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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. CNOP - ORDINE DEGLI PSICOLOGI Rassegna Stampa del 11/06/2010

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CNOP - ORDINE DEGLIPSICOLOGIRassegna Stampa del 11/06/2010

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INDICE

CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI

11/06/2010 City - Napoli

Strade a rischio iniziativa degli psicologi7

10/06/2010 La Sicilia

Palma presidente della Fondazione8

PSICOLOGI E PSICOLOGIA

11/06/2010 La Repubblica - Genova

Alcol, allarme rosso per gli adolescenti "Fegato distrutto sin dai 15 anni"10

11/06/2010 Libero - Nazionale

La chiave del successo è la creatività11

10/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BRINDISI

«Sostegno e cura dei malati oncologici»12

10/06/2010 La Nazione - LIVORNO

«Un supporto a basso costo e in tempi rapidi»13

10/06/2010 Famiglia Cristiana

Siate genitori non un bancomat14

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

11/06/2010 Corriere della Sera - MILANO

Dentisti in fuga, denunce e debiti «Io, costretto a vendere l'auto»17

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Possibile recedere anche dal contratto di finanziamento19

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Grasso: «Bene i nuovi limiti sull'utilizzo dei contanti»20

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

NOTIZIE In breve21

11/06/2010 Libero - Nazionale

I consiglieri lavorano gratis22

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11/06/2010 Libero - Nazionale

Liberalizzare il commercio per salvare i piccoli negozi23

11/06/2010 ItaliaOggi

Revisori, un sondaggio sulla cassa24

11/06/2010 ItaliaOggi

I revisori non lavorano gratis25

11/06/2010 Il Mondo

Albi tecnici, piano piano si sgonfia il Pat27

10/06/2010 Tempi

La fabbrica degli evasori28

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI

11/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE

Brunetta: la tv di Stato deve essere privatizzata32

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Via allo scalone per le pensioni rosa33

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Tetto di 311mila euro per i manager pubblici35

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Via allo sportello unico Andrà anche all'estero36

11/06/2010 Il Sole 24 Ore

Siglato accordo con Brunetta per Reti Amiche38

11/06/2010 Il Messaggero - Nazionale

E la riduzione delle Province salta ancora39

11/06/2010 Il Giornale - Nazionale

La Lombardia si corregge, il portavoce di Brunetta no40

11/06/2010 Il Giornale - Nazionale

Ecco gli uomini d'oro con il compenso salvato dalle forbici41

11/06/2010 Il Giornale - Roma

Capitale digitale: addio carta inutile43

11/06/2010 Avvenire - Nazionale

Paghe, Brunetta «frena» i manager Ai dirigenti pubblici niente compensi extra oltre lasoglia di 31 lmila euro l'anno

44

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11/06/2010 Il Giorno - Nazionale

Eire chiude e fa il bilancio «Meglio delle previsioni»45

11/06/2010 Il Mattino - NAZIONALE

Firma digitale al via: interessa 530mila utenti46

11/06/2010 ItaliaOggi

Manager p.a. con tetto (flessibile)47

11/06/2010 ItaliaOggi

Il certificato si trova in tabaccheria48

11/06/2010 ItaliaOggi

Firma digitale con Internet banking Intesa49

11/06/2010 La Nazione - Nazionale

CARIFIRENZE Via alla firma digitale Polizze e prestiti sottoscritti in rete50

10/06/2010 La Nazione - UMBRIA

Il 'dottor'-clown:«Vivere positivo»51

10/06/2010 La Nazione - SIENA

Mancini con il presidente Napolitano e Brunetta al «Premio dei premi» perl'innovazione tecnologica

52

11/06/2010 MF

Tasse e ticket nei punti Lottomatica53

11/06/2010 La Padania

Federalismo: il Demanio metta proprietà su web54

11/06/2010 La Padania

LA POLITICA DELLA QUALITÀ IN CONSIP55

10/06/2010 Famiglia Cristiana

I certificati medici di malattia solo on-line56

11/06/2010 Il Mondo

E ALLA BOCCONI PARLERÀ DI DIGITALIZZAZIONE57

11/06/2010 Il Mondo

L'ufficio è meglio con il check-up58

UNIVERSITA

11/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE

«La parità non può iniziare dalla pensione»60

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11/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE

Interventi & Repliche62

11/06/2010 La Repubblica - Bari

SALVIAMOCI DAGLI SCRUTINI64

11/06/2010 La Repubblica - Nazionale

LA RIFORMA GELMINI METTE A RISCHIO LA CULTURA ITALIANA65

11/06/2010 Il Mattino - NAZIONALE

Ricerca e formazione, la sfida dei chirurghi66

11/06/2010 ItaliaOggi

L'architetto delle immagini67

11/06/2010 MF

DUE DILIGENCE FERRARIO PUNTA SULL'INSEGNAMENTO A DISTANZA. DAUNITELMA AL BRASILE

69

11/06/2010 Il Mondo

Dal rettorato alla politica la corsa è bipartisan70

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINEDEGLI PSICOLOGI

2 articoli

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Strade a rischio iniziativa degli psicologi Gli ultimi dati hanno confermato un altro spiacevole primato: Napoli e la Campania sono leader negli incidenti

stradali (10mila all'anno con 300 morti e 15mila feriti). Assume perciò una certa rilevanza il corso di

formazione "Condotte a rischio e sicurezza stradale" presentato ieri dall'Ordine degli psicologi, destinato a

formare degli psicologi per l'attività di prevenzione degli incidenti. L'iniziativa trae spunto dai risultati del

progetto pilota "I ragazzi si riappropriano della strada", realizzato dall'Associazione psicologi per la

responsabilità sociale, iniziativa finalizzata all'acquisizione e al rispetto di norme e regole.

11/06/2010 23Pag. City - Napoli(diffusione:840000, tiratura:840000)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 11/06/2010 7

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CREDITO VALTELLINESE Palma presidente della Fondazione S ONDRIO . Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese riunitosi il 4 giugno

nella nuova composizione per il triennio 2010-2012, deliberata dal Cda del Credito Valtellinese nella seduta

dell'11 maggio, ha nominato Angelo Maria Palma presidente. Angelo Maria Palma è laureato in Economia e

Commercio all'Università Cattolica di Milano, dove è titolare della cattedra di Economia Aziendale presso la

facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative, Dottore Commercialista e Revisore Contabile,

promotore dello Studio Associato Palma con uffici in Como e Milano, autore di numerose pubblicazioni,

amministratore e sindaco in società industriali e di servizi. Nel Gruppo è attualmente vice presidente del

Credito Valtellinese e del Credito Piemontese, ed è stato Presidente del Credito Artigiano e del Credito

Piemontese. E' attivo nel volontariato con i seguenti incarichi: Presidente Onorario dell'Ente Morale Piccola

Casa Federico Ozanam, che dà assistenza ai poveri e agli indigenti; Presidente dell'Associazione Antonio e

Luigi Palma, per la cura del dolore; Consigliere dell'Istituto Sostentamento del Clero della Diocesi di Como. Il

prof. Palma succede all'avv. Francesco Guicciardi, al quale il Consiglio di Amministrazione ha espresso viva

gratitudine per il prezioso contributo e l'impegno profusi fin dalla nascita della Fondazione, avvenuta nel

1998. La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ha quali istituti sostenitori le banche del Gruppo: Credito

Valtellinese, fondatore, Credito Artigiano, Credito Siciliano, Credito Piemontese, Banca dell'Artigianato e

dell'Industria, Cassa di Risparmio di Fano, Banca Cattolica, Banca della Ciociaria, Bancaperta, Mediocreval.

10/06/2010 10Pag. La Sicilia(tiratura:80914)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 11/06/2010 8

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA

5 articoli

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Alcol, allarme rosso per gli adolescenti "Fegato distrutto sin dai 15 anni" In aumento i trapianti di fegato, preoccupano le droghe miste Gianni Testino: "L'ultimo pericolo è l'utilizzo diSmart drugs, sostanze non classificate e mescolate" WANDA VALLI L'ALLARME alcol tra i giovani continua. I dati dell'Istituto Superiore della Sanità fotografano un'Italia dove

l'alcol è il terzo fattore di rischio di morte prematura e la prima causa di morte sotto i 24 anni.

In Liguria va anche peggio. Le ragazze trai 15ei 19 anni sono al primo posto per numero di ubriacature,

mentre la cirrosi epatica, vale a dire una malattia che colpisce un fegato "spompato", è in aumento del 2 per

cento tra chi ha tra i 15 e i 35 anni. Così come sono in aumento i trapianti di fegato, con un' età media di 40

anni. Di questo quadro preoccupante, della prevenzione, unico mezzo per provare a bloccare il fenomeno,

lunedì alle 17, al Castello Simon Boccanegra dell'ospedale San Martino, discuterà la sezione ligure della

Società italiana di Alcologia. Per cercare di ridurre il numero dei pazienti, dei ricoveri, (la Liguria è al terzo

posto in Italia), per ribadire che "la cura della salute" dei giovani, è il passaggio fondamentale. Ne è convinto il

professor Gianni Testino, presidente della sezione, che da anni porta avanti la sua battaglia contro i danni da

uso e abuso di alcol.

Spiega, il professore, che l'ultimo pericolo è la tendenza a usare insieme alcol e sostanze a base di caffeina,

oppure alcol e "smart drugs" le droghe furbe, alla lettera, perché non classificate come tali, ma dannose e

pericolose se assunte insieme con l'alcol. Intanto si apre un altro scenario inquietante sempre nel mondo

giovanile. Chi ha tra i 15 e i 19 anni di età, dichiara spontaneamente di usare "in prevalenza" sostanze che

vanno dagli allucinogeni (il 2,8 per cento dei maschi e il 5, 3 delle femmine), alla cannabis (28,6 i maschi,

35,6 le femmine), e poi cocaina (4,4 maschi; 6,8 femmine), eroina (2,2 maschi e 2,9 femmine). E ancora:

stimolanti,( 2,5 per i maschi, 4,3 per le femmine), psicofarmaci (6,3 i maschi e 3,9 le femmine). Al primo posto

resiste la sigaretta: fuma il 64,9 per cento dei maschi e il 80,3 delle femmine, all'ultimo gli anabolizzanti ( 0,3

per i maschi; 1,1 per cento per le femmine). Se si guardano i dati nel loro complesso, sono sempre le ragazze

le più esposte. Tornando ai guai da alcol, i trapianti di fegato causati da abuso sono stati il 42 per cento del

totale nel 2008, per scendere al 37 per cento nel 2009, con un'età media di 40 anni, mentre fino a dieci anni

fa era di 50. Spiega Gianni Testino: «Se consideriamo che un fegato per essere danneggiato in modo

irreversibile impiega dai cinque ai vent'anni, si capisce bene il pericolo che corrono i ragazzi, se poi oltre al

bere usano le "smart drugs, a base di caffeina o efedrina, o psicofarmaci e altre droghe, l'allarme aumentae

di molto». Le smart drugs sono il fenomeno più recente.

Gianni Testino: «Contengono principi attivi di estratti vegetali come efedrina e caffeina, si possono

acquistare perché in teoria sono profumatori d'ambiente, non classificati quindi come droghe, ma unite

all'alcol diventano devastanti». Finito l'effetto euforizzante, portano a quello Gianni Testino chiama «il crollo

notturno». La stanchezza, causa delle morti in incidenti stradali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.direzionescolastica.liguria.it sia.dfc.unifi.it

Foto: L'INDAGINE Dati ancora più allarmanti sul consumo di alcol e droghe tra i giovanissimi

11/06/2010 3Pag. La Repubblica - Genova(tiratura:710716)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 10

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Alessandro Amadori La chiave del successo è la creatività Trovare un impiego, oggi, è una grande sfida. Che può diventare una vera e propria montagna da scalare se

il lavoro lo si perde. Fra le tante armi che si possono usare per affrontare questa battaglia, la creatività

potrebbe sembrare un po' spuntata. Non è così per Alessandro Amadori, psicologo, direttore dell'istituto di

ricerca Coesis e autore di molti libri guida per destreggiarsi nel mondo lavorativo. «È proprio nei momenti di

difficoltà, come quello che stiamo attraversando», spiega Amadori, «che la creatività è ancora più

importante». Per creatività, continua lo psicologo, si intende la capacità di produrre un'idea o un oggetto che

abbia tre requisiti: un elemento di novità, la possibilità di soddisfare una funzione e la riconoscibilità sociale,

perché «non tutto ciò che è originale è anche creativo». Ciò che è creativo, insomma, «deve avere un'acce

zione positiva». Creatività e positività sono due aspetti che viaggiano di pari passo. È questo l'aspetto

centrale dell'ultimo volume di Amadori, "Risolvi i tuoi problemi! Come superare con la creatività le sfide sul

lavoro e nella vita" ( Mind edizioni ). «Bisogna addestrarsi a riconoscere le opportunità nascoste dietro ai

rischi», sottolinea l'autore: «Il problem solving creativo è una tecnica di auto miglioramento continuo, una

filosofia di vita». Che deve essere accompagnata dalla capacità di individuare prima di tutto gli aspetti positivi

«di una situazione, di un posto, di una persona: è il concetto dell'avvocato dell'angelo, opposto a quello del

diavolo». Perché, in tempi di vacche magre, l'ultima cosa da fare è disperarsi e dare la colpa a qualcosa che

non si può controllare. «In un mondo che tende ad autodeprimersi», conclude Amadori, «si deve imparare a

tirare fuori il meglio». ANDREA TEMPESTINI

11/06/2010 34Pag. Libero - Ed. nazionale(tiratura:224026)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 11

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«Sostegno e cura dei malati oncologici» n «Il sostegno e la cura: in ogni caso prendersi cura»: è stato questo il tema di un convegno di psico-

oncologia - svoltosi a Fasano lo scorso 4 giugno presso l'auditorium dell'Istituto «Salvemini» - organizzato

dall'associazione Gruppo assistenza neoplastici di Ostuni, in collaborazione con la Società italiana di psico-

oncologia di Puglia. L'umanizzazione delle cure, la presa in carico del malato oncologico e dei suoi familiari,

le cure palliative e l'ascol - to del paziente sono stati gli argomenti trattati durante lo svolgimento del

convegno, nel corso del quale si sono confrontati medici e psicologi. L'assi - stenza domiciliare è una delle

tante forme con cui si esprime l'umanizzazione delle cure in oncologia. L'evento, patrocinato dall'Ordine dei

medici della provincia di Brindisi e dall'Or - dine degli psicologi della regione Puglia, ha visto la partecipazione

di autorevoli relatori ed esperti a livello nazionale.

10/06/2010 8Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi(tiratura:63756)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 12

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LA DISCIPLINA IL COUNSELING È NATO NEGLI STATI UNITI NEGLI ANNI CINQUANTA «Un supporto a basso costo e in tempi rapidi» - LIVORNO -

MA CHE COS'È il counseling? Questa «cosa» sconosciuta dalle nostre parti, in realtà sta avendo un grosso

successo nel resto del mondo. Il counseling è nato negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e fin da allora si è

posto come supporto nei servizi socio-psicopedagogici e come orientamento psico-sociale e lavorativo nel

singolo, nella coppia, nella famiglia e nelle organizzazioni pubbliche e private. La varietà degli ambiti

d'intervento del counseling, a cui fa riscontro un'altrettanta ampia gamma di modelli teorici di riferimento,

testimonia l'esigenza e la complessità con cui si esprime, con il bisogno della relazione di aiuto, la risposta

del counselor volta a offrire al cliente (e non paziente come nel caso dello psicologo) l'opportunità di

esplorare, scoprire e rendere chiare modalità del vivere più proficue e improntate all'ottenimento di un

maggior benessere.

PERCHÉ si dovrebbe chiedere aiuto a un counselor? «L'economia è cambiata - ha spiegato Mengheri -, ci

sono meno soldi in giro ed una figura professionale che possa essere di supporto a basso costo e in tempi

relativamente rapidi coincide con le attuali e reali esigenze economiche. Il mondo è frenetico, si ha meno

tempo, spazio e denaro da dedicare a sé stessi: sostenere psicoterapie o percorsi psicologici di lunga durata

diviene sempre più difficile. Il counselor è una valida e attuale risorsa per coloro che hanno bisogno di un

ascolto professionale, sia in ambito privato che in quello pubblico».

i.v.

10/06/2010 2Pag. La Nazione - Livorno(tiratura:176177)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 13

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Siate genitori non un bancomat I consigli dello psicologo : «Allenate i figli all'uso dei soldi. E state molto attenti a non pagare sempre tutto». RENATA MADERNA Se si chiede a Fabrizio Fantoni, psicologo psicoterapeuta, tre figli, curatore del blog "Mio figlio l'adolescente"

del nostro sito famigliacristiana.it, consigli per l'uso del denaro in famiglia, se ne ottiene una precisazione:

«Occorre non confondere il denaro e i beni che con esso si acquistano con il bene affettivo che genitori e figli

si devono scambiare tra loro. Si assiste spesso a una confusione: alcuni genitori, che si sentono in colpa per i

lunghi tempi di assenza da casa a causa del lavoro, tendono a compensare i figli per la mancanza di tempo

da trascorrere insieme con l'abbondanza di beni venali. Così, poi, accade che siano gli adolescenti stessi a

confondere i piani: "Se mi vuoi bene, mi comperi...". Credo sia importante avere chiaro, nella testa dei genitori

e nelle loro azioni, che c'è un bene di valore inestimabile che non può essere comperato né sostituito con altri

beni materiali. E che lo chiariscano anche ai figli, evitando di legare le due cose, pensando ad esempio che

un regalo più costoso significhi un amore più grande. Sembra banale, ma secondo me non è così scontato».

Vietato, dunque, collegare amore-denaro, ma anche possibilità-acquisti: «Occorre educare i figli fin da piccoli

a un senso della misura che consideri le spese non solo in funzione alle possibilità economiche. Spesso molti

genitori preferiscono dire "non posso comperartelo" piuttosto che "non te lo compero perché..."». Basta

osservare gli acquisti tecnologici: «Mettere in mano a un ragazzo oggetti che valgono parecchie centinaia di

euro (le consolle dei videogiochi, i cellulari di ultima generazione) va confrontato con il senso dell'opportunità

e con i livelli di responsabilità e la possibilità che ne faccia un uso corretto. Non dimentichiamo che una delle

caratteristiche di questa generazione di adolescenti è la difficoltà a riconoscere il limite, ad accettarlo e a

rapportarsi a esso. Si parla di una generazione che fa fatica a desiderare qualcosa, visto che tutto sembra

ottenibile in tempi rapidi, senza attesa e senza sforzo». Man mano che i ragazzi crescono, tra l'altro, hanno

meno la necessità di chiedere perché, grazie a regali di nonni, zii e amici, possono contare su un gruzzolo,

che alcuni conservano gelosamente e altri utilizzano in modo autonomo: «Viene il dubbio che i ragazzi

riescano a risparmiare perché possono contare sulla copertura delle loro esigenze assicurata comunque dai

genitori, mentre sarebbe bene farli attingere al loro gruzzolo quando ' chiedono un bene costoso, in modo che

"non tutto sia dovuto" e che ci sia una presa di coscienza del valore». Avere una propria cifra fissa da gestire

può aiutare nel compito, anche se Fabrizio Fantoni invita a chiamarla "mancetta" piuttosto che "paglietta":

«Pagati per che cosa? Una mancia è preferibile al ricorso indiscriminato al genitore, perché consente ai

ragazzi e ai genitori di ragionare sui consumi: se papa e mamma sono una specie di bancomat sempre

aperto, è più difficile pensare a un criterio nelle spese. Da evitare anche le forme dì" denaro elettronico, le

carte prepagate, che non consentono di sviluppare l'idea del corrispettivo in denaro di una spesa e

incrementano un senso di onnipotenza senza limiti, anche perché molti adolescenti possono contare su un

conto corrente personale, che non sempre i genitori controllano». Una delle domande su cui i genitori spesso

si consultano è il "quanto" dare. L'Istat a questo proposito segnala una cifra media di 14 euro a settimana:

«Stabilire l'entità della cifra è un'occasione per sedersi attorno a un tavolo e riflettere sui costumi e i consumi

dell'adolescente. Comprende solo spese voluttuarie o anche le spese vive per i trasporti? C'è un piccolo

margine per il risparmio? Nei primi mesi la cifra va monitorata e rinegoziata. Soprattutto all'inizio andrebbe

chiesto un resoconto di massima che definisca come siano stati usati i soldi, anche per distinguere tra spese

vive quotidiane, trasporti, merende, spese per la scuola, e spese per le uscite del fine settimana. Per alcuni

genitori è anche il modo per (provare a) tenere sotto controllo spese più rischiose, come il fumo o l'alcol. Col

tempo, ci si accorge della maggiore o minore oculatezza e dei criteri di spesa, e si riduce il controllo. All'inizio

credo sia meglio non abbondare troppo, si fa sempre in tempo a rimpinguare la mancetta mensile, ma è più

difficile tornare indietro». Per investimenti di maggiore entità, come l'abbigliamento o i gadget elettronici, lo

psicologo consiglia il controllo - e il contributo - dei genitori, mentre per quanto riguarda l'età in cui cominciare

10/06/2010 39Pag. Famiglia Cristiana - N.24 - 10 giugno 2010(diffusione:587400, tiratura:685739)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 14

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è ovvio che la decisione cambi a seconda del ragazzo: «Non c'è una regola fissa. Penso che dipenda dai

livelli di autonomia. In genere, con l'aprirsi a una vita sociale più indipendente, che può coincidere con l'inizio

della scuola superiore (o anche dopo), quando iniziano le prime uscite con gli amici, in un contesto meno

vicino alla famiglia, che richiede più responsabilità. In vista di periodi di vacanza estiva in cui i ragazzi stiano a

lungo lontano dalla famiglia e debbano imparare per tempo a utilizzare una certa somma, è importante che ci

sia prima un "allenamento" all'uso del denaro». Spese e risparmio Come investono le mance secondo

l'indagine Eurisko u-13 A N N I "I giovani non rinunciano?". 14-19 ANNI Spendo tutto 4 2 % 4 3 % Spendo la

maggior parte 3 3 ' O 4 ^ % * e risparmio un po' Ne risparmio la maggior ZA /O 14 /O parte e ne spendo un

po' Risparmio tutto 4 % 2%

Le fonti del denaro I giovani non rinunciano? . Da chi provengono i soldi secondo l'indagine Eurisko " . "

Esclusivamente dai genitori A N N | Parte dai genitori, parte li guadagnano 14*19 ANNI Sono autonomi

finanziariamente - Dai genitori e da altri parenti A Q ®/Q 28% 56%

lo E MIA MOGLIE SIAMO CONSIDERATI MOLTO COERENTI E SEVERI E NE SIAMO SEMPRE ANDATI

FIERI. PUR NON AVENDO ALCUN PROBLEMA ECONOMICO, ABBIAMO CERCATO DI PASSARE A

NOSTRO FIGLIO IL VALORE DELL'ESSENZIALITÀ. CON L'INIZIO DEL LICEO SONO NATI UN SACCO DI

PROBLEMI. DIAMO A LUCA (l6 ANNl) 150 EURO AL MESE. DEVONO SERVIRGLI PER TUTTO (CINEMA,

PIZZE, REGALI AGLI AMICI...); LUI, INVECE, SPENDE TUTTO PER CAPI D'ABBIGLIAMENTO ALLA

MODA CHE SECONDO I NOSTRI STANDARD SONO PIUTTOSTO CARI. COME PER NOI È SEMPRE

STATO UN VANTO NON DARE IMPORTANZA ALLE MARCHE PER LUI È, INVECE, IMPORTANTE

VESTIRSI COME I RAGAZZI VIZIATI CHE FREQUENTA. ADESSO DEVE FARE UN WEEK-END AL MARE

CON ALCUNI COMPAGNI. SECONDO GLI ACCORDI AVREBBE DOVUTO USARE IL DENARO

AVANZATO DALLA SUA LAUTA PAGHETTA MENSILE. OVVIAMENTE, TRA SCARPE, T-SHIRT E

CINTURE DI TENDENZA, NON GLI È AVANZATO NULLA. E CHIEDE A GRAN VOCE ALTRI SOLDI.

SIAMO MOLTO DELUSI. CARLO, SS ANNI

L'ALTRO GIORNO IN TRAM MI ACCORGO CHE TOMASO, 5 ANNI, TIENE I L CAPPELLINO

PENZOLANTE IN MANO. « C H E COSA F A I ? » GLI CHIEDO, E L U I : « I SIGNORI POI CI METTONO

DENTRO I SOLDINI E IO CI COMPRO LE FIGURINE...». S O N O INORRIDITA. C H E MADRE SEMBRO?

M A POI HO PENSATO CHE PER L U I ERA UN GIOCO E HO PRESO LO SPUNTO PER PARLARGLI DEI

SOLDI, COME SI GUADAGNANO, COME SI DECIDE DI SPENDERLI... ELISA, 38 ANNI

7euro è l'importo medio della paghetta per i bambini tra i 6 e i 10 anni lOeuro per quelli tra gli 11 e i 13 anni

17euro per i ragazzi tra i 14 e i 17 anni

Foto: FABRIZIO FANTONI

10/06/2010 39Pag. Famiglia Cristiana - N.24 - 10 giugno 2010(diffusione:587400, tiratura:685739)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 11/06/2010 15

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI

10 articoli

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Il caso In viale Monza controlli nei pc. Uno sportello di assistenza legale per i raggirati Dentisti in fuga, denunce e debiti «Io, costretto a vendere l'auto» Le segnalazioni dei clienti truffati. L'Ordine: troppi medici manager Andrea Galli Alessandro M. è un ex paziente della «Clinica odontotecnica» di viale Monza. Racconta: «Ho 35 anni. Ho

perso circa 5.000 euro e mi toccherà vendere la macchina per ovviare all'esborso, nonostante abbia ancora

mezza bocca da sistemare». Nicolas Charles è un ex dentista dello stesso centro: «Ho 32 anni, laureato a

23, da allora master, tirocinio, specializzazioni, studio, molto studio. Non è vero che noi giovani medici

manchiamo di deontologia. A me spiace che tanti si ritrovino con ponti e impianti interrotti. Mi fa più male

questo che i due mesi di stipendio che non avrò mai più».

Uno in viale Monza, appunto. Il secondo in via Meda. L'ultimo in viale Monte Nero. Tre centri dentistici, tutti di

proprietà di spagnoli, cinque in tutto, forse prestanome, tutti scappati, chissà dove. Un morbo spagnolo gira

per il settore dentistico. Qualcheduno del mestiere dice che è soltanto l'inizio. Che arriverà il botto. Che ci

sarà altra gente rovinata. Che fare? Gli odontotecnici di Confartigianato chiedono «l'intervento dell'Ordine dei

dentisti». Eccolo, l'Ordine, con il presidente milanese Valerio Brucoli. Dice: «La tradizionale fiducia nei nostri

medici sembra patire l'attacco di un sistema sempre più ricco di businessman, maggiormente interessati alla

vendita di prestazione che alla tutela della salute». Infatti li chiamano dentisti low cost. Hanno prezzi più

bassi. Se alla fine fossero «prezzi più giusti»? Il dubbio, ieri, con numerose email al giornale, è stato posto

dagli odontotecnici, che in laboratorio realizzano i lavori utilizzati dal dentista. Racconta Cesare G.:

«Mediamente moltiplicano per quattro il prezzo delle nostre protesi...». Alberto Battistelli è presidente del Cio,

il Collegio italiano odontotecnici. Dice: «Inizieremo una campagna "trasparenza". Contro gli scandali delle

protesi low cost ma anche contro gli scandali creati dai dentisti». Alessandro Cristiano Staffelli, a capo dell'Aio

(Associazione italiana odontoiatri) della Lombardia annuncia la nascita di un «Dipartimento legale» per i

raggirati. Aggiunge, Staffelli, che «è importante regolamentare la pubblicità sanitaria. Ai liberi professionisti

impone restrizioni, mentre alle società sembrerebbe di no».

Difatti, queste ultime, sulla pubblicità, ossessiva, martellante, ci costruiscono basi, fortune e ricchezze. Il

secondo passaggio è attrarre clienti da solleticare con i primi interventi gratuiti o scontati, infine da ancorare a

vita, con i contratti con le finanziarie, che versano subito la somma al dentista e poi esigono a prescindere il

rispetto delle rate, senza se e senza ma. Ancora il presidente dell'Ordine Brucoli auspica «l'accelerazione di

una riforma delle professioni e lo stabilire il ruolo delle società nelle professioni protette». E ancora gli

odontotecnici di Confartigianato chiedono al Governo di «garantire la regolarità nella produzione delle protesi

minata dai dispositivi provenienti da Paesi esteri», da una concorrenza insomma «sleale».

Il settore è in subbuglio, stranito e sconvolto dall'invasione estera. Gli studi diciamo tradizionali da una parte e

i low cost dall'altra. I dentisti più anziani e i giovani, che tendono - in prospettiva, garantiscono, è più redditizio

- a non aprirsi uno studio bensì a rimanere liberi professionisti. C'è il made in Italy e ci sono gli arrembanti

spagnoli. Rapidi, furbi, spregiudicati, così almeno raccontano dei cinque. Con delle eccezioni, certo. Prima di

darsi alla latitanza, i due di viale Monza - Angel Aranda Gonzalez e Carlos Munoz Penalver - avrebbero

ripulito i computer d'ogni dato sconveniente. Ma, pare, si sono lasciati dietro qualcosa: tabelle, nomi di

telefono, informazioni varie, forse tracce.

[email protected]

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246Foto: Gli studi odontoiatrici che risultano attivi a Milano al primo trimestre di quest'anno

4.500

11/06/2010 5Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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Foto: I pazienti vittime delle truffe delle tre cliniche

Foto: Viale Monza I pazienti ingannati davanti alla clinica (foto Abordi)

11/06/2010 5Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 18

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Schema di Dlgs sul credito al consumo Possibile recedere anche dal contratto di finanziamento Elena Simonetti

ROMA

I consumatori potranno esercitare il diritto di recesso già previsto per l'acquisto di beni e servizi anche

rispetto al contratto di finanziamento stipulato con il venditore; mentre le agenzie e i mediatori creditizi

dovranno verificare con molta attenzione requisiti e professionalità dei dipendenti che operano a diretto

contatto con la clientela.

Queste alcune delle novità contenute nello schema di Dlgs di attuazione della direttiva Ce 48/08 approvato

ieri in via preliminare dal governo. Il testo che sarà sottoposto ora al parere delle commissioni parlamentari

prima del sì definitivo di Palazzo Chigi introduce una serie di modifiche al Testo unico bancario (Dlgs 88/09),

soprattutto in relazione alla trasparenza delle condizioni contrattuali e la correttezza degli intermediari nonché

degli agenti e dei mediatori finanziari e al Codice del consumo (Dlgs 206/05) in relazione alla tutela dei

contratti di credito.

Tra le novità figura l'estensione del diritto di ripensamento già valido per i contratti di finanziamento delle

vendite a distanza (internet, tv e altri media), anche a quelli sottoscritti in negozi e grandi magazzini. Per far

valere la nullità del finanziamento stipulato al momento dell'acquisto basterà inviare al massimo entro 14

giorni dalla stipula dell'accordo una comunicazione scritta alla società che eroga il prestito.

In questo caso il contratto di credito si intenderà risolto senza alcuna penalità e senza spese per il

consumatore. Le stesse prerogative potranno essere fatte valere anche nei contratti di leasing o per quelli di

credito a esecuzione continuata o periodica ovvero di durata indeterminata con la precisazione che, in tal

caso, l'obbligo di preavviso non potrà essere superiore a un mese.

Lo schema varato ieri, che potrebbe comunque subire ancora ulteriori ritocchi prima della presentazione alle

Camere, introduce altri paletti nel settore del commercio: negozianti e venditori di beni e servizi saranno

autorizzati a concludere contratti di credito nella sola forma di dilazione del prezzo. In sostanza potranno

proporre alla clientela solo finanziamenti a tasso zero e senza l'applicazione di altri oneri e commissioni.

Una seconda parte del provvedimento incide profondamente sulla disciplina degli agenti in attività finanziaria

e dei mediatori creditizi, introducendo requisiti più selettivi per l'iscrizione agli albi professionali con l'obbligo di

stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile per i danni arrecati a terzi nell'esercizio dell'attività.

Le due professioni vengono separate in modo più netto anche attraverso la previsione del divieto di duplice

iscrizione ai rispettivi elenchi e, per i mediatori creditizi, dell'obbligo di costituirsi nella forma giuridica delle

società di capitali oltre che di vigilare sulla professionalità dei propri collaboratori.

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11/06/2010 31Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 19

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Antiriciclaggio. Il punto sulle norme sui proventi illeciti Grasso: «Bene i nuovi limiti sull'utilizzo dei contanti» ORDINI SOTTO ESAME Per il procuratore antimafia i professionisti hanno spesso un ruolo come consulentinelle operazioni illegali MILANO

Passi avanti significativi. Ma una legislazione che ha ancora bisogno di più di una messa a punto. Il

procuratore nazionale antimafia Piero Grasso è intervenuto ieri al convegno su «Riciclaggio e imprese. Il

contrasto alla circolazione dei proventi illeciti» organizzato all'Università Cattolica di Milano dal Centro studi

«Federico Stella». L'appuntamento ha rappresentato l'occasione per fare il punto sui più recenti fenomeni e

tendenze del riciclaggio e sulle misure idonee a contrastarlo, con l'intervento di una pluralità di relatori (tra gli

altri i magistrati Eugenio Selvaggi e Luigi Orsi, i docenti Donato Masciandaro e Carlo Enrico Paliero, il

direttore dell'Uif Giovanni Castaldi).

Grasso ha sottolineato come le disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti in contanti, con l'abbassamento

della soglia a 5.000 euro, deciso dalla manovra finanziaria costituisce sicuramente un segnale nella giusta

direzione. Una direzione che però dovrebbe essere perseguita anche prevedendo l'istituzione nel nostro

diritto penale del reato di autoriciclaggio (la sua assenza impedisce, per esempio, che chi vende droga e

rimette in circolo il denaro sia sanzionato oltre che per il traffico di stupefacenti anche per l'avere ripulito il

frutto del delitto): «una mancanza che penalizza in maniera grave la nostra disciplina di contrasto rispetto a

quanto avviene in altri Paesi europei. Sembrava che la misura dovesse essere finalmente introdotta, ma poi

non se ne è saputo più nulla».

Il procuratore antimafia non è poi stato tenero neppure con i professionisti mettendo in evidenza come il loro

ruolo all'interno delle operazioni di riciclaggio sia sempre più centrale «tanto da fruttargli commissioni anche

nell'ordine del 30 o 40 per cento». In questo senso bisognerebbe, ha aggiunto Grasso, che da parte degli

Ordini professionali ci fosse una vigilanza più attenta e meno corporativa.

Sempre sul piano normativo, da parte di Grasso, è stato messo in luce come il concorso esterno in

associazione mafiosa si stia rivelando uno strumento inadeguato a contrastare i fenomeni di corruzione tra

soggetti politici e organizzazioni mafiose. Per le mafie, ha chiarito Grasso, «la corruzione è qualcosa di

atipico, perché nei territori dove è presente la criminalità organizzata spesso non ha bisogno di corrompere,

ma agisce con accordi e compromessi magari prima delle consultazioni elettorali». Inoltre, le segnalazioni in

arrivo ricordando che «a muoversi non è più il denaro ma i traffici opachi si sviluppano sugli strumenti di

garanzia».

Donato Collovà consulente tecnico della Procura di Milano ha messo nel mirino alcune delle incongruenze

della recente normativa soprattutto sul difficile coordinamento tra magistratura, Agenzia nazionale sui beni

sequestrati e amministratori giudiziari e sulla mancata istituzione dell'Albo degli amministratori. Donato

Masciandaro ha messo in luce l'internalizzazione del fenomeno del riciclaggio per effetto della maggiore

disponibilità dei consulenti esterni alle organizzazioni criminali a collaborare con la giustizia e l'elevata

propensione italiana all'uso del contante.

G. Ne.

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Foto: Procuratore nazionale antimafia. Piero Grasso

11/06/2010 34Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 20

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NOTIZIE In breve MILANO

Bruti Liberati procuratore capo

Edmondo Bruti Liberati è il nuovo procuratore capo di Milano. È stato nominato ieri dal plenum del Csm con

21 voti a favore, tra cui quello del vicepresidente Nicola Mancino, del primo presidente della Cassazione

Vincenzo Carbone e del Procuratore generale della Suprema Corte, Vitaliano Esposito. Bruti Liberati è ex

presidente dell'Anm e, fino a ieri, procuratore aggiunto a Milano. L'altro candidato, Ferdinando Pomarici, ha

ottenuto quattro preferenze.

PROFESSIONI/1

Il Colap approva

il doppio binario

Il Colap (Coordinamento libere associazioni professionali) condivide la scelta, formalizzata dall'ufficio di

presidenza congiunto delle commissioni riunite di giustizia e attività produttive della Camera, di separare i

destini degli ordini da quello delle associazioni professionali non regolamentate. «La scelta di procedere in

modo distinto con una riforma degli ordini in commissione giustizia - ha spiegato il presidente Giuseppe Lupoi

- e la regolamentazione delle associazioni alle attività produttive incontra pienamente quanto da diversi anni

sosteniamo».

PROFESSIONI/2

Ingegneri contro

la proposta Siliquini

Secondo gli ingegneri la proposta Siliquini sulla riforma delle professioni «va rispedita al mittente». Il

Consiglio nazionale critica l'equiparazione tra i titoli formativi professionali e universitari e l'accorpamento in

un unico albo dei tecnici per l'ingegneria.

11/06/2010 35Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 21

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ORDINI PROFESSIONALI I consiglieri lavorano gratis Leggo tra le lettere pubblicate su Libero quella di Giuseppe Borghi, che propone l'abolizione degli ordini

professionali, perché sarebbero così aboliti «i consigli d'amministrazione degli ordini», che «mantengono

personaggi con compensi a 5 stelle». Essendo il sottoscritto uno dei consiglieri di un ordine professionale

(non un consigliere d'amministrazione, dato che gli ordini professionali non hanno consigli

d'amministrazione), posso assicurare che non solo i consiglieri non percepiscono alcun compenso, ma

prestano la loro opera a titolo totalmente gratuito, rimettendoci di tasca loro il tempo dedicato all'ordine e

spesso anche le spese per raggiungere la sede dell'ordine. Guido Cazzani Milano

11/06/2010 22Pag. Libero - Ed. nazionale(tiratura:224026)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 22

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L'analisi Liberalizzare il commercio per salvare i piccoli negozi BRUNO VILLOIS Mentre i mercati finanziari continuano a essere sull'ottovo lante, l'economia reale accenna a una timida

ripresa. Alcuni indicatori evidenziano da inizio anno notizie confortanti: cresce la produzione industriale e

diminuisce la domanda di cassa integrazione. Resta però al palo l'intera area commercio e consumi. Dopo un

primo trimestre da pallido sole, ecco riapparire in aprile nubi nere con una contrazione - dati Confcommercio -

di oltre un punto e mezzo sullo stesso mese del 2009, che già era assai deficitario in relazione all'anno prima.

Secondo la maggior associazione di rappresentanza dei commercianti, la contrazione è dovuta in primis allo

scivolone delle vendite di auto, orfane degli incentivi. A mio parere i principali limiti che sembrano

insormontabili sono: in primis lo stile di vita della gente, che per la crisi si è modificato su molti fronti. Uno

riguarda gli acquisti: si compra solo in presenza di sconti o incentivi. Basta guardare l'abbigliamento: nei primi

cinque giorni del periodo dei saldi c'è un vero e proprio assalto, poi una settimana di lavoro intenso e infine

un flop assoluto. Sempre più sono i negozianti che si ritrovano un invenduto pari alla metà di quanto

comprato, merce poi ricollocata sul mercato, ai così detti terzisti, a circa la metà di quanto è stata pagata.

Secondo tema caldo: prima dello tsunami, con maggiori disponibilità nel portafoglio, i consumatori

miscelavano i consumi mettendo abbigliamento, accessori, benessere e viaggi allo stesso livello. Adesso,

con gli armadi ancora pieni da precedenti acquisti, si privilegia, anche se sempre a sconto, benessere e

viaggi a discapito degli altri consumi. Non di rado i viaggi, sono oltre confine e la valuta la si spende. Le

minori disponibilità finanziarie di oggi hanno fatto la differenza, e anche i cliente più facoltoso pretendono

sempre lo sconto e il grosso degli acquisti aspettano a farlo quando scattano i fatidici periodi dei saldi. Ad

abitudini e saldi, per affossare il commercio si aggiungono i costi di esercizio e il ridotto ricorso, in caso di

crisi, agli ammortizzatori sociali. I canoni locativi, anno dopo anno, sono gonfiati in rapporto all'aumento dei

prezzi degli immobili. Così succede che 100 metri quadri in una zona commerciale centrale di Milano pagano

un affitto di almeno 100 mila euro l'anno, a fronte di un valore teorico del negozio di 1 milione. Simile la

situazione a Roma. In periodi buoni l'incidenza della locazione era circa pari al 10/12% del giro d'affari,

adesso con la riduzione del fatturato del 30/40% il canone incide il doppio e i margini strozzati non lo

sopportano. Stessa situazione per i dipendenti. Prima, compreso titolare e parenti, incidevano sul 12/15%,

adesso pesano quasi il doppio. A questo bisogna aggiungere costi accessori e balzelli erariali locali, oltre agli

studi di settore e, voilà, tante saracinesche restano abbassate e raramente i negozi vuoti vengono ricollocati.

Per chiudere il cerchio dei problemi vanno aggiunti la stagionalità, l'insufficiente autonomia finanziaria della

maggioranza degli esercenti, il sempre più difficile ricorso al credito bancario, il nero che si accantona invece

di destinarlo a sostenere l'impresa che l'ha prodotto, l'inadeguata preparazione professionali. Evidenziati i

problemi, provo a pensare a qualche rimedio. Sui costi di gestione, impossibile calmierarli; sui saldi, renderli

liberi tutto l'anno può creare ulteriori affossamenti, vendere sotto costo non può che produrre lutti; sugli studi

di settore il governo sta riorganizzandoli, bene accelerare; sul liberalizzare aperture di piccole dimensioni,

abolendo licenze e permessi, ottimo se si richiedono idonei mezzi finanziari e preparazione, se no dalla

padella si cade nella brace, cos'al tro? In periodi di sacrifici collettivi impossibile parlare di agevolazioni

mirate, però esentare la tassazione alle micro imprese per un periodo di avviamento (24 mesi?) potrebbe

dare sostanza alla micro impresa e metterla sotto un ombrello che resiste alla crisi di sistema. Di certo, un

paese come il nostro, con 8 mila comuni, non può fare a meno di una grande rete di micro negozi. Così come

vanno oggi le cose, c'è il rischio di perderne una parte rilevante.

11/06/2010 26Pag. Libero - Ed. nazionale(tiratura:224026)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 23

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Gli iscritti al sindacato chiamati a pronunciarsi sulla possibilità di entrare in un ente ordinistico Revisori, un sondaggio sulla cassa Consultazione interna su un nuovo percorso previdenziale Mentre è al decollo la prima azione giudiziaria per il pieno riconoscimento della rappresentanza tributaria,

procede con successo il monitoraggio tra le migliaia di iscritti all'Istituto nazionale revisori legali per

raccogliere i pareri dei professionisti sull'ipotesi di una possibile realizzazione di una cassa di previdenza

condivisa con un ente ordinistico. Ad oggi sono giunte alla email dell'Istituto nazionale revisori legali

([email protected]) migliaia di riscontri che verranno attentamente vagliate dall'ufficio di presidenza

dell'Inrl per ottenere un trasparente pronunciamento della categoria sulla fattibilità di questo importante

percorso previdenziale che segue la evoluzione in atto nelle casse previdenziali dei principali ordini

professionali.«Si tratta», spiega il presidente dell'Inrl Virgilio Baresi, «di una vera e propria consultazione

interna per capire qual è l'atteggiamento e la percezione dei revisori legali riguardo questo importante passo

che l'Inrl intende compiere solo dopo aver interpellato in modo trasparente la base dei suoi iscritti. Sondiamo

quindi il parere dei nostri colleghi che sollecitiamo al riscontro, e nei prossimi giorni vaglieremo tutte le

risposte, consci che rappresenta un percorso delicato e di grande spessore per l'intera categoria».L'iniziativa

dell'Inrl è stata avviata dopo il rinnovo del contratto nazionale di lavoro tra Cnai, Cip, Cisal e Fenasalc, firmato

pochi giorni fa e che entrerà in vigore il prossimo 1° luglio, in una ottimale tempistica con la recente entrata in

vigore del dlgs 39-2010 in materia di revisione legale.I testi integrali del decreto legislativo che detta le nuove

regole nell'attività di libera professione del revisore legale e i passaggi significativi del nuovo contratto

nazionale di lavoro saranno pubblicati in un inserto speciale allegato al Giornale del Revisore che verrà

presto distribuito a tutti gli iscritti Inrl.«Il puntuale adeguamento di tutti i parametri operativi che dovranno

contraddistinguere l'attività professionale del revisore e la tempestiva comunicazione ai nostri iscritti»,

prosegue Baresi, «è una ulteriore riprova del dinamismo dell'Istituto nazionale revisori legali che intende

ribadire in ogni contesto e con estrema trasparenza che si apre davvero una nuova epoca per i revisori,

abilitati ad esercitare la libera professione in ogni paese della Comunità e ben distinti dalle altre figure

professionali economiche. Difatti, anche se molti commercialisti sono iscritti al Registro, è bene specificare

che quando questi ultimi svolgono l'attività di commercialista, fanno sempre l'interesse di una parte, ovvero

l'impresa, mentre quando si svolge l'attività del revisore legale, ci si colloca in un contesto di terzietà,

certamente più delicata e qualificata perché tra l'altro - vigilando sulla correttezza contabile e sulla attività

dell'azienda - spesso si trova a verificare il lavoro svolto da commercialisti».Un alto profilo professionale

dettato da uno specifico quadro normativo di riferimento e regolato da principi di trasparenza, neutralità e

legittimità che sono da tempo il modus operandi adottato dalla legislazione della Comunità europea con la

direttiva 43/2006.Prosegue poi il dialogo intrapreso dall'Inrl con il Microcredito, presieduto dall'on. Baccini

anche alla luce della recente manovra economica dettata dal Governo che - non avendo apportati tagli a

questo ambito - renderà sicuramente più agevole un accordo con l'Inrl che diventerà un ulteriore plus

economico professionale per i revisori legali iscritti all'Istituto.E per la formazione continua, c'è allo studio una

iniziativa per il prossimo settembre a cura del segretario generale Gianluigi Bertolli e del vicepresidente

Roberto Carnessale.

11/06/2010 30Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 24

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Giudizio critico dell'Ancrel-Club sulle norme più controverse (e a rischio incostituzionalità) del dl 78 I revisori non lavorano gratis Funzioni associate, partecipate, gettoni: la manovra è da rifare Una manovra urgente di forte contenimento della spesa pubblica era ineludibile. La fretta ha inevitabilmente

portato a scrivere nel dl n. 78 del 31/5/2010, norme di difficile interpretazione ed applicazione e deve essere

lasciato, all'interno dei saldi previsti, spazio a modifiche e correzioni. La costituzionalità di alcune limitazioni

gestionali di dettaglio, che esulano dagli obiettivi di finanza pubblica e che contrastano con l'autonomia degli

enti locali, sembra poi dubbia. Risulta chiara dalla lettura del provvedimento l'impossibilità di distinguere tra

enti virtuosi e non. Gli indicatori utilizzati per la premialità si sono rilevati un bluff ed il sistema di premialità,

appena introdotto, viene sospeso (vedi comma 12, dell'art. 14). Nonostante le ripetute richieste e proposte

della nostra associazione e degli ordini professionali, non si è voluto definire criteri per la determinazione dei

costi dei servizi e delle funzioni, tali da rendere possibile la comparazione. Si è voluto mantenere modelli

contabili, quali il prospetto di conciliazione, con evidenti errori di base e non è stata data degna diffusione ai

principi contabili emanati dall'Osservatorio per la finanza e contabilità degli enti locali.Negli anni 90, tanto è

stato fatto per elaborare un sistema di misurazione dell'attività amministrativa con dati attendibili ed utili per il

confronto interno ed esterno. Poi tutto è stato vanificato, prima dallo spendere comunque in presenza di

risorse in aumento, poi dall'esternalizzare servizi senza alcuna valutazione delle conseguenze economiche e

in alcuni casi solo per rendere meno gravosi i vincoli del patto di stabilità. Lo stesso risultato finanziario che

dovrebbe esprimere la reale situazione dell'ente è spesse volte determinato assumendo crediti del tutto

inesigibili o in presenza di debiti fuori bilancio in misura tale da far emergere il sospetto di dissesti non

dichiarati.L'indagine della Corte dei conti sezione regionale di controllo per la Lombardia (vedi delibera n.

1090 del 10/12/2009), sulla gestione di alcuni servizi pubblici locali, mette in chiara evidenza che i dati

contabili forniti dai comuni sono stati costruiti in modo diseguale e fanno emergere l'esigenza di adottare

specifici parametri di misurazione del servizio. Non sembra credibile, infatti, che il costo per abitante del

servizio di mensa scolastica abbia un minimo di 6,07 e un massimo di 29,49.Tre aspetti della manovra

suscitano perplessità.Gli enti minori se non possono gestire direttamente le funzioni fondamentali individuate

dall'art. 21, comma 3, della legge 42/2009, che ragione hanno di continuare a esistere? Sembra preferibile,

rispetto allo svuotamento dei servizi, incentivare la fusione.L'art. 21 elenca praticamente tutte le funzioni

attualmente svolte dai comuni fino a 5 mila abitanti. Siamo sicuri che l'obbligo di affidamento delle funzioni

fondamentali con convenzione o ad Unioni porterà a risparmi di spesa e ad un miglioramento della qualità dei

servizi? Potenziando le Unioni non stiamo creando un nuovo ente intermedio che si somma alle province? La

rottamazione delle partecipate disposta dal comma 32 dell'art. 14 del dl 31/5/2010 n. 78, è un ulteriore

esempio dell'incapacità di distinguere tra le gestioni che sono esempi virtuosi e sani che hanno creato valore

ed apportato risorse al territorio da quelle che perennemente in perdita sopravvivono per effetto di aiuti

pubblici o sono state costituite per eludere i vincoli del patto di stabilità e di riduzione delle spese di

personale.Oltre al divieto, già contenuto nel comma 27 dell'art. 3 della legge 244/07, per tutti i comuni, di

costituire società per attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento

delle proprie finalità istituzionali e per quelle detenute di cedere la partecipazione o di metterle in liquidazione

entro il 31/12/2010, viene ora disposto per i comuni con popolazione da 30 mila a 50 mila abitanti di detenere

la partecipazione ad una sola società. I comuni da 30 mila a 50 mila abitanti che detengono più partecipazioni

devono scegliere quale mantenere e le altre metterle in liquidazione. È fattibile che in poco più di quattro mesi

si possa provvedere alla liquidazione di realtà anche complesse? La norma è poi di difficile interpretazione.

L'obbligo di liquidazione entro il 31/12/2010 riguarda tutte le partecipazioni dei comuni o solo quelle di società

totalmente partecipate dagli stessi. Secondo logica e buon senso, l'obbligo non dovrebbe riguardare le

società che svolgono le attività consentite dal comma 27 dell'art. 3 della legge 244/07, quelle miste, le società

che gestiscono i servizi pubblici di rilevanza economica regolate dall'art. 23-bis del dl 112/2008 e quelle che

11/06/2010 37Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 25

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gestiscono servizi regolati da leggi speciali. Perché non è ammessa la fusione o la cessione della

partecipazione? La messa in liquidazione è spesse volte onerosa in termini di Iva e di riflessi finanziari per il

bilancio dell'ente. La costituzione di una holding multi service con partecipazioni indirette attraverso la

cessione dell'azienda o del ramo d'azienda, oltre a rendere complessa l'operazione non sembra risolvere il

problema della necessaria riduzione degli organismi esterni totalmente partecipati. È comunque necessario

un freno alla costituzione di organismi esterni da parte degli enti locali. Il censimento effettuato dal ministero

della pubblica amministrazione e dell'Innovazione indica che al 31/12/2009, gli organismi partecipati dagli enti

locali hanno raggiunto quota 7.106, con un aumento del 5% rispetto all'anno precedente e che il numero degli

amministratori è ormai vicino a 25 mila. Continuano a sommarsi gli interventi limitativi sugli organismi

partecipati dagli enti locali ed è improbo ricostruire il quadro complessivo, si sente l'esigenza di regole stabili.

Nessun intervento era comunque finora intervenuto per vietare la costituzione di società che avevano quale

unico scopo di uscire dai vincoli del patto e di fare assunzioni di personale vietate dall'ente locale. Per anni

sono stati premiati i furbi che hanno potuto, senza sacrifici, certificare il rispetto del patto di stabilità pur

continuando a spendere ed anche sprecare come prima.L'art. 6, comma 2 del decreto legge dispone che

dalla sua entrata in vigore la partecipazione ad organi collegiali e quindi anche al collegio sindacale ed

organo di revisione, degli enti (società pubbliche o private, fondazioni, associazioni ecc.) che ricevono

contributi a carico delle finanze pubbliche sia onorifica.È ammesso solo il rimborso delle spese e qualora

siano previsti, i gettoni di presenza per un importo non superiore a 30 euro a seduta giornaliera.Non sembra

possibile chiedere una prestazione gratuita a un professionista che assume responsabilità anche rilevanti nei

collegi sindacali. Le norme deontologiche internazionali a tutela della professionalità e dell'indipendenza

prevedono un compenso adeguato alle funzioni svolte. La portata della disposizione deve essere rivista, è

condivisibile evitare abusi nei rimborsi spesa e nei gettoni di presenza, ma gli organi collegiali sono di vario

tipo e per quelli di controllo ( collegio sindacale e revisori), non può essere disposto uno zero compenso.*

presidente Ancrel-Clubdei revisori

11/06/2010 37Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 26

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SE NE PARLA Albi tecnici, piano piano si sgonfia il Pat Stato di crisi per il Pat (Professionisti dell'area tecnica), nato nell'estate 2009 con l'obiettivo di fare lobbying

per le professioni tecniche. Spinto soprattutto dagli ingegneri e figlio di una spaccatura in seno al Cup

(Comitato unitario delle professioni), il Pat era partito con ampi propositi politici. Ma via via ha incontrato

problemi: le dimissioni del primo sostenitore Paolo Stefanelli , numero uno degli ingegneri, le categorie che a

livello locale non volevano abbandonare il Cup, la difficoltà a stilare uno statuto (a tutt'oggi non esiste una

conclusione notarile), le divisioni interne su quale linea condividere. Il principale nodo è stato l'albo unico

tecnico sostenuto da periti industriali, periti agrari e geometri, ma combattuto dagli ingegneri e dal resto delle

categorie del Pat. Al punto che da più parti si chiede ora il rientro degli scissionisti all'interno del Cup. Al

contrario, a cercare di tenere unito il Pat è soprattutto Giuseppe Jogna , presidente dei periti industriali e

primario promotore dell'albo unico tecnico. Jogna ha cercato di inserire il tema nel testo che le categorie

tecniche intendono consegnare ad Angelino Alfano , ministro della Giustizia, in vista di una generale riforma

delle professioni. Ma la proposta è stata bocciata da cinque categorie del Pat oltre ad architetti e agrotecnici

rimasti fedeli al Cup. È stata così la senatrice Maria Grazia Siliquini ad aggiungere il tema dell'albo unico in

un apposito pdl (che ha unito otto proposte parlamentari), anch'esso mirato a riformare le professioni. Jogna

smentisce di essere il suggeritore del testo Siliquini, ma nel Pat c'è maretta. A sostenerne l'utilità rimangono il

coordinatore Sergio Polese (ingegneri) e il segretario Andrea Sisti (agronomi).

11/06/2010 67Pag. Il Mondo - N.25 - 18 giugno 2010(diffusione:79889, tiratura:123250)

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PRIMALINEA IL VIRUS DELLO STATALISMO La fabbrica degli evasori Chi ripete la balla che le tasse sono alte perché qualcuno non le paga. Chi fomenta il presunto scontro traredditi dipendenti ed autonomi. Secondo Oscar Giannino «chiunque faccia questo, se appartiene alla classedirigente consapevole dei numeri del paese, non può che essere in malafede» OSCAR GIANNINO NI ON C'È PEGGIOR vizio di quello I che si traveste da virtù. Nel campo della morale politica, un terreno

assai scivoloso che quasi sempre viene evocato dagli attori dell'azione pubblica per far guadagnare consensi

alle proprie posizioni con battute a effetto, non c'è luogo comune più efficace che invocare "l'interesse

collettivo" o l'"interesse generale", a seconda che il predicatore sia di reminiscenze socialiste oppure un

democratico radicale giacobinroussoiano. In entrambi i casi, l'esperienza pluridecennale mi ha insegnato a

diffidare. Mi esaltavo a sentir parlare di interesse generale, quando ero giovane. Dopo un bel pezzo di tempo

passato a toccar con mano e studiare ciò che in Italia in concreto si realizza, con la scusa dell'interesse

generale, mi si rizzano subito le antenne quando sento le magiche parolette. Inizio con un po' di filosofia

spicciola, perché la peggior colpa della politica non è affatto, come credono i più, quella di perseguire

interessi, bensì proprio quella di aver abbandonato la filosofia. Più gli interessi rappresentati e perseguiti in

politica sono manifesti, meglio è per tutti. Quando evocando gli "interessi generali" si tende a dire che una

cosa o l'altra è nell'interesse di tutti, l'assenza di filosofia rende la politica incapace di alcuna dialettica. E

dunque si finisce dritti nella deontologia: per cui chi si oppone sta con le forze del male. È, anzi, il male.

Nell'Italia di oggi il ritornello quotidiano è quello contro i famigerati evasori fiscali. I nemici della Repubblica

intesa come quella d'Italia, non quell'altra di Largo Fochetti che ogni giorno tende a sussumere la

rappresentanza etica della prima. Chiunque non imbracci la tonante scomunica verso gli evasori è sospetto

come gli untori nella Milano della peste. Con mio stupore, anche il governatore della Banca d'Italia Mario

Draghi, nelle sue considerazioni annuali una settimana fa, ha imbracciato il fucile. «Sono gli evasori, i veri

responsabili della macelleria sociale», ha detto, evocando un'altra formuletta che mi fa accapponare, col suo

carico di sangue rappreso da vocabolario barricadiero, più che da banchiere. Mi è bastato criticare duramente

lo sciopero dei magistrati - che hanno in automatismo nell'Italia di oggi progressioni di carriera, di retribuzione

superiori a quelle dei prefetti - per veder apparire sul mio Chicago-blog una bella reprimenda di signori

procuratori che duramente mi incalzavano chiedendo quanto mai guadagnassi e quante tasse pagassi io,

visto che osavo criticare loro. Tra la partita Iva e le due società, il 66 per cento del reddito lordo sarà

quest'anno, ho risposto. Può bastare, per allontanare da me il sospetto di parlare per fatto personale?

Diciamola fuori dai denti, allora, senza paura di essere considerati politicamente scorretti. Molti cittadini sono

in buona fede quando ripetono a voce spiegata che i signori evasori sono il male del secolo italiano, perché

se non ci fossero loro non avremmo il debito pubblico al 118 per cento di Pii né il deficit pubblico annuale,

visto che con 100 o 120 miliardi di entrate in più - la stima corrente del mancato gettito da evasione -

saremmo oggi in surplus. Ma una classe dirigente seria no, non può dirlo in buona fede. A meno di tre casi. Il

primo è che condivida in realtà l'effetto vero che dispiega lo Stato oggi nella società italiana. Il secondo è che

ritenga tale effetto un problema secondario, rispetto al fatto che prima tutti devono ottemperare, e solo dopo

hanno diritto di giudicare ciò che lo Stato è davvero. Il terzo è che in ogni caso 10 Stato viene prima, rispetto

alla persona. 11 postulato di un liberale Parto dal confutare la terza posizione, perché è appunto quella

filosofica. Per ogni liberale personalista (idem se per fede è un cristiano e un cattolico), c'è un assunto

invalicabile, quello che nella geometria euclidea si definirebbe un postulato. La persona con i suoi diritti

naturali - vita, libertà, proprietà - che spettano inviolabilmente in quanto persona e non in quanto garantiti da

un qualsivoglia ordinamento, viene prima dello Stato. Di ogni Stato, e di qualunque statuizione del suo diritto

positivo. Intendiamoci bene: ribadire questa primazia della persona e dei suoi diritti naturali sullo Stato non

significa affatto desumerne che ciascuno può comportarsi come crede, rispetto agli obblighi di legge.

10/06/2010 7Pag. Tempi - N.23 - 16 giugno 2010

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Compresi quelli fiscali, naturalmente. Significa solo che tre secoli di Stato moderno, dai tempi della Glorious

Revolution e di Hobbes e Locke, e poi della Rivoluzione francese e di Stati etici rossi e neri nel sanguinoso

Novecento, ci hanno insegnato il dovere di stare sempre sul chi vive, di fronte a ogni pretesa di "interesse

generale" avanzata e affermata dallo Stato. E a sempre, quotidianamente e incessantemente, porci il

problema, se per caso i diritti inviolabili della persona non ne risultino coartati, calpestati e denegati. Se e per

chi vale questo postulato, prendiamo infine la questione dell'evasione per le corna, entriamo nel merito. Alla

domanda: chi è più corruttore, nell'Italia di oggi? Gli evasori? Oppure lo Sta- • • to? La mia risposta è netta: lo

Stato. Non dipende affatto, tale opinione, dalla diffidenza verso lo Stato annessa al postulato numero uno di

cui sopra. Dipende da una fattuale e concreta analisi di che cosa in concreto lo Stato faccia, oggi, nella

società italiana, coi 53 punti di Pii destinati nel 2009 in spesa pubblica, e i suoi 47 punti di Pii di entrate fiscali

tributarie, contributive, e a titolo diverso. I 25 punti di Pii che vanno in sanità, assistenza e istruzione,

disegnano di fronte a noi la seguente realtà. Una sanità gravata da pesantissime intromissioni politiche e

partitiche, vastissime inefficienze sui costi a fronte della impari qualità offerta sul territorio, ritardi intollerabili -

fino ad anni interi - nei pagamenti ai fornitori. Se la commissione per il federalismo fiscale adottasse come

standard il livello costi-efficienza della regione Lombardia, si risparmierebbero 18 miliardi su 125 del fondo

sanitario nazionale. Se invece si adottasse come standard quello della media di quattro regioni (Veneto,

Emilia e Toscana oltre alla Lombardia per non imporre rientri energici a Lazio e Sud dove si concentra il

problema) ecco che i risparmi e le maggiori efficienze si ridurrebbero a 2,4 miliardi. E il federalismo fiscale, a

quel punto, sarà presa pei fondelli dopo 20 anni di polemiche. La famiglia dimenticata Quanto all'istruzione, a

furia di privilegiare gli insegnanti da assumere sulla qualità del servizio, e a furia di incentrare sulla scuola di

Stato invece che sulla libera scelta delle famiglie l'allocazione delle risorse per premiare la migliore offerta

formativa, il quadro è quello che ci vede perdenti in tutte le graduatorie internazionali. Nel welfare, l'ipertutela

ai lavori dipendenti a tempo indeterminato taglia fuori giovani e donne, e ha imposto un doppio status dal

quale non si esce con meno flessibilità ma con tutele nella flessibilità a chi non le ha, con meno privilegi a chi

troppi ne ha goduto. La famiglia e la fecondità sono i nemici pubblici numeri uno del fisco e del welfare

italiano: dovunque in Europa, con sistemi diversi, esse sono scoraggiate assai meno che in Italia, e ne va

appunto dei diritti naturali di persone e famiglie, oltre che della sostenibilita dei conti intergenerazionali del

nostro paese. Idem dicasi del 16 per cento di Pii speso in pensioni, con generazioni a venire per le quali il

tasso di sostituzione dei nuovi trattamenti sarà anche di 20 punti inferiore a quello delle generazioni

precedenti, senza che il fisco senta la necessità di premiare energicamente forme aggiuntive di impiego del

risparmio a questo fine. Degli 11 punti di Pii spesi in stipendi ai pubblici dipendenti, voglio solo dire che da

anni sono tutti d'accordo sulla bassa produttività delle logiche gestionali di una pubblica amministrazione che

ci impone le posizioni più arretrate in ogni graduatoria internazionale, sui tempi delle procedure, licenze, gare

e concessioni, come su sprechi e inefficienze dalle 600 mila e oltre auto blu, agli emolumenti

insopportabilmente elevati dei 250 mila politici di professione. Non è un caso e tanto meno frutto di deficienza

antropologica dei loro cittadini, che il più dell'evasione fiscale, sull'Iva come sui redditi personali e d'impresa

come sui contributi previdenziali, secondo ogni serio studio nazionale e internazionale, si annidi in sei regioni

italiane del Sud, a cominciare da Calabria e Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia. Sono le aree del paese in

cui politica e Stato hanno avuto la pretesa in 65 anni di esercitare il massimo dell'intermediazione

discrezionale dei redditi locali, attraverso trasferimenti diretti alle persone e alle imprese a fondo perduto, con

la scusa dello sviluppo e del gap da sanare che è rimasto invece totalmente insanato, mentre la Germania in

20 anni risolveva i due terzi delle disparità di reddito prò capite tra Est e Ovest. Il risultato è sotto i nostro

occhi. Sono lo Stato e la politica, a Sud, con le loro logiche di patronnage clientelare, intromissivo e

discrezionale, ad aver radicato il male dell'illegalità diffusa. Per tutto questo penso, dico e ribadisco che in

Italia oggi la corruzione è lo Stato, non gli italiani. La lezione di decine di paesi, avanzati e in via di sviluppo, è

che dovunque uno Stato sia meno intrusivo ed esoso, dovunque l'adesione spontanea dei cittadini

all'ordinamento, alle leggi e alle tasse, migliora e si innalza. Chiunque dica che sono gli italiani a doversi

10/06/2010 7Pag. Tempi - N.23 - 16 giugno 2010

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 29

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vergognare, chiunque ripete la balla che le tasse sono alte perché ci sono gli evasori un falso assoluto, se gli

evasori pagassero le tasse non scenderebbero, salirebbe solo la pressione fiscale che da noi ha sempre

inseguito la spesa pubblica crescente decisa dalla politica, per sfamare se stessa e i suoi apparati - chiunque

divida gli italiani in una costante guerra civile tra redditi dipendenti soggetti alle tasse ed autonomi e

professionisti invece evasori certi e conclamati, chiunque faccia questo, se appartiene alla classe dirigente

consapevole dei numeri italiani, non può essere che in malafede. Sogna ancora più Stato dimenticando che

da noi sarebbe solo più corruttore e inefficiente. Oppure, semplicemente, ha paura di chi esercita il potere prò

tempore, e preferisce scomunicare gli evasori invece dei politici. •

L'ATTACCO DI DRAGHI Evasione e macelleria sociale Secondo il governatore della Banca d'Italia Mario

Draghi (sopra) l'evasione fiscale è responsabile della cosiddetta «macelleria sociale». LA PRESSIONE

FISCALE L'Italia e gli altri paesi In Italia gli imprenditori vedono 1 inedia prelevati dal fisco più dei due terzi dei

loro profitti (68,4 per cento), contro un terzo o meno della metà in paesi come Olanda (39,3 per cento),

Islanda (25), Finlandia (47,7), Canada (43,6), Regno Unito (35,9) o Usa (46,3). L'economia sommersa italiana

è la seconda per importanza fra i paesi industrializzati dopo quella della Grecia. Se però si analizza anche la

realtà del sommerso nei paesi del G7 più Spagna, Portogallo e Grecia, si scopre che solo in Francia la

pressione fiscale è leggermente più alta che in Italia, in tutti gli altri è più bassa secondo una forchetta che va

dai 6 ai 15 punti di Pii.

10/06/2010 7Pag. Tempi - N.23 - 16 giugno 2010

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 11/06/2010 30

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTIPUBBLICI

24 articoli

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La lettera Brunetta: la tv di Stato deve essere privatizzata Renato Brunetta Caro Direttore,

sono parzialmente d'accordo con Aldo Grasso: il problema non è (tanto) nei compensi che i protagonisti Rai

percepiscono, ma nel taglio, contenuto e qualità delle trasmissioni. A tal proposito, qualche giorno fa, proprio

sul Corriere, rispondendo alle domande di Aldo Cazzullo, ho detto quel che penso: spero, un giorno, di

vedere la rai privatizzata, conservando a servizio pubblico una sola rete.

Se Grasso avrà voglia e interesse a discuterne, ne sarei felice. In attesa di quel giorno, che non è proprio

imminente, la pubblicazione dei compensi è una giusta misura di trasparenza, visto che il bilancio Rai è retto

dai soldi dei contribuenti, che non li versano spontaneamente e che, quindi, hanno tutto il diritto di sapere

come vengono utilizzati.

C'è, però, avverte Grasso, l'aspetto morboso, relativo al volere sapere e al confrontare i redditi del Tizio e del

Caio. A me non pare che vi sia della morbosità, in ciò. Ma ove sia, perché Grasso, e quanti nutrono le sue

preoccupazioni, non s'è mai fatto venire tale scrupolo quando il giornale dove scrive, come tutti gli altri,

pubblica le classifiche dei redditi in capo ai politici? Perché sono degli eletti, mi risponderà. Giusto. Che dire,

allora, dei redditi dei manager pubblici, o degli alti funzionari? Tutta morbosità? Non credo, a me pare

trasparenza. Per aiutare un dato ad essere letto con lucidità e competenza, e non con morbosità, servono

anche editorialisti capaci di argomentare con ragionevolezza. Sul tema in questione ha scarseggiato.

ministro per la Pubblica amministrazione

e l'Innovazione

---------------

Caro ministro, in Italia il denaro e l'ironia cominciano a scarseggiare. E io mi adeguo. Non sono contrario alla

pubblicazione dei lauti guadagni dei conduttori televisivi, spesso elargiti non per meriti professionali ma per

favorire questo o quel politico. Magari in luoghi più appropriati, come il sito della Rai. Il compenso esibito nei

titoli di coda è, tecnicamente, un controsenso. Bisognerebbe dividerlo per il numero di puntate, rapportarlo

all'audience e agli investimenti pubblicitari. Insomma, per correttezza, i titoli di coda dovrebbero essere

compilati da un commercialista e durare almeno un quarto d'ora (a.g.)

11/06/2010 10Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 11/06/2010 32

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Le decisioni del governo LE MISURE SULLA PREVIDENZA Via allo scalone per le pensioni rosa Dal 2012 soglia per le statali a 65 anni - Con maxi fuga fino a 10 miliardi di costi LE NORME Clausola disalvaguardia per chi matura i requisiti entro la fine del 2011 Non ci saranno deroghe per la «finestra mobile»SACCONI «Per molte sarà possibile anticipare l'uscita grazie all'anzianità contributiva Platea limitata a 25milapersone da qui al 2019» Davide Colombo

ROMA.

Il consiglio dei ministri accende il disco verde allo scalone di quattro anni che, a partire dal 1° gennaio del

2012, porterà a 65 anni il requisito per il pensionamento di vecchiaia delle dipendenti pubbliche. La norma

verrà introdotta con un emendamento del governo al decreto legge n. 78/2010, la manovra correttiva 2011-

2012 all'esame del Senato. L'allineamento all'età di pensionamento di vecchiaia degli uomini che lavorano

nella Pa sarà dunque immediato, mentre alle dipendenti che matureranno il requisito dei 61 anni entro il 31

dicembre del 2011 viene garantita una clausola di salvaguardia che consente loro di chiedere una

certificazione del diritto alla pensione all'amministrazione di appartenenza. La norma non concede alcuna

deroga alla finestra mobile prevista nel decreto, con la conseguenza pratica che una donna che compirà 65

anni nel 2012, fatta la domanda per la pensione dovrà aspettare un altro anno per incassare il primo

assegno.

L'Italia risponde in questo modo in tempi fulminei alle sollecitazioni arrivate appena una settimana fa dalla

Commissione europea con una lettera di messa in mora che, nei fatti, apriva la strada alle sanzione previste

dall'articolo 260 del Trattato Ue per un paese che non si è conformato a una sentenza della Corte di giustizia.

Per la Commissione, infatti, la soluzione graduale di adeguamento adottata l'anno scorso e che prevedeva

l'allineamento dell'età a 65 entro il 2018 non era sufficiente per annullare il «discrimine tra i due sessi»

riconosciuto dai giudici del Lussemburgo nel rapporto di lavoro del settore pubblico.

Dopo aver ricordato che l'età di fatto di pensionamento femminile nel pubblico impiego è attualmente di poco

superiore ai 62 anni, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, spiegato che «non sarà necessario per tutte le

donne aspettare i 65 anni della pensione di vecchiaia, visto che molte potranno utilizzare l'anzianità

contributiva». L'impatto, insomma, dovrebbe limitarsi a una platea molto limitata: «25mila donne da qui al

2019» ha puntualizzato il ministro che ha poi ribadito con fermezza che l'innalzamento a 65 anni del requisito

di vecchiaia «non riguarda in alcun modo il settore privato» e «non ne rappresenta neanche la premessa».

Ieri sulle misure previdenziali contenute nella manovra correttiva (finestre e norme sulle liquidazioni) sono

circolate simulazioni di tecnici previdenziali secondo cui, nell'ipotesi estrema di una fuga di 100mila statali

oltre i 90mila ritiri fisiologici annuali, il costo aggiuntivo per la previdenza potrebbe superare i 10 miliardi

l'anno, mentre benefici per le amministrazioni sarebbero pari a 4 miliardi in meno di stipendi pagati l'anno.

Tornando all'emendamento sulle pensioni di vecchiaia, l'attesa è invece di risparmi modesti: 1,45 miliardi in

dieci anni, da oggi al 2019. Risparmi che, in ogni modo, saranno destinati Fondo strategico attivato un anno

fa alla Presidenza del consiglio e saranno utilizzate per finanziare politiche di welfare familiare, gli asili nido e

la non autosufficienza. L'intervento «non servirà a fare cassa», ha ripetuto il ministro della Pubblica

amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, che ha anche ricordato le «recenti norme che hanno

imposto il pensionamento con 40 anni di contributi che hanno sollevato proteste, soprattutto nel mondo della

scuola, da parte di chi voleva continuare a lavorare». Mentre il ministro per le Pari opportunità, Mara

Carfagna, ha ottenuto l'ok per la destinazione di parte di queste risorse a finanziamento delle politiche di

conciliazione tra lavoro e famiglia.Ieri

L'adeguamento dell'età di vecchiaia avrà «un positivo impatto strutturale» ha osservato la presidente di

Confindustria, Emma Marcegaglia, mentre il segretario del Pd, Pierluigi Bersani lo considera una misura

tagliata con l'accetta: «Siamo da sempre affezionati all'idea che il problema si risolve dando una flessibilità in

11/06/2010 3Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 11/06/2010 33

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uscita a tutti». Critica anche l'Idv, che con Silvana Mura chiede a questo punto garanzie sull'utilizzo delle

risorse liberate: «dovranno finanziare politiche per le pari opportunità».

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L'EMENDAMENTOLo scalone

Dal 1° gennaio 2012 le lavoratrici del pubblico impiego dovranno aspettare il 65esimo anno per poter andare

in pensione di vecchiaia. Il requisito attuale è 61 anni, per effetto della norma varata l'anno scorso e che

prevedeva l'adeguamento all'età di vecchiaia degli uomini a 65 anni con maggiore gradualità, entro il 2018

La clausola di garanzia

Chi compie 61 anni entro il 31 dicembre 2011 potrà decidere di andare in pensione di vecchiaia. La norma

prevede infatti una esplicita salvaguardia per chi matura il requisito prima dell'entrata in vigore

dell'adeguamento a 65 anni.

Le dipendenti che hanno raggiunto il requisito di anzianità e di età entro il 31 dicembre 2011 possono

chiedere all'amministrazione di appartenenza una certificazione formale del diritto acquisito

La finestra mobile

L'emendamento non prevede una deroga per la cosiddetta «finestra mobile», inserita nella manovra. Le

lavoratrici del pubblico impiego andranno quindi in pensione un anno dopo aver raggiunto il requisito di legge

I risparmi

La nuova normativa dovrebbe garantire risparmi aggiuntivi, cumulati fino al 2019, pari a 1,45 miliardi di euro

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Il piano Brunetta. Il regolamento approvato ieri non varrà per Bankitalia, Authority e Spa quotate Tetto di 311mila euro per i manager pubblici ROMA

La retribuzione dei grand commis di stato ed enti locali non potrà superare i 311mila euro. A stabilirlo è un

regolamento elaborato dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta e approvato dal Consiglio

dei ministri di ieri che equipara la retribuzione massima per gli incarichi conferiti dalle Pa alla retribuzione del

primo presidente della Corte di cassazione.

Una misura che attendeva di essere attuata da due anni e mezzo visto che a prevederla era l'articolo 3,

commi da 44 a 52-bis, della finanziaria Prodi del 2008. La soglia fissata dal Dpr - a cui si arriva come ha

spiegato Brunetta sommando i 261mila di stipendio dei vertici della Suprema corte con i 50mila dell'indennità

da componente del Csm - vale per tutti i rapporti di lavoro autonomo o subordinato (inclusi i contratti d'opera

e le collaborazioni coordinate e continuative o a progetto) stipulati con le amministrazioni centrali e locali. E

con enti di ricerca, università e società pubbliche non quotate a totale o parziale partecipazione pubblica.

Laddove saranno esonerate dal tetto le Spa già approdate in Borsa, le authority e la Banca d'Italia.

Un altro distinguo riguarda le voci da considerare per valutare il rispetto o meno del limite fissato dal

regolamento. A tal fine non andranno considerati: i trattamenti pensionistici; i proventi da attività professionale

soggette a tariffa professionale; i contratti d'opera di natura non continuativa; i compensi degli amministratori

delle Spa pubbliche non quotate e delle loro controllate.

Oltre alle esclusioni il regolamento di Brunetta prevede anche delle deroghe al tetto. Limitate sia nel tempo

che nello spazio visto che potranno interessare al massimo 25 unità apicali di personale e per un periodo non

superiore ai tre anni. Il placet andrà accordato in via preventiva dal dipartimento della funzione pubblica, a cui

spetterà il compito ulteriore di monitorare il rispetto della norma. Proprio per questo gli andranno comunicati

gli importi sopra e sotto la soglia.

Inserendosi nel solco avviato dallo stesso titolare di palazzo Vidoni con l'operazione trasparenza, tutti gli

incarichi andranno pubblicizzati sui siti web delle amministrazioni di appartenenza.

Eu. B.

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a pag. 34

Sentenza della Consulta sulla visita fiscale

11/06/2010 4Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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Sviluppo. Sarà attivato presso tutte le ambasciate italiane Via allo sportello unico Andrà anche all'estero SEMPLIFICAZIONE L'obiettivo del governo è di tradurre in pratica lo slogan: impresa in un giorno Esecutivoal lavoro per modificare l'articolo 41 Eugenio Bruno

ROMA

Le imprese italiane avranno due sportelli in più per intefacciarsi con la pubblica amministrazione. Uno sul

territorio nazionale, introdotto con il regolamento approvato ieri a Palazzo Chigi. E uno all'estero, che verrà

messo in piedi quanto prima in tutte le ambasciate italiane in terra straniera. Entrambe le iniziativa si devono

al ministro della Semplificazione Roberto Calderoli.

Conviene partire dal fronte interno. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al Dpr che introduce

lo sportello unico per le attività produttive (Suap). O meglio reintroduce visto che questo stesso strumento era

già disciplinato da un regolamento del '98, mai attuato fino in fondo. Messo a punto di concerto con lo

Sviluppo economico, il Suap andrà attivato presso ogni comune (sia singolarmente che in forma associata) e

avrà il compito di esaminare ogni pratica relativa all'avvio, all'ampliamento, alla localizzazione e allo

spostamento di un'attività per l'esercizio di un'impresa o per la prestazione di servizi. Il tutto obbligatoriamente

via internet. Nei municipi che non potranno o vorranno farsene carico entreranno in gioco le camere di

commercio e la loro rete telematica.

Nelle intenzioni di Calderoli gli sportelli unici dovranno mettere in pratica lo slogan «impresa in un giorno»

(che è anche il nome del portale informativo per aziende e cittadini). Per le iniziative più semplici, ad esempio

creare un'impresa edile senza macchinari, la sola presentazione della comunicazione unica telematica

costituirà titolo per cominciare a esercitarla da subito. Nel caso dell'apertura di un negozio, sottolineano dalla

Semplificazione, basterà invece depositare l'istanza (una sola al posto della decina richiesta oggi) e aspettare

una risposta. Se non arriverà nei 30 giorni successivi il consenso si condidererà accordato in virtù del

principio del silenzio assenso. Qualora, per mettersi all'opera, fosse necessario ottenere una variante

urbanistica occorrerà attendere che si svolga la conferenza di servizi ma intanto si potrà chiedere agli uffici

comunali di esaminare entro un mese i progetti preliminari.

Per inaugurarli e renderli operativi a ricevere le Dia attraverso il web i comuni avranno sei mesi a

disposizione. Che salgono a 12 per l'abilità a gestire i procedimenti più complessi.

Ma i nuovi strumenti da subito a disposizione delle aziende non si esauriscono qui visto che il Cdm ha

approvato - sempre ieri e sempre su iniziativa congiunta di Semplificazione e Sviluppo economico - il

regolamento che introduce le "Agenzie per le imprese". Si tratta di soggetti privati accreditati dal dicastero di

via Veneto a cui gli imprenditori potranno rivolgersi per attestare la presenza dei requisiti richiesti dalla legge

per realizzare, trasferire o cessare un'attività. Una funzione che potrà essere assolta affiancando i Suap

nell'esame delle loro pratiche oppure certificando le Dia ricevute in prima persona. Anche su supporto

cartaceo. Di fatto le agenzie potranno aiutare le aziende impossibilitate a utilizzare il web a rivolgersi agli

sportelli unici.

Come anticipato, presto ai Suap si aggiungeranno i Sue dove la «e» sta per estero. Un testo definitivo

ancora non c'è ma le idee di Calderoli sembrano chiare. L'obiettivo, ha spiegato, è quello di permettere alle

«imprese nazionali interessate a commercializzare i propri prodotti in paesi esteri di interfacciarsi con un

unico referente, localizzato nelle più importanti sedi diplomatiche italiane all'estero». Ciò avverrà

«concentrando gran parte delle risorse materiali e personali attualmente gestite da più enti pubblici e

ministeri»: Affari esteri, Sviluppo economico, Turismo, Politiche agricole, Ice, Enit, camere di commercio,

Buonitalia. Oggi, ha sottolineato l'esponente leghista, «manca un coordinamento unitario che determina

inefficienze e sprechi di risorse».

11/06/2010 23Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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Sullo sfondo c'è poi il discorso relativo alla modifica dell'articolo 41 della Costituzione sulla libertà d'impresa.

Un tema su cui il Cdm di ieri «si è lungamente soffermato», esaminando «le linee programmatiche di una

revisione in senso liberale dell'articolo 41 della Costituzione, finalizzata a creare i presupposti perché l'attività

d'impresa sia quanto più favorita ed aderente ad un modello di moderno sistema-paese», come rivelato da

una nota di Palazzo Chigi.

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I TERMINIImpresa in un giorno

Gli sportelli unici per le attività produttive (Suap) dovranno mettere in pratica lo slogan «impresa in un

giorno», almeno nelle intenzioni del ministro Calderoli

L'operatività

Per inaugurare i Suap e renderli operativi e in grado di ricevere le Dia (dichiarazioni di inizio attività) i Comuni

hanno sei mesi di tempo, che salgono a 12 per le procedure più complesse

Silenzio assenso

Per avviare iniziative semplici basterà l'invio della comunicazione unica telematica per cominciare l'attività;

per un negozio basterà depositare una sola istanza e attendere una risposta 30 giorni, trascorsi i quali il

consenso si considererà accordato

11/06/2010 23Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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LOTTOMATICA Siglato accordo con Brunetta per Reti Amiche Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta e il direttore generale di Lottomatica, Renato

Ascoli hanno firmato un protocollo d'intesa per il progetto Reti Amiche. Nella rete di tabaccherie Lottomatica

convenzionate con i Comuni sarà possibile stampare i certificati anagrafici «nel rispetto di tutte le garanzie di

privacy e sicurezza per il cittadino». Possibile anche utilizzare i canali informativi nei punti Lottomatica Italia

Servizi per veicolare le campagne della Pa. L'accordo prevede poi l'implementazione della rete dei servizi di

pagamento verso le Pa (pagamento di tasse e contributi, sanzioni al codice della strada, contributi lavoratori

domestici Inps).

11/06/2010 43Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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LE AUTONOMIE E la riduzione delle Province salta ancora La maggioranza rinuncia anche all'eliminazione dei quattro enti più piccoli Manovra, Formigoni: spazzato ilfederalismo. Tremonti: tagli sostenibili per le Regioni LE CIFRE DELLE REGIONI I tagli della manovraequivalgono ad una riduzione del 13,3% delle risorse DIODATO PIRONE ROMA K Anche questa volta è finita a tarallucci e vino. Dopo un mese di tira e molla non ci sarà alcun taglio

delle province. Erano 107 e 107 rimarrann. Comprese quelle più piccole, quattro, con poche decine di

migliaia di residenti che era stato deciso di eliminare. Ieri invece ad essere eliminato ad opera della

Commissione Affari Costituzionali della Camera è stato l'articolo 14 inserito nella Carta delle Autonomie che,

appunto, prevedeva la soppressione di alcuni degli enti provinciali di più modesta dimensione. A favore della

soppressione hanno votato tutti i partiti tranne l'Udc che aveva chiesto di eliminare le province sotto i 500 mila

abitanti e l'Api, la formazione che fa capo a Rutelli, che si è astenuta. Il ragionamento della maggioranza - in

particolare della Lega che ha schierato in campo anche il segretario Umberto Bossi - è stato semplice: con le

norme precedenti sarebbero saltate pochissime province, senza effetti concreti sulla riduzione della spesa

pubblica. L'opposizione - che aveva sostenuto l'incostituzionalità di un taglio persino "scritto male" - ha invece

replicato che la Lega rinuncia di fatto al federalismo in cambio della mancata soppressione delle province. Ma

il grosso dello scontro politico sulla riforma dello Stato ieri si è svolto su un altro versante: quello dei tagli dei

fondi agli enti locali previsto dalla manovra. Il vertice fra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e i

presidenti regionali è finito con parole durissime. Da un lato il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni,

ha detto che «non ci sono più le risorse finanziarie per il progetto del federalismo fiscale». Dall'altro il ministro

dell'Economia, Giulio Tremonti, ha replicato che le Regioni finora hanno speso troppo e che quindi i tagli sono

sostenibilissimi. Tremonti ha mostrato in conferenza stampa alcuni documenti da cui emerge come gli invalidi

civili siano cresciuti a dismisura, «e la spesa per le pensioni di invalidità sia esplosa negli ultimi anni,

passando da 6 a 16 miliardi». «E la competenza è delle Regioni ha sscandito il ministro -. Siamo 58 milioni e

2 milioni e mezzo sono gli invalidi, non esiste nessun altro Paese che destina un punto di Pil agli invalidi, c'è'

qualche cosa che non va, ci sono delle responsabilità in chi ha gestito il denaro pubblico». Ma l'attacco non è

stato solo questo: ha riguardato il governatore della Puglia, Nichi Vendola accusato di sopendere fondi

pubblici per progetti aleatori cme le "fabbriche di Niki" ed è proseguito anche verso enti governati dal centro

destra: «ci sono regioni che si sono fatte dei grattacieli - ha detto Tremonti con un chiaro riferimento alla

Lombardia -, ora bisogna fare economia, non vediamo alternative». Durissima è stata la risposta dei

governatori. «L'incontro ha ribadito la grandissima distanza, su questa manovra, tra le Regioni e il governo,

che ha compiuto scelte unilaterali», ha replicato Vasco Errani, che ha annunciato incontri con le forze sociali,

imprenditoriali e i gruppi parlamentari per far comprendere a tutti i tagli che subiranno scuola, imprese,

ambiente, trasporti pubblici. «La manovra spazza via il federalismo fiscale: c'è una emergenza nazionale,

occorre salvare il federalismo fiscale e proporrò ai miei colleghi di lavorare a questo salvataggio», ha

aggiunto preoccupato Formigoni, che a ha tenuto a precisare che «non è vero che le Regioni finora hanno

avuto ed ora è giusto che paghino». I numeri forniti dall'assesore al Bilancio della Regione Lombardia,

Romano Colozzi parlano chiaro: le Regioni , hanno contribuito con il -6,21% ad abbassare il debito della

pubblica amministrazione contro il +3.96% dei Comuni e il +3.48% delle Province. Secondo Colozzi, poi, la

manovra che prevede tagli per 4,5 miliardi alle Regioni a statuto ordinario le costringe a rinunciare al 13,3%

delle proprie risorse contro il 3,17% sottratto ai Comuni che pure dovranno rinunciare a circa 2,5 milardi.

11/06/2010 4Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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Le lettere La Lombardia si corregge, il portavoce di Brunetta no Cifre sbagliate sul sito della Regione Lombardia Egregio Direttore, il compenso annuo dei consulenti del

Presidente di Regione Lombardia, previsti per legge, è complessivamente di 480mila euro, cioè meno della

metà di quanto riportato dal Giornale . La legge prevede cinque consulenti, con un compenso annuo

massimo di 180mila euro ciascuno. Il presidente Formigoni ne ha nominati 4, con un compenso lordo (annuo

e non semestrale come erroneamente riportato dal Giornale) di 120mila euro. Come si vede Formigoni ha già

effettuato un taglio del 33% sulla singola remunerazione e del 46% sul tetto complessivo previsto dalla legge.

Segnaliamo anche che il compenso annuo del Presidente è decisamente inferiore a quello del ministro

Brunetta (144mila euro contro 189mila) nonché inferiore a quello dei principali dirigenti di Regione Lombardia

che percepiscono fino a 223mila euro, cioè 90mila euro all'anno più del Presidente, come è giusto che sia

perché chi ben amministra e ben governa fa risparmiare il cittadino. Così avviene per Regione Lombardia,

unica ad avere i bilanci in pareggio e con il numero di dipendenti proporzionalmente più basso d'Italia: 3000

per 10 milioni di abitanti. Ricordiamo infine che Regione Lombardia ha abbassato massicciamente la spesa

per gli stipendi e il funzionamento della struttura. Tant'è vero che oggi la spesa per il funzionamento è pari al

9% del bilancio. Ufficio stampa Regione Lombardia Gentilissimi colleghi dell'ufficio stampa, accogliamo le

vostre precisazioni consigliandovi però di girarle anche ai responsabili del sito della Regione. È da lì infatti

che abbiamo tratto quelle cifre. «Ecco a quanto ammonta il mio stipendio annuo» Ho letto con attenzione la

scheda dettagliata sugli emolumenti percepiti da tutti i dirigenti e collaboratori di Palazzo Vidoni, da anni

pubblicati on line. La soddisfazione di vedere valorizzata la nostra azione nel settore della trasparenza è stata

attenuata da un moto di delusione quando mi sono accorto che nel mio caso vi siete sbagliati. E di grosso.

Tra emolumento accessorio e stipendio guadagno infatti 10mila euro in più di quanto avete indicato, per

l'esattezza 94.392,75 euro lordi l'anno. Ho una concezione calvinista del lavoro, ritenendo infatti che il valore

di una persona debba trovare una giusta corrispondenza nei suoi redditi. Anche se siamo in Italia, dove la

cultura cattolica suscita in ciascuno moralismi pauperistici e un contegno vergognoso sull'argomento denaro.

Per avidità non esitiamo però a commettere volentieri peccato, certi che arriverà prima o poi il sacrosanto

perdono (chiedetevi perché negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni ignorano la logica del condono, edilizio

e fiscale). Sia come sia, spero di guadagnare in futuro ancora di più, e di continuare a esserne fiero. Quelli

che intasco al momento sono infatti soldi ben meritati. Pensate solo a cosa significhi lavorare tutti i giorni (sia

pure part time: dalle 7.45 alle 21) a strettissimo contatto con uno come Renato Brunetta... Vittorio Pezzuto

Portavoce del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione

11/06/2010 3Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(tiratura:292798)

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GLI STIPENDI CHE PAGATE VOI/2 Ecco gli uomini d'oro con il compenso salvato dalle forbici Centinaia di amministratori pubblici risparmiati dai tagli: tra questi Draghi, Moretti, Masi e il presidenteAntitrust BRUNETTA «Ai manager guadagni fino a 311mila euro, come il primo giudice di Cassazione» Gian Maria De Francesco Roma Per molti ma non per tutti. Non è il noto slogan di uno chardonnay, ma è la futura applicazione del tetto

agli stipendi dei manager pubblici fissato ieri dal Consiglio dei ministri. L'esecutivo ha infatti approvato il

regolamento preparato dal ministro della Pubblica amministrazione Brunetta in attuazione della Finanziaria

2008, la seconda e ultima del governo Prodi. Non si potranno superare i 311mila euro «che corrispondono

allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione», ha dichiarato il titolare della Funzione

pubblica. Non nascondendo la propria soddisfazione perché ora i cittadini conoscono finalmente quanto

guadagnano i magistrati di punta della suprema Corte. «Sono 261mila euro di base cui si aggiungono 50mila

euro per il Csm», ha detto. La notizia è buona perché, al di là di facili demagogie, racchiude in sé il proposito

di gestire bene la cosa pubblica. E così sarebbe se il regolamento non prevedesse eccezioni: il limite

massimo non si applica agli amministratori delle società non quotate a partecipazione pubblica (totale o

prevalente) E nemmeno alla Banca d'Italia e alle autorità indipendenti. A questi si aggiungono «un numero

massimo di 25 unità da destinare alle posizioni di più elevato livello di responsabilità» delle amministrazioni

pubbliche. Insomma, nell'ambito del pubblico non tutti dovranno tirare la cinghia. Passi per il governatore di

Bankitalia Mario Draghi e per il suo direttorio. Ma alle autorità indipendenti, le ormai famose «authority», un

sacrificio si poteva forse chiedere. Al presidente dell'Antitrust Catricalà e ai suoi commissari che si

percepiscono emolumenti superiori alla soglia dei 311mila euro. In fondo, sono civil servant anche loro e

probabilmente capirebbero. Analogamente comprensivi sarebbero il presidente in scadenza della Consob,

Lamberto Cardia, e i suoi 4 commissari. Anche per l'Authority delle Comunicazioni guidata da Corrado

Calabrò e per quella dell'Energia un piccolo taglio dei compensi non sarebbe drammatico. Il legislatore ha

deciso diversamente. Il discorso cambia e diventa più delicato quando si parla dei manager pubblici.

L'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, è inserito in un cda che nel 2008 ha ottenuto

compensi per 1,7 milioni di euro (Moretti guadagna circa 850mila euro secondo quanto ha riferito la Corte dei

Conti). Il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, riceve 750mila euro, il direttore generale della Rai Masi 715mila,

mentre l'ex ad di Cdp Varazzani, il presidente di Fintecna Prato e l'ad del Poligrafico Ferranti si sono meritati

poco più di mezzo milione. L'ad di Consap Ferrara, secondo l'ultima relazione dei magistrati contabili, si

attesta poco sopra i 300mila. Si tratta di manager che conoscono bene la realtà delle aziende a

partecipazione statale. Lo Stato sta chiedendo a cittadini e contribuenti rinunce più o meno grandi. Quindi è

lecito chiedersi se anche questi manager debbano contribuire o se non sia più giusto che lo Stato rinunci a

fare l'azionista di maggioranza.

I SUPER EMOLUMENTI DEI GRAND COMMIS Antonio Catricalà Antonio Pilati Piero Barucci Carla Rabitti

Bedogni Salvatore Rebecchini Antonio Finocchiaro Eligio Boni Giancarlo Morcaldo Giuseppe Stanghini

Corrado Calabrò Nicola D'Angelo Sebastiano Sortino Enzo Savarese Giancarlo Innocenzi Stefano Mannoni

Michele Lauria Roberto Napoli Alessandro Ortis Tullio Fanelli Luigi Giampaolino Giuseppe Borgia Alessandro

Botto Giuseppe Brienza Piero Calandra Alfredo Meocci Andrea Camanzi Lamberto Cardia Michele Pezzinga

Vitttorio Conti Luca Enriques Antonio Rosati Francesco Pizzetti Giuseppe Chiaravalloti Mauro Paissan

Giuseppe Fortunato Giancarlo Giannini Luigi Fabbri Gabriele Frigato Antonio Marotti Mario Masini Luigi

Sappa Mario Mustilli Pietro Ciucci Roberto Cicutto Luciano Sovena Danilo Broggi Innocenzo Cipolletta Mauro

Moretti Paolo Baratta Clemente Carta Antimo Prosperi Giovanni Ialongo Nunzio Guglielmino Massimo Sarmi

Roberto Colombo Mauro Michielon Giovanni Petrucci Raffaele Pagnozzi Riccardo Andriani Claudio Gallo

Romolo Rizzoli Franco Bassanini Massimo Varazzani Nunzio Guglielmino Luisa Torchia Maurizio Prato

Vincenzo Dettori Emilio Acerna Giuseppe Ferrari Massimo Goti Giuseppe Maresca Guglielmo Tronconi

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Andrea Monorchio Raffaele Ferrara Franco Amoretti Ernesto Sciommeri Alfredo Vespaziani Luigi Martini

Guido Pugliesi Olga Cuccurullo Ilario Floresta Giorgio Rodolfo Piatti Roberto Mazzei Ferruccio Ferranti Mattia

Adani Michele Manzelli Danilo Reali Paolo Garimberti ANTITRUST COVIP AGCOM Autorità Energia Autorità

Lavori Pubblici CONSOB GARANTE PRIVACY ISVAP ANAS CINECITTA' LUCE CONSIP FERROVIE

DELLO STATO POSTE ITALIANE CONI SERVIZI CDP FINTECNA CONSAP ENAV IPZS RAI 512.900,44

427.416,98 427.416,98 427.416,98 427.416,98 Costo Organo 2008 770.00 euro 477.752,47 398.127,08

398.127,08 398.127,08 398.127,08 398.127,08 398.127,08 398.127,08 930.000 euro nel 2008 245.000,00

Euro 196.000,00 196.000,00 196.000,00 196.000,00 196.000,00 196.000,00 430.000 358.000 358.000

358.000 412.336,25 289.984 193.323 193.323 193.323 281.000 99.000 99.000 99.000 99.000 99.000 99.000

750.000 160.000 170.000 570.000* 1.757.000 euro il costo dell'organo nel 2008 1.931.000 compensi agli

amministratori nel 2009 237.000 euro i compensi all'organo nel 2008 228.000 533.000 35.000 35.000

520.000 140.000 31.125 31.125 31.125 31.125 31.125 220.000 318.750 25.000 25.000 25.000 37.500

460.000 18.750 18.750 18.750 135.000 543.000 18.000 18.000 18.000 448.000 Direttore generale Amm.

delegato Vice presidente Consigliere Presidente

Foto: SALVATO DAI TAGLI L'amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti non subirà alcuna

decurtazione dello stipendio [Lapresse]

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sCampidoglio Capitale digitale: addio carta inutile SALTO IN AVANTI Entro 18 mesi tutti i documenti saranno informatizzati E il Comune sbarca su iPhone Marcello Viaggio In gergo tecnico si chiama «dematerializzazione». Via tonnellate di carta inutile. Entro 18

mesi al Comune di Roma sarà completamente digitalizzata la corrispondenza dei certificati (oltre 5 milioni di

documenti l'anno) da e verso i cittadini-utenti. Si estende in città il wi-fi ultra-veloce, ossia la connessione

senza fili a 100 M. Da ieri infine il Campidoglio, primo comune in Italia, sbarca su iPhone. Tante le novità

emerse al Convegno Ictqr, Information and communication technology, organizzato con i 17 maggiori partner

industriali, che il Campidoglio ha tenuto a battesimo ieri presso il Complesso di San Michele a Ripa. «Roma è

obbligata a un salto tecnologico - afferma il sindaco Gianni Alemanno - e può farlo con una grande

partnership tra il pubblico e il privato. Ogni sforzo che viene fatto serve per aumentare la trasparenza, il

contatto diretto tra il cittadino e le istituzioni. È un processo di democrazia. Vogliamo usare le moderne

tecnologie come strumento di partecipazione». L'altro ieri la giunta ha approvato il primo atto che riporta la

firma digitale. Si tratta di una memoria che attribuisce al dipartimento risorse tecnologiche le funzioni di

coordinamento sui sistemi informativi. «L'approvazione del documento spiega l'assessore Enrico Cavallari

rappresenta una svolta nella storia del Campidoglio in quanto, per la prima volta, non riporta la tradizionale

firma a penna ma quella digitale. Questo significa che l'atto può circolare in tempo reale via internet senza più

seguire l'iter previsto finora». Un risparmio notevole di tempo, di costi, di personale. «Nel 2009 - calcola

Cavallari - sono state approvate 486 delibere di giunta che hanno previsto 2mila passaggi nei vari uffici. Oggi

siamo in grado di azzerare l'iter». È di luglio 2009 l'intesa siglata da Alemanno e dal ministro Brunetta per l' e-

government 2012. Da allora il Comune ha portato a termine importanti progetti. Il Portale istituzionale,

www.comune.roma.it , ha registrato in un anno un incremento delle visite del 130 per cento e punta a rendere

disponibile l'informazione (eventi, delibere, programmi) su pc, smartphone, cellulari, televisori domestici. Tra i

nuovi servizi on-line avviati, quello dei certificati anagrafici, che alleggerirà la mole di lavoro degli uffici che

attualmente rilasciano 5.300.000 documenti cartacei all'anno. In corso di avvio la Posta elettronica certificata

(Pec) che consente comunicazioni personali al cittadino. Tuttavia i risultati dei servizi via internet passano

anche attraverso la rete digitale della città. Il Comune da questo punto di vista ha promosso i servizi di nuova

generazione in fibra ottica, capaci di offrire agli utenti un collegamento wi-fi super-veloce fino a 100 M nelle

singole abitazioni. In alcuni quartieri i lavori di posa dei cavi sono terminati o in corso. Infine, da ieri il Comune

è su iPhone. È possibile collegarsi al portale www.comune.roma.it e scaricare gratuitamente l'applicazione

Roma 1.0 dall'Apple store. È il primo servizio del genere in Italia. In questa fase di avvio gli utenti iPhone

possono visualizzare tutte le news pubblicate sul portale. Successivamente l'applicazione potrà essere

estesa ad altri servizi come l'infomobilità. A Roma e provincia si stima ci siano circa 300mila iPhone.

11/06/2010 47Pag. Il Giornale - Roma(tiratura:292798)

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regolamento Paghe, Brunetta «frena» i manager Ai dirigenti pubblici niente compensiextra oltre la soglia di 31 lmila euro l'anno DA ROMA Frenata ai maxi stipendi a carico dello Stato e nuove iniziative per facilitare i contatti dei cittadini

con la Pubblica amministrazione, con in vista la possibilità di ottenere i certificati anagrafici in tabaccheria.

D'ora in poi, il tetto massimo per gli "extra" ai compensi dei manager pubblici non potrà superare 31 lmila

euro, che corrispondono alla retribuzione del primo presidente della Corte Cassazione: è questo infatti il

nuovo limite di retribuzione " aggiuntiva" che i superdirigenti pubblici potranno percepire, in virtù della "stretta"

voluta dal governo nell'ambito della manovra di risanamento dei conti pubblici. L'ha spiegato ieri il ministro

della Funzione Pubblica Renato Brunetta, precisando che la nuova regola non si applica alle Authority e alla

Banca d'Italia. Il tetto di 311 mila euro, inoltre, va considerato appunto come un "extra", e cioè «in aggiunta

alla remunerazione base» ed «escluse le attività soggette a tariffa professionale». Un'ulteriore deroga sarà

possibile solo per un nurrìero massimo di 25 "superdirigenti", «per esigenze di carattere eccezionale» e per

non più di tre anni. Non è chiaro, insomma, quanti saranno i manager pubblici destinati a subire una concreta

decurtazione dei loro emolumenti. L'impressione è che, al dunque, i compensi globali resteranno di tutto

rispetto. I tetti di retribuzione dovranno essere applicati dalle amministrazioni dello Stato, dalle agenzie, dagli

enti pubblici economici e non, dagli enti di ricerca, dalle università, dalle società non quotate a totale o

prevalente partecipazione pubblica e le loro controllate. I destinatari sono le "persone fisiche" che

percepiscono retribuzioni o emolumenti a carico delle pubbliche finanze per un rapporto di lavoro subordinato

o autonomo. Di ben più largo impatto invece si preanunciano gli effetti dell'accordo firmato ieri dallo stesso

Brunetta con Lottomatica Group, che presto metterà a disposizione la propria rete di infrastnitture (circa 30

mila punti vendita) per favorire le sinergie e l'ottimizzazione dei costi delle pubbliche amministrazioni

nell'erogazione dei servizi ai cittadini. Con quest'accordo sarà quindi anche possibile ottenere una stampa dei

certificati anagrafici nelle tabaccherie gestite da Lottomatica. Il tutto, si garantisce, nel totale rispetto della

privacy dei cittadini.

11/06/2010 9Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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REAL ESTATE DATI RECORD NONOSTANTE LA CRISI Eire chiude e fa il bilancio «Meglio delle previsioni» - MILANO - TURISMO, ma non solo, protagonista dell'ultima giornata dei Eire, la fiera del real estate che ha

chiuso i battenti nel quartiere di Rho-Pero. Il bilancio, dicono gli organizzatori, è migliore delle più rosee

aspettative: oltre 14 mila operatori professionali arrivati a Fieramilano da oltre 50 Paesi, con oltre 420

espositori su 35mila metri quadrati di superficie venduta. «In termini di presenze - afferma Antonio Intiglietta,

presidente di Ge.Fi., la società che organizza il salone - questa edizione è andata oltre ogni rosea previsione.

Il clima è stato molto positivo e dimostra la volontà di affrontare in modo responsabile e costruttivo il periodo

di crisi del mercato per che tutti si augurano di poter superare nel più breve tempo possibile. Questo clima e

questi propositi devono essere un segnale importante anche per la pubblica amministrazione e per il

rafforzamento del dialogo con i privati». La sesta edizione di Eire si è conclusa con la consegna dei Social

Housing Awards, che ha visto premiare i migliori progetti, scelti tra oltre 80, nelle categorie «Qualità

Architettonica» (andato al progetto SMS - Social Main Street di Urbam e Dante O. Benini & Partners),

«Ecosostenibilità e Innovazione Tecnologica» (CCC Abita-Environment Conscious Building Systems del

Consorzio CCC), e «Tempi e costi di costruzione» (progetto Casette Map L'Aquila di PHP Rubner

Objektbau). CONSEGNATI ieri sera anche gli Hospitality Awards a cura di R&D Hospitality nelle categorie

Investment, Management e Project Innovation. I vincitori sono rispettivamente l'Arbatrax Park Resort del

Gruppo Mazzella, il Four Seasons di Firenze e l'Hotel Metropole Operà dello Studio Milano Layout. Nel corso

di una serata cui hanno partecipato quasi 600 rappresentanti del settore i «mattoni d'oro 2010» sono stati

assegnati dalla platea a La Reggia Designer Outlet di Marcianise (Caserta), al Capo Malfatano Resort di

Teulada (Cagliari), alle Residenze di Porta Nuova (Milano), a Città del Sole (Roma), a Jesolo Magica

(Venezia), a Nctm come migliore società di consulenza legale-strategica, alla Nuova sede a Padova di

Schuco International Italia, allo Jesolo Lido Village. Premio ex aequo per la Variante di Morbegno e per il

Ponte Provvisorio Galleggiante come migliore infrastruttura. L'appuntamento per la 7° edizione di Eire è dal 7

al 9 giugno 2011 sempre in Fieramilano.

11/06/2010 27Pag. Il Giorno - Ed. nazionale(tiratura:107480)

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Banconapoli Firma digitale al via: interessa 530mila utenti Una svolta, un'ulteriore accelerazione nell'utilizzo dell'Internetbanking, frontiera avanzata della moderna

tecnologia applicata alle esigenze dell'utenza. La firma digitale diventa una realtà per il Banco di Napoli

(Gruppo Intesa Sanpaolo) che la offre gratuitamente ai 530 mila clienti potenziali, a quanti cioè risultano

titolari del contratto di Internet Banking. Nelle quattro regioni in cui il Banco è presente (vale a dire Campania,

Puglia, Calabria e Basilicata) l'utilizzo dei canali diretti supera la media nazionale del Gruppo Intesa

Sanpaolo. Nell'ultimo anno, infatti, - informa una nota dell'ufficio stampa dell'Istituto di via Toledo - i clienti on

line del Banco di Napoli sono cresciuti del 14%, raggiungendo appunto quota 530 mila. Sul totale dei bonifici

effettuati mediamente il 60% transita attraverso i canali diretti, così come l'85% delle compravendite titoli. Il

cliente potrà acquistare carte di pagamento e sottoscrivere prestiti personali e polizze assicurative

direttamente dal sito web della banca, risparmiando tempo ed eliminando la documentazione cartacea. Un

servizio che potenzia quello già esistente, «la SuperFlash», carta prepagata di ultima generazione. Si riceve

direttamente a casa per posta e si attiva al telefono. Può essere usata presso Atm (Bancomat), Pos e siti di

commercio elettronico. Intesa Sanpaolo, di cui il Banco di Napoli fa parte, è la prima banca italiana ad offrire

un servizio di firma digitale che non richiede alcuna installazione software sul computer del cliente.

11/06/2010 42Pag. Il Mattino - Ed. nazionale(diffusione:79573, tiratura:108314)

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CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Il riferimento: lo stipendio del primo presidente della Cassazione Manager p.a. con tetto (flessibile) Compenso massimo a 311 mila . Ma ci sono scappatoie Pubblici dipendenti e consulenti della p.a. potranno ricevere un trattamento economico non superiore a quello

annuale complessivo spettante per la carica al Primo Presidente della Corte di cassazione, oggi pari a

311.000 euro lordi. Lo prevede un regolamento approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Che contiene però

non poche deroghe al limite massimo ipotetico della retribuzione. Intanto, nel limite della remunerazione non

si computa il corrispettivo globale percepito per il rapporto di lavoro o il trattamento pensionistico corrisposti al

soggetto destinatario, rispettivamente, dall'amministrazione o dalla società di appartenenza e dall'ente

previdenziale. In poche parole, i 311.000 euro lordi si cumulano con lo stipendio o la pensione già in

godimento. Non solo. Non va computato nel limite del trattamento economico complessivo la parte del

compenso che il soggetto destinatario è eventualmente obbligato a versare in fondi.Ma non è finita. Le

amministrazioni avranno comunque il potere di derogare al limite massimo dei compensi, sia pure solo in

presenza di esigenze di carattere eccezionale e per un periodo di tempo non superiore a tre anni. Lo schema

di regolamento messo a punto dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta tenta di definire il

concetto di «esigenze di carattere eccezionale»: esse dovrebbero derivare da eventi imprevedibili cui non si

possa far fronte con l'attività dei dipendenti e dei consulenti già operanti presso l'ente e che richiedano una

prestazione lavorativa straordinaria in termini sia di qualità che di quantità oraria giornaliera. Posto che

secondo gli insegnamenti della Corte dei conti le pubbliche amministrazioni sono tenute ad utilizzare per

l'espletamento delle proprie attività la dotazione di personale esistente, la motivazione prevista in astratto

dalla normativa appare ben difficile da verificare in concreto. In ogni caso, la deroga sarà sottoposta al vaglio

preventivo del Dipartimento della Funzione Pubblica, che analizzerà la dettagliata motivazione a supporto del

conferimento in deroga al tetto massimo di spesa.Ulteriore deroga: un dipendente o consulente potrà

sfondare il «tetto» dei 311.000, dal momento che gli sarà possibile cumulare più di un incarico dal momento

che ciascuna singola amministrazione o società può attribuire ad un medesimo soggetto una pluralità di

incarichi, rapporti o simili nello stesso anno. In questo caso, l'atto di conferimento deve, motivare

specificatamente il possesso in capo al destinatario dei requisiti di professionalità e di esperienza in relazione

alla tipologia di prestazione richiesta ed alla misura del compenso attribuito nell'osservanza, nel rispetto dei

principi del merito e della trasparenza, ed allegare il curriculum vitae del destinatario.Il regolamento non

riguarda regioni ed enti locali, essendo riferito alle amministrazioni dello Stato, dalle agenzie, dagli enti

pubblici economici e non, dagli enti di ricerca, dalle università, dalle società non quotate a totale o prevalente

partecipazione pubblica e le loro controllate.Il «tetto» opererà non solo per i compensi derivanti da rapporti di

lavoro dipendente, ma anche autonomo, derivanti da contratti d'opera continuativa, collaborazioni coordinate

e continuative o a progetto. Lo schema di decreto, dunque, indirettamente ma significativamente ammette

che il rapporto di collaborazione a progetto vale anche per le amministrazioni pubbliche, smentendo la tesi

prevalente secondo la quale, invece, tale forma di lavoro autonomo non sarebbe applicabile nell'ambito

pubblico.Restano, invece, escluse dal tetto retributivo le attività soggette a tariffa professionale anche non

continuativa, i contratti d'opera di natura non continuativa, i compensi degli amministratori delle società non

quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica e le loro controllate per i compensi dei componenti dei

consigli di amministrazione ai quali sono conferite deleghe). Esclusi anche i redditi dei dipendenti della Banca

d'Italia e delle Autorità indipendenti.Ciascuna amministrazione dovrà rendere pubblica, mediante il sito

istituzionale, ciascun atto di conferimento soggetto alla disciplina del regolamento, indicando tipo, durata,

compenso previsto, nominativo del destinatario, nonché tutti gli altri eventuali incarichi, rapporti o simili, con

l'indicazione dei compensi spettanti.

11/06/2010 21Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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Lottomatica/P.a. Il certificato si trova in tabaccheria Maggiore concorrenza, una pubblica amministrazione sempre più presente, meno spostamenti e code, più

orari di accesso. Sono gli obiettivi dell'accordo sulle «Reti Amiche» siglato dal ministro per la pubblica

amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, e dal direttore generale di Lottomatica Group, Renato

Ascoli, che stabilisce l'erogazione ai cittadini e alle imprese di diversi servizi delle pubbliche amministrazioni.

Il protocollo prevede la stampa dei certificati anagrafici attraverso i punti Lottomatica Italia servizi (Lis),

l'utilizzazione dei canali informativi presenti nei punti Lis per veicolare le campagne della pa. Agli oltre 60 mila

sportelli Reti Amiche, già attivi sul territorio nazionale grazie agli accordi siglati con Poste, Tabaccai, Intesa

SanPaolo e Unicredit, si aggiungono ora quelli Lottomatica che completano alcune delle reti esistenti e che

servono oggi circa 20 milioni di clienti, con 30 mila sportelli e oltre 40 milioni di transazioni di pagamento.

11/06/2010 24Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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Firma digitale con Internet banking Intesa La firma digitale diventa una realtà che Intesa Sanpaolo offre gratuitamente ai suoi 3 milioni di clienti titolari

del contratto di Internet banking. Il cliente potrà acquistare carte di pagamento e sottoscrivere prestiti

personali e polizze assicurative direttamente dal sito web della banca, risparmiando tempo ed eliminando la

documentazione cartacea. Già oggi è disponibile SuperFlash, la carta prepagata di ultima generazione. Si

riceve direttamente a casa per posta e si attiva al telefono. Può essere usata presso Bancomat, Pos e siti di

commercio elettronico.Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana a offrire un servizio di firma digitale che non

richiede alcuna installazione software sul computer del cliente e nemmeno un supporto elettronico esterno

(smart card o chiavetta Usb). È infatti la banca a farsi carico dell'archiviazione informatica e della protezione

della firma digitale, che diventa così facile da usare e molto più sicura.O-KeyPiù, questo il nome della firma

digitale messa a punto da Intesa Sanpaolo, si attiva in modo semplice dal sito della banca e si basa

sull'inserimento di un doppio codice. Ha il medesimo valore legale della firma autografa.«La firma digitale»,

ha spiegato Antonio Braghò, responsabile per i canali diretti in Banca dei Territori, «rappresenta un vero

punto di svolta, perché consente di firmare contratti online e apre le porte all'acquisto dei prodotti bancari e

assicurativi via web. L'obiettivo è far si che il cliente si senta pienamente a suo agio quando opera a

distanza».Quasi la metà dei 3 milioni di clienti online di Intesa Sanpaolo compie operazioni tramite Internet

almeno una volta al mese.

11/06/2010 39Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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CARIFIRENZE Via alla firma digitale Polizze e prestiti sottoscritti in rete - FIRENZE - LA FIRMA digitale diventa una realtà che Banca CR Firenze e il gruppo Intesa Sanpaolo offrono

gratuitamente ai 3 milioni di clienti titolari del contratto di Internet Banking. Il cliente potrà acquistare carte di

pagamento e sottoscrivere prestiti personali e polizze assicurative direttamente dal sito web della banca,

risparmiando tempo ed eliminando la documentazione cartacea. Intesa Sanpaolo è il primo gruppo bancario

italiano ad offrire un servizio di firma digitale che non richiede alcuna installazione software sul computer del

cliente e nemmeno un supporto elettronico esterno (smart card o chiavetta USB). E' infatti la banca a farsi

carico dell'archiviazione informatica e della protezione della firma digitale, che diventa così facile da usare e

molto più sicura.

11/06/2010 19Pag. La Nazione - Ed. nazionale(tiratura:176177)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 11/06/2010 50

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PROTOCOLLO IL PROGETTO RIGUARDA I LUOGHI DI SOFFERENZA, COME GLI OSPEDALI Il 'dottor'-clown:«Vivere positivo» Ok all'intesa tra Provincia e Vip Perugia per alleviare il disagio di LUCA VAGNETTI

- PERUGIA -

DOTTOR JEKYLL e Mister Hyde (di quelli che non fanno male a nessuno, però, anzi...) , rivisitati in salsa

umbra, calzano a pennello con la duplice veste di Stefano Trillini: operaio alla Thyssenkrupp di Terni, clown in

corsia per regalare un sorriso a bambini ed anziani. Indossato il naso rosso d'ordinanza e coperto il viso con

una mano di trucco colorato, Stefano si trasforma in 'Clown Felix', presidente dell'associazione 'Viviamo in

Positivo', e porta allegria ai nonni di Fontenuovo e ai piccoli ospiti del reparto pediatria dell'ospedale 'San

Maria della Misericordia' di Perugia: «Il mio incontro con la clownterapia risale al 2007 - racconta

Stefano/Felix - e con i ragazzi di 'Viviamo in Positivo' è stato amore a prima vista. Sono persone fantastiche,

semplici e umili». Clown, però, non ci si improvvisa: «Ci incontriamo una volta a settimana, di sera, per quelli

che noi chiamiamo allenamenti: in realtà si tratta di veri e propri corsi di formazione, tenuti da trainer

qualificati. Ci insegnano a fare il mimo, ad eseguire i giochi che riproponiamo con i pazienti, e soprattutto ci

istruiscono sugli aspetti psicologici che dobbiamo tenere in considerazione nel rapportarci con il malato.

Capita anche, a volte, di avere riscontri negativi: le persone in stato di degenza accumulano una

comprensibile tensione e magari non hanno voglia di sorridere con noi. Nel 95% dei casi siamo comunque

ben accolti». In fin dei conti, però, il gioco vale sempre la candela: «E' molto più quello che riceviamo dai

nostri 'amici' rispetto a quello che diamo. Stare insieme agli altri volontari dell'associazione e aiutare le

persone in difficoltà ti dà una ricarica continua che va oltre la stanchezza delle giornate di lavoro». L'eco delle

buone azioni di Stefano e degli altri 60 clown è giunta fino dentro le stanze della Provincia di Perugia; il

consigliere Valerio Bazzoffia (PdL) ha presentato un ordine del giorno, approvato all'unanimità dall'aula, da

cui è nato un protocollo d'intesa tra l'ente e l'associazione 'Viviamo in positivo', sottoscritto ieri dal vice

presidente della Provincia, Aviano Rossi. «L'idea ha incassato il sostegno di tutto il Consiglio Provinciale -

hanno sottolineato, quasi all'unisono, tanto Bazzoffia che Rossi - e questo dimostra come la solidarietà non

abbia colore politico». L'appoggio istituzionale si tradurrà nell'organizzazione di iniziative comuni e nella

possibilità, da parte dei clown, di ottenere uno spazio promozionale negli spazi dello Sportello del Cittadino.

La Provincia di Perugia sta inoltre lavorando per reperire un locale dove i ragazzi di 'Viviamo in positivo'

possano svolgere le loro sedute di allenamento. «Facciamo tutto a titolo di volontariato - spiega Stefano

Trillini - ma dobbiamo sostenere diverse spese per affitti e attrezzature. Le nostre entrate sono limitate a due

raccolte fondi annuali». Diffidate dalle imitazioni.

10/06/2010 12Pag. La Nazione - Umbria(tiratura:176177)

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L'EVENTO Mancini con il presidente Napolitano e Brunetta al «Premio dei premi» perl'innovazione tecnologica GABRIELLO Mancini, in qualità di presidente della Fondazione nazionale per l'innovazione tecnologica

Cotec, ha partecipato a Roma alla cerimonia di consegna del «Premio dei Premi» 2010 per l'innovazione

tecnologica. Consegnato al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e alla presenza del

ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, il premio, istituito con il decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2008, rientra nelle celebrazioni della Giornata Nazionale

dell'Innovazione. Nel suo intervento di saluto, Gabriello Mancini ha voluto sottolineare che esistono in Italia

numerose e diffuse capacità di innovazione, soprattutto tra le piccole imprese, che trovano un concreto

riscontro nei significativi livelli di produttività e di competitività delle nostre imprese nel quadro internazionale,

nonostante i valori degli indicatori di attività della Ricerca e Sviluppo siano collocati in posizione arretrata

rispetto ai Paesi più industrializzati.

10/06/2010 7Pag. La Nazione - Siena(tiratura:176177)

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Tasse e ticket nei punti Lottomatica Presso gli oltre 30 mila unti vendita della rete Lottomatica si potrà stampare il proprio certificato anagrafico,

informarsi sulle campagne della pubblica amministrazione, pagare il ticket per le prestazioni sanitarie e

qualunque tipo d'imposta o sanzione. Queste le novità del protocollo d'intesa firmato ieri dal titolare del

dicastero della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, e il direttore generale di

Lottomatica Group, Renato Ascoli. Un'iniziativa che s'inserisce all'interno del progetto Reti Amiche, idea del

governo italiano per offrire maggiori opportunità nella fruibilità dei servizi della pubblica amministrazione,

aumentando la disponibilità dell'offerta e la varietà dei soggetti erogatori. Dopo gli accordi già sottoscritti con

Poste Italiane, tabaccai, Intesa Sanpaolo e Unicredit, ora anche Lottomatica ha aderito a Reti Amiche, dando

così maggiore attuazione al piano di e-government 2012, un insieme di progetti di innovazione digitale che si

propongono di modernizzare la pubblica amministrazione. L'utilizzazione di questi servizi, cui si aggiungerà

anche quello di una carta prepagata per i micro-pagamenti dovrebbe, almeno nelle intenzioni, garantire

comunque la privacy e migliorare il rapporto tra il cittadino e lo Stato. Rapporto spesso conflittuale data

l'eccessiva burocratizzazione e la tradizionale lentezza dei processi. Alcuni servizi, ha assicurato il direttore

generale di Lottomatica, Ascoli, sono stati già sperimentati a livello locale sia a Firenze, con i ticket sanitari,

sia a Napoli per i certificati anagrafici. Quindi non si tratterebbe di un vero salto nel vuoto. Ora tra gli intenti e

l'effettiva realizzazione di quanto si prefigge il ministero, c'è soltanto da aspettare che si concluda la fase

attuativa del protocollo, che fonti interne a Lottomatica assicurano sarà breve. La rete del gruppo Lottomatica

serve attualmente circa 20 milioni di clienti, un'infrastruttura ben dislocata su tutto il territorio nazionale.

L'intesa raggiunta ieri, precisa la società, è avvenuta a costo zero e prevede di far risparmiare tempo e

denaro ai cittadini italiani. Ed è una scommessa tanto cara al ministro Brunetta, che sull'e-government 2012

ha scommesso con decisione. (riproduzione riservata) Fabio Savelli

11/06/2010 13Pag. MF(tiratura:173386)

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Federalismo: il Demanio metta proprietà su web Richiesta del Carroccio per avere maggiore trasparenza e dare risposte agli Enti Locali Pubblicare i beni del Demanio su web. Questa la proposta dei senatori del Carroccio Gianvittore Vaccari,

Massimo Garavaglia e Paolo Franco per avere ancora maggiore trasparenza nella politica del Governo in

materia di federalismo demaniale. Con un'interpellanza al ministro dell'Econ omia e delle Finanze, Giulio

Tremonti, gli esponenti della Lega chiedono «di sapere se l'Agenzia del Demanio intenda pubblicare, con la

massima urgenza, sul proprio sito internet, la lista completa dei beni demaniali che andranno agli enti locali,

in virtù del principio di trasparenza che attiene al corretto svolgimento dell'attività amministrativa». I senatori

leghisti ritengono necessario che l'Agenzia del Demanio pubblichi on-line i beni dopo l'approvazione del

Federalismo demaniale ricordando nell'inte rpellanza a Tremonti come nei giorni scorsi il Governo abbia

«emanato il decreto legislativo sul federalismo demaniale, prima tappa attuativa dei principi di un più ampio

federalismo fiscale e che - sostengono i parlamentari della Lega Nord - sulla base di questo decreto, alcuni

beni del demanio dello Stato saranno trasferiti alle Regioni». È dunque, a parere degli interpellanti «di

fondamentale importanza per gli enti locali conoscere la lista de beni demaniali, compresi i terreni e i beni di

cui i Comuni non sono a conoscenza, ma di pertinenza delle amministrazioni stesse, in modo da iniziare un

lavoro di conoscenza approfondita del proprio territorio, mentre ancora l'Agenzia del Demanio n o n f o r n i s

c e q u e s t i elenchi». Si ricorda inoltre che sul federalismo demaniale «c'è grande interesse da parte delle

comunità e dei sindaci che già ci stanno chiedendo chiarimenti e ci interrogano sui motivi che causano il

ritardo di queste informazioni».

11/06/2010 2Pag. La Padania(tiratura:70000)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 11/06/2010 54

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LA POLITICA DELLA QUALITÀ IN CONSIP La relazione di Danilo Broggi al Workshop Rai-Accredia «Da tempo Consip si impegna a perseguire unapolitica che pone al centro delle attività il cliente "interno" ed "esterno"» . - «La certificazione della qualità è un sistema su cui Consip sta lavorando con impegno. Comprare a buon

prezzo è valutazione giusta ma anche comprare qualità è importante altrimenti si aprono problemi nella

Pubblica Amministrazione». Così ha iniziato la sua relazione al Workshop Rai-Accredia (l'Ente italiano di

accreditamente) Da nilo B roggi, amministratore delegato di Consip, la società che nei suoi due rami di

attività, cioé gli acquisti per la pubblica amministrazione e i servizi informatici per il Ministero dell'Economia e

delle Finanze, ha generato un valore per la pubblica amministrazione pari a quasi 3,4 miliardi di euro.

L'impegno di Consip nella Pubblica Amministrazione, ha rilevato Broggi, va anche nella direzione per la tutela

dell'ambiente, la digitalizzazione ed il contenimetno dei costi sociali. «In tale contesto - ha affermato Broggi

alla platea dei convegnisti -, Consip si impegna a perseguire una politica che pone al centro delle attività il

cliente "inter no" ed "ester no": la soddisfazione del cliente interno è perseguita attraverso momenti di verifica

e di aggiornamento sui temi correlati ai servizi erogati; mentre, la cura del cliente esterno viene ricercata

offrendo e adeguando tutti i processi alle sue esigenze, implicite ed esplicite, e monitorando il ragg i u n g i m

e n t o d e g l i obiettivi». Dunque, per Consip il cliente assume un ruolo centrale, evidenziando la rilevanza di

erogare servizi sempre rispondenti ai suoi bisogni e di creare un'elevata customer satisfaction. Le attività di

miglioramento della soddisfazione del cliente si fondano, tra gli altri, sui seguenti principi: attuazione di un

sistema di gestione qualità a norma UNI EN ISO 9001:2008, quale stru. . mento per ottenere: (1) integrazione

ed efficienza dei processi, (2) ottimizzazione dei costi e (3) soddisfazione di tutti i portatori d'interesse; il

consolidamento di un sistema di monitoraggio delle forniture che consenta - a fronte della definizione

completa delle caratteristiche dei beni/servizi - la costante verifica di rispondenza tecn i c o - c o ntrattuale ai r

e q u i s i t i p r e v i s t i ; l'a tten zione costante a logiche di a c q u i s t o "so sten ibile" che (1) s t i m o l i n o

com port amenti cons a p e v o l i , (2) riducano l'impatto sull'ambiente dei consumi della PA, (3) sostengano

innovazione tecnologica e investimenti delle imprese. E ancora, ha detto con soddisfazione l'Ad di Consip: «Il

continuo sviluppo di strumenti e soluzioni che consentano (1) di incontrare i fabbisogni sempre più specifici

delle Amministrazioni e (2) di assicurare alle imprese (in particolare PMI) la più ampia partecipazione e

competitività al mercato della domanda pubblica (es. Accordo Quadro, Mepa, in divenire Sistema Dinamico di

Acquisizione). Tutto confermato dalla soddisfazione dei nostri clienti». Per concludere, è necessario

sottolineare come condizione necessaria per essere credibili, quando si portano avanti strategie innovative, è,

a parere di Broggi, «mantenere la massima qualità dell'azione e agire secondo standard qualitativamente

elevati va al di là del garantire la sola limpidezza e la correttezza nelle procedure, significa, ad esempio,

anche creare per le imprese le più ampie condizioni di ingresso e partecipazione alle gare, ad esempio

attraverso un'infor mazione diffusa, completa e facilmente accessibile. Tutto questo - ha concluso Danilo

Broggi ha non solo un evidente valore sociale ed etico, ma anche un importantissimo valore economico,

poiché garantire accessibilità significa allargare la partecipazione e dunque la competizione, significa dare

chiarezza e, quindi, creare condizioni indispensabili per permettere al mercato di esprimere tutte le sue

potenzialità». Romolo Martelloni

Foto: Danilo Broggi, presidente Consip

11/06/2010 16Pag. La Padania(tiratura:70000)

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DALLA PARTE DEI LETTORI PREVIDENZA E ASSISTENZA I certificati medici di malattia solo on-line A CURA DI DAMIANO BETTONI 1a preso il via la trasmissione on-line dei certificati di malattia. A partire dal 3 aprile 2010 il medico curante è

tenuto a inviare la certificazione di malattia del lavoratore privato e pubblico in via telematica all'Inps. L'Istituto

in una recente circolare illustra la nuova procedura e fornisce le prime istruzioni operative, confermando che

è comunque previsto un periodo transitorio di tre mesi (fino al 3 luglio 2010), durante il quale sarà ancora

consentito ai medici di rilasciare il certificato di malattia con le modalità tradizionali. Secondo la nuova

procedura, il medico, dipendente del Servizio sanitario nazionale o in regime di convenzione, deve ora

acquisire e inviare on-line i certificati medici al sistema di accoglienza centrale (Sac) del ministero

dell'Economia e delle finanze che provvede in automatico a inoltrarli all'Inps. Dopo aver ricevuto dal Sac il

numero identificativo, il medico rilascia al lavoratore una copia cartacea dell'attestato di malattia (privo della

diagnosi) da consegnare al datore di lavoro e il certificato con la diagnosi per l'assistito. L'Inps, sul suo sito

Internet, mette a disposizione dei datori di lavoro le attestazioni di malattia rilasciate dal medico per la

consultazione e la stampa. Anche i lavoratori, che si accreditano al servizio tramite un codice Pin, possono

consultare e stampare i dati dei propri certificati e attestati di malattia. Con la nuova procedura, il lavoratore

del settore privato non deve più trasmettere all'Inps il certificato di malattia, salvo i casi di impossibilità di invio

telematico da parte del medico. È tenuto comunque a recapitare entro due giorni dal rilascio l'attestazione di

malattia al datore di lavoro, salvo il caso in cui quest'ultimo ne richieda all'Inps la trasmissione telematica.

Questo adempimento è venuto meno invece per i dipendenti pubblici, in quanto è l'inps a inviare l'attestato di

malattia all'ente di appartenenza. Il sistema centrale dell'Inps indirizza verso le proprie sedi i certificati dei

lavoratori aventi diritto all'indennità di malattia per la disposizione di visite mediche di controllo e, nei casi

previsti, per i l pagamento diretto delle prestazioni. la riduzione dell'assenteismo nella pubblica

amministrazione rispetto a gennaio 2009.

10/06/2010 126Pag. Famiglia Cristiana - N.24 - 13 giugno 2010(diffusione:587400, tiratura:685739)

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PARTERRE DE ROI PER GLI ALUMNI E ALLA BOCCONI PARLERÀ DI DIGITALIZZAZIONE Un intervento sul tema Le moderne rivoluzioni economiche, come cambiano la geografia della competitività e

le strategie aziendali all'avanzare del processo di digitalizzazione . Francesco Caio ha accettato di parlarne

agli Alumni Bocconi venerdì 18. «Un'occasione interessante per riettere su tecnologia e sviluppo», anticipa.

Sarà in buona compagnia. A introdurre la due giorni della Continuous Learning Alumni Conference ci sarà

Mario Monti . Per l'associazione dei laureati Bocconi e diplomati Sda Bocconi (una comunità di potenziali 80

mila ex allievi) costituita lo scorso 3 dicembre è una eccellente occasione. Secondo il presidente Pietro

Guindani , «la nostra missione è essere una forza positiva della società, capace di mobilitare le energie

migliori delle persone cresciute professionalmente e culturalmente all'interno del mondo Bocconi». L'evento

vedrà alternarsi anche John Elkann , Andrea Guerra , Tito Boeri , Nerio Alessandri , Enzo Biagini , Beatrice

Trussardi ed Enrico Valdani . I centri emergenti dell'innovazione saranno discussi da Stefano Maruzzi ,

Michael Ochan Kilama , Riccardo Luna e Carlo Alberto Carnevale-Maffè . Di futuri possibili parleranno

Luciano Balbo , Riccardo Illy , Paola Dubini . La leadership, infine, sarà trattata da Giovanna Furlanetto ,

Donatella Treu e Giuseppe Soda .

11/06/2010 26Pag. Il Mondo - N.25 - 18 giugno 2010(diffusione:79889, tiratura:123250)

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LAVORO E BENESSERE RICERCA ISTUD PER CONTO DEL MINISTERO DEL WELFARE SU UNGRUPPO DI 22 AZIENDE L'ufficio è meglio con il check-up Gaia Fiertler Unicredit, Astra Iveco, Ikea, Medtronic, Eli Lilly sono le aziende più virtuose per attenzione alla salute e

sicurezza dei propri lavoratori, secondo una ricerca del 2009 che la Fondazione Istud (gestisce l'omonima

business school e ha fra i soci gruppi industriali e finanziari, da Generali a Barilla, da Telecom Italia a Intesa

Sanpaolo) ha appena concluso. Realizzato su commissione del ministero del Welfare, sarà ripetuto anche

quest'anno: nonostante i tagli del governo (che prevedono, per esempio, la soppressione dell'Ispels, l'istituto

che si occupa di prevenzione e sicurezza sul lavoro), la gara per la concessione di contributi a studi sulle

discipline infortunistiche e di medicina sociale è stata infatti rinnovata (scade a fine giugno). Le cinque

imprese individuate nell'edizione 2009 sono considerate «best practice», cioè esempi di originalità e

innovazione oltre le disposizioni di legge, su 22 che hanno risposto all'indagine ( tabella in alto ). A queste se

ne aggiunge una sesta, in un gruppo a parte di enti della pubblica amministrazione: si tratta dell'istituto

tecnico Enrico Fermi di Giarre, segnalato per la qualità degli ambienti e le sue iniziative antibullismo. Quelle

escluse dal top sono considerate comunque di livello sufficiente. Il punto è che hanno risposto solo in 30, fra

imprese e organizzazioni della Pa, su 340 invitate a partecipare. E questo, secondo Maria Giulia Marini ,

responsabile area sanità e salute di Istud e curatrice della ricerca, «è un segno di arretratezza culturale

dell'Italia su questi temi». Probabilmente nessuno aveva da raccontare molto su questo fronte, o era

impegnato in processi di ristrutturazione e riteneva poco «politico» parlare, nel mezzo della crisi, di buone

pratiche di gestione dei propri dipendenti. Qualche input verso una più diffusa attenzione al benessere

organizzativo potrebbe arrivare ora dalla legge 81/08 sullo stress legato al lavoro, in vigore dall'1 agosto. «Se

viene vista come un'opportunità, si potranno diffondere iniziative a vantaggio delle persone ma con ritorni di

efficienza anche per l'azienda», commenta Fabrizio Daverio , avvocato esperto in diritto del lavoro. Ma che

cosa hanno fatto i cinque eletti per entrare nell'Olimpo di Istud? Unicredit, per esempio, è stato segnalato per

Take care (ossia «Prenditi cura»), un programma di attenzione alla salute dei dipendenti che va da

prevenzione, stili di vita, alimentazione e attività fisica ai temi sociali, con corsi di formazione sul diversity

management. L'approccio è di responsabilizzazione tra colleghi e non di un premio per pochi, come a volte

accade con i check-up sanitari. Proprio per superare questo limite, la farmaceutica americana Eli Lilly vuole

estendere a tutti il check-up medico personalizzato (oggi destinato solo ai dirigenti), ha chiuso gli spazi per i

fumatori e propone in mensa menu ipocalorici e vegetariani. Nel suo stabilimento di Piacenza, Astra Iveco,

invece, si è guadagnata il premio per Wcm (World class manifacturing), il brevetto Toyota che punta a ridurre

a zero i margini di errore, con il coinvolgimento di tecnici e operai nel suggerire i miglioramenti possibili. Ikea

Italia ha scommesso sulla gestione intelligente degli orari e sull'attenzione ai dipendenti disabili. Infine, la

biomedicale Medtronic ha puntato sulle politiche di sicurezza contro il rischio infortuni. Gaia Fiertler 22

SOTTO ESAME Ikea Astra Iveco Veicoli Industriali (Fiat Group) Eli Lilly Italia Medtronic Italia Unicredit Group

Arena Italia Benetton Group Boehringer Ingelheim Italia Came Cancelli Automatici Celgene Chiesi

Farmaeutici Fincantieri Cantieri Navali Italiani Finmeccanica Pinna Industria Casearia Fumagalli Edilizia

Industrializzata Gruppo Intini Gruppo Hera Jcoplastic Lindt & Sprüngli Società Cooperativa Agricola Produttori

Olivicoli Telecom Italia Vodafone Italia

Foto: Seduta di fitness in una palestra aziendale

Foto: Maria Giulia Marini e, sopra, Fabrizio Daverio

11/06/2010 66Pag. Il Mondo - N.25 - 18 giugno 2010(diffusione:79889, tiratura:123250)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 11/06/2010 58

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UNIVERSITA

8 articoli

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Dopo le regole europee sulla previdenza «La parità non può iniziare dalla pensione» Kostoris: sgravi fiscali per le assunzioni. Profeta: più spazio nei consigli di amministrazione Rita Querzé MILANO - «E va bene, è l'Europa che ce lo chiede. Ma non ci si poteva pensare prima? Non si poteva

cominciare a investire vent'anni fa su una reale parità uomo-donna? Invece le italiane si trovano ad avere

solo gli svantaggi della parità, mentre nella carriera come nella partecipazione al lavoro siamo per molti versi

all'anno zero. L'unica speranza è che l'equiparazione donne-uomini sul piano previdenziale spinga a

intervenire seriamente per correggere quella che chiamerei una cittadinanza imperfetta».

A parlare è Gianna Martinengo, imprenditrice, coordinatrice dei comitati impresa femminile delle Camere di

commercio della Lombardia. Il suo è un pensiero condiviso dalla gran parte delle donne che si occupano di

donne. Come, del resto, la richiesta a gran voce di interventi per raddrizzare una parità zoppa. Dove gli oneri

ci sono tutti, peccato manchino gli onori.

«Ora mi aspetto davvero che i risparmi garantiti da questo intervento siano investiti per aumentare

l'occupazione femminile», si augura tra le altre Fiorella Kostoris, docente di Economia alla Sapienza di Roma

e presidente del comitato Pari e Dispare fondato con Emma Bonino. Kostoris e Bonino da sempre

sostengono la necessità di equiparare donne e uomini sul piano della pensione. «Certo, avrei gradito che ciò

avvenisse con maggiore gradualità - fa presente l'economista -. Ora bisogna costruire pari opportunità di

lavoro e di carriera». Ricette? «Asili nido e doposcuola aiutano le famiglie, ma a mio parere sarebbe più

urgente investire sulle donne. Penso a una fiscalità vantaggiosa per chi assume rosa. Non resta che

parificare l'età della pensione anche nel privato e investire gli enormi risparmi che lo Stato avrebbe da questa

misura nella costruzione della parità sugli altri fronti».

Dal canto suo il governo ha già detto ieri che le risorse risparmiate finiranno in un fondo strategico per i

servizi all'infanzia e alla non autosufficienza. «Quando la Ue dice che dobbiamo equiparare l'età della

pensione non possiamo dimenticare che le donne guadagnano meno degli uomini, che troppe volte vengono

licenziate perché madri o sono costrette ad accettare lavori sottodimensionati - constata anche Isabella Rauti,

capo dipartimento del ministero delle Pari opportunità. Morale: «A questo punto è necessario lavorare per

restituire un valore sociale alla maternità», auspica Rauti.

Ma questo è solo il primo punto di un ipotetico elenco degli interventi sui cui investire per marciare verso una

reale parità uomo-donna. «Bisognerebbe incentivare i congedi di paternità», aggiunge Paola Profeta, docente

dell'università Bocconi di Milano. «I disegni di legge che impongono una quota minima di donne nei consigli di

amministrazione non sono mai stati discussi - continua l'economista -. E anche il codice di Borsa non è mai

stato modificato a favore di una più equa presenza femminile. Poi sarebbe necessario aumentare la spesa

per la famiglia. Il nostro Paese investe la metà della Francia».

«Non parlerei più di parità e pari opportunità se questo significa avere soltanto il medesimo accesso alla

pensione - provoca Simona Cuomo, coordinatrice dell'osservatorio sul diversity management dell'università

Bocconi -. Sarebbe necessario, invece, lavorare seriamente per un sistema produttivo compatibile con le

differenze».

«Ecco, appunto. Il problema è che non si tiene conto che la pensione a 65 anni può andare bene per le

donne che svolgono certi tipi di lavoro, particolarmente gratificanti. Ma non per la commessa del

supermercato che al termine dei turni alla cassa deve curare un genitore non autosufficiente», aggiunge la

filosofa Roberta De Monticelli.

Alla fine, a tirare le somme della discussione è Chicca Olivetti, promotrice del blog su Facebook «Metà di

tutto: 65 sì, ma con oneri e onori». «Alle donne non resta che muoversi insieme - incita Olivetti -. Per

prendersi anche la parità sul resto».

11/06/2010 8Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 11/06/2010 60

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Foto: Università Sopra, Fiorella Kostoris e, a destra, Paola Profeta

Foto: Pari opportunità Sopra Isabella Rauti, capo dipartimento del ministero delle Pari opportunità

11/06/2010 8Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 11/06/2010 61

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Interventi & Repliche Tanti auguri alla signora Fausta

Ringrazio dell'ospitalità che il Corriere concede alla mia lettera di auguri per il 90° compleanno di Fausta

Finzi, sopravvissuta al Lager che inghiottì suo padre. Una lettera che ho voluto scrivere insieme e a nome dei

1500 ragazzi che anche quest'anno hanno ascoltato le parole di Fausta all'Università di Cosenza durante il

Giorno della Memoria.

Antonio Sorrenti, Cittanova (Rc)

Dolcissima Fausta, buon compleanno. Tu e tuo papà sarete sempre nel nostro cuore. Preghiamo sempre per

lui e non è difficile farlo in quanto tu, ogni giorno o ogniqualvolta ti chiamiamo, ci dai una voglia di vivere che

difficilmente ritroviamo negli altri. Ti eleggiamo a nostra matriarca e utilizzeremo sempre un patto tra noi, te e

il Signore. Da questo giornale facciamo una promessa: le prossime palme che utilizzeremo per le sukot della

festa delle Capanne serviranno a costruire una capanna a Ravensbrück, un'altra a Dora e una a Birkenau.

Perché le palme della Calabria, come il cedro che si metterà sulla mano sinistra, sono sante e benedette.

Sappiamo che la tua precarietà fisica non ti permetterà il prossimo anno di essere fisicamente tra noi.

Continua sempre a scriverci il 27 gennaio. Scrivi sempre la lettera al tuo papà, riservala solo a noi perché

così facendo noi urleremo ripetutamente con tutte le nostre forze il suo nome. I figli di Calabria, che non

conosci, che non hai mai visto e che ti sentono sempre al telefono, ti salutano. Shalom.

Istituto Comprensivo Luigi Chitti

di Cittanova (RC), Scuola Elementare Corrado Alvaro di Reggio Calabria,

Istituto Comprensivo di Squillace (Cz), Scuola Onnicomprensiva di Altomonte (Cs), Istituto Magistrale statale

«G. Rechichi» di Polistena (RC), Istituto Comprensivo di Monasterace (RC)

La laurea in Tecniche Erboristiche

La Federazione Erboristi Italiani, aderente a Confcommercio, chiede la rettifica della notizia riportata

nell'articolo «Scienza del fiore e gattologia - sono 470 le lauree eliminate» (Corriere, 26 maggio), secondo la

quale il corso di laurea in Tecniche Erboristiche sarebbe, al pari di altri, stato eliminato. Oltre a dichiarare la

notizia del tutto infondata, siamo altresì indignati perché si rappresenta questo indispensabile corso di laurea,

altamente qualificante per gli operatori del settore erboristico e degli integratori alimentari, settore, è bene

ricordarlo attinente al campo del mantenimento del benessere e della salute, come irrazionale poco serio e

addirittura «stravagante». Si fa presente che tale corso, appartenente alla classe di laurea di Scienze e

Tecnologie Farmaceutiche, benché ridimensionato nel numero di sedi, rimane tra i più attivi e frequentati

nell'ambito delle lauree triennali, indispensabile per la formazione di personale, unico in Italia, esperto nella

gestione delle piante officinali e dei loro derivati. I laureati in Tecniche

Erboristiche a pieno titolo possono essere titolari di erboristerie, tramandando questa antica

cultura alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche, oltre a trovare impiego in settori specialistici quali la

ricerca sulle piante medicinali dalla coltivazione allo sviluppo di integratori

alimentari e cosmetici.

Angelo Di Muzi

Presidente nazionale

Federazione Erboristi Italiani, Roma

Prendo atto della precisazione secondo la quale il corso di Tecniche Erboristiche non è stato totalmente

eliminato dalle nostre università ma, come ci ricorda la stessa Federazione erboristi italiani, ha subito «solo»

un ridimensionamento nel numero delle sedi. In alcune università, quindi, evidentemente le risorse sono state

spostate, a torto o a ragione, su altre lauree. Per quanto riguarda il riferimento ai corsi «stravaganti», come si

evince chiaramente dall'articolo, non è riferibile a Tecniche Erboristiche.

11/06/2010 51Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 11/06/2010 62

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Andrea Balzanetti

11/06/2010 51Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 11/06/2010 63

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IN CATTEDRA SALVIAMOCI DAGLI SCRUTINI GIANCARLO VISITILLI "P ROFESSÒ, ma se porto tutto il libro, il 5 me lo passa a 6?". E' la domanda impertinente di Nicola che, su

nove mesi di scuola, "faccia finta che io sono stato in classe solo quattro mesi. Mi creda, sono stato

veramente male! La ragazza che ti lascia, non so se lei, prof, l'ha mai provato?".

E poi c'è Annamaria, che il 3 giugno: "Glielo giuro su mia madre, io mi sforzo da settembre, ma la Storia, per

me, è un fatto psicologico, non mi entra. Almeno, posso portare un paio di argomenti a piacere?". "Io vorrei

parlarle di D'Annunzio - mi dice Filippo, per l'ennesima volta - ma di D'Annunzio sotto un'altra veste".

"Madonna, prof, e come si fa a recuperare quel 4 che mi ha messo al compito di Italiano? Posso portare la

vita di Svevo? La so già tutta". "Sentite - Marco, che si aspetta di diplomarsi con il massimo dei voti, avendo

già una media altissima - ma in tutti questi cinque anni, cosa siete stati a fare?". "E ti pareva che non doveva

intervenire lui- un coro unanime di alunni- Sei il solito, che pensa solo a se stesso.

Mai la solidarietà nei nostri confronti o che si metta una sola volta nei nostri panni". E' pazzesco pensare di

indossare i panni di questi alunni.

ASSURDO, a prescindere dal cattivo reality della Mediaset, come ormai nella scuola italiana non ci si

vergogna affatto di stare dalla parte delle pupe o dei pupi, sentendosi anche autorizzati a piangere

"solidarietà" da parte dei secchioni.

Che poi, questi/e, non sono sempre brutti/e o sfigati/e, così come gli amici della Barale, gli stessi amici della

De Filippi, che da grandi diventano uomini&donne. "Per esempio, perché non mi interroga sui fatti attuali? -

mi chiede Lorenzo, che per un intero anno voleva "parlare dei problemi degli adolescenti" - A me, che non

capisco la Letteratura, perché non mi chiede quali sono i miei problemi con la scuola, visto che sono arrivato

al diploma e la scuola non mi entra ancora?". E figurarsi che Lorenzo sosteneva di essersi innamorato anche

di Italo Svevo "perché questo cristiano ha veramente i problemi nostri. Uno che si vuole levare il vizio del

fumo e non ci riesce, non è uno come noi?". E poi ci sono Laura, Antonello, Cinzia, Angela e Gino che,

nonostante abbiano dato tutte le interrogazioni, "verremo fino all'ultimo giorno di scuola. Tutti ci stanno

dicendo che rimpiangeremo la scuola superiore". Su ventisette alunni, solo tre non proseguiranno l'Università

, per cui, quasi tutti sono proiettati ai test per accedere all'università. "Siamo preoccupati per quello che

sentiamoe leggiamo,a proposito delle tasse". "Ma è vero che adesso, per tutte le facoltà ci sarà una sorta di

quiz attitudinale? E fino ad ora, mediante l'orientamento e tutte le volte che siamo andati all'Università a cosa

è servito?". "Io, invece, ho veramente paura di non potermela permettere l'Università. Qua di giorno in giorno

aumentano le tasse". E allora, ne approfitto per fare queste ultime interrogazioni, affinché qualche 5 pieno,

possa passare al 6 o anche più. "Perché la Gelmini ha deciso che se non hai tutti 6, non puoi fare gli esami.

Io se fossi lei - mi dice Alberto - andrei a farle una bella intervista, per capire dalla Gelmini se lei era brava in

tutte le discipline alla nostra età. Se a lei piaceva di più l'Italiano o la Matematica". E proviamo a capire quale

fra questi autori del Novecento ti ha maggiormente interessato? gli ho chiesto. "Faccia lei, prof, mi chieda lei

uno a piacere". Ci interrompe Marianna: "Prof, può controllare i miei voti, ce la faccio in questi ultimi quattro

giornia dare due interrogazioni in Italiano?". Man mano che procedo questi ultimi e commoventi incontri con

loro, chiedo come sono messi nelle altre discipline. "Io sto bene - mi risponde Gianluca - credo di avere tutti

8. Almeno così penso...". "Io ho problemi in Fisica. Prof, ma se in una sola materia non vai bene, che

succede? Glielo può dire lei alla prof di Fisica. Tanto lo sappiamo che chi comanda agli scrutini sono quelli di

Italianoe di Matematica". Faccio finta che sia così. Preferisco non raccontarle quel che sono la gran parte

degli scrutini, ogni anno. Ragazzi paria numeri. Schedati in proiezioni gigantesche, elencati e proiettati sui

muri sporchi delle loro stesse aule, ormai vuote, ma che sanno ancora di tarallini, pennarelli a spirito e Kinder

Bueno.

11/06/2010 1Pag. La Repubblica - Bari(tiratura:710716)

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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 11/06/2010 64

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R2 CULTURA I difetti di una riforma universitaria che aggrava i problemi LA RIFORMA GELMINI METTE A RISCHIO LA CULTURA ITALIANA Spariscono i Dipartimenti di Italianistica e di Filologia Cioè le cellule elementari della nostra vita letteraria elinguistica ALBERTO ASOR ROSA L'intervento di Ivano Dionigi, Rettore dell'Università di Bologna, sul progetto di riforma universitaria in

discussione alle Camere in queste settimane, è prezioso da molti punti di vista ma innanzitutto perché uno

degli attori istituzionali più importanti di questa vicenda accetta di discutere in pubblico (come sarebbe stato

giusto fin dall'inizio) le "segrete cose". Nel merito non sono però d'accordo con lui (quasi) su niente, e

cercherò di dirlo sinteticamente.

1)Dal DPR 382 sono passati esattamente trent'anni. Nulla di più ragionevole che affrontarne la revisione. La

legge Gelmini pone però in capo a tutto un fattore quantitativo: e cioè che ai Dipartimenti afferiscano un

numero di professori non inferiore a trentacinque, che sale a quarantacinque in quegli Atenei in cui il numero

dei professori superi le mille unità. Questa misura, di mero risparmio economico e che prescinde dal merito, e

dunque iugulatoria dell'autonomia universitaria, non è stata minimamente contestata dai Rettori, i quali se mai

("Sapienza" di Roma), con singolare estremismo, portano i l l imite minimo consent i to a

cinquantacinquesessanta. Queste misure colpiscono soprattutto (ma non solo) l'area umanistica; non vedo

però perché proprio in Italia non si possa tener conto del fatto che un solo modello organizzativoscientifico

non vale per tutte le situazioni. 2)Ben prima della discussione della legge, è partita una frenetica corsa agli

accorpamenti. Faccio qualche esempio (dai quali Dionigi si astiene). In negativo: penso che in tutte le nostre

Università spariscano i Dipartimenti di Italianistica e, quasi dovunque, i Dipartimenti di Filologia classicae

Filologia romanza: spariscono cioè le cellule elementari della nostra storia e identità, culturale, letteraria e

linguistica.

3)Per andare al "positivo", bisogna prendere in considerazione un altro elemento della riforma: l'attribuzione

ai Dipartimenti, oltre che delle funzioni di ricerca, anche di quelle didattiche. Ricerca e didattica sono

congiunte, come osserva Dionigi: si tratta di vedere come. Quando le dimensioni degli accorpamenti

superano il perimetro di una ragionevole specificità disciplinare o interdisciplinare, - e ciò avviene assai

spesso, - essi producono organismi che non sono Dipartimenti più grandi, ma Corsi di studio, ovvero di

Laurea. Le specificità disciplinari o interdisciplinari spariscono nel mucchio, o si inabissano (almeno si spera)

nelle scelte individuali dei singoli docenti. Resta il riaccorpamento organizzativo di unità diverse, che possono

dar luogo, alla fine e in un modo qualsiasi, a un titolo di studio (Storia, Filosofia, Lingue, Lettere moderne,

Lettere antiche, talvolta Lettere antiche e moderne, ecc.). Quando non c'è neanche questoè persino peggio:

gli accorpamenti appaiono puramente pretestuosi, e spesso persino risibili. Insomma: semplificare,

concentrare, abolire, unificare, soprattutto risparmiare.

4)Si tratta di una tendenza drammatica, di cui neanche il centrosinistra mostra di essersi accorto. Forse

perché, se la legge Berlinguer del tre più due ha aperto la strada alla licealizzazione dell'Università italiana,

quella Gelmini ne scuote le fondamenta, mettendone in discussione il ruolo di sede privilegiata della ricerca.

5)Cosa c'è sull'altro piatto della bilancia secondo Dionigi? I fondi per avviare negli Atenei un processo di

"meritocrazia". Per dire che la riforma Gelmini è davvero "buona", i Rettori aspettano di vedere se il Fondo di

Finanziamento Ordinario sarà "almeno" quello degli anni precedenti e se verrà attribuito agli Atenei il

promesso incremento meritocratico del 7% (!). Facile aspettarsi, nelle attuali condizioni economiche del

Paese, che né l'una né l'altra aspettativa verrà soddisfatta. Ma anche se lo fosse, cosa fare di quei fondi se,

non, semplicemente, tirare avanti in un deserto di rovine? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: LA RIFORMA Su Repubblica il dibattito su la riforma universitaria del ministro Gelmini

11/06/2010 46Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(tiratura:710716)

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II congresso Oggi e domani la convention degli universitari Ricerca e formazione, la sfida dei chirurghi II professore Docimo: discuteremo di medicina e di riforma degli atenei Enrica Buongiorno Dalle nuove tecnologie alla gestione delle aziende universitarie, dalle scuole di specializzazione alla riforma

universitaria. Comincia oggi ÌVIII congresso nazionale della Sicu, Società italiana chirurghi universitari, dal

titolo «L'arte di comunicare l'arte». «Questo congresso intende riflettere su una serie di problematiche legate

alla figura del chirurgo universitario che non soltanto un medico ma svolge, contemporaneamente, attività di

ricerca e formazione delle nuove leve», ha dichiarato il presidente del congresso Ludovico Docimo,

professore di Clinica Chirurgica della Seconda Università, nel corso dell'inaugurazione nella chiesa

dell'Incoronata in viaMedina. Sarà invece il centro congressi Nh Ambassador ad ospitare, sino a domani,

l'evento nazionale che coinvolge oltre 400 chirurghi universitari italiani. «Saranno affrontate tematiche

riguardanti i nuovi campi ' dell'insegnamento della chinirgia come la pelviperineologia e la chinirgia

metabolica - h§ aggiunto Docimo ma si discuterà anche di problemi medico-legali connessi all'insegnamento,

della questione delle aziende universitarie ospedaliere e naturalmente della nuova riforma dell'università,

coinvolgendo i rettori degli atenei campani e il neoassessore alla Ricerca della Regione Campania, Guido

Trombetti, l'onorevole Ortensio Zecchino, firmatario della riforma del 1999 e del senatore Raffaele Calabrò.

La novità di questo congresso però è quella di offrire spazio a tutti, dai rettori ai presidi, sino ai professori e gli

specializzandi, cercando di ridurre il tempo delle introduzioni a favore di quello dedicato al dibattito». Ad

introdurre i lavori del congresso il preside della facoltà di Scienze della Formazione dell'università SuorOrsola

Benincasa, Lucio D'Alessandro: «II titolo di questo congresso l'ho subito sentito mio, la chinirgia è senz'alerò

un'arte e in quanto tale deve esser comunicata non soltanto al paziente ma anche all'allievo, esattamente

come accadeva durante il Rinascimento italiano nelle botteghe degli artigiani. I giovani dovranno andare a

bottega per imparare». Grande spazio sarà dato alla questione della riforma universitaria che l'assessore

Trombetti ha definito «coraggiosa». «Noi, però, chiederemo a nome della Sicu un emendamento alla riforma

Gelmini. Stupisce come il disegno non tocchi la questione sanità e U delicato ruolo del professore della

facoltà di medicina», ha replicato Docimo.

11/06/2010 45Pag. Il Mattino - Ed. nazionale(diffusione:79573, tiratura:108314)

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UN PROFESSIONISTA AL GIORNO La vita e i gusti di Uberto Siola, architetto e autore dell'Italia delle Cittàall'Expo di Shanghai L'architetto delle immagini La mia professione è legata alla cultura, e con Greenaway ho scoperto una grande affi nità con il mondo delcinema ANTONIO RANALLI «La mia passione per l'architettura risponde a quel sogno di cultura che chi ha fatto come me il liceo classico

porta sempre con sé». L'architetto Uberto Siola racconta così il suo amore per la professione. «Dopo gli studi

liceali compiuti presso i Gesuiti ho studiato architettura a Napoli, seguendo però corsi anche in università

straniere. Una volta laureato ho fatto tre cose: la prima è stata quella di rimanere all'Università come

ricercatore. La seconda è stata quella di entrare, come disegnatore, al Comune di Napoli. La terza aprire,

insieme ad altri tre ragazzi, uno studio». Così sono arrivati i primi importanti riconoscimenti. Nel 1968

consegue la libera docenza e, fi no al 1973, è professore incaricato presso la facoltà di architettura di

Pescara, dove matura un profi cuo confronto con il gruppo raccolto intorno ad Aldo Rossi. Professore di

progettazione architettonica a Napoli dal 1977, due anni dopo è eletto Preside della Facoltà di Architettura,

carica che ricopre fi no al 1996. Nel suo percorso non è mancata la politica. «Non è la parte più brillante della

mia vita», spiega, «semplicemente era un atto dovuto. Io sono un uomo del 1938 e per quelli della mia

generazione l'impegno politico è una ragione di vita». Il percorso politico di Siola è stato caratterizzato da un

triste episodio. Dopo l'elezione a consigliere comunale a Napoli avvenuta nel 1979 nelle fi la del Pci,

l'architetto diventa nel 1980 assessore all'edilizia pubblica e privata per occuparsi della ricostruzione. La sua

attività è sotto il mirino delle Brigate Rosse, tanto da restare al centro di un agguato nel giugno del 1981. Nel

1996 l'elezione al Parlamento nelle fi le dei Democratici di sinistra. «Il mio è un attaccamento alla città e alle

questioni della gente», spiega Siola. «Questo entusiasmo però è scemato. Oggi, oltre all'attività, mi occupo di

impegno civile. Sono tra i fondatori dell'Associazione Napolitalia. Ci occupiamo di centro storico, turismo,

ricerca, ma in maniera non legata ai partiti e con un orientamento che potremmo defi nire vagamente liberal

democratico». Numerose le opere e i progetti che ha realizzato. «Sono molto legato al progetto che sto

curando adesso», afferma il professionista, «La stazione Chiaia della metropolitana di Napoli, sulla Linea 6.

Così come tengo molto a un'opera che ho realizzato ad Ariano Irpino. Si tratta di un laboratorio di ricerca di

biologia molecolare, che ho praticamente realizzato a quattro mani con il Premio Nobel Renato Dulbecco».

La sua ultima fatica è esposta all'Expo di Shanghai. Si tratta dell'opera «L'Italia delle Città», spazio voluto

dall'Ice e realizzato con il regista Peter Greenaway. «La mia idea è quella di presentare una caratteristica

italiana, ovvero quella di saper costruire le città, almeno fi no al periodo fascista. Con Peter abbiamo ideato

una stanza di visioni, di immagini, nella quale lo spettatore diventa esso stesso protagonista, circondato e

sopraffatto delle immagini in alta defi nizione delle più belle piazze ed opere d'arte italiane. A Shanghai sta

ottenendo un successo straordinario». Un'opera che ha evidenziato la passione di Siola per la cinema. «Mi

piace molto. Sono ovviamente un ammiratore di Peter Greenaway, che considero un architetto mancato. Lui

dice che la trama è la parte meno importante del fi lm, perché la cosa che si ricorda sono le immagini. È una

cosa vera, come nell'architettura. Eppure I misteri del giardino di Compton House, fi lm che amo di più, è

pieno di trama, oltre che di immagini». Il suo tempo libero preferisce trascorrerlo in barca. «In media lavoro 12

ore al giorno», spiega. «Ma ho la fortuna di vivere a Napoli. Così quando posso salgo sulla mia barca a

motore di 50 anni, con la quale posso stare diversi giorni in mare. Il golfo è pieno di attrattive». Il suo stile è

classico. «Il Made in Italy è una linea d'eleganza legata alle nostre città. Io mi adeguo a questo stile molto

classico. Credo che Armani sia il più sobrio. Amo le cravatte di Mariano Rubinacci, e le scarpe Clarks». Poco

incline alla tecnologia, preferisce per il lavoro strumenti a lui più congeniali come penne e matite. «In studio

uso portamine. In genere preferisco penne e matite MontBlanc». Appassionato di libri, legge molti saggi. «Ma

il libro che mi ha colpito di più è Lettera sul matrimonio di Thomas Mann, vero saggio sulla famiglia borghese,

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che secondo me dovremmo leggere tutti». A 72 anni rimane l'impegno per la professione: «Finita l'università

per la pensione, lasciata la politica, rimane l'impegno per l'architettura».

L'abito Ho uno stile molto classico. Credo che Armani sia il più sobrio

La cravatta Amo molto quelle di Mariano Rubinacci

Le scarpe Indosso spesso le Clarks

La matita In studio uso portamine. In genere preferisco penne e matite MontBlanc

Il cinema Ammiro il regista Peter Greenaway. Il mio fi lm preferito è I misteri del giardino di Compton House

nome

Uberto SiolaNapoli

9 gennaio 1938 il nato a professione Architetto

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DUE DILIGENCE FERRARIO PUNTA SULL'INSEGNAMENTO A DISTANZA.DA UNITELMA AL BRASILE Parte da Italdata, una piccola società pecializzata nel software per l'e-learning e la info-mobilità uscita dal

perimetro di Siemens, il grande progetto internazionale per l'insegnamento a distanza messo in piedi Mario

Carlo Ferrario, uno dei pionieri del private equity in Italia, cofondatore di Schroder Ventures (l'attuale

Permira). Attraverso la finanziaria di famiglia, Redifin, Ferrario ha infatti acquisito la società italiana dal

colosso tedesco lo scorso ottobre 2009. L'obiettivo era quello di dotarsi di una tecnologia molto avanzata di

gestione delle informazioni a livello web da affiancare all'università telematica Unitelma, per la quale a fine

2008 Ferrario ha vinto il bando di gara indetto dal Formez (xx), che fino a quel momento aveva controllato

l'ateneo. L'università, che conta attualmente circa 3 mila studenti e che offre corsi di laurea in giurisprudenza

ed economia e un master in gestione ospedaliera, non è però ancora passata sotto il controllo di Redifin,

perchè il passaggio delle quote si era arenato su una serie di cavilli legali e nel frattempo l'Università La

Sapienza si è messa di traverso, costituendo con il Formez un consorzio per il controllo dell'Università. Detto

questo, Ferrario non si dà per vinto, va avanti per la sua strada e, forte della gara vinta, farà valere i suoi

diritti. Il progetto di Ferrario sull'insegnamentoa distanza, infatti, è di ampio respiro e non si ferma qui. Di

recente, sempre attraverso Redifin, Ferrario ha anche acquisito il controllo di Dida network, una costola di

Dida group, società specializzata nella formazione aziendale, che in Brasile ha creato con la brasiliana Ciebe

(Centro Integrado de Educação Brasil Europa, con sede in Pirassununga, São Paulo, Brasil) la joint venture

Didaciebe, l'organo fondatore di Fatece - Faculdades de Tecnologia, Ciências e Educação, a sua volta un'

università privata che conta 2 mila studenti e che sta sviluppando un progetto con il governo brasiliano per

fare formazione di base a distanza con tv digitale terrestre nelle campagne. Nello sviluppo del progetto

sull'educazione a distanza, Fatece potrà contare sugli strumenti tecnologici e il know how messi a

disposizione da Dida e sulle competenze di una équipe multidisciplinare composta da professori, tutors e

progettisti di contenuti che fanno capo al corpo docente di Fatece.

11/06/2010 15Pag. MF(tiratura:173386)

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INCATTEDRA Dal rettorato alla politica la corsa è bipartisan FABIO SOTTOCORNOLA Rettori folgorati sulla strada della politica. Non è una storia nuova, basta ricordare i casi di Alessandro Bianchi

, ex numero uno all'ateneo di Reggio Calabria e ministro dei Trasporti nel secondo governo di Romano Prodi ,

o quello di Adriano De Maio , Magnifico prima al Politecnico di Milano poi alla Luiss di Roma, tornato in

Lombardia come braccio destro (per l'università) nella precedente giunta del governatore Roberto Formigoni .

Ora approda alla politica (regionale) l'economista Patrizio Bianchi , rettore a Ferrara dal 2004, anche lui vicino

a Prodi. A metà maggio è entrato come assessore per scuola, formazione, università e lavoro nella giunta di

Vasco Errani , in Emilia Romagna. A reggere l'ateneo c'è, come facente funzioni, Valeria Ruggiero , ordinario

di matematica. Ma il 18 giugno si apriranno le urne per le elezioni: la sfida è tra Remigio Rossi , ex preside di

Scienze, e Pasquale Nappi (giurisprudenza, considerato vicino al centrodestra). Bianchi rimane a capo della

Fondazione Crui, braccio finanziario e operativo della sigla che raccoglie i rettori italiani e ha un giro d'affari

(2008) di 4,3 milioni di euro. Niente obbliga il professore a lasciare l'ente che svolge varie attività, dalla

gestione delle biblioteche ai servizi informatici, per conto degli atenei. A piazzarlo su quella poltrona era stato

(nel 2006) l'ex presidente Crui, Guido Trombetti , fino a poche settimane fa a capo della Federico II, la più

grande università di Napoli. Ma oggi anche l'ordinario di matematica fa l'assessore regionale (università e

ricerca), nella giunta di centrodestra di Stefano Caldoro . Eppure, il suo nome era circolato come possibile

candidato del Pd per la successione ad Antonio Bassolino . Proprio l'ex governatore campano, nel 2006,

aveva suggerito a Prodi di affidare a Trombetti le redini del Miur, finite poi a Fabio Mussi .

11/06/2010 69Pag. Il Mondo - N.25 - 18 giugno 2010(diffusione:79889, tiratura:123250)

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