come predicano i dottori della Chiesa) e negligendo i doveri e le cure della vita odiando (miserabili creature) padre madre e fratelli ed i cari amici della fanciullezza, prendesse tabacco a 18 anni e impotente a lottare contro il prepollente impeto dei sensi, imparasse ad ingannare la natura . . . . . facendo a meno del vostro amore purissimo?

Voi fanciulle che sognerete qualche volta, fra le vaghe idealità che abbelliscono l’avvenire, di diventare buone madri di famiglia, adorate dallo sposo premuroso, contente di poter cullare sulla ginocchia quelle care creature che appena entrate nella vita pensano a voi, di voi vivono, con voi sorridono, piangono, si rallegrano confondono i labbruzzi di cinabro coi vostri, purificati dal bacio sincero di chi vi elesse per compagna della vita, vedreste bene che questi figli vostri, vi abbandonassero, vi rinnegassero, vi denunziassero!

No, voi siete buone, e non potete dividere i sentimenti di quei neri spauracchi, che se potessero, vi chiuderebbero tutte in un convento e vi ci farebbero marcire di stenti. Voi siete buone e disprezzerete chi ha per principale massima questa che io tolgo dal libro dei missionari.

<<Santa Ludgarde . . . . nel fiore dei suoi anni si era invaghita delle sue leggiadre doti, e godeva alquanto dei vani amori, ma dentro i termini di ogni onestà. Sue 16 jun. Stava una sera discorrendo con un giovane Cavaliere, che bramoso delle nozze di lei, la vagheggiava, e con miele d’affettuose parole intendeva d’allettarla a corrispondenza d’affetto. Già il dolce VELENO D’AMORE, pian piano s’istillava nel petto, parendole che quel partito di nozze fosse il personaggio pari alle sue qualità. Quando nel licenziarsi, rivolgendo gli occhi, vide presentarsele davanti un altro Sposo, ma di sangue, Gesù Crocifisso, in quel sembiante appunto, con cui visse in terra. Speciosus forma prae filiis hominum. PS. 44. 3 il quale con ben altre dimostrazioni di carità scoprendosi la veste dinanzi al petto, le diè a vedere la sacralissima piaga del suo Costato, che stillava fresco sangue e le disse: <<Blanditias inepti amoris post hoc vide ne requires; hic jugiter contemplare quid diligas; et quam ob rem diligas; hic ego totius puritatis delicias tibi polliceor obtinendas>> Guarda bene di non lasciarti mai più in avvenire adescar dalle lusinghe D’INDEGNO AMORE: Contempla qui in questo Cuore piagato QUELLO che DEVI AMARE, e la cagione perché lo devi.

ECCO L’UNICO OGGETTO DEI TUOI AFFETTI. Mira quanto motivi hai di dedicarli UNICAMENTE il tuo amore. Qui io ti prometto che troverai le più dolci e pure delizie che saprai desiderare. Qui il tuo spirito sarà assorbito da una piena di celesti consolazioni.

Con tal visone rimase Ludgarde si confusa di se stessa, e presa dall’amore di Gesù Crocifisso, che parve che una mano invisibile le spremesse dal cuore ogni altro affetto; chiuse affatto gli occhi e le orecchie alle lusinghe di ogni amante terreno, come ai guardi e fischi di velenoso serpente. R quando la prima volta ritornò il Cavaliere per lusingarla rispose con le parole di Sant’Agnese al giovine Romano: Discende a me, pabulum mortis, quia jam ab olio Amatore praeventa sum>> Partiti da me, alimento di morte, che già da più nobile sposo sono stata eletta a miglior nozze>>

Chi insegna a vivere così poeticamente ed umanamente:Mondo ti lascioMondo addio,

Al Ciel voglio spirarA goder Dio

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Su pensieri al ciel volateOve il sommo Bene sta;Più la terra non amateDi cui tanto è vanità

Mondo ecc. ecc.Anche in mezzo a gioie e pene

Voglio il mondo calpestar.O sovrana, e immenso Bene

Voi soltanto voglio amar.Mondo ecc. ecc.E in altro luogoAmori non più

Gli amori dal cuore+Ti tolgon Gesù.

Ecco l’l’insegnamenti di questi nemici della patria; sentite queste e poi bastaCitiamo una sola parte delle leggi decretate dai pontefici sull’eresia: (1) . . . . . . .I figli e

discendenti degli eretici e degli loro fautori, protettori, ricettatori, aderenti, fino alla seconda generazione saranno privati di ogni beneficio, impiego ed onore. Ai figli nondimeno rimane aperto uno scampo; (inorridite lettori!) la chiesa non li punisce se vanno essi stessi a denunciare la segreta eresia del genitore!

Se vi sentite da tanto, siete cattoliche!REPORTER

La Martinella del 13 settembre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

LE NOSTRE SCUOLE. Le conferenze pedagogiche provinciali avranno luogo quest’anno a Montepulciano dal 21 Settembre al 1 Ottobre p, v. – Allo scopo di cooperare alla buona riuscita delle medesime il Prof Del Beccaro, R. Provveditore agli Studi, ha diramata una circolare, nella quale è riprodotta una lettera inviata alle autorità scolastiche il 25 luglio 1884. Da essa stralciamo il seguente brano per richiamarlo alla memoria delle autorità municipali colligiane.

<< . . . . ed appare di aver se evidente quanto ragionevole e giusta debba essere la speranza che ho di trovarmi sostenuto, nell’adempimento dell’arduo incarico di conferenziere, della loro benevola e sapiente cooperazione, ripensando che, essendo le SS. Loro si addentrano nelle gravi cose della pubblica amministrazione, ben conoscono quanto importi di costituire finalmente la scuola italiana, quale si conviene alle tradizioni, all’indole, alle reali condizioni del nostro popolo. E difatti che bene osserva intorno a se, nota come presentemente si vada formando nelle menti più alte e comprensive dapprima, e poi vada diffondendosi dovunque la convinzione ch’essa scuola, se portata a quel grado di eccellenza di cui è suscettiva, e che ha in realtà conseguito presso alcune civilissime nazioni, sia per diventare una delle più utili anzi necessarie istituzioni sociali, in quanto che per la natura del fine supremo cui mira, con tutte le altre si collega non solo, ma a loro serve di necessario fondamento. E ciò si mostra con evidenza anche più luminosa, quando si consideri che a lei spetta educare il popolo, devoto alla patria, obbediente alle leggi, consapevole ed osservante dei suoi doveri, capace di contribuire col proprio lavoro e co’ magnanimi sacrifici alla pubblica grandezza e felicità. E da tale opinione, che è avvalorata dalla scienza dall’esempio di quasi tutti gli Stati d’Europa, ove i più autorevoli ed illustri Personaggi studiano con sommo ardore di dare all’educazione popolare avviamento più alto e corrispondente vie più alle esigenze della moderna società, nasce già potente e forse tra breve tempo irresistibile il desiderio che anche da noi questo problema si sciolga, questa impresa si compia.

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Il Prof. Del Beccaro si esprime da quell’egregio funzionario che è, impegnatissimo nel suo ufficio e fervente cultore della pedagogia Razionale. Noi uniamo i nostri ai suoi voti perché la Scuola venga posta a quell’alto grado di istituzione sociale che le si spetta.

Riconosciamo anzitutto che primo fra gli elementi che debbono cooperare al progressivo sviluppo della scuola e la buona cultura dei maestri; ad essi conviene rialzare col loro prestigio quello altresì della scuola.

Ma come fare nelle condizioni presenti?I Municipi, arbitri fino ad ora delle Scuole, ed ai quali il Prof. Del Beccaro si rivolge come a

valevole appoggio, sono assolutamente inetti al miglioramento della scuola; perché appunto il loro spirito speculativo si rivolge costantemente al benessere materiale dei comuni e pochissimo al morale; i maestri sono quindi in tale posizione precaria e sfavorevole al mantenimento della loro dignità ed al miglioramento della loro istruzione, che ogni sforzo riesce inutile.

L’accentramento della Scuola Popolare al governo era forse la migliore soluzione del problema.

Vediamo intanto qui le nostre scuole elementari trovano appoggio presso il Municipio. Sono tre le condizioni necessarie a formare una buona scuola ed a cui ogni Municipio

nell’organamento delle scuole elementari dovrebbe attenersi:1° Cultura ed intelligenza dei maestri.2° Razionale ed armonica direzione delle diverse classi.3° Igiene e fornimento dei locali.Non è qui il caso di fare delle eccezioni sulla cultura ed intelligenza degli insegnanti che

abbiamo, poiché il sindacato della loro opera è fatto da persone incompetenti e parziali, che non solo non si adoperano ad agevolare lo sviluppo dell’intelligenza di essi incoraggiandone il buon volere, ma li opprimono con la loro ignoranza e caparbietà. Cosicché ammettono pure che il Municipio abbia scelto degli insegnanti eccellenti ed in ciò sia da encomiarsi, resta sempre il fatto che lo svolgersi delle facoltà di essi è impedito da alcuni ostacoli che non si pensa a rimuovere e che quindi le nostre scuole non possono avere un progressivo miglioramento.

Tutti a Colle sanno che il primo più grande ostacolo ad ogni miglioramento è la solita inamovibile Commissione Scolastica dei due parroci, i quali hanno messo la confusione negli esami finali in modo tale da impedire la formazione di una commissione esaminatrice soddisfacente. Intanto i genitori dei piccoli scolari sono sempre più scandalizzati ma impotenti a reagire contro gli abusi e le prepotenze, giammai represse di questa Commissione tricornuta, perché un Municipio, in buona parte clericale, la mantiene in carica a dispetto di tutti e di tutto. Intanto le maestre e i maestri che sentirebbero nel loro animo tutto l’orgoglio del loro ministero agli atti illegali, alle irregolarità le più madornali, sono costretti a piegare il capo per mantenersi l’impiego, e per ultimo risultato si ha il deterioramento delle nostre scuole.

Intanto al secondo punto quello della Direzione nazionale ed armonica di tutte le classi non è neppure a parlare, poiché il Municipio sebbene abbia già da 3 anni stabilito in bilancio lire 300 annue per onorario ad un Direttore Didattico, non è mai divenuto alla sua nomina. La ragione di questa trascuranza sta nella solita commissione dei due parroci i quali sentono il bisogno d’imperare soli nelle scuole.

In quanto alla Direzione delle Scuole per ciò che riguarda il rispetto alle leggi ed ai regolamenti noi avevamo invocato la nomina di un Delegato Scolastico governativo; un delegato qualunque, poiché ogni mandamento deve per legge averne uno. La nostra voce si perdette nel deserto. In più di un anno dacché il posto è vacante non è stato possibile trovare in Colle una persona degna di ricoprire quella carica. Eppure il Delegato scolastico in ogni mandamento è specialmente incaricato presiedere alla fine dell’anno scolastico la Commissione esaminatrice in tutte le Scuole elementari.

Qui in Colle, dove manca un Delegato Scolastico, chi avrà presieduta la Commissione esaminatrice? Si fanno le cose in famiglia:i soliti parroci fanno gli esami: sollevano degli scandali che subito l’autorità Municipale si piega subito a celare, e si fa di meno di un Delegato scolastico governativo.

Intorno al terzo punto, dell’Igiene e forni mento dei locale delle Scuole, terremo parola in altra occasione.

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NOTERELLEFESTE. Domenica replica, civilmente parlando, della festa per l’apertura della chiesa di S.

Agostino, ci furono la fiera di beneficenza, la corsa in via Garibaldi, i fuochi, un bel concerto della Banda di Poggibonsi e la ritirata delle rificolone. Due centinaia almeno di ragazzi girarono tutta la città preceduti dalle due bande riunite di Colle e di Poggibonsi in un disordine straordinario, contenti come pasque per le rificolone che portavano. La ritirata, cosa nuova per Colle divertì, benché così disordinata, il pubblico, il quale andò a letto contento +di averne veduta una delle nuove.

PROCESSIONE. Martedì passato la solita processione, diventata il bisogno settimanale delle bambinelle del popolino; ebbe luogo in campagna dal convento dei frati (grazie alla imprevidenza o al tacito assenso, di chi guidale sorti amministrative della nostra città ritornati in auge) alla cappellina di Fabbricciano.

La tassa dì’ammissione fu diminuita e ridotta a 30 centesimi. E’ stato l’articoletto di domenica che ha persuaso i preti a tirare un po meno d’acqua al loro mulino.

INCENDIO. Martedì alle 2 antimeridiane circa si sviluppava un incendio in un magazzino ripieno di paglia del Sig. Ferdinando Betti nella località detta <<Le Nove>> distante oltre 2 chilometri dalla città.

Alla chiama di alcuni abitanti di quella località, accorsero, con lodevolissima sollecitudine, il Comandante ed una squadra di pompieri prima, il Tenente, il Maresciallo e cinque carabinieri il Pretore ed altri cittadini dopo.

Furono sgombrate sollecitamente le stanze in pericolo dai mobili e dai volori e in pochi minuti fu sedato il fuoco.

FIERA DI BENEFICENZA. Oggi la fiera sarà aperta alle ore 3 e mezzo pomeridiane. Avrà luogo anche una lotteria a premio fisso. Allo scopo di smentire alcune false dicerie relative alla proprietà dei letti in ferro acquistati dal Comitato della fiera saranno pure oggi esposte al pubblico le relative ricevute rilasciate dal negoziante che vendette i letti stessi al comitato.

CONSIGLIO COMUNALE. Nell’ultima adunanza consiliare furono approvati :Il regolamento per l’irrigazione degli orti.Il regolamento per le vetture e pei facchini alla stazione ferroviaria.Il regolamento per le tumulazioni privilegiate al cimitero dei Castellini.Il bilancio consuntivo 1884.Fu preso atto dei saldi per i luoghi di studio Usimbardi del 1883 – 84.

CASE OPERAIE. Lunedì sera alle ore 8 adunanza nella sala della Società Operaia.

ULTIM’ORADa Colle mi è pervenuto il seguente dispaccio del Reporter; lo pubblico:<<Poggibonsi 12 ff di Poto.<< Giorno pubblica corrispondenza colligiana risposta mio articolo processioni ecc. vomita

ingiurie impotenti ridicole, stile vacuo secentista da predicatore contro Martinella; questa è lurida, stomachevole, laida melma; spudorati, villani (sic) suoi redattori specialmente poeta Pardini il quale scriverà poesia intitolata <<IL PRETE>> sua risposta; invoca Sant’Uffizio, tortura, fuoco su essi. Articolista prete becero, imbecille, ipocrita e pazzo, furente, enfatico, rabbioso, indemoniato, si avventa, tenta mordere, graffiare; strilla, piange, bestemmia, mente, convulso , disperato. Mio articolo offese suoi santi , madonne, iddio; egli denunzia articolo con cristiano coraggio al Procuratore del re, insinua guerra contro noi avviati delitto ergastolo (sic) chiede vendetta, (ciarlatano mascalzone) magnifica educazione monacale.

Risponderò domenica frattanto calmati sciocco, sciocco inconsiderato, può darsi tuoi insulti legga pure procuratore del re, Salute, proto; pubblicate.>>

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REPORTER

L’articolo di risposta è stato pubblicato nel numero del 20 settembre a pagina 2 e 3 che pero non trascrivo non rientrando nelle Note Colligiane.

La Martinella del 20 settembre 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

DIRITTO DI VETO? Domenica in occasione del trasporto funebre del compianto Giuseppe Salvi, accadde questo incidente che riporto con fedeltà: Deposto nel cataletto il cadavere dell’estinto, un Socio Attivo dell’Accademia Filodrammatica si accingeva a parlare, quando un tumulatore arrischiò timidamente un’ingiunzione al silenzio. Trovandosi presente ò’Ispettore Municipale, i membri del Consiglio della Società Democratica, della quale l’Accademia è una Sezione, chiesero ad esso in nome di quale legge l’ingiungevasi di no n parlare.

L’Ispettore rispose che vi erano i regolamenti, ma smentito da uno dei presenti, dopo essere stato interrogato in proposito, ebbe a dire che l’ordine di no n permettere che si parlasse nel cimitero, veniva direttamente dal Sindaco.

Da questa dichiarazione gli intervenuti uscirono dal cimitero e meravigliati della violazione perpetrata in danno del diritto di parola, sancito dallo statuto e non revocato ne per Colle, ne per altre regioni d’Italia, da nessuna legge eccezionale; come non motivata da ragioni di ordine Pubblico, si sciolsero nella sede della Società, decisi a chiede della riparazione del fatto.

Lunedì mattina si presentarono infatti dal Sindaco il Presidente ed un Consigliere della Società per chiedere schiarimenti sul fatto ed il Sindaco rispose loro: Che una disposizione del regolamento per la Legge 24 Sett. 1874 sulla sanità pubblica, dando a lui il diritto ed il dovere di vigilare alla polizia del Cimitero l’ingiunzione fatta dal tumulatore era legittima, perché ordinata da lui; che essendo il cimitero CASA SUA (cosa che non gli invidio certamente) intendeva nel medesimo comandare lui solo, e che l’ordine di proibire i discorsi non precedentemente permessi con l’ordine speciale dato ai tumulatori, l’aveva dato per impedire che si profanasse il luogo con discorsi che andassero a ferire la suscettibilità delle famiglie che avevano i morti in quel recinto.

Disse che il grande principio di Zanardelli, reprimere non prevenire, e quindi invitò – poiché durante tutto questo tempo erano stati in piedi – a sedersi, i rappresentanti della Società della quale fu lo stesso Sindaco presidente. Ma questi che avevano avuto gli schiarimenti che desideravano si licenziarono.

Ora io dico: Da quando in qua un regolamento di una legge sulla sanità pubblica si può usare per la sicurezza pubblica? Da quando in qua i tumulatori sono diventati agenti di P.S. e padroni in nome della legge di togliere la parola ad un cittadino? Fin da quando un Sindaco, calpestando la libertà di parola che non è e non può mai essere preventivamente manomessa, può a suo libido concedere o no di parlare ad un cittadino? C’è un articolo eccezionale in tutte le leggi di questo mondo che dia questo diritto? E fin da quando si afferma che con la parola si possa profanare un cimitero?

R quale legge contempla le offese alle suscettibilità dei cittadini? E quali suscettibilità ? Le cattoliche o le razionali?I cattolici, con le loro stesse funzioni offenderebbero le suscettibilità delle famiglie

razionaliste od i razionalisti coi loro discorsi quelle dei cattolici? In ognuno dei casi bisogna essere logici – qualora si riconoscesse ( e non sarebbe pochino) nel Sindaco il diritto di fare il legislatore – o tutti zitti la dentro, o libertà per tutti. E continuo a domandare.

Fin da quando, fare la polizia in un dato luogo, vuol dire ritenersi in diritto di giudicare a priori il discorso che potrà fare un cittadino ed occorrendo di dare una patente preventiva di poco di

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buono o d’insofferente alle leggi a chi a queste leggi non potrebbe mancare? Tanto varrebbe mettere in prigione tutta la gente, per impedire che fossero commessi delitti o ruberie; è logico?

Si trovino sul luogo le autorità e se qualcuna manca alle esigenze della legge si faccia cessare; non prima che parli.

Sicuro di non avere risposta a queste mie domande, ne sottopongo il giudizio ai lettori e mi cheto.

(v. m.)

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Sabato 12 corrente cessava di vivere, dopo un’agonia di lunghi mesi distrutto lentamente da una malattia terribile

GIUSEPPE SALVIAlla memoria dell’operoso ed onesto cittadino , dell’amico personale di tutti noi,

dedichiamo queste parole che ci sorgono sincere dall’animo.

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Domenica venne trasportata la di Lui salma al cimitero vecchio e gli amici suoi numerosi, presero parte al corteo funebre insieme a tutti i Soci Attivi, dei due sessi, dell’Accademia Filodrammatica Bellotti-Bon della quale il Salvi era Vice Direttore.

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Questa sera l’Accademia stessa, nel Teatro dei Vari, darà una recita, per raccoglierla somma necessaria a porre una lapide in marmo sulla sua tomba.

La Martinella del 4 ottobre 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

MARTEDI’ sera, proveniente da Volterra giunse fra noi il nostro carissimo amico onorevole Carlo Dotto. Si trattenne fino alla mattina del Giovedì p.p. visitando la città in compagnia degli amici. Alla sera tanto il Martedì che il Mercoledì tenne due famigliari conferenze sui doveri che incombono alla democrazia di organizzarsi praticamente e seriamente: Specialmente il Mercoledì sera fu, al suo solito, felicissimo nell’improvvisazione ed ebbe degli slanci oratori così pensati e così profondamente e così profondamente sentiti da strappare applausi entusiastici. Il Teatro bellotti-Bon dove avvenne la riunione era pieno di giovani schiettamente democratici i quali votarono un ‘ordine del giorno, presentato da uno dei presenti, di adesione alla recente circolare dell’Ufficio Centrale di Corrispondenza proponente l’iniziazione di un’agitazione nazionale per rivendicare il diritto popolare all’estensione del voto amministrativo.

L’on. Dotto fu cordialmente festeggiato da tutti i democratici i quali si tennero e si tengono onorati della di Lui affettuosa visita.

CREMAZIONE. Nel mese corrente il chiarissimo Dott. Gaetano Pini, indefesso apostolo della cremazione, visiterà Colle insieme all’egregio nostro amico Prof. Giulio Masini di Certaldo allo scopo di tenervi una conferenza popolare pubblica destinata a persuadere i liberali colligiani della possibilità di acquistare un crematori mobile per la Val d’Elsa e la provincia di Siena. Chi conosce l’ingegno e la dottrina dell’esimio oratore, si accorge subito che la conferenza, del Dott. Pini, dovrà riuscire per la nostra Città una vera festa della civiltà. Noi ci lusinghiamo che tutti i

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liberali colligiani accorreranno ad udire la conferenza e concorreranno coi loro mezzi a render possibile in breve tempo fra noi, questa nuova applicazione dell’igiene al vivere civile.

Noi frattanto in uno dei prossimi numeri pubblicheremo uno scritto sulla cremazione del Prof. Giulio Masini.

LUNEDI’ prossimo sarà aperto alle or 4 pomeridiane il locale della Fiera di Beneficenza per la distribuzione dei premi. Gli altri giorni dalle ore 8 alle 9 antimeridiane e dale ore 6 alle ore 8 pomeridiane.

TEATRO. Sappiamo che l’impresa per aprire il R. Tetro dei Varii nella prossima stagione di carnevale con la opera in musica Un ballo in maschera è a buon punto.

Noi li auguriamo l’aiuto di tutti i cittadini e un esito felice.

FERRIERA MASSON. Continuano a giungersi ripetuti e incessanti lamenti, sul graduale e continuo cattivo trattamento che ricevono, a quasi tutti gli operai dello stabilimento. Molti dicono che le economie sul personale vanno a colpire soltanto i meno retribuiti, cosa che è di capitale danno anche per l’Amministrazione perché gli operai che lavorano davvero al vedersi trattati con poco riguardo, trascurano di attendere con passione e serietà ai loro lavori e la produzione ne risente il danno, Altri si lamentano per parzialità fatte a tutti poi, stanno in continua incertezza sull’esito e la fine di questo stato anormale di cose. Alcuni giungono fino a supporre che il preteso beneficio che i liquidatore cedettero da fare agli operai stessi promettendo di non chiudere lo stabilimento per riguardo ad essi, no sia stato che il mezzo, con le conseguenti economie, di far fronte agli impegni della Società con minore sacrificio possibile del Fondo Sociale.

Rapporto alla possibile risoluzione di questa crisi non si hanno notizie precise e categoriche. Si può, con qualche fondamento però, smentire che lo Stabilimento, sia prossimo ad essere acquistato da altre Società o da privati, che anzi è pressoché certo che la liquidazione si prolungherà per tutto l’anno corrente ed anche per l’anno nuovo, quando non sorgono per le mutabili condizioni tecniche o finanziarie dello stabilimento, nuove circostanze a provocare una definitiva decisone.

DOMENICA 20 Settembre ebbero luogo all’aperto le prime esercitazioni militari dei soci del Tiro a Segno. Scarseggiava il numero degli intervenuti. Ricordiamo ai veri democratici che il migliore modo di far cammino e di porre in pratica le idee, liberali dando così il buon esempio.

COMUNICATICecina 16. 9. 85

Lettera aperta ai prudenti corrispondenti (da Cecina) del Corriere dell’Arno nascosti da veri uomini d’ordine né pseudonimi: il vecchio e Fiorello.

Le vostre ultime ed inconcludenti ciarle, rese pubbliche nel n. 37 del Corriere dell’Arno, nemmeno meriterebbero una riga di risposta; ma pure, per semplicissimo passatempo, torniamo un po’ a trastullarci con voi.

Se nei vostri bugiardi e mal connessi articoli, inseriti sul Corriere dell’Arno, voi non avesse fate che della politica e della amministrazione siate certissimi che vi avremmo risposto in altro modo. Ma noi vi conosciamo e sappiamo anche che bel altro era il vostra scopo, e saremmo pronti a svelarvelo, quando declinaste i vostri nomi.

Del resto poi, noi confermiamo il precedente nostro comunicato e pur lasciandovi gracchiare, mai più ci occuperemo di voi se non vi togliete la maschera.

FERRUCCIO POLILUIGI GUANTALI

FILIPPO MASTALLI

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In un processo discusso presso la nostra Pretura nel perduto mese di Settembre a carico di due giovani imputati di aver disturbato la pubblica quiete, fu da un testimonio dell’accusa detto, che era sta un caffettiere di Colle Alta che aveva fornito il materiale del processo, perché aveva indicato i due giovani imputati, siccome coloro che con suoni e canti disturbavano la quiete del pubblico.

Il sottoscritto come conduttore del caffè L’Italia situato in Colle Alta, perché il pubblico non venga ingannata da false congetture o da malevoli insinuazioni, tiene a dichiarare altamente, come ora fa, che le parole del testimonio d’accusa sunnominato non si debbono ne si possono menomamente riferire ad esso caffettiere perché non ebbe mai a parlare con nessuno di ciò che formò il soggetto dell’accusa che del resto ignorava, e perché, ne per carattere ne per educazione, avrebbe voluto far male a nessuno, e tanto meno con far la parte della spia

Colle, 15 Settembre 1885ARGEO BASTIANONI

(1) Ritardato di venti giorni per ragioni indipendenti della volontà dei dipendenti, N. D. R.

La Martinella del 11 ottobre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

CURIOSITA’ POLIZIESCHE. Tutti i colligiani conoscono a sufficienza il Sig. Alberto Ostorero, quale nuovo Delegato di Sicurezza Pubblica elegante, compitissimo, uno dei lions del nostro provincialissimo paese, e che potrebbe essere indicato a modello, per la minuziosa ed intelligente toilette, della quale fa,. E con ragione, dignitoso pompa, a fianco d’uno qualunque dei suoi amici.

Lunedì sera il Sig. Delegato verso le ore undici giocava tranquillamente con l’Avv. Vezzi, il caffettiere del caffè L’Aurora ed un altro del quale non ricordo il nome, quando passarono dei giovanotti che canterellavano disturbando la solita quiete pubblica. Il Delegato pare che avvisasse i disturbatori allo scopo di farli cessare, in seguito a cui, quei giovanotti se n’andarono.

Ma pochi minuti dopo passò la stessa comitiva od un’altra, come afferma qualcuno dei presenti, ed allora il Delegato Ostorero sospende la partita a briscola uscì dal caffè, afferrò uno dei nuovi disturbatori e precisamente il giovane Garibaldo Masoni e lo trascinò, indovinate un p’ò . . . . .nel caffè L’Aurora; se lo fece assidere a latere e li, tranquillo, nella filosofica serenità dello spirito soddisfatto e contento di avere impedito che quei disturbatori interrompessero i sogni riposati dei signori colligiani . . . . . continuò a giocare, fece altre sei partite, salvo leggera modalità insussistente, e poi strettosi il delinquente, che era rimasto fermo come il Don Pasquale, sotto il braccio, salutati con cortese sorriso i suoi amici, lo portò difilato alle carceri mandamentali, da dove il pacifico disturbatore – che sera adattato a tutti i comodi del grazioso Ostorero – fu rilasciato la mattina seguente per esser quindi processato per disturbo di quiete pubblica. Il processo si svolgerà alla nostra Pretura il 15 p. f. ed io mi farò un dovere di trovarmi presente per informare il pubblico minutamente del fatto curioso e nuovo, nei gloriosi annali della polizia italiana.

L’OPERA. Nella prossima stagione invernale avremo dunque l’opera al Teatro dei Varii. L’impresa se l’è assunta la Società Filarmonica. Una sottoscrizione aperta fra tutti gli amatori della buona musica, ha già raggiunto una discreta somma e se il desiderio di divertirsi farà allargare un po’ più la borsa dei nostri ricchi, avremo anche un buon accozzo di artisti. Speriamolo, tanto più che è da considerarsi, che senza denari non si hanno buoni artisti, no si riprendono i denari per le spese. Fin da ora posso assicurare i lettori che dirigerà l’orchestra il Maestro Trinci.

VIAGGIO D’ISTRUZIONE. Balenata da un Alunno di questa R. Scuola Professionale, l’idea di preparare mediante risparmi settimanali, un fondo da destinarsi per un viaggio d’istruzione, ed incoraggiata dell’egregio professor Saccani Ing. Luciano, ed accolta favorevolmente dal Direttore Prof. Giuseppe Bassini e favorita dal Consiglio Direttivo, l’idea si tradusse in realtà.

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Ed i Signori Baroncelli Carlo, Meoni Crespino, Meoni Astorre, Pacini Lodovico, Romani Alfredo, Tognetti Ernesto, e Torquato, Sacconi Rolando, Zuccherini, Matteucci Natale, Ettore Ulivelli e Susini Gaetano componevano alli 27 dell’u, s, Settembre la squadra pel viaggio d’istruzione nella Riviera Ligure allo scopo di vedere le migliori fabbriche ed Officine Meccaniche diretta dal prelodato Insegnante.

Il solo alunno Ulivelli Ettore non poté presenziare essendo in convalescenza.Non possiamo passar sotto silenzio che mercé il buon volere dell’Onorevole Consiglio

poterono i Giovani della squadra fruire della riduzione del 50 per cento sulla Ferrovia Mediterranea e il loro Capo era munito di diverse lettere d’introduzione rilasciate dalla Camera di Commercio di Genova e Savona col tramite Ministeriale.

Ad una delle possibili contrarietà incontrate strada facendo e precisamente la rottura della Strada Ferrata tra Pietrasanta e Massa in causa di una fatale inondazione nei passaggi di Seravezza poté la squadra toccare Savona meta del suo viaggio al giorno 28 e nel successivo 29 visitò la Fabbrica Servettaz la quale, quantunque di piccola dimensione, pure sta eseguendo importanti lavori, quali sono i cassoni di fondazione del nuovo ponte sul Tevere in Roma e l’impianto di quattro colossali Gru Idrauliche pel servizio della Darsena Vittorio Emanuele.

L’accoglienza avuta dell’Ingegner Servettaz è paragonabile a quella che poteva fare un padre, ad altrettanti suoi figli essendosi egli stesso messo a loro disposizione, tanto per la propria fabbrica, tanto per introdurli nell’altra Tardey e Benech, nella quale egli era in passato Direttore Tecnico.

In quest’ultima fabbrica posta fra il mare e la ferrovia lavorano 1200 operai ed è meritevole di menzionare la sezione di <<Cilindratura del ferro>> perché in essa figurano i treni tanto semplici, quanto universali, quanto per lamiere.

Alla mattina del 30 venne visitata la Scuola Professionale d’Arti e Mestieri diretta dall’Ing. Federico Bolds che in persona fece visitare colla squadra tutti i locali d’Insegnamento ed i Gabinetti, rilasciando a ciascuno come ricordo una Monografia. Meritatamente questa Scuola figura tra le migliori del Regno. In seguito visitarono la nascente fabbrica di Caldaie a Vapore dei Fratelli Migliardi e C. che per essere da soli due anni impiantata presenta un vero fenomeno d’intelligenza e d’operosità.

A mezzo della giornata col treno delle 11 circa si portarono a Sampierdarena dove visitarono la fabbrica Ansaldo e C. che è per modo di dire il tipo perfetto dell’Officina Meccanica secondo gli ultimi portati della scienza. Questo fu il motivo che decise la squadra di tralasciare la visita della fabbrica antica del getto del Sig. Balaydiese . Solo l’alunno Baroncelli Carlo visitò le 2 altre fabbriche in ferro di Sesto e Prà credendo, come cilindrature di vedere treni rimarchevoli, ma invece ad eccezione di una motrice gigantesca, non arrivavano all’importanza di quelli Tardy e Benech.

Con l’ultimo treno si portarono a Genova dove pernottarono e nella successiva ,mattinata del 1 Ottobre sotto una pioggia incessante ripigliarono col treno delle 9 il loro viaggio di ritorno, che fortunatamente li ricondusse alla sera stessa alle 9 nel seno delle loro famiglie.

Con tale viaggio i giovani prelodati avranno potuto apprezzare quanta utilità si ricava nel vedere gli sforzi che gli industriali nostri vanno esercitando ogni giorno per poter far concorrenza coll’invadente progresso della meccanica d’oltre monte, nascendo così in essi un emulazione a frequentare nella propria città quell’Istituzione che risponde a capello coi bisogni industriali del luogo.

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Da Tempo gli uomini che si occupano d’affari, di commercio d’industrie e simili, lamentavano la mancanza in Italia, d’una di quelle opere col titolo d’Annuario, circolano da anni, nella maggior parte degli stati esteri, dove sono ricercatissimi, per i grandi benefici che rendono all’economia pubblica e privata.

Vuolsi perciò dar giusta, lode alla ditta Casimiro Marro e C. di Genova, che ebbe la felicissima ispirazione di dotare il nostro paese, di un Annuario Generale d’Italia, destinato a soddisfare un sentito bisogno, quello di poter avere raccolti tutti i dati, le notizie, le cognizioni, che giovano a far conoscere ed apprezzare, sia all’interno che all’estero, le forze, le ricchezze, naturali e artificiali del nostro paese.

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L’ordinamento dello stato, delle Provincie, e dei Comuni, il Commercio e la Marina, le Industrie, le Arti, porranno mercé quest’Annuario, in evidenza ciò che producono di buono e d’utile: in esso la pubblicità troverà la più larga espressione, tanto che il Governo stesso, accordò agli Editori, il suo più valido patrocinio.

Noi siamo quindi sicuri, che anche gl’Italiani, fanno buon visto a quest’Opera, e concorreranno a sostenerla, nell’interesse proprio e per decoro d’Italia, che ne ritrarrà il credito, la fiducia e riconoscenza, cui ormai ha diritto

La Martinella del 18 ottobre 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

LA SCUOLA PROFESSIONALE. Fino dal giorno 30 Settembre u. s. la Direzione di questo Istituto ha pubblicato un avviso annunziante l’apertura delle lezioni, tanto pel corso regolare che pel corso libero

Le iscrizioni si ricevono presso la Direzione fino tutto il 5 Novembre. p. v. . Scaduto qual termine, nessuno verrà più iscritto.

Sarà fatta eccezione soltanto in caso di impedimento per malattia da attestarsi però con certificato medico.

Ad ottenere l’iscrizione è necessario di comprovare mediante atto di nascita l’età di 12 anni compiuti per coloro che desiderano di venire iscritti al corso regolare, e per 14 anni per quelli che chiedono l’iscrizione al corso libero serale e domenicale.

Per ottenere l’ammissione al corso regolare è inoltre necessario presentare il certificato di aver superato l’esame di licenza della classe quarta elementare. Coloro però che si trovassero mancanti di questo requisito potranno supplirvi con un esame di ammissione equivalente a quello, Per coloro infine che chiedono la inscrizione al corso libero serale e domenicale è sufficiente che dimostrino di saper leggere e scrivere correttamente.

Per la iscrizione al corso speciale di Disegno per le ragazze è necessario produrre il certificato di nascita comprovante l’età di 10 anni compiuti e dimostrare di saper leggere e scrivere correttamente.

Noi raccomandiamo caldamente agli operai di iscriversi numerosi ai diversi corsi, sia di disegno che di scienze, che si impartiscono nella scuola tutte le sere dalle ore 6 alle ore 9 e la mattina della domenica dalle ore 9 alle 12. Non occorre che ricordiamo ad essi, che l’istruzione e l’educazione, sono fattori importantissimi di quel benessere morale e materiale al quale convergono tutte le loro aspirazioni. Ma chi vuole il fine, deve volere i mezzi: e quell’operaio che sfugge l’ambiente della scuola non sarà mai chiamato a far parte del civile consorzio.

D’altro canto poi sappiamo che per frequentare le lezioni, gli operai, non devono spendere neanche un centesimo sostenendo l’amministrazione dell’Istituto ogni e qualunque spesa inerente ad oggetti necessari tanto allo studio del disegno, che delle altre materie. Alla fine dell’anno i migliori alunni vengono poi premiati con libretti della Cassa di Risparmio Postale; e il consiglio Dirigente la scuola non è avaro di tali premi, erogando in essi ogni anno la somma di ben 200 lire.

Riguardo al nuovo regolamento che si sta sperimentando in questo nostro massimo Istituto, e pel quale l’intero corso professionale si fa ancora come prima in tre anni, ma colla differenza che uno solo di questi è diurno mentre gli altri due sono serali, alcuni ce ne parlano assai favorevolmente adducendo la ragione che con tale ordinamento è reso possibile ai genitori di collocare dopo il primo anno (che è appunto quello diurno) i loro figlioli o nell’officina o nel negozio senza far interrompere ad essi l’intrapreso corso di studi. Quanto a noi aspettiamo a giudicarlo di nuovo dai risultati; e se questi saranno buoni come ci auguriamo, saremo ben lieti di modificare in parte o in tutto il primiero giudizio. Per ora ci limitiamo a constatare la volontà di fare dalla quale è sinceramente animato il Consiglio Direttivo della Scuola.

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CURIOSITA’ POLIZIESCHE. Attorno alla teste olente del Delegato Ostorero , in seguito all’arresto del Masoni ed alla proibizione del giuoco fatta nel retro stanza del Caffè l’Aurora si sono addensati minacciosi nuvoloni, solcati qua e la dai guizzanti lampi della satira.

I liberali, indignati del modo troppo arbitrario con cui il Delegato stesso arrestava il Masoni, protestano in nome della libertà individuale minacciata dall’eccessivo zelo dei poliziotti; I signori del Caffè l’Aurora, sono addirittura sdegnati per avere lo stesso Delegato fatto servire il loro Sancta Sanctorum da stanza di custodia e per avere con la proibizione – inconsulta secondo essi – del giuoco nella retro stanza, avvalorate alcune chiacchiere ingiuriose pei medesimi, relative a rovinosi giuochi d’azzardo fatti in quella stanza.

E così, mentre nel numero passato, potevamo passare per amici del Sig.Ostorero, oggi siamo costretti a correggerci, perché in questo momento il medesimo, è proprio.

<<A Dio spiacente ed ai nemici sui>>Ma tutto il male non vien per nuocere e noi siamo convinti che da questo stato di cose, ne

usciranno degli ammaestramenti che potranno servire per l’avvenire.Oggi se il Sig. Ostorero – ci risulterebbe da precise informazione – entra nel caffè ricordato,

i signori se ne vanno o lo lasciano a se, intendendo con ciò di dimostrare, come Trasea Pato, la loro indignazione e il loro risentimento. Ma perché quei signori così delicati della loro dignità, hanno atteso questo giorno ad allontanarsi dalla compagnia degli ufficiali di P. S. !

Non che questi, non possono essere e non siano gentiluomini, ma dal rispettarli, come facciamo noi radicali, a farseli Acati indivisibili e servirsene in qualità di cuochi (non è per Ostorero) nelle merende o ribotte amichevoli, c’è una bella differenza.

Ecco i risultati, basandosi su chiacchiere prive affatto di fondamento, e questo lo possiamo assicurare formalmente per testimonianze o dichiarazioni degne di fede – il Sig. Delegato proibisce il giuoco nella retro stanza ed avvalora con ciò l’attendibilità di quelle chiacchiere stesse, compromettendo indirettamente ed involontariamente il credito e la rispettabilità di egregi cittadini.

Del resto, se il Sig. Delegato, cogliendo appunto questa occasione, proibisse esplicitamente e definitivamente tutti i giuochi nei pubblici luoghi di ritrovo, troncando dalle radici quella perenne fonte d’immoralità, d’ignoranza e di corruzione; fra tanto tempestare di meritati biasimi e di salate dimostrazioni, potrebbe trovare nella riconoscenza di tante famiglie e nella lode sincera degli onesti un compenso ed un conforto duraturo e perenne riparando così con una misura d’ordine generale, al disgusto generato per la parziale chiusura di quella stanza. Sarebbe in questo modo che tutto il male non verrebbe per nuocere.

Per rimediare poi a future ripetizioni di tali inconveniente sarebbe ben fatto che il Sig. Ostorero – a cui non può mancare il modo di passare altrove il suo tempo – si astenesse – come fa appunto giudiziosamente il Sig. Tenente dei R. R. Carabinieri – dal frequentare luoghi di pubblico ritrovo e dal dare il cattivo esempio del giuoco – sua pure di diletto – nei locali medesimi.

Una delle prime virtù del pubblico funzionario è appunto quello di sapere, con riserbo dignitoso, cattivarsi il rispetto dei cittadini. Dunque il Sig. Ostorero, non più arresti arbitrari e ridicoli, non più briscole, non più leggerezze dannose, ma dignità, riservatezza e rispetto.

RINGRAZIAMENTO. Il cronista ringrazia pubblicamente i caffettieri di Colle Bassa per essergli stati di guida, coi loro lanternini, nella selva selvaggia di Venerdì sera, nella quale tutti i lampioni di Colle Bassa, stettero lungamente spenti. Fu un miracolo (Brogio risentiti) se trovi l’uscio di casa.

La Martinella del 25 ottobre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

ACQUA POTABILE

E’ lamento generale questo della mancanza di acqua potabile; ed è ormai così frequentemente ripetuto da convincere chiunque dell’urgente necessità di migliorare ed accrescere

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la condizione la condizione delle acque potabili in modo che siano costantemente sufficienti ai bisogni della popolazione.

Mancasi di acqua nella parte alta e nella parte bassa della città. Spetta alla nostra amministrazione municipale il pensare al modo migliore onde supplire a questa mancanza veramente minacciosa e che produce un profondo malcontento nella popolazione.

Queste povere donne con le mezzine in mano girano di fonte a fonte senza riuscire ad attingere acqua: e quando un piccolo zampillo miracolosamente scaturisce esso è bianco come il latte. Le imprecazioni, le liti, e perfino le risse ripetonsi più volte al giorno. Più volte la Piazza di Bajos è letteralmente piena di mezzine, che le donne, accorse alla fontana, sono obbligate di lasciare per conservarsi la precedenza nell’attingere l’acqua e correre intanto al disbrigo delle faccende domestiche.

Occorre dunque pensare seriamente al modo di condurre a Colle delle nuove sorgenti e se al supplire a questo imperante bisogno porta seco il sacrificio delle finanze municipali, ebbene Colle che ha saputo farne degli altri ben più grandi, si sobbarcherà anche a questo sacrificio, e volentieri più che mai, se vedrà regolare le cose con più saviezza pari all’arditezza della impresa.

Dopo che gli igienisti hanno accertato l’influenza della buona e cattiva acqua sulle condizioni degli abitanti delle città e delle campagne, sulla loro attività e salubrità, in ogni luogo, anche nelle più piccole borgate si spendono cure infinite ed ingenti somme nella ricerca di nuove e più pure sorgenti, dopo che la scienza ha accertato che molte e gravi malattie pestilenziali come il colera e il tifo si propagano per l’uso della acqua potabili contaminate da germi generatori della malattia, le acque stagnanti dai pozzi e quelle da infiltramenti sono generalmente ripudiate come malefiche.

L’aria e l’acqua sono gli elementi più necessari della vita, e l’attività e la salubrità di esse stanno in ragione diretta con la loro purezza. L’aria e l’acqua servono a caratterizzare le diverse popolazioni e fra il coraggioso attivo e robusto montanaro a cui la polenta, le castagne e la limpida acqua di una pura sorgente, servono a solo nutrimento, e il maremmano ebete, pallido, malaticcio, che si nutre di alcolici e di carni e tal differenza di carattere da sembrare un paradosso il confronto: eppure quella differenze è opera dell’aria e dell’acqua: e la differenza che passa fra gli snelli e robusti abitatori delle alpi ed i gozzuti e cretini abitatori delle uggiose vallate, non è forse opera dell’aria e dell’acqua?

L’aria e le acque impure delle città avvelenano lentamente la vita e con la fibra languente le facoltà dello spirito deperiscono e si depravano.

Non sapremmo dunque abbastanza raccomandare ai nostri amministratori di pensare seriamente al modo migliore di provvedere buona ed abbondante acqua potabile.

Sappiamo che fin dall’anno scorso furono iniziate pratiche allo scopo di trovare una sorgente per alimentare la parte alta della città che è anche la parte che soffre maggiore penuria di acqua e che, quando l’ha, è cattiva e impura, ma tutti gli esperimenti riuscirono infruttuosi. L’altipiano su cui è costruita Colle Alta non ha connessione con pendici, il cui sgrondo da buone sorgenti, ma è isolato, in mezzo ad una quantità di burroni scoscesi e la stessa costituzione geologica del terreno, si oppone alla trattenuta delle acque piovane; non sarà possibile quindi rinvenire una sorgente all’uopo, se non facendo la costosissima escavazione di un profondo pozzo artesiano.

Per provvedere poi di buona acqua potabile Colle Bassa, non è necessario spendere somme enormi. L’acqua della Bertonesca che se non è eccellente è però una buona acqua potabile perché scevra di qualunque impurità malefica, potrebbe essere condotta a Colle con poca spesa e quando fosse livellata all’altezza dei Quattro Cantoni, potrebbe alimentare otto o dieci fonti e dare così acqua alla popolazione a sazietà.

Intanto urge provvedere per il momento con qualche cosa di più pratico, il restauro dei condotti dell’acqua di S. Giorgio sembra a tutti opera un po’ troppo prolungata ed i commenti che si vanno facendo non tornano certo a lode ne del Perito comunale ne del muratore che ne eseguisce gli ordini. Dicesi che il Perito dovrebbe aggiungere operai e sollecitare il lavoro con la sua presenza, cambiando al bisogno la tubatura ormai inservibile. Il fatto si è che manca l’acqua ed è necessario provvedere prima d’urgenza, poi stabilmente per l’avvenire.

La parte di popolazione che fa uso dell’acqua dei pozzi i quali, come si disse altra volta, sono tutti infetti, espone certamente la sua salute a gravi pericoli.

Avviso e tutti !

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DAZIO CONSUMO. Ci viene riferito che il Governo si è accordato col nostro Comune relativamente al Dazio consumo per il canone di £. 7.000,00, e questo lo crediamo. Ci viene riferito ancora che il nostro Comune starebbe trattando un subaccollo di detto Dazio per £ 19.000,00 col solito Agente daziario che ha già fatti dei lauti guadagni nell’ultimo quinquennio (e prova ne sarebbero, ove fosse vero, le nuove trattative) e questo è ciò che non crediamo.

Ci sembra inverosimile che la nostra amministrazione comunale per levarsi, come dicono, dei sopraccapi, voglia permettere che si aggravino ognora più le condizioni dei contribuenti a vantaggio di privati speculatori, e fare ciò che il Governo non ha fatto; essendo una delle più elementari regole di pubblica economia l’impedire appunto ai privati la speculazione sui tributi del pubblico.

Ed in ogni caso crediamo che quando il Comune avesse voglia di trattare un subaccollo non dovrebbe farlo alla sordina con Tizio o con Caio, ma mettendo nelle mani del migliore offerente un’azienda di tanta importanza. Perciò riteniamo che queste non siano che dicerie che presto verranno smentite da chi di ragione.

La Martinella del 1 novembre 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

DAZIO CONSUMO. Ecco come stanno le cose. Nell’ultima adunanza consiliare, il Sindaco rese noto come il Governo avesse accordato al Comune l’esercizio quinquennale del Dazio – consumo portando il canone annuo a £. 17.000,00 e propose che si divenisse alla formazione dell’ufficio relativo a detto dazio. Quando un Consigliere si fece a perorare la causa del Marchetti, appaltatore ore cessante, dichiarando che costui avrebbe preso volentieri il subaccollo, offrendo mille o duemila lire di compenso al Comune. Ma l’adunanza essendo di seconda convocazione, con presenti solo otto consiglieri, il Sindaco non credé potere aprire la discussione sul proposito e fu deciso rinviare l’affare ad altra seduta. Quindi se noi mettemmo in dubbio le dicerie che circolavano di affare bell’è fatto, avevano ben ragio9ne.

Del daziatore Marchetti avremo forse da dire qualche cosa in altro numero, bastandoci accertare per ora che esso appunto per lauti guadagni fatti nell’ultimo quinquennio e in grado di proporzionare le suo offerte d’aumento.

Vogliamo oggi segnalare un altro fatto a quei consiglieri che per disgrazia potessero ignorare le disposizioni della legge sul dazio – consumo, e corressero per conseguenza, con facile piede a mettere nelle mani d’un qualsivoglia strozzino la tranquillità è il sudore dei contribuenti,

Nei comuni aperti vi è l’obbligo per gli esercenti di tenere il deposito dei generi soggetti a dazio alla distanza di 500 metri dalla bottega di smercio, e di avere nella bottega stessa una sola apertura, e basta ciò a far capire, a chi non sia idiota, che gli esercenti di Colle, meno casi eccezionalissimi, si trovano nella dura necessità di dovere accettare l’abbonamento a qualunque costo, perché i depositi a 500 metri non possono aversi e perché a chiudere finestre e porta equivale a chiuder bottega.

Ora uno speculatore a cui sia data in mano l’esecutorietà della legge, è certo che si prevale di tale stato di cose per imporre tali abbonamenti che valgano a farli pagare le spese di subaccollo ed a farli metter da parte parecchie migliaia di lire ogni anno, quand’anche dovesse pagare carissimo il subaccollo.

Tutto ciò è nota al Marchetti ed esso in ultimo potrà darsi che non faccia questione di prezzo, giacché avendo il subaccollo avrebbe anche il mezzo di ricattarsi: anzi, più il Comune sarà esigente, più avrà una scusa presso i contribuenti come la trovò nel primo quinquennio, quando accusava di esigente il Comune per la sovraimposta consueta del 50 per cento, onde si credesse che ei guadagnava poco

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Ma queste osservazioni potrebbero anche essere superflue, poiché è da credersi che la maggioranza del nostro Consiglio, clericale o no, non possa avere la intenzione di passare i già tartassati contribuenti nelle mani d’un ultimo spellatorre qualsiasi.

Sappiamo che è già coperto di firme un indirizzo al Comune perché assuma da se l’amministrazione del Dazio – consumo.

LE CONFERENZE PEDAGOGICHE ED I MAESTRI DI COLLE. Una nostra corrispondenza particolare, che per mancanza di spazio non ha potuto aver luogo in queste colonne, ci ha informato a suo tempo del corso di Conferenze Pedagogiche tenuto in Montepulciano negli ultimi di settembre scorso dal R. Provveditore agli studi per la nostra provincia Cav. Prof Tommaso Del Beccaro e siamo lieti di poter ripetere con altri giornali che dette conferenze riuscirono oltre ogni dire pratiche e proficue essendo stati in esse svolti molti ed importanti temi per il miglioramento dell’istruzione primaria.

Oltre la presidenza, composta di molti professori delle Scuole secondari, presenziarono le conferenze fra maestri e maestre 67 insegnanti della provincia, fra i quali, ci piace il rammentarlo ad onore del merito, 4 dei migliori insegnanti di Colle.

Il maestro di 3 e 4 maschile Sig. Gregorio Bastianoni, la Direttrice del nostro R. Conservatorio Sig. Giulia Perone, la maestra di 3 e 4 femminile Sig. Teoclia Pacini, e la Maestra di 1 inferiore femminile Sig. Ines Banchi.

L’Egregio Maestro Gregorio Bastianoni si distinse per un elaborato discorso sui diversi metodi per l’insegnamento della lettura, discorso che seppe meritarsi tutta la considerazione degli adunati, perché scritto con profonda conoscenza delle leggi naturali dell’educazione da cui discente come logica conclusione la pedagogia razionale che dovrà necessariamente sostituirsi alla vieta pedagogia dogmatica della scuola Nazionale.

La Signora Giulia Perone distinta cultrice dell’arte dei lavori donneschi lesse un bellissimo scritto sui lavori femminili nelle Scuole sostenendo con giustissimo tatto pratico di necessità d’insegnare alle fanciulle dalle prime alle ultime classi elementari il disbrigo di quei lavori donneschi che servono a formare la vera e buona massaia e sono necessari ad ogni famiglia, lasciando da banda l’insegnamento dei ricami e dei lavori di ornamento che vanno a formare un’arte non necessaria e tutto al più un’industria particolare.

Noi avremmo voluto che tutte le maestre avessero preso parte alle Conferenze e ci auguriamo che per l’anno venturo il Corso delle Conferenze provinciale venga tenuto in Colle, come ci vien fatto sperare, poiché allora tutte potranno usufruire dei vantaggi che da quelle derivono.

Intanto alla pubblica lode indichiamo il Maestro Bastianoni e le maestre Perone, Pacini e Bianchi che prendendo parte alle Conferenze di quest’anno dimostrarono d’interessarsi anche nelle vacanze della loro professione cercando d’istruirsi per migliorare i loro metodo d’insegnamento ed arricchendo la loro mente di nuove ed utili cognizioni.

APERTURA DELLE SCUOLE. Col 3 Novembre verranno riaperti i battenti delle Scuole Comunali e con nostro dolore dobbiamo ripetere niente di nuovo! – Niente di meglio !

Manca ancora il Delegato Scolastico governativo; manca sempre un direttore Didattico; i locali e gli attrezzi scolastici sono in pessimo stato; la Commissione scolastica municipale è la solita, e vi si è aggiunto l’Avv. Stefano Betti nel posto del Dott. Susini, il quale decadeva per anzianità; vedremo se il Betti che è giovane e fornito di buoni studi saprà opporsi alla tendenze retrive dei due parroci che gli son dati per compagno.

I fatti ci ammaestreranno per il giudizio.

CONTINUA IL VETO. Lunedì passato alle ore, 11 pomeridiane circa, cessava di vivere respingendo il prete, il venticinquenne giovane NESTORE BENINI. Di Lui può dirsi, che come tanti ignorati martiri dalla miseria, lavorò tutta la vita e con zelo non comune, per vivere un’esistenza incontaminata; virtù che l’opera borghese odierna non cura o disprezza, ma che, il giorno in cui nella coscienza popolare si sarà fatto strada il concetto che il nobilita più che le chincaglierie acquistate con l’intrigo, sarà considerata prima, e cardinale ornamento dell’uomo.

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Prima di spirare, questo forte giovanotto esclamò: Sono gli ultimi istanti di una battaglia ! Ed egli morì fortemente al suo posto di soldato del libero pensiero nella eterna battaglia della civiltà !

Martedì sera fu trasportato al cimitero . Quivi uno dei suoi amici, che seguirono numerosi la bara, domandò all’Ispettore Municipale se perduravano gli ordini draconiani emanati dal Sindaco.

Il povero Ispettore, il quale può benissimo anche far le funzioni di un ufficiale di pubblica sicurezza mo sanità, giudicandolo dalla lunghezza della scimitarra, rispose affermativamente aggiungendo: Ma perché non se fatto vidimare il discorso dal Sindaco? Il luogo e l’ora non permettendolo l’interrogante, si trattenne da ridere in faccia all’infelice vittime della Dittatura Sindacale e persuaso della convenienza di evitare disordini, parlò fuori del recinto. Ecco dunque che le condizioni si aggravano, perché oggi non è più permesso d’improvvisare un discorso nel recinto del Cimitero di Colle, giacché il medesimo deve essere prima vidimato dal Sindaco !

E così si governa nella città di Colle, mandamento di Colle, circondario di Siena, provincia di Siena, regno di quell’Italia che prese parte, nientemeno, che al Congresso di Berlino. Ma il soverchio rompe il coperchio, e un'altra volta i democratici colligiani, sperano di far capire all’egregio Sig. Sindaco, che la burletta passa i limiti; che la legge di pubblica sicurezza non è quella di pubblica sanità, che un becchino non è un’ufficiale di P.S. e che le violazioni dei diritti popolari non si possono innalzare a sistema.

La Martinella del 8 novembre 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

ANCORA SUL DAZIO – CONSUMO. Scrivemmo nel numero precedente che forse avremmo avuto da dire qualche cosa sul daziatore Marchetti, ed ecco ciò a cui alludevamo.

Il Marchetti, nel 1882, prevalendosi della impossibilità per gli esercenti di stabilire il loro deposito alla distanza di 500 metri dalla bottega di spaccio, e del danno che sarebbe a loro derivato dal tenere una sola apertura nel locale, stabiliva con gli esercenti stessi un contratto con le seguenti clausole:

1° Pagamento anticipato di due rate mensili nelle mani di esso daziatore, a garanzia del canone convenuto e di tutti gli altri obblighi assunti nel contratto. (Vedi articolo 10)

2° Pagamento di altra rata mensile anticipata. (Vedi articolo 2).3° Multa del 6% per ritardato pagamento. (Vedi articolo 4).4° Rescissione del contratto ed applicazione della tariffa, sempre per ritardato pagamento,

nonostante la cauzione dei due mesi di deposito, (Vedi articolo 4).Manca la corda al collo e la dichiarazione nel contratto del passaggio d’ogni proprietà dello

strozzato nelle mani del daziatore <<senza che siavi d’uopo di alcuna diffida giudiziale e stragiudiziale perché così espressamente convenuto ecc.>>

Ma ecco qualche cosa di simile.O pagamenti delle rate mensili devono effettuarsi il giorno 20 di ciascun mese. Mancando

però l’orario d’apertura dell’ufficio di dazio, i contribuenti possono pagare soltanto nel caso che piaccia al daziatore. Ma il Marchetti aveva provveduto a questa mancanza mandando un suo commesso ad incassare le ricevute a domicilio (testimone il pubblico).

Ora avvenne che il dì 20 d’Ottobre dell0’anno di grazia 1884 il daziatore Marchetti non mandò come di consueto ad incassare la rata mensile anticipata dal contribuente Ettore Capresi, e siccome il giorno 22 di detto mese il Sig. Emilio Buccianti anche lui contribuente del Sig. Marchetti, si portò dal Capresi per osservare insieme le disposizione dell’Articolo 4 del sunnominato contratto, per questa osservazione il Capresi si portò immantinente all’ufficio del dazio per effettuare il pagamento anticipato del nuovo mese, ma il Commesso Signor Giuseppe Franzoni disse d’aver ordine di non riscuotere. Interrogato del perché non avesse portata come consueto la ricevuta a domicilio, rispose di non aver avuto l’ordine dal Sig. Marchetti. Per farla breve; volendo il Capresi non spendere denari coi tribunali per dimostrare che i due mesi di

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cauzione e il diritto del 6 per cento di multa erano sufficiente tutela per l’indirizzo del daziatore, e per non esporre fino a sentenza pronunziata la propria merce, già daziata con la rata di settembre, ad un nuovo dazio, venne a trattare con il Sig. Marchetti ed ebbe a sborsare un sopra più di £ 40,00 sul canone del 1884, come risulta da ricevuta e contratto quadriennale che egli è pronto a mostrare al Sig. Sindaco ed ai Sigg. Consiglieri municipali di Colle ed al Sig. Intendente di Finanza sedente a Siena.

Ora noi non vogliamo dire come potrebbero chiamarsi quei particolari che nelle loro relazioni col prossimo stabilissero di tali contratti, ma diciamo che nelle pubbliche aziende è necessario il rispetto di certi principi che stanno nell’animo d’ogni galantuomo, e per questo vogliamo credere che se il nostro municipio non vorrà assumere da se l’esercizio del Dazio – consumo, vorrà almeno esperimentare il beneficio, a tutti comune, del migliore offerente.

A PROPOSITO DEL VETO. In seguito alla decisione presa del Sindaco di non permettere nel recinto del cimitero di quei discorsi che non fossero previamente concertati con esso, la Società Democratica, ricorse per udirne in proposito il parere, al Prefetto della provincia, il quale rispose pel tramite il Delegato di P. S. <<che nel disposto dell’art. 57 della Legge sulla sanità pubblica la polizia dei cimiteri spetta alla locale Autorità Municipale, per cui nessuno può disconoscere i provvedimenti e le disposizioni che emanano dalla medesima, cosicché anche in occasione del trasporto al cimitero vecchio di Colle di un Socio della Società Democratica, avvenuto il 13 Settembre p. v. dovevansi prima prendere i dovuti concerti coll’Autorità predetta circa i discorsi che si volevano fare da alcuni soci nell’interno del Cimitero stesso; il quale non può riguardarsi come luogo a disposizione del pubblico da servire a riunioni ed a recitarvi orazioni, senza un permesso speciale del Sindaco stesso ecc.

In seguito poi a questa lettera il 5 corrente si presentava dal Prefetto stesso il nostro amico Vittorio Meoni per avere a voce una conferma più categorica della lettera citata, ed infatti il Prefetto oltre a confermare la lettera, specializzando ancora più il caso, dichiarò, che il Sindaco può volendolo, esigere che i discorsi non siano assolutamente fatti, nel recinto del cimitero. Espose il parere che il cimitero possa essere profanato con la parola: consigliò i ricorrenti a parlare alla porta di casa del defunto o all’esterno del cimitero.

Il Meoni sollevò varie obiezioni, espose i molti inconvenienti a cui andavasi incontro con l’applicare quelle disposizioni, denunciò lo spirito reazionario che informava la decisione stessa, ma il Prefetto non credette convenire in nessuna delle idee del Meoni espresse, ne sul campo del diritto, ne sul quella delle libertà e solo, di propria iniziativa, annunzio al medesimo che avrebbe scritto al Sindaco di Colle per incitarlo a rendere nota con pubblico avviso questa decisione, acciocché tutti i cittadini potessero uniformare per l’avvenire la loro condotta alla medesima. Consigliò pure il ricorso al Ministero.

Tutto ciò abbiamo reso di pubblica ragione per il dovere che c’incombe di tenere informati i cittadini via via delle fasi che assume questa grave questione di libertà, nella quale con una interpretazione restrittiva di uno articolo di legge, si viene a turbare un diritto sanzionato per tanti anni dalla consuetudine che è la legge suprema che governa i costumi delle nazioni civili.

La Martinella del 15 novembre 1885Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

ADUNANZA MUNICIPALE. L’importanza degli affari posti all’ordine del giorno per l’adunanza del consiglio di mercoledì p. attrasse nell’aula municipale un numeroso pubblico. Presiedeva il Cav. Lepri sindaco, con a latere gli assessori Sestini, Apolloni, Vezzi e i consiglieri Dini,. Giacchi, Meini, Bottai, Meoni, Bertini E., Bertini R., Palazzuoli e D’Amico.

Intervenendo l’ordine del giorno il Sig. Sindaco da la parola al cons. avv. Dini, relatore di una commissione della quale facevano parte Ceramelli e Dini Marziale (assenti) per riferire sulla proposta del Dott. Enrico Pacini, riguardante una più equa e vantaggiosa distribuzione del servizio

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sanitario. Il relatore da lettura di una elaboratissima relazione presentata dall’egregio Dott. Pacini, relazione della quale per tirannia di spazio siamo dolenti non poter riportare i punti più salienti, ma che riepilogheremo in un prossimo numero, e tanto più volentieri lo faremo, essendo stata, malgrado la giusta insistenza dell’on. relatore perché venisse accettata in massima e in via di esperimento la proposta Pacini, rinviata la discussione ad una prossima seduta.. La proposta di illuminazione elettrica dell’intera città fu pure rinviata, e le poche parole dell’assessore Sestini e dell’Ing. Bimbi, dimostrarono come detta proposta sia ancora allo stato embrionale.

Il Consigliere Bilenchi propone che in vista della mercatura degli animale suini, affine di ottenere un maggior concorso e un maggior commercio per la nostra città, venga cambiato il giorno del marcato dal Venerdì al lunedì. Dopo animata discussione dietro la quale il Bilenchi ritira la sua proposta, il consigliere delibera, che tenendo sempre fermo il venerdì giorno del mercato consueto, durante la mercatura degli animali suini e per il periodo di tempo che annualmente verrà stabilito dalla Giunta, sarà tenuto un mercato suppletivo il lunedì di ciascuna settimana.

Finalmente si porta la discussione sul dazio – consumo per il quale il governo ha gravato un aumento di 4.500 lire, portando cioè la rispettiva quota da lire 12.500 a 17.000. Persistendo la Giunta nell’opinione giustissima che l’esercizio per conto del comune, sia preferibile al consueto appalto dei soliti sfruttatori, il consiglio lo approva quasi ad unanimità e stabilisce per il servizio inerente, il personale in un agente con l’annuo stipendio di lire1.200, ed in aiuto con lo stipendio di 720. I posti saranno conferiti per esame d’idoneità e al servizio del dazio andrà unita la sorveglianza sulle pubbliche gore o la ripresa dell’acuqa.

La Martinella del 22 novembre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANEAvevamo promesso dare un riassunto della relazione dell’egregio Dott. Pacini, sul

riordinamento del servizio sanitario, ma poiché il medesimo in vista di una contraria deliberazione del consiglio comunale, per non compromettere forse le sue proposte per l’avvenite, l’ha ritirata, così avremo ancora noi maggior tempo di studio per poterla esaminare e quindi emettere con più giusto criterio il nostro parere. Notiamo fin d’ora però che certe difficoltà ventilate da qualche consigliere e per le quale forse l’egregio dottore ha creduto meglio ritirarsi che subire un disinganno, più che da matura riflessione, più che per il meglio del servizio sanitario, più che per il bene dei comunisti, erano ventilate per private cagioni.

Fuvvi pure chi dubitava (erano pochi però) che questo ordinamento risuscitasse le vecchie gare di partito e la scissura delle due sezioni di città, ma il popolo intelligente e serio ha riprovato certe insinuazioni e ha detto che è ormai tempo di farla finita con queste paure ingenue, con queste fandonie.

FUOCHI DI PAGLIA O MORTALETTI, Non parrebbe tempo a chi di ragione, far cessare l’indecenza ai fanciulli di accendere le cannucce di paglia e correre per le strade e per le piazze col pericolo se non d’incendi, quello di spaventare i cavalli che possono transitare, e riempire gli occhi di cenere e faville ai viandanti? E non sarebbe cosa ben fatta che certi genitori tenessero con più riguardo la polvere da caccia, lontani dalle mani dei loro figlioli, i quali inconsci del pericolo che possono correre, si divertono a fare i fuochi per le strade e ha sparare dei mortaletti per gli entroni dei fabbricati?

A me parrebbe che a tutte queste cose si potrebbe evitare con molta facilità, quando si procurassero a questi cari giovanetti più leciti e igienici divertimenti; per esempio, un luogo destinato all’esercizio della palla e delle buchette, una palestra di ginnastica . . . ma si, e inutile! Tant’é è lavare il capo all’asino quanto pestare l’acqua nel mortaio.

BUIO PESTO. Mercoledì i lampioni, al solito, stettero spenti dalle 3 di notte fino alle 6, ora nella quale i transitanti poterono, brancolando uscire dall’oscurità, per virtù del sole che sorgeva. Altro che illuminazione elettrica! I nostri lettori d’oltre comune diranno che a Colle i servizi

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pubblici sono malissimo organizzati; quelli intercomunali diranno addirittura che questa gretteria di petrolio è una cosa molto deplorevole e noi non potremo che appoggiare i loro reclami e le loro critiche.

La Martinella del 6 dicembre 1885Pagina 4

NOTE COLLIGIANE

FERRIERA MASSON. Invece di migliorare, la condizione degli operai dello Stabilimento va giorno per giorno peggiorando. Oltre le sensibilissime diminuzioni dei salari ad aggravare la situazione, c’è entrata una forte disistima, a quanto ci risulterebbe, fra le persone proposte alla Direzione e gli operai: disistima che ha dato luogo anche a degli spiacevoli e disgustosi incidenti, che hanno portato anche al licenziamento dell’operaio Francesco Bandinelli, licenziato ingiusto perché non giustificato da fatti ACCERTATI e tali da meritare una si grave punizione.

E tutto ciò per un semplice fischio!E intanto in parte applicata una nuova tariffa che toglierà agli operai dal 5 fino al 30% sulla

contribuzione odierna!Di questo passo non si andrà molto avanti nel tempo, che le condizioni finanziarie degli

operai saranno talmente peggiorate, che dovremo trovarci in una vera crisi operaia che sarà funestissima non solo agli operai stessi, ma anche all’intera città che dalla classe operaia tre vita e speranze di prospero avvenire.

Siamo informati che gli operai ingiustamente sacrificati dalle nuove tariffe hanno diretta o stanno per dirigere una lettera al Consiglio d’Amministrazione della Società, onde reclamare il suo intervento per scongiurare le nuove strettezze e per ristabilire fra tutto il personale dello Stabilimento quel rispetto e quella fiducia che soli possono condurre ad un equo e soddisfacente assetto delle cose dello Stabilimento stesso.

Esortiamo i signori liquidatori a soddisfare le pacifiche e ragionevoli lagnanze degli operai, anche perché la indignazione di questi non abbia luogo di manifestarsi in atti di doloroso danno comune.

Corre pure voce che le trattative di cessione, in via di prova dello stabilimento ad una nuova Società, siano a buon punto e che questo stato di angoscia aspettazione, debba fra poco tempo essere risolto.

L’ex Direttore tecnico dello Stabilimento Ing. Giuseppe Menozzi, sarà nominato Vice Direttore della grande Acciaieria che sta costruendosi a Terni e dove saranno impiegati da 5 a 6 mila operai.

Questa notizia è stata accolta con piacere dai lavoratori di metallurgia, i quali, qualora questa matrigna città, non offrisse più loro il pane, quotidiano, contano di trovare nel Sig. Menozzi un generoso aiuto al loro benessere.

VERGOGNOSO SCONCIO. E’ già molto tempo che alcuni ragazzi prima e dei grossi beceri poi, si prendono la sfacciata imprudenza di insultare con epiteti e parole ingiuriose un signore di Poggibonsi che transita senza dar noi ad alcune, le vie della città.

Da Poggibonsi ci sono giunte notizie di giusti risentimenti che sarebbero sorti in quel paese, al quale siamo legati con fraterna concordia, contro questa ciurmaglia immorale che grida pubblicamente e DIETRO le persone parole da trivio, ed ivi appunto, dove nessun colligiano è stato insultato e dove abbiamo ricevuto cordiali accoglienze nelle frequenti gite fatteci, si rimproverano questi beceri che fanno si poco conto della loro e della dignità del paese di cui sono cittadini.

PEZZO GROSSO. E’ giunto Mercoledì sera il nostro concittadino Generale De Vecchi, nominato recentemente Commissario per l’inchiesta sulle cause che determinarono la morte improvvisa di quel giovanetto del Collegio Militare di Roma, di cui hanno parlato tutti giornali.

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ORARIO. Per comodo dei commercianti i quali viceversa devono incomodarsi a salirei n Colle Alta per fare affari con essa – annunziamo che la Banca Popolare, è aperta al pubblico dalle ore 10 antimeridiane alle 3 pomeridiane tutti i giorni.

= = = = = = = =

Mons. Luigi Traversi avendo fin dal 23 novembre ottenuto l’esequato da S. M. il re si recherà in questa città sua sede episcopale nel mese di dicembre.

La Martinella del 13 dicembre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

CREMAZIONE. Con lieto anime annunziamo che stasera alle 8 e mezzo nelle Sale Garibaldi della Società Democratica sarà tenuta dal chiarissimo nostro amico Prof. Giulio Masini una conferenza tenuta a popolarizzare fra noi la Cremazione dei cadaveri ed a facilitare ed affrettare la costruzione di un apposito forno mobile da utilizzarsi in consorzio fra tutti i comuni della Val d’Elsa.

Incitiamo vivamente i cittadini ad intervenire alla conferenza ed a cogliere questa occasione per dar prova di nutrire sentimenti favorevoli allo affermarsi di quella civiltà che non è prerogativa di nessun partito , ma gloria della scienza.

ADUNANZA CONSILIARE. Martedì passato ebbe luogo un’adunanza consiliare nella quale venne discusso ed approvato un ordine del giorno proposto dalla Giunta, col quale si viene a togliere al R. Conservatorio di S. Pietro il sussidio annuo di lire duecento. La motivazione dell’ordine del giorno era questa:

La Commissione amministrativa del Conservatorio suddetto, chiese al Ministero che le scuole esterne del Conservatorio stesso, fossero tolte alla giurisdizione del Municipio ed affidate a quella della Commissione, ripromettendosi questa di ottenere dalle medesime dei buoni risultati.

Questo fatto aggravato poi dalla circostanza casuale del non avere avvisato di ciò il Municipio stesso in tempo debito, motivarono l’ordine del giorno, il quale considerando appunto tutto quanto è detto succintamente di sopra come protesta all’operato della Commissione, concludeva di togliere il sussidio di cui è fatto parola.

L’ordine del giorno fu approvato dai presenti meno Ponticelli, Bertini Romano e Bilenchi ed astenuti Dini Cav. Marziale e Palazzuoli.

Parlarono contro l’ordine del giorno Dini Cav. Marziale operaio del Conservatorio e Ponticelli, in favore Vezzi e Lepri.

Meritano di essere notati le parole del Cons. Ponticelli, il quale mentre era d’accordo con la Giunta per protestare contro l’operato della Commissione, non credeva ne dignitoso ne equo che si togliessero all’istruzione duecento lire.

Noi conveniamo nelle considerazione del Consigliere Ponticelli.Secondo noi si sarebbero dovuti dissipare gli equivoci che passavano fra le due

amministrazioni, aspettando a togliere il sussidio, del quale il Conservatorio non ha certo bisogno, alla discussione del bilancio, convertendolo in benefizio dell’istruzione comunale.

Questo però avrebbe dovuto essere spirato non da un criterio di ripicco, ma dal solido argomento che le scuole del Comune hanno più bisogno di essere aiutate di quelle del Conservatorio.

TIRO A SEGNO. Sappiamo che conseguentemente al parere emesso dal consiglio di stato, la direzione locale della nostra società di tiro a avanzata domanda di espropriazione per pubblica utilità del terreno necessario per la costruzione del campo di tiro è che il Sig. Ing. Bimbi è stato incaricato ed a già incominciati gli studi in proposito. Finalmente !

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Domenica ventura avranno luogo nel locale della società le elezioni dei membri della presidenza in rimpiazzo ai signori Vecchuioni, e Salvetti scadenti per turno e del Sig. Maccantelli dimissionario.

Per sollecitare ai signori soci la impartizione dell’istruzione del tiro, la presidenza si è trovata d’accordo con il comandante della piazza di Siena, per far fare le prime lezioni nel campo di tiro posto sotto il forte S. Barbara ed ora sta facendo le pratiche necessarie per ottenere la riduzione dei biglietti da Colle a quella Città.

Da un avviso della presidenza risulta che qualunque socio può iscriversi volontariamente nell’ufficio di presidenza fra coloro che intendono profittare di tale disposizione.

PROSA E MUSICA. Sono terminate le recite che i dilettanti del Teatro Bellotti-Bon hanno dato al Regio Teatro dei Varii in quattro successive domeniche, rose più brillanti dall’orchestra e da concerti eseguiti da vari musicanti.

Non stiamo a ripetere quello che più volte si è detto dei dilettanti del Bellotti-Bon e dell’egregio loro direttore, ma vogliamo unitamente a loro tributare un meritatissimo elogio ai Sigg. concertisti che ci fecero gustare musica sceltissima sotto la direzione dell’egregio maestro Trinci.

Dopo ciò esprimiamo il nostro vivo desiderio, di frequenti accademie, giacché gli elementi non mancano.

E’ USCITO il 5. bollettino del mese di dicembre del Consorzio Agrario, il quale contiene un bellissimo articolo sui dazi protettori di Ottavio Ottavi. Lo raccomandiamo all’attenzione degli agricoltori.

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L’amministratore prega tutti quei Signori Abbonati, che hanno riavuta la nostra circolare dell’Ottobre scorso e che sono intenzionati, categoricamente alla circolare stessa, di soddisfare in qualche modo alle richieste che nella medesima sono fatte a volere con sollecitudine ritornare la scheda richiesta col relativo valore all’amministrazione in Colle d’Elsa.

Chiedesi questo per confermare alla fiducia con cui saranno accolte queste circolari gli sforzi dell’Amministrazione per un graduale progressivo aumento di valore letteraio e tipografico del giornale.

La Martinella del 20 dicembre 1885Pagina 3

NOTE COLLIGIANE

Il prof. Masini e la cremazione.

Domenica con il treno delle 3 e mezzo pomeridiane giungeva a Colle l’egregio professore in compagnia del Sig. Cateni presidente del comitato centrale in Certaldo, del Sig. Gori Segretario, del Sig. Masini Virgilio fratello del professore e varie gentili Signore loro rispettive consorti e sorelle. Numerosi amici erano ad attenderli alla stazione desiderosi di salutarli, e lieti della gradita quanto inaspettata visita di tanti amici e di gentili Signore.

La sera alle otto e mezzo le sale Garibaldi erano popolatissime, e alle 9 precise l’egregio Masini, salutato dagli applausi della numerosissima quanto scelta riunione, cominciò una splendida conferenza sulla cremazione dei cadaveri.

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Salutò Colle, e si chiamò fortunatissimo di parlare in questa assemblea ove era rappresentato largamente il progresso intellettuale e il progresso materiale della città

Tessé rapidamente la storia della cremazione dei cadaveri dalle più lontane età fino ai nostri giorni, e fu felicissimo per immagini e descrizioni; stigmatizzo il cattolicismo per avere fatto fare alla scienza un passo retrogrado sostituendo alla cremazione, per quanto incompleta dei cadaveri, la inumazione, negazione assoluta della igiene, della civiltà, del sentimento individuale.

Ricordò i progressi scientifici costati tanto studio, tanti sacrifici, tante abnegazioni a infaticabili apostoli, e dopo diciotto secoli era bel lieto di salutare la bandiera della scienza che bella di una nuova vittoria, sventola liberamente sui cumuli dei crematori delle varie città. Mandò riverente un saluto alla memoria di Alberto Keller la cui disposizioni testamentarie furono quelle per le quali in Milano terra italiana sorse il primo crematorio e le sue membra incenerite per le prime, segnarono nella storia della scienza una pagina indelebile di trionfo.

Enumerò le difficoltà e gli ostacoli sormontati, mostro i rapidi progressi della cremazione in pochi anni nelle città italiane, e lo stendersi che mano mano tale istituzione fa per le contrade rurali, alle quali maggiormente si rivolge ora, l’attenzione e l’opera della Società generale di Cremazione, per mezzo dei suoi rappresentanti, (uno fra i quali l’egregio conferenziere) a potere economicamente utilizzare i crematori asportabili facilmente fra i paesi vicini, onde de visu mostrare e far conoscere alle popolazioni gli immensi vantaggi, che si possono, o meglio che si hanno, con il sistema della cremazione.

Con quella facilità di parola che gli è propria, con il linguaggio puro e spigliato, mentre tra un lato scolpì talmente le brutture ributtanti della inumazione da eccitare il ribrezzo tra tutti gli adunati, dall’altro pennelleggiò sotto tutte le sue forme più belle e attraenti la cremazione in modo, che niuno degli ascoltanti ebbe più a mettere in dubbio la scelta fra la putredine che ammorba e la fiamma che purifica.

Disse come di fronte a questo progresso scientifico tutti s’inchinano riverenti senza distinzione di partiti e di religioni; che il crematorio è la per accoglier tanto il laico che il cattolico, quanto l’anarchico che il monarchico con quel rispetto e con quella serietà che purtroppo furono sempre assenti dalla lurida e putrida fossa nella quale mescolata al fangoso avanzo della madre e della sorella furono travolte sconciamente la membra di una cara giovanetta, dove il cadavere di un galantuomo vien trasformato e corroso dai vermi nati e pasciuti nel cranio di un delinquente.

Sorvolo le difficoltà superate di fronte all’Antropologia e alla medicina legale, accennò alla mancanza assoluta di leggi in proposito, talché è a doversi ad una circolare dell’on. Nicotera se la scienza ha potuto finora porre in pratica questo suo nuovo progresso, progresso al quale nessuna autorità a osato apporre il suo veto.

Descritti con precisione i vari sistemi di cremazione tanto fissi che mobili, do9mostra, con dati scientifici, l’immensi vantaggi dal lato igienico, economico, morale della cremazione e passa in rassegna i guai infiniti derivanti dal sotterramento, per il quale è l’aria e le acque d’infiltrazione di acque da germi malefici, derivanti appunto dal lento putrefarsi dei cadaveri, apportarono e apportano continue infezioni e contagiose malattie.

Tornò alla carica contro il pregiudizio e la superstizione, a vincere completamente le quali, occorre ormai il persuadersi che non vi è che la scuola alla quale sarebbe ormai tempo che i giovanetti, i fanciulli tolti da lavori per essi insopportabili accorressero volenterosi e contenti.

Lamento di nuovo la guerra ingiusta e sleale del cattolicesimo contro questo progresso scientifico, che è la per purificare i credenti della religione di Cristo, come quelli di Maometto; ma convinto che ciò nonostante la cremazione progredirà in modo da vedere fra breve i crematori fissi o mobili in tutti i comuni d’Italia, esclamò a queste tonache nere – Noi bruceremo i cadaveri dei nostri cari segno di progresso, mentre voi bruciate i vivi segno di barbarie.

Terminata la conferenza l’egregio Professore fu salutato da fragoroso generale applauso re dalle congratulazioni di distintissime persone e degli amici.

Il risultato fu ottimo, le sottoscrizioni per il crematorio mobile della Val d’Elsa furono numerose, basti il dire che nella sera della conferenza furono emesse 40 azioni e moltissime nei giorni successivi, per lo ché è da ritenersi che solo la città di Colle passerà il numero di cento.

La Martinella del 27 dicembre 1885

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Pagina 3 e 4

NOTE COLLIGIANE

ASILO INFANTILE. Si fece un gran lavorare ed un grande scrivere or fa un anno, per indurre i Commissari del Conservatorio di S. Pietro a decidersi una buona volta ad impiantare coi fondi di quel ricco ricettacolo di carissime monachine – che a quanto dicesi ed assicurarsi, spendono la bellezza di quindicimila lire annue per spese vittuarie vogliamo sperare compresovi il vitto delle educande – un asilo infantile destinata a rialzare moralmente ed intellettualmente i poveri bambini degli operai, destinati a passare lo loro vita nelle pubbliche piazze, o sotto la benefica vigilanza di tante povere madri, le quali hanno imparato dalla educata e colta società attuale, la pedagogia degli scappellotti e degli schiaffi, la didattica degli urlacci o dei blasfemi.

Ora dunque che con nostro vivo dispiacere, la prossima solenne distribuzione dei premi, ci richiama alla mente di seguitare il non invidiabile e monotono lamento di Cassandra, in proposito di questo elastico sistema di ordinamento scolastico, sottoposto a tutte le ventate…….. elettorali, anche l’Asilo Infantile ci ritorna nella odiosa memoria e la voglia di far sapere alla gente che vive – a quanto sembra – estranea alla vita comunale colligiana, ci fa cercare fra i nostri ricordi alcune notizie destinate a tenere al corrente sempre questa benedetta gente – nel cui nome tutti parliamo e che sembra non curarsi proprio di nulla – su quanto è stato fatto per l’Asilo e su quanto resta a fare perché il grande – e non credo di esagerare considerato tutto – avvenimento dell’apertura di questo benefico istituto educativo, si compia.

Nel maggior scorso dunque la Commissione Direttiva del Conservatorio prendeva una elaborata deliberazione, destinata a persuadere i superiori tutori del Conservatorio, della necessità di questo Asilo. Il Consiglio Provinciale Scolastico, approvava, dietro parere favorevole, del R. Provveditore agli studi, in massima il progetto ed invitava la Commissione del Conservatorio a completare un elaborato progetto tecnico ed amministrativo destinato a persuadere inappellabilmente i pesci grossi della utilità ecc. ecc. Questo il Consiglio Scolastico lo deliberava in Agosto e lo comunicava alla Commissione in Settembre, la quale incaricava sempre in Settembre, il Sig.Ing, Enrico Ceramelli il quale si presta gratuitamente della compilazione di un progetto tecnico, relativo ai locali e raccoglieva dati per completare amministrativamente l’intero progetto da sottoporsi alla approvazione ETCETERA.

Le cose sono dunque a questo punto e se la burocrazia scolastica non snoda, almeno per questa volta, il suo elefantesco sistema mussulmanismo corriamo il pericolo di veder diventare tanti Depretis, barbabianca, tutti i cari marmocchi ,dalle appendici delle camicie illustrate, che oggi disturbano il libero transito dei cittadini per le vie.

Et c’est clair !

DISTRIBUZIONE DEI PREMI. Il primo giorno dell’anno che verrà 1886 avrà luogo la questa vollu solenne distribuzione dei premi agli alunni delle scuole professionali e comunali.

Non è improbabile che siano invitate a presenziare la cerimonia le Associazioni Cittadine e gli Industriali, e ci dicono anche che in tale festosa circostanza verrà dato un pubblico saggio di ginnastica educativa da più anni insegnata nelle scuole.

Se i signori del Municipio, sapranno far bene le cose avranno indubitabilmente il nostro elogio indipendente,m se no, no.

L’OPERA. Venerdì andò in scena l’opera Un ballo in maschera. Il tempo c’impedisce di fare un esteso resoconto della serata. Diremo soltanto che il pubblico fu soddisfattissimo.

Le Sigg. Paoletti, Vernati e Federici furono applaudite replicatamente e così pure i Sigg. Brandaglia, Ferri e Martini. Fu ammirata l’esecuzione del terzo atto. L’egregio Maestro Trinci ebbe una lunga ovazione nell’intervallo dell’atto secondo.

L’orchestra fece il suo dovere e così pure i coristi. La bellissima opera di Verdi, incontra le simpatie generali.

Furono incassate lire 267,00.

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