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CLASSE II A Descrivo la mia maestra La mia maestra si chiama Paola. La maestra insegna italiano, immagine, storia, studi sociali. È di statura media, i suoi capelli sono ricci e rossi e sembrano la criniera di un leone. Ha gli occhi verdi e porta gli occhiali perchè non ci vede da lontano. La maestra si veste in modo elegante, indossa gonne lunghe e maglioncini alla moda. Insomma è un pò vanitosa la maestra ê generosa perchè è buona come una mamma la mia maestra è allegra e ci fa ridere Commento [x1]: Ridondanze (‘la mia maestra’). Pochi errori ortografici. Senso della connessione e della coerenza. Punteggiatura ancora immatura (punto). A capo buono.

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CLASSE II A

Descrivo la mia maestra La mia maestra si chiama Paola. La maestra insegna italiano, immagine, storia, studi sociali. È di statura media, i suoi capelli sono ricci e rossi e sembrano la criniera di un leone. Ha gli occhi verdi e porta gli occhiali perchè non ci vede da lontano. La maestra si veste in modo elegante, indossa gonne lunghe e maglioncini alla moda. Insomma è un pò vanitosa la maestra ê generosa perchè è buona come una mamma la mia maestra è allegra e ci fa ridere Commento [x1]: Ridondanze

(‘la mia maestra’). Pochi errori

ortografici. Senso della

connessione e della coerenza.

Punteggiatura ancora immatura

(punto). A capo buono.

Il Natale l’ho festeggiato a casa mia, con i miei parenti e con la mia amica Aurora che è molto piccola ed ha solo due anni. A Natale ho ricevuto molti regali: un pigiama due Barbie, Ken, bambino di Barbie, una borsa e tanti altri. A natale la mia nonna ha cucinato tante buone cose e io non potevo più mangiare perchè avevo la pancia piena. Io ho ricevuto più regali di tutta la mia famiglia e sono molto soddisfatta dei miei regali Non vedo l’ora che riviene il Natale così rivedo tanti altri regali Commento [x2]: Ridondanze.

Punteggiatura. Colloquialismi.

Ipercorrettismo. Qualche

improprietà lessicale e ‘logica’. A capo buono.

Descrivo il mio albero

La mamma ha preso un albero di natale. Io ho detto : «ma è finto» la mamma ha detto : «ma certo che è finto». lo adobato con mia sorella. Abbiamo iniziato con le luci e abbiamo visto se funzionavano per bene, eranno come senpre ogni anno bellissime di colore arancione, verde, blu, rosso e giallo. poi viene la parte più bella, si adoba le palline. io e mia sorella facciamo una gara: chi finisce le palline nello scatolone vince una caramella e dieci Є e certamente ho vinto io e adesso la stella e il mio albero è finito. Commento [x3]: Maiuscole,

ipotassi, colloquialismi, ortografia,

sintassi, tempo.

Descrivo il mio astuccio

Il mio astuccio ha la forma quasi di un mattoncino ansi di forma a sacchetto è guasi di plastica è liscio e morbido e a dentro quelli a pastello viola, giallo, e verde eccetera. È colorato dietro di rosso e davanti due pimpe che fanno la linguaccia che stanno in un campo di fiori con una apetta che sta dormendo. Nea una sola di chiusura lampo ed è gialla. L’ho comprato mi piace un sacco, quando l’ho comprato c’eranno molti astucci e quando lo visto mi piaciute un sacco però mia sorella a detto non prenderlo ma io detto »no voglio quello« e così lo comprato Commento [x4]: Scrive come

parla. Ortografia.

Storia di un signore pauroso

C’era una volta un signore che si chiamava Alessandro, lui aveva paura del buio. Lui viveva in una casa in campagna ed era solo. Un giorno venne un forte temporare che mandò via la luce. Il signore che aveva paura del buio, fece cadere a terra il martello che aveva in mano. Un cane passando di li sentì il signore urlare, allora entrò dalla finestra e le fece compagnia fino che arrivò la luce. Da quel giorno il signore decise di tenere il cagnolino a vivere con lui. Commento [x5]: Senso dello

scritto e del ritmo. Ipercorrettismi. Pochi errori di ortografia. Lievi

improprietà lessicali.

Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale come stai al polo nord? Però non so se i regali me li merito, a proposito ecco la lista di giocattoli: vorrei cinque bambole di doremi, vorrei i pattini a rotelle vorrei una scatola di pongo con le formine vorrei un orso di peluche. Sul tavolo ti lascio dei biscotti con il latte perchè deve fare il giro di tutto il mondo e durante il viaggio ti potrebbe venire fame. Ti voglio bene Babbo Natale

Firmato Marzia Commento [x6]: Senso del

ritmo ma non della punteggiatura.

Ridondanze. Maiuscole.

Il mio lavoretto

Io ho preso una scarpa e abbiamo mischiato acqua e colla abbiamo preso il giornale e l’abbiamo tagliato a pezzettini abbiamo preso la scarpa. Il primo strato era la colla liquida poi il secondo strato era il giornale e l’ultimo era la colla liquida e oggi l’abbiamo pitturato di rosso e non so che viene fuori? Ma sono sicura che viene un bel lavoro. Commento [x7]: Scrive come

parla. Ridondanza. Anafora in

nuce. Sconnesso. Punteggiatura quasi inesistente.

Mi descrivo

Mi chiamo Marzia Dell’Orso, ho sette anni e sto nella classe II B elementare. Ho i capelli neri, gli occhi castani e mi piacciono gli orecchini. Mi piace vestirmi con la gonna e gli stivali, anche se a volte mi metto i pantaloni. Sono pimpante, allegra e un po’ chiacchierona. Mi piace giocare con le bambole, soprattutto con quelle di Doremi. Amo molto nuotare nel mare anche se d’Inverno devo nuotare in piscina. Commento [x8]: Senso della

scrittura e della punteggiatura.

I nostri lavoretti

Un giorno la maestra Paola cia parlato di un lavoretto per natale. Così mentre noi saltavamo dalla gioglia, la maestra Paola ha detto: fermi tutti, devo dirvi un’altra cosa. Serve del materiale. Allora smettemmo di saltare, fare i girotondi e di parlare, e la maestra inizio a dire il materiale serve una scarpa e anche un giornale e dei sassi di statura normale e poi tutti cioè io e i miei compagni. Abbiamo portato il materiale e poi abbiamo fatto il lavoretto alcuni già li avevano finiti perchè l’anno portati quando la detto la maestra Paola e alcuni anno portato il materiale dopo. E ci siamo diverti tutti un mondo. Commento [x9]: Senso della

scrittura e della coesione. Problemi

ortografici (divisione tra parole),

discorso diretto. Qualche

ridondanza e improprietà lessicale.

Ipercorrettismo.

Un sogno

Mi sono sognata che stavo dormendo nel letto e mi ero svegliata di scatto, non ero nella mia stanza, ma ero in un altro mondo, ero nello spazio, tutte le stelle luccicanti una più bella dell’altra. A un certo punto una stella si avvicina sempre di più, ma non era una stella e indovinate chi c’era sopra …… Tanto non indovinerete mai, perciò velo dico c’era Dragon ball GT che mia detto: «Mia cara Marzia sei la benvenuta nel regno delle favole se vuoi andare in un altro mondo basta solo battere 2 volte le mani» e così ho fatto. Ero andata nel mondo di magica Doremi lo sapevo

chè ero nel regno della regina delle streghe ma mi acorsi che io non ero più io , ero Sinfoni e vicino a me c’era doremi, Melodi, Lullabi e bibì. con loro c’erano le fatine e c’era anche Hanna, ma dietro di me c’era Alesander che stava prendendo hanna quando io allora sbattei le mani 2 volte e in meno di un minuto ero nel magico di Hantaro. Ero nel loro club stavano mangiando, quando Hantaro si girò e disse: «Ti aspettavamo Marzia hai preso il primo premio perchè ci vedevi ogni volta alla TV � e ballavi le nostre canzoni quando iniziava la sigla» mi aveva dato la prima medalia, poi o battuto le mani, ero

andata nel mondo di Alice � nel paese delle meraviglie e vidi alice che stava rincorrendo il coniglio ma non capivo, veniva dalla mia parte, ma mi acorsi che io ero il coniglio e allora mi metei a correre, corsi e corsi non ce la facevo più, quando vidi una luce e in quel momento mi svegliai e dissi tra me e me: «È vero che il sogno è buffo però era come se i cartoni mi volessero ringraziare». Commento [x10]: Connesso,

coerente. Punteggiatura quasi

inesistente. Molti errori ortografici,

alcuni strani. Qualche problema

morfologico. Ridondanza.

CLASSE II B

Invento una storia

EPIDEMIA ALLO ZOOEPIDEMIA ALLO ZOOEPIDEMIA ALLO ZOOEPIDEMIA ALLO ZOO

IN UNO ZOO, TUTTI GLI ANIMALI STAVANO MALE ALLORA IL PROPIETARIO DELLO ZOO LO CHIUSE. INTANTO I TURISTI SI CHIEDEVANO IL PERCHÈ L’AVESSE CHIUSO E DOPO UN’ORA SENE ANDARONO TUTTI. IL PROPIETARIO CHIAMÒ TUTTI I MEDICI DELLA CITTÀ MA NESSUNO AVEVA SCOPERTO QUELLA GRAVE MALATTIA, L’ULTIMO MEDICO CHE ERA RIMASTO ERA IL DOTOR. ALON MON E IL PROPIETARIO LO CHIAMO. IL DOTORE DISSE: –VENGO SUBITO – E COSI AVVENNE IL DOTOR ALON MON NON AVEVA SCOPERTO IL PERCHE DI QUELLA MALATTIA MA SAPEVA CHE GLI DOVEVA DARE AD OGNI ANIMALE DELO ZOO 3 VOLTE AL GIORNO LO SCIROPPO “BUCCIADIBANANA”. ROBERTO UN BAMBINO ITELIGENTE DISSE AL PROPRIETARIO SE POTEVA VEDER UNA COSA CON GLI ANIMALI. DOPO DUE TRE ORE ROBERTO SCOPRI LA MALATIA E DISSE AL PROPIETARIO – LORO DEVONO STARI NEL’ LORO AMBIENTE NATURALE – E FECERO CUALCE MODIFICA ALLA ZOO IL PROPIETARIO RIAPRI LO ZOO E I TURISTI NON STUDIARONO ANCHE GLI ANIMALI MA ANCHE COME VIVONO NEL’LORO AMBIENTE: DA QUEL GIORNO ROBERTO DIVENTO FUTURO CAPO DELLO ZOO. Commento [x11]: Ortografia

e convenzioni grafiche. Qualche

problema di coerenza e molti di

coesione (connettivi e

punteggiatura quasi assente).

SPIDERSPIDERSPIDERSPIDER––––MAN E IL UOMO DI GHIACIOMAN E IL UOMO DI GHIACIOMAN E IL UOMO DI GHIACIOMAN E IL UOMO DI GHIACIO*

UN BEL GIORNO SPIDER–MAN PENSO DI ANDARE A SCIARE PREPARO TUTTO MA DISSE IO NON VOLARE IN. QUEL MOMENTO VOLAVA UN AREO–PLANO LUI USO LA RAGNATELA E SI AGRAPO SULL’AROPLANO ASPETO UN PO E ARRIVO E SI GETO CONTEMPORANI–AMENTE SI MESE GLI SCI SCIAVA TRANQUILO TRANQUILO DOPO UN PO SBATO SU UN. UOMO DI GHIACIO SPIDER–MAN SI AGRAPO SU UNA MONTAGN COSI SPIDER–MAN FECE UNA VALANGA E SCONFI IL MOSTRO. Commento [x12]: Scrive

come parla. Enormi problemi ortografici. Punteggiatura assente.

Incoerenza e incoesione. Problemi

linguistici.

C’ERA UNA VOLTA LUCA* E MIA SORELLA SITAMO ANDANDO VIA MIA SORELLA STAVA GIOCANDO AD UN TRATO BUUM!! MIA SORELLA CADDE PERO QUANDO VEDREMO UN RISTORANTE CI SIAMO FERMATI E ABBIMO MANGIATO E CIERA UN HOTEL E LI È COSTATO UN OCCHIO DELLA TESTA PERO CI SIAMO DIVERTI! E CI RISIMO MESSI IN VIAGGIO ELLO DOVAMO ARRIVARE HA TORVAIANICA E LA ERAVAMMO ARRIVATI AD UN TRATO IL MIO VECCHIO TRICICOLO E MIA 5ORELLA E CADE E CHIAMAVO IL PRONTO INTERVENTO E IO AVVEVO FATTO UNA BATUTA MENTRE PAPÀ CHIAMAVA IL PRONTO INTE. [FINE RIGA] E IO DISE CHI È E SI MISERO HA RIDERE. MA QUANDO ANDIAMO AL MARE IO NON SAPEVO NUOTOARE E UN ONDA MI TRAVOLSE AIUTO! E CHIAMO IL SALVAGENTE E MI SALVO E CHEDEMO GRAZIE E ADDAVAMO A FARE UNA PIZZA

IL VIAGGIO IL VIAGGIO IL VIAGGIO IL VIAGGIO SFURTUNATOSFURTUNATOSFURTUNATOSFURTUNATO!!!!!!!! Commento [x13]: Sembrano esistere grossi problemi linguistici.

Punteggiatura quasi inesistente.

Grossi problemi di coesione e,

soprattutto, coerenza.

“Il leone e il pennello”“Il leone e il pennello”“Il leone e il pennello”“Il leone e il pennello”

il 15 febbraio era una notte molto buia lunica luce proveniva dalla piazza dove trasmettevano il circo in tv tutta la citta stava là ad aspettare il turno del leone dorato aveva questo nome a causa del suo pelo che era d’oro… a il leone non piaceva il circo così quando arrivò il suo turno lui scappa e il pobilico che era lì non si fido più di quel circo. Dorato si mise dormì in una casetta fuori dalla cità nel bosco. Il mattino sequente Dorato riconobbe la casa era quella del pittore Sarafes li trovò il pennello magico il pennello senti che non era solo e aprì gli occhi e vide davanti a lui Dorato dorato disse: «tu sai aprire gli occhi:» «certo perché non dovrei:» «be’ perché sei un pennello e i pennelli non sanno parlare:» «se è per questo nemmeno i leoni:» «però io sono speciale:» «e anche io:» «il leone disse però te non ai una mamma io si mi aiuti a cercarla entro un giorno domani ci sara la festa:» «va bene:» così si misero in cammino, così cercarono da tutte le parti al polo sud nel deserto in città poi a Dorato venne in mente una idea: «macerto mia mamma sta in africa» così fu e la trovarono e festeggiarono non il compleanno del papà ma anche il ritorno di Dorato. Commento [x14]: Grossi

problemi di coerenza.

Punteggiatura.

I tre fiorellini gemelli e il lupoI tre fiorellini gemelli e il lupoI tre fiorellini gemelli e il lupoI tre fiorellini gemelli e il lupo

C’era una volta tre gemelli, che si asomigliavano un giorno. Arrivo un lupo tutto affamato e disse io ho una grande fame e guardò tre fiorellini. E pensò di mangiarli i fiorellini dormirono in silenzio il lupo stava in una foresta buglia i fiorellini aprirono gli occhetti e vagarono nella foresta buglia i tre sentirono un ululare e si mesero ha correre e si misero ha cercare un rifugo e trovarono una tenda e si misero ha giocare. Il lupo, deceva come è strano che dei fiori possano camminare. E il lupo li trovò e i fiorellini si tuffarono in una cascata i fiori, non riuscivano ha respirare e si alzarono. E andarono in un hotel, il lupo si travestì da camerere e i tre fratelli. Ordinarono un Pollo alarosto e il lupo gli elidò in un secondo il lupo gli venne laquolena in bocca e con una corsa li mangio in un secondo. Commento [x15]: Ortografia.

Punteggiatura. Ridondanza.

Coerenza. Convenzioni grafiche.

LA SPADA PREZIOSALA SPADA PREZIOSALA SPADA PREZIOSALA SPADA PREZIOSA

CÈRA UNA VOLTA UN CAVAGLIERE CHE POSSEDEVA UNA SPADA PREZIOSA, E DECISE DI AFFIDARLA AL SUO AMICO ORSO. PERCHÈ DOVEVA ANDARE IN TERRA SANTA A FARE LA GUERRA PERCIÒ DECISE DI AFFIDARLA AL SUO AMICO ORSO PER PAURA CHE IN GUERRA SI ROVINASSE. L’ORSO FECE CIÒ CHE GLI DISSE IL CAVAGLIERE CIOÈ DI NASCONDERE LA SPADA INFONDO ALLA CAVERNA. DOPO QUALCHE ANNO INCOMINCIÒ A PIOVERE A DIROTTO, L’ORSO DECISE DI ANDARE A CACCIA. MENTRE LORSO STAVA A CACCIA DUE UOMINI VIDERO LA CAVERNA ED ENTRARONO DENTRO LACAVERNA E VIDERO LA SPADA. UNO DISSE ALL’ALTRO GUARDA CHE BELLA SPADA RUBIAMOCELA!!! L’ALTRO RISPOSE MA CHE SEI MATTO IL PADRONE SI ARRABBIEREBBE! L’ALTRO DISSE DAI PRENDIAMOCELA TANTO TI PROTEGGO IO PROPRIO MENTRE STAVANO PRENDENDO LA SPADA ARRIVÒ L’ORSO. I DUE FUGGIRONO A GAMBELEVATE E PROMISERO DI NON TORNARE PIÙ. DOPO QUALCHE ANNO UN BEL GIORNO DI PRIMA VERA L’ORSO VIDE UNA BELLA ORSA E GLI DISSE VUOI ASSAGGARE TUTTI I MEI TIPI DI MIELE? L’ORSA RISPOSE SI E ANDÒ AD ASSAGGIARE I TIPI DI MIELE. L’ORSA E L’ORSO RISERO E SCHERSARONO INSIEME. SI INNAMORARONO E FECERO UN FIGLIO E IL CAVAGLIERE TORNÒ E SI RIPRESE LA SPADA. Commento [x16]:

Ridondanza. Punteggiatura.

Incoerenza. Qualche problema

ortografico.

IL PAPPAGALLO PARLANTEIL PAPPAGALLO PARLANTEIL PAPPAGALLO PARLANTEIL PAPPAGALLO PARLANTE

UN GIORNO UN PAPPAGALLO, CHE NON SAPEVA PARLARE STAVA IN UNA GABBIA, TRISTE PERCHÈ NON SAPEVA PARLARE I SUOI AMICI LO PRENDEVA–NO IN GIRO PERCHÈ NON SAPEVA PARLARE E GLIELE DIMOSTRÒ PA PA PA! MA UN GIORNO FU RAPITO DA UN LADRO. E CHIESE AIUTOOOO! E LA PADRONA AMMAZZO IL LADRO CON UNA PISTOLA E DA QUEL GIORNO NESSUNO LO PRESE PIU IN GIRO.

UNA PRINCIPESSA E UN UNA PRINCIPESSA E UN UNA PRINCIPESSA E UN UNA PRINCIPESSA E UN PRICIPEPRICIPEPRICIPEPRICIPE*

C’ERA UNA VOLTA UNA BELISIMA RAGAZZA CHE SI CHIAMAVA. AGNIA ERA MOLTO BELLA E UN GIORNO CONOSCE UN. BEL RAGAZZO CHE SI CHIAMAVA DIMITRI SI AVEVANO INAMORATI E AGNIA SCAPO VIA E VIDE UNA CASA E SI. RICONTRARONO CON DIMITRI E ANDARONO VIA INSIEME. Commento [x17]:

Punteggiatura. Interferenza

linguistica.

Il topo e il gattoIl topo e il gattoIl topo e il gattoIl topo e il gatto

c’era una volta un topo solo soletto che aveva una casa bellissima un bel giorno uscì a fare una passeggiata vide un gatto e il gatto vide il topo il topo fuggì e il gatto lo inseguì il topo entro velocemente nella sua casa. Commento [x18]:

Punteggiatura. Anafora. Accento.

I TRE PORI TRE PORI TRE PORI TRE PORCELLINICELLINICELLINICELLINI

CERA UNA VOLTA TRE PORCELLINI E LA LORO MADRE UN GIORNO VENNERO STATI CATTURATI DA UN CACIATORE. IL GIORNO DOPO I CUOCHI DECISERO DI CUCINARLI LA MAMMA DECISE CHE I SUOI 3 QUCIOLI DOVEVANO PARTIRE E ANDARONO UNO SI COSRUI UNA CASA DI PAGLIA UNO DI LEGNO E LULTIMO DI MATTONI UN GIORO VENNE IL LUPO E DISSE USCITE FUORI SENNO VI BUTTE GIÙ LA CASA E COSI FECE I PRIMO PORCELLINO ANDO A LA CASA DI ALTRO PORCELLINO E IL LUPO CONTINUO FINCHE QUELLO MATTONI ACCESE UN GRAN FUOCO IL LUPO ERA SALITO SUL TETTO DEL TERSO PORCELLINO E IL LUPO SCESE DAL CAMINO E SI BRUCIÒ LA CODA E DECISE DI NO MANGIARE PIÙ PORCELLINI E VISSERO FELICI E CONTENTI. Commento [x19]:

Punteggiatura. Coerenza.

Coesione. Strani errori linguistici.

I FOLLETTI E UNA FATAI FOLLETTI E UNA FATAI FOLLETTI E UNA FATAI FOLLETTI E UNA FATA

CERA UNA VOLTA UNA PRI–NCIPESSA CHE VIVEVA IN UN CASTELLO E IN UN BOSCO BUGLIO C’ERA UNA CASET–TA CHE CI VIVEVA UNA S–TREGA CHE ERA GELOSA DI LEI UN GIORNO LA PRINCIPESSA ANDO A FARE UNA PASSEGGIATA NEL BOSCO E LA VIDE LA CA–SA DELLA STREGA E BUSSO TOCTOC E LA STRE–GA APRI E GLI OFRI UN BICHIERE D’ACQA MA QELL’ACQU–A ERA STREGATA MA IN QUEL BOSCO CERANO DEGLI GNO–MI E AVEVANO VISTO TUTTO E APPENA L’ABEVUDA CADE ATTERRA E NON SI SVEGLIA–VA SE UN PRINCIPE SUPERAVA 3 PROVE UN BEL GIOR–NO ARRIVÒ UN PRINCIPE CHE AVEVA SENTITO PARLARE DEL–LA PRINCIPESSA E LA STRE–GA GLI SPIEGO LE 3 PROVE LA 1 ERA DI PASSARE SOPRA A UN FILO CHE SOT–TO CERA UNA PIANTA PIENA DI SPINE INMENZO A GLI GNOMI CERA ANCHE UNA FATA E CORSERONO SUBITO DAL PRI–NCIPE E LA FATA DISSE AL PRINCIPE CHE CON LA SUA MA–GIA FA DIVENTARE LA PIAN–TA SPINOSA IN MATERASSI E FECE APARIRE DELLE SCALE ATACADE AI FILI COSI CHE CADEVA PODEVA RISALIRE SUPERATA LA PRO–VA IL PRINCIPE RIVA NEL–LA CASA DELLA STREGA E LA 2 PROVA DOVEVA NU–ODARE IN UN FIUME PRO–FONDO CON DENTRO I COCODRILLI E RIVENÌ UNA–LTRA VOLT LA FATA E FECE || FECE DIVENTARE I COCODRI–LLI IN RANE E UNALTRA VO–LTA RITORNA ALLA CASA DEL–LA STREGA E LA STREGA GLI DISSE LA TUA ULTIMA PROVA SARA DI PRENDER–MI 5 CODE DI TOPO E 3 ALI DI PIPISTRELLO E DUE ZAM–PE DI RANA E IL PRINCIPE CHIAMO LA FATA AGLI FECE APARIRE 5 CODE DI TO–PO E 3 ALI DI PIPISTREL–LO E 2 ZAMPE DI RANA E COSI LA STREGA USÒ GLI INGEDIENTI CH GLI AVEVA PORTATO E RISVEGLIO LA PRINCI–PESSA E VISSERONO FELICI E CONTE–NTI

CERA UNA VOLTA 3 AMICI CHE SI VOLEVANO BENE. IL N. 1 SICHIAMA FRANCESCO, IL N. 2 SICHIAMA SILVIA, IL N.3 SICHIAMA MARTA. I 3 AMICI ANDAVANO NEL BOSCO. MA IN QUEL MOMENTO APARVE DIETRO L’ALBERE UN LUPO. MA SILVIA AVEVA UNO STRANO PRESENTIMENTO PENSAVA CHE CERA UN LUPO MA FRANCESCO LI DISSE DAI NON AVER PAURA. NON CE NESSUN LUPO QUI. E SILVIA SI SENTI SUBITO MEGLIO. MA IL LUPO LI VOLEVA MANGIARE. E IL LUPO LI VIENE UNA BUONA IDEA. QUELLA DI CHIAMARE I ALTRI AMICI. MA SENTE CHE QUALQUNO STA PIANGENDO E QUANDO VIDE ERA SILVIA CHE CADE NELLA SUA TRAPPOLA MA IL LUPO DA PICOLO ERA BUONO MA ADESSO E DIVENTATO CATTIVO, MA LUI VUOLE DIVENTA–RE BUONO COME DAPICCOLO ECOSI VA AD AIUTARE SILVIA E CORRE E LAIUTA MA MARIA E FRANCESCO AVEVANO PAURA MASILVIA LI DISE NO NON FARLO, MORIRE GUARDA CIA L CUCCIOLI E VISERO FELICI E CONTENTI.

I 3 AMICII 3 AMICII 3 AMICII 3 AMICI

I PULCINI E IL TRADIMENTOI PULCINI E IL TRADIMENTOI PULCINI E IL TRADIMENTOI PULCINI E IL TRADIMENTO

C’ERA UNA VOLTA UNA FAMIGLIA DI PULCINI. UN GIORNO ERA

NATO UN PULCINO SICCOME I FRATELLI GRANDI LAVORAVANO

SEMPRE IL GRANO CEDERE E C.A UN BRUTTO GIORNO LUI ANDO

A TROVARLI E LORO LO VEDERO SEI ARRIVATO DA NOI I

FRATELLI GLI DISSERO FINISCI I LAVORI MENTRE NOI ANDIAMO

A NUOTARE NEL FIUME FINCHE ARRIVÒ IL PADRE E LORO DOPO

DI LUÌ E SI PRESORO UNA SGRIDATA NEL POMERIGGIO

ANDARONO CON IL FRATTELLO PICCOLO VICINO A UN BURRONE

E LO FECERO CADERE DENTRO IL BURRONE DOPO VERRERO DEI

GLIALTRI PULCINI GLI BUTTARONO UNA CORDA LUI SALI E LO

RACATTAVANO LORO LUI PER DENARO I FRATELLI DISSERO SI E

GLI ALTRI PULCINI LO PORTARONO IN UN MONDO LONTANO DA

QUELLA TERRA I FRATELLI RITORNAVANO CASA IL PADRE

DISPERATO IL GIORNO DOPO I FRATELLI DISSERO ABBIAMO

TROVATO SOLO QUESTO.

CLASSE V

Sono passati 10 anni. Sto passeggiando per strada ed ecco che incontro …

“Evviva” quanto è bello correre nella pista da Rally, qualcuno mi ha superato ora lo prendo ecco gli stò accanto. ma quello è Daniel. È incredibile anche lui, lo chiamo non mia sentito è diventato forte lo sto superando, lho superato! Ora gli sto davanti, lui mi cerca di superare ma non ci riesce, ora siamo quasi arrivati al traguardo si è messo a canto a me , siamo arrivati insieme. Stiamo salendo sul podio, la giuria ha deciso che ho tagliato il tra guardo prima io e quindi mi hanno dato la coppa, ora la alzo in aria tutti mi aplaudono, ora vado da daniel, ora mi ha riconsciuto ma se nè andato via lo stesso senza salutarmi. Ora abita a Torino mentre io mi sono preso Villa Borghese, è proprio bella perchè è gigantesca, invece Daniel abita in un piccolo appartamento in affitto, ma è incredibile vada ancora in prima media, ho preso cinque laure e parlo perfettamente cinque lingue, mentre Daniel ha fatto la quinta e parla in dialetto ma poco perchè balbetta. Un giorno mio padre mi portò su una collina e mi disse guarda un giorno tutto questo sarà tuo, il suo lo ha portato su una collina e gli ha detto guarda e basta. Mi ricordo la mia maestra, ora sarà una vecchietta ma per me resterà sempre la mia maestra preferita.

Sono Giulia ho 21 e sto passeggiando, tranquillamente per via de Giubbonari dove abito ormai da quasi 18 anni. Nei momenti di noia penso e ripenso ai miei vecchi compagni sparsi nel mondo. All’altezza di campo de fiori noto una barbona con un cane che chiede l’elemosina, mi avvicino a lei e vedo che ha un aria conosciuta: “Ma si è proprio la mia vecchia amica Irene Magrelli”. In quel momento ero contentissima che avevo ritrovato un amico ma nello stesso tempo delusa: avevo sempre pensato che Irene da grande diventava una scienziata o un archeologa, e invece la ritrovo una clocharde. Irene teneva l’occhio basso ed era imbarazzata ma io avevo capito benissimo che mi aveva riconosciuta. Con forza la presi e la portai al bar invitandola a raccontarmi come si era ridotta in quello stato. Dalla facia si vedeva che non ne voleva parlare, ma io la obbligai, lo stavo facendo solo per il suo bene. Mi raccontò che dopo finita la scuola superiore parti per l’Austria perchè voleva approfondire degli studi a cui era molto appasionata, ma i genitori non erano d’accordo con lei perchè volevano che Irene diventasse una scrittrice cosa che lei non desiderava affatto. Tornata dal viaggio Irene trovò un cartello davanti alla porta con su scritto: “NON TI VOGLIAMO PIÙ A CASA”. Da quel momento Irene cambiò radicalmente la sua vita, vivendo per strada. Irene mi chiese di parlarli un pò della mia vita e io lo feci: gli dissi prima di tutto che mi ero fidanzata con un ragazzo bellissimo, di due anni più grande di me, Irene rise compiaciuta. Gli dissi anche che mi volevo specializzare in medicina e diventare ostetrica. Gli raccontai che mi ero fatta molta amici nuovi, ma sentivo la mancanza di tutti i miei ex compagni, ed ero stata fortunata a ritrovare lei. A Irene gli avrei promesso che ogni giorno andrò a trovarla per chiacchierare insieme e condividere Gioie e dolori.

Sto passeggiando per strada e incontro un ragazzo dell’età mia, basso, magro, capelli corti col gel di colore biondo scuro. Ora lo riconosco! È Gianmario, il mio migliore amico quando stavamo alle elementari! Credo che anche lui mi abbia riconosciuto! Ora si sta avvicinando; ci abbracciamo; era da dieci anni che non ci vedevamo! Ora stiamo in un bar a parlare: lui mi racconta che in questi dieci anni ha continuato a fare calcio, è andato all’università e ora sta nella Roma; ora mi ricordo che l’ho visto in TV ma non mi ricordavo che era lui. Lui mi parla un po’ della sua vita; ha una ragazza, ha una casa al mare, ha una bella macchina e vive una vita felice. Anch’io li racconto di me e guardacaso sto in una squadra calcistica: il Manchester United; gli dico anche che in questi dieci anni ho fatto l’università dello sport (farnesina), sono andato al liceo classico come lui, ora ho una casa a Manchester, quasi ogni giorno mi alleno con la mia squadra, ho anch’io una ragazza, so un po’ di lingue: Italiano (è la mia lingua), inglese (per via della squadra, della casa, e dell’importanza della lingua), tedesco (ho fatto lì l’università e anche in inghilterra), spagnolo (ci ho fatto parecchi viaggi). Gianmario mi dice che anche lui sa molte lingue, ma soprattutto il romanaccio! Spero che nella prossima partita di Champions league (Roma – Manchester) ci vedremo. Ora si è fatto tardi e devo salutarlo, comungue tra poco ci rincontreremo.

Sono Nicole, ho 21 anni sto passeggiando per Piazza del popolo, sono a Roma di passaggio per iscrivermi ad un'altra università per il prossimo anno: ora studio per l’ultimo anno in un college a Londra. In lontananza vedo una faccia familiare: “Non ci posso credere è Ginevra la mia compagnia di classe delle elementari: che emozione! Mi avvicino a lei correndo, mi riconosce. Ci abbracciamo e ci scrutiamo con gli occhi a vicenda. Ho faticato molto a riconoscerti, anche io risponde lei, ora studio all’università nella facoltà di architettura, dice lei emozionata e io studio in un college le rispondo. Ginni è diventata altissima (è la sua più grande caratteristica che ha da sempre) ha un paio di occhiali color grigio metallizzato, i capelli intrecciati e un corpo slanciato e atletico, indosso porta un taylleur color grigio topo con una cravatta blu ha le scarpe nere con il tacco a spillo. Anche io sono cambiata ho i capelli un po rasta ho il naso all’insù e sono alta poco più della norma come le mie amiche, il mio abbigliamento è alternativo e mi piace la musica Rap e partecipo alle manifestazioni e so tre lingue nel tempo libero vado in piscina e disegno abiti per Prada nelle vacanze estive visito il mondo e torno nelle mia patria per una settimana. Offro una bibita a Ginni, mi squilla il telefonino, rispondo: l’aereo parte in in anticipo, saluto Ginni e ci diamo appuntamento a Londra in un locale. Ci salutiamo prendo un taxi per l’aereoporto e dentro di me penso: “Che bello ho incontrato un’amica”.

Sono Sofia, ho 20 anni passeggio per via Frattina e una ragazza alta, con capelli castani tutti arruffati, con un nasino alla francese e una faccia piena di nei vestita con un taylleur nero, una camicia bianca e una cravattina bordò mi ferma con un sorriso smagliante e mi dice: “Ciao Sofia come stai?” “Chi sei!” le rispondo. Lei col viso imbronciato mi dice che è Nicole una mia amica dell’elementari. Per scusarmi la porto a bere una birra, ma lei ordina un bicchiere di acqua naturale e incominciamo a raccontarci gli ultimi anni (trascorsi). Io le dico tutto: dopo l’elementari ho frequentato il Viscontino con Irene, una nostra grande amica, lei ha proseguito con il Visconti mentre io sono partita con la mia famiglia per la Spagna io ho fatto il college e le miei sorelle sono diventate due ballerine di flamenco. Dopo il primo anno di college mi hanno mandato all’università perchè, secondo gli spagnoli, ero troppo intelligente. Dopo essermi laureata in medicina ho preso la specificazione, ho superato tutto con ottimi voti. Ora lavoro come dottoressa in Inghilterra e in Francia, ogni tanto faccio il “Medico senza Frontiere”. Sono a Roma di passaggio, sto per partire, farò il giro del mondo. Appena finito di raccontare, ha cominciato lei ma ha parlato poco perchè è una ragazza molto timida. Dopo le medie ha frequentato un college in Francia, sa benissimo il francese, l’inglese e lo spagnolo, ora studia per diventare una politica, sono sicura che ce la farà e sicuramente io voterò per lei. È una tipa molto simpatica, vorrei poterla frequentare di più, ma adesso sto per partire, quando tornerò ci rivedremo e sono sicura che condivideremo una splendida avventura.