Cieli immensi. 34 a N. 41 - Euclide anno...appassionante mettere a confronto lo stile terso, chiaro,...

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Cieli immensi Una didattica orientata sulle competenze

A conclusione di un percorso su Galileo Galilei, uomo di Lettere e uomo di

Scienza, si è pensato di raccogliere in un piccolo volume - Cieli immensi -

gli elaborati prodotti da trentadue liceali nell’anno scolastico 2015-2016:

una medesima passione ha combinato numeri e parole, perché «il libro

dell’universo è scritto in caratteri matematici».

L’esperienza didattica è stata caratterizzata da un’azione sinergica tra Let-

teratura e Scienza, che ha messo gli studenti in condizione di ricavare una

visione unitaria sul pensiero del nostro scienziato, avvalendosi sia di espe-

rienze laboratoriali sia di specifiche letture dei suoi testi (Dialogo dei mas-

simi, Saggiatore, Lettere copernicane) o di opere teatrali/cinematografiche

volte a tracciarne un profilo a tutto tondo (Vita di Galileo di Brecht, Galileo

di Cavani).

Partendo dalla consapevolezza che apprendere non significa adeguarsi

passivamente alle istruzioni dell’insegnante, ma implica un peculiare pro-

cesso attivo, attraverso cui ogni allievo è il soggetto dello sviluppo del

proprio pensiero, si è fissato quale obiettivo primario l’incremento delle

potenzialità ed interessi degli studenti, quindi della loro capacità di «impa-

rare ad imparare».

A poco a poco i ragazzi hanno percepito che in qualsiasi processo conosci-

tivo, come nella vicenda di cui è protagonista Galileo, incide una comples-

sa serie di fattori di ordine pratico, dove giocano un ruolo importante

l’iniziativa degli uomini e la loro capacità di scegliere, di valutare, di com-

parare le possibilità offerte dallo sviluppo degli eventi, per la cui compren-

sione è stato determinante l’accesso alle fonti documentarie, che ha solle-

citato proficue riflessioni sull’immaginario artistico del Seicento, inteso

anche come proiezione delle nuove scoperte scientifiche.

Il linguaggio, vuoi scientifico vuoi letterario, infatti, è «vivo» quando con-

nette a una precisa realtà, alla vita, passata o presente che sia.

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La lettura dei testi di Galilei, pertanto, non ha costituito semplicemente

uno spazio didattico fervido di sollecitazioni per un’analisi contrastiva pas-

sato/presente e per suggestive riflessioni su una diversa realtà umana e

culturale, ma si è collocato come occasione di studio rigoroso su campioni

di testo di specifico contenuto scientifico presenti nella nostra tradizione

letteraria, nel triplice intento di studiare il passato, capire il presente, co-

struire il futuro.

Capolavori scientifici e capolavori artistico-letterari…

così lontani e così vicini

Vita di Galileo di Brecht e Galileo di Cavani

La lettura del dramma teatrale e l’analisi del film hanno previsto

l’approfondimento di alcune questioni rilevanti nel XVII come nel XXI seco-

lo:

a) il rapporto tra intellettuali e potere;

b) la relazione tra scienza e religione;

c) la relazione tra scienza ed etica;

d) le conseguenze socio-culturali della rivoluzione scientifica;

e) l’interpretazione della figura di Galilei fornita da autori o registi di cine-

ma o di teatro.

Galileo Galilei: una nuova lingua per una nuova scienza

Oltre alle scoperte e all’impostazione del metodo scientifico, a Galileo si

deve un contributo essenziale all’evoluzione dell’italiano come lingua

scientifica.

Nei Discorsi e dimostrazioni intorno a due nuove scienze (1638), composti

dopo la condanna delle proprie tesi da parte del Sant’Uffizio (1633), lo

scienziato afferma che le verità naturali devono essere comprese dal mag-

gior numero possibile di persone e, per raggiungere questo scopo, la lin-

gua impiegata non deve essere troppo lontana da quella comune. Egli,

perciò, si trova a scegliere le parole tra forme già diffuse nella lingua di

tutti i giorni, caricandole di precisi significati scientifici.

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E allora: in che senso possiamo oggi affermare che l’opera galileiana ha i

tratti della modernità? Per sostenerlo è necessario individuare, al suo in-

terno, qualcosa ancora presente e vivo nella cultura del nostro tempo. Tra

le parole della fisica e dell’astronomia coniate da Galileo o da lui adopera-

te in accezione specifica abbiamo forza, velocità, momento, impeto, molla

(non solo il noto strumento meccanico, ma anche nel senso di forza elasti-

ca), strofinamento (sopravvissuto nella locuzione elettricità per strofina-

mento), fulcro…

Galileo dimostra di prediligere una lingua più matura ed efficace rispetto

al latino accademico (che pure conosce) ormai puramente autoreferenzia-

le ma che, nonostante tutto, continua ad essere considerato la lingua delle

persone colte; con questo suo apporto nel campo della lingua, il nostro

scienziato dimostra che si può andare oltre la tradizione senza, al contem-

po, negarla.

«Sai [...] che ‘l vero condito in molli versi,

i più schivi allettando ha persuaso»

T. Tasso, La Gerusalemme Liberata, canto I, vv.17-20

Galileo inventa i dialoghi, crea personaggi, “mette in scena” la sua rivolu-

zione, comprendendo l’importanza della resa letteraria e narrativa di una

scrittura sia pure di argomento scientifico.

La scoperta non può essere riferita dallo scienziato come puro e semplice

fatto, diviene bensì un processo narrativo: è storia, è vicenda di per sé.

Si tratta di trascrivere in una vera e propria forma letteraria l’insegna-

mento scientifico.

Ed ecco che la famosa Favola dei suoni nel Saggiatore si è resa agli occhi

degli studenti un’efficace immagine della ricerca instancabile che muove

lo scienziato come qualsiasi altra persona impegnata nell’itinerario inces-

sante di conoscenza.

Galileo vive nel Seicento, il secolo della metafora che desta meraviglia sul-

la pagina, esattamente come l’esplorazione dell’universo risveglia lo stu-

pore all’occhio dello scienziato che lo contempla con il telescopio.

È proprio grazie a Galileo e ai suoi seguaci che nel Seicento la scienza esce

dalle università e dalle accademie, per essere comunicata a un pubblico

più ampio.

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In tal modo si sviluppa un felice connubio tra arte e scienza: basti pensare

a tutti i riferimenti scientifici e tecnologici presenti nella pittura del tempo

(cannocchiali e altri strumenti), quando la scienza non ne diventa addirit-

tura il soggetto principale.

Lo stesso Marino celebra Galileo come un moderno Endimione che, grazie

allo strumento del cannocchiale, svela il volto della sua amata, la Luna.

Ma certo è con Galileo che la scienza trova una nuova forma letteraria per

esprimersi.

Il nostro autore, in quanto toscano, è l’erede di quella cultura umanistico-

rinascimentale che ha raggiunto l’apice nel Cinquecento e che darà al Vo-

cabolario degli Accademici della Crusca un sostanziale incremento del pa-

trimonio lessicale, nonché una risemantizzazione di termini già noti.

L’idea del decoro, della misura, e la ricerca della forma equilibrata, inoltre,

non sono estranee alle sue preoccupazioni estetiche: per i liceali è stato

appassionante mettere a confronto lo stile terso, chiaro, lineare, sintatti-

camente semplificato della prosa galileiana con l’ampollosità barocca di

certi autori coevi.

Ipse dixit

Galileo differenzia la scienza dalla teologia: la prima, indipendente dalla

seconda, assume tanto più valore quanto più nasce dalla ricerca e non dal

dogmatismo; viene così a sostituirsi al concetto di autorità (Aristotele e te-

sti sacri, che costituiscono la base della cultura cattolica), quello di espe-

rienza, le sensate esperienze e le dimostrazioni necessarie.

Per Galilei la natura deve essere ascoltata e interrogata per potere scopri-

re le leggi dei fenomeni, le proporzioni matematiche tra fenomeno e fe-

nomeno, le misure; la natura è scritta «in lingua matematica e i caratteri

sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche» e solo conoscendola

l’uomo può intervenire sul suo corso.

Lo scienziato, verificati i dati empirici, torna all’esperienza per chiedere

conferma delle leggi scoperte e dimostrate, unisce l’istanza matematica a

quella empirica in un processo inarrestabile.

Galilei sa che le sue scoperte non sono di carattere accademico e che il lo-

ro valore storico apre una nuova era gnoseologica, una nuova civiltà per

gli uomini.

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Perciò l’attività scientifica è da lui unita alla propaganda culturale; cerca il

consenso delle classi dirigenti e tenta di conciliare la teoria copernicana

con il dogma cattolico («se bene la Scrittura non può errare, potrebbe

nondimeno talvolta errare alcuno de’ suoi interpreti ed espositori […]

quando volessero fermarsi sempre nel puro significato delle parole»); nel-

la lettera al Castelli, in quella a Cristina granduchessa di Toscana e in altre

due a Pietro Dini fa conoscere la propria posizione rispettosa della materia

di fede, ma appartenente a un’altra sfera.

Abbandonando per primo l’uso del latino nell’esposizione scientifica, sia

nella polemica contro il principio di autorità sia in favore della ragione co-

me strumento di ricerca nel campo delle verità naturali, costruisce un mo-

dello di prosa scientifica vivacizzata da una straordinaria lucidità e varietà

di stile: alto quando lo scrittore parla del fascino della ricerca e delle

«ammirabili speculazioni», ironico e polemico quando vuole colpire

l’ignoranza e la malafede e lotta contro l’errore perché questo non si dif-

fonda e si radichi.

Lo scienziato vede oggettivamente la realtà ma sa che l’organizzazione

della cultura, per mezzo della quale si possono raggiungere tutti gli strati

sociali, è condizionata dalla Chiesa e della Chiesa vorrebbe l’appoggio per

fare conoscere il sistema copernicano.

Purtroppo la frattura fra mondo ecclesiastico e mondo della scienza a-

vrebbe ritardato lo sviluppo della ricerca scientifica.

In presenza dei conflitti che tutt’oggi riaffiorano su tale questione così

complessa, «il caso Galilei» consegna ai giovani un esempio di determina-

zione: contro l’Ipse dixit… contro l’autoritarismo… contro ogni forma di o-

scurantismo e superstizione…

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LA CLASSE IV B - A.S. 2015/2016

del Liceo Classico “Andrea da Pontedera”

Pontedera, Pisa

MONICA MASCAGNI

FEDERICO BALDELLI

MARIA REGINA BANTI

EDOARDO BARSOTTI

AURORA CACELLI

LETIZIA CAMPIGLI

MARJUSA CULLHAJ

ALESSIA DI PAOLO

FRANCESCA DRAGO

IRENE FALCONCINI

ELEONORA FERRARO

SARA GALANTI

MARTA GALIBERTI

GIOVANNI GALLONI

LISA GAMBINI

PAOLO GORDIANI

CAMILLA HYSA

VITTORIA IANNIELLO

CHIARA MASCAGNI

LORENZO MONTOMOLI

ALICE NOVELLI

MARTINA PUGLIESI

DORA RACIOPPOLI

SOPHIE ADELAIDE REBOLDI

DIEGO RICCIO

SILVIA SALVADORI

GIULIO SANTINI

LUDOVICA SIMEOLI

LUCA TELLINI

ETTORE TURCHI

ROBERTA STEFANIA VADUVA

LORENZA VALENTINI

GRETA VILLA

Nota

Questo lavoro è un breve sunto dell’intero lavoro pubblicato in Ebook al

cap. 040 con il titolo: N. 041 Cieli immensi