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COME LAVORARE BENE Nel gruppo di lavoro è necessario che ognuno possa soddisfare, almeno in parte, i propri bisogni primari e trovare piacere e gioia nel lavoro, perché ciò rappresenta uno dei motivi per essere vittima di conflitti interpersonali.

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COME LAVORARE BENENel gruppo di lavoro è necessario che ognuno possa soddisfare, almeno in parte, i propri bisogni primari e trovare piacere e gioia nel lavoro, perché ciò rappresenta uno dei motivi per essere vittima di conflitti interpersonali.

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Efficacia ed efficienza

Se le persone sono svogliate e demotivate non c’è alcuna soluzione tecnica o ri-organizzativa che possa sostituire l’efficienza individuale ed aziendale, né affrontare con efficacia conflitti lavorativi.

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PULSIONI DI BASE

Il primo bisogno è quello di esistere, cioè la pulsione alla sopravvivenza, che è insita in ogni essere umano.

Inoltre vengono prese in considerazione altre tre esigenze:

Appartenere Divenire Realizzare se stessi

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APPARTENEREEspressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si

manifestano

Richiedere vicinanza fisica e coccole. Farsi sentire e notare. Cercare protezione

0 - 1 anno

Giocare con gli altri. Chiedere attenzione

1 - 3 anni

Voler stare insieme agli altri. Farsi benvolere

3 - 5 anni

Cercare amici fuori la famiglia. Esprimere i propri sentimenti ad altri. Cercare intimità

5 – 10 anni

Identificarsi nei valori di gruppo. Condividere valori e modelli

10 - 15 anni

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CRESCERE E DIVENIREEspressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si

manifestano

Curiosare, scrutare l’ambiente. esplorare

0 - 1 anno

Chiedere perché e cos’è. Essere intraprendente. Fantasticare, inventare

1 - 3 anni

Costruire, disegnare, pasticciare 3 - 5 anni

Parlare con tutti, esprimere le proprie opinioni

5 – 10 anni

Cercare persone e gruppi diversi. Riflettere. Voler andar via

10 - 17 anni

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AUTOAFFEMARSI

Espressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si manifestano

. Farsi vedere. Prendere iniziative 0 - 1 anno

Dire di no ed opporsi all’adulto,manifestare i propri gusti e desideri. Impuntarsi. Scegliere oggetti ed appropriarsene

1 - 5 anni

Voler primeggiare. Discutere le decisioni. Dire bugie. Difendere le proprie cose

5 - 10 anni

Stare da solo. Fare le cose a modo proprio. Avere atteggiamenti provocatori

10 – 15 anni

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Cosa accade quando le pulsioni di base non

vengono soddisfatte?

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APPARTENENZA

Solitudine Mancanza d’amore Distorsioni dell’immagine del sé

(grandiosità o svalutazione)

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AUTOAFFERMAZIONE

Frustrazione Spersonalizzazione Disistima Anonimia e insoddisfazione

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CRESCITA

Perdita di senso Noia Superficialità

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Come si fa a favorire il senso di appartenenza al lavoro?

dando senso e significato al lavoro

coinvolgendo favorendo il lavoro in un gruppo accogliente

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…. e l’autoaffermazione?

consentendo la scelta delle attività da svolgere

identificando le attività e dare responsabilità

favorendo la manifestazione delle abilità

stimolando l’autonomia

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…… e la crescita?

Variando le capacità richieste delegando dando riconoscimenti

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Il potere e la scuola

Le nuove generazioni si contrappongono agli insegnanti per cause

evolutive, ma …………

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questo non è l’unico motivo.

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La contrapposizione è soprattutto rivolta al

POTERE, a prescindere da come

viene gestito dall’insegnante.

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Un insegnante ha potere in classe quando gli studenti si trovano in una condizione di bisogno, di necessità, di mancanza, di dipendenza. A volte la compiacenza dell’alunno nasce dall’autorità esercitata dall’insegnante mediante ricompense e punizioni.

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L’insegnante di scuola elementare ha molti modi per gratificare e punire i propri alunni, mentre uno studente delle scuole superiori ha molte più soddisfazioni in ciò che fa (sport, amicizie, hobbies, viaggi, ecc.)

Ecco perché gli insegnanti si lamentano dei loro alunni man mano che diventano grandi.

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Voti e punizioni

L’unico metodo che ha l’insegnante di gratificare è (forse) il voto.

Gli adolescenti rifiutano il metodo del controllo mediante il potere attraverso il rifiuto e l’aggressività

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Reazioni al potere e all’autorità

SENTIMENTI MECCANISMI DI DIFESA

Risentimento, rabbia, ostilità, frustrazione

Ribellarsi, resistere, sfidareContestare, fare ritorsioni e dispetti

OdioVergogna, imbarazzoPaura, ansia, disagio

Mentire, fare la spia e l’ipocrita, incolpare gli altri, spettegolareImbrogliare, plagiare Fare il prepotente, comandare, infierire sugli altri

Infelicità, tristezza, depressioneAmarezza, vendettaImpotenza, inerzia

Desiderio di vincere, odio per la sconfittaOrganizzarsi, allearsiSottomettersi, mostrarsi remissivi e servili

OstinazioneCompetitivitàUmiliazione, apatia

Adulare, lusingareAdeguarsi, non correre rischiFuggire (ritirarsi, fantasticare, regredire, scappare)

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STRATEGIE PER INFLUENZARE GLI ALTRI

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CREARE LEGAMI CON GLI ALTRI

Comunicare riconoscendo la diversità dell’altro.

Darsi la possibilità di porsi nelle condizioni di avvicinarsi agli

altri mediante comportamenti propositivi, che non siano però di facciata o finalizzati ad un

obiettivo opportunistico

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METTERE LE CARTE IN TAVOLA

Esprimere chiaramente l’esigenza di dire sinceramente agli altri quello che vorremmo realizzare ed incoraggiarli a fare altrettanto nei nostri confronti.

Anche in situazioni di conflitto si potrebbe circoscrivere i motivi per cui si è in disaccordo senza perdere di vista l’obiettivo comune.

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OFFRIRE DELLE SOLUZIONI E NON DEI PROBLEMI

Quando ci troviamo in situazioni di empasse, provare a proporre soluzioni più che la lamentela per un determinato problema. Tale approccio ha molte più probabilità di influenzare le azioni delle persone con cui ci confrontiamo

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DARE DEI FEEDBACK

Il feedback positivo si ha quando mostriamo di approvare il comportamento di qualcuno

o che diamo prove di apprezzarlo.

Si ha un feedback negativo quando esprimiamo la nostra preoccupazione nei

confronti di qualcuno o di qualcosa. Per rendere efficace il feedback negativo va proposto in modo costruttivo ed appropriato

(compito non facile!) e non soltanto criticare

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PARLARE LA STESSA LINGUA

Parlare la stessa lingua vuol significare sostanzialmente sintonizzare il nostro registro

linguistico in rapporto alla situazione (impiegare uno stile

formale in situazioni formali e uno stile informale in una situazione

informale).

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AFFRONTARE LE OBIEZIONI (Lambert, 1996)

Per affrontare le obiezioni bisogna innanzitutto riconoscerle e capire di cosa si tratta. Se proviamo ad ignorarle non saremo in grado di affrontarle. Se ad esempio l’altra persona è preoccupata ed ha delle riserve sulla nostra proposta, è bene esplicitare il problema e rassicurare la persona trovando soluzioni o compromessi.

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ASCOLTO ED EMPATIA

L’utilizzo dell’ascolto attivo è fondamentale per un’efficace comunicazione ma anche per influenzare le persone. Ascoltare non significa solo comprendere il contenuto; serve anche mettersi nei panni dell’altro per godere di rispetto e credibilità

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