Cicerone profilo e pro archia

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CiceroneVita• Cicerone nasce nel 106 a.C. ad Arpino, è un homo novus in quanto nato da una famiglia benestante di ceto equestre. Fu educato a Roma dove entrò in contatto con i più famosi oratori e giuristi del tempo e a soli 25 anni scrive la sua prima orazione. • Nel 75 intraprese la sua carriera politica diventando questore nella Sicilia occidentale; nel 69 edile curule; nel 66 pretore; console nel 63 (cursus honorum). • Cicerone è il difensore della repubblica tradizionale oligarchica del secondo secolo a.C. basata su un gruppo di pochi che avevano privilegi particolari.• Nel 60 si oppone al primo triumvirato (patto privato); così facendo fu politicamente isolato e dovette prendere la via dell’esilio in seguito all’approvazione di una legge da parte del tribuno della plebe Clodio.•Per volere di Pompeo fu richiamato in Italia nel 57 alle porte della seconda guerra civile dove si schierò dalla parte di quest’ultimo, considerato meno pericolo per le istituzioni repubblicane.•Pompeo muore a Farsàlo nel 48 e Cicerone rientrò a Roma nel 47 solo dopo aver ricevuto il perdono da Cesare.•Dopo la morte di Cesare scrisse le Filippiche contro Antonio, ma dopo il secondo triumvirato il suo nome fu inserito nelle liste di proscrizione e nel 43 fu ucciso.

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Quadro storico

•106 a.C. Nascita di Cicerone•90/80 a.C. Dittatura Silla•63 a.C. Congiura di Catilina•60 a.C. Triumvirato (Cesare,

Crasso e Pompeo)•48 a.C. Battaglia di Farsàlo•44 a.C. Idi di marzo•43 a.C. II triumvirato e morte

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Introduzione Cicerone fu soprattutto un oratore. La sua è un’ oratoria che si alimenta della vastissima cultura letteraria, filosofica e storica dell’autore e della sua passione per gli studi umanistici, ossia dal recupero dei classici, come Omero, tanto più significativa nella società pragmatica romana. Con quest’ opera Cicerone contribuisce a sviluppare l’idea dell’utilità sociale delle lettere fornendo un esempio di come si possano contemplare gli studi umanistici con l’impegno politico e civile.•Il Pro Archia è un’orazione dove Cicerone difende il poeta greco Archia accusato ingiustamente di usurpazione della cittadinanza romana. Nel testo viene citato Omero, poeta al quale non può essere negata la cittadinanza, per sottolineare che la figura di poeta è determinante per l’evoluzione di un’intera civiltà. •Il suo vero intento è quello di esaltare attraverso Archia la poesia, la forma di arte più alta, sottomettendo così la cultura umanistica all’oratoria.

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Pro Archia18.[…]Atque sic a summis hominibus eruditissimisque accepimus, ceterarum rerum studia et doctrina et praeceptis et arte constare: poetam natura ipsa valere, et mentis viribus excitari, et quasi divino quodam spiritu inflari. Qua re suo iure noster ille Ennius sanctos appellat poetas, quod quasi deorum aliquo dono atque munere commendati nobis esse videantur.19.Sit igitur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen, quod nulla umquam barbaria violavit. Saxa et solitudines voci repondent, bestiae saepe immanes cantu flectuntur atque consistunt: nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce moveamur? Homerum Colophonii civem esse dicunt suum, Chii suum vindicant, Salaminii repetunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant, itaque etiam delubrum eius in oppido dedicaverunt: permulti alii praeterea pugnant inter se atque contendunt. Ergo illi alienum, quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt: nos hunc vivum, qui et voluntate et legibus noster est, repudiabimus? praesertim cum omne olim studium atque omne ingenium contulerit Archias ad populi Romani gloriam laudemque celebrandam?[…]

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Analisi del testo […]ceterarum rerum studia et doctrina et praeceptis et arte constare: poetam natura ipsa valere, et mentis viribus excitari, et quasi divino quodam spiritu inflari. Qua re suo iure noster ille Ennius sanctos appellat poetas, quod quasi deorum aliquo dono atque munere commendati nobis esse videantur.Ergo illi alienum, quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt: nos hunc vivum, qui et voluntate et legibus noster est, repudiabimus[…].

Mentre le altre discipline letterarie si basano su insegnamento e regole, insomma su una tecnica precisa, il poeta basa la sua capacità sulle sole doti naturali, ha il suo stimolo nelle forze dello spirito ed è ispirato da un soffio che oserei dire divino. Quelle città, dunque, giungono a contendersi come proprio, dopo la sua morte, uno straniero solo perché era un poeta, e noi vogliamo respingere questo mio cliente che è vivo e che è uno dei nostri sia per il suo esplicito desiderio che in forza delle nostre leggi.

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In questi passi presi in esame si nota come Cicerone voglia difendere il poeta Archia attraverso la figura retorica dell’antitesi (evidenziata in colore) che prevale in tutto il brano. Le due antitesi fondamentali sono: -«ceterarum rerum studia… poetam» indica il ruolo fondamentale che ha la poesia per Cicerone. Infatti ritiene che la poesia sia alla base di un buon oratore il quale deve avere un’ ampia cultura letteraria e filosofica come sosteneva Lucio Licinio Crasso nel «De Oratore».-«Illi alienum expetunt… noster est repudiabimus» indica l’importanza attribuita a Archia il quale non deve essere privato della cittadinanza romana, e soprattutto non deve essere ritenuto straniero un cittadino, ancor prima un poeta, che dà il suo contributo allo sviluppo della nostra civiltà.

Un’altra figura retorica che riscontriamo in questo passo, che è caratteristica di Cicerone, è la «concinnitas» (sottolineato), parallelismo sintattico e ritmico.«quasi divino quodam spiritu inflari… quasi deorum aliquo dono atque munere commendati nobis esse». Infatti all’avverbio «quasi» corrisponde «quasi»; all’aggettivo indefinito «quodam» l’aggettivo indefinito «aliquo»; al sostantivo «spiritu» la coppia di sostantivi «dono atque munere»; all’infinito «inflari» l’infinito «commendati esse».

Si può inoltre riscontrare un’ anastrofe (post mortem etiam) per «etiam post mortem».

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Struttura sintattica

• Constare = subordinata infinitiva retta dalla principale accepimus

• Valere = coordinata per asindeto• Et excitari = coordinata copulativa• Et inflari = coordinata copulativa• Appellat = principale• Quod videantur = subordinata causale al congiuntivo

(causale obliqua)• Commendati esse = subordinata infinitiva• Expetunt = principale• Quia fuit = subordinata causale• Qui noster est = subordinata relativa• Repudiabimus = coordinata per asindeto