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Coldiretti: la coltivazione del pomodoro rischiadi sparire dalla pianura padana

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sparire dalla pianura Padana, dove si produce un terzo dell’ormai ex oro rosso italiano. E’ il rischio che sicorre secondo Coldiretti Emilia Romagna dopo l’accordo sul prezzo del pomodoro per il 2010, siglato lunedìsera a Parma tra i rappresentanti degli agricoltori e quelli dell’industria. Il prezzo di 70 euro a tonnellata, conun calo di 9,50 euro rispetto all’anno scorso, è antieconomico per l’agricoltore, visto che il costo nei campi –sottolinea Coldiretti – è di circa 80 euro. Contemporaneamente l’industria si trova a fare i conti con i prezzidel mercato mondiale, mentre la riduzione delle semine nei nostri campi dovrebbe portare a un sottoutilizzodegli impianti industriali.

“In questa situazione – commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – il settore delpomodoro non è più in grado di creare reddito e diventa un settore antieconomico. L’unica soluzione èmettere in campo nuove strumentazioni e nuove regole che ridiano spazio alla capacità produttiva siaqualitativa, sia quantitativa del nostro Paese”.

La concorrenza del prodotto estero – ricorda Coldiretti – è fatta di prezzi bassi, ma di altrettanta bassaqualità. Le importazioni – sottolinea Coldiretti – nascondono fenomeni di dumping sociale, con i costi delprodotto ridotti ai minimi termini per assenza nel Paese d’origine di garanzie per i lavoratori, per l’uso incampagna di prodotti chimici da noi vietati, per industrie di trasformazione prive di sistemi adeguati didepurazione per tutelare l’ambiente circostante e per i grandi problemi sanitari dovuti soprattutto ai livelli dimuffe presenti nel prodotto.

“Occorre che l’Italia è l’Europa – afferma Tonello – facciano una chiara scelta di regole per tutelare i propricittadini consumatori. Ad esempio l’assenza di una chiara etichettatura d’origine per tutti i derivati delpomodoro che non sia la passata consente che il prodotto estero possa finire in prodotti spacciati per italiani,con conseguenza che la loro bassa qualità finisca per pregiudicare irrimediabilmente l’immagine del pomodoroitaliano”.

Coldiretti ritiene fondamentale un maggiore controllo nei punti di entrata del prodotto importato, in particolarei porti, dove occorre specializzare personale che sappia gestire le importazioni non solo sul piano quantitativo,ma anche su quello qualitativo, in particolare per gli aspetti sanitari legati ai residui chimici e alle qualitàorganolettiche.

Un’attenzione particolare – secondo Coldiretti – bisogna porre nel cosiddetto “traffico di perfezionamentoattivo”, che, tradotto, significa importazione di pomodoro da lavorare per conto terzi che deve poi essereriesportato totalmente. “In realtà – spiega Tonello – può succedere che venga importato una triploconcentrato di pomodoro, che venga lavorato e riesportato con una concentrazione più diluita. In termini dipeso i quantitativi riesportati sono gli stessi, ma parte del concentrato resta in Italia e finisce all’interno diprodotti nazionali. Anche per ridurre i rischi di queste situazioni – conclude Tonello – è importante avviarecon l’industria una riflessione sull’opportunità di continuare ad importare pomodoro in contemporanea con lenostre produzioni, ed arrivare anche a bloccare questo tipo di importazioni nei territori dove la produzionelocale di pomodoro italiano sia abbondante e sufficiente a soddisfare la capacità lavorativa dell’industria”.

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4 Risposte per “Coldiretti: la coltivazione del pomodoro rischia di sparire dallapianura padana”

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1. massimo scrive:23 febbraio 2010 alle 15:28

I soldi che non hanno messo per il settore auto potrebbero metterli in questo settore in cui si, siamo unapotenza con prodotti d'eccellenza.

2. Lucio scrive:23 febbraio 2010 alle 19:10

Massimo hai ragtione, ma purtroppo in Italia non siamo cosi' intelligenti per mettere in pratica una cosadel genere.

3. bat21 scrive:23 febbraio 2010 alle 20:04

mmmh che bonta', potremo mangiare il pomodoro cinese e il grano russo-radioattivo, a parte che lo mangiamo gia'……..

4. Guido scrive:24 febbraio 2010 alle 02:52

C'è qualcuno a cui interessa avere un capannone nuovo e vuoto in più e un campo di pomodori inmeno

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