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Collana di studi sociali

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Collana di studi sociali

DirettoreTullio RUniversità della Calabria

Comitato scientifico

Aurelio AUniversità di Palermo

Vincenzo AUniversità di Catania

Guido BUniversità IUAV di Venezia

Marco CUniversità di Bologna

Gilda CUniversità della Calabria

Matteo CUniversità degli Studi di Milano–Bicocca

Enrico EUniversità del Piemonte Orientale

Santino FUniversità della Calabria

Rossana GSapienza Università di Roma

Jasmina GUniversity of Pula

Raquel HUniversità di Alicante

Olga IUniversity of Thessaloniki

Federico Amedeo LAgenzia per la Coesione Territoriale

Alejandro MUniversità di Alicante

Izidora MInstitut for Tourism of Zagreb

Marxiano MUniversità degli Studi di Milano–Bicocca

Vincenzo NSapienza Università di Roma

Maria de Nazaré O R

Universidade Nova de Lisboa

José António OUniversidade Lusófona de Humanidades e Tecnologias

Maria PUniversity of Thessaloniki

Zoran RUniversity of Applied Sciences

Elisabetta RUniversità degli Studi di Milano–Bicocca

Asterio SUniversità di Bologna

Silvia SUniversità della Calabria

Camillo TUniversità di Sassari

Moreno ZUniversità di Trieste

Comitato editoriale

Sergio BPolitecnico di Bari

Rita CUniversità di Cagliari

Paola D SUniversità di Perugia

Monica GUniversità degli Studi di Milano–Bicocca

Gabriele MUniversità di Bologna

Antonella PUniversità della Calabria

Giovanni TUniversità della Calabria

Collana di studi sociali

La collana è dedicata alla pubblicazione di studi e ricerche sulla mobilitàturistica convenzionale e sulla mobilità turistica residenziale, con particolareinteresse verso le analisi dedicate all’area del Mediterraneo. La collana, purprivilegiando la prospettiva sociologica, è aperta a tutte le scienze sociali.L’obiettivo principale è quello di favorire la pubblicazione di opere scientifi-che in grado di fornire un apporto rilevante al dibattito scientifico nazionalee/o internazionale sui temi collegati al fenomeno turistico. Nonostanteciò, la collana rappresenta anche un mezzo per la valorizzazione di lavoriscientifici di giovani studiosi e studiose, per la conoscenza di lavori di ricercain corso di ultimazione (work in progress) e per la creazione di una rete distudiosi che lavorano in centri e istituti di ricerca, italiani ed esteri.

I volumi sono sottoposti a referaggio.

Tullio RomitaGilda Catalano

Antonella Perri

Scenari e tendenzedella mobilità turistica

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

Indice

Introduzione

Capitolo IStudiare il turismo sullo sfondo della più ampia mobilità territoriale

Capitolo IILa formazione turistica

Capitolo IIITurismo, marketing esperienziale e commercializzazione della cultura

Capitolo IVLe produit touristique, obscur objet de desir dans le cours de la mondiali-sation

Capitolo VA Tourism Demand Analysis for Southern European Countries

Capitolo VIPratiche turistiche e mutamenti familiari

Capitolo VIITurismo familiare e associazionismo turistico

Capitolo VIIIVerso la macroregione adriatico–ionica?

Capitolo IXUna vita più luoghi

Capitolo XIl turismo rurale nelle colline piemontesi

Indice

Capitolo XIPersonnages historiques et développement du tourisme thématique auMonténégro

Capitolo XIILa capacità attrattiva di Expo sui giovani studenti

Capitolo XIIILe prospettive dell’Expo a Milano

Capitolo XIVInvecchiamento attivo e passivo

Capitolo XVSmart waters: la rivitalizzazione turistica del fiume

Capitolo XVINuovo turismo sociale e nuova identità del turista del XXI secolo

Capitolo XVIILe alleanze strategiche fra compagnie aeree come volano di sviluppoturistico

Capitolo XVIIIFactores que inciden en el desarrollo del turismo de mayores

Capitolo XIXL’approccio di rete nella progettazione turistica transfrontaliera delleregioni dell’Alto Adriatico

Capitolo XXLe terre di mezzo nel continuum urbano–rurale

Appendice

Introduzione

Da quando, con la riforma del sistema universitario italiano, sono stati per laprima volta implementati studi universitari specifici per il settore turistico, sisono decisamente attivate le esperienze scientifiche sulla mobilità turistica,come forma di mobilità territoriale volontaria, e quelli sugli impatti sociali,economici, paesaggistici ed ambientali, prodotti da tale tipo di mobilità sulterritorio.

In tal modo, si è andato via via innestandosi un “nuovo” approccioalla conoscenza del turismo, cioè quella di fatto rilevante che per esserecompiutamente compreso andava studiato non solo, come prima di alloraaccadeva, dal punto di vista economico, ma anche, e soprattutto, tenendopresente la sua natura di “fenomeno sociale”.

In conseguenza di ciò, e ad oltre quindici anni dall’avvio dei primi corsidi studi universitari sul turismo, è oggi possibile disporre di un sempre piùampio insieme di conoscenze scientifiche, molte delle quali sono il frutto distudi e ricerche di tipo “multi e/o inter” disciplinari, e che in quanto tali simostrano indispensabili a colmare il ritardo accumulato nella dotazione diconoscenze scientifiche a supporto delle decisioni in un comparto di attivitàda sempre assai rilevante nella crescita economica, sociale e culturale, delnostro Paese, quale appunto è il turismo.

In tale contesto, un ruolo importante lo hanno avuto gli studi sociologici,che nell’immediatezza della riforma universitaria hanno subito trovato unproprio specifico ruolo, ma che già prima della stessa loro introduzionenel sistema universitario erano significativamente presenti, se pure nonadeguatamente collocati in ambito accademico e più probabilmente sia perlo scarso interesse generale verso la mobilità territoriale volontaria, e sia peril taglio prevalente dato agli studi sul tempo libero ed a quelli sulla qualitàdella vita in ambito nazionale.

Tuttavia, a dimostrare il fatto che comunque intorno alla sociologia acca-demica italiana erano presenti ed attivi gruppi di lavoro che si occupavanoda tempo del fenomeno turistico, già nel iniziò il percorso di costruzio-ne dell’Associazione Mediterranea di Sociologia del Turismo. Associazioneche, partendo dai problemi avvertiti in Italia e da quelli riscontrati in tuttal’area mediterranea, ed in gran parte fondamentalmente riconducibili aimutamenti intervenuti nella struttura della produzione e della vita quotidia-na nelle società europee nella modernità, nei suoi successivi oltre venti anni

Introduzione

di attività, si è adoperata nel creare occasioni di comunicazione e di stimoloper l’approfondimento dei problemi che lo sviluppo del turismo nelle areemediterranee ha suscitato, attraverso il confronto anche con le altre scienzesociali.

Il presente volume è proprio uno dei primi frutti delle occasioni di ap-profondimento e di confronto internazionali promossi dall’AssociazioneMediterranea di Sociologia del Turismo, mediante l’organizzazione del-l’VIII convegno internazionale dal titolo “Turismo e qualità della vita. Cibo,Territorio, Identità, Buone e Cattive Pratiche”, in collaborazione con il Di-partimento di Scienze Politiche e Sociali e con il Centro Ricerche e Studisul Turismo dell’Università della Calabria.

Tale iniziativa, ha visto la partecipazione di relatori provenienti da tuttaItalia e da diversi Paesi europei e del Mediterraneo. I contributi presentatihanno dato luogo ad una serie molto interessante di articoli scientifici che siè deciso di pubblicare in più volumi a carattere monografico.

Il presente volume è il primo di queste “costruzioni” monograficheelaborate sulla base di temi trattati durante l’ottavo convegno Mediterraneodi Sociologia del Turismo, ed ha quale argomento “la mobilità turistica”,più precisamente gli scenari e le tendenze in atto nella domanda turistica alivello internazionale.

Attraverso la visione dei capitoli in cui si articola il libro, il lettore potràapprofondire l’argomento della mobilità turistica rispetto: ad alcune fra lepiù recenti forme di vivere ed interpretare l’esperienza turistica; al modo diorganizzare e gestire i territori turistici in funzione dei cambiamenti delladomanda turistica e della capacità di competere fra destinazioni turistiche alivello internazionale; alla necessità e capacità di programmare e pianificarei servizi turistici e le attrazioni turistiche; all’adeguamento delle professio-nalità necessarie per capire ed interpretare la nuova domanda turistica; aiparadossi cui da luogo la domanda turistica nella società post–industriale.

Inoltre, in questo libro, si sottolinea l’importanza della presenza di vastearee non pianificate dove vengono messe in opera divergenti e variegateattività economiche e sociali. In linea generale, la lettura su questi territoripotrebbe essere ricondotta a quattro indirizzi tematici. In un primo indirizzoè la componente politica a prevalere, tesa a cogliere i confini dal punto divista legislativo e amministrativo dei territori. In un secondo emerge lo sfor-zo di capire le forme di produzione, uso e consumo del suolo collegandolealla composizione delle attività sociali e economiche. Un terzo, di originesocio–culturale, mette al centro le varie forme di aggregazione sociale —quindi anche di residenzialità e mobilità turistica — al loro interno. Infine,fondante è un quarto tema, quello della pianificazione territoriale, nonchédel paesaggio: è la componente imprescindibile da cui partire per vagliarei territori intermedi. Trasversalmente a queste, non va dimenticata l’esi-

Introduzione

stenza di un filo sotterraneo e unificante di connessione rappresentata dallaquestione ambientale, con il correlato spreco di suolo e di risorse che unadebole pianificazione socio–territoriale porta con sé. Dal riconoscimentodi queste direzioni il libro mira, tuttavia, a marcare un punto sopra tutti:la specificità territoriale delle attività e delle forme sociali che in questiterritori prendono corpo, conferendo un occhio privilegiato agli effetti dellediverse prassi turistiche. L’osservazione di queste zone rileva la sovrapposi-zione non coincidente, sia per mobilità che per funzionalità primarie, traqueste. Aree spesso non sovrapponibili poiché apparati residenziali isolatidallo scarso valore abitativo si mescolano con tasselli di concentrazione resi-denziale, innescate dalle mobility facilities. Si tratta di composizioni ibrideche possono diventare utili per dedurre informazioni spaziali e sociali suqueste aree diversamente complesse, e la metafora “terra di mezzo” servead indicare la natura ibrida di questi luoghi intermedi, ponti complessi traluoghi urbani e luoghi rurali. Il volume, tenta di afferrare le diversificatedomande di residenzialità, le temporanee modalità di soggiornare, e cercadi mettere in luce ulteriori aspetti da indagare, tra cui le possibili program-mazioni turistiche o le politiche infrastrutturali comunali. nell”auspicio chenel futuro gli interventi di distinzione tra segmenti urbanizzati e i cosiddetti“spazi bianchi” sulla carta, diventino un tratto caratterizzante non solo perla tutela del patrimonio ecologico, ma del paesaggio come valore estetico,fruibile anche da una prospettiva turistica.

Capitolo I

Studiare il turismo sullo sfondodella più ampia mobilità territoriale∗

Introduzione all’VIII convegno internazionaledell’Associazione Mediterranea di Sociologia del Turismo

È per me motivo di grande soddisfazione, a anni dall’avvio della nostraAssociazione Mediterranea, richiamare il senso dell’itinerario che abbiamocompiuto insieme, attraverso i nostri convegni, al quale ci accingiamo a darecontinuità. Abbiamo costruito uno spazio di dialogo in cui, fin dall’inizio,sono entrate tra loro in relazione diverse scuole di pensiero a livello mediter-raneo ed internazionale, dato che il criterio di partecipazione non è mai statoquello della provenienza territoriale, ma l’oggetto di studio. Abbiamo infattisempre accolto — ed anzi sollecitato — il contributo di tutti gli studiosidel turismo, fossero anche nord–europei o americani, nell’auspicio che illoro contributo aiutasse a comprendere il turismo mediterraneo nelle suespecificità motivazionali e comportamentali, dal lato dell’offerta come daquello della domanda.

I paesi del Mediterraneo meridionale e orientale sono stati presenti inmaniera consistente fin dall’inizio del nostro percorso. Ma nel momento incui il Mediterraneo diventa teatro di una mobilità assai più ampia e più variadi quella riconducibile alla dimensione del tempo libero e al tradizionaleconcetto di turismo, e nel momento in cui lo stesso concetto di turismoappare esposto alla sfida di una soggettività e di una differenziazione senzaprecedenti, appare quanto mai necessario sviluppare il confronto tra il puntodi vista degli studiosi che operano nei paesi del lato settentrionale e quellodegli studiosi del lato meridionale e del vicino oriente, che gravitano sulMediterraneo, considerandolo come una via e un’area di comunicazione. Ècon gratitudine, allora, che saluto il consistente gruppo di studiosi tunisiniche hanno voluto essere presenti a questo convegno, nella speranza dipoterci ritrovare insieme, in un futuro non lontano, nella loro terra, per unconfronto ancora più ampio, nella consapevolezza dei nuovi significati cheil Mediterraneo va assumendo nella nostra epoca.

∗ Di Asterio Savelli, Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna.

Scenari e tendenze della mobilità turistica

Quando abbiamo cominciato la nostra avventura associativa, con il pri-mo convegno del , la sociologia del turismo non era ancora entrataformalmente negli ordinamenti didattici delle facoltà universitarie, in Italia.Essa era relegata al mondo separato delle scuole a fini speciali e noi ne ac-compagnammo l’ingresso formale nei corsi di laurea e di diploma, poi nellelauree triennali e magistrali, in una fase della vita universitaria caratterizzatada una lunga successione di riforme.

Allo stesso tempo, nel merito, sostenemmo l’unità del fenomeno turi-stico, ancorché differenziato. Anzi, proprio la sua differenziazione in unamiriade di forme ci spinse a studiare il fenomeno nel suo processo di muta-mento: esso non appariva più composto di forme distinte e stabili, ma eracomplessivamente e continuamente interessato da mutamento e, appun-to, differenziazione. Anche se ampiamente inafferrabile, considerammoil turismo come un fenomeno delimitato e distinto rispetto alle altre for-me di movimento e di viaggio, che andava studiato propriamente con lemetodologie della ricerca sociologica.

L’itinerario intrapreso allora, e sviluppato nei quasi tre decenni di vitadell’Associazione Mediterranea, presenta a mio avviso un carattere lineare.Esso sposa la linea della complessità crescente, sia del turismo, sia delle societàdel Mediterraneo, che è il nostro contesto di riferimento, considerandolaun’opportunità da conoscere e da cogliere, piuttosto che un motivo di difficoltà.

Con il primo convegno, “Turismo e comunicazione culturale, per unruolo attivo delle comunità locali, i nuovi servizi, le nuove professioni” (Bo-logna, ), cercammo di cogliere le opportunità che si presentavano per ilriemergere delle comunità locali, dopo i lunghi anni dominati dal turismodi massa e dalle grandi organizzazioni dell’intermediazione turistica.

Con il secondo convegno, “Gruppi e strutture intermedie locali, peruna reimmaginazione del sistema turistico” (Cervia, ), dedicammoattenzione alle nuove forme di organizzazione territoriale e di impresaturistica, con particolare riferimento alle organizzazioni di secondo livello,atte a fare da tramite tra i soggetti dell’imprenditorialità locale e i flussi dituristi, ormai articolati secondo diverse esigenze. Particolare considerazionefu attribuita alle aggregazioni imprenditoriali, sotto forma di associazioni,cooperative, consorzi e a quelle forme di collaborazione fra pubblico eprivato che avrebbero portato alla nascita di Club e Unioni di prodotto e,più tardi, ai Sistemi Turistici Locali.

Il terzo convegno, dedicato a “Turismo e ambiente” (Estoril, ), haesteso l’attenzione dalla comunità locale all’ambiente e agli effetti, positivie negativi, che esso subisce nell’impatto con il turismo e con i sistemi direlazione sociale che da esso traggono origine.

Il quarto convegno, “Locale e globale nel turismo: le forme di aggregazio-ne e le reti di comunicazione” (Ravenna, ), ha preso in considerazione il

. Studiare il turismo sullo sfondo della più ampia mobilità territoriale

valore della specificità locale, come fattore fondamentale dell’attrazione turi-stica, nel contesto di una crescente connessione dei luoghi stessi nell’ambitodelle reti globali. Si trattava di discutere il difficile equilibrio tra diffusionedi modelli globali e difesa del patrimonio naturale e culturale degli specificiluoghi.

Il quinto convegno, “Oltre la linea di costa. Nuove strategie nel turismoe nell’organizzazione sociale del territorio” (Salonicco, ), ha affrontatoun aspetto specifico della dimensione mediterranea, che ci è propria. L’at-tenzione è stata portata sulle forme di turismo alternative a quelle balneari,connesse piuttosto alle opportunità offerte da agricoltura, ambiente, cultura,sport. E contemporaneamente è stato evidenziato l’emergere di percorsitrasversali rispetto alla linea di costa, in grado di collegare fra loro risorsepropriamente marittime e risorse dell’entroterra e di configurare regionimarittime multidimensionali, in grado di offrire ad un tempo risorse delmare, della costa e dell’interno.

Il sesto convegno, dedicato a “Il turismo come fattore di sviluppo edi coesione nella regione mediterranea” (Granada, ), ha consideratoil turismo come una gamma di comportamenti emergenti, in grado diprefigurare e di stimolare nuovi e più intensi rapporti tra le popolazionidelle diverse aree mediterranee.

Il settimo convegno, dedicato a “Mobilità turistica tra crisi e mutamento.Città e contesti mediterranei” (Sassari e Alghero, ), ha assunto il turismocome sfida da accogliere in quanto rappresenta un’opportunità di mutamen-to da parte delle città mediterranee, stimolando la loro collocazione “inrete”. Ci siamo infatti occupati delle reti interurbane e delle opportunitàdi cooperazione e di sviluppo che esse offrono. Abbiamo evidenziato ladimensione intercostiera del turismo, l’incremento della mobilità turistica ele prospettive di più elevata sostenibilità territoriale che proprio la mobilitàdel turismo dischiude.

L’ottavo convegno, infine, che qui presentiamo, è stato dedicato a “Turi-smo e qualità della vita: cibo, territorio, identità, buone e cattive pratiche”(Arcavacata di Rende, Cosenza, ). Esso ha voluto costruire uno sguardoin grado di considerare insieme turismo e vita ordinaria, quella dei turisticome quella delle comunità locali, nella prospettiva di una qualità della vitada riconsiderare nei suoi fattori fondamentali, al di là delle separazioni e del-le fratture artificiose generate dallo sviluppo dei mercati turistici conosciutonell’epoca industriale ed in particolare nei decenni centrali del XX secolo.

Proprio la ricomposizione delle sfere in cui si articola la vita della societàche chiamiamo postindustriale, nei termini della complessità delle relazioniche la determinano, sembra porci oggi una nuova sfida. Una mobilità moltointensa e molto diffusa sembra riassorbire al proprio interno ciò che primaappariva come una forma distinta, quella dei comportamenti specificamen-

Scenari e tendenze della mobilità turistica

te turistici che vengono praticati in una sorta di mondo separato, spessotrasgressivo, oggetto peraltro di una lunga fase di definizione e di codifica,mai completamente esaurita, proprio da parte della sociologia.

Con l’attenuarsi del carattere industriale della società si indebolisce anchela distinzione di quel fenomeno che il nostro presidente onorario, MarcBoyer (), ha esplicitamente e strettamente associato alla cultura dellasocietà industriale: il turismo appunto. Tutta una serie di autori, negli ultimidecenni, hanno evidenziato l’onda crescente di nuovi comportamenti, in-dotti dalla crescente complessità sociale. Facciamo riferimento a John Urry(), in Inghilterra, per l’idea di un post–turismo che emerge in una societàla cui struttura economica appare ormai descrivibile come capitalismo di-sorganizzato e per l’idea di una de–differenziazione delle sfere della culturae del comportamento, tra cui evidentemente quella del turismo; a DeanMacCannell (), negli USA, per la reazione soggettiva del turista allacompressione della sua esperienza operata dall’industria del turismo e per laricerca di relazioni autentiche, da lui particolarmente enfatizzata; a MichelMaffesoli (), in Francia, per la descrizione del nuovo nomadismo cheviene a caratterizzare la società contemporanea e per il riassorbimento inesso delle forme emergenti del turismo; ad Alessandro Baricco (), inItalia, per aver richiamato la nostra attenzione su una mutazione in attonelle relazioni tra soggetto e territorio, incentrata più su traiettorie sogget-tive, simili a quelle stimolate dalle nuove tecnologie della comunicazione,che sulla combinazione tra relazioni di appartenenza ed esperienze di tra-sgressione; a Giampaolo Nuvolati (), che ha recuperato la figura delflaneur, ricomponendo in essa i caratteri di una nuova soggettività turistica;a Franco Vaccina ed al gruppo dei suoi allievi presso l’Università di Palermo(De Cantis, Oliveri, ; Oliveri, De Cantis, a, b; Oliveri, Polizzi,), per lo sforzo di adeguare le metodologie della statistica sociale allanecessità di cogliere le dimensioni di un fenomeno turistico sempre piùmobile e sempre meno riconducibile a modelli predefiniti.

Ci giunge oggi da un gruppo di sociologi e storici di lingua tedesca,ed in particolare da un loro recente volume curato da Johanna Rolshoven,Hasso Spode, Dunja Sporrer e Johanna Stadlbauer (), la proposta didiscutere l’idea di un mutamento di paradigma metodologico, che consistenello spostare l’attenzione della ricerca sociologica dal turismo, consideratocome fenomeno specifico da studiare in relazione alla società che lo genera,alla mobilità (post turismo?), considerata come condizione complessiva ede–differenziata in cui il soggetto si trova completamente riassorbito, conscarsa possibilità di distinguere fenomeni specifici al suo interno.

Ci sono cambiamenti profondi in atto, muore un mondo di appartenen-ze specifiche, nascono e si diffondono nuove forme di movimento (erranza,nomadismo), alla ricerca di percorsi identitari e di nuove forme di appar-

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tenenza. Possiamo considerare questi fenomeni come una reazione ad unlungo periodo di compressione della soggettività, di repressione operatada parte delle formazioni sociali di carattere sistemico, oggi sempre menoleggibili nel loro ordine interno da parte dei soggetti coinvolti (MacCannell,).

I modi d’essere e di muoversi che erano considerati confusi, scomposti, osemplicemente avventurosi nel quadro della modernità sembrano diventarei fattori centrali della nuova socialità in corso di elaborazione, incentratasulla dominanza del capitale culturale (Bourdieu, ; Urry, ).

L’erranza è un modo per riproporre la dimensione della creatività sog-gettiva. In essa si esprimono forme interstiziali di libertà (Urbain, ),la sete di altrove, il piacere dell’effimero, in una dimensione che supera iconfini e le norme di ogni sistema sociale, a favore della riscoperta delladimensione universale, della comunanza oltre ogni confine e oltre ognisistema di appartenenza.

L’errante appare come una metafora del soggetto postmoderno, che nonè più in grado di ricondursi a una singola identità, assorbito com’è da unacrescente quantità di sottosistemi, attivi nella dimensione globale, semprepiù reciprocamente autonomi e anche contraddittori l’uno con l’altro.

Ci chiediamo ora, insieme ai nostri colleghi tedeschi, se il turismo, comecampo di indagine conoscitiva, non sia forse diventato una categoria limitatae limitante; se non sia questo il tempo di un’apertura degli studi sul turismoalla prospettiva degli studi sulla mobilità, per comprendere meglio il turismostesso.

La prospettiva che porta a riassorbire i comportamenti turistici nell’am-pio campo sovraordinato dei fenomeni della mobilità potrebbe metterci ingrado di ricomprendere e meglio interpretare forme ambigue di turismo?Ciò significherebbe perdere un’autonomia della ricerca sul turismo a lungoricercata, o guadagnare un punto di vista in grado di cogliere comportamen-ti più complessi, non più riducibili alla definizione rigorosa del fenomenoformulata da Cohen (), cui peraltro egli stesso affiancò subito il concettodi turismo parziale, per ricomprendere una serie di fenomeni marginalirispetto alla definizione, ma forse dominanti sotto il profilo quantitativo? Seil turismo è un concetto prodotto dalla modernità, con le sue distinzionispaziali e temporali (la zonizzazione del territorio, la netta distinzione tratempo di lavoro e tempo libero), possiamo ancora sperare di descriverloe comprenderlo, nelle sue cause e nei suoi effetti, continuando a conside-rarlo come espressione di un “altro mondo”, nel momento in cui la societàche chiamiamo post–moderna degrada ogni differenza tra i “mondi” dellanostra esperienza?

Gli studi sul turismo si sono tradizionalmente concentrati su concettispecifici di vacanza, rinchiudendosi nell’ambito del tempo libero. Ma l’os-

Scenari e tendenze della mobilità turistica

servazione delle motivazioni che portano a viaggiare, filtrata attraverso lediscipline meno orientate ad una immediata applicazione dei loro risultati(l’antropologia culturale in primo luogo), ha portato a far crescere la con-siderazione per la complessità del fenomeno turistico, se ancora così lo sipuò chiamare. La moltiplicazione delle forme di movimento sul territorioporta ad evidenziare tutta una gamma di intersezioni tra diversi ambiti divita. La vita quotidiana, ordinaria, è stata investita da una crescente quantitàdi spostamenti e di viaggi, mentre la figura del turista è stata utilizzata damolti autori (a partire da Zygmunt Bauman, ) come simbolo rappre-sentativo dei mutamenti sociali in atto. Il turista è sempre più visto comel’incarnazione del soggetto della nuova modernità ed è nel movimento chei soggetti cercano l’autenticità della loro vita in rapporto a quella altrui. Giànel , MacCannell considerava il turismo (non più il lavoro) come unicopossibile punto per osservare la società, coglierne le logiche strutturali eprendere coscienza dei rapporti vigenti al suo interno.

Le figure offerte dai turisti e, più in generale, dai soggetti più mobilivengono oggi assunte come metafora per esercitare un approccio critico neiconfronti della società. Le minoranze mobili della modernità sono ormaidiventate maggioranze. Il turista è ormai uscito dalla sfera del tempo liberoe simboleggia più in generale il soggetto che sta nel mondo senza soliderelazioni di solidarietà e di lealtà: egli è, propriamente, il soggetto tipicodella società postmoderna, in cui rappresenta anche la condizione assuntadal lavoratore professionalmente attivo.

Gli studi sulla mobilità rendono possibile riconoscere la complementa-rietà tra i luoghi, sotto il profilo degli usi che li caratterizzano; permettonodi considerarli come spazi in cui convergono flussi differenziati di soggetti,diversamente motivati ma collegati da relazioni di complementarietà.

La categoria della mobilità, in conclusione, permette di ricollegare iluoghi l’uno all’altro, attivando una comprensione relazionale dello spazio;permette di far emergere le forme trascurate di intersezione del turismocon altri ambiti di relazione sociale, per esempio le numerose forme disovrapposizione tra sfera del lavoro e sfera del tempo libero; permette,ancora, di far emergere gli spazi “transnazionali” — è questo il caso del Me-diterraneo — in cui si incrociano flussi turistici e flussi migratori (Rolshoven,).

Nel momento in cui restituiamo attenzione alla logica del movimento,possiamo anche dar seguito a ciò che Erik Leed () ci ha rivelato a pro-posito dell’esperienza del transito, estendendone la portata alla dimensionesociale. La logica del movimento porta ad assumere le percezioni e glistimoli offerti dal contesto in un continuo lavoro di concettualizzazione enell’elaborazione di nuove categorie, attraverso le quali un soggetto cheprende coscienza di sé continuamente rinnova la sua relazione conoscitiva

. Studiare il turismo sullo sfondo della più ampia mobilità territoriale

con il mondo esterno, arricchendola di nuove opportunità di comprensionee di equilibrio. Il mare in particolare, non più considerato come sfondo diuna scena turistica e ad un tempo come confine tra realtà separate, divieneuno spazio di movimento in cui sperimentare traiettorie soggettive, voltea riconcettualizzare l’immagine dei luoghi e dei popoli via via incontrati,alla ricerca di nuovi equilibri attraverso cui esprimere capacità di iniziativa eprotagonismo.

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