Coltelli Extrema Ratio SHRAPNEL · ¾ ”) pari a quello considerato ideale da Loveless per i...

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110 111 robusto e sufficientemente versatile. Ed ora osserviamo questo coltello di Extrema Ratio. Per incominciare, la lama è spessa un quarto di pollice, pari a 6,35 millimetri, per cui la robustezza è fuori discussione. L’arrotatura è piana, il che vuol dire che oltre a consentire un facile ripristino del filo vi assisterà anche nelle operazioni per la colazione al sacco, che a tui gli effei fanno parte di una cacciata di successo. Se un certo salame lo chiamano cacciatorino, in fin dei conti un motivo c’è. Per la tenuta del filo, l’acciaio utilizzato è un Boehler N690, al Cromo- Molibdeno-Cobalto-V anadio con un’aggiunta di Silicio per migliorarne il modulo elastico. Qualcuno potrebbe giudicarlo persino eccessivo per un coltello da caccia, ma un acciaio di qualità non ha mai dato fastidio a nessuno. La lama è lunga 106 millimetri incluso il tallone, con un tagliente di 90 millimetri (3 ¾ ”) pari a quello considerato ideale da Loveless per i coltelli da caccia. Il codolo presenta un foro per il correggiolo; il fodero è regolabile in funzione dell’altezza della cintura a cui sarà agganciato. Il manico è in forprene, inaaccabile ai solventi e ai uidi organici, smontabile per la pulizia totale del coltello e sagomato per una presa saldissima. E adesso provate a dire che questo Shrapnel, solo perché ha un nome militare, non è adao come coltello da caccia. Certo il prezzo non è quello di alcune cinesate viste in giro, ma la qualità se è reale non è gratis e un buon coltello dura tua la vita. Coltelli Extrema Ratio SHRAPNEL Può un coltello cosiddetto tattico essere adatto per la caccia? Questo sì. Vediamo come e perché A cura di Roberto Allara Costruttore Extrema Ratio Modello Shrapnel Tipo coltello per usi generali Materiale della lama Boehler N690 Materiale del manico Forprene Spessore della lama ¼ “ (6,35 mm) Lunghezza della lama 106 mm Lunghezza del tagliente 90 mm Lunghezza totale 212 mm Materiale del fodero polimero Peso 212 grammi (339 con fodero) Scheda tecnica U na volta o l’altra bisognepur defini re che cosa sia, effei vamente, un coltello taico. Possiamo incominciare da che cosa non è: non si traa di un coltello da combaimento, qual unque cosa ci ò voglia significare. Non si combae con il coltello da quando ai soldati si come arma il fucile, cioè almeno dai tardo Cinquecento. Se proprio vogliamo essere pignoli, almeno dal 24 febbraio 1525, data della baaglia di Pavia in cui l’uso dei petrinali segnò la fine della cavalleria, o quanto meno del suo utilizzo come “P anzerdivisionante lieram. Il fao che alcuni coltelli siano chiamati Fighter Knives, cioè coltelli per il combaimento, serve solo a definire una tipologia di coltello con guardia doppia e non a definire un uso specifico dell’arezzo. C’è, naturalmente, chi sostiene che un coltello servirebbe eventualmente per neutralizzare silenziosamente una sentinella, ma non risulta l’esistenza di un modello specifico e soprauo non ci si spiega come mai ci siano molti più modelli di coltelli cosiddei taici che sentinelle da neutralizzare. La realtà è che un coltello taico è quell’utensile con il quale il soldato, al campo, deve trarsi d’impaccio in moltissime situazioni che possano richiedere un arezzo generico. E poiché si sostiene che il soldato medio è quello che, abbandonato nudo di noe nel deserto senza alcun altro arezzo se non un’incudine, prima dell’alba sarà riuscito a meere l’incudine fuori servizio, ne consegue che il coltello taico deve essere prima di tuo robusto. Che, guarda caso, è anche la caraeristica richiesta al proprio coltello da chi vada a caccia di ungulati. È chiaro che un coltello da caccia, oltre alla robustezza che serve per lavorare all’altezza del bacino, deve avere anche altre caraeristiche specifiche. Per incominciare, non deve essere troppo lungo, perché una lama lunga non solo non serve, ma come la maggior parte delle cose inutili diventa dannosa, in quanto non sarà mai possibile indirizzarla con precisione. La punta deve essere ribassata, perché con una punta che gira in su non si può lavorare nelle cavità, ma deve essere ancora sufficiente per lavori di precisione. Il filo deve essere tagliente quanto più possibile, ma deve anche garantire robustezza intrinseca e durata. Il manico deve essere a prova di uidi corporei, utilizzabile con le mani bagnate, a prova di scivolamento; una guardia deve essere presente per evitare che la mano possa scivolare lungo il manico e andare a contrat - to col filo. Infine, il manico deve essere smontabile per una pulizia a fondo, mentre il fodero deve garantire un aggancio Una linguetta preme contro la cintura; l’ampiezza del passante è regolabile Il passante per la cinghia è incernierato e ha una sicura contro l’apertura involontaria Ciascun coltello ha un numero di matricola Il manico è smontabile per una pulizia a fondo del coltello

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Page 1: Coltelli Extrema Ratio SHRAPNEL · ¾ ”) pari a quello considerato ideale da Loveless per i coltelli da caccia. Il codolo presenta un foro per il correggiolo; il fodero è regolabile

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robusto e sufficientemente versatile. Ed ora osserviamo questo coltello di Extrema Ratio. Per incominciare, la lama è spessa un quarto di pollice, pari a 6,35 millimetri, per cui la robustezza è fuori discussione. L’arrotatura è piana, il che vuol dire che oltre a consentire un facile ripristino del filo vi assisterà anche nelle operazioni per la colazione al sacco, che a tutti gli effetti fanno parte di una cacciata di successo. Se un certo salame lo chiamano cacciatorino, in fin dei conti un motivo c’è. Per la tenuta del filo, l’acciaio utilizzato è un Boehler N690, al Cromo-Molibdeno-Cobalto-Vanadio con un’aggiunta di Silicio per migliorarne il modulo elastico. Qualcuno potrebbe giudicarlo persino eccessivo per un coltello da caccia, ma un acciaio di qualità non ha mai dato fastidio a nessuno. La lama è lunga 106 millimetri incluso il tallone, con un tagliente di 90 millimetri (3 ¾ ”) pari a quello considerato ideale da Loveless per i coltelli da caccia. Il codolo presenta un foro per il correggiolo; il fodero è regolabile in funzione dell’altezza della cintura a cui sarà agganciato. Il manico è in forprene, inattaccabile ai solventi e ai fluidi organici, smontabile per la pulizia totale del coltello e sagomato per una presa saldissima. E adesso provate a dire che questo Shrapnel, solo perché ha un nome militare, non è adatto come coltello da caccia. Certo il prezzo non è quello di alcune cinesate viste in giro, ma la qualità se è reale non è gratis e un buon coltello dura tutta la vita.

Coltelli

Extrema Ratio SHRAPNELPuò un coltello cosiddetto tattico essere adatto per la caccia? Questo sì. Vediamo come e perché

A cura di Roberto Allara

Costruttore Extrema Ratio

Modello Shrapnel

Tipo coltello per usi generali

Materiale della lama Boehler N690

Materiale del manico Forprene

Spessore della lama ¼ “ (6,35 mm)

Lunghezza della lama 106 mm

Lunghezza del tagliente 90 mm

Lunghezza totale 212 mm

Materiale del fodero polimero

Peso 212 grammi (339 con fodero)

Scheda tecnica

U na volta o l’altra bisognerà pur definire che cosa sia, effettivamente, un coltello tattico. Possiamo incominciare da che cosa

non è: non si tratta di un coltello da combattimento, qualunque cosa ciò voglia significare. Non si combatte con il coltello da quando ai soldati si dà come arma il fucile, cioè almeno dai tardo Cinquecento. Se proprio vogliamo essere pignoli, almeno dal 24 febbraio 1525, data della battaglia di Pavia in cui l’uso dei petrinali segnò la fine della cavalleria, o quanto meno del suo utilizzo come “Panzerdivision” ante litteram. Il fatto che alcuni coltelli siano chiamati Fighter Knives, cioè coltelli per il combattimento, serve solo a definire una tipologia di coltello con guardia doppia e non a definire un uso specifico dell’attrezzo. C’è, naturalmente, chi sostiene che un coltello servirebbe eventualmente per neutralizzare silenziosamente una sentinella, ma non risulta l’esistenza di un modello specifico e soprattutto non ci si spiega come mai ci siano molti più modelli di coltelli cosiddetti tattici che sentinelle da neutralizzare. La realtà è che un coltello tattico è quell’utensile con il quale il soldato, al campo, deve trarsi d’impaccio in moltissime situazioni che possano richiedere un attrezzo generico. E poiché si sostiene che il soldato medio è quello che, abbandonato nudo di notte nel deserto senza alcun altro attrezzo se non un’incudine, prima dell’alba sarà riuscito a mettere l’incudine fuori servizio, ne consegue che il coltello tattico deve essere prima di tutto robusto. Che, guarda caso, è anche la caratteristica richiesta al proprio coltello da chi vada a

caccia di ungulati. È chiaro che un coltello da caccia, oltre alla robustezza che serve per lavorare all’altezza del bacino, deve avere anche altre caratteristiche specifiche. Per incominciare, non deve essere troppo lungo, perché una lama lunga non solo non serve, ma come la maggior parte delle cose inutili diventa dannosa, in quanto non sarà mai possibile indirizzarla con precisione. La punta deve essere ribassata, perché con una punta che gira in su non si può lavorare nelle cavità, ma deve essere ancora sufficiente per lavori di precisione. Il filo deve essere tagliente quanto più possibile, ma deve anche garantire robustezza intrinseca e durata. Il manico deve essere a prova di fluidi corporei, utilizzabile con le mani bagnate, a prova di scivolamento; una guardia deve essere presente per evitare che la mano possa scivolare lungo il manico e andare a contrat-to col filo. Infine, il manico deve essere smontabile per una pulizia a fondo, mentre il fodero deve garantire un aggancio

Una linguetta preme contro la cintura; l’ampiezza del passante è regolabile

Il passante per la cinghia è incernierato e ha una sicura contro l’apertura involontaria

Ciascun coltello ha un numero di matricola

Il manico è smontabile per una pulizia a fondo del coltello