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LE GRANDI EMERGENZE COME PRENDERSI CURA DEI BAMBINI Il NPE dell’AUSL della Valle d’Aosta, è operativo 24 ore su 24 e rappresenta l’unico servizio istituzionale in Italia; interviene nelle micro e maxi emergenze e su tutto il territorio regionale. Viene attivato dagli operatori sanitari dell’emergenza, dai Vigili del Fuo- co, dall’Esercito e dalle Forze dell’Ordine. Psicologi per i Popoli-Emergenza Valle d’Aosta è l’associazione di volontariato, da cui si sviluppò il progetto del NPE, e che mosse i primi passi in se- guito al rogo del Tunnel del Monte Bianco nel 1999 e all’alluvione dell’ottobre 2000. Attualmente compartecipa alle attività di emergen- za del NPE loro vissuto, per farci sapere come si sentono. Ascoltare i bambini vuol dire lasciare che parlino anche con i gesti, con il corpo, con il silenzio; vuol dire non giudicare, credere a ciò che esprimono, rispettare ed accettare i loro sentimenti. Tutte le emozioni sono per loro reali, non vanno sottovalutate, ma accolte come loro esperienza. I bambini possono spaventarsi di fronte alle proprie reazioni e pensare di essere deboli o di essere diventati cattivi se sono molto ar- rabbiati, dobbiamo quindi aiutarli a capire che il loro modo di reagire è comune a molti altri, che è l’evento, ciò che è successo, ad essere anormale. COME AIUTARE I BAMBINI È fondamentale in questa situazione di precarietà offrire ai bambini una base sicura e una buona comunicazione che sappia ascoltare, accogliere, spiegare, fa- cilitare, proteggere e guidare. Il bambino, specie se piccolo, ha un ba- gaglio lessicale limitato: il linguaggio va adattato al suo livello evolutivo. Le informazioni devono essere semplici, chiare e sincere soprattutto riguardo a quello che è successo, quello che sta succedendo e quello che succederà. Il bambino deve comprendere cosa succede intorno a lui. I genitori, normalmente, sono le persone più adatte per informare e preparare i loro figli, oppure una persona che il bambino conosce bene, di cui si fida. È importante che vi siano il tempo e la tranquillità necessaria per parlare. Per alcuni bambini può essere impossibile o faticoso esprimersi con le parole, attraverso il gioco spesso trovano il giusto mezzo per parlare, raccontare il Solo un piccolo dolore Pensi che il mio sia solo un piccolo dolore, E allora offri solo un piccolo tempo Una carezza distratta Una parola gentile Un gesto simbolico Un sorriso grazioso … Margot Sunderland Nucleo Psicologico Emergenza

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LE GRANDI EMERGENZE

COME PRENDERSI CURA DEI BAMBINI

Il NPE dell’AUSL della Valle d’Aosta, è operativo 24 ore su 24 e rappresenta l’unico servizio istituzionale in Italia; interviene nelle micro e maxi emergenze e su tutto il territorio regionale. Viene attivato dagli operatori sanitari dell’emergenza, dai Vigili del Fuo-co, dall’Esercito e dalle Forze dell’Ordine. Psicologi per i Popoli-Emergenza Valle d’Aosta è l’associazione di volontariato, da cui si sviluppò il progetto del NPE, e che mosse i primi passi in se-guito al rogo del Tunnel del Monte Bianco nel 1999 e all’alluvione dell’ottobre 2000. Attualmente compartecipa alle attività di emergen-za del NPE

loro vissuto, per farci sapere come si sentono.

Ascoltare i bambini vuol dire lasciare che parlino anche con i gesti, con il corpo, con il silenzio; vuol dire non giudicare, credere a ciò che esprimono, rispettare ed accettare i loro sentimenti.

Tutte le emozioni sono per loro reali, non vanno sottovalutate, ma accolte come loro esperienza.

I bambini possono spaventarsi di fronte alle proprie reazioni e pensare di essere deboli o di essere diventati cattivi se sono molto ar-rabbiati, dobbiamo quindi aiutarli a capire che il loro modo di reagire è comune a molti altri, che è l’evento, ciò che è successo, ad essere anormale.

COME AIUTARE I BAMBINI È fondamentale in questa situazione di precarietà offrire ai bambini una base sicura e una buona comunicazione che sappia ascoltare, accogliere, spiegare, fa-cilitare, proteggere e guidare.

Il bambino, specie se piccolo, ha un ba-gaglio lessicale limitato: il linguaggio va adattato al suo livello evolutivo.

Le informazioni devono essere semplici, chiare e sincere soprattutto riguardo a quello che è successo, quello che sta succedendo e quello che succederà.

Il bambino deve comprendere cosa succede intorno a lui.I genitori, normalmente, sono le persone più adatte per informare e preparare i loro figli, oppure una persona che il bambino conosce bene, di cui si fida. È importante che vi siano il tempo e la tranquillità necessaria per parlare. Per alcuni bambini può essere impossibile o faticoso esprimersi con le parole, attraverso il gioco spesso trovano il giusto mezzo per parlare, raccontare il

Solo un piccolo dolore Pensi che il mio sia solo un piccolo dolore, E allora offri solo un piccolo tempo Una carezza distratta Una parola gentile Un gesto simbolico Un sorriso grazioso … Margot Sunderland

Nucleo Psicologico Emergenza

QUANDO VENGONO COINVOLTI I BAMBINI

Un bambino cresce in molti contesti come la casa, la scuola, il quartiere, il gruppo di amici o il gruppo sportivo.

Ha delle abitudini, delle consuetudini, dei punti di riferimento stabili, da amare o da combattere.

In emergenza viene catapultato improv-visamente in un ambiente sconosciuto e minaccioso dove tutti i suoi punti di riferi-mento fisici, psicologici, sociali e relaziona-li vengono stravolti.

Qualsiasi persona colpita da una catastro-fe, ed i bambini in particolare, oltre al bi-sogno di ripararsi in un luogo fisico, ove trovare una risposta ai bisogni primari, ne-cessita di un luogo affettivo, un luogo si-curo dove essere confortati se tristi, rassi-curati se spaventati, una base sicura dove riprendere i fili della realtà spezzata e dove si può continuare a vivere, a sperare.

QUALI REAZIONI POSSONO AVERE I BAMBINI DI FRONTE AD UN EVENTO CATASTROFICO

L’evento catastrofico provoca nel bambino una rottura delle abituali capacità di fronteggiare gli eventi critici.

I bambini e gli adolescenti provano dolore nello stesso modo degli adulti, quando devono affrontare una realtà minacciosa che sovrasta la comunità.

Possono sentirsi sconvolti, spaventati, provare emozioni come la rabbia, la col-pa, la tristezza ed il senso di impotenza. I bambini, però, si esprimono con mo-dalità e con canali diversi rispetto agli adulti, possono avere difficoltà a verba-lizzare le loro emozioni.Le reazioni sono diverse a seconda della fase evolutiva e dell’importanza emotiva dell’evento.

Le reazioni più comuni sono: irrequietezza, agitazione, scoppi di rabbia o di pianto improvviso, tic nervosi, paura dei rumori e del buio o di essere abbandonati, disturbi del sonno, dell’alimentazione, stati di profonda melanconia e di isolamento.

QUANDO UN EVENTO DISTRUTTIVO SI ABBATTE SULLA COMUNITÀ

Gli avvenimenti improvvisi e violenti come le catastrofi naturali, i disastri tecnologici, gli atti terroristici, mettono a dura prova la nostra normale capacità di saper far fronte alle situazioni difficili, anche se siamo solo testimoni di tali avvenimenti attraverso i racconti, la televisione o i media.Se questi eventi ci toccano direttamente o riguardano persone e luoghi per noi cari, possono provocare molto sconforto, paura e angoscia; possono risvegliare in noi ricor-di ed emozioni collegate ad altre situazioni dolorose del passato.

È importante sapere che è perfettamente normale e non è patologico sentirsi spa-ventati, sopraffatti, confusi o paralizzati. Queste reazioni sono tutte normali, è l’evento ad essere anormale.

Grafica: Ufficio Stampa USL - Paola Bocco