Ciclo Integrato dei rifu

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CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI per uno sviluppo sostenibile

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CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI per uno sviluppo sostenibile

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SVILUPPO SOSTENIBILEASSICURARE IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DELLA GENERAZIONE PRESENTE SENZA COMPREMETTERE LA

POSSIBILITA’ DELLE FUTURE GENERAZIONI DI SODDISFARE I PROPRI BISOGNI (Comm. Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo “Our Common Future” 1987)

earth

facto ry

co nsumer

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Sviluppo sostenibile Commissione Brundtland – visione antropocentrica (bisogni del presente

legati alla capacità delle generazioni future) World Bank – “lasciare alle future generazioni tante opportunità almeno

quante ne abbiamo avute noi” (opportunità = capitale man-made (l’usuale capitale) + capitale naturale (economia ambientale) +capitale umano (salute, educazione, ecc…) Sostenibilità debole (mantenere la somma dei capitali) Sostenibilità sensibile (attenzione alla composizione del capitale) Sostenibilità forte (mantenimento di tutti i tipi di capitale)

Sviluppo…quale? Quelli che sono basati su processi di crescita che tengono conto di una

visione del mondo complessiva che coinvolga le categorie dell’etica e della politica

27 Principi e obiettivi di Rio (1992) Eliminazione della povertà (n° 5), Partecipazione (10), Ruolo delle donne (21)

Rifiuto della guerra (24-25-26)

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Sviluppo Sostenibile – Agenda 21

Agenda 21 dedica al problema dei rifiuti i capitoli 20-21 Gestione dei rifiuti è tra le problematiche ambientali di maggior

importanza per mantenere la qualità dell’ambiente sulla Terra I capitoli fanno riferimento al cap. 4 dell’Agenda 21 intitolato

“cambiamento dei pattern di consumo” e presenta una gerarchia di obiettivi Minimizzazione 4-5 volte quella attuale entro il 2025 (consumo) Riuso/Riciclo (materiali riciclati = materie prime) Trattamento/smaltimento compatibili (50% rifiuti trattati entro il 2025) Estensione della copertura dei servizi

NEL 2000 ANCORA META’ DELLA POPOLAZIONE URBANA DEI PVS ERA SENZA ADEGUATO SERVIZIO DI SMALTIMENTO RIFIUTI

(muoiono 5 milioni/anno di cui 4 sotto i 5 anni d’età per malattie correlate alla mancanza di smaltimento di rifiuti)

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In Italia nasce il Decreto Ronchi

Decreto RonchiDir. 91/156/CEE, 91/689/CEE, 94/62/CE

D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 - Decreto Ronchimodificato ed integrato da D.Lgs. 8 novembre 1998, n. 389

Azioni preventive

1. Riduzione della produzione2. Riduzione della pericolosità

Azioni correttive

3. Reimpiego e riciclaggio della materia prima (MPS)4. Recupero in altre forme (energia)

5. Smaltimento in condizioni di sicurezza e solo come fase residuale

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1. La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata dal presente decreto al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi.

2. I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare:

Finalità (Art. 2 D.Lgs. n° 22/97)

a) senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo e per la fauna e la flora; b) senza causare inconvenienti da rumori o odori; c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente.

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Prevenzione (Art. 3 D.Lgs. n° 22/97)

1. Le autorità competenti adottano, ciascuna nell'ambito delle proprie attribuzioni, iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti mediante:

c. lo sviluppo di tecnologie pulite, in particolare quelle che consentono un maggiore risparmio di risorse naturali

d. la promozione di strumenti economici, ecobilanci, sistemi di ecoaudit, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita del prodotto medesimo;

e. la messa a punto tecnica e l'immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso od il loro smaltimento, ad incrementare la quantità, il volume e la pericolosità dei rifiuti ed i rischi di inquinamento;

f. lo sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti destinati ad essere recuperati o smaltiti;

g. la determinazione di condizioni di appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione della produzione di rifiuti;

h. la promozione di accordi e contratti di programma finalizzati alla prevenzione ed alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti

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RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A e di cui il detentore si disfi abbia deciso o abbia

l'obbligo di disfarsi

Gestione: raccolta, trasporto, recupero o smaltimento

Raccolta differenziata (RD): raccolta idonea a raggruppare i rifiuti (in genere rifiuti urbani) in frazioni merceologiche omogenee destinate al recupero

Recupero: Riutilizzo come combustibile (combustibile da rifiuti o RDF) Recupero metalli o altre sostanze inorganiche (carta, plastica, vetro) Recupero oli, solventi, altri rifiuti partic. Inquinanti (es batterie esauste) Riciclo sostanze organiche in agricoltura (compost da rifiuti)

Definizioni (Art. 6 D.Lgs. n° 22/97)

FLUSSO DEI MATERIALI

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Classificazione (Art. 7 D.Lgs. n° 22/97)

ORIGINE

URBANI(art.7 comma2)

SPECIALI(art.7 comma3)

NONPERICOLOSI

NONPERICOLOSI

PERICOLOSI

PERICOLOSITA’

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Gestione integrata

Il Decreto Ronchi ha introdotto il concetto di GESTIONE INTEGRATA

dei rifiuti, intendendo con questo termine il coordinamento e l’ottimizzazione dell’insieme di azioni volte alla raccolta e al trattamento dei rifiuti, col fine di massimizzare il recupero e il riciclaggio, relegando quindi lo smaltimento in discarica ad attività residuali del ciclo. In tale contesto è stato introdotto il concetto di “Ambito territoriale ottimale” (ATO), come bacino preferenziale nell’attuazione della gestione integrata dei rifiuti a livello locale.

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I principi “gerarchici”

Sviluppo di tecnologie pulite, riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti originati dai processi produttivi e dal consumo, incremento della durata e della riciclabilità

intrinseca dei prodotti.

PREVENZIONE

VALORIZZAZIONE

OTTIMIZZAZIONE DELLO SMALTIMENTO FINALE

Questa opzione costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti. Lo smaltimento finale, infatti, deve riguardare essenzialmente i residui derivanti da

trattamenti di valorizzazione del rifiuto ed essere sottoposti, se necessario, a processi di trattamento fisico-chimico o biologico (neutralizzazione, stabilizzazione,

compostaggio, fermentazione) con l’obiettivo di ridurne il volume e la potenziale nocività.

Reinserimento del rifiuto, quando è stato prodotto, nel circuito economico. Essa può assumere diverse forme: reimpiego, riciclaggio, rigenerazione, recupero di materia

prima, trasformazione in energia.

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Obiettivi

D.Lgs 22/97 GESTIONE

RIFIUTI

PRINCIPI GENERALI• Assicurare elevata protezione ambientale e controlli efficaci• I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per l’uomo e senza causare danni all’ambiente

RIDUZIONE

RICICLAGGIO

RECUPERO

SMALTIMENTO

Riduzione dei volumi di rifiuti da smaltire (diminuzione del fabbisogno delle discariche);Recupero di risorse da RU con conseguente risparmio nelle materie prime ed energia; Sviluppo delle diverse raccolte differenziate su tutto il territorio nazionale;

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Decreto Ronchi - compiti

Alle Regioni è attribuito il compito di disporre, adottare e aggiornare i piani regionali di gestione dei rifiuti, la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, l'approvazione di nuovi impianti e l'autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti.

Alle Province è attribuita, invece, l'attività di controllo e verifica con riferimento alle attività di gestione dei rifiuti, alla individuazione delle aree più adatte alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani.

Ai Comuni il decreto attribuisce il compito di organizzazione della raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, attraverso l'adozione di specifiche disposizioni e regolamenti per assicurare la tutela igienico-sanitaria in ogni fase della gestione.

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Produzione pro capite di rifiuti urbani per macroregioni in Italia

350

400

450

500

550

600

650

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

kg

/ (a

bit

an

te*a

nn

o)

NORD

CENTRO

SUD

ITALIA

NORD532.4 kg/ab

CENTRO602.3 kg/ab

SUD468.1 kg/ab

ITALIA : 522.6 kg/ab

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Organizzazione e complessità

Se i riifuti sono complessi non si può pensare a nessuna “tecnologia esclusiva” o “ metodologia esclusiva”

La parola chiave è ORGANIZZAZIONE

I principi della “RIFIUTOLOGIA” Europea ( dal 1975 !!!!!)Produrre meno rifiutiProdurre rifiuti intrinsecamente meno pericolosiRecuperare quante più materie prime materiali ed energia sia possibileOrganizzare a livello di bacini territoriali il ciclo integrato dei

rifiuti (raccolta, spazzamento stradale, trasporto, centri di lavorazione preliminare [separazione, CDR, organico, materiali recuperabili ecc]

CONOSCERE I COSTI REALI DEL SISTEMA, oggi circa 110 € oggi circa 110 € pro capite come media Italia di cui circa la metà smaltimentopro capite come media Italia di cui circa la metà smaltimento

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Numeri della provincia di Latina

ATO 4 - LATINA Obiettivo di recupero 35% n° abitanti 513450 563,13 kg ab/anno

merceologia media

all'origine

Rifiuti attesi

obiettivo intercettazione

da Piano

obiettivo RD

compatibilità art.24

merceologia residuo

(%) (t/anno) (%) (t/anno) (%) (%) (t/anno)

Sottovaglio 0,00% 0 0% 0 0,00% 0,00% 0

Legno 7,00% 20240 30% 6072 2,10% 7,56% 14168

Cartone 6,60% 19083 30% 5725 1,98% 7,13% 13358

Carta 15,40% 44527 30% 13358 4,62% 16,64% 31169

Tessili, pelli 6,00% 17348 10% 1735 0,60% 8,33% 15614

Plastiche 12,00% 34697 10% 3470 1,20% 16,67% 31227

Vetro 7,70% 22264 50% 11132 3,85% 5,94% 11132

Rup 0,00% 0 0% 0 0,00% 0,00% 0

Metalli ferrosi 1,80% 5205 50% 2602 0,90% 1,39% 2602

Metalli non ferrosi 4,20% 12144 50% 6072 2,10% 3,24% 6072

Inerti 3,30% 9542 50% 4771 1,65% 2,55% 4771

Sostanze organiche 36,00% 104090 45% 46841 16,20% 30,56% 57250

289139 101777 35,20% 187362

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Numeri della Regione Lazio

REGIONE LAZIO Obiettivo di recupero 35% n° abitanti 5289575 stima rifiuti anno 2006

merceologia media

all'origineRifiuti attesi

obiettivo intercettazion

e da Pianoobiettivo RD

compatibilità art.24

(%) (t/anno) (%) (t/anno) (%) (%) (t/anno)Sottovaglio 0.00% 0 0% 0 0.00% 0.00% 0Legno 7.00% 262,420 30% 78,726 2.10% 7.56% 183,694Cartone 6.60% 247,425 30% 74,227 1.98% 7.13% 173,197Carta 15.40% 577,325 30% 173,197 4.62% 16.64% 404,127Tessili, pelli 6.00% 224,932 10% 22,493 0.60% 8.33% 202,438Plastiche 12.00% 449,863 10% 44,986 1.20% 16.67% 404,877Vetro 7.70% 288,662 50% 144,331 3.85% 5.94% 144,331Rup 0.00% 0 0% 0 0.00% 0.00% 0Metalli ferrosi 1.80% 67,479 50% 33,740 0.90% 1.39% 33,740Metalli non ferrosi 4.20% 157,452 50% 78,726 2.10% 3.24% 78,726Inerti 3.30% 123,712 50% 61,856 1.65% 2.55% 61,856Sostanze organiche 36.00% 1,349,590 45% 607,315 16.20% 30.56% 742,274

3,748,861 1,319,599 35.20% 2,429,262

merceologia residuo

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La domanda

Come disfarsi dei RIFIUTI ? DOMANDA SBAGLIATA Come avere meno RIFIUTI di cui disfarsi? DOMANDA CORRETTA

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La politica delle 4 R

RIDURRE RIPARARE RICICLARE RIUTILIZZARE

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Oggi rispondiamo alla domanda sbagliata

Discariche La discarica di Borgo Montello è l’unico elemento del ciclo integrato dei

rifiuti che oggi utilizziamo. Tutta la provincia di Latina, Anzio e Nettuno conferiscono i loro rifiuti nelle due discariche (ogni anno 270.000 t)

D.Lgs. 36/03 attuazione della “Direttiva Discariche” che vieterà dal luglio 2005 (PROROGATO AL DICEMBRE 2005) l’immissione in discarica di rifiuti biodegradabili(in effetti si parla di una riduzione fino a 173 kg/ abitante anno entro 5 anni e di 81 kg entro 15 anni). Innalza il periodo di gestione post-mortem fino a 30 anni

Problemi connessi Percolato (da prelevare continuamente per evitare pressioni alte

sul fondo e fuoriuscita Il biogas (50% metano) prodotto dalla fermentazione anaerobica

della sostanza organica può ammontare a circa 200 mc/tonn e si sviluppa nell’arco di circa 20 anni, ma solo il 50% può essere captato mediante aspirazione da pozzi realizzati nel corpo della discarica. L’utilizzo energetico del biogas è limitato ad un periodo che varia tra gli 8 e i 10 anni.

Emanazione di odori sgradevoli fino a 2 km Difficoltà nella scelta di siti con idonee caratteristiche geologiche

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Oggi rispondiamo alla domanda sbagliata

Termovalorizzatori (Inceneritori) La proposta della Provincia di Latina è quella di operare una raccolta differenziata

dei rifiuti fino al 35% e utilizzare il resto dei rifiuti per il recupero energetico dopo una preselezione meccanica (impianto per la produzione di CDR) fatta a monte del forno dell’impianto. L’impianto proposto è in grado di bruciare 100.000 t/a di frazione secca combustibile secondo quanto stabilito dal Piano Regionale e il successivo Piano Emergenziale della Regione Lazio (anni 2001-2002).

187362 t/a di rifiuti tal quale Il pianto Regionale prevedeva che di questi rifiuti il 53,6% fosse CDR o frazione secca combustibile (viene

proprio 100.000 t/a) si può bruciare una frazione secca meno nobile del CDR certificato dalla legge spendendo di meno nella

realizzazione degli impianti di selezione meccanica; i termovalorizzatori esistenti sono in grado di bruciare più facilmente la “frazione secca” dei rifiuti che il

vero CDR, perché i forni sono tecnologicamente capaci di bruciare il rifiuto tal quale ed è verosimile che un buon CDR che un potere calorico decisamente superiore potrebbe mettere in difficoltà la camera di combustione del forno;

Facendo due conti, ricordando che il CDR certificato a norma di Legge dal D.M. 05.02.98 è circa il 35-40% del rifiuto tal quale e sommando i rifiuti prodotti dall’ATO4, dall’ATO5 e dai 44 Comuni che costituiscono il Consorzio Gaia scopriamo che i termovalorizzatori esistenti a Colleferro (RM) e San Vittore (FR) sono sufficienti a smaltire le quantità ipotizzate e almeno ad un 1/3-1/4 della città di Roma

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Il recupero energetico dei RIFIUTI

Dal 1 gennaio 99 è possibile la realizzazione dei nuovi impianti di incenerimento solo se è previsto recupero energetico (valorizzazione) da qui il nome di Termovalorizzatori…

Vantaggi - Riduzione del 90% in volume e del 70% in peso dei rifiuti - Recupero energetico (termico ed elettrico) - Bassa manutenzione impiantistica per l’elevata automazione - Incentivo economico del GRTN per l’energia prodotta (CIP6)

Svantaggi - Costi elevati di realizzazione - Non si elimina la dipendenza dalle discariche - competizione con la raccolta differenziata (carta e plastica hanno il

maggior potere calorifico…)

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Schema sintetico di processo per recupero energetico

INTRODUZIONE DEI RIFIUTI “TAL QUALE”

(RSU)

SELEZIONE MECCANICA E TRATTAMENTO

FRAZIONEORGANICA

CDR

DIGESTIONE ANAEROBICA TERMOVALORIZZAZIONE

DEPOSIZIONE IN DISCARICA SCARTI

di PROCESSO

BIOGASRECUPERO

ENERGETICO

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I problemi dell’incenerimento

Le ceneri prodotte devono essere smaltite in discariche per rifiuti speciali, perché contengono metalli pesanti ed altre sostanze tossiche e nocive (diossine PCB)

I sistemi di abbattimento sono molto migliorati ma hanno costi di manutenzione molto alti

Aspetti sanitari – Monitoraggio delle emissioni giornaliere degli impianti mentre le analisi richiedono anche 1 settimana di elaborazione…

Se le condizioni operative dell’impianto vengono mantenute costanti le emissioni tossiche avranno piccole fluttuazioni ed è presumibile che si faranno solo controlli indiretti continuativi sulle condizioni di combustione (sulla temperatura)

Funzionamento continuativo per 310 giorni all’anno 24h…contratti certi con i fornitori (mi pare molto in contrasto con le politiche di riduzione prescritte)

Competizione con la raccolta differenziata e pressioni da parte dei privati sull’Ente Pubblico che non hanno interesse alle politiche della raccolta differenziata

(fonte WWF Italia)

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Rifiuti e Politiche occupazionali

State of the World 1995 Confronto delle opportunità occupazionali offerte dal riciclaggio, dalla discarica e

dall’incenerimento. Per 1.000.000 t di rifiuti solidi si creano 80 posti di lavoro con l’incenerimento 600 posti di lavoro con la discarica 1600 posti di lavoro con la raccolta differenziata finalizzata al riuso e al riciclo Il termovalorizzatore necessita di manodopera solo in fase di costruzione

dell’impianto ed i proventi vanno alle Società costruttrici e non alla comunità che lo ospita

Risparmio energetico Bruciare i rifiuti significa prelevare nuove risorse (materiali, acqua ed energia) per

realizzare nuovi prodotti. Infatti io recupero solo il potere calorifico dell’oggetto prodotto non quello speso per produrlo

Il MIT dice che il risparmio energetico conseguibile con il riutilizzo ed il riciclaggio è da 3 a 5 volte superiore al recupero energetico realizzabile con l’inceneritore

Rifiuti non sono fonte rinnovabile di energia (petrolio – produzione – plastica -incenerimento)

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Politiche ambientali – idee e rimedi della nonna

Vetro – politiche VAR (vuoto a rendere) con il contributo del CO.RE.VE. e di Assovetro che può portare in conto il minor uso di combustibile per la fusione del vetro riciclato piuttosto che delle materie prime con una minor temperatura di fusione e vantaggi per quanto riguarda l’Emission Trading (commercio delle emissioni di CO2 in atmosfera)

Utilizzo delle campane monomateriale. Studi recenti confermano che la quantità di materiale scartato in raccolte multimateriale può raggiungere il 35%. In una campana monomateriale di 100 kg di vetro lo scarto è infatti di circa il 4 kg in una campana multimateriale per 100 kg di vetro se ne smaltiscono come sovvalli 35 kg

Politiche di riduzione per i contenitori di bevande si possono utilizzare con la distribuzione a spina (come per la birra) di acqua, latte, vino, ecc presso i ristoratori.Si possono realizzare o con accordi tra produttori e distributori o obbligando alla realizzazione di detto sistema in fase di gara d’appalto pubbliche/autorizzazioni/licenze commerciali

Mense pubbliche – disincentivazione utilizzo stoviglie monouso

Incentivazione del sistema del leasing per alcuni prodotti

Green Public Procurement – Acquisti Verdi – promuovere l’utilizzo di prodotti e materiali riciclati (il Decreto Ministeriale n. 203 dell’8 maggio 2003 stabilisce che uffici pubblici, società a prevalente capitale pubblico, società di gestione dei servizi coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti in materiale riciclato nella misura del 30%)

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La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151

Art. 1 (Finalità)1. Il presente decreto stabilisce misure e procedure finalizzate a:a) prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche,

di seguito denominati RAEE;b) promuovere il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei RAEE,

in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento;c) migliorare, sotto il profilo ambientale, l'intervento dei soggetti che partecipano

al ciclo di vita di dette apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento del RAEE;

d) ridurre l'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

CURIOSITA’In Italia il 10% dei Raee proviene dal settore informatico, recuperare e riciclare una postazione standard di lavoro (monitor, tastiera, ecc...) costa 12 Euro. Produrre un computer comporta consumare sostanze pari a tre volte il suo peso.

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La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151

Gli obiettivi di recupero• a) per i RAEE di grandi elettrodomestici e distributori automatici:

• recupero 80 % in pes o medio per apparecchio, e• reimpiego e riciclaggio di componenti, materiali e s os tanze 75 %

• b) per i RAEE apparecchiature informatiche e di consumo• recupero 75 % in pes o medio per apparecchio, e• reimpiego e riciclaggio di componenti, materiali e s os tanze 65 %

• c) per i RAEE di piccoli elettrodomestici, apparecchiature di illuminazione, strumenti elettrici ed elettronici, giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport, strumenti di monitoraggio e di controllo

• recupero 70 % in pes o medio per apparecchio, e• reimpiego e riciclaggio di componenti, materiali e s os tanze 50 %

d) per tutti i rifiuti di lampade fluorescenti:•reimpiego e riciclaggio di componenti, materiali e s ostanze 80 % in pes o di

tali lampade.

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La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151

Perché alcune sostanze contenute nei RAEE sono pericolose per l’uomo e per l’ambiente?

In Italia, ogni anno, si producono 784mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, Di questi, si legge nel Rapporto Rifiuti 2004 di Apat e Osservatorio nazionale dei rifiuti, se ne recuperano 52.677 t/anno ovvero l’8%

E le rimanenti 731.323 tonnellate ovvero il 92% dei RAEE, dove va a finire? Oltre il 90% dei Raee prodotti in Italia finisce negli inceneritori senza separazione dei materiali, oppure è collocato in discarica.

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Secondo un recente rapporto del Wwf, il solo incenerimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche nei paesi dell'Ue è responsabile di emissioni in atmosfera di circa 36 t di mercurio e 16 t di cadmio all'anno e contribuisce a più del 50% del piombo immesso negli inceneritori, senza contare le notevoli emissioni di diossine e furani.

La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151

Fatto salvo quanto stabilito all'allegato 5, a decorrere dal 1° luglio 2006, è vietato immettere sul mercato apparecchiature elettriche ed elettroniche nuove rientranti nelle categorie individuate nell'allegato 1 A, nonchè sorgenti luminose ad incandescenza, contenenti piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati (pbb) od etere di difenile polibromurato (pbde).

•Art. 5 (Divieto di utilizzo di determinate sostanze)

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Situazione Provincia di Latina

Non esiste un ciclo integrato dei rifiuti Manca tutta l’impiantistica Prevenzione ???? Raccolta differenziata…dal 2006!!! Discarica B.go Montello…20 mesi di vita! Nuovo Commissario Emergenza Rifiuti (Marrazzo) Scenari regionali ed uscita dall’emergenza Deliberare lo stato di emergenza per la Regione

(OPCM del 24.05.2002) ha impedito il dibattito e ha rischiato di imporre alle popolazioni scelte non condivise e non desiderate

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Linee guida Piano dei Rifiuti

Raccolta differenziata Impiantistica da realizzare (quale?) Coinvolgimento degli “stakeholders” No al termovalorizzatore a B.go Montello Rifiuti opportunità di cambiamento