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autori:Walter ricciardi, Commissario Istituto Superiore di Sanità; Istituto di Sanità Pubblica – Sezione di Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
Giuseppe Novelli, Rettore Università di Roma Tor Ver-gata
ranieri Guerra, Direttore Generale del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute
Vincenzo atella, Direttore del CEIS (Centre for Econo-mic and International Studies) dell’Università di Roma Tor Vergata
Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale
Pierpaolo De Feo, Direttore del Centro CURIAMO dell’Università di Perugia
Francesco Dotta, Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze, Università di Siena
renato Lauro, Presidente dell’Italian Barometer Dia-betes Foundation
Paolo Sbraccia, Presidente della Società Italiana dell’Obesità
Ketty Vaccaro, Direttore Area Welfare e Sanità della Fondazione CENSIS
Che aspetto avrà il pianeta Terra nel 2050? Potrà so-
stenere un incremento di oltre due miliardi di abitan-
ti? Come si evolveranno le nostre città? Saranno in
grado i governi di rispondere alla crescente domanda
di salute? Partendo dal presupposto che i margini di
azione esistono e che il futuro non è già stato stabilito,
occorre adottare un approccio integrato per affrontare
i problemi di salute pubblica.
Oggi i problemi più pressanti possono essere compresi
e risolti solo se si effettua un’analisi dei determinanti
sociali, economici e ambientali dei fattori di rischio
che hanno un impatto sulla salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deci-
so di dare priorità proprio a questi temi inserendoli
nell’agenda 2014-2019. Le politiche sanitarie mirate
hanno contribuito ad una riduzione significativa della
mortalità e morbilità di molte malattie. Tali politiche
non si devono basare solo sugli aspetti clinici, ma in-
cludere altri fattori di analisi che svolgono un ruolo
importante, come gli aspetti culturali, sociali ed eco-
nomici spesso tralasciati a livello di ricerca e di piani-
ficazione sanitaria.
Nel 2010, per la prima volta nella storia dell’umanità,
è stato osservato che più di metà della popolazione
mondiale risiedeva in città. Oggi Tokyo ha 37 milioni
CiTieS ChaNgiNg DiabeTeS, uN NuOvO PrOgeTTO gLObaLe Per far frONTe
aLLa SfiDa Che iL DiabeTe PONe NeLLe graNDi CiTTà
01
ANNO
V - SPECIALE 2015
di abitanti, Delhi 22 milioni, Città del
Messico 20 milioni: stiamo parlando
di vere e proprie megalopoli.
Nel 2050, si stima che la popola-
zione urbana rappresenterà il 70%
della popolazione globale. La città
offre maggiori opportunità rispetto
alla campagna in quanto a lavoro,
cure e servizi sanitari e istruzione. Ma
lo sviluppo urbano determina nuovi
problemi in termini di equità, crean-
do tensioni sociali: nei Paesi in via di
sviluppo un terzo dei residenti delle
città vive in condizioni di baraccopoli
urbane. L’Organizzazione delle Nazio-
ni unite ha stimato che nel 2050 il
numero delle persone che vivranno in
baraccopoli urbane potrebbe su-
perare i tre miliardi se non saranno
identificate delle strategie mirate.
Questo significa che la gestione delle
città rappresenta una delle grandi sfi-
de del secolo e che l’approccio inter-
disciplinare dell’impatto sociale, eco-
nomico e ambientale sulla salute deve
ancora essere studiato e compreso pie-
namente. Se si desidera affrontare la
pandemia del diabete, è indubbio che
questo approccio debba essere preso
in considerazione quale possibile so-
luzione. il numero di persone affette
da diabete cresce anno dopo anno.
Secondo gli ultimi dati raccolti dall’in-
ternational Diabetes federation (iDf),
oggi più di 382 milioni di persone
sono diabetiche e si stima che saranno
592 milioni nel 2035.
esiste una suscettibilità genetica a
sviluppare il diabete, a cui si associano
però fattori ambientali legati allo stile
di vita. La principale arma di preven-
zione a nostra disposizione è eliminare
o comunque modificare questi fattori.
un filo sottile, ma evidente, lega il cre-
scente numero di persone con diabete
alla città. infatti, circa il 64% delle
persone con diabete vive in città,
l’equivalente di circa 246 milioni
di abitanti, e questo numero è de-
stinato a crescere. inoltre, la maggior
parte di loro – l’80% circa – vive in
Paesi a basso-medio reddito, dove gli
agglomerati urbani si espandono più
rapidamente. il vivere in città è asso-
ciato ad un peggioramento dello stile
di vita: questo rappresenta un fattore
chiave dell’aumento delle malattie
croniche in tutto il mondo e alcuni stu-
di internazionali stanno evidenzian-
do la connessione fra lo stile di vita
degli abitanti delle aree urbane e la
prevalenza del diabete. Ciò signi-
fica che nel definire le politiche di
lotta a questa patologia si deve te-
nere conto del contesto urbano in
cui essa si manifesta: risulta fonda-
mentale pianificare lo sviluppo e
l’espansione delle città in ottica di
prevenzione delle malattie croniche
per incoraggiare stili di vita salutari.
i dati evidenziano come città che non
considerano questi aspetti nell’urba-
nizzazione finiscano per contribuire
alla crescita di patologie croniche. Tale
situazione può diventare esplosiva dal
punto di vista sanitario soprattutto
nelle megalopoli. Per questo motivo,
Steno Diabetes Center, university Col-
lege London (uCL) e Novo Nordisk
hanno lanciato nel 2014 il progetto Ci-
ties Changing Diabetes, con l’obiettivo
di evidenziare il legame fra diabete e
le città e quello di promuovere inizia-
tive capaci di salvaguardare le salute
02
ITALIAN HEALTH POLICY BRIEF
VIVERE IN CITTÀ AUMENTA DA 2 A 5 VOLTE IL RISCHIO DI SVILUPPARE IL DIABETE
IL 64% DELLE PERSONE CON DIABETE VIVE NELLE CITTÀ
246 MILIONI SONO LE PERSONE CON DIABETE CHE VIVONO NELLE CITTÀ
3,6 MILIARDI SONO LE PERSONE CHE VIVONO IN CITTÀ
1/3 DEGLI ABITANTI DELLE NAZIONI IN VIA DI SVILUPPO VIVE IN BARACCOPOLI URBANE
IL 70% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE VIVRÀ IN CITTÀ ENTRO IL 2050
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incalcolabili e modificando inesora-
bilmente la storia di un territorio e il
destino dei popoli. Ma esistono cata-
strofi che possono impiegare anni per
svilupparsi senza che nessuno se ne
accorga e, quando ci si rende conto di
cosa sta accadendo, è troppo tardi per
evitarle. La sfida globale del diabe-
te fa parte di quest’ultima categoria:
un’emergenza che avanza lentamente
e che, se non affrontata al più presto,
può portare il mondo ad una catastro-
fe sanitaria che avrà profonde implica-
zioni sociali, economiche e politiche.
È una patologia devastante che deve
essere combattuta per due motivi.
L’impatto del diabete sugli indi-
vidui. Sebbene il trattamento e la
cura del diabete siano migliorati ne-
gli ultimi dieci anni, le complican-
ze del diabete sono ancora molto
comuni e spesso hanno un impatto
devastante sull’individuo e sui suoi
familiari. Tutt’ora milioni di persone
muoiono per il diabete ogni anno –
5,1 milioni nel 2013 secondo l’iDf.
altri perdono la vista o subiscono
l’amputazione degli arti a causa del-
lo scarso controllo metabolico. il dia-
bete non controllato può portare ad
insufficienza renale secondo una pro-
babilità tre volte maggiore rispetto ad
una persona in controllo.
dei cittadini prevenendo il problema.
iL DiaBEtE: uN’EMErGENZa
CHE aVaNZa LENtaMENtE
La storia ci insegna che alcuni
eventi catastrofici accadono in pochi
secondi, provocando danni
ICTUS - Nelle persone con diabete il rischio di ictus è quattro volte superiore rispetto ad un soggetto sano
CECITÀ - Il diabete è una delle principali cause di cecità
INFARTO - Nelle persone con diabete il rischio di infarto è tre volte maggiore rispetto ad un soggetto sano
INSUFFICIENZA RENALE - Il rischio di sviluppare insufficienza renale è tre volte superiore
AMPUTAZIONE - Il diabete è una delle principali cause di amputazione dell’arto inferiore
Un trattamento efficacie può ridurre del 50% il rischio di complicanze
PRINCIPALI COMPLICANZE DEL DIABETE
- Negli Stati Uniti 1 cittadino su 3 è OBESO, mentre 2 su 3 sono in sovrappeso.
- In Messico la prevalenza di diabete urbano è del 15,5% rispetto al 10,4% nelle campagne.
- Uno studio danese ha dimostrato una disparità di vita media di quasi sette anni tra le diverse aree della
città di Copenhagen.
- Gli abitanti dell’Africa sub-sahariana hanno 2-5 volte il rischio maggiore di sviluppare il diabete e bassi
livelli di attività fisica rispetto a chi vive in campagna.
- In dieci anni gli indiani che vivono nelle città hanno aumentato dell’11% l’indice di massa grassa rispet-
to a quando vivevano nelle campagne.
- Secondo uno studio in Oman, vivere nelle città è associato all’aumento del 70% del rischio di sviluppa-
re il diabete.
- In Cina esiste una forte correlazione tra l’estensione delle città e la prevalenza di sovrappeso e obesità
negli adolescenti. Nelle metropoli il livello di obesità e sovrappeso è sette volte superiore a quello nei
villaggi rurali.
il peso economico e finanziario del
diabete. il budget dei Sistemi Sanitari
è in continuo aumento e il costo del
diabete potrebbe rappresentare una
grande criticità.
Non è possibile pensare che i Sistemi
Sanitari possano far fronte a questa
spesa se i trend di incidenza del diabe-
te continueranno a crescere.
Per entrambe queste ragioni, il dia-
bete deve essere affrontato con un
approccio multidisciplinare, partendo
proprio dalla città.
Come ha dichiarato Jacob Kumaresan,
direttore del World health Organiza-
tion’s Centre for health Development:
”Siamo vivendo un momento cruciale
della storia in cui è ancora possibile af-
frontare i problemi di salute associati
all’urbanizzazione delle città”.
Questo è l’obiettivo del progetto Ci-
ties Changing Diabetes: credere che la
pandemia del diabete sia evitabile.
Negli anni passati, i Sistemi Sani-
tari hanno agito per frenare altre
emergenze sanitarie come il va-
iolo, l’hiv e la malaria. Sono sta-
te promosse campagne di sensi-
bilizzazione e mobilitate risorse.
Ora dobbiamo avere la stessa ambi-
zione per la lotta al diabete.
CitiES CHaNGiNG DiaBEtES:
iL ProGraMMa
in tutto il mondo, un lavoro considere-
vole è già in atto per affrontare il tema
del diabete nelle città.
Specialisti, accademici, istituzioni e
comunità conoscono molto bene il
problema. Cities Changing Diabetes
non nasce con lo scopo di sostituire
quanto già messo in atto, ma deside-
ra creare un movimento in grado di
unire le forze per creare una campa-
gna di sensibilizzazione che modifi-
chi “la regola dei mezzi” del diabete.
Questo schema mostra come, no-
nostante gli sforzi compiuti, solo il
6% della popolazione mondiale con
diabete conduca una vita piena, priva
di complicanze e del tutto simile alle
persone sane.
il progetto si articola in tre fasi:
1. Definire il problema (mapping)
È necessario comprendere maggior-
mente le dinamiche che determinano
l’aumento della prevalenza del diabe-
te nelle persone che vivono nelle città;
l’interazione di fattori sociali,
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ITALIAN HEALTH POLICY BRIEF
• Circa 2/3 delle persone con diabete vivono nelle città.
• Il diabete non è inarrestabile. Possiamo fermarlo cercando di cambiare lo stile di vita delle persone.
• Lavorando insieme è possibile progettare città che favoriscano uno stile di vita salutare.
Nel mondo solo il 50% dei casi di diabete è diagnosticato.
Di questi, solo la metà ha accesso alle cure.
Di questi, solamente la metà raggiunge il target glicemico.
Solamente la metà ha una vita del tutto simile alle persone sane.
LA REGOLA DEI MEZZI Solo il 6% delle persone con diabete nel mondo conduce una vita piena, priva di complicanze e del tutto simile alle persone sane.
ANNO V - SPECIALE 2015
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economici e ambientali. Questo è il
motivo per cui la prima fase del pro-
gramma, sotto la guida guida dell’uCL
e dello Steno Diabetes Centre, preve-
de la realizzazione di una mappatura
del problema.
2. Condividere le soluzioni
il progetto prosegue con la seconda
fase che prevede la diffusione del-
le best-practice e l’identificazione di
una strategia di intervento che possa
essere utilizzata dai decisori che con-
dividono scenari e priorità.
3. intervenire
L’obiettivo di questa ultima fase è
quello di stabilire le priorità di inter-
vento e di condividere con tutti gli sta-
keholder una strategia di azione che
possa essere adottata con il supporto
delle autorità e delle istituzioni.
Questo programma, presentato lo
scorso anno, ha visto il coinvolgimen-
to di cinque città/megalopoli; hou-
ston, Copenhagen, Tianjin, Shanghai
e Città del Messico. in queste città i
ricercatori stanno elaborando dati e
svolgendo ricerche per identificare
chiaramente lo scenario e capire le
aree di vulnerabilità delle città stesse.
inoltre, si cercherà di comprendere i
bisogni insoddisfatti delle persone con
diabete e di identificare le politiche
di prevenzione, oltre a comprendere
come migliorare la rete di assistenza.
Si cercherà altresì di comprendere, tra-
mite case studies, come certi ambienti
urbani favoriscano l’insorgenza del
diabete di tipo 2 e le sue complicanze.
Cities Changing Diabetes è stato lanciato con successo a houston, Copenhagen, Tianjin, Shanghai e Città del Messico.
06
ITALIAN HEALTH POLICY BRIEF
BiBLioGraFia
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italian Health Policy Brief
anno v Speciale 2015
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