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IL CAMMINO DELLA STREGA STREGAMANDA PAGAN PRIDE ITALIA

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IL CAMMINO DELLA STREGA

STREGAMANDA

PAGAN PRIDE ITALIA

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IL CAMMINO DELLA STREGA di Stregamanda

I diritti dell’opera appartengono a Pagan Pride Italia

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INDICE

Prefazione

Riflessioni di una strega

Cenni storici sulla stregoneria

Piccolo compendio magico:

Gli elementi, La Luna e il Sole

Gli strumenti della strega

Formule magiche

I colori

Essenze magiche

Piante magiche

I cristalli

Creare un rituale

Predire il futuro

L’animale guida

Ricorrenze

Ricettario

Appendice:

L’alba del paganesimo (mediatico)

L’autrice

Pagan Pride Italia

Letture consigliate

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PREFAZIONE

Etimologicamente la parola strega deriva dal latino strix, che in italiano si traduce con “bar-bagianni”, “gufo”. La credenza popolare attribuiva a quest’uccello la pratica di rapire i neo-nati dalle loro culle. Da qui nacque la leggenda secondo cui la strega sacrificava i bambini a Satana e preparava filtri e fatture di ogni genere, ammaliando gli uomini grazie ai suoi ambi-gui favori. La figura del diavolo come animale con le corna, simile a un caprone, ha proba-bilmente origine da Pan, dio greco delle greggi protettore del mondo animale e vegetale. Si supponeva vivesse nei boschi, avesse corna d’ariete, barba di capra e piedi biforcuti. Dal suo nome deriverebbe il termine “panico”, per il timore paralizzante che l’aspetto di questa divinità incute-va. La Chiesa si è in seguito probabilmente rifatta a questa figura per dare un volto al diavolo, frequentatore, secondo l’opinione comune, dei sabba delle streghe. A causa di una visione distorta della cristianità, nell’epoca dei roghi donne innocenti vennero torturate e processate senza possibilità di salvezza. In verità, vista l’origine precristiana dei culti legati alla Natura, si suppone che la Chiesa di quei secoli abbia distorto una realtà in-nocua, ma scomoda, perseguitando i seguaci della “vecchia” religione e facendo coincidere alcune festività cattoliche con quelle magiche per soffocarla. In nome di un’istituzione vo-tata all’espiazione, molte presunte streghe sono state torturate e condannate con crudeltà. Secondo alcune fonti, cinque milioni di donne sono state uccise con l’accusa di stregone-ria. Se un uomo si innamorava perdutamente di una donna, ma non veniva ricambiato, po-teva vendicarsi dicendo di essere stato ammaliato per opera di pratiche demoniache, na-scondendo in questo modo la propria debolezza, in un’epoca nella quale gli istinti venivano sopraffatti dalla rigidità morale.Si è attribuito alla strega un legame stretto con i demoni, consolidato da un vincolo di sangue con una creatura detta “famiglio”, un animale demonia-co, che sarebbe stato suo aiutante e consigliere. Si riteneva, inoltre, che la strega donasse qualche goccia di sangue attraverso il “capezzolo del diavolo”, in cambio dei favori di que-sto, perciò il marchio veniva ossessivamente cercato nel corpo delle donne durante i pro-

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cessi per stregoneria. Ovviamente, ogni piccolo neo o macchia cutanea veniva considerato valido come prova schiacciante.

Le seguaci del culto della stregoneria hanno sempre avuto un forte senso di rispetto e di de-vozione verso il mondo animale, perché simbolo di quell’equilibrio che in seguito l’uomo ha lentamente perso nel tempo (probabilmente la leggenda del “famiglio” nasce dalla loro abitudine di tenere degli animali protettori e complici di vita nell’ambiente domestico). An-che l’origine della scopa come accessorio portentoso deriva dal gesto magico, in usanza presso le streghe, di spazzar via le negatività. Superstizioni e leggende derivano quindi da differenti aspetti positivi, che sono stati cancellati a favore di una religione dominata dalla sete di potere sul popolo.

Oggi le streghe non hanno più paura, possono vivere liberamente la loro esistenza, seguen-do e divulgando le proprie idee. Ogni strega vive in sintonia con la Divinità e ricerca nella Natura il senso della vita e della morte. L’amore per tutto il creato e la capacità di percepi-re l’essenza di ogni cosa sono il filo che ci accomuna.

Una regola di base del nostro credo è questa: se non offende nessuno, fa’ ciò che vuoi. La Grande Madre esaudisce i nostri desideri e gli spiriti dell’Acqua, dell’Aria, della Terra e del Fuoco ci sorreggono nel cammino. La magia non è né bianca né nera, rispecchia solamente il nostro animo e i nostri fini.

RIFLESSIONI DI UNA STREGA

Sapevo fin da piccola che mia nonna mi avrebbe tramandato delle formule per guarire alcu-ni mali. Mi aveva raccontato più volte di aver ereditato alcune capacità da una vecchia stre-ga che abitava in un mulino del paese e che, al momento della morte, le aveva svelato alcu-

ni segreti. Mia nonna scelse di utilizzare i riti di cui era a conoscenza solo in rare eccezio-ni, in cui qualcuno del paese necessitava del suo aiuto. Si diceva che molti acciacchi fossero dovuti al malocchio e, in previsione di conoscere le formule che tanto aspettavo di riceve-re, mi convinsi che non potevo essere affascinata dalle streghe, dipinte dal cinema e dall’im-

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maginario collettivo come figure alquanto negative e, contemporaneamente, dalle guaritri-ci. Avevo una visione negativa della stregoneria, perché così la superstizione popolare l’ave-va sempre dipinta. Ricordo molto bene il giorno in cui per me tutto diventò chiaro e defini-to.

Un libro è stata la chiave che mi ha aperto la porta della verità sul mondo della stregoneria, precisamente un romanzo sulle streghe, ambientato nell’Inghilterra del ‘600, da cui ero ri-masta attratta per la sua trama particolare. Una ragazza molto giovane, orfana, alla ricerca di se stessa e delle sue origini, scopre di essere una strega e quanto questo sia lontano dalla visione distorta creata dal maschilismo e dalla repressione dell’epoca dei roghi. Quando les-si di quello che in realtà significava praticare la stregoneria, mi sentii rinascere. Vidi final-mente la realtà per quella che era. Ero uscita dagli schemi. Istintivamente avevo sempre vis-suto la stregoneria nella sua forma più libera e creativa, senza rendermene conto. C’era, vi-cino a casa mia, un bellissimo albero nodoso, con una tana di qualche animale selvatico al-l’interno. Ogni giorno mi recavo ad ammirarlo e portavo con me semplici doni, castagne, piccole mele del frutteto dei miei nonni, chiodi di garofano. Lasciavo le offerte ai piedi del-l’albero e spesso, a casa, fantasticavo su esseri magici, civette e scoiattoli che avrebbero rac-colto i miei doni e li avrebbero portati nella loro tana nascosta. La ricerca naturale di se stessi porta a un meraviglioso mondo magico, quando nasce da un sincero bisogno di con-

sapevolezza. Con il passare degli anni, in particolare dopo aver compreso profondamente la mia Natura, ho iniziato ad avvicinarmi a tutto quanto creava una vibrazione energetica con il mondo circostante. I cristalli, le pietre, le conchiglie, i piccoli rametti nodo si trovati per caso sono tutti amuleti di enorme potere, sono un collegamento spirituale con le ener-gie primordiali. Come si può certamente intuire, credo che ogni forma di vita e di materia abbia un’anima, che può esprimersi e mettersi in relazione con la nostra personale energia. Amo il vento tra gli alberi, osservare la Natura quando a ogni Equinozio di primavera rina-sce a nuova vita, il profumo dell’erba appena tagliata, gli animali selvatici. Un vento magico che si alza improvvisamente durante le invocazioni è un segno divino oppure è solo una semplice brezza? La risposta è sempre nella propria percezione del mondo circostante, c’è modo e modo di “sentire” gli avvenimenti. Sono convinta che ci siano contatti telepatici e vibrazioni che vanno oltre la concezione comune del linguaggio. Comunicare con la Natu-ra è una di queste esperienze. Lavorare la terra, coltivarla, avere uno spazio in cui osservar-la e instaurare un forte legame con essa è essenziale. Solo con la fatica, con il piacere della

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nascita, della crescita, dell’alimentazione naturale, si possono nutrire la consapevolezza, la spiritualità.

Inizialmente ho preso confidenza con gli Elementi grazie a molte vacanze trascorse nella baita di mio nonno. Ho imparato ad apprezzare il dolore delle mie gambe, dopo lunghe camminate nei sentieri di montagna, aspettando di scorgere in lontananza il piccolo tetto di pietra, la fontanella in cui lavavamo la frutta, la pietra sulla quale cucinavamo carne e verdure alla luce del tramonto. Mi ricordo i piccoli ghiri che si aggiravano sulle travi e che si nascondevano a volte dentro a vecchi scarponi e stivali da pesca. La notte lasciavamo pezzi di pane sul vecchio tavolo di legno e la mattina seguente trovavamo solo poche bri-ciole. Avvolta nel mio sacco a pelo, ascoltavo il rumore della pioggia, i temporali estivi, i ru-mori degli animali notturni che salivano sul basso tetto della baita. Non c’era acqua calda, non c’era elettricità: era solo una semplice costruzione in pietra con all’interno un tavolo, una credenza con lo scatolame, una stufa a legna, dei letti a castello. Il fascino di quel luo-go è proprio nelle avventure al crepuscolo al ruscello, a lavarsi con l’acqua corrente e un po’ di sapone, nei piatti sciacquati alla fontana, nelle interminabili notti a giocare a carte, con un bicchiere di vino e la luce di una semplice lampada a gas appesa alla trave. A volte capita-vano incontri casuali, con persone che incrociavano la baita scendendo dalle più alte mon-tagne e si fermavano a rifocillarsi. Come quella volta che un archeologo americano si fer-mò a cenare con noi e condivise un tratto della sua vita, senza usare il dialogo, solo con gli sguardi e la comunione del cibo.

La via più semplice e diretta per arrivare alla consapevolezza, è la “deprogrammazione” ri-spetto a tutto quanto ha spento la fiamma della meraviglia nel nostro cuore. I piaceri non hanno prezzo, perché la Natura non ha prezzo. Non bisogna lasciarsi distrarre da fattori esterni. Ricordatevi che è la Natura a darvi tutto quello che può farvi sentire liberi e sere-ni, si tratti della spuma briosa del mare o dello scrosciare eterno di una cascata, della rugia-da mattutina in un prato o della quiete del lago. Questa è musica per la nostra anima. Tutti possiamo ascoltare la vita che pulsa in noi. Imparando a guardare nella giusta direzione, con un po’ di pazienza e volontà, riuscirete ad acuire i vostri sensi, in modo che vi possano guidare verso voi stessi e la vostra Natura.

Mi sono sempre chiesta se, in questa e in altre vite, qualcuno con cui non abbiamo un rap-porto tangibile come quello che si avverte in questa dimensione terrena, vegli sulle nostre azioni aiutandoci nei momenti di bisogno. Se avessimo degli antenati spirituali che ci gui-

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dano, ci osservano e che, a volte, in casi di vero bisogno, interagiscono con noi attraverso simboli e messaggi che dobbiamo pazientemente decifrare? Quando prevediamo il futuro, o abbiamo un’intuizione, forse è proprio qualcuno accanto a noi a darci le risposte, ad aiu-tarci a sviluppare quelle doti che altrimenti rimarrebbero sopite dentro di noi. La festa di Samhain, il trentun ottobre, è l’occasione in cui si dice i defunti possano tornare su questa Terra a farci visita, una notte sospesa nel tempo e durante la quale la divinazione e il contat-to con il mondo ultraterreno sono propizi. La tradizione dice di lasciare del cibo, come me-le, noci, vino, pane, come offerta ai defunti e questo è, secondo la stregoneria, l’unico mez-zo per avvicinarsi al mondo degli spiriti con rispetto, senza turbare l’equilibro delle cose. Ci sono poi luoghi sulla Terra, nei quali l’energia tellurica è più forte, come nei punti terre-stri in corrispondenza dei quali gli antichi hanno percepito questo potere e hanno lasciato tracce del loro culto. Questi luoghi sono visitati ancor oggi con rispetto e devozione da molti pagani. Quando creiamo un altare nel bosco e ci rechiamo lì per eseguire operazioni magiche, per meditare o pregare, possiamo notare come la Natura circostante cresca sem-pre più rigogliosa. Un luogo che ha grande fascino, al pari di Benevento e del suo Noce, sot-to il quale si narrava si riunissero le streghe, è Triora, in provincia di Imperia. Ciò che ha re-so famoso questo piccolo borgo è una grave carestia abbattutasi sulla popolazione intorno al 1587 e che fu considerata l’effetto di malefici di presunte streghe. Il Consiglio degli An-ziani intervenne con processi e interrogatori e alcune donne furono arrestate, torturate e condannate al rogo con l’accusa di stregoneria. Le donne del paese, si dice, combattevano le streghe appendendo dell’aglio al collo dei loro bambini e mettendo alla finestra scope di saggina che, presumibilmente, avrebbero tenuto lontano il loro influsso malefico. L’aspetto interessante della lotta contro le streghe è l’utilizzo da parte del popolo di erbe, simboli e strumenti che appartengono proprio alla tradizione magica e, di conseguenza, alla stregone-ria: una vera e propria contraddizione. A Triora si narrava che le streghe rubassero vestiti e fasce, con cui avvolgevano i neonati rapiti, per poi giocarci a palla con le loro compagne di tregenda di Molini, una frazione sottostante. In Liguria si credeva inoltre che le streghe, come i vampiri, succhiassero il sangue ai fanciulli dopo averli feriti con uno spillo sul calca-gno. A parte leggende e superstizioni legate al luogo e al passato, è innegabile il particolare potere magico di questo paese, nel quale il tempo sembra fermarsi e l’energia della Terra, con i suoi boschi, i piccoli sentieri e le montagne, è forte e chiaramente percepibile. A Trio-ra è ancora possibile essere avvolti dall’atmosfera magica, che permea le strette vie, le mu-lattiere e le vecchie costruzioni di pietra, come la Cabotina, dove, si racconta, le streghe si

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incontravano per i loro convegni. Una piccola statua che raffigura una strega e il suo calde-rone è situata sulla via principale del paese, mentre un Museo Etnografico con memorie di vita locale e una sezione dedicata a libri, stampe, processi e documenti relativi alla strego-neria, è aperto al pubblico per chi vuole conoscere meglio questo caratteristico borgo del-l’entroterra ligure.

La magia zingara è un mondo affascinante e affine all’arte della stregoneria, con molte ana-logie riguardanti la superstizione e il folklore popolare Gli zingari credono alle influenze nefaste che causano malattie, al malocchio, all’esistenza di spiriti della Natura e adorano la Luna. Partendo dal presupposto che ogni culto antico deriva dal paganesimo primordiale, non è difficile risalire alle stesse credenze in ogni forma di stregoneria, con nomi e defini-zioni diverse, ma con principi e origini molto simili. I contadini dei paesi slavi del Sud, nel giorno di San Giorgio, adornano le corna del bestiame con ghirlande, per proteggerlo dalle influenze maligne. Un’altra usanza legata a questa ricorrenza è quella di prendere del sale in una mano, un coccio nell’altra con dei carboni accesi all’interno e mettere delle rose sui car-boni, per tenere lontane le streghe dal bestiame. Nel folklore zingaresco slavo si narra che le streghe si incontrino ai crocevia, alla pari delle italiane, per danzare in circolo con la Lu-na piena. Si dice inoltre che è meglio non avvicinarsi, per non rischiare di essere stregati e cadere in un sonno profondo. Si racconta che le streghe amino particolarmente radunarsi in cima agli alberi, su un noce, un frassino o un tiglio: una strana corrispondenza con le streghe di Triora, che si narrava salissero sugli alberi per passare i neonati in fasce alle stre-ghe di Molini. Un’altra analogia è l’importanza attribuita al pugnale personale, o Athame, utilizzato dai wiccan e dalle streghe, ma anche dagli zingari come strumento di potere. La figura del rospo, presente nel folklore italiano sotto forma di famiglio o come ingrediente di pozioni demoniache, nella stregoneria zingara è simbolo di potere e magia. Tenere un ro-spo nell’ambiente domestico, si dice, porta capacità di preveggenza e fortuna. Mentre le streghe, però, sono per lo più famose nella superstizione popolare per le loro fatture, i filtri e le pozioni, le zingare lo sono per le loro doti persuasive, per la chiaroveggenza, in partico-lare la chiromanzia (l’arte di leggere la mano) e la capacità di incantare le loro vittime con il solo sguardo.

Ci siamo mai chiesti perché, nonostante il benessere materiale diffuso oggi, ci fosse più vi-talità un tempo, quando si possedeva molto meno? La risposta è che l’uomo ha bisogno di

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fatica e di impegno fisico, per poter godere appieno dei piaceri. Un saggio si avvicina mol-to a un bambino. Spensierato, non conosce tabù. Ride quando e se ne ha voglia, gioca, scherza. Non ha desideri morbosi, perché li ha lasciati andare con la vecchia esistenza. Tut-to scorre attraverso di lui come un fiume, ma senza toccarlo veramente. Conosce la Verità, che tanti ricercano con ardore e questa è che non c’è niente da dire, niente da fare, niente da cercare. Osservando i bambini, potrete notare come sono liberi e lo saranno fino al gior-no in cui la società e la famiglia purtroppo insegnerà loro a “vivere”. Essere felici significa disimparare tutto, perché è tutto quello che ci hanno inculcato a renderci schiavi. Potrem-mo scoprire talenti che non immaginavamo di possedere, oppure la grinta per realizzare i nostri sogni, anche grazie alle persone vicine che ci dissuadono ogni giorno e ci abbattono, tirandoci fuori inconsapevolmente la forza necessaria a combattere e a non cedere mai. Ca-pita a tutti, prima o poi, di trovarsi di fronte qualcuno e di riceverne un’impressione negati-va per poi ricredersi sentendolo parlare. Credo sia un errore, semplicemente perché è l’istinto che ci guida nella direzione giusta. Dentro di noi sappiamo se qualcuno è sincero o se sta recitando una parte che non gli appartiene, ma ci facciamo deviare dai discorsi che quella persona usa per “vendersi” in maniera positiva. L’unica cosa ragionevole da fare è ascoltare se stessi e fidarsi, senza cambiare la propria iniziale opinione. Un esercizio che mi è servito per imparare a conoscere il prossimo è stato quello di osservare gli altri, magari nelle botteghe, per le strade. Esistono persone, dette comunemente “vampiri psichici”, che si nutrono dell’energia altrui. Sono una categoria di individui che spesso è inconsapevo-le, altre volte ben cosciente e gongolante della propria opera, ma che in ogni caso, è diffici-le da annientare. I sintomi che indicano un attacco psichico di questo tipo sono spossatez-za, apatia e confusione mentale. Non c’è difesa oltre a quella di evitare la compagnia di un vampiro psichico il più possibile, visualizzando, se è il caso, uno scudo protettivo per non permettergli di sottrarci energia. Da quel lontano pomeriggio in cui lessi il mio primo vero libro sulle streghe, scoprendo la vera natura della stregoneria e aprendo quella piccola por-ta che mi ha condotto alla libertà, sono passati molti anni, anni di letture, di riflessione, ma soprattutto di lavoro interiore tramite il quale ho cercato, lentamente, di percorrere una strada spesso ripida e tortuosa, ma che mi ha dato veramente molte soddisfazioni. Co-me per ogni cosa, anche nella stregoneria, oltre all’intento e alla volontà sono importanti la pratica e l’esperienza. Sono certa che gli alberi, il cielo, le stelle siano fonte inesauribile di saggezza. Un libro non può svelarci nulla, non può insegnarci a stabilire un contatto con gli

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spiriti della Natura, ma certamente può aiutarci a rendere la strada meno impervia, più ac-cessibile.

CENNI& STORICI& SULLA& STREGONERIA

La stregoneria deriva da quella forma di paganesimo nato assieme all’uomo e tramandato come cultura naturale, legata all’amore verso la Terra e al contatto con gli spiriti che convi-vono in essa. La stregoneria non è altro che l’utilizzo del potere e della volontà per ringra-ziare, propiziare e indirizzare le energie verso un buon compimento di quelle che sono le naturali attività vitali. Dalla fertilità all’abbondanza del raccolto, dalla salute all’equilibrio psicofisico, la magia è sempre stata la forma di contatto e di richiesta al Divino che ha per-messo ai nostri antenati di sopravvivere, cercando la benevolenza degli spiriti e degli dei. La divinità più conosciuta e adorata dalle sacerdotesse, le progenitrici della strega, era sen-z’altro la Grande Madre. Ancor oggi le streghe si rifanno al simbolismo della Luna con le sue fasi, che rappresenta la Dea Madre, facendosi chiamare spesso “figlie della Dea”, per la connotazione negativa che la parola “strega” ha assunto nel periodo dei roghi. Un’altra figu-ra simbolica altrettanto importante è quella del Sole, che rappresenta la parte maschile, il dio della caccia, della foresta, degli aspetti maschili che convivono con quelli femminili in armonia. Ogni cultura pagana ha poi altre numerose divinità, legate agli aspetti della Natu-ra e dell’uomo. La strega si sofferma principalmente sul Sole e sulla Luna, che ogni giorno e ogni notte, con la loro costante e ciclica presenza, illuminano e interagiscono con noi e con il nostro organismo, così come con la Terra stessa. Sono il simbolo scelto per rappre-sentare la costante presenza divina nella nostra vita. Il periodo dell’anno comunemente as-sociato alla figura della strega è il Solstizio d’estate.

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La tradizione italiana è ricca di realtà magiche legate al concetto della stregoneria come uti-lizzo di erbe e di fiori al fine di guarire, conquistare bellezza, fortuna e amore. Le usanze riguardanti il Solstizio d’estate, o per meglio dire la notte di San Giovanni, o notte delle streghe, sono molteplici e hanno profonde radici culturali. In questa notte magica si narra che le piante siano particolarmente cariche di potere terapeutico ed è un’usanza comune quella di recarsi a raccogliere verbena, portatrice di prosperità, artemisia, contro il maloc-chio e soprattutto iperico, comunemente chiamato “erba di San Giovanni”. L’iperico è la pianta sacra che rappresenta il Solstizio d’estate e un tempo veniva appeso alle porte delle abitazioni contro gli spiriti malvagi, mentre raccolto a mezzogiorno, in questa ricorrenza, era capace di guarire molte malattie. Si raccoglievano piante aromatiche come ruta, mag-giorana, timo e si bruciavano nei falò solstiziali. Alla rugiada, o “guazza” di san Giovanni, sono attribuiti grandi poteri: fa ricrescere i capelli, ringiovanisce la pelle e soprattutto pro-pizia la fertilità delle donne che si recano nude nei prati per bagnarsi con quelle portentose gocce. In realtà, la magia non veniva utilizzata solamente dalle streghe, ma anche dal popo-lo come protezione, spesso sulla base di superstizioni che ora fanno sorridere. Una curiosa credenza, per esempio, diceva di mettere una scopa dietro la porta prima di coricarsi la not-te; se una strega si fosse avvicinata, sarebbe stata costretta a contare tutti i fili di saggina fino all’alba. Si diceva che la strega potesse agire solo nell’oscurità e in questo modo la si sa-rebbe tenuta occupata fino al giorno successivo. Era convinzione comune, inoltre, ritenere di poter vedere una strega, recandosi in un crocevia con una forca di fico sotto il mento e un catino d’acqua sotto i piedi; in questo modo a mezzanotte si sarebbero incontrate stre-ghe urlanti e strepitanti uscite dal loro nascondiglio. Per difendersi da loro, si diceva, era sufficiente avere con sé qualche erba di San Giovanni. Si credeva, infatti, che le streghe in questa notte avessero un gran da fare per raccogliere le erbe necessarie a preparare gli un-guenti per partecipare al sabba notturno. Ci sono varie teorie sul fenomeno delle streghe e sui relativi processi. Alcune si rifanno semplicemente all’interpretazione di quel periodo co-me un’epoca fortemente maschilista, nella quale il fanatismo ha generato dei sentimenti umani alquanto crudeli e spietati, legati alla repressione sessuale e a questioni politiche. Del resto liberarsi di un nemico, in modo particolare se si trattava di una donna, era incre-dibilmente semplice: bastava accusarlo di stregoneria. Un’altra teoria è quella legata alla magia naturale, oggi conosciuta come erboristeria. Un tempo le donne utilizzavano le erbe come rimedi medicamentosi, assistevano al parto delle vicine di casa, si occupavano di atti-vità mediche che in quell’epoca avrebbero dovuto essere esclusivo appannaggio del sesso

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maschile. Inoltre, la mortalità infantile per mancata igiene e assistenza durante il parto e nei giorni successivi diventava spesso un’accusa di malocchio o di fattura nei confronti di chi, in buona fede, aveva seguito tutto il travaglio e diventava spesso il bersaglio su cui sca-ricare il dispiacere per la morte del proprio figlio. Era facile riversare sulla strega le psicosi e la rabbia in un’epoca di carestia, fame e pestilenze. Tra le più banali accuse c’erano quelle di nuocere ai raccolti, uccidere il bestiame causando epidemie, scatenare tempeste, far abortire le donne e rapire i bambini. Il paganesimo, sempre presente e segretamente con-servato nel tempo, può essere stato lo spunto per le leggende legate ai sabba infernali, du-rante i quali le streghe avrebbero danzato con il diavolo, banchettando e sacrificando bam-bini in suo nome.

Probabilmente la stregoneria dell’epoca dei roghi presentava tutti questi aspetti, o certa-mente più d’uno di quelli elencati. Le confessioni estorte sotto tortura e nelle quali le stre-ghe ammettevano di preparare unguenti con grasso di bambino, di volare a cavallo di scope e di incontrarsi con il diavolo in persona, alimentavano la visione popolare della strega brutta, vecchia e cattiva che oggi tutti conoscono. Alcune donne, in lotta contro la repres-sione dell’epoca, possono essere state effettivamente convinte di essersi recate alle tregen-de con la loro scopa per incontrare demoni e compagne d’avventura. Molte erbe utilizzate per unguenti magici erano allucinogeni e nelle mani sprovvedute di una donna psicologica-mente influenzabile, unite ai racconti di altre presunte streghe processate precedentemen-te, potevano creare allucinazioni legate a questa visione distorta della stregoneria, dando origine a una reazione a catena in cui delirio e fanatismo hanno creato quello che la storia ci tramanda. Tutti i diversi aspetti legati all’immagine della strega hanno un profondo lega-me con le tradizioni del culto pagano; un esempio concreto è l’esistenza nel folklore popo-lare del famiglio. Per la strega gli animali erano sacri e rappresentavano, ognuno con la pro-pria caratteristica, aspetti della personalità umana da coltivare, oltre che un legame intimo di amicizia e di protezione spirituale. È molto probabile che ogni strega avesse uno o più animali in casa a tenerle compagnia. In una cultura fortemente repressa anche il regno ani-male e l’istinto venivano vissuti come aspetti negativi, cosicché l’amore della strega per la Natura e per le sue creature veniva trasformato in un rapporto blasfemo legato ai demoni e alla magia nera. Il famiglio, o animale consigliere, si diceva, era un essere da cui la strega traeva vantaggi, regalando in cambio qualche goccia del suo sangue da un punto del corpo detto “capezzolo del diavolo”. Spesso si trattava di un gatto, di un rospo, di una civetta o di un corvo. Nei processi per stregoneria le donne venivano spogliate e controllate in tutto il

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corpo alla ricerca di questo marchio, che avrebbe dimostrato il legame con il maligno, di-ventando prova inconfutabile. Com’è facile immaginare, erano sufficienti un neo, o una pic-cola ferita e l’accusa si trasformava in condanna, fino all’esito finale: la pena capitale. Le più fortunate, se così si può dire, venivano decapitate o giustiziate in modo veloce, alle al-tre spettava un destino più crudele: essere arse vive, o uccise lentamente con uno strumen-to di tortura. Gli strumenti venivano usati principalmente per estorcere confessioni. Uno di questi era il sedile della strega, un trono di legno con punte di metallo, spesso rese incan-descenti da un fuoco acceso sotto il sedile. Pare che le streghe potessero resistere al massi-mo quindici minuti prima di rendere una confessione completa. Il cavalletto era un altro strumento che veniva utilizzato legando la strega a un tavolo con cinghie e corde e stiran-do con un argano il corpo provocando la lussazione delle spalle, la lacerazione dei muscoli e la rottura delle ossa. Gli strumenti utilizzati erano innumerevoli, da quelli per la tortura a quelli per testare la veridicità delle accuse e fornire prove incontestabili. Uno di questi era l’ordalia dell’acqua. Alla strega venivano legati mani e piedi e poi la si gettava in acqua. Se la donna ritornava in superficie galleggiando, era certamente colpevole, mentre se andava a fondo, era innocente. Questa pratica veniva utilizzata per lo più per le donne che si rifiuta-vano di confessare la loro colpa.

La religione della gioia, il paganesimo, risultava così incomprensibile agli inquisitori, con i banchetti, l’entusiasmo, la libertà sessuale, che l’unica soluzione possibile era quella di cer-care di eliminare fisicamente le estimatrici di questo esuberante culto. L’uomo ha sempre cercato di distinguersi dagli altri esseri viventi in quanto capace di vivere razionalmente e di governare i propri istinti. Tuttavia, riflettendo su quanto è accaduto nell’epoca della cac-cia alle streghe, possiamo comprendere bene come la libertà di essere estranee a ogni co-strizione umana, affidandosi al semplice istinto sia stata pagata a caro prezzo, con l’umilia-zione, la sofferenza, la vita. Ancor oggi la stregoneria suscita sentimenti di rifiuto e di con-fusione. Le streghe lottano per liberarsi dalla fama di adoratrici del diavolo, mentre chi cre-de ciecamente nelle arti occulte spesso s’imbatte in ciarlatani e in venditori di fumo, il che alimenta il caos che rende il mondo magico qualcosa di poco chiaro e di ambiguo agli oc-chi del profano. La via della stregoneria non è solo una forma di pensiero portata all’utiliz-zo di concetti e di teorie magiche, è contatto vivo, sanguigno con la Divinità e con la Natu-ra, che conferisce ai nostri gesti sacralità, donandoci la capacità di entrare in contatto con la parte primordiale di noi, ricca di potere.

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La stregoneria è un’arte, una religione, una filosofia, è la vita stessa con i suoi infiniti miste-ri.

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PICCOLO COMPENDIO MAGICO

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GLI&ELEMENTI, LA LUNA E IL SOLE

L’Aria corrisponde al punto cardinale Est e aiuta ad accrescere la creatività e l’intuizione. Il luogo adatto per richiamare la sua forza è l’alta montagna e le giornate ventose, in genere, sono le più propizie. La Terra corrisponde al Nord. Accresce i beni materiali e i luoghi adat-ti per evocare il suo aiuto sono le caverne e tutte le zone oscure. Il punto cardinale dell’Ac-qua è l’Ovest. Aumenta l’intuizione e la veggenza e i luoghi più adatti al suo richiamo sono i laghi, i mari, i fiumi. Il Fuoco, corrispondente al Sud, restituisce energia e vigore, stimola la forza di volontà. Il luogo più adatto per evocarlo è in prossimità di falò, deserti e zone secche. Nelle operazioni magiche si utilizzano il sale per rappresentare il Nord, l’incenso per l’Est, l’acqua o il vino per l’Ovest e una candela per il Sud.

La Luna rappresenta le fasi della vita e il femminile. Gli incantesimi devono essere fatti pre-feribilmente nelle fasi lunari adatte allo scopo, a seconda del tipo di magia che si vuole compiere (per indebolire o per rafforzare una situazione). La Luna influisce sull’emotività e sui ritmi biologici della Natura.

Luna crescente: è il momento propizio per incantesimi rivolti alla fertilità, all’abbondanza, all’amore, alla crescita e all’espansione.

Luna piena: è la fase più potente del ciclo lunare e anche la più difficile da gestire psichica-mente. È perfetta per “accelerare” gli avvenimenti, per allontanare le negatività e per ri-prendere le redini di situazioni sfuggite di mano.

Luna calante: l’influenza della Luna è debole ed è quindi un momento appropriato per in-cantesimi rivolti alla salute e alla serenità.

Luna nuova: è indicata per l’eliminazione degli aspetti negativi della propria vita, per purifi-care la casa e propiziare svolte positive.

Il Sole appresenta la forza, la vitalità, il maschile. Potenzia la magia rivolta ai beni materia-li, alla sessualità, alla salute e al successo. L’alba è il momento d’incantesimi rivolti alla pro-tezione di viaggi, a esiti positivi sul lavoro, a inizi di nuovi affari. Il tramonto è la situazio-ne ideale per placare il nervosismo e l’aggressività.

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GLI&STRUMENTI& DELLA& STREGA

Alcuni oggetti sono impiegati in stregoneria a fini rituali, ma non sono tuttavia necessari per la riuscita di un’operazione magica. Ciò che conta sono il potere, la fede e la volontà che si trovano in noi. In ogni caso, ci sono degli strumenti che utilizziamo per canalizzare e amplificare le forze magiche. Li elenco qui di seguito.

La Bacchetta magica

Per non turbare l’equilibrio della Natura, sarebbe ideale utilizzare il pezzo di un ramo cadu-to. Personalmente ho scelto la mia Bacchetta passeggiando nel bosco. Secondo la tradizio-ne la Bacchetta magica dovrebbe essere di nocciolo, salice, quercia, sambuco, ciliegio o pe-sco. Io ho seguito l’istinto che mi ha portato a un rametto nodoso da cui oramai non mi se-paro più. Sacra agli dei, la Bacchetta magica rappresenta l’elemento Aria.

Il Calice

Ho avuto la fortuna di ereditarlo da mio padre. Se dovete acquistarlo, vi consiglio di cercar-lo d’argento, che è il metallo più affine alla Dea. In ogni caso, non deve essere un bicchiere comune. Se proprio non potete fare altrimenti, usatene uno di cristallo finemente lavorato o una ciotola di terracotta. Il Calice rappresenta l’elemento Acqua.

Il Pugnale (Athame)

Il Pugnale è fondamentale nei cerimoniali. Serve per dirigere l’energia psichica, ma mai as-solutamente per tagliare. Rappresenta l’elemento Fuoco e non deve essere utilizzato per evocazioni (prerogativa della Bacchetta magica). Dovrebbe avere preferibilmente il manico nero, anche se può andar bene in ogni caso rosso o d’argento. Temporaneamente, fino a quando non troverete quello adatto, potete usare un tagliacarte a forma di spada o di pu-gnale.

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Il Bolline

Possibilmente con l’impugnatura bianca, serve a spegnere le candele e per funzioni esterne allo spazio magico. Ha una funzione più esplicita: la lama affilata è utile per taglia-

re erbe e corde magiche.

Il Pentacolo

Simbolo della stregoneria e della filosofia wicca, rappresenta l’elemento Terra. Protettivo, se portato al collo allontana le negatività. Capovolto simboleggia gli elementi che governa-no lo spirito, viceversa, lo spirito che regna sugli elementi. Nei riti tracciare un Pentacolo serve a fare una consacrazione.

La Campana

Viene usata per dare inizio o chiudere un incantesimo. Il materiale più adatto, perché ama-to dalla Dea, è l’argento. A differenza del resto degli strumenti, svolge un compito non fon-damentale. Un cerimoniale può essere condotto tranquillamente senza il suo utilizzo.

Il Calderone

Di piccole dimensioni, viene usato per tisane e filtri, più grande per i riti della congrega. Se-condo la tradizione dovrebbe essere di ferro nero e lo si può impiegare per bruciare le erbe o per contenere fiori come dono per le divinità.

L’Altare

Fisso o mobile, deve essere in un luogo sicuro, in cui non possa essere toccato, in modo da non essere impregnato da energie esterne. Vi si poseranno il materiale per il rito, le offerte o il Calderone. L’altare può essere naturale, cioè può

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essere costituito da un sasso o da una nicchia di un albero in cui si percepisca una particola-re energia.

Il Libro delle Ombre

Ricettario personale, deve assolutamente rimanere segreto e mostrato solamente ai mem-bri della congrega o alla persona a cui si vorrà lasciarlo quando sarà arrivato il momento. All’interno si possono trovare filtri e incantesimi di cui la strega è venuta a conoscenza, o che ha creato di propria iniziativa, le proprietà delle erbe e il resoconto di esperienze para-normali.

Lo Specchio

Perfetto per la divinazione se concavo e scuro, può essere usato per le evocazioni, le invoca-zioni e le preghiere. Non è fondamentale possederne uno, anche se, come strega, lo consi-dero uno strumento insostituibile. Il mio, che ho ereditato da mia nonna, è dorato, d’otto-ne. Ha forma ovale e lo tengo al riparo dalla luce in un baule, assieme a tutto il corredo ma-gico.

La Scopa

La fama di oggetto stregato, tradizionalmente legato a perfide streghe che volano di notte verso tregende e sabba infernali, rende surreale il suo utilizzo agli occhi del profano, ma la Scopa è realmente un oggetto magico. La Scopa viene infatti utilizzata per una pulizia ener-getica. Potete costruire la vostra Scopa magica con un bastone di frassino o con altro legno e dei rami di betulla legati con del filo di ferro.

L’Incensiere

Purifica gli ambienti in cui la strega vive e allontana le negatività. Rappresenta, come la Bacchetta magica, l’elemento Aria ed è indispensabile per le consacrazioni. L’incenso ci aiu-ta a proiettare la nostra volontà e a focalizzarci.

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FORMULE& MAGICHE

La prima cosa da ricordare è che non bisognerebbe mai utilizzare parole negative, quindi nel caso, per esempio, che si prepari una formula contro la paura, è preferibile utilizzare i termini “coraggio” o “forza”, per evitare che il vostro io interiore si irrigidisca percependo la parola che crea il problema. Usando termini positivi, renderete più efficace la formula magica, in modo che faccia centro immediatamente sugli stimoli di cui avete bisogno per esaudire il vostro desiderio. Un altro esempio è quello di non ripetere mentalmente a se stessi che si vuole risolvere un problema, ma piuttosto che si vuole la soluzione.

Una formula magica può essere in rima, oppure essere diretta con poche parole efficaci. La cosa migliore sarebbe quella di cantarla, una volta che l’avrete imparata perfettamente, po-trete trasferirla nei vostri riti.

Ecco un paio di esempi:

Sono forte e vincerò

e mai nessuno mi potrà toccare,

i nemici sconfiggerò

e il mio potere continuerò ad amplificare.

Sia benedetto questo istante della mia vita,

possa la benedizione della Signora accompagnarmi,

che il mio cuore sia sempre pulito e

dalle mie labbra possa uscire soltanto il vero.

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Ovviamente, non c’è bisogno di essere poeti per scrivere una formula magica, basta solo trovare l’espressione più adatta alla nostra natura, imprimendo nella mente i concetti essen-ziali che possono infonderci potere.

I COLORI

Le candele utilizzate a scopo magico devono essere lasciate bruciare fino alla fine, oltre il termine dell’incantesimo, senza essere spostate. Per spegnere una candela magica, bisogne-rebbe evitare di soffiarci sopra, per non disperdere con il fumo le energie emesse nel corso del rito. Un modo semplice e pratico di spegnerla è quello di bagnare l’indice e il pollice in acqua profumata e soffocare tra le dita la fiamma. Ogni candela vale per un solo incantesi-mo e non può essere riutilizzata.

A questo proposito elenco i rituali e il colore della candela adatta allo scopo.

Successo, fortuna: arancio.

Veggenza, contatto con Entità angeliche: argento.

Purificazione, esorcismo, preghiera: bianco.

Protezione, contatto con Entità buone: blu.

Successo in arti e mestieri: giallo.

Questioni legate all’agricoltura e ai beni materiali: marrone.

Magia nera ed evocazioni spiritiche: nero.

Equilibrio, serenità, contatti angelici: rosa.

Malattie, amore, sesso: rosso.

Spiritualità, introspezione, contatto con la Terra: verde.

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ESSENZE MAGICHE

Il profumo è uno stimolo inconscio molto intenso, soprattutto in ambito magico. L’essenza magica è un autentico talismano in grado, oltre che di proteggere, di creare un’aura magne-tica che crea potere. Per questo desidero elencare gli aromi più comuni e le loro proprietà esoteriche.

Acacia: purificante, accentua la purezza spirituale.

Artemisia: protegge dagli spiriti infernali.

Basilico: sviluppa la vitalità e l’energia.

Caprifoglio: aiuta nella comunicazione e infonde coraggio.

Ciclamino: rende più disponibili verso il prossimo.

Erica: ristabilisce l’equilibrio psicologico in chi è troppo nervoso.

Geranio: protegge la casa dalle negatività.

Lavanda: diminuisce l’impulsività, accresce il fascino personale.

Lillà: sviluppa la veggenza.

Melissa: favorisce l’amore e le sue manifestazioni.

Menta: contrasta la stanchezza e aiuta l’energia vitale a risvegliarsi.

Origano: favorisce l’ispirazione e la concentrazione.

Salvia: va bene contro le negatività in genere.

Tuberosa: stimola la sessualità e la positività.

Vaniglia: incide sull’ambizione personale e sugli squilibri alimentari.

Zenzero: accentua l’allegria e la voglia di vivere.

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PIANTE MAGICHE

Riporto qui di seguito alcune piante sacre della tradizione magica utilizzate dalle streghe come talismani o amuleti.

Abete: simbolo dell’eternità, le sue pigne e i suoi aghi hanno un influsso positivo e protetti-vo.

Agrifoglio: porta benessere, specialmente nel periodo natalizio. Costruire una ghirlanda con l’agrifoglio è di buon auspicio.

Alloro: tenere un ramoscello di alloro appeso alla porta d’ingresso porta fortuna e tiene lon-tani gli spiriti; sotto il cuscino assicura l’amore.

Angelica: i suoi fiori seccati e tenuti in una ciotola di rame proteggono la casa dai malefici.

Edera: preserva dai brutti incontri e dalle malattie e una sua foglia tenuta per dodici notti a partire da San Silvestro in una ciotola, se non appassisce, indica che il successivo sarà un anno positivo.

Betulla: la sua corteccia tenuta in un sacchettino di seta verde allontana la tristezza.

Erica: un ramo di questa pianta tenuto in casa è protettivo e cinque foglie poste sotto un cuscino propiziano amore e fiducia.

Felce: una piantina vicino all’ingresso di casa protegge dalle visite indesiderate e inopportu-ne.

Mirto: foglie di mirto tenute in tasca servono come porta fortuna e per favorire l’amore.

Noce: un rametto tenuto in casa, raccolto nella notte di San Giovanni, porta fortuna e pro-sperità.

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Nocciolo: pianta magica da secoli, veniva usata in passato come strumento divinatorio. Si facevano bruciare dei rami e si osservava la combustione per avere responsi sul futuro.

Rosmarino: un rametto in tasca o nella borsa rinforza la memoria e la concentrazione.

Salice: dodici foglie in un sacchettino aiutano nella creatività e nell’ispirazione.

Sambuco: con il suo legno si confezionano collane portafortuna e un suo ramo può essere usato come bacchetta magica.

Verbena: un mazzetto di verbena tenuto sul cuore da tre a nove giorni propizia l’amore.

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I CRISTALLI

I cristalli emanano un’energia diversa l’uno dall’altro. Spesso, interagendo con loro, solleci-tiamo una determinata funzione energetica che ci riequilibra.

La scelta di un cristallo deve essere più che mai istintiva e, una volta acquistato, questo de-ve essere pulito dalle negatività assorbite nel contatto con altre persone e in seguito ricari-cato. Per fare questo, mettetelo sotto l’acqua corrente di un ruscello, o di una fontana, o sotto uno strato di neve se è inverno inoltrato. Quest’operazione può durare da qualche ora a un giorno intero, a seconda della modalità scelta (se avete una fontana o la neve nel giardino, i cristalli sono al sicuro anche se li lasciate sul posto all’alba e tornate al tramonto a riprenderli). Esponetelo in seguito alla luce lunare per una notte o mettetelo nella terra, seppellendolo accanto a una pianta (anche in vaso) e lasciandolo per qualche giorno a con-tatto con essa. Non permettete a nessuno di toccare i vostri cristalli e, se ciò dovesse acca-dere, ripuliteli sotto l’acqua corrente. Per utilizzare la loro energia per fini terapeutici, al termine di ogni utilizzo riponeteli in una ciotola di terracotta o di vetro e lasciateli qualche minuto sotto l’acqua corrente. Per programmare il cristallo per questo utilizzo, sedetevi o sdraiatevi in un luogo tranquillo, rilassatevi, prendetelo in mano e mettetelo sulla fronte (nella zona del terzo occhio). Immaginate un raggio che dalla vostra fronte penetri il cristal-lo e visualizzate la vostra richiesta (salute, abbondanza, felicità, ecc.). Il cristallo assimilerà il vostro desiderio. Se amate particolarmente un cristallo, portatelo sempre con voi, inca-stonato in un gioiello, come ciondolo o nella vostra borsa e di tanto in tanto prendetelo in mano per interagire con la sua energia.

Ciascun cristallo può essere utilizzato per la caratteristica che è più affine a esso; per que-sto elenco qui di seguito le pietre più comuni con le loro peculiarità:

Agata: trasmette forza e coraggio, dona ottimismo, protegge.

Ambra: aiuta la concentrazione e la meditazione, allontana la depressione.

Ametista: favorisce la concentrazione, lo studio, rafforza la volontà, è simbolo di saggezza.

Diaspro: diminuisce lo stress, purifica, riporta tranquillità.

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Fluorite: apporta equilibrio interiore, vivacizza.

Giada: combatte le paure.

Labradorite: assorbe le negatività.

Pietra di Luna: porta equilibrio emozionale, è simbolo di femminilità e di fertilità.

Quarzo ialino: aiuta a mettersi in contatto con il proprio spirito guida, amplifica le qualità positive e dissolve le negatività.

Quarzo rosa: pietra dell’amore, porta serenità e aumenta l’autostima.

Quarzo citrino: aumenta l’autostima, combatte la tristezza.

Tormalina nera: allontana pensieri distruttivi e negatività.

Turchese: è utile contro la magia nera, le negatività e la depressione.

Occhio di tigre: serve a propiziare ricchezza, fortuna ed espansività.

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CREARE UN RITUALE

Prima di ogni operazione magica, è consigliabile fare un bagno rilassante, meditare, purifi-carsi dalle scorie e dalle negatività assorbite inevitabilmente nella vita di tutti i giorni. Un metodo diffuso è quello di visualizzare le negatività come una nube nera, osservarle allonta-narsi dal proprio corpo e dalla propria mente, magari con la complicità del mare o di un ru-scello limpido nel quale immergersi completamente. Anche suonare uno strumento, fare dell’attività fisica o una doccia fredda rivitalizzante sono attività adatte allo scopo. Successi-vamente possiamo preparare il luogo che ci accoglierà per il rito accendendo dell’incenso e utilizzando la scopa magica per “pulire” la zona dalle scorie. Se invece si è più fortunati e c’è la possibilità di svolgere il rituale al’esterno, non è necessaria alcuna purificazione del-l’ambiente, in quanto la Natura, specialmente nei luoghi più incontaminati e verdi, è libera da accumuli energetici negativi portati dall’uomo. Anche il giardino e l’orto di casa, grazie alla presenza della terra, del vento e della pioggia, sono naturalmente puri. Le vesti adatte a un rituale sono preferibilmente di tessuto naturale e vanno utilizzate esclusivamente per scopi magici. Per quanto riguarda i gioielli, è possibile indossare collane, cavigliere, corone, destinate al solo utilizzo magico. Dopo queste semplici operazioni di purificazione, scelta delle vesti e degli accessori, è il momento del rituale vero e proprio.

La prima cosa da fare è tracciare il cerchio magico per delineare lo spazio sacro. Chiedete in seguito, in modo semplice e conciso, alle energie di ogni elemento, del Nord, dell’Est, del Sud e dell’Ovest, di entrare nel vostro cerchio. Per quest’azione è possibile avere posi-zionati sull’altare dei simboli che rappresentino gli elementi, come della terra o del sale per il Nord, dell’incenso per l’Est, una candela per il Sud e dell’acqua per l’Ovest. Il tutto può essere contenuto in quattro ciotole posizionate precedentemente sull’altare. A questo pun-to, segue l’invocazione alle divinità, con la quale si chiede loro di entrare nel cerchio.

L’invocazione può essere sottoforma di poesia, preghiera spontanea, canto, oppure in rima. Se il rito viene condotto di giorno, invocate la forza del Sole, concentrandovi in silenzio e bagnandovi con la sua energia. Se viene svolto di notte, invocate l’energia lunare e accoglie-tela silenziosamente a livello fisico e mentale. In un rituale, in base alle proprie esigenze è possibile, dopo l’invocazione, ringraziare per l’abbondanza, meditare, recitare formule ma-giche, cantare e suonare, o chiedere la realizzazione di un desiderio. A questo punto si può

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bere del vino, della birra, mangiare del pane, della frutta, dei biscotti o ciò che avete scelto prima di ultimare il rituale, per liberarsi dall’eccesso di energia in modo delicato e vivendo, se in compagnia, un momento sacro di comunione.

Ringraziate la Divinità per avervi ascoltato, accendendo una candela o lasciando cibo e be-vande come offerta, se siete all’aperto. Congedatevi dai punti cardinali e cancellate il cer-chio. Se avete lavorato in un luogo chiuso, recatevi all’aperto e lasciate l’offerta alla Terra.

Le congreghe, alla fine di un rito magico, spesso preparano un vero e proprio banchetto du-rante il quale vivono un momento di ulteriore condivisione e gioia.

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PREDIRE IL& FUTURO

Ci sono svariati metodi di divinazione, tra questi i tarocchi, i fondi del tè e del caffè, la let-tura della mano, della terra, dell’acqua, la sfera di cristallo, le rune, il pendolino e molti al-tri ancora. Abbiamo bisogno di utilizzare un sistema esterno per ispirarci e creare la dispo-sizione d’animo, in modo da diventare ricettivi.

Ecco due tipi di divinazione originali:

LITOMANZIA

Ponete su di un tavolo una candela accesa, dopo aver sparso delle pietre preziose o in alter-nativa dei pezzi di vetro colorato. Oscurate la stanza e, seduti di fronte alla candela, chiu-

dete gli occhi e concentratevi, riapriteli e osservate il colore della luce riflessa che per pri-ma arriverà ai vostri occhi da una delle pietre.

In base al colore che avrete visto, il responso sarà il seguente:

Rosso: amore

Nero: negatività

Azzurro: protezione

Verde: realizzazione

Giallo: tradimento di varia natura (amore, amicizia, famiglia)

Viola: sofferenze

Bianco: serenità.

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GEOMANZIA

Disponete della sabbia o della terra in un vassoio che appoggerete su una superficie piana. Sedete davanti al vassoio, chiudete gli occhi e appoggiate la mano sinistra sul bordo del vas-soio, impugnando un bastoncino o una matita che sfiori la superficie della terra. Rilassatevi e non pensate a nulla. Le naturali oscillazioni della mano formeranno dei segni che voi po-trete interpretare così:

Anello: Realizzazione

Cane: Un amico vi aiuterà

Aquila: Novità

Casa: Stabilità

Catena: Nuovo legame in vista

Croce: Risveglio dei sentimenti

Piccole croci: Litigiosità

Drago: Avversità

Ferro di cavallo: Fortuna

Fiore: Avvenimenti importanti in vista

Gatto: Falsità

Linea: Viaggio, novità

Più linee: Persona dal passato

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Montagna: Evoluzione

Pugnale: La lama alta indica vittoria, quella bassa sconfitta

Uccelli: Novità

Uncino: Attenzione ai nemici.

L’ANIMALE&GUIDA

Riequilibrando la propria vita e ascoltando il silenzio della Natura, è possibile dopo breve tempo ricevere dei veri e propri messaggi da parte di animali che indicano la necessità di un cambiamento. Ogni animale comunica, quando si avvicina a noi in circostanze insolite e propizie, qualcosa che sta a noi comprendere, con l’aiuto dell’intuito e dell’attenzione.

Per capire quale animale scegliere come protettore e consigliere nel vostro cammino di streghe, dovete affidarvi completamente all’istinto. Nessuno vi può dire quale animale rap-presenta la vostra personalità e il vostro essere e quale può aiutarvi e infondervi coraggio nei momenti difficili dell’esistenza. La cosa più probabile è che sia l’animale a scegliere voi, com’è capitato a me in quella notte d’inverno in una baita isolata e a molte altre streghe. Una volta entrati in sintonia, la cosa migliore sarebbe averlo sempre con sé sotto forma di gioiello e tenere qualche soprammobile che lo rappresenti in casa come “custode” magico.

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Potete incontrare il vostro animale totemico, con un poco di pratica, nelle vostre passeggia-te solitarie nei boschi, oppure nei viaggi sciamanici (viaggi interiori attraverso i quali si ri-cerca la “visione”; per approfondire l’argomento, potreste leggere un buon libro sullo scia-manesimo), durante i quali potrà darvi le risposte che cercate, dissipare dubbi, guidarvi ver-so il vostro io. Potrebbe anche succedervi, in questi viaggi, di incontrare altri animali, che cammineranno con voi nel sentiero della vita, magari solo per poco tempo diventando nuo-vi consiglieri. L’animale guida vi donerà la forza e la saggezza necessarie per il vostro cam-mino magico, ma anche per risolvere piccoli problemi quotidiani. Se volete tenere lontano il malocchio, quando avete incontrato il vostro animale guida, ma non avete la possibilità di indossarlo sotto forma di gioiello, appendete sulla porta di casa una sua effigie in terra-cotta, che terrà lontane le influenze negative.

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RICORRENZE

31 ottobre: Samhain

Per i Celti questo giorno segnava l’inizio della parte oscura dell’anno e quindi rappresenta-va il capodanno. La pianta sacra di Samhain è il tasso, resistentissimo, longevo e che simbo-leggia l’immortalità. Questo è il momento in cui accendere una candela per le persone care-che ci hanno lasciato, propiziando il loro aiuto per l’anno che sta per iniziare. Se chiedere-te, in questa notte, forse otterrete risposta. State quindi attente a sogni, intuizioni, sensa-zioni. Offrite del cibo al mondo dei morti e lasciate delle candele (nere) accese per tutta la notte a rischiarare il loro cammino. Si possono riporre le candele in zucche o rape e prepa-rare dei dolci come regalo da lasciare sulla tavola, per ingraziarsi i favori degli spiriti. Sareb-be l’ideale poter accendere un fuoco in un prato o nel giardino, secondo quanto prescrive la tradizione e celebrare la vita con balli e canti.

21 dicembre: Yule, Solstizio d’inverno

Segna l’inizio del periodo in cui dobbiamo convivere con il grigiore invernale e il gelo, lon-tani dal calore del sole. Per superare la stagione fredda con un po’ di allegria e di ottimi-smo, la cosa migliore è rendere luminosa il più possibile la propria casa, decorando per la festa di Yule un abete con frutti e palline colorate (l’albero di Natale ha origini pre-cristia-ne e aveva lo scopo di celebrare il mito solare), ornando le stanze con colori vivaci, accen-dendo candele rosse e dorate, aggiungendo alla nostra tavola piatti sostanziosi e profumati.

2 febbraio: Imbolc

La pianta sacra di Imbolc è il bucaneve, bianco e puro come la Dea. Periodo più adatto per guardare al futuro con fiducia e ottimismo, Imbolc ci invita a prendere coraggio per rifiori-re lentamente nei mesi successivi. Per eliminare le tensioni e gli aspetti della nostra vita

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che non ci piacciono, possiamo accendere una candela bianca e pregare la Dea di purificar-ci. La Scopa è uno strumento importante in questa festa, perché “spazza” dalla nostra casa tutte le negatività accumulate nell’inverno passato.

21 marzo: Ostara, Equinozio di primavera

Momento perfetto per uscire all’aria aperta e fare attività fisica, simboleggia il risveglio de-finitivo della Natura. Per propiziare un anno positivo, potete piantare dei semi, nell’orto o in un vaso, offrendoli al sole. Si possono accendere delle candele gialle, per l’occasione, ce-lebrando il risveglio della vegetazione. Profumate gli armadi e i cassetti con essenze fiorite e accendete incensi stimolanti per caricarvi di energia.

1 maggio: Beltane

I Celti avevano solamente due stagioni: la metà oscura dell’anno e la metà luminosa. Per questo il primo maggio è una data veramente speciale, perché segna il ritorno della metà luminosa dell’anno. Accendere un falò, in questa ricorrenza, rappresenta la purificazione, la fertilità e la forza della Natura. Pianta sacra di Beltane è il biancospino, ritenuto un sim-

bolo del mondo fatato, se cresciuto vicino a sorgenti o colline. Il colore della candela più adatta è il rosso, anche se accendere un fuoco nel giardino o in un prato sarebbe la cosa mi-gliore. Mettete delle ghirlande di fiori attorno a un albero per propiziare fertilità e creativi-tà.

21 giugno: Litha, Solstizio d’estate

Momento ideale per caricare i cristalli, il Solstizio è il giorno in cui streghe e donne comu-ni del passato si recavano nei campi nude a raccogliere le erbe. La pianta sacra di questa ri-correnza è l’iperico. Appeso alla porta di casa protegge dal male e dagli spiriti. Anche du-rante il Solstizio d’estate è tradizione accendere falò, in cui gettare timo, rosmarino e altre piante aromatiche per purificare e scacciare le negatività. Se non vi è possibile fare questo, potete utilizzare delle candele rosse. Questo, infatti, è il momento di tirare fuori la grinta e la determinazione per dare una svolta concreta alla propria vita. Il modo migliore per fe-

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steggiare è rimanere svegli tutta la notte a ballare, a esprimere la nostra vitalità e a osserva-re la Natura, che con la sua forza ci rende più liberi e frizzanti.

1 agosto: Lughnasadh

La pianta sacra di questa ricorrenza è la spiga di grano. In questo giorno si celebra una fe-sta di consapevolezza, di riflessione sulla vita e sulla morte. Come il grano che si trasforma in pane, anche la nostra Natura muta dopo il trapasso in nuove forme di esistenza. Per que-sto motivo le spighe di grano simboleggiano il cambiamento e l’accettazione di esso. Accen-dete una candela gialla e preparate un mazzo di spighe, legandolo con dello spago naturale e offritelo alla Dea assieme a del pane e del vino, per ringraziare per i desideri che sono sta-ti esauditi e propiziare un abbondante raccolto di vitalità e creatività.

21 settembre: Mabon, Equinozio d’autunno

Momento del raccolto dell’uva, è il periodo ideale per passeggiate distensive e salutari. Ol-tre al nostro fisico, ne trarrà giovamento anche il nostro animo, per il piacere di una Natu-ra variopinta e calda, che solo l’autunno può regalare. La pianta sacra di questo giorno è la mora selvatica. Usate la creatività e l’intuizione di questo periodo dell’anno per dipingere, scrivere, decorare la vostra casa. Festeggiate l’Equinozio d’autunno preparando un banchet-to pieno di frutti, noci, vino e di quello che più gradite, ringraziando la Dea per l’abbondan-za e i beni che vi ha donato.

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RICETTARIO

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IL NOCINO

Ricordo ancora oggi quando da piccola, con mia nonna, andavo all’alba a prendere i malli di noce per una ricetta che, a San Giovanni, è molto conosciuta: il nocino.

Mia nonna mi raccontava che come per tutte le erbe e i frutti raccolti in questo periodo magico, era fondamentale raccogliere i malli di noce durante la notte oppure all’alba, quan-do ancora la rugiada mattutina era visibile. Mi diceva anche che in passato era tradizione raccogliere l’acqua con un panno di lino e poi torcerlo in una scodella, per filtrarlo ed infi-ne tenerlo in una bottiglia. Era il rimedio per tutti i mali, oltre che un’acqua portentosa per mantenere la pelle giovane.

Ma quest’usanza, che noi conosciamo come magica, oggi è stata quasi dimenticata comple-tamente anche dalle persone anziane, che ricordano solamente ricette alimentari (come ap-punto il nocino) legate alla festività di San Giovanni.

Per esempio in passato, le donne raccoglievano 27 noci, le affettavano (con il mallo in cui erano racchiuse) e le mettevano a macerare nell’alcool per 49 giorni. Infine strizzavano i frutti, aggiungevano ancora alcool e zucchero al liquido ottenuto e riempivano delle botti-glie che tenevano per qualche notte all’aperto. Lo sciroppo ottenuto serviva per il mal di testa e di stomaco.

Un altro rimedio magico legata alla notte delle streghe è prendere del prezzemolo all’alba e frizionarlo sul cuoi capelluto per far crescere i capelli lucenti e forti.

Ecco la ricetta del nocino di mia nonna:

Prendere nove malli di noce, tagliarli in quattro spicchi e metterli in un litro di buona grap-pa.

Lasciare riposare per 40 giorni in posto assolato, e poi filtrare.

Mettere un bicchiere d’acqua in 200 grammi di zucchero, sciogliere il tutto sul fuoco, quan-do è freddo incorporare alla grappa e il nocino è pronto.

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Le ricette del nocino hanno spesso dei componenti simili, come alcool anziché grappa, o delle quantità diverse di zucchero, in base alle zone ed alle tradizioni famigliari. Pere esem-pio, un ottimo diversivo è aggiungere alla grappa del buon vino rosso.

E poi naturalmente, berlo in buona compagnia!

INCENSO MAGICO

Unite 3 parti di incenso, 1 parte di cannella, 1 parte di rosmarino, 1 parte di chiodi di garofa-no, 3 parti di verbena odorosa, 1 parte di camomilla, 1 cucchiaino di miele, macinateli e me-scolateli, possibilmente in un piccolo mortaio di legno. Il composto così preparato si bru-cia sulle pastiglie di carbone in una ciotola di terracotta o in un incensiere per purificare la casa e per i vostri rituali.

SACCHETTO PORTA FORTUNA

Preparate un sacchetto con della stoffa naturale, prendete dei fiori secchi (meglio se anche questo procedimento è fatto in modo naturale seccandoli in prima persona), aromatizzateli con qualche goccia di olio essenziale, per esempio di rosa, cannella o lavanda, e mettete al-l’interno anche un oggetto portafortuna, come una pietra che avete raccolto perché vi ha colpito particolarmente, un rametto, o una conchiglia. Chiudete tutto con uno spago, e il sacchetto portafortuna è pronto.

RITO CON& LA SCOPA

Innanzitutto costruite personalmente, se vi è possibile, la vostra Scopa con un ramo abba-stanza robusto e dei rametti sottili più o meno della stessa lunghezza. Legate i rametti al ramo più grosso con del filo di ferro e la vostra Scopa magica sarà pronta. Visualizzate della polvere nera nella vostra mente, depositata simbolicamente nella vostra casa. Spazzate tut-te le stanze senza toccare il pavimento, immaginando la polvere scura che esce dalla porta lentamente. Arrivate fino all’uscio di casa e spazzate verso l’esterno, visualizzando una nu-be nera che si allontana per lasciare spazio a una casa purificata e libera da energie negati-ve. Accendete dell’incenso e aprite le finestre, lasciando entrare il sole e l’aria fresca; se po-

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tete, mettete della menta piperita negli armadi e nei cassetti per dare un profumo nuovo al vostro ambiente domestico.

CROCE&DI SORBO CONTRO&L’INVIDIA

Prendete due rametti di sorbo e con un nastro rosso legateli formando una croce. Attacca-tela a uno spago naturale o a un nastro di velluto rosso, in modo da confezionare una colla-na. Ripetete le seguenti parole, mentre la indossate:

‘Contro l’invidia questa croce sia,

croce di sorbo, croce di magia.’

Tenetela al collo almeno qualche ora al giorno per un intero ciclo lunare, riponendola su un panno rosso sul comodino quando non la portate.

LA& BOTTIGLIA&DEI DESIDERI

Prendete una bottiglia trasparente, un tappo di sughero, della carta pergamena, dello spa-go e una penna con inchiostro nero. Scrivete un vostro desiderio segreto, sottoforma di for-mula magica, possibilmente in rima. Se preferite consumare la carta per renderla antichiz-zata, prima di scrivere è possibile spennellarla con del tè nero o del caffè diluito, lasciando-la poi asciugare prima di utilizzarla per il rito. Arrotolate la pergamena che contiene il vo-stro desiderio e legatela con dello spago, poi mettetela nella bottiglia e chiudete con il tap-po di sughero. Seppellite la bottiglia nella terra, in un angolo del vostro giardino, o ponete-la in una zona sicura di casa vostra, dove non possa essere aperta da nessuno. Gli spiriti esaudiranno il vostro desiderio, assecondando il vostro destino.

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RITUALE CONTRO IL MALOCCHIO

Se pensate che qualcuno vi abbia fatto il malocchio, per annientare il suo influsso e farlo ri-tornare al mittente, recatevi in un bosco e scegliete un albero a voi affine. Portategli delle offerte (come mele, vino, pane) e appendete ai suoi rami un nastro verde con un piccolo campanellino. Poi, recitate questa formula:

‘Spiriti della Natura, proteggetemi dal nemico, per il vostro potere io vi invoco, ascoltate la mia richiesta, accettate la mia offerta.’

Congedatevi, ricordando che il vostro albero ha la grande capacità, oltre che di proteggervi dagli influssi negativi, di rigenerarvi. Sarà sufficiente, quando vi sentite stanchi e privi di energie, che vi rechiate al suo cospetto, vi sediate con la schiena contro il tronco, vi rilassia-te e visualizziate l’energia sotto forma di radici che dalla Terra, lentamente, raggiunge il vo-stro corpo ramificandosi nelle vostre braccia, nelle gambe e nella testa, ricaricandovi.

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APPENDICE

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L’ALBA DEL PAGANESIMO (MEDIATICO)

‘Il cammino della strega’ è una nuova edizione rinfrescata e riadattata del libro ‘Autobiogra-fia di una strega italiana’, che ha venduto migliaia di copie negli anni e suscitato l’interesse dei media all’alba della Wicca e del paganesimo in Italia. Mi sembrava la scelta migliore ter-minare questo breve trattato sulla stregoneria, con un articolo sotto forma di dialogo tra me (qui sotto con l’abbreviazione ‘S’) e il presidente del Pagan Pride Italia (anche editore in questo caso della nuova edizione del libro) abbreviato con ‘V’.

S: Da quando, nel lontano novembre del 2004, è uscito in libreria "Autobiografia di una strega italiana", come si suol dire, ne è passata di acqua sotto i ponti. All'inizio degli anni duemila, nessuno ancora se la sentiva di uscire allo scoperto mostrando il proprio nome nel-le pubblicazioni di un certo tipo o peggio, la faccia, quando si trattava dei media. Eravamo all'alba del paganesimo in Italia. Fino ad allora, tutto, o quasi, era rimasto nell'ombra.

V: Sì, di gruppi attivi ce n' erano pochissimi in effetti. C'era un po' il giro dei clan celtici, ma la maggior parte di questi era dichiaratamente cristiano e più legato alla politica della Lega che alla spiritualità vera e propria. Nel 2001, quando noi facemmo il primo Pagan Pri-de Day, di eventi pubblici che fossero dichiaratamente pagani non ce n' era in realtà nessu-no. Mi ricordo i primi contatti con le autorità di Pubblica Sicurezza, per la richiesta dei permessi. Notai un certo sconcerto. Quando facemmo per la prima volta il campo Sacri Fuochi a Borgo Taro, nel 2004, fui convocato dalla DIGOS di Parma che voleva capire co-sa stesse succedendo.

S: A pensarci ora, certo, sembra incredibile! Ricordo alcuni personaggi di allora, Ele Paulet-ti primo fra tutti, che hanno aperto la pista alle attività di tutti gli altri. Ele mi ha ispirato moltissimo, nella ricerca del mio percorso spirituale. Se penso però alle pubblicazioni del-l'epoca, non c'era nulla, escludendo il bellissimo "Fronde dell'antico noce", ovviamente.

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V: In italiano non esisteva praticamente nulla, tanto meno di autori italiani. Si cominciava a tradurre giusto qualcosa. Cunningham e Curott. Ma di persone attive... cominciava ad es-serci qualcuno che cercava di farsi un seguito sui primi forum su internet. Praticamente quasi nessuno che tirasse fuori la testa davvero, che si impegnasse davanti a tutti per dare un volto al paganesimo in Italia

S: Forse c'era la paura di essere additati dalle persone, di perdere il proprio lavoro? Di cer-to pubblicare questo libro non mi ha reso la vita più facile. Anche quando ci siamo incon-trati negli studi della rai, abbiamo solo dovuto combattere. Ti ricordi?

V: Be' certo, c'era la famigerata Gatto Trocchi che, com' era nel suo stile, cercava la rissa verbale a tutti i costi. Mi ricordo che ci rimase veramente male quando io la ignorai per tut-to il tempo, nonostante il suo continuo berciare, e continuai a dire quello che avevo da di-re invece di mettermi a battibeccare con lei. Credo che per i conduttori pure fu una delu-sione: la rissa in tv ha sempre fatto audience.

S: Si, ma in realtà molti non sanno che a parte i meccanismi per mantenere incollati gli spettatori allo schermo, dietro le quinte avevamo tutto il rispetto degli autori. Onestamen-te, ho avuto, per assurdo, molto meno credito da chi invece doveva sostenermi, ovvero tut-ti quei pagani che rimanevano nell'ombra. La mia autobiografia non eccelleva per argomen-ti di grande spessore, era una sorta di manuale magico un po' new age. Ma ammettiamolo pure, era la prima volta che una donna, pagana, si presentava a tutti in quel modo così tra-sparente. Dopo ci sono state imitazioni, idee simili, altri personaggi che sono finiti nei me-dia, per cavalcare l'onda...senza lo stesso clamore, direi.

V: Questo è senz'altro vero: non c' era molto supporto da parte della comunità nei confron-ti di chi si impegnava per fare in modo che si cominciasse a parlare di paganesimo. Anche noi fummo accusati di voler creare una nuova inquisizione, ci mandarono (supposte) fattu-

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re a morte... Ma malgrado questo pian piano si è riusciti a fare uscire un pochino questa co-munità dall'ombra, anche se c'è ancora un impegno molto scarso da parte della maggioran-za. Tuttavia si è riusciti negli anni a produrre molti articoli, a far sì che di paganesimo si parlasse anche in pubblico. E con questo altri hanno deciso di venire fuori allo scoperto, an-che persone che cercano solo di promuovere sé stesse. Ma questo è fisiologico del resto: nessun ambiente è immune da questo tipo di problemi.

S: Secondo te cosa è cambiato in più di dieci anni? E cosa è rimasto uguale?

V: Sicuramente ora si parla di più di paganesimo: lo vedo anche dal tipo di reazione che ab-biamo dalle autorità quando ci troviamo a confrontarci con loro. Nella percezione generale del pubblico c'è ancora tanto da fare: siamo comunque una piccola minoranza, per cui biso-gna continuare a fare informazione capillare per poter disperdere pregiudizi e cattiva infor-mazione. E con i mezzi di comunicazione di massa non è sempre facile: una piccola comu-nità non è una notizia da scoop, anche se i numeri dei pagani in Italia sono cresciuti verti-ginosamente, rimangono sempre numeri minimi se confrontati alla popolazione generale. Il fatto poi che la maggioranza dei pagani italiani ancora oggi abbia timore a dichiararsi ta-le in pubblico sicuramente non favorisce una maggiore informazione. Quello che sicura-mente è cambiato però è che mentre una volta nessuno aveva il coraggio di mostrarsi in pubblico, adesso cominciano ad esserci personaggi che non vedono l' ora di cercare di ac-creditarsi come leader e portavoce di tutti i pagani, di eleggere capitali del paganesimo e consimili. Ma, a mio avviso, il concetto stesso di autorità unica in materia di paganesimo è ridicolo e squalifica chi cerca di presentarsi come tale.

S: Concordo.Ti assicuro che in Irlanda, su questo fronte, non tira un'aria migliore. Il diver-so, in generale, fa sempre paura, è insito nelle caratteristiche umane, se vogliamo lo possia-mo considerare naturale. Essere una minoranza ti penalizza sempre in termini di rispetto sociale. Riguardo all'autoproclamarsi leader e quant'altro, ti assicuro che siamo ancora un gradino più indietro, Sono certa che la motivazione principale per cui ho creato un certo scompiglio per le mie interviste nelle trasmissioni televisive di quegli anni (Rai tre, mtv, ita-lia uno e channel 24) dipende dal fatto banalissimo che sono una donna. Il maschilismo nel xliv

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paganesimo è un po' come lo zucchero nel caffè, eppure... io ho sempre fatto e disfatto in piena autonomia, non ho mai avuto un capo dietro di me. Molte delle figure pagane femmi-nili dell'ambiente di oggi, hanno sempre un leader maschile dietro.

V: Bisogna dire che in generale c'è sempre stata la tendenza a cercare di abbattere chi si presentava in pubblico: la cosa ridicola è che si diceva che questo era dovuto al fatto che chi si presentava in pubblico voleva in qualche modo "incoronarsi", ma le persone che tan-to stigmatizzavano tutto ciò hanno dimostrato di essere proprio loro le prime a volersi ve-ramente incoronare, con ben altra determinazione e spregiudicatezza.E sinceramente la questione dei leader mi fa sempre un po' sorridere. Per come vedo le cose io, non ci sono leader: un leader non è qualcuno che sta seduto in cima ad una piramide a farsi adorare e a dare ordini. Casomai è qualcuno con le mani sporche di grasso che se ne sta in un cantuc-cio a stendere delle passerelle di legno per permettere a tutti gli altri di passare. Tanti ama-no definirsi capi, autorità o quant'altro, ma non lo sono: non basta che io mi auto definisca Imperatore della Cina per aspettarmi che poi gli altri mi trattino come tale.

S: Classica domanda conclusiva: cosa ti aspetti dal futuro?

V: Lavoriamo giorno per giorno: solo così viene il futuro.

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L’AUTRICE

‘Il cammino della strega’ è una nuova edizione rinfrescata e riadattata del libro ‘Autobiogra-fia di una strega italiana’, che ha venduto migliaia di copie negli anni e suscitato l’interesse dei media all’alba della Wicca e del paganesimo in Italia.

L’autrice, Amanda Pitto, conosciuta nell’ambiente come Stregamanda, scrittrice italo-tede-sca nata a Londra ma vissuta molti anni in Italia, ha esordito vincendo il concorso ‘Fonopo-li parole in movimento 2003’ con un racconto drammatico, ed ha scritto diversi libri nel tempo di vario genere. Si è trasferita da alcuni anni in un cottage nella contea di Mayo, in Irlanda. Il suo ultimo progetto letterario è un romanzo proprio ambientato in Irlanda, che segna una svolta stilistica definitiva. Per informazioni e per rimanere sempre aggiornati, po-tete visitare il sito ufficiale:

www.stregamanda.com

All’interno potete trovare altri ebook gratuiti, scaricabili, di vario genere: racconti horror, fiabe illustrate per bambini, manuali, libri fotografici ed articoli su argomenti di ampio spettro.

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PAGAN PRIDE ITALIA

Il Pagan Pride Italia è un' Associazione a sfondo religioso e culturale, apolitica ed apartiti-ca, non legata in maniera specifica ad alcuna corrente Pagana..

L' Associazione non opera nessun tipo di azione di proselitismo volta a mostrare il Pagane-simo come unica e vera via spirituale, ma come uno dei tanti validi percorsi spirituali.

Da questo consegue che lo scopo che ci proponiamo è di promuovere la diffusione della co-noscenza della cultura e della filosofia delle religioni pagane in generale, di favorire il con-fronto con altri percorsi spirituali e di lottare contro le discriminazioni religiose di ogni ti-po, alimentate da pregiudizi e cattiva conoscenza di ciò che le vie spirituali realmente signi-ficano.

A tale scopo annuamente organizziamo, in collaborazione diretta con l' International Pa-gan Pride Project, il Pagan Pride Day italiano, giornata che promuove la conoscenza delle vie pagane e l' interscambio con altre tradizioni spirituali.

A questo evento centrale vengono ad aggiungersi, nel corso dell' anno, altre iniziative rivol-te allo stesso scopo come seminari, campi, conferenze oltre alla partecipazione ad eventi organizzati da altre realtà pagane e non, sempre nello spirito della massima collaborazione reciproca.

L' Associazione non ha scopo di lucro alcuno e tutti i fondi raccolti vengono destinati uni-camente al perseguimento dei fini sociali.

L' Associazione è, inoltre, tra i soci fondatori del progetto PaganItaliani.net

 

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LETTURE CONSIGLIATE

Il libro delle bacchette magiche, Cristiano Tenca, Ed. Il Punto d’Incontro

Il libro delle parole magiche, Cristiano Tenca, Ediz. Il Punto d’Incontro

Magia positiva, Patricia Tedesco, Edizioni Il Punto d’Incontro

L’oracolo dei Druidi, P. e S. Carr-Gomm, Edizioni Il Punto d’Incontro

Il manuale della strega moderna, Monte Osuna, Macro Edizioni

Magia celtica, Monte Osuna, Macro edizioni

Giovani streghe, Silver RavenWolf, Macro Edizioni

Magie di buona fortuna, Maura Parolini, Sonzogno

Il libro segreto delle Arti Magiche, Ed Fitch, Hera

L’arte della strega, Dorothy Morrison, Armenia

Wicca, Scott Cunnigham, Armenia

Il libro della strega moderna, Ulrike Ascher, Tea Pratica

Strega in amore, Laurie Cabot, Sperling & Kupfer Editori

Gli spiriti della natura, Luisa Chevalier, Armenia

Parola di fata, Claire Nahmad, Edizioni Amrita

Manuale di stregoneria, Antares Giovanna Moia, MEB

Formule magiche, riti e incantesimi, Nicola de Pulford, Crealibri

Una strega a New York, Phyllis Curott, Sonzogno

L’arte della magia, Phyllis Curott, Sonzogno

Feste Pagane, Roberto Fattore, Altaj Edizioni

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I guaritori di campagna, Paola Giovetti, Edizioni Mediterranee

Manoscritto dialettale di una guaritrice di campagna, Ed. Terra di Mezzo

Il giudizio della donna, Ada d’Ariès, Edizioni della Terra di Mezzo

Magia degli zingari, Charles G. Leland, Atanòr

Rune, Magdalena Caland, Xenia Edizioni

I principi del druidismo, Emma Restall Orr, Armenia

I segreti della strega, Annuphys, Hermes Edizioni

L’incanto della vita semplice, Sarah Ban Breathnach, Tea

L’uso di profumi, erbe, polveri, filtri, oli e unguenti, Carmen Duo, Orsa

Maggiore Editrice

Le erbe di San Giovanni, Maria Lucia De Nicolò, Mediamix

La frutta del bosco, Orietta Sala, IdeaLibri

Le streghe e l’Inquisizione, P. F. Ferraironi, Cav. A. Dominici Editore.

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