Classi prime Anno Scolastico 2016/2017 - liceocanossa.gov.it ad imparare... · LEGGERE E PRENDERE...

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ISTITUTO SUPERIORE LICEALE "MATILDE DI CANOSSA" Liceo linguistico Liceo delle Scienze umane Liceo Coreutico Via Makallè, 18 - 42124 Reggio Emilia Tel. 0522/271223 - 271353 Fax 0522/271627 e-mail: [email protected]; www.liceocanossa.gov.it IMPARARE AD IMPARARE PROPOSTE PER RAFFORZARE IL METODO DI STUDIO Classi prime Anno Scolastico 2016/2017

Transcript of Classi prime Anno Scolastico 2016/2017 - liceocanossa.gov.it ad imparare... · LEGGERE E PRENDERE...

ISTITUTO SUPERIORE LICEALE "MATILDE DI CANOSSA" Liceo linguistico – Liceo delle Scienze umane – Liceo Coreutico

Via Makallè, 18 - 42124 Reggio Emilia

Tel. 0522/271223 - 271353 Fax 0522/271627 e-mail: [email protected]; www.liceocanossa.gov.it

IMPARARE AD IMPARARE

PROPOSTE PER RAFFORZARE

IL METODO DI STUDIO

Classi prime

Anno Scolastico 2016/2017

INDICE

PRESENTAZIONE

NON C’E STUDIO SENZA ATTENZIONE

E SENZA MOTIVAZIONE

LEGGERE E PRENDERE APPUNTI DA UN TESTO

E DA UNA LEZIONE

LO STUDIO E I COMPITI A CASA

LO STUDIO DELLE LINGUE STRANIERE

LE VERIFICHE

LA PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA

IN POWER POINT

LE REGOLE DELLO STUDIO

IL MIO IDEALE DI STUDENTE

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

INDICE

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PRESENTAZIONE

Con questo fascicolo vogliamo fornire agli allievi delle classi prime un semplice ma fruibile

strumento di lavoro per rafforzare il loro metodo di studio.

Per adattare il nostro intervento didattico ai ragazzi in continuo e veloce cambiamento, anche per

quest’anno abbiamo pensato ad un Vademecum dello studente, una sorta di libricino di facile

consultazione che l’allievo dovrebbe leggere e rivedere di quando in quando per “aggiustare il tiro”

del proprio percorso di studio.

Anche quest’anno il materiale sarà esclusivamente disponibile sul sito della scuola

www.liceocanossa.gov.it

BUON LAVORO E BUON ANNO SCOLASTICO!

La commissione Accoglienza e Metodo di studio

Mariaelena Gelosini, Maria Assunta Melli, Annarita Perisi

Reggio Emilia, settembre 2016

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1. NON C’E’ STUDIO SENZA ATTENZIONE E SENZA

MOTIVAZIONE

1.1 LA CONCENTRAZIONE

Concentrarsi significa fare una cosa per volta, dedicarle il tempo

necessario senza fretta né impazienza, impegnando in questa attività

la vista, l’udito, l’immaginazione, l’intelligenza, la ragione, la

memoria, il sentimento, la volontà, in pratica tutto se stesso

La distrazione non permette, al contrario, alla persona di impegnare

tutte le sue facoltà in quello che sta facendo; distrarsi significa farsi

“portare via” e finire con l’essere fuori, assenti dall’attività che si

sta compiendo.

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1.2 OTTO REGOLE PER LA CONCENTRAZIONE E

L’ATTENZIONE

1. non pretendere di fare mille cose contemporaneamente come guardare la

TV, utilizzare WhatsApp, mangiare un panino…e nello stesso tempo fare

gli esercizi di matematica o studiare diritto

2. prendi le distanze da tutto ciò che ti potrebbe distrarre come il cellulare, le

persone rumorose…

3. cerca un posto “comodo”dove studiare,

4. prima di iniziare ogni attività concentrati un attimo, come fanno gli atleti

prima di una gara, per facilitare il passaggio da un’attività di svago ad una

di studio

5. evita di rimandare i compiti, di tergiversare:occorre infatti decidersi e

iniziare concentrarsi da subito

6. durante lo studio aiutati sottolineando, schematizzando, ma anche

concedendoti, al momento opportuno, qualche minuto di pausa

7. per lavorare bene occorre un clima di amicizia e solidarietà ed è quello che

bisogna creare in classe con compagni ed insegnanti

8. cura l’alimentazione e il sonno, poiché per affrontare qualsiasi attività

occorre avere a disposizione l’energia necessaria. Non riuscirai a

rimanere attento e concentrato in classe se non hai dormito abbastanza o

non hai fatto colazione.

1.3 CHI E’ MOTIVATO STUDIA CON MINOR FATICA

Il suo sforzo sui libri è sostenuto dalla consapevolezza che andare a

scuola ha degli scopi validi. Fra le motivazioni che spingono a

studiare, le più valide sono legate al piacere di imparare, di scoprire,

di migliorare, mentre le meno valide sono quelle legate al bisogno di

evitare un castigo o di ricevere un premio, esse infatti possono

aiutare a studiare per qualche giorno, ma poi perdono efficacia.

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Per aiutare gli alunni a riflettere sulle motivazioni allo studio si può

utilizzare il test “Le ragioni dell’impegno” presentato alla fine del

capitolo o anche un’attività di brain storming.

1.4 LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA’ SCOLASTICHE

I ragazzi che a scuola non si limitano a far da spettatori, ma

collaborano attivamente con i compagni e gli insegnanti, non si

annoiano e apprendono più facilmente. Per facilitare la riflessione su

questo argomento si possono completare le situazioni sotto elencate

in diversi modi e poi stabilire insieme, dopo aver condiviso le

risposte, se corrispondono ad una partecipazione adeguata,

eccessiva, sbagliata.

1. Quando l’insegnante ha finito di spiegare, uno studente che ha

capito

tutto………………………………………………………………………

……….

2. Quando l’insegnante ha finito di spiegare, uno studente che

non ha

capito………………………..............................................................

....................

3. Quando l’insegnante propone una nuova attività, uno studente

che ha voglia di

svolgerla…………………………………………………………………

………

4. Quando l’insegnante propone una nuova attività, uno studente

che non è

d’accordo…………………………………………………………………

………

5. Quando in classe si discute di qualche problema

………………………………...

6. Quando il professore si lamenta della

classe…………………………………….

5

7. Quando l’insegnante vuole affidare un

incarico…………………………………

8. Quando in classe si lavora in

gruppo……………………………………………

1.5 LA MEMORIA

Per spiegare rapidamente come funziona la memoria si può utilizzare

il seguente esempio:

Immagina di essere al supermercato. Sei immerso in un ambiente pieno di prodotti

che colpiscono i tuoi sensi: puoi percepirne gli odori, vederli, immaginare i sapori,

toccarli, sentire i rumori o i suoni che possono produrre.

Cominci a scegliere qualcosa, hai in mano un pacco di pasta e decidi se prenderlo

o lasciarlo, rimetterlo a posto o metterlo nel carrello.

Arrivi alla cassa con tutti i prodotti che hai scelto: puoi ancora decidere se

lasciare qualcosa. Alla fine tutti gli articoli passano dal carrello al lettore ottico,

che legge il codice a barre individuando il tipo di prodotto, il prezzo, l’eventuale

sconto.

Paghi. Soltanto allora i prodotti saranno tuoi per sempre ed entreranno nella tua

dispensa.

La memoria umana funziona così e può essere divisa in tre tipi:

1. memoria immediata: registra tutto ciò che arriva ai nostri sensi,

nell’esempio è tutto ciò che si trova nel supermercato.

2. memoria a breve termine: seleziona solo alcuni elementi da

ricordare, nell’esempio sono soltanto i prodotti che scegli di

mettere nel carrello.

3. memoria a lungo termine: è la dispensa; deve essere immaginata

grandissima e in essa tutto è disposto con un criterio ed un

ordine precisi. Tutto ciò che rimane al supermercato ben presto

viene dimenticato.

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Alcune considerazioni e regole che riguardano la memoria:

a) Le memorie sensoriali (uditiva, visiva…) sono più forti

di quelle verbali. Immagini, suoni, musiche e video

aiutano, associati allo scritto, a ricordare meglio nomi e

avvenimenti.

b) Per memorizzare dati numerici puoi utilizzare alcune

strategie:

- raggruppamento di elementi (per 2, 3

ecc.)

- associazione con ricordi passati

- attivazione della memoria uditiva e

musicale

- ( ripetizione ritmata ad alta voce)

- collegamenti logici (elementi progressivi,

elementi in contrasto)

- attivazione della memoria d’immagine e

fotografica

(forma degli elementi)

Per memorizzare parole nuove o complesse puoi utilizzare alcune

tecniche:

- somiglianza con parole conosciute

- divisione e ripetizione ritmica

- attribuzione di significato anche

fantasioso

- associazione con parole e concetti

conosciuti

- utilizzo della tecnica grafico-motoria

(forma della parola)

c) Per memorizzare testi, concentrati sul significato,

individua le parole chiave e ricostruisci la struttura

sintattica: soggetto, predicato, complementi

d) Un testo può inoltre essere memorizzato con più facilità,

se accompagnato da un’immagine che ne rappresenti i

contenuti

e) Per memorizzare un testo si possono attivare tutti i

sensi e costruire delle

Immagini mentali pensando a sensazioni uditive,

gustative…

f) Immagina ciò che leggi come se tu fossi un attore o un

regista.

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Per concludere non bisogna dimenticare che, per ricordare con

facilità, occorre essere fiduciosi nelle proprie capacità ed essere

motivati; per questo è molto più facile memorizzare le formazioni

delle squadre di calcio piuttosto che i simboli degli elementi chimici.

1.6 LO STUDIO CON UN COMPAGNO

Studiare con un compagno può offrire molti vantaggi a

patto però che lo si faccia nel modo giusto e che non si

confonda l’amicizia con la capacità di lavorare insieme.

Per riflettere con la classe su questa non facile tecnica di

studio si può utilizzare l’attività di brainstorming

scrivendo al centro della lavagna “studio con un

compagno”.

Test “ Le ragioni dell’impegno”

Indica con una crocetta le risposte in cui ti riconosci e, se vuoi,

indicane altre nelle righe in fondo

Io studio

perché voglio dimostrare di avere più successo di mio fratello o

di mia sorella

perché non voglio essere sgridato

perché amo la competizione con i compagni

perché voglio mettere alla prova le mie capacità

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perché non ho successo in altre cose

perché sento che studiando diventerò una persona migliore

perché voglio dimostrare a tutti che sono intelligente

perché voglio aver stima di me

perché voglio aver un buon rapporto con gli insegnanti

perché da adulto voglio far carriera

perché sono curioso

perché voglio avere dei buoni giudizi

perché nel futuro non vorrò sentirmi un emarginato

perché mi piace sentirmi lodare

perché mi adatto alla realtà: oggi è indispensabile studiare

perché voglio costruirmi un avvenire sicuro

perché, se non studio, i miei genitori mi castigano

perché sento il bisogno di essere sempre fra i primi

perché se studio i miei genitori mi fanno dei regali

perché studiando spero di capire meglio il mondo

perché studiando acquisto la simpatia e l’affetto dei miei genitori

perché sento il piacere di utilizzare la mia intelligenza

perché voglio diventare un adulto simile a quelli che io stimo

tanto

perché non mi sento di deludere i miei genitori

perché ho degli interessi culturali

perché nella mia famiglia tutti studiano

perché mi piace far bella figura nelle conversazioni con la gente

perché desidero capire meglio me stesso

perché in futuro non voglio svolgere un lavoro manuale pesante

perché mi obbligano a studiare

…………………………………………………………………………………

……

…………………………………………………………………………………

……

…………………………………………………………………………………

……

Successivamente puoi distinguere, fra le risposte che hai dato,

quelle che indicano che studi per te (M) da quelle che indicano che

studi per altri (A) e distinguere fra quelle più durature(D) da quelle

più superficiali(S) . Parlane con i tuoi compagni.

2. LEGGERE E PRENDERE APPUNTI DA UN TESTO

E DA UNA LEZIONE

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2.1 LA LETTURA:

per apprendere si richiede che durante la lettura si comprenda il

testo, si estraggano le informazioni e le idee più importanti e si

mettano in rapporto con ciò che già si conosce, riorganizzandole e

sintetizzandole, secondo un proprio criterio e rendendo così più

facile il processo di memorizzazione.

L’approccio di base alla lettura è lo stesso per tutte le materie di

studio, anche se ogni tipo di testo e argomento richiedono abilità

specifiche. Per esempio la lettura di testi di storia richiede di saper

organizzare in ordine cronologico eventi e idee, mentre la lettura di

testi scientifici richiede di saper riconoscere rapporti di causa-

effetto. Ma sia lo studio della storia sia quello delle scienze

richiedono abilità di lettura comuni: per esempio, l’abilità di

individuare le idee principali di un testo o di memorizzare i termini

nuovi.

Fasi di lettura:

prelettura:

si scorre il testo, cercando di cogliere gli elementi più importanti, di

valutare l’interesse del contenuto, di individuare la struttura

generale e farsene un’idea globale. Prima di intraprendere la lettura

analitica, parola per parola, di un libro, è utile inquadrarlo,

valutandone diversi elementi, ogni volta che essi siano presenti.

Questi elementi sono la copertina (da cui ricaviamo il nome

dell’autore, il titolo, la casa editrice); la quarta di copertina e i

risvolti in cui è possibile trovare le prime informazioni relative al

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contenuto del testo o notizie sull’autore; l’introduzione che può

essere scritta sia dall’editore sia dall’autore e in cui si offre un

quadro sintetico dell’argomento e del modo in cui sarà trattato;

l’indice generale ; l’indice analitico che presenta in ordine alfabetico

l’elenco degli argomenti trattati e ci permette di verificare se il testo

contiene i temi e i problemi che ci interessano; il primo capitolo che

di solito inquadra l’argomento del testo; l’ultimo capitolo che

costituisce una sintesi di quanto è stato detto nel libro;

la bibliografia che permette di valutare l’ampiezza e il tipo di fonti

utilizzate dall’autore; le note che danno indicazioni sulla difficoltà del

testo. Uno degli obiettivi della prelettura è anche risvegliare la

nostra attenzione attraverso la creazione di aspettative che ci

aiutino a comprendere il testo;

lettura critica del testo:

è importante distinguere fatti da opinioni, individuare scopi del

brano letto e determinare le informazioni di maggior rilievo.

Soprattutto studiando storia o leggendo i giornali, ci si rende conto

della necessità di distinguere i fatti dalle opinioni, anche se talvolta

questa operazione può risultare difficile. Chiamiamo fatto ciò che

può essere in modo oggettivo; chiamiamo opinione una

interpretazione della realtà, qualcosa di soggettivo, un giudizio di

valore che non può essere verificato.

In certi casi lo scopo dichiarato o quello evidente di uno scritto non

coincidono con lo scopo effettivo dell’autore. Ad esempio, le satire

sono un genere letterario in cui è sempre presente una differenza

fra lo scopo dichiarato e quello reale: a un primo livello di lettura

sembra che l’obiettivo sia quello di divertire, mentre in realtà esse

ci inviano precisi e seri messaggi, riflettendo uno scopo ben definito

del loro autore.

La lettura critica può essere accompagnata da una sottolineatura

del testo e da una raccolta di appunti;

dopo-lettura:

per completare l’apprendimento, è necessario controllare e

riorganizzare gli appunti. In particolare, si possono costruire mappe,

rappresentazioni grafiche che evidenziano la struttura dell’informazione, oppure schede di sintesi che aiutano a memorizzare. Tali informazioni sono alla base della preparazione di

una relazione scritta o di una esposizione orale.

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La lettura critica:

alcuni aspetti importanti per sviluppare la propria capacità di lettura

comprendono:

-l’individuazione degli scopi dell’autore,

- la valutazione dell’autorevolezza della fonte dello scritto,

-la distinzione dei fatti dalle opinioni.

Comprendere un testo significa anche rendersi conto degli scopi

primari del suo Autore. Se questo è un uomo di Primo Levi non può

essere compreso e apprezzato senza riconoscere la volontà

dell’autore di denunciare le gravi persecuzioni razziali che hanno

colpito gli ebrei negli anni Trenta del Novecento in Italia.

Talvolta gli scopi principali vengono dichiarati in modo esplicito,

altre volte è il lettore a doverli individuare attraverso un complesso

processo di combinazione di scopi secondari presenti nel testo.

La differenza tra scopo dichiarato e scopo reale può essere

individuata anche in libri di taglio scientifico. Ad esempio, lo scopo

dichiarato di un libro di testo dovrebbe essere quello di descrivere

una materia nel modo più accessibile al lettore. A volte però

riconosciamo che l’autore vuole evidenziare il suo settore di

specializzazione, dandovi una importanza

comparativamente maggiore rispetto ad altri campi di studio. Oppure

notiamo che l’autore fa sfoggio della sua abilità tecnica nel risolvere

qualche problema, anche se l’importanza del problema non è

grandissima; oppure che l’autore introduce difficoltà artificiali, ad

esempio nel dare una presentazione ricca di formalismi a problemi

che si lascerebbero trattare in modo semplice.

E’ utile imparare a mettere in rapporto un’informazione con

l’autorevolezza della sua fonte. Ad esempio una dichiarazione del

Fondo Monetario Internazionale circa l’andamento dell’inflazione può

essere più affidabile della valutazione di un singolo operatore

economico.

Molti fatti vengono messi in dubbio nel corso del tempo.Per

esempio, è il caso dell’atomo che negli anni Trenta era ritenuto la

più piccola parte indivisibile della materia, anche in base ai risultati

di esperimenti scientifici, e che invece venne riconosciuto come

composto da particelle elementari più piccole negli anni Quaranta

del Novecento. Proprio per questo motivo, nella scienza si tende a

parlare di TEORIE, provate nell’ambito di particolari ipotesi iniziali,

piuttosto che di FATTI.

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Una OPINIONE è più facile da distinguere:sono opinioni le nostre

credenze, le nostre sensazioni e i nostri giudizi. Una opinione è

qualcosa di soggettivo, è un giudizio di valore che non può essere

verificato.

La lettura per divertimento:

la passione per la lettura per divertimento si sviluppa nei ragazzi un

po’ per volta, assecondando i loro gusti ed interessi. Qualche

consiglio che possa facilitare la crescita della “passione per la

lettura”:

-scegliere libri al livello delle proprie capacità di lettura. Inoltre, la

scelta di un libro deve comunque riflettere il gusto del lettore;

-provare libri di argomenti e generi letterari diversi, in modo da

individuare quelli che possono procurare maggior piacere. Non

bisogna limitarsi alla narrativa: esistono autobiografie, saggi, libri di

costume che possono creare lo stesso diletto di un romanzo, senza

richiedere grande impegno o fatica;

-mettere impegno e costanza nella lettura delle prime 20-30 pagine

di un testo, che vanno affrontate tutte assieme,nello stesso giorno,

in modo da entrare nello spirito del libro;

-una volta entrati nello spirito del libro non vergognarsi di saltare

righe, pagine o intere sezioni se non ci interessano e se la loro

lettura potrebbe causare l’interruzione del libro. Nel saltare alcune

parti ci si costruisce una propria visione del libro e questo fa sentire

attivi. Tuttavia, non bisogna abusare di questa pratica, anche perché

a lungo andare può crearci lo stesso tipo di frustrazione che si ha

quando, con il telecomando, si passa da un canale all’altro della

televisione per cercare un programma che diverta maggiormente;

-avere sempre a disposizione qualche libro che ci interessi;

-alla fine del libro, fare mente locale sul testo letto, raccogliere le

proprie idee, valutare quali aspetti del libro ci sono maggiormente

piaciuti e quali ci hanno lasciato perplessi. Questa riflessione ci

consentirà di darci argomenti validi per consigliare il libro (o

sconsigliarlo) ad altri lettori, e ci farà ricordare quelle parti del libro

che vorremmo rileggere, dopo alcuni anni.

2.2 SOTTOLINEARE, PRENDERE APPUNTI,

SCHEMATIZZARE

Sottolineare, prendere appunti, costruire degli schemi sono azioni

che ci aiutano ad apprendere e a memorizzare il testo letto, a

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collegarlo con le altre informazioni in nostro possesso, e a costruire

una struttura che può essere utilizzata per una esposizione scritta o

orale: si passa così dalla LETTURA allo STUDIO.

Le sottolineature o gli appunti sono tanto più efficaci quanto più

sono essenziali. E’ un errore comune quello di sottolineare l’intero

libro di testo, o di costruire appunti che riproducono integralmente il

testo originario, perché sottolineature ed appunti, in questo caso,

perdono la funzione di evidenziare concetti-guida del testo, e sono

poco utili per l’apprendimento.

Sottolineare un testo:

dopo avere appreso ciò che abbiamo letto, è facile individuare le

frasi nel testo che meglio lo sintetizzano e sottolinearle o

trascriverle come appunti.

La sottolineatura è utile quando seleziona un numero ridotto di

informazioni del testo.

Un testo discorsivo, tipico in campo umanistico, ha maggior bisogno

di essere sottolineato di uno tecnico. Nei testi umanistici e discorsivi

gioca un gran ruolo l’argomentazione: in questi casi è necessario

cogliere la tesi e ricordare degli argomenti. Una volta capita

l’argomentazione, si sottolinea la frase che la sintetizza, se c’è,

oppure sul bordo del libro si segna una frase di nostra invenzione

che la presenta.

I testi di tipo scientifico-tecnico possono essere letti in due modi

diversi: in modo sintetico, per estrarne solo le conclusioni, oppure in

modo analitico, quando bisogna imparare tutti i passaggi o

verificarne la correttezza. In entrambi i casi, la sottolineatura deve

essere molto discreta. Per esempio, in un testo di psicologia che

riporta le reazioni di un campione di persone a una serie di stimoli,

con molti numeri e dati, è spesso opportuno sottolineare solo la

definizione del problema e la conclusione dello studio.

In una prima fase di apprendimento può essere utile utilizzare più

colori per suddividere il testo. Per esempio, blu per le affermazioni

o le conclusioni, rosso per gli esempi, verde per le tesi principali,

marrone per gli elementi strutturali del testo.

L’uso di diversi colori però è da sconsigliare in seguito perché,pur

costringendo a fare delle scelte e a non essere passivi, può togliere

concentrazione e spingere a sottolineare troppo.

Regole pratiche per sottolineare

1. sottolineare poco

2. sottolineare frasi positive (affermazioni).Qualora vengano sottolineate frasi

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negative, evidenziare anche una negazione (non), in modo che nello scorrere

il testo non si sia tratti in inganno

3. riscrivere a lato con parole proprie i concetti espressi nel testo

4. se il testo è costituito da una enumerazione di idee, cause,conseguenze o

altro tipo di elementi, numerarli progressivamente

5. quando un testo sottolineato è una definizione, evidenziarla tramite una feccia

a margine. In presenza di molti esempi, evidenziare il più caratteristico con

una freccia usare,oltre alla sottolineatura, altri segni grafici che colpiscano

l’occhio e che facilitino le attività da compiere per la comprensione

6. differenziare, ad es., tra parentesi quadra, i propri commenti,

critiche,consensi, in modo da non confonderli con i contenuti del testo

7. non usare troppe matite o evidenziatori diversi per distinguere le

sottolineature. Invece, alternare due diversi modi di sottolineare con una sola

penna o matita (per es., usando una linea ondulata per informazioni di

maggior rilievo, una linea dritta per le altre informazioni)

Prendere appunti da un testo:

prendere appunti vuol dire selezionare le informazioni, rielaborarle,

riorganizzarle e portare il lettore a svolgere un ruolo attivo e ad

aumentare la sua attenzione.

Mentre nel sottolineare ci si limita a scegliere tra le parole, nel

prendere appunti si rielabora anche l’informazione. Gli appunti

risultano tanto più utili quanto più sono personali, cioè scritti con

organizzazione e parole diverse da quelle del testo: elaborare dei

buoni appunti porta veramente ad apprendere. La copiatura degli

appunti di un compagno, anche se ben fatti, è di utilità limitata.

Prendere appunti presenta un vantaggio più importante rispetto alla

sottolineatura, perché dà la possibilità di sganciarsi maggiormente

dal testo e di ristrutturare l’informazione nel modo che risulta più

comodo.

Diversi tipi di appunti:

appunti per parole-chiave: si elencano parole prive di connettivi.

Il principale rischio è di lasciare sottintese le relazioni che

intercorrono tra le parole-chiave;

appunti per piccole frasi:si usano proposizioni di struttura

elementare ma completa. Gli appunti che contengono piccole

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frasi complete sono quelli meglio utilizzabili per lo studio a

distanza di tempo;

appunti per riassuntini:ciò può avvenire quando l’argomento

trattato è complesso. In questo modo si compiono una selezione

di informazioni e un esercizio di sintesi,ma la forma finale degli

appunti non è facile da memorizzare;

appunti sotto forma di tabelle e mappe: gli appunti per tabelle e

mappe utilizzano parole-chiave disposte nella pagina in modo da

evidenziare i rapporti tra i concetti e le informazioni. La ricerca

di una organizzazione nello spazio del foglio, attraverso una

tabella o una mappa, è molto utile perché costringe a dedicare

tempo e sforzo all’individuazione di rapporti complessi fra le

informazioni; inoltre essa aiuta la memorizzazione. Più avanti si

vedrà come si costruiscono le mappe.

Quando prendere appunti:

prendere appunti è una fase fondamentale dello studio, che deve

svolgersi durante la lettura analitica di un testo. E’ bene scorrere

una porzione piuttosto ampia di testo prima di iniziare a prendere

appunti, in modo da scegliere la struttura degli appunti che meglio

rifletta la struttura del testo. La stesura materiale degli appunti

potrà poi essere fatta per ciascuna unità di lettura separatamente,

dopo averla sottolineata.E’ sempre utile sottolineare prima di

prendere appunti, perché fa risparmiare tempo nel localizzare le

informazioni.

Come prendere appunti:

gli appunti sono il risultato dei nostri sforzi, quindi vanno valorizzati

e conservati. Si sconsiglia di prendere appunti su foglietti volanti, si

consiglia invece di usare supporti durevoli.

Il principale merito degli appunti consiste nel forzarci a ragionare

sul testo ed è bene cercare di esprime i contenuti del testo con

parole proprie.

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Alcune tecniche per prendere appunti possono essere:

dividere la pagina con una riga verticale, lasciando sulla sinistra

un terzo della pagina e a destra i due terzi. Nella parte di destra

si fanno degli appunti normali, per frasi, per parole-chiave o per

riassuntini, in quella di sinistra si costruiscono delle domande per

permettere una autointerrogazione in momenti successivi;

dividere verticalmente le pagine in tre parti: nella prima colonna

vengono segnate tutte le affermazioni, nella seconda gli esempi e

nella terza i commenti. E’ possibile utilizzare in modo molto

agevole questi appunti nello studio: coprendo la prima colonna

restano visibili gli esempi e si prova a ricordare le affermazioni;

coprendo la seconda colonna restano visibili le affermazioni e si

può provare a ricordare gli esempi.

Consigli pratici per prendere appunti:

1. scorrere una porzione abbastanza ampia del testo prima di iniziare a prendere

appunti per coglierne la struttura;

2. scrivere appunti che siano comprensibili alla rilettura, anche a distanza di

tempo;

3. esprimere i contenuti del testo con parole proprie, eccetto quando è

importante fare una citazione;

4. scrivere appunti sintetici e concisi e, quando è possibile, semplificare il testo

di partenza;

5. costruire appunti che mettano le informazioni in relazione gerarchica;

finito di prendere appunti, rileggerli per verificare che siano comprensibili

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PRENDERE APPUNTI DURANTE LO STUDIO A CASA AIUTA A CAPIRE

SE SI E’ COMPRESA LA LEZIONE E SI RIESCE A FARE UN PRIMO

STUDIO DEL TESTO!

Prendere appunti ascoltando una lezione:

anche a una lezione o a una conferenza è importante prendere

appunti sia per registrare informazioni che ci consentano di

ricostruire a posteriori il contenuto del discorso sia per rafforzare la

nostra attenzione.

Questa situazione è più complessa di quella in cui si prendono

appunti da un libro; infatti, mentre si scrive, l’oratore continua a

parlare. E’ necessario quindi abituarsi a SCRIVERE IN MODO

SCHEMATICO E RAPIDO, senza però perdere troppi collegamenti.

Per usare una SCRITTURA VELOCE è bene:

evitare le parole che non sono indispensabili per il senso della

frase

impiegare brevi frasi riassuntive

abbreviare il più possibile le parole: es. agg. (non: aggettivo);

pagg. (non : pagine)

usare segni convenzionali. Esempio: +sai=+impari

utilizzare ideogrammi per mettere in evidenza i rapporti logici,per

es.:

= uguale

≠ diverso

/in rapporto

→causalità

↔interazione

<minore

>maggiore

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Quando gli appunti presi sono incompleti o di difficile

interpretazione, è buona norma completarli subito, alla fine della

lezione, quando il ricordo è ancora fresco, aggiungendo esempi e

collegamenti mancanti. Qualora vi siano parti poco chiare, è bene

interagire con l’insegnante, chiedendo di rispiegarcele.

PRENDERE APPUNTI IN CLASSE AIUTA LA CONCENTRAZIONE

ED EVITA LA NOIA! GLI APPUNTI SONO MEMORIA DI CARTA

CHE SOSTENGONO LA MEMORIA VERA.

METTIAMOCI ALLA PROVA

Dopo avere ascoltato la lettura proposta dall’insegnante, rispondi

alle domande per verificare quanto e che cosa hai colto dal testo

ascoltato.

Perché le industrie alimentari colorano i cibi

Nel 2007 la prestigiosa rivista scientifica inglese “Lancet” ha pubblicato uno studio relativo alle conseguenze per la salute dei coloranti alimentari contenuti nelle bibite, negli yogurt, nelle merendine, nelle caramelle, nei gelati ed in gran parte dei cibi confezionati. Il caso citato da “Lancet” riguardava, nello specifico, un’indagine realizzata su bambini con problemi di iperattività, disturbi nettamente peggiorati dopo due mesi di consumo di alimenti colorati artificialmente. In realtà molti additivi alimentari sono già vietati in diversi paesi europei, mentre negli Stati Uniti alcuni di essi sono stati vietati solo nei prodotti destinati ai bambini. È tuttavia opportuno sottolineare che alcune sigle indicano additivi o coloranti estratti da sostanze naturali, perciò non sono ritenuti tossici. Alcuni studi, tuttora in corso, sono volti a determinare la pericolosità degli additivi sintetici per i tessuti epatico e renale, quali potenziali cancerogeni e allergizzanti; molti dati già a disposizione indicano che la maggior parte di queste sostanze sono altamente tossiche, ma non ancora vietate perché si ritiene che vengano assunte in quantità minime. Quante caramelle colorate con additivi sintetici può mangiare un bambino al giorno? Non più di 20-30 e, perciò, gli additivi contenuti in meno di 30 caramelle non costituiscono un rischio allarmante. Ma un bambino, o un adulto, oltre alle caramelle assume additivi da bibite, yogurt, cibi confezionati e merendine;

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perciò, il livello di tossicità relativo alla minima quantità ingerita può venire ampiamente superato. Perché i produttori colorano i cibi? La risposta è che il consumatore si aspetta che un’aranciata in bottiglia sia di un bel colore giallo piuttosto che di un colore sbiadito, e che una caramella di fragola sia

rossa e che una di menta sia verde. Perciò, è il consumatore a condizionare l’industria alimentare, o piuttosto ne è una vittima? Nonostante sia veramente difficile trovare in commercio alimenti non colorati artificialmente, forse un consumatore critico che prediliga cibi poco trattati potrà modificare l’orientamento delle aziende e favorire la produzione di cibi indubbiamente più sani. (Brano elaborato liberamente dagli autori del testo Curtis Barnes, Invito alla biologia, ed Zanichelli)

Domande 1. Quali sono i risultati pubblicati da “Lancet” sulla tossicità dei

coloranti alimentari?

2. Che differenza c’è tra un colorante naturale ed uno artificiale?

3. Perché le industrie possono utilizzare dei coloranti dei quali è

accertata la tossicità?

4. In che modo si potrebbe disincentivare le industrie ad utilizzare i

coloranti artificiali?

5. In quali altri settori commerciali ritieni utile un’azione congiunta

da parte dei consumatori?

Consigli pratici per rafforzare le capacità di ascolto

1. combattere la normale caduta dell’attenzione cercando di non rilassarsi

troppo e non lasciarsi influenzare da particolari esterni

2. chiedere chiarimenti, prima del termine della lezione, sulle cose non capite o

non ascoltate con attenzione

3. individuare i concetti fondamentali facendo attenzione a

ripetizioni,avvertimenti,cambiamenti del tono della voce dell’insegnante

4. essere organizzati ed usare un quaderno per ogni materia

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Le mappe e gli schemi

In una mappa le idee vengono sistemate in forma ordinata e

sistematica evidenziando le loro relazioni. Le mappe sono strumenti

di grande utilità per la presentazione organizzata di informazioni, per

comprendere e schematizzare un testo, per la produzione di uno

scritto.

Una mappa è una rete che collega elementi testuali (parole-chiave o

piccole frasi) .

I tipi possibili di mappe sono tantissimi.

Proponiamo le mappe ad albero e le mappe a raggiera.

Mappe ad albero

Tale tipologia è strutturata in modo gerarchico: vi è un nodo iniziale

(la radice dell’albero) che corrisponde al titolo della mappa. Tale

nodo è collegato ai nodi di livello 1, questi sono collegati ai nodi di

livello 2, e così via. Ogni discesa di livello individua una

informazione di maggiore dettaglio.

Esempio:

Titolo (Cielo)

Pianeti stelle

Sole

Mappe a raggiera

In questo caso il titolo o concetto principale della mappa viene posto

al centro della pagina; le frasi o parole-chiave che sono

immediatamente collegate al titolo vengono ad esso collegate

tramite archi. La differenza fondamentale rispetto all’albero consiste

nello sviluppare la struttura in tutte le direzioni, a raggiera; tuttavia

viene a mancare un implicito ordinamento che è presente in un

albero fra tutti i nodi di livello inferiore collegati a un livello

superiore. Tale ordinamento può essere riprodotto in modo esplicito

numerando gli archi che si dipartono da un medesimo nodo.

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La costruzione di una mappa prevede che, a ciascun passo si scelga

un concetto da espandere, si determinano altri concetti che sono ad

esso subordinati. Tali concetti si rapprendano con parole-chiave o

brevi frasi e li si collega al concetto da espandere.Il processo

termina quando i concetti alla periferia della raggiera (o le foglie

dell’albero) sono descritti in un dettaglio ritenuto sufficiente.

TITOLO

Fasi studio di un

testo

Lettura

analitica Prelettura

Sottolineatu

ra

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METTIAMOCI ALLA PROVA

Leggi il seguente brano e costruisci poi uno schema ad albero ed

una mappa a raggiera.

Al termine del lavoro rifletti: qual è lo schema che mette più in

evidenza i collegamenti fra i concetti? Sapresti aggiungere dei

collegamenti fra un concetto e l’altro?

Gli alimenti

Gli alimenti si suddividono in alimenti di origine animale ed alimenti di origine vegetale. Fra quelli di origine animale si possono ricordare: la carne (es. di bovini, di suini, di pollame), il latte (e derivati del latte come il burro, il formaggio, lo yogurt), le uova, i pesci. Fra gli alimenti di origine vegetale si possono ricordare i cereali (es. frumento, riso, mais), gli ortaggi (es. spinaci,insalata,cavolo), la frutta (es. mele,pere,susine).

23

3. LO STUDIO E I COMPITI A CASA

3.1-LO STUDIO PRODUTTIVO

Per studiare in modo produttivo:

bisogna isolarsi e spegnere il cellulare

bisogna stare seduti ad un tavolo

bisogna stare in un ambiente silenzioso

bisogna avere a portata di mano tutte le cose che servono

bisogna alternare momenti di concentrazione a momenti di pausa

bisogna pianificare le attività

Per pianificare le attività di studio è necessario conoscere e valutare

se stessi con lealtà e con realismo, avere idee chiare sull’utilità della

pianificazione.

E’ bene preparare ogni giorno su un foglio o sul diario l’elenco

degli impegni, dei compiti e delle lezioni da studiare

Distribuire le attività di studio in modo logico ed equilibrato,

alternando, ad esempio, materie letterarie ad argomenti

scientifici e non lasciare per ultima la disciplina più difficile o che

piace meno

Fissare delle ore di studio tutti i giorni, anche quando non ci sono

in vista interrogazioni o compiti da svolgere

Quando un certo lavoro non viene assegnato con scadenze

precise,annotare sul diario una data per non rimandare a tempo

indeterminato quel compito

Dopo essersi organizzati, bisogna:

Rielaborare gli appunti presi in classe:

1. precisare i punti rimasti oscuri durante la lezione

2. riscrivere le abbreviazioni e le parole poco leggibili

3. sottolineare i passaggi e le parole-chiave

4. inquadrare i paragrafi importanti

5. formulare brevi sintesi personali

6. annotare eventuali richiami o rimandi ad altri appunti o ad altri

argomenti

24

Affrontare i capitoli che i professori hanno assegnato e mettere

in atto le strategie di studio di cui si è già detto (sottolineare,

parafrasare, schematizzare…)

Dopo avere studiato una lezione o avere ascoltato una

spiegazione, fare una mappa è molto utile per verificare se si

sono capiti tutti i passaggi. Alla fine del lavoro si ottiene una

rappresentazione grafica che aiuta a tenere sotto controllo tutti i

concetti ma che, essendo in genere molto complessa, non può

essere ricordata a memoria

Quando si costruisce una mappa si esercitano capacità creative:

si possono scoprire o inventare legami nuovi fra i concetti, si

possono scoprire o inventare concetti sempre nuovi da collegare.

La mappa è molto utile anche in quei casi in cui si vogliono

trovare nuove idee (esempio per preparare a svolgere un tema,

tenere un discorso, ecc.)

Anche fare uno schema ad albero è molto utile per verificare se

si sono capiti tutti i passaggi e se si è capito quali e quanti

concetti possono nascere da uno solo. Quando si fa uno schema

ad albero non troppo complesso si ottiene una rappresentazione

grafica che può essere ricordata a memoria

Procedere con i compiti scritti

Ripassare anche per parole-chiave, soffermandosi sui punti che

hanno presentato difficoltà durante lo studio

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Test: SAI ORGANIZZARTI?

Quali di queste frasi hai pronunciato o pensato almeno una volta?

L’interrogazione è andata male, eppure avevo

studiato

Devo telefonare ad un mio compagno, perché non mi

ricordo più quali compiti bisogna fare per domani

Ho studiato tutto il pomeriggio, ma non sono riuscito

a fare tutti i compiti per domani!

L’interrogazione è andata male, perché la lezione

l’ho studiata qualche giorno fa e l’ho già dimenticata

A scuola mi sembra di capire ma poi a casa non mi

ricordo più le spiegazioni

Per domani ci sono troppi compiti: è impossibile farli

tutti!

Ieri ho dovuto studiare in fretta,perché avevo un

impegno

Questa materia è antipatica:oggi la studierò per

ultima!

Adesso mi metto alla scrivania: prima voglio

togliermi il pensiero di tutti i compiti scritti, poi

studierò le lezioni

Il prof. non si rende conto che abbiamo da fare

anche i compiti delle altre materie!

Oggi pomeriggio posso spassarmela, perché non ho

compiti per domani

Non ho potuto studiare,perché sono andato dal

dentista (oppure dal medico, dalla zia…)

TI SEI RICONOSCIUTO IN QUALCHE FRASE? ANCHE IN UNA

SOLA? ALLORA HAI SICURAMENTE BISOGNO DI ORGANIZZARE

MEGLIO IL TUO STUDIO !!!

3.2- RIELABORARE GLI ARGOMENTI

Rielaborare significa ripensare per conto proprio. Rielaborare

richiede un ripensamento di quanto si apprende concretizzando i

concetti, confrontando le conoscenze,personalizzando gli argomenti,

tenendo conto dei metodi specifici delle varie discipline.

26

Concretizzare i concetti vuol dire riferirli e legarli a

parole,frasi,situazioni già significative per lo studente, cioè

appartenenti alla sua esperienza.

Confrontare le conoscenze

1. per analogia: cercare delle relazioni di somiglianza tra

informazioni dello stesso argomento di materie diverse

o ad argomenti diversi della stessa materia

2. per contrasto: mettere due o più informazioni di fronte e

cercare di coglierne le differenze

3. per contiguità (o vicinanza):ricerca delle concordanze e

delle simmetrie tra gli elementi da apprendere e quelli

già appresi

4. tra due o più discipline:occorre studiare ponendosi

domande, oltre che sui contenuti, anche sulle possibili

connessioni, parallelismi,convergenze e/o differenze tra

i punti di vista delle discipline che trattano gli stessi

argomenti (per es. il concetto di spazio in geografia, in

arte, in geometria)

Personalizzare gli argomenti: i contenuti di un testo non sono

semplicemente nozioni, ma anche punti di vista dell’autore.

Dopo avere ben capito che cosa l’autore ha voluto dirci,

occorre prolungare il filo conduttore del suo discorso fino ai

nostri interessi, alle nostre domande sulla realtà, ai nostri

ideali

Tenere conto delle varie discipline: la rielaborazione richiede

consapevolezza del metodo specifico delle singole discipline.

Per es. , in quasi tutte le discipline si parla di uomo e di

ambiente, ma questi termini assumono significati diversi a

seconda della disciplina che si sta studiando.

Approfondire: una buona rielaborazione deve essere

completa; deve riportare fedelmente le informazioni, i

concetti,i loro legami; deve essere personale. Per

approfondire è utile l’esercizio della ricerca, dell’indagine.

3.3- COMUNICARE CIO’ CHE SI E’ IMPARATO

27

Un argomento non può essere considerato appreso fino a quando

non si è capaci di comunicarlo in modo chiaro e coerente.

Comunicare vuol dire mettere in comune qualcosa,rendere partecipi

gli altri della propria esperienza o delle proprie conoscenze.

La comunicazione può essere considerata una vera e propria prova

per vedere se uno ha effettivamente studiato.

Le forme di comunicazione più diffuse nella scuola sono:

-l’esposizione o relazione (scritta oppure orale)

-il tema o trattazione di un argomento

Consigli per una buona esposizione orale:

1. chiarezza ed intelligibilità

2. coerenza: dire le cose seguendo uno schema precedentemente preparato

e senza dar nulla per scontato

3. pertinenza fermandosi sui punti senza divagare

4. proprietà: usare termini chiari,precisi,adeguati

.

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4. LO STUDIO DELLE LINGUE STRANIERE

(A cura delle prof.sse Federica Burani e Gloria Vecchi)

Lo studio delle lingue straniere ha molti punti in comune con

quello della lingua italiana, per la quale sono già stati forniti consigli

ma, allo stesso tempo, presenta anche caratteristiche proprie.

Uno degli scopi primari è di apprendere a comunicare e si dovranno

sviluppare quattro abilità complementari:

-comprensione orale

-espressione orale

-comprensione scritta

-espressione scritta

Per tutte queste abilità, è necessaria una buona padronanza sia del

lessico che della grammatica.

Studio del lessico:

conoscere molte parole è indispensabile per poter comunicare,

tuttavia non ci si può limitare al riconoscimento passivo del

significato dei vocaboli, ma bisognerà essere in grado anche di

richiamare alla mente una determinata parola, utilizzare un vocabolo

con un significato giusto e scrivere e pronunciare correttamente le

parole.

Poiché il cervello non memorizza i vocaboli in modo lineare, ma

procede per associazioni, piuttosto che imparare a memoria delle

liste di parole, si possono seguire alcune strategie quali ad esempio

associare il vocabolo ad un’immagine o a una sensazione, associarlo

al suo contrario o al suo sinonimo, associarlo ad altri vocaboli della

stessa categoria o inserirlo in una frase…

Studio della grammatica:

poiché ogni individuo ha un suo stile di apprendimento, quando si

deve studiare o ripassare le regole si possono utilizzare strategie

diverse. Per esempio, si possono visualizzare le strutture in forma

grafica o in una tabella con alcune spiegazioni in italiano o in lingua

straniera, annotare la regola e aggiungere degli esempi o fare

29

confronti con l’italiano oppure annotare in una rubrica i propri errori

più frequenti con le correzioni opportune.

Un ausilio importante per l’apprendimento delle lingue straniere è il

laboratorio linguistico-informatico. Consente di acquisire,

consolidare e migliorare, in particolare, la comprensione orale della

lingua, ma, più in generale, le competenze linguistiche e

comunicative attraverso diverse attività di esposizione di una lingua

viva ed autentica.

Si può lavorare su film, spezzoni di film o di documentari, news,

video musicali .. . oppure, con la guida dell’insegnante, svolgere

esercizi online per l’acquisizione del lessico, delle strutture

grammaticali o di una corretta pronuncia discriminando i diversi

suoni.

Anche a casa si possono utilizzare i supporti multimediali dei propri

testi scolastici e dei siti consigliati dall’insegnante per attività di

approfondimento e rinforzo.

Infine non bisogna trascurare l’utilizzo del dizionario che è uno

strumento molto importante per risolvere dubbi sul significato di una

parola, ma anche sulla sua pronuncia e sulla sua ortografia. Anche

quelli online possono essere utili per avere le prime sommarie

nozioni. Tuttavia il cartaceo non è un mezzo superato se si vuole

avere informazioni complete su un vocabolo, il suo genere, il suo

uso, i sinonimi, i contrari...

Ultimo consiglio: per le traduzioni non fidarsi dei traduttori! Non

sono molto intelligenti e si potrebbero prendere delle “cantonate

clamorose”!

30

5. LE VERIFICHE / LA PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA IN

POWER POINT

A scuola gli insegnanti interrogano periodicamente gli studenti non

solo per verificare il loro apprendimento, ma anche per dar loro

l’opportunità di allenarsi a parlare di fronte al piccolo uditorio della

classe.

Alcuni ragazzi dicono di aver studiato e poi falliscono le prove: sbagliano le verifiche scritte e non sanno rispondere a quelle orali. In molti casi la verità è che non hanno studiato bene, forse senza

rendersene conto; in altri casi invece, non sanno affrontare le prove,

perché hanno paura o perché proprio non sanno come si fa.

31

5.1- CONSIGLI PER AFFRONTARE UN’INTERROGAZIONE

1. Non rispondere mai ad una domanda di cui non ti è chiaro il

significato

2. Evita la scena muta;di fronte a una domanda che ti coglie

impreparato, reagisci ripetendo ad alta voce i ragionamenti

per inquadrare il problema

3. Inizia l’esposizione della risposta inquadrando il problema ed

evitando di spendere troppo tempo sulle premesse che

possono spazientire l’insegnante.

4. Di fronte ad alternative rendi espliciti i tuoi ragionamenti.

5. Non perdere mai di vista la domanda dell’insegnante, e

completa l’esposizione con una risposta esauriente

5.2-CONSIGLI UTILI PER PREPARARE UNA VERIFICA

SCRITTA

1. preoccupati di sapere con esattezza che cosa dovrai

affrontare nella verifica

2. accertati di sapere la data della verifica e di averla scritta sul

diario

3. accertati di avere a disposizione eventuali appunti e fotocopie

consegnate dall’insegnante

4. se non hai capito qualcosa chiedi aiuto all’insegnante

5. organizza il tuo studio in più giornate tenendo conto dei tuoi

impegni extrascolastici

6. inizia a studiare per tempo, è meglio scoprire di avere molto

tempo che di averne troppo poco

7. prevedi sempre un momento di ripasso (può essere con un

compagno) nel giorno precedente la verifica

8. affronta la prova di verifica con determinazione, data dal fatto

di aver studiato con cura, e cercando di dominare l’ansia per

poter avere il migliore risultato possibile.

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Esercizi: a) Hai una verifica di geografia tra una settimana. La verifica verterà

sui capitoli dal 7 al 12. Hai già studiato con cura i capitoli 7,8,9,10 e 11. Poiché sei stato ammalato non hai ancora letto il capitolo 12. Che cosa faresti?

b) Oggi è lunedì. Hai una verifica di scienze mercoledì. Martedì non

avrai molto tempo per studiare, perché andrai ad una recita scolastica. Inoltre non sei sicuro di cosa tratta esattamente la verifica. Che cosa faresti?

Dopo ogni verifica c’è sempre il momento in cui

l’insegnante la consegna corretta: anche questo è una fase

di fondamentale importanza, poiché la comprensione dei

propri errori, così come la consapevolezza dei propri

successi, è decisiva per i tuoi progressi!!

5.3 PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA IN POWER

POINT

La funzione dei lucidi oggi viene svolta da uno strumento più

comodo e semplice per una presentazione: Power Point, un

programma per costruire slide da proiettare durante l’esposizione.

Le slide ideali presentano una scaletta, non un testo da leggere. I

compagni devono seguire il discorso soprattutto attraverso le parole

dell’oratore. Le idee da presentare vanno riassunte con parole-

chiave o brevi frasi.

Le slide hanno sempre un titolo che richiama il tema che si sta

sviluppando.

Le slide ideali sono ben visibili, semplici,ma piacevoli. Sono da usare

ampiamente disegni, foto, grafici che possono aiutare la

comprensione, magari per associazione.

Le slide sono costruite in modo da poter mostrare il loro contenuto

gradatamente.

33

Completate le slide, l’oratore deve allenarsi a sviluppare i punti

schematici presenti su ciascuna di esse. Per ogni videata l’oratore

scrive su un foglio tutto ciò che deve dire sotto forma di appunti

sintetici o di frasi complete. Segue un lungo allenamento fino a

quando si è in grado di parlare senza consultare gli appunti o il

testo.

34

6. LE REGOLE DELLO STUDIO

Anche lo studio ha le sue regole: possono essere regole imposte

dalla scuola (orari, programmazioni, interrogazioni, compiti….), dalla

famiglia,oppure spontanee.

Le une e le altre, se accettate e accolte in modo serio, divengono un

valido mezzo per acquisire autodisciplina nel proprio cammino di

apprendimento.

6.1. ACCETTARE SE STESSI

Nello studio, una regola molto importante è che ognuno accetti se

stesso per quello che è, cioè non pretenda troppo da sé ma

nemmeno sottovaluti le proprie forze in modo rinunciatario.

A chi non piacerebbe essere il primo della classe?

E’ giusto però fissare delle mete ragionevoli, raggiungibili,

facilmente verificabili. Passo dopo passo si raggiungono così le

vette.

Per conoscere e accettare se stessi è molto importante il contributo

di esterni: genitori, insegnanti e anche i compagni di classe.

La condizione fondamentale è un impegno leale e costante in

qualsiasi attività perché nell’applicazione seria e motivata, un

ragazzo scopre le sue capacità e le moltiplica. Accettare se stessi

non significa quindi rimanere passivi.

6.2 IMPARARE SEMPRE

Per riuscire nello studio occorre essere pronti a trarre profitto da

tutte le esperienze della vita. Il sapere infatti non è solo l’insieme

delle nozioni apprese a scuola, è anche ciò che noi impariamo giorno

dopo giorno mediante l’osservazione, la riflessione, la vita di

famiglia, le amicizie, i mass media.

Questo sapere è indispensabile perché precede, sostiene e

accompagna tutto quello che si impara nelle aule e nei libri.

6.3 SEGUIRE CON FIDUCIA CHI CI GUIDA

Seguire qualcuno nel campo degli studi significa prestare attenzione

al perché e al come egli studia, cercare di capire le ragioni del suo

comportamento, fare propri i principi del suo metodo.

Gli insegnanti hanno percorso una lunga strada “del sapere” e

possono indirizzare il tuo cammino, importante è avere fiducia.

6.4 NON “SCIUPARE” ERRORI NE’ INSUCCESSI

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Gli insuccessi sono all’ordine del giorno in qualsiasi campo della

vita.

Anche gli uomini di successo incontrano problemi e difficoltà sia nei

rapporti interpersonali che nello svolgimento del proprio lavoro.

Gli errori sono importantissime risorse, materiali da sfruttare,

possibili

ipotesi di lavoro per le prove successive.

Comprendere e valorizzare i propri errori significa avere

un’ulteriore possibilità d’imparare e di approfondire la propria

esperienza personale.

6.5 MENS SANA IN CORPORE SANO

Francesco oggi ha digerito male, Claudia invece ha litigato con sua

sorella…Chi dei due riuscirà a stare attento a scuola?

Tutti sappiamo che quando non siamo in forma la nostra attenzione è

fiacca, fatichiamo a concentrarci, impieghiamo più tempo a

studiare…Questo perché la concentrazione e lo studio richiedono

una grande energia fisica, intellettuale e morale.

Non possiamo prevedere inconvenienti come litigi, malesseri …

Possiamo però partire da una situazione di benessere fisico se ci

abituiamo a fare regolarmente colazione prima di venire a scuola e

se dormiamo un numero sufficiente di ore.

Alimentazione: certamente ne parlerai con l’insegnante di scienze,

ricorda comunque :

di fare una buona colazione tutte le mattine

di non fare una merenda abbondante a metà mattina

di non metterti a studiare appena pranzato (quando è possibile)

di fare uno spuntino a metà pomeriggio

di prevedere una pausa in cui fare un po’ di movimento.

Sonno: la scarsità di sonno non provoca solamente vuoti di memoria,

ma aumenta l’ansietà, l’irritabilità e la difficoltà di concentrazione;

per questo è bene dormire regolarmente, dalle otto alle nove ore per

notte, evitando quindi nottate sui libri prima di una verifica, perché

si rischia di arrivare al momento della prova privi di energia e

grandemente confusi.

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7. IL MIO IDEALE DI STUDENTE

A conclusione del percorso, e dopo le attività svolte e le

conoscenze acquisite, ogni studente potrebbe riflettere sulla propria

tipologia di allievo in forma grafica o stendendo una relazione.

Il lavoro potrebbe essere facilitato somministrando agli alunni il

seguente questionario e facendo compilare la sottostante tabella.

QUESTIONARIO

1- Qual è la tua dote principale nelle attività di studio?

2- Quali altre doti ritieni di possedere?

3- Qual è il tuo difetto dominante nello studio?

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TABELLA

Che cosa dicono sulle tue doti e sui tuoi difetti nello studio:

GLI EX

COMPAGNI

GLI EX

INSEGNANTI

I GENITORI

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BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

DANIELA FRONTERA, Q.B. Quanto basta per acquisire un metodo di studio e sviluppare le abilità linguistico-testuali, Vol.1, Bulgarini ROSARIO MAZZEO, Un metodo per studiare, Il Capitello BISSACA PAOLELLA, Abilità di studio. Schede per insegnanti, Lattes MARIA TERESA SERAFINI, Come si studia, Bompiani Mappe-scolastiche.blogspot.com www.comequando.it www.handitecno.indire.it

39

INDICE

PRESENTAZIONE

p. 1

NON C’E STUDIO SENZA ATTENZIONE

E SENZA MOTIVAZIONE

p. 2

LEGGERE E PRENDERE APPUNTI DA UN TESTO

E DA UNA LEZIONE

p. 8

LO STUDIO E I COMPITI A CASA

p.23

LO STUDIO DELLE LINGUE STRANIERE

p.28

LE VERIFICHE

LA PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA

IN POWER POINT

p.30

LE REGOLE DELLO STUDIO

p.34

IL MIO IDEALE DI STUDENTE

p.36

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

p.38

INDICE p.39