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20 CittàL’ECO DI BERGAMO
VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2016
mier Matteo Renzi ha annunciato che verrà decisa nel Consiglio dei ministri del 26 settembre) le Acli intendono quindi offrire una serie di materiali e di pareri, che è possibile ascoltare dal vivo, partecipando agli incontri, oppure recuperare sul sito www.aclibergamo.it, dove anche il programma delle serate sarà in costante aggiornamento.«L’invito è quello a una partecipazione attiva – sollecitano gli organizzatori – , ma sul nostro sito è stato anche predisposto un box informativo con diversi articoli e slides, nonché il nostrovademecum». Benedetta Ravizza
Criterio guida: competenzaed equilibrio, per evitare derive da talk show. Un format – capillarità territoriale e politichese ridotto ai minimi termini – condiviso con le numerose realtà che hanno partecipato all’organizzazione della rassegna «Verso il referendum costituzionale», a dimostrazione di un interesse crescente per l’argomento: dall’Ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro al Mutuo Soccorso, dalle parrocchie alle amministrazioni comunali fino ad associazioni culturali e civiche.
In attesa che il governo decida la data del referendum (il pre
alla politica – non si schierano pro o contro la riforma, ma, fedeli al principio della democrazia che si fonda sulla conoscenza, hanno ritenuto importante creare momenti di informazione e approfondimento, per mettere i circoli, il nostro popolo e tutti i cittadini nelle condizioni di un voto consapevole e responsabile. Abbiamo puntato in particolare alla conoscenza dei contenuti espliciti della riforma, preoccupati per i contenuti impliciti che questo referendum porta con sé: la governabilità delpaese, la riforma elettorale, la tenuta del governo Renzi». Per questo il taglio che si è voluto dare al ciclo di incontri è stato «tecnico», scegliendo come relatori (salvo rare eccezioni) docenti, giuristi e avvocati appassionati di tematiche costituzionali, piuttosto che politici, per superare la logica dello schieramento partitico. Tra i nomi in scaletta, quella dei docenti Silvio Troilo, Filippo Pizzolato, Barbara Pezzini, Attilio Burti e di esponenti politici, come Giovanni Sanga, Roberto Bruni e Paolo Franco.
La rassegnaDocenti e giuristi si confronteranno sulle ragioni del «sì» e del «no»: il 25 ottobre Treu e Onida
Un percorso in sedici tappe per conoscere la Costituzione: è l’offerta formativa che leAcli provinciali mettono in campo per preparare gli elettori al referendum costituzionale.
Si inizia stasera a Mozzo (dalle 20,45 nell’auditorium delle scuole di via Piatti) per terminare il 19 novembre a Gazzaniga, toccando tutto il territorio, dalleValli all’hinterland e la Bassa, con l’evento clou del 25 ottobre, quando all’auditorium del liceo Mascheroni, in città, si confronteranno l’ex ministro del LavoroTiziano Treu, sostenitore del sì alla riforma, e l’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida, per il no, moderati daldirettore de L’Eco di Bergamo Alberto Ceresoli.
«Le Acli provinciali – spiegano il presidente Daniele Rocchetti e Giuseppe Toccagni, consigliere di presidenza con delega
Acli, 16 incontriper prepararsi al Referendum
LAURA ARNOLDI
«Le persone non possono essere trattate come pacchi postali» commenta GinoGelmi, portavoce insieme ad Orazio Amboni del Forum provinciale per l’accoglienza dei richiedenti asilo, che ha analizzato con preoccupazione l’ultima nota della Prefettura di Bergamo sui tempi di permanenza nei centri di accoglienzastraordinaria. «La fase finaledel percorso intrapreso da un richiedente asilo viene “liquidata” velocemente mentre è unmomento estremamente delicato, qualsiasi sia l’esito dellarichiesta di asilo – sottolineaOrazio Amboni –. Noi pensiamo che la fase di uscita da una struttura debba essere personalizzata a seconda delle situazioni specifiche: un conto è occuparsi della collocazione diuna mamma con bimbo, un altro di un giovane che sta svolgendo attività di volontariato,
«Migranti, ridotti i tempidi permanenza nei centri»La lettera. Il Forum per l’accoglienza contesta la nota della Prefettura«Troppo rapida l’uscita dalle strutture: le persone non sono pacchi»
un altro ancora il caso di persone che presentano problemi psichiatrici (e ce ne sono) a seguito di un’esperienza migratoria traumatica».
La nota prefettizia introduce termini restrittivi per la permanenza dei richiedenti asilonei centri di accoglienza. Nelcaso di diniego confermato dal Tribunale e in attesa dell’esito di ricorso alla Corte d’Appello ilrichiedente deve abbandonare la struttura entro tre giorni; se avviene il riconoscimento dello status di rifugiato la struttura va lasciata entro 15 giorni, mentre attualmente il periodo è di sei mesi. Anche nel caso di riconoscimento della protezione umanitaria, colui che ha ottenuto il permesso deve andarsene entro 30 giorni. Fino ad ora chi avesse visto riconosciuto un titolo di protezione poteva rimanere nel percorso di accoglienza per sei mesi, con l’obiettivo che potesse essere inserito nei percorsi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) in cui rimanere per 12 mesi.
Il Forum, a seguito della nota prefettizia e viste le controdeduzioni dei soggetti gestoridelle strutture di accoglienza,ha deciso di inviare alla Prefettura un proprio documento in
cui dichiara di condividere le osservazioni dei soggetti gestori perché il provvedimento prefettizio va in direzione contraria agli obiettivi di integrazionecontenuti nei protocolli su formazione, lavoro volontario, stage e tirocini sottoscritti dalla stessa Prefettura. «Il Forum – chiarisce Gelmi – concordacon le osservazioni fatte dagli enti gestori perché questa nuova tempistica vanifica il lavoro educativo degli operatori, che costruiscono invece percorsi diintegrazione ed inserimentonel contesto sociale. È una logica controproducente anche dalpunto di vista sociale, perchémolti richiedenti svolgono attività di volontariato che verrebbero bruscamente interrotte».
Come evidenziato dagli entigestori, il Forum ribadisce che nella nota prefettizia si fa riferimento a normative che noncontengono nessuna indicazione di tempi. «L’obiettivo sotteso è semplicemente quello di “liberare” posti nei centri di accoglienza il più velocemente possibile, con l’effetto dibuttare fuori persone che si ritroverebbero in condizioni di evidente difficoltà» afferma Amboni. Per Gelmi il problemarimane quello della scarsa disponibilità da parte dei Comu
ni a mettersi a disposizioni per avviare progetti Spar o per favorire l’accoglienza diffusa: «Setutti facessero anche poco, il problema dei posti non ci sarebbe».
Ci si chiede se il nuovo prefetto di Bergamo, Tiziana Costantino, avallerà questa posizione, dal momento che la notaprefettizia è stata emanata nel periodo di avvicendamentocon l’ex prefetto, Francesca Ferrandino. «Nel primo atto pubblico – ricorda Amboni – il prefetto ha rivolto un invito all’accoglienza. Quanto emanato con l’ultima nota va in altra direzione». Il Forum con la sua lettera chiede quindi di ripristinare le linee interpretative precedenti sulla tempistica di uscita dai centri di accoglienza:«Si deve valutare ogni singolo caso, nella logica di accompagnare le persone in percorsi giàavviati, o nella ricerca di alternative». Il rischio è quello di trovare sulla strada molte persone, anche quelle che ottengono un riconoscimento per vivere legalmente in Italia. «Sta avvenendo il contrario di quanto vorremmo: la gestione del fenomeno al di fuori dell’emergenza e prevedendo un’estensione dei permessi umanitari» conclude Gelmi.
Aperta a tutti
Casa AmadeiDomani festacon gli ospitiDomani a Casa Amadei porte
aperte per la Festa della convivia
lità. Gli ospiti della struttura di
accoglienza invitano a condivide
re con loro l’Eid al Adha, una delle
due grandi feste musulmane, nota
anche come Eid elkebir (la «festa
grande» o festa del sacrificio), che
rappresenta anche un’occasione
per stare insieme in famiglia e per
offrire il cibo ad amici, parenti e
persone bisognose. Domani le
porte di Casa Amadei, in via San
Bernardino 77, si apriranno per
una grande festa con musiche,
danze e pietanze tipiche dall’Afri
ca e dall’Asia. Il tutto prenderà il
via alle 15, momento dell’acco
glienza. Alle 16 inizierà la festa,
alle 16,30 gli assaggi , alle 18 sarà
il momento dell’animazione
musicale con percussioni e danze
dal mondo, fino alle 22. Casa
Amadei, di proprietà dell’Associa
zione DiakoniaCaritas diocesana
e gestita dalla Cooperativa Ruah,
ospita 63 uomini adulti. L’acco
glienza offerta agli ospiti è sem
pre temporanea, ed è diversifica
ta a seconda del progetto di
inserimento.
n nL’obiettivoè “liberare” posti nei centri di accoglienza il più velocemente possibile»
scopio detto Ebus (da Endo bronchial ultra sound), migliorerà la diagnosi nel caso di tumore al polmone, che in Italia è al secondo posto per frequenza negli uomini (15%) e al terzo nelle donne (6%). «Finora – spiega Giovanni Michetti, direttore della Pneumologia, intervenuto con la coordinatrice infermieristica Emanuela Busetti – si studiavano le immagine dalla Pet e,in alcuni casi, si ricorreva a un piccolo intervento chirurgico. Ora è sufficiente un solo esame che dura dai 30 ai 60 minuti, svolto in regime di day hospital, in sedazione e non doloroso». «La donazione – osserva NunzioPezzotta, presidente Aob – risponde alla mission di Aob perché evita disagi e sofferenze ai pazienti, rendendo la diagnosi più veloce e meno invasiva». El. Ri.
Donazione dall’Aob
Consente una diagnosi più rapida e approfondita del tumore al polmone, uno dei più diffusi. Il videobroncoscopio, dotato di una microsonda ecografica capace di vedere oltre le pareti di bronchi e trachea, arrivando fino ai linfonodi, è un’arma in più per gli specialisti del Papa Giovanni XXIII – primo ospedale pubblico bergamasco a dotarsene, dopo che Humanitas Gavazzeni l’ha installato nel 2013 – grazie alla generosità dell’Associazione oncologica bergamasca che ha investito, per l’acquisto, 70 mila euro: «Aob è vicinissima al nostro ospedale – evidenzia il direttore generale Carlo Nicora – e oggi ci permettedi avere una strumentazione all’avanguardia, oltre a valenti professionisti». Il videobronco
Diagnosi tumoriIn ospedale c’è Ebus
Da sinistra: Pezzotta, Michetti, Busetti e Nicora FOTO BEDOLIS