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N. 8-9/2017 Organo ufficiale dei paracadutisti d’Italia RIVISTA MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D’ITALIA (ANPd’I) - Via Sforza, 5 00184 Roma - Spedizione in abb. postale - Art. 1, Comma 1, D.L. 24.12.2003, convertito in Legge 27.2.2004, n. 46 - DCB Roma Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta CERIMONIA DELLO ZILLASTRO 10 SETTEMBRE 2017

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N. 8-9/2017

Organo ufficiale deiparacadutisti d’Italia

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Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta

CERIMONIA DELLO ZILLASTRO10 SETTEMBRE 2017

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rIVISTa DeLL’aSSOCIaZIONe

NaZIONaLe ParaCaDUTISTI

D’ITaLIa (aNPd’I)

MeNSILe DI INFOrMaZIONe

aSSOCIaTIVO, TeCNICO e POLITICO-CULTUraLe

… voi siete gli arditidel cielo e della terra

N. 8-9/2017 S O M M A R I OGiro d’Orizzonte 3La Presidenza Informa 10Attualità 12Reparti in Armi 16Celebrazioni e Ricorrenze 20Storia delle Sezioni 26Attività delle Sezioni 27Figure da Ricordare 34

COPerTINa10 Settembre 2017: Cerimonia dello Zillastro

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N. 8-9/2017 3

GIRO D’ORIZZONTE

austo Biloslavo, ilfamoso inviato di

guerra del Giornalee di Panorama, ci hamesso a disposizio-ne alcune delle sue

esperienze in tre città simbolodella lotta all’ISIS, Sirte in Libia,Mosul in Irak e Raqqa in Siria. Daquesto numero di Folgore, quin-di, potremo dare uno sguardo diinsieme ad alcuni dei punti focalidi una crisi epocale, nel nostroMediterraneo, che non si conclu-derà purtroppo con la scompar-sa del Califfato ma che è destina-ta a pesare ancora sui nostri de-stini e ad intaccare la nostra si-curezza. In Libia, in Irak e soprat-tutto in Siria, infatti, si sono acce-si interessi contrastanti tra USA eRussia, nonché tra i principalipaesi del Medio Oriente, spessotesi spregiudicatamente a sfrut-tare la drammatica situazione

senza curarsi del destino dellapopolazione. A proposito di que-st’ultima, ferma restando la soli-darietà che dobbiamo a tutte levittime di questa guerra crudele,non possiamo dimenticare lesofferenze delle antichissime co-munità cristiane dell’area, in ba-lia di giochi tra i vari paesi tra iquali recitano spesso il ruolo dei“vasi di coccio”. Quando discet-tiamo di “buoni” e “cattivi” dallecomode poltrone di casa nostra,con riferimento a quello che inquella terra sta succedendo, do-vremmo forse pensare a loro e aloro chiedere da chi si sentonodifesi e da chi minacciati. Il baricentro di questo scontroforsennato si è ora concentratosulla Siria centrale, dopo la ricon-quista di Mosul da parte degliIrakeni, e vedremo nelle settima-ne a venire chi vincerà la corsatra i Siriani alleati dei Russi e i

Curdi alleati degli Statunitensinella conquista del centro delpaese, dove si trovano Raqqa eDeir Ezzor, l’eroica città rimastasotto assedio dell’ISIS per oltredue anni. Oltre a loro, Arabia Saudita, Emi-rati, Qatar, Israele, Turchia, Iranstanno giocando su una scac-chiera non quadrata ma ottago-nale o decagonale, utilizzandospesso la lotta al Califfato comepretesto per imporre i propri inte-ressi alle spalle di Damasco. Edè qui che la possibile nascita diuno Stato Curdo indipendente,inviso a Turchi, ai Siriani, agli Ira-keni ed agli Iraniani potrebbesparigliare il gioco con effetti chegià si cominciano ad intravvede-re. Non è un caso, infatti, che laTurchia, che un paio di anni faera sul punto di entrare in guerracontro la Russia alla quale avevaabbattuto un velivolo, si stia avvi-

cinando a Mosca, mettendo incrisi la coesione della NATO di cuiè un componente importantissi-mo. Insomma, nonostante la sconfit-ta dell’ISIS in Libia ed in Irak e larapida avanzata siriana e curdaverso Raqqa i giochi non sonoancora fatti e le prospettive dipace sono ancora lontane. E poic’è l’Ucraina che non è un affarea se stante ma che è strettamen-te connesso a quello che sta suc-cedendo nel Vicino Oriente, nellaTerra Santa. Ne parleremo neiprossimi numeri.Per esigenze di sintesi e tenendoconto dell’attualità, col numeroattuale ci concentreremo sull’in-calzante racconto di Biloslavo,anzi del paracadutista Biloslavo,su Raqqa, mentre torneremo suMosul e Sirte prossimamente.Buona lettura.

gen. C.a. (aus.) Marco bertolini

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4 N. 8-9/2017

GIRO D’ORIZZONTE

P rima i boati paurosi epoi le alte colonne difumo biancastro, che si

alzano verso il cielo, sono il ben-venuto all'assedio di Raqqa. L'a-ria rarefatta dalla calura rendequesta distesa polverosa di ca-se sulla sponda dell'Eufrate ungirone dantesco. I caccia bom-bardieri americani martellanole postazioni delle bandiere ne-re nella prima e storica capitaledello Stato islamico in Siria.L'ultima roccaforte del Califfato,che si sta sgretolando. La cittàjihadista è sotto assedio da giu-gno, dopo la caduta lo scorsoanno di Sirte, in Libia e la capi-tolazione di Mosul, in Iraq. Quat-tro mesi dopo l’80-90% di Raq-qa è libera, grazie ad un’avan-zata lenta e sanguinosa.

Nel nord est della Siria le Forzedemocratiche appoggiate dagliUsa e dominate dai curdi delloYpg (Unità di difesa popolare),che i turchi vedono come fumonegli occhi, stanno chiudendo ilcerchio sugli ultimi quartieri inmano alle bandiere nere . Dasud le forze governative sirianecon la copertura aerea russaavanzano per riconquistarequello che resta dello Stato isla-mico. «Giornalista gira delle belle im-magini su di me, così resta un ri-cordo. Nei prossimi giorni potreimorire per liberare Raqqa», èl'epitaffio senza appello di ungiovane combattente curdo alvolante del blindato artigianaleche in luglio ci ha portato in pri-ma linea.Il comandante Lawand Khabatbarbetta e cappellino da base-ball, urla gli ordini alla radio neldedalo mortale del fronte orien-tale di Raqqa. Ragazzini curdi inmimetica e giovani donne in ar-mi delle Forze democratiche si-riane scattano sul tetto piattodella casa sbrecciata dai colpi.Nel parapetto hanno aperto acolpi di martello dei buchi doveinfilare fucili di precisione e mi-tragliatrici. Takuschin, una ra-gazza curda di 22 anni con il vi-so acqua e sapone ed i capellicorvini raccolti in una coda spa-ra con il kalashnikov verso lepostazioni dello Stato islamico.Ad ogni colpo il rinculo la fa sob-balzare, ma continua a prende-re la mira con determinazione ea tirare il grilletto. Azadi è unacompagna di lotta araba. Il suo

nome significa libertà ed è nataa Raqqa. Pelle ambrata e sguar-do da bambina ha solo 19 annied un obiettivo fisso: «Voglio li-berare la nostra città per la miafamiglia» costretta all'esilio dal-le bandiere nere. A Raqqa sono decisi a combat-tere fino alla morte almeno3500 jihadisti compresi i volon-tari della guerra santa interna-zionale giunti dall’Europa. Uncentinaio dall'Italia, anche semolti negli ultimi mesi sono sta-ti decimati.Il comandante ci porta più in làavanzando in una città fanta-sma. “Attenti a non camminaretroppo vicini ai bordi della stra-da e seguite le nostre orme. Cipotrebbero essere trappole mi-nate. E correte agli incroci chesono nel mirino dei cecchini” or-dina Khabat, come se fosse as-solutamente normale. Le casesono abbandonate e ridotte adun groviera dalle raffiche di mi-traglia. Macchine e autobus, ac-cartocciati e anneriti dalle fiam-

me, sono stati travolti dall’avan-zata. A 47 gradi con giubbottoantiproiettile ed elmetto vaiavanti in un bagno di sudore.Niente rispetto al lezzo dolcia-stro della morte che ogni tantosi mescola alla polvere e ti pe-netra nelle narici. L’odore terri-bile segnala i cadaveri abban-donati o sepolti dalle macerie. Sul fronte occidentale dell’asse-dio le strade in mezzo alle casebasse e devastate nascondonol’orrore. Il corpo di un milizianodello Stato islamico dal voltoscarnificato rivolto verso il cieloè abbandonato con indosso legiberne delle munizioni ancoraintatte. In mezzo alla strada, daun piccolo cumulo di sabbiaspunta la mano rattrappita diun altro cadavere jihadista fattoa pezzi da un colpo di mortaio.Un fuoristrada arriva a tutta ve-locità suonando il clacson. Dalcassone sul retro spuntano legambe spappolate di due com-battenti curdi saltati su una mi-na.

Raqqa, l’ultima battagliadi Fausto Biloslavo

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N. 8-9/2017 5

GIRO D’ORIZZONTE

Ad un centinaio di metri, oltre lelinee curde, sventola la bandie-ra nera vicino all’ “università”dello Stato islamico che venivautilizzata come poligono. Terradi nessuno e zeppa di mine. Se icurdi cercano di avvicinarsi pertirare giù il vessillo jihadistavengono bersagliati dai cecchi-ni. Il tonfo dei colpi di mortaio inuscita diventa quasi un’abitudi-ne. Gli americani sono annidatia ridosso del fronte in postazio-ni off limits ai giornalisti da dovegarantiscono la copertura d’ar-tiglieria all’assedio di Raqqa.Ogni tanto incrociamo fuoristra-da camuffati con il color sabbiadel deserto, i finestrini oscuratie antenne satellitari sul tettodei corpi speciali Usa, che inter-vengono sui fronti più ostici e

danno la caccia ai vertici del Ca-liffato. Sopra le nostre teste ab-biamo visto i velivoli Osprey,una via di mezzo fra aereo edelicottero, che trasportano leunità scelte dei marines e laDelta force. Anche i cristiani vogliono regola-re i conti con il Califfato e sono

schierati in prima linea a Raqqacon le Forze democratiche siria-ne. Un chilometro oltre la loropostazione si notano gli alti palidell’illuminazione dello stadiodove i seguaci del Califfo ese-guivano le decapitazioni in pub-blico. “Noi cristiani siamo statimassacrati o rapiti e le chiese

distrutte. Per questo combattia-mo” dichiara Abud, il coman-dante sbarbatello di un repartoassiro. Nel bunker ricavato suun tetto le pareti sono piene dislogan e hanno disegnato pureun teschio consapevoli di sfida-re ogni giorno la morte. “A Raq-qa c’erano due chiese profana-te da Daesh (il Califfato nda) -sottolinea il comandante ragaz-zino - Ed in città vivono ancoradei cristiani costretti a convertir-si all’Islam. Li libereremo”. Unomaccione alla Rambo piazzala mitragliatrice puntata sullebandiere nere ed un giovanecombattente mostra con orgo-glio la croce tatuata sul braccio.

www.gliocchidellaguerra.it

(tratto dai reportage realizzati

per il Giornale e Panorama)

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6 N. 8-9/2017

GIRO D’ORIZZONTE

È notizia di questi giorniche la Commissione Par-lamentare costituita per

decisione del Presidente dellaCamera sul “caso Scieri”, l’allievo

paracadutista morto presso il CA-PAR di Pisa 17 anni fa in circo-stanze non chiare, ha finito i suoilavori con la decisione di riaprirele indagini sul terribile evento. È

una decisione maturata a grandedistanza dal fatto, quando è faci-le sollevare altra polvere (o la-sciarsi dalla stessa ingannare) edimostrare l’indifendibilità della

Folgore. Un altro processo allaGrande Unità, quindi, per lagioia degli orfani dello “scandaloSomalia” col quale non si eracompletata l’opera di trasfor -

Su questo numero di Folgore ripropongo un mio articolo che è stato pubblicato su analisidifesa.it, il settimanale on-line di Gianandrea Gaiani, nonchésu congedatifolgore sul “caso Scieri”. È un argomento triste che ci tocca da vicino come paracadutisti, per il dolore della morte del povero ragazzoe per le odiose strumentalizzazioni alle quali l’evento ha dato la stura.

IL PASSATO CHE NON PASSA.IL CASO SCIERI

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GIRO D’ORIZZONTE

mare in male tutto il bene che iparacadutisti italiani avevanofatto in quella indimenticabileterra. Vi aleggerà il convinci-mento di una Brigata nella qua-le era forse normale “l’esibizio-ne muscolare di prepotenza",per usare le parole del Ministodella Difesa nel suo indirizzo al-l’inizio dei lavori, a differenza diquanto avverrebbe oggi, in unaFolgore finalmente rieducata evirtuosa, avvilendone ancorauna volta il personale ed infan-gandone l’onore. I Capi di Stato Maggiore dell’E-sercito e della Difesa di allorasono ormai fuori gioco, e quelliattuali sono troppo presi con leinedite difficoltà odierne delleF.A. e troppo all’oscuro dei fattiper entrare nel merito di quelloche successe allora, un dram-ma che colpì anche i compo-nenti della Folgore oltre ai fami-liari del ragazzo. Cercherò,quindi, di far sentire la mia mo-destissima voce di testimoneda un osservatorio privilegiatonei due anni che seguironoquei fatti, nella consapevolezzache è comunque inutile contra-stare la vulgata circa una Folgo-re “cattiva”. Ma i paracadutistinon hanno paura di combatterebattaglie perse in partenza.

Nell’estate del 1999 ho assun-to il comando del CEAPAR, quel-lo che una volta era conosciutocome la SMIPAR o “la Scuola”,in una Caserma Gamerra che sivedeva improvvisamente tra-sformata in una trincea per gliattacchi furibondi ai quali erasottoposta.Subentravo infatti al mio prede-cessore (il Gen. Cirneco) in unclima pesantissimo di accer-chiamento nel quale sembravache il futuro stesso della Spe-cialità fosse in discussione. Tut-ti ci davano lezioni: politici, gior-nalisti, opinionisti, accavallatri-

ci di gambe da talk-show e an-che qualche nostro ex, che dalcomodo PC di casa propria ci”cazziava” per l’arrendevolezzadi fronte alle critiche, per l’erbaalta in caserma, perché noneravamo tosti come ai suoitempi, per la caserma vuota neifine settimana, perché erava-mo carrieristi e non puri e duricome lui e così via. Ma tantissi-mi, soprattutto, non ci feceromancare il loro supporto mora-le. Se non altro, sappiamo chiringraziare e chi dimenticare.

Venendo al dunque, c’è innanzi-tutto da dare uno sguardo alcontesto generale dell’epocanella quale il fatto si inquadrava.Dal Libano (1981-83) al suc-cessivo impiego dell’Esercito equindi della Brigata fuori area(Nord Iraq, 1992) passò circaun decennio caratterizzato daun crescente interesse dei me-dia nei confronti della realtà mi-litare. Tale interesse venne ul-teriormente enfatizzato con leoperazioni in Somalia (1992-1994) e nei Balcani (dal 1996),nelle quali la Folgore recitò co-stantemente un ruolo di primis-simo piano. Ciò nonostante,continuava a sussistere uno“zoccolo duro” pregiudizial-mente ostile alla militarità ingenerale ed ai paracadutisti inparticolare. Anzi, la maggiorevisibilità che questi ottennerocome conseguenza dei loro in-terventi in operazioni parvespingere ad una maggiore osti-lità nei loro confronti da partedi questi quattro gatti rumoro-sissimi, favorita anche dallacomparsa all’onore delle crona-che del fenomeno del nonni-smo. Improvvisamente, infatti, quelfenomeno vecchio di secoli –caratteristico in forme diversedi tutte le comunità giovanili –si prestò benissimo a circonda-

re le Forze Armate e l’Esercito inparticolare di un’aura torbidache seduceva l’opinione pubbli-ca, indebolendo così le residueresistenze di chi cercava di op-porsi ai tantissimi nemici delservizio militare obbligatorio.Quindi, da fenomeno di devian-za marginale e circoscritto allatruppa fu facile estenderlo, neldistratto e drogato immaginariocollettivo, a tutta la realtà mili-tare (inclusi i Quadri), quasi fos-se caratteristico dell’Istituzionein sè, funzionale alla sua stessaoperatività. Divenne, in breve,una vera e propria categoriadell’essere, espressione di unMale Assoluto che non era cor-retto discutere e, a maggior ra-gione, negare. Venne così l’epoca delle “caser-me aperte” nel disperato tenta-tivo di far capire che i militarierano – in fin dei conti – esseriumani come gli altri e non bru-tali prevaricatori. Basta, quindi,con il “facite ‘a faccia feroce”del passato e, al fine di guada-gnare i favori di una società chesi percepiva lontana e distacca-ta, alle ortiche la marzialità!,via i pennacchi!, bando agli ot-toni! e, soprattutto, nascondetele armi! Furono gli anni degli Ufficialiprocessati e condannati per in-temperanze verbali, i cosiddetti“cazziatoni”, che continuavanoad essere tranquillamente ac-cettate in moltissimi altri am-bienti lavorativi. Fu il periododella messa alla berlina e dellapubblica umiliazione di moltiComandanti, rei soltanto di es-sere esigenti nei confronti deipropri dipendenti e di pretende-re la giusta applicazione e di-sciplina. In un reparto del 5°Corpo d’Ar-mata, un Comandante di batta-glione si sentì addirittura spintoal suicidio, nel disperato tenta-tivo di sottrarre se stesso, la

sua famiglia ed il suo battaglio-ne alla pressione alla qualeerano stati sottoposti da partedei media e dei propri superio-ri, militari e politici. Lo si accu-sava, infatti, del grave criminedi aver voluto far effettuare unamarcetta di qualche chilometroai propri soldatini, alcuni deiquali vennero attaccati, comeconseguenza, dal terribile“morbo del fante”, la famigera-ta “bolla” (!!!) sulle delicatissi-me epidermidi dei piedini.Ovvio che con i paracadutisti,con queste argomentazioni, eracome andare a nozze! Come non riconoscere, infatti,che soldati così eccentrici ri-spetto alla norma, per di piùrassegnati alle bolle ai piedi,non dovessero per forza essereanche campioni nella praticadel nonnismo, appunto? Il fattostesso che facessero leva sulcoraggio personale e fisico nel-la selezione ed addestramentoindividuale suonava stonato esospetto in una società che aqueste caratteristiche voleva ri-nunciare a priori, negando ognidignità alle classiche virtù mili-tari che continuano invece adessere oggetto di ammirazionein tutto il resto del globo (e che inostri giovani continuano adammirare negli altri: potenzadel provincialismo!). Il soldatoitaliano, insomma, non potevaessere coraggioso e non dove-va neanche provare ad emanci-parsi da una supposta cialtro-naggine elevata addirittura avalore aggiunto nazionale, darivendicare. Che si acconten-tasse, invece, di trovare la suapiù calzante rappresentazionenei militari arruffoni, meschini,furbastri e privi di scrupoli mes-si in scena dalla nostra cinema-tografia del dopoguerra; nes-sun Paese si è saputo fare delmale come il nostro, in questocampo.

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8 N. 8-9/2017

GIRO D’ORIZZONTE

Quindi, eccola la spiegazione! Iparacadutisti italiani sono talinon perché coraggiosi (e comepotrebbero esserlo?) ma per-ché costretti con ogni mezzo,lecito ed illecito, da superioriprivi di scrupoli. E, tra i mezzi il-leciti, come non comprendere ilnonnismo, pratica abbietta edincivile, per spingere con le cat-tive i riluttanti a fare quello checon le buone non accetterebbe-ro mai?

Era un teorema facile da soste-nere e in quegli anni la Folgore,costantemente all’onore dellecronache per quello che facevain operazioni, si confermava al-l’onore di altre cronache inguarnigione, per l’esclusiva chele veniva attribuita su un mal-vezzo che invece era come mi-nimo condiviso dagli altri. Co-me minimo! Ma gli altri non “ti-ravano”.Come reazione, si decise inge-nuamente di non negare mai leaccuse di nonnismo e di perse-guire col massimo rigore ognicomportamento e ogni segnoche, ancorchè superficialmen-te, potesse essere utilizzatoquale prova dello stesso, anchese con lo stesso non avevaniente a che fare. D’altronde, imedia che creavano l’opinonepubblica andavano per le spic-ce, e con essi non c’erano argo-mentazioni che tenessero, al difuori della tesi voluta.

In questo contesto culturale sicolloca quindi il “caso” Scierinel 1999. A ferragosto diquell’anno, infatti, un militareappena arrivato al CEAPAR ven-ne trovato morto il lunedì matti-na, oltre due giorni dopo la suascomparsa all’interno della ca-serma Gamerra, in un’area diaccumulo di materiali fuori uso.Verosimilmente, era caduto dauna scaletta della Torre di

Asciugamento dei paracadutesulla quale si doveva essere ar-rampicato per motivi non chiari.Sia l’evento in sé che l’inaccet-tabile ritardo della sua scoper-ta innescarono una situazionedifficilissima da gestire che co-involgeva tutto il personale del-la Gamerra, a prescindere dagrado e ruolo.La vittima era un aspiranteparacadutista arrivato il giornostesso in Caserma dal prece-dente reparto AddestramentoReclute di Firenze. Era un gio-vane siciliano, già laureato inlegge, che aveva scelto di pre-stare il suo servizio militare neiparacadutisti dando ascolto alsuo generosissimo carattereche lo aveva già spinto ancheda studente ad avvicinarsi allamilitanza politica. Da quantoemerso dalle indagini successi-ve, il giovane, dopo essere sta-to regolarmente in libera uscitanella sua nuova sede di Pisa ilvenerdì sera (13 agosto) con al-cuni commilitoni, si appartòall’interno della Caserma quasivuota per le licenze estive, pareper una telefonata, e da alloranon se ne seppe più nulla finoal lunedì mattina (16 agosto),quando il suo cadavere vennecasualmente trovato da due mi-litari di corvée, alla base di unascala metallica dalla quale eraevidentemente caduto.Il caso mediatico, ovviamente,scattò subito.

A nulla valsero le prime ipotesifatte dalla Magistratura e chesembravano escludere il feno-meno del nonnismo tra le cau-se dell’evento. I giornali, comeprecedentemente avvenuto inaltre occasioni, avevano perògià “capito tutto” e spararono iloro corrispondenti a Pisa ad in-dagare.Davanti alla “Gamerra” si stabilìcosì un vero e proprio “villaggio”

di caravan dai quali giornalistidi tutte le testate, e di tutti gliorientamenti politici, mandava-no giornalmente i loro resocontialle rispettive redazioni, per ilsollazzo della sudaticcia opinio-ne pubblica nazionale, stesa adarrostire sulle spiagge ferrago-stane. Praticamente tutti i mili-tari della caserma vennero fer-mati ed intervistati ripetuta-mente, alla spasmodica ricercadi qualche elemento che potes-se confermare la tesi voluta. Difatto, tale azione si trasformò inuna fortissima pressione psico-logica anche nei confronti dellalinea di comando dell’unità, chesi trovò a fronteggiare contem-poraneamente la necessità difornire la massima collaborazio-ne alla Magistratura senza peròadottare atteggiamenti di chiu-sura nei confronti dei mediache sarebbero stati interpretatisicuramente come un’assurdama credibile ammissione di col-pa. Era facile, in un contesto delgenere, fare qualche passo fal-so, così come era facile cederealla tentazione di tentare di su-perare il problema con un attoanalogo a quanto già fatto inprecedenza, tagliando qualchetesta, a prescindere da colpe eresponsabilità.E fu questo, appunto, quelloche fu fatto, rimuovendo dall’in-carico l’incolpevole Comandan-te del CEAPAR (Gen.Cirneco) edil suo ottimo Vice (Col.Corradi),per quanto fosse chiaro chenulla avevano a che fare con ilfatto né con il fenomeno che sisupponeva all’origine del de-cesso e, anzi, fossero stati mol-to attivi, in precedenza, percontrastare e reprimere gli attidi prevaricazione tra militari. Per questo e a questo punto en-tro in campo io.

Purtroppo, come noto, la pres-

sione nei confronti del CEAPARnon scemò e, fino a settembreinoltrato, epoca nella quale igiornali tornano sulle più suc-cose questioni della politica na-zionale risorta dopo le “fatichebalneari”, per un lungo periodotutte le prime pagine dei quoti-diani nazionali riportarono lecronache, le ipotesi, le “rivela-zioni” e i pettegolezzi del caso. Relativamente alle “indaginigiornalistiche”, la fantasia si in-sediò prepotentemente al pote-re e fioccarono le ipotesi e con-getture più assurde, spessospacciate come verità di fede.La tesi che praticamente tutti imedia cercarono di accredita-re, tralasciando di perorrere al-tre strade che probabilmenteinteressavano meno, fu quelladi un atto di nonnismo sfuggitoal controllo ed andato al di làdelle intenzioni. Tale atto, perquesta tesi accusatoria, dovevaessere una ritorsione nei con-fronti dell’allievo paracadutistaScieri colpevole di avere tenutotesta agli anziani durante il tra-sferimento in autobus da Firen-ze a Pisa. Secondo alcune voci,infatti, in tale occasione alcunigraduati avrebbero deciso di te-nere i finestrini del mezzo chiu-si ed il basco indossato, non-ostante fosse agosto, compor-tandosi come la classica mo-glie che per fare dispetto al ma-rito….: negli stessi accaldatissi-mi autobus, infatti, viaggiavanopure loro. La tesi era piuttostostiracchiata ma piacque moltis-simo ai “lettori” e, per quanto iriscontri ne lasciassero traspa-rire l’inconsistenza o quanto-meno l’esagerazione, fu consi-derata credibile. Vennero, così, tentati collega-menti disparati e disperati confatti degli anni precedenti, pe-scando senza scrupoli in tuttala casistica dei luoghi comunipiù triti e si cercò di accreditare

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N. 8-9/2017 9

GIRO D’ORIZZONTE

l’idea che la località nella qualevenne trovato il cadavere delpovero ragazzo fosse nota, nelpassato, quale usuale teatro diatti di nonnismo ripetuti e vio-lenti. A pochi, al contrario, interessòil fatto che tale area non erastata da anni interessata ad at-ti del genere, sottraendolaquindi automaticamente aquella che era la logica di taliazioni, basate sulla ieratica equasi “liturgica” ripetitività digesti e luoghi. Quando il caso cominciò a sce-mare nell’interesse dell’opinio-ne pubblica, venne adottato unespediente che, benché nonavesse nulla a che fare con ilfatto in sè, poteva servire a sol-levare altre ondate di indigna-zione nei confronti dei paraca-dutisti. Il riferimento è al cosid-detto “Zibaldone”, una ingenuaed inopportuna raccolta diamenità varie utilizzata stru-mentalmente dai media per at-taccare in prima persona il Co-mandante della Folgore, ilGen.Celentano, che come po-chi si era impegnato nel contra-sto di quel malcostume. Si riproponeva, insomma, lostesso modello applicato consuccesso con lo “scandalo So-malia” quando per riavvivarel’attenzione dei lettori stanchidelle cinque settimane filate dicopertine monotematiche, siallegò a Panorama, il settima-nale autore di quello scoop,una videocassetta priva di fattirilevanti ma sufficiente a riac-cendere l’antipatia verso i catti-vissimi paracadutisti italiani.Se si fosse trattato di una “fic-tion” e non della tragica e “ve-ra” morte di un generoso giova-ne in circostanze sconosciute,ci sarebbe stato quindi da ride-re del paradosso o da aprire uninteressante “case study” perqualche Facoltà di Scienze del-

le Comunicazioni. Ma tant’è, eil gioco al massacro continuòindisturbato.

Intanto, i mesi passavano sen-za sostanziali novità! Di frontea questo silenzio, quindi, ci fuchi non trovò di meglio che insi-nuare l’esistenza di pressioniche il Comando del CEAPARavrebbe esercitato nei confron-ti dei militari al fine di far lorotacere quanto sapevano (la so-lita, vecchia, consolante storiadell’omertà dei paracadutisti). Tanti, di conseguenza, attende-vano con ansia il congedamen-to dei commilitoni di Scieri, nel-la certezza che, una volta allalarga dalle grinfie dei loro supe-riori, avrebbero detto quelloche effettivamente sapevano,scoprendo il Vaso di Pandoradelle bestialità folgorine. Invece, niente! I ragazzi lascia-rono il servizio e la Caserma di-mostrando la stessa emozionee commozione di quanti li ave-vano preceduti e di quelli (po-chi, ormai) che li avrebbero se-guiti. Quando, la mattina del-l’ultimo alzabandiera sfilaronoimpettiti davanti al Comandan-te, dopo avere lasciato un maz-zo di fiori anche sul luogo in cuiScieri era morto, tradirono chia-ramente la nostalgia incipienteper la vita che stavano lascian-do definitivamente e non man-carono di esprimere il solito ebenedetto affetto per chi resta-va, commilitoni e superiori.Di rivelazioni che confermasse-ro la tesi fortemente voluta datutti, invece, nessuna traccia,anche anni dopo il fatto, non-ostante che il CEAPAR fossestato tenuto a lungo sotto lalente d’ingrandimento dellaMagistratura Militare e Ordina-ria, fosse stato oggetto di ripe-tute ispezioni ed indagini delleForze dell’Ordine, nonché metadi visite di Commissioni parla-

mentari e parlamentari isolati.In quel periodo, la Gamerra fuanche palestra di un interes-sante “spirito bipartisan” traforze politiche contrapposte.Parlamentari dell’opposizionedi allora, tra cui una futura Mi-nistro del successivo Governodi centro destra, non ebberoproblemi a farsi scortare in cor-teo dal centro di Pisa alla Ga-merra da un folto gruppo di ap-partenenti ad un Centro Socia-le cittadino con un largo stri-scione riportante “Omertà: ro-ba da conigli” ed il disegno diun coniglio con un basco ama-ranto in testa. Dalla compagnia di quei “disob-bedienti” per vocazione, glionorevoli non vennero messiassolutamente in imbarazzo.Non si dissociarono, non si al-lontanarono, non li allontanaro-no, sfilarono senza esitazionicon loro per la stessa strada.Entrati in Caserma, espresseroil loro sdegno con le parole, conil broncio, con gli scuotimentirassegnati della testolina. Nonsentirono ragioni (né loro né idisobbedienti) e se ne andaro-no con l’aria schifata e con lacertezza di averci dato una le-zione di civiltà.È da rimarcare come la stessaparlamentare sopracitata, daaccusatrice di quei giorni si siasuccessivamente riciclatanell’ambito della commissioneparlamentare, autorizzandoquindi più di qualche dubbiosulla terzietà di quest’ultima.

Poco dopo questi avvenimentila leva obbligatoria venne aboli-ta con un provvedimento politi-co trasversale ai due schiera-menti, con una coincidenza chedesta qualche sospetto. In altreparole, la Repubblica italianaha voluto emanciparsi dalla co-scrizione obbligatoria per ave-re, col professionismo, maggio-

re efficienza, o ha semplice-mente sperato in uno strumen-to più contratto, nell’illusioneche costasse di meno? A vede-re l’andamento dei finanzia-menti per la Difesa in questi ul-timi anni, paragonati a quellidegli altri Paesi e tenuto contodel nostro pesante impegno inmolte operazioni “fuori area”,la risposta sembrerebbe scon-tata. Ma forse mi sbaglio.

In ogni caso, con la fine dellaleva tantissimi fustigatori atempo pieno delle “perversioni”militari sono rimasti a boccaasciutta e il nonnismo è sparitovelocemente dall’orizzonte, fat-to salvo qualche sporadico edignorato ritorno di fiamma. Paradossalmente, invece, latrasposizione in ambito “civile”del nonnismo è balzato succes-sivamente agli onori della cro-naca con il frequente riproporsidi episodi di “bullismo” nellescuole dello Stato, dove irrefre-nabili adolescenti minaccianoe molestano altri compagni diclasse incapaci di difendersi o,addirittura, impotenti e spaven-tatissimi insegnanti. Questa cir-costanza la dice lunga sulla ve-ridicità dell’equazione sostenu-ta da molti sedicenti intellettua-li del passato, ma ancora peri-colosamente in attività, che ve-devano nell’anno di servizio mi-litare un periodo di regressioneeducativa durante il quale ilsantarellino diventava un ani-male. È vero, magari, esatta-mente il contrario e c’è da chie-dersi allarmati cosa ne sarà deicittadini del domani, privati diquella scuola di uguaglianza, dieducazione e di tolleranza chela vita in uniforme assicurava ailoro fratelli maggiori. Ma, a pen-sarci bene, ne stiamo già ve-dendo gli effetti.

gen. C.a. (aus.) Marco bertolini

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LA PRESIDENZA INFORMA

(Servizio Fotografico: William Sanna)

A ndando a memoria,l’ultimo Corso Istrutto-ri dell’ANPd’I tenutosi

a Pisa, presso il Centro Adde-stramento Paracadutismo (CA-PAR), è stato quello del 2008.Da allora l’Associazione avevatrovato altre soluzioni, tuttesoddisfacenti, qualcuna anchemolto confacente alla tipologiadel Corso (si pensi all’ospitalitàavuta presso la Scuola Alpinadella Guardia di Finanza nel2016), ma nessuna – ci siapermesso un accento di “cam-panilismo” – equiparabile al ri-torno alla “casa madre”.Perché di questo si è trattato:del ritorno alla struttura che haformato tutti i paracadutisti mi-litari degli ultimi sessant’anni,e che ancora trasuda e traman-da non solo le conoscenze, ma

soprattutto lepassioni e letradizioni dellaSpecialità. “Conquista”,questa, daattribuire atutti i soci, ditutte le Se-zioni d’Italia,che nell’ulti-mo decenniohanno contri-buito (nonsenza le fa-mose “lacri-me e san-gue”), a dareall’Associa-zione un’im-magine (eduna essenza)credibile e

sana. Sforzi peraltro che a nulla sarebbe-ro serviti, almeno a questo fine, se dall’al-tra parte non ci fossero stati Comandantidi Brigata illuminati come i Generali Rober-to Vannacci (fino al 28 luglio) e Rodolfo

Sganga (l’attuale), che – come del resto ipredecessori – ben hanno compreso lealte potenzialità di una sinergia tra As-sociazione d’Arma e Aviotruppe.Per non tacere di un Comandante delCAPAR come il Col. Alessandro Borghe-si, che – con tutta la sua linea di coman-do, nessuno escluso – non manca occa-sione per far sentire a casa loro i socidell’ANPd’I che si affacciano alla portacarraia della Gamerra.Ebbene è così; proprio in questo luogo anoi “sacro”, e con questo carico di signifi-cati, dal 17 al 27 agosto si è tenuta l’edi-zione 2017 del Corso per il conseguimen-to della qualifica di Istruttore di Paracadu-tismo FV dell’ANPd’I.I partecipanti ammessi dopo due sessionidi impegnative selezioni, sono stati 17; co-loro che hanno ottenuto la qualifica al ter-mine del Corso (dopo un ritiro, e 5 valuta-

zioni di nonidoneità) so-no stati 11.Questo l’e-lenco deineo Istrut-

tori, con le rispettive Sezioni diappartenenza:

CaLaNNa Daniele Basso Veronese

CarTOCCI Matteo Asti

CUMIa andrea Caltanissetta

De gIOrgIO rubens alberto Monza

DISTeFaNO angelo Latina

gILarDI Marco Vittorio Lecco

LOreNZIN Cristiano Fiemme Fassa

MONTI giampiero Viterbo

MUSSIO Luca Torino

SeLLaN Lorenzo Portogruaro

SgUera Federico Fiemme Fassa

guarda il video del corso

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N. 8-9/2017 11

LA PRESIDENZA INFORMA

Il Corso si è poi svolto con il col-laudato programma degli ultimianni, durante il quale i parteci-panti, oltre ad aver assistito a se-minari di approfondimento su va-rie tematiche (ad esempio, per ci-tarne alcune: situazioni di perico-lo, comportamento in atterraggio,aviolanci intenzionali in acqua,normative di settore), hanno gior-nalmente simulato di tenere le-zioni “teoriche”, “dimostrative” e“pratiche” davanti ad ipotetici al-lievi, ed al cospetto di una Com-missione che li ha valutati presta-zione dopo prestazione.Lo staff dell’ANPd’I che ha segui-to il Corso è formato dai seguentiIstruttori (ordine alfabetico): AloiDomenico, Benatti Alberto, Ca-gna Danilo, Lodigiani Luigi, Polli-ni Enrico, Sanapo Emanuele,Sanna William, Trusiani Nicola,Zenoni Gilberto.Il valore aggiunto di trovarsi alCAPAR, è stata la possibilità dipoter usufruire largamente delle-strutture addestrative della Ca-serma: dalle aule didattiche, allapalestra (che per noi tutti è e ri-mane “il Tempio” del paracaduti-smo militare italiano), al palcoper il comportamento su imbra-co sospeso, fino alla torre… lanostra “torre di Pisa”.Il percorso formativo, è stato poiulteriormente arricchito da unavisita guidata al reparto Aviorifor-nimenti ed al “ciclo del paraca-

dute” (manutenzione, ripiega-mento, stoccaggio): visita propo-sta e promossa proprio dal Co-mando del CAPAR, attraverso unpercorso “dietro le quinte”, cheha letteralmente affascinato edentusiasmato i partecipanti alCorso e tutto lo staff.Né va dimenticata la visita al Mu-seo del Paracadutista Italiano,condotta dall’inossidabile e pre-ziosissimo Lgt. Dinelli.Durante tutta la durata del Cor-so, sia i partecipanti, sia lo staff,sono stati alloggiati in Caserma,ed hanno quotidianamente con-sumato i pasti presso la mensa,nel segno della migliore delle ac-coglienze.

Al termine del Corso i parteci-panti sono stati sottoposti ad unesame da parte di una Commis-sione che – volutamente – è sta-ta formata tra Istruttori ANPd’Iche hanno anche la pariteticaqualifica militare (gli IP/FV Pollini,Cagna e Aloi): ciò a coronamentodi un imprinting col più alto tassodi “paracadutismo militare” chepotesse essere sperato.Il Corso IP/FV ANPd’I 2017, è sta-to altresì privilegiato dalla possi-bilità di effettuare un aviolanciointenzionale in acqua, sul Lago diGarda… ma questa avventurameriterà un racconto a parte.

La redazione

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ATTUALITÀ

(Servizio fotografico dell’autore)

S i è da poco conclusa laLEAPFEST 2017 negliUSA alla quale ha parte-

cipato un contingente dell’ANPd’Idi 25 paracacadutisti: ripercor-riamo insieme le fasi che l’hannocaratterizzata.

aPPrONTaMeNTOSecondo un metodo ormai col-laudato i Presidenti di Sezioneed i Consiglieri Nazionali hannodefinito i partecipanti e da quelmomento sono iniziate le proce-dure per la partecipazione:scambi di mail, format, docu-mentazione con il Comando del56th Troop Command della Rho-de Island Army National Guard edisposizioni con i partecipantisuddivisi in 5 teams di 4+1 riser-va partecipante comunque allatrasferta ed ai lanci di ambienta-mento e scambio brevetti.Nell’ambito dell’approntamentoè stata eseguita una giornata diamalgama presso la Scuola ANP-d’I di Ferrara nel corso della qua-le sono stati effettuati un lanciodi certificazione non anteriore ai90 giorni richiesto dagli organiz-zatori, briefings e video sul para-cadute MC-6 emisferico dotato divelocità propria di 5 m/s, conpossibilità di frenare l’avanza-mento ed estremamente perfor-mante per essere un emisferico.Quest’anno grazie alla conven-zione stipulata con il CAPAR iparacadutisti del contingentehanno potuto effettuare una gior-nata di addestramento sulla tor-re per lanci multipli dalla portaassiale in quanto il velivolo utiliz-zato per l’attività negli USA è ilCH47 (uscita dalla rampa) ed,

utilizzando le false carlinghe,hanno effettuato l’addestramen-to agli ordini del “Jumpmaster”secondo le procedure di lancioamericane assimilate nelle edi-zioni precedenti della Leapfest eriportate sulla relativa pubblica-zione del “Dipartiment of theArmy” (non è riservata ed è ap-provato l’uso pubblico) di circa400 pagine che contiene tutto loscibile “americano” per quantoattiene ai lanci militari con para-cadute ad apertura automaticatramite fune di vincolo.

ParTeNZa Finalmente si parte!! Da vari ae-roporti di partenza utilizzati perteam ci siamo ritrovati all’aero-porto di Boston dove, a cura deimilitari americani, siamo statiprelevati e trasportati presso ilcampus universitario della Uni-versità del Rhode Island (URI) do-ve il contingente è stato alloggia-to negli appartamenti utilizzatidagli studenti: un appartamentoper team, stanze singole, salotti-no, cucina, servizi igienici. Facen-do mente locale a nostre simili

strutture mi vengono in mentetutti quei graffiti, iscrizioni, inci-sioni, manomissioni ed altre ma-nifestazioni di degrado: nulla ditutto ciò nel campus ed alloggi.

aTTIVITàSubito, con ritmi incalzanti, sonoiniziate le attività degli “interna-zionali” ossia dei partecipantistranieri: Inghilterra, Germania,Olanda, Botswana, Messico, Ca-nada, Sud Africa ed Italia le na-zioni presenti per un totale di 32teams.Registrazione, addestramentoall’uso ed imbracaggio con para-cadute MC-6.

LaNCIIl 2 agosto si inizia subito con illancio di ambientamento per gliinternazionali che consente con-temporaneamente l’acquisizione

del brevetto USA e successiva-mente altro lancio di un brevettostraniero (disponibili Germania,Olanda e Botswana). Velivoli uti-lizzati 2 CH47. Inizio attività alle6.30 con prelancistica con JMUSA, capovolte da pedana 50cm, ritiro materiali ed indossa-mento, JMPI (ispezione del Jump-master al paracadutista pronto allancio, molto più lunga ed accura-ta rispetto alle nostre procedure)inserimento nel “lift” (decollo)verso DZ CASTLE a circa 7 minutidi volo, quota di lancio 1500 feetAGL, metodo di lancio stima delpunto di uscita da parte del JMquindi lancio del derivometro, ve-rifica punto di atterraggio derivo-metro, correzioni al pilota standosdraiato sulla rampa a sx traguar-dando verso l’esterno dalla cer-niera della rampa e GO (VIA)!!.A differenza dalle nostre normati-ve nell’organizzazione del lancionelle procedure americane esisteuna figura che noi non abbiamo:il “Primary Jumpmaster”. Costui èil “capo” di tutti i JM’s e può dareindicazioni ed ordini a costoroinerenti l’attività di specifico inte-resse del JM anche se lievementedifformi dalla normativa: nel no-stro caso ha modificato la posi-zione del braccio che impugna lafdv e la modalità di uscita dallarampa (non verso l’angolo manella parte centrale della rampa).Grazie all’addestramento svolto

Leapfest 2017

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N. 8-9/2017 13

ATTUALITÀ

in Italia non abbiamo avuto pro-blemi ad adeguarci.

garaIl 3 agosto arrivano i teams ame-ricani e si raggiunge la quota to-tale di 70 teams. La gara preve-deva 2 lanci per ogni concorren-te ma le condizioni meteo riferitealla quota delle nubi ed al ventohanno limitato le giornate di lan-cio annullandone due e quindi gliorganizzatori, nell’unica giornataidonea al lancio, hanno deciso,giustamente, di far fare un sololancio di gara e dedicare il restodel tempo ai lanci di scambiobrevetti che gli americani nonavevano fatto.Con 3 CH47 sono iniziati i lanci digara e successivamente i lanci discambio di brevetto ai quali han-no potuto partecipare nuova-mente anche gli internazionali inquanto tempo, paracadute, veli-voli e Jumpmasters erano ancoradisponibili: quindi i nostri son tor-nati a casa la maggior parte con3 brevetti alcuni con 2 come chiha svolto il servizio di Direttore diLancio oppure come chi ha dovu-to fare il lancio con una nazionedella quale aveva già il brevetto.

CLaSSIFICaIl primo italiano classificato nellagraduatoria individuale è stato ilpar. Gorella, Sezione di Trieste,

che si è classificato 13° su 280partecipanti mentre il nostro pri-mo team lo troviamo al 40° po-sto con il team sempre della Se-zione di Trieste. Sono buone po-sizioni considerato che noi nonabbiamo pratica di lancio con ilparacadute MC-6 e molte sono levariabili lancio durante: vento(che non stà mai fermo!!), punto

di uscita e che stiamo ragionan-do in termini di centesimo di se-condo!! Il primo posto sia indivi-duale che di team è andato apersonale americano.

aTTIVITà COLLaTeraLISono stati organizzati due incon-tri conviviali: il banchetto di ben-venuto e la cena degli awards.

Inutile dire il grande camerati-smo e divertimento che aleggia-vano in questi momenti.Nelle giornate libere inoltre sonostate organizzate gite, a parteci-pazione libera, a Newport, Provi-dence, a Camp Fogarty base del56thTroop Command dove abbia-mo visitato la sala ripiegamentodove ripiegatori in forza all’unità edi rinforzo si sono prodigati a ri-piegare i paracadute utilizzati du-rante i lanci: un gran lavoro!

rIeNTrOCon le stesse modalità della par-tenza siamo rientrati in Italia.

CONCLUSIONILo scopo della Leapfest è quellodi vivere insieme giornate entu-siasmanti dove la “comunità deiparacadutisti” si ritrova per fe-steggiare sé stessa, rimarcare lanostra “speciale” appartenenzache travalica i confini nazionali.La rappresentativa ANPd’I è stataelogiata dal C.te del 56th TroopCommand Col. Ellis F. Hopkins IIIper assetto formale, disponibilità,spirito paracadutistico, professio-nalità ed organizzazione, riba-dendo ancora una volta chel’ANPd’I è una componente dipregio della Leapfest, invitandocigià da ora alla Leapfest 2018.

Capo rappresentativapar. enrico Pollini

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14 N. 8-9/2017

ATTUALITÀ

U n grande sforzo organiz-zativo che ha coinvoltotutta la nostra Sezione

per mesi, una quarantina gli or-ganizzatori sul campo, ma siamostati ampiamente ripagati dalsuccesso ottenuto, dall’entusia-smo e mettiamoci pure dallesplendide giornate in cui si sonosvolte le prove della “1ª Zavorra-ta Camuna”.Una disciplina sportiva che datempo viene promossa dalla no-stra Associazione Nazionale.Rivolta in particolar modo ai gio-vani paracadutisti e non, dove sipossono esprimere ardimento,abilità e gesto atletico cimentan-dosi in prove di orientamento,movimento su terreno vario, ar-rampicata, nuoto, tiro con l’armain poligono.È stata una manifestazione natada un’idea in seno al consiglio di-

rettivo, che si è andata via viaconcretizzando dapprima con il“Corso di orientamento ed attivi-tà tattiche” e successivamentecon la predisposizione delle pro-ve e della fondamentale cornicelogistica in cui si è svolta la Za-vorrata.Complimenti ai vincitori di que-sta prima edizione, la coppia del-la Sezione di Brescia Fornaro eCacioppo che si è aggiudicata iltrofeo “Zavorrata Camuna”.Lo spirito della manifestazione,lo possiamo trovare nel contenu-to della lettera di ringraziamentoche mi ha inviato un partecipan-te il giorno dopo la manifestazio-ne, mi permetto di pubblicarloringraziando l’amico Par. PietroGrarbin. “Grazie a Voi per il complesso la-

voro organizzativo che avete

svolto e per l’accoglienza che ci

avete offerto. Noi siamo stati so-

lo ospiti, in un ambiente meravi-

glioso, con persone meraviglio-

se, tra fratelli con condivisione di

valori e sentimenti. Ho avuto la

fortuna di essere convocato dai

fratelli di Brescia, e con loro con-

dividere questa bellissima av-

ventura, ma il prossimo anno ve-

dremo di essere presenti come

Sezione di Verona. Nel frattempo

avremo ancora modo di vederci

in altre occasioni o sui campi di

volo per condividere lanci e nuo-

ve emozioni.

Essere arrivato al traguardo ed

averlo condiviso con un vostro

ragazzo è stato bellissimo, per-

ché per me non conta arrivare

primo, ma arrivare tutti, perché

nessuno deve rimanere indietro.

Quando ci ha raggiunto nell’ulti-

mo chilometro, è rimasto con noi

ed in quel momento non contava

più il numero della squadra, ma

lo spirito che portiamo dentro, ed

è stato il più bel premio. Compli-

menti ancora per quello che fate,

grazie ancora per tutto. Sempre

Folgore”.

Come Presidente ho vissuto contutti i soci organizzatori e concor-renti questa bella avventura dilavoro organizzativo passando in-numerevoli serate, pomeriggi edomeniche di lavoro, sul campoed in Sezione. Mi complimentocon voi e vi ringrazio per il vostroentusiasmo, disponibilità e gene-rosità… Ma del resto si sa… sia-mo Paracadutisti.

Il Presidentepar. antonello richini

(Servizio fotografico dell’autore)

Zavorrata Camuna

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N. 8-9/2017 15

I l progetto El Alamein non siè mai fermato. Nonostanteil prudenziale e tempora-

neo stop delle Missioni nel de-serto, è stata molto intensa l’at-tività scientifica e “diplomatica”in Patria e all’estero.Oltre ai rinnovi delle convenzionie a nuove stipule in corso con glienti istituzionali militari italianidi riferimento, il Responsabilescientifico professor Aldino Bon-desan, affiancato dal suo staff,composto di borsisti, laureandi ecomponenti del Consiglio diretti-vo del SIGGMI, ha messo a pun-to un intenso programma scien-tifico internazionale. Si tratta di un lavoro che lasceràtracce durature e prestigiose. Ecco un breve ria ssunto degliimpegni internazionali. Non ser-vono commenti per far intende-re ai lettori il loro “peso specifi-co” per il raggiungimento degliobbiettivi del Progetto El Ala-mein: viaggio di studio al Cairo ea El Alamein a cura di ProgettoEl Alamein e Università di Pado-va.Partecipano alla missione alcu-ne laureande del Corso di Pro-gettazione e Gestione del Turi-smo Culturale dell’Università di

Padova – Dipartimento dei BeniCulturali.Le studentesse guidate dal Prof.Aldino Bondesan condurranno illoro lavoro di tesi triennale su unprogetto di riallestimento dellaSala dei Cimeli del Sacrario di ElAlamein. Tale attività potrà costi-tuire un nucleo sul quale elabo-rare un progetto espositivo chepunti al riordino della Sala.La missione si terrà a Il Cairo, aEl Alamein e a Marsa Matrouhdal 29 settembre al 3 ottobre.Il viaggio prevede alcune visitemirate ai Sacrari Militari, ai Mu-sei e ai Monumenti di El Ala-mein, ai principali musei militaridel Cairo e al Quartier Generaledi Rommel a Marsa Matrouh. Illavoro al Sacrario si svolgerà at-traverso la visita a Quota 33 e al-le Sale della Corte d’Onoore conuna ricognizione e analisi deglioggetti e dei pannelli esposti.Saranno inoltre verificate in locoalcune soluzioni espositive egrafiche utili alla progettazionedelle sale.L’attività è svolta in accordo econ l’autorizzazione del Com-missariato Generale Onoranzeai Caduti in Guerra.L’iniziativa rientra nelle attività

istituzionali dell’Università ed èstrettamente connessa al Pro-getto El Alamein. Tutti i soci e isimpatizzanti della Società Ita-liana di Geografia e Geologia Mi-litare saranno aggiornati sull’ini-ziativa, comprese le possibili at-tività di partecipazione futura.

16-17 Ottobre – Partecipazionealla Conferenza internazionalesul turismo all’Università di Sa-dat CityIl professor Aldino Bondesan èstato invitato a tenere una “key

lecture” alla conferenza: “The lo-

cal development and its role in

developing the Egyptian tou-

rism” organizzata dall’Universitàdi Sadat City (Egitto) nei giorni16 e 17 ottobre. Il professor Bon-desan illustrerà il Parco storicodella Battaglia, che il Progettoha realizzato ad El Alamein e cheè destinato ad essere inseritonegli itinerari turistici culturalidel Ministero del Turismo.

Settembre 2017 – bondesan hapartecipato al Convegno inter-nazionale su el alameinIn occasione del 75° anniversa-rio della Battaglia di El Alameinsi è tenuto presso l’Università di

Wolverhampton (Regno Unito)un convegno internazionale inte-ramente dedicato alla battagliadi El Alamein. Titolo dell’evento:«El Alamein: 75 Years On. The

War in the Mediterranean and

the Campaign for North Africa

1942». Alla conferenza hannopartecipato A. Bondesan (Uni-versità di Padova) e Asaad Zaki(Università di Sadat City) condue comunicazioni scientifichea nome di entrambi dal titolo:«The El Alamein Battlefield Hi-

storical Park: a new perspective

in military tourism» e «Day by

day: The British press coverage

of the First Battle of El Alamein».

Scambi interuniversitari L’Università di Padova ha eroga-to un contributo per le Iniziativedi Cooperazione Universitaria2017 che porteranno a prose-guire lo scambio di ricercatoriItalia-Egitto. Ciò comporterà deiviaggi nelle rispettive sedi uni-versitarie e al lavoro comunecon gli storici egiziani che si oc-cupano delle vestigia della bat-taglia e dei cimiteri di guerra, inparticolare per la loro vocazioneturistica.

aW

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16 N. 8-9/2017

REPARTI IN ARMI

M odena – Il paracadu-tista, generale di Bri-gata, artigliere ed ac-

quisitore obbiettivi Stafano Man-nino è dal 1° agosto il nuovo co-mandante dell’Accademia di Mo-dena.Il generale Mannino, che avevaceduto il comando del COMFOSEil giorno 21 Luglio al parigradoranger alpino Ivan Caruso, ha ri-cevuto il glorioso tricolore d’Isti-

tuto dal Generale di DivisioneSalvatore Camporeale, coman-dante uscente. Quest’ultimo è unUfficiale di grande spessore, sto-rico appassionato ed estimatoredel Progetto El Alamein.Grazie a Lui il professor Bonde-san – che era tra gli invitati distamattina – tenne una confe-renza sulla Battaglia di El Ala-mein e sui lavori del Progetto ElAlamein, ai giovani Cadetti, nel2016.

Un allievo ufficiale premiato per una tesi sulla battaglia di el alameinOggi si chiudeva anche il biennioaccademico del 197° corso Te-nacia.Schierato di fianco al 197° c’era-no gli allievi del 198° Saldezza.Un momento della cerimonia èstato dedicato proprio ai neopro-mossi sottotenenti, con la pre-miazione dei primi di ogni disci-plina di studio.Tra loro, l’allievo Ufficiale sceltoGiuseppe di Frino, che ha elabo-rato una tesi di arte militare dedi-

cata alla Battaglia di El Alamein.Che sia un frutto del “seme” la-sciato dal Progetto durante laconferenza tenuta proprio al cor-so Tenacia?

Il sindaco di Modena“Cadetto ad Honorem”Un momento emozionante, so-prattutto per il protagonista, èstata la consegna dello spadinoe l’attestato di “Cadetto ad Hono-rem” al sindaco di Modena, Dr.Gian Carlo Muzzarelli, che – dicela motivazione – tra le diverseiniziative a favore dell’Istituto, ha

voluto anche l’alzabandiera mili-tare nella centrale Piazza Romacon i Cadetti schierati, ogni ulti-ma domenica del mese.

L’accademia e le scuole di formazione si tingono di amaranto Un alto ufficiale mi ha detto “alle

scuole ci vanno i primi”.

Il generale Mannino sarà circon-dato da molti paracadutisti, al-l’Accademia: il comandante diBattaglione, ad esempio e alcunicomandanti di Compagnia.Ufficiali comandanti col bascoamaranto sono anche alla guidadelle altre Scuole di Formazionedell’Esercito.Tra gli ospiti sul palco, infatti, c’e-rano il Generale paracadutistaMassimo Mingiardi, che dirige laScuola di Fanteria di Cesano ed ilgenerale Toscani, a capo dellaScuola Sottufficiali, a Viterbo, ov-vero gli altri due importantissimiluoghi dove si forma la “personali-tà” e dove si affinano le capacitàmilitari dei soldati, degli Ufficiali edei sottufficiali.

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N. 8-9/2017 17

REPARTI IN ARMI

Tradizioni e gioventù motivata Partecipare ad una cerimoniaall’Accademia di Modena vuol di-re entrare in contatto con la “me-glio gioventù”, ovvero con giovaniforti e motivati che iniziano il loroentusiasmante ma difficile cam-mino che li porterà ad essere i fu-turi comandanti dell’Esercito e deiCarabinieri. Tradizioni antiche esimboliche trasmettono ai cadettiinsegnamenti ed emozioni. Una diqueste è stata la riconsegna dellostendardo del 197° corso Tena-cia al Comandante Camporealeche l’ha affidato al Museo dell’Ac-cademia, che li custodisce tutti,mentre contemporaneamente ve-niva ammainata la bandiera delcorso, sul pennone di fianco al tri-colore, sul torrino del Palazzo.I neo sottotenenti partiranno perTorino o Roma per iniziare l’ultimafase della formazione che dureràtre anni.

Il palco d’onore La tribuna delle autorità era dav-vero “importante”, come si con-viene ad una cerimonia di cambiodel Comandante di un Istituto cosìprestigioso:- il procuratore della Repubblicaed il Prefetto di Modena, accom-pagnati dal Sindaco;- il Gen di Corpo d’Armata CC Car-mine Adinolfi, al comando dellescuole di formazione dei carabi-nieri presso il comando generaledell’Arma a Roma. Il generale Adi-nolfi ha lasciato proprio oggi il ser-vizio attivo ed ha voluto farlo nelcortile dove la sua carriera era co-minciata 40 anni prima;- il Generale di Corpo d’ArmataClaudio Berto comandante per laformazione e scuola di applicazio-ne Torino;- il Generale di Corpo d’ArmataPietro Serino, alla guida della For-mazione, Specializzazione e Dot-trina dell’Esercito.In tribuna, oltre ai Generali Tosca-ni e Mingiardi che avevamo citato

prima, abbiamo notato il colonnel-lo Michele Ionata, che ha da pocolasciato il comando del Reggi-mento Logistico Folgore ed il Co-lonnello Grassano, comandantedel 185° RRAO.Al paracadutista artigliere generaleStefano Mannino inviamo le nostrecongratulazioni per un incarico cosìimportante e l’augurio di buon lavo-ro. Siamo a sua disposizione.A lui ci rivolgeremo molto prestoper dargli un aggiornamento sulprogetto El Alamein, di cui sappia-mo essere un estimatore.

aw

Il Generale di Brigata Stefano Mannino è nato ad Enna il 19 ottobre 1964, perpoi successivamente trasferirsi a Pisa dove ha completato il ciclo di studi diprimo e secondo grado. Conseguito nel 1983 il diploma di Perito in Costruzio-ni Aeronautiche presso l’Istituto Tecnico Industriale di Pisa, ha frequentato il167° Corso “Fermezza” dell’Accademia Militare di Modena (1985-1987) ed ilcorrispondente Corso Applicativo (1987-1989) presso la Scuola Ufficiali di To-rino. Promosso Tenente dell’Arma di Artiglieria nel 1989, ha prestato serviziopresso il 185° Gruppo Artiglieria Campale Paracadutisti “Viterbo”, il 185°Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” ed il 185° Reggimento Para-cadutisti Ricognizione e Acquisizione Obiettivi “Folgore”; in particolare, in

quest’ultima unità operativa ha comandato sia il Gruppo Ricognizione e Acquisizione Obiettivi sia ilReggimento, entrambe dedicate alla condotta di Operazioni Speciali. In ambito internazionale, ha par-tecipato alle Operazioni ONU in Somalia quale Comandante di Compagnia, in Bosnia quale Capo Cellu-la “Operazioni” e, successivamente, Capo Nucleo “Supporto di Fuoco” del Contingente italiano, in Ko-sovo come Ufficiale di Collegamento presso il Comando NATO KFOR e, infine, in Afghanistan e Iraq qua-le Comandante della Task Force “Victor”, orientata alla condotta di Operazioni Speciali. Nel corso dellacarriera, il Gen. B. Mannino ha frequentato il 124° Corso di Stato Maggiore, il Corso di Stato Maggioredell’Esercito portoghese ed il 106° Senior Course presso il NATO Defense College. Quale Ufficiale diStato Maggiore, ha ricoperto l’incarico di Capo Sezione “Addestramento”, Capo Sezione “Operazioni” equindi Capo di Stato Maggiore della Brigata Paracadutisti “Folgore”, prestato servizio come Capo Se-zione “Trasformazione” nell’Ufficio Pianificazione Generale dello Stato Maggiore della Difesa e CapoUfficio di Stato Maggiore del Capo di Stato Maggiore della Difesa. Dal 2013 al 2016 è stato Addetto Mi-litare presso l’Ambasciata del Regno Unito, con accreditamenti secondari nella Repubblica d’Irlandaed Islanda. Dal 2016 al 2017 è stato Comandante delle Forze Speciali dell’Esercito. Dal 1° agosto 2017 è Comandante dell’Accademia Militare di Modena. In data 1° luglio 2015 è statopromosso al grado di Generale di Brigata. Ha conseguito la Laurea in Scienze Strategiche presso l’Uni-versità di Torino e la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Trieste. Parla correntemente lelingue inglese e portoghese. Decorazioni - Onorificenze: Croce di bronzo al Merito dell’Esercito; Ufficia-le dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana; Croce d’oro per anzianità di servizio; Medaglia dibronzo al merito di lunga attività di paracadutismo militare. Il Generale di Brigata Stefano Mannino èsposato con la Signora Ornella e ha un figlio, Andrea.

CURRICULUM del Generale di Brigata Stefano MANNINO

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18 N. 8-9/2017

REPARTI IN ARMI

L ivorno, 15 settembre ore11,00 Caserma Vannuc-ci. In una mattinata che

per nulla somigliava a quelle di al-cune mattine fa, si è svolta la ce-rimonia del Cambio del più presti-gioso reparto dell’Esercito, il Col.Inc. Paolo Attilio Fortezza ha la-sciato dopo due anni e mezzo diattivo e proficuo lavoro il timonedel 9° Col Moschin nelle manidel Col. Inc. Giuliano Angelucci.In tribuna gli anziani sabotatori eincursori, latori del lungo viaggio,fino agli arditi di oggi, fermi e mu-ti con le mascelle strette mostra-no segni di commozione, tantisono stati i prestigiosi Coman-danti che hanno avuto 60 anniprima, del quale ricordano il loroprimo, il Capitano Edoardo Ac-conci. Decenni sono trascorsi da Cesa-no all’approdo di Livorno, le pa-lazzine sono sempre le stesse,

solo i pini prospicienti sono piùalti con le loro radici più invasivenei viali, purtroppo molti di queivecchi soldati non sono più neiranghi come alla incidibile B.A.I..In tribuna riconosco l’incursorenavale Magg. Romolo Ciammaru-coni, il primo a Cesano, poi altridellla classe del 1932, tra i quali“il lupo” lo scalatore accademico

di decine di vette nel mondo, Pie-tro Amadio; numerosi anche gliex Comandanti tra i quali il Presi-dente Nazionale dell’ANPd’I Gen.C.A. inc. par. Marco Bertolini.Prima della consegna della Ban-diera di Guerra nelle mani delCol. Angelucci, il ComandanteFortezza ha salutato il Coman-dante del COMFOSE, Gen.alp.

par. Ivan Caruso, tutte le Autoritàcittadine e l’Associazione Nazio-nale Incursori dell’Esercito ed iLabari d’Arma presenti. “Allonta-

nandomi oggi del 9° non conclu-

do sono un’esperienza importan-

te come quella del comando di

Reggimento ma concludo una

storia molto più ampia iniziata

25 anni fa quando come tenente

arrivai all’allora 9° battaglione:

solo il nome incuteva reverenza

e si presentava come una duris-

sima sfida. In questi lunghi anni

ho vissuto esperienze bellissime

e intense, ho avuto modo di co-

noscere ed apprezzare coman-

danti e colleghi con i quali ho

condiviso più tempo che con i

miei affetti, – ha proseguito il Co-mandante – ho conosciuto mo-

menti esaltanti ma anche tristi,

legati alla scomparsa di amici

fraterni: ad essi va tutto il mio ri-

spetto ed il mio commosso ricor-

Cambio del comandanteal 9° Reggimento “Col Moschin”

di Paolo Frediani

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N. 8-9/2017 19

REPARTI IN ARMI

do, ma soprattutto alle loro fami-

glie ai loro cari va tutta la mia sti-

ma e gratitudine per la loro vici-

nanza e la comprensione che ci

hanno sempre dimostrato: gra-

zie, grazie per esserci stati sem-

pre vicino e non aver mai mostra-

to un briciolo di rancore.

Da Comandante ho subito una

delle prove più dure, quella di

aver abbastanza coraggio per

dare l’ultimo saluto a uomini che

ho perso durante il servizio e

quindi il mio deferente pensiero

va ai carissimi Alessandro Soli-

mine, Salvatore Zocchello e Ser-

gio David Ferreri.

Oggi non voglio fare bilanci e ri-

cordare tutto quello che il reggi-

mento fa ed ha sempre fatto, vo-

glio soltanto dire che siamo una

unità affermata, che opera bril-

lantemente in Italia e all’estero

ININTERROTTAMENTE, che ha al

proprio interno un reparto scuola

consolidato in grado di prepara-

re i nostri incursori secondo le at-

tuali esigenze operative ed in

grado di fornire una formazione

aderente alle richieste di tutte le

altre realtà delle F.A. e altri dica-

steri.

Che è forte del 1° battaglione in-

cursori, un assetto sicuro e ga-

rantito per i nostri vertici, che

sanno di poter contare su una

compagine coesa, efficiente, ben

equipaggiata ed in grado di forni-

re risposte aderenti e rapide con

professionisti seri e preparati.

Che è costantemente sostenuto

dalle nostre componenti di sup-

porto, che operano diuturna-

mente per favorire tutte le altre

articolazioni facendosi carico di

attività all’apparenza umili e po-

co visibili ma non assolutamente

meno importanti.

Tutto questo è stato possibile an-

che grazie a tutti coloro che ci

hanno preceduto e dei quali se-

guiamo le tracce, segnate con

fatica, con il sudore e spesso

contro la volontà di altri. Tutto

questo perché il reggimento si

muove in una stessa direzione,

perché tutti siamo importanti ma

nessuno indispensabile, ma so-

prattutto perché ognuno di noi

possiede un caparbio orgoglio

per la propria pericolosa profes-

sione. La stessa che ci proviene

dai valori in cui già cent’anni fa

credevano coloro che ci hanno

consentito di custodire la loro

Bandiera e le loro simboliche tra-

dizioni: gli arditi del 9° Reparto

d’assalto.

E siamo i professionisti seri e si-

lenziosi portatori sani delle ir-

ruenti tradizioni della Folgore, la

grande Unità in cui fummo in-

quadrati all’atto della ricostitu-

zione dell’Esercito negli anni del

dopoguerra.

Insomma il meglio del meglio.

Cancellare o minimizzare il bla-

sone del 9° è impossibile, o al-

meno bisogna mettercisi con

maligno impegno.

Infine – conclude il Comandante– voglio oggi ringraziare della fi-

ducia concessami i Comandanti

del COMFOSE che si sono succe-

duti durante il mio mandato, il

Gen. Zanelli e il Gen. Mannino,

dai quali ho anche appreso mol-

to.

Voglio ringraziare il COFS ed i

suoi Comandanti che ci hanno

sempre sostenuto, voglio ringra-

ziare l’ANIE che ci segue con ri-

spetto nel nostro incedere nel

cammino del dovere”.

Infine, si è rivolto come un padreche consegna la casa al figlio.“Giuliano hai di fronte la più bella

realtà dell’Esercito Italiano, sono

sicuro che il reggimento avrà in

te una guida sicura e saggia che

lo saprà guidare verso traguardi

ancora più elevati ed importanti.

W IL 9° REGGIMENTO, VIVA GLI

INCURSORI”.

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20 N. 8-9/2017

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

Q uest’anno ricorre il35° anniversario dellaprima missione milita-

re in Libano che vide protagoni-sti, per tutta la durata della mis-sione i Paracadutisti.Ricorderemo questa circostan-za con un contributo dell’incur-sore Remigio Dolce del 9° bat-taglione d’assalto paracadutisti“Col Moschin”, in Libano Co-mandante del nucleo Bonifica,col quale inquadra la missionenel suo complesso. Nel prossi-mo numero, sempre ad opera diRemigio Dolce, una sintesi del-l’impiego della compagnia in-cursori e del nucleo bonificastesso.

Il Contingente militare italiano(ITaLCON) in Libano 1982-1984

La spedizione militare in Libanoè stata la prima vera missioneinterforze, nel corso della qualevarie aliquote delle FFAA sonostate assegnate ad un unico co-mando sul campo (in quel casol'Esercito) e mise in luce un nuo-vo modo di concepire il ruolodell'Italia negli affari internazio-nali.Il nuovo corso della nostra politi-ca estera e militare era comin-ciato un paio d'anni prima conla scelta di schierare in Siciliacentododici rampe di missili nu-cleari CRUISE. Era stata quelladecisione a catapultare il nostroPaese alla ribalta mondiale nel-la fase più acuta della sfida epo-cale tra Est ed Ovest.Nell’estate 1982 la spedizionemilitare in Libano fu la confermadell’elevata visibilità internazio-nale allora raggiunta dal nostroPaese.C’era stato un precedente, lamissione di una forza multina-zionale, fuori dall’ONU, nel Sinaie nel Mar Rosso per garantire gliaccordi di pace fra Israele edEgitto stipulati a Camp David nel

marzo 1979. Gli israelianiavrebbero dovuto sgombrare ilSinai nella primavera del 1982.Tuttavia, l’area non era stata pa-cificata. Il Presidente egizianoSadat venne assassinatonell‘ottobre 1981 e i nuovi capidell’Egitto avevano chiesto an-che all’Italia di intervenire percalmare la situazione. Sorpren-dendo molti osservatori interna-zionali il 30 ottobre 1981, ilConsiglio dei Ministri decise chel’Italia avrebbe agito militarmen-te in Medio Oriente. Ci furonoproteste in Europa e l’opposizio-ne parlamentare in Italia accusòil governo di decisione incostitu-zionale. Ma il governo italianoandò avanti e nel marzo 1982spedì una formazione navale apattugliare il Mar Rosso. L’ope-razione andò bene ed i rapportiitalo-egiziani iniziarono un’in-tensa collaborazione anche incampo militare.La I e la II spedizione in Libanoavvennero anch’esse al di fuoridel contesto ONU, ma gli espertidi diritto internazionale hannosempre sostenuto che le duespedizioni erano legittime per-ché avevano scopi umanitari esi fondavano sul consenso dellostato interessato. L’ONU si era li-mitato ad inviare qualche osser-vatore e a chiedere al Segreta-rio Generale delle Nazioni Unitedi verificare se c’era la possibili-tà di formare una forza di CaschiBlu. La situazione era molto te-

sa anche perché in quelle setti-mane l’esercito israeliano eraentrato in Libano per affrontarele milizie di Arafat.Italia, Francia e Stati Uniti, deci-sero di formare una forza multi-nazionale e, con il consenso delgoverno libanese entrarono aBeirut.

LIbaNO UNO (26 agosto –

12 settembre 1982)

La I spedizione in Libano, se-condo gli accordi multinazionalie il protocollo d’intesa con il go-verno libanese, doveva esserebrevissima (un mese o anchemeno) e fu infatti molto brevema altrettanto intensa. L’Italiainviò un battaglione bersaglieridi circa 600 uomini (il “Governo-lo”) comandato dal Ten.Col.To-setti che il 26 agosto 1982sbarcò a Beirut. Dal giorno se-guente, il 27 agosto, incominciòlo sgombero dei combattenti pa-lestinesi. Gli incarichi svolti dal“Governolo” erano di due tipi:da un lato il presidio delle zonecritiche con postazioni fisse emobili (su veicoli cingolati) percontrollare il pieno rispetto delcessate il fuoco, dall’altro la for-mazione e la scorta dei convoglidei combattenti da evacuare. Isiriani vennero accompagnatiper una trentina di chilometri distrada, ripida e tortuosa, lungola direttrice Beirut - Damasco.

Accanto alla protezione dei con-vogli da attacchi esterni ed alcontrollo sulla presenza a bordodi persone o armamenti nonconsentiti, c’era anche l’assi-stenza tecnica degli autoveicolidei miliziani, malridotti e straca-richi di uomini e materiali. Insette giorni vennero complessi-vamente evacuati più di 6.000combattenti della forza militaredell’OLP e 3.000 siriani dellaForza Araba di dissuasione. L’o-perazione terminò virtualmenteil 2 settembre 1982; il giorno 12il contingente lasciò Beirut. Gliuomini con 6 aerei C-130 del-l’Aeronautica Militare, i mezzied i materiali con le navi “Caor-le” e “Buona Speranza”. Nessunincidente aveva turbato la mis-sione, svoltasi nel pieno rispettodel mandato e con il raggiungi-mento di tutti gli obiettivi prefis-sati.

LIbaNO DUe (26 settembre 1982 –

26 febbraio 1984)

La II spedizione non aveva sca-denze. Italia, Francia e Stati Uni-ti dovevano tenere a BeirutOvest una forza di 6-7 mila sol-dati (2.000-2.500 uomini perciascun Paese). La Gran Breta-gna che aderì più tardi alla For-za Multinazionale, inviò solo

1982 - 1984di Remigio Dolce

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N. 8-9/2017 21

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

100 soldati. Ad ogni contingentevenne assegnata una zona dapresidiare, ma non alla GranBretagna. La Francia presidiavail centro della città, dove eranoacquartierate le forze cristiane.Gli Stati Uniti presidiavano l’ae-roporto, anche per proteggere lavicina linea occupata da Israele.L’Italia, presidiava un’ampia zo-na dal mare fino all’entroterra,dove erano situati i campi pale-stinesi. La struttura dei tre con-tingenti militari era simile; fan-teria leggera con protezione diforze blindate e di artiglieria(per l’Italia il supporto di fuocoera assicurato dalle navi dellanostra Marina). Lo schieramento italiano tutta-via si differenziò da quello fran-co-americano. L’Italia scelse didare al nostro contingente uncarattere che non fosse quellotipico delle truppe d’occupazio-ne e mantenemmo anche negliapprestamenti militari una lineadi discrezione che puntava aldialogo. Questa linea risultò vin-cente. Già dopo qualche setti-mana, mentre i negoziati per ilritiro degli israeliani dal Libanoprocedevano a rilento, la pre-senza della Forza Multinaziona-le sembrava aver contribuito arestituire a Beirut un po’ di tran-quillità. La tregua tra le miliziearmate reggeva e la popolazio-ne civile che si sentiva più sicu-ra e protetta, aveva ripreso lesue consuete attività, ripopolan-do la città.Dal mese di marzo 1983 la si-tuazione cominciò nuovamentea peggiorare, gli scontri armatitra fazioni ripresero vigore ediniziarono anche gli attentaticontro la Forza Multinazionale. Iprimi a farne le spese furono gliitaliani, nonostante che il con-tingente fosse riuscito a conqui-starsi l’unanime apprezzamen-to, sia per l’aiuto e la protezionedata alla popolazione civile sia

per la posizione di estrema neu-tralità nei confronti delle variefazioni.Il 15 marzo, infatti, una pattu-glia motorizzata del BattaglioneSan Marco cadde in un agguatocon bombe da fucile e raffichedi armi automatiche che portòal ferimento di quattro occupan-ti di cui uno, il marò Filippo Mon-tesi, morì qualche giorno dopo.Nella circostanza, il Comandan-te del Contingente ordinò agli In-cursori di effettuare un rastrel-lamento nell’area, prontamentecinturata dove si erano nascostigli attentatori, per evitare che ri-uscissero a dileguarsi. Ne scatu-rì un conflitto a fuoco e tre Incur-sori furono feriti, tra cui il S.Ten.Marino Brognoli, amputato del-la gamba destra.

Le unità, sotto il comando delColonnello Franco ANGIONI (poiGenerale), venivano avvicenda-te ogni quattro mesi, ma diversiUfficiali e Sottufficiali del Co-mando rimasero in Libano pertutto il tempo della spedizione(18 mesi). I procedimenti d’azione adottatierano quelli del “controllo di zo-ne estese” con il conseguentepresidio di posti fissi distribuitinei punti chiave dell’area asse-gnata e il pattugliamento, a ra-gion veduta, degli spazi vuoti.Infatti, i compiti assegnati aiBattaglioni, presidio e pattuglia-mento nei rispettivi settori dicompetenza, vedevano: i bersa-

glieri al centro con il campo pro-fughi di Chatila, il battaglionedella Folgore ad est con il cam-po di Bourj el Barajne e il SanMarco ad ovest sulla litoranea.Le postazioni fisse, di due uomi-ni ciascuna, erano collocate inposizioni dominanti, come terra-pieni, terrazze di fabbricati o al-tane, protette da sacchetti disabbia e tettoie in lamiera ondu-lata. Le postazioni mobili erano costi-tuite da veicoli cingolati conequipaggio di 6-8 uomini,anch’essi collocati in posizionitattiche per il controllo dei puntichiave del settore. Alle postazioni si aggiungevanole pattuglie, sia motorizzate, suvetture da ricognizione AR/70,in genere due mezzi con cinqueuomini ognuna lungo le princi-pali direttrici, sia appiedate,con nuclei di 6-8 uomini per ga-rantire la presenza anche neldedalo di viuzze dei campi pro-fughi. Di rincalzo erano sempre pre-senti, per ogni turno di servizio,tre mezzi cingolati con relativiequipaggi in grado di interveniretempestivamente allo scopo di

fronteggiare eventuali situazionidi emergenza. I turni di guardia coprivano l’in-tero arco della giornata e dura-vano dodici ore, con il cambioalle 7 del mattino e alle 7 dellasera. Dopo il turno di servizio il milita-re aveva 24 ore a disposizioneper il riposo e l’addestramento.Nel gennaio 1983 il contingentericevette la bandiera di combat-timento che era il riconoscimen-to di un impegno militare e nonsolo umanitario. Era la prima volta che una ban-diera di combattimento venivaconsegnata a soldati italianiall’estero. Quella bandiera è ora conserva-ta con gli onori militari al Vitto-riano di Roma.

Al Generale Franco ANGIONI èstato unanimemente ricono-sciuto il merito di avere coman-dato il Contingente, il cui esem-plare comportamento, nel grovi-glio di rivalità e contrasti che erail Libano, si impose positiva-mente all’attenzione della pub-blica opinione nazionale ed in-ternazionale.

S.Ten. Marino brognoli

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I l 18 Novembre di “46” anni fa,a seguito della più grave scia-gura che abbia mai colpito le

Forze Armate Italiane in tempo dipace avvenuta alle ore 5:45 del 9Novembre 1971 dove, un HerculesC130 della Royal Air Force si inabis-sò con 46 paracadutisti e 6 uominidell’equipaggio al largo della Melo-ria là, dove le secche degradano estrapiombano su fondali di oltre 40metri di fronte alla costa livornese,l’allora Serg. Magg. Sabotatore del9° Battaglione d’Ass. Par. GianninoCaria immolava la sua giovane vitanel difficile compito di recupero del-le salme dei propri commilitonimosso da quel sublime spirito di al-truismo e di abnegazione nel tenta-tivo, dopo giorni di vane ricerche, dipoter restituire ai genitori, ad un pa-dre, ad una madre in disperata etrepidante attesa, almeno il corpodel proprio figlio. L’Associazione Nazionale Incursoridell’Esercito, giovane sodalizio dapoco riconosciuto dal Ministero del-la Difesa tra le associazioni di cate-goria (Incursori), composto da uo-mini speciali che hanno fatto la sto-ria del proprio reparto di riferimen-

to, l’attuale 9° Reggimento d’Assal-to Paracadutisti “Col Moschin”, emai dimentichi di aver fatto parteintegrante della gloriosa “FOLGO-RE, mai paga nel voler costante-mente ricordare i propri caduti, cosìcome ormai da prassi consolidata,composta per l’occasione da unanutrita delegazione di circa 40 soci,ha voluto lasciare un segno tangibi-le a futura memoria mediante laposa di una targa ricordo riportantela motivazione dell’alta onorificen-za concessa all’allora Serg. Magg.Giannino Caria.La toccante cerimonia commemo-rativa si è svolta il 22 Settembre2017 nell’area Monumentale delparacadutista di Bolotana in con-comitanza della giornata del Para-cadutista che annualmente, nellostesso periodo, viene celebratadalla locale sezione di Paracaduti-smo, grazie alla collaborazione ed’intesa con l’Associazione Nazio-nale Paracadutisti d’Italia e l’eccel-lente ed impagabile Sezione Para-cadutisti di Bolotana che si è fattacarico dell’intera organizzazionesvoltasi senza alcuna sbavaturanei tempi previsti.

Madrina della cerimonia è stata laProfessoressa Luisella Caria sorel-la di Giannino che ha scoperto latarga accompagnata dall’Inno diMameli e benedetta dal Parrocodella chiesa di San Pietro e Paolodove è stata celebrata la santamessa a premessa della cerimoniafinale alla presenza delle principaliautorità locali civili religiose e mili-tari tra cui il sindaco di Bolotanasig.ra Motzo che ha concesso il pa-trocinio del Comune di Bolotana.Sono intervenuti nel ricordare ecommemorare la figura del M.lloGiannino Caria oltre al Presidentedell’ANIE Col. inc. Angelo Passafiu-me che ha svolto anche le funzionidi direttore di Cerimonia, il Presi-dente della Sezione Paracadutistidi Bolotana Par. Piero Deriu, il Sin-daco di Bolotana sig.ra Motzo, ilCap. incursore Giandomenico Fre-su, unitamente al M.llo Capo Gio-vanni Arrigo, quali rappresentantidel 9° Rgt. Incursori “Col Moschin”oltre che latori del messaggio di sa-luto del Comandante Col. GiulianoAngelucci, il Segretario Generaledell’ANPd’I che ha dato lettura delmessaggio commemorativo del

Presidente Nazionale ANPd’I Gen.C.A. inc. Marco Bertolini, il Gen.inc.Aldemiro Cardillo che all’epoca delluttuoso evento era stato il coman-dante di compagnia alle cui dipen-denze operava Giannino Caria, ilGen. C.A. inc. Franco Angioni Presi-dente Onorario dell’A.N.I.E. e giàComandante del Battaglione Sabo-tatori nel periodo in questione. La Professoressa Luisella Caria, vi-sibilmente commossa chiudeva lascaletta degli interventi comme-morativi con un generale ringrazia-mento all’A.N.I.E. e a tutti i presentirivolgendo altresì un toccante pen-siero al fratello Giannino mai sopi-to con il passare del tempo e cheanzi, la contestuale cerimonia haulteriormente rinvigorito.La giornata celebrativa si è conclu-sa con la generale partecipazioneal pranzo sociale dove 3 Incursoridel calibro del Presidente OnorarioFranco Angioni, della Medaglia d’Ar-gento al Valor Militare Marcello Fa-gnani e dal Capitano del 9° Gian-domenico Fresu hanno consegnatoi brevetti di paracadutismo a tre al-lievi del 31° Corso ANPd’I di Bolota-na in forza alla Brigata Sassari.

22 N. 8-9/2017

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

Cerimonia in ricordo del M.llo Inc. Par. Giannino CARIA

a cura del Col. Inc. Angelo PASSAFIUME, Presidente ANIE

Bolotana (Nu), 22 Settembre 2017

“Quest’anno la cerimonia presso il monumento realizzato dalla Sezione ANPd’I di Bolotana in memoria delSabotatore paracadutista Giannino Caria ha avuto un profilo particolare, grazie alla presenza, a fianco deiparacadutisti sardi, di una nutrita rappresentanza di incursori dell’ANIE, tra cui molti commilitoni del Caduto. Perquesto, ospitiamo con gioia un articolo del Presidente dell’ANIE, a suggello di una comunanza valoriale, tradizionalee spirituale con l’ANPd’I che non sarà certamente intaccata dai recenti provvedimenti ordinativi inerenti la Folgore”.

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N. 8-9/2017 23

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

I l 10 Settembre, davanti almonumento posto sul luogodella battaglia, si è tenuta

la celebrazione in ricordo deiparacadutisti del Nembo che so-stenerono un furioso combatti-mento in quei boschi, contro in-genti forze canadesi, l’8 settem-bre 1943, poche ore dopo l’an-nuncio di Badoglio.Dopo la marcia di due giornisull’Aspromonte sulle ormedell’VIII battaglione che si scon-trò con i canadesi, i paracadutistidi Reggio Calabria, Cosenza, Vi-bo Valenzia, Catania, Trieste, Tre-viso e Barletta, si sono uniti al fol-to gruppo che ha assistito allaSanta Messa. Tra loro il Presiden-te Nazionale Marco Bertolini ed ilSegretario Generale par. GavinaLedda. Con loro il Labaro Nazio-nale. Insieme agli “ospiti” del nord c’e-rano ovviamente tutti i Labaridelle sezioni siciliane e calabre-si.

TraDIZIONe INIZIaTa NeL 1988 Nel 1988, il Generale FrancoMonticone, Comandante dellaFolgore, impegnato con i suoiParacadutisti in esercitazioni sul-le montagne dell’Aspromonte,

venne informato dello sconosciu-to o dimenticato conflitto dal Pro-fessore e giornalista Antonio Del-fino.

La STOrIa DeLLa baTTagLIa L’8 settembre 1943 il GeneraleBadoglio annunciò l’armistizio.Alla stessa ora in Aspromonte,sui Piani dello Zillastro, termina-va la battaglia tra 400 paracadu-tisti del 185° Battaglione dellaNembo e 5.000 soldati canade-

si, il Nuova Scozia e l’Ed-monton.Il 185° Reggimento dellaDivisione “Nembo”, in riti-

rata dalla Sicilia era giunto in Ca-labria a sostegno delle Divisioniposte a difesa per sostenere ilprimo urto con il nemico. Il Nem-bo era costituito da tre battaglio-ni (III, VIII e XI). I tedeschi ricevet-tero l’ordine di ritirata. Le unità dicommandos nemici sbarcati nel-la zona Jonica giorni prima nonfecero più ritorno al proprio co-mando essendo stati tutti uccisidalle azioni dei Paracadutisti del-la Nembo.

Gli anglo canadesi presero terrae avanzarono superando lespiagge senza incontrare resi-stenza. Il III e XI Battaglione Para-cadutisti si ritirarono verso nord.L’VIII si trovò in marcia di retro-guardia e dopo violenti scontricercava di raggiungere Platì, do-

Zillastro: dopo due giorni di marcia tutto è pronto I Caduti del Nembo onorati dai Paracadutisti d’Italia

Foto di Antonio Serra e NInì Chillà

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24 N. 8-9/2017

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

ve vi era il Comando di Reggi-mento. La sera del 7 settembregiunse sui Piani dello Zillastro esi accampò sotto il faggeto “Ma-strogianni”. Esausti per la lungamarcia, la fame e gli scontri so-stenuti, si abbandonarono ad unsonno ristoratore e non si avvide-ro di essere stati circondati daogni lato dall’esercito Anglo-Ca-nadese il quale, per giorni e notti,li aveva inseguiti.Il Reggimento West New Scoziasi posizionò nel faggeto dell’Alto-piano Mastrogianni, mentre l’Ed-montons, per chiudere l’accer-chiamento, si sistemò sui crinalidello Zillastro, lato Oppido Ma-mertina. Il Nembo non avrebbeavuto scampo, era circondato.In quattrocento contro cinquemi-la. La lotta fu impari e proseguì fi-no all’esaurimento delle muni-

zioni. Scam-bio di bombea mano, a fi-nire col corpoa corpo con icalci dei fuci-li. I Paraca-dutisti ven-nero sopraf-fatti. Fu unmassacro ,una trage-dia.Cinque furo-

no i caduti italiani recuperati (l’e-satto numero delle vittime non èancora conosciuto): Capitano Lu-dovico Picolli de Grandi (Meda-glia d’Argento al Valor Militare),Sergente Maggiore Luigi Pappa-coda (Medaglia di Bronzo al ValorMilitare), Caporale Serafino Mar-tellucci (Medaglia d’Argento alValor Militare), Paracadutista Vit-torio Albanese (Medaglia di Bron-zo al Valor Militare), Paracaduti-sta Bruno Parri (Medaglia diBronzo al Valor Militare), Paraca-dutista Aldo Pellizzari (Medagliad’Argento al Valor Militare). I Feri-ti furono circa una dozzina. Ven-nero catturati in 57. Erano inquattrocento.Fu questa l’ultima battaglia com-battuta tra il Regio Esercito Italia-no e le truppe Alleate l’8 settem-bre 1943, cinque giorni dopo lafirma dell’armistizio.

SeZIONe DI barLeTTaNon posso che esprimere vivo com-piacimento per la bella prova fornitadai Paracadutisti Sabino Berardino eMatteo Vannulli che hanno preso par-te alla Marcia sullo Zillastro edizione2017 in occasione della rievocazionestorica dei fatti d’Arme che videroprotagonisti, nella giornata dell’8 set-tembre 1943, i Paracadutisti Italianidel Nembo contro Reparti Canadesi. Lo stesso compiacimento esprimo a co-loro che hanno partecipato allo sfila-mento con il labaro di Sezione nella cir-costanza ai paracadutisti Domenico Di-viesti, Walter del Re e Antonio Lepore. Ancorché ringrazio il Consigliere delX° Gruppo Regionale par. TommasoDaidone, il Presidente della Sezionedi Cosenza par. Piero Preite, il Presi-dente di Reggio Calabria par. AntonioNucera che sin dall’inizio ha suppor-tato i Marciatori Barlettani ed indi-stintamente tutti i partecipanti per lospirito che da sempre contraddistin-gue chi condivide con amor patrioqueste manifestazioni che servonoda volano per mantenere fermi certivalori e per consolidare le nostre tra-dizioni nel tempo.

par. Michelangelo Palmitessa

SeZIONe DI TreVISOAnche quest'anno, dal 7 al 10 set-tembre i paracadutisti della sezionedi Treviso Vanni Bertanza, AngeloGazzola, Marco Morlin, FrancescoSaoner e il nostro socio del NucleoTrevignano Gianni Pelizzari hannopartecipato alla marcia commemora-tiva dello Zillastro (RC); ricordiamoche Gianni è figlio di Aldo Pellizzarimedaglia d'argento al valor militareottenuta proprio durante i combatti-menti avvenuti tra 8° Btg Nembo etruppe Canadesi nei boschi dello Zil-lastro. Ringraziamo per la fraternaaccoglienza gli amici di Reggio Cala-

bria che con grande bravura ogni an-no organizzano questa bella comme-morazione che li vede impegnati perdue giorni a farci da guida per la mar-cia ed il bivacco. La marcia si snodaper una sessantina di chilometri inquel dell'Aspromonte su sentieri chesolo loro conoscono e offre un pano-rama stupendo, senza tuttavia di-menticare il motivo dell’escursioneche resta la rievocazione del percor-so che venne effettuato dal Battaglio-ne Nembo durante la ritirata dalla Si-cilia inseguito e infine accerchiatodalle truppe Canadesi sull’Altopianodello Zillastro. Quest’anno si è ancheonorato il ricordo di Giuseppe Gabrie-le, paracadutista della sezione diReggio Calabria da poco scomparso;la figlia Marta presente alla marciaidealmente lo ha portato con noi. Alla fine della marcia faticosa e impe-gnativa, sabato sera si è tenuto un belconvivio; la domenica mattina poi si èsvolta la commemorazione ufficialealla presenza di numerose rappresen-tanze delle sezioni di Calabria e Siciliapresenti con il loro labari e fiamme.Quest'anno ci ha onorato con la suapresenza anche il nostro presidentenazionale Gen. C.A. Marco Bertolini etutto il Consiglio Nazionale.Il viaggio di ritorno è stato per alcuniversi un po' disagiato a causa dellacancellazione del volo di ritorno maquesto non ha sminuito il piacere e lagioia per aver partecipato a questabella e significativa iniziativa; sicura-mente l'anno prossimo ritorneremo.Con i paracadutisti di Reggio Calabriae Cosenza, con cui condividiamo glistessi ideali e valori, si è instaurato unrapporto di grande amicizia, che dianno in anno si rafforza con la parteci-pazione alle rispettive iniziative: Mar-cia dello Zillastro e Zavorrata del Mon-tello, legame ideale da Sud a Nordnonché piacevole occasione di ritrovoe nonché opportunità di tramandareStoria e Valori ai nostri Giovani. Spiritoche accomuna l’Associazione, le Se-zioni e i paracadutisti tutti. Il loro lavo-ro ne è testimonianza. Folgore!!

par. Francesco Saoner

La Marcia dello Zillastro vissuta dalle Sezioni

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N. 8-9/2017 25

CELEBRAZIONI E RICORRENZE

I n occasione dell’anniversa-rio del triste evento, si è te-nuta a Napoli una bella ce-

rimonia in ricordo del Serg.Magg. Valente, caduto a Kabul il17 settembre 2009 assieme altenente Antonio Fortunato, alprimo caporal maggiore MatteoMureddu, al primo caporal mag-giore Davide Ricchiuto, al primocaporal maggiore Gian Domeni-co Pistonami e al primo caporalmaggiore Massimiliano Randi-no. Assieme a quest'ultimo, ilSerg. Magg. Valente faceva par-te dello staff del Capo di StatoMaggiore di ISAF, Gen. Bertolini,mentre i rimanenti appartene-vano al 186° reggimento para-cadutisti Folgore, di base a Ka-bul e sotto il comando del Col.Zizzo. Nella lunga storia dell’im-pegno nazionale in Afghanistan,il tragico evento rappresentavail più sanguinoso tra gli attacchisubiti dalle unità italiane in quelpaese, provocando una intensapartecipazione popolare al dolo-

re delle famiglie, della Folgore edell’Esercito, culminata nellesolenni esequie a Santa Mariadegli Angeli a Roma. Si trattòanche del più pesante attaccoalle forze di ISAF mai condottonella Capitale del paese fino aquel momento, attirando sulleforze italiane, impegnate sianella regione ovest centrata suHerat che a Kabul, la simpatia ela riconoscenza di tutti i contin-genti internazionali e dell’Eser-cito afghano, nonostante si trat-tasse di un periodo nel qualenon passava giorno senza che sicontassero molti Caduti. Primadel ritorno in Italia, le Salmevennero salutate dai commilito-ni che rimanevano in Afghani-stan con una sobria cerimoniareligiosa e con un richiamo all’e-sempio che il loro sacrificio do-veva rappresentare per tutti daparte dei Comandanti delle uni-tà. In effetti il loro esempio hacontinuato ad operare anche inItalia, e anche al di fuori del-

l’ambito militare, con la realizza-zione di varie iniziative volte aperpetrarlo, come la costruzio-ne per decisione della SezioneANPd’I di Napoli della stelepresso la quale si è svolta la ce-rimonia, con la partecipazione,oltre a una significativa rappre-sentanza dell’amministrazionelocale, di un picchetto del 187°reggimento paracadutisti. Pur-troppo, la mancata collaborazio-ne nei confronti del Commissa-rio, da parte di alcuni che alcontrario avrebbero dovuto met-tersi a sua disposizione per co-adiuvarlo nella gestione dellaSezione a lui temporaneamenteaffidata dal Presidente Naziona-le, non ha consentito di avverti-re tutti i paracadutisti napoleta-ni, impedendo la partecipazionecorale che l’occasione e il Serg.Magg. Valente avrebbero meri-tato. Ma non è per questo che ilsacrificio di Valente e dei suoicommilitoni sarà dimenticatodall’ANPd’I. E non è per questo

che la Presidenza Nazionalemancherà mai di essere grataalla Sezione di Napoli per la rea-lizzazione di un così significativoricordo materiale del Sottufficia-le della Folgore. Valente e i suoicommilitoni, caduti prima e do-po di lui in operazioni ed in ad-destramento, ci richiamano aldovere della concordia e dell’u-nità, non alle contrapposizionifinalizzate a sterili affermazionipersonali. È in fin dei conti aquesta unità che ha fatto riferi-mento Aquila 1 nel suo bellissi-mo intervento durante le cele-brazioni di El Alamein, il 6 otto-bre: un’unità che è spesso incri-nata da una visione caricaturaledella disciplina che anche comeex militari dovremmo rispettareed applicare, senza ergerci amonumenti viventi di un paraca-dutismo “immaginario” che, conquello del trascorso servizio mi-litare non ha nulla a che vedere.

gen. C.a. (aus.) Marco bertolini

L’ANPd’I Napoli commemora il Serg. Magg. Roberto VALENTE

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STORIA DELLE SEZIONI

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C ostituita inizialmente come Nucleodipendente dalla Sezione di Roma,nel febbraio 1993 nasce ufficial-

mente la Sezione di Anzio-Nettuno, grazie aiparacadutisti ordinari Sorrenti Giulio, PraiolaStelvio, Papa Vittorio, Pica Giovanni, Carda-relli Roberto, Lancella Raffaele, Ciriolo Cesa-rio e da quelli aggregati Favale Beniamino,Fontanella Luigi, Acqua Giuseppe, MartanoMassimiliano, Calabrese Giovanni, TattoliFabio, Pescatore Franco e Dominiziano Anto-nio che firmarono l’atto di costituzione e inti-tolarono la Sezione alla M.O.V.M. GerardoLustrissimi, Paracadutista, 186° Rgt. Fante-ria, Divisione “Folgore”, originario di Subiaco.Di lui molto si è scritto e detto, tuttavia l’eroi-co gesto di un valoroso che non ha esitato unsolo istante a sacrificare la propria giovanevita nell’adempimento del proprio doverenon potrà mai essere dimenticato. Dopo un periodo di inattività durato oltre undecennio, nel 2010 grazie all’impegno profu-so dal par. Santo Pelliccia, che ne assunse lacarica di Presidente, la Sezione riprende lasua attività, partecipando fattivamente amanifestazioni, convegni, seminari e con l’or-

ganizzazione di corsi di paracadutismo. Lacompetenza territoriale della Sezione èestesa anche ai comuni di Ardea e Pomezia.

DeSCrIZIONe DeL MONUMeNTO:Due targhe commemorative per ricordare ifatti d’arme che videro protagonisti i paraca-dutisti durante il secondo conflitto mondiale,sono state poste ad Ardea nel 1994, una aipiedi della Rocca è dedicata ai ParacadutistiNembo Nettunia, l’altra è dedicata ai super-stiti della 7^ Compagnia 2° Battaglione Fol-gore situata in località «Fosso dell’AcquaBona».

ANZIO

Targa sx – ardea – Fosso dell’acqua bonaTarga dx – ardea – Piedi della rocca

L a Sezione di Avezzano, viene fondatacon atto il 22 luglio 1973 e venne inti-tolata al Maresciallo Carabiniere

paracadutista Panfilo De Angelis, morto nello

stesso periodo durante un addestramento inzona lancio. Furono i paracadutisti marsicani a voler for-temente creare la Sezione, adoperandosi adespletare tutte le formalità necessarie, com-preso l’atto costitutivo con l’esatta denomi-nazione della Sezione: “Sezione Paracaduti-sti Marsicani” – Sezione di Avezzano.I Soci fondatori della Sezione sono: AntonioBiscaini, Vincenzo Caporuscio, RiccardoCigno, Carlo De Crescenzo, Oreste D’Elia,Angelo De Zanet, Mario Di Felice, AndreaDonati, Paolo Farina, Angelo Mazzarella,Claudio Pelliccia, Roberto Spera (fu Domeni-co), Giacomo Torchetti, Italo Tosini, RenatoVivio, Sante Volpe.Sante Volpe è stato Presidente della Sezionesino al 2016. Per sua volontà il labaro della Sezione è statocointitolato anche al par. Claudio Pelliccia,anche lui tra i fondatori della Sezione.

AVEZZANO

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ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

graZIe CLaUDIO!

Claudio a 13 anni «ruba» una vetrofania, la custodisce gelosamente edopo 39 anni la restuisce alla Presidenza allegata alla lettera che pub-blichiamo.

SeZIONe DI areZZO

La partecipazione della Sezione allacerimonia commemorativa in occa-sione del 73° anniversario della Bat-taglia di Filottrano, è stata particolar-mente sentita nella considerazioneche il tenente paracadutista PieroGraverini, aretino come noi, fu deco-rato di MAVM per atti di eroismo com-piuti a Filottrano l’8 luglio 1944.

Oltre ai soci erano presenti alla cerimonia il Sindaco di Arezzo, anchelui paracadutista e, giustamente emozionato il figlio Pietro Melani Gra-verini che ha ritirato l’Onorificenza alla Memoria del padre. La cerimonia si è svolta in una cornice perfetta anche grazie alla sen-sibilità del Sindaco di Filottrano attenta custode dei valori .

Un particolare grazie allasezione di Ancona, al suoPresidente e all’infatica-bile Mauro Piccioni perl’impegno con il qualeogni anno unitamente alComune di Filottrano, or-ganizzano l’evento, pertenere viva la Memoria.Onori! e Folgore!

Il Presidentepar. giuliano Caroti

SeZIONe DI barLeTTabrevettati gli allievi del 6° Corso FdV

Il 29 luglio 2017 nei cieli di Reggio Emilia, hanno avuto il Battesimodell’Aria gli Allievi del 6° Corso di Paracadutismo. Nonostante le temperature afose al limite del proibitivo, tutti si sonoben comportati affermando con ciò che il Paracadutista con un’ade-guata preparazione psico-fisica e con spirito di adattamento può su-perare sé stesso.Un plauso particolare agli allievi minorenni che, con spirito di sacrificioed abnegazione, hanno saputo tenere il passo degli allievi più grandid’età.Di seguito i nominativi dei neo-brevettati: Leone Franco Raffaele, Can-fora Andrea, Cardillo Michele, Russo Pasquale, Tricarico Nunzio, Sor-gente Andrea, Lepore Antonio, Vannulli Matteo, Martinelli Marco,Schiattone Savino, Finto Gabriele, Berardi Emanuele Pio, d’Errico Mat-teo; nell’espletamento dell’attività aviolancistica, come oramai con-suetudine, gli allievi sono stati accompagnati da Paracadutisti prove-nienti dai precedenti Corsi.Si coglie l’occasione per ringraziare tutto il personale della Scuola diParacadutismo di Reggio Emilia per la professionalità e disponibilità.Folgore Nembo!

Il Presidentepar. Michelangelo Palmitessa

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28 N. 8-9/2017

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

SeZIONe DI baSSaNO DeL graPPa

Domenica 9 luglio pres-so l’aereoporto di Ferra-ra si sono svolti i lanci dibrevetto e di ricondizio-namento del 121° corsosvoltosi dal 7 marzo al 6luglio 2017 presso la se-zione di Padova. La se-zione di Bassano delGrappa ha partecipatoal corso con ben 5 para-

cadutisti (da sinistra verso destra Michele Bordignon, Dimitri Gheno,Roberto Morosin, Mario Bernardi, Matteo Orso). Bassano ha così potu-to, grazie ai “Lupi Neri” del 121° corso, riprendere l’attività aviolanci-stica, attività che aveva svolto dalla fondazione fino ad alcuni anni fa. Inostri paracadutisti si sono detti emozionati di aver coronato un sognoche da alcuni anni giaceva nel cassetto e nello stesso tempo convintidi continuare nell’attività e nel proselitismo. Un ringraziamento particolare va alla Sezione di Padova che ha accol-to con cameratesca amicizia i paracadutisti di Bassano ed in partico-lare all’istruttore Alessandro Di Prisco, che con la sua professionalità ecompetenza ha contribuito a togliere quel velo di ruggine che si era de-positato sulle giunture, ma mai nell’entusiasmo e nell’orgoglio di esse-re paracadutisti della Folgore. La Sezione di Bassano del Grappa, or-gogliosa del percorso fatto dai propri Paracadutisti, si augura di conti-nuare il rapporto di fattiva collaborazione con la sezione di Padova,auspicando la partecipazione dei propri inscritti ai prossimi corsi.

Il Presidentepar. Massimo Marenda

SeZIONe DI baSSO VerONeSe13° anniversario dell’8° rgt. genio guastatori

In occasione dellaFesta del 13° an-niversario dell’8°Rgt. Genio Guasta-tori ParacadutistiFolgore presso laCaserma Briscesedi Legnago (VR),del 30 Giugnoscorso, la SezioneBasso Veroneseha patrocinato lamani festaz ione

aviolancistica presso la Caserma stessa.

Il Presidentepar. gianluca Tosco

OPeraZIONe “LeONe bagNaTO”

Nella mattinata di domenica 27 agosto 2017, più precisamente dalleore 10,00 alle ore 13,30 circa, si è svolta l’esercitazione di lanci spe-ciali su specchi d’acqua sulla località di Pacengo, frazione turistica diLazise (VR).Il cielo del Lago di Garda si è colorato di 32 paracadutisti, alternati da8 decolli di CESSNA 206, tra cui figure d’esempio, come il 1° Mar.Giampiero Monti.Presenti alla stessa attività il Vice Presidente Nazionale par. EnricoPollini, gli allievi IP, e numerosi paracadutisti provenienti da varie Se-zioni d’Italia.

I Paracadutisti, lanciatida una quota pari a500 mt. sul livello dellago, sono stati l’ attra-zione turistica, attiran-do anche l’attenzionedei visitatori dei vicini“Gardaland”, “Movie-land”, “Canevaworld”.Grande supporto è sta-to dato dai soci della

Sezione ANPd’I Basso Veronese, organizzatrice dell’evento, coadiuva-ta anche dalla Scuola di Paracadutismo ANPd’I di Reggio Emilia, inparticolar modo da David Foglia, che ha messo a disposizione 64paracadute in totale (32 dorsali e altrettanti ausiliari).Un ringraziamento speciale al Segretario Tecnico Nazionale par. Alber-to Benatti, che si è adoperato fattivamente per rendere possibile l’e-vento. Si ringrazia inoltre la squadra nautica della Protezione Civile di Verona,con la quale il socio del Basso Veronese par. Massimo Giorgetti hacontribuito con una spiccata professionalità al recupero dei paracadu-tisti, l’amico e paracadutista Marcello Marchesini, che ha contribuitoal supporto logistico mettendo a disposizione del Direttore di Esercita-zione Massimiliano Pedditzi un’imbarcazione, molti salvagente e utiliconsigli.

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N. 8-9/2017 29

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Si ringrazia anche il Comune di Lazise, l’ispettorato del porto di Vero-na, la capitaneria di porto di Salò, tutto lo Staff che ha lavorato per l’ot-tima riuscita della manifestazione.

par. Pedditzi Matteo

SeZIONe DI CaSaLe MONFerraTO - errata Corrige

Nel pubblicare la notizia sul Workshop di Carabina e pistola apparsanella Rivista “Folgore” del mese di luglio a causa di una svista redazio-nale non è stata pubblicata la foto dei par. Penone Alessandro e Sani-no Fabio che vi riproponiamo adesso.

red

SeZIONe DI CIVITaVeCCHIa - NUCLeO DI braCCIaNO23 gIUgNO 2017: CeLebraTO IL DeCeNNaLe DeLLa COSTITUZIONe DeL NUCLeO

Alla presenza di un numeroso e rappresentativo pubblico, si è svolta lacerimonia per celebrare il 10° anniversario della costituzione del Nu-cleo di Bracciano che come ricordato dal Fiduciario, Luogotenented’Aeronautica Paracadutista Gino Argenti, fu costituito il 23 giugno2007 e fu intitolato al paracadutista della Divisione Nembo “Gino Ca-sperini”. La costituzione del nucleo di Bracciano consentì di mantenere vitale ilcordone ombelicale che lega la città di Bracciano al paracadutismoitaliano. Alla cerimonia erano presenti numerose Autorità civili e militari: Il Col.par. Ettore Gagliardi Comandante del 185° Rgt Artiglieria paracaduti-sti “Folgore” che è di stanza proprio a Bracciano; in rappresentanzadel Sindaco, il Sig. Salvatore Ferretti, il Generale Fabio Giambartolo-mei, il Gen. Div. Par. Antonino Mozzicato, il Gen. Div. Aerea UmbertoFormisano, il Gen. Giorgio Zucchetti, il Gen. Antonio Gatto, il Gen. Bru-no Riscaldati, il Gen. Art. Par. Pilota AVES Erminio Pierangelini, il Cap.Alessandro Papuli.Il fiduciario del Nucleo par. Guido Argenti e il Presidente della Sezione

di Civitavecchia par. Ivano Romiti, con toccanti discorsi, hanno percor-so i 10 anni di storia del Nucleo, illustrandone l’attività e le finalità.

Il Presidentepar. Ivano romiti

SeZIONe DI FIeMMe e FaSSaXXIV Corso di abilitazione al lancio FdV “MOVM Ten.Col. par. alberto bechi Luserna”

Si è concluso sabato 15 luglio 2017 presso la Scuola di Paracaduti-smo di Ferrara, alla presenza del Vice Presidente Nazionale e Diretto-re dell’Ufficio Brevetti Esteri ANPd’I Gen.B. (Ris.) par. Enrico Pollini, ilXXIV Corso di Abilitazione al lancio/FV intotolato alla “MOVM Ten.Col.par. Alberto Bechi Luserna” e tenuto dalla ormai ben rodata SezioneFiemme e Fassa con sede a Predazzo, nel cuore delle Dolomiti Orien-tali. Un lungo iter addestrativo che ha avuto il via il 10 aprile con 12 al-lievi paracadutisti e che si è concluso con soli 5 abilitati al lancio. Èstato un percorso di crescita tecnica e morale che non ha regalatoniente a nessuno. I corsi di paracadutismo dell’ANPd’I sono il mezzoprivilegiato con il quale la determinazione, fiducia in sé stessi, corag-

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30 N. 8-9/2017

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

gio, cameratismo, tradizioni e glorie del Paracadutismo Militare Italia-no possono essere trasmessi a chi si avvicina all’Associazione sapen-do di intraprendere un percorso non facile, ma ricco di soddisfazioniinteriori. I sempre più elevati standard richiesti nella formazione degliIP dell’ANPd’I che nello svolgimento dei corsi sono lo specchio dellaserietà associativa a tutela degli stessi allievi ed a garanzia per l’Istitu-zione Militare, che tramite il suo controllo esercitato dalla Brigata Fol-gore – C.A.PAR., consente lo svolgimento dei corsi e dell’attività di lan-cio di “Interesse Militare”. Al compimento del 3° lancio, i neo paraca-dutisti Gerardo Amato, Fabio De Giglio, Giuseppe Gallo, Ottavio Girola-mo e Fabio Siccu sono stati protagonisti nella cerimonia di Imbasca-mento. Non un semplice Copricapo Associativo ma un cuore pulsante,un vivo ideale, una gioia ed un orgoglio. Il corso, tenuto presso il piùantico istituto di Formazione Militare Alpestre del Mondo, la Scuola Al-pina della Guardia di Finanza che, nel 2020 compirà i suoi primi 100anni, ha dato una forte spinta emotiva a questi giovani Finanzieri equesto avrà notevoli ripercussioni positive nella vita e nel servizio. Ec-co uno dei punti di forza di questa Associazione, unica nel suo genere,accomunare i giovani e non più giovani di ogni ordine e grado che al dilà dell’uniforme indossata vengono accomunati da un unico sigillo eti-co e morale, quello dei Paracadutisti d’Italia. “Non chi comincia maquel che persevera”... Folgore!

par. William Sanna

andando per luoghi silenziosi …. Durante una visita al cimitero monumenta-le di Feltre, mi imbattevo nella tomba delCapitano Colle, ufficiale paracadutista del185° Nembo, dimenticato dai più, ma cita-to nel raro calendario del MCMXLIII (A. XXIE.F. ) riportante i nominativi di tutto l’organi-co dei componenti il Reggimento, ufficiali,sottufficiali e truppa.Nella pagina centrale del calendario com-pare infatti il nome del capitano ArmandoColle del battaglione, che riporta il motto“come Folgore dal Cielo”, comandato dalMaggiore Angelo Massimino.Appaiono anche i nomi dei Capitani; Edoar-do Sala, Francesco Gay, Giustino Romano,Giuseppe Faraci, il sopra citato ArmandoColle, Alberto Monti, Corrado Alvino e Giu-seppe Milella.Questo episodio ci fa pensare a quante al-tre vite dimenticate della nostra storia ca-dranno immancabilmente nell’oblio, con-dannando le generazioni future a un vuotodi cultura e ideali! EX ALTO FULGUR!P.s. Il documento originale è custodito pres-

so l’archivio della Sezione ANPd’I Fiemme e Fassa.

Il Presidentepar. gianfranco Dal ben

SeZIONe DI LaTINa

Festa grande nella Sezione di Latina per i due Veterani Folgorini DOCLuigi Tosti Reduce di Guerra, classe 1920 B.M. n. 18 (si 18!!) e per ilS.Ten. Antonino Vitale classe 1929 Socio Benemerito ANPd’I B.M. n.453. Entrambi, come si vede nella foto mentre si accingono a deporre la co-rona al Cippo “dell’Acqua Bona” nella campagna di Aprilia posto lì a ri-cordo dei Caduti Fogorini per la difesa di Roma, godono di ottima salu-te e quest’anno festeggeranno 75 anni di brevetto Tosti e 68 Vitale.AUGURI RAGAZZI!!! La sezione di Latina con infinita riconoscenza.

rITrOVO aNNUaLe a PIaN DeLLe OrMeGiugno 2017 – Mu-seo Storico di Piandelle Orme. Ritrovoannuale del Gruppo“Amici del C119” edi Pisa. Veterani del-la 46^ Aerobrigata edella Brigata Folgoreinsieme per la foto ri-

cordo sotto il mitico “vagone volante”. Al centro della foto il Com.te Fa-rina Pilota della 46^ e Lodovico Bersani Presidente ANPd’I Latina.

55° COrSO aLL’IMbarCOFermo – Agosto 2017. Il 55° corso ANPd’I Latina all’imbarco per il pri-mo lancio. Secondo della fila Ugo Carusi nipote del Folgorino Reducedi El Alamein Ugo Carusi fondatore della Sezione di Latina nel 1966 a

Lui titolata. Seguono Enio Carne-vale, Stefano Galluc-ci e Bizzi Andrea. Un BRAVO!! a Tutti eun grazie agli istrut-tori Luca e Federi-co.

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ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

56° COrSO abILITaTO!Pian delle Orme, consegna dei libretti/lancio del 56° corso “Col. Enri-co Milani”. Presente la vedova Sig.ra Carla, la figlia Barbara e la nipoteCamilla l’immancabile Leone Luigi Tosti sempre pronto agli appelli as-sociativi.

Pian delle Orme. Fotodi gruppo e consegnadei brevetti 56° corso.Tutti presenti, dal Nu-cleo di Aprilia Fiducia-rio Alvaro Sassaroli intesta, ai partecipantidel 57°, ai veteraniAngelo Baseggio, Pie-tro Locatelli, Bepi Ba-

gnariol e Rita Gazzelloni… (sicuramente sto dimenticando qualcuno eme ne scuso). Ospiti graditissimi della bella mattinata, il Sig. EnricoVana con la gentile consorte. Enrico Vana è figlio del noto MarescialloVana. Chi è passato per la SMIPAR negli anni ’60/’70 non può non ri-cordarlo unitamente all’aiutante Iubini. Questi Signori hanno fatto laStoria del Paracadutismo Militare Italiano.

Il Presidentepar. Lodovico bersani

SeZIONe DI LUCCa74° COrSO DI ParaDaDUTISMO FDV breVeTTaTI aLCUNI CaDeTTI DeLLa SCUOLa MILITare TeULIè

Si è concluso domenica 23 luglio2017 il 74° corso di paracadutismoFdV organizzato dalla Sezione diLucca con i tre regolamentari lancieseguiti dai nove allievi presso lascuola ANPd’I di Ferrara.Sette dei nove allievi, tutti minoren-ni, erano cadetti della Scuola Milita-re Teuliè di Milano che hanno tra-scorso un periodo delle loro vacan-ze presso la sede dell’ANPd’I Luccadove sono stati alloggiati, seppur

spartanamente, con brandine collocate nei locali della Sezione. Effet-tuati i regolamentari periodi di istruzione attinenti all’addestramentosia tecnico che fisico sotto la guida degli I.P. Toschi Giuseppe e PicchiLiano, con lezioni sulla storia del paracadutismo e delle aviotruppe te-nute dal presidente, gli allievi sono stati accompagnati presso la sededel CAPAR dove hanno potuto visitare il museo dei paracadutisti e gliimpianti addestrativi. Superato brillantemente l’esame finale tenutodalla commissione esaminatrice presieduta dall’I.P. Mario Lorieri, i no-ve allievi si sono brevettati in una afosissima giornata estiva presso laScuola di Ferrara dove l’I.P. Toschi ha assunto anche la funzione di Di-rettore di Lancio.I complimenti da parte del presidente Lippi, soprattutto per la marzia-le compostezza, l’ordine formale, l’impegno e la disciplina dimostratisia durante il corso che in zona lancio, ai cadetti Alessandro Baronio,Giacomo Lucheschi, Francesco Di Tullio, Gioele Sasha Sottani, Antoni-no Palmisano, Matteo Randazzo, Andrea Ghiglione ed i “civili” LorenzoBenassi e Leonardo Errica.

Il Presidentepar. Franco Lippi

SeZIONe DI LUCCa – NUCLeO ParaCaDUTISTI garFagNaNa aLLa CerIMONIa IN ONOre DeL S.TeN. POkHOreNkO

Il giorno 6 agosto si è tenuta a Vagli Sotto (Lucca) una solenne cerimo-nia per ricordare il sacrificio del S. Ten. Alexandr Pokhorenko, incurso-re delle forze speciali dell’aeronautica russa, caduto eroicamente inSiria, il 17 marzo 2016, durante le operazioni militari per strappare lacittà di Palmira ai terroristi dell’ISIS.

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32 N. 8-9/2017

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Su invito del Comune di Vagli Sotto, anche il Nucleo Paracadutisti Gar-fagnana ha preso parte alla cerimonia con il labaro sociale accompa-gnato dal Ten. Luigi Casanovi, dal Cpr. Mg. Paracadutista Francescode Lucia e dal Paracadutista Valter Raggiri.La presenza del Nucleo è stata particolarmente apprezzata dagli Uffi-ciali Russi, che si sono lungamente intrattenuti con i tre militari in con-gedo della Garfagnana, ben oltre il termine della cerimonia ufficiale,in un clima di cordiale cameratismo fra rappresentanti di Forze Arma-te che un tempo si sono trovate sui lati opposti della tristemente famo-sa “cortina di ferro”.La cerimonia è stata ripresa dalla televisione russa ed è stata tra-smessa nei notiziari diffusi in quel Paese, oltre che in Spagna, Germa-nia e Francia e sulle televisioni locali.

Il Fiduciario par. riccardo De Lucia

SeZIONe DI PISaabILITaZIONe aL LaNCIO DeL 1° COrSO 2017 FDV

Il primo corso del 2017, organizzato dalla nostra Sezione si è conclusocon successo domenica 3 settembre presso l’aeroporto di Ferrara.Hanno conseguito la tanto desiderata abilitazione, effettuando i previ-

sti tre lanci in un’unica giornata i due allievi iscritti: F. Martirani del2000 e G. Mazzieri del 1996. Sono stati accompagnati al loro “battesimo dell’aria” dall’Istruttore diParacadutismo C.M.C.Sc. John O. che si è lanciato con loro, dal Presi-dente della sezione S. Spinabella ed altri tre soci par. M. Bertani, par.G. Rovetini, par. L. Pieri e dalla par. C. Maimone.Il corso si è svolto durante tutto il mese di agosto, oltre che nei localidella Sezione anche e per la prima volta, in virtù della nuova conven-zione ANPd’I-CAPAR, presso la Scuola di Paracadutismo per l’uso delle“torri”, del “carrello” e per l’effettuazione delle capovolte, il tutto sottola supervisione costante e qualificata dell’Istruttore ed anche del Pre-sidente e del Direttore Tecnico Gianfranco Bertolini.Bravi ragazzi!!! E un grazie particolare all’I.P. che è al suo 1° Corso conl’ANPd’I.Congratulazioni ai neo paracadutisti per il loro impegno costante du-rante tutto il corso ed in particolare per il comportamento esemplarenella giornata dei lanci. Folgore!!!

Il presidente par. Sergio Spinabella

SeZIONe DI TarqUINIa

La Sezione ANPd’I diTarquinia ha salutato l’i-struttore di paracaduti-smo Antonio Barrasso,che è stato trasferito inun’altra città per motividi lavoro.Il presidente ed i para-cadutisti della sua Se-zione hanno salutatocon affetto il loro istrut-tore. Il Presidente dellaSezione, Giulio MariaCiurluini, gli ha conse-

gnato il crest con lo stemma del sodalizio tarquiniese.“L’amico Antonio è stato trasferito in un’altra sede di lavoro – ha dettoCiurluini – perdiamo un elemento prezioso, un validissimo collabora-

tore, un istruttore che ha saputo addestrare tanti ragazzi che si sono

brevettati paracadutisti grazie a lui”.

Dal canto suo Antonio Barrasso, che è un caporal maggiore capo scel-to in servizio al 185° Reggimento paracadutisti, non ha nascosto l’e-mozione del momento. “Sono orgoglioso di appartenere a questa glo-

riosa Sezione – ha detto Barrasso – Tarquinia è stata la culla del para-

cadutismo e per me è una gioia immensa poter far parte di questo so-

dalizio, grazie al quale ho conseguito la qualifica di istruttore e ho di-

retto tanti corsi per il conseguimento del brevetto. Il mio non è un ad-

dio – ha concluso – ma un arrivederci”.

Il presidente par. giulio Maria Ciurluini

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N. 8-9/2017 33

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

SeZIONe DI TreVISO

Lo scorso 11 luglio, una rap-presentanza della sezioneANPd’I di Treviso, ha incon-trato nei locali del comune diGiavera del Montello, il presi-dente dell’associazione “SO-GNI onlus” che segue e so-stiene i bambini del repartooncologico dell’Ospedale diPadova. Al presidente, allapresenza del sindaco di Gia-

vera, è stato devoluto il ricavato della manifestazione “Zavorrata delMontello 2017” da poco conclusasi. Un mio ringraziamento a quanticon il loro lavoro e la loro partecipazione hanno contribuito a questadonazione. Folgore!

Il presidente par. Francesco Saoner

SeZIONe DI VerbaNIa

Nella terza edizione della competizione svol-tasi a San Zenone al Lambro la squadradell’ANPd’I Verbania si è classificata al se-condo posto assoluto, primo posto al tiro eprimo posto con Alex Anchisi nell’individualeal tiro con M16, AK47, Fal inglese e pistola9×21. La pattuglia affrontando i 20 km delpercorso quasi interamente pianeggiante, siè cimentata in prove comprendenti topogra-

fia, riconoscimento mezzi, ponti del legionario, marcia commando, tra-sporto ferito, pronto soccorso, calcoli topografici con azimut, poligonoall’aperto, assalto soft air, percorso trappolato, campo minato, libera-zione di bunker, discesa in corda doppia, calcolo tiro di artiglieria, per-quisizione e ricerca informazioni. Del team facevano parte oltre adAlex Anchisi, anche Mario Locatelli e Marco Bonazzi.

Il presidente par. Vincenzo Volpe

SeZIONe DI VITerbO

Domenica 30 luglio iparacadutisti di Viter-bo si sono dati appun-tamento al Sacrarioper dare il loro contri-buto nel mantenerepulito il monumento.Il circuito idrico è chiu-so a causa della man-canza d’acqua. Giustoprovvedimento, maquesto grosso proble-

ma non ci esula dal mantenere pulito il nostro luogo di culto dove pos-siamo onorare i nostri Caduti.Nostro dovere è intervenire ogni volta ve ne sia bisogno. Inoltre, è unorgoglio ascoltare personalmente i commenti di elogio esternati da tu-risti di varie nazioni nel vedere il monumento ben curato.

Il Direttore Tecnicopar. giampiero Monti

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34 N. 8-9/2017

FIGURE DA RICORDARE

Maggiore Paracadutista VANDALO MEI

I l Maggiore ParacadutistaVandalo Mei, classe1917, nell’agosto scorso,

a cento anni di età(!), ha effet-tuato il suo ultimo lancio perraggiungere “quell’angolo dicielo riservato a tutti noi”. Diorigini marchigiane (Fabriano– AN), nel settembre 1940 eglisi arruolò nei Bersaglieri e fre-quentò il corso Allievi Ufficialidi Complemento a Pola, senzaaffrontare l’esperienza delcombattimento. Così nel 1942egli chiese ed ottenne di rag-giungere la Scuola di Tarquiniaper la frequenza del Corso diParacadutismo. Al termine, fuassegnato alla nuova GrandeUnità costituita il 1° novembre1942, la Divisione Nembo, e fuinserito, quale Comandante diPlotone, nella 39^ Compagniadel XIII Battaglione, nel 184°Reggimento. Nel giugno 1943fu trasferito in Sardegna conl’intera Divisione e vi restò finoal maggio del ’44 vivendo leesperienze negative della ma-

laria e dell’armistizio dell’8settembre 1943, che registròl’assassinio del Ten. Col. BechiLuserna Capo di SM dellaNembo. Non ebbe dubbi sullascelta della lotta per la libertà.Nel maggio ’44, rientrato incontinente, fu avviato ai montid’Abruzzo, sulla linea di Cassi-no ove il 184° Rgt. presentò ilsuo “biglietto da visita” nellaconquista di Monte Cavallo (q.2070). La Nembo fu poi trasfe-rita al settore Adriatico ove fuchiamata a una lunga, faticosae difficile avanzata verso nord.Il S.Ten. Mei partecipò alle im-prese della liberazione di Chie-ti e di Filottrano, l’episodio,quest’ultimo, più cruento e piùimportante dell’intera Campa-gna. Nel settembre ’44 laNembo fu sciolta per la costitu-zione del Gruppo di Combatti-mento Folgore nel quale il184° Rgt. divenne II Btg delnuovo Rgt. Nembo. Nella fasefinale della Campagna, il 19aprile ’45, il Nembo fu protago-

nista del combattimento diGrizzano, decisivo per la libera-zione di Bologna, contro i Para-cadutisti Tedeschi della 1^ Di-visione, i famosi “diavoli verdi”di Cassino. La conclusione delconflitto vide Mei e i suoi a pre-sidio dei confini della Patrianell’area del Brennero.Nel dopoguerra lo spirito Para-cadutista non ha mai abbando-nato il nostro eroe che è statoinsignito della cittadinanzaonoraria di Filottrano e di altrelocalità liberate. Egli è statosempre presente alle periodi-che cerimonie celebrative deiprincipali eventi, chiamatospesso a pronunciare orazioniufficiali. Ha contribuito a pro-muovere ogni iniziativa volta adesaltare i valori espressi daicommilitoni alla prova del com-battimento e a onorare il ricor-do dei caduti.Alla cerimonia dell’estremo sa-luto, presso l’apposita saladell’0spedale di Sant’Orsola inBologna, hanno partecipato i

Labari dell’ANPd’I (Sezioni diBologna, Rimini, Reggio Emiliae Faenza), il Labaro Regionaledell’Associazione NazionaleNembo e, per i Bersaglieri, ilLabaro della Scuola Allievi Uffi-ciali di Pola e quello Regionaledell’Associazione. Erano inoltrepresenti, accanto ai figli: unadelegazione in uniforme del183° Rgt. Par. Nembo da Pi-stoia, il dott. G. Morigi, figlio ecustode delle memorie delGen. Morigi, C.te della Nembo,la fedele amica di Mei, SignoraAnna.La lettura della Preghiera delParacadutista è stata affidataal Capo-delegazione del 183°Nembo, mentre l’orazione fu-nebre è stata pronunciata dalpar. Giovanni Giostra.Vandalo Mei entra a pieno tito-lo nel novero dei personaggipiù elevati della storia del Para-cadutismo Militare Italiano.Livorno, 15 settembre 2017

par. giovanni giostra

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