CIOCIARIA, UNA TERRA CHE CAMBIA. · 2017-09-08 · U na seconda edizione que - sta di...

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Una seconda edizione que-sta di Girocittà2017 completamente rin-novata nella grafica e nei contenuti.Sempre una guida utile per il turista chescopre per la prima volta la Ciociaria, op-pure per chi vive in questa terra ma cheha voglia di cercare cose nuove. Maun’edizione più ampia geograficamente,che racconta le eccellenze della provinciadi Frosinone da nord a sud, fino a toccarealcuni centri della provincia di Latina. Unaguida più attenta a singole realtà, prontaa svelare itinerari poco conosciuti, rac-contare questa terra, narrare le storie diuomini e donne che da qui sono partiti epoi sono tornati. Un nuovo viaggio chedalle terme arriva alle meravigliose abba-zie, passando attraverso i parchi naturali,il dolore della guerra e il cinema di Ma-stroianni e Manfredi. Per parlare di arte,cultura, storia, enogastronomia ed eccel-lenze imprenditoriali abbiamo avuto ilpiacere di collaborare con coloro che, avario titolo, il territorio lo conoscono dav-vero. E a cui va tutto il nostro ringrazia-mento. Buon viaggio. Andrea Giorgilli - Resp.editoriale

Girocittà è un lavoro di squadra che hamolte anime: è un magazine turistico, unportale web, una piantina geografica,uno strumento di promozione territoriale.Nelle pagine della rivista dedicate agli in-serzionisti c’è un QR-code: si inquadracon lo smartphone e, tramite un’app, siapre la pagina web con la scheda di riferimento presente nel sito www.giro-citta.com con tutte le informazioni. Oltre alla rivista cartacea che esce ognianno, andando su www.girocitta.com,potrete essere sempre aggiornati sullenovità e gli appuntamenti futuri. Una re-dazione web scrive – quotidianamente -di manifestazioni, eventi, incontri cultu-rali, spettacoli, sagre, festival, e di tuttoquello che di più interessante accade suquesto territorio. Chi vuole può iscriversialla newsletter, oppure segnalare unevento. Sulla piantina troverete la mappadi Fiuggi e della Ciociaria, con il posizio-namento geografico degli sponsor.

www.girocitta.comwww.facebook.com/girocitta@GirocittaInfo

ISTRUZIONI PER L’USO

Girocittà2017 è un progetto editoriale diRaffaele Todini e dell’agenzia di comuni-cazione Adarte.

In redazione: David Callari, Agata Fassi,Andrea Giorgilli, Fabio Magnelli, GiaimePintor, Sabrina Proietto, Emanuele Ro-tondi, Silvia Tucciarelli.Progetto Grafico:Marco Ambrosi, Marco Todini. Resp.commerciale e gestione clienti:Raffaele Todini

Ringraziamenti speciali a:Daniele Baldassare, Giulio Bianchini, Ga-briele Carcano, Anna Maria Di Carlo e atutto lo staff delle guide turistiche abili-tate di Lega Ernica, Francesco Ferreri eDaniele Frigida di Orizzonti Simbruini,Jago, Enrico Panzini Presidente del Parcodei Simbruini, Danilo Scenna, Massimi-liano Smeriglio Ass. al Turismo della Re-gione Lazio, Giulio Terrinoni.

Per le foto grazie a:Daniele Baldassarre, Francesca Di Paola,Francesco Ferreri, Amleto Festa, DanieleFrigida, Massimiliano Intrisano, Jago, An-tonella La Candia, Alessio Marzilli, LucioPetrucci, Danilo Scenna, Archivio Adarte.

In generale un grazie a tutti gli inserzio-nisti che, credendo in questo progetto enella bellezza della Ciociaria, hanno per-messo l’uscita di Girocittà2017. 1

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1 Ringraziamenti e istruzioni per l’uso5 2017. L’anno dei borghi d’Italia. L’intervista all’assessore al turismo delle Regione Lazio Massimiliano Smeriglio (Silvia Tucciarelli)7 I monti Simbruini, duemila metri di vette panoramiche e valli selvagge (Orizzonti Simbruini)15 Il paradiso? A un’ora da Roma. (Intervista al presidente delParco dei Monti Simbruini: Enrico Panzini) (Silvia Tucciarelli)18 Campocatino - La Monna: il trekking alla portata di tutti (Andrea Giorgilli)

21 La Via Francigena e la Via Benedicti, il misticismo degli itinerariciociari (Agata Fassi)25 Fiuggi, viaggio al centro del benessere (Andrea Giorgilli)26 Curiosità dal mondo beauty (G.P.)27 Pensieri scettici da un bagno turco (Giaime Pintor)30 Fiuggi, da centro termale a wellness destination33 Golf Club Fiuggi 1928 (S.T.)35 Il ritorno dell’uomo: quando la salute passa attraverso la bellezza (Gabriele Carcano)38 Body & Mind: sentirsi liberi per sentirsi giovani (Agata Fassi)39 20 minuti al giorno per tornare giovani (Agata Fassi)43 Il Lazio è una terra eterna (Lega Ernica)49 Storie di sequestri e di briganti (Giulio Bianchini e Michela Siddi)51 Quando ancora Roma non esisteva. I popoli italici e le mura megalitiche (Daniele Baldassarre)55 La Ciociaria. Dispensa di Papi e Imperatori (Anna Maria Di Carlo)57 I sapori stellati dello chef Giulio Terrinoni – L’intervista (Silvia Tucciarelli)

59 La strada del vino cesanese, strumento di sviluppo enoturisticodel territorio (Strada del Vino Cesanese)61 Segreti e profumi di Ciociaria (David Callari)63 Ciociaria, set del cinema italiano (Andrea Giorgilli)67 Marocchinate”, la verità scomoda di una violenza di massa (Andrea Giorgilli)

70 Chiamatemi Jago (Andrea Giorgilli)73 Immagini bibliche nel cuore della Ciociaria (Maria Giudici)74 L’alta Ciociaria a pedali / I magnifici sette (Enrico Caracciolo)76 La dimensione verticale dello spirito (Silvia Tucciarelli)78 La vacanza a misura di bambini. Ecco dove portarli (Agata Fassi)79 Fumettiamoci: un nuovo modo di imparare l’arte (Fabio Salemme)82 Musica, spettacoli e tradizioni: i migliori Festival dell’estate ciociara (a cura di Agata Fassi e Silvia Tucciarelli)86 La passione di Danilo per la biodinamica (David Callari e Andrea Giorgilli)

88 Per farsi un’idea: tutti i paesi in una volta sola (Lega Ernica)93 Frosinone, capoluogo felice (D.C.)

PARLIAMO DI

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2017. L’ANNO DEI BORGHID’ITALIAL’intervista all’assessore al turismo della RegioneLazio Massimiliano Smeriglio.

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È partito quest’anno il Piano di SviluppoQuinquennale messo a punto dal Mini-stro Dario Franceschini. Una manovra conla quale il Governo si impegna a riposi-zionare il turismo al centro delle politicheistituzionali, attraverso la valorizzazionedel patrimonio artistico e culturale ita-liano, e in particolare dei piccoli borghidel nostro Paese. Abbiamo chiesto all’As-sessore al Turismo della Regione LazioMassimiliano Smeriglio come il pianopossa essere realizzato a livello regionalee all’interno di ogni singolo comune.

In relazione al nuovo Piano Strategicodel Turismo 2017 - 2022 approvato dalMibact, nel quale si punta alla valorizza-zione di piccoli borghi, montagne, parchie aree protette, come si sta muovendola Regione Lazio?“A fine dicembre 2016 abbiamo presen-tato il piano ‘Lazio Emozioni Fuori Porta’,che prevede una serie di bandi utili allapromozione di comuni, borghi e manife-stazioni storiche e culturali, per valoriz-

zare le ricchezze degli splendidi borghidella nostra regione. A inizio febbraio èarrivata poi l'approvazione del Consiglio

Regionale della legge sui Cammini, per ilriconoscimento e la valorizzazione del si-stema degli itinerari e dei percorsi storici,religiosi e culturali.

Cultura, paesaggi e “vacanze esperien-ziali” sono i nuovi trend turistici. A taleriguardo come crede possa posizionarsila Regione Lazio, e in particolare la Cio-ciaria, nell’offerta legata al turismo ru-rale?“Si tratta esattamente delle principali di-rettrici del programma della Regione. Unpercorso partito già con il Giubileo dellaMisericordia, con la valorizzazione deicammini spirituali. Insieme ai bandi per lapromozione dei comuni e dei vari eventie manifestazioni culturali, abbiamomesso a disposizione circa 2 milioni dieuro di cui 1,6 per il “bando borghi” percui sono pervenute circa 170 domande.La Ciociaria con la via Francigena, il Cam-mino di Benedetto e i tanti borghi che lacostellano, si presenta come il fulcro diquesto progetto.”

“Il fascino dei piccoli centri medievali ancora

tutto da scoprire. Con“Lazio emozioni fuoriporta”, parte il nuovo

progetto della Regione Lazio finalizzato alla

promozione e alla valorizzazione dei piccoli borghi.”

Vico nel Lazio - Foto M. Intrisano

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E’ ancora valida a suo parere la politicadi valorizzazione del brand “Lazio” comeazione di marketing territoriale?“Assolutamente sì. Tra l’altro con la pro-clamazione del 2017 come ‘Anno deiborghi’ da parte del Mibact, questo per-corso di valorizzazione territoriale hagrandi potenzialità. Anche attraversoeventi social come gli InstaMeet e il la-voro costante che portiamo avanti con Vi-sitlazio e i canali social su natura, cultura,enogastronomia e sport. Credo sia ne-cessario instaurare un rapporto B2B percreare sinergie nel turismo.”

Quali sono, secondo lei, le nuove politi-che turistiche tendenti a valorizzare il ter-malismo 2.0? “Le tematiche del turismo sono oggi im-prontate sul viaggio/escursione comeesperienza emozionale per il benesseredell’individuo. È superato da tempo ilconcetto esclusivamente salutistico. Il ter-malismo oggi viene utilizzato da targeteterogenei, e in questa direzione devemirare anche alla valorizzazione del set-tore ed in particolare del Lazio, regionericca di acque termali e di impianti diqualità, talvolta ancora poco conosciuti.”

Fiuggi e le sue Terme come possono en-trare a far parte del sistema turistico in-tegrato con Roma?“Le Terme di Fiuggi sono tra le più ricchenella nostra regione, ma occorre crearepercorsi che comprendano tutti gli ele-menti di forza del territorio, dalle tradi-zioni enogastronomiche, ai luoghi dicultura fino ai percorsi nel verde, in mododa riuscire ad incontrare un bacinod’utenza più ampio e quindi diversificarel’offerta turistica di Roma in senso posi-tivo.” Silvia Tucciarelli

2017/Un anno contante iniziative

volute dal MiBACTper raccontare

tradizioni e culturadi luoghi

meravigliosi.L’Italia non è solo Roma, Milano, Firenze o Venezia. L’Italia è anche tutto quello cheruota intorno a queste grandi metropoli, una costellazione di piccoli comuni, borghimedievali e centri storici sospesi nel tempo, che arricchiscono il nostro territorio distorie popolari, conferendogli un’unicità tutta da scoprire. Culle di antiche tradizioni,scrigni di costumi secolari, custodi di vite genuine e sapori intensi, i borghi italiani sonotutto ciò che rendono la nostra Italia uno dei Paesi più ricchi culturalmente e artistica-mente. Tanti piccoli tasselli che compongono il nostro stivale, un puzzle di decine dimigliaia di pezzi con colori e forme sempre nuove, che si incastrano alla perfezione, invista di un progetto comune: la ricerca della bellezza. Ritmi lenti, campane mute e silenzi quasi irreali, si alternano a balli, mercatini, folkloree musiche popolari, che irrompono prepotenti quando c’è da far festa. Tutto questosono i borghi italiani. Questo è, soprattutto, l’Italia. Silvia Tucciarelli

Massimiliano Smeriglio

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I MONTI SIMBRUINI, DUEMILA METRI DI

VETTE PANORAMICHE EVALLI SELVAGGE

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Lembo autentico di vera montagna ap-penninica, i Simbruini nascono a nord interritorio di Arsoli e Rocca di Botte e sisviluppano con andamento NO-SE attra-verso un sistema di dorsali parallele, in-tervallate da ampi pianori carsici eprofondi valloni e ricoperte da estesi bo-schi di faggio, tra i più vasti in Europa.Lungo il margine meridionale costeg-giano l'alta Valle del fiume Aniene - cheproprio nei Simbruini ha le sue sorgentiprincipali - nei territori dei comuni di Cer-vara di Roma, Subiaco, Jenne, Vallepie-tra, Trevi nel Lazio e Filettino. A nord, interritorio abruzzese, si affacciano diretta-mente sulla Marsica e sulla piana del Fu-cino, tra i comuni di Tagliacozzo,Cappadocia e Capistrello.

Un territorio montuoso di oltre 60.000

“Alle spalle dellaconca di Fiuggi,pochi chilometri indirezione nord, oltrele colline che cingonogli Altipiani di Arci-nazzo, una lunga eimponente dorsalemontuosa si erge alconfine tra Lazio eAbruzzo: i montiSimbruini.”

ettari - protetto sul versante laziale da unParco Regionale, che con oltre 30.000 et-tari di estensione costituisce l'area protettapiù grande del Lazio - che si salda a sud,senza soluzione di continuità, col sistemaorografico dei Monti Ernici, che con anda-mento più tormentato prosegue semprein direzione SE fino a Sora, di fronte aimonti del Parco Nazionale d'Abruzzo,Lazio e Molise.

Un autentico polmone verde, a meno diun'ora di auto da Roma, L'Aquila e Frosi-none, con vette panoramiche che supe-rano i 2000 metri di altezza e si affaccianosu valli selvagge e solitarie; uno scrigno dibiodiversità ma anche un territorio ricco distoria e di tradizioni, dove la storia naturalesi intreccia con quella di santi, papi, nobilifamiglie, poeti ed artisti di ogni epoca.

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Monte Crepacuore - Foto A. La Candia

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zese, sgorgano il fiume Imele (poi Salto,immissario del lago omonimo) e il fiumeLiri e dalle pendici del Monte Crepacuore(1997 m) ha origine la spettacolare ca-scata di Zompo lo Schioppo, il salto d'ac-qua naturale più alto dell'Appennino.Acqua che plasma il territorio in gole,forre e valloni e costituisce l'habitat d'ele-zione per numerose specie animali: la sa-lamandra pezzata, la salamandrina dagliocchiali, il tritone comune e il tritone cre-stato, il rospo e la rana italica, la trotafario e il gambero di fiume.

E se la ricchezza di acque dà spettacoloin superficie, è nelle viscere della terrache un mondo magico e quasi del tuttosconosciuto si estende per decine di chi-lometri. Un vasto e articolato sistema dicavità ipogee si sviluppa a partire da do-line e inghiottitoi superficiali che siaprono tra i grandi pianori sommitali e siampliano in complesse successioni diambienti sotterranei di rara bellezza. Nu-merose sono le cavità conosciute ed

Simbruini, dal latino Sub-imbribus - sottole piogge: il nome che i romani davano aquesto territorio, più specificamente alversante della Valle dell'Aniene, per lapiovosità e la ricchezza di acque. Primosistema appenninico di una certa rile-vanza a occidente, una vera e propriabarriera alle correnti cariche di umiditàprovenienti dal Tirreno, i Simbruini sonointeressati da un tasso di precipitazionimediamente più alto rispetto ad altrearee più interne dell'Appennino. L'ele-vata piovosità unita alla natura carsica delterritorio, ricco di forre, inghiottitoi e vastie complessi sistemi ipogei, fanno deiSimbruini una vera e propria riserva d'ac-qua per una buona parte della regione.

Qui, ai piedi dei massicci del Monte Ta-rino (1961 m) e del Monte Cotento (2015m), ha origine il fiume Aniene, che racco-glie quasi subito lungo il suo corso il tri-buto del limpido e vivace torrenteSimbrivio, in territorio di Vallepietra. Anord-est, dai boschi del versante abruz-

esplorate, come la Grotta dell'Inferniglioin territorio di Jenne, l'incredibile sistemaacquifero della Grotta degli Urli, chenasce sulle creste del Monte Agnello e sisviluppa per chilometri sino a lambire ilcomune di Trevi nel Lazio o come il ma-gnifico complesso della Grotta dei Cervia Pietrasecca (AQ).

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“Dal Monte Crepacuore nasce la spettacolare cascata

di Zompo loSchioppo,

il salto d'acqua naturale più alto dell'Appennino.”

Trevi nel lazio - Foto M. Intrisano

Archivio Adarte

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Numerosi i rapaci, tra i quali l'aquila reale,il falco pellegrino, la poiana e il falco pec-chiaiolo, il maestoso avvoltoio grifone.Tra i rapaci notturni sono diffusi l'alloccoe l'assiolo, la civetta e il barbagianni.

Altrettanto importante il patrimonio ve-getale: le foreste di faggio dei Simbruinisono tra le più estese in Europa e costi-tuiscono senz'altro l'ambiente più rappre-sentativo di questa catena appenninica.

Dalle giovani e alte fustaie regolate daltaglio ai grandi patriarchi vetusti che re-sistono negli angoli più remoti della mon-tagna, alle macchie di tronchi contorti einvoluti, plasmati dal vento e dal gelodelle creste: la faggeta si manifesta intante forme diverse, sconfessando l'ideadi un bosco monotono e sempre ugualea se stesso.

L'estensione del territorio, la disposizionedi dorsali e valli, grandi altopiani carsici eprofonde vallate fa da scrigno a un auten-tico patrimonio di biodiversità: nellegrandi faggete sommitali vivono il lupo eil cervo, il capriolo e il gatto selvatico, enon di rado transita furtivamente qualcheesemplare erratico di orso bruno marsi-cano, in dispersione dall'areale del vicinoParco Nazionale d'Abruzzo. Non mancaovviamente una significativa rappresen-tanza dell'avifauna stanziale e migratoriaitaliana: dall'airone cenerino che abita ifondovalle al corvo imperiale che sorvolai grandi pianori carsici col suo inconfon-dibile richiamo gutturale; il gracchio al-pino e il gracchio corallino volano tra lerocce delle vette più alte, la coturnice sinasconde tra i ciuffi d'erba delle praterie

in quota, mentre l'allodola, il culbianco, ilfringuello alpino, il codirosso e il codiros-sone si mostrano tra i sassi dei pianori edelle radure. Nelle faggete mature a pri-mavera risuona il tambureggiare del pic-chio rosso maggiore e del raro picchiodorsobianco, più a valle nei querceti e trai campi si può ascoltare l'inconfondibile"risata" del picchio verde; altro messag-gero della primavera è il caratteristico cu-culo, mentre sono stanziali la ghiandaia,il colombaccio, la cincia bigia e la cinciamora, la cinciallegra e la cinciarella.

Alle quote inferiori, boschi misti di acero,carpino, frassino e altre essenze rico-prono i tormentati rilievi plasmati dal de-flusso delle acque superficiali, nonmancano poi vere e proprie particolarità,come la fitta macchia di leccio che rico-pre i pendii della Valle dell'Aniene da Su-biaco a Jenne.

Straordinario il patrimonio di specie flo-reali, che dalla fine dell'inverno fino agliinizi dell'autunno adornano boschi, ra-dure e praterie dal fondovalle fino allecreste più alte. Spiccano per bellezza epeculiarità delle forme le tante specie diorchidee selvatiche, dalle più comuni delgenere Anacamptis, Orchis e Neotineaalle rare e sontuose Ofridi, la cui infiore-scenza imita le forme di insetti come api,bombi e calabroni, con lo scopo di favo-rire l'impollinazione entomofila.

Ma lo spettacolo non si limita alle orchi-dee: tra la fine di maggio e l'inizio di giu-gno vere e proprie rarità punteggiano leradure più recondite della montagna,come la vistosa Paeonia officinalis, l'ele-gante Iris marsica o la delicata Fritillariatenella. E poi ovviamente la flora dei climipiù freddi, le genziane dai colori blu ogialli, gli anemoni, i narcisi, i ranuncoli …un assortimento davvero infinito che ri-chiama tanti appassionati in quello che èun vero e proprio orto botanico naturale. 11

“Grandi altopiani eprofonde vallatefanno da scrigno a unautentico patrimoniodi biodiversità.” Poiana con preda - Foto F. Ferreri

Assiolo

Genziana - Foto A. La Candia

Orchidea selvatica - Foto F. Ferreri

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un nucleo di monaci ortodossi approdatiin Italia sulle coste adriatiche e spintisifino alle aree interne dell'Appennino. Dacitare anche la figura di San Pietro Ere-mita, vissuto intorno all'anno mille traRocca di Botte, Tivoli e Trevi nel Lazio.

La storia successiva è storia di nobili fami-glie romane, di papi e abati che in unmodo o nell'altro hanno intrecciato le pro-prie vite con quelle dei luoghi: tra tanti, iBorgia a Subiaco ( la cui Rocca Abbazialeha visto nascere Lucrezia e Cesare, figli diRodrigo, futuro Papa Alessandro VI) e iCaetani a Trevi e Filettino.

Da sempre, una storia minore ma non perquesto meno importante si è sviluppatanei piccoli borghi, una storia fatta di me-

dando il nucleo di quello che diverrà poi ilmonastero del Sacro Speco. Un'altra decinadi piccoli cenobi sarà fondata dal Santonella valle, prima del suo trasferimento fi-nale a Montecassino.

Ma la natura aspra e selvaggia dei luoghiattirò anche altre figure spirituali nel corsodel medioevo, come la santa eremitaChelidonia, vissuta per oltre quarantaanni in ritiro fra i boschi e le rocce dellaMorra Ferogna, sopra Subiaco. Passò daqueste parti anche San Domenico abate,cui alcuni autori attribuiscono la fonda-zione del celebre santuario della Santis-sima Trinità presso Vallepietra, le originidel quale restano in realtà piuttosto mi-steriose, non potendosi escludere tra l'al-tro l'ipotesi della fondazione da parte di

LE VIE DELLASTORIA E DELSACRO

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Abitati sin dalla preistoria - come testimo-niano i recenti scavi effettuati nella cavità diMorra Cavorso, nel comune di Jenne, chehanno portato alla luce resti di sepolture ri-salenti all'epoca neolitica - i Simbruini furonoin epoca pre-romana abitati dagli Equi, unapopolazione italica di origine indoeuropea ilcui territorio si estendeva dalla Valle del-l'Aniene fino alla Valle del Salto e alla Mar-sica fucense. Noti per la loro fierezza, comemolte popolazioni italiche dell'Appennino,furono definitivamente soggiogati da Romaintorno al 300 a.C., al termine delle guerresannitiche, con la fondazione delle colonieromane di Carseoli e Alba Fucens.

In epoca imperiale, le valli dei Simbruini fu-rono spesso scelte come luogo ideale perla costruzione di importanti complessi resi-denziali: tuttora visibili sono i resti della villadi Traiano nei pressi degli Altipiani di Arci-nazzo e quelli della villa di Nerone lungo ilfiume Aniene. Fu proprio Nerone a volerela costruzione di diversi sbarramenti lungoil fiume, per dare vita a piccoli laghi balnea-bili, i Simbruina stagna, da cui deriverebbeanche il nome dell'abitato di Subiaco (Sub-lacum, sotto il lago) situato poco più a valle.

Intorno al 500 d.C. la storia della Valle del-l'Aniene si intreccia con quella del camminodi San Benedetto, che nel suo lungo pere-grinare da Norcia sceglie le aspre pareti roc-ciose a monte dell'abitato di Subiaco perritirarsi in preghiera e contemplazione, fon-

Sacro Speco di Subiaco - Foto F. Ferreri

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Da diversi anni l'ente Parco Naturale Re-gionale dei Monti Simbruini ha avviato unprogetto di sviluppo, recupero e manu-tenzione di una fitta rete di sentieri checopre tutto il versante laziale e le propag-gini dei Monti Ernici. Sentieri sempre bensegnati sul terreno, accompagnati da unacartografia di riferimento georeferenziataconsentono di esplorare ogni angolo delParco in totale sicurezza. Con una sceltadi itinerari che spazia dalle brevi passeg-giate turistiche di fondovalle, adatteanche ai bambini, alle ascensioni allevette più alte, a veri e propri anelli o tra-versate, è possibile avvicinarsi al territoriosecondo le proprie attitudini, senza re-stare mai delusi. Nel complesso si può af-fermare senza smentita che la retesentieristica dei Simbruini è in questomomento una delle migliori in Italia eprobabilmente la più sviluppata e docu-mentata in Appennino: in estate con scar-poni e bastoncini, in inverno con le

stieri e tradizioni, di un rapporto continuocon la montagna e col suo territorio di cuirimangono tracce costanti tra i pascoli,lungo gli antichi sentieri e i tratturi, nellepiccole chiese di campagna. Tra questi,merita senz'altro una citazione l'anticoborgo di Camerata Vecchia, costruito suuno sperone roccioso ai margini delgrande acrocoro di Camposecco e di-strutto nel 1859 da un incendio rovinoso,per essere rifondato poi più a valle inquella che è l'attuale Camerata Nuova.Tra le stradine che si snodano tra i restidelle vecchie abitazioni quasi inglobatenella roccia si respira ancora il saporedella vita dura di un tempo su questamontagna, madre severa ma amorevole.

ciaspole o gli sci di fondo, la rete sentie-ristica dei Simbruini garantisce emozionie avventura immersi negli spettacolariscenari del Parco in ogni periodo del-l'anno.

Tutti i centri che circondano il territoriodei Monti Simbruini, sia sul versante la-ziale che su quello abruzzese, sono facil-mente raggiungibili in auto attraverso leautostrade A24 e A25 da ovest e da est(uscite di Vicovaro/Mandela, Carsoli, Ta-gliacozzo, Avezzano) e A1 da sud (uscitedi Fiuggi e Anagni). La disponibilità distrutture ricettive di piccola e media di-mensione, sia nell'area di Fiuggi e degliAltipiani di Arcinazzo, così come lungol'alta Valle dell'Aniene e nella Marsica fu-cense, garantisce soluzioni di ospitalitàadatte a ogni tipo di turismo. Francesco Ferreri e Daniele Frigida (Orizzonti Simbruini)

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“La rete sentieristica dei Sibruini è una dellemigliori in Italia.” Tramonto Campo Ceraso - Foto D. Frigida

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IL PARADISO? A UN’ORA DA ROMA

Il Parco dei Monti Simbruini è la mag-giore area naturale protetta della Re-gione Lazio. 450 km di sentieri segnati,un incredibile patrimonio di fauna e flora,migliaia di appassionati ogni anno. Inuovi progetti raccontati da chi lo vivetutti i giorni, il presidente Enrico Panzini.

Quali sono le nuove iniziative che statemettendo in campo per valorizzare la ric-chezza del Parco dei Monti Simbruini?Il Parco dei Monti Simbruini è la mag-giore area naturale protetta del sistemadei parchi e delle riserve naturali della Re-gione Lazio e il suo territorio conservanon solo bellezze naturalistiche e paesag-gistiche, ma anche ricchezze artistiche,storiche, culturali e tradizioni locali, chemeritano una incisiva azione di tutela, dipromozione e valorizzazione da partedell’Ente. Per questo stiamo puntandomolto sulle attività Outdoor, trekking, Raf-ting, ciaspolate, MTBike cercando di fareda volano a tutte le associazioni e opera-

tori turistici del territorio attraverso i nostricanali web. Puntiamo molto anche su at-tività sportive all’aperto, primo tra tutte ilGran Trail dei Monti Simbruini. Il ParcoNaturale dei Monti Simbruini rappresentala meta ideale per chi ama la montagna,lo sport, la tranquillità e la buona cucina.

Dopo la messa a punto dei “sentieri delparco”, che tipo di risposte vi aspettate?L’ente ha puntato molto sulla riqualifica-zione della rete sentieristica. Oggi ab-biamo ben 450 km di sentieri segnati,tabellati e georeferenziati, riportati nellanuova Carta escursionistica del Parco.Inoltre l’Ente si è fatto promotore di unprogetto, denominato “Cammino Natu-rale dei Parchi”, attualmente in fase di at-tuazione, per la realizzazione di unitinerario di trekking di circa 430 km, sud-divisi in 27 tappe, che parte da Roma eraggiunge l’Aquila, attraversando i Parchiregionali dei Monti Simbruini, dei CastelliRomani, dell’Appia Antica, e il Parco na-zionale del Gran Sasso. Proprio in questigiorni stiamo ultimando il progetto “turi-smo ecosostenibile”, creando un canaleon line dove inseriremo tutte le proposteturistiche presenti nel territorio. Una sortadi catalogo on line dove tutte le strutturee gli operatori turistici potranno interagireper migliorare l’offerta turistica.

Quali caratteristiche presentano i princi-pali visitatori del Parco? I visitatori del Parco non sono solo i co-

siddetti “eco-turisti”, ma anche famiglieo singoli individui interessati a vivereun’esperienza unica nel suo genere e aconoscere le peculiarità ambientali, cul-turali ed eno-gastronomiche. Molto im-portante anche la presenza dellescolaresche, che visitano soprattuttol’area faunistica del cervo a Cervara diRoma, dove è possibile osservare esem-plari di questa stupenda specie. Infine c’èil turismo religioso presso i Monasteri be-nedettini di Santa Scolastica e di San Be-nedetto a Subiaco e presso il Santuariodella Santissima Trinità a Vallepietra.

A chi si deve rivolgere un turista pocoesperto per scoprire le bellezze e gli iti-nerari del Parco?Il Parco offre la possibilità di visite guidatenel territorio, aree faunistiche e località dieccellenza (sorgenti dell’Aniene a Fiu-mata, Cascata di Comunacque a Trevi, vi-site guidate e interpretazione delpaesaggio), sia con l’ausilio del personalespecializzato dell’Ente (in particolare perle scolaresche), sia con l’ausilio di guide,che fanno parte di associazioni del terri-torio, che organizzano escursioni di ungiorno e trekking o tour di più giorni. Ilturista potrà rivolgersi all’ufficio comuni-cazione e promozione del Parco al nu-mero 0774 827221 o visitare il sitoistituzionale www.simbruini.it L’Ente inoltre è presente sui Social media:Facebook, Twitter, Instagram, Youtube.Silvia Tucciarelli

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Foto Ente Parco Simbruini

E. Panzini

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CAMPOCATINO-LAMONNA: IL TREKKINGALLA PORTATA DI TUTTI

“Dopo un’ora dicammino incontriamoun cartello che ci in-dica le distanze da altrelocalità dai nomi unpo’ cupi (FemminaMorta, Passo del Dia-volo) oppure scorag-

gianti (MonteCrepacuore).”

Di tanto in tanto mi mettoad ascoltare le passioni di qualcun altro.Gliele faccio raccontare, per vedere se milascio coinvolgere, e fino a che punto.Con la montagna, per esempio, è andatacosì. L’appuntamento è alle 8.00. Unapartenza non troppo mattiniera, ma checi permetteva comunque di iniziare la no-stra giornata senza troppa ansia. D’al-tronde il percorso parlava chiaro: 2 ore edieci minuti all’andata, 2 ore e dieci mi-nuti al ritorno. Si parte dai 1793 metri diCampo Catino e si arriva fino a 1952metri, dove si trova la vetta della Monna,monti Ernici, provincia di Frosinone. Sen-tiero C.A.I. n. 4. Un dislivello di appena200 metri è l’ideale per chi, come me,non frequenta troppo la montagna. Unacosa che si può fare, da principianti. Di-cevamo della mattina: eravamo in per-fetto orario, zaino pronto, con dentropane e frittata, acqua, frutta, cannoc-chiale. E poi ci fidiamo dei nostri amici,esperti camminatori che, per l’occasione,ci daranno le – indispensabili - racchetteda trekking. Fuori è una bella giornata, la-

sciamo Alice (nostra figlia, 7 anni troppopiccola) dai miei, arrivano Giulio e Maria,si parte. Da Fiuggi per arrivare a CampoCatino si passa per Guarcino e si sale su.In tutto 50 minuti e arriviamo. Una voltasu ci accoglie un paesaggio lunare: la sta-gione sciistica è ormai alle spalle, puntiristoro e alberghi chiusi. Si vedono solomontagne e mucche sparse nella vallata.Intorno a me macchie di verde, ma poi ilpaesaggio diventa spoglio, arido. C’è unsilenzio irreale, il cielo è blu. Lungo ilcammino verso la Monna il sentiero è se-gnalato da tracce di vernice color rosso ebianco sui sassi: due strisce, e non sem-pre evidenti. La cosa dovrebbe esserequesta: tu vedi il segnale dipinto su unsasso, e vai in quella direzione, poi unavolta superato ce n’è (insomma ce ne do-vrebbe essere) subito un altro. Diciamoche, a parte qualche passaggio, ci siorienta abbastanza bene. Ci aspettanotre cime: Monte Vermicano, CampoVano, Monte Monna. La montagna incompagnia è ancora più bella, ti fa rac-contare cose della vita, te la senti più ad-18

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“Lo splendore delpanorama che ciaspetta fino alla

Monna ci spinge adandare avanti con

fiducia.”

dosso. La bellezza della natura, creata daseducenti tonalità di blu e sorprendentiforme di nuvole, ti fa vivere ogni istantecome una verità. Il vento ti attraversa,come una sottile lama fredda. Salendo leparole si fanno più rare. Dopo un’ora dicammino incontriamo un cartello che ciindica le distanze da altre località mon-tuose dai nomi un po’ cupi (tipo MonteFemmina Morta, Passo del Diavolo) op-pure scoraggianti (Monte Crepacuore).Ma lo splendore del panorama che ciaspetta fino alla Monna ci spinge ad an-dare avanti con fiducia. Il percorso versola vetta si fa sempre meno sterrato, esempre più pieno di sassi e ghiaia, men-tre sta arrivando qualche nuvola e il ventoforte e gelido si fa sentire nei passaggipiù esposti. Le viste sono mozzafiato: dalGran Sasso alla Maiella dipinta di lucirosse e lucenti del versante abruzzese,Frosinone, Monti Lepini e promontoriodel Circeo dalla parte laziale. Mentre sa-liamo maledico la mia imprudenza nelnon essermi portato un paio di guanti eun giubbotto a maniche lunghe. I ragazziche mi passano affianco hanno manichecorte, ma a volte - si sa – l’età fa la dif-ferenza. Per fortuna un po’ più in alto siintravede la Monna, con una croce svet-tante, che ci indica la vicinanza dellameta. La presenza di altri camminatori cifa ben sperare sulla riuscita dell’impresa.Un ultimo passaggio su una salita al-quanto rocciosa e scomoda e arriviamoin cima, stanchi ma felici. In vetta c’è sem-pre la voglia di ricordare qualcuno, si la-sciano santini come al Divino Amore:

forse perché da qui c’è un senso misticopiù forte, una vicinanza maggiore con ildivino che consola.Ora ci aspetta un immancabile selfie digruppo sotto la croce, e una buona mez-zora fatta di panini e riposo. Il sole ciscalda mentre noi, grazie al prezioso can-nocchiale, setacciamo i quattro punti car-dinali. Tra Collepardo e Vico, nellamacchia verde più fitta ecco – magnifica– ergersi la Certosa di Trisulti, un mona-stero spettacolare fondato nel 1204 D.C.e abitato da monaci cistercensi. Mi abbaglia la vista da quassù pensandoalle centinaia di anni di storia passati daquesto territorio, dove non è difficile im-battersi nel cippo divisorio tra il Regnodelle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. Maè già ora di ripartire perché le nuvole –che ormai hanno circondato la Monna –si fanno più intense: c’è un serio pericolodi pioggia. La via del ritorno è altrettantobella, ma più faticosa, con un vento ancorpiù gelido e il passo svelto. La vista è piùconsapevole. Pagato pegno a un po’ diinesperienza, la montagna ci regala sen-sazioni belle e soprattutto una pienezzad’animo che ci rimane addosso pergiorni. Dopo oltre quattr’ore di camminoe scenari di rara bellezza, la conca erbosadel Vermicano ci porta verso la base diCampo Catino. Questa volta ci sembratutto più familiare, compresa la locandaaperta che ci appare come un miraggio:un tè caldo e ottimi amaretti di Guarcinoci rimettono in sesto. Il quel momentonon volevamo altro: solo parlare della no-stra prossima uscita. Andrea Giorgilli

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La Monna Campo Catino

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LA VIA FRANCIGENA E LAVIA BENEDICTI, IL MISTI-CISMO DEGLI ITINERARICIOCIARI

“Alla scoperta delpassaggio dei santi.Scegliete voi l’itinera-rio e iniziate il cam-mino: un incredibilepatrimonio naturale eartistico vi attende.”

Sin dall'Alto Medioevo, la Via Francigena,ha rappresentato l’itinerario più seguitoda tutti quei pellegrini che dall’Europadel centro-nord, e in particolare dallaFrancia, si mettevano in viaggio per rag-giungere la città di Roma, sede del Pa-pato e cuore della Cristianità.Complessivamente la Via Francigena delSud vanta un percorso di circa 700 Km,alcuni dei quali si snodano tra i paesini ei comuni della Ciociaria. Da Montecas-sino, fino all’antico feudo del Vescovoad  Acuto, segnalato per l’affascinantestruttura medievale del centro storico eper il castello dalle torri cilindriche.Da Anagni fino ad arrivare ad Arce, e an-cora Ceccano, passandoper Ceprano, Ferentino, Fontana Liri, Fro-sinone e Piglio, che si estende tra la Valledel Sacco e la Valle dell’Aniene, dove lelegioni romane si scontrarono con Anni-bale, e poi ancora  Paliano,  Serrone emolti altri ancora.Lungo la Via Francigena del Sud si snodaun patrimonio artistico e architettonicosuggestivo e variegato, che dal gotico ci-stercense, si fonde e si confonde con ilromanico più puro, contribuendo enor-memente a rendere questo itinerario unpercorso turistico suggestivo.Nel pren-dere parte a questa esperienza turistica,ma anche allo stesso tempo spirituale, sipossono intraprendere due percorsi dif-ferenti ricchi di siti archeologici che ti sor-prenderanno: quello della Via Prenestina– Via Latina e quello della direttriceAppia; lungo le quali si incontrano rispet-tivamente l’Abbazia di Casamari e diMontecassino, e quelle di Fossanova eValvisciolo. Agata Fassi

LA VIA FRANCIGENA DICIOCIARIA

Un viaggio affascinante sulle orme di SanBenedetto. 16 tappe che si snodano perben oltre 300 Km, un lungo tragitto chedalla cittadina di Norcia continua suiMonti Sibillini a Subiaco, per poi scen-dere lungo la valle dell’Aniene fino a rag-giungere Cassino, attraversando i luoghipiù importanti e suggestivi che hannocontraddistinto la vita del Santo da Nor-cia. Atmosfere intense e avvolte da unospirito di grande contemplazione. Tutto questo è quello che contraddistin-gue il cammino della Via Benedicti: unlungo itinerario alla scoperta di meravi-gliosi siti che ti sorprenderanno: i Mona-steri di Santa Scolastica e San Benedettodel Sacro Speco a Subiaco; la Certosa diTrisultii a Collepardo, ll’Abbazia di Casa-mari a Veroli, l’Abbazia di Montecassino.Quello che vi attende non è solo un viag-gio alla scoperta della figura del santo,ma una vera e propria esperienza misticae spirituale che vi condurrà alla scopertadi alcuni tra i personaggi storici e religiosiche hanno fatto la storia del nostroPaese. Da Francesco d’Assisi a Santa Maria daCascia, fino a Tommaso d’Aquino; unlungo percorso che vi permetterà di go-dere del patrimonio culturale, storico, na-turalistico, religioso che contraddistinguela provincia di Frosinone. Un itinerario che, per quanto lungo e fa-ticoso, non presenta particolari criticità,prestandosi dunque ad essere intrapresoda chiunque abbiamo voglia di vivereun’esperienza mistica indimenticabile inqueste splendide valli. (A.F.)

IL CAMMINO DISAN BENEDETTO

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Abbazia di Montecassino Foto A.Marzilli

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FIUGGI, VIAGGIO AL CENTRO DEL BENESSERE

“Da parco termale awellness destination,Fiuggi nel giro di qualche anno ha cambiato il modo di vivere la vacanza.

Il segreto? Strutture moderne, accoglienti SPA,

alimentazione sana elunghe passeggiate. ”

Ci sono cose che si trasformano neltempo. Anche se non ce ne accorgiamo.Non riusciamo a stabilire l’esatto mo-mento del cambiamento, ma poi ci ren-diamo conto che qualcosa è cambiato. Ilconcetto di “benessere” per esempio.Gli stili di vita, il viaggio, il cibo, la salute,l’estetica, l’età, il tempo, lo spazio. Tuttointorno a noi parla di cose nuove, di unnuovo modo di interpretare la realtà. Unnuovo mondo. E su questo mondoFiuggi si è trasformata: da parco termaleè diventata una wellness destination.Quanto è successo è dovuto soprattuttoalle iniziative di singoli alberghi che, nelcorso degli anni, hanno realizzato le SPAcon tutto quello che ne consegue: pi-scine, massaggi, trattamenti, percorsi dibellezza, tabelle nutrizionali, dietologi, ecosì via. Hanno saputo – questo sì – in-tercettare un flusso turistico sempre piùampio e indistinto che chiedeva non soloriposo ma anche “voglia di star bene”. Ecome si fa a far star bene le persone che

vengono in vacanza per una settimana, oanche solo per un weekend? Come si faa intercettare i bisogni di un pubblicotanto differente? Come si combatte unnemico invisibile chiamato stress? Unostatus dell’essere umano che è quasi unmoto continuo, e che nessuno sa benecos’è. Lo stress, una condizione del-l’anima prima ancora che del corpo. Al-lora l’antidoto, vincente, è quello dipresentare strutture attrezzate per riequi-librare corpo e mente, offrire servizi chepromettono mirabilie, consigliare pro-dotti idratanti, rassodare il girovita, toni-ficare i muscoli, combattere smagliaturee cellulite, riportare la pelle al suo anticosplendore. Un’isola di benessere a tuttotondo: comfort e relax, leggerezza eforme d’acqua, massaggi e creme rasso-danti, profumi e musica lounge di sotto-fondo. Una sensazione che nessuno sabene cos’è, ma quando arriva te ne ac-corgi. Questo vuol dire, oggi, scegliereuna fuga di piacere a Fiuggi.

Ma detto così sembra quasi banale, biso-gna provarlo un centro benessere, al-meno una volta nella vita. Ne uscireteentusiasti. La maggior parte delle SPA si trova in luo-ghi immersi nel verde, in cui godere in as-soluta tranquillità dei trattamenti dainomi creativi per una corretta “mise enforme” come sauna finlandese e per-corso kneipp, docce tropicali e tunnel diacque emozionali, stanza del sale e ca-bina di nebbia fredda, hammam e ara-bian suite spa, massaggi ayurvedici,shiatsu e rassodanti, sedute di yoga ecosì via. I migliori centri sono dotatianche di palestre attrezzate per dedicarsiall’esercizio fisico e schede nutrizionaliper una corretta alimentazione. Ci sono pacchetti all’insegna del “Wel-lness&Food” per tutti i gusti: per giovanie meno giovani, per coppiette romanti-che o famiglie numerose magari attra-verso un servizio nursery per godere diun po’ di relax. Andrea Giorgilli

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“Serpenti, cactus, bava e birra: ecco i trattamenti di bellezza più strani del mondo.Costosi, curiosi, con una validità scientificatutta da verificare. Ma richiestissimi! ”

1. Balsamo allo sperma di toro. Pro-blemi di calvizie? Sembra proprio che co-spargersi i capelli di seme di toropotrebbe essere la soluzione giusta. Lofanno al TheBroot di Santa Monica, Cali-fornia. Lo sperma è di tori reali e si sup-pone che possa rafforzare il fusto delcapello e promuoverne la crescita. Prezzoaccessibile: 7 dollari a seduta.

2. Il massaggio al cactus. Al Four SeasonResort di Punta Mita in Messico un pun-gente massaggio con il cactus per idra-tare la pelle e rimuovere le tossine. Matranquilli, prima di essere strofinate sullapelle, le foglie di cactus vengono riscal-date, ammorbidite e gli aghi rimossi!

3. Antirughe alla bava di chiocciola.Avete capito bene: un trattamento allabava di lumaca. Un costoso trattamentoanti-age che consiste nel farsi camminaresulla pelle del viso 3 lumache per lasciarlelibere di produrre le loro secrezioni ricchedi proteine e antiossidanti. Se volete unapelle morbida e idratata basta andare alCelebrity Escargot Course, in Giappone.

4. Massaggio ai serpenti. Ada Barak dHaifa in Israele, fattoria di piante carni-vore, propone ai suoi ospiti un rilassantemassaggio con i serpenti. Per lenire do-lori muscolari ed emicrania basta sten-dersi sul lettino e farsi strisciare i simpaticirettili sulla schiena. Bastano 80 dollari.

5. Schiaffi alla tailandese. Immaginatevischiacciamento e manipolazione dellapelle, più una serie di schiaffetti leggeri pertonificare la pelle. A San Francisco (Usa)vanno di moda, 15 minuti di "Thay slap"costano 350 dollari. Sono gli schiaffi thay,un impareggiabile trattamento di bellezza.

6. Maschera di bellezza al guano di uc-cello. 180 sterline per una sessione di 90minuti di Gheisha Facial: gli escrementidi uccelli sarebbero infatti ricche di unaminoacido in grado di sbiancare la pellee ripararla. Si tratta del guano di un par-ticolare usignolo dell'isola giapponese diKyushu. Ma prima di essere passato sulviso, viene opportunamente sterilizzato.Alla SPA dell' Hilton Hotel di Londra.

7. Il bagno nella birra. Rispetto agli altritrattamenti è quasi un sollievo. Da 10anni la birreria Chodovar nella Repub-blica Ceca offre bagni terapeutici di 20minuti nella birra, distillata in una specialemiscela ricca di minerali utili alla salute dicapelli, pelle, unghie e alla circolazionedel sangue. Andate al pub, ordinate duebionde e versatevele addosso. G.P.

7CURIOSITÀ DAL MONDOBEAUTY

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Finalmente la settimana chehai sempre sognato. Quella in cui dovraiprovare soltanto una sensazione rara epreziosa: quella di star bene. L’albergo èdi quelli accoglienti, comfort ed ele-ganza, centro benessere e massaggi,escursioni e relax. È chiaro che si puòprovare tutto. Ci vuole un po’ di tempoma poi uno si abitua ai “percorsi nel be-nessere”. All’inizio ti senti quasi ridicolocon quell’accappatoio bianco, le ciabat-tine bianche a fare pendant, mini mutan-dine giuste giuste. Ti guardi intorno,guardi chi frequenta una SPA, e ti accorgiche ci sono persone di tutte le età: i ra-gazzi giovani, le coppie innamorate tutto

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PENSIERI SCET-TICI DA UNBAGNO TURCO

tatuaggi-piercing-barba-hipster, i post-quarantenni che iniziano a rimpiangere icapelli di un tempo e maledicono qual-che chilo di troppo, gli amanti in fuga(sguardi ammiccanti che promettono fol-lie), ma anche gente con l’aria di chi la salunga, habitué in cerca di nuove emo-zioni, coppie che si amano – come fannosempre – da trent’anni che glielo leggi infaccia. Sauna e bagno turco, piscina ri-scaldata con idromassaggio, docce emo-zionali e frigidarium: lo scetticismo inizialelascia spazio a una sensazione piacevolee rilassante. Se poi ci abbini un bel mas-saggio di coppia, aiuta a ritrovare quel-l’armonia che credevi perduta da tempo.Insomma ciascuno a modo suo è dispo-sto a farsi docce gelate, sopportare uncaldo asfissiante, mettersi sotto lame

d’acqua, attraversare stanze del sale, se-guire percorsi orientali senza sapere benecosa siano, tutto per puntare allo stato dibenessere e ritornare in forma. Quandosei a Fiuggi ti senti esattamente così. Inpace con te stesso e con il mondo. Unosi porta un libro, si sceglie una piazzettae si mette a leggere. Ti accorgi che esi-stono le persone: hai il tempo di guar-darle in faccia, di parlarci, di conoscerle.Un viale alberato, alimentazione correttae acqua di sorgente. Ti viene voglia per-fino di fare sport. Ecco, la tua settimanaall’insegna del wellness è compiuta. E c’èstato anche il tempo di leggere quel libroda troppi giorni fermo sul comodino. Mala pace dei sensi, davvero no, non l’haimai raggiunta. Giaime Pintor

“All’inizio ti sentiquasi ridicolo conquell’accappatoio

bianco e le ciabattinea fare pendant, conmini mutandine giu-ste al punto giusto.Ma poi diventa il tuomondo quotidiano.

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FIUGGI, DA CENTRO TERMALE A WELLNESSDESTINATION

“La natura ovunquee i parchi termali. Maanche un brand e unostile di vita. Ecco lanuova frontiera del benessere a due passi

da Roma. ”ilmioviaggioliber�

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FIUGGI, NATURA E PARCHI TERMALI Fiuggi si posiziona in un contesto di bel-lezze naturali. Una piccola cittadina turi-stica caratterizzata da luoghi e struttureaccoglienti, dove passare piacevolmenteil tempo, gustare la cucina locale, rilas-sarsi in piscine e centri benessere. Nume-rosi sono i negozi e i punti ristoro cheallietano le passeggiate in centro. Per chiama stare all’aria aperta, tanti percorsi na-turali dove camminare o andare in bici,fare sport di tendenza come il nordic wal-king e un borgo medievale tutto da sco-prire. Un posto ideale dove sfuggire dallaroutine quotidiana, preda della fretta edel caos.

LA FONTE BONIFACIO VIIILa Fonte Bonifacio VIII fu costruita agli inizidel secolo in stile liberty di cui il sugge-stivo portale ne è testimonianza. Alla finedegli anni ’50 venne affidato all’Arch. LuigiMoretti, noto tra le altre cose per aver rea-lizzato il Palazzo Watergate di Washington,il progetto di sistemazione e ampliamentodella Fonte. Oggi, oltre ad essere una mi-rabile opera di architettura moderna, laFonte Bonifacio VIII rappresenta un’effica-cie esempio di architettura che trova la ge-nesi delle sue forme nello studio deglielementi strutturali che la compongono.All’interno della Fonte le barriere architet-toniche sono state abbattute e moderni Panorama Fiuggi - Foto A.Festa

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ascensori e tapis roulant facilitano gli spo-stamenti dalla parte bassa a quella alta. Ca-ratterizzata dall’alternarsi di spazi aperti echiusi e da una lussureggiante vegetazioneè il luogo ideale per dedicarsi al benesseredel proprio corpo. Un viale centrale acco-glie il visitatore: aree polifunzionali, spazidedicati ai grandi eventi, sala concerto,caffè, centri meeting, vetrine per lo shop-ping. All’interno si organizzano mostre,concerti, convegni, presentazioni di libri.

LA FONTE ANTICOLANALa Fonte Anticolana, invece, anche detta“Fonte Nuova”, poiché inaugurata neiprimi anni ’20, è situata all’interno di unvastissimo parco naturale. Essa, insiemealla Fonte Bonifacio VIII, dà vita a uno deicomplessi termali più grandi e più antichid’Italia. Al suo interno si possono ammirare spe-cie arboree e floreali che nel corso deglianni la mano dell’uomo ha aggiunto aquelle già esistenti: cedri argentati, se-quoie, sempreverdi e fiori di ogni tipo. Iviali alberati e i sentieri delineati tra leaiuole fiorite offrono la possibilità di rilas-sarsi con lunghe passeggiate. Inoltre, laFonte ospita numerose strutture ricrea-tive, sportive e ludiche, tra cui: un’ampiapista da ballo con bar annesso, campi datennis, di bocce, il minigolf, un attrezzatoparco giochi e il trenino per godere di ungiro turistico all’interno del parco. Tuttociò nell’intento di allietare gli ospiti du-rante il loro soggiorno.

FIUGGI, L’ACQUA DEL BENESSEREL’acqua di Fiuggi è famosa in tutto ilmondo per le sue qualità terapeutiche, difatto fa bene all’organismo. Ma in chemodo? L’acqua di Fiuggi è un acqua oli-gominerale con una bassissima concen-trazione di sali minerali: è soprattutto

povera di calcio e ha un contenuto mi-nimo di sodio. Grazie alle sue proprietàdiuretiche, e alla certificata presenza diuna sostanza in grado di disgregare i cal-coli, è particolarmente efficace nella curadei calcoli renali e delle infezioni alle vieurinarie. Per questo è accreditata pressoil Servizio Sanitario Nazionale. Le sue qualità erano già conosciute nelsec. XIII quando Papa Bonifacio VIII, natoad Anagni in Ciociaria, se la faceva por-tare in Vaticano da Anticoli di Campagna(come allora si chiamava Fiuggi); e la co-nosceva anche il grande Michelangeloche nel 1549 scriveva: "Io ò bevuto circadue mesi sera e mattina d una aqqua duna fontana che è a quaranta migliapresso Roma, la quale rompe la pietra; equesta à rotto la mia e fattomene orinargran parte. Bisògniamene fare amuni-zione in casa e non bere né cucinar conaltra, e tener altra vita che non soglio.”

ACQUA FIUGGI, UN BRAND E UNOSTILE DI VITA Chi beve acqua Fiuggi sa che per otte-nere i massimi benefici e confermare lostorico slogan “Acqua Fiuggi vi mantienegiovani!” deve rispettare un giusto re-gime alimentare, praticare attività fisicacon regolarità, evitare il fumo e gli alcoliciin eccesso. L'acqua minerale Fiuggi, oggi disponibile- oltre al vetro - nel nuovo e pratico for-mato da 50 cl in plastica, si può trovarenelle varianti naturale, leggermente friz-zante e frizzante. Acqua Fiuggi si trovanei punti vendita della grande distribu-zione e nei negozi di generi alimentari inItalia. All'estero, oltre a rafforzare la suapresenza in mercati storici come quellodel Canada, degli Stati Uniti e dall’ Au-stralia, l’azienda sta progressivamenteampliando la presenza in mercati

nuovi  come  Russia,  Cina  ed  EmiratiArabi. Ma per godere appieno della suaazione è fondamentale berla, almenoqualche giorno all’anno, direttamentedalla fonte presso le terme di Fiuggi.

Fonte Bonifacio VIII - Foto M.Intrisano

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GOLF CLUBFIUGGI 1928

Dalla Fonte di Bonifacio VIII alla riservanaturale del Lago di Canterno, 18 bucheche coprono un territorio di oltre 73 et-tari, una lunga distesa di manto erbosoper oltre 5.800 metri, un percorso sugge-stivo immerso nel verde lussureggiantedella splendida cittadina termale diFiuggi, in Ciociaria. Tutto questo è il Golf Club 1928, doveconiugare sport e benessere si può. Tra i campi più belli e rinomati a livello na-zionale, il Golf Club vanta una lunga sto-ria alle spalle, scadenzata dalle visite edal passaggio di personaggi illustri, e dagare e tornei prestigiosi, che hanno fattodel circolo un vero e proprio fiore all’oc-chiello per tutti gli appassionati. Un’ oasinaturale lontana dal trambusto della città,l’unico campo italiano ecosostenibile ecompletamente naturale, dove godersiun’intera giornata all’insegna del relax edel benessere. Chine naturali, green ben difesi e fairwaymolto curati, fanno da contorno al trac-ciato, conferendo fascino a un luogo chesembra come appartenere a una dimen-sione parallela.Con un par 70, il campo del Golf diFiuggi si contraddistingue per un per-corso tutt’altro che facile, tanto da entu-siasmare e richiamare i giocatori e iprofessionisti più intrepidi, che amanomettersi alla prova, sfidando se stessi e leloro capacità. E poi ancora piscine, campida tennis e lunghi sentieri percorribili apiedi, insomma, tante soluzioni per tutti,un’occasione imperdibile per ammiraretutta la bellezza del circolo e concedersiil giusto mix tra riposo e attività sportiva.Il Golf Club ospita anche un campo pra-tica dove gli esordienti hanno l’opportu-nità di prendere lezioni da maestrifederali singolarmente o in piccoligruppi. Inoltre, all’interno dell’impiantosono disponibili una Club house con un

bar e un ristorante in cui gustare i piattitipici della tradizione culinaria locale, unPro shop, la piscina e il campo da palla-volo; questo consente al golfista, al te-mine di una gara o di un semplice giro dicampo, di trascorrere momenti di relax inun ambiente piacevole e accogliente.(S.T.)Contatti:S.S. Anticolana snc 03014 Fiuggi (FR)Mail: [email protected]: 0775 515640

PROGRAMMA EVENTI ESTATELUGLIO 20172 Luglio: Orange Jacket Cristian events;6 Luglio: III° Millenium – Agis;9 Luglio: Viaggiare Golf Trophy by BosiArgenti 4°tappa;15/16 Luglio: Conca d’oro città di Fiuggi2017 “Memorial Corrado Foschi”;21/22/23 Luglio: Gara Nazionale 54buche “Conca d’oro Fiuggi 2017”.30 Luglio: VIII° MEMORIAL L.Ambrosetti

AGOSTO 20175 Agosto: 14° circuito “Golfaid” by Diga;6 Agosto: Il mio migliore amico A.I.A.G.;13 Agosto: Cream Jacket Cristian events;14/15 Agosto: Doppio di Ferragosto;

19 Agosto: Gara della Madonnina;20 Agosto: Viaggiare Golf Trophy byBosi Argenti 5° tappa;27 Agosto: VIII° Trofeo Banca CentroLazio Filiale di Fiuggi.

SETTEMBRE 20173 Settembre: “Conchetta d’oro Città diFiuggi 2017” Trofeo Giovanile – OPEN;10 Settembre: V° Memorial M.Boccitto;16 Settembre: Campionato soc. Cassino;17 Settembre: Campionato Sociale Cas-sino (Gara aperta a tutti);24 Settembre: Trofeo Rotary;30 Settembre: A.N.C.D.A. Ass. Nazionalecontro il disagio e l’alcolismo

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IL RITORNO DELL’UOMO:QUANDO LA SALUTE

PASSA ATTRAVERSO LABELLEZZA

Si parla di tanto di Benes-sere, ma non si dice mai cosa è la Salute,eppure per star bene tutti vanno in va-canza. La prima cosa infatti è staccarsi daiproblemi del quotidiano, staccare laspina, ritrovare equilibrio. Lo dice la OMSe lo dicevano i vecchi saggi: “La Salute èEquilibrio”, dinamico, tra il nostro corpo,la nostra mente e l’ambiente che ci cir-conda. Ecco perché passeggiare tranquil-lamente in un bosco sorseggiandoun’acqua miracolosa e lasciando andarei pensieri è sempre stato un ottimo coa-diuvante alla terapia. Una malattia, di-ceva Ippocrate, nasce dalla rotturadell’equilibrio, “dis-crasia”, è cioè ilmodo con cui il nostro organismoesprime una difficoltà. I francesi dicono:“mal-a-die: “Il male ha detto”. Quindi bi-sogna ascoltarlo per ristabilire un correttoequilibrio, “eu-crasia”. Ovvio che ognimalattia è dovuta a più fattori (organico,mentale, energetico) e che quindi ognibuona terapia dovrebbe integrare mezzie pratiche per aiutare il corpo, la psichee il rapporto con l’esterno a trovare unapersonale via di guarigione.Questo semplice concetto, anche se è

antico di millenni, è alla base della mo-derna ‘Medicina Integrata’, c’è chi lachiama ‘Olistica’ (da “Olis”, siamo untutt’uno) e chi la definisce ‘Sistemica’ (i fi-sici dopo Einstein), ma è sempre la stessacosa per dire: “Al centro della Medicinac’è l’Uomo.” E’ bella l’antica immaginedell’Uomo come un’entità che si ritrova,in piedi, tra Cielo (mente) e Terra (corpo)e che trova l’equilibrio grazie al Respiro(in latino ‘Spiritus’). E non ditemi chequando si sta passeggiando tranquilla-mente in un bosco, o quando ci si sta ri-

lassando ai bordi di una calda piscina, oquando si sta godendo un bel libro o unbuon pasto (per non dire altro), non avetemai avuto una meravigliosa sensazione diequilibrio, di essere “in pace di Dio”. Perquesto fa bene la vacanza! Questa vi-sione ridona all’uomo la sua integrità in-dividuale: siamo tutti uguali e diversi.“Non esiste la malattia, esiste il malato”.Anche questo diceva Ippocrate, secondocui le basi di ogni terapia sono tre:”Quello che mangi, quello che bevi e gliesercizi che fai.” Quindi occorre seguireuna sana alimentazione; “quel che bevi”(non parliamo solo dell’acqua di Fiuggi,siamo per l’80% fatti di acqua) significa‘Disintossicare’; con “esercizi” si intendeuna buona Pratica di Salute. Ecco un

buon esempio di Medicina Integrata.(Ovviamente seguendo con disciplinaeventuali prescrizioni mediche.) Ecco allora che una breve vacanza ter-male può rivelarsi un’ottima occasioneper rompere la spirale cronicizzante diuna malattia e riattivare così i naturalimeccanismi di difesa (“Vix Medicratix Na-turae”). Nulla però può accadere semanca l’Intenzione, la “Buona Volontà”.Ora potrei dire una bellissima cosa chemi piace tanto come scienziato, ma ho ildubbio che venga interpretata come‘fuori tema’, eppure mi va di citare il piùgrande guaritore di tutti i tempi (facevaveramente miracoli). Egli aggiungeva alconcetto di Equilibrio tra mente (Cielo-“Padre”), corpo (Terra-“Figlio”) e am-biente (Respiro-“Spirito”) un aggettivoessenziale: “Santo”. Ovvero diceva cheoccorre assolutamente la “Voluntas Pul-chretunidis”, cioè “Intenzione di Bel-lezza”, insegnava che la vera Bellezza èsenza interesse, che fa star bene se stessie chi ci circonda, che non toglie niente anessuno, anzi, come quando si gode unbel panorama questo diventa ancor piùbello se condiviso. La vera Salute in realtàè in questo attimo, fuggevole ed eterno. Dottor Gabriele Carcano, presidenteU.P. "Giocosa Arte" Onlus

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BODY & MIND:SENTIRSI LIBERIPER SENTIRSI

GIOVANI

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ogni giorno ha cura di te nella Prevenzione Cura e Riabilitazione

Alimentazione Integrata ogni lunedì pomeriggio sarà presenteuna dottoressa dietista per consigli per-sonalizzati gratuiti

Auto-AnalisiGlicemia, Quadro lipidico (Colesterolo-Trigliceridi), Misurazione Pressione Arte-riosa, Holter pressorio, Intolleranzealimentari, Test DNA, Doppler circola-zione venosa (Monitoraggio valori perso-nali), termografia dermica.

Controlli gratuitiAderenza alla terapia. Integrazione com-plementari.Indice di Massa corporea, Densità ossea(osteoporosi), Circolazione venosa (spet-trometria venosa), Vista*, Udito*, Maloc-clusione mandibolare*.

Laboratorio GalenicoProdotti Officinali, Magistrali, Veterinari(preparazioni galeniche e farmaci “or-fani”)

ConsulenzeMedicina Integrata, Alimentazione, Die-tetica, Galenica, Omeopatia, Disintossi-cazione Omotossicologica, Floriterapia,Psicoterapia*, Postura e Movimento*.

Giornate dedicate (open Day)Osteoporosi e problemi articolari, dieta ealimentazione consapevole, inestetismida cellulite, diabete e glicemia, coleste-rolo, incontri di ostetricia e preparazionealla cura del bimbo, fitobiostimolazione(trattamento Yong Again.*)

Corsi EventiEducazione alla Salute, AlimentazioneConsapevole, Medicina Cinese (TaiJi-Quan, Qi Cong, Bagua, Nei Gong), Spe-rimenTango, Postura e Movimento,Disegno sinestetico (*)

Comunicazione e PromozioniCartaSalute ORO, Buoni premio, Scontisu prodotti ed eventi. Sito www.farmalibri.it, Pagina Facebook; “FarmaciaOlistica”,gruppo wattsapp“CartaSaluteORO”, News letters men-sili, minirivista TuttaSalute, AssociazioneCantiereSaluteOnlus (scuola di forma-zione tecnici del benessere ASI/CNUPI).

(*) in collaborazione con professionisti, im-prese ed associazioni in rete spontanea conUniversità Popolare “GiocosaArte”.

La Farmacia dei Servizi

Che lo sport faccia bene e mantenga ilnostro corpo tonico e asciutto è un datodi fatto. Le nuove tendenze ci hanno ormai abi-tuato a concepire il benessere e la bel-lezza come strettamente correlatisecondo stereotipi e canoni che aspiranoalla perfezione fisica. Si sa, lo sport contribuisce ad aumentarela propria autostima, è motivo di socializ-zazione e - insieme a una vita sana e adun’alimentazione corretta ed equilibrata- ha da sempre rappresentato un vero eproprio caposaldo per il raggiungimentodel benessere psico – fisico, anche perquelle persone che non possono più es-sere considerate dei “giovanissimi”. Tragli over 50 e over 60 infatti, un regolareesercizio fisico risulta essere particolar-mente indicato, rappresentando un veroe proprio elisir di lunga vita.

I trend degli ultimi anni, insieme alle variericerche, confermano come oggi le pale-stre risultino essere molto più popolatedagli over 50 rispetto a qualche decenniofa. Così come è stato dimostrato che glisport più energici e faticosi, fatti di pesi emacchinari stravaganti, abbiano subìto unduro colpo a favore dei cosiddetti “bodyweight training” i quali, sfruttando unica-mente il peso del proprio corpo, conferi-

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E se vi dicessimo che sono sufficienti soli20 minuti al giorno per sentirvi più gio-vani facendovi andare indietro negli anni,ci credereste? Sedetevi un momento, perché quelli chestiamo per svelarvi sono dei veri e proprisegreti che potrebbero garantirvi una se-conda giovinezza. Cinque esercizi di stretching combinati aun maggior controllo della respirazione,vi aiuteranno ad avere una maggiore con-sapevolezza del corpo. Cinque riti basati

sui principi dell’ayurvedica, i cosiddetti“Riti Tibetani” considerati un vero e pro-prio elisir di lunga vita. Per quel che concerne la storia e le originidi questa pratica le ipotesi sono varie, maciò che sembra certo è che molti monacipraticavano questo sistema di esercizi giàoltre 2.500 anni fa sulle montagne dell’-Himalaya. Cinque semplici posizioni che,se svolte quotidianamente, contribuireb-bero sul lungo periodo a mantenere gio-vane sia il corpo che la mente di chi lepratica, aiutando a rendere il propriocorpo più armonioso, lasciando chel’energia vitale che inconsciamente pre-serviamo al nostro interno, circoli libera-mente dalla testa ai piedi, massaggiandoi nostri organi e ristabilendo il giustoequilibrio tra mente psiche e spirito. Se-condo gli esperti la pratica costante egiornaliera di questi esercizi contribui-rebbe ad ostacolare l’avanzare dell’etàbiologica. Tra i motivi che accertano quanto dettofinora c’è la convinzione che questi sareb-bero correlati al giusto funzionamentodei cosiddetti Chakra: punti carichi dienergia situati in corrispondenza dellesette ghiandole endocrine del nostrocorpo, il cui funzionamento inciderebbesulla nostra salute e allo stesso tempo sulnostro umore. In effetti, in condizione ot-timale, questi centri ruoterebbero agrande velocità lasciando che l’energiasia libera di circolare e raggiungere ognisingola parte del nostro corpo, conferen-dogli così maggior armonia e benessere.Ma se qualcosa non va, allora ecco chequesti centri si bloccano o più semplice-mente rallentano il loro movimento, com-promettendo il nostro equilibrio. Ricaricatevi di energia attraverso i piccolisegreti dei riti tibetani, vi sentirete subitomeglio!. Agata Fassi

20 MINUTI ALGIORNO PERTORNARE

GIOVANI. I RITI TIBETANI

DELL’ETERNAGIOVINEZZA

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scono a quest’ultimo maggior sinuositàed elasticità muscolare con il minimosforzo, tanto da poter essere praticate datutti, nonostante l’età e gli acciacchi deltempo. Queste attività, dette olistiche, nasconoin Oriente, culla della bellezza e dellacura del proprio sé, ma negli ultimi annisi stanno diffondendo a macchia d’olio alivello mondiale. L’attività olistica raggruppa diverse formedi sport, spesso riconducibili anche a deiveri e propri riti, volti in primo luogo albenessere psico-fisico della persona. Artimarziali, tai chi, qi gong, yoga, pilates eginnastica del respiro, sono solo alcunedelle pratiche sportive consigliate aglianziani e più in particolare ai soggetti de-boli, in quanto secondo gli esperti sareb-bero in grado di migliorare la salute, lostato di equilibrio psico - fisico e soprat-tutto l’umore di ogni soggetto. Ebbenesì, perché la pratica di queste disciplinesembra apportare un notevole beneficioanche all’umore, riducendo sensibil-mente lo stress attraverso il rilassamentodi ogni singolo muscolo e il conseguenteabbandono del corpo dalla propria di-mensione terrena. Filosofia, postura emeditazione. Sono questi i tre ingredientiche contraddistinguono le discipline oli-stiche. (A.F.)

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IL LAZIO E’ UNA TERRA ETERNA

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In questo luogo le epoche si fon-dono, si riutilizza ogni cosa, dalla piccolapietra alla grande struttura, e si amalga-mano con nuove epoche e nuovi mate-riali. Il Lazio ci confonde se non abbiamogli strumenti o gli occhi allenati a capirecosa guardiamo. La nostra missione è quella di portavi aconoscere tutto ciò, accompagnandovi inun viaggio di scoperta o sarebbe megliodire riscoperta di luoghi ed edifici che neltempo, tenendo piantate le loro radicinell’epoca della loro prima costruzionesono diventati altro, o lasciando inalteratala loro natura si sono soltanto legger-mente modificati divenendo quel chesono oggi. Abbiamo scelto tre temi tra imolti possibili da presentarvi.

L’Archeologia è avventurosa, quella realepuò sembrare un po’ più polverosa, manoi cercheremo di restare nel mezzo ecosì andremo alla scoperta di luoghicome Ferentino, poi due ville romaneancora in fase di scavo una di Nerone,l’altra di Traiano, per finire con un villag-gio antico Fregellae.

Castello è evocativo di per se, come losentiamo subito nella nostra mente ap-paiono dame e cavalieri. Il nostro pen-siero vola dietro fiabesche vicende, erestiamo incantati anche se i nostri occhinon vedono nulla, magari soltanto dei ru-

deri. In questo viaggio Fumone, Trevi nelLazio e Torre Cajetani e le terre di con-fine dove tutto è più aspro e intrigantecome Vicalvi e Campoli Appennino.

I luoghi naturali più belli si sa, sono sem-pre stati scelti dagli ordini monastici pervivere e svolgere la loro missione evan-

gelica e di preghiera . Le Abbazie sonoquesti luoghi nevralgici, andremo cosìalla ricerca di spiritualità visitando i Mo-nasteri Benedettini di Subiaco, le Abba-zie di Fossanova e Casamari ed ilMonastero Esarchico di Grottaferrata,infine Montecassino.

Fonte: Biblioteca Veroli

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FERENTINOUno dei pochi paesi che conserva, al suointerno, un’ area archeologica con monu-menti ancora oggi ben conservati ed in-tegrati nel tessuto cittadino. Circondatada imponenti mura poligonali, sovrastatadall’ imponente Acropoli ci stupisce conpiccole sorprese come il suggestivo"Mercato Romano", databile tra il II e il Isec. a. C., in ottimo stato di conserva-zione. La città, durante il periodo romano,conobbe pace e splendore, divenendometa villeggiatura poiché aveva aria sa-lubre e tutte le comodità di una città: ilTeatro romano (II sec.d. C) e le Terme inparte incluse sotto la chiesa di S. Lucia. Lenumerose epigrafi, rinvenute nel centrostorico, rappresentano una tangibile testi-monianza della presenza a Ferentino dipersonaggi prestigiosi. Un importante do-cumento storico è rappresentato dal mo-numento funerario del censore romanoAulo Quintilio Prisco.

SUBIACOVilla di Nerone e i tre laghi. Prima del 60d.C. Nerone si dedicò alla costruzione diuna villa presso le sponde del fiume

Aniene. L'edificio, spettacolare nelle di-mensioni, si distribuiva su diversi livelli edera incorniciato da tre laghi artificiali, iSimbruina stagna. Gli scavi attuali hannomesso in luce un rilevante parte della villa,disposta su due piani con una grande ab-side e diversi ambienti comunicanti traloro. Un imponente ponte-diga collegavale due sponde del fiume Aniene e funzio-nava da sbarramento per le acque. Diquesto pons marmoreus, rimangonopoche tracce delle sue fondazioni.

ARCINAZZO ROMANO Villa di Traiano. Benché non sia esplicita-mente ricordata nelle fonti, la villa cherientra nel territorio dell'antica Treba Au-gusta o di Afilae fu attribuita all'impera-tore Traiano grazie al ritrovamento di unafistula aquaria con la titolatura imperiale.La villa fu destinata al soggiorno estivodell'imperatore ma doveva anche soddi-sfare la passione venatoria dello stesso,come Plinio il Giovane rivela nel suo Pa-negirico. La struttura, ancora in granparte non scavata, doveva essere com-posta da almeno due vaste platee. Ilprimo terrazzamento è costituito da unampio giardino, decorato da fontane edesedre, con strutture di servizio ai lati. Ilsecondo, ancora da scavare, dovrebbeessere identificata come l’area residen-ziale dell’intera struttura.

FREGELLAEInsediamento volsco distrutto dai Sannitiverrà ricostruita dai Romani nel 313. Lasua posizione su un pianoro elevato nefarà uno dei più importanti capisaldi di-fensivi romani. L'episodio più noto dellavita della città coincide con la sua distru-zione, che avviene nel 125 a.C. L'identifi-cazione del sito occupato dalla cittàdovuta al Vitagliano (1653), è stata defi-nitivamente dimostrata da Giovanni Co-lasanti, e confermata dagli scavi in corso.Si tratta di un esteso pianoro (più di 80ettari), occupato quasi interamente dal-l'abitato quasi esclusivamente di età re-pubblicana, come si deduce dallapresenza di manufatti antichi diffusi sututta la superficie. (Pagina a cura di Lega Ernica)

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L’ARCHEOLOGIA

Ferentino - Mercato Romano

Subiaco - Villa di Nerone

Altipiani Arcinazzo - Villa di Traiano

Fregellae (Loc.Ceprano)

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I CASTELLI

FUMONE Insediamento presente già in epoca ro-mana a controllo del vasto territorio sot-tostante. Il primo documento ufficiale incui compare il nome di Fumone è la “ Do-nazione Ottoniana” quando nell’anno 962l'imperatore di Germania, Ottone 1° diSassonia, donò alla Santa Sede e al suoPontefice Giovanni XII , le città di Teramo,Rieti, Norcia, Amiterno e l'Arx Fumonis.Sarà luogo di carcerazione per prigionieripolitici pontifici, uno dei più noti: Cele-stino V. Il castello di Fumone nei secoli futrasformato dalla famiglia Longhi in pro-pria residenza di campagna. Oltre al san-tuario celestiniano, i discendenti delcardinale Guglielmo Longhi, nominatoproprio da Celestino, costruirono il gigan-tesco giardino pensile, ampliarono il pa-lazzo aggiungendo al mastio la parteseicentesca del Piano Nobile, e settecen-tesca confinante con il giardino. Oggi re-sidenza signorile e location per eventi, hasubito qualche trasformazione interna.

TREVI NEL LAZIOIl Castello si erge su una roccia calcarea ecopre un’area di circa 800mq, costruito in-torno all’IX secolo come fortificazione mi-litare per difendere il territorio di transito,

dro. Seppur rovinato in molti punti, si pos-sono ancora notare le stanze, alcune affre-scate, di cui il castello era dotato, lacappella con ancora visibile un affrescoraffigurante una Madonna Nera, la SalaCapitolare. Dal castello si può ammirareun panorama che offre una visuale a tuttocampo sull'area sottostante con i boschi,le montagne, i paesi circostanti della Valledi Comino e il borgo antico di Vicalvi.

CAMPOLI APPENNINOLa torre, alta ben 25 metri, fu costruita daLandolfo d’Aquino sui resti di una prece-dente base quadrata risalente al IX secolo.Domina tutto il paese di Campoli Appen-nino, ha pareti spesse e possenti, caratte-rizzate dall’apertura di alcune feritoie dacui si lanciavano frecce, olio bollente opietre contro i nemici. Nella parete sud èpossibile osservare un leone rampantescolpito su pietra, simbolo della nobile fa-miglia dei Cantelmo, che seguì i D’Aquinonel dominio su Campoli Appennino. Inol-tre sono di particolare interesse le orlaturedel paramento sovrastante. All’interno viè una scala a chiocciola che sale fino ai trequarti di altezza della torre, mentre forsesi saliva fino alla cima tramite una scala inlegno. In origine la torre era collegata alPalazzo Ducale del paese. Dalla sommitàla vista spazia dai Monti Lepini alle mon-tagne che danno verso l'Abruzzo.(Pagina a cura di Lega Ernica)

divenne proprietà della famiglia Caetaniintorno alla fine del XIII secolo, e resteràdi loro proprietà fino al XV secolo. Fu residenza privata di Pietro Caetani, ni-pote di Bonifacio VIII, a partire dal 1297.Fu proprio con l’avvento della famigliaCaetani nel 1299 che il Castello visse il suomomento di massimo splendore, fino al1471, quando Cristoforo Caetani fu cac-ciato dalla popolazione per malgoverno.Con il passare del tempo le abitazioni delborgo si addossarono alle sue mura. Ri-strutturato a partire dal 1984, oggi è statorecuperato nelle sue linee essenziali,ospita al suo interno un piccolo museo.

TORRE CAJETANISorto in epoca romana come torre fortifi-cata, il Castello alla fine del XIII secolo di-ventò feudo della famiglia Caetani.L’acquisto fu voluto dal Papa Bonifacio VIIIcon la bolla "Circumspecta Sedis” del 10febbraio 1303. Nel corso dei secoli suc-cessivi i Caetani ingrandirono e fortifica-rono il Castello, provvedendo allacostruzione di mura perimetrali, di fossati,di ponti levatoi e di vari torrioni di difesa.Oggi dimora signorile, utilizzata pereventi, ha subito nella parte interna pic-cole trasformazioni.

VICALVIIl castello longobardo di Vicalvi fu co-struito nel X secolo e conobbe saccheggie distruzioni legate alla sua posizione stra-tegica nel cuore della Valle di Comino. Fuassaltato dai Saraceni e dalle truppe di En-rico di Hohenstanfen, passò di mano inmano nei secoli e appartenne anche aimonaci benedettini di Montecassino. Fula base, nel 1187, per la partenza di uo-mini per la Terra Santa ed accolse tra lesue mura anche le monache di San Nican-

Torre Cajetani - Foto M.Intrisano

Fumone - Foto M.Intrisano

Campoli Appennino

Vicalvi

(Trevi nel Lazio - Foto M.Intrisano)

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LE ABBAZIE poste e da Cappelle e grotte, intera-mente affrescate in epoche diverse, co-stituisce un monumento unico, perbellezza e spiritualità.

MONASTERI BENEDETTINI DISUBIACO Dei dodici monasteri voluti da San Bene-detto nella valle sublacense, l’unico so-pravvissuto ai terremoti e alle distruzionisaracene fu quello di Santa Scolastica,che, sino alla fine del XII secolo, fu il solomonastero di Subiaco. Si presenta comeun complesso di edifici costruiti in epo-che e stili diversi. Il Monastero di San Be-nedetto (Sacro Speco) è incassato nellaroccia a strapiombo sulla valle sotto-stante, composto da due Chiese sovrap-

ABBAZIA DI CASAMARI L’Abbazia di Casamari è la perla dell’ar-chitettura gotico-cistercense in Italia.Fondata nel 1005 come cenobio bene-dettino, passò nel 1140 ai cistercensi, chenel secolo successivo la riedificarono se-condo i canoni architettonici dell’Ordine.Di particolare interesse è la basilica, lasala capitolare ed il museo dell’Abbazia.

Casamari - Foto A.Marzilli

Subiaco

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ABBAZIA DI FOSSANOVA Splendido borgo medievale con primoesempio di architettura gotico- cister-cense in Italia, costruito su antica villa ro-mana e ricordato come abbaziabenedettina con certezza già dal 1089,dove morì San Tommaso d’Aquino nel1274, all’interno nell’antica foresteria ilpolo museale medievale.(Pagina a cura di Lega Ernica)

MONASTERO ESARCHICO DISANTA MARIA DI GROTTAFERRATA,DETTO ANCHE ABBAZIA GRECA DISAN NILO.Fondato nel 1004 da un gruppo di mo-naci provenienti dalla Calabria bizantinaguidati da S. Nilo di Rossano, capo cari-smatico e personaggio di primo pianodel suo tempo. La comunità monastica,Congregazione dei monaci Basiliani, ri-masta presto orfana del suo padre spiri-tuale S. Nilo, fu guidata dal discepoloprediletto S. Bartolomeo il Giovane, co-fondatore del Monastero, conservano ilrito Bizantino e la tradizione monasticaorientale delle origini.

ABBAZIA DI MONTECASSINO Abbazia di Montecassino fondata da SanBenedetto nel 529 sulle rovine dell’areasacra romana , è casa madre di tutte lecongregazioni benedettine del mondo,ed è stata sempre un centro religioso epolitico in tutte le epoche. Distrutta quat-tro volte e quattro volte ricostruita, nel XXsecolo, dopo la tragica distruzione dellaseconda guerra mondiale, è gioiellod’arte ed importante luogo di fede e ri-ferimento religioso.

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Abbazia Montecassino - Foto A.Marzilli

Abbazia Greca di S.Nilo

Abbazia Fossanova - Foto G.Romano

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STORIE DI SEQUESTRI E DI BRIGANTI

Dopo l’annessione del Regno delle DueSicilie al Regno di Sardegna, nei territoriconquistati si sviluppò una ribellionedella popolazione contro gli occupanti,che nel corso degli anni si trasformò inmalvivenza. I territori di confine tra Regnod’Italia e Stato Pontificio, come la provin-cia di Campagna (Frosinone), erano ter-reno ideale per i briganti. A metà deglianni ’60 dell’Ottocento, nel momento delmassimo sforzo da parte delle autoritàPontificie nella repressione del brigantag-gio, che in precedenza avevano tolleratoper interessi politici, furono adottate mi-sure militari e legislative che potesserodebellare il fenomeno. Un provvedi-mento che veniva usualmente attuato eraquello di convincere i capibanda a pre-sentarsi alle autorità militari in cambio di

sconti di pena. Così avvenne anche nelfebbraio del 1866, allorché le bande riu-nite di Francesco Cedrone e Carmine DeVito, detto il Calabrese, stazionavano neidintorni di Filettino, con la presenza dipiù donne tra cui Rosa Cedrone, mogliedi Francesco. Le autorità pontificie inca-ricarono un possidente del luogo, Fran-cesco Pesci, accompagnato dal canonicodi Guarcino, Antonio Patriarca, di contat-tare i capibanda. Il colloquio, in localitàFiumata, procedeva per il meglio quandoall’improvviso la comparsa di alcuni zuavipontifici fece pensare ad un tranello ed ilPesci e Patriarca furono sequestrati. Daquesto momento, 2 febbraio fino al 20,giorno della liberazione da parte dellaforza militare, Francesco Pesci fu co-stretto a seguire i briganti negli sposta-

“Gentilissimasignora Giuseppina Non credete che noi relasciamo il vostro marito, se non mandate tutta la indiera somma ”menti che da Filettino portavano in una

grotta nei pressi del Santuario della San-tissima Trinità, territorio di Vallepietra. Ilcanonico Patriarca fu rilasciato, invece, ilgiorno 6 dietro pagamento di riscatto. Ilgiorno 7, in uno scontro a fuoco con leforze pontificie in località Ca Forchitto, ri-mase uccisa la brigantessa Rosa Ce-drone.Per la liberazione di Francesco Pesci fu-rono fatti recapitare alla moglie vari bi-glietti da parte del capobandaMenicuccio il Calabrese, con i quali ve-niva richiesta una grossa cifra di denaro,30.000 scudi, oltre a cibo, indumenti, mu-nizioni. Nelle missive si minacciava di uc-cidere il malcapitato se non fosse statopagato il riscatto.

“Gentilissima signora GiuseppinaNon credete che noi relasciamo il vostromarito, se non mandate tutta la indierasomma dentro a tutta l’agiornata di do-mano non mandate la detta somma, noitoglieremo la propria vita al vostro ma-rito, ma se pure li credete che noi siamoqualche pochi di stupiti dovete credereche noi ci abbiamo tanti di omicidio, cosìanche ci metteremo il Vostro Caro Sposo,a dio e fate subito che altrimenti per noie già fernita la pazienza Oggi 13 feb-braio 1866 Il Capo Bricando GiuseppeFalardo Il Capo Banda Domenicucciod’Evito Affmo Consorte F. Pesci”Archivio di Stato di Frosinone, Direzionedi Polizia, b. 301Giulio Bianchini, Archivista di Stato(ha collaborato Michela Siddi)

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L.Brocard (sec.XIX)

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I POPOLI ITALICI E LEMURA MEGALITICHE

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La storia novecentesca di Fiuggi Fonte èormai conosciuta a livello internazionale;così pure tantissimi hanno ormai apprez-zato le bellezze del centro storico medie-vale, arroccato sul Colle Anticolano: dovea partire dal periodo dell’incastella-mento, intorno al X-XI secolo d.C., per ti-more delle scorrerie si erano rifugiati,protetti da mura turrite, gli abitanti diquella che fino al 1911 era conosciutacon il toponimo Anticoli di Campagna.Per secoli le sue porte venivano apertesolo alla “alzata” del sole, così da poterraggiungere i campi coltivati, per esser ri-chiuse alla “calata”; due millenni fa in-vece, all’epoca della pax romana, lapianura ai piedi del colle era tranquilla-mente popolata e lavorata: lo dimostra lagrande villa rustica in località San Lo-renzo, databile tra la fine del I sec. a.C. egli inizi del I d.C. Le sue quattro, capienticisterne e gli scavi recenti lasciano intuireche doveva trattarsi di un possedimentoproduttivo ben esteso e sicuramente

molto ricco, visti gli splendidi frammentidi mosaico qui ritrovati.Ma, storia meno conosciuta, gli insedia-menti in terra anticolana sono iniziatiancor prima! E sia pur tralasciando la mi-tica cittadina di Felcia - della quale in pas-sato si è parlato attribuendola agli Ernici,nonostante in realtà non se ne siano tro-vate testimonianze archeologiche - la cro-nologia di Anticoli-Fiuggi si puòcomunque incrementare di alcuni secoli,quantomeno fino a quelli della Res pu-blica Populi Romani. Nel periodo repub-blicano, infatti, in tutta questa regionecrebbero molte villae rusticae, caratteriz-zate da una basis e da terrazzamenti ingrandi blocchi poligonali di calcare; eforse - oltre al ristretto gruppo di appas-sionati cultori fiuggini che li hanno segna-lati - ancora pochi sanno che i circoscrittima significativi resti di simili mura al disopra del Convento dei Cappuccini, stu-diati dall’archeologo Davide Pagliarosinel 2012 e pubblicati da chi scrive nel

2014-15, appartengono con tutta proba-bilità proprio ad un insediamento ruraleantecedente di due, tre secoli quello diSan Lorenzo. Stessa funzione di terrazza-mento agricolo dovevano poi avere i no-tevoli blocchi che affacciano sul lago diCanterno in località Colle Giove, nel ter-ritorio di Trivigliano, anche essi pubblicatisolo nel 2015.Questi ritrovamenti ci riportano dunque alprimo millennio avanti Cristo, ma in parti-colare ci introducono in una realtà che co-stituisce, a mio parere, il patrimonioarchitettonico-archeologico di maggiorpeculiarità del Lazio meridionale: le muramegalitiche in opera poligonale, le cui ori-gini si fanno risalire a quei popoli italici(Latini, Equi, Ernici, Volsci, Sanniti, Au-soni…) che ne abitavano i rilievi montuosiancor prima della dominazione romana.

Segni Porta Saracena - Foto D.Baldassarre

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Da Palestrina a San Vittore del Lazio, daFilettino al Circeo, questa arcaica terra èdisseminata di dominanti acropoli, vastecinte urbane che risalgono le pendici,spettacolari santuari, templi, bases villa-rum, terrazzamenti, sostruzioni stradali…tutti caratterizzati da un’imponenza co-struttiva non di rado stupefacente (eppurenon considerata e salvaguardata quantodovrebbe; anche se stiamo cercando di farrientrare questa realtà nel Patrimonio del-l'Umanità UNESCO).Fiuggi ha il privilegio di essere in una po-sizione abbastanza centrale per raggiun-

gere tali siti, in Provincia di Frosinone maanche in quelle di Roma e Latina e, vo-lendo, in Abruzzo (penso ad esempio allasplendida Alba Fucens, distante meno dicento chilometri).In special modo è vicinissima a tre dellecinque che venivano definite “Città di Sa-turno”: Alatri (circa 18 km), Anagni (19 km)e Ferentino (19 km). E se nella celebrataAnagni papale - già capitale religiosa degliErnici in rivolta e per questo totalmente di-strutta dai Romani nel 306 a.C. - si trovanosolo limitati resti in poligonale nelle aree

remo ad elencarne almeno alcuni.Partendo da nord, a Palestrina (41 km),l’antica Praeneste, meraviglia il Santuariodella Fortuna Primigenia, che era il piùgrande complesso architettonico del-l’epoca repubblicana; e sulla cima delmonte la sua Acropoli oggi costituisce uncomune a sé: Castel San Pietro Romano.Sul versante opposto della Valle delSacco, adagiata su un rilievo dei Lepini,Segni (37 km da Fiuggi): con la chilome-trica cinta e la famosa “Porta Saracena”.Da qui, attraversando la catena mon-tuosa grazie a una strada immersa nellaNatura, si raggiunge (altri 20 km) Cori, lecui mura furono immortalate sin dal Set-tecento da Giovan Battista Piranesi; eproseguendo (per 14 km) con un’anticaviabilità montana si arriva, appena fuoridella medievale Norma, a Norba: parcoarcheologico di un’intera città in operapoligonale.A sud, una visita a Montecassino (97 km)è praticamente d’obbligo: soprattuttoper l’Abbazia culla del monachesimo oc-cidentale, ma anche per l’Acropoli dellaprima Casinum, con i suoi resti di mura ebasamenti di templi, sui quali all’inizio delVI sec. d.C. San Benedetto iniziò ad edi-ficare quello che sarebbe poi divenuto ungrandioso monastero. Il Monte Circeo è più distante ad ovest(circa 100 km dal Colle Anticolano), ep-pure merita una escursione: oltre che perlo splendido recinto fortificato sulla cima,per la vista che da esso si gode, con ilmare aperto centinaia di metri più inbasso e, sull’orizzonte, l’arcipelago delleisole Ponziane!

Arch. Daniele [email protected]: Mura Poligonali

rurali, ad Alatri e Ferentino si possono am-mirare non pochi autentici capolavori.Dapiù di due secoli i viaggiatori, gli artisti egli studiosi di tutta Europa ed oltre (basticitare Marianna Candidi Dionigi, EdwardDodwell, Edward Lear, Ferdinand Grego-rovius, Thomas Ashby…) hanno iniziato adescrivere e ritrarre visioni sorprendenticome la “Porta Maggiore” nell'Acropolialatrense o l'altissimo avancorpo in quellaferentinate. Siamo di fronte a realizzazioniveramente “ciclopiche”!Il monolite che funge da architrave nellafamosa porta di Alatri misura ben oltrequattro metri, per decine di tonnellate dipeso; e del resto non è da meno il vicinospigolo delle mura, il cosiddetto “PizzoPizzale” che, prima dei lavori di creazionedella sottostante strada, venne misuratonel 1889 in 16,62 metri d’altezza.In fondo, anche le altre due città “satur-nie”, Arpino (54 km) e Atina (74 km), nonsono poi troppo distanti. A Civitavecchiadi Arpino troverete la Porta “ad ogiva”ammirata da Heinrich Schliemann, che ri-portò in luce Troia e Micene; e nei din-torni montuosi di Atina potens potretescoprire tra la vegetazione tratti di unacinta estesissima, che proteggeva le suemanifatture di armi di cui si parla nel-l’Eneide. Sulla strada per i due centri, siconsiglia anche una sosta a Veroli (30 kmda Fiuggi), le cui arcaiche mura salgonosino alla Torre di San Leucio, da cui sigode un panorama memorabile!Certo molti altri sono i siti megalitici in cuisi potrebbe giungere da Fiuggi con mas-simo un’ora di percorrenza, o poco più;in effetti però la lista dei luoghi da visitaresarebbe lunga e in questa sede ci limite-

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Ferentino Acropoli - Foto D.BaldassarreFiuggi - Foto D.Baldassarre

Alatri - Foto D.Baldassarre

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LA CIOCIARIA.DISPENSA DIPAPI E IMPERA-TORI

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La particolare orografia delterritorio a sud di Roma, con la presenzadi grandi quantità di acque, hanno fattodella Ciociaria un luogo ideale per colti-vare, ricco e rigoglioso.Gli Imperatori prima ed i Cardinali e leloro famiglie poi, hanno sempre sfruttatoqueste peculiarità facendo coltivare, alle-vare, trasformare qui tutto quello che leloro tavole romane richiedevano. Sap-piamo che le ville imperiali, di cui il terri-torio è costellato, altro non erano chegrandi luoghi di produzione, allevamentoe trasformazione di materie prime ali-mentari che poi venivano servite sullemense romane, questa tradizione vieneproseguita dai Cardinali romani e conti-nua tutt’oggi. In Ciociaria però il cibonon serve solo a riempire le pance, ma èun modo accogliente ed affettuoso diospitare, offrire un bicchiere di vino ouna pietanza è accettare la presenzadell’ospite, ed attraverso il gusto, rac-

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“Fin dall’antichitàsulle tavole romane arrivavano prodotti ciociari a riempir lepance dei potenti.

Viaggio tra i sapori diCiociaria dove il cibo èaccoglienza. ”

contargli la storia della propria famiglia,della propria terra, delle proprie origini.In questa ottica la Ciociaria ha sempreavuto buoni prodotti da offrire, ed oggipotremmo dire che può diventare la Vo-stra dispensa. Senza cadere nel rischio difare la lista della spesa cercheremo dielencare prodotti , in alcuni casi ricono-sciuti da marchio dop, igp, doc e docg,in altri casi noti da tempi immemorabiliche potrebbero far parte della vostrasporta della spesa, o che dovreste assag-giare almeno una volta nella vita.Sperando di non far torto a nessuno, maservirebbero moltissime pagine per elen-care tutti i prodotti di valore del territorio,cercheremo di mettere in risalto alcuniprodotti partendo dal vino, dal CesaneseDOCG che viene prodotto con ottimi ri-sultati da molte aziende del territorionord, al Cabernet DOC del territorio asud. I liquori della tradizione e la Sam-buca in particolare. Dai grani specialirientrati in produzione grazie al coraggioe la tenacia di alcuni caparbi imprendi-tori: grano duro Senatore Cappelli ed ilgrano monococco. Non meno coraggiosi

sono coloro che coltivano i legumi i Can-nellini di Atina ed i Fagioli Ciavattoni diVallepietra, o chi produce il PeperoneCornetto di Pontecorvo o lo Zafferano.L’olio è il nostro oro verde, si sta lavo-rando per un riconoscimento di denomi-nazione, ed i tempi sono quelli che sono,ma nei nostri frantoi troverete un pro-dotto fantastico. Per passare poi alle la-vorazioni di salumi o formaggi di capra,pecora o mucca, e per ricordarne almenouno il Gran Cacio di Morolo. I Dolci poihanno una menzione particolare, ogni fa-miglia, ogni pasticceria ha le sue ricettespeciali ma gli Amaretti di Guarcino, ilPanfrutto di Ferentino e l’esperimentoriuscito del Panettone al Cesanese pos-sono essere un esempio calzante dellavarietà e tradizione della nostra terra.Mangiare qui poi, degustare le ricettedella tradizione classiche, o rielaborate,diventa una esperienza di tutti i sensi nonsolo del gusto, e riporterete anche Voi acasa, insieme alla sporta piena, una storiada raccontare. Anna Maria Di Carlo

Giacomo Nani (sec.XVIII)

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I SAPORI STELLATIDELLO CHEF GIULIOTERRINONI ilmioviaggioliber�

“Ciociaria e speri-mentazione. Sono questi gli ingredientiche hanno reso GiulioTerrinoni uno deglichef più rinomati a livello nazionale. ”Un giovane cuoco nato e cresciuto tra i

fornelli. Figlio di ristoratori, Giulio Terri-noni vive la sua adolescenza a Fiuggi,dove lui stesso racconta di aver studiato“pigramente” presso la Scuola alber-ghiera. La svolta arriva durante il servizio militarea Milano, quando viene messo a lavorarein cucina come aiuto cuoco. Qui conosceun ragazzo che all’epoca lavorava conGualtiero Marchesi, con il quale trasformala mensa per gli ufficiali in una vera e pro-pria cucina di livello. Seguono esperienzedure ma necessarie: lo Sheraton di Roma,La Torre di Antonio Ciminelli a Fiuggi einfine l’incontro con Fabio Tacchella, alle-natore della nazionale italiana cuochi, chesegnerà profondamente tutta la sua for-mazione professionale. Giulio torna aRoma, apre prima “Il Panda” ai Parioli epoi Acquolina Hostaria, una vera e pro-pria sfida, attraverso la quale vuole dimo-strare di essere in grado di saperproporre il mare in tavola. Dopo dieci anni di successi interminabili,coronati con il riconoscimento della tantoacclamata Stella Michelin, oggi GiulioTerrinoni propone la sua cucina nel cuoredi Roma, nel pittoresco Vicolo del Mal-passo, dove ha aperto “Per me”, un ri-storante tutto suo.

57Foto Brambilla - Serrani

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nati, sperimentare e provare cose semprenuove è il segreto del successo. Io nellamia cucina utilizzo tutti gli ingredienti e iprodotti che “sento dentro”, indipenden-temente dal fatto che siano o meno le-gati alla tradizione italiana e alla mia terra.Quando un ingrediente diventa mio, nelsenso che mi piace, che lo conosco e neapprezzo tutte le caratteristiche, anche seviene dall’altro capo del mondo, a quelpunto entra a far parte della mia valigiadi sapori e nella mia cucina.”

Tra le ricette che ti hanno reso famosoc’è la “Carbonara di mare”, curioso peruno chef che proviene da una cultura cu-linaria tipicamente di montagna. Questovuol dire che non sei troppo ispirato daisapori ciociari?“In parte è vero, ma io non mi sento inquesto caso parte in causa, anzi mi defi-nisco “Ambasciatore del vivere italiano”e mi è permesso oggi di svolgere questoruolo nella città più bella del mondo:

Dall’Istituto Alberghiero di Fiuggi a chefdi fama nazionale. Quali sono i segretidel tuo successo?“L’unico modo per raggiungere dei risul-tati è quello di studiare, applicarsi e im-pegnarsi e prima o poi le qualitàemergono.”

Quali sono i prodotti della tua terra chehai portato con te qui a Roma?“L’ingrediente che rappresenta di più lamia Fiuggi è senza ombra di dubbio lacastagna, non manca mai nei miei menù,ma in generale porto con me il ricordodei boschi.”

Se dovessi identificarti in uno dei tuoipiatti, quale credi possa rappresentartidi più?“Probabilmente la “carbonara di mare”,è un piatto che mi ha portato parecchiafortuna nel corso degli anni e che ripro-pongo, quando posso, ai miei clienti.”

Secondo te, c’è un piatto della cucinaciociara che ritieni “intoccabile”?“A parer mio di intoccabile non c’è nulla.La tradizione va analizzata e studiata sem-pre con un occhio critico, in modo dapoter apportare eventuali modifiche edevolvere nel corso del tempo. Non èdetto che tutto quello che facevano lenostre mamme o le nostre nonne fossegiusto.”

Che ruolo ha la sperimentazione nellatua idea di cucina? “La sperimentazione è fondamentale,così come in tutti i campi: dalla moda,all’architettura, al design. Essere aggior-

Roma. Definisco la mia cucina contempo-ranea e per essere definita tale deveavere per forza un forte legame con latradizione. Io porto la Ciociaria dentrotutti i miei piatti e racconto sempre le mieorigini, di cui sono orgoglioso. Inoltrecerco sempre di dare il mio contributo,mettendomi a disposizione delle scuolealberghiere e di possibili eventi del terri-torio, anche come testimonial.”Silvia Tucciarelli

Foto Brambilla - Serrani

Foto A.Blasetti

Foto A.Blasetti

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LA STRADA DEL VINO CESANESE,STRUMENTO DISVILUPPO ENO TURISTICODEL TERRITORIO

La Strada del Cesaneseunisce in sé itinerari dedicati ai temidella vite e del vino, racchiudendo duearee di produzione di vini dalla tradi-zione secolare. Siamo nell'angolo piùsettentrionale della Ciociaria, qui tra leprovince di Roma e Frosinone, la storiadel territorio del Cesanese è antica enobile come i suoi vini apprezzati già daImperatori, Papi e nobili romani: il Ce-sanese di Affile DOC e il Cesanese delPiglio DOCG.

L’itinerario è dedicato ai piaceri del pa-lato e all’enorme ricchezza di storia, cul-tura e tradizione del territorio. Il turistapuò infatti andare alla scoperta dei paesidi Anagni, Acuto, Piglio, Serrone, Pa-liano, fino ad arrivare Affile nella provinciadi Roma, che custodiscono ancora gelo-samente le tracce della dominazione dipopoli come Equi, Ernici e Romani, e lasuccessiva influenza delle vicende papali.

Il territorio di produzione del Cesanese ri-serva agli amanti della natura l’impres-sione di immergersi nel verde di vallatecircondate da uno scenario di monti che,dall’alba fino al tramonto, si vestono diincredibili colori. 

Il termine “Cesanese” relativo a que-st'area è usato con riferimento al vitignoautoctono del Cesanese di Affile, vitignodal grappolo piccolo e dalla maturazionetardiva, introdotto in zona da un monacobenedettino nel monastero di Subiacoalla fine del Settecento. I vini che oggivengono prodotti da questo vitigno sonoil Cesanese d'Affile DOC e il Cesanesedel Piglio DOCG.Percorrendo idealmente la Strada del Ce-sanese da nord a sud, il punto di partenzasono i monti Affilani dove Affile è il paesed'origine del vitigno Cesanese. Attraver-sando l'altipiano carsico di Arcinazzo, siraggiunge il piccolo borgo di Serrone, da

cui godere una splendida vista sull’interaValle del Sacco. Il viaggio prosegue versoPiglio, cuore dell'itinerario; antico feudodelle nobili famiglie Antiochia e Colonna.Il paese, sviluppatosi lungo la cresta diuno sperone roccioso alle falde delmonte Scalambra, è caratterizzato da uncentro storico medioevale a forma diferro di cavallo. Da Piglio, ove si concen-trano i maggiori produttori di Cesanese,si può deviare brevemente verso Acuto,altra località di produzione vinicola e oli-vicola. La tappa successiva del nostroviaggio nella terra del Cesanese è Pa-liano, cittadina rinascimentale posta suuna collina panoramica e collegata aFiuggi da una strada che scende daimonti costeggiata dalla pista ciclabile Pa-liano-Fiuggi. Si prosegue, poi, verso sud,fino ad Anagni, la “città dei papi”, citta-dina d'arte, ricca di monumenti medievalitra cui spicca la Cattedrale di Santa MariaAnnunziata, una delle più belle Chiesedel Lazio; gli straordinari affreschi del XII-XIII secolo conservati nella sua cripta leconferiscono l'appellativo di “CappellaSistina del Medioevo”.

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Archivio Adarte

Archivio Adarte

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La Strada del Vino Cesanese è uno deiterritori produttivi più interessanti del-l'agroalimentare italiano, ciò è dato dal-l’antica vocazione agricola del territorio.Infatti già doc nel 1973, il Cesanese delPiglio, o semplicemente Piglio, è diven-tato nell'agosto 2008 il primo prodottodocg del Lazio (denominazione di originecontrollata e garantita).La zona di produzione ricade nella provin-cia di Frosinone e comprende tutto il ter-ritorio comunale di Piglio, Serrone e partedel territorio di Acuto, Anagni e Paliano.Il forte legame con questo territorio è vo-luto già dal disciplinare, il 90% delle uveutilizzate infatti devono provenire dal viti-gno autoctono Cesanese d'Affile. Graziealle particolarità del territorio e del microclima, il processo di maturazione dell’uva,che si conclude - come vuole la tradizione– nella seconda quindicina di Ottobre,conferisce all’uva caratteristiche uniche. La produzione di ogni vendemmia è limi-tata e si ottiene un vino dal colore rossorubino, profumo ampio e intenso, sentoridi frutta rossa, nette sensazioni speziate edi frutti di bosco, valorizzate dall'affina-mento in legno e dalla intrinseca fre-

Molte sono, infatti, le prelibatezze gastro-nomiche legate alla Stada del Vino.L’innegabile matrice contadina della zonadona ai piatti i sapori forti e genuini deiprodotti della terra, rendendo questoviaggio sorprendente oltre che per lavista, anche per il palato. Un punto di forzadella gastronomia è rappresentato dallavarietà delle paste fresche, fettuccine consugo di carne e lasagne, dette local-mente sagne. Tra le paste fresche nonpossiamo non citare le "patacche", pre-parate semplicemente con acqua e farina,ovviamente stese a mano.Nelle aree più montuose l’allevamentoconsente la produzione di salsicce e sa-lumima anche formaggi freschi e stagio-nati di pecora. Anche i dolci tipici, come ilpanpepato, dall’origine molto antica e ilfallone, protagonista in ottobre dellasagra di Affile, rientrano nella cucina tradi-zionale del Cesanese, così come la ciam-

bella serronese, un tempo “compagna”delle giornate di lavoro in vigna. La Ciam-bella preparata con uova, farina, sale edanice ha un sapore unico, in quanto nédolce e né salato, caratteristica che le per-mette di essere abbinata sia a formaggi esalumi che a marmellata di vino cesaneseo di viscioli.Naturalmente i due vini rossi si sposanoperfettamente con questi piatti della tra-dizione, Il Cesanese del Piglio DOCG ela DOC di Affile, di un bel colore rosso ru-bino tendente al granato con l’invecchia-mento, sono vini caldi e coinvolgenti ingrado di sopportare bene l’invecchia-mento, risultano molto apprezzati nella ti-pologia secco, attualmente prodottianche nella tipologia Passito, da Medita-zione e come Grappa. Le aziende produt-trici dei due areali sono attualmente unatrentina tutte impegnate in un lavoro diqualità e promotrici di esperienze autenti-che sulla Strada del Vino Cesanese.

Ass.ne per la gestione della Strada del Vino CesaneseSede Loc. tà Contrada Stazione, Snc,03010 Piglio (FR)Mob + 39 366 6322822stradadelvinocesanese@gmail.comwww.lastradadelvinocesanese.itFB: STRADA DEL VINO CESANESE

I NOSTRI SAPORI schezza. Caratteristiche inconfondibili,rese uniche da una fortunata miscela diclima, territorio e tradizione. Percezioni efragranze da abbinare a cibi dai gustisemplici e generosi: primi robusti, carnirosse, tartufi e formaggi di lunga stagio-natura.

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La Ciociaria è il regno dei sapori semplici egenuini. Una terra dove la cucina è riuscitaa cogliere e a mixare al meglio le peculiaritàdelle tradizioni culinarie dell’Abbruzzo,della Campania e della cucina romana, ag-giungendo al tutto una buona dose di ori-ginalità. E un pizzico di sale.Nonostante in molti credano che la ga-stronomia ciociara sia povera e rozza, lavarietà, la ricchezza dei piatti e il forte le-game della gente con il territorio, ha por-tato nel tempo a rendere la cucina ciociarauna cucina dai sapori “forti” ma allo stessotempo genuini e piacevoli.Tra i profumi che inebriano i vicoli dei bor-ghi durante gli orari di punta, le paste fre-sche tirate a mano e la varietà di salse chele accompagnano, si sono da sempre con-traddistinte come un vero e proprio puntodi forza della gastronomia locale. Fettuc-cine, tagliolini o fini fini che dir si voglia,sono solo alcune delle forme che si pos-sono ottenere da un semplice impasto abase di uova e farina che viene poi lavo-rato e rigorosamente tagliato a mano se-condo i propri gusti. Una delle ricette piùantiche del Lazio meridionale e che da se-coli si tramanda, con tanto di “segreti” dimadre in figlia. Degno di nota anche il Timballo alla cio-ciara: sfoglie di pasta fresca farcite. Una

specialità che vi potrà essere proposta indiverse varianti, a seconda di dove vi tro-viate: con l’aggiunta di mozzarella di bu-fala, arricchito da polpettine di carne, oancora con uova sode, piselli e chi più neha più ne metta. Una ricetta antichissimache nonostante il passare degli anni conti-nua ancora oggi ad ingolosire anche i piùsalutisti. Gustosissime anche le carni che compon-gono i secondi piatti più succulenti a basedi agnello e capretto, insaporiti e servitisenza alterare il gusto deciso delle carni.Tra le specialità troviamo poi anche alcunericette più originali e particolari come adesempio il famoso Garofolato, tipicamenteverolano, a base di carne di pecora, cuci-nata e speziata con chiodi di garofano emarinato con il sugo che se ne ricava nelcorso della cottura, che conferisce alla

carne una morbidezza da leccarsi i baffi.Nella località di Picinisco invece si può as-saporare il cosiddetto Abbuoto: un invol-tino preparato con l’ interiora dell’agnelloche donano al piatto un sapore particolar-mente intenso, tanto da essere apprezzatoper lo più dai palati di chi ama una cucinapiù antica. E poi ancora legumi e funghiporcini, due delle pietanze più usate perla base di salse e zuppe saporitissime,ideali per le serate più fredde. E per concludere concedetevi un ultimoboccone di piacere con i tradizionalissimiAmaretti di Guarcino. Piccole pepite abase di mandorle.Semplicità e attenzione alla materia prima,un connubio che ha permesso alla cucinatradizionale ciociara di raggiungere e sod-disfare anche i palati più raffinati delle ta-vole internazionali. David Callari

SEGRETI E PROFUMI DICIOCIARIA

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CIOCIARIA, SET DEL CINEMA ITALIANO

“Vittorio De Sica,Nino Manfredi, Marcello Mastroianni.Basterebbero solo questi nomi per

spiegare il legame fortetra la Ciociaria e il cinema. ”

Tra il Grande Cinema italiano e la Ciocia-ria c’è un forte legame che passa attra-verso i tanti set a cielo aperto e una seriedi grandi attori e registi che sono nati inquesto territorio come Vittorio De Sica(Sora, 1901), Nino Manfredi (Castro deiVolsci, 1921), Marcello Mastroianni (Fon-tana Liri, 1924), Gina Lollobrigida (Su-biaco, 1927), solo per citare i più noti.Molti i film girati nei paesi ciociari daglianni ’50 del XX secolo, anche se poi – cu-riosamente - un capolavoro come “LaCiociara” di Vittorio De Sica (tratto dal-l'omonimo romanzo di Alberto Moravia)è stato girato principalmente tra Itri eFondi, e nel Parco dei Monti Aurunci, inprovincia di Latina. Ma perchè questa grande attrazione perla Ciociaria? Probabilmente perché scrit-tori, registi, sceneggiatori coglievano inqueste ambientazioni un certo provincia-lismo meridionale, dover poter ambien-tare le loro storie. La rappresentazione di un“Lazio povero”,fatta di gente onesta e umile, dove perònon mancavano soprusi e violenze daparte di pochi ricchi a danno dei più de-boli. Padronato e disoccupazione, lottepolitiche e rivendicazioni sociali: l’imma-gine perfetta dell’Italia del dopoguerrasecondo l’estetica neorealista. Ma ancheun popolo “ …capace di sognare e dicreare al punto da darci veri e propri ca-polavori in ogni campo del mondo del-l’arte.” (Angelo Capalbo). Terra ciociara,

fatta di borghi medievali, vallate, monta-gne e latifondi, teatro di tante narrazionicinematografiche e letterarie. Partiamo dal capoluogo, Frosinone,quando in un lontano 1958 Vittorio DeSica e Alberto Sordi sono i protagonistidi "Domenica è sempre domenica". Tra itanti film ricordiamo “L’armata Branca-leone” di Mario Monicelli con alcunescene girate a Jenne; “Pane, amore efantasia” di Luigi Comencini girato nellasplendida Valle di Comino; “Gli onore-voli” di Sergio Corbucci, in cui Totò inter-preta un politico di Roccasecca. Con"Ramon il messicano” (1966) le zone traCollepardo e Alatri diventano un affasci-nante Canyon, ma è negli anni ’70 che lailmioviaggioliber�

63De Sica - Lollobrigida - Pane, amore e fantasia

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“Tanti film girati nei borghi più caratteristici. DallaRoma papalina

all’Italia povera delneorealismo, passando

per il west e la commedia all’italiana.Ecco la storia di ungrande amore. ”

Ciociaria si fa notare nel cinema. Pae-saggi fantastici tra il Santuario della S.S.Trinità e la cascata di Comunacque feceroda sfondo ai film di Bud Spencer e Te-rence Hill (la serie “Lo chiamavano Tri-nità”).Nino Manfredi – famoso fin lì per ilpopolare personaggio del "barista diCeccano" - gira a Fontana Liri “Per graziaricevuta”, un film, con riferimenti autobio-grafici, che affronta il difficile tema dellafede. Non una commedia popolare dun-que, ma un’opera che racconta di un’in-fanzia difficile, di un’educazione religiosaasfissiante, di voglia di libertà e rivolu-zione sessuale. Un film che fece clamoreed ebbe un buon successo di critica epubblico, anche grazie ad un’ottimaprova di attore e regista da parte dellostesso Manfredi. È ancora l’artista ciociaro ad interpretareun film commedia di Dino Risi “Straziamima di baci saziami” nel ruolo di MarinoBalestrini, barbiere di Alatri che s’inna-mora della bella operaia marchigiana Ma-risa Di Giovanni, un grande fotoromanzocomico lo definì Walter Veltroni nel suo“Certi piccoli amori. Dizionario sentimen-

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tale di film”. Ad Anagni fu ambientato nel1983 "State buoni se potete" di LuigiMagni, con Johnny Dorelli e PhilippeLeroy: serviva un set per una Roma dellametà del cinquecento in cui domina la fi-gura di Filippo Neri alle prese con varieincarnazioni del diavolo (calderaio, unacarbonaia, una bella mora, uno scultoree un sarto ecclesiastico), briganti e sol-dati. Anagni, splendido borgo medievalecon le sue piazzette nascoste e una cat-tedrale gioiello, è un’ottima location difilm storici se è vero che Luigi Magni lascelse per alcune scene del suo "In nomedel papa re", ancora con Nino Manfredi. È il 1989 quando nelle sale esce “Splen-dor”, un film dolce e delicato con duemostri sacri del cinema italiano: MarcelloMastroianni e Massimo Troisi, diretti daun altro grandissimo regista come EttoreScola che ha scelto il set di Arpino per leriprese. Un film amaro sulla chiusura diuna sala cinematografica per mancanzadi pubblico, una metafora sulla vita esulla nostalgia del passato che però lasciaspazio ad un finale di speranza.Arpino fu vera protagonista, accogliendo

Manfredi - Per grazia ricevuta Straziami ma di baci saziami

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tutta la troupe per i due mesi di riprese,con i camerini allestiti nel Comune, i ri-flettori puntati sugli scorci più belli dellacittà di Cicerone e tanti arpinati a fare dafiguranti. Immaginiamo lo stupore degliabitanti di Guarcino quando Harvey Kei-tel e David Bowie attraversano il paeseper andare a Campo Catino a girare al-cune scene del film di Giovanni Veronesi"Il mio West" (1998) con Leonardo Pie-raccioni protagonista. Il Grand Hotel Pa-lazzo della Fonte di Fiuggi è la splendida

location del film di Roberto Andò “Leconfessioni” (2016) con un cast del cali-bro di Toni Servillo, Pierfrancesco Favino,Daniel Auteuil. Hotel di pregio, vicino aRoma e immerso in un grande parco, ilPalazzo della Fonte di Fiuggi, vienespesso utilizzato come location idealeanche per spot pubblicitari di grandibrand. L’ultimo della serie? Jude Law pro-tagonista del nuovo spot della Lexus RX.Andrea Giorgilli

Il set di Splendor - Scola - Troisi - Mastroianni Mastroianni - Troisi

Fellini - Mastroianni - Loren

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“MAROCCHINATE”,LA VERITA’ SCOMODA DI UNA VIOLENZA DI MASSA

“Vidi allora che lei mi guardava con gli occhi spalancati, senza dir parola né muoversi,con uno sguardo che non le avevo mai visto, come di un animale che sia stato preso intrappola e non può muoversi e aspetta che il cacciatore gli dia l’ultimo colpo. Allora se-detti presso di lei, sotto l’altare, le passai un braccio sotto la vita, la sollevai un poco, mela presi contro di me e le dissi: “Figlia d’oro,” e non seppi dire altro, perchè adesso miero messa a piangere e le lacrime mi sgorgavano fitte fitte ed io le bevevo e sentivo cheerano proprio amare, di tutta l’amarezza concentrata che avevo raccolto nella mia vita”.

ilmioviaggioliber�

Loren sul set “La Ciociara”

Goumiers a CassinoFonte www.lundici.it

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“Ventimila vittime di violenze solo nella provincia di Frosinone.Uno dei più grandi stupri in tempo di

guerra. È il maggio del‘44 quando un esercito

di marocchini - liberatori - semina il terrore nel sud della

Ciociaria. Non risparmieranno nessuno: donne,

vecchi e bambini.”

Questa l’intensa descrizione dello stuprodi Rosetta che fece Moravia nel suo cele-bre romanzo “La Ciociara” (1957). Siamonel 1943, Cesira è una giovane vedovacostretta a fuggire da Roma insieme allafiglia dodicenne Rosetta per cercare rifu-gio in Ciociaria. Incontrerà nel suo cam-mino i goumier maghrebini delle truppeirregolari francesi, gli autori dello stupro.È la voce di una madre che descrive il mo-mento più brutto della violenza: gli occhidella figlia con addosso il terrore, l’internodi una chiesa abbandonata, i soldati ma-rocchini – i liberatori – che, come unbranco di lupi, hanno appena abusato dilei. È il passaggio più duro del libro di Mo-ravia, testimone letterario di un fenomenodoloroso per la gente di queste parti pas-sato alla storia con il nome di “Marocchi-nate”. È la vicenda degli stupri di massae delle aberrazioni della seconda guerramondiale. Una pagina cruenta che cono-scerà una popolarità forse ancora mag-giore nell’adattamento cinematograficodi Vittorio De Sica e Cesare Zavattini nel1960 con l’omonimo film “La ciociara”,che valse l’Oscar a Sophia Loren comemiglior attrice protagonista nel ruolo diCesira. L’episodio rievoca le “Marocchinate”, unodei più grandi stupri di massa in tempo diguerra, con circa 20.000 vittime di vio-lenze solo nella provincia di Frosinone. LaCiociaria fu sfregiata. Nel maggio del ‘44i dodicimila goumiers, i marocchini-ber-beri del corpo di spedizione francese, at-

traverso i monti Aurunci, aggirarono lelinee difensive tedesche nell’adiacenteValle del Liri, consentendo agli inglesi disfondare la linea Gustav. Nei giorni suc-

cessivi i goumier – con comandanti ed uf-ficiali accondiscendenti - devastarono ilterritorio, saccheggiarono i paesi dellavalle, violentarono migliaia di donne, vec-chi e bambini. Resta ancora un mistero pergli storici il volantino in cui il Generale Juin,comandante franco-algerino delle truppefrancesi in Italia, concedeva ai suoi uominicinquanta ore di completa anarchia. Nonfu mai trovato, ma esiste una traduzionedell’Associazione nazionale vittime civili:“…oltre quei monti, oltre quei nemici chestanotte ucciderete, c’è una terra larga ericca di donne, di vino, di case. Se voi riu-scirete a passare oltre quella linea senza la-sciare vivo un solo nemico, il vostrogenerale vi promette, vi giura, vi proclamache quelle donne, quelle case, quel vino,tutto quello che troverete sarà vostro, a vo-stro piacimento e volontà. Per 50 ore. Epotrete avere tutto, fare tutto, prenderetutto, distruggere e portare via, se avretevinto, se ve lo sarete meritato. Il vostro ge-nerale manterrà la promessa, se voi obbe-direte per l’ultima volta fino alla vittoria…”.Una brutta pagina di storia, una violenzadi massa inaudita che colpì la Ciociariaanche nei numeri: basti pensare che nellasola Esperia, Medaglia d'Oro al Merito Ci-vile, su 2.500 abitanti sono state violen-tate circa 700 donne. Ma gli stupritoccarono tanti altri paesi come Castrodei Volsci, Ausonia, Giuliano di Roma, Pa-trica, Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri,Coreno Ausonio, Sgurgola, Pofi, Valle-corsa e ancora Lenola, Formia, Terracina,San Felice Circeo, Priverno, Sezze dellaprovincia di Latina. Migliaia furono ledonne colpite da sifilide, blenorragia ealtre malattie veneree, e spesso contagia-rono i loro uomini. Migliaia furono quellerimaste incinta: solo l’orfanotrofio di Ve-roli, accoglieva, dopo la guerra, circa 400bambini nati da quelle violenze. Le nume-rose vittime delle marocchinate per anninon hanno avuto il coraggio di parlare,per vergogna, analfabetismo, carenza distrumenti culturali. E tante sono state leconseguenze delle violenze a livello so-ciale e familiare: le donne agli occhi dellacomunità maschile (padri, fratelli, mariti)da vittime diventavano colpevoli. Ave-vano leso l’onore e la dignità dei loro uo-mini, molte furono ripudiate dallafamiglia, altre furono costrette a subirenuove violenze e discriminazioni. Non re-stava che il silenzio o una vita di stenti aimargini della società. Andrea Giorgilli

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CHIAMATEMI JAGO

ilmioviaggioliber�

“Immagina se Michelangelo avesse po-tuto mettere su Facebook il video in time-laps della realizzazione del David, sarebbestato fantastico!”, in queste poche righec’è molto del pensiero di Jago, artista-scultore molto contemporaneo. “Cio-ciaro” dice con orgoglio: Jago, al secoloJacopo Cardillo, è il simbolo di una gene-razione ambiziosa che ha voglia di con-quistare il mondo a partire da questoterritorio. Lo incontriamo nel suo atelier-rifugio di Anagni, proprio sotto la catte-

drale, il gioiello più prezioso della città deipapi: un luogo simbolo, che sembra fattoapposta per chi fa un mestiere come il suo.

Come hai scoperto l’arte?Mi sono sempre occupato del fare, nonmi sono mai preoccupato dell’arte. Sonoun artista che fa lo scultore, in modo deltutto naturale. Quando tu sai fare unacosa neanche gli dai valore. Solo succes-sivamente mi sono reso conto del patri-monio che avevo in mano.

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“L’arte è come un albero che produce ossigeno, ci riempie di qualcosache dà senso alla vita.

Foto Jago

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Cosa vuol dire essere selezionato all’età di24 anni per il Padiglione Italia della 54aedizione della Biennale d’Arte di Venezia?In realtà non ho provato grandi emozioni:una cosa che accadeva e basta. Non miemoziono più di tanto quando accadonole cose perché non me le vado a cercare.Un valore aggiunto sicuramente, ma neresto distaccato, come succede con i mieilavori. Ciò che conta è fare le mie opere,quello che succede dopo è una conse-guenza che non cerco. Questo mi dà laforza per andare avanti.In quel caso esponevo a Palazzo DoriaPamphilj a Roma, Vittorio Sgarbi fu incu-riosito dalle mie opere e mi selezionò perl’esposizione a Palazzo Venezia, doveesponevano gli artisti della Regione Lazioin una mostra che si intitolava “Lo Statodell’Arte”.

Come nasce l’idea di realizzare il bustomarmoreo di Papa Benedetto XVI?Era una proposta per il Vaticano che ilPapa rifiutò perché – mi dissero - gli avevobucato gli occhi. Ma io li avevo bucatiispirandomi al busto di Pio XI del grandeAdolfo Wildt e, quando mi chiesero diriempirli, rifiutai. In seguito un gallerista– Carmine Siniscalco – a mia insaputa pre-sentò quest’opera ad un concorso allePontificie Accademie, e Papa Benedettomi premiò con una medaglia. Insommal’opera in precedenza non l’aveva maivista. Poi accadde un fatto strano: ilgiorno in cui Benedetto si dimise da Papa,

decisi di spogliare anche la mia opera: daHabemus Papam ad Habemus Hominem.In pratica aveva recuperato una dimen-sione umana: era diventato uomo. Ho stra-volto la mia scultura e gli ho messo gliocchi, cambiando completamente il puntodi vista: è lei che ti osserva.

Uno si immagina la vita d’artista un po’bohémien e fuori dagli schemi. C’è in tequalcosa di questo disordine oppurel’arte, quando diventa un lavoro, si inca-nala in binari di rigore, produzione e mer-cato che lascia poco spazio alla libertàd’ispirazione?Di bohémien c’è ben poco. Faccio l’artistaper vivere, per questo devo essere un ot-timo manager di me stesso. Ci sono impe-gni, appuntamenti, scelta di materiali estrumenti, gestione delle opere, degli alle-stimenti, delle persone. Per materializzarei sogni non posso certo permettermi di es-

sere uno sregolato. Sono un professionista,cerco di farlo nel modo più rigoroso possi-bile, occupandomi di ogni fase del lavoro. Non voglio fare capolavori, ma opered’arte. Difendo la mia libertà: non mi piegoa logiche di mercato. Sono certo che lemie cose, prima o poi, troveranno una lorostrada. Tutto il resto non m’interessa.

Il mondo delle tue opere sembra uscireda una continua esplorazione della mate-ria come elemento vivo di umanità, gioia,sofferenza. Come si concilia questa clas-sicità estetica con il racconto dell’uomocontemporaneo? Io non ho queste preoccupazioni: vivo disentimenti, ma non li traduco nei miei la-vori. Noi vediamo quello che proviamo,quindi ognuno – di fronte a un’opera –proietta il suo sentimento. Io, come au-tore, creo il contenitore, aspetto che icontenuti li metta chi guarda. Fare scul-tura mi permette di lavorare su me stesso,e - attraverso me stesso – indagare glialtri. Il ruolo dell’artista è quello di condi-videre la bellezza, è tutta qui la funzionesociale dell’arte: aiutare a vivere meglio.

I tuoi prossimi impegni.Oggi sono presente con una personalepresso la Galleria Montrasio Arte a Mi-lano, a settembre uscirà il catalogo. Dagennaio 2018 farò la mia mostra perso-nale al Museo Carlo Bilotti, a Roma. Saràtutto online sul mio nuovo sitowww.jago.art Andrea Giorgilli

Foto Jago Foto Jago

Foto Jago

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IMMAGINI BIBLICHE NELCUORE DELLA CIOCIARIA

Vagando tra le città ciociare, è difficile nontrovare piccoli tesori artistici che attrag-gano l'attenzione del visitatore. Così a Bo-ville Ernica, un piccolo centro ai confini diVeroli, dove, nella chiesa di S. PietroIspano, l'attenzione si sposta dapprimasull'Angelo di Giotto, proveniente dallabasilica costantiniana di S. Pietro, e suc-cessivamente su un particolarissimo sar-cofago, unico nel suo genere.Consacrato come altare della chiesa di S.Pietro Ispano nel 1947 dal vescovo Baron-celli, fu trovato sei anni prima durante al-cuni lavori agricoli. Solo l'intervento delleautorità locali ha evitato la dispersione edistruzione dei pezzi. In seguito gli stu-diosi hanno cercato di indagare al meglioil luogo di ritrovamento, individuato nellacontrada Sasso; le successive ricognizionihanno accertato in quest'area alcune ro-vine inizialmente interpretate come unedificio sacro, poi come una ricca resi-denza rustica, attiva fino alla metà del IVsecolo d.C. Il sarcofago, manufatto uniconel suo genere, è uno dei primi docu-menti di arte paleocristiana nella zona eoffre una preziosa decorazione sul latofrontale. Essa si distingue in basso per lariproduzione di un cancello, di cui si no-tano la ricchezza dei particolari, il realismodei due battenti con il traforo della grata,la serratura e le ruote che permettevano

lo scorrimento. Il motivo, molto raro, fa-rebbe pensare alla rappresentazione delleporte dell'Aldilà. Nella decorazione supe-riore campeggia la tabula inscriptionis,dove sarebbe dovuto essere il nome deldefunto, sorretta da due Geni alati. Sulladestra il libro di Daniele, fornisce l'ispira-zione per la scena: secondo questo tregiovani si erano rifiutati di adorare unidolo, e per questo furono condannati adessere arsi vivi. Sono descritti così unaguardia che segue il re, visto accanto adun busto di una divinità , e davanti a luiun uomo di difficile interpretazione: saràl'uomo che dà avvio al supplizio dei treoppure l'angelo che li rassicura della pros-sima salvezza? Anche qui colpisce il reali-smo nella descrizione: le lingue di fuocoavvolgono i ragazzi, che si guardano a vi-

cenda, sicuri della propria salvezza; la for-nace con il paramento murario e la legnache arde. A destra è rappresentata la Na-tività e l'Epifania, descritte nei Vangeli diMatteo e Luca. La narrazione vede l'arrivodei Tre Magi, guidati da una stella, fermasulla capanna dove Gesù dorme nellaculla. Accanto a lui una Maria pensosa,quasi intristita da quello che il futuro ri-serva al figlio, ed un altro personaggio,difficilmente interpretabile: forse S. Giu-seppe, o un pastore, oppure Salome, ladonna che verificò la verginità di Maria.Anche qui colpiscono i dettagli realistici,come le vesti dei Magi, oppure i partico-lari della Vergine. Resta certo il fatto chesi tratti della rappresentazione dell'Epifa-nia più antica che ci sia giunta. È possibileleggere assieme le due scene come lacontrapposizione tra due diversi culti,quello violento e odioso del re e quellovero, del Salvatore oppure la salvezza te-stimoniata dalla fede dei ragazzi e quellaproveniente da Gesù bambino. La stessasalvezza ambita dall'ignoto defunto chedoveva far parte di una ricca famiglia dellazona e di una comunità cristiana pur-troppo ancora poco documentata. Il sar-cofago, sulla base degli studi di ElisaCanetri, è collocabile in un periodo vicinoall'Editto di Tolleranza, probabilmente da-tabile fra il 330 e il 350 d.C. Maria Giudici

Foto Arch. P. D’Arpino

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L’ALTA CIOCIARIA A PEDALI

Una terra per chi ama viaggiare su dueruote e senza motore. Le strade della Cio-ciaria sono una tappa obbligatoria pertutti i cicloamatori, che vanno alla ricercadi emozioni forti, perseguendo un’idea diviaggio antica e romantica. Le strade, ipaesaggi e le testimonianze artistiche eculturali di questa terra, offrono percorsiindimenticabili toccando luoghi ricchi distoria e tradizioni. Ecosostenibile, salutaree ideale per scoprire scenari naturali na-scosti, la bicicletta è una soluzione privadi qualsiasi sovrastruttura, genuina e au-tentica, che ti darà la possibilità di viverepiù da vicino le persone e le storie delposto. In totale libertà.Prendendo la cittadina di Fiuggi comebase di partenza strategica, scoprite gliangoli più sorprendenti di questa terra.Alle falde dei Monti Ernici e Simbruini,ecco sette itinerari da vivere rigorosa-mente “slow”:

ilmioviaggioliber�

LAGO DI CANTERNOScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 25 KMDislivello: 300 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: medio – facileNOTE: un percorso che ti regalerà scorcisuggestivi. Un lungo itinerario che sisnoda tra i boschi della cittadina termaledi Fiuggi, costeggiando tutta l’oasi natu-rale della Riserva del Lago di Canterno,dove se sarete fortunati, potrete ammi-rare aironi cenerini e germani reali che po-polano la riserva.

ITINERARI:I MAGNIFICI 7

LA VECCHIA FERROVIAScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 38 KmDislivello: 645 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: MedioNOTE: l’intero percorso è costeggiatodalla ricchezza naturale del territorio, traulivi, lecci, carpini e piante di ginestre.Suggestiva la presenza dei tralicci dellavecchia ferrovia in prossimità di Acuto.Degna di nota la vista panoramica sullaValle del Sacco nella parte conclusiva deltragitto.

VERSO LA CITTA’ DEI PAPIScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 58 KmDislivello: 995 mTipo di strada: asfaltate secondarie e pistaciclopedonaleDifficoltà: MedioNOTE: itinerario di enorme interesse pae-saggistico e storico – artistico, che attra-versa il cuore della città di papa BonifacioVIII, dove si consiglia la visita presso laCattedrale romanica di Santa Maria.

Itinerari e schede tecniche di Enrico Caracciolo

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OLTRE GLI ALTIPIANIScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 67,5 KmDislivello: 1330 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: ImpegnativoNOTE: uno dei percorsi più difficoltosi epiù interessanti di tutta la ciociaria. Un iti-nerario ricco di testimonianze storiche tracui segnaliamo la Villa dell’imperatoreTraiano nella località di Altipiani di Arci-nazzo, gli scorci dell’incantevole valledell’Aniene e panorami incontaminati.

ALL’ OMBRA DEI MONTI ERNICIScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 39,5 KmDislivello: 690 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: MedioNOTE: Degno di nota il borgo medievaledella cittadina di Guarcino, dove potretedegustare alcuni dei prodotti tipici del ter-ritorio. Tra prosciutti e amaretti locali, nonperdete l’occasione di fare una brevepausa prima di rimettervi in viaggio.

COLLEPARDO CERTOSA DI TRISULTIScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 77 KmDislivello: 1700 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: ImpegnativoNOTE: si consiglia di preventivare l’interagiornata in quanto lungo il tragitto vale lapena sostare più volte per visitare legrotte di Collepardo, la suggestiva Cer-tosa di Trisulti e il misterioso Pozzo d’An-tullo, una dolina carsica che si apre suiMonti Ernici. Solo alcune tra le meravigliedel territorio ciociaro, che vi lascerannosenza ombra di dubbio a bocca aperta.

GLI ALTIPIANI DI ARCINAZZOScheda TecnicaCittà di partenza e arrivo: FiuggiDistanza: 57,6 Km (66,5 con la deviazionea Subiaco)Dislivello: 1137 mTipo di strada: asfaltataDifficoltà: Medio – ImpegnativoNOTE: ai più allenati si consiglia di pro-lungare l’itinerario allargando l’anello aSubiaco, fino a toccare Rocca Santo Ste-fano e Bellegra, per godere della bellezzapaesaggistica del percorso e per visitaregli affascinanti monasteri benedettini chesi incontrano lungo la strada.

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Porciano - Foto L.Petrucci

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LA DIMEN-SIONEVERTI-CALEDELLOSPI-RITO

“Ci si attacca a pareti rocciose. A ogni passo un

brivido, a ogni angolouna bellezza. Se ciprovi una volta nonsmetti più.”

Le discipline sportive outdoor stanno ri-scuotendo un enorme successo. Unaserie di attività che contribuiscono a ge-nerare e a mantenere un equilibrio psico-fisico. Climbing e Nordic Walking sonosolo due delle discipline che rispondono

a quanto appena detto. La prima, più co-munemente conosciuta come  arrampi-cata sportiva, consente al praticante diriconnettersi con la parte più "naturale"di sé. Arrampicarsi in effetti, è qualcosache ha a che fare con l’uomo sin dalla suanascita: un’attività che rievoca gesti innatie spontanei. Per tutti gli appassionati delclimbing la Ciociaria è un vero e propriofiore all’occhiello con oltre 30 falesie at-trezzate, per un totale complessivo di1.019 vie di salita documentate. Tra lemete predilette degli scalatori sportivi,possiamo citare la falesia di Picinisco, conil maggior numero di vie documentate,contraddistinta dai cosiddetti "Pinnacolidi Magellano": una serie di speroni di roc-cia disposti lungo un pendio di circa 100m di dislivello, completamente immersinel Parco Nazionale d'Abruzzo, tra Lazioe Molise. Una zona di notevole interessepaesaggistico, che offre a tutti i visitatoridelle vedute mozzafiato a picco sulla valledi Canneto, sopra il fiume Melfa. Se-guendo lo stesso criterio, a seguire, conben 76 vie documentate, anche la splen-dida falesia di Caprile, a Roccasecca. Unluogo suggestivo che, dominando l'interavallata, gode di una splendida panora-mica. Conosciuta dai più con l’appellativodi "Braciere dei poveri", le pareti della fa-lesia del piccolo borgo ciociaro godonodi una posizione privilegiata, ed essendobaciate dal sole per quasi tutto l'anno, siposizionano tra le mete più ambite dagliscalatori per le uscite invernali. E poi an-cora le falesie di Supino, di Acuto, di Ser-rone, la Cueva di Collepardo. Insomma,se volete dimenticare, anche solo perqualche giorno, la monotonia della quo-tidianità, piuttosto che la frenesia dellacittà, venite in Ciociaria, e regalatevi unviaggio all’insegna delle emozioni forti,alla scoperta della dimensione verticaledello spirito. Silvia Tucciarelli

Archivio Adarte

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RAINBOW MAGICLAND. PARCO DIVERTIMENTI DI VALMONTONEPuro divertimento. 38 attrazioni all’avan-guardia pensate per ognuno di voi. Unaparco tematico tutto da vivere, tra atmo-sfere magiche e avventure emozionanti.Attrazioni anche per i più piccoli.Info. www.magicland.it

IL PARCO NATURALE DEI MONTI SIMBRUINITra distese di faggi, panorami suggestivi eanimali, il Parco Naturale dei Monti Sim-bruini si presenta come il luogo ideale dovei tuoi bambini potranno trascorrere un inte-ressantissimo pomeriggio educativo.Info: www.simbruini.it

ALTIPIANI ADVENTURESParco avventura per tutta la famiglia.Bambini e ragazzi si potranno scatenare lungo il circuito per mini – quad, la paretedi arrampicata e i gonfiabili. E poi – per ipiù grandi – escursioni, bike, quad, e

molto altro. Info: facebook.com/Altipia-niAdventures.

L’ACQUA PARK DI FROSINONEIdroscivoli, toboga, kamikaze, black hole,space boat e maxiscivoli aspettano solote, se sei un tipo avventuroso e amantedell’adrenalina. Piscine, onde artificiali ezone relax presso la laguna. Info: www.parkclub.it

FASHION DISTRICT OUTLET DI VALMONTONEUn’area giochi per i bambini vi permet-terà di fare shopping in libertà. Con oltre180 negozi, il Fashion District Outlet èl’outlet più grande del centro Italia. Scontidal 30 al 70%, saldi per tutto l’anno.Info: www.valmontoneoutlet.com

UNA GIORNATA IN FATTORIACaprette, cavalli, vitelli che pascolano li-beramente tra le vallate del Parco dei

Monti Aurunci. Portate i vostri bambini infattoria a scoprire come nasce la “Marzo-lina di Esperia”. Una bella avventura davivere in famiglia. Info: www.kelleterre.com

IL LAGO DI POSTA FIBRENORiserva naturale. Un posto incantato eun’oasi tra le più incontaminate di tutto ilCentro Italia. Affitta uno dei tanti pedalòa disposizione e lasciati cullare a largodelle acque cristalline del lago.Info: www.riservalagofibreno.it

(Pagina a cura di Agata Fassi)

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LA VACANZAA MISURA DIBAMBINI. ECCO DOVEPORTARLI

Archivio Adarte

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Il fumetto, invece, rende possibile “uma-nizzarli”. Immaginate Francesco, cheprima di diventare il santo povero che noitutti conosciamo era solito indossare abitidi stoffe pregiate con annesse bucce dipatate, per attirare l’attenzione di chi loincontrava (vedi figura n°1). In tali bizzar-rie giovanili i ragazzi di oggi potrebberotrovare un loro “antenato” guardandocosi al santo in modo più disilluso ed“umano”.

FUMETTIAMOCI: UN NUOVO MODO DI IMPARARE L’ARTE

Lo stesso processo può essere sviluppatorispetto alla tematica artistica. Pensiamodi trovarci in una bottega di artisti lucani,i fratelli Stabile ad esempio, che dipinge-vano nella chiesa sconsacrata di San Ni-cola a Potenza (oggi demolita) e a cui fuintimato di lasciare il luogo sacro da resti-tuire al culto, pena una ammenda dicento libbre di cera. (vedi figura n°2)

Le “immagini parlanti” permettono diappassionare i giovani lettori che rive-dranno nei personaggi un che di familiaree lontano da tutte le astrazioni che la Sto-ria porta con sé. Fabio Salemme

Anche in questo caso attraverso il fumettosi può rielaborare un episodio della vita diquesti artisti per renderlo “comprensi-bile” al grande pubblico e per raccontarei capricci dei committenti,che minaccia-vano di non pagare gli artisti se questinon avessero accontentato le loro maniedi protagonismo (vedi figura n°3)

L’utilizzo del fumetto può rivelarsi un ot-timo elemento formativo e divulgativo.Immaginiamo i Santi ad esempio, li ve-diamo come figure irreali, che hanno vo-tato la loro vita a Dio e che di umanoormai, hanno ben poco.

Fig.1 S.Francesco d’Assisi

Fig.3 Il protagonismo dei committenti

Fig.2 Bottega dei fratelli Stabile

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Atina Jazz Festival (30 giugno - 9 agosto)/AtinaUno degli eventi ciociari più attesi. Dal 30Giugno al 9 Agosto, in programma la 32°edizione del Festival Internazionale cheanima ogni estate la cittadina ciociara.Una manifestazione incorniciata dalla sug-gestiva piazza del centro storico di Atina,dove potrete ascoltare la migliore musicajazz di sempre.

MUSICA, SPETTACOLI ETRADIZIONI: I MIGLIORIFESTIVAL DELL’ESTATECIOCIARA

“Tra musica, spettacoli e folclore un cartellone tutto da vivere. Rievocazioni storiche, teatro medievale e tanta allegria per la tua estate in Ciociaria.”

Fiuggi Film Festival(23 - 29 luglio)/FiuggiGiunto alla sua 10°edizione, il Fiuggi FilmFestival è diventato uno degli appunta-menti dedicati al cinema più importanti inItalia. Un concorso ufficiale con 7 film inanteprima nazionale. Una settimana diproiezioni, film d’autore, incontri con ipersonaggi dello spettacolo si alternanoa masterclass e workshop pratici sui me-stieri del cinema, serie TV e cortome-traggi. Una festa della settima arte con unocchio di riguardo per i più giovani.

82 Ornette Coleman - LeChatRave

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Fasti Verolani (26-30 luglio)/Veroli Il Festival Internazionale di teatro di stradapiù popolare del centro Italia. Cinque giornate all’insegna del diverti-mento, della goliardia, della cultura, del-l’arte circense, della musica, della poesia,del mimo e della danza acrobatica con ladanza verticale. Oltre 60 esibizioni in pro-gramma ogni sera, a partire dal 26 Luglio.Se siete da queste parti un passaggio èd’obbligo!

Festival Internazionale del Folklore(12-15 agosto)/Alatri

La 47° edizione del Festival folkloristicoper eccellenza. Tre giorni a cavallo di Fer-ragosto dove danza, musica e tradizionipopolari animeranno il centro storico diAlatri. Animazione, gruppi folk (in questaedizione verranno da Georgia, Messico,Polonia, Bolivia) piatti tipici e prodotti ar-tigianali animeranno i vostri pomeriggiestivi, in attesa dello spettacolo serale,dove artisti di fama internazionali si esibi-ranno sul palco dell’incantevole piazza diSanta Maria Maggiore.

Il Gonfalone di Arpino (18-20 agosto)/ArpinoPalio storico della città di Cicerone giuntoalla 47° edizione. Ogni sera quartieri econtrade si sfideranno per aggiudicarsil’ambito “gonfalone”. Gastronomia,sport, corsa con gli asini, corsa con la car-riola, tiro alla fune, staffetta e tanto altro.Una manifestazione storica e molto popo-lare da queste parti.

XXIV ed. Festival del Teatro Medievalee Rinascimentale (25 agosto-4 settembre)/AnagniLa storica città di Anagni si trasforma in unpalcoscenico a cielo aperto. Sotto lestelle, tra sagrati, chiese, palazzi e campa-nili, in programma tante serate dedicateal teatro. Un festival che elogia la tradi-zione medievale e rinascimentale e cheda anni incontra il favore del pubblico.Concerti e cantastorie che arricchirannole vie e le piazze della cittadina, contri-buendo a rendere ancora più affascinantel’incantevole borgo.

Festival delle Storie/Val CominoL’ultima settimana di agosto (19-27), conla sua 8° edizione, torna il Festival delleStorie in Val Comino. Una manifestazioneitinerante che racconta una storia fatta dimille storie, un viaggio tra le piazze e i tor-tuosi vicoli dei centri storici più caratteri-stici di tutta la Ciociaria. Cantastorie,attori, poeti, scrittori, e ancora giornalisti,intellettuali e voci del cinema italiano e in-ternazionale, che si racconteranno e viracconteranno la loro storia. Una lungasettimana scandita da racconti che nonsmetteranno di stupirvi, il tutto incorni-ciato dagli splendidi paesaggi della Valledi Comino.

PlaySport (3 settembre) Gioca al tuo sport preferito/FiuggiUn nuovo evento nella bella cornice delParco della Fonte Anticolana di Fiuggi, incollaborazione con il CONI e le associa-zioni sportive locali. La giornata dellosport no-limits dalle ore 9.30 alle ore21.00: bambini e ragazzi avranno la pos-sibilità di cimentarsi con tanti sport e in-contrare i loro campioni. Una bellagiornata all’insegna della musica e del di-vertimento.

(a cura di A.F. e S.T. )

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LA PASSIONE DI DANILOPER LA BIODINAMICA

“La scoperta dell’agricoltura biologica e la voglia dicredere nella sua terra.Dopo tre anni il suovino è uno dei miglioriin Italia. Stiamo a Pescosolido, a duepassi dal Parco d’Abruzzo,

dove Danilo Scenna ha vinto la sua scommessa.”

La passione per il vino di Danilo Scenna,giovane titolare dell’azienda agricola D.S.Bio, nasce grazie al progetto Erasmus chelo ha portato in Francia, a Bordeaux, doveera andato per mettere a frutto i suoi studidi Economia e Management. A quelpunto la decisione di produrre vino di-venne quasi inevitabile. Partendo però dauna scelta etica: l’agricoltura biodinamica.Nel 2012 Scenna acquista i primi terrenie inizia a fare i primi impianti, nascel’azienda agricola D.S. Bio. Siamo tra lavalle di Roveto, Valle del Liri, Valle di Co-mino: condizioni climatiche perfette eprime produzioni interamente autoctonenel 2016, etichetta d’esordio l’Arcaro. Me-todo rigorosamente biodinamico: “Stiamo parlando del metodo biodina-mico, che è superiore allo stesso biolo-gico. Vuol dire che non usiamo néconcimi chimici, né diserbanti, ma solopreparati naturali come il corno letame, lasilice e la quercia. È un processo molto fa-ticoso sia in termini economici che di ri-sorse umane, significa lavorarecostantemente ogni giorno rispettando ri-gidamente il protocollo di qualità in ognifase del processo: dalla concimazione allacoltivazione, dall’allevamento alla raccoltaper garantire fertilità e vitalità del terreno.Con la biodinamica l’agricoltura è in sin-tonia con la natura: tutte le lavorazioni se-guono le fasi lunari. In cantina, adesempio, abbiamo solo vasche in ce-

mento e torchi idraulici, non usiamo lievitiselezionati ma solo lieviti indigeni, ab-biamo fermentazioni spontanee senzatemperature controllate.”Tutta l’azienda ruota intorno alle paroleBIO – Biodiversità – Biodinamica. I vinidella Val di Comino hanno ottime pro-prietà, sul territorio è presente una va-rietà internazionale di vitigniultracentenari come il San Giovese e ilTrebbiano. Attualmente D.S Bio produce in media 10mila bottiglie l’anno, ma l’obiettivo èquello di crescere sulle 50 mila nei pros-simi anni, parliamo comunque di un mer-cato di nicchia, soprattutto estero:Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Canada.“Mi occupo personalmente della com-mercializzazione, contatto le enoteche e iristoranti, partecipo a fiere di settore”.Vini rigorosamente certificati “Biologici daagricoltura biodinamica”, il prezzo variadai 9,50 euro in su. “La soddisfazione piùbella è quella di aver rivalutato un territo-rio come questo, un parco naturale com-posto da vitigni autoctoni centenarisalvato dall’estinzione grazie alla tenaciadi agricoltori, anche molto giovani, che –come me – credono nelle opportunità diquesta terra che un tempo ha conosciutouna migrazione di massa. Farlo con l’agri-coltura biodinamica vuol dire vivere in sin-tonia con la natura e con gli uomini”.David Callari e Andrea Giorgilli

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Archivio Adarte Pescosolido - Foto D. Scenna

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PER FARSI UN’IDEA: TUTTI I PAESI IN UNA VOLTA SOLA

“Se avete pocotempo e volete saperecosa vedere e cosa no,ve li abbiamo descrittiin sintesi. Questi sonoalcuni borghi più belli

di Ciociaria. Non bisogna vederlitutti, ma qualcuno sì. Sceglieteli sulla basedelle vostre passioni einteressi. Anche così,casualmente. Restereteincantati dalla loro bellezza, dalla bontàdel cibo, e dalla

generosità di questagente.”

(pagina a cura di Lega Ernica)

ACUTO La tradizione dice che Acuto sia stato fon-dato intorno al 450 d. C., durante le inva-sioni barbariche, quando alcuni anagninisi rifugiarono in quest'area dei Monti Er-nici. Il paese, di modesta estensione, èconosciuto prevalentemente per la suaaria salubre e per il mite clima. Per gliamanti della natura offre la possibilità difare escursioni tra i monti e i boschi. Davedere: Chiesa dei santi Sebastiano eRocco, la più antica di Acuto, la Collegiatadi s. Maria Assunta, il Museo Diffuso, laCasa Madre delle “ Suore Adoratrici delSangue di Cristo”, ordine fondato dasanta Maria De Mattias, con annessomuseo. Leda Virgili

ALATRI Alta, elegante, rassicurante: Alatri apparecosì agli occhi del visitatore che la rag-giunge. E questa, prima piacevole im-pressione si accresce quando si cerca disaperne di più, di conoscere meglio lacittà. Allora, Alatri svela il suo passato,fatto di una storia che attraversa le anticheporte d'ingresso, i vicoli, i palazzi medie-vali, le tante chiese, le piazze accoglienti.E poi ancora più su, a contatto diretto conil cielo, maestosa si erge l'Acropoli, inte-ramente costruita da grossi massi ciclopiciposizionati uno sopra l'altro con magnificamaestria. È qui il “cuore” di Alatri, un gio-iello arcaico che sa ancora scuotere, im-pressionare, colpire l'immaginazione delturista che con la memoria torna indietrodi secoli, di millenni. Il fascino di Alatri stasoprattutto in queste sue mura: è la forzadella pietra, la forza della storia. Pietro Antonucci

ANAGNI Nobilissima origine, città sacra della LegaErnica, si scontra con la nascente potenzadi Roma, prima sua alleata e poi domina-trice. Trascorrono i secoli ed è il poterepontificio a porla alla ribalta del mondocristiano. Nella seconda metà del XI se-colo, nella parte più alta dell’antica acro-poli, si dà inizio alla costruzione dellaCattedrale di S. Maria Assunta, grazie alvescovo Pietro, discendente dei principidi Salerno. I papi iniziano a frequentare lacittà nel periodo estivo e ciò favorisce lacostruzione di importanti palazzi come ilPalazzo Comunale e il Palazzo dei Papi.L’abbellimento della città non si fermamai con la presenza costante dei papi cherichiamano ad Anagni i migliori artisti delmomento, nella cripta fioriscono stupendiaffreschi che il New York Times ha definitoin un articolo del 1994, la “Cappella Si-stina Medievale”, ma anche nel Palazzodei Papi, ora più conosciuto come Palazzodi Bonifacio, dove si è svolto il famoso“schiaffo di Anagni”, importanti affreschiornano le sue sale. Mirella Tommaselli

Cripta Anagni

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ARCINAZZO ROMANO/ALTIPIANILa prima citazione di Ponza risale al 720d.C., quando la Massa Pontiana vienevenduta al titulus di Sant'Eustachio inRoma. Borgo medievale soggetto allaAbbazia di Santa Scolastica, cambierà ilnome in Arcinazzo Romano dal maggio1891. Arcinazzo deriverebbe dal nome diuna concubina dell'imperatore Claudio,tale Arcinia, che possedeva una villa nellazona; oppure dal nome di un patrizio diSubiaco, tale Narcio, che donò una arxalle falde del Monte Altuino a papa Da-maso I, nel IV secolo. Tuttavia gli abitantispesso utilizzano ancora la vecchia deno-minazione. Nel suo territorio agli altipianidi Arcinazzo la Villa di Traiano, residenzadi caccia di una delle figure più importantidel mondo antico. Il sito archeologico haun'estensione di circa cinque ettari, distri-buiti su tre terrazzamenti. La preziosità deimarmi, delle pitture, degli stucchi e del-l'apparato decorativo documentano lamagnificenza delle sue sale. Lega Ernica

ARPINO Cittadina di antichissime origini testimo-niate dalle mura ciclopiche (VII-VI secolo)che cingono l’altura del colle denominato“Civitavecchia”, al di sotto del quale sisviluppa la città. Il centro cittadino con-serva intatti monumenti di notevole inte-resse. Si possono vedere tratti dell’anticavia romana il decumanus e l’antico forumoggi Piazza Municipio dove sorge lachiesa di S. Michele Arcangelo, del XVIIsecolo. In Via dell’Aquila Romana si puòvisitare il Museo dell’archeologia indu-striale della lana attivo fino all’epoca preu-nitaria. Della stessa epoca è il laboratoriobottega, ora Museo della liuteria, delmaestro Embergher, dove si formò il suo

allievo Domenico Cerrone. Il salto nellacontemporaneità ad Arpino è rappresen-tato invece da opere dell’artista UmbertoMastroianni, la prestigiosa collezione pre-sente nel Castello Ladislao d’Angiò Du-razzo del XIII secolo, è costituita dabozzetti, dipinti e rilievi da cui traspare lasua ricerca artistica volta alla sperimenta-zione su materiali poveri. Anna Maria Ferraioli

COLLEPARDO Piccolo borgo dotato di cinta muraria etorri di avvistamento, i cui vicoli si sno-dano lungo le pendici dei Monti Ernici.Le case in pietra, la Rocca, le chiese do-nano a questo paese l’aspetto tipico deiborghi medioevali dove sembrano rie-cheggiare ancora i suoni degli antichi me-stieri e delle genti che animavano stradee piazzette. Ma come uno scrigno rac-chiude al suo interno tesori preziosi, cosìCollepardo conquista i visitatori per i suoibeni naturalistici di rara bellezza. Non lon-tano dal centro si trovano infatti il “Pozzod’Antullo”, voragine carsica profondaoltre 60 metri creatasi a seguito del crollodella volta calcarea che copriva una grottanaturale e le “Grotte” che si snodano at-traverso un percorso in cui stalattiti e sta-lagmiti creano ambienti di grandesuggestione. Beatrice Cretaro

CORI Città più antica di Roma, l’antica Còraconserva la sua struttura medievale fattadi vicoli, scalinate e portici che attraver-sano tutta l’area urbana: da Porta Romanaall'Acropoli. Da non perdere il tempio do-rico dedicato a Ercole; il ponte della Ca-tena, con il suo arco in tufo poggiato sullanuda roccia; il tempio dei Dioscuri; l’ora-torio della SS. Annunziata con preziosi di-pinti del quattrocento; le imponenti muraciclopiche. Da citare cortei e feste popo-lari come il Carosello dei Rioni con sfilatein costumi medievali e il Palio della Ma-donna del Soccorso. Tra le specialità daprovare i famosi vini Doc Cori Rosso eCori Bianco, il Campagnolo al NeroBuono di Cori, il prosciutto cotto al vinobianco di Cori, le pancette e i guanciali, eil pluripremiato olio extravergine di Cori.Nei dintorni meritano una visita Sermo-neta, bellissimo borgo templare; il Giar-dino di Ninfa, monumento naturale;l'antica Abbazia di Valvisciolo; Norma, lacittà di pietra. A.G.

Ritratto Cav. D’Arpino

Collepardo - Foto M.Intrisano

Cori - Acropoli

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FERENTINOAntichissima città del Lazio, occupa unodei punti chiave (394 m. slm), su quellache fu una delle vie più importanti delmondo antico. Nominata da papa Inno-cenzo III capoluogo di provincia di Cam-pagna e Marittima, fu spesso residenza,nel medioevo, di pontefici. La città, all’in-terno di una doppia cinta muraria, rac-chiude numerose testimonianze di epocaromana e medievale. Da vedere: Testa-mento di Aulo Quintilio (57-117 d. C.),monumento unico al mondo, chiesa disanta Maria Maggiore, gotico-cistercensesec. XIII, i resti del Teatro Romano I-II sec.d. C., l’area dell’Acropoli con Avancorpoe Mercato Romano II-I sec. a. C., la Basi-lica dei santi Giovanni e Paolo, consacratanel 1108 e il Museo Diocesano di Feren-tino. Per chi ama la natura, il Borgo di Por-ciano e il Lago di Canterno. Da nonperdere, tra le manifestazioni estive, nelmese di Giugno (24-25-26), Rock Actquattro e nel mese di Luglio, FerentinoAcustica Festival e dal 21 al 24 Luglio,l'undicesima edizione di Fiati in Concerto.Leda Virgili

FILETTINO Sorge a 1.075 metri s.l.m. ed è pertanto ilcomune laziale con l'altitudine più ele-vata. Il territorio comunale si trova nelpunto di incontro della catena montuosadei monti Simbruini e dei monti Cantari.Fa parte del Parco naturale regionale del-l'Appennino - Monti Simbruini. Non sihanno notizie certe di un insediamentodenominato Filettino fino all'atto dell'XI

secolo con il quale papa Niccolò II sop-primeva la diocesi di Trevi nel Lazio e neaccorpava il territorio alla diocesi di Ana-gni. I primi edifici sorsero sul Cotardodove la difesa era più facile. Il nucleo ur-bano si sviluppò a spina, adattandosi al-l'orografia. È anzi probabile che iltoponimo derivi dalle caratteristica dispo-sizione in fila delle abitazioni. Piccoloborgo medievale molto suggestivo.Lega Ernica

FUMONE Insediamento presente già in epoca ro-mana a controllo del vasto territorio sot-tostante. Il primo documento ufficiale incui compare il nome di Fumone è la “ Do-nazione Ottoniana” quando nell’anno962 l'imperatore di Germania, Ottone 1°di Sassonia, donò alla Santa Sede e al suoPontefice Giovanni XII , le città di Teramo,Rieti, Norcia, Amiterno e l'Arx Fumonis.Sarà luogo di carcerazione per prigionieripolitici pontifici, uno dei più noti: Cele-stino V. Il castello di Fumone nei secoli futrasformato dalla famiglia Longhi in pro-pria residenza di campagna. Oltre al san-tuario celestiniano, i discendenti delcardinale Guglielmo Longhi, nominatoproprio da Celestino, costruirono il gigan-tesco giardino pensile, ampliarono il pa-lazzo aggiungendo al mastio la parteseicentesca del Piano Nobile, e settecen-tesca confinante con il giardino.Pietro Antonucci

GUARCINO La nobilissima Guarcino sorge lungo lastrada Sublacense nell’alta valle del fiumeCosa. Il centro storico è sorprendente-mente caratterizzato da un’architetturamedievale potente e raffinata, riconduci-bile ai secoli XIII-XV: case-torri, profferli,case-bastione e con portici, botteghe allaromana con il banco di vendita in pietra epalazzi signorili denotano un castelloricco, noto per essere stato anche la cittànatale di Emilia Patrasso, madre di papaBonifacio VIII. Di aspetto settecentescosono oggi la Collegiata di San Nicola e laparrocchiale di San Michele Arcangelo.Fuori dal paese l’eremo del Santo pa-trono Agnello e il monastero di San Lucasorgono tra le faggete e le freschissimesorgenti di acqua minerale, un tempo in-canalata verso le cartiere e ad oggi imbot-

tigliata nei due brand Filette e San Lucache, insieme agli amaretti e al prosciuttodi Guarcino, richiedono un assaggio irri-nunciabile. Poi per gli amanti degli sportinvernali c’è Campo Catino, tra le più an-tiche stazioni sciistiche dell’Appennino aquasi 1800 m. Lungo la strada si troval’Osservatorio Astronomico, che siestende in un paesaggio bellissimo.Federica Romiti

PALIANO Si erge su un colle in posizione panora-mica sulla bella campagna ciociara, è so-vrastato dalla possente mole del Forte,antico castello ducale, ora adibito a car-cere di massima sicurezza. La famigliaColonna nel corso dei secoli ha dotatola città dei bei monumenti che ancoraoggi si possono ammirare. La Collegiatadi S. Andrea, con il suo elegante pro-spetto, che si affaccia sulla piazza princi-pale del paese, edificata nel XVII° secoloassieme al Palazzo annesso, ha al suo in-terno la Cappella con l’immagine dellaVergine di Zancati, e sull’altare maggioreuna grande tela del Conca raffigurante laCrocifissione di Sant’Andrea.Anna Maria Di Carlo

PIEDIMONTE SAN GERMANOPiedimonte San Germano si trova a circa103 m. s.l.m. Il suo nome antico era Pe-smons perché eretto su un piccolo rialzoai piedi del monte Cairo. Al toponimomutato in Piedimonte, dopo l'unità d'Ita-lia, si aggiunse l'attributo desunto dall'al-lora nome di Cassino. Sono di epocaromana i resti di un acquedotto sotterra-neo che partiva da Piedimonte e raggiun-

Filettino

Paliano

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geva Interamna Linares, la colonia latinafondata davanti a Casinum. La vasta retedi ville rustiche, costruite alle falde delmonte Cairo, e i minuscoli pagi, sono statidistrutti durante l'alto Medioevo. Le po-polazioni di questi siti fondarono versol'anno Mille i castelli della zona, e fra que-sti anche Piedimonte. Nel 702, quando iLongobardi estesero il loro territorio finoad Arce, Arpino e Sora, Piedimonte entròa far parte della Campania. Questo fino al1927 quando fu istituita la Provincia diFrosinone. Durante la Seconda GuerraMondiale, la cittadina subì danni enormi:il centro urbano, infatti, risultò totalmentedistrutto. Nella parte alta una stele - postaa ricordo delle truppe polacche - dominai resti dell'antico borgo distrutto, e da quisi possono vedere i ruderi del CastelloMedievale dei Conti di Aquino.Leda Virgili

PIGLIO Il borgo è una ragnatela di stradine checonducono al punto più alto dove si trovail Castello che svetta in cima a tutte leabitazioni da dove si ammira un pano-rama ricco di vigneti e oliveti. Il centroconserva la sua struttura a spina di pesceed è bello perdersi alla ricerca di antichipalazzetti, in uno di questi è possibile am-mirare le “carte francesi” su cui sono di-pinte le storie di Telemaco narrate daFenelon. Si può approfittare della visitaper gustare, in una delle molte aziende vi-nicole il Vino DOCG Cesanese che neporta il nome. Anna Maria Di Carlo

PRIVERNOPriverno, fino al 1927 Piperno, si trova inprovincia di Latina, a 151 m. s.l.m. È ubi-cata nella parte centrale della Valle del-l'Amaseno. Tito Livio lo definisce unpotente centro Volsco che, a seguito dilotte protrattesi nel tempo, venne sotto-messo da Roma. Nel IX sec. la vita di Pri-vernum fu interrotta, si ritiene a causadelle invasioni barbariche, grazie ad al-cune testimonianze. Si può supporreanche che la città venne distrutta peropera dei Saraceni. I cittadini abbandona-rono il sito e fondarono nuovi centri suicolli circostanti. Nel centro storico dell'at-tuale Priverno, si possono ammirare laChiesa di san Benedetto con affreschi delXIII sec., come ad esempio l'Annuncia-zione di Pietro Colberti da Piperno, laConcattedrale di Santa Maria Annunziata,posta accanto al Palazzo Comunale (sec.XIII), nella quale si conserva il cranio di S.Tommaso d'Aquino, patrono della città edella Diocesi di Priverno. Nel territorio diPriverno è ubicata anche la celebre Abba-zia di Fossanova, di architettura gotico ci-stercense, luogo della morte del Dottoredella Chiesa, San Tommaso d'Aquino, av-venuta nel 1274. Leda Virgili

SERRONE Arroccato sulle falde del massiccio delloScalambra, domina la Valle del Saccodalla stupenda terrazza naturale da cui siaffaccia, è un intrigo di vicoli e scaletteche fanno di volta in volta scoprire nuovie più suggestivi scorci. La Chiesa di SanPietro ha al suo interno una splendida telache ne ricopre interamente la volta, moltosuggestiva. Particolarmente interessanteil Museo del Costume Teatrale in cui sonoraccolti costumi della scenografa e costu-mista Bice Minori. Anna Maria Di Carlo

TREVI NEL LAZIO Il Castello si erge su una roccia calcarea ecopre un’area di circa 800mq, costruito in-torno all’IX secolo come fortificazione mi-litare per difendere il territorio di transito,divenne proprietà della famiglia Caetaniintorno alla fine del XIII secolo, e resteràdi loro proprietà fino al XV secolo. Fu re-sidenza privata di Pietro Caetani, nipotedi Bonifacio VIII, a partire dal 1297. Fuproprio con l’avvento della famiglia Cae-tani nel 1299 che il Castello visse il suomomento di massimo splendore, fino al1471, quando Cristoforo Caetani fu cac-ciato dalla popolazione per malgoverno.Con il passare del tempo le abitazioni delborgo si addossarono alle sue mura. Ri-strutturato a partire dal 1984, oggi è statorecuperato nelle sue linee essenziali,ospita al suo interno un piccolo museo.Pietro Antonucci

TRIVIGLIANO Sorge su di una collina a forma di cono acirca 850 m. s.l.m. ed è circondata da bo-schi di castagno e cerro. Le prime notizie

Piedimonte S.Germano - Scalinata

Priverno - Comune

Trivigliano - Foto M.Intrisano

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storiche di Trivigliano risalgono al X sec.,appartenne allo Stato della Chiesa e,dopo il pontificato di Bonifacio VIII, passòsotto il dominio di Alatri e poi dei Co-lonna. Il centro storico, sviluppatosi in-torno alla rocca o castello, è ricco divicoletti molto stretti, bei portali, scalinatee piazzette panoramiche. La piazza prin-cipale costituisce un vero e proprio ter-razzo sulla sottostante valle, da questapiazza si può godere di una splendidavista sul lago di Canterno, di origine car-sica, formatosi nel 1821. Nel territorio diTrivigliano si possono fare lunghe passeg-giate a piedi o in bici tra verdi prati e col-line. Da vedere: Chiesa di s. MariaAssunta, chiesa di sant’Oliva (patronadella città), Lago di Canterno, Porta di Vi-colo dello Spreco. Leda Virgili

TORRE CAJETANI Sorto in epoca romana come torre fortifi-cata, il Castello alla fine del XIII secolo di-ventò feudo della famiglia Caetani.L’acquisto fu voluto dal Papa Bonifacio VIIIcon la bolla "Circumspecta Sedis” del 10febbraio 1303. Nel corso dei secoli suc-cessivi i Caetani ingrandirono e fortifica-rono il Castello, provvedendo alla

costruzione di mura perimetrali, di fossati,di ponti levatoi e di vari torrioni di difesa.Oggi dimora signorile, utilizzata pereventi, ha subito nella parte interna pic-cole trasformazioni. Pietro Antonucci

VICO NEL LAZIO Raro e tipico borgo medievale, si pre-senta con case a schiera e stradine che in-crociandosi formano una sorta di labirinto.La città, con ben venticinque torri e treporte d’ingresso, dichiarata monumentonazionale di notevole interesse ai piedidel monte Monna. Da vedere: Arco Ro-mano di s. Andrea, evidenzia l’esistenza

di una cinta muraria precedente, PortaGuarcino, chiamata coì perché rivoltaverso la città di Guarcino, la chiesa di sanMartino con la Madonna Lignea, sculturarisalente al sec. XIII, la collegiata di sanMichele Arcangelo e la chiesa di s. MariaMaggiore con la sua preziosa cripta e laPorta a Monte. Da non perdere la festaPatronale l’ultima domenica di luglio (sanGiorgio), e il 10 agosto la “ Festa del Ri-torno “. Leda Virgili

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Torre Cajetani - Foto D.Baldassarre

Vico nel Lazio - Foto M.Intrisano

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FROSINONE, CAPOLUOGO FELICE

La capitale della Ciociaria,spesso bistrattato e poco considerato mada oggi Frosinone può vantarsi del titolodi “capoluogo di provincia più felice d’Ita-lia”. Lo dice uno studio effettuato da ungruppo di ricercatori dell’Università degliStudi di Milano che nel 2016 ha monito-rato il grado di felicità nelle 110 provinceitaliane analizzando il contenuto dei mes-saggi postati ogni giorno su Twitter attra-verso un indice chiamato iHappy. Untermometro della felicità che analizza ilcontenuto dei post del social networkidentificati come “felici”, “infelici” o“altro”. Si tratta di commenti legati a di-versi momenti della vita: ricorrenze, anni-versari, nascite, clima, viaggi, vacanze, levittorie della squadra di calcio, concerti espettacoli. Per quanto riguarda l’analisi disentiment del 2016 dunque la più felice èFrosinone a quota 60,3, dopo c’è Verona(58,3) e Bologna (57,8). Fanalino di codaè Aosta con un indice iHappy fermo al44,4 per cento. La cosa può anche sor-prendere ma non troppo se si pensa chenegli ultimi anni ha conosciuto un certo ri-sveglio, e non solo nel calcio. Con i suoi46.000 abitanti circa, Frosinone è il co-mune della provincia più densamente po-polato (1.028,5 abitanti/kmq) e con il piùalto reddito pro-capite (€ 11.879).

Oggi ha un’economia prevalentementecommerciale e industriale, molto attentaalle innovazioni e alle start up. Due gli isti-tuti di cultura di rilevanza nazionale: L’Accademia di Belle Arti e il Conservato-rio di Musica.

L’Accademia, fondata nel 1973, con sedenello storico palazzo Tiravanti, nasce conlo scopo di essere un polo culturale im-pegnato a sviluppare la creatività dei gio-vani allievi con corsi universitari volti allaricerca di espressioni artistiche contempo-ranee. Pittura, Scultura, Decorazione, Sce-nografia e Grafica d’Arte l’Accademia, ecorsi sperimentali in Media Art, FashionDesign e Graphic Design tra le materieprincipali. Di respiro internazionale, conun frequente scambio culturale tra do-centi e studenti italiani e stranieri, è moltofrequentata anche per le tante iniziativeche organizza in ambito culturale. Il Conservatorio di Musica “Licinio Re-fice”, fondato nel 1972, è uno dei più im-portanti d’Italia. Grazie ai suoi 130 docenti(tra cui troviamo personalità prestigiosenel campo dell'esecuzione e della ricerca,con esperienza dalla musica classica aquella jazz) offre la possibilità di seguirecorsi relativi a tutti gli strumenti d'orche-stra, organo, pianoforte, clavicembalo, fi-sarmonica, canto, composizione,direzione d'orchestra, strumentazione perbanda, nonchè didattica della musica,musica jazz e musica elettronica. (D.C.)

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Frosinone - Fontana C.so della Repubblica

Frosinone - Rione giardino

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