coldiretti cremona informa 27/2011
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Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione Coldiretti Cremona Informa, Anno VI
NewsLetter
Informazione online
Venerdì 15/07/2011 – Anno VI, Numero 27
Suinicoltura. Coldiretti Cremona: Situazione insostenibile, piano di emergenza
Made in Italy. Finalmente in vendita il superpomodoro al triplo antiossidante
Inflazione. Vola il prezzo della frutta, che crolla nei campi
Coldiretti Lombardia. Regole e priorità per lo sviluppo dell’agricoltura
Avvisi. Più tempo per le opere PSR // BSE, campionamenti sopra i 72 mesi
Emergenza nutrie. Sopralluoghi nel territorio casalasco, il video
Informazione online. Nuovi video sul sito www.cremona.coldiretti.it
In agenda. Bollettino diabrotica / Tabella Mercati / Agricoltura online e in tv ………………………………………………………………………… …………………
Coldiretti Cremona: Suinicoltura,
situazione insostenibile
“Da tempo stiamo denunciando l’insostenibile situazione del comparto suinicolo. Gli
allevamenti sono letteralmente schiacciati da costi crescenti, dai prezzi dell’alimentazione agli
oneri burocratici, ai quali non corrisponde, dall’altra parte, un’equa remunerazione dei suini. La
qualità, la sicurezza, la bontà dei prodotti della suinicoltura italiana, in una parola l’eccellenza
che nasce nei nostri allevamenti, non trovano il giusto riconoscimento economico. E, dato il
perdurare della crisi, sappiamo bene che molte aziende sono veramente a rischio chiusura”. A
parlare è il Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli, che torna a ribadire la necessità
di mettere in campo tutte le strategie necessarie a tutela del comparto e delle imprese agricole.
“Con oltre un milione di suini allevati, Cremona rappresenta insieme a Mantova e a Brescia il
73% del patrimonio regionale – prosegue Solfanelli –. Da questi allevamenti giungono
produzioni d’eccellenza, indissolubilmente legate alla nostra terra e alla nostra agricoltura.
Imprese agricole e produzioni che è nostro dovere tutelare e promuovere, a difesa di un
comparto che è tra i fiori all’occhiello della nostra economia”.
Qualche dato testimonia la portata della crisi: basti dire che in Lombardia gli allevamenti sono
passati dai 4.341 del 2007 ai 3.530 del 2010, con una differenza negativa di oltre 800 stalle
(quasi il 19 per cento). Per questo Coldiretti ha recentemente sottoposto alla Regione
Lombardia una serie di misure urgenti “salva aziende”: dalla proroga delle rate dei mutui
all’abbattimento almeno parziale dei tassi di interesse sui finanziamenti, oltre a un impegno
preciso a fare pressione sul Governo per l’approvazione del decreto applicativo sull’obbligo
dell’indicazione di origine, considerato il fatto che nel 2010 in Italia le importazioni di animali
vivi e di carni fresche, congelate e lavorare hanno sfondato il tetto dei 511 milioni di euro.
Si riporta parte del documento presentato da Coldiretti Lombardia
all’Assessore Regionale all’Agricoltura De Capitani
LE NOSTRE RICHIESTE ALLA REGIONE
LOMBARDIA
Per accompagnare le aziende suinicole in questo momento di assoluta difficoltà, sono
necessari interventi a 2 livelli: 1. interventi nel breve e brevissimo periodo, per ridare fiato e ossigeno alle imprese,
permettendo loro di recuperare la liquidità persa in questi anni di crisi;
2. interventi nel medio-lungo periodo, con una politica di programmazione e ristrutturazione del comparto, per ritrovare e recuperare nella filiera il valore
aggiunto ad oggi mancante.
INTERVENTI URGENTI
a) INTERVENTO REGIONALE PER ABBATTIMENTO INTERESSI SU
FINANZIAMENTI La Regione Lombardia deve intervenire per sostenere il fabbisogno finanziario delle
imprese suinicole legato alle esigenze di funzionamento aziendale tramite Finlombarda e
il supporto dei Consorzi Fidi agricoli con un contributo in abbattimento di almeno due
punti percentuali dei tassi di interesse praticati sui finanziamenti erogati dagli istituti
di credito.
La Regione inoltre deve assumere il ruolo di “Cabina di Regia” garantendo tempi
rapidissimi nell’attuazione dell’intervento.
b) SOSTEGNO AD UN ACCORDO-QUADRO NAZIONALE PER UNA
MORATORIA SUI MUTUI DELLE IMPRESE SUINICOLE E’ fondamentale che Regione Lombardia si faccia parte attiva per concretizzare gli
interventi già individuati per arrivare a postergare per almeno 2-3 anni le rate dei
finanziamenti in essere per le imprese suinicole, per dare loro liquidità di spesa nel breve
periodo.
Nel concreto deve essere un accordo quadro con il sistema bancario, mirato alle imprese
suinicole, che permetta di superare la diffusa diffidenza verso il comparto, deve prevedere
interventi/prodotti bancari che portino a postergare per almeno 2-3 anni le rate dei
finanziamenti in essere, sia per le aziende con posizioni in regola, sia per le aziende in
bonis e deve ottimizzare le possibilità offerte da ISMEA e, nello specifico, da SGFA,
che ha lo scopo di migliorare la gestione finanziaria dell’impresa agricola e di favorire un
più facile accesso al credito.
c) SOSTENERE L’ORIGINE IN ETICHETTA La Regione Lombardia deve farsi parte attiva perché venga formulato ed attivato quanto
prima per la filiera suinicola il decreto applicativo della legge sull’obbligo dell’origine in
etichetta.
d) REGOLAMENTAZIONE DEGLI IMPIANTI AGROENERGETICI
La Regione Lombardia deve intervenire per regolamentare la produzione di energie da fonti rinnovabili ed evitare speculazioni e azioni discorsive sul territorio (biogas con
l’utilizzo di trinciato di mais e fotovoltaico a terra), che falsano il mercato degli affitti dei
terreni, nonché l’approvvigionamento locale di materie prime. E’ bene promuovere gli
impianti che producono energia “pulita” partendo da sottoprodotti e scarti (vedasi reflui
zootecnici), ma non è accettabile incentivare impianti che utilizzano materie prime
nobili e sono sovra-dimensionati rispetto all’azienda. Questi ultimi devono quanto meno
essere necessariamente assoggettati ad un regime fiscale adeguato, non certo agricolo.
INTERVENTI A MEDIO-LUNGO TERMINE
a) SOSTENERE PRESSO IL MINISTERO LA RIPRESA DI UN PIANO DI
SETTORE COME STRUMENTO STRATEGICO DOTATO DI UNA
ADEGUATA COPERTURA FINANZIARIA.
b) RIDURRE LA BUROCRAZIA
E’ necessario che la Regione semplifichi ulteriormente e ottimizzi i controlli e gli aspetti burocratici che appesantiscono e rallentano la gestione aziendale
c) IMPLEMENTARE IL PSR Attivare nuove linee di credito/interventi nei PSR per agevolare gli ammodernamenti
degli impianti, soprattutto alla luce delle norme per il benessere degli animali. Anche in
questo caso è importante che sia prevista una “burocrazia snella”.
d) PUNTARE A UN CONTRATTO-TIPO CON PREZZO INDICIZZATO Promuovere e coordinare la struttura di un contratto-tipo di fornitura degli animali,
che garantisca i diritti e doveri di allevatori e macellatori, analogamente a ciò che
accade per altre produzioni agricole (es. contratto 103 per il mais).
Tale contratto dovrebbe basarsi anche su un nuovo modello per la formazione del
prezzo, costruito su basi economico-statistiche tenendo conto di diversi indici
facilmente rilevabili come i prezzi degli animali e delle carni (in Italia e nei principali
mercati di approvvigionamento esteri), dei costi di produzione (il CREFIS dovrebbe già
avere una base di lavoro), dei costi dell’energia dei trasporti, ecc…
Si tratta di modelli già messi in atto con successo per altre produzioni-filiere in Italia
(es. Inalpi) e all’estero (es. Spagna, Olanda e Danimarca).
E’ importante prevederne la regia di Regione Lombardia che potrebbe incentivare
l’utilizzo del contratto-tipo quale pre-requisito per accedere ai finanziamenti
pubblici (sia per le imprese agricole che per le imprese di macellazione).
e) CONTROLLARE I CONSORZI DI TUTELA Azionare i controlli verso i vari Consorzi di Tutela per quanto le Regioni hanno in
loro potere di effettuare, non per affossarli ma perché compiano quell’azione che gli è
propria: tutelare veramente u n prodotto fatto secondo ferrei disciplinari.
Oggi assistiamo sempre più cosce DOP e suini italiani che con il loro nome trascinano la
vendita di quelle chiamate nostrane, caserecce, nazionali e che di nostrano, casereccio
nulla hanno; costano meno allo stagionatore ed anche al consumatore finale, il quale è
comunque ingannato (o peggio frodato).
Ad esempio non è più accettabile che parlando di Prosciutto di Parma possano far
parte del consorzio di tutela “tutte le aziende a prescindere dal quantitativo di prosciutti
di Parma prodotti dalla stessa”. Così cita il nuovo statuto consortile del Parma, approvato
dal Mipaf con decreto del 01.12.2004. Questo ha fatto sì che 54.000.000 di cosce estere
possano essere stagionate con le 9.000.000 veramente italiane.
SALUTE: IN VENDITA IL PRIMO
SUPERPOMODORO
CON TRIPLO ANTIOSSIDANTE
Coldiretti: è il risultato di un progetto tutto italiano dal campo alla tavola Potrà essere finalmente acquistato sul mercato nazionale tra pochi giorni il primo superpomodoro naturale tutto Made in Italy con un contenuto di licopene tre volte superiore rispetto alle varietà di pomodoro vendute per il consumo fresco e più elevato del 58% rispetto a quelle coltivate per la trasformazione, che secondo numerosi studi scientifici risulta essere un antiossidante efficace contro l’invecchiamento, nella prevenzione delle malattie cardio-vascolari e anche dei tumori alla prostata. La presentazione è avvenuta nella sede della Coldiretti dove il Presidente Sergio Marini ha sottolineato che “si tratta di un successo tutto italiano perché risultato di una sperimentazione realizzata nei campi nazionali e coltivato, trasformato e venduto dalle cooperative del Consorzio Interregionale Orto-frutticoli (CIO) e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, che aderiscono al progetto per “Una filiera agricola tutta Italiana” della Coldiretti. Il superpomodoro italiano è stato ottenuto dopo anni di ricerca e sperimentazione con metodi del tutto naturali, che hanno permesso di individuare una varietà ad elevato contenuto di licopene adatta alla coltivazione nei terreni nazionali, senza ricorrere ad Organismi geneticamente modificati. La tipologia di pomodoro selezionata ha una pezzatura delle bacche di circa 70 grammi, forma rotondeggiante, buccia liscia e più rossa ma, oltre ad avere un maggior contenuto in licopene, è anche, organoletticamente parlando, più gustosa. Nel 2010 la varietà di superpomodoro è stata quindi coltivata in campo da una trentina di aziende agricole localizzate soprattutto in Emilia Romagna e Lombardia, ma anche in Piemonte e Veneto, aderenti al sistema del CIO, secondo metodi di coltivazione integrata, cioè nel rispetto di disciplinari di produzione che orientano i produttori verso processi produttivi rispettosi dell’ambiente, che valorizzano metodi conservativi delle risorse naturali (acqua, suolo, energia) e quindi ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibili. Il prodotto raccolto dal campo è stato inviato presso lo stabilimento del Consorzio Casalasco del Pomodoro in Rivarolo del Re (Cremona) per la trasformazione industriale, che consente di esaltare le proprietà del licopene presente. Infatti secondo recenti studi scientifici, il licopene è maggiormente disponibile nel pomodoro cotto, perché la sua molecola, per attivarsi e combattere i radicali liberi, ha bisogno di essere spezzata e questo avviene durante la cottura. Risultati: una superpolpa e una superpassata di pomodoro con il più elevato contenuto di licopene, ma anche caratterizzate da qualità organolettiche uniche, che possono essere acquistate sul mercato per la prima volta in Italia dove sono in vendita con il marchio Pomì L+. Si tratta dell’unico pezzo di Parmalat salvato dalla conquista straniera grazie all’acquisizione realizzata dagli agricoltori associati alle cooperative del CIO e del Consorzio Casalasco del Pomodoro per valorizzare la produzione italiana dal campo alla tavola. A 150 anni dall’Unità d’Italia si tratta di una vera rivoluzione per il prodotto più rappresentativo dell’identità nazionale e componente di base della dieta mediterranea.
“E’ possibile fare ricerca con risultati concreti che rispondono a reali esigenze dei produttori e dei consumatori senza ricorrere a metodi innaturali come la manipolazione genetica”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “è più facile il trasferimento delle innovazioni dal campo alla tavola quando è più diretto il rapporto tra produttori e consumatori come nel progetto della Coldiretti per ‘la filiera agricola tutta italiana’ che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani firmati dagli stessi agricoltori”.
“CIO ha aderito sin dall’inizio ad “Una filiera agricola tutta italiana“ perché questo progetto di Coldiretti rappresenta non solo il nostro modo di fare filiera ma anche l’obiettivo principale del nostro essere cooperativa”, ha affermato Marco Crotti, Presidente del Consorzio Interregionale Ortofrutticoli (CIO) nel sottolineare che “Pomì L+ vuole essere la risposta concreta a questo progetto: una passata di pomodoro 100% italiano, dal seme alla trasformazione, che nasce nei nostri campi per dare risposta alle richieste del consumatore. Partendo da esigenze di salubrità e gusto abbiamo ottenuto un pomodoro non geneticamente modificato ma altamente innovativo, particolarmente gustoso e che strizza l’occhio alla salute”.
“Il superpomodoro è caratterizzato da un contenuto triplo di licopene, un prodotto del tipo alfa-carotene, che esercita un’azione preventiva nell’insorgenza dei tumori della prostata nel maschio e degli annessi nella femmina”, ha affermato il prof. Giorgio Calabrese docente di Alimentazione e Nutrizione Umana all’Università Cattolica nel sottolineare che “la maggiore temperatura ne favorisce il maggior contenuto e il migliore assorbimento a livello intestinale”. “Utile ai piccoli per crescere sani, agli adulti per vivere in modo granitico e agli anziani per prolungare la funzionalità di un corpo che - ha precisato Calabrese - nella vita ha superato abbastanza difficoltà anche organiche. Per quasi la metà degli italiani (45%) la pasta al sugo di pomodoro è il simbolo culinario dell’Unità d’Italia che accomuna gli italiani a tavola del sud, del centro e del nord e batte, anche se di poco, la pizza che raggiunge il 39% delle preferenze mentre percentuali residuali riguardano altri cibi che si sono affermati nella tradizione culinaria Made in Italy come il gelato, la bruschetta con olio d’oliva e il minestrone di verdure che non superano il 3% e l’insalata caprese con appena l’1%, secondo il sondaggio sul sito www.coldiretti.it. ll pomodoro è il condimento più acquistato dagli italiani che si stima consumino in famiglia circa 550 milioni di kg di pomodori in scatola o in bottiglia all’anno. Ogni famiglia durante l'anno acquista almeno 31 kg di pomodori trasformati; ad essere preferiti sono stati nell'ordine i pelati (12 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o il pomodoro a pezzi (5 Kg) e i concentrati e gli altri derivati (3 Kg). Nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli che coltivano su circa 85.000 ettari, 178 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 20mila persone, con un valore della produzione superiore ai 2 miliardi di euro. La produzione italiana di pomodoro destinato alla trasformazione industriale nel 2011, secondo le quantità contrattate dalle industrie, sarebbe di 5,5 milioni di tonnellate, in calo del 14 per cento rispetto ai 6,4 milioni di tonnellate nel 2010. Si tratta - precisa la Coldiretti - dell’effetto della contrazione dei campi coltivati nel 2011 che si sono ridotti a 74.087 ettari, a fronte dei 79.208 dello scorso anno. Ad aumentare sono invece gli arrivi dall’estero. Sono infatti quasi raddoppiate nel primo trimestre del 2011 le importazioni di concentrato di pomodoro straniero (+81%) con gli arrivi dagli Stati Uniti che sono addirittura quadruplicati (+290%) mentre crescono anche quelli dalla Cina (+34%) che si conferma il primo fornitore dell’Italia, nonostante i noti problemi qualitativi e di scurezza alimentare.
La Cina ha iniziato la coltivazione di pomodoro per l’industria nel 1990 e oggi, dopo aver superato l’Unione Europea, rappresenta il secondo bacino di produzione dopo gli Stati Uniti. Dalle navi sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Ogni giorno in media arrivano dalla Cina, nei porti italiani, oltre mille fusti di concentrato di pomodoro che finisce sulle tavole mondiali come condimento tipico dei piatti Made in Italy. Una situazione insostenibile per i consumatori e i produttori del Made in Italy che - conclude la Coldiretti - provoca danni economici diretti e di immagine al prodotto “nostrano” sul quale pesano gli effetti di una concorrenza sleale dovuta a situazioni di dumping sul piano sanitario, ambientale e sociale.
INFLAZIONE: VOLA LA FRUTTA (+14 %) CHE CROLLA IN CAMPI (-20%)
La moltiplicazione dei prezzi della frutta dal campo alla tavola spinge gli alimentari al top
Volano i prezzi della frutta fresca sugli scaffali con un aumento del 14 per cento rispetto allo
scorso anno, superiore a quello della benzina, ma nei campi è crisi profonda con una
diminuzione dei compensi riconosciuti agli agricoltori del 20 per cento, con conseguenze
drammatiche sui redditi delle imprese agricole. E’ quanto denuncia la Coldiretti sulla base dei
dati Istat relativi al mese di giugno che evidenziano un aumento dell’inflazione con gli
alimentari al top da 2 anni (+3,0 per cento) che è dovuto anche alle distorsioni e alle
speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola. A causa delle
distorsioni, delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta
dall’azienda agricola al carrello della spesa - sottolinea la Coldiretti - i prezzi almeno triplicano,
ma possono aumentare anche di 5 o 6 volte.
Quest’estate si è allargata senza giustificazioni - sottolinea la Coldiretti - la forbice dei prezzi
della frutta fresca tra produzione e consumo. Una situazione che danneggia gli agricoltori
costretti a lavorare in perdita ma - precisa la Coldiretti - anche i consumatori che potrebbero
acquistare maggiori quantità e a condizioni più vantaggiose. Una situazione aggravata dalla
mancata firma da parte della Grande Distribuzione Organizzata dell’accordo interprofessionale
per la campagna di raccolta 2011 alla quale la Coldiretti chiede un forte atto di responsabilità.
Gli esempi non mancano secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Sms
consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Le pesche gialle - conclude la Coldiretti -
vengono pagate agli agricoltori 36 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,95
euro al chilo con un ricarico del 442 per cento (piu’ di cinque volte), le albicocche 0,74 euro al
chilo al produttore e 2,40 euro al chilo per i consumatori con un ricarico del 224 per cento (piu’
di tre volte) mentre i cocomeri passano da 0,19 euro al chilo in campo a 0,70 euro al chilo
sulla tavola con un aumento del 268 per cento (oltre tre volte e mezzo) ed i meloni da 0,36
euro al chilo a 1,4 euro con un ricarico del 288 per cento (quasi triplicano).
I PREZZI DELLA FRUTTA DAL CAMPO ALLA TAVOLA
Prodotto Al produttore (euro)
Al consumatore (euro)
Ricarico
Pesche gialle 0,36 1,95 + 442%
Albicocche 0,74 2,40 + 224%
Cocomeri 0,19 0,70 + 268%
Meloni 0,36 1,40 + 288 % Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Sms consumatori relativi al 13 luglio 2011
COLDIRETTI LOMBARDIA:
Burocrazia semplificata e regole
su bioenergie e suolo per un nuovo sviluppo
dell’agricoltura lombarda
Burocrazia semplificata, difesa del suolo, agroenergie “a misura di cascina”, Expo e
filiera agricola diretta verso i consumatori. Sono queste le proposte presentate
martedì da Coldiretti durante l’incontro in Regione Lombardia con il Presidente
Roberto Formigoni per l’illustrazione del Documento strategico annuale all’interno del
Patto per lo sviluppo.
Anche in vista dell’Expo – spiega Coldiretti Lombardia – serve una vera “cabina di
regia” in grado di valorizzare il territorio e la filiera con una rete di accoglienza che
faccia perno sulle cascine e sugli agriturismi, con una valorizzazione del settore
agricolo non solo dal punto di vista produttivo tradizionale, ma anche con le nuove
attività legate al sociale, al wellness e alle vendite dirette con i farmers’ market, i
negozi in cascina e le botteghe di Campagna Amica.
“Ma per facilitare il lavoro delle aziende – commenta Nino Andena, Presidente di
Coldiretti Lombardia - bisogna semplificare e unificare documenti e procedure
burocratiche, con una valorizzazione dei centri agricoli di assistenza alle imprese
attraverso la gestione dei fascicoli aziendali mentre per il rapporto con i consumatori
e il potenziamento del ciclo economico dobbiamo rendere più trasparenti i prodotti
attraverso un’etichetta chiara sull’origine e con tutte le informazioni necessarie per un
acquisto consapevole, potenziando anche le occasioni di contatto fra agricoltori e
consumatori”.
Le bioenergie sono poi un altro fronte dello sviluppo – spiega Coldiretti - ma devono
restare un’opportunità all’interno del lavoro nei campi e non una scelta sostituiva:
quindi gli impianti a biogas non devono essere superiori a 1 megawatt e i pannelli
fotovoltaici devono finire sui tetti e non sui terreni. Bisogna mettere regole precise al
consumo di suolo – continua la Coldiretti - sia per quanto riguarda la quantità di
superficie che viene usata per le infrastrutture che per i risarcimenti da garantire alle
aziende agricole a fronte di sottrazioni di terreno che le danneggiano sia dal punto di
vista produttivo che economico.
Infine anche sul fronte dei Parchi sono necessari – secondo Coldiretti Lombardia – un
funzionamento meno burocratico di questi enti di tutela e una migliore
rappresentanza della parte agricola quale espressione imprescindibile del territorio in
cui il Parco opera.
EMERGENZA NUTRIE:
SUL SITO DI COLDIRETTI CREMONA
IL VIDEO DEI SOPRALLUOGHI
CHE DOCUMENTA I GRAVI DANNI
NEL TERRITORIO CASALASCO
In un percorso a tappe nel territorio casalasco, Coldiretti Cremona ha documentato – con foto e
riprese video – gli ingenti danni prodotti dalle nutrie. Il materiale così raccolto rappresenta una
ulteriore conferma della gravità della situazione, già descritta da Coldiretti Cremona attraverso
una lettera a firma del Direttore Simone Solfanelli, indirizzata nel maggio scorso al Prefetto
della Provincia di Cremona Tancredi Bruno di Clarafond, all’Assessore all’Agricoltura della
Regione Lombardia Giulio De Capitani, al Presidente della Provincia di Cremona
Massimiliano Salini e all’Assessore provinciale all’Agricoltura Gianluca Pinotti. Coldiretti ha
chiesto un intervento immediato e drastico. Sul sito di Coldiretti Cremona (all’indirizzo
www.cremona.coldiretti.it) è possibile vedere il servizio tv girato nelle campagne di
Casalbellotto, Vicobellignano, Spineda e Casteldidone (già trasmesso nell’ambito della
trasmissione W l’Agricoltura ed ora disponibile anche online). Le immagini e le testimonianze
degli imprenditori agricoli mostrano con chiarezza il grave danno imputabile alle nutrie.
Altri ‘video’ sul sito di Coldiretti Cremona:
Si arricchisce la proposta di video inseriti sul sito di Coldiretti Cremona. Ecco, di
seguito, le nostre ‘segnalazioni’ della settimana.
Nuovi video (alla voce GIOVANI IMPRESA):
- Gianna e Giacomo Maghenzani: al via al Boschetto l’agrinido Piccoli Frutti
- Stefano Rho: dall’impresa suinicola nasce il Punto Campagna Amica
- Carlo, Marco, Nicola e Simone Pasquali: allevatori e produttori di energia
Il nostro indirizzo è www.cremona.coldiretti.it
AVVISI ALLE IMPRESE
Più tempo per realizzare le opere dei PSR La Regione Lombardia ha comunicato ai beneficiari di alcune misure del PSR la possibilità di realizzare le opere chieste in domanda avendo qualche mese in più di tempo. Nel dettaglio, la tabella che segue precisa le nuove scadenze da rispettare:
Misura Periodo Nuovo termine per realizzare gli interventi 121 4° 01 marzo 2012 121 4° 01 gennaio 2012 (*) 125 B 1° 30 settembre 2012 226 1° 30 settembre 2012 311 A 4° 01 marzo 2012 311 B 3° 01 marzo 2012 311 C 3° 01 marzo 2012 323 C 2° 30 settembre 2012
(*) per le imprese che dovevano presentare domanda di pagamento del saldo entro e non oltre 10 mesi dalla pubblicazione sul BURL del provvedimento di ammissione a finanziamento, successivamente estesi a 13 mesi.
BSE, campionamento sopra i 72 mesi
A seguito di una decisione della Commissione Europea (n. 2011/358/UE), dal 1° luglio l'Italia
può aumentare il limite di età dei bovini da sottoporre a campionamento per Bse a 72 mesi
(per i capi regolarmente macellati) e a 48 mesi per le categorie a rischio (macellazione
d'urgenza o differita, morte). Questa disposizione riguarda anche i bovini provenienti dagli
scambi intracomunitari tra 26 Stati Membri: Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania,
Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria,
Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Finlandia, Svezia,
Regno Unito, Isole Normanne e Isola di Man.
Per i bovini nati negli Stati Ue non inclusi nella lista e nei Paesi Terzi (inclusa la Repubblica
di San Marino) ma macellati nel nostro Paese - indipendentemente se abbiano soggiornato
negli Stati membri autorizzati alla nuova sorveglianza - dovrà essere eseguito il
campionamento degli animali di 24 mesi per le categorie a rischio e di 30 mesi per la
categoria di quelli regolarmente macellati
Il bollettino diabrotica è sul nostro sito
Ricordiamo che sul sito di Coldiretti Cremona (www.cremona.coldiretti.it) viene pubblicato il
“bollettino diabrotica”, a cura del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia, in
collaborazione con l’Ersaf. Il bollettino offre un costante monitoraggio della presenza di
diabrotica nel territorio, informando gli agricoltori in merito all’evolversi della situazione
nelle campagne della provincia di Cremona e di tutta la regione Lombardia.
“Scatta la Campagna”, concorso fotografico
“Scatta la Campagna”: è questo il titolo del concorso fotografico nazionale promosso dalla
Fondazione Campagna Amica e La Nuova Ecologia, in collaborazione con Coldiretti e
Legambiente e con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
La prima edizione dell’iniziativa ha preso il via a marzo e proseguirà fino al 31 luglio 2011.
L’intento è rappresentare la relazione di fiducia, quasi di familiarità, che si stabilisce fra
produttori e consumatori nel contesto dei Farmer’s Market e i Mercati di Campagna Amica.
Il concorso prevede due categorie, la prima relativa ad immagini realizzate con fotocamere
professionali o semiprofessionali e la seconda per immagini realizzate con fotocamere integrate
all’interno di cellulari (o comunque apparecchi a bassa definizione), ed un premio speciale per
“i volti della campagna”. I premi saranno prodotti ortofrutticoli e zootecnici offerti da
Coldiretti per i primi classificati delle 2 categorie e del premio speciale. Coldiretti invita tutti
gli appassionati di fotografia (e dei genuini prodotti proposti nel Mercato di Campagna Amica)
a prendere parte all’iniziativa. La locandina, con ogni informazione utile, è sul sito di Coldiretti
Cremona, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it.
Mercato di Campagna Amica, il calendario
Ricordiamo il calendario del Mercato di Campagna Amica degli agricoltori di Coldiretti in
provincia di Cremona:
CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13
CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina
SORESINA. Il lunedì, ore 8-13, davanti al Palazzo Comunale
PANDINO. Il 2° e il 4° lunedì del mese, in via Umberto I
VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma
CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi
BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro, la seconda domenica del mese
CREMA. In via Terni, prossimo appuntamento domenica 17 luglio.
Agricoltura e Ambiente sono in tv
Ricordiamo che W l’Agricoltura, la trasmissione di agricoltura, ambiente e alimentazione
tv proposta da Coldiretti Cremona, va in onda:
- ogni giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor e PrimaRete
- in replica la domenica, ore 13, su Telecolor.
MERCATI – DA VENERDI’ 8 A GIOVEDI’ 14 LUGLIO 2011
PRODOTTO Unità di
misura
CREMONA
MILANO
MANTOVA
MODENA
FRUMENTO
tenero buono
mercantile Tonn. 205-207 219-222 209-214
(fino) 223-228
GRANOTURCO ibr. naz.
14% um. Tonn. 254-255 264-265 261-263 266,0-267
SEMI di SOIA Nazionale
Tonn. n.q. 400-402 387,0-392 Sorgo nazionale
n.q.
ORZO naz. p.spec. 55-60
p.spec. 66-68 Tonn.
199 – 206 193 – 199
211-214 221-223
195-202 211-218
(p.spec. 63-65)
209-212
CRUSCA alla rinfusa
Tonn. 148 – 150 133-134 142,0-145 131,0-132,0
FIENO Magg.
Agostano Tonn.
130 – 150 di erba med: 130-150
101-115 n.q.
Magg. 2° taglio
in cascina n.q.
Medica fienata 1° t.
115,0-125,0
PAGLIA press. (rotoballe) ’10
Tonn. 100 – 110 108-120 Fieno 1° taglio
130-135 Paglia di frumento
press. ball. 60-65
SUINI lattonzoli locali
15 kg 3,350 3,340 3,250 3,300
SUINI lattonzoli locali
25 kg 2,410 2,410 2,320 2,400
SUINI lattonzoli locali
30 kg 2,320 2,320 2,210 2,310
SUINI lattonzoli locali
40 kg 2,120 2,100 2,040 2,110
SUINI da macello
156 kg 1,335 1,400 n.q. (da 144 a 156 kg)
1,345
SUINI da macello
176 kg 1,395 1,400 n.q. (da 156 a 176 kg)
1,399
SUINI da macello
Oltre
176 kg 1,365 1,375 n.q.
(da 176 a 180 kg) 1,370
VACCHE FRIS.
1° qualità (p.v.) kg. 2,30-2,70
MONTICHIARI 1,15-1,25
da macello 1,120-1,220
VACCHE FRIS. 2° qualità (p.v.)
kg. 2,00-2,25 MONTICHIARI 0,85-0,98
0,86-0,96
MANZE scott. 24 mesi
kg. 2,20-2,75 Vitelloni da macello
24/30 mesi 1,25-1,35
1,01-1,180
Vitelloni femm. da macello pezz. nere (kg. 450-500)
1,18 – 1,33
PRODOTTO
Unità di
misura
CREMONA
MILANO
MANTOVA
MODENA
VITELLI baliotti fris. (p.v.)
50-60
kg. 2,00-2,40
MONTICHIARI
(50/60 kg)
2,00-2,20
(da 46 a 55 kg)
2,40-2,70 (50 kg)
2,65-3,30
VITELLI baliotti pie blu belga p.v
50-60
kg. 3,20-4,25
MONTICHIARI 4,10-4,45
4,50-4,90 (pregiate 70 kg)
4,46-5,50
BURRO pastorizzato
kg. 3,25-3,30 past. 3,70 centr. 3,90
2,75 Zangolato di creme
X burrificaz. 2,40
PROVOLONE VALPADANA fino a 3 mesi
kg. (dolce)
4,95-5,15 5,05-5,20 n.q. --
PROVOLONE VALPADANA
oltre 3 mesi kg.
(piccante) 5,10-5,50
5,25-5,50 n.q. PARM. REGGIANO
12 mesi 10,75-11,10
GRANA scelto stag. 9 mesi
kg. 8,20-8,45 8,20-8,40 8,25-8,50
PARMIGIANO
REGGIANO
fino a 24 m 12,10-12,45
GRANA scelto
stag. 12-15 mesi kg. 8,75-8,90 8,70-9,10 8,80-9,05
PARMIG. REGG.
30 mesi e oltre 13,30-13,70
N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il 1°
e il 3° mercoledì del mese. Questo dato, conseguentemente, va letto ed interpretato con la dovuta
attenzione rispetto agli altri dati pubblicati. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono in due
giorni separati: il martedì per il comparto dei cereali e derivati, il lunedì per quello zootecnico che fa
riferimento a Montichiari. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione nel confronto dei dati qui
riportati. Il mercato di Mantova avviene in un solo giorno e cioè il giovedì. Modena il lunedì.
TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI
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